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Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Gio 11] Commento: Ecco i veri discepoli di Cristo!

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Sep 10, 2025 1:40


Chiunque ascolta la Parola di Gesù dovrebbe sentire nel cuore un forte richiamo, un invito alla conversione vera. Le sue parole di vita eterna dovrebbero risuonare nei nostri cuori in modo incisivo e potente. Gesù non si accontenta di una religiosità esteriore né di un agire che giustifica qualsiasi nostro atteggiamento o decisione. Troppo spesso, con la scusa di una giustizia “fai da te”, siamo propensi a imporre il nostro modo di vedere per i presunti torti subiti, e quante volte usiamo perfino la Parola di Dio per giustificare le nostre azioni! La rivoluzione del cuore che chiede Gesù si traduce invece nel saper riconoscere nell’altro sempre il suo volto. L’invito è ad assumere in noi lo stesso atteggiamento di Dio, che ci guarda con bontà e misericordia. L’insegnamento di Gesù vuole toccare in profondità il nostro essere, perché il nostro agire ne sia conseguenza coerente. Egli non si riferisce più alla legge del taglione che, con “occhio per occhio e dente per dente”, propone un equilibrio apparente ma che in realtà non risolve il problema e accentua i contrasti. La rivoluzione del cuore di Gesù ci invita a non fermarci allo sguardo sugli altri, ma a fissare il volto di Cristo per riconoscerlo in coloro che ci stanno accanto. Infatti, se non conosciamo il volto di Cristo, come potremo mai riconoscerlo nei fratelli? Scopriamo allora la misericordia e il perdono, evitiamo i giudizi, doniamo con generosità, amiamo sinceramente tutti come ha fatto Gesù, e scopriremo con gioia infinita il suo volto nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Mer 10] Vangelo: Col 3, 1-11; Sal.144; Lc 6, 20-26.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Sep 9, 2025 1:05


In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Mer 10] Commento: Beati voi poveri. Guai a voi ricchi.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Sep 9, 2025 2:02


Gesù, subito dopo la scelta dei Dodici apostoli e dopo aver guarito e sanato molte persone nell’annuncio del Regno, si rivolge ai suoi discepoli. Il suo atteggiamento rivela una scelta ben precisa. Il messaggio delle beatitudini, chiamate la Magna Carta del cristianesimo, si inserisce con forza nella novità assoluta del discepolato. I veri beati sono i discepoli di Gesù, dei quali ci è fornita una precisa identità. La lettura completa del brano delle beatitudini impedisce un doppio rischio, che sembra porsi in forma alternativa. Alzando gli occhi ai discepoli, Gesù quasi compie una seconda creazione, operata nel solco della redenzione. Il discepolo è, nella nuova creazione, figlio di Dio, creato ad immagine e somiglianza dello stesso Gesù, vero uomo e vero Dio. La proclamazione delle beatitudini non è la nuova edizione di un manuale di morale pratica e spicciola: Gesù tratteggia il suo volto nella nuova identità dei discepoli. Essere discepolo è opera di Dio, deriva dalla missione del Figlio. Il dono del discepolato, che riceviamo dall’Incarnazione e ci rende partecipi del mistero pasquale, non può essere vissuto passivamente ma richiede la nostra collaborazione. Ciò è evidente perché, sempre rivolgendosi ai discepoli, Gesù completa le beatitudini con i “guai” corrispondenti. Egli non divide i “buoni”, i discepoli, dai “cattivi”, gli altri: tutti sono chiamati e invitati a percorrere la via che le beatitudini tracciano. Il discepolato è un dono da vivere nella nostra quotidianità, non uno stato statico ma un percorso che invita tutti alla conversione vera del cuore. La gratuità dell’agire di Dio non implica inattività, ma accoglienza docile della voce dello Spirito. Con le beatitudini siamo invitati a riscoprire il dono della grazia del battesimo, che ci rende figli di Dio, e a viverlo con coerenza e sincerità.

Prêche la Parole
Un seul pain qui forme un seul corps - 1 Corinthiens 10.16-17

Prêche la Parole

Play Episode Listen Later Sep 8, 2025 49:07


RÉSUMÉ: Le repas du Seigneur est une double communion : verticale avec le Christ (v.16) et horizontale avec l’Église (v.17). Dans ce message, nous allons approfondir cet aspect horizontal et ses implications ecclésiologiques. De même que le baptême est indissociable de l’Église (1 Co 12.13), le repas du Seigneur est inséparable de l’appartenance au corps visible du Christ. PLAN: 1. La réalité de la communion 2. L'ecclésialité de la communion QUESTIONS: 1. Que se passe-t-il lorsque nous prenons le Repas du Seigneur? 2. Qu'est-ce qui différencie le point de vue mémorialiste et celui de la présence réelle? 3. Que signifient les deux angles de la communion? 4. Qu'est-ce que l'ecclésialité de la sainte cène? 5. Qui peut prendre la sainte cène? 6. Comment la communion et la membriété sont-elles reliées? Lectures complémentaires: 1 Corinthiens 11 ; Actes 2.41-47 Prédicateur: Pascal Denault

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Mar 9] Commento: Gesù se ne andò sulla montagna a pregare.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Sep 8, 2025 1:52


La scelta dei dodici apostoli è un momento importante nella missione di Gesù. Egli comincia a formare la sua futura Chiesa con il discepolato, da cui poi sceglie i dodici apostoli. Sul monte, dopo una notte in preghiera, Gesù compie questa elezione, affidando loro un compito particolare. Il momento è solenne e insieme semplice, e la preghiera solitaria di un’intera notte ne manifesta il valore fondamentale e fondativo. Nel Vangelo di san Luca il monte appare come luogo privilegiato della preghiera di Gesù, e ora su quel monte ci sono anche i discepoli. Si coglie allora che la notte in preghiera di Gesù è anche fonte del mandato ecclesiale: possiamo già considerarlo un punto fondativo della Chiesa, che nasce dalla preghiera di Cristo e ha bisogno della preghiera come spina dorsale che veicola la linfa vitale della grazia. Rivolgiamo però la nostra attenzione alla preghiera di Gesù: essa non è e non può essere come le nostre, non è un chiedere lumi al Padre per compiere un discernimento difficile e delicato, ma sottolinea la profonda unione e comunione tra il Padre e il Figlio. I discepoli, presenti sul monte, partecipano a questa comunione, e la scelta dei dodici significa che il mandato che Gesù affida alla sua Chiesa rende sempre efficace la grazia infinita donata dal Figlio nel compimento del suo mistero pasquale. Sul monte si prefigura questo mandato nel segno della missione trinitaria che si realizza in Gesù, vero uomo e vero Dio. La nostra preghiera dovrebbe avere sempre questo respiro ecclesiale e trinitario, anche quando è personale, perché celebrata nella Chiesa. Lo scopo della nostra preghiera è di ritrovarci sul monte della comunione del Padre e del Figlio nello Spirito Santo, per renderci disponibili al progetto di amore del Padre per noi.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Lun 8] Commento: Da te è nato il Sole di giustizia, Cristo Dio nostro.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Sep 7, 2025 2:00


