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Democratici e giornalisti non mollano sul “Signalgate”
Mentre nei sondaggi il tasso di approvazione di Donald Trump diminuisce, i democratici non sembrano avere una visione comune su come contrastare la nuova aministrazione. Con Marco Arvati, giornalista.Gli uiguri sono una minoranza perseguitata della Cina occidentale e il rimpatrio deciso da Bangkok è stato duramente criticato dalla comunità internazionale. Con Junko Terao, editor di Asia di InternazionaleOggi parliamo anche di:Podcast • Illumina show di Luca DodaroCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Una road-map per l'Europa il discorso di Mario Draghi all'Europarlamento. Molti i settori toccati, tra i quali l'economia: "Oltre ad agire per modernizzare l'economia europea, dobbiamo gestire la transizione per le nostre industrie tradizionali. Dal 2012, i primi 10 settori con la produttività in più rapida crescita sono costituiti quasi interamente da cosiddetti settori mid-tech, come l'automotive e i macchinari. Il settore manifatturiero impiega anche circa 30 milioni di persone, rispetto ai 13 milioni negli Stati Uniti".Ne parliamo con Giorgio Gori, europarlamentare del Pd aderente al gruppo dei Socialisti e Democratici e Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega aderente al gruppo Patrioti per l'Europa.
Che il nuovo presidente degli Stati Uniti mettesse in atto la “flood the zone strategy” era prevedibile, ma che lo facesse con questa velocità e questa ampiezza ha sorpreso tutti: l'obiettivo di Trump è quello di varare così tanti provvedimenti in contemporanea da rendere impossibile per i media riuscire a spiegarli tutti e per i Democratici opporsi a tutto. E così, negli ultimi giorni, il presidente ha parlato dei dazi commerciali, ha illustrato il suo progetto immobiliare su Gaza, ha deciso la chiusura dell'Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale e ha annunciato che parteciperà al Super Bowl: è la prima volta che un presidente assiste alla finale del campionato di football americano. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Tra i democratici, solo Sanders dà segni di vita
La nuova Commissione europea ha ricevuto il via libera del Parlamento, ma l'esito del voto preannuncia una legislatura turbolenta e lunghe negoziazioni dietro le quinte. I 370 voti che compongono la maggioranza (282 i contrari, 36 gli astenuti) rappresentano infatti il 54% di tutti i voti espressi, e ancora meno (51%) del numero totale di parlamentari europei, 719. Fondata sull'alleanza tra Partito Popolare Europeo, Socialisti e Democratici e Renew Europe, che ha rischiato di sfaldarsi già nelle audizioni dei commissari, quella che si insedierà a dicembre sarà la maggioranza più risicata della storia europea. Nella seconda parte parliamo di Romania e della Serbia, paese centrale nel Balcani occidentali che da anni ormai attende di completare l'ultimo miglio verso l'Unione europea.In collaborazione con Euranet Plus
Il Morning Show Mercoledi 20 Novembre 2024
Delusi e sconfitti dal risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, i democratici americani stanno anche loro cedendo al complottismo. Così, mentre il presidente eletto Donald Trump si prepara a governare, si stanno diffondendo le teorie BlueAnon. Vi raccontiamo da dove arrivano e cosa rappresentano per il discorso politico negli Stati Uniti. Scriveteci all'indirizzo segnalazioni@facta.news o segnalateci le notizie che volete verificare al numero 3421829843.Seguiteci sul nostro sito Facta.news, sui nostri profili Facebook, Instagram, Telegram, TikTok e BlueskyCondotto da Simone Fontana e Anna Toniolo Episodio scritto da Simone Fontana e Anna Toniolo Prodotto da Jessica Mariana MasucciLINK UTILIFacta non pubblicherà più i suoi articoli su X - FactaBlueAnon è tornato e stavolta il complottismo sulle elezioni truccate è tutto progressista - FactaLa vittoria di Trump ha messo fine alle teorie del complotto repubblicane sui brogli - Facta“BlueAnon”, il complottismo anti-Trump che spopola tra i progressisti - FactaI Democratici accusano Musk di aver truccato le elezioni - The Daily DotThreads è pieno di teorie del complotto progressiste sulle frodi elettorali - UserMagCREDIT BRANI“Dynamic world” di StockStudio “Documentary” di Coma-media
Ancora increduli per la vittoria di Donald Trump, i Democratici non riescono a comprendere che il neo-presidente altro non è che la manifestazione della loro ombra, la vera conseguenza del Politicamente Corretto. Inizia a usare ActivePowered con una prova di 14 gioni: http://activepowered.com/dufer ⬇⬇⬇SOTTO TROVI INFORMAZIONI IMPORTANTI⬇⬇⬇ Abbonati per live e contenuti esclusivi ➤➤➤ https://bit.ly/memberdufer I prossimi eventi dal vivo ➤➤➤ https://www.dailycogito.com/eventi Scopri la nostra scuola di filosofia ➤➤➤ https://www.cogitoacademy.it/ Impara ad argomentare bene ➤➤➤ https://bit.ly/3Pgepqz Prendi in mano la tua vita grazie a PsicoStoici ➤➤➤ https://bit.ly/45JbmxX Il mio ultimo libro per Feltrinelli ➤➤➤ https://amzn.to/3OY4Xca La newsletter gratuita ➤➤➤ http://eepurl.com/c-LKfz Tutti i miei libri ➤➤➤ https://www.dailycogito.com/libri/ Il nostro podcast è sostenuto da NordVPN ➤➤➤ https://nordvpn.com/dufer #trump #trump2024 #politica INSTAGRAM: https://instagram.com/rickdufer INSTAGRAM di Daily Cogito: https://instagram.com/dailycogito TELEGRAM: http://bit.ly/DuFerTelegram FACEBOOK: http://bit.ly/duferfb LINKEDIN: https://www.linkedin.com/pub/riccardo-dal-ferro/31/845/b14 -------------------------------------------------------------------------------------------- Chi sono io: https://www.dailycogito.com/rick-dufer/ -------------------------------------------------------------------------------------------- La musica della sigla è tratta da Epidemic Sound (author: Jules Gaia): https://epidemicsound.com/ - la voce della sigla è di CAROL MAG (https://www.instagram.com/carolmagmusic/) Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Un breve manuale per orientarsi in questo dibattito post-elezioni americane, con una regola fondamentale: gli Stati Uniti e l'Italia sono due paesi diversi.
