Italian poet
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Paolo Maccari"Ballata di Memmo e del biondo"Elliot Edizioniwww.elliotedizioni.comUn pomeriggio di primavera, assistiamo a un misterioso incontro tra due uomini. Il primo, Memmo, è un anziano che ha avuto una vita ricca e un ruolo centrale nella storia della sua città. Dai suoi ricordi ne ricostruiamo la giovinezza, gli amori, gli errori, i rimpianti, in particolare la nostalgia per un tradimento e la perdita di una grande amicizia. Dell'altro, detto il Biondo, sappiamo poco e niente, se non che – pur avendo un'età matura – non ha mai raggiunto davvero una maturità. Ma chi è davvero costui e perché è così interessato al racconto di qualcuno con cui sembra non avere alcun legame? E sarà tutto vero ciò che dice Memmo? La verità di uno non è mai uguale a quella di un altro e spesso si complica al punto da non poter più avere una sola dimensione, lasciandoci con l'unica certezza di non poterla mai conoscere davvero. Paolo Maccari, tra i più stimati poeti della scena contemporanea, seleziona con cura le parole e le accosta con maestria, coinvolgendo in profondità il lettore in un abile crescendo narrativo.Paolo Maccari, (Colle Val d'Elsa, 1975) vive e lavora a Firenze. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Ospiti (Manni, 2000, con prefazione di Luigi Baldacci, Premio Bagutta-Opera prima), Fuoco amico (Passigli, 2009), Contromosse (Con-fine, 2013), Fermate (Elliot, 2017). Suoi testi sono presenti in diverse antologie italiane e straniere. Ha introdotto e curato opere di scrittori italiani otto-novecenteschi (tra l'altro, ha collaborato con Adele Dei nella cura del Meridiano dedicato alle Opere di Clemente Rebora) ed è autore di una monografia su Bartolo Cattafi, Spalle al muro (SEF, 2003) e di un volume su Dino Campana, Il poeta sotto esame (Passigli, 2012). Dirige con Valerio Nardoni le collane di poesia dell'editore Valigie Rosse.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Dalla letteratura americana alla letteratura della Svizzera italiana, questa puntata di Alice viaggia tra i luoghi, le storie, il tempo e i personaggi. A partire da Pat Hobby, sceneggiatore di Hollywood sulla soglia dei cinquant'anni, squattrinato e dal bicchiere facile, nato dalla penna del grande Francis Scott Fitzgerald. Pagine divertenti si alternano a pagine tristi, malinconiche e tragicomiche raccontandoci il declino di una giovinezza un tempo sfavillante e promettente, ora invece avviata verso l'oblio. A raccontarci de Le disavventure di Pat Hobby (Mondadori) nell'America della prima metà del Novecento sarà il traduttore Marco Rossari. Con Renato Martinoni, invece, scrittore e Professore emerito di Letteratura italiana all'Università di San Gallo, ascolteremo la storia di un poeta e della sua follia. Si tratta Dino Campana l'autore dei Canti Orfici, soprannominato il matto, il folle, lo strambo, il vagabondo, l'uomo dei boschi per le sue stranezze e la sua malattia. In Ricordi di suoni e di luci (Manni) Martinoni non solo mette in luce l'estro e la grandezza poetica di Campana ma anche la sua grande umanità e dignità. Chiuderemo in bellezza la nostra puntata di Alice con Giuseppe e Concetta, i nonni di Fabio Andina, la cui storia trasformata nel romanzo Sedici mesi (Rubbettino) è valsa allo scrittore ticinese il Premio svizzero di letteratura 2025.undefinedundefinedundefined
Renato Martinoni"Ricordi di suoni e di luci"Storia di un poeta e della sua folliaManni Editoriwww.mannieditori.itLa giovane donna non toglie il velo che le copre il volto neanche quando rimane sola. Fissa con un sorriso amaro e misterioso la rozza lapide grigia, piccola e modesta, solcata da due crepe profonde. Si china per mettere da parte, in un angolo, la corona verde di alloro con il nastro tricolore. Poi legge, con la sua bella voce, le parole scolpite sulla lastra: «Dino Campana | poeta | 1885-1932». «Dino Campana», sussurra commossa. «Poeta». «Poeta vero», aggiunge. «Nato nel 1885». «Morto nel 1932». Rimane ferma, a lungo, la fata nera, in silenzio, fissando la pietra che sotto la forza dei suoi occhi si tinge di rosa. Come le vette delle montagne, al tramonto, in un quadro di Segantini. Poi esce e si incammina sulla carraia frustata da un vento gelido e rabbioso. Senza scoprire il viso. Senza voltarsi indietro.Lo strambo, il vagabondo, il matto di cui si narra in questo romanzo è Dino Campana, uno dei più grandi poeti del Novecento italiano. Nato nel 1885 e morto in manicomio nel 1932, dopo quattordici anni di reclusione, il protagonista di questa vicenda, in cui storia e invenzione corrono parallele, a volte dialogando, altre mescolandosi, altre ancora incrociandosi per poi seguire strade diverse, è celebre per i suoi vagabondaggi, spesso conclusi con il carcere o il ricovero in una clinica psichiatrica, per una infuocata avventura d'amore con la scrittrice Sibilla Aleramo e soprattutto per la sua passione incondizionata per la poesia. È una lettura fulminante a cambiargli la vita. È la fine di un sogno, quello di poter essere ancora poeta, a trasformarla per sempre nella follia.Renato MartinoniÈ nato nel 1952 e vive a Minusio, in Svizzera. Professore emerito di Letteratura italiana all'Università di San Gallo, per alcuni anni ha insegnato anche Letteratura comparata a Ca' Foscari a Venezia. Studioso e filologo, ha pubblicato edizioni critiche e volumi dedicati in particolare al Settecento e al Novecento, con incursioni nella pittura barocca e nella scrittura di viaggio. Ha curato un'edizione dei Canti Orfici di Dino Campana (Einaudi, 2003), cui è seguito Orfeo barbaro. Cultura e mito in Dino Campana (Marsilio, 2017). Il suo ultimo libro di narrativa è La campana di Marbach. Antonio Ligabue. Romanzo dell'artista da giovane (Guanda, 2020).