Gli errori clamorosi e le cose che nessuno dice sulla pandemia del 2020
VIDEO: La verità sui medici vaccinati ➜ www.youtube.com/watch?v=sSqLG9Wft88&list=PLolpIV2TSebVtj34zS7A0AabuQ9cf1UxpTESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7244CON LE AUTOPSIE VENGONO ALLA LUCE I DANNI DEL ''VACCINO'' ANTICOVID AL CUOREL'Università di Heidelberg (Germania) conferma dati alla mano che le miocarditi sono state causate dalla vaccinazione e non dal virus (VIDEO: La verità sui medici vaccinati)di Paolo BellaviteÈ ormai certo che la miocardite può essere una complicanza potenzialmente letale dopo la vaccinazione anti-SARS-CoV-2 basata su mRNA ("Pfizer" e "Moderna"). Altrettanto certo è che la miocardite si può presentare anche come conseguenza dell'infezione da parte di vari virus tra cui anche SARS-CoV-2. Pertanto l'argomento è materia di dibattito tra vaccinisti e anti-vaccinisti. Pochi hanno la capacità e l'onestà di esaminare la questione dal punto di vista bioetico e scientifico ed effettuare una valutazione rischi/benefici nell'interesse della singola persona e priva di condizionamenti politici o di categoria.Cominciando dall'aspetto bioetico, è fondamentale considerare che la miocardite virale è un evento che può colpire una persona, la quale diviene vittima di un "difetto" della natura come nel caso di tutte le malattie che affliggono il genere umano (anche se sulla origine del SARS-CoV-2 come si sa pesa più di un sospetto che prodotto di una manipolazione). La miocardite post-vaccinale è conseguenza prevedibile e prevista di un prodotto artificiale e iniettato volontariamente, la cui frequenza di complicazioni gravi e mortali è bassa rispetto al totale delle somministrazioni, ma non certo trascurabile per la persona che ne è colpita. Ovviamente, il problema etico diviene ben più grave se si pone la questione del consenso informato, ma non è questo per oggi il punto.Gli aspetti scientifici della questione sono importanti sia per effettuare un bilancio tra rischi e benefici in fase di consiglio pre-vaccinale, sia per la corretta diagnosi dei casi gravi e mortali in vista di una richiesta di indennizzo come previsto dalla legge. È pur vero che la conoscenza precisa degli eventi avversi dei "vaccini", dei loro meccanismi e della possibilità di identificazione precoce dovrebbe far parte della attività sistematica di informazione della popolazione, proprio in vista del consenso ad un atto medico, cardine della medicina sin dai tempi di Ippocrate e mai negato se non nei peggiori regimi della Storia.L'AUTOPSIA SU 25 PERSONE MORTE ENTRO 20 GIORNI DALLA VACCINAZIONEFinora mancava una descrizione basata sull'autopsia delle caratteristiche istologiche dettagliate della miocardite indotta da vaccino, ma la lacuna è stata colmata da un articolo di Constantin Schwab e collaboratori, dell'Università di Heidelberg, pubblicato dalla rivista Clinical Research in Cardiology il 27 Novembre scorso. Sono state eseguite autopsie su 25 persone morte inaspettatamente ed entro 20 giorni dalla vaccinazione anti-SARS-CoV-2 con mRNA. In quattro pazienti gli autori hanno identificato segni istologici di miocardite acuta, con un'infiltrazione linfocitica T miocardica interstiziale a chiazze, prevalentemente del sottogruppo CD4 positivo, associata a lieve danno alle cellule cardiache (miociti). Secondo gli autori, i risultati dell'autopsia indicano che la morte è avvenuta per insufficienza cardiaca aritmogena acuta, vale a dire il cuore ha cominciato a battere in modo talmente irregolare che la circolazione del sangue si è rapidamente fermata. Ciò succede perché l'infiammazione va a "toccare" il delicato sistema fatto da speciali cellule cardiache capaci di conduzione elettrica dello stimolo necessario alla contrazione del muscolo.Questo non è l'unico studio che pone in questione i rischi di morte cardiaca conseguente alla somministrazione di mRNA che codifica per la proteina "Spike". La proteina Spike è stata trovata nel sangue all'interno degli esosomi (vescicolette emesse dalle cellule in cui è entrata la nanoparticella con il mRNA) il giorno 14 dopo la vaccinazione ed è aumentata anche dopo la dose di richiamo, durando fino a quattro mesi. La proteina Spike è stata rilevata mediante immunoistochimica nella parete vasale del cervello e del cuore di un paziente di 76 anni deceduto tre settimane dopo aver ricevuto la sua terza vaccinazione COVID-19. Poiché non è stata rilevata alcuna proteina N (nucleocapsidica), la patologia è stata causata dalla vaccinazione e non dal virus. Anche se resta molto lavoro da fare, l'auspicio è che questi risultati possano aiutare a diagnosticare adeguatamente i casi poco chiari dopo la vaccinazione e a stabilire una diagnosi tempestiva in vivo, fornendo così il quadro per un monitoraggio adeguato e un trattamento precoce dei casi clinici gravi.ANALISI DEI CASI DI EVENTI AVVERSI GRAVI DOPO I VACCINIInfine va citato un intervento di Peter Goetsche e Maryanne Demasi, importante e autorevole perché Goetsche è uno dei massimi esperti di revisioni sistematiche dei dati della letteratura. In un lavoro che condensa i dati di 18 revisioni sistematiche, 14 studi randomizzati e 34 altri studi con un gruppo di controllo (finora uscito in "preprint") effettua una analisi dei casi di eventi avversi gravi dopo i "vaccini" anti-COVID-19 e sostiene che "i danni gravi e molto gravi dei vaccini COVID-19 sono stati ignorati o minimizzati e talvolta sono stati deliberatamente esclusi dagli sponsor dello studio in riviste mediche ad alto impatto". Gli autori hanno trovato prove di gravi danni neurologici, tra cui la paralisi di Bell, la sindrome di Guillain-Barrè, miastenia grave e l'ictus. I vaccini a vettore di adenovirus hanno aumentato il rischio di trombosi venosa e trombocitopenia, mentre i vaccini a base di mRNA hanno aumentato il rischio di miocardite, con una mortalità di circa 1-2 casi ogni 200 casi di miocardite. Quindi la miocardite post-vaccinale non è affatto una reazione "benigna" come qualche "virostar" si era affrettata a sostenere alla scoperta dei primi casi. Goetsche e Demasi concludono: "Le autorità hanno raccomandato praticamente a tutti di vaccinarsi e di ricevere dosi di richiamo. Hanno mancato di considerare che il bilancio tra benefici e danni diventa negativo nei gruppi a basso rischio come i bambini e le persone che hanno già acquisito l'immunità naturale."Infine, va notato che la recente sentenza della Consulta non ha spento le polemiche, anzi è stata usata malamente per sostenere che i "vaccini" sono sicuri e l'obbligo vaccinale è legittimo. In realtà, anche se le motivazioni ancora non si conoscono, va precisato che la sentenza della Corte Costituzionale dichiara "non irragionevole" la legge di Draghi-Speranza-Cartabia sull'obbligo vaccinale anti-COVID-19 non valida affatto i prodotti biogenetici iniettabili, semplicemente respinge i ricorsi, dichiarando o che essa è incompetente a giudicarli o che le ragioni portate non sono riconosciute valide. Una cosa è certa: la Consulta non ha alcuna autorità giuridica né ovviamente scientifica per dichiarare che i "vaccini" siano utili o inutili o dannosi. Per quello serve la scienza, rigorosa, paziente e indipendente. Che, come si è visto, sta portando continuamente nuovi contributi utili a chiarire le varie questioni ed a contribuire ad una scelta libera e veramente informata.
VIDEO: La quarta acca ➜ https://www.youtube.com/watch?v=8pfvRKKgCZM&list=PLolpIV2TSebVtj34zS7A0AabuQ9cf1UxpTESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7097DISABILE PER COLPA DEL VACCINO: RISARCIMENTO A UN RAGAZZO DI 16 ANNI di Claudio RomitiMentre imperversa la propaganda per la quarta dose di un vaccino ampiamente scaduto, di quando in quando emergono fatti ben poco rassicuranti sull'efficacia e sui rischi del medesimo vaccino a mRNA. Come riportato da un lancio dell'agenzia AdnKronos, un ragazzo pisano di 16 anni, uno sportivo in buona salute, dopo essersi sottoposto ad un'unica dose del vaccino Moderna, ha sviluppato una grave forma di trombocitemia autoimmune, riportando una menomazione permanente dell'integrità psicofisica.A questa sconvolgente conclusione, dopo un lungo iter, è giunto il Dipartimento militare di Medicina legale di La Spezia, il quale ha riconosciuto senza ombra di dubbio un nesso causale tra la vaccinazione e la succitata patologia invalidante. Dunque, lo sfortunato giovane riceverà un risarcimento dallo Stato per i danni subiti dal vaccino anti-Covid, ai sensi della legge 210/92.Secondo quanto riporta AdnKronos,la vicenda è stata resa nota dal Codacons, che ha assistito legalmente il ragazzo. A tale proposito l'associazione dei consumatori ha tenuto a sottolineare la adesione incondizionata alla campagna vaccinale, pur battendosi affinché tutti i cittadini danneggiati nella medesima campagna vaccinale vengano adeguatamente indennizzati.Ma al di là della meritoria iniziativa portata avanti dal Codacons, ciò che è capitato al sedicenne pisano, così come a molte altre persone in buona salute, non deve essere attribuito al solito destino cinico e baro. Qui ci troviamo di fronte ad un clamoroso esempio di danno collaterale, se così vogliamo definirlo, che si poteva tranquillamente evitare semplicemente considerando che i rischi di contrarre il Covid-19 in forma grave per un ragazzo sano, così come un buon numero di studi tenderebbero a dimostrare, sarebbero addirittura assai minori rispetto a quelli legati alla somministrazione dei citati vaccini a mRNa, alias terapie geniche.Rischi, occorre anche sottolineare, che nel lungo termine non sono stati ovviamente indagati, sebbene da tempo alcuni studiosi ne parlano con una certa preoccupazione. Sta di fatto che, nell'ossessione di smaltire l'inusitata montagna di vaccini acquistati a prezzi proibitivi (19,50 euro per il Pfizer e 25,50 per il Moderna) e tutti tarati su un virus, quello di Wuhan, completamente mutato, si continua ad esporre la popolazione sana a tutta una serie di reazioni avverse, senza apportare alcuna reale protezione nei confronti di un agente patogeno sempre meno aggressivo anche nei riguardi della componente più fragile della società.In tal senso, i sacrosanti indennizzi che tutte le vittime da vaccino dovranno necessariamente ricevere non potranno mai compensare i danni sociali, psicologici economici ed erariali causati da un regime sanitario che, per costringere tutti a vaccinarsi, quindi anche lo sfortunato ragazzo pisano, ha imposto un abominevole lasciapassare sanitario di stampo stalinista.L'aver di fatto imposto un obbligo vaccinale surrettizio, pena la sostanziale impossibilità a circolare liberamente, rappresenta un vulnus democratico e costituzionale che non potrà mai essere sanato con un semplice risarcimento. Non si doveva semplicemente arrivare a tanto.Nota di BastaBugie: Andrea Zambrano nell'articolo seguente dal titolo "Ossessione quarta dose, ma in intensiva sono soprattutto vaccinati" spiega perché l'emergenza non esiste e che il vaccino non protegge dalle conseguenze gravi. Ma si insiste con una campagna che ormai non ha più alcun senso.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 16 luglio 2022:Vaccinati, ma in terapia intensiva: qualcosa non torna. La campagna di massa per la quarta dose non decolla, ma il governo insiste per "bucare" la popolazione con la seconda dose di booster. Come? Con l'unica arma a disposizione: la paura. Solo l'altro ieri, 14 luglio, le dosi di vaccino somministrate sono state 47mila, un dato, fanno notare dal Ministero «numericamente simile a quello delle inoculazioni degli inizi dello scorso maggio». Quasi a voler dire: l'emergenza non è mai finita, l'emergenza è un continuum inscindibile senza capo né coda dall'autunno all'inverno, dalla primavera all'estate.Ma che cosa giustifica questa pervicace insistenza a non mollare la presa? L'esplosione dei contagi in luglio, mese nel quale storicamente ci si concentra sul mare e invece, effettivamente, il virus sta girando più del solito. Nessuno si vuole porre davvero la domanda sul perché il virus stia girando adesso, nessuno vuole davvero chiedersi se non c'entri o no proprio la vaccinazione che di variante in variante continua a tenere in vita il Covid.Ma, anche ammettendo che l'esplosione dei contagi da Omicron 5 sia sganciata dalla vaccinazione, bisognerebbe chiedersi razionalmente se tutta questa paura di contagiarsi sia o no giustificata. Omicron 5 è un virus fondamentalmente innocuo, contagioso, certo, ma che si ferma nelle alte vie respiratorie. Anche il numero di 391 pazienti ricoverati in terapia intensiva lo testimonia. Il dato è dell'altro ieri, mentre i ricoverati nei reparti ordinari è di 10.115. E proprio giovedì dovremmo essere arrivati al picco di crescita, quindi ci si aspetta che nelle prossime due settimane i numeri scenderanno ancora di più.Numeri che non giustificano un'apprensione maniacale a vaccinarsi. Soprattutto tenuto conto che la scienza insegna che non ci si vaccina nel bel mezzo di una epidemia e questa di luglio effettivamente lo è. Ma anche perché la vaccinazione non solo non preserva dal ricovero in rianimazione, ma ormai, essendo la maggioranza della popolazione vaccinata, è la condizione comune alla maggior parte dei ricoverati in Intensiva.Lo dimostra anche questa mini-inchiesta della Bussola in alcune delle terapie intensive di ospedali tra i più importanti in Italia. Un viaggio breve, ma significativo, dal quale emergono fondamentalmente due dati: le rianimazioni sono pressoché vuote in tutt'Italia e - secondo - sono sempre più i vaccinati dei non vaccinati ad occuparle. Segno che la vaccinazione, questa vaccinazione per un virus mutato già decine di volte, è inutile.A Verona hanno fatto scalpore le dichiarazioni del dottor Enrico Polati, primario del reparto di Rianimazione all'ospedale Borgo Trento, che a una televisione locale ha spiegato la situazione: «In terapia intensiva ci sono 7 pazienti e sono tutti pazienti che hanno ricevuto 3 dosi di vaccino», ha detto. Le sue affermazioni non sono state smentite, se ne deduce che la vaccinazione non è proprio più una condizione imprescindibile per evitare i ricoveri in terapia intensiva. Quindi a che cosa serve?Nel resto del Nord Italia non va diversamente. A parte la situazione del San Raffaele dove addirittura l'ufficio stampa ci comunica che «non abbiamo pazienti covid in terapia intensiva», è significativa la situazione dell'Ospedale San Martino di Genova: «Oggi ci sono tre pazienti ricoverati in Rianimazione Covid al terzo piano del Padiglione Monoblocco dell'Ospedale Policlinico. Solo 1 ha la polmonite, gli altri 2 presentano solo la positività. Dei 3, 2 sono vaccinati e 1 no». Insomma: due su tre hanno ricevuto il vaccino, ma questo non ha impedito loro di peggiorare le condizioni di una malattia che, quasi sicuramente come dimostra l'esperienza, è stata mal curata o non curata affatto arrivando a degenerare in polmonite.A Pavia il rapporto tra vaccinati e non vaccinati è simile: 3 su 5 degli attuali ricoverati al San Matteo. Infine, curiosa la situazione del Sant'Orsola di Bologna, uno degli ospedali principali dell'Emilia-Romagna: c'è un solo paziente in terapia intensiva - ci informa l'addetto stampa -, ma è con Covid e non per Covid. Tradotto, significa che era in ospedale per ben altri problemi, ma è risultato anche positivo e quindi isolato.Sempre al Sant'Orsola le terapie intensive sono praticamente Covid free, ma la struttura ha riservato al Covid solo tre box; soltanto uno di questi però è attualmente occupato.Letti di rianimazione vuoti, vaccinati tra i principali ricoverati: perché dunque insistere con la campagna di vaccinazione sopra i 60 anni come si sta facendo?
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7057IL TERRORE DA COVID MINACCIA IL TOUR DE FRANCE di Claudio RomitiMancano appena una decina di giorni all'avvio del Tour de France, la corsa ciclistica a tappe più importante al mondo, e per gli organizzatori, le squadre partecipanti e gli appassionati di questo popolare sport l'attesa sarà sovrastata da una grande angoscia virale. Il timore è che possa ripetersi anche durante la Grande Boucle, causando colossali perdite economiche, ciò che è accaduto all'appena concluso Giro di Svizzera, dove la semplice positività al tampone ha costretto al ritiro ben 4 compagini al completo, più altri atleti sparsi, per un totale di una sessantina di corridori su 153 partenti, più di un terzo. Tra gli sfortunati anche il russo Alexander Vlasov, il quale al momento del ritiro forzato comandava la classifica. Dunque, laddove non erano bastate le sanzioni a fermare questo forte passista-scalatore, ci ha pensato san tampone a mandarlo a casa.Inoltre, è quasi pleonastico segnalarlo, tutti gli atleti in oggetto sono risultati asintomatici. Ma tant'è: dal momento che lo sport mondiale sembra aver adottato la demenziale linea cinese del Covid zero, e data la grande circolazione di un virus depotenziato ma divenuto endemico da tempo, da qui in avanti le più importanti competizioni saranno sempre più condizionate da codesta insensata caccia all'untore. Condizionate in modo assolutamente autodistruttivo, così come accaduto durante le recenti Olimpiadi invernali, dove alcuni importanti atleti hanno dovuto gettare alle ortiche quattro anni di sacrifici a causa di una banale positività. Positività al tampone di soggetti asintomatici che sia l'Organizzazione mondiale della Sanità e sia il Centro europeo per la prevenzione e il controllo della malattie hanno spesso criticato, anche a causa di un abuso nel sistema di amplificazione, il cosiddetto Pcr, il quale se portato sopra i 24 cicli darebbe luogo a molti falsi positivi.Ovviamente da noi, dove pare dominare ancora incontrastato il cosiddetto giornale unico del virus, nessun organo di stampa esprime qualche dubbio o qualche perplessità in merito a questa ennesima follia virale che sta letteralmente falcidiando gli sport più amati dal pubblico. Spulciando qua e là tra i nostri giornali su ciò che è avvenuto nella competizione sopra citata, il tono generale è abbastanza in linea con quanto titola l'Ansa, la principale agenzia di stampa italiana: "Giro di Svizzera: il Covid disegna la classifica, Vlasov fuori".Quindi sarebbe tutta colpa del Covid, e non della sesquipedale idiozia dei tamponi agli asintomatici, che pure nello sport mondiale, i cui atleti non fanno certo parte per età e per condizioni fisiche della componente più fragile della popolazione, sta producendo di gran lunga più danni del coronavirus.Eppure, prima che il Sars-Cov-2, insieme alla sua pestilenziale narrazione, facesse la sua irruzione nelle nostre avanzate società, non era raro assistere alla performance di atleti di livello che, colpiti da influenza o da altre analoghe malattie, pur debilitati decidevano di scendere in campo o in pista. Atleti febbricitanti e, dunque, anche contagiosi ma sulla cui scelta a competere nessuno si sarebbe sognato di scandalizzarsi. Oggi, invece, accade il contrario: ragazzoni in buonissima salute, del tutto asintomatici ma rei di risultare positivi ad un tampone spesso impreciso, la cui eventuale mancata esclusione dalla relativa competizione, qualora per avventura venisse ragionevolmente consentita, questa si che scandalizzerebbe chi ancora pensa di avere a che fare con una malattia più letale della peste nera. La qual cosa dovrebbe farci riflettere.Nota di BastaBugie: Paolo Gulisano nell'articolo seguente dal titolo "Vaccino agli infanti, via libera. Un rischio inutile" parla della FDA americana che ha dato il via libera alla somministrazione del vaccino Covid ai bambini di 6 mesi e parla come se si fosse trovata la soluzione a un flagello che mieteva vittime innocenti, come poliomielite o difterite. Ma non fa alcun cenno all'imbarazzante tasso di letalità dei bambini colpiti da Covid.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29 giugno 2022:La vaccinazione anti-Covid diventa universale. Pressoché ogni abitante del pianeta potrà ricevere i prodotti mRNA, realizzando il sogno di Bill Gates. Sono arrivate dagli Stati Uniti, e in particolare dalla Food and Drug Administration, le autorizzazioni alle richieste di Pfizer e Moderna per somministrare i loro vaccini ai bambini a partire dai sei mesi di età. Era già consentito a partire dai 5 anni, per Moderna sopra i 18 anni.L'autorizzazione - si legge nel comunicato dell'Ente preposto all'approvazione dei farmaci - è "per l'uso di emergenza", ma come noto si è sempre e comunque in stato di emergenza, e quindi i vaccini potranno essere inoculati a partire dai 6 mesi di età dei neonati. "Molti genitori e medici aspettavano un vaccino per i bambini più piccoli e questa azione contribuirà a proteggere quelli dai 6 mesi di età. Come abbiamo visto per i gruppi di età più avanzata, ci aspettiamo che i vaccini per i bambini più piccoli proteggano dagli esiti più gravi del Covid, come l'ospedalizzazione e la morte", ha dichiarato il commissario della Fda Robert M. Califf, M.D. "Coloro ai quali è affidata la cura dei bambini possono avere fiducia nella sicurezza e nell'efficacia di questi vaccini Covid e possono essere certi che l'agenzia ha valutato i dati in modo approfondito".Il commissario della FDA parla come se si fosse trovata una soluzione ad un flagello che mieteva vittime innocenti, come se fosse la poliomielite o la difterite del secolo scorso. Non fa alcun cenno a quale sia stato il tasso di letalità dei bambini colpiti da Covid. Sarebbe piuttosto imbarazzante dire che è stato dello 0,00008%, e che riguardava solo bambini con patologie preesistenti, e che nella pressoché totalità dei casi il Covid si è presentato come asintomatico, o come un raffreddore o un'influenza. Era dunque necessario estendere la vaccinazione fino ai bambini di sei mesi? Quali dati epidemiologici hanno supportato tale decisione? È bene sollevare tali questioni, perché inevitabilmente in breve tempo queste autorizzazioni potrebbero essere prese sia in Europa dall'EMA che in Italia dall'Aifa.Mentre da diversi Paesi provengono allarmi rispetto agli effetti indesiderati dei vaccini, si abbassa ulteriormente - e secondo diversi esperti pericolosamente - l'età di inoculazione. Inoltre, per i piccoli dovranno essere somministrate tre dosi in tempi ravvicinati: due dosi iniziali eseguite a distanza di tre settimane l'una dall'altra, seguite da una terza dose somministrata almeno otto settimane dopo la seconda dose. Tre dosi in meno di tre mesi.La FDA mette le mani avanti, garantendo sull'efficacia e sicurezza dell'inoculazione dei vaccini a bambini di questa età alla luce di due studi clinici condotti sperimentalmente negli Stati Uniti e in Canada su gruppi di neonati, bambini e adolescenti. Un gruppo di 230 bambini di età compresa tra i 6 e i 23 mesi e un altro gruppo di 260 bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni hanno ricevuto una serie primaria di due dosi di vaccino mRNA e gli esiti sono stati confrontati con le risposte immunitarie di 290 adulti di età compresa tra i 18 e i 25 anni che avevano ricevuto due dosi di vaccino. In queste analisi della FDA, la risposta immunitaria al vaccino, in entrambi i gruppi di età dei bambini, è stata paragonabile a quella degli adulti. Cosa sta a significare? Che avevano sviluppato gli anticorpi, come gli adulti. Ma lo sviluppare gli anticorpi, come ormai è acclarato, non significa non contrarre la malattia, come dimostrano le centinaia di migliaia di tri e quadri-vaccinati. Inoltre, non è dato sapere per quanto tempo permangano questi anticorpi.E la sicurezza? Gli effetti collaterali più comunemente segnalati nei partecipanti allo studio clinico di età compresa tra i 6 e i 23 mesi che hanno ricevuto il vaccino sono stati irritabilità, diminuzione dell'appetito, febbre e dolore, arrossamento e gonfiore nel sito di iniezione. Questi effetti collaterali sono stati segnalati anche nei partecipanti al vaccino di età compresa tra i 2 e i 4 anni, oltre a febbre, mal di testa e brividi. I sistemi di sorveglianza della sicurezza della FDA e dei CDC hanno anche identificato un aumento del rischio di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) e pericardite (infiammazione del tessuto che circonda il cuore) in seguito alla vaccinazione, in particolare dopo la seconda dose. Il rischio osservato è maggiore nei maschi di età compresa tra i 18 e i 24 anni per il vaccino Moderna e nei maschi di età compresa tra i 12 e i 17 anni per il vaccino Pfizer.Nonostante tutto questo, l'approvazione è arrivata. Evidentemente si tratta di scelte fatte a prescindere da ogni evidenza relativa alla malattia naturale come si sviluppa nei bambini e nei ragazzi, e all'esito della vaccinazione.
VIDEO: Dieci vaccini ➜ https://www.youtube.com/watch?v=xiTByMgsNgE&list=PLolpIV2TSebVSarVSJS-Gy5hJo3_40bhITESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7036VACCINI E PROBLEMI CARDIACI: AUMENTO DEL 25% TRA I GIOVANI IN ISRAELE di Carlo TotoDopo tante ipotesi e teorie sulla possibile correlazione tra patologie cardiache e somministrazione di vaccini, spunta un dato pubblicato sulla rivista Scientific Reports da Christopher Sun e Retsef Levi del Massachusetts Institute of Technology e da Eli Jafe del Servizio di medicina di emergenza di Israele a Tel Aviv. Per il virologo Francesco Broccolo, dell'Università di Milano Bicocca, la novità di questo studio è nel fatto che "si basa su dati del mondo reale, non estrapolati dai trial".La ricerca si è strutturata sulle chiamate giunte alle strutture di pronto soccorso di Israele in seguito a casi di arresto cardiaco e sindrome coronarica acuta, registrate a ritmo settimanale e le cui relative diagnosi sono state in seguito verificate. Le segnalazioni considerate nella ricerca comprendono tre periodi: il primo, precedente la pandemia di Covid-19, comprende il 2019 fino a febbraio 2020, il secondo corrisponde al periodo della pandemia nel quale non erano ancora disponibili i vaccini (marzo-dicembre 2020) e il terzo va da gennaio a maggio 2021, quando in Israele erano state somministrate le prime e le seconde dosi dei vaccini anti Covid-19 a Rna messaggero (mRna).È emerso che in quest'ultimo periodo, rispetto ai precedenti, le chiamate al pronto soccorso da parte di persone di età compresa fra 16 e 39 anni per problemi cardiovascolari sono aumentate del 25% rispetto ai due periodi precedenti. Alla luce di questa situazione, secondo gli autori della ricerca la sorveglianza è d'obbligo e dovrebbe considerare le chiamate alle strutture di pronto soccorso accanto ad altri dati sanitari e indagare le possibili cause. "I dati riportati in questa ricerca sono in accordo con quanto finora si è osservato in Germania e in Scozia, come rilevano gli autori del lavoro - osserva Broccolo - È un risultato che dovrebbe sollevare l'attenzione da parte dei medici e dei soggetti vaccinati sui segni clinici riportati nella popolazione della fascia d'età compresa fra 16 e 39 anni".NOVAVAX, LUCI E OMBREOmbre anche per il vaccino "Novavax". dopo la segnalazione da parte dell'Agenzia americana Food and drug administration (Fda), lo scorso venerdì del maggior rischio di infiammazione cardiaca in seguito alla somministrazione del vaccino anti Covid, sviluppato dalla farmaceutica statunitense. Come segnala La Verità, "su richiesta della stessa Fda, un comitato indipendente valuterà i dati degli studi clinici e formulerà le sue raccomandazioni. Come aveva fatto anche per gli altri tre vaccini poi autorizzati, due a mRna (Pfizer e Moderna) e quello di J&J, con virus modificato e attenuato, l'Agenzia ha reso pubblico un lungo documento di analisi anche per il vaccino di Novavax".Già approvato in 40 Paesi, tra cui - ovviamente - l'Italia, doveva convincere gli indecisi perché è a base proteica, usa cioè una tecnologia più consolidata. "Pur avendo valutato il vaccino efficace - al 90,4 per cento e al 78,6 per cento negli over 65 - nel prevenire le forme gravi di Covid, l'Fda ha espresso preoccupazione per i sei casi di infiammazione cardiaca, note come miocardite e pericardite, su circa 40 mila persone che avevano assunto il vaccino Novavax durante due studi cardine. A impensierire l'Agenzia è il fatto che le miocarditi hanno interessato, entro 20 giorni dalla somministrazione del vaccino proteico a base di proteina Spike, giovani uomini (16-28 anni), noti per essere a più alto rischio di infiammazione del cuore anche per i vaccini a mRna".RISCHIO MIOCARDITE PIÙ ELEVATOSpiega Maddalena Guitto: "Una persona che aveva ricevuto un placebo durante i test ha sviluppato miocardite che, come è noto, può essere innescata da infezioni virali anche indipendenti dalla vaccinazione, ma resta il rapporto sei a uno. Tutti i casi sono stati curati all'ospedale e si sono risolti. «Questi eventi», ha scritto l'Agenzia nei documenti pubblicati nei giorni scorsi, «sollevano la preoccupazione di un'associazione causale con questo vaccino, simile all'associazione documentata con i vaccini Covid-19 a base di mRna»". A differenza però di quello dei prodotti a mRna, per il prodotto di Novavax il rischio di miocardite sarebbe più elevato perché è stato segnalato prima della commercializzazione."L'azienda produttrice respinge la tesi della relazione causale sostenendo che i casi di miocardite sono prevedibili, in studi di oltre 30 mila persone. Probabilmente il vaccino di Novavax, che secondo Fda sarebbe efficace anche contro Omicron, verrà approvato con l'obbligo di inserire, nel foglietto illustrativo, l'informazione sul rischio di sviluppare miocarditi e pericarditi".Emergono sempre nuovi studi che mostrano "luci ed ombre" sui vaccini, ma in attesa di nuove ricerche, è importante sottolineare l'importanza della "libertà di scelta" dei cittadini in caso di emergenza sanitaria che resta, in ogni caso, uno strumento politico in grado di realizzare un equilibrio tra tutela del diritto alla salute e della libertà personale.Nota di BastaBugie: Alessandro Capucci, Ordinario di Malattie Cardiovascolari (già direttore della Clinica di Cardiologia, Università Politecnica delle Marche), nell'articolo seguente dal titolo "Atleti e miocarditi, perché c'entrano i vaccini mRNA" rileva che nel 2021 si è riscontrato un aumento dei casi di miocardite giovanile e negli atleti. Anche le morti improvvise tra i calciatori sono superiori alla media. Il problema è più accentuato negli atleti maschi e giovani.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana l'11 aprile 2022:Recenti dati dell'UKHSA (UK Health Security Agency), contenuti nel Vaccine surveillance report (Rapporto di sorveglianza sui vaccini) e relativi alla situazione nel Regno Unito, ci mostrano come sia i casi di malattia sia le ospedalizzazioni sia, infine, i decessi avvengano in prevalenza in persone vaccinate (72%, 74% e 82% rispettivamente) ponendo dei seri dubbi sulla decantata sicurezza ed efficacia degli attuali vaccini anti-Covid.Le miocarditi o malattie infiammatorie del muscolo cardiaco, come noto, sono fra le temute complicanze vaccinali, soprattutto nei giovani maschi, in quanto fonti di possibili disfunzioni cardiache sia nella fase acuta che come esiti nel lungo tempo; inoltre si possono accompagnare ad aritmie ventricolari severe ed anche potenzialmente mortali. Recenti affermazioni provenienti dal Ministero della Salute italiano hanno minimizzato la portata di queste complicanze definendole eventi rari e comunque senza esiti significativi. Riportiamo qui i dati di un recente lavoro scientifico brasiliano incentrato sulle possibili cause di queste complicanze da vaccini anti-SARS-CoV-2 e sul loro possibile impatto clinico.Nel 2021 è stato segnalato di fatto un incremento dei casi di miocardite giovanile e negli atleti. Anche le morti improvvise segnalate nei giocatori di calcio dalla FIFA sono state 31 nel 2021 mentre la media degli anni precedenti 2009-2020 era stata 7.8/anno.Cadegiani riporta come vi siano risultati di autopsie di adolescenti morti a seguito di miocardite, dai tre ai quattro giorni dopo la somministrazione di vaccino mRNA BNT162b2. Casi negativi per assunzione di medicamenti o abuso di sostanze in cui venne riscontrato a livello istologico la presenza diffusa di bande di contrazione e aree di necrosi con sarcomeri ipercontratti e risposta infiammatoria mononucleare diversa da quella dell'infarto miocardico che presenta polimorfonucleati. La ragione di tale pericolosa associazione fra vaccini di questo tipo e miocardite da catecolamine può essere relata al dimostrato accumulo sia di mRNA SARS-CoV-2 che di produzione di proteine spike, nella corteccia surrenale e nella medulla del surrene centro di produzione di catecolamine. Inoltre, anche un enzima fondamentale per la produzione di adrenalina e noradrenalina (DOPA decarbossilasi) è stato riscontrato in abbondanza dopo somministrazione di questi sieri.Si aggiunga che gli atleti, particolarmente di sesso maschile, hanno usualmente livelli elevati di catecolamine attive anche in condizioni di riposo, come si può osservare dall'analisi delle catecolamine urinarie notturne che risultano nettamente superiori negli atleti rispetto ai non atleti; tutto questo mentre la loro eliminazione rimane simile nei due gruppi. Inoltre i giovani ne presentano un livello più elevato rispetto agli atleti più anziani (> 40 anni) ed i maschi rispetto alle femmine.Succede quindi che soprattutto gli atleti maschi, che sono già esposti ad elevati livelli di catecolamine, ne incrementano ancora il livello, a seguito dell'inoculazione di questi vaccini, con conseguente necrosi di parti del tessuto muscolare miocardico. Inoltre, se è vero che la miocardite può essere anche generata dalla stessa malattia da SARS-CoV-2, risulta che le aritmie cardiache siano maggiori dopo la vaccinazione anche rispetto alla malattia, fatto che potrebbe giustificare l'apparente più elevata incidenza di morte improvvisa.Da queste osservazioni si può concludere quindi che esistono al presente dati significativi sul negativo effetto dei vaccini mRNA, specie nei giovani atleti maschi, a seguito di incremento del livello di catecolamine circolanti come mediatori di severe complicanze aritmiche e contrattili cardiache che possono giustificare l'incremento riscontrato di morti improvvise. Tutto si può dire ma non che queste complicanze siano benigne e di scarsa rilevanza clinica.