Queste non sono verità: sono solo spunti di dialogo e riflessione, alcune idee che mi frullano in testa che mi piacerebbe discutere con voi circa le ultime elezioni e la vittoria di Donald Trump contro Kamala Harris.Per trascrizioni, video di approfondimento e contenuti aggiuntivi: PATREONPer informazioni sui corsi: info@italianoavanzato.comsito: Italiano AvanzatoÈ uscita la VIDEOGRAMMATICA di Italiano Avanzato! Sostieni il podcast consigliandolo ai tuoi amici!
Con una serie di vittorie decisive negli stati in bilico, Trump, ha sconfitto la sua avversaria democratica Kamala Harris diventando il quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti. Con Alexander Stille, giornalista e scrittore, da Scranton, in Pennsylvania.Il primo novembre il Botswana democratic party, che ha governato il Botswana per quasi sessant'anni, ha perso le elezioni. Con Francesca Sibani, editor di Africa di Internazionale.Oggi parliamo anche di:YouTube • Tom Scott, Why Australia bottles up its airhttps://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=bu5-VERN3XYCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Kamala Harris ha perso. Perché ha perso 15 milioni di voti rispetto alle partecipatissime elezioni del 2020 in cui vinse Joe Biden. Trump potrebbe influenzare le politiche ambientali sia internamente che esternamente agli Stati Uniti.Camilla Soldati, giornalista di LifeGate, ci racconta del nuovo libro “Cose belle dal mondo per non pensare che va tutto male” curato per LifeGate con Matteo Suanno. Puoi scriverci a podcast@lifegate.it e trovare tutte le notizie su www.lifegate.it Rassegna stampa: Donald Trump sarà di nuovo presidente degli Stati Uniti, Valentina Neri Stati generali della green economy: l'Italia produce meno emissioni, ma consuma troppo suolo, Franco Sani Un libro sulle cose belle che succedono nel mondo, firmato LifeGate, Camilla Soldati e Matteo Suanno Perché gli Stati Uniti sono il più grande produttore di petrolio al mondo, nonostante la transizione, Giovanni Mori
Tredici presidenti – la vita, l'azione di governo, l'impatto che hanno avuto sull'America (e oltre) – raccontati in forma di una chiacchierata – non sempre seria. A fare le domande, Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell'Istituto Affari Internazionali. Chi risponde è Mario Del Pero, illustre americanista e Professore di Storia Internazionale presso SciencesPo a Parigi. Oggi parliamo del 44° presidente degli Stati Uniti, il Democratico Barach Hussein Obama, in carica dal 2009 al 2017. Obama ha libertà di governare sul piano domestico solo per il biennio 2009-10 in cui i Democratici controllano tanto la Camera quanto il Senato, dove peraltro hanno una supermaggioranza di 60 senatori (fino alla morte di Ted Kennedy). Dopo che i Repubblicani torneranno a controllare la Camera (dal 2011) e poi il Senato (dal 2015), di fatto Obama riuscirà a fare poco in politica interna, e tutto quello che farà (in particolare sul fronte delle regolamentazioni ambientali e della protezione dei migranti entrati negli USA come minori o neonati) sarà soggetto a cause legali, a volte perse dell'Amministrazione. Nei due anni in cui può governare Obama ha due priorità: continuare e anzi accelerare la gestione della macro-crisi del 2008 e avanzare un'agenda di governo di ispirazione democratica. L'azione dell'Amministrazione Obama si traduce soprattutto nella promozione di tre grandi leggi approvate dal Congresso: La prima è il grande stimolo fiscale (del valore di circa 900 miliardi di dollari; la seconda legge è il Wall Street Reform and Consumer Protection Act, la riforma del mercato finanziario nota come Dodd-Frank; l'ultima grande legge fatta varare da Obama è naturalmente il Patient Protection and Affordable Care Act, ovvero la grande riforma sanitaria nota come Obamacare. In politica estera Obama abbandona la retorica della Guerra Globale al Terrore, ma intensifica l'uso di droni per colpire sospetti terroristi, nonostante le controversie legali ed etiche per le vittime civili. In Europa rilancia la collaborazione con l'UE, che vede come un pilastro dell'ordine globale a guida americana e opera il reset con la Russia di Putin (ottenendo aiuto sull'Afghanistan, Iran e New Start); ma non prevede – e non si oppone con sufficiente durezza all'invasione russa dell'Ucraina del 2014 che risulta nell'annessione della Crimea e la destabilizzazione del Donbas. Le difficoltà in Medioriente ed Europa gli impediscono di dare maggiore sostanza al famoso pivot to Asia. Mantiene però relazioni molto buone con l'India e relativamente cordiali con la Cina, nonostante quest'ultima si faccia più aggressiva nel Mar cinese meridionale e sul fronte dello spionaggio. https://storiainpodcast.focus.it - Canale Personaggi A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina. ------------ Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427. Siamo in tutte le edicole... ma anche qui: - Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/ - Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare) - Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo - Twitter: https://twitter.com/focusstoria - Sito: https://www.focus.it/cultura Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Tredici presidenti – la vita, l'azione di governo, l'impatto che hanno avuto sull'America (e oltre) – raccontati in forma di una chiacchierata – non sempre seria. A fare le domande, Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell'Istituto Affari Internazionali. Chi risponde è Mario Del Pero, illustre americanista e Professore di Storia Internazionale presso SciencesPo a Parigi. Oggi parliamo del 44° presidente degli Stati Uniti, il Democratico Barach Hussein Obama, in carica dal 2009 al 2017. Obama ha libertà di governare sul piano domestico solo per il biennio 2009-10 in cui i Democratici controllano tanto la Camera quanto il Senato, dove peraltro hanno una supermaggioranza di 60 senatori (fino alla morte di Ted Kennedy). Dopo che i Repubblicani torneranno a controllare la Camera (dal 2011) e poi il Senato (dal 2015), di fatto Obama riuscirà a fare poco in politica interna, e tutto quello che farà (in particolare sul fronte delle regolamentazioni ambientali e della protezione dei migranti entrati negli USA come