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Bandabardò in questo testo cita un verso bellissimo di Dino Campana tratto da una poesia che abbiamo già letto su Poeticherìe, ma che è sempre un piacere rileggere, perché in realtà le poesie lette in momenti differenti trovano sempre il modo di raccontarci qualcosa di nuovo.Vi CONSIGLIAMO:La Pasticca Blu - Paolo Maria Cristalli è protagonista del video della band lancianese Management, ‘La pasticca blu', nel quale ci sono frasi e descrizioni del poeta e si nota anche il suo modo di vivere e la tristezza del volto che lo ha caratterizzato. Alla fine del video interviene egli stesso con una poesia;Un viaggio chiamato amore - un film del 2002 diretto da Michele Placido in cui si racconta la tormentata storia d'amore tra la scrittrice Sibilla Aleramo e il poeta Dino Campana;Le ultime lettere di Jacopo Ortis - Ugo Foscolo primo romanzo epistolare della letteratura italiana che il critico letterario Francesco de Sanctis salutò così: “Comparve Jacopo Ortis. Era il primo grido del disinganno, uscito dal fondo della laguna veneta, come funebre preludio di più vasta tragedia”.
S10P7 - Sibilla Aleramo e Dino Campana, in un momento sono sfiorite le rosePLAYLIST POETICA DI SIBILLA ALERAMO E DINO CAMPANASibilla Aleramo - Chiudo il tuo libroChiudo il tuo libro,snodo le mie trecce,o cuor selvaggio,musico cuore…con la tua vita interasei nei miei canticome un addio a me.Smarrivamo gli occhi negli stessi cieli,meravigliati e violenti con stesso ritmo andavamo,liberi singhiozzando, senza mai vederci,né mai saperci, con notturni occhi.Or nei tuoi cantila tua vita interaè come un addio a me.Cuor selvaggio,musico cuore,chiudo il tuo libro,le mie trecce snodoDino Campana - La NotteRicordo una vecchia città, rossa di mura e turrita, arsa su la pianura sterminata nell'Agosto torrido, con il lontano refrigerio di colline verdi e molli sullo sfondo. Archi enormemente vuoti di ponti sul fiume impaludato in magre stagnazioni plumbee: sagome nere di zingari mobili e silenziose sulla riva: tra il barbaglio lontano di un canneto lontane forme ignude di adolescenti e il profilo e la barba giudaica di un vecchio: e a un tratto dal mezzo dell'acqua morta le zingare e un canto, da la palude afona una nenia primordiale monotona e irritante: e del tempo fu sospeso il corso.Sibilla Aleramo - Le mie maniLe mie mani,ricordando che tu le trovasti belle,io accorata le bacio,mani, tu dicesti,a scrivere condannate crudelmente,mani fatte per più dolci opere,per carezze lunghe,dicesti, e fra le tue le tenevileggere tremanti,or ricordando telontanoche le mani soltanto mi baciasti,io la mia bocca piano accarezzo(versi tratti dalla raccolta ‘Poesie‘, Mondadori, 1929)Dino Campana - In un momentoIn un momentoSono sfiorite le roseI petali cadutiPerché io non potevo dimenticare le roseLe cercavamo insiemeAbbiamo trovato delle roseErano le sue rose erano le mie roseQuesto viaggio chiamavamo amoreCol nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le roseChe brillavano un momento al sole del mattinoLe abbiamo sfiorite sotto il sole tra i roviLe rose che non erano le nostre roseLe mie rose le sue rosePLAYLIST MUSICALE >> https://open.spotify.com/playlist/0uSfMZvRDMw5vG9YAoxYJu?si=5TumXDRhRqWdpUOx60HynA&pi=e-TaCn7ws3QM-_.Depeche Mode - Freelove (Flood remix).Vok - Something Bad .Tame Impala - Borderline (Blood Orange remix) .Lindstrom, Christabelle - Lovesick (Four Tet remix)— Dino Campana - La Notte.Kuranes, Alsogood - You're The Moon.Polimnia - Arrivederci…Ancora—Sibilla Aleramo - Le Mani.Polimnia - Me-Mo.Whitemary - Sentimenti Echonomy.Digitalism - Stuck?.Tadleeh - Virgo? — Dino Campana - In un momento .Chalanga - Beleza.Populous - Berlinese Dubplate.Demonology HiFi ft. Birthh - Line.Jamie XX - Kill Dem
Dino Campana - Il poeta dei Canti Orfici
Hechos con Palabras - Dino Campana by Radiotelevisión de Veracruz
20. srpna 1885 se narodil italský básník Dino Campana. Básně jsou z výboru Šílený Orfeus, vydala Mladá fronta v roce 1968, přeložil Jan Vladislav. Podcast "Báseň na každý den" poslouchejte na Anchor, Spotify, Apple, Google, YouRadio, České Podcasty nebo Audiolibrix. Domovská stránka podcastu je na https://www.poetickyklub.cz. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/basennakazdyden/message
Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
Salivano voci e voci e canti di fanciulli e di lussuria per i ritorti vichi dentro dell'ombra ardente, al colle al colle. A l'ombra dei lampioni verdi le bianche colossali prostitute sognavano sogni vaghi nella luce bizzarra al vento. Il mare nel vento mesceva il suo sale che il vento mesceva e levava nell'odor lussurioso dei vichi, e la bianca notte mediterranea scherzava colle enormi forme delle femmine tra i tentativi bizzarri della fiamma di svellersi dal cavo dei lampioni. [...]