VIDEO: Prima e dopo il Covid 19 ➜ https://rumble.com/embed/vz2o09/?pub=bxxt8TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6987TACHIPIRINA E VIGILE ATTESA PER TUTTI... TRANNE PER DRAGHI di Andrea ZambranoSe non è una nemesi poco ci manca. Di sicuro è la prova che Mario Draghi non ci ha capito molto nemmeno lui sul covid e sul vaccino. O forse ce l'ha raccontata. Come le cronache riportano, il premier è positivo al covid ed ha dovuto rinunciare ad un importante viaggio istituzionale in Africa. Se è positivo, significa che è contagioso, eppure Draghi è tri-vaccinato e "greenpassato". Ma non era stato lui a pronunciare quella frase ormai scolpita nella sabbia che erigeva un muro invalicabile tra il cittadino con pass e quello senza pass perché non vaccinato? Ricordate?Era il 22 luglio scorso e Draghi presentava alla stampa lo strumento di discriminazione che ancora oggi ci trasciniamo: «Il Green pass è una misura con la quale i cittadini possono continuare a svolgere attività con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose». Una frase, questa, che il tempo si è incaricato di smentire abbondantemente vista l'impennata di contagi anche tra persone bi e trivaccinate (assieme a quella altrettanto cult e smentita: "non ti vaccini, ti ammali, muori").Ma era luglio e tante cose si potevano far bere al popolo che accettò senza colpo ferire la panzana sul pass-ferma-contagi a prezzo di uno, due, tre e ora quattro inoculi per poter tornare alla vita.Oggi Draghi - ci fanno sapere - è positivo, dunque è contagioso e dunque come la mettiamo? Ma non doveva avere la garanzia di non essere contagioso grazie al pass? Invece, se ad un certo punto ha fatto un tampone significa che qualche rapporto con qualcuno, nei giorni prima di scoprire di essere positivo, l'ha intrattenuto. E quindi come la mettiamo con la garanzia di non essere contagioso? Il pass non era sufficientemente garante? La mettiamo che era una panzana data in pasto ai media per convincere l'italiano che il green pass ci avrebbe tenuto al riparo da contagi, virus e malattie varie. Una promessa di elisir di lunga vita che si è svelata invece come una merce taroccata qualsiasi.LA FREGATURA DI DRAGHINel frattempo, però, mentre Draghi faceva credere agli italiani che il Green pass ci avrebbe tenuti al riparo dalla trasmissione del virus, i contagi sono aumentati durante l'inverno per poi scendere adesso che siamo in primavera. Indipendentemente dalla carta verde che non ha smesso però di discriminare i cittadini creando tra di loro un solco sempre più profondo.È un corto circuito quello che vediamo all'opera con la positività di Mario Draghi. Un corto circuito che svela le menzogne clamorose con le quali sono stati gestiti i due anni di pandemia.Non sappiamo cosa stia facendo il premier nella sua di Città della Pieve mentre è alle prese con un virus dal quale gli auguriamo pronta guarigione. Però qualcuno ha pensato bene di consigliarlo sulla terapia da fare.Il dottor Fabrizio Pregliasco, che ancora molti media considerano un genio nonostante frasi al limite del delirio, tipo quella pronunciata nel pieno della prima ondata sui rapporti sessuali con la mascherina oppure la cravatta come ricettacolo di virus, intervistato per l'ennesima volta, ha consigliato al premier di assumere due antinfiammatori nonostante sia asintomatico. A parte la diagnosi a distanza che Pregliasco ha fatto e che evidentemente ci sono medici che possono fare e medici - vedi quelli di Ippocrateorg - che non possono fare, ma, oibò... questa è davvero bella.«Gli consiglio degli antinfiammatori come l'Asprina per far sì che ci sia un controllo della risposta immunitaria», ha detto a un Giorno da pecora.Per due anni il ministro della Salute Speranza, che gode ancora della fiducia di Draghi dato che il premier lo ha sempre confermato nel suo incarico, ha portato avanti la guerra alle cure domiciliari, quelle principalmente a base di antinfiammatori e vitamine in presenza di pazienti a o pauci sintomatici al motto di "Tachipirina e vigile attesa". E con Speranza sono andate a ruota tutte le virostar da salotto tv, tra le quali Pregliasco spicca per presenzialismo, nel dichiarare guerra alle cure degli stregoni, alla lotta alla medicina del fai da te, gridando che il covid non si curava e che quindi se ti andava bene, pace, ma se ti andava male ti toccava andare al pronto soccorso.IL MARCHESE DEL GRILLO ALLA RIBALTAEbbene, guarda caso, non appena ad ammalarsi è stato il capo del governo ecco che per lui è pronta la regola del Marchese del Grillo ("Io so' io e voi...") e sono già pronte due dosi al giorno di antinfiammatorio. Lo stesso antinfiammatorio che è stato negato a decine di migliaia di pazienti, i quali sono stati giorni e giorni in balia di un virus che poi li ha sopraffatti in un letto d'ospedale, dove sono arrivati dopo giorni di mancate cure.Evidentemente per Draghi la vigile attesa non vale. Ma forse Pregliasco ha finalmente capito, come avevano intuito diversi scienziati, che certi antinfiammatori aiutano a spegnere un incendio che cova sotto la cenere dell'a-sintomatologia perché semplicemente mettono il nostro organismo in condizione di combattere il virus e quindi di accelerare la negativitizzazione.I professori Fazio e Bellavite, ad esempio, hanno puntato su un antinfiammatorio, come l'indometacina, che ha mostrato buonissime capacità antivirali. Capacità antivirali confermate anche dal professor Remuzzi del Mario Negri, dallo Spallanzani di Roma e da diversi studi. Eppure, non sono mancati in questi mesi gli articoli e le riserve dei soloni su un farmaco che, al contrario dei detrattori, ha dato ottime risposte nella cura precoce del virus.Quel che è certo è che il virologo ascoltato dalle tv ha suggerito al premier ciò che per anni governo e virostar hanno vietato al popolo, il quale si è dovuto accontentare di Tachipirina e vigile attesa. Sarebbe davvero una nemesi per il premier, la prova provata che la lotta al covid è stata una gigantesca operazione di propaganda pandemista. Che la maggioranza degli italiani però si è sciroppata come un medicamento miracoloso.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6967DALLA CINA ALL'ITALIA, ECCO IL CONTROLLO TOTALE DELLA POPOLAZIONE CON I CREDITI SOCIALI di Stefano MagniIl modello cinese può introdursi sottovoce, con un volto sorridente. In Italia sta arrivando sotto forma di "giochi" a punti, per ora solo volontari, applicati su scala locale, nei comuni rossi dell'Emilia Romagna.In Italia, a dire il vero, il modello cinese è arrivato con la firma dei protocolli politici della Nuova Via della Seta. Si è palesato concretamente per la prima volta nel 2020, con gli specialisti e il materiale medico dalla Cina, ma soprattutto con il lockdown, metodo sanitario e securitario tipico dei discendenti di Mao, che nel nostro Paese è stato introdotto (e poi imitato da tutto il resto d'Europa) come unico sistema possibile per stroncare la circolazione del virus. Che in realtà, però, circola ancora oggi.UN SUGGERIMENTO CINESEIl Green Pass è nato anch'esso da un suggerimento cinese, teoricamente per permettere alla gente di riprendere a viaggiare. Sotto il regime di Pechino tutti sono già sotto controllo, quindi il lasciapassare è solo un'integrazione della schedatura pressoché completa di cui il governo dispone su ognuno dei suoi cittadini. In Italia, così come in Francia e nei Paesi europei che non lo hanno usato solo come passaporto vaccinale internazionale, il Green Pass ha assunto la forma di uno strumento di controllo etico del comportamento del cittadino. È infatti solo parzialmente rappresentativo del suo stato di salute (il Green Pass per il guarito, o per l'attualmente negativo al test Covid-19), nella maggior parte dei casi è il certificato di un comportamento virtuoso (l'essersi vaccinato). Quindi già il Green Pass, così come è stato usato in Italia e in pochi altri Paesi occidentali, è diventato una versione ridotta del sistema cinese (ancora in fase sperimentale nel Paese d'origine) dei crediti sociali.Quel sistema, insomma, in cui ad ogni cittadino viene attribuito un punteggio e, a seconda di quel che fa o non fa, perde o guadagna punti, e più ne perde più la sua libertà di acquistare o fare cose, viene limitata dallo Stato. Un cittadino cinese con pochi punti non può, ad esempio, prendere un mezzo pubblico a lunga percorrenza, né iscrivere i figli a scuole prestigiose e, sotto una certa soglia, neppure lavorare o uscire dal proprio centro urbano.ESITI TUTT'ALTRO CHE DIVERTENTIAdesso, questo "gioco" a punti, che in Cina può avere esiti tutt'altro che divertenti, sta sbarcando nelle città dell'Emilia Romagna. A Fidenza, le case popolari dell'Acer, hanno introdotto un nuovo regolamento condominiale che funziona, all'incirca, come quello cinese. Chi non rispetta le regole perde punti. Chi invece le rispetta per tre anni di fila guadagna 5 punti, chi si attiva per riparare un danno, chi "partecipa alle iniziative per imparare a vivere bene insieme", guadagna punti extra. Chi perde tutti i punti, perde la casa: "quando i punti finiscono, decade il diritto di alloggio".A Bologna, con il sindaco Matteo Lepore e soprattutto l'assessore all'Agenda Digitale Massimo Bugani (del Movimento 5 Stelle, il più "cinese" dei partiti italiani), verrà introdotto lo smart citizen wallet, termine inglese (portafogli del cittadino intelligente) che forse cela quel che è realmente: un sistema di crediti sociali, fatto e finito. La differenza fondamentale è che si tratta di una app che si può installare solo volontariamente e inoltre conferisce premi, non penalità. Ma prepara culturalmente e politicamente i cittadini bolognesi a ragionare alla cinese: i "big data" raccolti nel Web permetteranno al Comune di valutare il comportamento etico del cittadino. Il Comune saprà, dunque, se hai preso multe, se hai preferito i mezzi pubblici all'automobile, se hai risparmiato energia in casa tua, se hai fatto bene la raccolta differenziata dei rifiuti, se sei "culturalmente attivo". Come dice l'assessore pentastellato di Bologna: "Noi ti vediamo e te lo riconosciamo con un punteggio".
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6962IL TREMENDO IMPATTO DELLA PANDEMIA SULLE FAMIGLIE di Luca MarcolivioL'argomento pandemia sembra essere ormai sparito dai media e dalle conversazioni del quotidiano, soprattutto a causa dell'imperversare della guerra in Ucraina. I contagi, però, non si sono affatto abbassati, così come non sono sparite le conseguenze di questi due anni di emergenza sanitaria. Che uomini e che donne escono da questi due anni? Come sono cambiati i ruoli genitoriali? E gli adolescenti? Pro Vita & Famiglia ne ha parlato con Roberto Marchesini, psicologo, psicoterapeuta e scrittore, che si è più volte occupato proprio del ruolo della paternità, del quale vogliamo continuare a parlarne a pochi giorni di distanza dalla festa del papà dello scorso 19 marzo.Dottor Marchesini, i due anni di pandemia, come hanno inciso sugli uomini e sulle donne?«Sicuramente hanno inciso in modo diverso tra i sessi. Chi ne ha patito di più, effettivamente, sono stati gli uomini. Teniamo presente che il mondo dell'uomo è un mondo proiettato fuori da se stesso. Tra loro, gli uomini non parlano della loro vita personale, ma parlano di politica, filosofia, sport, meccanica, ecc. Le donne, invece, tendono a parlare di loro stesse o di argomenti correlati alle loro relazioni. Basta prendere un treno di pendolari o un qualsiasi altro mezzo pubblico, per sentire che le donne parlano dei figli, dei mariti, dei genitori, della zia, ecc. Sono concentrate sul mondo delle relazioni che ruotano intorno a loro stesse. In questa situazione, in cui siamo rimasti chiusi in casa, rinunciando alla nostra vita sociale, le donne sono state più avvantaggiate. Già in precedenza, il loro mondo era rivolto "all'interno", verso la casa o verso la famiglia. Le donne hanno reagito attaccandosi alle relazioni familiari. Doversi occupare delle persone loro vicine, non è stato un grosso trauma, hanno approfondito quello che sostanzialmente hanno sempre fatto. Mentre il mondo della donna è incentrato su famiglia e relazioni, l'uomo ha un compito specifico: quello del lavoro e del sostentamento economico, anche se oggi la donna vi contribuisce. Pare che gli uomini abbiano preso molto sul serio la maledizione biblica: «Mangerai il pane col sudore del tuo volto» (Gen 3,19). Se noi guardiamo un grafico sui suicidi di un qualsiasi Paese occidentale, notiamo che tra i bambini sono praticamente inesistenti. I suicidi salgono un po' durante l'adolescenza ma già notiamo che aumentano più tra i maschi che tra le femmine. Salgono più sensibilmente nell'età adulta e anche qui salgono più tra i maschi che tra le femmine. La vera impennata di suicidi tra gli uomini, però, avviene dopo la pensione. Bisognerebbe quasi mettere in crisi la vecchia idea per cui questo mondo sarebbe fatto su misura per gli uomini… È come se il lavoro desse un senso alla vita dell'uomo. Se una donna resta senza lavoro, nel giro di poco tempo si riorganizza. Se è un uomo a rimanere senza lavoro, la situazione è di grave rischio. Per l'uomo è una mortificazione essere mantenuto dai figli. È una mortificazione anche se la moglie guadagna più di lui. L'uomo sente particolarmente il compito di lavorare per il sostentamento economico della famiglia. Durante questi due anni, non c'è stato solo il lockdown ma anche una grossa crisi di diverse attività, a partire da quelle commerciali. Negli ultimi mesi, poi, la gente sembra aver annullato la propensione alla spesa, per paura del futuro incerto che ci aspetta. Anche il peso di questo rallentamento dell'economia, dal punto di vista psicologico, ricade soprattutto sulle spalle degli uomini».Com'è cambiato il ruolo paterno durante la pandemia?«A quanto pare, in questi due anni, il rapporto padri-figli ne è uscito incentivato, nel momento in cui i padri hanno avuto meno possibilità di andarsene in giro anche per lavoro. Stare di più in casa, ha avvicinato padri e figli. Se, da un lato, questi ultimi hanno avuto difficoltà nel relazionarsi, con eccessi di rabbia e di chiusura dovuti al fatto che passavano molto tempo davanti agli schermi, i padri hanno avuto maggiore disponibilità verso i figli. Contrariamente a quello che dicevano molti, due anni fa avevo già intuito che la prolungata compresenza in casa delle coppie, non avrebbe prodotto nessun boom delle nascite. Pare sia andata proprio così: in questi due anni, le nascite sono crollate a picco. Ciò è dovuto a questa continua incertezza del futuro, portata all'estremo, a questi continui cambiamenti (ad esempio, i decreti che si succedevano nello spazio di pochi giorni), cui bisognava adattarsi continuamente, non potendo fare un minimo di programma. Ora siamo in una crisi energetica, che crea ulteriore incertezza sul futuro, generando due comportamenti: una maggiore propensione al risparmio e il crollo demografico. È ovvio che i figli rappresentano la nostra proiezione nel futuro ma qui non sappiamo assolutamente che tipo di futuro ci aspetta. Ciò che non aspetta, però, è la fertilità e questo, dal punto di vista demografico, è disastroso».E gli adolescenti?«Sono la categoria che ha risentito di più del lockdown. In questi due anni, ho notato che, al momento del rientro a scuola, sono aumentati di tentativi di suicidio e i pensieri di morte tra gli adolescenti. Ricordiamo che l'adolescenza è il periodo in cui ci si stacca dalla famiglia e si comincia a interagire col mondo attraverso i coetanei. È un momento di passaggio in cui le relazioni sono fondamentali. Tutto questo, negli ultimi due anni è stato scoraggiato. Teniamo presente, poi, i continui e angoscianti messaggi di morte e di malattia, passati attraverso la televisione, le restrizioni, questo allarme continuo: a causa di tutto ciò, gli adolescenti sono la categoria che ha sofferto di più, molto più dei bambini che, in qualche modo, sono stati più protetti. Gli adolescenti, invece, che, alla loro età si affacciano al mondo, vi si sono affacciati in modo atroce. È stata la prima volta che abbiamo sperimentato una cosa del genere; quindi, non sappiamo che conseguenze potranno esserci a medio-lungo termine, anche se abbiamo visto che la catastrofe demografica è già una realtà concreta».
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6941IL GREEN PASS HA APERTO L'ERA DEL TRANSUMANESIMO E DEL METAVERSO di Andrea MorandiniLo scorso 25 novembre, senza troppi clamori, l'Unesco, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, ha adottato dopo tre anni di lavoro il primo testo mondiale sull'etica dell'«intelligenza artificiale», intesa da un lato come opportunità per i «grandi servizi» che può rendere «all'umanità», ma dall'altro come problema per il permanere di «preoccupazioni etiche di fondo», come si legge nel preambolo alla Raccomandazione di 28 pagine, ratificata dai 193 Paesi membri.In particolare, «c'è la necessità di assicurare la trasparenza e l'intelligibilità del funzionamento degli algoritmi e dei dati a partire dai quali sono stati calcolati», poiché questi potrebbero influire sui «diritti dell'uomo e le libertà fondamentali, l'eguaglianza dei generi, la democrazia». La posta in gioco è alta e la materia particolarmente delicata non per un futuro prossimo venturo, bensì oggi, anzi già ieri, come provano riconoscimento facciale e assistente vocale dei cellulari, che da tempo sono realtà.Non era necessario nemmeno aspettare Facebook per poter entrare nel nuovo Metaverso e vedere in azione il primo sistema operativo d'intelligenza artificiale, un'entità intuitiva in grado di ascoltare, di capire e di conoscere, che va oltre Alexa, Siri ed oltre l'assistente di Google. Ci troviamo immersi in una realtà virtuale posta in un ambiente 3D appositamente generato, finora limitato solo da questioni tecniche: sono richiesti larghezze di banda elevate e latenze estremamente basse per il trasferimento dei dati, nonché un modello persistente dell'ambiente per contenere elementi reali e simulati. Ma si è comunque ormai ad un passo dalla piena fruizione di questa nuova, immensa piattaforma digitale.L'ERA DEL TRANSUMANESIMOA mettere però in guardia dalle potenzialità del settore sono in molti: tra questi, il dottor Philippe Guillemant, fisico e ingegnere ricercatore presso il Cnrs, il Centro nazionale di ricerca scientifica di Marsiglia, uno dei primi specialisti al mondo in intelligenza artificiale e per questo pluripremiato. Nelle sue pubblicazioni ha evidenziato non solo come le tecnologie di controllo siano divenute predominanti sul mercato in termini di domanda e di offerta, ma anche come il tracciamento umano sia ormai realtà, consentendo non a persone, bensì a semplici programmi di monitorare chiunque in qualsiasi momento o periodo. In particolare, un'affermazione del dottor Guillemant, ripresa dall'agenzia Médias-Presse-Info, suscita più di un interrogativo: «Coloro che sono a favore delle mascherine obbligatorie sottovalutano molto il fatto che esse siano un preludio alla vaccinazione, che a sua volta è un preludio all'identificazione digitale e poi al tracciamento umano, naturale conseguenza prima di giungere in poco tempo all'era del transumanesimo, preparata dall'analisi in tempo reale di tutti i nostri gesti, azioni, spostamenti e incontri. Ora questa prospettiva è, a mio parere, molto più grave di qualsiasi bomba atomica o guerra mondiale». E allora qui il discorso si complica.In un libro a più mani, Bas les masques (Giù le maschere), l'ing. Guillemant entra ancor più nello specifico: «L'obbligo di portare un libretto di vaccinazione digitalizzato per potersi spostare sarà la porta d'accesso nel transumanesimo, poiché imporrà il tracciamento umano. Il grande lusso del futuro, cui solo i più ricchi avranno accesso, sarà appunto quello di sfuggire a tale tracciamento. Il rischio rappresentato dalla vaccinazione in termini di salute non è nulla rispetto al rischio rappresentato dalla prova dell'avvenuta vaccinazione in termini di libertà e di integrità umana. A Bill Gates e Mark Zuckerberg non importa nulla del primo rischio [quello sanitario], perché a loro interessa farci accettare il secondo, che va ad arricchire il loro business in un modo inimmaginabile». Diversamente perché «i più accaniti difensori della vaccinazione sono i potenti uomini d'affari dell'informatica e non i medici?».SUPER GREEN PASS E MASCHERINA VANNO CONSERVATIIn tale ottica non stupiscono più le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, rilasciate nel corso di una recente intervista al quotidiano Repubblica: «Super green pass e mascherina vanno conservati anche dopo il 31 marzo», ha detto. Ma va in questa direzione anche la ferocia con cui il primo ministro canadese Justin Trudeau lo scorso 14 febbraio, nel corso di una conferenza stampa, ha minacciato letteralmente di congelare i conti bancari dei camionisti accampati in piazza del Parlamento a Ottawa, per protestare contro il green pass. Il governo canadese, lo stesso che si vanta di essere inclusivo con tutti, Lgbt in testa, ha mostrato il proprio reale volto con questa riproposizione del «credito sociale alla cinese». Trudeau ha negato di voler «sospendere i diritti fondamentali» e di aver oltrepassato quanto previsto dalla «Carta dei diritti e delle libertà», come proverebbe - dice - il fatto di non aver limitato «la libertà di parola» ed «il diritto di assemblea pubblica»: ma è proprio sicuro che prender questa gente per fame sia costituzionale e legittimo?Il vice di Trudeau, Chrystia Freeland, ha annunciato di voler non solo congelare i conti bancari personali, ma di sospendere persino l'assicurazione dell'auto di chiunque risulti collegato alle proteste, anche senza attendere l'ordine di un tribunale, appellandosi alla sola legge sulle misure d'urgenza introdotta ufficialmente per fronteggiare la pandemia. Tutto, pur di mantenere in vigore il green pass: pare ovvio come la posta in palio, a questo punto, vada oltre la stessa emergenza sanitaria e come le affermazioni dell'ing. Guillemant non siano campate per aria.COMINCIARE A PORSI DOMANDEUno studio pubblicato tre anni fa dagli scienziati dell'UCSF, l'Università della California San Francisco, finanziati da Facebook, già confermava la possibilità di creare un'interfaccia cervello-computer, in grado di trasmettere l'attività dei neuroni alla macchina mediante specifici impianti. Il passo successivo? Sostituire gli impianti con un paio di comodissimi occhiali a realtà aumentata, dotati di appositi sensori e controllati dal pensiero. Tutto questo viene presentato ovviamente come un bene: si sostiene di voler ridare così la parola ai muti per paralisi, lesioni del midollo spinale o malattie neurodegenerative. E anche Elon Musk con una delle sue aziende, Neuralink, porta avanti un'analoga progettualità: dice di farlo per contrastare alcune patologie, che colpiscono cervello e midollo. Propone un chip con fili ultrasottili, che un'apposita macchina può impiantare nel cervello per creare un'interfaccia totale, una simbiosi di fatto con l'intelligenza artificiale. Il rischio, però, che un giorno l'intelligenza artificiale possa interferire o addirittura dominare i corpi collegati è più di un'ipotesi.È dunque già oggi troppo tardi, per cercare di contenere il processo in atto? Possono blandi documenti e proclami etici costituire un reale problema, per chi intenda sfruttare queste nuove tecnologie a proprio vantaggio? È fuor di dubbio quanto importante sia cominciare a porsi queste domande...
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6926LE CINQUE SIMILITUDINI TRA GUERRA IN UCRAINA E PANDEMIA DA COVIDSemplificazione di questione complesse, giornalismo di parte, stato perenne di emergenza, paura eccessiva dettata dall'emotività, esasperato individualismo, mancanza del trascendente (VIDEO IRONICO: Immunità)di Tommaso ScandroglioPandemia e guerra. Vi sono alcune similitudini nel modo in cui dal punto di vista sociale sono vissuti, percepiti e giudicati questi due fenomeni. In primis abbiamo un diffuso atteggiamento manicheo: a livello globale, il Covid non deve essere assolutamente temuto e, sempre a livello globale, il Covid è la nuova peste nera. Parimenti abbiamo chi esalta i vaccini senza riserve e chi li condanna senza distinguo. Nel caso del conflitto russo-ucraino, Putin ha tutte le colpe e Putin ha molte attenuanti; l'Europa e la Nato sono state finora impeccabili e l'Europa e la Nato si sono macchiate di gravi responsabilità per aver provocato indirettamente questo conflitto. Inoltre abbiamo chi predica che con evidenza alla forza occorre sempre rispondere con la forza sin da subito e chi, al contrario, dichiara che le uniche soluzioni adottabili sempre e comunque sono il dialogo e la diplomazia. Queste posizioni così nette poi si riflettono anche nel giudizio sulla parte avversa: scomuniche reciproche per chi non si allinea ad un certo pensiero. I media sono un paradigma chiarissimo di questo approccio manicheo: molti articoli sono a tesi, i giudizi vengono formulati a priori e dunque tutte quelle verità che non collimano con questi giudizi vengono cassate, taciute. Il famigerato giornalismo di parte.Sia in un caso che nell'altro il peccato originale di questi giudizi così dogmatici è dato dalla semplificazione di questioni molto complesse che meriterebbero altrettanti distinguo, distinguo che non potrebbero nemmeno essere illustrati da un singolo esperto dato che i due fenomeni interessano una varietà cospicua di discipline. Ma il sig. Rossi, ben educato in questo senso dai media, esige le cose semplici, di immediata comprensione. In lui si agita l'ansia di dividere il mondo in buoni e cattivi, di dipingerlo in bianco e nero. È un'esigenza di ordine, di sintesi, di abbracciare in un solo sguardo il molteplice, di aver sotto il controllo della propria intelligenza il reale. Ma purtroppo il reale, inteso come fatti, è molto variegato e, nel rispetto dell'intelligenza di cui sopra, occorre darne conto e rifuggire dalla tentazione di avere un approccio dogmatico su questioni opinabili, di vedere verità assolute dove in realtà ci sono fatti controversi.LA PAURA ECCESSIVA DETTATA DALL'EMOTIVITÀUlteriore minimo comun denominatore tra pandemia e guerra in corso: la paura eccessiva dettata dall'emotività, prima fonte d'agire del sig. Rossi. Ecco che in un caso non si esce di casa anche quando le stesse nostre prudentissime autorità lo permettono, non si vedono i parenti stretti, si tiene la mascherina anche in spiaggia sotto il sole agostano quando si cammina da soli sul bagnasciuga o si è in mezzo al mare, non ci si reca in ospedale ad eseguire esami diagnostici importanti e urgenti, né ci si sottopone ad interventi chirurgici non procrastinabili. Il tutto perché si ha paura di infettarsi. In modo analogo in questi giorni, sempre grazie ai media che, in nome delle vendite o dei click, amano soffiare sul fuoco, il sig. Rossi corre a fare scorte nei supermercati di beni di prima necessità e nelle farmacie a comprare iodio perché paventa un'imminente Terza Guerra Mondiale o una Prima ed Ultima Guerra Nucleare. Il panico ormai governa le vite di molti e ad altrettanti ciò fa buon gioco.Terza analogia: ci scaldiamo tanto quando il male bussa alla nostra porta, ben poco quando bussa a quella del vicino. Da sempre l'Africa e non solo lei è flagellata da virus ben più letali del Covid, ma abbiamo fatto spallucce perché non ci riguardava. Attualmente sono in corso almeno 27 conflitti nel mondo. A noi non importa nulla perché sono distanti. Invece l'Ucraina e la Russia sono dietro l'angolo e, soprattutto, ciascuno di noi sa che le testate nucleari ti possono portare la guerra a domicilio. Va da sé che se i media non ne avessero parlato, nulla quaestio, così come è accaduto per i precedenti 8 anni di conflitto russo-ucraino. Dunque pandemia e guerra hanno messo in evidenza un tipico carattere dell'uomo post moderno: l'esasperato individualismo ed egocentrismo.LA MANCANZA DI VISIONE TRASCENDENTEQuarto fattore in comune tra pandemia e guerra: la mancanza di visione trascendente, non diciamo ovviamente tra il popolino che in massa pensa e agisce da ateo, bensì in casa cattolica. Dio pare non c'entrare nulla con la pandemia e la guerra. Eppure sia in un caso che nell'altro ha permesso il verificarsi di queste calamità (nel caso della pandemia la fede ci dice che non si può escludere che l'abbia voluta direttamente) e le ha permesse per un bene maggiore. Dunque le ha permesse per il nostro bene, anche se tale affermazione può suonare scandalosa in questo tempo in cui si esclude assolutamente che Dio possa usare o un danno naturale (pandemia) o un male morale (guerra d'aggressione) a fin di bene. Ma nulla può uscire dall'economia della salvezza di Dio. Li usa a fin di bene nel senso che da una parte sono strumenti di punizione per i malvagi, posto che questi riconoscano, accolgano e quindi ricavino dei frutti da tali punizioni. E su altro fronte sono mezzi di purificazione per i buoni affinché crescano nelle loro virtù, si perfezionino maggiormente nel cammino della santità, posto che, come prima, riconoscano, accolgano e quindi ricavino dei frutti spirituali da simili eventi. Sono quindi occasioni, in un caso come in un altro, di santificazione. Ciò non toglie che si possa e si debba pregare Dio affinché faccia finire pandemia e guerra, se questo è per il nostro maggior bene, ossia se ciò rientra nel piano provvidenziale di Dio. Ecco, queste riflessioni che erano, per così dire, di dominio pubblico nella cristianità di una volta oggi non solo sono scomparse, ma addirittura vengono tacciate di non essere cristiane. E così pandemia e guerra rimangono due fatti che sono quasi sfuggiti al controllo di Dio e dunque si chiede a Lui di intervenire per aggiustare quello che di rotto hanno provocato, in un caso, madre natura e, nell'altro caso, gli uomini.Dunque in entrambi gli scenari Dio è fuori della storia e semmai, sporadicamente, lo si invoca perché faccia capolino nella stessa: vedi le numerosi e lodevoli iniziative di preghiera e digiuni per la pace. Ma, vogliamo qui solo appuntarlo, nel caso della pandemia tali iniziative erano assai minori perché pregare per la pace è d'uso in casa cattolica ed invece pregare per fermare un flagello naturale è assai più raro, forse perché si crede che tale compito non sia alla portata di Dio o perché si pensa che un dio così è più una divinità animista che il Dio cattolico.Infine, sempre per trovare delle comunanze tra questi due fenomeni, pandemia e guerra stanno facendo vivere l'uomo occidentale in un stato perenne di emergenza, di agitazione esistenziale. Ciò è comprensibile. Sarebbe bene però ricordare che noi tutti pellegrini su questa terra, noi tutti profughi dalla patria celeste per una guerra che i nostri progenitori insieme a Satana hanno scatenato contro Dio, viviamo, spesso senza saperlo, il più importante stato emergenziale che possa esistere: la nostra vita eterna è minacciata e abbiamo solo il tempo della nostra esistenza per poter far fronte a questa gravissima minaccia.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6919LA FINE DELL'EMERGENZA E' UNA PRESA IN GIRO di Andrea ZambranoNon è il caso di imputare la colpa alle distrazioni del conflitto ucraino: la volontà di dimenticarsi di una fetta di italiani calpestati nei loro diritti è voluta e studiata. L'hanno chiamato freedom day, col provincialismo tipico di chi si affida all'inglese quando vuole camuffare gli intenti, ma il 1° aprile prossimo non sarà una Festa di liberazione 2.0, bensì una nuova tappa del processo di concessione condizionata di libertà per tutti i cittadini. Anche per quelli bi, tri, quadri - e chissà se penta - vaccinati i quali si illuderanno di essere tornati alla libertà per il solo fatto di avere un QR code sempre aperto tra le finestrelle del telefonino.Invece per una fetta risicata, ma viva, pagante le tasse e votante della popolazione italiana, non ci sarà nemmeno quella illusione, tanto che la fine dello Stato d'emergenza annunciata da Draghi in pompa magna mercoledì a Firenze per loro significherà invece la certificazione della loro prolungata prigionia con la frustrazione che diventi eterna.FINE EMERGENZA MAIDunque, lo Stato d'emergenza finirà il 31 marzo, ma con esso non finirà la pantomima della carta di circolazione che resterà ancora a lungo. Per quanto? Non si sa, «tempo indefinito» dice il decreto, che è peggio di eterno, proprio perché studiatamente assoggettante. Il fatto che la fine del Green pass non sia trainata dalla fine dell'emergenza mostra chiaramente, senza veli, senza scuse, che la carta verde non aveva nulla a che spartire con la sicurezza sanitaria. Ad agosto quando è stata introdotta ci credevano ancora tutti, ma ora dovrebbe essere palese: il Green pass non serve per proteggerci da una pandemia, perché con la fine dell'emergenza la pandemia, de facto, viene dichiarata debellata.E quindi?Quindi resta il cinismo di un premier, Mario Draghi, che annuncia in uno stabilimento industriale che il primo aprile sarà il giorno del ritorno alla libertà. E lo annuncia davanti a dei lavoratori che per poter lavorare e ascoltarlo devono essere greenpassati. Il messaggio pronunciato, dai toni goffamente rinascimentali in una delle eccellenze manifatturiere del Made in Italy, è questo: "l'Italia riparte dal lavoro", peccato che per lavorare servirà un Green pass e chi non lo avrà sarà sospeso. Come accade adesso durante lo stato d'emergenza. Dunque, qual è la differenza?La differenza è che la carta di circolazione smetterà di essere il pannicello caldo di chi si nasconde dietro un virus e diventerà il principale strumento di credito sociale di un Paese che non vuole vedere. Nel rinascimento di cui parla Draghi, il Green pass è strumento irrinunciabile e qualificante. I lavoratori che vanno bene per il rilancio del Paese sono dunque questi: quelli che si offrono al controllo pervasivo di un potere che calpesta così facilmente il primo articolo della Costituzione.SOLO QUANDO LO DIRÒ IODunque, «gradualmente» è la parola tranquillizzante. C'è un insostenibile cinismo in quel «gradualmente» accompagnato alla dismissione delle ultime restrizioni, che denota il disporre sine die della libertà degli italiani, come un Giucas Casella capace di svegliarci dall'incantesimo «solo quando lo dirò io». Però, fateci caso, nell'annuncio di Draghi la fine del Green pass non è mai adombrata.Qualcuno ha provato a far finire l'incubo da subito, la Lega, ma ha fallito. Il fatto che oggi esulti per la fine dell'emergenza il 31 marzo non dicendo nulla sulle migliaia di lavoratori sospesi che continueranno a vivere senza stipendio e senza sapere mai quando tutto finirà, è la dimostrazione plastica dell'evanescenza del Carroccio.È evidente che chi da oggi in avanti sosterrà politicamente l'obbrobrio del lasciapassare verde che porta con sé discriminazione, violazione di diritti e controllo generalizzato sganciato da qualunque scusa sanitaria, è complice di questo mostro. E per loro, intellettuali liberi come Carlo Lottieri, hanno usato parole decisive: «Quel QR segna il confine tra due mondi: o si sta da una parte, o dall'altra».Sentir dire poi da Draghi che quanto «succede in Ucraina riguarda il nostro vivere da liberi» rende il tutto decisamente grottesco.Nota di BastaBugie: Paolo Gulisano nell'articolo seguente dal titolo "Vaccini e contagi, Lancet demolisce il green pass" parla di uno studio in cui si dimostra che i vaccini anti-Covid non interrompono la trasmissione del virus. I vaccinati hanno un picco di carica virale simile ai casi non vaccinati e possono quindi trasmettere l'infezione. Risultati che fanno a pezzi la logica del green pass. Che andrebbe abolito.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 31 gennaio 2022:L'attuale andamento epidemiologo del Covid vede la malattia continuare a diffondersi. Anche se la variante Omicron sta crescendo e rimpiazzando le precedenti versioni del Covid, è la variante Delta ad essere ancora prevalente in Occidente, ad essere altamente trasmissibile, diffondendosi a livello globale, anche nelle popolazioni con alti tassi di vaccinazione. Ed è proprio questo ultimo importante dato, che dimostrerebbe la scarsa efficacia della campagna vaccinale con due e addirittura tre dosi, che ha attirato l'attenzione di un gruppo di ricercatori, guidati dalla professoressa Anika Singanayagam, che hanno effettuato uno studio sulla trasmissione e sulla cinetica della carica virale in individui vaccinati e non vaccinati nel Regno Unito: uno studio prospettico, longitudinale, di coorte, pubblicato su una delle due più prestigiose riviste mediche della Gran Bretagna, The Lancet.In questo momento è da Oltremanica che arrivano le voci scientifiche più indipendenti e più interessanti che analizzano nel dettaglio l'andamento epidemico. Negli scorsi giorni abbiamo parlato dell'editoriale del British Medical Journal che ha puntato il dito sulla mancanza di trasparenza da parte delle aziende produttrici dei vaccini a mRNA, mentre il Lancet ci illustra ora attraverso questo studio l'efficacia reale della vaccinazione, attraverso una comparazione tra popolazioni vaccinate e non vaccinate. I risultati offrono una prospettiva piuttosto differente rispetto alla vulgata semplicistica proposta dai media.Cosa ci ha detto lo studio? Tra il 13 settembre 2020 e il 15 settembre 2021, 602 contatti della comunità (identificati tramite il sistema di tracciabilità del Regno Unito) di 471 casi-indice di Covid-19 nel Regno Unito sono stati reclutati per lo studio di coorte Assessment of Transmission and Contagiousness of COVID-19 in Contacts e hanno contribuito con 8145 campioni del tratto respiratorio superiore dal campionamento giornaliero per un massimo di 20 giorni. I contatti domestici e non domestici di età pari o superiore a 5 anni potevano essere inseriti nello studio se in grado di fornire il consenso informato e accettare l'auto-tampone delle vie respiratorie superiori. È stato analizzato il rischio di trasmissione in base allo stato di vaccinazione per 231 contatti esposti a 162 casi-indice con infezione da variante Delta collegati epidemiologicamente. Sono state quindi confrontate le traiettorie della carica virale da individui completamente vaccinati con infezione Delta con individui non vaccinati con Delta, Alfa, e infezioni pre-Alfa (n=49). Gli esiti primari per l'analisi epidemiologica erano la valutazione del tasso di attacco secondario (SAR) nei contatti familiari stratificato per stato di vaccinazione di contatto e stato di vaccinazione dei casi-indice. I risultati primari per l'analisi cinetica della carica virale erano di rilevare le differenze nella carica virale di picco, nel tasso di crescita virale e nel tasso di declino virale tra i partecipanti in base alla variante SARS-CoV-2 e allo stato di vaccinazione.I risultati hanno rilevato che, sebbene la carica virale di picco non differisse in base allo stato di vaccinazione o al tipo di variante, aumentava modestamente con l'età, che rappresenta quindi un documentato fattore di rischio. Gli individui completamente vaccinati con infezione variante Delta avevano un tasso medio più rapido di declino della carica virale rispetto agli individui non vaccinati con infezioni varianti pre-Alfa, Alfa o Delta.In parole povere, la vaccinazione riduce il rischio di infezione della variante Delta e accelera la clearance virale. Tuttavia, gli individui pur completamente vaccinati hanno un picco di carica virale simile ai casi non vaccinati, e possono quindi trasmettere l'infezione, anche ai contatti a loro volta completamente vaccinati. Lo studio prova che l'interruzione della catena di trasmissione attraverso il vaccino non si verifica. È quindi tempo di dire con chiarezza che il tanto citato effetto di "immunità di gregge" con questi vaccini non ha luogo. Non è un caso che gli autori dello studio stesso pubblicato dal Lancet affermino che l'obiettivo principale della vaccinazione alla luce di quanto emerso sia la protezione individuale delle persone. Si è però mancato - e lo constatiamo direttamente ogni giorno nella clinica e nel riscontro epidemiologico - l'obiettivo dei vaccini di ridurre la trasmissione di SARS-CoV-2, che sarebbe fondamentale per contenere la pandemia. Un risultato che dipende dalla capacità dei vaccini di proteggere dalle infezioni e nella misura in cui la vaccinazione riduce l'infettività. La variante Delta continua a causare un elevato carico di casi anche nei Paesi con un'alta copertura vaccinale.Questo dato dovrebbe portare ad una revisione delle strategie da adottare nei confronti dell'epidemia, e soprattutto sulle scelte politiche. Se è ormai evidente che non si può raggiungere l'immunità di gregge, e che un vaccinato può trasmettere il contagio quanto un non vaccinato, di consegu
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6907N CANADA LA POLIZIA USA LA FORZA CONTRO LA PROTESTA PACIFICA DEI CAMIONISTI di Stefano MagniScene di guerriglia urbana, ad Ottawa, capitale del Canada, per tutto il fine settimana: venerdì la polizia ha iniziato a sgomberare con la forza la protesta del Freedom Convoy, i camionisti contro l'obbligo vaccinale. Domenica mattina, la situazione era stata riportata "sotto controllo" con l'evacuazione della collina del parlamento e delle vie del centro. La polizia ha posto fine alla protesta, su ordine del governo. Il metodo e le giustificazioni non sono affatto normali.Prima di tutto, il premier Justin Trudeau ha invocato lo stato d'emergenza per una protesta che non era violenta, non costituiva una minaccia per il governo, né per la sovranità del Canada: non era né un golpe, né una rivoluzione. Ma è stata trattata come se lo fosse, solo sulla base delle idee che erano alla base della protesta. I camionisti invocavano la libertà di scegliere se vaccinarsi o meno, Trudeau li ha definiti "anti-scientifici" (solo per cominciare, poi ha aggiunto una serie di condanne) ed ha rifiutato ogni forma di dialogo. La libertà di cura, inclusa la libertà di scelta sul vaccino, è un diritto costituzionale, ma il governo ha deciso che in situazione di emergenza va reinterpretato in senso molto più restrittivo. Però, al tempo stesso, ha trattato i manifestanti come se fossero una minaccia al Canada e alle sue istituzioni democratiche.MINACCIA DI TOGLIERE I FIGLILa polizia si è mossa come se avesse a che fare con una protesta violenta, anche se i camionisti erano disarmati (le uniche "armi" finora sequestrate sono fumogeni e corpetti anti-proiettile) e in tre settimane di manifestazioni non hanno mai attaccato le forze dell'ordine. Le foto mostrano poliziotti a cavallo che travolgono i manifestanti, largo uso di sfollagente da parte di agenti in tenuta anti-sommossa e lancio di lacrimogeni. I camionisti e i loro sostenitori formavano catene umane, cantando l'inno canadese e la polizia li attaccava, lanciando continuamente tweet in cui si affermava che l'atteggiamento dei manifestanti fosse "aggressivo". In una curiosa inversione delle parti, i camionisti chiamavano la polizia, quando i poliziotti li attaccavano o rimuovevano i loro camion e la centrale di polizia ha diramato un avvertimento in cui intimava di smettere di fare chiamate. Giovedì erano già stati arrestati i leader della protesta, fra venerdì e sabato altre 170 persone sono finite dietro le sbarre.La reazione delle forze dell'ordine ha colpito le proprietà. Sulla base dello stato emergenziale, il ministero delle Finanze ha congelato 76 conti correnti per un totale di 3,2 milioni di dollari canadesi. Le autorità hanno avvertito che gli animali domestici, che i camionisti si erano portati con sé, sarebbero finiti tutti in canile per otto giorni e poi dichiarati "randagi" e messi in adozione.Le autorità hanno anche deprecato la presenza di figli minorenni. Ovviamente non hanno minacciato di mandarli in un canile, ma hanno allertato i servizi sociali che, in caso di arresto dei genitori, sarebbero stati inviati in case rifugio, in attesa di contattare altri parenti.DUE PESI E DUE MISURETutto questo è stato ordinato da un governo che ha sempre, costantemente, appoggiato la libertà di manifestare, sia in patria che all'estero. Il governo Trudeau ha tollerato i blocchi causati dalle proteste delle popolazioni indigene contro i nuovi oleodotti. All'estero ha sostenuto apertamente la causa di Black Lives Matter negli Stati Uniti. E nel dicembre del 2020 aveva anche accusato il governo indiano di aver avuto il polso troppo duro contro gli agricoltori, sostenendo la loro piena libertà di manifestare pacificamente.Quel che ha reso possibile una simile incoerenza è sicuramente il Covid. La pandemia ha travolto ogni regola della politica normale, permettendo di giustificare quel che fino all'anno prima era ingiustificabile. Ma è solo uno degli elementi, perché di fatto stiamo assistendo all'applicazione di un'ideologia di sinistra antirazzista sempre più autoritaria. Anche le proteste di Black Lives Matter violavano, in teoria, le regole del distanziamento sociale. Ma erano tollerate perché la questione razziale è ormai considerata "prodromo" del contagio, sulla base di teorie che mischiano disinvoltamente scienze sociali e medicina. Nell'editoriale del Washington Post sulla fine della protesta dei camionisti in Canada, invece, si legge a chiare lettere che l'idea dei diritti di libertà sia "strettamente interconnessa alla bianchitudine". E quindi "Credere che una persona abbia diritto alla libertà è una componente fondamentale della supremazia bianca". Ciò che rappresenta il lascito migliore della società cristiana occidentale, dunque, è ormai passibile dell'accusa di razzismo. E di fronte al razzismo, nella migliore delle ipotesi, ci sono i manganelli e le cariche dei poliziotti a cavallo.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6908DOPO I LOCKDOWN, LA DAD E LE MASCHERINE ECCO IL BONUS PSICOLOGO, TRIONFO DELLO STATALISMO di Roberto MarchesiniArriva il «bonus psicologo», proposto per la prima volta l'anno scorso dalla senatrice PD Caterina Biti e approvato all'unanimità da tutte le forze politiche. Il provvedimento è stato approvato lo scorso 16 febbraio con il decreto «milleproroghe» (il famoso «assalto alla diligenza») e salutato con entusiasmo generale. Lo stanziamento totale dovrebbe ammontare a 20 milioni di euro; metà andrà al potenziamento dei servizi pubblici; l'altra metà sarà a disposizione dei cittadini sotto forma di voucher, probabilmente dell'ammontare di 600 euro; per richiederlo, sarà sufficiente la prescrizione del medico di base. Una buona notizia? Forse; ma non mancano le criticità.QUATTRO PROBLEMIInnanzitutto, la spinta propulsiva del provvedimento è arrivata dalle nefaste conseguenze delle misure di contenimento del Covid (Didattica A Distanza, Lock-down e smart-working); ricordiamo che la Nuova Bussola è stata tra i primi e pochi media ad occuparsi di questo problema. Ora, considerato che queste misure hanno avuto un impatto perlomeno dubbio sull'epidemia, ma ne hanno avuto uno certo e pesante sulla salute psicologica degli italiani, non sarebbe meglio abolirle? Prevenire non è meglio che curare? Cosa si può pensare di un governo che da una parte si pone l'obiettivo di causare sofferenza psichica agli italiani e dall'altra si propone di curarli?Secondariamente, il fatto che la terapia di un paziente sia pagata da terzi (in questo caso lo stato italiano), dovrebbe far storcere il naso agli psicologi clinici. Già Freud aveva capito che, se il paziente non paga il proprio trattamento, non ne trae un gran beneficio; detto altrimenti, il trattamento psicologico beneficia chi paga. Esiste un tariffario che indica, per i diversi trattamenti, un intervallo abbastanza elastico, in modo che paziente e terapeuta possano trovare un accordo economico che soddisfi entrambi. Però è necessario non che lo psicologo sia pagato; ma che il paziente paghi il proprio trattamento.In terzo luogo colpisce che il voucher ammonti a 500 o 600 euro. D'accordo, si tratta solo di un aiuto, ma c'è già chi si affretta a tradurre questa cifra in un numero definito di sedute: «Una visita da uno specialista, in media, ha un costo di 50 euro, per cui si stima che i 600 euro saranno sufficienti per un ciclo di 12 sedute»; «Il contributo per il 2022 sarà da 500 euro - questa la cifra ipotizzata - che si tradurrebbero in un pacchetto di 6-10 sedute da uno specialista». Che c'è di strano? È presto detto. Negli Stati Uniti le assicurazioni sanitarie pagano le sedute a patto che il numero degli incontri sia stabilito in anticipo (8-10) e che il trattamento sia statisticamente il più efficace per quella diagnosi. Questo significa che non è il paziente a scegliere il tipo di trattamento (insieme al terapeuta), bensì l'assicurazione; e che non è la gravità della situazione o la velocità del cambiamento a stabilirne la durata. Anche in ambito psicoterapeutico, quindi, come è accaduto per la medicina, la cura «in scienza e coscienza» viene sostituita da un protocollo (tachipirina e vigile attesa, per capirci). Se ci si attiene al protocollo, indipendentemente dall'esito del trattamento, si evitano i guai; altrimenti...Quarto: si sta realizzando quello che è stato a lungo il sogno dell'ordine e di altri enti che regolano la professione di psicologo. Facciamo un passo indietro. Anni fa esistevano solo due facoltà (in origine, corsi di laurea) in psicologia: a Roma e a Padova. Poi si aggiunse Torino. Oggi, solo a Milano, sono una decina. Il motivo è semplice: l'autonomia delle università; anche economica. Il che vuol dire che ogni università cerca di aprire facoltà che garantiscano un elevato numero di immatricolazioni, in modo da avere più rette e quindi più denaro; e la facoltà di psicologia porta una marea di immatricolazioni. Poi, tutte queste matricole si laureano e ottengono l'abilitazione all'esercizio della professione di psicologo.Cosa accade se c'è un aumento forsennato di professionisti? Che i prezzi (e la qualità) si abbassano. È quello che accade agli psicologi: molti di loro non lavorano, o accettano di essere sottopagati pur di lavorare. E qui intervengono gli ordini regionali e nazionale, l'ente assicurativo, il fondo pensionistico professionali: perché psicologi che non lavorano non pagano; e perché i professionisti si aspettano che l'ordine faccia qualcosa per risolvere il problema. L'ordine professionale è come un piccolo parlamento: ci si accede per elezione. E viene eletto chi risolve (o propone soluzioni per) i problemi.FAR CAMBIARE IDEA AD UN NAZISTA... O A UN CATTOLICODa qualche anno, questo problema (importante e molto sentito) è stato affrontato in due modi:a) lotta alle professioni «concorrenti» più deboli, come i counsellor (non i medici...);b) tentativi di introdurre la figura dello psicologo pubblico e gratuito (come il medico, per intenderci).La seconda soluzione, quindi, consiste nel risolvere il problema della scarsa occupazione degli psicologi scaricandolo sul sistema sanitario pubblico. Ci si prova da diversi anni con lo «psicologo di base» ed ecco finalmente, grazie all'epidemia di Covid, il bonus psicologo.Personalmente, non credo che questa (come l'altra) soluzione sia adeguata. Ci sono molti psicologi, ma è elevato anche il bisogno di assistenza psicologica. Perché domanda e offerta non si incontrano? Perché molte persone hanno, nei confronti degli psicologi, una (non ingiustificata) diffidenza. Lo psicologo è percepito come un militante ultra-progressista, un agente del processo rivoluzionario, della dissoluzione della morale tradizionale. Il problema è che questo pregiudizio è fondato. So che non è elegante, ma per un approfondimento rimando al mio Le vie della psicologia (Sugarco 2020).Purtroppo, anziché frenare questa tendenza, cercando di recuperare la fiducia delle persone, le varie associazioni psicologiche premono ancora di più sull'acceleratore. Faccio un esempio.Recentemente è stato proposto di revisionare il Codice deontologico degli psicologi. L'obiettivo era quello di aggiungere qualche schwa, la «e» rovesciata che indica la neutralità di genere. Bene, una associazione di psicologi ha proposto di modificare l'articolo 4 che impone allo psicologo di rispettare opinioni, valori e credenze del paziente. In questo modo: «occorre guidare le persone verso opinioni e credenze più congrue, consapevoli ed efficaci. Non è vietato far cambiare idea ad un nazista». O a un cattolico, per dire.Meno ideologia, più rispetto per i pazienti e, magari, un modello antropologico più vero, probabilmente aiuterebbero i giovani psicologi più del solito intervento statalista.