minori o neonati) sarà soggetto a cause legali, a volte perse dell'Amministrazione. Nei due anni in cui può governare Obama ha due priorità: continuare e anzi accelerare la gestione della macro-crisi del 2008 e avanzare un'agenda di governo di ispirazione democratica. L'azione dell'Amministrazione Obama si traduce soprattutto nella promozione di tre grandi leggi approvate dal Congresso: La prima è il grande stimolo fiscale (del valore di circa 900 miliardi di dollari; la seconda legge è il Wall Street Reform and Consumer Protection Act, la riforma del mercato finanziario nota come Dodd-Frank; l'ultima grande legge fatta varare da Obama è naturalmente il Patient Protection and Affordable Care Act, ovvero la grande riforma sanitaria nota come Obamacare. In politica estera Obama abbandona la retorica della Guerra Globale al Terrore, ma intensifica l'uso di droni per colpire sospetti terroristi, nonostante le controversie legali ed etiche per le vittime civili. In Europa rilancia la collaborazione con l'UE, che vede come un pilastro dell'ordine globale a guida americana e opera il reset con la Russia di Putin (ottenendo aiuto sull'Afghanistan, Iran e New Start); ma non prevede – e non si oppone con sufficiente durezza all'invasione russa dell'Ucraina del 2014 che risulta nell'annessione della Crimea e la destabilizzazione del Donbas. Le difficoltà in Medioriente ed Europa gli impediscono di dare maggiore sostanza al famoso pivot to Asia. Mantiene però relazioni molto buone con l'India e relativamente cordiali con la Cina, nonostante quest'ultima si faccia più aggressiva nel Mar cinese meridionale e sul fronte dello spionaggio. https://storiainpodcast.focus.it - Canale Personaggi A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina. ------------ Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427. Siamo in tutte le edicole... ma anche qui: - Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/ - Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare) - Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo - Twitter: https://twitter.com/focusstoria - Sito: https://www.focus.it/cultura Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Tredici presidenti – la vita, l'azione di governo, l'impatto che hanno avuto sull'America (e oltre) – raccontati in forma di una chiacchierata – non sempre seria. A fare le domande, Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell'Istituto Affari Internazionali. Chi risponde è Mario Del Pero, illustre americanista e Professore di Storia Internazionale presso SciencesPo a Parigi. Oggi parliamo del 44° presidente degli Stati Uniti, il Democratico Barach Hussein Obama, in carica dal 2009 al 2017. Obama ha libertà di governare sul piano domestico solo per il biennio 2009-10 in cui i Democratici controllano tanto la Camera quanto il Senato, dove peraltro hanno una supermaggioranza di 60 senatori (fino alla morte di Ted Kennedy). Dopo che i Repubblicani torneranno a controllare la Camera (dal 2011) e poi il Senato (dal 2015), di fatto Obama riuscirà a fare poco in politica interna, e tutto quello che farà (in particolare sul fronte delle regolamentazioni ambientali e della protezione dei migranti entrati negli USA come minori o neonati) sarà soggetto a cause legali, a volte perse dell'Amministrazione. Nei due anni in cui può governare Obama ha due priorità: continuare e anzi accelerare la gestione della macro-crisi del 2008 e avanzare un'agenda di governo di ispirazione democratica. L'azione dell'Amministrazione Obama si traduce soprattutto nella promozione di tre grandi leggi approvate dal Congresso: La prima è il grande stimolo fiscale (del valore di circa 900 miliardi di dollari; la seconda legge è il Wall Street Reform and Consumer Protection Act, la riforma del mercato finanziario nota come Dodd-Frank; l'ultima grande legge fatta varare da Obama è naturalmente il Patient Protection and Affordable Care Act, ovvero la grande riforma sanitaria nota come Obamacare. In politica estera Obama abbandona la retorica della Guerra Globale al Terrore, ma intensifica l'uso di droni per colpire sospetti terroristi, nonostante le controversie legali ed etiche per le vittime civili. In Europa rilancia la collaborazione con l'UE, che vede come un pilastro dell'ordine globale a guida americana e opera il reset con la Russia di Putin (ottenendo aiuto sull'Afghanistan, Iran e New Start); ma non prevede – e non si oppone con sufficiente durezza all'invasione russa dell'Ucraina del 2014 che risulta nell'annessione della Crimea e la destabilizzazione del Donbas. Le difficoltà in Medioriente ed Europa gli impediscono di dare maggiore sostanza al famoso pivot to Asia. Mantiene però relazioni molto buone con l'India e relativamente cordiali con la Cina, nonostante quest'ultima si faccia più aggressiva nel Mar cinese meridionale e sul fronte dello spionaggio. https://storiainpodcast.focus.it - Canale Personaggi A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina. ------------ Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427. Siamo in tutte le edicole... ma anche qui: - Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/ - Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare) - Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo - Twitter: https://twitter.com/focusstoria - Sito: https://www.focus.it/cultura Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
A pochi giorni dal 5 novembre, data cruciale per le elezioni negli Stati Uniti, parliamo di una competizione politica senza precedenti. Non solo si eleggerà il nuovo presidente, ma anche una nuova Camera e un nuovo Senato. Da una parte, Donald Trump, che nonostante l'ombra del 6 gennaio 2021 e l'assalto a Capitol Hill, ha consolidato il suo dominio nel Partito Repubblicano. Dall'altra, Kamala Harris, inizialmente vice in carica di Biden, ora candidata democratica. Questa campagna elettorale ha assunto toni intensi e spesso violenti, con sondaggi altalenanti e un panorama social che sfiora il surreale, amplificato dall'intervento di Elon Musk a sostegno di Trump. Approfondiamo questi temi con Mario Del Pero, professore di Storia Internazionale a Sciences Po Parigi ed esperto di politica statunitense, per capire meglio la posta in gioco di queste elezioni.