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Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
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Crepuscolo mediterraneo perpetuato di voci che nella sera si esaltano, di lampade che si accendono, chi t'inscenò nel cielo più vasta più ardente del sole, notturna estate mediterranea? Chi può dirsi felice, che non vide le tue piazze felici, i vichi dove ancora in alto, battaglia glorioso il lungo giorno, in fantasmi d'oro, nel mentre a l'ombra dei lampioni verdi, nell'arabesco di marmo, un mito si cova, che torce le braccia di marmo, verso i tuoi dorati fantasmi, notturna estate mediterranea? [...]
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Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
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O il tuo corpo! il tuo profumo mi velava gli occhi: io non vedevo il tuo corpo (un dolce e acuto profumo): là nel grande specchio ignudo, nel grande specchio ignudo velato dai fumi di viola, in alto baciato di una stella di luce era il bello, il bello e dolce dono di un dio: e le timide mammelle erano gonfie di luce, e le stelle erano assenti, e non un Dio, era nella sera d'amore di viola: [...]
O il tuo corpo! il tuo profumo mi velava gli occhi: io non vedevo il tuo corpo (un dolce e acuto profumo): là nel grande specchio ignudo, nel grande specchio ignudo velato dai fumi di viola, in alto baciato di una stella di luce era il bello, il bello e dolce dono di un dio: e le timide mammelle erano gonfie di luce, e le stelle erano assenti, e non un Dio, era nella sera d'amore di viola: [...]
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Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
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In un momento Sono sfiorite le rose I petali caduti Perché io non potevo dimenticare le rose Le cercavamo insieme Abbiamo trovato delle rose Erano le sue rose erano le mie rose Questo viaggio chiamavamo amore Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose Che brillavano un momento al sole del mattino Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi Le rose che non erano le nostre rose Le mie rose le sue rose P.S. E così dimenticammo le rose.
Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
In un momento Sono sfiorite le rose I petali caduti Perché io non potevo dimenticare le rose Le cercavamo insieme Abbiamo trovato delle rose Erano le sue rose erano le mie rose Questo viaggio chiamavamo amore Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose Che brillavano un momento al sole del mattino Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi Le rose che non erano le nostre rose Le mie rose le sue rose P.S. E così dimenticammo le rose.
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Messa in voce di Gaetano Marino. Musiche tratte da Ghost Systems. Composed and performed by Simon Balestrazzi. Samples, field recordings, analogue and digital processing. AZHOT. 2016 le poesie: Barche amorrate, La chimera, Giardino autunnale, La speranza, L'invetriata, Il canto della tenebra, La sera di fiera, La petite promenade du poète, O poesia poesia poesia, Tre giovani fiorentine camminano, Batte botte
Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
Messa in voce di Gaetano Marino. Musiche tratte da Ghost Systems. Composed and performed by Simon Balestrazzi. Samples, field recordings, analogue and digital processing. AZHOT. 2016 le poesie: Barche amorrate, La chimera, Giardino autunnale, La speranza, L'invetriata, Il canto della tenebra, La sera di fiera, La petite promenade du poète, O poesia poesia poesia, Tre giovani fiorentine camminano, Batte botte
Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
Messa in voce di Gaetano Marino. Musiche tratte da Ghost Systems. Composed and performed by Simon Balestrazzi. Samples, field recordings, analogue and digital processing. AZHOT. 2016 le poesie: Barche amorrate, La chimera, Giardino autunnale, La speranza, L'invetriata, Il canto della tenebra, La sera di fiera, La petite promenade du poète, O poesia poesia poesia, Tre giovani fiorentine camminano, Batte botte
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1968 200.000 soldati del Patto di Varsavia e 5.000 carri armati, invadono la Cecoslovacchia per porre fine alla Primavera di Praga - 1885 Nasce il poeta Dino Campana