VIDEO: Rimborsi ➜ https://www.raiplay.it/video/2022/01/Rimborsi---Re-Start---26012022-7ce4f201-c346-4f09-a356-a1daec517850.htmlTESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6903LA TRUFFA DEI NUMERI DI TERAPIE INTENSIVE E MORTI di Giovanni LazzarettiIl mantra ripetuto dai TG è «le terapie intensive sono intasate all'80% dai NoVax, i malati oncologici non trovano posto». Innanzitutto aboliamo la trita sigla NoVax, per parlare più correttamente di Persone Non Vaccinate Covid, mentre altri sono Persone Vaccinate Covid (molte non per scelta).La prima cosa da chiarire è che le intensive non sono affatto intasate. Il portale AGENAS del governo indica per il 29 gennaio 2022 una presenza da covid del 17,6%, quando la soglia critica è stata fissata al 30%. Guardando le singole regioni/province autonome, si avvicinano alla soglia solo le Marche (27,1%) e Trento (27,8%).L'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità è datato 19 gennaio, e porta i dati delle terapie intensive nel periodo 3 dicembre 2021 - 2 gennaio 2022: persone entrate in terapia intensiva = 2.417; non vaccinati in terapia intensiva = 1.557; percentuale 64%. Questo è il primo passettino per ridimensionare l'80% indicato nel "mantra" dei TG.Facciamo quindi un po' di conti: la degenza media in intensiva è di 15 giorni circa, quindi 1.557 persone x 15 giorni = 23.355 giorni di terapia intensiva. Dividiamo allora questo monte giorni per il periodo preso in esame che è di 31 giorni: 23.355 : 31 = 753 posti terapia intensiva occupati da non vaccinati. Considerato che i posti di terapia intensiva pre covid erano 8.000 circa e adesso 9.031, significa che i non vaccinati non occupano nemmeno l'extra di 1.031 posti creato a causa del covid.La conseguenza è evidente: la frase «il malato oncologico non trova posto in intensiva per colpa dei NoVax» è falsa. Le persone non vaccinate non occupano nemmeno tutti i 1.000 posti extra creati per il covid. Se quindi il malato oncologico oggi non trova posto, significa che non l'avrebbe trovato nemmeno ieri prima del covid. Perché la nostra sanità già prima del covid era in coma. Il "Sistema Seconda Repubblica" (SSR), che ha sfasciato la sanità, oggi usa le persone non vaccinate come capro espiatorio per coprire le proprie colpe.Questo è il primo tassello, ma bisogna proseguire. Sì, perché riguardo alle statistiche sulle Terapie Intensive, a quanto abbiamo detto bisogna aggiungere almeno altre quattro ombre (ombre nel senso che non abbiamo dati, ma abbiamo la certezza dell'evento che qualcuno prima o poi dovrà tradurre in dati).SVELIAMO LE OMBRE DEL SISTEMA (SENZA ESSERE COMPLOTTISTI)Prima ombra. Tra i non vaccinati ci sono le persone "non vaccinabili covid". Poiché un medico non ti fa un'esenzione neanche con la pistola alla tempia, gli esentati sono certamente portatori di patologie pesanti. Se vanno in terapia intensiva da positivi, questo avviene molto probabilmente per le gravi patologie. Quanti sono? Non lo sappiamo. Quali che siano, vanno tolti dal totale dei non vaccinati.Seconda ombra. Bassetti, 12 gennaio 2022: «Nei nostri reparti siamo ben oltre il 35% di ricoverati che con il Covid-19 non c'entrano nulla. Non hanno della malattia nessun sintomo, ma solo la positività al tampone per l'ingresso in ospedale» (dichiarazione all'AGI). Allora, poiché le curve dei morti e delle terapie intensive seguono andamenti molto simili, il problema di quel 35% di catalogazione impropria l'abbiamo anche nelle terapie intensive.Terza ombra. Un servizio di Valentina Noseda (ReStart, RAI) è stato autocensurato per la messa in onda, ma lo trovate su RaiPlay [clicca qui!]. La Noseda intervistava persone che descrivevano il metodo per incrementare il numero dei positivi ospedalizzati, al fine di ottenere i rimborsi di 3.713 euro (ospedalizzati normali) o 9.697 euro (ospedalizzati terapia intensiva). Vero, falso? Del tutto verosimile. Dove ci sono molti soldi, ci sono anche i servi di Mammona all'opera.Quarta ombra. Ma i 9.031 posti di terapia intensiva sono reali? Mentre ero al mare a Pesaro, a fine agosto, leggevo l'intervista a un primario che, essendo prossimo alla pensione, si sbilanciava un po'. «Il suo reparto adesso è molto pieno?» «No, dà sempre l'impressione di essere vuoto. Ho i letti, ma servono 15 medici per coprirli. Di medici ne ho 6, veda un po' lei...». Ci sono 9.031 posti di terapia intensiva coi relativi medici? Oppure...Avanti ancora, c'è un'altra domanda chiave: perché si parla tanto di Terapie Intensive e poco di morti?La sparata sull'intasamento delle terapie intensive da parte dei non vaccinati è l'ultima arma che resta per far credere a un qualche peso del vaccino in questa gestione dell'epidemia. Ma le terapie intensive sfornano un numero di morti modesto rispetto al totale.Spostiamoci allora sui morti, che sono un dato più pesante rispetto alle terapie intensive. L'ultimo rapporto Istituto Superiore di Sanità analizza le "diagnosi dal 26 novembre al 26 dicembre 2021 con decesso": sono 3.742, di cui 1.774 sono non vaccinati (47%) e 1.968 sono vaccinati in vario grado (53%). Statistica poco spendibile nei TG, coi vaccinati che vanno peggio dei non vaccinati.IL PAESE IMMAGINARIO DI PONTEVEDROGuardiamo le corsie dal 3 dicembre 2021 al 2 gennaio 2022: 25.168 ospedalizzati, di cui 11.487 sono non vaccinati (46%) e 13.681 sono vaccinati in vario grado (54%). Anche questa è poco spendibile nei TG, coi vaccinati che vanno peggio dei non vaccinati.A questo punto arriva la solita obiezione: «Quei numeri vanno rapportati a quanti sono i vaccinati e i non vaccinati! Quando i vaccinati sono tanti, scatta il cosiddetto "effetto paradosso", per cui sembra che vada peggio ai vaccinati».A questi "contestatori della Domenica" che ci ricordano l'ovvio, pongo intanto una domanda: «Vi sembra un "successo vaccinale" avere 1.968 morti vaccinati in 31 giorni? Era questo che promettevate nel radioso Vaccino-day del 27 dicembre 2020?». Ma, domanda a parte, vi porto come esempio il paese immaginario di Pontevedro.Nel Pontevedro ci sono 10 milioni di pianurini e 10 milioni di monticiani. I primi si ammalano di covid, i secondi, non si sa perché, non lo prendono. 5 milioni di pianurini si vaccinano, 5 non si vaccinano. Dopo un certo tempo ci sono 1.200 decessi covid di non vaccinati e 1.000 decessi covid di vaccinati.I non vaccinati totali sono 15 milioni (5 pianurini e 10 monticiani), per cui abbiamo 1.200 : 15 = 80 morti covid per milione. I vaccinati sono 5 milioni, per cui abbiamo 1.000 : 5 = 200 morti covid per milione.Una martellante campagna governativa convince i monticiani a vaccinarsi. Si vaccinano tutti. Adesso i non vaccinati hanno 1.200 : 5 = 240 morti per milione. I vaccinati invece 1.000 : 15 = 67 morti per milione.I morti sono sempre gli stessi, ma lo "spostamento di campo" dei monticiani ha alterato le percentuali.Vi sembra un esempio stupido? Ma è esattamente ciò che hanno fatto in Italia. Vaccinando in massa fasce di età e persone senza patologie che avevano probabilità bassa o inesistente di morire di covid, hanno alterato la percezione globale del "successo vaccinale" portando al denominatore cifre di vaccinati "inutili", perché a rischio morte vicino allo zero.Vale a dire che le statistiche sul "successo vaccinale" sono basate su numeri minuscoli e sono alterate dalla massa delle "vaccinazioni inutili" che alterano i rapporti. Se le persone a rischio zero non fossero state vaccinate (come direbbe la logica), l'insuccesso vaccinale sarebbe stato palese.
VIDEO: Canadian truckers heroes | Freedom Convoy 2022 ➜ https://www.youtube.com/watch?v=QOCXozUuefMTESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6902IN CANADA 50.000 CAMION GUIDANO LA RIVOLTA MONDIALE CONTRO LE RESTRIZIONI COVIDLa gente comune supporta i camionisti supportando con viveri e carburanti chi sta combattendo anche per loro: sono stati raccolti 10 milioni di dollari, ma il governo li blocca e schiera l'esercito (VIDEO: Freedom Convoy)di Stefano MagniCanada, giunti alla terza settimana di protesta dei camionisti contro l'obbligo vaccinale, il premier Justin Trudeau ha deciso di passare alle maniere forti. La polizia ha sgomberato sabato il ponte Ambassador, presidiato dai manifestanti con i loro mezzi pesanti. si trattava di un ponte strategico, che collega il centro industriale di Detroit (nel Michigan, Usa) con l'Ontario. Ma è di ieri sera l'annuncio dello stato d'emergenza nazionale, che permetterà al governo di sospendere i diritti civili per ripristinare l'ordine. La legge, che dovrà essere approvata dal parlamento entro una settimana, permetterà di vietare manifestazioni pubbliche e di ridurre la libertà di movimento, impedendo l'accesso o l'uscita per e da determinate aree. La misura estrema, la prima in mezzo secolo nel Paese, è stata adottata proprio quando il fronte di Trudeau, a favore dell'obbligo vaccinale, iniziava vistosamente ad incrinarsi. In Europa, soprattutto in Francia, la protesta è arrivata, ad imitazione dei camionisti del Canada, ma non ha avuto altrettanto successo: a causa, soprattutto, di una forte repressione preventiva.Partendo dal Canada: le autorità di Ottawa, dove si concentra il grosso della manifestazione, avevano tentato di scoraggiare e scacciare in tutti i modi i camionisti. Hanno, ad esempio, annunciato multe e persino arresti, per chi avesse portato benzina e generi di conforto ai camionisti manifestanti. E subito cortei spontanei di cittadini, di tutte le età, hanno incominciato a sfilare, con le taniche in mano, a sostegno degli "insorti”. Nella settimana precedente, erano stati inviati dei trattori per trainare i camion, ma i trattori stessi si sono uniti alla protesta. Episodi di solidarietà di questo genere hanno fatto vacillare, anche politicamente, il fronte pro-obbligo di vaccino. Soprattutto a livello locale, province quali l'Alberta, il Quebec e poi il Saskatchewan avevano avviato delle road map per uscire dal regime di restrizioni pandemiche, riaprendo uffici, luoghi pubblici e smettendo di chiedere il pass in molte attività al chiuso. La decisione più forte è stata presa ieri dall'Ontario, la provincia in cui si trova la capitale Ottawa e la città industriale di Toronto. La regione più importante, insomma, ha abolito il pass vaccinale.LA DEBOLEZZA DEL GOVERNO CANADESELa reazione durissima di Trudeau potrebbe essere dunque motivata da questa netta sensazione di non aver più un terreno politico sotto i piedi. Anche nel suo stesso partito, il Liberal Party, non sono più così compatti dietro il governo. Fa comunque riflettere che proprio il partito che ha introdotto la Carta dei Diritti e delle Libertà del Canada, nel 1982 (ai tempi in cui il padre di Trudeau, Pierre, era premier) ora sospenda i diritti civili, per reprimere una protesta che chiede il pieno rispetto di quella Carta. Una delle tante ironie della storia. La legge che Trudeau intende applicare conferisce poteri maggiori alla polizia contro pubbliche assemblee, se queste vengono considerate "attività pericolose e illegali”. Permette inoltre al governo di bloccare e presidiare aree critiche, come porti, aeroporti e valichi doganali. Fine anche della libertà di raccogliere fondi: tutte le piattaforme per la raccolta fondi dovranno infatti registrarsi presso il Fintrac, l'agenzia del Ministero delle Finanze che traccia le transazioni finanziarie. Ed è una chiara premessa per passare al sequestro di fondi. Dopo che GoFundMe aveva, di sua sponte, congelato le donazioni per il Freedom Convoy (l'organizzazione ombrello per la protesta dei camionisti), i donatori si erano rivolti al GiveSendGo, una piattaforma che ha permesso in passato di raccogliere soldi a favore di altre iniziative conservatrici e cristiane. Adesso penserà direttamente il governo canadese a sequestrare i soldi donati alla protesta contro l'obbligo vaccinale, addirittura ricorrendo ad una legge anti-terrorismo, la Legge contro il Finanziamento del Terrorismo e del Crimine. Le istituzioni finanziarie canadesi, le banche dunque, potranno sospendere i servizi per chi ha donato.IN EUROPA LA PROTESTA E' BLOCCATA PREVENTIVAMENTESe in Canada si passa alle maniere forti dopo tre settimane di protesta (e dopo i primi importanti risultati ottenuti dal Freedom Convoy), in Europa è invece scattata la repressione preventiva. Ieri era il giorno del Freedom Convoy Europe, dunque una serie di carovane di camion dirette verso Bruxelles da tutti i Paesi membri dell'Ue. Ma la polizia belga ha bloccato tutti gli accessi e le poche decine di mezzi che sono passate attraverso i filtri delle forze dell'ordine, soprattutto camper e piccoli camion, hanno avuto al massimo il permesso di accamparsi nel parcheggio dell'altopiano dell'Heysel, fuori dalla città. Doveva essere anche il giorno del Freedom Convoy in Italia, ma a Roma. Secondo tutti i media italiani è stato un flop, con poche centinaia di presenze nella capitale.In Francia, sabato scorso, la protesta è stata più massiccia, perché ha ereditato, almeno in parte, la mobilitazione del movimento dei Gilet Gialli del 2018. Ad essere colpite dalle misure anti-Covid sono infatti le stesse categorie penalizzate dalla tassa ecologica sul carburante, quella che aveva fatto scoppiare la protesta precedente. Ma i sei convogli che dovevano convergere su Parigi dai sei angoli della Francia, sono stati preventivamente fermati da un imponente schieramento di polizia. Due giorni prima, la prefettura della capitale, ha vietato ogni manifestazione. Ad accogliere i circa 4000 manifestanti c'erano 7800 agenti della Gendarmeria, con blindati ed equipaggiamento anti-sommossa. Le forze dell'ordine avevano il preciso ordine di impedire sul nascere ogni blocco della circolazione attorno alla capitale. Ma, paradossalmente, i posti di blocco e lo schieramento di uomini e mezzi, ha creato giganteschi ingorghi. E i mezzi blindati, schierati per impedire danneggiamenti all'arredo urbano e alle proprietà, qualche danno lo hanno fatto anche loro.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6892LA SHOAH NON INIZIO' CON LE CAMERE A GAS di Stefano MagniIl Giorno della Memoria, anche quest'anno, non manca di suscitare polemiche. C'è chi usa la memoria della Shoah per mostrare come anche ai giorni nostri vi siano categorie perseguitate e come il rischio dello sterminio fisico totale sia sempre dietro l'angolo. Dall'altra parte, le comunità ebraiche, che la Shoah l'hanno vissuta realmente, si oppongono a quel che vedono come una strumentalizzazione politica di un genocidio unico nella storia. In mezzo, ci sono mille e più paragoni impropri che pure vengono accettati pacificamente dal mondo della politica e della cultura. Per evitare strumentalizzazioni e paragoni forzati, è bene ricordare che cosa realmente precedette la "Soluzione Finale". Perché allo sterminio ci si arrivò per gradi e pochi se ne resero conto.Primo Levi, in un brano divenuto celeberrimo, ci ricorda che «Non iniziò con le camere a gas. Non iniziò con i forni crematori. Non iniziò con i campi di concentramento e di sterminio. Non iniziò con i 6 milioni di ebrei che persero la vita. E non iniziò nemmeno con gli altri 10 milioni di persone morte, tra polacchi, ucraini, bielorussi, russi, jugoslavi, rom, disabili, dissidenti politici, prigionieri di guerra, testimoni di Geova e omosessuali». Levi spiega, in sintesi, veramente tutto l'essenziale: «Iniziò con i politici che dividevano le persone tra "noi" e "loro". Iniziò con i discorsi di odio e di intolleranza, nelle piazze e attraverso i mezzi di comunicazione. Iniziò con promesse e propaganda, volte solo all'aumento del consenso. Iniziò con le leggi che distinguevano le persone in base alla "razza" e al colore della pelle. Iniziò con i bambini espulsi da scuola, perché figli di persone di un'altra religione. Iniziò con le persone private dei loro beni, dei loro affetti, delle loro case, della loro dignità. Iniziò con la schedatura degli intellettuali. Iniziò con la ghettizzazione e con la deportazione». Ma soprattutto, sottolinea lo scrittore sopravvissuto: «Iniziò quando la gente smise di preoccuparsene, quando la gente divenne insensibile, obbediente e cieca, con la convinzione che tutto questo fosse "normale"».Questo pezzo celeberrimo di letteratura dà l'idea di quanto subdolo sia stato il processo che portò, in meno di un decennio, dalle prime leggi razziali locali fino alla macchina dello sterminio "industriale". «Iniziò con i discorsi di odio e di intolleranza, nelle piazze e attraverso i mezzi di comunicazione»: i nazisti non fecero mai mistero del loro antisemitismo. Anzi, ottennero il voto di un terzo dei tedeschi, nelle elezioni del 1932 e 1933, promettendo di separare gli ebrei dagli "ariani" e di privarli di tutti i diritti. La tesi della "pugnalata alla schiena" era diffusa sin dal 1918: non accettando la sconfitta improvvisa e per molti ancora inspiegabile della Grande Guerra, si diffuse, soprattutto fra gli ufficiali, la tesi che l'esercito fosse rimasto vittima di una grande congiura di imboscati, profittatori, industriali e spie, tutti ebrei. Rudolph Hess, prima ancora di Hitler, tornato folle e collerico dal fronte mediorientale, fu uno dei primi a cadere vittima della fascinazione di questa tesi e ne divenne uno dei maggiori diffusori. Hitler, anch'egli reduce, deluso e ferito al fronte occidentale ne rimase subito conquistato. Perché gli ebrei, che avevano perso circa 12mila uomini in guerra (su 100mila arruolati), nei ranghi dell'esercito tedesco, vennero accusati della sconfitta? Perché, secondo il nazionalismo, dal romanticismo in avanti, la nazione si fonda sul sangue e la terra. Dunque gli ebrei erano "corpo estraneo", perché non avevano lo stesso sangue dei tedeschi e "cosmopoliti", perché le loro famiglie non risiedevano solo in terra tedesca. La Rivoluzione Russa, oltre alla sconfitta tedesca, venne considerata come una macchinazione ebraica. Un bel paradosso, considerando che furono i tedeschi ad innescarla, trasportando Lenin in Russia e finanziando la sua attività sovversiva. Ma gli intellettuali tedeschi di allora, e non solo loro, videro nel comunismo, in Karl Marx, una emanazione diretta del giudaismo. Dal 1918 in poi, tutti gli orrori della Russia bolscevica vennero imputati agli ebrei.«Iniziò con le leggi che distinguevano le persone in base alla "razza" e al colore della pelle»: il nazismo era dichiaratamente razzista. Non era l'unico, nel mondo della scienza e della politica di allora, che prendeva molto sul serio il darwinismo sociale, dunque una teoria dell'evoluzione in cui si considerava normale che gli uomini fossero divisi in "razze" e che la razza superiore potesse e dovesse prevalere su quelle inferiori, come nella selezione naturale delle specie animali. Il nazionalsocialismo fu comunque l'unica ideologia che portò questa idea alle sue estreme conseguenze. Il nazismo identificava nella "razza ebraica" una stirpe inferiore che, prevalendo da usurpatrice nel mondo della cultura, della scienza e della morale, impediva alla razza ariana superiore di prevalere e ottenere il suo giusto primato. Essendo razzista, la dottrina nazista non distingueva fra ebrei amici o nemici: identificava la razza nel suo insieme come nemica.Gli ebrei avevano subito millenni di persecuzioni in passato, ma, per la prima volta venivano identificati come "razza", non più come comunità religiosa. Quindi anche l'ebreo non praticante, quello convertito al cristianesimo, o anche l'ebreo convinto nazionalista tedesco e l'eroe di guerra, o quello appena nato o troppo piccolo per saper leggere, scrivere e parlare erano tutti indistintamente perseguibili in quanto membri di una "razza". Le Leggi di Norimberga del 1935 identificavano l'ebreo come l'individuo con almeno tre nonni ebrei. I legislatori tedeschi misero dunque mano agli alberi genealogici e tracciarono un confine invalicabile fra ebrei e ariani, oltre ad una zona grigia di "misti", cioè coloro che avevano uno o due nonni ebrei. Si veniva discriminati (poi uccisi) per quel che si era e non per quel che si pensava o faceva. L'Urss aveva fornito, almeno in parte, un modello simile, discriminando o uccidendo, sin dal 1918, gli appartenenti ad una "classe" sociale, identificata e giudicata dal Partito come nemica del popolo. Ma dalla accusa classista era ancora possibile una via di salvezza, aderendo al Partito e collaborando con esso (magari anche contro i propri stessi parenti). Dall'accusa razzista, non c'era salvezza alcuna.«Iniziò quando la gente smise di preoccuparsene, quando la gente divenne insensibile, obbediente e cieca». La normalizzazione della persecuzione fu data dalla sua graduale legalizzazione. I nazisti non si mossero come un partito rivoluzionario che viola la legge dello Stato, al contrario usarono lo Stato per emettere una nuova legge positiva che permettesse di mettere in pratica la loro ideologia. Per un tedesco di allora, discriminare o cacciare un ebreo, era un dovere. Per una cultura abituata a pensare allo Stato come all'unica fonte del diritto e di conseguenza anche della morale, obbedire era la maggior virtù. La prima legge fu un banale ordinamento locale: la città di Berlino, il 31 marzo 1933, sospese i medici ebrei da tutte le attività di volontariato svolte nella capitale. Una settimana dopo, una prima normativa nazionale, quella del Ripristino del Servizio Civile, ordinava il licenziamento degli ebrei da tutti gli enti pubblici. Il giorno stesso, un'altra legge nazionale vietava agli ebrei di diventare avvocati. A far chiarezza sull'attività normativa antisemita furono soprattutto le Leggi di Norimberga del 1935, che chiarirono definitivamente chi si potesse definire ebreo, quali fossero i requisiti per essere "cittadini" e cosa si dovesse fare per "proteggere l'onore e il sangue" dei tedeschi. L'attività legislativa, sulla falsariga delle Leggi di Norimberga, divenne frenetica soprattutto nel 1938 (l'anno in cui vennero adottate le leggi razziali anche in Italia).All'inizio del 1939, per legge, un ebreo (o una ebrea) non era già più cittadino, ma suddito, non poteva più: essere naturalizzato tedesco, avere rapporti sessuali con ariani, sposare ariani, esercitare la professione del consulente fiscale, esercitare la professione del veterinario, cambiare il suo nome, commerciare armi, cambiare il nome alla sua azienda, recarsi alle terme, possedere un'azienda, possedere più di 5mila marchi, trasferire liberamente beni a non ebrei, frequentare una scuola pubblica, uscire liberamente dai confini nazionali, possedere piccioni viaggiatori, far valere contratti stipulati con lo Stato, esercitare la professione di ostetrico, possedere oro, argento, diamanti e altri oggetti preziosi, comprare un biglietto alla lotteria. Queste sono le leggi principali, in ordine cronologico, che dal 1935 al 1939 limitarono sempre di più le attività consentite agli ebrei. Fu un assedio, sempre più stretto, effettuato a colpi di leggi e decreti, locali e nazionali. Agli ebrei venne imposto di identificarsi in pubblico, aggiungendo la J (di Jude) al passaporto e aggiungendo il nome Israel (per i maschi) e Sara (per le femmine) al proprio nome.Quando scoppiò la guerra il terreno (politico e giuridico) era già pronto per lo sterminio, anche se la "soluzione finale" venne proclamata solo nel 1942.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6890IL GREEN PASS E' UN'ARMA LETALE DEL REGIME COMUNISTA CINESE di Leone GrottiIeri mattina milioni di cinesi a Pechino si sono svegliati e sono stati assaliti dal panico scoprendo che il loro green pass era bloccato. Né Wechat, né Beijing Tong, né Alipay riportavano traccia del risultato dei tamponi effettuati o dell'avvenuta vaccinazione. Risultato? Impossibile andare al lavoro, prendere i mezzi pubblici, entrare in un negozio o in un bar. Le autorità hanno parlato di un guasto tecnico dovuto al sovraccarico di utilizzo, ma secondo molti residenti si è trattato di un trucco per costringere milioni di persone a sottoporsi a un nuovo tampone.Il 4 febbraio nella capitale cinese cominciano le Olimpiadi invernali e il governo sta facendo di tutto per mantenere la promessa di organizzare dei Giochi "Covid free". Dal 15 gennaio, sono stati individuati a Pechino 71 contagi e per quanto possano sembrare ininfluenti in una città di 22 milioni di persone, sono un'enormità se rapportati alla strategia "zero Covid" del governo.L'incidente di stamattina ha in realtà rivelato quanto il Covid abbia fornito il pretesto al regime comunista per assumere un controllo ancora più capillare sulla popolazione. Nelle mani di un governo come quello cinese, infatti, il green pass è uno strumento letale. E a Pechino il Partito comunista ha deciso di sperimentarne tutte le potenzialità.Da tempo infatti le autorità hanno stabilito che chiunque acquisti in farmacia medicine per tosse, raffreddore, febbre, mal di gola e mal di testa debba essere schedato. Nessuna di queste viene più venduta senza prescrizione del medico curante, necessaria ormai anche per le semplici vitamine. In alcune città, è sufficiente entrare in farmacia per essere tracciato. Gli acquisti e gli ingressi vengono poi associati al green pass dei cittadini attraverso un'app.A che cosa serve questo sistema di controllo? Lo si è compreso martedì, quando tutti coloro che sono entrati in farmacia nelle precedenti due settimane hanno ricevuto un messaggio sul telefono che imponeva di effettuare «entro 72 ore» un tampone. Chi si fosse rifiutato, avrebbe subito il blocco del green pass «che potrebbe impedirvi di uscire e di vivere normalmente», si poteva leggere nel messaggio.Il governo di Pechino ha anche messo in lockdown senza alcun preavviso e senza fornire alcuna spiegazione sanitaria intere unità residenziali, specialmente quelle vicine al Villaggio olimpico, obbligando i residenti a restare in casa per giorni e a effettuare numerosi tamponi in quelli successivi. «Se vogliono testare tutti coloro che vivono vicini al Villaggio olimpico prima dei Giochi, posso capire, non mi preoccupa ma vorrei più trasparenza», dichiara un anziano ritrovatosi da un momento all'altro in lockdown all'Associated Press. «Però la nostra comunità è stata chiusa e non ci hanno detto nulla».Attualmente sei quartieri a Pechino sono in lockdown e ai due milioni di residenti del distretto di Fengtai è stato imposto di sottoporsi a un'altra serie di tamponi di massa. Basterà a far sparire il Covid da Pechino entro febbraio? Difficile, nel frattempo la misura è utilissima per tenere sott'occhio la popolazione in Cina.Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Leone Grotti, nell'articolo seguente dal titolo "Le vittime di covid in Cina non sono 4.636 ma 1,7 milioni" spiega perché il conteggio dei morti per Covid dichiarato ufficialmente dalla Cina è impossibile dal punto di vista medico, statistico, biologico, politico ed economico.Ecco l'articolo completo pubblicato su Tempi il 18 gennaio 2022:Ufficialmente in Cina il Covid ha fatto 4.636 vittime, ma secondo George Calhoun, direttore del programma di Finanza quantitativa presso l'Istituto di tecnologia Stevens, questa cifra è «sottostimata del 17 mila per cento». Il dato reale, o comunque più realistico delle vittime, sarebbe circa 1,7 milioni.Secondo l'esperto i numeri offerti da Pechino sono «impossibili da un punto di vista medico e statistico». Non solo perché negli ultimi due anni circa, dall'aprile 2020, sarebbero morte appena due persone. Ma anche perché nel 2020, quando i vaccini non erano ancora disponibili, la Cina avrebbe riportato più di 22 mila casi e neanche un decesso.Se il tasso di mortalità del Covid negli Stati Uniti, per fare un paragone, è di 248 morti per 100 mila abitanti, in Cina è di 0,321, circa 800 volte inferiore. Il Partito comunista attribuisce l'enorme differenza alla sua strategia "zero Covid", che avrebbe messo al sicuro la popolazione dalla recrudescenza del virus. Ma secondo Calhoun, i nuovi approcci statistici per scoprire il reale ammontare di vittime da Covid in tutto il mondo dicono altro.I MORTI SONO IL 17 MILA PER CENTO IN PIÙL'Economist, al pari della Johns Hopkins University degli Stati Uniti e del New York Times, ha infatti sviluppato un modello matematico per calcolare le vittime in eccesso negli ultimi anni rispetto alla media attesa, attribuendo questo «surplus di morti» a casi Covid mai riportati.Questo metodo non può ovviamente offrire certezze sul reale numero di vittime dovute alla pandemia, ma sicuramente può aiutare ad avere un quadro più realistico, per quanto basato su una stima. Applicando il modello agli Stati Uniti, secondo l'Economist, ne deriva che le vittime sono state sottostimate del 30% circa. Ma se lo stesso modello viene utilizzato con i dati cinesi, ne deriva un errore del 17 mila per cento. A essere cadute vittime del Covid in Cina non sarebbero dunque 4.636 persone, ma «un numero che si avvicina a 1,7 milioni». In Cina, dunque, «sarebbero morte all'incirca il doppio delle persone rispetto agli Stati Uniti».Secondo l'autore, nel caso della Cina l'errore non è casuale o fisiologico, come per altri paesi, ma «chiaramente intenzionale. I dati sono stati manipolati dalle autorità». La tendenza della Cina a falsificare i dati è nota soprattutto in economia, per quanto riguarda la crescita annuale del Pil. Ma anche i precedenti studi effettuati su Wuhan, l'epicentro della pandemia, portano a pensare che qualcosa non quadra.Nel febbraio 2021 il British Medical Journal ha analizzato le statistiche sulla mortalità a Wuhan, evidenziando la presenza di 5.954 morti in più in città rispetto allo stesso periodo del 2019, derivanti da «un numero di decessi da polmonite otto volte più alto della media». Essendo la cifra ufficiale delle vittime a Wuhan pari a 3869, si tratta di una differenza del 54%. Ma secondo l'Economist, solo tra gennaio e marzo del 2020 le morti in eccesso sarebbero state 13.400, più del triplo della stima ufficiale per un tasso di mortalità (solo a Wuhan) di 121 decessi per 100 mila abitanti.PERCHÉ NON CI SONO PIÙ VITTIME DA APRILE 2020?I dati ufficiali della Cina vorrebbero anche far credere che dallo scoppio della pandemia, al di fuori di Wuhan e della provincia dell'Hubei, il tasso di mortalità è di 124 mila volte inferiore a quello degli Stati Uniti. «Come si può credere inoltre che le vittime si siano fermate improvvisamente l'1 aprile?». Come può il virus essere stato confinato a Wuhan se, come dichiarato dalle stesse autorità cinesi, milioni di persone prima del lockdown se ne sono andate dalla città per raggiungere ogni angolo della Cina? Ecco perché la mortalità cinese dal punto di vista «medico, statistico, biologico, politico ed economico è impossibile».L'argomentazione di Calhoun, basata sul modello matematico sviluppato dall'Economist, è interessante e verosimile, anche se il numero esatto di vittime resta e resterà sempre un mistero. Soprattutto perché la Cina non ha mai smesso di fornire informazioni fuorvianti sulla pandemia.Dopo aver accusato l'Italia e gli Stati Uniti di aver dato origine alla pandemia - nonostante la presenza a Wuhan di un mercato dove si faceva commercio di animali potenzialmente pericolosi e di un laboratorio dove venivano condotti esperimenti su pipistrelli e coronavirus - le autorità hanno imposto severissimi lockdown a milioni di persone (20 attualmente) a fronte di una manciata di casi.Un atteggiamento tanto inspiegabile quanto improbabile è la spiegazione ufficiale del primo caso di variante Omicron individuato a Pechino. Il contagio non sarebbe stato portato dalla vicina Tianjin (dove decine di migliaia di persone sono attualmente in lockdown per il diffondersi di Omicron), città collegata per direttissima a Pechino via treno superveloce, tanto che milioni di cinesi ogni giorno fanno i pendolari per lavorare nella capitale.No, la pericolosa e contagiosissima variante sarebbe arrivata dal Canada via posta. La persona contagiata, l'unica nella città di 22 milioni di abitanti, avrebbe ricevuto una lettera il 7 gennaio dal Canada ed è sulla busta che si sarebbe annidato il Covid, riscontrato il 14 gennaio. Possibile? Per le autorità sanitarie cinesi è l'unica spiegazione, per il Canada è una assurdità visto che secondo diversi studi il virus non resiste a lungo sulle superfici.Menzogne, mezze verità, assurdità. Il romanzo del Covid in Cina è costellato di capitoli che non tornano, a partire ovviamente dal primo. Se il conteggio delle vittime effettuato da Calhoun fosse realistico, si comprenderebbe almeno perché il regime è così spaventato da pochi casi (che, evidentemente, pochi non sono) tanto da imporre durissimi lockdown come quello di Xi'an, definito «disumano» da un membro stesso del Partito comunista. Si tratterebbe in ogni caso del fallimento della strategia "zero Covid". Tema ipersensibile nel Dragone, visto che il 4 febbraio nella capitale iniziano le Olimpiadi invernali. Le quali, a detta del regime, sarebbero state Covid free. Ma chi può più fidarsi dei comunicati di Pechino?