Kamala Harris ha cambiato idea sul cosiddetto fracking, la fratturazione idraulica usata per l'estrazione di gas naturale e petrolio. Per i Repubblicani è un esempio che dimostra come l'attuale vicepresidente degli Stati Uniti sia una volta marsina. Di lei non ci si può fidare.Dal 2009 ad oggi il fracking ha trasformato gli Stati Uniti nel più grande produttore di petrolio e gas naturale al mondo. Il paese ha quasi azzerato la sua dipendenza energetica dall'estero. Con effetti positivi sui costi dell'energia per i consumatori americani, sull'economia, sulla creazione di posti di lavoro e sulle relazioni tra gli Stati Uniti e il resto del mondo. Abbandonare questa tecnica, che si concentra in alcuni Stati americani, avrebbe quindi implicazioni altrettanto importanti per il paese.Quale direzione vogliono prendere gli Stati Uniti in ambito energetico-ambientale? Donald Trump difende a spada tratta l'industria dei carburanti fossili. Kamala Harris punta soprattutto sulle energie rinnovabili.Ne discutiamo a Modem con:MARIO DEL PERO – professore di Storia degli Stati Uniti e Storia della politica estera americana a Sciences Po, ParigiEMANUELE BOMPAN - direttore di Materia Rinnovabile, magazine internazionale d'informazione sulla transizione ecologicaA portarci nel cuore della questione, un reportage di Andrea Vosti dalla Pennsylvania, uno degli Stati che figura tra i principali produttori di gas naturale proprio attraverso la tecnica del fracking e che fino all'ultimo rimarrà in bilico tra Repubblicani e Democratici
Trump e Harris sono raffigurati come dei “basket”all'interno dei quali sono posizionate le aziende che potrebbero crescere o perdere a seconda di chi vincerà le elezioni. Ma gli storici equilibri tra Democratici e Repubblicani sembrano invertiti, aprendo a nuovi dilemmi per la politica statunitense e il futuro dell'ordine globale. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Scontro anche su democrazia e assalto al Congresso.
Benvenuti su "Layer 3," il podcast di Young Platform che ogni lunedì, mercoledì e venerdì vi porta le principali tre notizie della giornata che contano davvero. Ecco le 3 notizie di oggi: 1) Mercoledì mattina, più precisamente alle 3 di notte, si svolgerà il dibattito tra Trump e Harris. Un evento che potrebbe incidere sul futuro degli Stati Uniti, e su quello del il mondo intero, contribuendo a definire chi guiderà il più potente paese al mondo per i prossimi quattro anni. 2) Diversi donatori di alto profilo, in particolare da Wall Street, stiano spingendo privatamente per la rimozione di Lina Khan, presidente della Federal Trade Commission (FTC), e Gary Gensler, capo della Securities and Exchange Commission (SEC), se Harris dovesse vincere. 3) Elon Musk ha annunciato le tempistiche per l'esplorazione di Marte e potrebbe fare parte del piano anche la tecnologia blockchain. Analizziamo il report della NASA Non dimenticare di seguirci e attivare la campanella per non perderti i prossimi episodi! Se ti piace 'Layer 3' e vorresti supportarci, puoi lasciare una recensione a 5 stelle. Vai su Young Platform per approfondire le notizie, per imparare di più sul mondo crypto e per acquistare e vendere in sicurezza le principale criptovalute di mercato! Noi ci risentiamo mercoledì, sempre qua, su Layer 3.
La convention democratica che ha ufficialmente indicato Kamala Harris come candidata nella corsa alla Casa Bianca del partito, ha rivoluzionato la sua comunicazione.Kamala non è più l'incarnazione di una sinistra radicale arrabbiata, rancorosa e nascosta dall'unica bandiera dell'antirazzismo, ma anzi simbolo del sogno americano, in un messaggio positivo e di speranza ripreso dall'Obama del 2016. “Yes we can” è diventato “Yes she can!”Nel frattempo i Repubblicani non restano a guardare, e incassano l'endorsement a Donald Trump da parte di Bob Kennedy Jr. Un cognome importante per un figura divisiva e controversa, ma che potrebbe rivelarsi uno degli arbitri della prossima elezione a Presidente degli Stati Uniti d'America.