con Silvia Siravo e Simone Migliorini che ne cura anche la regia; le musiche sono di David Dainelli e con la partecipazione de I Madaus con il loro brano inedito Ti lascio un bacio, interpretato da Aurora Pacchi. La produzione di Amour de Loin è del Festival Internazionale Teatro Romano di Volterra. In Amour de Loin, Alma Daddario costruisce, su una trama alquanto insolita e suggestiva, la storia di Valerio e Francesca, docenti universitari impegnati nella raccolta di epistolari storici a tema amoroso. E' il più classico degli argomenti ed è inquadrato in una originalissima prospettiva letteraria che abbraccia passato e presente, collocata nello scenario più attuale, ovvero quello oscurato dalle difficoltà e dalle nuove problematiche insorte a seguito della pandemia da Covid-19 e del lockdown.Un tessuto che si intreccia con le passioni di grandi personaggi della storia, avvolge i protagonisti imprigionati in una contemporaneità che è alla ricerca, impreparata ed annichilita, del futuro attraverso una porta socchiusa. Valerio e Francesca, nella avvincente interpretazione di Silvia Siravo e Simone Migliorini, trasportano idealmente il pubblico in una dimensione che pare sospesa nel tempo, di grande fascino, in cui i due amanti costretti ad una lontananza forzata, vivono e sono testimoni di amori celebri del passato, ancora straordinariamente vivi e si confrontano su una raccolta di lettere d'amore tra le più belle mai scritte.Tra gli autori dei carteggi vi sono Ovidio, Marcel Proust, Cyrano de Bergerac, Dino Campana, Rainer Maria Rilke, Francis Scott Fitzgerald, Ludwig van Behetoven, Jean Jacques Rousseau, Napoleone Bonaparte, Gustav Jung, Madame de Staël, Aphra Behn, Emily Dickinson, Sabina Spielrein, Marina Cvetaeva e Sibilla Aleramo. “Le lettere – spiega Alma Daddario - sono un'arma efficace per manifestare una gioia, per esternare un'emozione rendendo partecipi gli altri, per riempire il vuoto di una lontananza fisica. Hanno un respiro ampio e parlano al cuore e alla mente con modalità diverse dai messaggi veicolati dai cellulari; modalità che le rendono immortali. Si scrivono per se stessi, senza cercare fama o approvazione. Si scrivono per dare dimora alle passioni ma anche alle debolezze, per comunicare… l'incomunicabile. In poesia o in letteratura, finzione o storia, la lettera d'amore è lo specchio dell'anima di chi la scrive. E' l'erede moderna dell''amor di lontano”, cantato dai trovatori, che esprimeva nostalgia, desiderio, illusione. L'Amour de Loin, l'amore impossibile, che poteva essere vissuto solo in modo virtuale attraverso i versi, così come attraverso le missive. Una lettera è in grado di superare spazio e tempo… racconta i momenti in cui gli esseri umani sono più veri, dubbiosi o fragili, appassionati o disperati, ingenui o cinici. Poeti, filosofi, scrittori, musicisti e comuni mortali, donne e uomini, attraverso le lettere, ci hanno lasciato una traccia di immortalità. Personaggi immaginari o storici, mitologici o reali, rappresentano la continuità delle nostre speranze, dei nostri sogni, delle aspettative dell'uomo davanti a un sentimento inspiegabile che crea gioia, dolore, desiderio, sconcerto. L'amore è tutto – affermava Emily Dickinson – e questo è tutto ciò che sappiamo dell'amore”.
Sulla prima pagina del primo numero della Gazzetta dello Sport, il 3 aprile 1896, c'erano soltanto notizie di ciclismo. Ed è lo stesso giornale, tredici anni dopo, a organizzare la prima edizione del Giro d'Italia, che parte il 13 maggio 1909 in piena notte da piazzale Loreto a Milano. In quel primo decennio del secolo, in Italia, il ciclismo è certamente lo sport nazionale. Quella prima edizione del Giro d'Italia toccò Bologna, Chieti, Napoli, Roma, Firenze, Genova e Torino. Ma in Italia, anche nei più piccoli borghi, le corse ciclistiche occupavano tutti i periodi dell'anno. Per gareggiare bastavano una bicicletta, tanta forza nelle gambe e spirito competitivo. Sul traguardo, un intero paese in festa attendeva con entusiasmo l'arrivo del vincitore. E in mezzo a loro, qualcuno sentiva vibrare le corde della poesia. All'inizio del 1909, Dino Campana ha 23 anni ed è da poco rientrato dal suo leggendario viaggio in Argentina. Torna nel suo paese natale, Marradi, nel cuore della Romagna toscana. Ma viene presto sopraffatto dallo shock del ritorno nel suo piccolo borgo, avendo negli occhi ancora la vastità delle pampas, e la libertà di un viaggio in perfetta solitudine. L'8 aprile di quell'anno dà in escandescenze per le strade di Marradi: i carabinieri lo fermano, lo portano in caserma e redigono un verbale di arresto nei confronti di - è scritto davvero così - “il matto furioso Campana Dino”. Il giorno dopo, il sindaco del paese ne ordina il ricovero a Firenze, in manicomio, per qualche settimana. Seguono mesi di viaggi, di fughe improvvise e di continui ritorni. Campana è però probabilmente in paese il giorno dell'arrivo di una corsa ciclistica, la Firenze-Marradi, 90 kilometri dal Ponte Rosso di Firenze attraverso i colli del Mugello. La corsa è organizzata dal Ciclo Club Appenninico, una delle prime società ciclistiche di quel territorio, fondata da un droghiere di Borgo San