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Radio 21 aprile Web
La scoperta dell'America letta da Stefano De Stefani

Radio 21 aprile Web

Play Episode Listen Later Dec 26, 2020 7:39


L'amico Stefano De Stefani, autore, attore e regista ci legge i primi versi della Scoperta dell'America di Cesare Pascarella

BASTA BUGIE - Cinema
FILM GARANTITI Cristoforo Colombo - La scoperta dell'America non è stata casuale ma frutto della fede Cattolica (1996) *

BASTA BUGIE - Cinema

Play Episode Listen Later Nov 7, 2020 18:08


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=290LA SCOPERTA DELL'AMERICA NON E' STATA CASUALE, MA FRUTTO DELLA FEDE CATTOLICA L'arrivo nell'isola di Guanahaní - poi San Salvador - della piccola flotta capitanata dal genovese Cristoforo Colombo (1451 ca. -1506), il 12 ottobre 1492, segna l'inizio della scoperta, della conquista e dell'evangelizzazione delle Americhe. Non si tratta, dunque, di un semplice rinvenimento - come nel caso del probabile arrivo di un gruppo di vichinghi nell'America Settentrionale verso la fine del secolo X, che non ebbe alcuna conseguenza per il continente -, ma di un atto che pone le premesse di un'integrazione razziale, culturale e spirituale unica nella storia.L'impresa di Colombo s'inserisce nel quadro dell'espansione europea dei secoli XIII-XVI, che vede protagonisti soprattutto portoghesi e spagnoli, i quali solcano con entusiasmo mari sconosciuti e affrontano i pericoli dei viaggi verso l'ignoto, animati anzitutto dal desiderio di ampliare le frontiere della Cristianità. Nell'ammiraglio genovese e in coloro che lo seguono non sono da trascurare le motivazioni economiche e la ricerca di orizzonti più ampi, anche in relazione al serrarsi del Mediterraneo Orientale per l'avanzata dei turchi ottomani, ma un peso notevole hanno pure le aspirazioni religiose, cioè il desiderio di convertire gli indigeni e di reperire fondi per la riconquista di Gerusalemme. Se il progetto crociato del grande navigatore non viene realizzato, non si può dimenticare che l'oro del Nuovo Mondo servirà a finanziare la resistenza contro i turchi.La spedizione guidata da Colombo segue immediatamente il compimento della Reconquista, cioè del processo di liberazione della penisola iberica dai musulmani, iniziato nel secolo VIII e concluso con la presa di Granada, il 2 gennaio 1492. L'entusiasmo per la vittoria spiega anche perché i Re Cattolici, Isabella di Castiglia (1451-1504) e Ferdinando d'Aragona (1452-1516), consapevoli della grande missione della Spagna - difendere e diffondere il messaggio cristiano in Europa e nel mondo - accogliessero il progetto, apparentemente irrealizzabile, del navigatore genovese: andare dalla Spagna alle Indie "passando il Mare Oceano a Ponente".VINTI I MORI, RICONQUISTATA LA SPAGNA, SI PASSA ALL'EVANGELIZZAZIONE DI NUOVI MONDIA partire dal secondo viaggio di Colombo - realizzato fra il 1493 e il 1496 - la visione idilliaca delle Indie, che aveva caratterizzato fino ad allora le relazioni degli scopritori, viene meno tragicamente con l'uccisione di tutti i compagni dell'ammiraglio da parte degli indios. Ha inizio la conquista, il cui fine principale è sempre l'evangelizzazione, che prevale su altri fini del tutto leciti, come l'onore e la grandezza della Spagna, nonché la ricerca di ricchezze e di profitti materiali. L'ideale missionario, applicato alle nuove terre, costituisce l'humus dal quale scaturisce un tipo umano forse irripetibile, quello dei conquistadores. Figli di una terra dove si era appena conclusa la crociata contro i mori, ma in cui sopravviveva lo spirito che l'aveva ispirata, molti di essi attraversano l'oceano animati da un sogno di conquista e di gloria, fondato sulla volontà di ampliare i confini della fede cristiana e i domìni della Corona spagnola.La conquista, soprattutto nella fase iniziale, è una sorpresa per tutti, risultando come la conseguenza non di un piano preciso, ma di una serie di reazioni di fronte a situazioni impreviste o d'iniziative di pochi audaci, come quella di Hernán Cortés (1485-1547) nei territori dell'attuale Messico. Inoltre, solo per le comunità del Centroamerica e dell'America andina si può parlare di vera e propria conquista, perché i nuovi arrivati non si misurano con organizzazioni primitive, ma con autentici Stati, caratterizzati peraltro da inspiegabili assenze sul piano economico e tecnologico - la ruota, l'allevamento, la lavorazione del ferro, l'arco e la volta nelle costruzioni - o da presenze sinistre, come il cannibalismo, i sacrifici umani, la schiavitù. Questi elementi spiegano sia l'intransigenza e il furore dei conquistadores - che inorridiscono di fronte a oscure idolatrie, nei cui templi scorreva sempre sangue -, sia la facilità della conquista. Infatti, i regni e gli imperi indigeni, costruiti a prezzo di guerre sanguinosissime e fondati sulla tirannia e sulla crudeltà, portavano in sé i germi della propria distruzione: l'inaridimento culturale e l'instabilità politica, a causa della turbolenza dei popoli sottomessi, la cui presenza a fianco degli spagnoli capovolge le sorti della guerra e la trasforma in una carneficina.Una diffusa letteratura antispagnola e anticattolica - nata nel Cinquecento in ambienti protestanti e alimentata ancor oggi da movimenti indianisti ed ecologisti, gruppi neomarxisti e terzomondisti, nonché frange cattoliche progressiste - continua a presentare la conquista come un "genocidio", ma la storiografia ha mostrato la falsità di questa leggenda nera. "Usciti troppo bruscamente dal loro isolamento - scrive lo storico francese e calvinista Pierre Chaunu -, gli Indiani d'America non soccombettero sotto i colpi delle spade in acciaio di Toledo, ma sotto lo choc microbico e virale". La catastrofe demografica dei popoli amerindi ha la sua causa nelle grandi epidemie, provocate dal contatto fra due realtà biologiche estranee, e non in una presunta politica razzista e di sterminio messa in opera dagli spagnoli, i quali, invece, avevano tutto l'interesse a garantire la sopravvivenza dei nativi e favoriscono la fusione fra vincitori e vinti. Significativamente l'Iberoamerica è la sola delle Americhe dove, ancor oggi, la razza indiana e i suoi meticci costituiscono la grande maggioranza della popolazione, dimostrando fra l'altro, grazie all'irrisorietà dell'insediamento di neri africani, che la Spagna ricorse in modo molto limitato all'importazione di schiavi nel Nuovo Mondo. Anche le denunce del domenicano Bartolomé de Las Casas (1474-1566) - subito confutate dal missionario francescano Toribio da Benavente (1490 ca.-1569) - si sono rivelate eccessive e inaffidabili, così da non poter essere utilizzate come fonti storiche esclusive e attendibili.In realtà, nella conquista non colpiscono tanto gli abusi e gli errori iniziali - caratteristici di tutte le vicende umane - quanto la grande capacità di autocritica, unica nella storia della colonizzazione mondiale, che era la conseguenza di una profonda coscienza cristiana. Di fronte alle deviazioni la voce della Chiesa si leva dal primo momento attraverso la denuncia da parte dei missionari, le elaborazioni dottrinali dei teologi e dei giuristi, la sollecitudine dei sovrani spagnoli, che prendono numerosi provvedimenti in difesa degli indios, anzitutto le leggi di Burgos, promulgate dall'imperatore Carlo V d'Asburgo (1500-1558) nel 1519, due anni prima delle denunce di padre Las Casas. In particolare, la testimonianza della Scuola di Salamanca e le celebri relazioni sugli indios, del domenicano Francisco de Vitoria (1483-1546), rappresentano un encomiabile sforzo di porre i fondamenti teologici e filosofici di una colonizzazione secondo princìpi ispirati all'etica cristiana.LA REGINA ISABELLA SPERA DI CONDURRE ALTRI POPOLI ALLA VERA FEDEAl momento di finanziare l'impresa di Colombo la regina Isabella spera di condurre altri popoli alla vera fede e non bada né a spese né a difficoltà per onorare gli impegni assunti con Papa Alessandro VI (1492-1503), il famoso Papa Borgia, che aveva concesso ai sovrani il diritto di patronato sulle nuove terre in cambio di precisi doveri di evangelizzazione. Ne consegue uno spiegamento missionario senza precedenti, che dà presto una nuova configurazione alla realtà ecclesiale universale, proprio nel momento in cui le convulsioni religiose in Europa provocavano gravi divisioni nella Cristianità, e che costituisce, secondo le parole di Papa Giovanni Paolo II, "una delle pagine più belle di tutta la storia dell'evangelizzazione portata a compimento dalla Chiesa".Protagonisti di questa epopea sono innanzitutto i missionari - altamente selezionati e dotati di grande libertà d'iniziativa di fronte alle autorità civili -, quindi la Corona spagnola, cioè i sovrani e gli organi di governo, fra cui il Consiglio delle Indie, infine tutti gli spagnoli giunti nel continente - conquistadores e coloni -, i quali, nonostante i limiti del loro operato, erano consapevoli di aprire la strada alla diffusione del messaggio di Cristo.L'azione evangelizzatrice opera in tre direzioni convergenti: l'irradiazione della fede e della cultura cristiana, il salvataggio delle lingue e delle tradizioni del continente americano, la civilizzazione delle popolazioni locali. Sotto il primo aspetto i missionari fanno fruttificare i semi di religiosità presenti nelle credenze dei popoli indigeni attraverso l'elaborazione di nuovi metodi di catechesi, la creazione di parrocchie di indios, dove costoro venivano istruiti nella verità della fede cristiana e ricevevano i sacramenti, e la preparazione di catechismi bilingui o pittografici.Di fronte al lento progresso dell'evangelizzazione dei primi anni, rivolta a popoli idolatri e lontani culturalmente dalla mentalità europea, i missionari comprendono che è necessario conoscere a fondo la mentalità e la cultura indigena per presentare il Vangelo nel modo più adeguato. Con un lavoro di autentica premessa all'inculturazione essi studiano le istituzioni, gli usi e i costumi degli indios, raccolgono con amore le testimonianze culturali amerinde più antiche, dando inizio alla modern