VIDEO: Proteggiamo i bambini ➜ http://soprattuttoliberi.com/wp-content/uploads/2022/01/Video_censurato_quotProteggiamo_i_bambiniquot_vgylin.mp4TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6886NON TI VACCINI, TI AMMALI... TI CURI E GUARISCI di Paolo GulisanoAndrea Zambrano ha contratto il Covid, ed è guarito. È andato ad aggiungersi a quei milioni di italiani che si sono ammalati e che sono guariti. Ma come, dirà qualcuno? Il Presidente del Consiglio negli scorsi mesi aveva perentoriamente affermato che se si prende il Covid si finisce in terapia intensiva e si muore. Una narrazione a cui purtroppo tantissime persone hanno dato credito, consegnando la propria vita alla paura, nella incerta speranza che dosi ripetute di vaccino possano evitare loro almeno il destino funesto.Il giornalista reggiano si è permesso di contraddire Draghi nei fatti guarendo perfettamente. Come tante altre persone. Grazie alle cure fatte, come egli stesso ci racconta.Dalla sua testimonianza, è tuttavia importante rimarcare un aspetto, a beneficio, direi quasi a servizio, di tutti coloro che potrebbero essere chiamati ad affrontare questa malattia.Andrea è guarito perché ha seguito con assoluta fiducia e costanza le terapie che gli sono state date. C'è da dire che ha avuto modo di incontrare chi ha valutato le sue condizioni cliniche, che ha tenuto di vari fattori anamnestici, e gli ha assegnato di conseguenza un preciso schema terapeutico.Non tutti i malati hanno questa possibilità: vivono - come mi è capitato spessissimo di sentire raccontare - una condizione di abbandono terapeutico: medici di base irreperibili, in ferie senza essere sostituiti, oppure fermi in modo inossidabile al famigerato protocollo ministeriale: paracetamolo ad oltranza. Magari con la concessione di un saturimetro, strumento che spesso è fonte di ansia e di ulteriori paure, quando non esista una figura medica che aiuti il paziente a valutarne il dato. Così molte persone sono costrette ad un fai da te sanitario, attingendo magari ad internet, o a un "sentito dire" tra conoscenti, che non di rado porta ad errori terapeutici.Personalmente ho osservato alcuni di questi errori, a cui fa cenno lo stesso Zambrano. Il primo riguarda la durata della terapia. Il paziente comincia ad assumere i farmaci giusti, ne beneficia, e quindi decide autonomamente di sospenderli. "Non avevo più febbre, mi sentivo bene.." mi sono sentito dire, magari dopo che il decorso della malattia aveva avuto una recrudescenza.Molti pazienti hanno anche una grande, inspiegabile fretta di finire l'assunzione dei farmaci. "Quando posso smettere? Quando comincio a scalare?" e inevitabilmente mi tocca invitare alla pazienza, e a ricordare che il Covid non è un mal di testa o una influenzina che passa dopo qualche pastiglia.Vedo le persone spaventate dalla lunghezza del decorso. Probabilmente manca una corretta informazione in merito.Il paziente che dopo una settimana continua ad avere sintomi spesso si terrorizza, e comincia a pensare al peggio: al ricovero ospedaliero, alla terapia intensiva. Con il Covid bisogna avere pazienza e costanza. Non bisogna farsi prendere dal panico, non bisogna stare incollati al saturimetro, e soprattutto non bisogna sospendere assolutamente la terapia in corso. Non pochi lo fanno magari per via degli effetti collaterali. È noto che gli antinfiammatori provocano bruciore di stomaco, e in tal senso è importante assumere anche gastroprotettori, ma non può e non deve essere il motivo per smettere la cura, o diminuirla. Così come per altre sintomatologie intestinali che non sono conseguenza dei farmaci, ma dell'azione patogena del virus che provoca anche forme di coliti, attenuabili con l'assunzione di fermenti lattici. Mi capita spesso, di fronte a pazienti perplessi dalla possibilità di effetti collaterali della terapia, dire che il vero problema è la malattia, non la cura.Se quindi il Covid non deve essere sottovalutato, non si deve pensare di avere vinto la partita dopo i primi segni di miglioramento, non si deve avere fretta di chiudere la questione e nemmeno di fare il tampone che segna la negatività, che può venire nella maggior parte dei casi dopo almeno 15 giorni; infine non bisogna avere paura. La paura è il più forte alleato del virus. Può anche indebolire le difese immunitarie. Per battere la paura occorre il coraggio, e se spesso il malato non riesce a trovarlo in sé, è importante che lo abbiano i suoi cari. I malati di Covid non devono essere lasciati soli, isolati. Il giusto distanziamento di chi se ne prende cura non deve tradursi in allontanamento di una presenza affettiva assolutamente importante e doverosa. Non lo si dimentichi.Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 6 minuti) dal titolo "Proteggiamo i bambini" i medici di Ippocrate.org spiegano come mai sia una follia vaccinare i bambini contro il Covid. Da vedere e far vedere.Clicca sul link sottostante per vedere il video censurato da YouTube:http://soprattuttoliberi.com/wp-content/uploads/2022/01/Video_censurato_quotProteggiamo_i_bambiniquot_vgylin.mp4ALLA FINE IL GOVERNO AMMETTE I DANNI DEL VACCINOAndrea Zambrano nell'articolo seguente dal titolo "Reazioni avverse, ok a indennizzi. I drammi ignorati" parla del via libera al fondo da 150 milioni da parte del Governo per indennizzare le reazioni avverse dei vaccinati non obbligati. Vediamo alcune storie concrete di chi ha avuto danni da vaccino.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 22 gennaio 2022:Per le tante vittime da vaccino è uno spiraglio di luce dopo mesi passati a brancolare nel buio. Nel Decreto Sostegni il Governo ha approvato un fondo da 150 milioni per garantire un indennizzo anche a chi ha ricevuto reazioni avverse gravi e permanenti, ma non era soggetto ad obbligo vaccinale. In sostanza: chiunque abbia riportato lesioni o infermità con menomazioni permanenti dell'integrità psico-fisica a causa della vaccinazione anti-Covid potrà avviare l'iter di risarcimento che seguirà gli stessi canali dei soggetti vaccinati con obbligo. [...]Il fondo stanziato non è certo enorme, ma quello che è importante è aver stabilito il principio della reazione avversa da vaccino.Il problema adesso, però, sarà il riconoscere la correlazione sui tanti episodi che si stanno verificando nel silenzio di buona parte della stampa. Come la Bussola ha raccontato, seguendo da vicino i primi passi del Comitato Ascoltami, sono tantissime le tipologie di reazioni avverse che spesso non vengono nemmeno riconosciute né curate.Con l'istituzione del fondo partiranno, c'è da immaginarselo, migliaia di richieste di indennizzo che andranno ad intasare il lavoro delle commissioni medico-legali delle Asl chiamate a giudicare la correlazione di un danno col vaccino. Sarà interessante capire quali e quante reazioni verranno considerate e quali e quante invece verranno non ritenute correlate o permanenti.Quel che è certo è che continuano ad essere moltissime le testimonianze di persone che hanno accusato una lesione grave subito dopo il vaccino.Testimonianze drammatiche di persone fino al vaccino completamente sane e che dopo l'inoculo hanno avuto la vita sconvolta e spesso sono state ad un passo dalla morte.Come il caso di Rocco Stamato, della provincia di Cosenza, che deve convivere con una miocardite che lo costringerà per i prossimi sei mesi a dover stare completamente a riposo. A raccontare la sua storia è la madre Anna, che si è rivolta al Comitato Ascoltami e che alla Bussola delinea le coordinate di un vero e proprio calvario: «Mio figlio ha 17 anni ed è stato costretto a fare il vaccino per poter utilizzare l'autobus per andare a scuola e per poter lavorare in un bar - dice. Ma 8 giorni dopo il vaccino Moderna ha accusato un dolore al petto. Portato al pronto soccorso, è stato ricoverato d'urgenza ed è stato a un passo dalla morte. I dottori ci hanno detto che se avessimo tardato cinque minuti non ce l'avrebbe fatta».«Rocco è stato in terapia intensiva per diversi giorni e lì ha trascorso le vacanze di Natale. I valori della troponina altissimi hanno evidenziato un'infiammazione del miocardio».Ma anche durante il ricovero, per i dottori era tabù parlare di vaccino: «Quando ponevo il tema del vaccino - prosegue - si arrabbiavano. Solo alle dimissioni di Rocco, la cardiologa mi ha detto: "Signora, è quello che pensa lei. Ho già fatto la segnalazione all'Aifa"».Oggi la vita di Rocco, un ragazzo alto un metro e 80 con la passione per le moto da cross e sempre attivo, è quella di un invalido: «Non può fare nessun tipo di sforzo - ci racconta la madre. La scuola gli sta attivando la Dad perché non può nemmeno salire in auto, ovviamente deve rinunciare a tutto: sport, uscite, lavoro e tutto ciò che per un ragazzo della sua età è indispensabile per una vita di relazione. Deve prendere sei Aspirinette al giorno e un farmaco per il cuore mentre nella carta di dimissioni c'è scritto: "Paziente grave non ancora guarito: sospetto vaccino Moderna"».Guarirà? I genitori, anche loro fortemente provati psicologicamente, sperano di sì, ma tutto dipenderà dalle prossime risonanze magnetiche che dovranno escludere danni permanenti al cuore.Di mamme e papà coraggio che affrontano con dignità e senza strepiti la vita sconvolta dei loro figli, però, ce ne sono tanti. È una storia di dolore e incertezza anche quella che arriva da Perugia dove Michele Sigali, 37 anni, ha dovuto fare i conti con 3 crisi epilettiche subito dopo il vaccino.A raccontare la sua storia alla Bussola è il padre Redento: «Mio figlio ha avuto la prima crisi epilettica in agosto, una settimana dopo la prima dose. La compagna l'ha portato al pronto soccorso, aveva perso conoscenza e si è tagliato la lingua. In settembre è comparsa la seconda crisi: l'ambulanza è arrivata celermente e l'hanno portato in ospedale dove, durante il ricovero, ha avuto il terzo episodio».
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6881CLAMOROSA SENTENZA DEL TAR RIABILITA LE CURE DOMICILIARI (QUINDI IL GOVERNO HA SBAGLIATO)Annullata la circolare del ministro Speranza che imponeva ai medici di base ''tachipirina e vigile attesa'' (così i governi Conte e Draghi, ma anche Aifa e Ordine dei medici sono responsabili di migliaia di morti)di Paolo GulisanoLa notizia che la Sezione Quater del Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da alcuni medici di medicina generale e medici specialisti contro il Ministero della Salute, al fine di ottenere l'annullamento della circolare ministeriale relativa alle Gestione dei pazienti Covid-19, ha subito suscitato diverse reazioni. La prima è stata di soddisfazione, perché finalmente viene riconosciuta ai medici che agiscono secondo scienza e coscienza (una minoranza, ma ci sono) di potere finalmente utilizzare tutte le possibilità terapeutiche offerte dalla Farmacologia. La seconda è stata di speranza e fiducia, perché significa che in Italia esiste ancora uno Stato di Diritto, benché sotto attacco e sottoposto a limitazioni.Ma la terza reazione è stata di rabbia: la rabbia di tante famiglie che hanno perso i loro cari in quanto non curati, in quanto lasciati in uno stato di abbandono terapeutico, giorni e giorni a tachipirina, in attesa che si scatenasse la tempesta citochinica, in attesa di finire in ospedale in condizioni gravissime, molto spesso difficilmente recuperabili. Una rabbia giustificata, ma che da oggi si deve trasformare in indignazione, in richiesta di giustizia.BOCCIATE TACHIPIRINA E VIGILE ATTESALa sentenza del TAR annulla ufficialmente la circolare del Ministero aggiornata al 26 aprile 2021, poiché le disposizioni dell'Aifa e del ministero impediscono il lavoro del medico e l'utilizzo di terapie alternative. Infatti la paternità della circolare è sì da attribuire al Ministro Speranza, che in un Paese civile andrebbe ora immediatamente dimissionato, ma anche all'Aifa, che fornì al Ministro le indicazioni per elaborare la vergognosa circolare ministeriale che imponeva ai medici di somministrare ai malati il solo paracetamolo e restare poi in "attesa". Migliaia di pazienti poi hanno subito questa attesa in una modalità che è perfino andata oltre - in senso peggiorativo - alle indicazioni ministeriali. Per "vigile attesa" infatti il Ministero intendeva un "costante monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente". Ovvero, si intendeva che il paziente fosse visitato, e non solo per telefono.Chi ha beneficiato di una visita medica? Chi si è visto auscultare il torace, prendere la pressione, controllare i parametri vitali? Molto pochi. Da questo punto di vista, molti medici di base che hanno interpretato la circolare come una forma di dispensa dai propri doveri, con il loro comportamento si sono posti in contrasto con l'attività professionale così come demandata al medico nei termini indicati dalla scienza e dalla deontologia professionale. Una deontologia che ora dovrà essere rispettata, non solo nei confronti dei pazienti, ma anche dei colleghi. Ci sono stati e purtroppo ci sono ancora dei medici, un tempo detti della mutua, un termine che calza loro perfettamente, che si sono divertiti ad insultare, ad offendere, ad attaccare sulla Rete quei colleghi impegnati con tutte le loro forze nel curare gli ammalati attraverso le cure domiciliari. Ora non potranno più vomitare il loro odio su Facebook, perché giustamente potranno essere sanzionati per il reato di diffamazione. I giudici del Tar hanno sentenziato "l'onere imprescindibile" dei medici di agire secondo scienza e coscienza" secondo la propria professionalità e titolo specifico acquisito.LA SCIAGURATA CIRCOLARE MINISTERIALEQuesta sentenza del TAR rappresenta, come dicevamo, un atto di riparazione nei confronti della Medicina e anche del Diritto. È stato ritenuto che il contenuto della sciagurata circolare ministeriale si ponesse in contrasto con l'attività professionale dei medici. Un vero e proprio ostacolo, un impedimento all'opera di chi cercava di salvare vite umane. È stato osservato che le "linee guida" della circolare, come ammesso dalla stessa difesa del Ministero della Salute, "costituiscono mere esimenti in favore del medico in caso di eventi sfavorevoli riguardanti il paziente". In parole più semplici: sono una copertura legale nei confronti dei medici di base. Attieniti a questi protocolli, e non potrai essere giudicato in caso di danni o di morte del paziente.Una orribile pagina della cosiddetta "medicina difensiva". Un atteggiamento a dir poco pilatesco, assolutamente indifferente alla sorte del paziente. Una posizione di basso leguleismo, dimentico che è onore e onere imprescindibile di ogni sanitario agire secondo scienza e coscienza, assumendosi la responsabilità circa l'esito della terapia prescritta quale conseguenza della professionalità e del titolo specialistico acquisito.La prescrizione dell'AIFA, come mutuata dal Ministero della Salute - osservano i giudici del TAR - «contrasta con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professionale, imponendo, anzi impedendo l'utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto con la malattia COVID 19 come avviene per ogni attività terapeutica". Una vera e propria aberrazione legale ed etica, a cui ora è stata messa la parola fine. Ed ora i medici di base non hanno più alcun alibi: curate questa malattia e mettiamo fine all'epidemia.Nota di BastaBugie: Andrea Zambrano nell'articolo seguente dal titolo "Pazienti abbandonati e medici condizionati: tanti potevano salvarsi" intervista Erich Grimaldi, avvocato fondatore del Comitato per le Terapie domiciliari. Che accusa Speranza, ma anche Aifa e Ordine dei medici.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 18 gennaio 2022:«Non solo Speranza. La vigile attesa è stata avallata dall'ordine dei medici e dall'Aifa. Senza la vigile attesa avremmo avuto molti meno morti».Il giorno dopo la sentenza del Tar del Lazio, che annulla la circolare del Ministero della Salute del 26 aprile 2021 sulla gestione domiciliare dei pazienti con infezione da Sars CoV2, per Erich Grimaldi non è il tempo dell'esultanza, ma dell'azione: l'attività del Comitato per le cure domiciliari prosegue con una marcata «azione politica» che parte anzitutto dal fatto che questo è «diventato un movimento a tutti gli effetti».Ma dietro c'è anche la revisione delle linee guida tenendo conto delle indicazioni del Senato. «Indicazioni colpevolmente disattese da Speranza», rimarca alla Bussola Grimaldi, vero padre del successo al Tar (con lui la collega Valentina Piraino del Foro di Roma) che sancisce per la prima volta che sulla gestione di un aspetto decisivo della pandemia, il Governo di Draghi e prim'ancora di Conte, hanno sbagliato sotto l'aspetto delle cure.Grimaldi, ora tutti se la prendono con Speranza...Resta il responsabile numero uno, ma tutto quello che è fatto dal Ministero è stato avallato dall'Ordine nei medici. Oggi mi fa ridere Anelli (Filippo, presidente della Federazione Nazionale Ordini dei Medici ndr), che minimizza la sentenza dicendo che la libertà prescrittiva dei medici non è mai venuta meno.E invece?E invece i medici sono stati impediti nello svolgimento di una cura domiciliare proprio perché anche l'Ordine ha contrastato il concetto di cura domiciliare precoce, limitandosi alla vigilante attesa, con i danni che abbiamo visto. Chiunque può constatarlo.La notizia è di oggi: un medico di Salerno ha curato 3000 pazienti andando a visitarli personalmente a casa. Nessuno è morto, ma ora subirà un procedimento dell'Ordine della sua città per aver trasgredito la circolare ministeriale. Rischia la sospensione.Non mi dice nulla di nuovo. Se abbiamo ordini che si schierano contro questa esperienza di fatto non cambierà niente perché non daranno indicazioni agli iscritti. Se poi si mettono a fare la guerra a chi cura personalmente, allora...Anche Aifa, però è stata latente...Altroché. Così come il Cts, cui Speranza ha demandato la paternità della circolare. Ma non è vero: è stata licenziata dal dipartimento di prevenzione che è in capo a lui.Perché è importante questa sentenza?Perché il Tar ha stabilito che non puoi condizionare i medici di medicina generale dando linee guida così stringenti dove sono più le indicazioni delle cose da non fare rispetto a quella da fare. No antibiotico, no cortisone, no eparina. È il medico che decide quando e come questi farmaci devono entrare in campo. Queste sono state le premesse per decretare un vero e proprio abbandono terapeutico.Non è un po' esagerato?Affatto. Di fronte alle linee il medico aveva due strade: o discostarsene e intervenire, col rischio di finire sotto procedimento come il caso che avete appena citato, o attenersi alla vigilante attesa anche in presenza di sintomi....E la Tachipirina...Non è tanto il problema del paracetamolo, che pur riduce le scorte di glutatione, ma il fatto che si è scelto di attendere quando invece tutti i medici che non hanno mai stesso di curare dicevano che bisogna fare l'opposto, cioè intervenire decisamente con farmaci in grado di fermare l'infiammazione sul nascere.Quali?Questo sta alla valutazione in scienza e coscienza del medico.Quindi i medici, in sostanza, hanno sposato la vigilante attesa per evitare guai?Esattamente.Il Ministero ha detto che si opporrà alla sentenza.Non mi preoccupa. Lo diffiderò tenendo presente l'ordine del giorno approvato in Senato.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6882DJOKOVIC, CAPRO ESPIATORIO DEL REGIME di Eugenio CapozziL'espulsione che ha concluso il braccio di ferro tra Novak Djokovic e le istituzioni australiane è la più eloquente dimostrazione di come la strumentalizzazione della paura del Covid abbia prodotto in alcune parti dell'Occidente una regressione autoritaria senza precedenti. Da questo punto di vista l'Australia forse rappresenta il caso che, pur con caratteristiche sue proprie, più si avvicina al regime emergenzialista oggi al potere in Italia.Il tennista serbo - che aveva ottenuto dagli organizzatori degli Australian Open un'esenzione dall'obbligo di vaccinazione imposto per partecipare al torneo, in quanto recentemente guarito dal virus - si è visto rifiutare il visto dal governo con motivazioni pretestuose ed è stato trattato da esso quasi come un delinquente. Dopo averlo tenuto in stato di fermo in una struttura destinata alle quarantene, l'esecutivo ha ignorato il reiterato pronunciamento di un tribunale dello stato di Victoria a favore della regolarità del comportamento di Djokovic e ha confermato l'obbligo di espatrio. Un "cartellino rosso" dovuto, secondo quanto ha dichiarato il ministro per l'Immigrazione Hawke, a "motivi di salute e ordine pubblico", cioè non al fatto che l'atleta violasse le leggi vigenti, ma a ragioni politiche. In pratica il governo australiano considera le opinioni del serbo sui vaccini pericolose, in quanto avrebbero potuto rafforzare nel Paese un movimento di resistenza alle politiche sanitarie in atto.IL GOVERNO AUSTRALIANO IGNORA LE LEGGIInsomma Djokovic è stato espulso, passando sopra le leggi e il diritto, in quanto considerato "nemico del popolo". E la Corte federale non ha potuto fare altro che prendere atto della decisione, in un ordinamento in cui il ministero dell'immigrazione detiene praticamente poteri incontrastati, vista la politica severissima di respingimenti dei migranti irregolari: aspetto, quest'ultimo, oggi dimenticato da tanti nostrani "progressisti" che esultano per la cacciata del serbo in ossequio alla retorica ultravax "pandemicamente corretta".L'atto di forza parossistico di Hawke e del premier Morrison, che crea un enorme danno economico all'industria sportiva del Paese e squalifica irrimediabilmente un torneo Atp ormai falsato, rappresenta la vera e propria apoteosi dell'atteggiamento isterico tenuto dall'Australia rispetto al virus negli ultimi due anni: chiusura totale dei confini nell'illusione folle del "zero Covid", lockdown scriteriati e socio-economicamente catastrofici per pochissimi casi positivi, e infine una campagna vaccinale declinata, come in Italia, con toni drammatici come se fosse l'unica salvezza contro una pestilenza apocalittica, e condita, come in Italia, dalla demonizzazione di chi non intende farsi somministrare il trattamento, e dalla loro esclusione da alcune attività sociali (non comunque così estesa e ricattatoria come quella perseguita dal governo italiano). Il tutto con risultati del tutto negativi sul piano sanitario, visto che con il 90% della popolazione adulta vaccinata nell'ultimo mese i contagi sono cresciuti di quasi 20 volte e i decessi di quasi 10 volte.Ora l'escamotage concordato da Djokovic per la partecipazione al torneo Atp è arrivato, per l'esecutivo federale australiano, come il "cacio sui maccheroni". Il campione serbo è stato cinicamente utilizzato come bersaglio su cui indirizzare la rabbia e la frustrazione di tanti cittadini, distraendoli dalle decisioni folli dell'esecutivo stesso: spingendo all'inverosimile sulla retorica - anche in Italia utilizzata continuamente da governo, Cts e propaganda mediatica - dei "sacrifici" da difendere (questa l'argomentazione di Morrison) contro i "privilegiati" come Novak che pretenderebbero di essere "al di sopra delle regole".UNA GRATIFICAZIONE PER LE MASSE FRUSTRATEUna retorica fatta apposta per dare gratificazione a masse profondamente frustrate, che in questo modo si sentono apprezzate, riconosciute all'interno del "sistema", e concentrandosi sull'odio verso il capro espiatorio scelto dal potere - tanto più odiato in quanto ricco e potente - dimenticano i danni, le umiliazioni, l'espropriazione dei loro diritti fondamentali subìti ad opera di quel potere in nome di una "emergenza pandemica" usata solo per consolidare se stesso. Un meccanismo che in Italia vediamo usato continuamente non solo con le accuse di comportamenti irresponsabili e antisociali nei confronti dei "no vax" e di chiunque osi muovere critiche alle politiche di segregazione e discriminazione poste innatto dal governo Draghi, ma anche con la continua ricerca di "furbi" da additare al pubblico ludibrio, che, appunto, secondo questa narrazione rendono inutili i "sacrifici" fatto dai cittadini obbedienti.Insomma Djokovic è stato per il regime emergenziale australiano il capro espiatorio per eccellenza all'interno di una categoria di persone già additate a pubblici untori. Ma ad un prezzo molto alto: quello di esporre l'Australia agli occhi del mondo intero come un Paese che tratta gli stranieri - e stranieri che sono una risorsa anche per la sua economia - con autoritarismo e prepotenza. Una simile forzatura danneggerà sicuramente la sua immagine e la sue economia nel futuro. Per il momento, però consolida la presa sull'opinione pubblica del suo governo. Che, come molti altri drogati di emergenzialismo, sembra non vedere oltre il giorno presente, chiuso in un atteggiamento da "dopo di noi il diluvio".