Lorenzo. Ed è forse ispirandosi a questa corsa che Campana scrive i suoi primi versi su un gruppo di ciclisti in gara. I loro corpi atletici, la loro velocità, il pubblico che li festeggia sono avvolti in un vortice di immagini, con una forte tensione espressionistica. Non è “vertiginoso” soltanto il silenzio. Tutta questa poesia è una vertigine. Fin dal primo verso il corridore si lancia in fuga, lungo una discesa. Adesso può volare giù, verso il traguardo: la ricerca del successo gli rende il “cuore insaziato”. È uscito dal “turbine” del gruppo di corridori, e ancora nell'ultimo verso resterà in fuga, rincorso da una “turba” di ciclisti che si muove in lunga fila. Il fuggitivo corre concentrato, e nella sua testa c'è spazio solo per un “vertiginoso silenzio”. Ma tutto intorno una gran folla di gente, sotto le rupi della montagna, gli urla il suo sostegno in un'”onda di grido fremente”. Il ciclista è fisicamente ben dotato, ha un'eccitazione baldanzosa, “gagliarda d'ebbrezze”; eppure si scorge, ben nascosta, la paura della sconfitta, un'inquietudine evocata dalla “rocciosa catastrofe ardente” e dalla ripetizione del termine “turba”. In questi versi c'è tutto lo spirito travolgente dei pionieri del ciclismo di quegli anni; ma c'è anche quel nucleo di velocità, audacia e sacrificio che ancora oggi si conserva - nonostante tutto - nelle gare in bicicletta. Quella corsa ciclistica Firenze-Marradi dell'estate del 1909, a cui Campana si era forse ispirato per i suoi versi, era stata vinta da Domenico Vanni. Ma Vanni non ha legato il suo nome soltanto a quella gara ciclistica. A 32 anni diventa il primo socialista a essere eletto nel consiglio provinciale di Firenze, e per questo viene aggredito dai fascisti. Va in esilio a Parigi, ma durante la guerra torna a Marradi e diventa un partigiano attivo nel Mugello. Vanni fu un “sovversivo per la libertà”, come è stato definito nella sua biografia. Sovversivo come fu, in un modo tutto suo, anche il suo concittadino più illustre, Dino Campana.
In questa puntata numero 9 del programma Altrobinario speciale poesia,approfittando della presenza di Giovanni Varrasi, nella sua doppia veste di medico psichiatra e di poeta (nonché di curatore della rubrica) vogliamo prendere in esame una poetessa del '900, Alda Merini e un poeta, Dino Campana che hanno un filo rosso comune: la poesia, il meccanismo della follia e l'esperienza dell'internamento in manicomio. Come si vedrà con due esiti differenti. Come nelle puntate precedenti, Claudio Coppini svolgerà il ruolo del conduttore e Roberto Vacca presterà la sua voce alla lettura delle poesie. Alda Merini, breve nota biografica. Alda Merini nasce a Milano nel 1931. Vi muore nel 2009. Vive l’infanzia durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Nel 1947, a sedici anni, ha le sue prime crisi psichiatriche, che chiama “ le prime ombre che riempiono la sua mente”. Viene ricoverata in Psichiatria più volte. Da giovane donna vive molti amori e scrive varie raccolte di poesie, che vengono pubblicate. Ha una figlia. Dal 1969 al 1972 subisce un lungo internamento all’ospedale psichiatrico di Milano. Dal 1979 si ristabilisce in pieno. Continua a vivere e a scrivere poesie, che hanno grande risalto e successo letterario. La sua figura diventa un simbolo della lotta tra il bisogno d’amore e le ombre della follia. Di lei abbiamo scelto la poesia “ Ho bisogno di sentimenti” Io non ho bisogno di denaro. Ho bisogno di sentimenti di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze di sogni che abitino gli alberi di canzoni che facciano danzare le statue di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole che risveglia le emozioni e dà colori nuovi. La mia poesia è alacre come il fuoco trascorre tra le mie dita come un rosario ...................... sono il prato che canta e non trova le parole sono la paglia arida sopra cui batte il suono sono la ninnananna che fa piangere i figli sono la vanagloria che si lascia cadere il manto di metallo di una lunga preghiera del passato cordoglio che non vede la luce. ******** Dino Campana, breve nota biografica. Dino Campana nasce a Marradi, sull’Appennino tra Toscana e Romagna, nel 1885. Muore a Scandicci, nel manicomio di Castelpulci, nel 1932. Il poeta espresse il suo “male oscuro”, che gli psichiatri chiamano schizofrenia, con il bisogno di una vita errabonda: fughe in paesi stranieri, viaggi lontani o nei boschi dell’Appennino, dove trascorreva giornate intere da solo. Ma la sua vita è anche studi, speranze, sacrifici. Nella sua esistenza dolente e confusa , affiorano due isole: le sue poesie( i Canti orfici) e l’amore per Sibilla Aleramo. Nel caso delle sue poesie, dopo essere andato a piedi attraverso i boschi da Marradi a Firenze, consegnò il suo manoscritto nelle