Black Coffee Sounds Good
Ep. 34 - Le parole dell'America di oggi

Black Coffee Sounds Good

Play Episode Listen Later Oct 24, 2020 32:37


A poco meno di due settimane dalle elezioni presidenziali, la McMusa e John Freeman stilano un breve dizionario dell'America di oggi. Quali sono le parole che risuoneranno il 3 novembre? Lo scopriamo entrando nelle pagine di "Dizionario della dissoluzione", il nuovo libro di Freeman, e in quelle di altri libri Black Coffee selezionati ad hoc. Piccolo spoiler: il dizionario finisce con la V di VOTO.La sigla è dei Drunken Rollers, le musiche di Chad Crouch.

Un libro tira l'altro
Un libro tira l'altro del giorno 21/06/2020: Diario di una signora inglese alla scoperta dell'America schiavista

Un libro tira l'altro

Play Episode Listen Later Jun 21, 2020


Le violenze che da diversi giorni infiammano gli Stati Uniti hanno riportato in primo piano il tema delle condizioni degli afroamericani in un paese ancora segnato dalle ferite del segregazionismo e della schiavitù. Alle condizioni degli schiavi nel nuovo mondo è in parte dedicato il libro "Le maniere degli americani" (La Torre dei Venti, 152 p., € 15,00) che Frances Trollope, madre del celebre scrittore inglese Anthony Trollope, aveva scritto dopo aver intrapreso un viaggio negli Stati Uniti tra il 1827 e il 1831. Osservando le condizioni di vita della gente di colore, la Trollope era rimasta particolarmente colpita dalla volontà di mantenere il popolo degli schiavi nell'ignoranza, in modo che non potessero riflettere sulle loro condizioni. In alcuni stati infatti era considerato illegale insegnare a leggere agli schiavi, una situazione che trova un parallelo con quanto avviene oggi per le donne in alcuni paesi islamici. RECENSIONI "Il piantagrane: storia di Benjamin Lay" di Marcus Rediker (Eleuthera, 264 p., €18,00) "Il genio americano" di Massimo Teodori (Rubbettino, 132 p., € 14,00) "Finzioni politiche" di Joan Didion (Il Saggiatore, 288 p., € 23,00) "Il manifesto del rinoceronte. L'avventura del liberalismo" di Adam Gopnik (Guanda, 288 p., € 20,00) "Civilizzazioni" di Laurent Binet (La Nave di Teseo, 384 p., € 19,00) "Apocalisse" di Giulio Giorello (Piemme, 80 p., € 12,90) "Giona" di Benedetta Tobagi (Piemme, 80 p., € 12,90) IL CONFETTINO "La sorpresa della volpe" di Virginia Stefanini (Camelozampa, 32 p., € 15,00)

Un libro tira l'altro
Un libro tira l'altro del giorno 21/06/2020: Diario di una signora inglese alla scoperta dell'America schiavista