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6867IL CO-FONDATORE DI WIKIPEDIA NE DENUNCIA LA DERIVA (ORMAI EVIDENTE DOPO COVID E TRUMP) di Michael SfaradiAlcuni mesi fa Freddie Sayers della UnHerd Tv ha intervistato Larry Sanger, il co-fondatore di Wikipedia e, nonostante i temi affrontati siano più che mai di attualità, tutto è passato in sordina... niente di ciò che è stato detto ha avuto l'eco che meritava, nonostante Sanger abbia avvertito che non ci si può più fidare del sito web da lui ideato, insistendo sull'evidenza che ora il portale fa solo "propaganda" per l'"establishment" di sinistra. Questo forse, ma chi scrive ha pochissimi dubbi, è il motivo per il quale le parole di Sanger sono state un po' in tutto il mondo "urla nel silenzio" perché secondo alcuni chi non si allinea è destinato all'oblio.Rispondendo alle domande, Sanger ha raccontato di aver ideato e iniziato l'enciclopedia delle opinioni nel 2001 con l'idea di base che avrebbe dovuto offrire neutralità e più punti di vista, in particolare sulle questioni scottanti. Ma se si considera che le voci conservatrici vengono costantemente e severamente avvertite, se non espulse, quando cercano di aggiungere una visione diversa dalle opinioni dell'establishment, tutto diventa ormai solo pura propaganda. "Non si può citare Fox News su questioni socio-politiche, è proprio vietato. E questo significa che se una controversia non appare nei principali media di centrosinistra non apparirà su Wikipedia. Ora ci si può affidare al sito solo per ‘dare un punto di vista dell'establishment' piuttosto che sulla vasta gamma di opinioni. Esattamente il contrario di quello che, almeno all'inizio, si voleva dare".Ma Sanger come un vero fiume in piena ha insistito sull'apparente repressione delle voci conservatrici e sul punto che se viene consentita solo una versione dei fatti si dà un enorme incentivo alle persone ricche e potenti a prendere il controllo di cose come Wikipedia al fine di rafforzare il loro potere. "Cosa che già stanno facendo - ha continuato - c'è un gioco molto grande, brutto e complesso che viene giocato dietro le quinte per far dire agli articoli pubblicati ciò che qualcuno vuole che sia detto", e ha affermato inoltre che ci sono "tutti i tipi di trucchi che queste persone possono giocare per vincere, incluso l'uso di società di pubbliche relazioni dedicate per influenzare l'opinione pubblica".Citando la voce relativa al presidente Biden, il co-fondatore di Wikipedia ha osservato il poco rispetto alle preoccupazioni che i repubblicani hanno avuto su di lui e che, di fatto, se si vuole conoscere qualcosa che assomigli lontanamente al punto di vista repubblicano su Biden non lo si potrà mai ottenere su quel sito. "Ha notato che c'era solo un breve paragrafo sullo ‘scandalo Ucraina', che coinvolge il figlio del presidente, nonostante l'indignazione politica che ha creato. Si può trovare molto poco di questo su Wikipedia, e quel poco è estremamente parziale", ha evidenziato citando uno dei tanti punti che sono come cartina di tornasole della situazione nell'informazione.Poi, passando dalla politica all'attualità più stretta, Larry Sanger ha osservato che nella copertura al Covid-19, Wikipedia riflette solo e unicamente il dottor Anthony Fauci e i gruppi sanitari del governo, di fatto i portavoce dell'establishment, mentre le opinioni di molti vincitori di premi Nobel e dottori illustri non solo non sono benvenute, ma letteralmente censurate. E questo vale anche per YouTube, Facebook e Twitter quando si contraddice la narrativa ufficiale. Come scrivevo in apertura questa intervista non ha avuto l'eco che meritava, e neanche risposte o prese di posizione da parte di coloro che erano nel mirino delle parole di Larry Sanger, e questo, sicuramente, per non alimentare la polemica e non dare modo di far circolare l'intervista.Qualcuno di quelli ancora non addormentati dalla propaganda avrebbe potuto porre domande scottanti o chiedere le prove che Sanger è impazzito, e, a quel punto, dare una risposta sarebbe stato imbarazzante nel migliore dei casi e pericoloso nel peggiore. Difficile però dargli torto considerando che nel gennaio scorso Twitter ha staccato la spina e ha chiuso per sempre l'account dell'ex Presidente Usa Donald Trump, accusandolo di aver ripetutamente violato le regole incitando il suo popolo alla violenza, mentre gli account di diverse organizzazioni terroristiche come ad esempio Hamas che, anche se era stato oscurato nel novembre del 2019, ha fatto nuova iscrizione a gennaio 2020 e dopo due anni è ancora in linea.Nota di BastaBugie: Eugenio Capozzi nell'articolo seguente dal titolo "Il network di Trump, sfida al monopolio progressista" spiega come Trump, bannato a vita dai grandi social network, sta varando il suo. Non sarà un'impresa facile, ma ha già un potenziale bacino di utenti immenso.Se vuoi essere in prima fila nel varo del nuovo social iscriviti a Truth Social:https://truthsocial.comEcco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 26-10-2021:La notizia era stata anticipata da tempo, ma ora pare essere effettivamente in via di realizzazione: Donald Trump annuncia che sta per lanciare una sua piattaforma di comunicazione, in concorrenza con i colossi di Silicon Valley, chiamata significativamente e polemicamente "Truth Social". L'ex presidente statunitense ha dichiarato, nel battagliero annuncio della sua nuova impresa, che il nascente network è concepito per resistere alla "tirannia delle Big Tech", e "cancellare la cancel culture".L'annuncio è stato accolto con notevole interesse dagli investitori finanziari, che hanno fatto impennare in borsa le azioni della DWA, società destinata a raccogliere fondi per l'operazione che dovrebbe fungere da base al progetto trumpiano. Sono però emersi, al contempo, problemi di copyright potenzialmente molto seri, in quanto la Trump Media & Technology Group è stata accusata di aver copiato, senza citarlo esplicitamente, un software open access tedesco, Mastodon, e, se non fornisse assicurazioni in proposito, tutta la piattaforma potrebbe essere bloccata. Quindi al momento non è possibile avventurarsi in previsioni sulle possibilità di successo dell'audace progetto trumpiano; anche se è facile immaginare che, quand'anche riuscisse a prendere il via, non avrà vita facile, e i suoi avversari porranno ad esso innumerevoli ostacoli.Ma il punto non è questo, né è solo quello della sorte politica e mediatica dell'ex presidente. In realtà la sua vicenda personale, che trova nella creazione di Truth Social un nuovo sviluppo, pone in evidenza un elemento fondamentale nell'assetto politico, istituzionale e culturale delle democrazie occidentali nel loro complesso. Il fatto che un presidente degli Stati Uniti sia stato censurato e cancellato da tutte le principali fonti del dibattito pubblico nel suo Paese e a livello globale, ormai indissolubilmente legato ai social media, è un avvenimento enorme ed inusitato, ma soprattutto è la punta di un iceberg sconfinato: lo snaturamento totale della libertà di espressione e del pluralismo in società cresciute per secoli intorno all'idea della necessità di una dialettica anche aspra come necessario humus dei diritti civili e politici.Da decenni ormai l'Occidente assiste infatti alla progressiva, apparentemente irrefrenabile affermazione di un'ideologia "politicalcorrettista" che si sostanzia in una aggressiva forma di censura, delegittimazione, demonizzazione di parole, idee, opinioni ritenute offensivi, discriminatori, portatori di "odio": sanzioni decretate da una autonominata "giuria" di intellettuali, politici, operatori dei media mainstream. Un'esclusione arbitraria, unilaterale delle voci "eretiche" dal dibattito pubblico che parte dai college universitari, e si estende a tutti rami della cultura, incluso l'intrattenimento, fino ad influenzare pesantemente la politica, accordando presentabilità e accesso soltanto ad alcuni soggetti - generalmente gli esponenti del progressismo che ha sposato il relativismo "diversitario".Ma - ciò che se possibile è ancor più grave - tale nuova "inquisizione" si è imposta parallelamente ad un altro processo che ha condotto a crescenti limitazioni della libertà di espressione e del pluralismo: la vertiginosa concentrazione dei mass media all'interno di enormi oligopoli, o in qualche caso monopoli di fatto, avvenuta con la digitalizzazione della comunicazione, e soprattutto con il dominio dei social network. I due fenomeni nell'Occidente globalizzato si sono andati connettendo sempre più strettamente, diventando in pratica interdipendenti. Infatti la nuova ultra-borghesia dei magnati hi tech, formatasi quasi tutta biograficamente e culturalmente proprio nell'ideologia del progressismo relativista, ha abbracciato fisiologicamente i principi della "correttezza politica". O, se non lo ha fatto spontaneamente, lo ha fatto per interesse: in primo luogo perché ha fiutato che le conveniva diventare espressione dell'establishment socio-politico-culturale occidentale per averne in cambio favori; in secondo luogo perché, per ragionamento o per istinto, essa è in realtà ostile al pluralismo, e favorevole ad un modello di società paternalistico, verticistico, dirigistico, in qualche modo affine a quello incarnato oggi dal regime cinese, in cui i suoi monopoli/oligopoli possono trovare un ambiente particolarmente adatto, e le tecnologie da essa elaborate possono fungere da infallibile strumento di controllo e sorveglianza collettiva.Il risultato di questo ferale abbraccio è stata la drastica riduzione della possibilità di mantenere vivo nelle democrazie occidentali un confronto senza sconti tra tesi, opinioni, "narrazioni" alternative sul piano dei principi etico-politici: sostituito quasi sempre ormai da un sostanziale unanimismo, a cui corrisponde una
VIDEO: RAGAZZO VACCINATO di Fabio Lucentini parodia RAGAZZO FORTUNATO di Jovanotti (Quarantena Version) ➜ https://www.youtube.com/watch?v=ZECV3UT8A14&list=PLolpIV2TSebVSarVSJS-Gy5hJo3_40bhITESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6874NOVAK DJOKOVIC, UN NOVAX CHE CE L'HA FATTA di Ermes DovicoSe non si è superata fin qui la fantasia di Kafka (vedi l'infelice Josef K. del suo Processo), è solo perché il caso di Novak Djokovic è finito davanti a un giudice, Anthony Kelly, che ha mostrato buonsenso. Ricordiamo in sintesi i fatti.Dopo che il tennista serbo era stato trattenuto dai funzionari di frontiera all'aeroporto di Melbourne la notte tra il 5 e il 6 gennaio, e il suo visto temporaneo cancellato, il giudice Kelly nell'udienza di ieri ha ribaltato la decisione sul visto e disposto che Djokovic venisse liberato entro mezzora dalla detenzione per immigrati. Come è poi avvenuto. La toga australiana ha anche stabilito che il Ministero degli Interni, l'altra parte convenuta in giudizio, debba pagare le spese processuali di Novak. Nell'ordine del giudice si legge che il ministro Karen Andrews (che nei giorni precedenti l'udienza aveva detto che Djokovic non era prigioniero ma «libero di lasciare l'Australia») ha concesso che la decisione alla frontiera di cancellare il visto era «irragionevole» per le circostanze in cui è stata presa.In particolare, alle 5.20 locali della mattina del 6 gennaio - dopo un'intera notte tra interrogatori vari nei quali il tennista aveva spiegato di avere tutte le carte in regola - a Djokovic era stato concesso tempo fino alle 8.30 (appena tre ore!) per riposare un po' e poter contattare i suoi legali, così da fornire le risposte capaci di evitare l'annullamento del visto. Ma gli stessi funzionari avevano svegliato il fuoriclasse neanche un'ora dopo cercando di convincerlo che fosse meglio per lui concludere prima l'interrogatorio, senza contattare nessuno. Risultato: alle 7.42 il visto di Djokovic veniva cancellato. Una (fondamentale) concessione di tempo rinnegata, insomma, come ha affermato, dopo aver letto i verbali degli interrogatori alla frontiera, il giudice Kelly. Il quale, in aula, ha pure osservato: «Abbiamo queste persone che dicono: "Guarda, contattare i tuoi avvocati non servirà a nulla, quindi perché non la finiamo qui?"».DETENUTO IN UN HOTEL-PRIGIONEDi fronte a questa plateale lesione dei diritti di Djokovic - cui si è aggiunta l'umiliazione di essere detenuto in un hotel-prigione per richiedenti asilo, privato di quasi tutti gli effetti personali, con cibo avariato e scarafaggi nelle camere (così la stampa), impossibilitato a partecipare alle celebrazioni del Natale ortodosso e senza potersi allenare per quattro giorni (fino a ieri, quando è andato alla Rod Laver Arena da uomo libero) - l'avvocato C. Tran, per il Ministero degli Interni, ha dovuto comunicare che il ministro Andrews aveva deciso di riconoscere l'irragionevolezza della decisione di cui sopra. Ma prima della fine dell'udienza la Corte è stata informata che un altro esponente del Governo australiano, il ministro per l'Immigrazione Alex Hawke, considererà se esercitare il suo potere personale, molto discrezionale, di cancellare comunque il visto.Un fatto che potrebbe portare a un divieto di ingresso di Novak sul territorio australiano per 3 anni. Secondo quanto riferisce il giornale The Age, Hawke avrebbe dovuto decidere entro 4 ore, ma il ministro ha rinviato a martedì 11 gennaio ogni eventuale decisione. Nel momento in cui scriviamo, alla luce delle 7-10 ore di fuso orario con l'Australia, non sono trapelate novità.Rimane il fatto che Djokovic si è dovuto districare tra una giungla di regole, conflitti e rimpalli di responsabilità che coinvolgono Tennis Australia - la federazione nazionale che ha un normale interesse alla partecipazione del numero 1 al mondo e campione in carica degli Australian Open -, lo Stato di Victoria (dove Djokovic è atterrato e dove si svolgerà il torneo dal 17 al 30 gennaio) e il Governo federale. Rimandando a The Age per una ricostruzione delle principali date della saga, ricordiamo che il serbo aveva ottenuto dal Governo federale il 18 novembre 2021 un visto temporaneo per l'ingresso nel Paese, poi un'esenzione medica dalla vaccinazione ufficializzata da Tennis Australia il 30 dicembre e appoggiata da un panel di esperti dello Stato di Victoria (riguardo al giallo della presenza in pubblico all'indomani del test positivo del 16 dicembre, questo può contare come un'imprudenza di Djokovic ma se il test è veritiero non inficia l'esenzione ottenuta) e il 5 gennaio il premier federale Scott Morrison aveva affermato che l'esenzione fosse «una questione di competenza del governo di Victoria». Salvo cambiare rotta qualche ora più tardi, sull'onda del baccano pubblico contro Djokovic, e twittare «le regole sono regole» poco dopo la decisione dei funzionari di frontiera. Un pasticcio totale.IL DIRITTO AL LAVOROLeggendo tutta la trafila si comprende che Novak, lungi dall'essere trattato quale il "privilegiato" descritto dal mainstream, ha fatto il possibile per riacquisire un suo diritto - giocare a tennis, il suo lavoro - muovendosi tra regole (peraltro cangianti) al limite dell'impossibile per chi non si è vaccinato contro il Covid. Di qui la domanda retorica del giudice Kelly: «Che cosa poteva fare di più quest'uomo?».Il suo caso è la punta dell'iceberg della barbarie del vaccinismo, inteso come ideologia che - si badi bene - nulla c'entra con la libera scelta di chi vuole vaccinarsi, bensì riguarda la volontà da parte di un potere centrale di costringere alla vaccinazione l'intera popolazione, senza riguardo a un virus che colpisce in modo diverso in base ad età e altre condizioni personali, alla possibilità di cure domiciliari precoci, alle riserve morali sui più noti vaccini anti-Covid e alle loro stesse peculiarità.Gli ostacoli posti a Djokovic e a chi non si vaccina continuano a fondarsi sul pregiudizio antiscientifico, ma duro a morire, dei vaccinati totalmente non contagiosi (e anche "immuni") e dei non vaccinati untori. A ciò si aggiunga l'irrazionalità del giro di vite contro uno straniero che è venuto in Australia per giocare - uno contro uno - su un campo di tennis. Ma forse c'entra qualche incredibile stato di emergenza? No. L'Australia è in estate e i dati ufficiali, per un Paese di circa 26 milioni di abitanti, non tratteggiano certo un'emergenza: attualmente sono 324 i pazienti in terapia intensiva e 5.666 gli ospedalizzati; c'è un totale di 2.389 morti per Covid in due anni.L'accanimento contro Djokovic è quindi il segno di un potere (non solo australiano, evidentemente) che sragiona e crea divisione sociale. Inducendo a condannare senza appello sui media di mezzo mondo un professionista che nell'aprile 2020 - con l'Italia in piena crisi da virus - era stato lodato per aver donato un milione di euro all'ospedale di Treviglio per fronteggiare il Covid (in mezzo ad altre donazioni). Questo prima che insorgesse il manicheismo vaccinista, che per il bene di tutti bisognerebbe lasciarsi alle spalle.
VIDEO: Londra senza greenpass e mascherine ➜ https://rumble.com/vs9sx4-londra-senza-greenpass-e-mascherine.htmlTESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6876STIAMO DIVENTANDO COME LA COREA DEL NORD? di Carlo LottieriQuanti s'arrogano il diritto di gestire la nostra esistenza, e pretendono pure di disporre del corpo altrui, hanno preso le loro decisioni, optando tra l'obbligo vaccinale sopra i 50 anni per tutti. Nella sostanza, con questa misura l'Italia espellerà dal mondo produttivo e dalla società molte centinaia di migliaia di persone, introducendo ghetti ancora più duri e brutali di quelli già in vigore.Nonostante la retorica dei media di regime continui a battere sulla grancassa della solidarietà di maniera e di quello che viene presentato come un "dovere civico", a questo punto ci troviamo entro un sistema politico sempre più autoritario, il quale pretende di legittimarsi su base tecnocratica e ora si appresta a espellere dal lavoro numerosi nostri concittadini, "rei" di non avere consegnato il braccio allo Stato. Di conseguenza molti abbasseranno la testa e si vaccineranno contro la loro volontà.Usare in questo contesto il termine "autoritario" non è una forzatura, se soltanto si considera che la cultura accademica mainstream ha ormai ampiamente legittimato un ritorno di logiche fasciste perfino per contrastare il cambiamento climatico. [...]Nella cultura politica egemone la logica autoritaria non è ad appannaggio di piccoli gruppi radicali, come si vorrebbe far credere, ma invece è interpretata dalle élite e da una parte significativa della massa, ormai ampiamente narcotizzata.CAOS TAMPONI: SERVONO O NO?La situazione è la seguente. Anche se i vaccini hanno mostrato di funzionare in maniera assai imperfetta e anche se - ad esempio - colui che ha accettato la vaccinazione non è affatto potenzialmente meno infettante di chi ha fatto un tampone nelle ultime 48 ore, il green pass "base" utilizzato in questi mesi non basterà più. La cosa è paradossale, dato che in una serie di circostanze - per visitare qualcuno in ospedale, ad esempio - anche ai vaccinati viene spesso chiesto di fare un tampone (riconoscendo che il vaccino non garantisce molto), ma quel medesimo test non sarà più sufficiente per lavorare. E tutto questo mentre a diffondersi è una versione ben poco pericolosa del Covid-19, l'Omicron, e molti infettati sono appunto tra i plurivaccinati.Non c'è alcun serio ragionamento scientifico che possa giustificare una simile barbarie giuridica, che sta mettendo in una situazione disperata un numero altissimo di persone. Il calcolo è tutto politico e questo è stato ben chiaro fin dall'inizio: altrimenti non si capirebbe perché in Svizzera un guarito ottenga un pass che dura 12 mesi ed è pure rinnovabile di tre mesi in tre mesi in presenza di alti valori anticorpali, mentre da noi la durata dell'esenzione è soltanto di 6 mesi.In Italia, così, abbiamo costruito una serie di ghetti e abbiamo creato un gran numero di emarginati. Alle molte migliaia di lavoratori già ora "sospesi" a tempo indeterminato - tanto più che il ceto politico non ha alcuna intenzione di porre fine alla pandemia - se ne aggiungeranno tantissimi altri. S'è edificato un mondo di paria e senza diritti, con il pieno consenso dei sindacati di regime. Questi nostri concittadini che hanno scelto legittimamente di non vaccinarsi proveranno a resistere usando i risparmi (se ne hanno) oppure cercheranno la solidarietà di altri; immagineranno forme alternative e illegali di lavoro; molti di loro, certamente, rinunceranno ai loro principi e alle loro idee e quindi alla fine si faranno vaccinare, perché esiste sempre un punto di resistenza oltre il quale non si può più procedere.NUOVI GHETTIAveva compreso già tutto Alexander Solzenycin, quando nel gulag aveva scritto che "a vantaggio di chi governa, e a scapito di chi viene governato, l'uomo è fatto in maniera tale che - fin che resta in vita - c'è sempre qualcosa di più che gli si può fare". I nostri padroni sanno sempre che a un certo punto troveranno qualcosa che ci farà crollare: che la nostra resistenza verrà meno. Tra i renitenti, naturalmente, più di uno sta cercando di capire in che modo sia possibile andarsene con la propria famiglia e rifarsi una vita altrove: nel Regno Unito, in Svezia, in Florida ecc.Oltre a ciò abbiamo altre piccole tragedia. Abbiamo infatti persone, spesso anziane, che si trovano confinate in piccole isole e senza alcuna possibilità di andare a farsi curare, dato che non possono utilizzare i traghetti. Chi vive a Sant'Erasmo (nella laguna veneta) oppure a Filicudi (a nord della Sicilia), se non accetterà di farsi vaccinare non potrà recarsi in ospedale e accedere ai servizi sanitari. Perfino tutti i non vaccinati della Sardegna che avessero bisogno di qualche visita sul continente dovranno rinunciarvi. Una follia.È insomma un mondo infernale, profondamente violento e ingiusto, quello che l'attuale governo ha allestito per una fetta significativa della popolazione, ma non si può dire che Mario Draghi sia stato disonesto, dato che già a fine novembre aveva dichiarato: "Spero che coloro che da oggi saranno oggetto di restrizioni possano tornare a essere parte della società con tutti noi". La logica del ghetto non è mai stata celata, ma anzi è stata posta al centro delle scelte politiche.Essere fuori dalla società, in effetti, significa trovarsi in un ghetto legale: in un mondo separato nel quale numerosi diritti sono negati. Draghi è un tecnocrate cinico e del tutto irrispettoso dei diritti fondamentali, ma ha il pregio di esprimere con chiarezza e trasparenza quello che pensa dei propri sudditi. Il costruttore dei nuovi ghetti, quanto meno, non si nasconde dietro a un dito.Nota di BastaBugie: Giuseppe De Lorenzo nell'articolo seguente dal titolo "Miozzo choc: Basta democrazia. Arrestiamo i no vax" spiega perché l'ex coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico evoca l'arresto dei no vax.Ecco l'articolo completo pubblicato sul Blog di Nicola Porro l'8 gennaio 2022:Agostino Miozzo, poco rimpianto capo del Cts ai tempi dell'era Conte, in Corea del Nord ci ha vissuto davvero. Un Paese dove c'è una "dittatura vera", ricorda. E da cui deve aver imparato i fondamenti del regime. Già, perché oggi, nella sua intervista rilasciata al Corriere, è arrivato a proporre per l'Italia un modello Kim Jong-un. In sintesi: basta democrazia in nome dell'emergenza pandemica, arresto per i dissidenti no vax e multe da capogiro a chi non si piega alla puntura obbligatoria.Il brutto è che non stiamo esagerando noi. Ha detto proprio così. Sentite qui. Il giornalista chiede: la convince la multa da 100 euro per gli over 50 che violano l'obbligo vaccinale? Risposta: "Lo chiede a me? Io metterei l'obbligo assoluto totale. Nell'emergenza in cui siamo non ci è permesso essere democratici. Tutti abbiamo parlato di guerra. E in guerra decide il comandante. E si prende le responsabilità". Avete capito? Ripetiamo: nel mezzo dell'emergenza Covid "non ci è permesso essere democratici". Affermazione che, per proprietà transitiva, si traduce nel decisionismo assoluto di "un comandante" unico, cioè una sorta di dittatore, che il professor Umberto Galimberti ha già identificato nel salvifico Mario Draghi. Visto che sogna di traslocare al Quirinale, un tempo residenza dei Pontefici, potremmo eleggere SuperMario direttamente successore di Pietro col Triregno, l'infallibilità papale e il governo monarchico su tutta Italia. Cosa ne dite?Ma torniamo a Miozzo. Seconda domanda del giornalista: Quale sanzione prevederebbe per chi non si vaccina? Risposta: "Anche l'arresto". Ripetiamo: l'arresto. Come nelle Filippine del dittatore (aridaje) Duterte: lì se i non vaccinati escono di casa, la polizia li prende, li ammanetta e li butta in galera. Non sappiamo se Miozzo oltre che in Corea del Nord abbia abitato e lavorato anche nelle Filippine, ma deve averne comunque appreso i metodi. In fondo basta ripetere il ritornello "i non vaccinati fanno correre pericoli agli altri" per giustificare tutto, pure derive liberticide, propositi dittatoriali, fine della democrazia e arresti indiscriminati.Ora ci rivolgiamo agli ultras delle chiusure anti no vax e no pass. Fate una pausa e riflettete: non vi pare di esagerare un tantino?
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6869LETTERA AL TITOLARE: NON MI VACCINO E NON MI PIEGO AL GREEN PASSEro una partita iva ma i vari lockdown mi hanno fatto chiudere ed ora, da operaio, sono costretto a scegliere se piegarmi o no: questa realtà mi toglie il fiato, ma poi il mio sguardo volge verso il cielo e Gesù mi sorridedi ChristianCiao (nome titolare) e buon anno.Rispondendo alla tua email, sono a ringraziarvi per la fiducia e l'opportunità datami.Sono sicuro che un accordo economico sarà l'ultimo dei nostri problemi, rifletto però sulla tua domanda relativa ai tempi che corrono.Ragiono come padre di famiglia, come uomo responsabile della vita di altri esseri umani che da me dipendono, come uomo religioso che ha in Gesù Cristo l'unico punto di riferimento, nella sacra scrittura, la Bibbia, parola di Dio.Alla tua domanda ho solo una risposta, che è la stessa che elaborai all'inizio di tutta questa farsa.Non voglio fare un trattato filosofico e neppure un diktat morale, ma la mia convinzione rimane tale e quale.Non mi inginocchierò mai davanti all'uomo, tanto meno se si arroga il diritto di decidere sulla mia vita, sulle mie libertà, sulla mia morale, e soprattutto se mi ordina di contravvenire ai comandamenti che Dio mi ha dato.Comandamenti sui quali incentro la mia vita, la mia morale e la mia libertà.Pertanto, escludendo a priori una inoculazione di un siero sperimentale mortale, pericoloso e soprattutto inutile, non sottostarò mai al consecutivo gioco a cui vorrebbero obbligarmi a partecipare. I tamponi, ormai dichiaratamente e ufficialmente spiegati come inutili dallo stesso CDC americano, in quanto possono confondere influenza con covid, e valutando la pericolosità di omicron che è pari ad un raffreddore (dichiarazioni ufficiali dei medici in Africa scopritori della variante) e leggendo i dati ormai incontrovertibili che girano in tutto il mondo tranne che in Italia, non posso che non obbedire ad una narrazione orweliana, distopica, autoritaria e dittatoriale, che attraverso la nuova bibbia, la televisione, e un nuovo dio, il vaccino, vuole convincerci che l'unica "verità" è nelle mani di una falsa scienza, asservita ad interessi economici sproporzionatamente giganteschi delle note case farmaceutiche.Non posso e non voglio obbedire a uomini politici che nel dichiararsi per il bene altrui, in realtà stanno facendo solo giochi di poltrone e di soldi, contravvenendo ogni regolamento internazionale sui diritti umani e la nostra costituzione.Detto questo, io credo in Dio e nella Sua Divina Provvidenza, credo nella vera Santa Chiesa e nella comunione dei Santi, che ci hanno insegnato la vera dottrina (non quella che oggi "qualcuno" vuole imporci) ma soprattutto nella preghiera, azione che accompagna ogni mia giornata.Non ho paura dell'uomo, che può fare perire solo il mio umile e corrotto corpo, ma temo Colui che può farmi perire per l'eternità giudicando e condannando la mia anima.Credo nello Spirito Santo che attraverso la Sua luce illumina le mie scelte.Tutto quello che stiamo vivendo è, che ci crediate oppure no, ma ormai è fin troppo evidente anche ai più convinti, una vera e propria manipolazione, un controllo coercitivo che vuole obbligarci ad una spersonalizzazione forzata, atta a raggiungere un unico scopo, l'ubbidienza incondizionata.Ti sembrerò pazzo, ma tutto quello che sta accadendo (green pass, prima dose, seconda dose, terza dose, forse una quarta, tamponi per i vaccinati, obbligo vaccinale nascosto) io lo avevo già chiaro nella mia mente, era già evidente all'inizio e lo dicevo già alle prime avvisaglie di una dittatura mascherata come emergenza pandemica.Non voglio convincere nessuno e nemmeno insegnare qualcosa, ma soprattutto non voglio mancare di rispetto a nessuno.La paura ha condizionato tutti e ognuno ha reagito come si sentiva di fare.Ma ora siamo arrivati al punto che se non abbiamo un super pass rafforzato (solo il termine fa ridere, per non piangere) rischiamo di non poter lavorare, rischio che i nostri beneamati governanti hanno già minacciato.La Bibbia ci insegna che quando l'uomo si vuole sostituire a Dio, cosa che oltretutto gli è impossibile, attira su di se la Sua ira e ben presto cadrà, finendo nel fuoco eterno della Geenna.La Sua ira misericordiosa sarà inarrestabile e solo questo dovrebbe farci riflettere e guidare le nostre scelte. Ma non per paura, ma per il vero dispiacere di offendere Colui, che per infinito amore, ci ha creato.Ci troviamo oggi a dover scegliere e decidere su chi e come far lavorare oneste persone, seguendo una narrativa completamente insensata. Infatti oggi brave persone si trovano, loro malgrado, a discriminare altre brave persone solo perché queste ultime scelgono un dissenso pacifico, appoggiandosi oltretutto a principi garantiti dalla costituzione italiana, e dove l'onore, la stima, il rispetto, ma soprattutto l'amore, ormai hanno lasciato il posto alla paura. E se la paura è l'unica cosa a dirigere le nostre azioni, queste non potranno che essere opera del diavolo, il quale solo così, può farci fare quello che vuole lui.Solo questo dovrebbe farci riflettere sulla bontà della gestione di tutta questa situazione.Non si tratta più di obbedire o disobbedire a chi ci mal governa. Ma di guardare oltre, più lontano e cercare di capire a quale futuro vogliamo andare incontro.I miei riferimenti in questo mondo, non sono Draghi, Speranza, il CTS, o qualche virologo da televisione, ma persone come Franz Jagerstatter, Massimiliano Maria Kolbe, Padre Pio, uomini, santi coraggiosi che si opposero al male contrapponendo il bene, affidandosi completamente anima e corpo a Gesù Cristo, donandoci così, a tutti noi, grazie immense come la Fede, la Speranza, ma soprattutto la Carità.Loro mi hanno insegnato cosa vuol dire vivere. Cosa vuol dire vivere per Nostro Signore.Rivolgo le mie preghiere quotidiane a nostra Signora della Pace, Maria Santissima, che guida i miei passi. Con Lei non temo nulla.Sarete pertanto e comunque nelle mie preghiere, per il tempo trascorso e se vorrete per il tempo che trascorreremo insieme in futuro.Quindi lascio a te e a voi la scelta finale, se considerarmi come un problema difficilmente gestibile oppure un collaboratore con il quale vale la pena continuare a lavorare nonostante i "relativi rischi".Grazie.Christian
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6875AVVENIRE E ALETEIA CONTRO I CATTOLICI NON ALLINEATI AL POTERE di Paolo GulisanoIl problema della Pandemia, come è sempre più chiaro anche dopo gli ultimi provvedimenti del governo, non è contrastare il virus, ma combattere i No Vax. Questo termine - lo ripetiamo da tempo sulla NBQ - è diventato una sorta di parola magica, un termine per identificare l'antagonista, il nemico. Il capro espiatorio di ciò che sta accadendo, compresi i fallimenti delle strategie di contenimento dell'epidemia. Un termine quasi metafisico, o metapolitico. Non è un caso che l'origine della parola venga proprio dal gergo politico.Fu coniato nel 2017, quando il ministro della Salute Beatrice Lorenzin introdusse l'obbligo coercitivo per dieci vaccinazioni per l'infanzia. Per i genitori che non volevano sottoporre i propri figli a questa pratica, c'erano sanzioni economiche e soprattutto l'allontanamento dei bambini dalle scuole. Eravamo in un clima di piena retorica dell'"inclusione", ma lo Stato cominciava a espellere dalle scuole statali e paritarie chi non si adeguava. E per i genitori che protestavano, venne coniato questo termine spregiativo, "No Vax", che riprendeva il celebre "No Tav" attribuito a coloro che si opponevano alla realizzazione dell'Alta Velocità in Val di Susa, identificati come violenti oppositori del progresso.E così cominciò a far capolino sulla stampa questa parola, No Vax, ora diventata la più usata, la più celebre, la più esecrata dell'era pandemica. Si odia più il No Vax che il virus stesso, e lo si vede dall'odio bestiale presente sulla Rete, sui Social, nelle chiacchiere della gente.CAMPAGNA DI DISCRIMINAZIONE E DI ODIOMa nonostante la palese campagna di discriminazione e di odio nei confronti delle persone che hanno fatto la scelta di non sottoporsi alla vaccinazione, secondo un diritto da sempre riconosciuto nel mondo libero (non dimentichiamo che la vaccinazione obbligatoria era praticata solo nei Paesi dei Regimi Comunisti), c'è chi diffonde narrazioni ancora più offensive nei confronti di queste persone, cercando di screditarle moralmente. E visto che si tratta di morale - o meglio, di moralismo - il lavoro sporco è stato affidato ai cattolici collaborazionisti, alla Chiesa di Stato.Così il quotidiano dell'Episcopato italiano - Avvenire - ha pubblicato nei giorni scorsi un significativo editoriale di Marina Corradi. Il titolo, "Questa letale ansia di guerra", farebbe sperare ad un ripensamento provvidenziale di Avvenire, che in più occasioni ha ospitato editoriali bellicistici del professor Ricciardi, collaboratore del ministro Speranza. L'occhiello poi promette anche di meglio:: "L'ostinato rifiuto delle cure anti-Covid", e il lettore ingenuo spera che finalmente il quotidiano della CEI affronti la vergogna dei medici di base che ancora oggi - nel 2022 - non fanno che prescrivere il solo paracetamolo alle persone malate, o che non rispondono alle chiamate, non sono nemmeno reperibili, lasciando così i pazienti nell'angoscia e nella disperata ricerca di un medico.Niente di tutto questo. L'ansia di guerra è quella dei cosiddetti No Vax. Non sono loro che hanno perso il lavoro, che non possono entrare in molti esercizi commerciali, che non possono salire sui mezzi pubblici, a subire un'aggressione ideologica e sociale senza precedenti: sono invece dei bellicosi, degli aggressivi. E quel che è peggio è che sono aggressivi verso se stessi. La Corradi ci narra di una sedicente voglia di suicidio da parte dei cosiddetti No Vax. Desiderano la morte, e quindi, visto che queste righe sono pubblicate su un giornale cattolico, ecco che viene comminata nei loro confronti una squalifica morale: il suicidio è un peccato grave. Il No Vax pecca gravemente, e questo non è che l'ultima accusa di peccaminosità, dato che già il solo sottrarsi all'"atto di amore" - come definito dal Vescovo di Roma - per molti esegeti è un peccato contro la carità.L'UNICA ANSIA DEI MALATI È DI TROVARE CHI SI PRENDA CURA DI LOROPoco importa che l'andamento epidemiologico ci stia dimostrando che i vaccini non interrompono la trasmissione e la diffusione del virus e quindi non servono a preservare il prossimo tuo: a credere al doverismo moralistico dell'inoculazione è rimasta solo una certa Chiesa, e lo fa lanciando accuse inverosimili.Chi cura sul campo i malati di Covid, vaccinati o meno, perché chi cura davvero non fa discriminazioni, non ha mai trovato questo "cupio dissolvi" presunto dalla Corradi. Chi cura vede invece persone sempre più spaventate dalla narrazione sulla malattia, terrorizzate dalla sofferenza e dalla morte, e tutti chiedono solo di guarire.L'unica ansia dei malati è quella di trovare chi si prenda cura di loro, che non li abbandoni, che dia loro le terapie adeguate per guarire. Non è vero che i sedicenti No Vax "si condannano a morte da soli". Chi cura davvero li ha visti aggrappati alla vita con tutte le forze rimaste loro, così come i loro famigliari.Marina Corradi nel suo editoriale riprende le tesi della Società degli anestesisti italiani,che ha diffuso un comunicato per supportare i propri colleghi impegnati con pazienti "irriducibili". Quella Società che già all'inizio dell'epidemia sosteneva che di fronte al sovraffollamento dei reparti andassero praticate delle "selezioni" con determinati criteri rispetto ai pazienti da assistere in terapia intensiva, un concetto sul quale ci sarebbe molto da discutere. La giornalista prende per buona questa narrazione che vedrebbe una presunta volontà di morte attuata attraverso il rifiuto di cure (non ben precisate), ma forse - da brava giornalista qual è -, dovrebbe andare a raccogliere anche le tante testimonianze di persone - malati o loro famigliari - che sono stati aggrediti verbalmente, insultati, resi oggetto di pesanti sarcasmi da parte di personale sanitario, per il fatto di non essersi fatti vaccinare.Testimonianze impressionanti, che rivelano uno scenario del mondo della Sanità molto meno idilliaco rispetto a quello prospettato da Avvenire. Uno scenario che rivela che, se una guerra c'è, come scrive il quotidiano della CEI, è fatta non a senso unico, ma da due parti. E si scoprirà qual è la parte che sta maggiormente soffrendo, e non certo per propria presunta volontà suicida.Nota di BastaBugie: Riccardo Cascioli nell'articolo seguente dal titolo "Se i media cattolici pro vax sono pagati da Soros e Gates" parla del consorzio di media cattolici, catholic-factchecking, guidato da Aleteia, un progetto per silenziare i giornalisti cattolici non allineati al potere.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 10 gennaio 2022:Una ben documentata inchiesta del sito americano Church Militant rivela come Google, Soros e Bill Gates finanziano i media cattolici pro-vax per contrastare chi nella Chiesa non è allineato al verbo vaccinista. E si scopre che a guidare il consorzio di media cattolici che si autonominano fact-checkers (cioèche controllano la veridicità delle notizie, in questo caso sui vaccini anti-Covid) è il sito Aleteia, testata pubblicta in sette lingue, che gode di una stretta collaborazione con il Dicastero vaticano per la Comunicazione oltre che con il Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione.Il consorzio, che comprende una trentina di testate, è attivo da qualche mese e cerca nuove reclute attraverso il proprio sito catholic-factchecking.com (che viene definito "International Catholic Media Consortium on Covid-19 vaccines", ovvero Consorzio internazionale dei media cattolici sul vaccino Covid-19). E il consorzio è uno degli undici progetti (su 309 concorrenti di 74 paesi) a essersi spartiti i 3 milioni di dollari messi a disposizione da Google News Inititative attraverso il Covid-19 Vaccine Counter-Misinformation Open Fund.Insomma, Google è preoccupata di chi mette in dubbio la narrazione secondo cui il vaccino è la sola salvezza dell'umanità e mette in campo tutta la sua potenza per contrastare capillarmente il nemico. Già questo, essendo Google il principale motore di ricerca nel mondo, dovrebbe sollevare qualche preoccupazione. Preoccupazione che dovrebbe diventare inquietudine venendo a conoscenza che dal 2019 il "fratello" di Google (emanazione della stessa compagnia Alphabet), Verily, che si occupa di sanità, ha una «alleanza strategica» con grandi compagnie farmaceutiche, tra cui Pfizer. Peraltro Verily è attualmente partner di Pfizer e del Duke Clinic Research Center nello studio della sicurezza a lungo termine dei vaccini per il Covid.A nessuno curiosamente viene il sospetto che ci sia qualche conflitto di interesse. Per quanto riguarda i cattolici, poi, dovrebbe far venire qualche scrupolo il fatto che Google promuova apertamente i diritti riproduttivi (contraccezione e aborto) e l'agenda Lgbtq… Ma evidentemente pecunia non olet, e di fronte alla necessità di piegare qualsiasi resistenza ai vaccini tra i cattolici non si può andare troppo per il sottile. Del resto Aleteia ha dal 2013 un rapporto consolidato di collaborazione con Google. Ma non solo: per accreditarsi allo scopo di beneficiare dei fondi della Google News Initiative, Catholicfactchecking si avvale della consulenza di un istituto di ricerca spagnolo, l'Instituto de Salud Global (ISGlobal) di Barcellona che, a sua volta, negli anni ha ricevuto 57 milioni di dollari dalla Fondazione Bill e Melinda Gates e 150mila dollari dalla Fondazione Open Society di George Soros, secondo quanto ricostruito da Church Militant.Oltre ad avere interessi diretti nella campagna di vaccinazione (soprattutto Gates), Church Militant giustamente ricorda che entrambe queste fondazioni non più tardi di sei mesi fa hanno sponsorizzato il rapporto "Tip of the Iceberg", volto a screditare i movimenti pro-life europei, inclusa la COMECE (la Commissione delle Conferenze episcopali dell'Unione Europea).