Benvenuti su "Layer 3," il podcast di Young Platform che ogni lunedì, mercoledì e venerdì vi porta le principali tre notizie della giornata che contano davvero. Ecco le 3 notizie di oggi: 1) Nella giornata di ieri Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha rilasciato delle dichiarazioni sconvolgenti riguardo ai suoi rapporti con il governo americano. L'imprenditore è apparso molto critico in una lettera inviata al presidente della camera dei deputati Jm Jordan, rivelando dei retroscena sulla pandemia di COVID 19 a dir poco inaspettati. 2) Donald Trump nelle scorse ora ha aggiunto un nuovo membro al suo team: stiamo parlando di Robert F. Kennedy Jr., ex membro del partito Democratico e quindi ex oppositore di Trump, nonché grande sostenitore del mondo crypto e holder di Bitcoin. Pensate che RFK, nipote di John Fitzgerald Kennedy, è talmente tanto sostenitore di Bitcoin da aver proposto di trasferire tutta la liquidità nazionale degli States sulla blockchain di Bitcoin, così da renderla consultabile da tutti, e soprattutto, per poter godere dei benefici di bitcoin come asset di riserva strategico. 3) Vitalik Buterin, durante un dibattito su X, ha dichiarato al mondo crypto a quanto ammonta la sua esposizione sulla crypto da lui creata. Nonostante alcune voci che ne mettevano in dubbio la “lealtà” di Vitalik verso Ethereum, il programmatore ha confessato che il suo patrimonio è composto al 90% da ETH. Ma quanti ne possiede esattamente? Non dimenticare di seguirci e attivare la campanella per non perderti i prossimi episodi! Se ti piace 'Layer 3' e vorresti supportarci, puoi lasciare una recensione a 5 stelle. Vai su Young Platform per approfondire le notizie, per imparare di più sul mondo crypto e per acquistare e vendere in sicurezza le principale criptovalute di mercato! Noi ci risentiamo venerdì, sempre qua, su Layer 3.
MILANO (ITALPRESS) - Nel ventinovesimo episodio del format Italpress "USA 24 - Verso le presidenziali negli Stati Uniti", Claudio Brachino e Stefano Vaccara si soffermano sulla convention dei Democratici a Chicago e sulla candidatura di Kamala Harris che è riuscita a unire il partito, soprattutto sul tema dei diritti acquisiti. Nel frattempo Kennedy Jr ha dato il suo endorsement a Donald Trump, mentre per il 10 settembre si attende il confronto televisivo fra i due candidati.mgg/gsl
MILANO (ITALPRESS) - Nel ventinovesimo episodio del format Italpress "USA 24 - Verso le presidenziali negli Stati Uniti", Claudio Brachino e Stefano Vaccara si soffermano sulla convention dei Democratici a Chicago e sulla candidatura di Kamala Harris che è riuscita a unire il partito, soprattutto sul tema dei diritti acquisiti. Nel frattempo Kennedy Jr ha dato il suo endorsement a Donald Trump, mentre per il 10 settembre si attende il confronto televisivo fra i due candidati.mgg/gsl
A cura di Daniele Biacchessi Kamala Harris chiude la Convention di Chicago e rilancia i democratici nella corsa presidenziale del 5 novembre contro Donald Trump. Sono stati quattro giorni intensi, dove i riflettori della politica internazionale si sono accesi sullo stadio dell'Union Center. Tutti sono per la Harris: da Joe Biden a Bill Clinton, ai coniugi Obama, alla ex speaker della Camera Nancy Pelosi, e ieri era in chiusura a Beyoncé, fino alla star della Nba Stephen Curry, appena diventato campione olimpico. Kamala Harris vuole essere presidente di tutti gli americani. "Un presidente che guida e ascolta. Realistico. Pratico. Di buon senso. E che combatte sempre per il popolo americano. Dal tribunale alla Casa Bianca, questo è stato il lavoro della mia vita", ha detto la Harris mentre accettava formalmente la nomination. Il suo è stato un discorso tutto rivolto alla middle class americana, quella più colpita dalle varie crisi economiche e dall'emergenza Covid. "Sappiamo che una classe media forte è sempre stata fondamentale per il successo dell'America. E costruire quella classe media sarà un obiettivo determinante della mia presidenza", sostiene Harris. L'attacco contro Donald Trump Come tutti i relatori che l'hanno preceduta, anche Kamala Harris non ha risparmiato dure critiche contro Trump. "Considerate il potere che avrà, soprattutto dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha appena stabilito che sarebbe immune da procedimenti penali", sottolinea nel suo discorso la candidata democratica. E mette in guardia sul rischio che Trump torni alla Casa Bianca: "Trump vuole farci arretrare. America, noi non torneremo indietro, "we are not going back". Nessun passo indietro sulla politica internazionale Come previsto, la politica di Kamala Harris sarà in continuità con quella di Joe Biden. "Quando sarò presidente gli Stati Uniti resteranno più che mai accanto all'Ucraina e insieme alla Nato e ai nostri partner europei", dice Harris, che assicura: “Non sarò mai amica dei dittatori”. Per quanto riguarda il conflitto in Medio Oriente, Harris è per il diritto di Israele di difendersi, e assicurerà nuove risorse, ma ora è il momento di un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
ANSA - dalle inviate Serena di Ronza e Benedetta Guerrera.