mani di Giovanni Papini e Ardengo Soffici. I due letterati glielo persero (!), tanto che dovette riscriverlo per intero. Per quanto riguarda l’amore, Sibilla Aleramo, vogliosa di un’ennesima esperienza, di un ennesimo amante nel mondo letterario, lo sedusse e poi lo abbandonò. L’amore durò una sola estate. Il primo ricovero in manicomio di Dino Campana avvenne a Imola: aveva 20 anni, poi a 23 fu ricoverato per un breve periodo a San Salvi, manicomio di Firenze. Nel 1918 fu ricoverato definitivamente a Castelpulci, aveva 33 anni. Vi morì nel 1932. Di Dino Campana abbiamo scelto la poesia dedicata a Sibilla Aleramo. In un momento In un momento sono sfiorite le rose, i petali caduti perché io non potevo dimenticare le rose erano le sue rose erano le mie rose. Questo viaggio chiamammo amore. Col nostro sangue e con le nostre lagrime facevamo le rose che brillavano un momento al sole del mattino. Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi le rose che non erano le nostre rose le mie le tue rose. P.S. E cosi dimenticammo le rose. ( per Sibilla Aleramo) ********************************* Giovanni Varrasi( dalla raccolta “ Parentesi graffa”) Vorrei Vorrei svegliarmi in campagna mentre suonano le campane, domenica è sempre domenica, il profumo delle lenzuola di lino, la loro consistenza sul mio viso. Vorrei una famiglia, tutti insieme, nonni, nipoti, zie bizzarre, amici contadini, filosofi, genitori che sanno, una grande casa luminosa, frutta colorata e succosa, tutti intelligenti che anche l’intelligenza te la mangi a colazione. Vorrei pregare Dio, la manina di Miriam tra le mie. E poi un cielo stellato, profondità che parlano. Fermentino fresco da bere su una terrazza. La notte sogni disperati, anche il dolore deve avere il suo spazio. ******************************** Claudio Coppini dalla sua pagina sul sito scrivere.info Le anime degli amanti Gli amanti separati, posti agli arresti domiciliari nelle loro stanze vuote solitarie, meditano sull’assoluto divieto d’incontrarsi ancora. Eppure sul far della sera la mano di lui prende su i pensieri di lei e i pensieri di lei cercano la mano di lui. Immuni da regole divieti, le anime s’abbracciano nella notte. E all’alba, zittezitte sgusciano via lasciando il buon profumo di sé tra le pieghe dei lenzuoli. Nella prossima e ultima puntata leggeremo sei poesie, fuori da riferimenti temporali, quelle che ci piacciono di più, che ci hanno commosso, che sono rimaste indelebili nella memoria. Tre saranno scelte dai curatori della rubrica (una ciascuno). Le altre tre dagli ascoltatori. Le poesie scelte,verranno semplicemente lette citando l'autore. L'articolo Altrobinario speciale poesia: Alda Merini e Dino Campana, la poesia e il manicomio proviene da Radio Voce della Speranza.
Ruska Jorjoliani"Tre vivi, tre morti"Voland Edizionihttps://www.voland.it/Un romanzo familiare dalle venature noir, dove quella nascosta sotto il tappeto è polvere da sparo, dove tenersi stretta un'esistenza banale si rivela meno semplice che premere il grilletto. E dove storie e passati si intrecciano. Firenze, fine anni '50. Modesto e Aurora sono sposati, fanno gli insegnanti, hanno entrambi l'amante. Si sono conosciuti in un giorno storico, quando Aurora assieme a molte altre italiane ha espresso il suo voto per la prima volta. Ora condividono una quotidianità fatta di cinema del lunedì, battute al vetriolo e perdite d'equilibrio. Finché una lettera non turba la loro placida routine: qualcuno sa di un “fattaccio” che riguarda Modesto, e che lui pensava sepolto nel passato... Fra Russia e Abruzzo, primi anni '40. Guerino è un giovane soldato, ha un padre vedovo e infiacchito, uno zio spavaldo e fascista. Scampato all'assideramento nella steppa, al rientro in patria si unisce alle milizie repubblichine. Con gli alleati ormai alle porte di Roma, sembra finire per sempre dalla parte sbagliata della Storia…Ruska JorjolianiNata nel 1985 a Mestia, in Georgia, dal 2007 vive stabilmente a Palermo. Inizia a scrivere dieci anni fa, in italiano. Nel 2009 vince il premio MondelloGiovani SMS Poesia con un componimento dedicato a Dino Campana. Nel 2015 esordisce con La tua presenza è come una città (Corrimano Edizioni), di cui nel luglio 2018 è uscita la traduzione tedesca. Tre vivi, tre morti è il suo secondo romanzo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