VIDEO: BYOBLOB, SPECIALE DI FINE ANNO..Per non dimenticare! ➜ https://www.byoblu.com/2021/12/31/byoblob-speciale-di-fine-anno-per-non-dimenticare/TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6855GENITORI MARTELLATI DALLA PROPAGANDA PER VACCINARE I FIGLIRivelazione choc negli Usa: anche Anthony Fauci ammette che c'è un allarme esagerato infatti i bambini ricoverati sono semmai con il Covid, non per il Covid (VIDEO: Per non dimenticare due anni di balle sul Covid)da Blog di Nicola PorroChe l'allarme sul Covid dei bambini fosse sospetto, almeno nella tempistica (i minori, prima sostanzialmente risparmiati dal virus, ne sono diventati le vittime predilette giusto quando è diventato disponibile il vaccino), ce ne eravamo resi conto. Forse, però, non ci aspettavamo che cadessero così presto i veli sulle "nobili bugie" raccontate da esperti e politici per spingerci a obbedire ai mantra pandemici.In questi giorni, ad esempio, tante facce fresche, che per un anno ci avevano assicurato che con le iniezioni saremmo usciti dall'incubo, senza battere ciglio, stanno cambiando versione: "Eh, ma noi non abbiamo mai detto che il vaccino proteggeva dal contagio; la scienza non è infallibile; lo stato delle conoscenze, quando parlavamo, era un altro; la situazione evolve, ci sono le varianti...". Eccetera eccetera: i cervelloni, protagonisti del disastro italiano, hanno ragione pure se hanno avuto torto. Perché i vaccini hanno sì raggiunto uno straordinario risultato, cioè disaccoppiare i contagi dalle manifestazioni gravi della malattia e dai decessi, però non ci hanno certo salvato dal virus, come speravamo.Intanto, però, anche un altro altarino è stato svelato: qualcuno, Oltreoceano, ora ammette di aver deliberatamente gonfiato l'allarme sul coronavirus nei bimbi, per indurre i genitori a vaccinarli.Succede tutto il 27 dicembre, a New York. Mary Bassett, commissario per la Salute, è insieme al governatore democratico dello Stato, Kathy Hochul. E durante la conferenza stampa, tra le altre cose, afferma: "Con i numeri che abbiamo dato a proposito dei ricoveri pediatrici non intendevamo far sembrare che i bambini stessero avendo un'epidemia di infezioni. Erano numeri piccoli quelli che abbiamo riportato nel nostro bollettino sanitario, basati su 50 ospedalizzazioni. Ora vi ho fornito numeri più ampi, ma sono lo stesso cifre contenute. In realtà è per motivare i pediatri e le famiglie a cercare la protezione del vaccino". Talmente chiaro, che non serve certo la parafrasi: siamo di fronte a una rappresentante delle istituzioni che ammette che l'enfasi sul Covid nei minori aveva scopi essenzialmente propagandistici.D'altronde, anche Anthony Fauci è stato costretto a gettare la maschera. Giovedì scorso, ospite di Msnbc, ha dichiarato: "Se guardate ai bambini ricoverati, molti di loro sono ricoverati con il Covid, non a causa del Covid [...]. Se un bimbo va in ospedale, automaticamente viene sottoposto a un test per il Covid e viene conteggiato come una persona ricoverata per Covid". Di nuovo, cristallino: non solo i numeri dei ricoveri pediatrici sono contenuti, ma - lo dice il virologo mito della sinistra anti Trump, certo non tacciabile di negazionismo - molti di essi finiscono in corsia per altre patologie, altri disturbi, altri malori e, accertata la loro positività a un tampone di routine, vengono inseriti nei bollettini dei pazienti Covid. Anche se, magari, sono entrati in ospedale per una caviglia slogata. [...] Giù le mani - e le siringhe - dai nostri figli.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6851L'OMS E' QUASI INTERAMENTE FINANZIATA DALL'INDUSTRIA FARMACEUTICA di Alessandro RimoldiLa maggior parte degli studi, delle ricerche e delle sperimentazioni in ambito sanitario è finanziata dal settore privato, ovvero dall'industria farmaceutica (nel 2019 in Italia il numero di studi clinici indipendenti si è attestato al 23,2%). Scarsi e insufficienti sono i finanziamenti pubblici devoluti a favore della ricerca clinica, con la conseguenza che i ricercatori accademici e gli scienziati che possono permettersi di lavorare senza il sostegno interessato delle case farmaceutiche, costituiscono una piccola minoranza all'interno della comunità scientifica.La "comunità scientifica" perciò, lungi dall'essere quell'ideale di meritocrazia e di confronto alla pari fra scienziati indipendenti che mettono a disposizione il proprio lavoro per il perseguimento del bene comune, è in realtà un luogo ove si perseguono in gran parte gli interessi dell'industria farmaceutica. L'industria farmaceutica controlla, ad ogni livello, ogni settore ed istituzione della sanità.L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'organismo dell'ONU al vertice della sanità mondiale, contrariamente alla rappresentazione di autorità scientifica imparziale al servizio e tutela della salute dei popoli che ne fanno i principali mezzi di informazione, può essere considerata come un garante di interessi privati. Ed infatti ben 3/4 delle sue risorse finanziarie provengono direttamente o indirettamente dall'industria farmaceutica e dalle aziende produttrici di vaccini.Se formalmente l'OMS è finanziato dai 194 Paesi membri dell'ONU con contributi fissi in base al PIL (congelati dal 1987), nella sostanza sono i contributi volontari (donazioni) di soggetti privati (aziende e fondazioni) la parte più consistente (quasi la totalità) delle entrate finanziarie dell'ente: ovvero 4,6 miliardi di dollari su un budget complessivo di 5,6 miliardi di dollari.A ciò si aggiunga che oltre 4,3 miliardi delle donazioni volontarie sono "legate a un progetto", ossia sono destinate ai progetti specifici decisi dai donatori privati. Così è evidente che aziende farmaceutiche come Sanofi Pasteur e GlaxoSmithKline (che figurano nell'elenco dei principali finanziatori privati dell'OMS) e fondazioni, indirettamente finanziate dalle stesse case farmaceutiche, orientano tramite le proprie "donazioni" le politiche sanitarie dell'OMS a proprio vantaggio e tornaconto.IL MAGGIORE FINANZIATORE DELL'OMS È BILL GATESPeraltro, il maggiore finanziatore dell'OMS è Bill Gates, il quale, attraverso la sua fondazione "Bill & Melinda Gates Foundation" e GAVI Alliance (ente di cooperazione mondiale creato nel 2000 avente come scopo quello di diffondere "l'immunizzazione per tutti" attraverso i vaccini e come principale finanziatore la stessa fondazione "Bill & Melinda Gates"), di fatto controlla l'OMS e ne indirizza la politica, i programmi e le strategie sanitarie. Non si sottraggono a questa logica le agenzie di vigilanza del farmaco, come l'EMA e l'FDA.Per il 2021 il budget annuale dell'EMA, l'Agenzia Europea per i medicinali, ammonta a 385,9 milioni di euro: il 14% dei fondi proviene dall'Unione europea, mentre la restante parte, l'86% delle risorse economiche di cui l'EMA dispone (circa 330 milioni), deriva da tasse e oneri (commissioni) pagate dalle stesse aziende farmaceutiche che desiderano immettere un medicinale sul mercato.È evidente il conflitto di interessi che tale meccanismo di finanziamento crea, posto che il soggetto "controllante" (l'EMA) è direttamente finanziato dal soggetto "controllato" (azienda farmaceutica), e non vi è chi non veda come tale criterio di dipendenza economica sia lo strumento migliore di cui l'industria farmaceutica possa avvalersi per esercitare la sua azione di influenza, di pressione e di controllo sulle decisioni dell'Agenzia.Tale conflitto di interessi mina certamente l'indipendenza e l'imparzialità dell'organismo che si occupa del monitoraggio e dell'approvazione dei medicinali distribuiti negli Stati dell'Unione.La FDA (Food and Drug Administration), la principale Agenzia governativa degli Stati Uniti per il controllo sui farmaci e sugli alimenti, non fa eccezione a questo criterio di finanziamento. Il budget della FDA per l'anno 2019 è stato di 5,9 miliardi di dollari: circa il 55% (3,2 miliardi di dollari), del bilancio è fornito dall'autorizzazione del budget federale, mentre il restante 45%, (2,7 miliardi di dollari), proviene dalle tasse di utenza del settore. Le attività di regolamentazione dei farmaci umani rappresentano il 33% del budget della FDA; mentre il 65% di queste attività è pagato dalle tasse di utenza del settore.Dunque anche sulla più importante agenzia di farmacovigilanza degli Stati Uniti pesano gravi conflitti di interesse, considerato che la quota maggioritaria (65%) delle risorse finanziarie, che la FDA destina per la vigilanza e l'approvazione dei farmaci ad uso umano, proviene da commissioni pagate dall'industria farmaceutica.I CONFLITTI DI INTERESSITralasciando i conflitti di interessi che l'industria farmaceutica ha generato in ambito più particolare, ove la sua azione di ingerenza e influenza si è estesa in modo capillare fino a controllare enti ed istituzioni nazionali, nonché associazioni e società di medici, si evidenzia l'assoluta e grave anomalia che si è venuta a consolidare, a livello globale, negli ultimi decenni nel settore sanitario circa la mancanza di criteri e regole volti ad arginare lo strapotere delle multinazionali farmaceutiche.In giurisprudenza, i principi di imparzialità e indipendenza costituiscono il fondamento giuridico di ogni decisione giudiziaria. L'indipendenza ed imparzialità dell'organo giudicante è sancita: dall'art. 6 della Convenzione Europea dei diritti dell'Uomo; dagli articoli 104 e 111 della Carta Costituzionale; dagli istituti della incompatibilità, astensione e ricusazione previsti dal codice di procedura civile e dal codice di procedura penale (artt. 51 e ss. c.p.c. e artt. 34 e ss. c.p.p.); dagli articoli 8 e 9 del codice etico dei magistrati; dal reato di istigazione alla corruzione previsto dall'art. 322 del Codice Penale che sanziona penalmente l'offerta o la promessa di denaro o qualsiasi altra utilità al pubblico ufficiale. A garanzia e tutela di codesti principi di indipendenza ed imparzialità, l'organo giudicante è finanziato esclusivamente dallo Stato (e per mezzo di esso dalla generalità dei cittadini).In nessuno stato democratico si consentirebbe che un organo giudicante possa accettare denaro, doni o altra utilità da un privato e ancor meno da una delle parti coinvolte nel giudizio. Nessun cittadino tollererebbe di essere giudicato da chi non dà garanzie di assoluta indipendenza e imparzialità. E allora perché il cittadino si dovrebbe affidare ad organismi come l'OMS, l'EMA o l'FDA che prendono decisioni sulla vita e sulla sua salute, allorquando l'attività di tali enti è finanziata, direttamente o indirettamente, dall'industria del farmaco? Perché mai il cittadino si dovrebbe fidare della dichiarazione di pandemia e delle linee guida sanitarie in materia di vaccini assunte e imposte dall'OMS? Perché mai si dovrebbe fidare delle valutazioni e delle decisioni di enti come l'EMA e l'FDA in materia di sicurezza ed efficacia di farmaci e vaccini?L'indipendenza e l'imparzialità dovrebbero valere ancor più in ambito sanitario ove in gioco c'è la vita e la salute dei cittadini. Si deve riflettere sul fatto che fra le tante opzioni di cura del covid-19 (terapie meno costose come il plasma iperimmune, farmaci in uso da anni, ecc.) tali enti abbiano scelto la via della prevenzione sanitaria a mezzo di un "vaccino", se pur sperimentale. Il "vaccino" è un farmaco per tutti, persone fragili e sane, anziani e giovani, e certamente è il più redditizio per le case farmaceutiche, le quali grazie ad esso (e ai richiami periodici già in essere e/o programmati) stanno incrementando a dismisura i propri profitti, mentre i popoli si impoveriscono sempre più per effetto dei lockdown e delle chiusure forzate delle proprie attività.Nel 1976 Henry Gadsen, direttore generale di una delle principali case farmaceutiche al mondo - la Merck - rilasciò la seguente dichiarazione alla rivista "Fortune": «Il nostro sogno è produrre farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di vendere a chiunque». Quel sogno (o meglio quell'obiettivo) dell'industria farmaceutica oggi si sta realizzando...
VIDEO: La terza dose (c'è da fare)" Fabio Lucentini canta una parodia di Overdose (d'amore) di Zucchero Fornaciari ➜ https://www.youtube.com/watch?v=mqtnqEgKS-I&list=PLolpIV2TSebVSarVSJS-Gy5hJo3_40bhITESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6817LA RELIGIONE DEL COVID CON I SUOI DOGMI E I SUOI SACERDOTI di Gianfranco AmatoNel marzo del 2020 è apparsa a sorpresa, quantomeno per la maggior parte della gente, una nuova sindrome, una singolare patologia i cui sintomi dimostravano chiaramente, secondo la clinica, il fatto che non avesse precedenti. Mai vista prima una cosa del genere. Tale patologia ha subito rivelato una micidiale carica letale, producendo un numero incredibile di morti, che ha allarmato il mondo intero, soprattutto quando i mezzi di comunicazione hanno cominciato ossessivamente a dedicarle tutto lo spazio, bombardando quotidianamente l'opinione pubblica.È stata battezzata come Covid-19 e attribuita ad un virus prima ignoto, che ora ha assunto la denominazione di Sars-CoV-2. E che, a quanto pare, sembra essere scappato dalla sua gabbietta come per magia.Fin qui nulla di nuovo. I fatti sono noti a tutti gli abitanti della terra, tranne forse a qualche indio della profonda Amazzonia che non vede la tv, o a qualche eschimese che ha deciso di vivere da eremita.Ma ecco che in conseguenza di questo avvenimento è sorta, soprattutto nel mondo occidentale, una nuova "religione" e con essa uno stuolo innumerevole di ferventi fedeli. Si tratta dei covidiani.Il covidiano è veramente un uomo di fede. Crede nella nuova trinità - Pandemia, Coronavirus e Vaccino onnipotente - senza giungere razionalmente ad una conclusione, ma partendo da una fermissima convinzione. Non crede, e neppure osa pensare, che questa sindrome possa derivare da qualunque altra causa, o dalla somma di altre cause. Ciò sarebbe considerato un'eresia.Per lui è certamente cosa lodevole impedire le autopsie e la ricerca delle reali ragioni dei decessi, perché nessuno deve mettere in dubbio il dogma.UNA FEDE CIECAIl covidiano crede tutto quello che dicono i suoi leader religiosi, anche quando ha la prova che mentono e nonostante le evidenti contraddizioni in cui cadono continuamente quando affermano una cosa e l'esatto contrario in un brevissimo spazio di tempo. Non importa: la fede è e deve essere cieca.Il covidiano crede nell'oracolo del tampone, sebbene la sua attendibilità sia smentita non solo dal foglietto illustrativo del test, ma dal suo stesso inventore e da numerose perizie disposte su ordine di vari tribunali. Eppure, per un covidiano appare giusto che un tampone inattendibile venga utilizzato come pretesto per paralizzare un Paese, affondare la sua economia e paralizzare il suo sistema sanitario.Il covidiano è un cittadino modello: porta regolarmente la mascherina e la mette ai propri figli, compresi i più piccoli, anche se sa che per loro non è obbligatoria e che anzi può essere dannosa. Osserva comunque con zelante rigore i precetti della nuova religione.Il covidiano si trasforma in un vigile aguzzino nel lager della "Zona Rossa" quando con la solerzia di un kapò chiama i Carabinieri se vede un movimento strano nella casa dei suoi vicini, dal quale possa dedurre il sospetto che essi stiano facendo entrare una coppia di amici estranei al condominio.Il covidiano è un fedele devoto, rigoroso e obbediente: guida la macchina con la mascherina anche se è solo, e redarguisce pubblicamente, in chiesa o al supermercato, il reprobo che osa abbassarsi la mascherina sotto il naso perché fatica a respirare e desidera un po' di ossigeno.Il covidiano non rivolge la parola ai negazionisti, ai loro familiari, ai loro colleghi di lavoro. Il dialogo deve essere precluso persino tra medico covidiano e medico negazionista.UN CREDENTE A PRESCINDEREIl covidiano è un credente a prescindere, crede e non ha più bisogno di parlare. Se il foglietto illustrativo del vaccino dice che si tratta di una sperimentazione non importa, egli crede. Se le case farmaceutiche sono esentate dalla responsabilità derivanti dagli eventi avversi, così come i governi, i medici o chiunque altro, non importa, egli continua ad avere fede cieca nei suoi leader religiosi.Se gli dicono che il vaccino non protegge da contagio, per lui fa lo stesso. Se gli dicono che non gli impedisce di contrarre il Covid-19 non importa, per lui è uguale: lo aspetta, lo desidera, lo anela. E lo vuole, ovviamente, obbligatorio per tutti. Ciò che importa è sacrificare tutto, compresa al dignità personale, in nome del sacrosanto "interesse collettivo". Pensare il contrario sarebbe un'eresia.Se le cifre annuali dei decessi dovuti a varie cause sono identiche o simili alla media di tutti gli anni precedente, il covidiano resta perplesso però preferisce non vedere, né vuole sapere. Chiude le orecchie, perché sarebbe come tradire la nuova fede. Nega il dato, lo giustifica, lo ignora, lo nasconde, e ripete continuamente la giaculatoria che gli hanno insegnato alla televisione. [...] Le immagini teletrasmesse appaiono implacabili quando mostrano i numeri dei contagiati, dei decessi, degli ospedali pieni. Non bisogna dubitare, né pensare, né riflettere: «la Pandemia esiste!».Tra i covidiani si trovano persone di tutti i ceti sociali, poveri e ricchi, giovani e anziani, illetterati e laureati, intellettuali e scienziati.Il covidiano è tramortito, sottomesso alla schiavitù a causa della morte, o meglio, come direbbe San Paolo, a causa della paura della morte, un fattore che del resto caratterizza la stessa esistenza umana. Però ora, per questo fattore, il covidiano si è mentalmente bloccato. La sua ragione è paralizzata.I covidiani sono credenti impeccabili. Ognuno di noi può trovarli tra gli amici più cari, tra i parenti, tra i conoscenti, tra i colleghi. Sono gente seria ed educata e sono certamente intelligenti. Ma per carità cristiana, o semplicemente per giustificarli, si potrebbe dire che sono intelligenti asintomatici.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6809PERCHE' I GIOVANI NON SI RIBELLANO? PERCHE' IL POTERE NON VUOLE di Roberto MarchesiniMa perché i giovani non si ribellano? Perché non fanno la rivoluzione? Non sono sempre stati i giovani a riempire le piazze, a ribellarsi, a rivoltare la società come un guanto, portando idee nuove? E invece, ad esclusione di qualche eccezione (Studenti contro il Green Pass, ad esempio), sembrano la generazione più mascherata, più vaccinata e greenpassata di tutte. Ormai sono diversi, anche in Italia, i casi in cui un figlio ha denunciato i genitori no-vax per potersi vaccinare in pace; e sono i giovani quelli che deridono i boomers, complottisti e «analfabeti funzionali», perché scettici nei confronti della Scienza. Che succede, dunque? I giovani non si ribellano più? O forse... l'idea che i giovani siano ontologicamente ribelli non è così fondata e andrebbe rivista? Io propendo per la seconda ipotesi.Intendiamoci: è vero che i giovani hanno sempre fatto le rivoluzioni (e le guerre); dubito del fatto che siano stati loro gli artefici di tali avvenimenti. Le Rivoluzioni non combattono mai il potere; combattono la tradizione. Esse sono lo scontro tra il vecchio potere, indebolito e traballante e un nuovo potere, forte, compatto, agguerrito e senza scrupoli. E questo nuovo potere non è mai «il popolo»: usa il popolo, scagliandolo contro la tradizione. I rivoluzionari francesi erano, nella quasi totalità, nobili e borghesi; così i risorgimentali, nobili e grandi borghesi.I GIOVANI SONO MANIPOLABILI E INGENUIDunque, il popolo è il proxy warrior, il guerriero per procura, del potere rampante; che ha i mezzi d'informazione, che può permettersi di chiamare il legittimo detentore del potere «tiranno» e così giustificare i propri crimini. Tutto il popolo? No. Gli adulti non fanno la rivoluzione: hanno da fare. Devono lavorare, accudire i figli, hanno migliaia di incombenze e preoccupazioni che, invece, i giovani non hanno. Il Sessantotto è stato fatto dai giovani. Ma quali giovani? Ce lo spiega Pasolini nella celebre poesia scritta dopo la «battaglia di Valle Giulia»: «Avete facce di figli di papà. / Vi odio come odio i vostri papà. / Buona razza non mente. / Avete lo stesso occhio cattivo. / Siete pavidi, incerti, disperati / (benissimo!) ma sapete anche come essere / prepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati: / prerogative piccolo-borghesi, cari». Non i figli degli operai che, probabilmente, a vent'anni avevano già i calli alle mani: i figli dell'élite, che potevano permettersi gli studi universitari.E perché il nuovo potere utilizza i giovani come carne da cannone nella sua conquista del potere? Un motivo l'abbiamo già detto: gli adulti devono «tirare la carretta». Ma ce n'è un altro, di motivo, forse più importante. I giovani sono manipolabili. Sono ingenui, credono che chi comunica sia come loro: limpidi, senza secondi fini. Non conoscono (e quindi non ri-conoscono) l'ipocrisia, si fidano, credono che il mondo sia diviso in buoni e cattivi, accettano facilmente gli slogan. Non sono ancora avvezzi alla doppiezza, alle macchinazioni, al cinismo, alla mancanza assoluta di scrupoli.LOSCHI INTERESSI SPACCIATI PER NOBILI IDEALIPer questo motivo si arruolano volontari «quando si alza il grido di dolore della patria», come nel '15-'18: ci credono. Non accetterebbero che, dietro questi nobili ideali, si nascondessero interessi economici e politici, propaganda, menzogne. Per questo sono entusiasti, e manifestano, per la transizione ecologica: non possono credere che la CO2 in eccesso... siano loro; e che il prezzo della transizione ecologica sarà pagato dai loro genitori e dai genitori dei loro amici. La storia è sempre la stessa: non sono scagliati contro il potere, ma contro i resti della tradizione. Anche contro i loro interessi, cosa che evidenzia tutta la loro ingenuità. Davvero credono che saremo più felici quando, tra qualche anno, non possederemo più nulla? Quando non possederemo più una casa, né un'auto? Quando non avremo un'occupazione fissa, né un'entrata economica stabile? Hanno capito che «i migranti sono l'avanguardia di quello che presto sarà lo stile di vita per moltissimi di noi»?Su, diciamola tutta: non è per questo che il PD, un partito che ha una base elettorale composta in gran parte di pensionati, insiste per il voto ai sedicenni? Ovviamente corredato dal Bonus-giovani? Non lo fanno per fargli un favore, per una battaglia ideale: lo fanno, ovviamente, per interesse. Perché, lo ripeto, i giovani sono manipolabili.Ecco perché i giovani non si ribellano a mascherine, vaccinazioni e green pass; non si alzano per difendere la minoranza «esclusa dalla società» e oggetto di una campagna d'odio. Perché il vero potere, il potere rampante, non vuole; non ha ordinato loro di scendere in piazza, di prendere freddo e botte. Li vuole chiusi in casa, terrorizzati, docili e obbedienti come sono sempre stati. Altro che ribelli.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6806VARIANTE OMICRON... ED E' SUBITO PANICO di Paolo GulisanoDa giorni se ne parlava in termini quasi apocalittici: una nuova variante ha fatto la sua comparsa nel lontano Sudafrica e la sola parola variante, nei Media, fin dai primi tempi della pandemia, è utilizzata per evocare scenari da incubo. Basti pensare all'uso che per mesi è stato fatto della Delta.Alla variante sudafricana è stato attribuito il nome di "Omicron", la quindicesima lettera dell'alfabeto greco, proprio perché le varianti codificate ufficialmente sono appunto quindici. In realtà ci sono diversi altri sottotipi, e non c'è nulla di strano: il Covid è un virus che muta in continuazione. Più un virus si diffonde, a più mutazioni può andare incontro.Secondo diversi scienziati, tra cui il virologo Van den Bosche, già collaboratore della Bill & Melinda Gates Foundation, la campagna di vaccinazione di massa dà un importante contributo alla selezione di nuovi varianti. Negli scorsi giorni, quando era iniziata a montare immediatamente una campagna terroristica sulla Omicron, la cui esistenza era segnalata per la prima volta all'OMS dalle autorità sanitarie del Sudafrica il 24 novembre, il governo di Città del Capo aveva espresso la sua indignata sorpresa per il clamore mediatico scatenato contro il proprio Paese, dicendo che semmai si dovrebbe ringraziare l'eccellenza della ricerca scientifica sudafricana che aveva individuato questa mutazione del Covid. Un funzionario dell'Unione africana ha detto alla BBC che i paesi sviluppati sono responsabili dell'emergere della variante.L'IMPATTO DELLA NUOVA VARIANTEL'OMS ha replicato affermando che il numero di casi di questa variante, inizialmente denominata B.1.1.529, sembra essere in aumento in quasi tutte le province del Sudafrica. "Questa variante ha un gran numero di mutazioni, alcune delle quali preoccupanti", ha detto venerdì l'ente di sanità pubblica delle Nazioni Unite in una nota. "La prima infezione confermata da B.1.1.529 proveniva da un campione raccolto il 9 novembre".L'OMS ha affermato che sarebbero necessarie alcune settimane per comprendere l'impatto della nuova variante, poiché gli scienziati stanno ancora lavorando per determinare quanto sia trasmissibile. Un alto funzionario sanitario del Regno Unito ha avvertito che i vaccini sarebbero "quasi certamente" meno efficaci contro la nuova variante. Ma il professor James Naismith, un biologo strutturale dell'Università di Oxford, ha aggiunto: "È una brutta notizia, ma non è il giorno del giudizio".Infine, il capo della South African Medical Association ha dichiarato alla BBC che i casi riscontrati finora in Sudafrica - dove la popolazione completamente vaccinata è del 24% - non sono gravi, ma ha affermato che le indagini sulla variante erano ancora in una fase molto precoce.Come si presenta questa Omicron? "I pazienti si lamentano principalmente di dolori diffusi e stanchezza. Si tratta di casi che perlopiù non necessitano di ricoveri ospedalieri", ha affermato la dottoressa Angelique Coetzee, dirigente della Sanità Pubblica sudafricana. Ma dall'altra parte dell'Oceano il santone della pandemia Anthony Fauci ha sentenziato che, mentre i rapporti dell'OMS sulla nuova variante hanno alzato una "bandiera rossa" di allarme, è possibile però che i vaccini possano ancora funzionare per prevenire anche questa minaccia.UNA SITUAZIONE SCHIZOFRENICAInsomma: una situazione quasi schizofrenica, con messaggi contraddittori, sia sulla gravità di questa forma virale, sia sull'efficacia dei vaccini di prevenirla.In questo scenario, è arrivato il primo caso italiano. Un caso reso pubblico ieri, domenica 28 novembre. A soli 4 giorni dall'annuncio dell'esistenza della variante, in Italia si è già in grado di identificarla in laboratorio. Il caso zero di Omicron si era sottoposto ad un tampone random. Teoricamente, questo signore, regolare possessore di certificazione verde, di tipo super, essendo bivaccinato, avrebbe potuto in questi e nei prossimi giorni diffondere ampiamente il virus.Ciò dimostra in modo evidente l'inutilità del pass di Draghi. Tanto varrebbe sottoporre per fermare l'epidemia tutte le persone a tamponi di controllo, indifferentemente dal fatto che siano o meno vaccinati.Il caso 0 italiano pone una serie di questioni: il signore che ha contratto il Covid sembra star bene per ora: è in isolamento domiciliare fiduciario. Gli ultrà del vaccinismo hanno già esultato dicendo che il signore è paucisintomatico proprio perché è vaccinato. Non ci si può che rallegrare se la profilassi funziona e fa sì che una persona si ammali in forma più leggera, però è un fatto inoppugnabile che la vaccinazione non ha impedito al signore di contrarre il Covid, e a sua volta di trasmetterlo: ha infatti contagiato tutti i membri della sua famiglia, compresi i vaccinati.Inoltre, il signore che ha contratto il Covid in versione Omicron è paucisintomatico esattamente come i pazienti sudafricani. Eppure Ursula von der Leyen ha appena dichiarato che "quella contro la variante Omicron è una corsa contro il tempo". Ancora non hanno optato tra l'enfatizzare la minaccia fantasma o esaltare l'efficacia assoluta dei vaccini. Che si decidano.Nota di BastaBugie: Stefano Magni nell'articolo seguente dal titolo "La variante del panico. Dal Sudafrica arriva un nuovo motivo per avere paura" parla della nuova variante del Covid, l'Omicron. Il primo problema, oggi come allora, è nell'informazione. Infatti è già corsa a chi diffonde il panico. A guadagnarci sono soprattutto le classi politiche che per "salvarci" tornano a parlare di lockdown e restrizioni.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 27 novembre 2021:Pare che all'improvviso, alla fine del novembre 2021, si sia tornati al 23 gennaio 2020, il giorno in cui venne data ufficialmente notizia della comparsa di un nuovo coronavirus in Cina. La novità del 25 novembre, invece, riguarda il Sud Africa: lì è stata scoperta una nuova variante, l'Omicron.Come sempre quando la notizia viene diffusa, si scopre che il virus si è diffuso con una velocità molto superiore. Anche quel 23 gennaio il nuovo coronavirus era in circolazione in Cina già da due mesi (forse tre mesi, secondo studi non ancora confermati) e stava già arrivando in Tailandia, Giappone e Corea del Sud, probabilmente anche nella stessa Italia. Nel periodo, ancora ignoto, fra la sua comparsa in natura e la sua scoperta, la variante Omicron potrebbe essere arrivata ovunque, considerando che è stata ritrovata in Paesi fra loro agli antipodi: oltre che negli Stati sudafricani (Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini e Malawi), è presente anche in Israele, a Hong Kong e in Belgio. Nel Paese europeo la persona contagiata non è mai passata dal Sudafrica, bensì dall'Egitto e dalla Turchia. Come nel gennaio del 2020, la pachidermica macchina decisionale degli Stati parte lentamente all'inseguimento di un virus già fuggito e chiude le frontiere, selettivamente, per chi arriva dai Paesi infetti. Il ministro Roberto Speranza ha annunciato la cancellazione dei collegamenti aerei con i soli Paesi africani più colpiti e il divieto di ingresso per chi vi ha viaggiato negli ultimi 14 giorni. Ma, per i motivi di cui sopra, e come dimostra l'esperienza del 2020, si tratta di una misura tanto rassicurante quanto inutile.Come nel gennaio del 2020, il panico è immediato. Le Borse hanno registrato perdite gravi in tutto il mondo, già alla loro apertura del 26 novembre. Ma perché? Sappiamo già che la nuova variante, che l'Oms ha battezzato Omicron, è più contagiosa della Delta? Sappiamo che ha 32 mutazioni della proteina Spike che potrebbero teoricamente aumentarne la trasmissibilità e la capacità di eludere gli anticorpi. Sappiamo anche che, alcuni dei contagiati nei Paesi sudafricani, erano completamente vaccinati, anche con i farmaci più in uso in Europa, quali Pfizer, Johnson&Johnson e AstraZeneca. Tuttavia nessuno degli scienziati che ha studiato in questi giorni la variante è in grado di dire come si diffonderà. Per Penny Moore, dell'Università del Witwatersrand a Johannesburg, occorreranno almeno altre due settimane per capire se la variante del coronavirus comparsa nel suo Paese "è in grado di sfuggire agli anticorpi generati dai vaccini anti-Covid, così come alle difese dovute all'attivazione delle cellule T del sistema immunitario". Mancano ancora i dati. Anche secondo un virologo italiano non certo leggero nelle sue analisi, quale è Andrea Crisanti, aver paura "è prematuro", perché "stiamo parlando al momento solo di ipotesi e siamo un una fase di osservazione".Il primo problema di questa nuova crisi, dunque, è nell'informazione. Non pare vero, a media alle prese con un pubblico già stanco da due anni di Covid, poter dare una nuova scossa adrenalinica alla vigilia di Natale. Le ricadute economiche sono immediate in tutto il mondo, appunto: quanti stanno speculando al ribasso staranno facendo festa e vorremmo proprio sapere se vi sia un conflitto di interessi fra chi sta diffondendo questo allarmismo a piene mani e chi può guadagnarci qualcosa.Ma al di là di queste inevitabili umane miserie, chi sta già capitalizzando è soprattutto la classe politica di quasi tutti i Paesi europei occidentali e nordamericani. Se le popolazioni sono attualmente più stanche che impaurite, la notizia terrorizzante di una nuova pericolosa variante ridà legittimità a parole e frasi che francamente nessuno vorrebbe più sentire: lockdown, chiusure, stare a casa, fare sacrifici oggi per essere più liberi per le feste, stare attenti alle feste per proteggere i più fragili, ecc... I governi devono sempre mostrare di "fare qualcosa" quando la gente ha paura.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6795IL PRINCIPE CORRADINO DEL REAME DI ZUCCAPIENA di Benedetta de VitoNel bel reame di Zuccapiena, quando gli asini volavano e Berta filava, viveva un principino di nome Corrado, che tutti però, poiché era piccino, chiamavano Corradino e così faremo anche noi. A Corradino, che amava schiacciare le formiche e uccidere le mosche con la fionda, non garbava l'ordine in cui era costretto a vivere. Storceva il naso al profumo di lavanda delle sue lenzuola, si tediava a veder che persino i muli erano ben educati a Zuccapiena e sbuffava quando sua madre invitava lui e i suoi fratellini alla preghiera. Con la bocca recitava, con il cuore era al fianco di Gigetto Rompicollo a schiacciar le rane nel pantano.Un giorno, però, un brutto giorno mentre stava chino sull'acqua torbida dello stagno, non fece in tempo ad acchiappare una raganella che quella gli stampò su una guancia un bacio. Sentì tutto un formicolio, apri la bocca, ma invece di aiuto disse cra e, con un salto, si buttò nel gorgo mentre Gigetto si sbellicava dalle risa e, invece di dargli una mano, si infilava tutte le dita nelle narici del naso a pescar le cosette sue.Corradino che lassù era principe si trovò principe anche tra le ranocchie, che vivevano in piena libertà, in un Sessantotto si può dire da leccarsi le dita con lo schiocco per il nostro Corradino che vi si buttò, per così dire, a pesce. Regole non ce n'erano e se c'erano erano talmente confuse che si trovava sempre un mezzuccio per aggirarle. Si poteva dormir tutto il giorno e aver lo stesso i pasti assicurati e anche le bisbocce. Corradino se la spassò alla grade, incurante di tutto e ben felice di essersi lasciato alle spalle la mamma, le duchesse e tutti gli spigoli dei doveri che a Zuccapiena erano rispettati dai paggi, dai palafrenieri e anche dalle mosche. Che sguazzi, che solluccheri, che scialo, signori miei, No, a Corradino non dispiaceva punto aver perduto il suo tronino al palazzo del Re. Il bene era chiamato male nel fosso e non si pregava mai perché Dio lo avevano cancellato da vocabolario.E tutto andò avanti così per un bel pezzo e Corradino non si accorse per niente che l'acqua del pantano si era fatta più calda. No, no, no, nossignore, anzi il bagnetto al vapore quasi gli piaceva ed era diventato, per le rane, una moda. Chiamavano quel teporino, il bagno di bellezza e così, scrollando le zampette, non ci pensarono più. Poi un mattino di pioggia, portato dalla guazza si presentò alle porticine dello stagno un grosso rospo, detto il Drago, che aveva fatto parlar di sé in giro per i pantani vicini per essere un tipo meticoloso, un gran signore, un tutto d'un pezzo e un tesoruccio.Fu così che il re delle rane, stanco di governare e anche un poco stufo, passò al Drago i pieni poteri. Il pantano si fece un poco più caldo, ma non troppo. Il Drago, presto, cominciò a legiferare e il mondo già storto delle rane si mise a capo in giù. Tutte le rane, da allora in poi, potevano, volendo, farsi libellule. Così in molte si mozzarono le zampette e rubarono le ali agli insetti che svolazzava quieti sull'acque. Via aprire tutti i confini alle rane immigrate che erano, di stazza, il doppio di quelle del pantano. Così in molte si trovarono in esilio e nessuno se ne curava, presi com'erano a dare il benvenuto alle nuove venute, applaudite anche se eran piene di bitorzoli.Poi il Drago stabilì che le rane maschio potevano dirsi femmine e viceversa e Corradino iniziò a non capirci più nulla. Un giorno poi il Drago disse che si era scatenata una pestilenza gravissima e che, per sopravvivere, le rane dovevano star ferme per giorni, settimane e mesi nel luogo detto il Riposo delle ninfee. Cioè il cimitero. E le rane tutte quante, malate di paura, obbedirono. Le zampe a mollo permanente non le sentivan più, ma il cuore batteva ancora. Si guardavan in cagnesco l'un l'altra per timore del contagio. Il Drago per non sentirle più lamentarsi tappò loro la bocca con una benda anti-malattia. Tiè! Zitte e mosca.Poi il Drago dichiarò che per far la medicina contro la pestilenza occorreva sacrificare i girini e quelle, ubbidienti, gli portarono gli ingredienti, felici di salvarsi la pelle, uccidendo i loro piccolini. Fu distribuita la medicina che era un pastrocchio color marrone che lasciava il segno in modo che si vedesse chiaro e tondo chi l'aveva messa e chi, contravvenendo al volere del Drago, no.E siccome Corradino, di girini, da sacrificare non ne aveva, se ne restò in un canto, color verde brillante, sperando di non dar nell'occhio. Oh, ma invece lo videro, eccome, e lo randellarono per bene perché, senza unguento della vita (cioè della morte) metteva in pericolo il gruppo, perché si comportava da antisociale, perché non voleva uniformarsi a quel che facevan gli altri e alla volontà del Drago.Tutto ammaccato, e mogio mogio, Corradino ripensò al suo lettino profumato di lavanda, alla mamma che lo chiamava alle preghiere, ai muli educati di Zuccapiena e provò una gran nostalgia, il cuore gli si strinse in petto e proprio mentre stava per gocciolar la prima lacrima si svegliò: era nel suo bel lettino, a Zuccapiena e, tra le braccia, stringeva un ranocchio verde dono della tata, che, entrata in quell'istante, gli disse: "Ovvia, svegliati pigrone, mica vuoi esser come quel ranocchio che stringi al petto?. Nossignore, rise tra sé Corradino e il giorno successivo tuffò le mani nello stagno, estrasse un grosso rospo nero e lo portò ai confini del regno, nel Deserto delle lucertole viola... Così finiscono nelle fiabe e anche nel libro della Sapienza, i cattivoni che usurpano il potere che è dono del Signore.