A cura di Daniele Biacchessi Kamala Harris chiude la Convention di Chicago e rilancia i democratici nella corsa presidenziale del 5 novembre contro Donald Trump. Sono stati quattro giorni intensi, dove i riflettori della politica internazionale si sono accesi sullo stadio dell'Union Center. Tutti sono per la Harris: da Joe Biden a Bill Clinton, ai coniugi Obama, alla ex speaker della Camera Nancy Pelosi, e ieri era in chiusura a Beyoncé, fino alla star della Nba Stephen Curry, appena diventato campione olimpico. Kamala Harris vuole essere presidente di tutti gli americani. "Un presidente che guida e ascolta. Realistico. Pratico. Di buon senso. E che combatte sempre per il popolo americano. Dal tribunale alla Casa Bianca, questo è stato il lavoro della mia vita", ha detto la Harris mentre accettava formalmente la nomination. Il suo è stato un discorso tutto rivolto alla middle class americana, quella più colpita dalle varie crisi economiche e dall'emergenza Covid. "Sappiamo che una classe media forte è sempre stata fondamentale per il successo dell'America. E costruire quella classe media sarà un obiettivo determinante della mia presidenza", sostiene Harris. L'attacco contro Donald Trump Come tutti i relatori che l'hanno preceduta, anche Kamala Harris non ha risparmiato dure critiche contro Trump. "Considerate il potere che avrà, soprattutto dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha appena stabilito che sarebbe immune da procedimenti penali", sottolinea nel suo discorso la candidata democratica. E mette in guardia sul rischio che Trump torni alla Casa Bianca: "Trump vuole farci arretrare. America, noi non torneremo indietro, "we are not going back". Nessun passo indietro sulla politica internazionale Come previsto, la politica di Kamala Harris sarà in continuità con quella di Joe Biden. "Quando sarò presidente gli Stati Uniti resteranno più che mai accanto all'Ucraina e insieme alla Nato e ai nostri partner europei", dice Harris, che assicura: “Non sarò mai amica dei dittatori”. Per quanto riguarda il conflitto in Medio Oriente, Harris è per il diritto di Israele di difendersi, e assicurerà nuove risorse, ma ora è il momento di un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
A cura di Daniele Biacchessi Kamala Harris chiude la Convention di Chicago e rilancia i democratici nella corsa presidenziale del 5 novembre contro Donald Trump. Sono stati quattro giorni intensi, dove i riflettori della politica internazionale si sono accesi sullo stadio dell'Union Center. Tutti sono per la Harris: da Joe Biden a Bill Clinton, ai coniugi Obama, alla ex speaker della Camera Nancy Pelosi, e ieri era in chiusura a Beyoncé, fino alla star della Nba Stephen Curry, appena diventato campione olimpico. Kamala Harris vuole essere presidente di tutti gli americani. "Un presidente che guida e ascolta. Realistico. Pratico. Di buon senso. E che combatte sempre per il popolo americano. Dal tribunale alla Casa Bianca, questo è stato il lavoro della mia vita", ha detto la Harris mentre accettava formalmente la nomination. Il suo è stato un discorso tutto rivolto alla middle class americana, quella più colpita dalle varie crisi economiche e dall'emergenza Covid. "Sappiamo che una classe media forte è sempre stata fondamentale per il successo dell'America. E costruire quella classe media sarà un obiettivo determinante della mia presidenza", sostiene Harris. L'attacco contro Donald Trump Come tutti i relatori che l'hanno preceduta, anche Kamala Harris non ha risparmiato dure critiche contro Trump. "Considerate il potere che avrà, soprattutto dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha appena stabilito che sarebbe immune da procedimenti penali", sottolinea nel suo discorso la candidata democratica. E mette in guardia sul rischio che Trump torni alla Casa Bianca: "Trump vuole farci arretrare. America, noi non torneremo indietro, "we are not going back". Nessun passo indietro sulla politica internazionale Come previsto, la politica di Kamala Harris sarà in continuità con quella di Joe Biden. "Quando sarò presidente gli Stati Uniti resteranno più che mai accanto all'Ucraina e insieme alla Nato e ai nostri partner europei", dice Harris, che assicura: “Non sarò mai amica dei dittatori”. Per quanto riguarda il conflitto in Medio Oriente, Harris è per il diritto di Israele di difendersi, e assicurerà nuove risorse, ma ora è il momento di un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
CHICAGO (STATI UNITI) (ITALPRESS) - "Gioia" è la parola chiave della terza giornata della Convention dei Democratici a Chicago. Il momento clou è stato il discorso di Tim Walz, il "coach", l'allenatore che ha accettato la nomination alla vicepresidenza nel ticket con Kamala Harris. Il terzo atto della Convention è stato caratterizzato anche dagli interventi, tra gli altri, di Bill Clinton e Oprah Winfrey. Stefano Vaccara fa il punto della giornata. xo9/sat/gtr(Video di Stefano Vaccara)