Un libro tira l'altro

Play Episode Listen Later Jun 21, 2020


Le violenze che da diversi giorni infiammano gli Stati Uniti hanno riportato in primo piano il tema delle condizioni degli afroamericani in un paese ancora segnato dalle ferite del segregazionismo e della schiavitù. Alle condizioni degli schiavi nel nuovo mondo è in parte dedicato il libro "Le maniere degli americani" (La Torre dei Venti, 152 p., € 15,00) che Frances Trollope, madre del celebre scrittore inglese Anthony Trollope, aveva scritto dopo aver intrapreso un viaggio negli Stati Uniti tra il 1827 e il 1831. Osservando le condizioni di vita della gente di colore, la Trollope era rimasta particolarmente colpita dalla volontà di mantenere il popolo degli schiavi nell'ignoranza, in modo che non potessero riflettere sulle loro condizioni. In alcuni stati infatti era considerato illegale insegnare a leggere agli schiavi, una situazione che trova un parallelo con quanto avviene oggi per le donne in alcuni paesi islamici. RECENSIONI "Il piantagrane: storia di Benjamin Lay" di Marcus Rediker (Eleuthera, 264 p., €18,00) "Il genio americano" di Massimo Teodori (Rubbettino, 132 p., € 14,00) "Finzioni politiche" di Joan Didion (Il Saggiatore, 288 p., € 23,00) "Il manifesto del rinoceronte. L'avventura del liberalismo" di Adam Gopnik (Guanda, 288 p., € 20,00) "Civilizzazioni" di Laurent Binet (La Nave di Teseo, 384 p., € 19,00) "Apocalisse" di Giulio Giorello (Piemme, 80 p., € 12,90) "Giona" di Benedetta Tobagi (Piemme, 80 p., € 12,90) IL CONFETTINO "La sorpresa della volpe" di Virginia Stefanini (Camelozampa, 32 p., € 15,00)

Un libro tira l'altro
Un libro tira l'altro del giorno 21/06/2020: Diario di una signora inglese alla scoperta dell'America schiavista

Un libro tira l'altro

Play Episode Listen Later Jun 21, 2020


Le violenze che da diversi giorni infiammano gli Stati Uniti hanno riportato in primo piano il tema delle condizioni degli afroamericani in un paese ancora segnato dalle ferite del segregazionismo e della schiavitù. Alle condizioni degli schiavi nel nuovo mondo è in parte dedicato il libro "Le maniere degli americani" (La Torre dei Venti, 152 p., € 15,00) che Frances Trollope, madre del celebre scrittore inglese Anthony Trollope, aveva scritto dopo aver intrapreso un viaggio negli Stati Uniti tra il 1827 e il 1831. Osservando le condizioni di vita della gente di colore, la Trollope era rimasta particolarmente colpita dalla volontà di mantenere il popolo degli schiavi nell'ignoranza, in modo che non potessero riflettere sulle loro condizioni. In alcuni stati infatti era considerato illegale insegnare a leggere agli schiavi, una situazione che trova un parallelo con quanto avviene oggi per le donne in alcuni paesi islamici. RECENSIONI "Il piantagrane: storia di Benjamin Lay" di Marcus Rediker (Eleuthera, 264 p., €18,00) "Il genio americano" di Massimo Teodori (Rubbettino, 132 p., € 14,00) "Finzioni politiche" di Joan Didion (Il Saggiatore, 288 p., € 23,00) "Il manifesto del rinoceronte. L'avventura del liberalismo" di Adam Gopnik (Guanda, 288 p., € 20,00) "Civilizzazioni" di Laurent Binet (La Nave di Teseo, 384 p., € 19,00) "Apocalisse" di Giulio Giorello (Piemme, 80 p., € 12,90) "Giona" di Benedetta Tobagi (Piemme, 80 p., € 12,90) IL CONFETTINO "La sorpresa della volpe" di Virginia Stefanini (Camelozampa, 32 p., € 15,00)

Un libro tira l'altro
Un libro tira l'altro del giorno 21/06/2020: Diario di una signora inglese alla scoperta dell'America schiavista

Un libro tira l'altro

Play Episode Listen Later Jun 21, 2020


Le violenze che da diversi giorni infiammano gli Stati Uniti hanno riportato in primo piano il tema delle condizioni degli afroamericani in un paese ancora segnato dalle ferite del segregazionismo e della schiavitù. Alle condizioni degli schiavi nel nuovo mondo è in parte dedicato il libro "Le maniere degli americani" (La Torre dei Venti, 152 p., € 15,00) che Frances Trollope, madre del celebre scrittore inglese Anthony Trollope, aveva scritto dopo aver intrapreso un viaggio negli Stati Uniti tra il 1827 e il 1831. Osservando le condizioni di vita della gente di colore, la Trollope era rimasta particolarmente colpita dalla volontà di mantenere il popolo degli schiavi nell'ignoranza, in modo che non potessero riflettere sulle loro condizioni. In alcuni stati infatti era considerato illegale insegnare a leggere agli schiavi, una situazione che trova un parallelo con quanto avviene oggi per le donne in alcuni paesi islamici. RECENSIONI "Il piantagrane: storia di Benjamin Lay" di Marcus Rediker (Eleuthera, 264 p., €18,00) "Il genio americano" di Massimo Teodori (Rubbettino, 132 p., € 14,00) "Finzioni politiche" di Joan Didion (Il Saggiatore, 288 p., € 23,00) "Il manifesto del rinoceronte. L'avventura del liberalismo" di Adam Gopnik (Guanda, 288 p., € 20,00) "Civilizzazioni" di Laurent Binet (La Nave di Teseo, 384 p., € 19,00) "Apocalisse" di Giulio Giorello (Piemme, 80 p., € 12,90) "Giona" di Benedetta Tobagi (Piemme, 80 p., € 12,90) IL CONFETTINO "La sorpresa della volpe" di Virginia Stefanini (Camelozampa, 32 p., € 15,00)

Onda Lunga - RS
Speciale Onda Lunga | Black Lives Matter

Onda Lunga - RS

Play Episode Listen Later Jun 2, 2020 3:15


La morte di George Floyd ha riacceso il dibattito sul razzismo negli Stati Uniti. Da Nixon a Trump, dalle Black Panther a Black Lives Matter: cambiano i nomi ma non le ingiustizie. In questo speciale proviamo a ripercorrere cinquant'anni di discriminazioni in soli tre minuti, per capire davvero il volto più oscuro dell'America delle libertà. . . Prodotto, ideato e scritto da Diego Megale Voci narranti: Claudia Burgio, Diego Megale. Spezzoni audio tratti da discorsi di: Donald Trump, Tamika Mallory e Martin Luther King

Un libro tira l'altro
Un libro tira l'altro del giorno 26/04/2020: Il rapporto tra uomo e natura nell'America di Hamlin Garland

Un libro tira l'altro

Play Episode Listen Later Apr 26, 2020


Un altro viaggio virtuale che è possibile fare in questi giorni di isolamento forzato è quello che ci porta alla scoperta dell'America rurale ai tempi delle grandi migrazioni verso i territori inesplorati dell'Ovest, descritta da Hamlin Garland nei suoi "Racconti del Dakota" (D editore, 306 p., € 14,90). Con uno stile da lui stesso definito come "veritismo", Garland racconta la dura vita nelle fattorie del Midwest all'epoca dei pionieri, la frustrazione e la disperazione dei contadini, che hanno dovuto lasciare le loro case per avventurarsi in terre spesso inospitali. Nelle sue pagine Garland descrive la condizione umana all'interno della natura, in un'ambientazione agreste che si fonde con quella delle prime città. RECENSIONI "Amedeo Peter Giannini. Il banchiere galantuomo" di Giorgio A. Chiarva (Francesco Brioschi editore, 440 p., € 18,00) "Il giovane Holden" di J.D. Salinger (Einaudi, 264 p., € 12,00) "L'ultima moglie di J.D. Salinger" di Enrico Deaglio (Marsilio,128 p., € 12,00) "Ingegneri di anime" di Frank Westerman (Iperborea, 320 p., € 18,00) "La città dal mantello rosso" di Asli Erdogan (Garzanti, 146 p., € 17,00) IL MATTONE "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust (Mondadori, 2090 p., € 32,00) "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust (Newton Compton, 2608 p., € 14,90) "À la recerche du temps perdu" di Marcel Proust (La Pléiade, 7408 p., € 271,00) "Lezioni di letteratura" di Vladimir Nabokov (Adelphi, 526 p., € 26,00) IL CONFETTINO "Atlante delle avventure e dei viaggi per terra e per mare" di Anselmo Roveda e Marco Paci (EDT, 56 p., € 19,50)

Auditore
Episodio 6 - S02: I cieli dell'America con "The Union" Podcast

Auditore

Play Episode Listen Later Apr 20, 2020 43:41


Un poeta diceva che "i cieli dell'America sono mille cieli sopra un continente". Come si muovono questi cieli? come si muove la politica a stelle e strisce nel fronteggiare una crisi come quella del Covid-19? In questa puntata proviamo a fare il punto sulla politica statunitense, sulle primarie democratiche e sulla corsa alla Casa Bianca con Alessia Gasparini ed Eric Gad del podcast "The Union".

Black Coffee Sounds Good
Ep. 27 - Il cinquantunesimo stato americano (speciale quarantena)

Black Coffee Sounds Good

Play Episode Listen Later Apr 14, 2020 31:33


Continua la nostra esplorazione dell'America, ma questa volta la McMusa sceglie storie e parole che si sintonizzano perfettamente con il tempo surreale che stiamo vivendo. Non più geografia degli Stati Uniti ma mappe surreali e fantascientifiche del nostro sentire. La sigla è dei Drunken Rollers, le musiche di Chad Crouch.

Voci da Festivaletteratura
Dave Eggers con Paolo Giordano

Voci da Festivaletteratura

Play Episode Listen Later Apr 12, 2020 60:11


Abile e ironico osservatore dell'America di oggi, narratore della contemporaneità digitale e instancabile attivista culturale, Dave Eggers è stato uno degli ospiti più attesi di Festivaletteratura 2019. A incontrarlo, davanti al pubblico di Piazza Castello, è stato lo scrittore Paolo Giordano. Partendo dal suo ultimo romanzo, La parata, i due hanno spaziato nella vastità degli interessi e attività di Eggers: il presente travagliato dell’America e della sua San Francisco, i suoi referenti letterari, la sua concezione del mestiere dello scrittore e l’attivismo per la promozione della scrittura tra i ragazzi più svantaggiati. L’interprete dell’evento è stata Chiara Serafin.

Te lo spiega Studenti.it
Storia - La scoperta dell'America

Te lo spiega Studenti.it

Play Episode Listen Later Feb 25, 2020 5:01


Una pillola di storia per sapere tutto il necessario sulla Scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo: date, avvenimenti, conseguenze dell'evento storico che ha rivoluzionato i commerci e la società dell'epoca moderna.Per approfondire: https://www.studenti.it/scoperta-america-cronologia-protagonisti.htmlColonna sonoraBlippy trance / Poppers and prosecco - Kevin Mac Leod - https://incompetech.com/Effetti sonori: https://www.zapsplat.com

Radio List
La morte di Baghdadi e la campagna di Trump

Radio List

Play Episode Listen Later Oct 27, 2019 35:35


L'annuncio di Trump: Baghdadi è morto come un cane e un codardo. Il significato dell'eliminazione del capo dell'Isis, la differenza tra l'uccisione di Bin Laden e quella di Baghdadi, il gioco delle potenze in Siria. Il ruolo chiave di Turchia e Iran, il problema dei curdi. Perché la strategia della Casa Bianca è coerente con gli obiettivi dell'America in questo momento storico. Un'indagine del titolare di List e Dario Fabbri, analista di Limes. 

Un'estate fa...
Un'estate fa... S01E03: 1985

Un'estate fa...

Play Episode Listen Later Aug 29, 2019 59:17


S01E03: 1985Nel 1985, all'apice dell'edonismo degli anni Ottanta, con il Live Aid organizzato da Bob Geldof e Midge Ure, si apre la lunga tradizione dell'impegno disimpegnato dello star system. Un evento che ha fatto la storia, tra il Wembley Stadium di Londra e il John F. Kennedy Stadium di Philadelphia; tra il lusso dell'America guidata dal presidente ex attore Ronald Reagan e le lotte sociali dell'Inghilterra stretta nel pugno della Lady di ferro Margaret Thatcher.

Jazz Anthology
Libri: Mister Jelly Roll

Jazz Anthology

Play Episode Listen Later Jun 2, 2019 59:48


Mister Jelly Roll di Alan Lomax è uno dei libri di argomento jazzistico più famosi, ed è anche un libro da diversi punti di vista appassionante: eppure ha dovuto aspettare settant'anni per avere una traduzione italiana. Di come è nato questo libro e della sua edizione italiana, di Jelly Roll Morton, di Alan Lomax, di New Orleans, della nascita del jazz, dell'America fra la fine dell'Ottocento e la fine degli anni trenta, parliamo con Claudio Sessa, curatore del volume, pubblicato nella collana Chorus dell'editore Quodlibet.

BASTA BUGIE - Storia
La cattolicità di Cristoforo Colombo ha permesso la scoperta dell'America

BASTA BUGIE - Storia

Play Episode Listen Later May 29, 2019 17:50


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5669LA CATTOLICITA' DI CRISTOFORO COLOMBO HA PERMESSO LA SCOPERTA DELL'AMERICA di Maurizio Parenti e Marco TangheroniCome l'esperienza marinara di Cristoforo Colombo si inquadra perfettamente nella storia della sua patria e del suo tempo, così il progetto di raggiungere l'Oriente passando, attraverso l'Oceano, per l'Occidente, si stava imponendo, sia pure in maniera sfocata e imprecisa, in diversi ambienti scientifici ed eruditi dell'epoca: basti ricordare l'influenza di Paolo dal Pozzo Toscanelli.Il navigatore genovese ha il merito di concepire con maggior precisione il disegno, rafforzando le tesi di alcuni dotti con la personale esperienza di uomo di mare, che aveva osservato indizi significativi e raccolto anche alcune voci degli ambienti marinari; e quindi di perseguire con ostinazione la realizzazione dell'impresa condotta, poi, con le sue straordinarie doti nella guida delle navi e degli uomini.Tuttavia è bene ricordare che il suo progetto si basava su un duplice errore geografico, pur condiviso da sapienti di grande autorità, e verrebbe voglia di esclamare con la liturgia del Sabato Santo: felix culpa! Infatti egli riteneva la Terra molto più piccola e l'Asia molto più estesa verso l'Europa. Così gli poté apparire realizzabile un viaggio che, senza l'inattesa presenza di un altro continente, si sarebbe rivelato, evidentemente, impossibile.L'EUFORIA PER LA RECONQUISTA DELLA SPAGNAÈ importante ricordare questo fatto perché ci permette di comprendere il parere negativo sia degli studiosi consultati dal re del Portogallo, Giovanni II, sia di quelli spagnoli, in buona parte dell'università di Salamanca, interpellati dai Re Cattolici. Essi avevano, da un punto di vista matematico e geografico, ragione. E su questo piano avvennero, com'è documentato, le discussioni. Naturalmente non era in questione la sfericità della Terra, dato pienamente acquisito dalla cultura geografica medievale, ma la sua dimensione; e non sarebbe stato necessario ricordarlo se non fosse ancora largamente diffuso questo luogo comune tipico della "leggenda nera" sul Medioevo.Dunque tali studiosi non erano, come spesso li si immagina, i rappresentanti di una cultura vecchia, superata, "medioevale", contrapposta a quella nuova e "moderna" di Cristoforo Colombo. Ancor meno essi erano fanatici religiosi nemici della umanistica laicità del genovese, come, per esempio, ce li raffigurava uno sceneggiato televisivo realizzato alcuni anni or sono, senza risparmiarci nessuno dei topoi che era, ahimè, prevedibile attendersi: facce incavate, occhi ardenti, voci stridule. Semmai era proprio Cristoforo Colombo a superare, di fronte agli altri e a sé stesso, le obbiezioni oltre che con argomenti razionali anche con una convinzione progressivamente crescente di una missione affidatagli dalla Provvidenza.Un'ultima considerazione: perché il progetto di Cristoforo Colombo, che era stato giudicato negativamente da ripetuti autorevoli pareri, trovò quasi improvvisamente accoglienza da parte dei Re Cattolici nei primi mesi del 1492?Indubbiamente pesarono i sostenitori e i finanziatori che il navigatore genovese era riuscito a procurarsi, ma la spiegazione essenziale è da ricercarsi nell'euforia dei sovrani, della Corte e del popolo spagnoli per l'avvenuto compimento del processo di Reconquista, avviato dalla metà del secolo VIII e terminato il 2 gennaio 1492 con la conquista di Granada. [...]LA RELIGIOSITÀ DI CRISTOFORO COLOMBOCertamente in Cristoforo Colombo e in coloro che lo seguirono, come in generale nell'espansione europea della fine del Medioevo, non sono da trascurare le motivazioni di tipo economico e, in particolare, la ricerca dell'oro, senza dimenticare che, a partire dagli anni Quaranta del secolo XV, per i portoghesi acquista crescente importanza anche la cattura di schiavi lungo le coste africane: ma questa motivazione economica è assente dal progetto del navigatore genovese; più in generale, in tale espansione si manifesta "l'incoercibile bisogno, più o meno cosciente, di spazio", non per eccesso di popolazione - le grandi epidemie di peste del secolo precedente avevano abbattuto di circa il 40% la popolazione europea -, ma per la ricerca di orizzonti più ampi, anche in relazione al serrarsi del Mediterraneo Orientale per l'avanzata dei turchi ottomani e al completamento della Reconquista.Inoltre, per Cristoforo Colombo le motivazioni di ordine religioso avevano un peso notevole, che sarebbe estremamente ingiusto e arbitrario ridurre a giustificazioni strumentali o a residui pocosignificativi di riti o di pratiche a carattere magico e superstizioso.E ciò va ribadito contro gli storici moderni poco propensi a prendere in considerazione il richiamo religioso; essi, come ha osservato Jacques Heers, "se ne parlano, vi vedono un elemento troppo trascurabile per evocarlo in maniera attenta, oppure un semplice pretesto. Molti pensano volentieri che il Genovese parlasse di dovere religioso, di servizio di Cristo e di prospettive di evangelizzazione solo per conciliarsi meglio le buone grazie della regina attraverso una manovra interessata".Già la lettura del Diario di bordo ci offre un'ampia esemplificazione di questi aspetti decisivi per comprendere la personalità dell'Ammiraglio: ci limitiamo a qualche esempio, per altro assai eloquente, circa la profonda religiosità di Cristoforo Colombo e la sua convinzione di svolgere una missione accompagnata dal favore divino.In data 23 settembre 1492 egli istituisce un parallelo fra sé e Mosè: come allora a Mosè, che conduceva gli ebrei fuori dalla schiavitù egiziana, risultò utile il mare grosso in assenza di vento, così lo stesso straordinario fenomeno si è ripetuto a suo vantaggio per tranquillizzare i marinai timorosi circa la possibilità di fare ritorno.LA CONVERSIONE DEGLI INDIGENIIl problema della conversione degli indigeni è, fin dallo stesso primo contatto del 12 ottobre, al centro dell'attenzione dello scopritore: "Conobbi che era gente che meglio si salverebbe e si convertirebbe alla nostra santa fede con l'amore che con la forza". E in data 27 novembre, rivolgendosi ai sovrani spagnoli, dopo aver esposto la necessità di superare la barriera linguistica, scrive: "E poi si raccoglieranno i benefici e si lavorerà per fare cristiani tutti questi popoli, il che agevolmente si farà perché essi non hanno setta alcuna, né sono idolatri".Sempre il Diario di bordo ci informa sul comportamento e sui pensieri di Cristoforo Colombo durante la spaventosa tempesta che coglie le due caravelle superstiti a metà febbraio, durante il viaggio di ritorno.In tali drammatici frangenti egli ha il timore che Dio gli impedisca il ritorno e "attribuì questo alla sua poca fede e alla mancanza di fiducia nella Provvidenza divina. D'altra parte lo confortavano le grazie che Dio gli aveva fatto, dandogli tanto grande vittoria, permettendogli di scoprire quello che aveva scoperto. [...] E che, come nel passato aveva posto il suo fine e indirizzato tutta la sua impresa a Dio e lo aveva ascoltato [...] doveva credere che gli darebbe compimento di quanto cominciato e lo porterebbe a salvamento".Da buon capitano medievale Cristoforo Colombo si preoccupa "che si estraesse a sorte un pellegrino che andasse a Santa Maria di Guadalupe e portasse un cero di 5 libbre di cera", e la sorte designa proprio lui: a questo santuario dell'Estremadura condurrà di persona i primi indiani portati in Spagna a ricevere il battesimo.Poi viene deciso anche "di mandare un pellegrino a Santa Maria di Loreto, che è nella marca di Ancona, terra del Papa, che è una casa dove Nostra Signora ha fatto e fa molti e grandi miracoli"; "dopo di ciò l'Ammiraglio e tutto l'equipaggio fecero voto di andare, arrivando alla prima terra, tutti in camicia in processione a far preghiera in una chiesa che fosse dedicata a Nostra Signora".Va inoltre ricordato che l'Ammiraglio tiene sempre presenti, anche nel corso delle sue esplorazioni, il calendario liturgico, le solennità ecclesiastiche e i misteri della Fede. Il 6 dicembre 1492, giorno della festività di san Nicola, chiama con quel nome il porto dell'isola Hispaniola - poi Haiti - in cui si trovava, come nel secondo viaggio un promontorio riceve il nome di Cabo Cruz il 3 maggio, giorno del rinvenimento della Croce.LO SCOPO DI CRISTOFORO COLOMBO: IL SANTO SEPOLCRO E LA CROCIATAUn motivo ricorrente nei testi di Cristoforo Colombo è quello della finalizzazione dei risultati della sua impresa alla liberazione del Santo Sepolcro.Nel Diario di bordo, dopo aver narrato la costruzione del primo insediamento, quello di Navidad - fondato il 25 dicembre del 1492, subito dopo il naufragio della Santa Maria -, afferma che intende ritornare in un secondo viaggio dalla Castiglia e trovare oro e spezie "in tanta quantità che i re, prima di 3 anni, intraprendessero e preparassero [l'azione] per andare a conquistare la Casa Santa" confermando così l'impegno preso "con fermezza" con i sovrani prima della sua partenza, e cioè "che tutto il guadagno di questa mia impresa si spendesse nella riconquista di Gerusalemme". In quell'occasione - ricorda - i sovrani "sorrisero e dissero che piaceva loro e che [anche] senza questo avevano quel desiderio".Nell'atto con cui istituisce il maggiorascato a favore di don Diego, il suo primogenito, Cristoforo Colombo ricorda nuovamente l'intenzione di spendere la rendita delle Indie "per la conquista di Gerusalemme" e impegna il figlio, o il suo erede, "ad andare con il Re Nostro Signore, se andrà a Gerusalemme a conquistarla, o anche solo, con la maggior forza possibile".

Radio List
Giocare a risiko nel Golfo

Radio List

Play Episode Listen Later May 16, 2019 47:06


Lo Stretto di Hormuz è pieno di navi da guerra. Cosa sta succedendo nel Golfo? Energia, commercio, equilibrio del Medio Oriente, interesse dell'America e politica di potenza dell'Iran. Perché questa crisi è pericolosa e impatta anche sulla nostra vita quotidiana. Un'indagine del titolare di List e Dario Fabbri, analista di Limes. Ascolta RadioList.

BASTA BUGIE - Storia
La scoperta dell'America non è stata casuale, ma frutto della fede cattolica

BASTA BUGIE - Storia

Play Episode Listen Later May 8, 2019 11:00


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5633LA SCOPERTA DELL'AMERICA NON E' STATA CASUALE, MA FRUTTO DELLA FEDE CATTOLICA di Francesco PappalardoL'arrivo nell'isola di Guanahaní - poi San Salvador - della piccola flotta capitanata dal genovese Cristoforo Colombo (1451 ca. -1506), il 12 ottobre 1492, segna l'inizio della scoperta, della conquista e dell'evangelizzazione delle Americhe. Non si tratta, dunque, di un semplice rinvenimento - come nel caso del probabile arrivo di un gruppo di vichinghi nell'America Settentrionale verso la fine del secolo X, che non ebbe alcuna conseguenza per il continente -, ma di un atto che pone le premesse di un'integrazione razziale, culturale e spirituale unica nella storia.L'impresa di Colombo s'inserisce nel quadro dell'espansione europea dei secoli XIII-XVI, che vede protagonisti soprattutto portoghesi e spagnoli, i quali solcano con entusiasmo mari sconosciuti e affrontano i pericoli dei viaggi verso l'ignoto, animati anzitutto dal desiderio di ampliare le frontiere della Cristianità. Nell'ammiraglio genovese e in coloro che lo seguono non sono da trascurare le motivazioni economiche e la ricerca di orizzonti più ampi, anche in relazione al serrarsi del Mediterraneo Orientale per l'avanzata dei turchi ottomani, ma un peso notevole hanno pure le aspirazioni religiose, cioè il desiderio di convertire gli indigeni e di reperire fondi per la riconquista di Gerusalemme. Se il progetto crociato del grande navigatore non viene realizzato, non si può dimenticare che l'oro del Nuovo Mondo servirà a finanziare la resistenza contro i turchi.La spedizione guidata da Colombo segue immediatamente il compimento della Reconquista, cioè del processo di liberazione della penisola iberica dai musulmani, iniziato nel secolo VIII e concluso con la presa di Granada, il 2 gennaio 1492. L'entusiasmo per la vittoria spiega anche perché i Re Cattolici, Isabella di Castiglia (1451-1504) e Ferdinando d'Aragona (1452-1516), consapevoli della grande missione della Spagna - difendere e diffondere il messaggio cristiano in Europa e nel mondo - accogliessero il progetto, apparentemente irrealizzabile, del navigatore genovese: andare dalla Spagna alle Indie "passando il Mare Oceano a Ponente".VINTI I MORI, RICONQUISTATA LA SPAGNA, SI PASSA ALL'EVANGELIZZAZIONE DI NUOVI MONDIA partire dal secondo viaggio di Colombo - realizzato fra il 1493 e il 1496 - la visione idilliaca delle Indie, che aveva caratterizzato fino ad allora le relazioni degli scopritori, viene meno tragicamente con l'uccisione di tutti i compagni dell'ammiraglio da parte degli indios. Ha inizio la conquista, il cui fine principale è sempre l'evangelizzazione, che prevale su altri fini del tutto leciti, come l'onore e la grandezza della Spagna, nonché la ricerca di ricchezze e di profitti materiali. L'ideale missionario, applicato alle nuove terre, costituisce l'humus dal quale scaturisce un tipo umano forse irripetibile, quello dei conquistadores. Figli di una terra dove si era appena conclusa la crociata contro i mori, ma in cui sopravviveva lo spirito che l'aveva ispirata, molti di essi attraversano l'oceano animati da un sogno di conquista e di gloria, fondato sulla volontà di ampliare i confini della fede cristiana e i domìni della Corona spagnola.La conquista, soprattutto nella fase iniziale, è una sorpresa per tutti, risultando come la conseguenza non di un piano preciso, ma di una serie di reazioni di fronte a situazioni impreviste o d'iniziative di pochi audaci, come quella di Hernán Cortés (1485-1547) nei territori dell'attuale Messico. Inoltre, solo per le comunità del Centroamerica e dell'America andina si può parlare di vera e propria conquista, perché i nuovi arrivati non si misurano con organizzazioni primitive, ma con autentici Stati, caratterizzati peraltro da inspiegabili assenze sul piano economico e tecnologico - la ruota, l'allevamento, la lavorazione del ferro, l'arco e la volta nelle costruzioni - o da presenze sinistre, come il cannibalismo, i sacrifici umani, la schiavitù. Questi elementi spiegano sia l'intransigenza e il furore dei conquistadores - che inorridiscono di fronte a oscure idolatrie, nei cui templi scorreva sempre sangue -, sia la facilità della conquista. Infatti, i regni e gli imperi indigeni, costruiti a prezzo di guerre sanguinosissime e fondati sulla tirannia e sulla crudeltà, portavano in sé i germi della propria distruzione: l'inaridimento culturale e l'instabilità politica, a causa della turbolenza dei popoli sottomessi, la cui presenza a fianco degli spagnoli capovolge le sorti della guerra e la trasforma in una carneficina.Una diffusa letteratura antispagnola e anticattolica - nata nel Cinquecento in ambienti protestanti e alimentata ancor oggi da movimenti indianisti ed ecologisti, gruppi neomarxisti e terzomondisti, nonché frange cattoliche progressiste - continua a presentare la conquista come un "genocidio", ma la storiografia ha mostrato la falsità di questa leggenda nera. "Usciti troppo bruscamente dal loro isolamento - scrive lo storico francese e calvinista Pierre Chaunu -, gli Indiani d'America non soccombettero sotto i colpi delle spade in acciaio di Toledo, ma sotto lo choc microbico e virale". La catastrofe demografica dei popoli amerindi ha la sua causa nelle grandi epidemie, provocate dal contatto fra due realtà biologiche estranee, e non in una presunta politica razzista e di sterminio messa in opera dagli spagnoli, i quali, invece, avevano tutto l'interesse a garantire la sopravvivenza dei nativi e favoriscono la fusione fra vincitori e vinti. Significativamente l'Iberoamerica è la sola delle Americhe dove, ancor oggi, la razza indiana e i suoi meticci costituiscono la grande maggioranza della popolazione, dimostrando fra l'altro, grazie all'irrisorietà dell'insediamento di neri africani, che la Spagna ricorse in modo molto limitato all'importazione di schiavi nel Nuovo Mondo. Anche le denunce del domenicano Bartolomé de Las Casas (1474-1566) - subito confutate dal missionario francescano Toribio da Benavente (1490 ca.-1569) - si sono rivelate eccessive e inaffidabili, così da non poter essere utilizzate come fonti storiche esclusive e attendibili.In realtà, nella conquista non colpiscono tanto gli abusi e gli errori iniziali - caratteristici di tutte le vicende umane - quanto la grande capacità di autocritica, unica nella storia della colonizzazione mondiale, che era la conseguenza di una profonda coscienza cristiana. Di fronte alle deviazioni la voce della Chiesa si leva dal primo momento attraverso la denuncia da parte dei missionari, le elaborazioni dottrinali dei teologi e dei giuristi, la sollecitudine dei sovrani spagnoli, che prendono numerosi provvedimenti in difesa degli indios, anzitutto le leggi di Burgos, promulgate dall'imperatore Carlo V d'Asburgo (1500-1558) nel 1519, due anni prima delle denunce di padre Las Casas. In particolare, la testimonianza della Scuola di Salamanca e le celebri relazioni sugli indios, del domenicano Francisco de Vitoria (1483-1546), rappresentano un encomiabile sforzo di porre i fondamenti teologici e filosofici di una colonizzazione secondo princìpi ispirati all'etica cristiana.LA REGINA ISABELLA SPERA DI CONDURRE ALTRI POPOLI ALLA VERA FEDEAl momento di finanziare l'impresa di Colombo la regina Isabella spera di condurre altri popoli alla vera fede e non bada né a spese né a difficoltà per onorare gli impegni assunti con Papa Alessandro VI (1492-1503), il famoso Papa Borgia, che aveva concesso ai sovrani il diritto di patronato sulle nuove terre in cambio di precisi doveri di evangelizzazione. Ne consegue uno spiegamento missionario senza precedenti, che dà presto una nuova configurazione alla realtà ecclesiale universale, proprio nel momento in cui le convulsioni religiose in Europa provocavano gravi divisioni nella Cristianità, e che costituisce, secondo le parole di Papa Giovanni Paolo II, "una delle pagine più belle di tutta la storia dell'evangelizzazione portata a compimento dalla Chiesa".Protagonisti di questa epopea sono innanzitutto i missionari - altamente selezionati e dotati di grande libertà d'iniziativa di fronte alle autorità civili -, quindi la Corona spagnola, cioè i sovrani e gli organi di governo, fra cui il Consiglio delle Indie, infine tutti gli spagnoli giunti nel continente - conquistadores e coloni -, i quali, nonostante i limiti del loro operato, erano consapevoli di aprire la strada alla diffusione del messaggio di Cristo.L'azione evangelizzatrice opera in tre direzioni convergenti: l'irradiazione della fede e della cultura cristiana, il salvataggio delle lingue e delle tradizioni del continente americano, la civilizzazione delle popolazioni locali. Sotto il primo aspetto i missionari fanno fruttificare i semi di religiosità presenti nelle credenze dei popoli indigeni attraverso l'elaborazione di nuovi metodi di catechesi, la creazione di parrocchie di indios, dove costoro venivano istruiti nella verità della fede cristiana e ricevevano i sacramenti, e la preparazione di catechismi bilingui o pittografici.

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La diserzione dell'ambasciatore di Kim. L'anno dell'Oriente

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Play Episode Listen Later Jan 4, 2019 40:55


La diserzione dell'ambasciatore della Corea del Nord a Roma è caso di grande importanza. Che cosa significa per il regime di Kim jong-un. L'analisi dello scenario strategico, i colloqui di pace tra Pyongyang e Seul, il ruolo dell'America e quello decisivo della Cina. Il 2019 sarà l'anno dell'Oriente, la corsa spaziale cinese e il suo significato, la competizione con l'America, la nuova politica estera del Giappone e un paese da tenere d'occhio perché nel 2019 vota: l'Indonesia. Un'indagine del titolare di List e Giulia Pompili. Ascolta RadioList.

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Il 2018 dell'America di Trump

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Play Episode Listen Later Dec 19, 2018 34:24


Il 2018 di Trump, l'anno del consolidamento e della maturità. La sfida interna con la tenuta delle elezioni di Mid-term e la proiezione verso la campagna del 2020, i dossier di una potenza che non può rinunciare a essere globale, il confronto per la supremazia mondiale con la Cina, la tensione con la Russia, l'obiettivo di indebolire la Germania. L'anno di un game changer alla Casa Bianca. Un'indagine del titolare di List e Dario Fabbri. Ascolta RadioList

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George H.W. Bush. L'ultimo aristocratico alla Casa Bianca

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Play Episode Listen Later Dec 1, 2018 48:49


George H.W. Bush, 41° Presidente degli Stati Uniti è morto. Chi era e perché la sua presidenza è definita come l'ultima dell'America "patrizia"? Storia di un Presidente e di una famiglia che per quattro generazioni ha plasmato la politica americana. Il titolare di List e Dario Fabbri, analista di Limes, ricordano la figura di Bush senior e la storia della Casa Bianca da Reagan fino a Trump leggendo la figura di Bush e di una lunga American Dynasty. Ascolta RadioList.

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Marchionne e la solitudine del comando

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Play Episode Listen Later Jul 24, 2018 44:03


"Chi comanda è solo", ricordava sempre Sergio Marchionne. L'avventura industriale e umana di un uomo raccontata dal titolare di List e Riccardo Ruggeri. I principi del management, la geniale intuizione di andare alla conquista dell'America e fondere Fiat e Chrysler, l'arte di combinare due aziende fallite e farne un gruppo mondiale. La differenza tra il capitalista filosofo Marchionne e il Ceo Capitalism senza umanità. Una cavalcata attraverso i 14 anni in cui Marchionne ha trasformato un'industria, l'incomprensione in Italia con le presunte classi colte che in realtà non conoscono la complessità del business dell'automobile. Ascolta RadioList.

Basket Classico
S1E08. Milano, Esposito e la conquista dell'America

Basket Classico

Play Episode Listen Later May 22, 2018 26:01


Nell’ottobre del 1987, l’invincibile armata del basket italiano, l’Olimpia Milano allora sponsorizzata Tracer, che aveva da poco conquistato tutti e quattro i trofei nazionali e internazionali della stagione, viene invitata al primo torneo ufficiale tra franchigie NBA e squadre del resto del Mondo, il McDonald’s Open di Milwaukee. Per molti italiani, la storica sfida tra la Milano di Dino Meneghin, guidata in panchina da Franco Casalini, e i Milwaukee Bucks è semplicemente un’amichevole, ma non per i giocatori americani della Tracer - soprattutto Bob McAdoo - che vogliono dimostrare di poter ancora competere con i colleghi del campionato più bello e ricco del mondo. Da quella partita, il muro tra dilettanti e professionisti, eretto agli albori del gioco, comincia a crollare: cinque anni più tardi, ai giocatori della NBA sarà consentito di partecipare all’Olimpiade di Barcellona con il famoso Dream Team, e anche gli italiani potranno finalmente tentare la fortuna dall'altra parte dell'oceano senza più paura di ritorsioni da parte della federazione nazionale. I primi due pionieri si chiamano Stefano Rusconi e Enzo Esposito: per il primo l'esperienza americana dura pochi attimi, Esposito invece convince sulle sue qualità la squadra che lo ha preso, i Toronto Raptors. Siamo arrivati così al 1995: dalla prima esibizione degli Harlem Globetrotters a Milano al debutto di un italiano tra i pro' sono passati 45 anni, e quello che è successo in mezzo è la storia, spesso dimenticata o sconosciuta, che Basket Classico ha raccontato nelle otto puntate della prima stagione che si conclude qui. Un saluto da Luca Chiabotti, ci risentiamo presto.

Basket Classico
S1E08. Milano, Esposito e la conquista dell'America

Basket Classico

Play Episode Listen Later May 22, 2018 26:01


Nell’ottobre del 1987, l’invincibile armata del basket italiano, l’Olimpia Milano allora sponsorizzata Tracer, che aveva da poco conquistato tutti e quattro i trofei nazionali e internazionali della stagione, viene invitata al primo torneo ufficiale tra franchigie NBA e squadre del resto del Mondo, il McDonald’s Open di Milwaukee. Per molti italiani, la storica sfida tra la Milano di Dino Meneghin, guidata in panchina da Franco Casalini, e i Milwaukee Bucks è semplicemente un’amichevole, ma non per i giocatori americani della Tracer - soprattutto Bob McAdoo - che vogliono dimostrare di poter ancora competere con i colleghi del campionato più bello e ricco del mondo. Da quella partita, il muro tra dilettanti e professionisti, eretto agli albori del gioco, comincia a crollare: cinque anni più tardi, ai giocatori della NBA sarà consentito di partecipare all’Olimpiade di Barcellona con il famoso Dream Team, e anche gli italiani potranno finalmente tentare la fortuna dall'altra parte dell'oceano senza più paura di ritorsioni da parte della federazione nazionale. I primi due pionieri si chiamano Stefano Rusconi e Enzo Esposito: per il primo l'esperienza americana dura pochi attimi, Esposito invece convince sulle sue qualità la squadra che lo ha preso, i Toronto Raptors. Siamo arrivati così al 1995: dalla prima esibizione degli Harlem Globetrotters a Milano al debutto di un italiano tra i pro' sono passati 45 anni, e quello che è successo in mezzo è la storia, spesso dimenticata o sconosciuta, che Basket Classico ha raccontato nelle otto puntate della prima stagione che si conclude qui. Un saluto da Luca Chiabotti, ci risentiamo presto.

Da Costa a Costa
S2E4. Capire il Michigan per capire l'America

Da Costa a Costa

Play Episode Listen Later Mar 10, 2017 37:40


Cosa ho imparato e cosa ho scoperto trascorrendo dieci giorni in uno degli Stati che hanno dato la vittoria a Donald Trump. Il Michigan ha una storia esemplare dei problemi che sta affrontando una grossa parte dell'America: la decadenza di città e settori industriali una volta molto prosperi, la crescita delle diseguaglianze, la difficoltà di integrare vicende umane, identità e religioni diverse.Questa puntata è stata realizzata con il contributo di Sapospina Rampi, detergenti professionali per la tua casa, che trovi in lavanderia (http://sapospina.it).

Podcast del Progetto 7LUNE
Podcast LUNA CALANTE Plaquette Monografica Popoli Originari dell'America 2015

Podcast del Progetto 7LUNE

Play Episode Listen Later Jul 26, 2015 17:04


Figure femminili ancestrali si dipanano dall’azzurro cielo del dipinto di Kantule per accompagnare il lettore, come in una leggera danza, attraverso le parole tradotte in questa plaquette dedicata a poeti dei Popoli Originari (Pueblos Originarios) di alcune zone dell’America. La terra (Felipe Tz’kin) e il sangue (Santopietro) onnipresenti in queste composizioni, sposate sempre a nonne (Coy), madri (Alwa) e figli (Jamioy), segno tangibile di parentela e filiazione con gli elementi del cosmo (luna, stelle) e del mondo terreno (pini, montagne, terra). Un discorso intriso di sacralità (Balbín Alcócer) ed appartenenza (Bugnon) che attraversa tutte le identità indigene del continente, per sfociare nel fiume della poesia, che tutto purifica e tutto benedice. Ve li presentiamo con rispetto ed ammirazione ad esemplificare la lunga schiera di poeti dei Pueblos Originarios che ospiteremo anche nelle prossime plaquettes.

Ristorazione con Ruggi
LINEA DEL TEMPO: Viaggio dalla preistoria alla scoperta dell'america

Ristorazione con Ruggi

Play Episode Listen Later Dec 31, 1969 9:32