VIDEO: Massimo Cacciari contro il green pass ➜ https://www.youtube.com/watch?v=FLOeior8Z10 TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6787L'IMMUNITÀ DI GREGGE E' UN'UTOPIA di Eugenio CapozziLa situazione venutasi a creare a Gibilterra in questi giorni è la rappresentazione eloquente delle insanabili contraddizioni insite nell'emergenzialismo sanitario che si è imposto in gran parte del mondo, e in particolare in Occidente, in risposta all'epidemia di Covid-19.Nella piccola enclave britannica all'estremo Sud della Penisola iberica la percentuale di vaccinati è del 118%: cioè il 100% della popolazione adulta è stato vaccinato, e una consistente minoranza di essa ha già ricevuto un richiamo. Ciò nonostante, da ottobre i casi diagnosticati di Covid sono in costante crescita, benché la pressione ospedaliera sia minima e i decessi siano episodici, se non del tutto assenti.In questa situazione, il governo ha deciso di varare nuove restrizioni alla vita sociale. Attenzione, va rimarcato che - essendo Gibilterra pur sempre un contesto britannico, sia pur mediterraneo - non si tratta di norme cogenti, ma di raccomandazioni, e per ora relativamente blande: limitare le riunioni, sospendere gli eventi di massa, indossare mascherine al chiuso (che dalle nostre parti ahimè sono rimaste invece sempre prescritte per legge...), e misure simili. Eppure, ci troviamo comunque di fronte all'ennesimo ritorno di una logica secondo cui il virus deve essere combattuto limitando e controllando la vita dei cittadini e le attività economiche. Una logica adottata in misura maggiore o minore in quasi tutta Europa. ma che ora in particolare nel caso di Gibilterra stride clamorosamente con la copertura vaccinale praticamente totale raggiunta in quel piccolo paese, per mesi propagandata come condizione ideale, condizione per il ritorno alla piena normalità, raggiungimento della mitica "immunità di gregge". La popolazione è vaccinata, nessuno o quasi muore di (o con) Covid, negli ospedali la situazione è sotto controllo, eppure si chiedono ulteriori sacrifici e limitazioni, che potrebbero aumentare se i casi crescessero ancora. In attesa di cosa? In vista di cosa? Dei "booster" per tutti, delle terze e quarte dosi, dell'estensione (ahinoi, e ahiloro) della vaccinazione ai ragazzi e ai bambini dai 5 anni in su.FINE EMERGENZA MAITutto questo fino a quando? Fino a che non sarà diagnosticato più nemmeno un caso, un ricoverato, un decesso addebitabile al Covid? Ma questo è da escludere avvenga grazie ai vaccini, che non impediscono al virus di circolare, né alla malattia di manifestarsi., anche in forme più serie. E allora? Quanti richiami si dovranno ancora fare? E a che serviranno? E nel frattempo la vita sociale è destinata a non tornare mai più alla normalità? Si dovrà continuare a vivere sotto controllo a tempo indeterminato?Insomma, Gibilterra è il caso limite che indica verso quale vicolo cieco stanno andando tutti i paesi che non hanno adottato un approccio realistico e proporzionato alla questione, evitando di farla diventare un fattore di paralisi della società, dell'economia, delle libertà individuali (in Europa praticamente soltanto la Svezia).I sostenitori dell'emergenzialismo sanitario, quelli che ancora dicono che "siamo in guerra" contro il virus, devono scegliere. Non possono continuare a sostenere due tesi del tutto incompatibili tra loro. Se i vaccini sono la soluzione unica e definitiva al problema, come essi sostengono, e le fasce "fragili" della popolazione sono sufficientemente protette grazie ad essi, allora non è più giustificabile alcun lockdown, alcuna restrizione. Se al contrario si invoca ancora la necessità di restrizioni per la paura che un aumento dei casi, prevedibile nei mesi invernali e comunque sempre possibile, possa determinare nuovi pericoli per la vita dei cittadini e la sicurezza sociale, allora bisogna ammettere esplicitamente che i vaccini non sono la soluzione definitiva, ma solo uno strumento tra gli altri; e quindi non è giustificabile alcuna pressione o ricatto ai cittadini per vaccinarsi, né tanto meno alcun obbligo alla vaccinazione. Delle due l'una: non si può contemporaneamente dire A e non-A.INEFFICACIA DEI VACCINI PER DEBELLARE IL VIRUSIn entrambi i casi, comunque, è del tutto incomprensibile una campagna generalizzata di richiami vaccinali, indicata come il nuovo "santo Graal" da raggiungere. Se infatti i vaccini sono efficaci, non è necessario in linea generale alcun "booster", eccetto che per casi specifici di fragilità e debolezza immunitaria che andrebbero monitorati uno per uno. Se invece non sono efficaci, o sono efficaci solo in parte, a cosa serve ripeterli un numero indeterminato di volte, per giunta in presenza di un virus sempre più diverso dalla forma originaria per cui quei vaccini sono stati a suo tempo concepiti? Come può essere credibile, in quel caso, la promessa che quei richiami assicureranno ai vaccinati un'immunizzazione duratura, se questa promessa si è rivelata inaffidabile nel caso della prima vaccinazione? E soprattutto, nel frattempo che si fa? Per quanto tempo una società può rimanere sotto scacco, in libertà condizionata, posto che non appare esserci all'orizzonte per fortuna il rischio di un'ecatombe o di un collasso della sanità?Viene qui al pettine il nodo fondamentale posto dal modo in cui gran parte dei governi mondiali - e in particolare occidentali - ha affrontato questo problema sanitario, consentendo ad esso di esondare in maniera incontrollata nella vita politica e civile. Se si ritiene necessario dichiarare un'emergenza generalizzata per un'epidemia virale (per giunta dalla letalità piuttosto bassa) è fondamentale che vengano indicati criteri chiari, incontrovertibili, pubblicamente verificabili in base ai quali l'emergenza potrà venire dichiarata conclusa. In mancanza di essi, o nel caso essi vengano continuamente modificati nelle comunicazioni dei governi, lo stato di emergenza tende inevitabilmente a sfociare - come ci ricorda continuamente Massimo Cacciari - in uno stato di eccezione permanente, in cui i limiti invalicabili posti al potere e i diritti fondamentali dei cittadini sono totalmente vanificati.Tra non molto l'aporia di Gibilterra sarà quella di tutti gli Stati occidentali che hanno puntato tutte le loro carte sull'alternativa "vaccini o lockdown". E tanto più quella di un paese come il nostro, nel quale la pressione allarmistica, l'invadenza coercitiva del governo, la censura di ogni voce critica hanno raggiunto livelli parossistici: livelli dei quali l'adozione a tappeto del lasciapassare sanitario, le minacce a chi sceglie di non vaccinarsi, la richiesta (assente in qualunque altro paese liberaldemocratico) di obbligo vaccinale per legge, la crescente compressione della libertà di manifestare sono gli aspetti più eclatanti.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6781LE FOLLIE DEL GREEN PASS E LE COLPE DI DRAGHI di Franco BattagliaQuando il 10 agosto del '39 Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri di Mussolini, vola in Germania con la missione di dissuadere quei guerrafondai a imbarcarsi in una nuova guerra, incontra il suo collega Ribbentropp e gli chiede cosa caspita hanno intenzione di fare i tedeschi - che già si erano annessi, senza che nessuno dicesse pio, l'Austria e parte della Cecoslovacchia - col casotto che stanno sollevando sulla Polonia. «Volete Danzica?», chiede Ciano. «Vogliamo la guerra!», replica l'altro. «E secondo voi Inghilterra e Francia staranno a guardare?». E Ribbentropp: «Non muoveranno un dito. Scommettiamo?». Fecero la scommessa: un quadro rinascimentale italiano contro una raccolta d'armi tedesche. Sappiamo tutti l'esito della scommessa: il primo settembre Hitler invadeva la Polonia e il 3 settembre Francia e Inghilterra dichiaravano guerra alla Germania. Il finimondo.IL CINISMO DI CHI COMANDATutto quanto sopra per dire che coloro che governano il mondo, i cosiddetti leader, non esitano a mandare al macello i popoli che essi governano e, per giunta, ci si divertono pure: l'insipienza e il cinismo regnano spesso sovrani. Ed è da settimane che chiedo a me stesso: cosa mai avrà scommesso Mario Draghi - e con chi? - per agire come sta agendo. Mi immagino la scena tra lui e il suo - per noi misterioso - interlocutore: scommettiamo che riesco a far fare agli italiani le cose più assurde senza che essi abbiano nulla da ridire? Anzi, mi ringrazieranno come loro salvatore? Ed è forse così - sennò non me lo spiego - che deve essere nato il green pass all'amatriciana. Quello che quel genio del ministro Enrico Giovannini ti chiede di esibire se sei dentro un eurostar, comodamente seduto a un metro di distanza dal tuo dirimpettaio, ma si guarda bene dal controllare se sei dentro un treno regionale o, peggio, dentro un autobus cittadino, pieni come un uovo.Il green pass che ti consente di entrare nei cinema, teatri, stadi e ristoranti, ma anche di andare a lavoro, ben sapendo che potresti ben essere contagioso. Tant'è vero che in tutte le riunioni di codesti leader, tutti vaccinati, tamponati e greenpassati - o greenspassosi - essi si presentano, al colmo del ridicolo, con tanto di mascherina sul volto. Viene il sospetto che non abbiano la faccia di mostrarla, la faccia. Il green pass che non ti concede nulla di quanto sopra perché si presume, al colmo del grottesco, che uno che la malattia non ha possa contagiare chi contro essa si è immunizzato. Il green pass che consente ai non vaccinati negativi, quindi sanissimi, di mischiarsi con vaccinati che ormai anche le pietre sanno possono essere contagiosi; condannando così alla malattia - ma che dico, alla malattia: alla morte (Draghi dixit) - gli ultimi sani rimasti. Il green pass che sta infiammando l'Italia della gente col cervello nella testa e con la testa sulle spalle, visto che se lo hai vai in discoteca purché te ne stia con la mascherina se non balli e puoi toglierla se balli.LE "DELIZIE" DEL GREEN PASSNon finiremmo più se continuiamo ad elencare le "delizie" del green pass. Qualcuno dei geni che l'hanno promosso, pensando di correggere il tiro, propone l'obbligo vaccinale. Non si rendono conto, i furboni, che nulla cambia: codesto virus e codesti vaccini non hanno nulla che giustifichi un tale obbligo. Con altri virus e con altri vaccini un eventuale obbligo è giustificato dal fatto che non si vuole contagiare chi il vaccino non può farlo. Ma qui la cosa non vale: il virus è mutato, la protezione - ancorché sufficiente da consigliare la vaccinazione - è totalmente insufficiente in ordine al contagio: i non vaccinati non sono granché più protetti se i vaccinati - che oggi 16 ottobre sono il 70% con due dosi e il 76% con una sola dose (quindi il governo ha fallito anche qua) - aumentano di qualche punto percentuale.Molti commentatori in questi giorni se la prendono col ministro Lamorgese o col ministro Speranza. Io son della vecchia guardia, di quelli che pensano che il pesce puzza dalla testa. La responsabilità primaria l'ha allora Mario Draghi: avrebbe dovuto capire l'inadeguatezza della prima e l'incompetenza del secondo. Quest'ultimo, soprattutto - anche Giufà lo aveva capito fin da sùbito - non avrebbe avuto alcuna autorevolezza a invogliare nessuno alla vaccinazione, se questo era il desiderio del governo. Anzi, tutto il comportamento dell'uomo durante tutta la pandemia deve aver indotto molti a fare esattamente l'opposto di quel che Speranza diceva di fare. Chi si vaccina ha paura del virus, chi non si vaccina ha paura del vaccino. Nessun governo può dire a nessuno di cosa aver paura, e la paura degli uni non ha più dignità di quella degli altri: non ci vuole molto a capirlo.Allora, signor Draghi, la sua scommessa l'ha perduta: chieda scusa agli italiani, magari dica che l'aveva fatto a fin di bene, ma riconosca l'errore e abolisca il green pass. Sono un plurivaccinato con tutti i vaccini disponibili sul mercato e sono greenpassato, ma fin dal primo giorno del green pass ho pensato una cosa sola: esso è una barbarie.Nota di BastaBugie: Ruben Razzante nell'articolo seguente dal titolo "Osi dubitare della campagna vaccinale? Fango su Report" spiega perché oggi fare il normale mestiere di giornalista e rilevare gli errori del governo è inammissibile.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 4 novembre 2021:Ha sollevato un polverone l'ultima puntata di Report andata in onda lunedì scorso su Rai 3, nella quale si documentavano alcuni errori della campagna vaccinale in Italia. La trasmissione di Sigfrido Ranucci ha segnalato il caso di una errata somministrazione del vaccino Moderna che sarebbe imputabile a un difetto di comunicazione tra Aifa e Ministero della Salute. Gli anziani avrebbero cioè ricevuto una quantità sbagliata di siero e il fatto risalirebbe al periodo settembre-ottobre. Sarebbe bastata mezza dose per avere gli stessi anticorpi e invece il Ministero avrebbe dato indicazione ai centri vaccinali di somministrare l'intera dose: 100 microgrammi anziché 50 di Moderna. Poi avrebbe cambiato idea e specificato di usare soltanto Pfizer.La gestione della pandemia da parte del governo italiano, ancor più da parte di quello precedente, non è certamente stata esente da colpe e ormai è cosa nota. Dalla vicenda mascherine (caso Arcuri) all'opinabilità di alcune restrizioni adottate sarebbero tanti i rilievi da muovere al Ministro Speranza e al suo staff, ma anche al Comitato tecnico-scientifico, non a caso rinnovato nella sua composizione con l'avvento del Governo Draghi.Normale, quindi, anzi opportuno che l'informazione, come "cane da guardia" del potere politico, racconti gli errori della campagna vaccinale, anche in un'ottica di riparazione degli stessi, visto che le punture sono destinate ad andare avanti ancora a lungo con la terza e magari con altre dosi di vaccino.Ma questo evidentemente alla politica non piace, perché mette a nudo l'approssimazione di certe decisioni e l'aleatorietà di alcune scelte che però finiscono per impattare sulla salute di milioni di persone. Denunciare queste situazioni, nella semplificazione demagogica di certi politici, equivale a strizzare l'occhio ai No Vax. Adombrare il sospetto che il vaccino possa essere un business per alcune aziende farmaceutiche significa confutare l'ideologia vaccinale e quindi…apriti cielo!C'è stata, infatti, una levata di scudi nei confronti della trasmissione di Rai 3, proprio da parte del Pd e della sinistra, che in passato hanno beneficiato anche elettoralmente di alcune inchieste condotte da Report.I parlamentari del Partito Democratico in Commissione di Vigilanza hanno chiesto "un chiarimento" ai vertici del servizio pubblico e hanno parlato di "episodio molto grave di disinformazione", cioè di "un lungo compendio delle più irresponsabili tesi No Vax e No Green Pass". Poi hanno corretto il tiro, rendendosi conto di aver fatto un autogol e si sono affrettati a ribadire che occorre rispettare l'autonomia dei giornalisti e la libertà editoriale. A Matteo Renzi, più volte preso di mira da Report (anche nell'ultima puntata, a proposito dei suoi viaggi d'affari all'estero) non sembra vero di poter partecipare a questo tiro al piccione contro Ranucci, accusandolo di non fare servizio pubblico. Forse perché, per il leader di Italia Viva, fare servizio pubblico significa mettere la sordina alle voci di dissenso per raccontare unilateralmente la verità, come accadeva nella Rai dell'epoca renziana.Pure Forza Italia si indigna verso la trasmissione di Rai 3. "Mi spiace perché Report è la seguitissima trasmissione di un'azienda che dovrebbe esaltare il progresso scientifico e i suoi benefici anziché offrire argomenti agli scettici verso la bontà del vaccino - tuona Andrea Ruggieri - e perché è un po' come se qualcuno dicesse che medici, infermieri e altri professionisti abbiano tratto profitto dalla pandemia grazie ai molti straordinari retribuiti nell'emergenza sanitaria scatenata dal Coronavirus".Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, si è difeso: "Sono stufo di queste accuse. Sono vaccinato come tutta la redazione di Report, ma come giornalista devo essere libero di raccontare delle criticità. Quali sarebbero i contenuti No Vax? Credo che i parlamentari non abbiano visto il servizio". E aggiunge: "È da No Vax dire che il 9 settembre Aifa si è sbagliata a scegliere con troppa fretta di iniettare il vaccino Moderna a dose intera quando la stessa azienda Moderna sei giorni prima aveva raccomandato metà dose? È da No Vax chiedere che venga fatto il tampone più frequentemente agli infermieri che rischiano di contagiarsi perché cala l'efficacia del vaccino? È da No Vax chiedere di sorvegliare con attenzione gli anticorpi per fare prevenzione?".
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6767IL GREENPASS E LE MINACCE ''MISERICORDIOSE'' A SACERDOTI E FEDELIdi Luisella ScrosatiA macchia d'olio. Il lasciapassare verde si sta rapidamente estendendo nelle diocesi italiane, sempre più preoccupate di uniformarsi alle leggi civili. Dopo la calorosa raccomandazione della Conferenza Episcopale Italiana a sottoporsi alla vaccinazione e dopo l'immediata imposizione dell'Arcidiocesi di Milano agli operatori pastorali delle tre condizioni che abilitano ad avere il green-pass (vaccinazione, guarigione dalla Covid, tampone molecolare negativo), altre diocesi italiane si allineano.L'Arcidiocesi di Firenze, con una lettera dell'11 settembre, firmata dal cardinal Betori, si mette nella scia della diocesi ambrosiana: autodichiarazione obbligatoria, nella quale si esplicita di rientrare in una delle tre categorie "benedette" dallo Stato, senza la quale accoliti, ministri straordinari della comunione, catechisti, educatori, animatori, volontari, persino segretari ed archivisti parrocchiali non potranno più svolgere il loro servizio. Anche la diocesi di Firenze, come quella di Milano precisa, che «quanto previsto nell'autodichiarazione per gli "operatori stabili" è richiesto anche per i ministri ordinati (vescovo, presbiteri e diaconi); in virtù del particolare vincolo di obbedienza assunto al momento dell'ordinazione, per loro quindi non è necessario compilare il modulo». Un'obbedienza che ormai nella Chiesa è intesa in modo alquanto singolare: liberi di proclamare eresie, ma non di scegliere le cure adeguate alla propria salute.LA DIOCESI DI AREZZO: PRIMA IL DIALOGO, SE POI I PRETI NON SONO D'ACCORDO LI CACCIAMOLa diocesi di Arezzo, in nome della comunione con le diocesi della Toscana, ha subito diffuso nei propri territori le disposizioni della Chiesa fiorentina, con tanto di tabella riassuntiva delle varie attività correlate alla richiesta di lasciapassare. Interessante notare che quanti partecipano alla catechesi, se sono maggiorenni, devono esibire il green-pass. Altrimenti niente trasmissione della fede: evidentemente le leggi civili, o presunte tali, vengono prima dell'evangelizzazione.Il vescovo, Mons. Riccardo Fontana, ci mette però del suo, in un'intervista dal tono un po' "intimadatorio" al quotidiano La Nazione (21 ottobre, pagina 2). Il titolo è tutto un programma: «Una decina di parroci ancora senza vaccino. "Prima dell'obbligo la strada del dialogo"». Sintesi dell'articolo: cari preti no-vax, intanto vi scredito davanti a tutti; poi vi do la possibilità di scegliere "liberamente" quello che io voglio; infine, se non vi piegate, vi obbligo, magari minacciandovi la sospensione a divinis. Gli articolisti la chiamano "moral suasion", un modo colto per nascondere la volontà di estorsione.Qualche citazione passim dall'articolo: «La stragrande maggioranza dei miei parroci ha già fatto il vaccino, su 309 in servizio della Diocesi, chi non ce l'ha si conta sulle dita di due mani e chi non presenta il Green pass non fa riunioni con il popolo [...]. Ma ora, prima di imporre l'obbligo stiamo percorrendo le vie del dialogo che mi sono molto più consone». Un'idea singolare di dialogo: o fai quel che ti dico "dialogando" oppure ti impedisco di svolgere il ministero sacerdotale.Nel caso non fosse abbastanza chiaro, Fontana continua: «Convinceremo i resistenti, ma la stragrande maggioranza è d'accordo. Sentirò, uno ad uno tutti i miei preti e ho già iniziato [...] ma certo che non può fare il parroco uno che non ha il Green pass».Sempre La Nazione, il giorno dopo, torna a sostenere la "moral suasion" della diocesi, parlando di un povero prete anziano del gruppo dei "resistenti", che però è corso a farsi il vaccino, perché in fondo non aveva altre ragioni se non quelle del "si sente dire in giro che". Poi le affermazioni di altri sacerdoti, per i quali con il Green pass siamo tutti più sicuri e più liberi di riprendere le nostre attività pastorali. La meraviglia del mondo green...LA SITUAZIONE IN UMBRIA: IL CAPPIO SI STRINGE SEMPRE DI PIÙDalla Toscana alla vicina Umbria, dove i sacerdoti della diocesi di Foligno si sono visti recapitare una lettera recante «cordiali e fraterni saluti» da parte del Vicario generale, Mons. Giovanni Nizzi, che tanto cordiale e fraterno, nel concreto, non sembra esserlo. «Il criterio generale deve essere il seguente: chiunque abbia un ruolo ecclesiale che comporti un contatto fisico con gli altri [...] deve attenersi ai previsti criteri di precauzione (vaccinazione, guarigione da non oltre 180 giorni, test negativo - 72 ore - da tampone molecolare) sottoscrivendo il modulo di autodichiarazione. Nel caso che, per qualsiasi motivo, non potesse attenersi a questo criterio, si astenga rigorosamente dall'esercizio del ministero o dell'attività ecclesiale in tutti quegli aspetti che comportano contatto fisico con gli altri (ad esempio, distribuzione della Santa Comunione, catechesi per gruppi in luoghi chiusi, partecipazione a cori, ...)». Ci è stato segnalato che anche le diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Spoleto-Norcia avrebbero adottato la stessa linea. E a Terni il vescovo ha detto di seguire passo passo le direttive della diocesi milanese.Meglio non sprecare battute sul ruolo ecclesiale che comporta un "contatto fisico", dato il momento particolarmente delicato per la Chiesa cattolica; ci limitiamo a sollevare qualche perplessità sul presunto contatto fisico che si verificherebbe durante la distribuzione dell'Eucaristia: evidentemente qualcosa ci sfugge dell'attuale prassi sacramentaria.Dunque, il cappio si stringe sempre di più attorno a quei laici e sacerdoti che non intendono cadere nella trappola del lasciapassare verde, che altro non è se non una modalità concreta per entrare nel regime di una chiesa di Stato a tutti gli effetti. Il ministero sacerdotale, la vita sacramentale, la trasmissione della fede, le attività caritative, insomma, la vita della Chiesa interamente subordinata ad una delle più assurde e impositive leggi dello Stato.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6766I CASI DI MIETTA E MARTINA COLOMBARI: IL GREENPASS E' INUTILE E PERICOLOSODue showgirl, entrambe positive. Da una parte Martina Colombari, rinchiusa in quarantena causa infezione. Dall'altra Mietta, cantante e concorrente di Ballando con le stelle, costretta a restare lontana dalla tv a causa del coronavirus. Due vicende simili, con un'unica differenza: la prima era vaccinata, la seconda no. E infatti il trattamento loro riservato è stato ben diverso: per la Colombari è scattata subito la gara di solidarietà, per Mietta la caccia alle streghe. Se però ragionassimo bene sulle due storie, così sovrapponibili, e leggessimo con attenzione l'intervista odierna alla Colombari, capiremmo bene quanto sia inutile, se non pericoloso, quel green pass che ormai governa la nostra quotidianità.Stando al suo racconto, infatti, la Colombari a inizio settimana scorsa sente i primi sintomi di un raffreddore. È a Riccione dai suoi genitori e sul momento non abbina il malanno al Covid, anche perché "ho fatto la seconda dose di vaccino due mesi fa". Quindi continua a vivere una vita normale, gira, vede persone, va al ristorante e al lavoro grazie al green pass ottenuto con le due dosi di siero. Poi? Poi venerdì, "in vista della scena di un film" che avrebbe dovuto girare, si sottopone ad un tampone molecolare che risulta positivo. Apriti cielo. Martina si mette in isolamento e fa scatenare "un giro di messaggi con tutte le persone che ho visto". Nel calderone dei possibili infetti finiscono anche due ristoranti dove era stata in settimana "grazie" al green pass vaccinale. Un vero e proprio patatrac.Com'è possibile sia successo? Semplice: ovunque Colombari andasse la facevano entrare perché poteva esibire quel green pass che gli esperti "indicano come una specie di via libera". Nessuno si è posto il problema che il vaccinato potesse essere comunque positivo. E infatti, lasciata libera dal passaporto verde, Martina in realtà stava portando a spasso il virus. Se non avesse lavorato per il cinema o per la tv, ma per una normale azienda, il tampone "extra" non lo avrebbe fatto ("tanto ho il green pass") e avrebbe partecipato da infetta a chissà quanti altri incontri sociali. Questo dimostra, se davvero ve ne fosse ancora il bisogno, che il lasciapassare non serve a bloccare l'epidemia. Tutt'altro. È uno strumento surrettizio per costringere alla vaccinazione, chiaro, ma nient'altro. Ininfluente dal punto di vista epidemiologico, può anzi essere potenzialmente dannoso: apre le porte della socialità a tutti i vaccinati, pure quelli infetti. Potenziali "bombe" virologiche, col bollino del green pass.Nota di BastaBugie: Andrea Zambrano nell'articolo seguente dal titolo "Solo il positivo non vaccinato è un untore irresponsabile" parla del diverso trattamento ricevuto da Ed Sheeran e Martina Colombari che vengono intervistati con tutti gli onori perché vaccinati e invece Mietta che viene massacrata perché non ancora vaccinata. Eppure contagio, sintomi e condizioni di salute sono gli stessi.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 26 ottobre 2021:C'è positivo e positivo. C'è il positivo vaxinato che racconta la disavventura di aver preso il covid come un incidente di percorso e c'è il positivo no vaxinato che invece viene esposto al pubblico ludibrio per la sua irresponsabilità. Eppure, per entrambi, le condizioni di salute (sintomi, febbre, percentuali di guarigione etc...) sono praticamente le stesse.Sembra che il positivo non vaccinato sia un malato diverso da quello che, invece, pur essendosi vaccinato in doppia dose convintamente e proficuamente, oggi è alle prese col covid.Breve rassegna dalle cronache che coinvolgono vip e non vip.C'è Ed Sheeran che doveva essere in Italia e invece se ne starà a casa dieci giorni con la figlioletta e senza moglie. «Ho preso il covid, non ci voleva», ha detto ai fans. La popstar inglese è vaccinata in doppia dose e la sua quarantena obbligata causata dalla sua positività dopo un tampone diventa un fatto di interesse popolare tanto che Fabio Fazio ci si collega pure in diretta tv, domenica sera.Le condizioni del cantante non sono gravi, né serie. Quello "sto malissimo" pronunciato era riferito al dispiacere di non poter incontrare i fans italiani. Ma si rifarà a Natale, ha promesso. Tutto normale, insomma. E il vaccino? Ma come? Ormai si sa che il vaccino non protegge dal contagio, ma dalle forme gravi. Lo hanno capito anche i Fabiofazio che ospitano i Burioni che dicono il contrario.Poi c'è Martina Colombari che viene persino indicata dal Corsera come esempio di civismo perché ha detto di aver contratto il covid. Anche lei, nonostante il vaccino. Come sta? Benissimo, solo qualche papilla gustativa alterata, ma sta che è una favola. E quindi? E quindi lo ha comunicato «per tenere sempre alta la guardia e fare attenzione anche se siamo vaccinati» et voilà, ecco scodellata una bella intervista sul Corsera online.Esempi virtuosi di positivi al covid. Poi ci sono i positivi negletti. Stessi sintomi, stesse condizioni, stesso decorso. Solo che non sono vaccinati.C'è la cantante Mietta, che deve lasciare il set di Ballando con le Stelle a causa della sua positività al covid. Perché? Perché per poter lavorare deve fare il green pass e nell'ultimo effettuato sarà emersa una sua positività. Ragion per cui ha dovuto lasciare il set della trasmissione fino a completa negativizzazione.E qui sono sorti i problemi. In collegamento con Milly Carlucci, Selvaggia Lucarelli, che poi Vittorio Sgarbi ha apostrofato come "poliziotta sanitaria" ha chiesto a Mietta se fosse vaccinata, pensando di rivolgerle una domanda legittima. Per la verità su queste questioni vige ancora ancora la privacy, pertanto, Mietta ha ritenuto di non rispondere. Sgamata, è diventato palese che la cantante non aveva fatto l'inoculo, tanto da doversi giustificare successivamente con un post per chiarire la sua posizione, spiegare il perché non si è ancora vaccinata e che non appena le condizioni di salute glielo permetteranno lo farà. Sul caso è intervenuto persino il presidente dell'Ordine dei Medici del Lazio che ha rimproverato la cantante che «dovrebbe stare doppiamente attenta, stare a casa e soprattutto non partecipare a una trasmissione come questa, che di fatto pone i concorrenti in una sorta di 'comunità aperta'».Se Martina Colombari e Ed Sheeran ci dicono che anche i vaccinati possono infettarsi e quindi infettare, non è più logico pensare che chi presenta un Green pass da tampone abbia più probabilità di essere negativo quando è a contatto con gli altri, rispetto a chi invece è vaccinato? Infatti, come ha spiegato la Colombari, lei il tampone lo ha dovuto fare perché sta partecipando alle riprese di un film, quindi, la sua positività è stata presa in tempo non perché aveva il vaccino, ma perché aveva fatto un tampone.Domanda provocatoria: e se Mietta fosse stata "infettata" da uno dei tanti vaccinati inconsapevoli con i quali è entrata in contatto nel suo lavoro? È una domanda alla quale - lo sappiamo - non c'è risposta, però dovrebbe per lo meno fare riflettere.Invece no. Invece si proseguirà con lo stigma del positivo non vaccinato, anche se i sintomi, la contagiosità e lo stato di salute saranno uguali a quelli dei super-si-iper-vax.A Bologna una mezza scuola è in quarantena a causa di alcuni focolai tra i ragazzini delle medie. I sospetti sono ricaduti su una delle tre insegnanti risultata positiva. Quale? Quella che non avendo fatto il vaccino doveva presentare un green pass da tampone negativo ogni 48 ore. Segnalata la positività della docente, sono partiti i controlli. Si sono così trovati anche altri insegnanti positivi. Ma chi l'ha detto che a contagiare è stata quella che, facendo un tampone ogni due giorni, teoricamente doveva essere anche quella più controllata? Non potrebbe essere il contrario?
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6756IL VACCINO HA FUNZIONATO PER UNA SCUOLA SICURA? NO, E' SOLO UN TRUCCO DEL GOVERNO di Marco LeporeLa pandemia è finita? O non è mai esistita? Una cosa è certa: da alcuni giorni, improvvisamente, le notizie sulla grande stampa, relative al virus Sars-Covid19, sono pressoché sparite o, comunque, drasticamente diminuite. Come se qualcuno avesse dato un comando generale e detto "stop!".La cesura fra "prima" e "dopo", pare risalire a pochi giorni fa, il 29 settembre, in coincidenza con la conferenza stampa in cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha espresso massima soddisfazione per come è stata gestita negli ultimi mesi la vaccinazione e l'adozione del Green pass, a partire dalla scuola. Secondo il presidente del Consiglio è stato infatti raggiunto l'obiettivo fissato alcuni mesi fa: il 95% del personale scolastico e il 70% di studenti tra i 12 e i 19 anni vaccinato. "La vaccinazione è alla base della ripresa - ha affermato Mario Draghi - gli scolari sono tornati a scuola: è stato un passaggio difficile ma tutto sommato risolto con successo... Questa constatazione - ha continuato Draghi - ci dice che questo è un ingrediente fondamentale per la crescita, da proteggere in tutti i modi: dobbiamo fare di tutto e se ci fosse una recrudescenza la affronteremo senza ospedalizzazioni diffuse e pressione sulle strutture ospedaliere". Secondo il presidente del Consiglio, "il vaccino è l'unico modo sicuro per proteggere noi stessi e i nostri cari".Una sorta di proclamazione di vittoria e di fede assoluta nel salvator-vaccino. Certamente Draghi sa che c'è ancora qualche "giapponese", nel folto della foresta, che forse non si arrenderà mai, ma tutti devono sapere che la guerra ormai è vinta, ed è una notizia da "proteggere in tutti i modi", poiché trattasi di "ingrediente fondamentale per la crescita". Ecco dunque il segnale.NESSUNA VITTORIA, SOLO PROPAGANDACosì, dal giorno successivo, dopo mesi e mesi di un insopportabile bombardamento, il Covid è quasi sparito dalle prime pagine dei giornali e, per quanto riguarda la scuola, anche dalle notizie in evidenza nelle testate specialistiche. Ma le cose stanno davvero così? Davvero è finita l'emergenza, oppure, semplicemente, si tratta di una tattica psicologica di guerra - a guerra in corso - per sfiancare la resistenza? Per rispondere a queste domande, è necessario andare a vedere i dati reali, e molto utile, a tal scopo, è quanto pubblicato dal Sole24 Ore sul suo speciale Lab24, appositamente dedicato all'andamento statistico dell'epidemia. Interessantissimo, tra gli altri, è il grafico che mette a confronto l'estate 2021 e l'estate 2020.Come è evidente, la situazione non appare affatto migliorata rispetto ad un anno fa. Anzi, nonostante la massiccia campagna vaccinale, i casi totali, i deceduti, il tasso di positività e i ricoveri in terapia intensiva risultano sensibilmente più elevati. Non è una buona notizia; men che meno appare una vittoria...Per quanto riguarda, invece, la specifica situazione all'interno delle scuole, dopo la "fiammata" di contagi dei primi giorni, messa subito in evidenza con un certo allarme dai giornali, l'epidemia parrebbe essersi fermata. Cosa è accaduto? La risposta, probabilmente, più che in una effettiva riduzione dei contagi, sta nella introduzione di nuove modalità di gestione della quarantena. La regola generale vuole che, nel caso in cui uno studente all'interno di uno istituto scolastico dovesse risultare positivo al COVID, l'intera classe debba essere messa in quarantena (e quindi in Dad) per un periodo non inferiore a sette giorni (per i soggetti vaccinati) o dieci giorni (per i non vaccinati).LA DIFFUSIONE DI CONTAGI ALL'APERTURA DELLE SCUOLELa pressoché immediata diffusione di contagi, all'apertura delle scuole, ha suscitato un certo allarme all'interno del Governo e del Ministero Istruzione, perché andava evidentemente a sconfessare la narrazione ufficiale secondo la quale, grazie alla campagna di vaccinazioni, "mai più Dad" e "solo lezioni in presenza" per tutti...Si è pensato, così, di introdurre il "modello della bolla" proposto dalla Regione Lazio. L'idea deriva da una formula già ampiamente applicata agli aerei: in caso di positività di un passeggero, la quarantena è prevista solo per i soggetti seduti nelle due file dietro, davanti e laterale rispetto al contagiato. In attesa di linee guida nazionali, che sono allo studi del Cts, alcune Regioni poi hanno fatto anche di "meglio: in Emilia-Romagna sono considerati contatti stretti solo i vicini di banco del soggetto infetto, mentre in Veneto, addirittura, rimane a casa solo esclusivamente il contagiato.Come è evidente, l'obiettivo principale è la riduzione della platea di soggetti costretti a rimanere a casa (solo i compagni di banco vicini al soggetto risultato positivo). Tale sistema mira a permettere di mantenere il più possibile le scuole aperte ed evitare quarantene inutili (ed è un bene), ma nello stesso tempo riduce enormemente la visibilità dell'impatto del virus sulle scuole, andando a rafforzare la narrazione ufficiale secondo la quale il vaccino ha funzionato.Non si intende, qui, entrare nella polemica, già sufficientemente infiammata, sulla efficacia o meno dei sieri anticovid; nelle prossime settimane, con l'avvento dei primi freddi, si capirà molto meglio se, e quanto, effettivamente funzionano...Non ci sarebbe da sorprendersi, tuttavia, se si scoprisse che, ancora una volta, chi ha in mano il potere e le chiavi dei mezzi di comunicazione sociale, ha deciso di farci credere che la realtà sia solo ciò che gli conviene raccontare, magari con l'aiuto di qualche piccolo trucchetto contabile. Come nel caso della scuola.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6743DOPO IL COVID CI SARA' L'EMERGENZA CLIMATICA E QUINDI... L'EMERGENZA NON FINIRA' MAI di Riccardo Cascioli«È vero che stiamo ancora lottando contro la pandemia, ma questa è un'emergenza di uguale entità e non dobbiamo assolutamente ridurre la nostra determinazione ad affrontare i cambiamenti climatici». Così il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto l'altro giorno al vertice sul Clima che ha inaugurato l'Assemblea generale dell'ONU. E, non sorprendentemente, l'Osservatore Romano, nell'edizione del 21 settembre, si è fatto megafono dell'allarmismo facendo proprio il messaggio con un titolo a caratteri cubitali in prima pagina: L'emergenza climatica è come la pandemia.Nel discorso di Draghi segue la solita litania di provvedimenti urgenti da prendere prima che sia troppo tardi, e che riguardano essenzialmente la "transizione energetica", ovvero il passaggio dall'uso dei combustibili fossili a qualsiasi forma di fonte rinnovabile. Non ci dilunghiamo sulle conseguenze di queste scelte economiche "verdi", di cui stiamo già assaggiando il sapore amaro (vedi impennata dei costi della bolletta per l'energia elettrica).In questa sede vorremmo invece far notare questo connubio ideologico tra clima e pandemia, che non è affatto accidentale. Il punto è che tutto serve a mantenere lo stato di emergenza, a cui peraltro ci siamo già drammaticamente abituati. Sono vent'anni almeno che ci viene propagandata l'emergenza climatica, e anche se le popolazioni in buona parte fanno fatica a credere veramente al catastrofismo imperante - che rimanda sempre a disastri prossimi venturi - cionondimeno questa ha già condizionato profondamente le politiche dei governi occidentali. E soprattutto ha portato i cittadini ad accettare misure che hanno pesantemente inciso sulle proprie tasche e sulla propria libertà. Pensiamo al forzato rinnovo del parco auto per poter circolare liberamente con i vari, ultimi, Euro con cui vengono classificati i motori "puliti"; o alla svalutazione delle abitazioni datate grazie alla obbligatoria certificazione energetica.STATO D'EMERGENZA PERMANENTEIn questa prospettiva la pandemia è stata un'occasione per rendere ancora più concreto e stringente lo stato d'emergenza, con tanto di sospensione delle libertà individuali e delle garanzie democratiche. Questo a sua volta faciliterà il perpetuare le misure costrittive anche per la presunta emergenza climatica. Probabilmente non è un caso che il lasciapassare di cui tanto si parla di questi tempi sia stato chiamato Green Pass, lasciapassare verde. Cosa c'entra il verde con la pandemia? Nulla, ma richiama molto l'ecologia.E allora, una volta accettata l'idea del Green Pass, non è molto lontano il momento in cui sarà allargato ai comportamenti ecologici: il lasciapassare verde sarà rilasciato a chi ha l'auto elettrica, a chi ha la propria casa in classe energetica A, a chi usa i mezzi pubblici o la bicicletta per muoversi in città, e così via. Il tutto secondo uno schema - forse sorprenderà qualcuno - che è già stato teorizzato e anche realizzato. Già nel 2006 il politico laburista britannico David Miliband auspicava una Carbon Credit Card, una carta di credito che funziona come una "prepagata", dall'ammontare fisso, che va a scalare a seconda delle scelte che vengono fatte per gli acquisti di cibo, energia, viaggi. Più si è "verdi" più si ha libertà di acquistare e di muoversi. E tuttora c'è chi porta avanti questo progetto, anzi lo sta realizzando.Non a caso l'esperto americano Marc Morano, nel suo recente libro Green Fraud (La truffa verde) definisce i lockdown anti-Covid come «la prova generale per l'emergenza climatica». E nota come le misure tanto invocate dagli ecologisti, grazie alla pandemia sono state realizzate dalla sera alla mattina dai governi di tutto il mondo: dallo stop ai viaggi aerei al blocco delle attività economiche (non per niente tutti hanno sottolineato con favore che nel 2020 sono diminuite le emissioni di CO2); dalla drastica riduzione degli spostamenti alla chiusura delle attività ricreative (dai ristoranti ai cinema e teatri, considerati consumi non necessari). Il protrarsi dello stato di emergenza, dalla pandemia al clima, porterà tutto ciò a diventare il "nuovo normale".LE CONSEGUENZE DEL PERENNE STATO D'EMERGENZAIl perenne stato d'emergenza inoltre genera almeno due conseguenze che vale la pena mettere in evidenza.La prima è la fine della democrazia. Non si tratta di un effetto collaterale, ma di un obiettivo esplicitamente voluto. In un rapporto del Club di Roma, addirittura del 1991, intitolato The First Global Revolution (La Prima rivoluzione globale), leggiamo: «La democrazia non è una panacea. (...) per quanto possa suonare sacrilego, la democrazia non è più appropriata per gli obiettivi che abbiamo davanti. La complessità e la natura tecnica di molti dei problemi di oggi non sempre permettono a rappresentanti eletti di prendere decisioni corrette al momento giusto». La direzione è quella di una governance mondiale tecnocratica capace di affrontare "scientificamente" le emergenze globali (o che vengono presentate come tali). Guardando a come i media ci presentano la pandemia e i cambiamenti climatici non ci sono dubbi al riguardo.La seconda conseguenza è la crescente invadenza dello Stato in ogni ambito della vita. La sussidiarietà, l'iniziativa personale sono bandite, tutto dipende dalle decisioni del governo. Riprendere il discorso di Mario Draghi al Senato del 17 febbraio 2021 (presentazione del governo alle Camere) è istruttivo in tal senso: l'economia è stata massacrata dalla pandemia, diceva in sostanza (ma sarebbe meglio dire dalla gestione della pandemia), ora il governo aiuterà a ripartire, ma decidendo chi far ripartire e in che modo. E intanto anche le attività bloccate dai lockdown (ristoratori in testa) sono state costrette a dipendere dalle elemosine del governo. E ancora in questi giorni, a seguito dell'annuncio del clamoroso aumento delle bollette di elettricità e gas, il governo ha assicurato che aiuterà i più poveri. Sempre più persone e famiglie vengono spinte ai margini dell'economia, costrette alla povertà, per poi trovarsi a dipendere dalla magnanimità dello Stato.Chi pensa che il 31 dicembre segnerà davvero la fine dello stato di emergenza è un illuso.