CHICAGO (USA) (ITALPRESS) - Alla terza giornata della Convention del Partito Democratico a Chicago, il governatore del Minnesota Tim Walz, un ex insegnante di liceo che dopo oltre vent'anni di carriera nell'istruzione è passato alla politica con l'elezione a deputato al Congresso al primo tentativo, ha accettato “con gioia” la nomina a vicepresidente. “Grazie, prima di tutto, al Vicepresidente Harris. Grazie per aver riposto la vostra fiducia in me e per avermi invitato a far parte di questa incredibile campagna”, ha detto. “È un onore della mia vita accettare la nomination a vicepresidente degli Stati Uniti. Siamo tutti qui stasera per una bellissima, semplice ragione: amiamo questo Paese”.xo9/sat/gtr (Video di Stefano Vaccara)
CHICAGO (USA) (ITALPRESS) - Alla terza giornata della Convention del Partito Democratico a Chicago, il governatore del Minnesota Tim Walz, un ex insegnante di liceo che dopo oltre vent'anni di carriera nell'istruzione è passato alla politica con l'elezione a deputato al Congresso al primo tentativo, ha accettato “con gioia” la nomina a vicepresidente. “Grazie, prima di tutto, al Vicepresidente Harris. Grazie per aver riposto la vostra fiducia in me e per avermi invitato a far parte di questa incredibile campagna”, ha detto. “È un onore della mia vita accettare la nomination a vicepresidente degli Stati Uniti. Siamo tutti qui stasera per una bellissima, semplice ragione: amiamo questo Paese”.xo9/sat/gtr (Video di Stefano Vaccara)
CHICAGO (STATI UNITI) (ITALPRESS) - "Gioia" è la parola chiave della terza giornata della Convention dei Democratici a Chicago. Il momento clou è stato il discorso di Tim Walz, il "coach", l'allenatore che ha accettato la nomination alla vicepresidenza nel ticket con Kamala Harris. Il terzo atto della Convention è stato caratterizzato anche dagli interventi, tra gli altri, di Bill Clinton e Oprah Winfrey. Stefano Vaccara fa il punto della giornata. xo9/sat/gtr(Video di Stefano Vaccara)
CHICAGO (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Stefano Vaccara intervista il vicedirettore del Post, Francesco Costa, dopo la terza giornata della Convention dei Democratici, a Chicago. "Tim Walz ha recitato il ruolo dell'americano medio, sembra un po' una contraddizione in un giorno pieno di vip, con attori e cantanti, ma il filo conduttore è stato ancora quello dell'energia e dell'entusiasmo, come anche nel resto della Convention", sottolinea Costa.xo9/sat/gtr (Video di Stefano Vaccara)
CHICAGO (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Stefano Vaccara intervista il vicedirettore del Post, Francesco Costa, dopo la terza giornata della Convention dei Democratici, a Chicago. "Tim Walz ha recitato il ruolo dell'americano medio, sembra un po' una contraddizione in un giorno pieno di vip, con attori e cantanti, ma il filo conduttore è stato ancora quello dell'energia e dell'entusiasmo, come anche nel resto della Convention", sottolinea Costa.xo9/sat/gtr (Video di Stefano Vaccara)
La convention dei Democratici a Chicago, la costruzione di una base militare tedesca in Lituania e le 1.500 associazioni messe fuori legge in Nicaragua
Dal palco della convention dei democratici di Chicago, Barack Obama ha rispolverato il suo storico motto e lo ha dedicato a Kamala Harris, in corsa per la Casa Bianca. "Yes, she can" ha infatti affermato.
CHICAGO (STATI UNITI) (ITALPRESS) - La Convention del Partito Democratico per ufficializzare la candidatura del ticket Harris-Waltz contro quello repubblicano Trump-Vance è iniziata nel segno della libertà e delle donne. Alexandria Ocasio-Cortez e Hillary Clinton hanno attaccato Donald Trump, poi la Convention ha tributato un grande entusiasmo a Joe Biden, il presidente uscente che ha rinunciato alla ricandidatura a favore della sua vice Kamala Harris. xo9/sat/gsl (Video di Stefano Vaccara)
CHICAGO (STATI UNITI) (ITALPRESS) - La Convention del Partito Democratico per ufficializzare la candidatura del ticket Harris-Waltz contro quello repubblicano Trump-Vance è iniziata nel segno della libertà e delle donne. Alexandria Ocasio-Cortez e Hillary Clinton hanno attaccato Donald Trump, poi la Convention ha tributato un grande entusiasmo a Joe Biden, il presidente uscente che ha rinunciato alla ricandidatura a favore della sua vice Kamala Harris. xo9/sat/gsl (Video di Stefano Vaccara)
CHICAGO (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Stefano Vaccara intervista il direttore della Voce di New York, Giampaolo Pioli, dopo la prima giornata della Convention dei Democratici, a Chicago. "I Dem ripartono con il rilancio delle donne leader", sottolinea Pioli.xo9/sat/gsl (Video di Stefano Vaccara)
CHICAGO (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Stefano Vaccara intervista il direttore della Voce di New York, Giampaolo Pioli, dopo la prima giornata della Convention dei Democratici, a Chicago. "I Dem ripartono con il rilancio delle donne leader", sottolinea Pioli.xo9/sat/gsl (Video di Stefano Vaccara)
Il punto di Giampiero Gramaglia sulla politica statunitense, tra diplomazia internazionale e corsa alla Casa Bianca.
ANSA - di Claudio Salvalaggio.Servono voci nuove, 'Harris tosta e capace'. 'Finirò il lavoro'.