Alla data della nostra nascita siamo soliti scambiarci gli auguri di buon compleanno. Dovremmo oggi farlo nei confronti della nostra Madre celeste, celebriamo infatti la sua natività. I Vangeli non parlano di questo lieto evento né ci rivelano i nomi dei genitori della Vergine; ci li rivelano invece i vangeli apocrifi. Per noi però la festa di oggi più che celebrare una data o una semplice ricorrenza, vuole ricordarci che la futura Madre del Signore è stata concepita senza ombra di peccato, preservata dal peccato originale, che tutti ci ha coinvolti. Vuole ancora dirci che è lei la donna che schiaccerà il capo al serpente, preannunciata sin dal principio, e ancora che quella fanciulla, nata da Gioacchino ed Anna, sarà poi la prescelta da Dio per diventare la Madre di Cristo. Maria viene così in modo prodigioso innestata nel mistero della redenzione di tutto il genere umano. In questa luce noi vediamo e celebriamo le feste della Vergine Maria. La nascita della fanciulla di Nazaret diventa quindi "la pienezza dei tempi", quando cioè i disegni di Dio trovano il loro compimento nella storia e i diversi protagonisti assumono i compiti previsti e preannunciati dallo stesso Signore. Così gli eventi umani si legano indissolubilmente ai disegni divini, così anche noi dovremmo impostare e vivere le nostra storia quotidiana per farla diventare storia sacra, la storia del Dio con noi. Potremmo così realizzare l'ideale principale della nostra esistenza quello di fare del nostro tempo, dei nostri eventi, una celebrazione di salvezza, un approdo alla meta finale, dove vivremo senza tempo, nell'eternità di Dio. Ci sgorghi una preghiera particolare in questo giorno: chiediamo alla Beata Vergine una particolare protezione per tutti coloro che si affacciano alla vita in questo giorno, per tutti i bimbi e le bimbe del mondo, spessi minacciati dalle cattiverie degli adulti.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

La torre, presentata nel brano evangelico di oggi, richiama l’esperienza biblica di Babele. Nella costruzione della torre di Babele troviamo il segno della presunzione umana, che pretende di arrivare a Dio solo con i propri mezzi. Gesù usa proprio il simbolo della torre come elevazione dell’uomo verso Dio, e interessante è come colloca questa immagine insieme a quella del re che si muove alla guerra. Nel brano del Vangelo queste due parabole sono inserite tra due affermazioni significative sul discepolato di Gesù. All’inizio vi è il riferimento alla croce: pensiamo alla Croce di Cristo, strumento di redenzione ed elevazione che permette all’uomo quell’unione con Dio significata dalla costruzione della torre. Pensiamo alle nostre croci personali: quante volte queste croci possono abbatterci e portarci alla disperazione. Portiamo la nostra croce, ma seguiamo Cristo. In Lui troviamo la Croce, mistero di amore e di salvezza. La Croce di Cristo è la vera torre che, innalzata verso il cielo, abbraccia il mondo intero per elevarlo al Padre. La croce, anche quella quotidiana, è lo strumento che Dio ci ha dato perché possiamo realizzare questa torre. Alla fine, Gesù parla dell’abbandono dei beni terreni come condizione essenziale per essere suoi veri discepoli. Il riferimento assume ora una fisionomia più precisa: l’uomo che si siede a fare i conti per verificare la fattibilità dell’opera non rappresenta la presunzione umana che tutto vuole predisporre, ma il discepolo di Gesù che, abbandonata ogni prospettiva terrena, si affida completamente a Dio. La rinuncia del cristiano non è mortificazione fine a se stessa; l’ascesi cristiana è la possibilità di scoprire il nostro essere veri uomini come discepoli di Cristo. È il ricercatore che, trovata la perla, vende tutto per poterla possedere. Nel discepolato di Cristo, che sembra esigente, troviamo il senso profondo del nostro esistere, perché scopriamo in Lui il nostro unico e vero bene. Possiamo allora chiederci quali siano gli strumenti per realizzare questa torre: nella preghiera, elevazione dell’anima a Dio, e nella nostra vita di amore e misericordia troveremo la risposta.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Sab 6] Commento: Il Signore del Sabato.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Sep 5, 2025 1:51


Gli occhi di molti erano puntati sulla persona del Cristo durante la sua esperienza terrena. I più ne traevano motivo di ammirazione per quanto egli annunciava e testimoniava; i soliti scribi e farisei cercavano invece di coglierlo in fallo, per poi trarne accuse. La loro mente era inquinata da false interpretazioni della legge, di cui si sentivano gelosi e unici custodi. Erano poi caduti in una religiosità solo esteriore e ipocrita: si preoccupavano di minuzie e tralasciavano l’essenziale. Gesù stigmatizza ripetutamente il loro comportamento, li definisce sepolcri imbiancati, guide cieche e smaschera più volte le loro ipocrisie. Oggi prendono lo spunto da un gesto semplice e innocente degli apostoli, i quali, passando attraverso rigogliosi campi di grano, raccolgono in giorno di Sabato qualche spiga per mangiarne i chicchi. Ecco pronta la critica rivolta a loro, ma indirizzata allo stesso Gesù: «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?». Ignorano la novità di Cristo, ignorano la libertà che egli vuole dare ai suoi, non vogliono riconoscere che egli è l’inviato di Dio, il Messia tanto atteso e ora rifiutato e contestato. È terribile essere privi della vista degli occhi del corpo; è di gran lunga peggiore la condizione di chi cade nella cecità dell’anima. I puri di cuore vedono Dio e percepiscono la sua divina presenza. I ciechi nell’anima sono capaci di rinnegare anche l’evidenza per restare aggrappati al loro misero orgoglio. Senza il dono della fede saremmo ciechi anche noi. Ringraziamo Dio per tutti i suoi doni, per i segni quotidiani con i quali ci conferma nel bene e nella verità, e perché ci ha liberati dai lacci della legge per aprirci all’amore, che supera ogni timore e ci unisce direttamente a Lui.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Sab 6] Vangelo: Col 1, 21-23; Sal.53; Lc 6, 1-5.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Sep 5, 2025 0:40


Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato».

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna
FULL SHOW | Xav Is Finally Releasing His Cologne!

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna

Play Episode Listen Later Sep 4, 2025 26:37


The day has arrived for Xav to release his cologne XE8! Two mad Freo fans willing to do something permanent to win tickets to their Elimination Final. What did you find in your roof?See omnystudio.com/listener for privacy information.

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna
FULL SHOW | Caleb Serong Get's A Sniff Of Xav's Cologne

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna

Play Episode Listen Later Sep 3, 2025 27:38


Dani may have a surprise lined up for Xav's XE8 cologne launch tomorrow night! Caleb Serong ahead of Freo's Elimination Final against the Gold Coast. Dob in a tight arse mate.See omnystudio.com/listener for privacy information.

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna
FULL SHOW | Josh Treacy The Big Kahuna

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna

Play Episode Listen Later Sep 2, 2025 28:32


Xav reveals where his cologne XE8 will be available Dob in a bad boss. Freo goalkicker Josh Treacy on his love for lawnSee omnystudio.com/listener for privacy information.

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna
FULL SHOW | Should Xav Become A Monk?

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna

Play Episode Listen Later Sep 1, 2025 27:43


Xav's cologne XE8 has hit a snag! Dani brags about her football prowess. Xav could become a monk, but what happened in Thailand might put him off. What weird smell are you into?See omnystudio.com/listener for privacy information.

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna
FULL SHOW | Ryan Daniels Gives His Verdict On Xav's Cologne

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna

Play Episode Listen Later Aug 26, 2025 29:51


Ryan Daniels, Dani and Leachy give their verdict on Xav's cologne XE8... does it smell any good?!? Dani's disturbed by a text she got from Xav last night. Are you giving your kids melatonin gummies?See omnystudio.com/listener for privacy information.

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna
FULL SHOW | Xav's Cologne... The Sweat Is In!

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna

Play Episode Listen Later Aug 25, 2025 30:34


The new cologne XE8 is starting to come together Xav goes to visit new mum (and usual co-host) Katie Lamb and the new bub gets a little confused. Where did you find the stray bong?See omnystudio.com/listener for privacy information.

