C’è Bisogno di un cambiamento. Crediamo fortemente che il calcio possa essere modificato per portare alla luce quella che è la sua vera natura. Se cercate un luogo dove ascoltare e leggere della partita della domenica mi dispiace, non facciamo per voi: eviteremo qualsiasi tipo di luogo comune. Vogl…
Un altro episodio speciale con Rodolfo Cavaliere e alcuni studenti del corso “Conoscere l'apprendimento per allenare meglio”.Dovete sapere che esiste una community di tutti i nostri corsisti in cui ci si cambia idee e opinioni sulle nozioni contenute nei corsi.Ecco che nel gruppo della community del corso con Rodolfo si è parlato tanto di tanti dubbi e idee che sono emerse tra Alessandro, Elisa, Patrizia, Marco e altri. Abbiamo quindi creato una sessione di domande e risposte in cui ci siamo trovati con tanti corsisti e con Rudi al fine di dare risposta a tutti questi dubbi. Dubbi che vertivano sui 7 capitoli del corso:Capitolo 1 - IMPARA QUALCOSACapitolo 2 - PENSA PER PROBLEMICapitolo 3 - INTERPRETA ATTRAVERSO LE SENSAZIONICapitolo 4 - CREA GLI OBIETTIVICapitolo 5 - OSSERVA E IMITACapitolo 6 - CREARE UN AMBIENTE DI GIOCO PER FAVORIRE LA SPERIMENTAZIONECapitolo 7 - ALLENA L'AUTOVALUTAZIONESiccome sono state troppo fighe e, secondo noi, super utili per tutti, abbiamo deciso di proporle qui sotto forma di episodio podcast.Oggi eccovi la terza parte della nostra chiacchierata. Si parla di un tema a noi carissimo: quello dell'autovalutazione. Grazie a Alessandro per la domanda che merita la nostra stima per quello che sta provando a fare con la sua squadra.Buon ascolto.
Un episodio speciale. Siamo con Rodolfo Cavaliere e alcuni studenti del corso “Conoscere l'apprendimento per allenare meglio”.Dovete sapere che esiste una community di tutti i nostri corsisti in cui ci si cambia idee e opinioni sulle nozioni contenute nei corsi.Ecco che nel gruppo della community del corso con Rodolfo si è parlato tanto di tanti dubbi e idee che sono emerse tra Alessandro, Elisa, Patrizia, Marco e altri. Abbiamo quindi creato una sessione di domande e risposte in cui ci siamo trovati con tanti corsisti e con Rudi al fine di dare risposta a tutti questi dubbi. Dubbi che vertivano sui 7 capitoli del corso:Capitolo 1 - IMPARA QUALCOSACapitolo 2 - PENSA PER PROBLEMICapitolo 3 - INTERPRETA ATTRAVERSO LE SENSAZIONICapitolo 4 - CREA GLI OBIETTIVICapitolo 5 - OSSERVA E IMITACapitolo 6 - CREARE UN AMBIENTE DI GIOCO PER FAVORIRE LA SPERIMENTAZIONECapitolo 7 - ALLENA L'AUTOVALUTAZIONESiccome sono state troppo fighe e, secondo noi, super utili per tutti, abbiamo deciso di proporle qui sotto forma di episodio podcast.Oggi eccovi la seconda parte della nostra chiacchierata. Si parla del sempre verde tema delle ripetizioni, del tema dell'acquisizione della tecnica e della variabilità gestuale.Buon ascolto.
Un episodio speciale. Siamo con Rodolfo Cavaliere e alcuni studenti del corso “Conoscere l'apprendimento per allenare meglio”.Dovete sapere che esiste una community di tutti i nostri corsisti in cui ci si cambia idee e opinioni sulle nozioni contenute nei corsi.Ecco che nel gruppo della community del corso con Rodolfo si è parlato tanto di tanti dubbi e idee che sono emerse tra Alessandro, Elisa, Patrizia, Marco e altri. Abbiamo quindi creato una sessione di domande e risposte in cui ci siamo trovati con tanti corsisti e con Rudi al fine di dare risposta a tutti questi dubbi. Dubbi che vertivano sui 7 capitoli del corso:Capitolo 1 - IMPARA QUALCOSACapitolo 2 - PENSA PER PROBLEMICapitolo 3 - INTERPRETA ATTRAVERSO LE SENSAZIONICapitolo 4 - CREA GLI OBIETTIVICapitolo 5 - OSSERVA E IMITACapitolo 6 - CREARE UN AMBIENTE DI GIOCO PER FAVORIRE LA SPERIMENTAZIONECapitolo 7 - ALLENA L'AUTOVALUTAZIONEDato che le domande e risposte sono state troppo fighe e, secondo noi, super utili per tutti, abbiamo deciso di proporle qui sotto forma di episodio podcast.Ecco allora che vi proponiamo il primo spezzone della nostra chiacchierata. Si parla di “sensazioni”: infatti la domanda è tratta dal capitolo “interpreta attraverso le sensazioni”.La domanda è di Patrizia, che ringraziamo e alla quale rivolgiamo tutta la nostra stima.
[VERSIONE INTERPRETATA IN ITALIANO]Allenare con il gioco libero è possibile? L'esempio di Ian HughesLa scorsa settimana abbiamo pubblicato una puntata speciale con ospiti speciali. Insieme a Rodolfo Cavaliere, oggi ai nostri microfoni abbiamo Ian Hughes, allenatore e formatore allenatore della UEFA Pro License che ha lavorato per Football Association of Wales, FAW Trust e come manager dell'Aberystwyth Town FC.Ian attualmente lavora presso Steel Sport, dove sta portando avanti un incredibile progetto basato sul gioco libero. Come afferma Ian “Il gioco libero è una parte integrante del percorso di Steel Soccer. Il gioco libero consente ai giocatori di esplorare e poter essere creativi”. Per loro il gioco libero è d'obbligo, uno strumento per far crescere gli atleti e i giovani. Oggi vorremmo sottolineare l'importanza di questo tipo di progetto.In questo episodio abbiamo fatto una rielaborazione di quella puntata, questa volta in italiano.Ma prima vi consigliamo di ambientarvi leggendo questo articolo: https://www.psychologytoday.com/intl/blog/freedom-learn/202111/the-team-coached-themselves-won-the-tournamentSi, proprio così Ian ha scelto di portare la sua squadra, già allenata usando il Gioco Libero, in una competizione strutturata e indovinate un po', la squadra ha vinto il torneo. Senza di lui.Abbiamo chiesto a Ian perché ha fatto questa scelta...ne è partito un dialogo di più di un'ora in lingua inglese, che noi abbiamo preso e interpretato in lingua italiana. Ecco che quindi vi proponiamo questo episodio in versione italiana di quello che è stata la nostra chiacchierata, che trovate anche in versione originale nel precedente episodio di questo podcast!