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6736IL VACCINO ALLE DONNE IN GRAVIDANZA HA TRIPLICATO GLI ABORTI di Paolo GulisanoNelle ultime settimane, la campagna vaccinale anti Covid è stata estesa in Italia anche alle donne in gravidanza. Si tratta di una scelta che suscita parecchie perplessità. Da quando esistono le vaccinazioni, si è sempre avuta una particolare attenzione a non somministrare vaccini in gravidanza, dal momento che - come molti altri farmaci - potrebbero interferire nei meccanismi di embriogenesi e causare malformazioni ai nascituri. Solo in anni molto recenti è stato dato il via libera alla vaccinazione anti Difterite-Tetano-Pertosse (trivalente) nelle donne gravide, ma soltanto dopo la 28esima settimana di gestazione, proprio per evitare questi danni all'embrione.Un secondo vaccino consentito in gravidanza è quello anti influenzale. Altri vaccini non vengono praticati. Nel caso dei nuovi vaccini anti Covid, per le loro caratteristiche di farmaci autorizzati in via straordinaria e la limitatezza sugli studi relativi alla loro efficacia e sicurezza, si imponeva una ancor maggiore cautela nell'utilizzo di tali prodotti. Così è stato, ma solo all'inizio.La scheda tecnica del Comirnaty, il vaccino della Pfizer, sconsigliava il vaccino sia in gravidanza che in allattamento. L'indicazione era stata recepita anche dagli organismi tecnici di supporto al Governo, tanto che al momento del varo della "Certificazione Verde" la condizione di gravidanza costituiva motivo valido per non essere soggetti all'obbligo del pass. Ora invece non è più così: non solo è in atto una campagna propagandistica per invitare le gravide a vaccinarsi, ma lo stato interessante non è più un motivo per l'esenzione temporanea dal vaccino: tale possibilità deve essere valutata dal medico del Centro Vaccinale, e le notizie che provengono dai vari hub vaccinali dicono che tali differimenti sono concessi molto raramente.DAVVERO I BENEFICI SUPERANO I RISCHI?Il motivo è il solito, che viene da tempo ripetuto a tutte le tipologie di pazienti, per le malattie croniche, come per l'età giovanile e infantile: i benefici superano i rischi. Un teorema che sembra smentito, nel caso delle donne in gravidanza, dai risultati di alcuni studi. Risultati che presentano dei numeri estremamente chiari, anche se - paradossalmente - sono gli autori stessi di questi studi che cercano di minimizzarne il significato. Ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi.Prendiamo lo studio [...] pubblicato sul New England Journal of Medicine il 17 giugno. Si tratta di uno studio osservazionale su donne gravide vaccinate con i due vaccini a mRNA negli Stati Uniti dalla fine di Dicembre del 2020 alla fine di febbraio del 2021. I ricercatori hanno riferito che tra le partecipanti allo studio (proprio così: uno studio sperimentale) dopo la vaccinazione si è avuto un aborto nel 12,6% dei casi, e gli autori hanno dichiarato che questa proporzione era corrispondente a quella attesa. Una affermazione decisamente inesatta.Il tasso di abortività spontanea negli Stati Uniti è di circa il 4%. Questo significa che il numero di donne vaccinate con vaccini a mRNA è il triplo del numero fisiologico. Inoltre, il tasso di abortività post vaccinale potrebbe essere anche più alto, dal momento che, come affermato nell'articolo, tra le 827 partecipanti alla sperimentazione con una gravidanza completata, 700 avevano ricevuto la prima dose di vaccino nel terzo trimestre, in un periodo quindi meno a rischio di danni per l'embrione.IL FALLIMENTO DELLA SPERIMENTAZIONE SULLE DONNE IN GRAVIDANZAAttualmente, in maniera incomprensibile secondo quelli che dovrebbero essere i princìpi di precauzione, non è stato posto alcun limite temporale per la vaccinazione Covid. Avrebbe potuto essere posto quantomeno alla 28esima settimana, analogamente a quanto avviene per la vaccinazione DTP, e invece è possibile - anzi, è consigliato - effettuare la vaccinazione in qualunque momento della gravidanza, anche nelle prime settimane, quelle più delicate dal punto di vista embriogenetico.Tornando allo studio pubblicato dal New England, ai colleghi che chiedevano spiegazioni e ulteriori dettagli sulla ricerca, gli autori hanno dovuto ammettere diversi errori metodologici e hanno ricalcolato il rischio cumulativo di aborto spontaneo [...].I rischi di abortività stimati sono del 14,1% nel complesso e 12,8% nelle analisi standardizzate per età. Un dato impressionante, e che non è affatto "fisiologico". E dopo questi dati preliminari, ora sarebbe auspicabile attendersi nuove ricerche, finalizzate a verificare le condizioni di quell'85% di bambini arrivati per loro fortuna a vedere la luce. Dati, ad esempio, sulla prematurità, sui nati sottopeso, o con eventuali malformazioni. Solo con queste informazioni si potrà giudicare obiettivamente sui rischi e i benefici di questa sperimentazione sulle donne in gravidanza.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6726DOPO DRAGHI ANCHE MATTARELLA ISTIGA ALL'ODIO CONTRO I NON VACCINATI di Stefano FontanaIl discorso del Presidente Mattarella all'università di Pavia di domenica 5 settembre inquieta, sia per le cose inesatte che ha espresso, sia perché ha fatta propria fin nei minimi termini la versione che il potere ha deciso di diffondere sulla vaccinazione, sia infine per la violenza discriminatoria di cui ha fatto oggetto i cittadini che - responsabilmente, prudenzialmente, coscientemente - decidono di non farsi vaccinare.Più il potere si irrigidisce in forme autoritarie e autoreferenziali e più ha bisogno di individuare un nemico. Letterariamente George Orwell ci ha parlato dei "Due Minuti dell'Odio" che il regime politico in cui viveva il protagonista del romando "1984" imponeva a tutti i cittadini. Lo storico Ernst Nolte ci ha a sua volta insegnato che ogni regime autoritario deve creare una "attribuzione collettiva di colpa" come quella del Terrore parigino contro gli "accaparratori" o quello nazista contro gli ebrei. L'espressione sta a significare una colpa non perché si sia fatto o omesso qualcosa ma semplicemente perché si è qualcosa o qualcuno che il potere ha individuato come non avente diritto ad esistere. Ma il più esperto di Leviatani è senz'altro Thomas Hobbes, il quale ha spietatamente detto che "Lo Stato conserva nei confronti di chi dissente il proprio diritto originario, cioè il diritto di guerra, come nei confronti di un nemico".DUE MINUTI DI ODIOIl discorso di Mattarella a Pavia - come del resto quello di Draghi che sosteneva il rapporto necessario esistente tra non vaccinarsi e morire - ha costituito dei veri e propri "due minuti di odio", una condanna senza appello dei cittadini che non vogliono vaccinarsi considerandoli licenziosi e irresponsabili. Il suo discorso è stato anche una "attribuzione collettiva di colpa": non ci sono i "no-vax, espressione di comodo inventata dal potere per attribuire meglio la colpa collettiva, ci sono le singole persone con le loro storie e le loro teste, ma Mattarella ha considerato queste persone come una "massa" di irresponsabili, per definizione, e vadano alle ortiche le loro argomentazioni.Infine, Mattarella ha presentato quei cittadini come il "nemico" da combattere e da sterminare, nemico perché si sono macchiati del delitto di "resistenza", atteggiamento che, agli occhi del Leviatano di Hobbes equivale - e forse ancora di più - a quello di lesa maestà nel vecchio bonario assolutismo. Di solito quando il potere assume queste posizioni è perché è in atto una guerra civile, come spiegava Carl Schmitt, per evitare la quale lo Stato, che è Dio-Animale-Uomo-Macchina, mette in atto tutta la sua sovranità dato lo stato di eccezione che la guerra civile comporta. Ma in Italia non c'è guerra civile, soprattutto proprio per la responsabilità dei tanti cittadini che Mattarella bolla come irresponsabili. La situazione di eccezione non c'è e questo conferma la irresponsabilità del volere ugualmente proporre i "due minuti di odio", di individuare lo stesso una "attribuzione collettiva di colpa" e di voler a tutti i costi indicare un nemico.IL BLOCCO DELL'ECONOMIA È STATO CAUSATO DAI LOCKDOWN, NON DAI NON VACCINATII cittadini contro cui Mattarella si è scagliato - i "nemici" - sono da lui accusati di non far ripartire l'economia. Ma l'economia è stata messa in blocco dai lockdown non necessari imposti dal potere politico. Bastava prendere altre strade e l'economia non si sarebbe bloccata. Vengono accusati di irresponsabilità, compresa quell'insegnante che non accetta l'imposizione a vaccinarsi in assenza di un reale pericolo e nell'incertezza di fare così del male a sé e ai propri figli. Vengono accusati di non voler accettare i risultati della scienza, ma quali risultati della scienza? E quale scienza? Quella asservita al potere o quella vera? Vengono da lui accusati di comportamenti violenti e minacciosi, quando sono le istituzioni a minacciare quotidianamente chi non accetta la vaccinazione di Stato.Li ha perfino accusati di limitare le libertà altrui ben sapendo che anche i vaccinati non sono liberi e che, comunque, i vincoli ai diritti più elementari - dalla istruzione alle cure sanitarie, dalla cultura agli spostamenti - sono perpetrati dalla Repubblica proprio nei confronti dei cittadini "nemici" non vaccinati, in contrasto con la sua stessa Carta costituzionale.Senz'altro dietro un intervento così crasso di Mattarella ci saranno motivi politici. Sostenere il governo Draghi, confortare l'ipotesi dell'obbligo vaccinale sostenuto dalla maggioranza e, purtroppo, anche dalla stragrande maggioranza della opposizione che così però si gioca la credibilità, mettere qualche pedina per le elezioni presidenziali o altro. Sta di fatto che le persone veramente responsabili dalle arroganti e irrispettose parole di Mattarella dovrebbero essere più che altro confermate a continuare la resistenza e la dissidenza. Quando il potere parla in questi termini rende gli oppositori sicuri di essere nel giusto.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6700IL GREEN PASS E' UNO STRUMENTO DI CONTROLLO di Stefano MagniGreen Pass, di cosa aver paura? Gran parte delle manifestazioni contro l'istituzione dell'obbligo del lasciapassare sono state accolte da questa domanda: di cosa avete paura? Se è vero che il 73% degli italiani è d'accordo sul nuovo dovere del cittadino vaccinato (o guarito, o testato negativo), allora questa piccola minoranza che manifesta in piazza è accolta dallo stupore di una maggioranza che non capisce dove sia il problema. Chi protesta, al contrario, teme una dittatura sanitaria.L'uso dei simboli nazisti per indicare il pericolo della dittatura, delle stelle gialle e del parallelo con le leggi razziali (che discriminavano gli ebrei, dal 1938) è ricorso molto spesso nelle proteste e ha provocato l'indignazione delle comunità ebraiche e dell'opinione pubblica più moderata. Il nazismo spunta sempre quando c'è da contestare un abuso di potere (reductio ad hitlerum) e il paragone con le leggi razziali viene spesso in mente, in caso di discriminazione, perché è una ferita indelebile nella storia italiana. Ma il parallelo è improprio, in effetti: qui non si sta preparando una discriminazione su base razziale, ma comportamentale. I fascisti dal 1938, i nazisti dal 1933, perseguitavano gli ebrei a prescindere dalle loro idee o dai loro comportamenti. Allora di cosa aver paura? I difensori dell'obbligo di Green Pass ne sottolineano l'assoluta normalità: come ci si deve fermare se il semaforo è rosso, come per pilotare un aereo c'è bisogno di un brevetto, per guidare un'auto c'è bisogno della patente, per entrare in un ristorante hai bisogno, in tempi di pandemia, di un lasciapassare verde. Cosa c'è da aver paura? C'è eccome. Vediamo di cosa.LA RADICE DEL GREEN PASS È NELLA CINA COMUNISTAIl lasciapassare verde è un'idea europea, ma l'origine è la Repubblica Popolare Cinese. Benché altre piccole realtà lo avessero introdotto su scala ridotta, nel marzo scorso, il regime di Pechino si è fatto promotore dell'idea su scala globale. Lo scopo dichiarato, sia del "passaporto vaccinale" cinese che del pass verde europeo, era quello di poter viaggiare "liberamente" in sicurezza. Chi conosce, però, i metodi comunisti sa che uno strumento nato con uno scopo formalmente innocuo, può trasformarsi, in men che non si dica, in un altro dispositivo di controllo totalitario. Che tipo di strumento? In Cina, in particolar modo, è un'integrazione al sistema di crediti sociali, con cui lo Stato valuta ogni singolo comportamento del cittadino e gli assegna un punteggio positivo o negativo. Se il punteggio è troppo basso, il cittadino viene escluso da una serie di servizi, fino a diventare prigioniero in casa sua e privato dell'accesso ai suoi risparmi. Se è particolarmente basso, il cittadino viene esposto al pubblico ludibrio, a una gogna elettronica, su Internet, sui maxischermi nei luoghi pubblici e sui media. Se è sotto una soglia minima, il cittadino disobbediente finisce in campo di rieducazione.In Europa non esiste (ancora) un sistema di crediti sociali. Il Green Pass doveva essere solo un modo per viaggiare in sicurezza, senza subire quarantene o l'obbligo dei tamponi alla partenza e al ritorno. Ma la Francia e, subito dopo, anche l'Italia, lo hanno trasformato in uno strumento di controllo e valutazione. Chi non ha seguito determinati comportamenti, come vaccinarsi, è escluso, per motivi sanitari, da una serie di servizi a cui, fino al giorno prima, poteva avere libero accesso. E' diventato già un piccolo sistema di crediti sociali. E' vero che viene presentato come uno strumento ad hoc, giustificato dalla pandemia (in un periodo, però, in cui le ospedalizzazioni sono al minimo) e per questo viene accettato di buon grado da cittadini che non si fanno troppe domande. Ma può degenerare e diventare uno strumento di controllo, tout court? A questo punto sì. Basta poco. Se si sdogana questa logica, non ci vuole molto per arrivare a un sistema di crediti sociali alla cinese.PROSSIMO PASSO: L'EMERGENZA CLIMATICAPrima o poi l'emergenza pandemica finirà, ma c'è già "l'emergenza climatica". Anche per affrontare l'emergenza climatica la libertà individuale è vista come un ostacolo. Nella pandemia si dice che la tua libertà deve essere limitata per proteggere il resto della comunità dal contagio, perché chiunque può essere portatore inconsapevole della malattia. Dopo l'introduzione dei vaccini, si dice anche che non puoi scegliere di non vaccinarti, perché si deve raggiungere collettivamente l'immunità di gregge. Per combattere l'emergenza climatica, allo stesso modo, si dice che la tua libertà debba essere limitata ancor di più, perché consumi, spostamenti e stili di vita moderni producono esternalità che diverranno sempre più inaccettabili, come l'emissione di CO2 o la mera "impronta ecologica" (quanto "pesiamo" sulle risorse del pianeta). Se il Green Pass venisse un domani applicato per imporre un comportamento ecologicamente corretto, escludendo da ogni servizio chi non ha i requisiti necessari? Basterebbe un piccolo aggiornamento del software. Non si dovrebbe neppure cambiargli il nome. Quello della lotta al cambiamento climatico è solo un esempio, ma i motivi per sottrarre punti a un cittadino del futuro potrebbero essere molti di più. Basti vedere per quante cause, apparentemente insignificanti, si viene già bannati d'autorità dai maggiori social network...I manifestanti contro l'obbligo di Green Pass, è questo che temono. Contrariamente alla maggioranza dei giornalisti e degli intellettuali, vedono il pericolo che arriva. Lo chiamano "nazismo", perché è la tirannia che tutti noi abbiamo in mente. Ma è del modello cinese che dobbiamo aver seriamente paura.Nota di BastaBugie: Gianfranco Amato nell'articolo seguente dal titolo "Oggi come ieri: la giusta dozzina che disse no al Duce" ricorda quando 90 anni fa il governo emanava un Decreto Legge in cui i docenti erano obbligati a giurare fedeltà al Fascismo. Il 99% giurò, mentre si ribellarono solo l'1% dei docenti universitari e persero il posto di lavoro. Elenchiamo di seguito i loro nomi e le loro storie.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29 agosto 2021:Con piglio militaresco il generale Figliuolo ha ordinato l'elenco di tutti gli insegnanti vaccinati, al fine di scovare i renitenti all'iniezione. Ordine perentorio entro il 20 agosto 2021. Pare che il militare abbia ottenuto i dati richiesti. E pare anche che gli stessi abbiano confermato una cosa già ampiamente nota: superano il 90% gli insegnanti che hanno puntualmente obbedito alle disposizioni impartite e, quindi, in grado di ottenere la tessera verde che consentirà loro di poter lavorare. Una percentuale più che bulgara. Plebiscitaria.Qualcuno si è meravigliato della solerte e zelante diligenza con cui i signori docenti si sono subito adeguati alle disposizioni ministeriali. Evidentemente, chi è rimasto sorpreso non conosce la storia.Proprio novanta anni fa, il 28 agosto 1931, infatti, il governo italiano emanava il Decreto Legge n.1227, recante «disposizioni sull'istruzione superiore». Erano norme che riformavano la scuola superiore, istituendo, tra le tante cose, anche la figura dei presidi.Interessante è l'art. 18 di quel decreto legge che imponeva ai professori il giuramento di fedeltà al regime. Ogni docente di scuole superiori e università doveva pronunciare la seguente formula: «Giuro di essere fedele al Re, ai suoi Reali successori e al Regime Fascista, di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato, di esercitare l'ufficio di insegnante ed adempiere a tutti i miei doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi, probi e devoti alla patria e al Regime Fascista. Giuro che non appartengo né apparterrò ad associazioni o partiti la cui attività non si concilii con i doveri del mio ufficio».Quanti furono quelli che aderirono? [...] Ebbene, su 1.250 docenti universitari solo dodici rifiutarono di giurare e persero il posto. Oggi, dopo novant'anni, meritano di essere ricordati:- Ernesto Bonaiuti, professore di cristianesimo all'Università di Roma;- Mario Carrara, medico legale e docente all'Università di Torino;- Gaetano De Sanctis, docente di storia antica all'Università di Roma, che rifiutò con queste parole: «Il mio atto non vuole avere alcuna portata e alcun significato politico; è semplicemente un atto di ossequio all'imperativo categorico del dovere»;- Jacob Benedetto Giorgio Errera, professore di chimica a Pavia, autore di importantissime ricerche nel campo della chimica organica;- Giorgio Levi Della Vida, orientalista, storico delle religioni, semitista, ebraista, arabista e islamista italiano;- Fabio Luzzato, avvocato e professore di diritto civile all'Università di Macerata, nonché docente di diritto agrario alla Scuola superiore di agricoltura a Milano;- Piero Martinetti, docente di filosofia teoretica e morale all'università di Milano, fu il solo filosofo universitario che rifiutò il giuramento; nella sua lettera di comunicazione del rifiuto al Ministro dell'Educazione scrisse: «Così ho sempre insegnato che la sola luce, la sola direzione ed anche il solo conforto che l'uomo può avere nella vita è la propria coscienza; e che il subordinarla a qualsiasi altra considerazione, per quanto elevata essa sia, è un sacrilegio. Ora col giuramento che mi è richiesto io verrei a smentire queste mie convinzioni ed a smentire con esse tutta la mia vita; l'Eccellenza Vostra riconoscerà che questo non è possibile. Con questo non intendo affatto declinare qualunque eventuale conseguenza della mia decisione: soltanto sono lieto che l'Eccellenza Vostra mi abbia dato la possibilità di mettere in chiaro che essa procede non da una disposizione ribelle e proterva, ma dalla impossibilità morale di andare contro ai principî che hanno retto tutta la mia vita»;
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6687RIASSUNTO DI TUTTE LE FAKE NEWS SU COVID E VACCINI di Michele CrudeliniProsegue da parte di istituzioni e media mainstream la caccia alle cosiddette fake news su Covid e vaccini.La narrazione è questa: sui social network e su internet si diffonderebbero alla velocità della luce notizie false o non attendibili sul virus e sulla campagna di vaccinazione. Queste avrebbero così conseguenze dirette sui comportamenti delle persone, rischiando di causare il fallimento del contenimento del virus.Lotta alle fake news che ha visto addirittura la realizzazione di una enciclopedia contro le bufale sia da parte del Ministero della Salute che da parte dell'Istituto Superiore di Sanità.E questa crociata contro le fake viene sbandierata ad ogni buona occasione all'interno dei programmi televisivi generalisti. L'idea che si vuol far passare è quindi questa: da una parte ci sono loro, le istituzioni e i media, uniche fonti attendibili. Dall'altra il resto del mondo.QUANDO ERA IL MINISTERO DELLA SALUTE A DIFFONDERE NOTIZIE FAKETale narrativa sembra avere però una memoria decisamente corta e poco consapevole che bufale molto più potenti sono state diffuse proprio da chi oggi vorrebbe combatterle.Come non dimenticare infatti la campagna informativa diffusa su tutte le reti nazionali dal Ministero della Salute il 7 febbraio 2020, dove il contagio da Covid veniva descritto come "non affatto facile". Solo quattordici giorni dopo questo spot, veniva riscontrato il famoso caso Covid di Codogno, da cui sarebbe seguita a ruota la scoperta di un contagio già largamente diffuso nel nord Italia.E chissà quanti milioni di cittadini italiani si erano invece sentiti rassicurati da quello spot diffuso dal Ministero della Salute. Magari tralasciando comportamenti prudenziali perché, come diceva il dicastero di Speranza, "il contagio non è affatto facile".Il febbraio 2020 oltre ad essere ricordato come il mese del contagio italiano di Covid, dovrebbe essere anche memorizzato come il periodo più fertile di fake news da parte di virologi e giornalisti mainstream.Come non dimenticare l'uscita di Roberto Burioni in prima serata su Rai 3, [nella trasmissione di Fabio Fazio] datata 10 febbraio 2020: "In Italia siamo tranquilli, il virus non c'è. Quindi è lecito preoccuparsi solo per l'influenza". Per poi aggiungere anche: "Prudenza solo nei confronti di chi viene dalla Cina, perché chi è in Italia neanche volendo può contrarre il coronavirus perché non c'è". [...]Stesso mese, stesso virus, stesso messaggio con il giornalista Andrea Scanzi, che durante una diretta Facebook del 25 febbraio 2020 paragonava il Covid ad una banale influenza. E fa venire una certa amarezza leggere cosa scrive oggi Scanzi in riferimento ai contestatori del green pass: "Questa gente è pericolosa, fuori dal mondo e imperdonabile. A qualcuno di voi gente così farà ridere. A me no: a me fa paura. Fa rabbia. E fa pure arrabbiare, perché penso a tutti i morti che ha fatto il Covid. Morti che dovrebbero oggi essere onorati dal nostro comportamento irreprensibile".Rabbia che Scanzi farebbe però meglio a rivolgere principalmente contro se stesso.DAI 1300 MORTI A LUGLIO AI CONTAGI CHE SALGONO A CAUSA DELLE ELEZIONILe fake news da parte di istituzioni e media mainstream sono continuate poi a circolare anche a epidemia in corso, con la diffusione costante di previsioni catastrofiche, mai verificatesi.Come quella fatta dalla fondazione Kessler nell'aprile 2021. La fondazione aveva infatti previsto uno scenario di 1300 morti al giorno per luglio 2021, a causa delle riaperture. Decessi giornalieri che invece a luglio non hanno mai superato quota 30.Notizie discutibili sono arrivate anche dai livelli più alti istituzionali. Come quando il Presidente della Repubblica italiana, il giorno della nomina di Mario Draghi a Palazzo Chigi, tra le motivazioni di quella scelta aveva detto che "nei Paesi dove si sono svolte le elezioni si è registrato un grave aumento dei contagi".Elezioni che si erano svolte in Portogallo il 28 gennaio 2021, a cui era seguito invece un drastico calo dei contagi.Così come in Bulgaria, anche lì dopo le votazioni di marzo i contagi sono scesi.Anche in Albania, le elezioni di aprile scorso non hanno prodotto alcun aumento dei contagi.Infine, forse, la fake news per eccellenza, arriva direttamente dal Primo Ministro Mario Draghi. Secondo Draghi, il Green Pass darebbe quindi la garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiose.Una bufala madornale dal punto di vista scientifico, considerato che è stato ampiamente dimostrato dalle evidenze, nonché confermato dall'intera comunità scientifica, che anche i vaccinati, con doppia dose, possono essere portatori del virus e quindi contagiare.Senza contare che anche il tampone negativo non può essere certezza assoluta di immunità, considerata l'inaffidabilità di questo strumento che nel tempo ha prodotto numerosi falsi positivi e falsi negativi. Una tale fake news pronunciata dal Primo Ministro italiano, senza contraddittorio, quale effetto negativo può avere sulla popolazione?A seguito delle dichiarazioni di Draghi chissà quanti vaccinati si sono sentiti legittimati a tenere comportamenti non prudenti, pur con il rischio di essere portatori del virus.Questo è il vero paradosso della caccia alle fake news. Si vuole stanare il troll, l'anonimo account che diffonde evidenti panzane sui social a qualche centinaio di persone. Nel frattempo però si dà spazio e si amplificano incredibili bufale istituzionali che si diffondono con una potenza e una legittimità pericolosissimi.
VIDEO: Quando arriva il Green Pass - Al ristorante (Parodia Un giorno di ordinaria follia) ➜ https://www.youtube.com/watch?v=a9CNkxJxJIU&list=PLolpIV2TSebVSarVSJS-Gy5hJo3_40bhITESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6702MACCHE' COVID! IL VERO VIRUS E' IL PECCATO! di Tommaso ScandroglioSe gli uomini, in questo periodo di pandemia, si fossero preoccupati della propria salute spirituale tanto quanto si sono preoccupati della propria salute fisica, saremmo già tutti santi. Come c'è il virus del Covid che, in alcuni casi, è letale, così c'è il virus del peccato che, nella sua variante più grave, conduce a morte certa dell'anima.Nel primo caso abbiamo fatto di tutto per evitare il contagio: distanziamento sociale, mascherine, coprifuoco, lockdown, vaccini, terapie, igiene delle mani, rilevamento della temperatura, investimenti miliardari dei governi e molto altro ancora. Nel secondo caso la maggior parte delle persone spesso non si cura di non contrarre il virus del peccato, anzi il più delle volte cerca volontariamente il contagio.Eppure, a differenza del Coronavirus, avremmo strumenti efficacissimi sia di cura che di prevenzione. Le terapie antivirali possono trovare un corrispettivo nel sacramento del battesimo e della confessione che cancellano il virus del peccato: il primo nella forma originale, il secondo nelle sue varianti, anche quelle meno minacciose chiamate peccati veniali. I vaccini hanno un loro omologo nei sacramenti - eucarestia e nuovamente la confessione - nella preghiera e nei digiuni: strumenti che aiutano nella immunità al male e nell'evitare che altri si contagino.Come continuamente da più di un anno ci informiamo su tutto ciò che riguarda il virus, così dovremmo fare per la salute della nostra anima: leggendo la Bibbia, studiando la dottrina, etc. Come con il coronavirus pendiamo dalle labbra degli esperti, così dovremmo pendere dalle labbra degli esperti della salvezza, ossia i Padri e i Dottori della Chiesa e il Magistero di sempre. Come guardiamo con profondo interesse gli esempi virtuosi di quei paesi che stanno meglio di noi nella lotta al virus, così dovremmo imparare dai santi per capire come lottare contro il peccato. Come alla prima avvisaglia di malessere prendiamo il termometro, chiamiamo il medico ed eseguiamo un tampone, così al primo sospetto di aver peccato dovremmo fare un serio esame di coscienza e chiamare un sacerdote se i sintomi sono gravi.Come un rischio remotissimo di contrarre il virus ci spinge ad essere cauti sino al parossismo, anche quando si tratta di persone giovani e sane, tanto che evitiamo di stringere le mani e gli assembramenti, così dovremmo comportarci quando si tratta del peccato: un rischio bassissimo di compiere anche un solo peccato veniale ci dovrebbe portare ad evitare le occasioni prossime e remote di peccato, evitando di stringere le mani a chi ci vuole portare lontano da Dio e chiudendo occhi e orecchie alla tentazione con la mascherina della preghiera, così come facciamo con il Covid chiudendo naso e bocca al virus con la mascherina chirurgica.Come il timore di contagiare qualcuno, soprattutto qualcuno di caro e le persone fragili, ci ha portato addirittura a non vederlo per mesi, così la paura di contagiare con il nostro cattivo esempio gli altri, soprattutto chi amiamo e chi è fragile nella fede, ci dovrebbe stimolare a comportarci santamente di fronte a loro.Siamo sinceri. Non abbiamo usato un centesimo delle energie spese contro il Covid per combattere il peccato. Questo per un semplice motivo: non abbiamo fede. Non crediamo nel giudizio finale, nell'Inferno e nel fatto che la nostra anima sia continuamente in pericolo. Anzi non crediamo addirittura all'esistenza stessa del peccato: siamo negazionisti, tanto quanto quelli che negano l'esistenza del Coronavirus. Siamo da sempre investiti da infinite ondate di questa pandemia letale e il mondo non fa nulla perché non ci crede. E così non possiamo che tenere di più alla salute del corpo che a quella spirituale. Eppure Gesù è stato chiarissimo: «non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima».
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6688VACCINARE I GIOVANI E' IMMORALE (OLTRE CHE PERICOLOSO PER LA LORO SALUTE)La vaccinazione di massa prende di mira i minorenni senza supporto scientifico e con il ricatto della perdita della libertà (in questo il Comitato Nazionale di Bioetica aiuta il governo)di Stefano FontanaLe attuali politiche governative sulla vaccinazione di massa da tempo prendono di mira i minorenni e forti pressioni vorrebbero coinvolgere anche i bambini. Vaccinare i minori sembra sia diventata la priorità per la lotta al virus. Su questo punto la Dottrina sociale della Chiesa esprime la sua forte avversità dato che riscontra in queste politiche l'azione di principi contrari al bene comune.Quando ha cominciato a diffondersi l'idea di vaccinare i minorenni, molti avevano fatto presente l'illiceità morale e politica della cosa. I motivi erano tanti e tutti importanti. Prima di tutto: c'era una documentazione certa della gravità del rischio cui si sarebbe andati incontro non vaccinandosi? Non c'era. Anzi, i dati documentavano il contrario certificando che il rischio epidemiologico tra i giovani è bassissimo. Il dovere morale di sottoporsi a vaccinazione esiste solo davanti ad un gravissimo pericolo incombente, che per i giovani non esisteva quando si cominciò a parlare della loro necessaria vaccinazione e non esiste tuttora.UN PRINCIPIO MORALMENTE INACCETTABILEA questo punto si è tirata fuori l'altra idea: anche se non c'è rischio diretto e personale grave, i giovani devono essere comunque vaccinati per ridurre e impedire la diffusione del virus, ossia per esigenze di etica pubblica. Ma questo principio è moralmente inaccettabile per due motivi strettamente collegati tra loro.L'intervento sanitario deve procurare un bene per la persona soggetta a tale intervento. Altri motivi, chiamiamoli di "salute pubblica", non possono giustificare un intervento sulla persona se tale intervento anche non procura un bene alla persona, ma invece procura un danno oppure la sottopone ad un rischio ingiustificato. Tanto più il principio vale se il cosiddetto vaccino che viene inoculato è ancora in fase sperimentale, per la cui cosa il danno e il rischio grave non si possono escludere in modo assoluto. La persona non può essere strumento del bene pubblico, il giovane non bisognoso per sé del vaccino, non può quindi essere vaccinato per garantire la salute altrui, a maggior ragione quando non ci sono nemmeno dati che confermano che il suo sacrificio possa veramente essere utile..Questo conduce al secondo principio: non ci può essere contrasto tra il bene comune e il bene della singola persona. Questo è stato sempre insegnato dalla Dottrina sociale della Chiesa, in accordo con la filosofia e la teologia politica cattolica. Non è etico sacrificare qualcuno per il bene di altri, o della maggioranza. Il rapporto tra la società e la persona è il rapporto di un tutto con un altro tutto. Il bene comune non è un bene superiore a quello delle singole persone, ma coincide con il bene di ogni singola persona.BENE COMUNE E BENE PUBBLICODietro a questo equivoco sta la confusione tra bene comune e bene pubblico. Il primo è un bene qualitativo ed etico che riguarda ogni singola persona della comunità politica, il secondo è un bene quantitativo che può riguardare alcuni, la maggioranza o anche tutti i cittadini ma come somma del loro benessere individuale. Il primo ha come componente (ma non essenziale) anche il bene sanitario, il secondo ritiene invece essenziale il bene sanitario inteso come quello stabilito dal potere politico (spesso a servizio di quello economico).L'obiettivo di vaccinare tutti i minori viene perseguito dal potere politico in vari modi. Il primo modo è propagandistico e consiste nei veicolare tramite i media di Stato e i testimonial del jet set l'idea del dovere civico per proteggere i cosiddetti soggetti deboli dal contagio. Il secondo consiste nel ricatto del Green Pass, impedendo varie attività a chi non è vaccinato e quindi obbligando senza obbligare. Ad un possibile terzo modo ha dato il proprio contributo il recente parere del Comitato Nazionale di Bioetica sostenendo il diritto del minore di vaccinarsi anche contro il parere dei genitori o di chi detiene la patria potestà. In questo modo si è valorizzata l'autodeterminazione del giovane. Egli crede di autodeterminarsi mentre invece è eterodeterminato dalla propaganda e dalle pressioni dirette e indirette.Nota di BastaBugie: Riccardo Cascioli nell'articolo seguente dal titolo "Tra vaccino e mamma e papà: mistificazioni e false libertà" risponde ad Assuntina Morresi, componente del Comitato Nazionale di Bioetica che si dichiara cattolica, ma difende i principi contrari alla Dottrina Sociale della Chiesa esposti nel precedente articolo.Ecco la risposta del direttore Cascioli pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 4 agosto 2021:Cara Morresi, [...] la sua lettera ci dà l'occasione di chiarire alcuni punti fondamentali della questione "vaccini e adolescenti". Perché prima del favor vitae, c'è un altro principio, quello di realtà, ovvero stabilire se il trattamento proposto sia adeguato alla condizione fisica della persona e valutare anche le circostanze non prettamente sanitarie che possono influenzare la decisione. E qui ci sono almeno tre punti critici da valutare.1) IL VACCINO NON È UN SALVAVITADal punto di vista sanitario, lei dà per scontato che il vaccino sia un "salvavita", assunzione del tutto arbitraria sia dal punto di vista medico sia dal punto di vista statistico-sociale. Sappiamo benissimo che la discussione scientifica è aperta sul tema e che altri paesi sconsigliano apertamente la vaccinazione dei minori se non in situazioni di particolari fragilità. Questo anche per le possibili conseguenze, anche sul lungo termine, che certi vaccini possono avere e per cui non ci sono al momento risposte, mentre si moltiplicano casi di cronaca di morti "sospette" che dovrebbero comunque indurre alla prudenza. Inoltre, inutile ricordare che c'è la possibilità di terapie precoci che anche negli adulti abbassano notevolmente la probabilità di esiti letali della malattia Covid. E a questo si deve poi aggiungere che - lo sappiamo tutti - la mortalità degli adolescenti dovuta al Covid è prossima allo zero assoluto. Piuttosto sarebbe bene preoccuparsi della mortalità degli adolescenti dovuta ai suicidi da lockdown. Si può legittimamente decidere di vaccinarsi, ma spacciare il vaccino per un salvavita è una mistificazione inaccettabile.2) I GIOVANI VOGLIONO LA LIBERTÀ, NON IL VACCINOAllargando il discorso al contesto, non si può far finta che il dilemma sul vaccino sia solo dal punto di vista etico-sanitario. Guardiamo la realtà: perché gli adolescenti desiderano vaccinarsi, magari contro il volere dei genitori? Chi ha avuto modo di essere in contatto con i giovani lo sa: la stragrande maggioranza lo vuole non per tutelare la salute ma per ottenere la "libertà". Ne fa cenno anche il documento del CNB. Ci si vaccina cedendo al ricatto imposto dal governo: niente divertimenti, niente vacanze all'estero (e anche in certi posti italiani), niente piscine e palestre, niente stadio, cinema e quant'altro. E infine, niente scuola in presenza (è la spada di Damocle che viene costantemente evocata). Nell'avallare questo ricatto il CNB si prende anche la responsabilità di affermare un concetto distorto di libertà, ridotta alla possibilità di accedere in alcuni luoghi. Ma soprattutto si prende la responsabilità di creare una nuova categoria di giovani emarginati e discriminati, privati di una vita sociale, come già è evidente che accada. E lo ripeto: senza una sola ragione scientifica o sanitaria che giustifichi questo ricatto.3) L'AUTODETERMINAZIONE DEI MINORI FAVORISCE CHI VUOLE DISTRUGGERE LA FAMIGLIAInfine c'è un'altra questione, non strettamente legata al Covid, ma comunque non meno inquietante. Da almeno trenta anni c'è una lobby internazionale che, allo scopo di promuovere aborto e contraccezione nonché altre ideologie tese a distruggere la famiglia, teorizza l'autodeterminazione dei minori contro la potestà dei genitori. Sempre con il pretesto dei motivi sanitari oppure per il rispetto dei diritti umani. Ricordo che questo è un cardine delle campagne abortiste (in nome della salute riproduttiva) riccamente finanziate e spinte dalle agenzie ONU. Ma è anche un cardine della propaganda dell'ideologia gender: guarda caso è un tema che è parte integrante del ddl Zan sull'omotransfobia, e purtroppo è quello che già accade. "Anche senza il consenso dei genitori" è la parola d'ordine di questo movimento. Spenderla per favorire un vaccino che non è "salvavita", non fa altro che portare acqua - anche se involontariamente - al mulino di chi vuole distruggere la famiglia.Mi stupisco, cara Morresi, che a lei sempre così attenta a queste tematiche sfugga questo aspetto.