Prêche la Parole
Levi Loewen - Le Pain de Vie partie 3 : Le salut est à notre Dieu - Jean 6.41-51

Prêche la Parole

Play Episode Listen Later Aug 23, 2025 58:22


Levi Loewen - Jean 6.41-51 ➡️ RÉSUMÉ: Le salut appartient au capitaine de notre salut. Toute gloire et tout honneur reviennent à Christ seul. Dans notre rébellion, nous refusons sa personne et ses enseignements, mais il nous attire à lui en nous révélant le Père et en régénérant nos cœurs, afin que nous venions librement et volontairement à lui pour recevoir le pain de vie. En toutes choses, nous sommes entièrement dépendants du Christ. PLAN: 1. Le scandale du Christ (v. 41-43) 2. Le salut est à lui seul (v. 44) 3. Christ révèle le Père (v. 45-47) 4. Le pain qui donne la vie (v. 48-51) Lectures complémentaires: Jean 3 ; Tite 3.4-7

Prédicateurs invités
Levi Loewen - Le Pain de Vie partie 3 : Le salut est à notre Dieu - Jean 6.41-51

Prédicateurs invités

Play Episode Listen Later Aug 23, 2025 58:22


Levi Loewen - Jean 6.41-51 ➡️ RÉSUMÉ: Le salut appartient au capitaine de notre salut. Toute gloire et tout honneur reviennent à Christ seul. Dans notre rébellion, nous refusons sa personne et ses enseignements, mais il nous attire à lui en nous révélant le Père et en régénérant nos cœurs, afin que nous venions librement et volontairement à lui pour recevoir le pain de vie. En toutes choses, nous sommes entièrement dépendants du Christ. PLAN: 1. Le scandale du Christ (v. 41-43) 2. Le salut est à lui seul (v. 44) 3. Christ révèle le Père (v. 45-47) 4. Le pain qui donne la vie (v. 48-51) Lectures complémentaires: Jean 3 ; Tite 3.4-7

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna
FULL SHOW | Sonny Walters Footy Trips

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna

Play Episode Listen Later Aug 22, 2025 28:48


Xav's cologne XE8 could be a goer as he gets help with a cologne creator. Freo legend Sonny Walters on flying in business class on footy trips. Dani dominates Friday Lines What's your school scandal?See omnystudio.com/listener for privacy information.

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna
FULL SHOW | Freo's Caleb Serong Ready To Fight!

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna

Play Episode Listen Later Aug 21, 2025 27:39


Dani collects sweat from Xav for his XE8 cologne. Freo's Caleb Serong has his eyes raised over Xav's cologne. When did a friend become a flame? Dani embarrasses Xav with another Book Week costume.See omnystudio.com/listener for privacy information.

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna
FULL SHOW | Xav's Cologne - The Lawyers Are In

Triple M Breakfast with Basil, Xav and Jenna

Play Episode Listen Later Aug 20, 2025 26:10


What scents should be in Xav's cologne - XE8? Is Xav's cologne even legal? Lawyer John Hammond has his say. West Coast's AFLW coach Daisy Pearce on renovating her house into an AirBnB. More of Xav's misheard lyricsSee omnystudio.com/listener for privacy information.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Lun 11] Commento: La croce e il pesce.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Aug 10, 2025 1:33


Mentre gli Apostoli pensano, nel loro cuore, che sia ormai vicino il momento in cui Cristo instaurerà il Regno, scacciando e annientando gli oppressori, il Maestro annuncia invece la propria passione e morte. È un contrasto tremendo tra i disegni di Dio e quelli degli uomini. Per i discepoli è una profonda delusione: vedono svanire i loro sogni e devono affrontare il mistero della croce. È scandalo per chi vive la religiosità come garanzia di immunità e di grandezza. È smarrimento per chi rifiuta la croce e non ne riconosce il valore che Dio stesso le ha dato. È oscurità per chi legge la storia solo con logica umana e non sa illuminarla con la fede. Per chi vede nella morte soltanto la fine della vita e il buio di una tomba, non c’è speranza. Ma quel «il terzo giorno risorgerà» deve restare impresso come sigillo di immortalità in ogni mente umana. Deve diventare il senso della vita e il conforto nella morte, attesa come passaggio gioioso verso il premio eterno. In questa luce assumono un significato diverso anche le leggi umane, come il pagamento delle tasse per il tempio. Il Signore, che si proclama Figlio del Re, per evitare sospetti e accuse, provvede comunque a quel debito. La moneta, estratta dalla bocca del pesce, diventa segno della provvidenza di Dio che non viene mai meno. Ci ricorda Gesù che non rifiuta la sua condizione umana e accetta, con umiltà, le esigenze della vita terrena.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Dom 10] Vangelo: Sap 18, 6-9; Sal 32; Eb 11, 1-2.8-19; Lc 12, 32-48.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Aug 9, 2025 2:17


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo". Allora Pietro disse: "Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?". Il Signore rispose: "Chi è dunque l'amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire", e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più".

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Dom 10] Commento: Desti, vigilanti e sempre pronti; così ci vuole il buon Dio.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Aug 9, 2025 1:46


Come viandanti e pellegrini ignari del momento e dell’ora della partenza, ma sicurissimi di dover partire, o come le dieci vergini in attesa, nel cuore della notte, dell’arrivo dello sposo, o come dei servi che aspettano l’arrivo del padrone di casa, o più semplicemente come fedeli che si nutrono di speranza. Non solo quindi vigilanti in vista di una partenza e di un incontro finale, ma anche pronti a cogliere il momento che passa, il momento della grazia, della conversione o magari l’occasione quotidiana che ci viene offerta di compiere il bene. La liberazione di Dio dalla schiavitù dell’Egitto avviene nel cuore della notte, una notte già preannunciata dai profeti, ma di cui si ignorava il momento preciso: ecco allora la necessità della vigilanza e dell’attesa. Noi ne diventiamo capaci quando la nostra fede in Dio si traduce in completo abbandono alla sua volontà e certezza della sua indefettibile fedeltà. Sgorga così l’obbedienza anche dinanzi a quanto potrebbe sembrare impossibile o assurdo alla nostra vista: l’esperienza di Abramo, nostro padre nella fede, è illuminante. Del resto soltanto conformandosi alla volontà di Dio ci diventa possibile aderire alle sue proposte: superare le nostre ataviche paure, essere certi nella fede di entrare nel Regno di Dio, riempire le nostre borse non con cose frivole e caduche, ma con ciò che vale e dura per l’eternità. Vigilanza e sapienza nell’esperienza dei santi sempre si abbinano e producono i frutti migliori. Dinanzi alle continue sollecitazioni del mondo è davvero illuminante per noi la Parola di questa domenica che potrebbe coglierci distratti, in vacanza o magari più rilassati e disponibili.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Sab 9] Commento: Un cuore vigile e una lampada accesa.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Aug 8, 2025 2:11


Le letture bibliche per le feste dei santi hanno lo scopo di farci comprendere come questi amici di Dio hanno vissuto e incarnato eroicamente la Parola di Dio con perfetta coerenza. Santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, Vergine e martire, è rimasta affascinata da una voce misteriosa che l'ha convinta e avvinta con profondi e inscindibili legami di amore allo Sposo divino. È questa in sintesi la storia della sua conversione e della sua piena adesione a Cristo. «Ecco, la condurrò nel deserto». Sì, proprio da un dialogo e da una proposta divina di intimità sgorga la convinta risposta di un totale dono di sé al Signore. «Parlerò al suo cuore. Mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza». È un vero atto sponsale con cui in antico Dio solennemente legava a se il suo popolo con una alleanza perenne: «Io sono il tuo Dio, tu sei il mio popolo». Era una promessa di reciproca fedeltà sempre mantenuta da Dio, molte volte tradita e disattesa dal popolo eletto. Ora alle anime predilette e pronte a rispondere, il Signore dice amorevolmente: «Ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell'amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore». La sposa che "conosce", ama e si sente amata è vigilante e trepidante quando è in attesa dello sposo, come le vergini sagge del brano evangelico. Poiché la sposa è ignara dell'ora dell'arrivo dell'amato, ha con se ardente la lampada dell'amore e un buon rifornimento di olio, che significa la perseveranza, la vigilanza e la prontezza nell'ascolto. Sono le condizioni per entrare a far parte del gioioso corteo nuziale degli eletti e poi per essere ammessi con l'abito nuziale al festoso banchetto. «Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore, signore, aprici!". Ma egli rispose: "In verità io vi dico: non vi conosco". Dinanzi a Dio non sono mai ammessi colpevoli ritardi: Dobbiamo affermare sempre il suo primato nella nostra vita. «Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora».