"Vita oscura e luminosa di Dino Campana, Poeta"Gianni TurchettaBompiani Editorewww.bompiani.itL'autore di Canti orfici raccontato tra tormenti e grande ricerca della verità.La parabola tormentata di Dino Campana, le luci e le ombre della vita breve e intensa di un aedo speciale raccontata con una scrittura rigorosa che non vuole rinunciare alla poesia della narrazione. Dino Campana si muove tra incomprensioni familiari, rapporti difficili con l'ambiente circostante, antagonismi veri e propri con la società letteraria del tempo e le autorità di pubblica sicurezza. Intanto, mentre viaggia in continuazione, sperimentando ogni sorta di mestieri, cerca il senso del mondo e di se stesso nella poesia: quella che legge, a cominciare dall'amatissimo Walt Whitman, e quella che scrive, affidando la giustificazione della propria vita alle potenti visioni e alla straordinaria musicalità dei Canti Orfici. Gianni Turchetta ci porta per mano alla scoperta di una figura-chiave per capire la poesia italiana del Novecento, e di un uomo di sensibilità profonda e ondivaga, che lo ha portato, tra peregrinazioni fuori e dentro di sé, alla solitudine e alla pazzia, ma soprattutto a lasciarci un capolavoro che non smette di parlarci e di emozionarci.GIANNI TURCHETTA (Salerno, 1958) insegna Letteratura italiana contemporanea all'Università di Milano. Ha pubblicato Gabriele d'Annunzio (1990), La coazione al sublime (1993), Il punto di vista (1999), Critica, letteratura e società (2003), “E questa storia che m'intestardo a scrivere”. Vincenzo Consolo e il dovere della scrittura (2019). Ha curato L'opera completa di Consolo (2015) e tradotto La schiuma dei giorni (1992) e Lo strappacuore (1993) di Boris Vian.Il canto della tenebraLa luce del crepuscolo si attenua:inquieti spiriti sia dolce la tenebraAl cuore che non ama più!Sorgenti sorgenti abbiam da ascoltare,Sorgenti, sorgenti che sannoSorgenti che sanno che spiriti stannoChe spiriti stanno a ascoltare...Ascolta: la luce del crepuscolo attenuaEd agli inquieti spiriti è dolce la tenebra:Ascolta: ti ha vinto la Sorte:Ma per i cuori leggeri un'altra vita è alle porte:Non c'è di dolcezza che possa uguagliare la Morte.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it
Non so se tra roccie il tuo pallido Viso m'apparve, o sorriso Di lontananze ignote Fosti, la china eburnea Fronte fulgente o giovine Suora de la Gioconda: O delle primavere Spente, per i tuoi mitici pallori O Regina o Regina adolescente: Ma per il tuo ignoto poema Di voluttà e di dolore Musica fanciulla esangue, Segnato di linea di sangue Nel cerchio delle labbra sinuose, Regina de la melodia: Ma per il vergine capo Reclino, io poeta notturno Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo, Io per il tuo dolce mistero Io per il tuo divenir taciturno. Non so se la fiamma pallida Fu dei capelli il vivente Segno del suo pallore, Non so se fu un dolce vapore, Dolce sul mio dolore, Sorriso di un volto notturno: Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti E l'immobilità dei firmamenti E i gonfii rivi che vanno piangenti E l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.
"Dalla breccia dei bastioni rossi corrosi dalla nebbia si aprono silenziosamente le lunghe vie. Il malvagio vapore della nebbia intristisce tra i palazzi velando la cima delle torri, le lunghe vie silenziose e deserte come dopo il saccheggio". Dino Campana, La giornata di un Nevrastenico, Canti Orfici Occorreva questo sfondo a Galvani per scoprire, operando su una rana, il legame indissolubile tra vita ed elettricità, aprendo la via agli studi sui segnali nervosi. Studi che il nipote, Giovanni Aldini, trasferì agli esseri umani. "Il 17 gennaio 1803 il pubblico di Aldini si riunì. Il corpo di George Fosters fu portato in sala da mister Pass e fu sdraiato su una barella nel mezzo della pila galvanica caricata al massimo. Aldini piazzò gli elettrodi sulle tempie del cadavere e aggiustò la corrente. Le dita del morto si mossero e gli occhi si spalancarono rivelando due pupille immobili. Da vero showman Aldini procedette alla seconda fase del suo esperimento. Un elettrodo fu attaccato alla tempia di Fosters e un altro nel suo ano e l'elettricità fu aumentata. Il corpo fece un balzo, la schiena si inarcò e la faccia si raggrinzì in una smorfia orribile. La scena era spettrale, la sala era illuminata solo da candelabri e lampade ad olio e gli spettatori temettero che la cosa si sarebbe alzata e avrebbe camminato verso di loro. Aldini aumentò ancora la corrente e il petto dell'uomo si gonfiò come se stesse respirando: era il momento cruciale e l'emozione salì alle stelle". Bob Curran, Frankestein and other man-made monsters ©Elleboro editore - Lorenzo Notte