[THIS IS THE ORIGINAL VERSION IN ENGLISH]Here we are with a special episode. Together with Rodolfo Cavaliere, today at our microphones we have Ian Hughes, a UEFA Pro License Coach and Coach Educator who has worked for Football Association of Wales, FAW Trust and as Manager of Aberystwyth Town FC.Ian currently works at Steel Sport, where he is carrying out an incredible project based on free play. As Ian says “Free play is such an integral part of the Steel Soccer curriculum. Allowing players to explore and be creative”. For them, free play is a must, a tool for athletes and young men to grow for real. Today we'd like to highlight the importance of this kind of project.But first we advise you to settle down by reading this article: https://www.psychologytoday.com/intl/blog/freedom-learn/202111/the-team-coached-themselves-won-the-tournamentYes, that's right, Ian chose to take his team, already trained using Free Play, into a structured competition and guess what, the team won the tournament. Without him.We asked Ian why he made this choice...Hear what he replied and enjoy this incredible episode!-----Allenare con il gioco libero è possibile? Ecco l'esempio di Ian HughesUna puntata speciale con ospiti speciali. Insieme a Rodolfo Cavaliere, oggi ai nostri microfoni abbiamo Ian Hughes, allenatore e formatore allenatore della UEFA Pro License che ha lavorato per Football Association of Wales, FAW Trust e come manager dell'Aberystwyth Town FC.Ian attualmente lavora presso Steel Sport, dove sta portando avanti un incredibile progetto basato sul gioco libero. Come afferma Ian “Il gioco libero è una parte integrante del percorso di Steel Soccer. Il gioco libero consente ai giocatori di esplorare e poter essere creativi”. Per loro il gioco libero è d'obbligo, uno strumento per far crescere gli atleti e i giovani. Oggi vorremmo sottolineare l'importanza di questo tipo di progetto.Ma prima vi consigliamo di ambientarvi leggendo questo articolo: https://www.psychologytoday.com/intl/blog/freedom-learn/202111/the-team-coached-themselves-won-the-tournamentSi, proprio così Ian ha scelto di portare la sua squadra, già allenata usando il Gioco Libero, in una competizione strutturata e indovinate un po', la squadra ha vinto il torneo. Senza di lui.Abbiamo chiesto a Ian perché ha fatto questa scelta...Sentite cosa ci ha risposto e godetevi questo episodio incredibile!
Un episodio dal settore giovanile del Genoa CFC con Michele Sbravati, responsabile del settore giovanile della squadra rossoblu.Con lui abbiamo fatto un balzo dentro ai concetti che da anni sono alla base della formazione dei giovani giocatori della società ligure e abbiamo scoperto quanto ci tengano al processo di "gestione" del giocatore, che si identifica nell'accompagnamento formativo del calciatore verso l'età più adulta.In questo percorso l'obiettivo del Genoa è quello di formare giocatori bravi nel "riconoscere" il gioco attraverso mezzi e strumenti che siano in grado di sviluppare le loro competenze di lettura di situazioni, spazi e tempi.In chiusura dell'episodio anche il dipinto della drammatica situazione degli attaccanti italiani dell'ultimo decennio, dipinto che farà riflettere molti di noi.CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Attenzione: non sarà possibile non imparare qualcosa da questo episodio. per cui, se sei debole di cuore, inadatto al cambiamento o lodevole del "ho sempre fatto così" non ascoltarlo.Oggi siamo con Matteo Cioffi, psicologo e allenatore di calcio, oltre che docente di psicologia e responsabile dei corsi centrali (Uefa A, Uefa Pro e corsi preparatori atletici professionisti) della FIGC.Lui ci ha parlato, in maniera pratica, di emozioni all'interno del processo decisionale e di conoscenza, facendoci capire come funzionano le emozioni e che ruolo abbia il nostro cervello nei processi di apprendimento.Fidati, prendi carta a penna prima di ascoltarlo!----Ecco alcune pillole estratte dall'episodio:“L'80% delle decisioni che prendiamo non riguardano il sistema razionale”Circa il processo di apprendimento, quando si ottiene un risultato positivo: “questo processo si basa sull'aspettativa (…) La prima volta si basa sul raggiungimento dell'obiettivo, la seconda volta si basa sull'aspettativa”“tutte le volte che l'aspettativa viene disattesa c'è tutto un processo (…) in cui si rifotografa quello che era diverso per andare a riunirlo a quello che era giusto, per non risbagliare, per fare la cosa giusta”“Di solito intendiamo a dare esercitazioni e giochi con soluzioni” e prosegue dicendo: “partiamo dal gioco (…) e “non diamo soluzioni, ma mettiamo problemi”In riferimento alla partita di scacchi tra Kasparov contro una macchina: “quelle milioni di scelte erano a priori eliminate a livello emozionale, non a livello razionale”in riferimento all'obiettivo dell'allenare l'uscita da una pressione: “se devo lavorare sull'uscita dalla pressione, metto il problema della pressioni. Non gli do la soluzione”“le nostre proposte (di allenamento, ndr) devono avere uno scopo e un contesto (…) vicini alla domenica” e prosegue “ma allora perché non giochiamo”CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Oggi siamo con Marco Carniel, responsabile dell'area Videoanalisi di SICS, azienda che da anni è nel campo della Match Analysis. Il suo ruolo non è quello del Match Analyst come "persona di campo", ma quello di una figura di raccordo tra gli analisti di SICS che si occupano delle analisi dei match e i loro clienti.Di Marco si potrebbe dire che è un vero e proprio formatore: infatti si occupa di fare formazione nel corso SICS Videoanalista Tattico, corso nel quale si forma la figura del videoanalista, dove lui insegna ai corsisti ad utilizzare i software per la videoanalisi guidandoli in pratica dalla creazione di una partita alla produzione di un filmato sulla squadra avversaria da far vedere a un ipotetico allenatore.Nell'episodio di oggi parliamo con lui delle competenze del match analyst: competenze tattiche, rielaborazione dati, competenze tecnologiche, ma anche di:-Compiti di un match analyst-L'importanza di essere oggettivi da parte del match analyst-La formazione del match analyst-Ruoli e sviluppo professionale del match analyst e dei team di lavoro-Consigli per chi vuole iniziare la carriera da match analyst-Evoluzione del ruolo nei prossimi anni-Spunti e consigli per chi vuole intraprendere la carriera di match analystSi, c'è tanta carne al fuoco. Quindi che tu ti occupi di match analysis o che voglia intraprendere una carriera in merito a questo innovativo ruolo, questo episodio fa al caso tuo!CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Oggi facciamo un episodio con una sigla...particolare!La ascolterete, ma vi anticipo che l'evento di cui vi parliamo è qui: Ma al netto di questa chicca, tutto il resto è stato fatto partendo dagli spunti e dalle domande ricevute da Laura, Davide e Alessandro, che ringraziamo.Oggi parliamo di coaching, in particolare delle relazioni comunicative con i nostri piccoli giocatori nei momenti di allenamento. Cercheremo di rispondere alle vostre domande sul question time (le domande durante gli allenamenti), la dichiarazione degli obiettivi prima di iniziare la seduta e sulle stile comunicativo circa toni e postura corporea.Vi anticipiamo che tante volte si faranno riferimenti a due macro-situazioni particolari: quella in cui la nostra squadra deve affrontare un problema e quella in cui la nostra squadra deve, a problema "riconosciuto", trovare la soluzione.Non vi anticipiamo più nulla! Buon ascolto.CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Dopo la chiacchierata nell'episodio con Maurizio Marchesin circa i principi fondanti dell'Evolution Programme, il programma ex "Centri Federali Territoriali" promosso per la conservazione e potenziamento del talento dalla FIGC, eccoci oggi con Stefano Florit, il metodologo dell'Evolution Programme.Con lui parliamo di manifestazione del talento, dello stile conduttivo usato negli allenamenti del programma tecnico e dei presupposti che lo hanno modellato. Ma non solo, perchè durante l'episodio emergerà una delle principali piaghe del calcio di base in Italia: in media, circa e SOLO il 30% dell'allenamento di calcio è davvero attività motoria.Un episodio ricchissimo! Buon ascoltoCLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Eccoci tornati al tema della “testa”. Siamo infatti con Sara Biondi, Psicoterapeuta e Psicologa dello sport, da diversi anni lavora nella polisportiva di Roma APD San Paolo Ostiense. Sara è membro dell'AIPS (associazione italiana psicologia dello sport), di cui è stata membro del direttivo fino allo scorso anno, è una psicologa dello sport con certificazione Europea Fepsace. Ha lavorato con atleti e allenatori di nuoto, calcio, pallavolo, pallacanestro.Insomma, chi meglio di lei per parlare di un tema forse oggi ancora più caldo di sempre come quello dell'autoefficacia e dell'autovalutazione?Con lei indagheremo, in maniera dettagliata, questi due strumenti, scoprendo le correlazioni esistenti tra motivazione (intrinseca) e autoefficacia.Sara ci spiegherà anche quali sono le risorse sulle quali si basa il senso di autoefficacia: esperienze pregresse, esperienze vicarie, persuasione verbale e stati fisio-emozionali.Non solo, perché parleremo anche della relazioni che tutto questo ha con il senso di autonomia e dello “strumento” dell'autovalutazione.Non resta che buttarci con le orecchie in questo episodio!CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Il talento. C'è molta confusione intorno a questa parola, specie quando la si tratta in ambito di educazione sportiva.A volte avere talento sembra quasi essere in grado di rispondere alle esigenze del contesto (quelle dell'allenatore, quelle dell'ambiente, quelle di un risultato). Altre volte sembra essere un'insieme di caratteristiche che si esprimono in determinati momenti per ridisegnare lo stesso contesto, malleandone i limiti e modificandone le caratteristiche. Altrettante volte (molto frequentemente, per la verità) il talento viene confuso per semplice “dote innata”.La letteratura si è spesa molto nell'ultimo secolo per capire cosa sia questo talento ed esistono molti suggerimenti in merito al talento espresso in ambito sportivo. Eccoci allora cercare, insieme a chi la ricerca l'ha fatta, un idea “nostra” che possa aiutare a toglierci qualche dubbio e a direzionare le nostre idee.Siamo con Matteo Zago. Molti di voi ne avranno già letto alcune ricerche e ne avranno sentito parlare per le sue cariche di docente. Infatti è attualmente docente all'università degli studi di Milano alla facoltà di scienze motorie, scientific advisor di Soccerment, allenatore di una squadra giovanile di in un club professionistico milanese, collaboratore del settore giovanile scolastico della Lombardia in cui riveste la carica docente dei corsi UEFA C.Con lui parliamo, appunto, di talento: del suo sviluppo, del binomio tra prestazione e apprendimento e di tutto ciò che l'esperienza di Matteo gli suggerisce essere importante in ambito motorio.CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Abbiamo già citato la metodologia del TGfU, ma non avevamo mai trovato qualcuno che la applicasse.Ma noi, si sa, non ci facciamo mancare niente. Eccoci allora con Maurizio Mondoni, un esperto del settore sportivo e motorio, attuale docente di scienze motorie e dello sport all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, autore di numerosissimi articoli e relatore a tanti Convegni, Congressi e Seminari nazionali e internazionali in ambiti di Educazione Motoria, Educazione Fisica, Basket e Metodologia dell'insegnamento e dell'allenamento. Oggi Maurizio è ancora istruttore di basket e mini basket.Con Maurizio parliamo di TGfU, una metodologia ormai modellizzata anche dalla letteratura scientifica che ha l'ottica di proporre una “game form” (ovvero un “gioco-base”) che è rappresenta in versione semplificata il gioco “reale”. Questo “gioco-base” è il problema da analizzare e ha come obiettivo di creare una serie di connessioni che consentano ai giocatori di rendersi conto di cosa devono fare (non come lo devono eseguire) in quel particolare momento in modo consapevole (logica applicata al movimento), sulla base di intuizioni derivate dall'osservazione del gioco stesso.Insomma, si parte dal “globale”, dall'osservazione da parte dell'Istruttore su ciò che i giocatori stanno eseguendo. Questo gioco base permette all'Istruttore di rendersi conto delle competenze dei suoi giocatori.Ma ora buttiamoci in questo episodio con Maurizio!Puoi approfondire ancor di più i temi del Teaching Games for Understanding vi rimandiamo a due articoletti:https://www.facebook.com/Teaching-Sport-Skills-115892516919669/photos/145475003961420http://www.mauriziomondoni.com/2016/05/teaching-games-for-understanding-insegnare-i-giochi-per-comprendere/CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Chi non si è mai fatto questa domanda?Se qualcuno di noi è mai stato con bambini e ragazzi in qualsiasi sport di squadra si sarà reso conto che esistono una serie di problematiche nell'eterogeneità dei gruppi e si sarà chiesto come risolvere la questione. Dividere i bambini? farli allenare per fasce di livello? o lasciarli tutti insieme?Se seguiamo l'esempio di squadre professioniste l'idea potrebbe essere selezionare per gruppi di livello. Ma dall'altra parte si dice spesso che il vero sport si fa negli spogliatoi, dove giocano tutti e tutti hanno uguale diritti.Partiamo proprio da qui, dall'oratorio. In particolare dal gioco libero che spesso si faceva negli oratori e nelle strade. Che cosa succedeva nella libertà?Eccoci qui a darci delle idee su questi temi, tra importanza della sperimentazione del successo e della tolleranza verso la diversità sportiva.Buon ascolto!CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Marco Mannucci è l'attuale match analyst FIGC della nazionale femminile Italiana e dell'Under 19, oltre ad essere un allenatore con qualifica Uefa B, patentino ottenuto con orgoglio per migliorarsi nel suo ruolo.Oggi con Marco siamo andati a fondo per scoprire il suo lavoro quotidiano, fatto di poche dormite e di grandi responsabilità nei confronti dello staff con cui lavora e, soprattutto delle giocatrici e dei giocatori con cui si confronta. Sì, perché il suo ruolo è fatto di raccoglimento e selezione di informazioni che, tramite il video, sono dirette a tutte le persone che vanno sul campo e che possono determinare il raggiungimento di risultati sportivi e di formazione.Chi pensa che fare il match analyst sia facile, cambierà idea con questo episodio.CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Eccoci con Maurizio Marchesini, Responsabile Tecnico dell'Evolution Programme, gli ex Centri Federali Territoriali, un programma promosso per la conservazione e potenziamento del talento dalla FIGC. Si può dire che Maurizio è “nato” con i CFT e questo programma, seguendone da 6 anni tutta la sua evoluzione.Molto spesso si pensa e si parla di questo programma come di un progetto che si limita a delle semplici giornate aggiuntive di allenamento. Si tratta, in realtà, di molto di più!Oggi con Maurizio ne scopriremo aspetti più significativi, andando nel dettaglio della sua evoluzione e dell'ambiente di ricerca che ne è alla base, capendo cos'è l'Evolution Programme, vedendo come è evoluto nel tempo, comprendendone gli obiettivi e parlando anche di due principi che ne stanno alla base: la ricerca e sviluppo del talento e la creazione dell'ambiente adeguato alla sua conservazione.CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Oggi torniamo con Corrado Buonagrazia, attuale coordinatore del settore giovanile dell'Alessandria Calcio.Se nello scorso episodio abbiamo parlato di tipo di calciatore e di aspetti e metodi formativi, oggi parliamo della volontà di formare un calciatore “proattivo”, ossia un giocatore che sia protagonista nelle fasi di possesso (mantenere e creare opportunità da gol) e non possesso (essere aggressivi).Parliamo anche del valore del “riconoscimento”, una fase del processo di formazione del calciatore secondo Corrado e Alessandria calcio.CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Oggi siamo con Corrado Buonagrazia, attuale coordinatore del settore giovanile dell'Alessandria Calcio, dopo alcuni anni da istruttore e responsabile tecnico nell'orbita di Juventus.Oggi parliamo di tipo di calciatore che si vuole formare, un giocatore capace di conoscere il gioco attraverso la condivisione di un linguaggio comune (conoscere) e che attraverso tale linguaggio diventi in grado di riconoscere e percepire cosa succede nel gioco per poi risolvere trovando mezzi adatti. Un approccio che Corrado identifica come “conoscere, riconoscere e risolvere”.In questo approccio i principi di gioco diventano situazioni da riconoscere e risolvere, situazioni in cui è importante la presenza dell'avversario perché determina il Come.Con lui parleremo anche di mezzi di allenamento e di “stile di gioco” e…Dai scopritelo ascoltando questo episodio!CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
“..diciamo che ci adeguiamo alla partita che è in corso, al valore dell'avversario e a quello che ci concede” Dionisi.Troppo spesso ci dimentichiamo che l'avversario determina, nel bene e nel male. Siamo abituati a dire “abbiamo giocato male”, “abbiamo fatto bene”, “non abbiamo avuto spazi”. Ma dove inizia davvero la bravura dell'avversario e finisce la nostra? dove esiste nostro merito e nostra colpa?L'avversario è un elemento troppo importante per essere così spesso tralasciato. Il rischio è che poi si tralasci anche nelle sedute di allenamento. Come possiamo insegnare a fare scelte se non c'è che le provoca?Bisogna tenerne conto. Bisogna tornare a giocare, in maniera sana, e non a controllare.Oggi Mister Dionisi ci da l'opportunità di parlare di questo meraviglioso tema: il nostro amato avversario.CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Torna la nostra rubrica tattica con un episodio che ha l'obiettivo di ridurre alcune incomprensioni che spesso si creano tra addetti ai lavori circa l'utilizzo del termine "Terzo Uomo".Scopriamo cosa è e soprattutto cosa NON è, per cosa può essere utilizzato, perché è utile concettualizzarlo e scopriamo alcuni spunti per allenarlo, estrapolando i principi che devono esserci per costruire esercitazioni funzionali a questo "sviluppo di gioco".Un episodio semplice con un obiettivo semplice, ma altrettanto importante.CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Dinamicità. Questa parola può assumere vari significati: velocità, movimento, attività. Ma forse il più congruo nel nostro caso è “flessibilità“. Nereo Omero, attuale direttore sportivo del Floriana FC e con un passato nei settori giovanili di Alessandria, Milan e Brescia, ci illustra in questo episodio cosa significa essere dinamici secondo due bellissime chiavi di lettura: la dinamicità del giocatore e quella degli allenatori.Se parlando di formazione nel settore giovanile si parla di dinamicità come di capacità di adattarsi e risolvere situazioni di gioco (questione che sfocia nel situazionale come utilizzato per allenare), in tema di allenatori tale parola può essere definita come “capacità di cambiare” prospettiva, idee e verità.Tra queste due prospettive, arricchite di altre pillole di professionalità ed esperienza, Nereo Omero oggi ci accompagna in un episodio incredibile.TodayCLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
A volte si dice che certe mansioni non sono “lavori da ragazzi”. Ecco, se fossimo persone che vivono di stereotipi insensati avremmo fatto a meno di intervistare Marco. Ma no, noi non siamo quelle persone.Sì, perché Marco Malenchini, giovane Direttore di Settore Giovanile dell'Albinoleffe, è un professionista esemplare nel suo ruolo, un professionista che ha come punti forti il metodo e la chiarezza dell'idee, quelle idee che fanno la differenza quando ci si trova a gestire allenatori di settore giovanile di uno dei club professionistici di Italia con l'obiettivo di formare uomini e calciatori che possano migliorarsi per essere pronti a giocare nella loro prima squadra.Le idee di Marco sono limpide e fanno respirare aria di spirito collaborazione, condivisione e ascolto. Questi ingredienti sono le chiavi per un coordinamento tecnico che possa essere capace di migliorare il capitale umano nel proprio intorno.CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Più che un episodio, quello di oggi è un viaggio in noi stessi. Noi allenatori.Siamo con Sara Landi, psicologa dello sport e, tra le altre cose, Responsabile Nazionale dell'Area Psicologica del settore giovanile scolastico della FIGC. Con lei parliamo di un tema che riteniamo fondamentale, forse il tema di più grande importanza per un allenatore: la consapevolezza delle proprie aree di miglioramento e di forza.Il tema sottende a una domanda tra le più delicate che ogni allenatore (anche se succede in qualsiasi professione) si deve trovare a farsi: perché si allena?Già, come avrete capito da questa brevissima introduzione, grazie a Sara oggi siamo andati nel profondo, in un viaggio introspettivo che tutti noi dovremmo farci. Perciò, preparate il dito per mettere in pausa l'episodio e una penna per appuntarvi quello che io e Sara vi suggeriremo di fare…Ne varrà la pena!CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Chi ha detto che il ruolo dell'analista debba essere per forza inquadrato nel “fare i tagli video”?Sempre di più i match analyst stanno assumendo ruoli centrali all'interno del processo di sviluppo di una squadra. L'analisi video, infatti, è oggi vista come uno strumento di comunicazione tra staff tecnico e giocatori. Uno strumento che è in grado di apportare valore sostanziale attraverso dati oggettivi, sulla base dei quali giocatori e allenatori si possono confrontare per delineare il percorso migliore.Proprio in questa comunicazione vi è Alberto Angelastri, match analyst del Barcellona femminile. Il suo ruolo, però, non è circoscritto a quello dell'analista. Alberto infatti si definisce un allenatore, perché sta in campo con la squadra durante gli allenamenti, parla con l'head coach e con le giocatrici, affinché possa percepire le loro idee e sentimenti circa le sua analisi. Questo rapporto e vicinanza sono il valore aggiunto tra il “fare i tagli video” e l'essere il match analyst del Barca.CLICCA E ISCRIVITI ALL'EVENTO www.cambiodicampo.com/cdcweek21
Non siamo soliti dipingere momenti biografici di nessuno. Ma quando si incontrano persone come Stefano Baldini, diventa quasi impossibile non parlare di lui integralmente. Non si può scindere la persona dal professionista e non si può scindere il professionista dalla persona. Stefano è una persona che deve essere vissuta nella sua integralità, con forza e vigore, che sono le due caratteristiche che trasmette.Per questo, in questo episodio oggi, abbiamo voluto ripercorrere con lui alcuni passi della sua vita sportiva, quelli che lo hanno portato a allenare e coordinare nel calcio professionistico, nei settore giovanili di Milan, Juventus e poi nello staff tecnico di Christian Brocchi al Monza. Una vita professionale nella quale lui si è contraddistinto per spirito di responsabilità e determinazione (anche se lui, umilmente, a volte preferisce parlare di fortuna).Se oggi chiedete a Stefano di riassumersi in 3 parole, forse queste saranno Coordinamento, Metodo e Gioco di Possesso. Ognuna di queste parole racchiude un qualcosa che Stefano ha modificato e definito nel corso delle sue esperienze da allenatore, coordinatore e assistente, ma che sono ben salde nel suo modo di concepire il miglioramento delle persone nel contesto calcistico.Un episodio incredibile, di un professionista incredibile. Ma vi avvisiamo: non aspettatevi di trovare qui dentro il segreto del calcio. Quello non esiste. Ma se anche dovessimo sbagliarci, siamo sicuri che Stefano sarebbe una delle persone più adatte per poterlo scoprire.
Siamo in collegamento con Daniele Santarelli, che si trova in ritiro con la nazionale femminile di Volley croata, dopo aver passato una stagione incredibile con Imoco Volley, con la quale è riuscito a trionfare in Italia e in Europa. Una stagione formidabile, che ha visto molte delle sue giocatrici crescere esponenzialmente, ma che non è stat certo priva di momenti di up e down. Se dovessimo descrivere questo episodio e Daniele in una parola, questa probabilmente sarebbe flessibilità. Questa è la caratteristica più importante che si erge dalle parole del Coach di Conegliano. Flessibilità intesa come capacità di adattarsi e cambiare in funzione dei momenti e delle relazioni con le sue atlete, con il solo e unico obiettivo di perseguire continuamente il loro miglioramento. Ecco che in questo episodio Daniele dipinge una descrizione meravigliosa di questa caratteristica. Cambiare e Provare diventano le due azioni da compiersi continuamente, per affrontare i diversi momenti della stagione, senza la sicurezza di riuscire a portare a casa l'obiettivo. Il tutto da compiersi oltre il “modo”: infatti cambiare strategia diventa fondamentale e allora lo diventa, necessariamente, cambiare il modo.A proposito di “modo”, con Daniele abbiamo parlato anche di ripetitività del gesto e di situazioni: per lui la ripetizione (con variabilità) diventa fondamentale per assicurarsi un miglioramento tecnico delle proprie giocatrici, cercando di individuare in loro i punti di carenza ma mantenendo (e perché no, accrescendo) anche le loro caratteristiche di forza.Insomma, un episodio tutto da godere!
Eccoci nuovamente a parlare di Game-Sense Approach (GSA) con Lorenzo Perretti, allenatore di calcio giovanile a Manchester e studente all'University Campus of Football Business (UCFB) Etihad Campus.Nella sua ricerca relativa all'applicazione di questo approccio di allenamento, Lorenzo ha distinto sette temi distinguibili: il ruolo delle emozioni nell'apprendimento, l'esperienza personale degli allenatori durante la transizione da approccio tradizionale a approccio al senso del gioco, il concetto dell'efficacia (contrapposto al tema della tecnica), la creazione di contesti situazionali, l'allenamento delle abilità percettivo-cognitive, l'importanza pedagogica dell'errore e il tema della necessità per apprendere.Oggi chiediamo a lui quali, tra questi sette punti, ritiene chiave per lo sviluppo metodologico di ogni allenatore verso uno stile identificabile come GSA.Se sei un allenatore, allora questo episodio fa proprio per te. Buon divertimento!Puoi scaricare lo studio in questione cliccando qui!
Oggi parliamo di Game-Sense Approach (GSA) con Lorenzo Perretti, allenatore di calcio giovanile a Manchester e studente all'University Campus of Football Business (UCFB) Etihad Campus.Il GSA, italianalmente detto approccio pedagogico del senso del gioco, è una pedagogia di natura sistemica applicata agli sport di invasione sin dagli anni '60 e evolutasi a partire dai TGfU (Teaching Games for understanding).Si contrappone all'approccio tradizionale perché si basa su una pedagogia non lineare nella quale si teorizza che l'atleta apprenda attraverso la sua relazione con l'ambiente. All'interno di questo tipo di approccio l'allenatore è definibile come un facilitatore e un creatore di contesti che possano favorire l'apprendimento. Tali contesti sono quasi sempre simili al gioco: hanno una direzionalità, hanno la presenza di avversari e di compagni (che poi sono i 4 pilastri, ndr).In questo episodio Lorenzo metterà alla luce i principi di questo approccio, descrivendone l'esatto opposto: l'approccio tradizionale. Inoltre entreremo nel vivo di uno studio, da lui condotto, in cui sono emerse delle peculiarità importanti di questo approccio dopo un intervista a sette allenatori che utilizzano tale metodologia allenante.Lorenzo ci illustrerà i temi emersi da questa ricerca. Uno spoiler? Sono emerse molte difficoltà di adattamento a questo approccio da èarte di allenatori e giocatori, soprattutto sotto l'ambito percettivo e cognitivo. Questa problematica sembra essere ancor più grande con gli atleti che hanno già un esperienza pregressa maturata con un approccio di tipo tradizionale.Beh, non resta che immergersi nell'episodio!PS: puoi trovare la ricerca di tesi qui
Nella seconda parte dell'episodio con Roberto Calà, abbiamo chiesto a lui come vede composto un team di lavoro nella sua ipotetica società. Tra le tantissime figure che Roberto ci ha elencato ci sono quelle appartenenti all'area medica e fisioterapica, un nutrizionista, degli analisti e delle figure che ricoprono ruoli di gestione del team, ma anche due importantissimi professionisti: un podologo e uno psicologo. Infatti Roberto si è concentrato sull'importanza dell'avere una figura come quella di un podologo, importanza rivestita sia sotto l'ottica strutturale, artesica ma anche cutanea. Altrettanta attenzione deve essere data al fattore mentale che spesso si sottovaluta, spesso anche in ambiti in cui la pressione è tanta, come quello in cui lavora il nostro Roberto Calà: l'Atalanta Bergamasca.La chiave di un buon lavoro di team sta poi nell'integrazione sistemica e multidisciplinare di queste figure, che devono interagire continuamente, lavorando nel proprio ambito in maniera specifica. Ciò apporterebbe grande valore a tutto il team in termini di conoscenze, ma soprattutto porterebbe un miglior servizio al giocatore. Quando si hanno questi tipi di staff, dice Roberto, la buona riuscita di un progetto sta nel fatto che le persone si riescano a “orientare al compito”. Buon ascolto
Prevenzione infortuni, una approccio personalizzato, tra struttura e specificità, con Roberto Cala (1/2)Un episodio sul tema della prevenzione infortuni con Roberto Calà, Preparatore Atletico presso Atalanta Bergamasca e Responsabile Area Strenght Atalanta Training Lab.Dopo alcuni episodi in cui abbiamo toccato il tema del rischio infortuni con Franco Impellizzeri e Carlo Simonelli, oggi abbiamo un altro ospite di lusso. Roberto è tutt'oggi impegnato in campo e con il suo staff nel monitorare e cercare di agire per prevenire l'insorgere di problematiche che possano portare a infortuni.Ecco un pò di figate di cui abbiamo parlato con Roberto:Per prevenire gli infortuni serve agire sulla struttura del calciatore in maniera aspecifica e agire in “correzione” nell'ambiente specifico (spolier: la vede anche lui così, ma…)l'importanza della qualità dell'intervento dello staffSu cosa serve puntare per dare al calciatore i migliori strumenti possibili per raggiungere una buna efficacia tecnica ma anche un buon equilibrio strutturaleCome allenare il giocatore a riconoscere la situazione e rendere una buna scelta impatta anche sulla riduzione del rischio infortuniEfficacia del gesto ed efficienza energetica: serve anche lavorare sul giocatore per renderlo in grado di sentirsi? (spoiler: si)L'importanza del lavoro di uno staff in maniera sistemicaInsomma, una sorta di lezione. Mettevi comodi! Buon ascolto
Oggi torniamo con il nostro Mauro Marchetti, oggi analista della performance per Vero Volley e scrittore dei libri "La pallavolo dalla A1 alla Z", "Eserciziario della pallavolo. 352 esercitazioni per la costruzione di sedute di allenamento originali ad ogni livello" e "Vincere dallo spogliatoio. Coaching e team building strategico negli sport di squadra e nelle organizzazioni".Se nello scorso episodio ci siamo genericamente (ma in maniera altrettanto approfondita) domandati se esistesse (e quale potesse essere) un metodo migliore per l'allenamento del giocatore, oggi abbiamo approfondito il tema che avevamo lasciati in standby nello scorso episodio: quello delle sintesi, ovvero approccio situazionale nel calcio.Ma non solo, perché abbiamo parlato anche di un problema del "allenare con il gioco". Non è che allenando solo così si può rischiare che l'allenatore diventi un pò "pigro"?Questo episodio è la seconda parte della chiacchierata con Mauro, che è iniziata nel precedente episodio. Buon Ascolto!
Oggi siamo con un ospite la cui esperienza vanta oltre 30 anni di esperienza sui campi. Si tratta di Mauro Marchetti, oggi analista della performance per Vero Volley e scrittore dei libri "La pallavolo dalla A1 alla Z", "Eserciziario della pallavolo. 352 esercitazioni per la costruzione di sedute di allenamento originali ad ogni livello" e "Vincere dallo spogliatoio. Coaching e team building strategico negli sport di squadra e nelle organizzazioni".Mauro è la persona ideale per interrogarsi sull'interpretazione del metodo di allenamento.Il metodo, inteso come "procedimento atto a garantire il soddisfacente risultato di un lavoro o di un comportamento", è oggi infatti l'oggetto della nostra chiacchierata, che svarierà ad analizzare i diversi approcci di allenamento partendo dal considerare la pallavolo e il calcio nelle loro uguaglianza e diversità.In questo concepiremo come anche in due sport così "sistemici" esistono margini per allenarne "le parti".Questo episodio è la prima parte della chiacchierata con Mauro, che proseguirà nel prossimo episodio. Buon Ascolto!
Oggi siamo con Mauro Giussani, attuale metodologo dell'Associazione Team Ticino, società nata nel 2006 e che si occupa di raggruppare i migliori calciatori del Canton Ticini (Svizzera) per partecipare ai campionati nazionali U15, U16, U18 e U21. Mauro svolge attualmente anche il ruolo di coordinatore, allenatore e responsabile di alcune selezione della regione Ticinese svizzera.In questo episodio scopriremo cosa vuol dire essere e agire da metodologo di un associazione che ha lo scopo di indirizzare le proprie forze per offrire ai migliori giovani calciatori ticinesi le condizioni ottimali per sviluppare il loro talento calcistico, senza tralasciare lo sviluppo personale.Con lui andremo a scoprire cosa significa lavorare collaborativamente per un unico obiettivo, con l'intento di favorire la formazione dei ragazzi e la crescita degli allenatori, in un ambiente che lavora per un unico scopo e con una precisa identità metodologica. Un episodio fantastico in cui tecnici, presidenti, responsabili e dirigenti potranno trovare suggerimenti da replicare nelle proprie società per indirizzare in maniera sinergica e proficua il lavoro di campo.Ma non solo: Mauro ci racconta anche quali sono i principi metodologici su cui Fil Rouge (la metodologia del Team Ticino) e come il loro organico collabora per selezionare nuovi talenti.Buon ascolto!
Giovanni Valenti è l'attuale assistente allenatore della nazionale italiana Under 20 ed ex allenatore nei settore giovanili di Milan, Brescia e Juventus.In questo episodio con lui abbiamo parlato delle principali differenze tra l'allenamento di un settore giovanile di un club e quello della nazionale italiana. La frequenza con cui si allena in nazionale e la qualità dei giocatori sono i due elementi che più influenzano lo stile metodologico dello staff. Se si pensa che uno stile più direttivo sia necessariamente sbagliato quando si parla di giovani, forse bisogna prima fare i conti con il tempo e con l'ambiente che si ha a disposizione. In questo episodio con Giovanni, infatti, cercheremo di capirne di più al riguardo, svelando principi e obiettivi che spesso non vengono tenuti in considerazione.Tra metodologia, cenni al settore dilettantistico (in cui le cose cambiano, eccome!) e il lavoro di scouting dello staff nazionale, questo episodio diventa uno dei più fighi del podcast di Cambiodicampo!
Oggi vogliamo rispondere a una domanda che si è sempre dimostrata essere frequente in questi mesi: è possibile allenare solo con partite a tema?Noi proviamo a darvi il nostro punto di vista, dettato dall'esperienza diretta. Lunge da noi essere volutamente estremisti, ma a volte rischiamo di essere perché siamo convinti delle nostre idee. Vi consigliamo, quindi, di prendere le nostre parole come idee, non come verità assoluta. Le considerazioni che faremo nell'episodio riguardano le metodologie che possono essere usate durante un allenamento e la crescita degli allenatori, ma è necessario staccarsi dal concetto fisso di struttura dell'allenamento. Insomma, ha ancora senso dire che si deve fare per forza analitico, situazionale e partita "libera"?Ecco, se hai passato questo step, ti godrai meglio il nostro episodio di oggi.
Un approccio diverso spesso porta a conclusioni diverse. Ma cosa succede quando anche un approccio diverso porta a far consolidare idee e farle diventare certezze?Oggi abbiamo perseguito un approccio non certo tradizionale, per cercare di dare una definizione di "giusto" o "meno giusto" alla destrutturazione delle proposte di allenamento. Sebbene il nostro approccio non ci può condurre a un risposta assoluta, ci sono delle idee che suggeriscono una certa inefficacia della destrutturazione degli allenamenti.Questo approccio deriva dal guardare ogni interazione tra persone e ambiente come un evento dinamico e non come uno stato di fatto o un modo di essere. Come a dire che ogni "elemento componente" del gioco faccia parte di un sistema dinamico in continua evoluzione. Perciò, quello che può sembrare un complicato gesto tecnico, perderebbe di significato, se guardato in quest'ottica complessa e dinamica.Che sia, ancora una volta, la partita la chiave allenante?Scopriamolo insieme in questo episodio podcast!DISCLAIMER: questo episodio non è certo una lezione di fisica, ma la condivisione di alcune idee derivanti da degli studi e letture di Andrea in ambiti non propriamente vicini allo sport: quelli della sociologia e della fisica.
Giuseppe Biava è il nostro ospite di oggi, un ospite che incarna a pieno valori e principi di un ambiente stupendo e che necessiterebbe di persone simili.Beppe, dopo una carriera spesa sui campi delle altissime categorie, tra Atalanta, AlbinoLeffe, Lazio, Genoa e Palermo, oggi Beppe è tornato a casa, sui campi di Zanica, nel settore giovanile dell'AlbinoLeffe.Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con Beppe per scoprire quale sia la prospettiva e le convinzioni di un giovane allenatore che si affaccia nel mondo del calcio allenato. Con lui abbiamo parlato di come la sua figura possa influenzare l'approccio alla crescita dei giovani, di come ha vissuto il passaggio tra calcio giocato e allenato e di quali siano le sue idee circa gli ingredienti che servono a giovani oggi.Beppe ci ha poi raccontato in cosa Gasperini lo ha aiutato di più, spronandolo affinché lui potesse crescere in ciò che il calcio necessitava.E poi non siamo resistiti nel chiedere a Beppe quale sia il suo modello tattico per la crescita di un giovane difendente. Piccolo spoiler: lui era un grande marcatore.Buon ascolto, e grazie ad AlbinoLeffe UC.
Se nel precedente episodio della rubrica di tattica abbiamo parlato dei principi di tattica collettiva difensivi e offensivi, oggi andiamo nel profondo sul primo dei due aspetti, analizzando caratteristiche, vantaggi e svantaggi della difesa a zona e della marcatura a uomo.Tra spunti derivati dalla nostra esperienza, da quella di molti colleghi e da concetti che provengono da letteratura, abbiamo cercato di approfondire i temi legati a questi due modi di difendere. Due modi che sono ideologicamente contrapposti ma che, in realtà, convivono in ogni partita a tal punto, a volte, da creare molte incomprensioni nei giocatori.Proprio da queste incomprensioni partiamo per capire di più su quali siano le aspirazioni nate con l'introduzione della difesa a zona, cercando di esplorarne vantaggi e svantaggi dal punto di vista della crescita di giovani calciatori, della adozione pratica in campo e dell'adattamento rispetto alle caratteristiche dei giocatori.Insomma, siamo sempre sicuri che difendere "a zona" sia la cosa migliore da fare? E perché potrebbe essere utile applicare una "marcatura a uomo"? Scopriamolo in questo episodio!
Oggi torniamo con Ciro Zoratti e François Salvagni, fondatori e speaker del podcast Coach Factor e allenatori di pallavolo giovanile e senior. Con loro continueremo nel parallelo tra pallavolo e calcio, cercando di comprendere dei punti di vista reciprocamente arricchenti per entrambi i mondi.Questo episodio, che fa seguito a quello della scorsa settimana, si vuole proporre come pioniere nell'unione di due mondi che hanno molto in comune ma che spesso vengono intesi come due entità incontaminabili l'un l'altra. Ma non è il caso di Coach Factor e Cambiodicampo, nati per condividere e proporre formazione e informazione a coloro che praticano e si vogliono inserire nel mondo della formazione sportiva.Nell'episodio di oggi, Andrea, Ciro e François raccoglieranno le eredità della precedente parte di episodio in cui avevano parlato del gesto tecnico e approfondiranno i temi legati al controllo tattico esercitato dall'allenatore, all'ambiente e al feedback, con un occhio alla metodologia didattica di insegnamento nei diversi mondi
L'episodio di oggi è, più che mai, speciale. Siamo con Ciro Zoratti e François Salvagni, fondatori e speaker del podcast Coach Factor e allenatori di pallavolo giovanile e senior. Con loro sperimenteremo un parallelo tra il mondo della pallavolo e quello del calcio, cercando di comprendere dei punti di vista reciprocamente arricchenti per entrambi i mondi.Questo episodio si vuole proporre come pioniere nell'unione di due mondi che hanno molto in comune ma che spesso vengono intesi come due entità incontaminabili l'un l'altra.Ma non è il caso di Coach Factor e Cambiodicampo, nati per condividere e proporre formazione e informazione a coloro che praticano e si vogliono inserire nel mondo della formazione sportiva.Nell'episodio di oggi, Andrea, Ciro e François ti porteranno a indagare l'importanza del gesto tecnico e della correzione analitica e situazionale del gesto tra pallavolo e calcio.
Un tuffo nell'era moderna, con Adriano Bacconi, oggi consulente presso Infront Sport Italy e con una carriera passata tra staff di grandissimo livello, come quelli di Inter, Palermo, Brescia e Pisa.Proprio la sua passione per il calcio e le sue profonde esigenze di miglioramento e conoscenza lo hanno portato, negli anni, a cercare di migliorare il processo decisionale degli allenatori ai più grandi livelli del calcio giocato. Furono grandi allenatori come Lucescu e Lippi a influenzare la sua carriera, fino a portarlo ad essere uno dei maggiori esponenti della rivoluzione dei dati in ambito sportivo. Con Adriano siamo andati un po' più nel profondo su questi temi, smascherando ombre e luci del Virtual Coach, software utilizzato dal 2019 in tutti gli staff della massima serie italiana. Ma ci siamo interrogati anche sui temi paralleli all'utilizzo di questa piattaforma: come cambiano le competenze degli allenatori? come essi richiedono e utilizzano il Virtual Coach?Lo scopriremo insieme alla competenze di Adriano Bacconi, in questo episodio di Cambiodicampo
Torniamo per la terza volta con il nostro Dimitri Giudici. Con lui, in duplice veste di mental coach e allenatore, abbiamo approfondito il tema della specializzazione del ruolo, toccandolo da una Prospettiva diversa.La prospettiva, appunto, farà da protagonista di questa chiacchierata trasversale. Grazie ad essa ci renderemo conto di come assumere altri ruoli all'interno e all'esterno del rettangolo di gioco possa divenire fondamentale per una crescita tecnica e umana dei nostri ragazzi, ma anche di Noi allenatori.Un episodio che vi terrà incollati. Buon ascolto!
Un tema che è sempre verde tra i "banchi di calcio". Un tema che vede spesso gli allenatori d'accordo, circa la non utilità di specializzare il ruolo nelle basse età."I piccoli calciatori sono delle spugne che devono apprendere il più possibile" è la frase must che non manca tra le opinioni degli addetti ai lavori, ed è così. Tuttavia, poi, la specializzazione del ruolo diventa pratica comune quando i bambini cominciano ad approcciarsi all'età adolescenziale. In questa fase sembra quasi che serva essere specializzanti, forse perché il calcio degli adulti richiede questo o forse perché si crede che bisogna far verticalizzare le competenze dei calciatori, altrimenti si rischia di non essere pronti.Ma siamo sicuri che serva la specializzazione? E siamo sicuri che il calcio, tra 10 anni sarà lo stesso di oggi?
Oggi siamo con un ospite che, come noi di Cambiodicampo, ha a cuore la formazione in mondo sportivo. Si tratta di Focus postura, una società di formazione che nasce dall’idea di un gruppo di chinesiologici con grande passione, studi specifici ed esperienze, relative all’universo postura e che ha l’intento di ampliare le vedute degli addetti ai lavori per superare le barriere che dividono le diverse figure professionali.La voce che sentirete è quella di Riccardo Barigelli, Chinesiologo con vari master Master in scienza e tecnica dello sport e del fitness e in metodologia dell’allenamento. Con lui partiremo alla larga, parlando di quali, secondo Focus postura, dovrebbero essere le competenze di un allenatore in ambito di posturologia, per poi spostarci sui temi delle prevenzione infortuni, approfondendo il tema della calzante dicotomia che c'è tra equilibrio e potenziamento, ma anche toccando il tema dell'economicità della postura, in relazione al gesto tecnico/motorio.Un episodio ricchissimo a disposizione di tutti gli allenatori.Se ve nuovi sapere di più su questi temi, visita il sito www.focuspostura.it
"Dovete parlare in campo, sembrate dei muti"Tutto giusto, no? quante volte avete sentito questa frase o, magari, convinti che fosse l'idea giusta, l'avete pronunciata?In questo episodio parliamo della comunicazione non verbale, cercando di andare a fondo nel comprendere come i giocatori effettuano delle scelte in relazioni ai propri compagni, un processo di comprensione, analisi e adattamento che abbiamo diviso in tre momenti:1. "comportamento amico", ovvero la fase in cui un compagno mette in atto un comportamento (un movimento o un gesto) o esprime l'intenzione di volerlo fare2. "riconoscimento", ovvero la fase in cui i compagni devono (anzi, dovrebbero) riconoscere il comportamento che vedono.3. "adattamento", ovvero l scelta di eseguire una determinata azione motoria dopo l'aver riconosciuto le intenzioni dl compagnoIn questo episodio scopriremo come potenziare il riconoscimento delle intenzioni e delle esecuzioni dei compagni, usando due semplici elementi: il silenzio e le idee condivise.
Ok si, forse sarà noioso e forse inutile, ma sapete quanto teniamo alla conoscenza comune.Continuiamo, quindi, a parlare di tattica con uno "spiegone" sui principi di gioco di tattica collettiva, così come sono intesi dalla FIGC. Si dividono in:FASE OFFENSIVA: profondità, scaglionamento, ampiezza, mobilità, imprevedibilitàFASE DIFENSIVA: scaglionamento, azione ritardatrice, concentrazione, equilibrio e controllo.Questo episodio non ha certo la pretesa di essere rivoluzionario, ma di fornire una terminologia comune sui cui basarci per successive prossime chiacchierate.
Trailer del primo podcast in Italia per allenatori, formatori e tecnici sportivi che hanno voglia di formarsi e di dare il là al cambiamento.Si, perché c'’è bisogno di un cambiamento. Crediamo fortemente che il calcio possa essere modificato per portare alla luce quella che è la sua vera natura. Se cercate un luogo dove ascoltare e leggere della partita della domenica mi dispiace, non facciamo per voi: eviteremo qualsiasi tipo di luogo comune. Noi vogliamo far capire come il calcio non ruoti attorno a un pallone, ma alle persone. Con i nostri contenuti ti stiamo dando il nostro punto di vista sulle tematiche che sono in grado di costellare il calcio per come lo vogliamo vedere noi, fatto di passione, cultura e formazione. Tutto questo e molto altro è il podcast di Cambiodicampo.Scopri di più su di noi al nostro sito cambiodicampo.com e scopri le nostre offerte formative su learn.cambiodicampo.com
Lo avete visto il video di Antonio Conte? Ecco, probabilmente servirà ad alimentare questa diatriba.Costruire dal basso o non costruire dal basso? Sembra che tra allenatori se ne stia facendo una questione ideologica, come se a schierarsi dall'una o dall'altra parte possa portare qualche vantaggio. Eppure, secondo noi, il tema è da sempre vivo ma è stato centrale nell'intendersi "allenatori".Perchè essere allenatori, appunto, significa qualcosa di più.In questo episodio troverai non le solite discussioni ma le idee che, per certi versi, possono porre un punto definitivo alla discussione.
Xavi Hernandez, sul metodo Barcellona "Noi intendiamo il calcio come spazio-tempo"Fu da allora che moltissimi allenatori in tutta Italia riconobbero spazio e tempo come due variabili al quale prestare attenzione come se, in qualche modo, esse governassero il gioco.In un certo senso, questo può essere vero. Ma perché esistono ? Cosa le contraddistingue e, soprattutto, sono davvero allenabili?In questo episodio capiremo da cosa dipendono spazio e tempo, comprendendo in maniera molto semplice cosa bisogna considerare quando le si vuole "allenare"
In questo episodio scopriremo cos'è la self-efficacy, termine coniato durante le ricerche da Albert Bandura, che ancora oggi è pieno di significato ed è base di numerosissime ricerche in ambiti di apprendimento e insegnamento. Parleremo di quali sono le implicazioni pratiche per noi allenatori, per comprendere come tenere in considerazione la percezione di propria efficacia al fine di potenziarla nei nostri giocatori. Comprenderemo, inoltre, il significato del modello psicologico del "Lotus of control" e capiremo quali sono i 4 elementi fondamentali con cui si può agire per manipolare il senso di autoefficacia: il feedback, il supporto sociale, il "goal setting" e il self-talk (o dialogo interno).Buon ascolto!Fonti auterevoli e consigliate:Examining the sources of self-efficacy for physical activity within the sport and exercise domains (Samson e Solmon, 2011); Cinque lezioni leggere sull'emozione di apprendere (Daniela Lucangeli)
Oggi siamo con Aldo Comi, Co-founder di Soccerment, una società che sviluppa sistemi innovativi per raccogliere e analizzare le prestazioni calcistiche attraverso l'uso dei dati.Insieme ad Aldo affrontiamo un argomento Taboo: l'uso dei dati nel processo di decisioni di ogni stakeholder dell'attività calcistica.Questo episodi è per ciò è interessato ai dati ma, soprattutto, per chi è ancora scettico sul loro positivo utilizzo nello sport giocato e non solo.Perché si ha ancora fatica ad abbracciare questa "innovazione fredda" nel calcio? Scopriamolo in questo episodio.