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Ven 8] Commento: Salvare o perdere la vita...

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Aug 7, 2025 1:55


La «sequela» è un elemento essenziale in tutte le religioni. Implica non solo il seguire materialmente un maestro, un «gurù», un sapiente, ma soprattutto comporta l’imitazione e poi la testimonianza. I veri maestri infatti sono portatori di una dottrina e il loro compito è quello di farla conoscere e poi tramandarla nei secoli futuri. Gesù oggi, in modo molto breve ma con espressioni dense di profondi significati, detta le regole, le condizioni per essere suoi veri discepoli. Li sintetizza così: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Il rinnegamento di sé significa l’interiore predisposizione a rinunciare alle proprie convinzioni per abbracciare incondizionatamente quelle del maestro. È la prima condizione. Si tratta poi di prendere la croce: per noi credenti è il peso del ritorno a Dio dopo la disavventura del peccato, diventare capaci non tanto di soffrire le inevitabili contrarietà della vita, ma ancor più di offrirle come motivo e prezzo di espiazione e di partecipazione alle sofferenze redentive del nostro divino maestro. Ci dice poi il Signore Gesù che dalla sequela, come Egli ce la propone, dipende la nostra salvezza eterna. Mettere la nostra esistenza al servizio di Dio significa garantirsi la salvezza. Al contrario, pretendere di salvarci di nostra iniziativa significa incorrere in un tragico fallimento. Gesù lo afferma così: «Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà». E così motiva la sua verità: «Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima?». Questa è una convinzione che non ci dovrebbe abbandonare mai.

Prêche la Parole
Christ notre Roi, Sacrificateur et Prophète - Psaume 40

Prêche la Parole

Play Episode Listen Later Aug 4, 2025 55:53


Pascal Denault - Psaume 40 RÉSUMÉ: Pour bien comprendre le Psaume 40, nous utiliserons 1 Samuel 15 comme arrière-plan historique : l’échec de Saül, roi désobéissant, met en lumière le besoin d’un roi fidèle, pleinement soumis à la volonté de Dieu. Ce contexte prépare l’entrée de David, figure du Messie à venir. Ce psaume trouve son plein accomplissement en Jésus-Christ, comme le souligne Hébreux 10 : il est le roi obéissant, le prêtre parfait qui s’offre lui-même en sacrifice, et le prophète qui proclame la justice de Dieu dans l’assemblée. Le Psaume 40 nous présente ainsi le Christ dans ses trois offices, à travers une dynamique de gloire et d’humiliation : - Comme roi, il règne par l’obéissance et conduit son peuple hors du gouffre vers le roc (v.1-3). - Comme prêtre, il offre son propre corps, accomplissant la volonté de Dieu à la place des sacrifices d’animaux (v.6-8). - Comme prophète, il proclame la justice et la vérité de Dieu devant la grande assemblée (v.9-10). Enfin, nous chercherons les applications de ce psaume pour les croyants unis à Christ, appelés à marcher à sa suite dans l’obéissance. PLAN: 1. Le Christ glorifié (v.1-6) 2. Le Christ Roi, Sacrificateur et Prophète (v.7-12) 3. Le Christ humilié (v.13-18) QUESTIONS: 1. Comment l'arrière-plan de ce psaume vient-il éclairer notre compréhension? 2. De quelle façon la gloire de Christ est-elle présentée dans les versets 1-6? 3. Quel est l'effet de la délivrance obtenue par Christ parmi les hommes? 4. Comment les versets 7-9 s'appliquent-ils à David? 5. Comment l'Épître aux Hébreux applique-t-elle ces versets à Christ? 6. De quelle façon l'office prophétique de Christ est-il présenté? 7. Comment faut-il comprendre le renversement de la dernière strophe? 8. Qu'en est-il des ennemis et des amis de Christ? 9. Quelles applications pouvons-nous faire de ce psaume? Lectures complémentaires: 1 Samuel 15 ; Hébreux 10.1-18

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Incontrare una persona ed innamorarsene è un momento esaltante della propria vita. Ed è in tale situazione che si sperimenta come l’entrare in simbiosi, il prendere modi di agire e di pensare, faccia parte della dinamica stessa dell’amore: tutto avviene senza sforzo, senza nemmeno accorgersene. L’amore è davvero il trovare un tesoro nascosto, è la perla preziosa, è quanto trasfigura il nostro essere, oltre che il nostro volto, rendendolo simile all’oggetto amato. E siccome due più due fa quattro, voi starete pensando: ora ci rifila la solita solfa sull’amore di Dio che è molto più grande; e i consunti: se amiamo così una persona, tanto più Dio, e così di seguito… Beh! Il pensiero c’è. Ma non è quello che voglio dire. Se io amo qualcuno di un amore totale e gratuito, quell’amore è già Dio. Se la persona amata è la perla preziosa, è un tale amore che mi trasfigura. Troppe volte i passi letti sono stati applicati alla scelta di vita consacrata, ma non è così, anche perché il Vangelo non è stato scritto per frati e suore. Dunque, perché non considerare gli affetti che mi circondano, la persona di cui sono innamorato, il mio amico più caro, la mia famiglia, la comunità con cui condivido la mia esperienza di fede come l’espressione dell’immenso amore di Dio, che si dona attraverso l’altro? E poi, l’esperienza dell’incarnazione vorrà pur dire qualcosa! Impegniamoci a trasfigurarci l’uno nell’altro, e questo atto d’amore sarà inabitato da Dio.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Mar 29] Commento: Gli ospiti del Signore...

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jul 28, 2025 1:12


La liturgia benedettina associa alla memoria di Marta quella di Maria e Lazzaro definiti ospiti del Signore. Il brano evangelico, tratto da San Luca è caratterizzato proprio dall'accoglienza del Signore. Le due sorelle, in due modi diversi accolgono lo stesso Gesù. L'una è preoccupata a pulire la casa e rendere accogliente l'ambiente che deve essere degno di ricevere Gesù. Maria invece è interessata ad accogliere la Parola stessa di Gesù in un atteggiamento raccolto da sua discepola. I due atteggiamenti non devono essere contrapposti, anzi possiamo unirli in un'unica esigenza per chi si accinge a partecipare alla Santa Messa. Per accogliere degnamente Gesù, nella forma Eucaristica dobbiamo prima purificare il nostro cuore. La Chiesa ci suggerisce come diventare degni di partecipare al banchetto eucaristico e richiede, quando necessario, la confessione sacramentale. In questo imitiamo Marta che pulisce la casa. E' anche importante il nostro atteggiamento che favorisca l'unione intima con Gesù. In questo, invece imitiamo Maria che si è scelta la parte migliore.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Nelle letture del giorno prosegue il racconto della storia della salvezza. Mosè riceve la legge ed Aronne invece permette che si costruisca un vitello d'oro (leggete un toro, infatti è usato “vitello” in un’accezione dispregiativa e diminutiva), immagine potente dei culti cananei. Due figure emblematiche: la prima per la profezia, la seconda per il ministero sacerdotale. E qui, come al solito nella Sacra Scrittura, la profezia ha la meglio, nel senso che richiama ai valori più genuini della fede. Mentre Aronne è ingabbiato nel culto, Mosè è liberato dalla parola di Dio e sa opporsi con fermezza al male. È un messaggio duro per noi, come lo fu per gli Israeliti. Non si è, a volte, più propensi ad andare dietro le statue dei santi che a seguire la legge di Dio? Quanto spazio diamo al magico nel nostro credere? È più semplice dare credito a tanti piccoli idoli, donando loro, come il popolo eletto, tutti i nostri averi (v. 24) • si pensi a coloro che spendono milioni per maghi e fattucchieri • invece di affrontare la fatica dell’attesa (v. 23) che Dio si manifesti. Mentre con la magia vogliamo piegare Dio ai nostri voleri, con la fede ci abbandoniamo nelle mani di un Dio provvidente. E come ci insegna il discorso parabolico di Marco, il Regno del Signore è piccolo nel suo apparire ma diventa una grande realtà: basta saper attendere e fidarsi.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Dom 27] Vangelo: Gn 18, 20-32; Sal 137; Col 2, 12-14; Lc 11, 1-13.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jul 26, 2025 1:34


Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite: "Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione"". Poi disse loro: "Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: "Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli"; e se quello dall'interno gli risponde: "Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani", vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!".

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Dom 27] Commento: Signore, insegnaci a pregare.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jul 26, 2025 4:33


«Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto…» Questa è la sintesi della Parola di Dio per oggi, della Parola di Dio di questa domenica del Tempo ordinario. Cercare, trovare, bussare, pregare… La preghiera, un tema caro a tutti gli uomini religiosi, a tutti gli uomini e donne di ogni tempo, di ogni cultura, di ogni religione. È una caratteristica dell’uomo, la preghiera. Solo l’uomo è un essere che prega. E tutti pregano, anche chi si dice ateo. Qualcuno però potrebbe chiedere: se tutti pregano, qual è lo specifico della preghiera cristiana, qual è la caratteristica della preghiera dei cristiani, quali sono le condizioni perché la preghiera sia riconosciuta dei cristiani, quali sono le condizioni che la preghiera sia riconosciuta degna di un discepolo di Cristo?… E a risposta ci dà proprio l’evangelista Luca. Noi dobbiamo pregare guardando Gesù che prega, partendo dalla sua preghiera… È proprio questo che chiedono gli Apostoli a Gesù: «Signore, insegnaci a pregare…». Imparare a pregare, perché qualcuno può non saper pregare. Può non accorgersi che prega… Può essere esperto in preghiera e desiderare altri modi di pregare… E sì… perché ci sono diversi modi di pregare… c’è chi loda il Signore, c’è chi ringrazia, c’è chi chiede qualcosa, chi prega leggendo, meditando le Sacre Scritture… Tutti i modi buoni, tutti belli… Ma oggi la liturgia ci invita a tornare all’essenziale, alla sorgente della preghiera cristiana: la fiducia nel Padre. Il cuore della celebrazione è la relazione filiale che ci lega a Dio, una relazione viva, fiduciosa, quotidiana. C’è ne uno ancora migliore…, un modo che ci ha insegnato Gesù stesso… Ci dà una lezione di come si deve pregare… Lezione suggerita, provocata dalla domanda dei discepoli: «Signore insegnaci a pregare». E Gesù acconsente, insegna ancora… «voi, quando pregate dite così: Padre nostro…». Questa di oggi è una delle pagine più belle del Vangelo ma anche delle più importanti, così importanti che tutti i cristiani la imparano a memoria, le mamme, le nonne la insegnano non appena i figli o nipotini riescono a dire una parola… Il “Padre nostro” riassume tutto ciò che noi siamo, tutto ciò per cui viviamo, tutto ciò di cui abbiamo bisogno, tutto ciò che ci qualifica come veri figli di Dio, veri discepoli di Cristo. Inizia con la parola “Padre”. A lui rivolgiamo tutte le nostre preghiere, le nostre suppliche, perché la radice di ogni preghiera è il riconoscere, è il confessare la nostra figliolanza, il nostro essere figli suoi. Nella prima parte poi c’è la preghiera di desiderio: «sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, come in cielo così in terra…». Ogni cristiano, ognuno di noi desidera ardentemente che Dio sia riconosciuto santo, adorato, glorificato, e da tutti… Nella seconda parte invece supplichiamo Dio per le nostre necessità, per le esigenze umane. Tutti i figli chiedono al Padre il pane quotidiano. Lo chiediamo anche noi, perché non ci manchi non solo il pane che nutre il nostro corpo ma anche il pane che sazia la nostra anima… Chiediamo poi il perdono dei peccati, la forza nelle tentazioni… Nella preghiera del Padre nostro noi lo facciamo, lo chiediamo per noi stessi ma anche per gli altri, per tutti gli uomini, come Abramo nella prima lettura che non cerca il proprio interesse, non prega, non chiede per se stesso, ma per gli altri, anche per coloro che gli fanno del male, per i nostri nemici… Ecco il senso liturgico profondo di questa domenica: riscoprire la preghiera non come una pratica da compiere, ma come respiro dell’anima, come dialogo fiducioso con il Padre, come stile di vita che ci accompagna in ogni momento. Ecco un altro specifico della preghiera cristiana… noi preghiamo anche per i nostri nemici, come il Signore, che dal suo patibolo pregava il Padre per coloro che lo crocifiggevano. Tutto questo ci aiuta a fermarci sulla nostra preghiera. A chiederci: qual è allora la mia preghiera, com’è la mia preghiera, come prego, cosa dico, che cosa chiedo, per che cosa ringrazio il Signore… Non smettiamo mai a chiedere al Signore, chiedere con le parole degli Apostoli: «Signore, insegnaci a pregare…» e lui, nella sua benevolenza, senz’altro esaudirà la nostra voce, come ha ascoltato gli Apostoli…

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Sab 26] Vangelo: Es 24, 3-8; Sal.49; Mt 13, 24-30.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jul 25, 2025 1:04


In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Sab 26] Commento: Diamo ragione della speranza che è in noi!

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jul 25, 2025 2:20


Ricordiamo oggi nella liturgia i genitori della Beata Vergine Maria. Un piccolo commento lo inseriamo qui sotto. Per la lectio continua invece seguiamo le letture del giorno. Tanto il Primo quanto il Secondo Testamento, quando parlano dell’alleanza, fanno sempre riferimento a un sacrificio di sangue: gli Israeliti ne sono aspersi e Gesù lo dona per la salvezza di tutti. Il brano della prima lettura di oggi presenta una scena grandiosa che un po’ ci fa dimenticare quella accozzaglia di gente in fuga dall’Egitto, ma come sempre bisogna ridimensionare: ciò che la memoria propone è sempre più grande e maestoso di quanto gli avvenimenti lo siano stati nella realtà. Questo non vuol togliere niente alla centralità dell’episodio; al contrario, ci mette in guardia dal non ricercare Dio nella grandezza degli eventi. A tal proposito si potrebbe rileggere 1Re 19,9-13, in cui il profeta Elia scopre Dio nella brezza leggera e non certo nei terremoti e nel vento impetuoso. Il celebrare l’alleanza con Dio ha una dimensione comunitaria che si esprime nel gesto liturgico-cultuale, ma a fondamento c’è un rapporto personale. La liturgia odierna, infatti, ci ricorda che ogni celebrazione eucaristica rinnova quell’alleanza nel sangue di Cristo, rendendoci partecipi non solo di un rito, ma di una relazione viva con Dio. Ogni volta che ascoltiamo la Parola e condividiamo il Pane spezzato, siamo chiamati a rinnovare la nostra risposta personale e comunitaria all’invito di Dio. Il passo dell’Esodo oggi proposto è preceduto da continui colloqui tra Dio e Mosè, senza considerare che sovente, nell’Antico Testamento, il popolo eletto è ritenuto una persona, anzi, in molti casi, la sposa. Ed è nel rapporto di intimità con Dio che riusciamo ad accettare la parabola del grano e della zizzania. Spesso, guardandoci intorno, ci chiediamo il perché di tanto male e non sappiamo dare una risposta. Da cristiani, però, dovremmo poter offrire una speranza a noi stessi e a quanti ci chiedono ragione del nostro credere “nonostante tutto”. La speranza risiede in Cristo e nel suo Regno che, anche se non in maniera eclatante, cresce e si stabilizza nell’attesa dell’esplosione gioiosa del bene.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Ven 25] Commento: Raccomandato ma Santo vero.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jul 24, 2025 1:55


«Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». È la madre dei due figli di Zebbedeo, soprannominati "Figli del tuono" che parla ed implora per loro un posto di privilegio nel futuro regno. Come ogni buona mamma aspira a vedere i suoi due figli al primo e al secondo posto nel "Regno". Dalla risposta di Gesù appare evidente che a sollecitare la raccomandazione sono stati gli stessi due suoi figli Giacomo e Giovanni. Del resto non erano estranei a simili discorsi neanche gli altri apostoli. Mentre il Signore sta preannunciando la sua prossima passione, sente i suoi che lo seguono discutere su chi di loro dovrà essere il primo. Dice loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Il divino maestro non indugia ad indicare di che trono si tratti e quale è la condizione per sedervi. Il suo regno non è di questo mondo e aggiunge che vuole essere il primo deve essere l'ultimo di tutto e il servo di tutti. Si tratta di bere il calice amaro della passione, di offrirsi in libagione come vittime. Gesù dinanzi a quella passione atroce invocò il Padre suo celeste: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». Dovranno arrivare i giorni della passione, dello scandalo della croce, della fuga e della paura per comprendere che cosa significhi bere il calice. Sia Giacomo che Giovanni berranno allo stesso calice di Cristo e coroneranno con la palma del martirio la loro vita. Così ci si svela il vero valore della sofferenza e del martirio: è la partecipazione al sacrificio di Cristo, la condivisione di una crudeltà assurda che sgorga dal peccato per infliggere la morte, ma quella morte che ormai per la forza di Cristo ci conduce alla risurrezione.

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[Mer 23] Commento: Voi siete (...) del mondo.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jul 22, 2025 2:23


La liturgia di oggi ci propone santa Brigida come esempio per tutta l’Europa. Abbiamo due Vangeli a scelta nella liturgia della Messa. Prediligiamo il secondo, in quanto il primo sarà certamente commentato dai sacerdoti durante la celebrazione. È un Vangelo provocante, per il celebre paragone di Gesù che disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra…, voi siete la luce del mondo”. Si noti la dimensione universalistica, espressa in “la terra” e “il mondo”: sono l’intera umanità. Grandissima missione: essere uomini e donne che danno sapore e senso alla vita, che danno luce e convinzioni agli altri. Con altrettanta evidenza, tuttavia, c’è il rischio di essere insipidi, di perdere quella novità a cui tutti dovrebbero poter guardare per imparare a sperare in Dio. Se i discepoli venissero meno al loro compito rispetto al mondo, non servirebbero più a nulla, anzi rischiano di essere “gettati via e calpestati dagli uomini”. In quel “voi siete”, c’è una grande fiducia da parte del Signore per i suoi discepoli! Grande responsabilità per i discepoli nei confronti di coloro a cui sono mandati! “Voi siete” costituisce già un’entità, data certo come dono, in unione con Gesù, vera “luce degli uomini”. La luce, che non può essere nascosta come una città elevata e che sarebbe assurdo metterla sotto il moggio come la lucerna in casa, sono le “buone opere” dei discepoli. Si tratta di quelle opere che rendono visibili “la giustizia, la misericordia, la pace, l’impegno sociale” dei discepoli, per mezzo delle quali si rivelano autentici figli di Dio. Infatti, questo dovere coerente e pratico dei discepoli è un irraggiamento di quella luce che deve condurre gli uomini a riconoscere la fonte luminosa e sapienziale: il Padre che è nei cieli. E se volessimo leggere ancora quel “voi siete…” nella luce della festa della patrona d’Europa, santa Brigida? “Voi, siete… per il mondo”? Non risuonano forse queste parole come profezia?, come compito…, come funzione, come dovere? Di fronte al “mondo” che vede nelle cose materiali il valore supremo… l’Europa deve dare il sapore giusto all’umanità. Che compito, che missione… che responsabilità…

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Su Maria Maddalena, iconografia, letteratura e quant’altro si sono sbizzarriti nel delineare il personaggio, spesso confondendolo con altre Marie dei Vangeli. Oggi, la liturgia ce la presenta nella scena del “Giorno dopo il sabato”, tratteggiata nel Vangelo di Giovanni, e ce la presenta con il titolo di Apostola degli apostoli, perché è lei la prima ad annunciare agli apostoli, appunto, la buona novella sulla risurrezione del Maestro Gesù. È un momento pieno di pathos e di drammaticità, in cui pianto, dolore, ricerca, delusione, gioia si mescolano a formare un quadro quanto mai realistico. Nel corso del racconto, scopriamo il percorso non solo di fede, ma umano, di ognuno di noi, e scorgiamo come, nell’arco di poco tempo, vengano racchiuse tutte le espressioni interne ed esteriori dell’agire dell’uomo. Maria Maddalena, così, da personaggio pio, che la devozione ha trasformato rendendolo alquanto languido, può assurgere a donna forte, a modello di umanità. In lei e con lei ogni persona può esclamare: “Rabbunì”, riconoscendo e accogliendo il Cristo come il Signore della vita e come Colui che ci fa partecipi della sua missione salvifica. Ci insegna la forza di cercare il Signore, e Lui ci mostra che, anche quando i nostri occhi non lo riconoscono, non lo vedono, Egli è sempre con noi. Ci viene additata oggi come esempio della “apostolorum apostola”, prospettando il ruolo di ciascuno di noi. Siamo tutti apostoli, annunciatori della buona novella del Vangelo, anche agli stessi apostoli, se mai dovesse essere necessario. E l’annuncio è bello: "Non è morto, è vivo. Io l’ho incontrato e te lo annuncio". Perché è bello essere cristiani e darne testimonianza.

Prêche la Parole
Levi Loewen - Le pain de vie : Jésus, boulanger ou Messie (Jean 6.26-33) ? Partie 1

Prêche la Parole

Play Episode Listen Later Jul 20, 2025 55:31


Levi Loewen - Jean 6.26-33 ➡️ Après avoir nourri les 5 000, Jésus s’adresse à la foule afin d’examiner leurs motivations et de clarifier ce qu’il vient leur offrir. Certains, guidés par leur appétit, viennent à lui comme on irait vers un simple boulanger ; d’autres le perçoivent comme un symbole politique. Mais qui est-il en réalité ? Il est essentiel que les chrétiens aient une compréhension juste de la personne et du ministère de Jésus, car nous devons venir à lui pour ce qu’il est véritablement : le pain de vie descendu du ciel. Plan 1. Des motifs erronés (v. 26) 2. L'invitation gracieuse (v. 27-29) 3. Le pain du ciel révélé (v. 30-33) Textes complémentaires: - Avant le culte : Ex. 16 - Temps de prière : Jean 4.7-14

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Lun 21] Commento: Credere, amare e... saltare!

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jul 20, 2025 1:56


Quando la fede va alla ricerca del miracoloso, del meraviglioso, della soddisfazione visiva, del segno, vuol dire che o è in crisi oppure non è mai cresciuta, non è mai divenuta adulta. Il “credere” si sostiene nella rinuncia del “vedere”. In tale ottica, prima e seconda lettura paiono essere in antitesi. Infatti, mentre la prima è l’apoteosi dello straordinario, la seconda mette in guardia, anzi rimprovera, chi chiede un prodigio. In Esodo, gli Israeliti rimpiangono la loro condizione servile: ciò voleva dire anche riconoscere la superiorità degli dèi stranieri rispetto all’unico Dio, poiché, per la concezione antica, il popolo era libero quando poteva mostrare la potenza della divinità preposta alla sua difesa. La liberazione, il passaggio, avviene mediante un atto di coraggio richiesto da Mosè (v. 13). È il medesimo coraggio di cui si ha bisogno nel credere senza appoggi sensibili. Come il popolo riluttante si affida a Dio, così la fede, benché tante volte non supportata da prove manifeste, dovrebbe abbandonarsi senza richiedere tante dimostrazioni. Non basta avere in testa delle teorie metafisiche che mettono in pace la nostra ragione, poiché davanti a un evento qual è la resurrezione, accennato dall’evangelista (v. 40), tutti i sistemi, anche i più complessi, crollano. Il credere, dunque, non può essere sostenuto solo dal ragionamento; anzi, questo, in certi momenti, è di ostacolo: deve quindi essere informato dall’amore. Credere ed amare fanno parte della stessa modalità di rapportarsi alle persone e, di conseguenza, a Dio. Credere e amare, però, richiedono un po’ di follia, che dia il coraggio di saltare i precipizi o, per dirla biblicamente, attraversare un mare a piedi!

Prédicateurs invités
Levi Loewen - Le pain de vie : Jésus, boulanger ou Messie (Jean 6.26-33) ? Partie 1

Prédicateurs invités

Play Episode Listen Later Jul 20, 2025 55:31


Levi Loewen - Jean 6.26-33 ➡️ Après avoir nourri les 5 000, Jésus s’adresse à la foule afin d’examiner leurs motivations et de clarifier ce qu’il vient leur offrir. Certains, guidés par leur appétit, viennent à lui comme on irait vers un simple boulanger ; d’autres le perçoivent comme un symbole politique. Mais qui est-il en réalité ? Il est essentiel que les chrétiens aient une compréhension juste de la personne et du ministère de Jésus, car nous devons venir à lui pour ce qu’il est véritablement : le pain de vie descendu du ciel. Plan 1. Des motifs erronés (v. 26) 2. L'invitation gracieuse (v. 27-29) 3. Le pain du ciel révélé (v. 30-33) Textes complémentaires: - Avant le culte : Ex. 16 - Temps de prière : Jean 4.7-14

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Dom 20] Vangelo: Gn 18, 1-10; Sal 14; Col 1, 24-28; Lc 10, 38-42.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jul 19, 2025 0:46


In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: "Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Ma il Signore le rispose: "Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta".

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Dom 20] Commento: Accoglienza dell'ospite.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jul 19, 2025 3:12


Nel cammino liturgico di questa domenica, la Parola di Dio ci invita a riflettere sul valore dell’accoglienza, tema centrale tanto nella Sacra Scrittura quanto nella nostra vita cristiana. Il senso dell’ospitalità era ed è molto sviluppato nelle culture orientali, come ci viene confermato dalla Bibbia e dai brani proposti alla nostra considerazione. La mancanza di tante strutture alberghiere faceva sì che il pellegrino si affidasse al buon cuore della gente. La nostra civiltà, invece, più complessa e individualista, rende più difficile questa apertura, a differenza del mondo orientale, dove la semplicità della vita favorisce ancora oggi l’accoglienza. San Benedetto, consapevole dell’importanza di questo aspetto, dedica il capitolo 53 della sua Regola al modo di ricevere i pellegrini, affermando un concetto fondamentale di fede: nel pellegrino si accoglie Cristo stesso. Così fa Abramo che, nei tre misteriosi personaggi, riceve la visita dell’Eterno, dal quale, anche come premio della sua premura, viene annunciato il tempo dell’adempimento della promessa: “Avrai un figlio”. Anche Gesù è ospite in casa di Lazzaro, Marta e Maria. La gioia dell’accoglienza viene però turbata dai diversi atteggiamenti delle due sorelle: Maria si gode la parola del Signore rimanendo estatica ai suoi piedi, mentre Marta si affanna per i molti servizi. Il suo lamento rivela un turbamento interiore, generato dall’impazienza dinanzi alle tante cose da preparare: non bisogna accogliere solo Gesù, ma anche i suoi apostoli, che certo non soffrono di inappetenza. Tuttavia, il Signore prende le difese di Maria: è necessario provvedere a ciò che serve per la vita, ma è ancora più necessario ascoltare la parola di Dio, perché è essa a dare senso anche all’attività umana. Gesù non vuole mettere in contrapposizione contemplazione e azione, ma richiamare chi è immerso nell’agire apostolico o nel lavoro alla priorità dell’ascolto, senza per questo dispensare dal lavoro chi si dedica alla contemplazione. San Benedetto ai suoi monaci scandisce con chiarezza i tempi della preghiera, della lectio divina (meditazione) e del lavoro manuale o intellettuale. Parlando ai sacerdoti il Papa ricordava che la lectio divina non è un’attività opzionale per chi è impegnato nella pastorale, ma una esigenza e condizione per vivere fedelmente la propria vocazione e rendere fruttuoso il lavoro apostolico. In fatto di ospitalità, oggi la nostra società è chiamata a interrogarsi. Era anche un tema caro a Papa Francesco. Quante volte ad alta voce si interrogava: quale atteggiamento teniamo dinanzi a tanta povertà, dinanzi a tanti stranieri? Ci chiudiamo in noi stessi, rassicurati dalla nostra apparente sicurezza, o accogliamo il povero come accoglieremmo Cristo stesso? La Parola di Dio ci spinge a considerare tutto alla luce del Vangelo: “Ciò che avrete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avrete fatto a me. Avevo fame e mi avete dato da mangiare; ero forestiero e mi avete accolto…”. E' semplicemente l'insegnamento del Vangelo.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Gio 17] Vangelo: Es 3, 13-20; Sal.104; Mt 11, 28-30.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jul 16, 2025 0:26


In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Stiamo seguendo, nella prima lettura, la storia di Mosè, il quale ora si trova di fronte alla difficile missione che Dio gli affida. Egli comprende quanto sia ardua l’impresa alla quale il Signore lo manda. Vorrebbe rinunciare a questo incarico, opponendo tante difficoltà che prevede nella loro realtà, sia da parte del faraone sia da parte del suo popolo, di dura cervice. Gli si obietterà: “Chi ti manda a liberarci? Come si chiama questo Dio che ti ha parlato?”. Tu dirai al popolo: “IO SONO mi manda”. È un nome che manifesta tutta l’infinitezza e la pienezza di vita del Creatore, ma anche la sua infinita bontà e misericordia verso il suo popolo oppresso. Mosè dovrà chiedere il permesso al faraone di recarsi nel deserto, a tre giorni di cammino, per sacrificare al loro Dio: il faraone negherà questo permesso, e allora interverrà la potenza dell’Altissimo. Il breve brano del Vangelo è un invito dolce e consolante alla fiducia per quanti vivono sotto il peso della sofferenza. Gesù è venuto a guarirci dai nostri peccati, le cui conseguenze deleterie sono le afflizioni di vario genere che tormentano la povera umanità. Egli ci insegna la via per la quale possiamo trovare la nostra pace anche nelle tempeste che agitano la nostra vita: accettare la propria esistenza così come si svolge, con cuore mite e umile, come ce ne offre l’esempio Lui stesso. Forse abbiamo tante volte fatto l’esperienza che la croce accettata con amore si raddolcisce e diventa meno pesante; presa invece con animo ribelle, diventa insopportabile. Vogliamo vivere sereni? Il Maestro ci indica la via: mitezza e umiltà di cuore.

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Vanité des vanités - Psaume 39

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Play Episode Listen Later Jul 14, 2025 54:07


Pascal Denault - Psaume 39 RÉSUMÉ: Dans le psaume 39, David poursuit sa réflexion amorcée au psaume 37 concernant l'irritation que le juste peut vivre face au méchant. La prière du psalmiste nous rappelle à la fois les plaintes de Job et les réflexions de l'Ecclésiaste face aux souffrances de l'homme sous le soleil et à la vanité de son existence. Cependant, David n'est pas un amer ou désespéré, au contraire, il accepte le sort que Dieu lui réserve tout en espérant en l'Éternel pour un salut au-delà de cette présente existence. PLAN: 1. Silence face au monde (v.1-4) 2. Abaissement devant Dieu (v.5-6) 3. Souffrance sous la providence (v.7-12) 4. Espérance hors du monde (v.13-14) QUESTIONS: 1. Comment le Psaume 39 est-il structuré? 2. Pourquoi David reste-t-il en silence? 3. Quel est le lien entre l'irritation de David et sa prière? 4. Comment David présente-t-il la vanité de l'existence? 5. Comment se comparent l'espérance des méchants et celle des justes? 6. Qu'est-ce que la fin de ce psaume nous enseigne concernant la vie comme pèlerin? 7. Quelles applications pouvons-nous faire du psaume 39? Textes complémentaires: Job 14 ; Psaume 90 (repas du Seigneur)

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Le péché fait mal - Psaume 38

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Play Episode Listen Later Jul 6, 2025 52:00


Pascal Denault - Psaume 38 RÉSUMÉ: Dans cette prédication nous examinerons deux fois le Psaume 38. Nous méditerons d'abord sur les effets destructeurs du péché dans la vie du pécheur. Puis nous verrons comment Jésus-Christ a pleinement assumé ces souffrances à notre place, pour nous en délivrer. PLAN: A. Les souffrances du pécheur 1. Le péché amène la colère de Dieu (v.2-3) 2. Le péché engendre la mort du corps et de l'âme (v.4-11) 3. Le péché isole socialement (v.12-13) 4. Le péché rend muet et sans excuse (v.14-15) 5. Le péché n'a qu'un seul remède (v.16-23) B. Les souffrances du Sauveur 1. Christ a pris sur lui le péché et a subi la colère de Dieu (v.2-3) 2. Christ a enduré la mort dans son corps et son âme (v.4-11) 3. Christ a été abandonné et persécuté (v.12-13) 4. Christ a accepté ce châtiment sans se défendre (v.14-15) 5. Christ a été abandonné puis secouru (v.16-23) QUESTIONS: 1. Le péché est-il sans conséquence pour nous puisque Jésus a porté toutes les conséquences? 2. Quel est le lien entre la colère de Dieu et la conviction de péché? 3. Quelles sont les différentes souffrances causées par le péché? 4. Comment le Psaume 38 peut-il s'appliquer à Christ? 5. Quelles applications peut-on faire du Psaume 38? Textes complémentaires: Deutéronome 28.15-68 ; Ésaïe 53

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Le juste face au méchant - Psaume 37.21-40

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Play Episode Listen Later Jun 16, 2025 55:53


Pascal Denault - Psaume 37 RÉSUMÉ: Dans la première partie du psaume 37, nous avons vu la lutte intérieure du juste par rapport au méchant. Dans la deuxième partie, nous verrons quatre tableaux qui mettent en contraste le juste et le méchant, leur chemin respectif et leur fin. Au terme de ce psaume, il est évident que le juste n'a rien à envier au méchant... PLAN: 1. Le juste donne, le méchant prend (v.21-22) 2. Le juste avance, le méchant recule (v.23-29) 3. Le juste parle, le méchant tue (v.30-34) 4. Le juste demeure, le méchant passe (v.35-40) QUESTIONS: 1. Comment structurer la deuxième moitié du Psaume 37? 2. Quels sont les trois angles pour comprendre le verset 21? 3. Que sait-on à propos de l'intégrité du juste (v.23-29)? 4. Comment se comparent la bouche du juste et celle du méchant (v.30-34)? 5. Comment les versets 35-40 concluent la comparaison entre le juste et le méchant? Textes complémentaires: Proverbes 1 ; Matthieu 5.38-48

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Ne t’irrite pas contre les méchants - Psaume 37.1-20

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Play Episode Listen Later Jun 8, 2025 54:48


Pascal Denault - Psaume 37 ➡️ RÉSUMÉ: Le Psaume 37 aborde la tension vécue par les justes face à l’apparente prospérité des méchants. Ce sentiment d’injustice soulève une lutte intérieure, mais Dieu nous donne, dans ce psaume (et dans son miroir, le Psaume 73), une perspective de foi et de paix. En exposant les vingt premiers versets, nous verrons comment le juste est appelé à garder son cœur, pendant que Dieu agit contre le méchant et pour celui qui espère en lui. PLAN: 1. Le combat intérieur du juste (v.1-8) 2. Le sort final du méchant (v.9-11) 3. La conduite présente du méchant (v.12-15) 4. Le triomphe improbable du juste (v.16-20) QUESTIONS: 1. Comment l'histoire de Richard Wurmbrand illustre-t-elle les vérités du Psaume 37? 2. En quoi consiste le combat intérieur du juste face au méchant? 3. Quelles les vertus à pratiquer pour remporter ce combat? 4. Comment faut-il voir la portée de la terre promise dans ce Psaume? 5. Que peut-on noter à propos de la conduite présente du méchant envers le juste? 6. Pourquoi le triomphe du juste semble-t-il improbable? 7. Pourquoi le peu du juste est-il préférable à n'importe quoi? Textes complémentaires: Psaume 73 ; Matthieu 5.3-12

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Levi Loewen - Jésus: Le Berger qui prend soin de ses brebis - Jean 10:1-18

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Play Episode Listen Later May 25, 2025 45:39


Levi Loewen - Jean 10:1-18 ➡️ Description : Il y a beaucoup de bergers et beaucoup de troupeaux, mais il n'y a qu'un seul Bon Berger qui est le Christ. Il connaît ses brebis et ses brebis le connaissent. C'est lui seul qu'elles suivront. Il les conduit, les protège de tout danger et leur donne la vie éternelle, qu'il a achetée en donnant sa vie pour ses brebis. Le Christ est le Bon Berger qui prend soin de ses brebis. Plan 1. Le Bon Berger connaît ses brebis 2. Le Bon Berger conduit ses brebis 3. Le Bon berger protège ses brebis 4. Le Bon berger meurt pour ses brebis Textes complémentaires: Psaume 23

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Par ta lumière nous voyons la lumière - Psaume 36

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Play Episode Listen Later May 12, 2025 57:42


Pascal Denault - Psaume 36 ➡️ RÉSUMÉ: Le psaume 36 offre un puissant contraste entre l’homme livré à lui-même et le Dieu de miséricorde. Tant que l'homme demeure spirituellement aveugle, il n'aperçoit ni les ténèbres de son cœur ni la lumière du Dieu de vérité. Mais celui qui a été restauré par la grâce implore Dieu de le préserver dans sa grâce (v.11-13). PLAN: 1. Les ténèbres de l'homme (v.2-5) 2. La lumière de Dieu (v.6-10) 3. La prière du juste (v.11-13) QUESTIONS: 1. De quoi parle le Psaume 36 et comment se divise-t-il? 2. Qu'est-ce que ce psaume nous révèle à propos de la dépravation de l'homme? 3. Comment les attributs divins sont-ils présentés? 4. De quelle façon ce psaume parle-t-il de l'Évangile et du paradis restauré? 5. Que contient la prière finale du psalmiste face à cette double révélation? Textes complémentaires: Romains 3 ; Éphésiens 4.17-5.1 (Cène)

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Par ta lumière nous voyons la lumière - Psaume 36

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Play Episode Listen Later May 12, 2025 57:42


Pascal Denault - Psaume 36 ➡️ RÉSUMÉ: Le psaume 36 offre un puissant contraste entre l’homme livré à lui-même et le Dieu de miséricorde. Tant que l'homme demeure spirituellement aveugle, il n'aperçoit ni les ténèbres de son cœur ni la lumière du Dieu de vérité. Mais celui qui a été restauré par la grâce implore Dieu de le préserver dans sa grâce (v.11-13). PLAN: 1. Les ténèbres de l'homme (v.2-5) 2. La lumière de Dieu (v.6-10) 3. La prière du juste (v.11-13) QUESTIONS: 1. De quoi parle le Psaume 36 et comment se divise-t-il? 2. Qu'est-ce que ce psaume nous révèle à propos de la dépravation de l'homme? 3. Comment les attributs divins sont-ils présentés? 4. De quelle façon ce psaume parle-t-il de l'Évangile et du paradis restauré? 5. Que contient la prière finale du psalmiste face à cette double révélation? Textes complémentaires: Romains 3 ; Éphésiens 4.17-5.1 (Cène)