Bologna è da sempre la città dei portici: non esiste al mondo un'altra città che abbia 36 chilometri di arcate (che diventano 53 se si contano i portici fuori porta), candidate a diventare Patrimonio dell'Unesco. Amati e odiati dagli scrittori, perché offrono riparo dalle intemperie ma impediscono il calore del sole, i portici di Bologna sono ‘cosce' materne per Guccini, braccia operaie per Samuele Bersani, incubi per Dino Campana e per certi commercianti sfortunati… "Bologna è l'unica città dove il commercio degli ombrelli vive in uno stato di perpetua crisi, e questo perché uno può girare tutto il centro della città senza uscire mai dal portico. Sidney Clark, All the best in Italy". Tanti portici, tanti primati. Il più largo è quello dei Servi, in Strada Maggiore. Il più lungo, 3976 metri, porta alla basilica di San Luca ed è il più lungo non solo di Bologna ma del mondo. Il più stretto, con i suoi 95 centimetri è proprio questo, di via Senzanome. Perché questa via si chiama (anzi: non si chiama) così? Non si sa con esattezza ma considerato che fino al 1877 si chiamava Via Sozzonome il miglioramento è evidente… ©Elleboro editore - Lorenzo Notte
Roma, Scandicci
Firenze, Bologna, Belgio, Marradi
Campagne toscane, Genova, Montevideo, l'Atlantico
Firenze, Costantinopoli, Basilea, Cardiff, Imola, Marradi
Marradi, Faenza, Torino, La Verna, il Casentino, il Monte Falterona
qualche poesia di Dino Campana, dette da Gaetano Marino
qualche poesia di Dino Campana, dette da Gaetano Marino
Esta semana en Con Propiedad Intelectual con Danyel Cantú tenemos la música de REM y la poesÃa de Dino Campana el único poeta maldito de origen italiano.La cerveza es de Monterrey, de CervecerÃa Fausto y su nombre es Shooting Hops American Pale Ale. La botana es una delicia de Nachos de Papa con pastor y aguacate. No te la pierdas.Visitaremos el hermoso municipio de Montemorelos y platicaremos un poco de lo cultural y de lo turÃstico. A razón de las vacaciones de semana santa el enfoque de la Sobremesa será una serie de consejos para disfrutar estos dÃas libres sin consecuencias lamentables. Para “Con Propiedad Escalofriante†tenemos una leyenda Yucateca llamada Sombras del Mal relacionada con brujos de aquel rumbo y el propio Diablo.
Esta semana en Con Propiedad Intelectual con Danyel Cantú tenemos la música de REM y la poesÃa de Dino Campana el único poeta maldito de origen italiano.La cerveza es de Monterrey, de CervecerÃa Fausto y su nombre es Shooting Hops American Pale Ale. La botana es una delicia de Nachos de Papa con pastor y aguacate. No te la pierdas.Visitaremos el hermoso municipio de Montemorelos y platicaremos un poco de lo cultural y de lo turÃstico. A razón de las vacaciones de semana santa el enfoque de la Sobremesa será una serie de consejos para disfrutar estos dÃas libres sin consecuencias lamentables. Para “Con Propiedad Escalofriante†tenemos una leyenda Yucateca llamada Sombras del Mal relacionada con brujos de aquel rumbo y el propio Diablo.
Recital messa in voce di alcuni componimenti del poeta Dino Campana. Poesia e dintorni. Si comincia con “il crepuscolo mediterraneo” di un’estate notturna e ardente. Ci sarà spazio pure per la fine dei Canti Orfici “Fuori è la notte chiomata di muti canti, pallido amor degli erranti”, dove la notte appare protagonista di ogni esistere. La parola diviene leggera sempre più, seppure ricca di suoni aspri e ridondanti, incastonati in uno stupore che si fa desiderio supplichevole, follia dei sensi, di cui si rimane avvolti.
Recital messa in voce di alcuni componimenti del poeta Dino Campana. Poesia e dintorni. Si comincia con “il crepuscolo mediterraneo” di un’estate notturna e ardente. Ci sarà spazio pure per la fine dei Canti Orfici “Fuori è la notte chiomata di muti canti, pallido amor degli erranti”, dove la notte appare protagonista di ogni esistere. La parola diviene leggera sempre più, seppure ricca di suoni aspri e ridondanti, incastonati in uno stupore che si fa desiderio supplichevole, follia dei sensi, di cui si rimane avvolti.
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sostieni Quarta Radio con una libera donazione adattamento e messa in voce di Gaetano Marino Musiche dei TAC: Waiting For The Twilight Corrado Loi – Mario Massa, Simon Balestrazzi – Antonio Piga – Monica Serra – Alessia Manca Recorded & produced at Neurohabitat, Cagliari, January 2001 – May 2002. Mastered at Busker Studio, Rubiera (Re). sostieni Quarta Radio con una libera […]
sostieni Quarta Radio con una libera donazione adattamento e messa in voce di Gaetano Marino Musiche dei TAC: Waiting For The Twilight Corrado Loi – Mario Massa, Simon Balestrazzi – Antonio Piga – Monica Serra – Alessia Manca Recorded & produced at Neurohabitat, Cagliari, January 2001 – May 2002. Mastered at Busker Studio, Rubiera (Re). sostieni Quarta Radio con una libera […]
Dino Campana: 'Genova' - Una sera in città, il paesaggio marino, la nascita di un nuovo modo di esprimersi: la realtà 'smontata' e musicale di Campana.
Incontro-intervista con il cantautore veronese Massimo Bubola, passando attraverso i testi e le musiche delle sue canzoni più celebri
Incontro-intervista con il cantautore veronese Massimo Bubola, passando attraverso i testi e le musiche delle sue canzoni più celebri