L'economia cinese resta fragile, perfino il Terzo Plenum appena concluso sembra averlo ammesso, così una settimana dopo la Banca centrale ha deciso a sorpresa di tagliare di 10 punti base, al 3,35%, il Loan prime rate (Lpr) a un anno, tra i tassi preferenziali offerti dalle banche commerciali alla clientela migliore e un riferimento per quelli applicati agli altri prestiti. La mossa include un'analoga limatura al tasso primario sui prestiti a 5 anni al 3,85%, dopo il taglio di 25 punti base di febbraio: si tratta del benchmark dei mutui immobiliari, particolarmente seguito nel mezzo della grave crisi del settore che pesa sull'economia. Con l'obiettivo di stimolare i prestiti e rilanciare la crescita della Cina, la Banca centrale è scesa in cambo ancora con la leva monetaria. Nell'ultimo mese i dati sul Pil del secondo trimestre hanno segnalato una frenata e c è la zavorra della perdita del 25% degli acquisti di nuove case del settore immobiliare. Quest'ultima è tra le questioni più scottanti, a maggio è arrivato agli enti locali l ordine di comprare appartamenti da trasformare in edilizia residenziale per le fasce più povere della popolazione. Quel 5% di case a più a basso prezzo dovrebbe salire almeno al 20-30%, le famiglie devono poter spendere, Pechino ha messo sul piatto 69 milioni di dollari per sostenere questo processo che, tuttavia, non sarà semplice nè rapido da implementare. Il taglio dei tassi serve a rimettere in circolo il sistema. Intanto la Commissione europea imporrà dazi antidumping compresi tra il 12,8% e il 36,4% sul biodiesel importato dalla Cina, che entreranno in vigore ufficialmente il 16 agosto. Lo ha confermato all'ANSA un portavoce dell'esecutivo europeo, dopo che a fine 2023 Bruxelles aveva avviato un'indagine anti-dumping in risposta alla denuncia dei produttori di biodiesel dell'Ue secondo cui le importazioni da Pechino arrivano in Ue con prezzi artificialmente bassi. Terminata l'indagine, Bruxelles ha concluso che è necessario imporre dazi compensativi per proteggere le industrie. Le misure annunciate saranno dunque in vigore tra quattro settimane. Nel documento pubblicato dalla Commissione europea, viene indicata l'intenzione di imporre dazi del 12,8% per il gruppo EcoCeres, del 36,4% per il gruppo Jiaao, del 25,4% per il gruppo Zhuoyue. Altri produttori che hanno collaborato all'indagine saranno soggetti a un dazio del 23,7%, mentre tutte le altre società che non hanno collaborato del 36,4%. Approfondiamo il tema con Giuliano Noci, Professore ordinario in Ingegneria Economico-Gestionale, insegna Strategia & Marketing presso il Politecnico di Milano. Biden si ritira, Kamala Harris favorita per la nominationIl presidente statunitense Joe Biden ha ritirato la sua candidatura per le presidenziali di novembre e ha espresso il suo sostegno alla vice presidente Kamala Harris come candidata. Nella lettera in cui annuncia il ritiro, ha detto che rimarrà in carica fino al termine del proprio mandato a gennaio 2025 e che parlerà alla nazione questa settimana. La decisione è stata presa dopo crescenti pressioni all'interno del partito Democratico, intensificatesi a partire dal deludente dibattito televisivo del 27 giugno contro l'avversario repubblicano Donald Trump. L'ultimo a chiedere il ritiro è stato il senatore della Virginia Occidentale, Joe Manchin, che oggi ha espresso il proprio appoggio a Harris dopo alcune voci che sostenevano che stesse valutando di partecipare alla corsa presidenziale. Biden è il primo presidente in carica dopo Lyndon Johnson nel 1968 a ritirarsi da una possibile rielezione (aveva rinunciato alla rielezione viste le grandi contestazioni causate dalla guerra in Vietnam, i Democratici avevano vissuto una convention molto turbolenta caratterizzata anche da proteste e scontri per le strade, finendo per scegliere il vice Hubert Humphrey che poi avrebbe perso da Richard Nixon) e quello che ha abbandonato più tardi di tutti. Ora la convention del partito Democratico, che si terrà dal 19 al 22 agosto a Chicago, dovrà scegliere chi candidare attraverso i 4.700 eletti durante le primarie. Harris è la favorita e molti dem l'hanno appoggiata, inclusi Hillary e Bill Clinton (Nyt), ma vari importanti membri del partito, tra cui l'ex presidente Barack Obama e l'ex Speaker della Camera Nancy Pelosi, non si sono espressi ancora espressi. Harris, che ha ottenuto il sostegno anche di alcuni dei maggiori donatori democratici e ha raccolto nella notte circa 50 milioni di dollari, ha promesso di unire il partito e il Paese e ha già iniziato a chiamare i delegati per assicurarsi il loro supporto. Ne parliamo con Alessandro Plateroti, nuovo Direttore di NewsMondo.it.
ANSA - di Benedetta Guerrera.Sondaggi horror negli Stati chiave. 'Lascio se lo ordina il medico'.
Nel Paese delle armi e del record di presidenti uccisi, un ragazzo di 20 anni ha sparato al candidato repubblicano Donald Trump. L'attentato avvenuto in Pennsylvania rafforza l'ex presidente, ma mostra anche una grossa falla nella sicurezza. Come cambierà la campagna elettorale alla luce di quanto successo a Bulter? E come reagiranno i Democratici? Ne parlano Mario Calabresi e Marco Bardazzi in questo episodio. Fonti: video "Shots fired at Trump rally" pubblicato sull'account YouTube di Fox News Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Le ultime gaffe di Joe Biden non rassicurano i democratici e non fanno arretrare di un passo lo stesso presidente che ribadisce: "Ho battuto Donald Trump una volta e lo batterò una seconda volta". Ne parliamo con Mario Del Pero, docente di Storia internazionale a Sciences Po.
I risultati del Super Tuesday delineano uno scenario prevedibile. Le primarie anticipano l'ufficializzazione delle candidature dei due protagonisti, Biden per i Democratici e Trump per i Repubblicani. Nikki Haley si ritira dalla corsa presidenziale.
Il primo ministro portoghese è coinvolto in uno scandalo di corruzione e ha annunciato le sue dimissioni. Il 7 novembre negli Stati Uniti si sono svolte una serie di elezioni locali su temi considerati cruciali per l'equilibrio di potere tra democratici e repubblicani. CONGabriele Crescente, editor di ambiente di Internazionale. Alessio Marchionna, editor di Stati Uniti di Internazionale. LINKPortogallo: https://nyti.ms/3u19enfStati Uniti: https://www.nbcnews.com/politics/elections/ohio-voters-enshrine-abortion-rights-state-constitution-fall-roe-v-wad-rcna122077Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/podcastScrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.Direzione creativa di Jonathan Zenti.
Una vittoria per il diritto all'aborto (e per i Democratici) in USA. Israele e Stati Uniti non sono d'accordo sul futuro della Striscia di Gaza Sostieni il lavoro di Will iscrivendoti alla membership. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices