Un inviato virtuale in libreria per scoprire le ultime novità. In ogni puntata interviste dal vivo a scrittori italiani e stranieri per parlare dei protagonisti dei romanzi, dei temi, ma anche dei retroscena. Con uno stile informale Alessandra Tedesco ci fa conoscere aspetti inediti degli autori famosi e ci porta alla scoperta di scrittori meno noti. Un modo per orientarsi nella vasta produzione editoriale e scegliere il libro adatto a sé.
"Il pappagallo muto" di Maurizio de Giovanni e "Come sale sulla pelle" di Anna PavignanoTorna il personaggio di Sara Morozzi, creato dalla penna di Maurizio de Giovanni e che era comparsa per la prima volta nel 2018, prima in un racconto e poi nel romanzo "Sara al tramonto". Sara è una ex dei servizi segreti, dove aveva lavorato per anni, distinguendosi per una sua capacità particolare: riuscire a interpretare il cosiddetto linguaggio non verbale e leggere le labbra. Ha grandi dolori alle spalle, lo ricordiamo la morte di Massimiliano, il grande amore della sua vita, e anche la morte del figlio. Dopo anni di lavoro insieme alla collega Teresa, ora è in pensione e passa molto tempo ai giardinetti con l'amato nipotino, ma i servizi hanno bisogno nuovamente di lei. Bisogna effettuare un'intercettazione particolare: è previsto un incontro fra persone che hanno a che fare con gli assetti petroliferi internazionali. Si potrebbero utilizzare le nuove tecnologie, ma ci sarebbero contromisure per schermare le intercettazioni. Per questo torna in campo Sara Morozzi. Tutto questo accade nel romanzo "Il pappagallo muto" di Maurizio de Giovanni (Rizzoli).Nella seconda parte parliamo di "Come sale sulla pelle" (Piemme) di Anna Pavignano che ha sceneggiato, lo ricordiamo, tutti i film di Massimo Troisi da "Ricomincio da tre" a "Il Postino", per il quale fu candidata all'Oscar. Un romanzo che parla di discriminazione per circostanze e situazioni diverse. Siamo vicino ad Alba, in Piemonte, alla fine dell'Ottocento. Camilla da bambina ha un incidente e i genitori devono prendere una decisione difficile: farle amputare una gamba per garantirle la sopravvivenza. Camilla sarà così discriminata per la sua disabilità. Discriminati e isolati anche i suoi genitori, colpevoli, secondo i compaesani, di non aver voluto rispettare il volere di Dio e il destino, dando appunto il consenso all'amputazione. Camilla fortunatamente ha un carattere forte e determinato e risponde spesso a tono a chi la discrimina o a chi critica la sua storia d'amore con Felice, uno studente di medicina di una famiglia che si è arricchita. La discriminazione sarà anche quella che subirà lo stesso Felice quando, cacciato dai genitori che si oppongono al matrimonio con Camilla, andrà a lavorare nelle saline in Francia, dove gli italiani sono visti come nemici.
Ancora una puntata speciale del Cacciatore di libri Estate dedicata a gialli, thriller e noir. Interviste a: Scott Turow, re dei legal thriller americani, Maurizio de Giovanni con una nuova avventura di Sara Morozzi, ex agente dei servizi, Cristina Cassar Scalia con il nuovo personaggio di Scipione Macchiavelli nella Sicilia anni '60 e Alessandro Robecchi con una black commedy sui killer su commissione.Ospite del caffè letterario: Marzia Ferrigolo della libreria "La Giratempo" di Nerviano (Milano).
Un romanzo che ci porta nel cuore della Sardegna nel 1917. Mallena è arrivata a Norolani quindici anni prima e qui fa la levatrice empirica, nel senso che non ha studiato per fare questo mestiere, fra l’altro non sa né leggere né scrivere, ma il suo è un mestiere antico, appreso attraverso la pratica. In più Mallena conosce il potere delle erbe e dei rimedi naturali. Quando il marito torna dalla guerra dopo aver perso una gamba, c’è bisogno di soldi per le medicine oltre che per crescere i due figli, e così Mallena decide di chiedere al sindaco di essere pagata per i servizi che ha sempre prestato alle donne gratuitamente. Per tutta risposta le autorità fanno arrivare dal Continente un’ostetrica professionista che non conosce le tradizioni e la cultura delle donne del luogo. Questa è la trama di "La levatrice", opera prima di Bibbiana Cau (Nord).
Raccontare la biografia di uno scrittore o di un poeta, intrecciandola alla propria vita e soprattutto alle emozioni che quelle letture hanno suscitato, è diventata la caratteristica di Paolo Nori. Era già successo con Dostoevskij in "Sanguina ancora" e poi con la poeta Anna Achamatova in "Vi avverto che vivo per l'ultima volta". Accade ora con il poeta Raffaello Baldini nel romanzo "Chiudo la porta e urlo" (Mondadori). L'opera di Baldini, poeta che scriveva nel dialetto di Santarcangelo di Romagna e poi traduceva lui stesso in italiano, emerge attraverso la vita e le riflessioni di Paolo Nori. Ci sono come sempre Togliatti, ossia la madre di sua figlia soprannominata Battaglia, c'è la nonna Carmela, c'è il ricordo delle due volte in cui Nori ha rischiato di morire, c'è la passione per la lingua e la letteratura russa e ci sono le riflessioni esistenziali in alcuni casi suscitate proprio dalle poesie di Raffaello Baldini.
Una storia di riscatto è quella che si racconta nel romanzo "Le condizioni ideali", opera prima di Mokhtar Amoudi (Gramma - traduz. Elena Cappellini). È una storia che trae spunto dalla vita dello stesso autore. Il protagonista è un bambino, Sander, di madre algerina che viene dato in affido fin da piccolo. Quando però la prima madre affidataria muore deve essere assegnato ad altri genitori: lui vorrebbe una famiglia francese, ma la madre naturale sceglie una donna marocchina che cresce diversi minorenni solo per incassare l'assegno dei servizi sociali. Tutto questo avviene in una banlieu parigina dove la violenza e i crimini sono la normalità e dove Skander si sente diverso dagli altri: lui ama studiare e adora il vocabolario. Ma arrivato alle superiori, il contesto finirà per fagocitarlo.
Madri, padri, relazioni familiari. Elementi spesso al centro dei romanzi in qualunque epoca storica. In questa puntata speciale del Cacciatore di libri Estate, parliamo di romanzi che narrano le complesse geometrie delle famiglie, i legami e i non detti. Interviste a: Andrea Bajani, vincitore del Premio Strega 2025, Nadia Terranova, con un romanzo che cerca di ricostruire le vicende della bisnonna che aveva passato alcuni giorni in un manicomio, Mario Desiati che torna sul concetto di radici familiari e Chiara Marchelli con un romanzo in cui una donna detesta la figlia del suo compagno. Ospite del Caffè letterario: Davide Mosca, direttore della libreria "Verso" a Milano.
Vera è una adolescente, ha un fratello più grande di ben tredici anni. Sarebbe più corretto dire, però, aveva, perché un giorno arriva a casa a una telefonata: suo fratello è stato investito da un treno. Vera aveva con C’è, così lo chiamava, un rapporto veramente simbiotico, nonostante la grande differenza di età. Dopo la sua scomparsa, i genitori eludono le domande che Vera fa sul fratello e lei si sente sempre più sola e inadeguata, anche rispetto a quel fratello amato, ma anche invidiato perché era considerato dai genitori quasi perfetto. Un giorno Vera inizia a sentire la voce del fratello nella sua testa. I compagni di scuola pensano che sia matta. L’unica a darle credito è Ginevra, detta Gin, destinata a diventare la sua migliore amica. Tutto questo è raccontato in "Quel posto che chiami casa" di Enrico Galiano (Garzanti). Un romanzo commovente che parla di amore fra un fratello e una sorella, ma che parla anche di adolescenti, della difficoltà di trovare un posto nel mondo, del sentirsi inadeguati, un romanzo che parla della gara all’essere perfetti e di disturbi mentali.
"L'orso bianco era nero - Storia e leggenda della parola" è il nuovo libro di Roberto Vecchioni (Piemme): una dichiarazione d'amore nei confronti delle parole da parte di un appassionato. Dall'etimologia di alcune parole, all'uso che ne facevano i sofisti, da quanto una singola parola possa dare il senso in una poesia all'utilizzo nel teatro. Questo, però, come si legge nell'introduzione, non è il lavoro di un linguista, piuttosto è l'opera di chi con le parole ci gioca, ne subisce il fascino, ne riconosce anche il potere.
La Storia, quella con la S maiuscola, che entra nelle storie raccontate nei romanzi. In questa puntata speciale del Cacciatore di libri Estate parliamo di romanzi storici, in particolare di narrazioni ambientate durante la Seconda Guerra mondiale. Interviste a: Antonio Scurati, autore di cinque libri della serie M dedicata alla figura di Mussolini, Marco Balzano che ci racconta la storia di fantasia di uno squadrista a Trieste, terra di confine, Erica Cassano con il suo romanzo ambientato a Napoli fra il '43 al '45, e Chiara Francini che mette insieme nello stesso romanzo la guerra, la Resistenza, ma anche gli anni di piombo. Ospite del caffè letterario: Alberto Garlini, uno dei curatori di Pordenonelegge, festival letterario che si svolgerà dal 17 al 21 settembre.
Che cos'è il talento? È qualcosa di innato e dunque non ci costa fatica? Oppure è qualcosa che si acquisisce con l'esperienza e il sacrificio? E che rapporto c'è fra talento e passione? Intorno a queste domande si muovono i protagonisti del romanzo "Il talento della rondine" di Matteo Bussola (Salani). Spesso nei suoi romanzi Bussola ha parlato di fragilità sia degli adulti che dei ragazzi. In questo caso dietro il talento c'è sempre l'ombra della fragilità o quanto meno dell'insicurezza. I protagonisti sono due adolescenti. Brando, che sembra essere nato per la danza classica, un'arte che gli riesce alla perfezione senza fatica. Ha un corpo disegnato per la danza, ma il suo sogno segreto è disegnare. Speculare a Brando c'è invece Ettore: una fisicità completamente diversa, più massiccia, dunque quasi piegata all'arte eterea della danza classica. Per lui la danza è impegno e sacrificio, ma anche desiderio. Il suo talento innato, invece, è proprio il saper disegnare. Insieme a loro c'è l'amica Mirta che li guarda anche attraverso l'obiettivo del cellulare con il quale li fotografa.
"Le sorelle di Lisistrata" (Mondadori) è il nuovo romanzo di Federico Baccomo che aveva esordito nel 2009 con "Studio illegale", diventato anche un film. L'ironia è da sempre una caratteristica che contraddistingue il lavoro di Baccomo (è anche sceneggiatore di Call My Agent Italia), ma in questo romanzo cede quasi subito il passo al sarcasmo e rapidamente quella che sembra essere una commedia pungente scivola nel dramma e diventa tragedia. L'autore immagina un'Italia in cui il Parlamento approva una legge che rende illegale l'interruzione volontaria di gravidanza. Una giovane deputata dell'opposizione, Gaia Zavattini, lancia sui social una provocazione: ipotizza uno sciopero del sesso come aveva fatto Lisistrata, personaggio di una commedia di Aristofane, per costringere gli uomini, ateniesi e spartani, a interrompere la guerra. In questo caso la protesta è per far cancellare questa legge. Da qui una spirale di eventi che portano al dramma. Un romanzo che fa un'analisi spietata della società patriarcale, una feroce disamina dei meccanismi dei social, delle ipocrisie dei politici, della manipolazione della comunicazione.
Un romanzo che prende spunto dalla storia vera della bisnonna dell'autore e che si svolge in Quebec all'inizio del Novecento. Il romanzo è "Kukum" del canadese e Michel Jean (Marcos Y Marcos - traduz. Sara Giuliani). La protagonista è Almanda, un'orfana che viene cresciuta da una coppia che la accoglie per carità cristiana. A 15 anni incontra Thomas, poco più grande di lei, e se ne innamora. Thomas fa parte degli innu, popolazione autoctona del Quebec: sono abituati a vivere in clan familiari nomadi, si spostano in base alle stagioni della caccia, hanno un rapporto molto stretto con la natura. Almanda va via con Thomas e inizia a sentirsi proprio fusa con la natura, si sente veramente sè stessa e libera. Con il passare degli anni, però, Almanda, come tutta la comunità di innu, dovrà affrontare la minaccia dei bianchi che tagliano la legna delle foreste, si impossessano dei territori e li costringono nelle riserve.
Quando l'ironia si tinge di giallo. Puntata speciale del cacciatore di libri Estate dedicata a romanzi che narrano con una certa leggerezza storie di indagini e misteri. Interviste a: Alessia Gazzola, con la sua serie di Miss Bee che mescola romanticismo e giallo alla Agatha Christie, Felicia Kingsley, considerata una delle massime esponenti del genere Romance che però in questo caso crea un mix fra indagine, storia d'amore e l'opera di Shakespeare, Marco Malvaldi con l'ironia dei vecchietti del BarLume e Giancarlo De Cataldo con la serie sul pubblico ministero Manrico Spinori, detto "il contino".Ospite del caffè letterario: Viviana Peloso responsabile della libreria "Vecchie Segherie Mastrototaro" di Bisceglie, in Puglia.
Quando si nomina Cristina Cassar Scalia viene subito in mente il personaggio seriale di Vanina Guarrasi, vicequestore a Catania, protagonista di diversi gialli. Stavolta la scrittrice siciliana ha dato vita a un nuovo personaggio: Scipione Macchiavelli, giovane funzionario di Pubblica sicurezza a metà degli anni '60, a capo del commissariato romano di Via Veneto, quello della Dolce Vita (di cui lui stesso era in parte protagonista) che viene trasferito per punizione a Noto, in Sicilia. Un luogo per lui completamente oscuro. Non ha mai avuto a che fare con crimini particolarmente gravi, mentre appena arriva a Noto, completamente spaesato, deve affrontare la scomparsa di un uomo molto in vista in città. Tutto questo accade nel romanzo è "Delitto di benvenuto" di Cristina Cassar Scalia (Einaudi).
Anita è una prostituta, vende il suo corpo perché non ha alternative. La povertà e la fame piegano sia lei che le sue figlie, Rosa e Ninfa. Le bambine a scuola vengono prese in giro per quello che fa la madre e spesso sono isolate. In più Ninfa sente l'odore della morte, capisce quando qualcuno sta per morire e la gente pensa che abbia dentro di sè il demonio. Ama i libri e questo è un elemento distonico nel contesto di estrema povertà e ignoranza in cui vive. Siamo a Parma e nel romanzo "Quando i fiori avranno tempo per me" di Sara Gambazza (Longanesi) si narra la storia di Anita e delle sue figlie dal 1922 alla fine della guerra.
"Ti ricordi di Sarah Leroy?" è un romanzo che ha avuto un grande successo in Francia, scritto da Marie Vareille (Rizzoli - traduz. Sara Arena). Tutto gira intorno a un mistero, ossia la scomparsa di un'adolescente, Sarah, avvenuta nel settembre del 2001. La sua storia viene raccontata da una narratrice che preferisce restare anonima e che ripercorre le vicende dal '92 in poi. Innanzitutto l'incontro fra Sara e Angelique da bambine in un cimitero al funerale della mamma di Sarah. Poi c'è la loro amicizia, solida e simbiotica, i rapporti di Sarh con la matrigna e i figli di lei. Ma improvvisamente qualcosa spezza il legame fra le due adolescenti e poco tempo dopo Sarah scompare. A distanza di vent'anni Funny, sorella di Angelique, ormai giornalista in carriera, torna nella cittadina per fare un reportage sul quel caso di cronaca. Insieme alla figliastra cercherà di capire cosa era accaduto a Sarah e se chi è finito in carcere è veramente colpevole. Una storia fatta di bugie, omissioni e patti segreti.
La Storia, quella con la S maiuscola, nelle storie narrate nei romanzi. In questa puntata speciale del Cacciatore di libri Estate parliamo di romanzi storici, romanzi che raccontano storie vere o vicende di fantasia inserite però in un contesto reale. Interviste a: Alessandra Selmi, che ci porta alla corte della regina Margherita, Wanda Marasco con la storia vera di Ferdinando Palasciano medico vissuto alla fine dell'800, Bibbiana Cau e il mondo delle levatrici empiriche nella Sardegna della prima guerra mondiale, Tracy Chevalier che ci catapulta nell'isola di Murano della fine del '400 e ci narra una storia che riguarda l'arte dei maestri vetrai. Ospite del caffè letterario: Cristina Di Canio, titolare della libreria "La scatola lilla" a Milano.
Felicia Kingsley, un'autrice da oltre 3 milioni e mezzo di copie vendute, è considerata una delle massime esponenti del genere Romance che sta spopolando negli ultimi anni. "L'amante perduta di Shakespeare" (Newton Compton Editori) è, però, un romanzo leggermente diverso dagli altri, perché è soprattutto un mistery (anche se la storia d'amore non manca). Felicia Kinsley si è divertita a giocare con la storia della letteratura perché tira in ballo Shakespeare, ma anche un po' il conte di Montecristo. Questo è un romanzo che indaga sul mistero dell'identità di William Shakespeare. Il protagonista è Nick Montecristo, che si trova in carcere dove incontra un prete gesuista, José Farias (e qui i richiami al romanzo di Dumas). Farias fa evadere Nick Montecristo con l'obiettivo di fargli commettere furti d'arte su commissione. Il primo incarico? Ritrovare il first folio di Shakespeare, ossia la trascrizione delle opere del Bardo fatta solo dopo la sua morte.
Alice è una sedicenne molto legata alla madre Marta. Questo equilibrio è rotto con l'arrivo in casa del nonno materno che deve passare un periodo di convalescenza dopo un intervento. Un uomo esponente di una cultura maschilista e patriarcale e che, a causa della malattia, diventa un despota capriccioso: fa andar via una badante dopo l’altra e tutto l'accudimento alla fine ricade sulla figlia Marta, cosa che fa infuriare la giovane Alice, che soffre per la remissività della madre. "L'estate che ho ucciso mio nonno" di Giulia Lombezzi (Bollati Boringhieri) è un romanzo dai sentimenti forti che parte dalla rabbia di un'adolescente per arrivare poi a scoperchiare segreti di famiglia, una famiglia in cui quest'uomo si è sempre imposto.
Un vero e proprio diario di viaggio in un paese che sicuramente è pieno di contraddizioni ed è anche poco conosciuto. In "Un viaggiatore sovrappeso in Iran. Diario persiano" (Zolfo) Bernardo Notarangelo racconta il suo terzo viaggio in Iran, sottolineando le differenze socio-politiche rispetto alle sue esperienze precedenti: dall'uso di internet all'obbligo del velo per le donne. Tutto parte con una riflessione sul fatto che c'è un problema di sovrappeso (l'autore dichiara di pesare 96,8 kg per 1,70 m di altezza) e c'è anche qualche piccolo problema fisico. E così, si legge nel libro: "Ripensando al consiglio del mio amico di un tempo, mi sono chiesto cosa avrei potuto fare che fosse al tempo stesso appassionante e che mi facesse dimagrire. E la risposta è venuta naturale: viaggiare".
Prima puntata speciale del Cacciatore di libri Estate dedicata a gialli, thriller e noir. Interviste a: Joel Dicker, lo scrittore svizzero autore di best seller, Donato Carrisi con l'ultimo romanzo della serie con Pietro Gerber, l'addormentatore di bambini, Antonio Manzini con il suo primo romanzo che è stato da poco ripubblicato e Ilaria Tuti, con un libro che mette insieme il giallo e il romanzo storico.Ospite del caffè letterario per i consigli di lettura: Lavinia Manfrotto, proprietaria della Libreria Palazzo Roberti a Bassano del Grappa (Vicenza).
Chi era veramente Albert Einstein? Sicuramente uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, Nobel per la fisica. Ci sono però anche una serie di leggende metropolitane sul suo passato, per esempio il fatto che fosse stato rimandato in matematica. È vero, invece, che aveva iniziato a parlare in ritardo, verso i tre anni e che per questo la domestica lo chiamava "stupido". Tutte queste cose si scoprono nel libro "Fuga dalla meraviglia - La geniale vita di Albert Einstein, fra violini, bussole e calzini", scritto da Federico Taddia con le illustrazioni di Marianna Balducci (Mondadori). Taddia ha scelto di voluto entrare nella testa e nel cuore di Einstein, per restituirci una figura un po' insolita, senza scrivere classica biografia. Un libro trasversale, sicuramente adatto ai ragazzi, ma che va bene anche per gli adulti.
"Nessuno conosce Sayuki" (Bompiani), è il nuovo romanzo di Francesca Scotti, scrittrice italiana che ha vissuto per anni in Giappone. Con uno stile raffinato e asciutto, che fa della sottrazione il suo tratto distintivo, si racconta una storia in cui l'assenza è protagonista. Sayuki è una donna giapponese che vive in Italia e che dopo sette anni di matrimonio si separa dal marito Vittorio. La donna convoca la famiglia di Vittorio per un pranzo e l'invito viene recapitato alla suocera Cecilia, alla cognata Ambra e al cognato Samuele. Tutti temono che Sayuki voglia rivelare un segreto che ognuno di loro ha custodito. Sayuki risulta inafferrabile, i lettori la conoscono soprattutto attraverso i pensieri degli altri personaggi e attraverso i gesti che compie nel suo negozio di fiori. Una presenza sottile e rarefatta che però alla fine risulta essere il pilastro della struttura narrativa: è proprio intorno a lei che gli altri personaggi si definiscono e manifestano le proprie emozioni.
Un romanzo che parla di discriminazione per circostanze e situazioni diverse. Siamo vicino ad Alba, in Piemonte, alla fine dell'Ottocento. Camilla da bambina ha un incidente e i genitori devono prendere una decisione difficile: farle amputare una gamba per garantirle la sopravvivenza. Camilla sarà così discriminata per la sua disabilità. Discriminati e isolati anche i suoi genitori, colpevoli, secondo i compaesani, di non aver voluto rispettare il volere di Dio e il destino, dando appunto il consenso all'amputazione. Camilla fortunatamente ha un carattere forte e determinato e risponde spesso a tono a chi la discrimina o a chi critica la sua storia d'amore con Felice, uno studente di medicina di una famiglia che si è arricchita. La discriminazione sarà anche quella che subirà lo stesso Felice quando, cacciato dai genitori che si oppongono al matrimonio con Camilla, andrà a lavorare nelle saline in Francia, dove gli italiani sono visti come nemici. Tutto questo è raccontato nel romanzo "Come sale sulla pelle" (Piemme) scritto da Anna Pavignano che ha sceneggiato, lo ricordiamo, tutti i film di Massimo Troisi da "Ricomincio da tre" a "Il Postino", per il quale fu candidata all'Oscar.
"Piomba libera tutti" di Marco Malvaldi e "Perduto è questo mare" di Elisabetta RasyTornano i vecchietti del BarLume, personaggi creati da Marco Malvaldi e comparsi per la prima volta nel 2007 nel romanzo "La briscola in cinque" e diventati protagonisti anche di una serie tv. Ora è in libreria "Piomba libera tutti" (Sellerio). Ci sono come sempre Ampelio, Pilade, il Rimediotti, ma, e qui c'è un grande "ma" e anche un piccolo inevitabile spoiler, non c'è più il vecchio Aldo che purtroppo è morto investito da una bicicletta. C'è dunque la questione dell'eredità di Aldo perché eredi universali sono stati nominati nel testamento Massimo, il "barrista", e la sua collega Tiziana. Non manca naturalmente l'indagine che viene portata avanti come sempre dal vicequestore Alice Martelli, spesso e volentieri adiuvata dai vecchietti del Barlume. Questa volta deve indagare sulla morte di una donna detestata da tutti gli altri condomini che viene trovata strangolata nel garage. Si tratta dunque di un'indagine condominiale. Nella seconda parte parliamo di "Perduto è questo mare" di Elisabetta Rasy (Rizzoli), uno dei romanzi finalisti al Premio Strega 2025. L'amicizia profonda con lo scrittore Raffaele La Capria, il rapporto con il padre fatto soprattutto di assenza e il distacco da Napoli, che non è la città pittoresca ma una città che "è l'immagine perfetta delle illusioni perdute, incrocio di rifiuto e rimpianto". L'incontro con La Capria, molto più grande della scrittrice, fa riemergere il ricordo di un padre amato e assente. Elisabetta Rasy ricostruisce la sua infanzia, il rapporto con i genitori, con una madre che la porta via da Napoli e dal padre per andare a Roma. Rivedrà il padre solo alcuni anni dopo, nell'estate del '63, ma lui è un uomo diverso, profondamente malinconico, dorme sempre, affetto molto probabilmente da depressione. E lei, ragazzina, vuole fuggire da quell'atmosfera che è diventata quasi una gabbia.
"Presunto colpevole" di Scott Turow e "Quando i fiori avranno tempo per me" di Sara GambazzaLo scrittore americano Scott Turow è considerato il maestro del legal thriller con oltre 30 milioni di copie vendute. Il suo "Presunto Innocente", datato 1987, è stato un best-seller internazionale. In quel caso era apparso per la prima volta il personaggio del procuratore Rusty Subich, accusato della morte dell'ex amante. Poi era seguito il romanzo "Innocente", in cui sempre Rusty, in qualità di presidente della Corte d'Appello, era stato invece accusato dell'omicidio della moglie. Ora Rusty Subich torna in "Presunto Colpevole" (Mondadori - traduz. Sara Crimi e Laura Tasso). Questa volta Rusty, ormai in pensione, deve coordinare la difesa del figlio adottivo della sua compagna, un ventenne nero, con precedenti di droga, accusato della morte della fidanzata. La ragazza è figlia del procuratore Harrison Porter e questo complica il lavoro della difesa. Nella seconda parte parliamo di "Quando i fiori avranno tempo per me" di Sara Gambazza (Longanesi). Anita è una prostituta, vende il suo corpo perché non ha alternative. La povertà e la fame piegano sia lei che le sue figlie, Rosa e Ninfa. Le bambine a scuola vengono prese in giro per quello che fa la madre e spesso sono isolate. In più Ninfa sente l'odore della morte, capisce quando qualcuno sta per morire e la gente pensa che abbia dentro di sè il demonio. Ama i libri e questo è un elemento distonico nel contesto di estrema povertà e ignoranza in cui vive. Siamo a Parma e nel romanzo si narra la storia di Anita e delle sue figlie dal 1922 alla fine della guerra.
"Il talento della rondine" di Matteo Bussola e "I vestiti della domenica" di Ludovica Elder.Che cos'è il talento? È qualcosa di nato e dunque non ci costa fatica? Oppure è qualcosa che si acquisisce con l'esperienza e il sacrificio? E che rapporto c'è fra talento e passione? Intorno a queste domande si muovono i protagonisti del romanzo "Il talento della rondine" di Matteo Bussola (Salani). Spesso nei suoi romanzi Bussola ha parlato di fragilità sia degli adulti che dei ragazzi. In questo caso dietro il talento c'è sempre l'ombra della fragilità o quanto meno dell'insicurezza. I protagonisti sono due adolescenti. Brando, che sembra essere nato per la danza classica, un'arte che gli riesce alla perfezione senza fatica. Ha un corpo disegnato per la danza, ma il suo sogno segreto è disegnare. Speculare a Brando c'è invece Ettore: una fisicità completamente diversa, più massiccia, dunque quasi piegata all'arte eterea della danza classica. Per lui la danza è impegno e sacrificio, ma anche desiderio. Il suo talento innato, invece, è proprio il saper disegnare. Insieme a loro c'è l'amica Mirta che li guarda anche attraverso l'obiettivo del cellulare con il quale li fotografa.Nella seconda parte parliamo di "I vestiti della domenica", opera prima di Ludovica Elder (Piemme). Le vicende di alcuni personaggi si intrecciano fra la prima guerra mondiale e l'inizio del Fascismo in una terra di confine, Trieste e le colline del Carso. Si racconta la storia di Vittorio Stefàncich, erede di una famiglia che inizialmente era proprietaria terriera e poi aveva creato un'importante impresa di trasporti. Vittorio, tornato dalla guerra, non ha proprio le capacità del padre nella gestione dell'azienda, è un uomo piuttosto taciturno, apparentemente distaccato, però lentamente riesce ad affermarsi nel lavoro. Da una parte dunque c'è questa famiglia Stefàncich, dall'altra la famiglia Pàhor che vive sulle colline del Carso e qui troviamo la giovane Antonia, dal carattere determinato che va a studiare a Trieste. Il romanzo si apre con la vigilia del matrimonio fra Antonia e Vittorio, ma tutto il resto è una ricostruzione delle vicende che vanno dagli anni dieci al giorno appunto delle nozze.
Puntata speciale del Cacciatore di libri dedicata al Premio Strega, assegnato giovedì 3 luglio con una cerimonia al Ninfeo di Villa Giulia a Roma. Vincitore dell'edizione numero 79 è stato Andrea Bajani con il romanzo "L'anninversario" pubblicato da Feltrinelli nell'anno in cui celebra i 70 anni. Feltrinelli torna così a vincere lo Strega dopo 20 anni (l'ultimo era stato Maurizio Maggiani nel 2005). Il romanzo di Bajani ha ricevuto 194 voti dalla giuria composta da 400 Amici della domenica, ossia persone del mondo della cultura, e 300 votanti scelti dagli istituti italiani di cultura all'estero e dalle biblioteche. Con 61 voti di distanza, Elisabetta Rasy con "Perduto è questo mare" (Rizzoli), seguita da Nadia Terranova con "Quello che so di te" (Guanda), Paolo Nori con "Chiudo la porta e urlo" (Mondadori) e Michele Ruol con "Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia" (TerraRossa).
"Sangue marcio" di Antonio Manzini “Sangue marcio” è il primo romanzo scritto da Antonio Manzini, diventato poi noto con la serie con protagonista Rocco Schiavone. “Sangue marcio” fu pubblicato per la prima volta nel 2005 da Fazi, era diventato introvabile e ora, a distanza di vent’anni, è stato ripubblicato da Piemme. L'esordio di Manzini, dunque, nato un po' per caso, con un manoscritto che viene fatto leggere all'amico scrittore Niccolò Ammaniti, che ne intuisce la qualità e lo consegna all'editor Martina Donati. Arriva la pubblicazione e il resto è storia nota. In questo primo romanzo c'è già la qualità narrativa che Antonio Manzini ha poi dimostrato successivamente, ma soprattutto c'è un nucleo tematico che poi caratterizzerà i suoi romanzi: c'è la manipolazione, c'è la violenza, c'è anche la disillusione. Per quanto riguarda strettamente la trama di “Sangue marcio”, ci sono due fratelli, Pietro e Massimo. Da piccoli assistono all'arresto del padre per un crimine orrendo che il lettore apprende lentamente nell'ambito del romanzo. Pietro, fra l'altro, assiste anche al suicidio della madre. È il 1976 e Pietro finisce in un istituto a Torino dove la violenza è la regola, mentre Massimo viene affidato a uno zio. Da adulti, siamo nel 2002, Pietro è diventato un cronista di nera e Massimo è un commissario di polizia. Da due punti diversi devono indagare su un serial killer che uccide giovani donne lasciando sui loro corpi sempre la stessa orribile firma.
"L'amante perduta di Shakespeare" di Felicia Kingsley e "L'amore è un sintomo" di Leonardo MendolicchioFelicia Kingsley, un'autrice da oltre 3 milioni e mezzo di copie vendute, è considerata una delle massime esponenti del genere Romance, ossia storie d'amore, che sta spopolando negli ultimi anni. "L'amante perduta di Shakespeare" (Newton Compton Editori) è però un romanzo leggermente diverso dagli altri, perché è soprattutto un mistery (anche se la storia d'amore non manca). Felicia Kinsley si è divertita a giocare con la storia della letteratura perché tira in ballo Shakespeare, ma anche un po' il conte di Montecristo. Questo è un romanzo che indaga sul mistero dell'identità di William Shakespeare, tanto che in esergo è riportata la seguente frase: "E se Shakespeare fosse stata la più grossa truffa nella storia della letteratura?". Il protagonista è Nick Montecristo, che si trova in carcere dove incontra un prete gesuista, José Farias (e qui i richiami al romanzo di Dumas). Il prete che è in carcere con lui nota in Nick un certo talento che non si limita alla conoscenza delle opere d'arte: per Farias, Nick Montecristo avrebbe le capacità ideali per commettere dei furti su commissione. Per questo riesce a farlo uscire di prigione per ottenere la sua prima commissione: l'inglese Mister Lockridge gli chiede di ritrovare il first folio di Shakespeare, ossia la trascrizione delle opere del Bardo fatta solo dopo la sua morte. Se nella prima parte abbiamo parlato di Felicia Kingsley, considerata una delle massime esponenti del genere Romance, ora cerchiamo di indagare perché lo storie d'amore hanno così tanto successo soprattutto fra i giovani. Lo facciamo con Leonardo Mendolicchio, psichiatra che si occupa in particolar modo di disagio mentale nei giovani. Generalmente nella storia della letteratura si parla dell'amore romantico, di storie che fanno sognare. Lo stesso amore romantico è stata un po' un'invenzione dei romanzieri. Mendolicchio ci propone invece un punto di vista diverso nel suo libro "L'amore è un sintomo. I paradossi dell'amore e del sesso in un mondo che cambia" (Solferino) e ci aiuta a capire il perché del successo del Romance fra le giovani generazioni.
"M - La fine e il principio" di Antonio Scurati Puntata dedicata alla serie "M" nella quale Antonio Scurati ha narrato la nascita e la caduta del fascismo e ha acceso un faro sulle contraddizioni di Benito Mussolini. Il quinto e ultimo volume è "M - La fine e il principio" (Bompiani). Tutto era iniziato con "M - Il figlio del secolo" nel quale si raccontava la nascita del Fascismo che nel 1919 era stato proposto come un movimento progressista in antitesi al vecchiume dell'epoca. Fin da subito, però, il Fascismo ha fatto della violenza il suo modus operandi. Nel corso dei vari libri, che Scurati stesso ha definito "romanzi documentario" in quanto puntellati da documenti d'epoca, lo scrittore ha raccontato le nefandezze del Fascismo, ma soprattutto ha messo in evidenza il comportamento contraddittorio del Duce. Da una parte si presentava come emblema di coraggio e di potere, dall'altra dimostrava ottusità politica, mediocrità e cinismo (per esempio mandando a combattere un esercito mal equipaggiato). In questo romanzo conclusivo si va dal '43 al '45, quindi la caduta del Fascismo decretata dal Gran Consiglio il 28 luglio del '43, la Repubblica di Salò, la guerra civile, l'occupazione nazista, le rappresaglie, insomma violenza e ancora violenza. Con un Benito Mussolini che appare apatico, disilluso, depresso, ma soprattutto che ancora una volta tradisce il suo popolo.
"Quel posto che chiami casa" di Enrico Galiano e "La levatrice" di Bibbiana CauVera è una adolescente, ha un fratello più grande di ben tredici anni. Sarebbe più corretto dire, però, aveva, perché un giorno arriva a casa a una telefonata: suo fratello è stato investito da un treno. Vera aveva con C’è, così lo chiamava, un rapporto veramente simbiotico, nonostante la grande differenza di età. Dopo la sua scomparsa, i genitori eludono le domande che Vera fa sul fratello e lei si sente sempre più sola e inadeguata, anche rispetto a quel fratello amato, ma anche invidiato perché era considerato dai genitori quasi perfetto. Un giorno Vera inizia a sentire la voce del fratello nella sua testa. I compagni di scuola pensano che sia matta. L’unica a darle credito è Ginevra, detta Gin, destinata a diventare la sua migliore amica. Tutto questo è raccontato in "Quel posto che chiami casa" di Enrico Galiano (Garzanti). Un romanzo commovente che parla di amore fra un fratello e una sorella, ma che parla anche di adolescenti, della difficoltà di trovare un posto nel mondo, del sentirsi inadeguati, un romanzo che parla della gara all’essere perfetti e di disturbi mentali.Nella seconda parte parliamo di un romanzo che ci porta nel cuore della Sardegna nel 1917. Mallena è arrivata a Norolani quindici anni prima e qui fa la levatrice empirica, nel senso che non ha studiato per fare questo mestiere, fra l’altro non sa né leggere né scrivere, ma il suo è un mestiere antico, appreso attraverso la pratica. In più Mallena conosce il potere delle erbe e dei rimedi naturali. Quando il marito torna dalla guerra dopo aver perso una gamba, c’è bisogno di soldi per le medicine oltre che per crescere i due figli, e così Mallena decide di chiedere al sindaco di essere pagata per i servizi che ha sempre prestato alle donne gratuitamente. Per tutta risposta le autorità fanno arrivare dal Continente un’ostetrica professionista che non conosce le tradizioni e la cultura delle donne del luogo. Questa è la trama di "La levatrice", opera prima di Bibbiana Cau (Nord).
"Delitto di benvenuto" di Cristina Cassar Scalia e "Le querce non fanno limoni" di Chiara Francini Quando si nomina Cristina Cassar Scalia viene subito in mente il personaggio seriale di Vanina Guarrasi, vicequestore a Catania, protagonista di diversi gialli. Stavolta la scrittrice siciliana ha dato vita a un nuovo personaggio: Scipione Macchiavelli, giovane funzionario di Pubblica sicurezza a metà degli anni '60, a capo del commissariato romano di Via Veneto, quello della Dolce Vita (di cui lui stesso era in parte protagonista) che viene trasferito per punizione a Noto, in Sicilia. Un luogo per lui completamente oscuro. Non ha mai avuto a che fare con crimini particolarmente gravi, mentre appena arriva a Noto, completamente spaesato, deve affrontare la scomparsa di un uomo molto in vista in città. Il romanzo è "Delitto di benvenuto" di Cristina Cassar Scalia (Einaudi). Nella seconda parte parliamo di "Le querce non fanno limoni" di Chiara Francini (Rizzoli). Due piani temporali diversi: da una parte il ventennio fascista con la guerra, il '43 e la nascita della Resistenza; dall'altro c'è l'inizio degli anni '70, gli anni di Piombo e le Brigate Rosse. Un romanzo ricco di personaggi che girano intorno alla protagonista, Delia, arrivata a Campi Bisenzio, in Toscana, nel '56 creando Il Cantuccio, un luogo magico, quasi un luogo dell'anima perché sembra avere anche un tempo sospeso. Delia dà da mangiare e da bere senza fissare un prezzo, ma i clienti fanno delle donazioni volontarie. Un luogo dove tutte le persone vengono accolte. Delia racconta il suo passato da bambina e ragazzina in una famiglia borghese a Firenze, l'ascesa del Fascismo e poi la sua adesione alla Resistenza, ma nello stesso tempo si parla di un tempo presente nel romanzo, cioè il 1973, quando Delia accoglie una ragazza, Irma, che si innamora di un ragazzo che è vicino alle Brigate Rosse.
"Il tallone da killer" di Alessandro Robecchi e i romanzi Romance di RokiaAlessandro Robecchi è uno scrittore conosciuto per i suoi noir sempre un po' graffianti e ironici, con un pizzico di critica sociale. Il suo protagonista seriale è Carlo Monterossi, autore tv che si diletta nelle indagini insieme all'amico detective privato Oscar Falcone. Ma poi ci sono anche i sovrintendenti di polizia Ghezzi e Carella. Stavolta, però, Robecchi ha preso una pausa dai suoi personaggi e ha scritto una black commedy: "Il tallone da killer" (Sellerio). Una commedia nera, dicevamo, che prende in giro con ironia e sarcasmo il mondo dei killer su commissione. I protagonisti sono due uomini, il Biondo e l'uomo con la cravatta, che hanno creato una vera e propria società che si dedica agli omicidi. Chi li vuole ingaggiare deve scrivere un necrologio con alcune parole chiave. Ma anche nel mondo dei killer su commissione c'è concorrenza: c'è chi abbassa troppo i prezzi o fa una sorta di black friday e i due si indispettiscono.Nella seconda parte parliamo di una delle massime esponenti del genere Romance che da anni domina le classifiche. Ha esordito su wattpad, la piattaforma di scrittura, nel 2016 con uno pseudonimo. I suoi scritti hanno avuto milioni di letture e così è stata notata da una casa editrice, Magazzini Salani, che ha iniziato a pubblicare i suoi romanzi. Parliamo di Rokia. I suoi sono amati dalle giovanissime anche perché ha la capacità di raccontare con sensibilità il dolore e il disagio psichico. Il nuovo romanzo si intitola "Guilty - Burn for love" ed è l'atteso seguito di "Guilty - Drunk in love". Ma il debutto era avvenuto nel 2022 con "The truth untold" seguito da "Sindrome".
Puntata speciale del Cacciatore di libri dal 37esimo Salone Internazionale del libro di Torino.
"Le condizioni ideali" di Mokhtar Amoudi e "Kukum" di Michel Jean Una storia di riscatto è quella che si racconta nel romanzo "Le condizioni ideali", opera prima di Mokhtar Amoudi (Gramma - traduz. Elena Cappellini). È una storia che trae spunto dalla vita dello stesso autore. Il protagonista è un bambino, Sander, di madre algerina che viene dato in affido fin da piccolo. Quando però la prima madre affidataria muore deve essere assegnato ad altri genitori: lui vorrebbe una famiglia francese, ma la madre naturale sceglie una donna marocchina che cresce diversi minorenni solo per incassare l'assegno dei servizi sociali. Tutto questo avviene in una banlieu parigina dove la violenza e i crimini sono la normalità e dove Skander si sente diverso dagli altri: lui ama studiare e adora il vocabolario. Ma arrivato alle superiori, il contesto finirà per fagocitarlo. Nella seconda parte parliamo di un romanzo che prende spunto dalla storia vera della bisnonna dell'autore e che si svolge in Quebec all'inizio del Novecento. Il romanzo è "Kukum" del canadese e Michel Jean (Marcos Y Marcos - traduz. Sara Giuliani). La protagonista è Almanda, un'orfana che viene cresciuta da una coppia che la accoglie per carità cristiana. A 15 anni incontra Thomas, poco più grande di lei, e se ne innamora. Thomas fa parte degli innu, popolazione autoctona del Quebec: sono abituati a vivere in clan familiari nomadi, si spostano in base alle stagioni della caccia, hanno un rapporto molto stretto con la natura. Almanda va via con Thomas e inizia a sentirsi proprio fusa con la natura, si sente veramente sè stessa e libera. Con il passare degli anni, però, Almanda, come tutta la comunità di innu, dovrà affrontare la minaccia dei bianchi che tagliano la legna delle foreste, si impossessano dei territori e li costringono nelle riserve.
"Se i gatti potessero parlare" di Piergiorgio Pulixi (Marsilio) e "MissItalia" di Claudia Durastanti (La nave di Teseo) Un autore poliedrico, dai thriller inquietanti ai cosiddetti cozy crime, ossia gialli confortevoli, caratterizzati da una certa leggerezza. Parliamo di Piergiorgio Pulixi, Premio Scerbanenco 2019 con "L'isola delle anime". In quel caso si trattava di un thriller dalle tinte forti, mentre ora è in libreria con "Se i gatti potessero parlare" (Marsilio), una sorta di sequel del romanzo di successo "La libreria dei gatti neri". Si tratta di un cozy crime, ma anche di un giallo dalla camera chiusa alla Agatha Christie. A bordo di una nave che fa una mini crociera letteraria c'è il famoso scrittore di gialli Aristide Galeazzo che durante il viaggio incontrerà i lettori e scriverà l'ultima parte del romanzo in uscita. Lo scrittore però ha annunciato alla sua casa editrice che farà morire il suo personaggio seriale, cosa che scatena il panico. A bordo anche Marzio Montecristo, un uomo burbero proprietario della libreria frequentata dai due gatti neri, che dovrà indagare su un delitto che avviene durante la crociera.Nella seconda parte parliamo di "MissItalia" di Claudia Durastanti (La nave di Teseo). Un romanzo stratificato diviso in tre parti: ci sono tre protagoniste diverse, tre epoche diverse, ma un solo luogo, la Val d'Agri in Basilicata. All'inizio del romanzo siamo a metà '800: Amalia Spada accoglie in casa alcune ragazze abbandonate, oltre a viandanti e fuggitivi (siamo nel periodo del brigantaggio e della guerra contro i piemontesi). Un visconte vuole costruire una fabbrica presentandola come occasione di lavoro e di progresso. Nella seconda parte siamo improvvisamente dagli anni '50 e la protagonista è Ada che lavora in una rivista finanziata da un magnate degli idrocarburi: va in Val d'Agri per realizzare un reportage e finirà per diventare una spia per la sua vicinanza con il magnate che in Lucania vuole costruire pozzi di petrolio. Infine veniamo catapultati nel futuro, nel 2050, dove la Val d'Agri è sede di uno spazio-porto da dove partono le missioni per la luna: in questo caso la protagonista, A, deve affrontare una complessa procedura per andar via dal mondo nuovo e tornare sulla terra.
"L'orso bianco era nero" di Roberto Vecchioni (Piemme) e "La mezz'ora della verità" di Yari Selvetella (Mondadori) "L'orso bianco era nero - Storia e leggenda della parola" è il nuovo libro di Roberto Vecchioni (Piemme): una dichiarazione d'amore nei confronti delle parole da parte di un appassionato. Dall'etimologia di alcune parole, all'uso che ne facevano i sofisti, da quanto una singola parola possa dare il senso in una poesia all'utilizzo nel teatro. Questo, però, come si legge nell'introduzione, non è il lavoro di un linguista, piuttosto è l'opera di chi con le parole ci gioca, ne subisce il fascino, ne riconosce anche il potere. Nella seconda parte parliamo di "La mezz'ora della verità" di Yari Selvetella (Mondadori). L'autore ha immaginato una app, chiamata Varami, in grado di rivelare se le cose che vengono dette siano vere o false. La voce narrante è quella di Valentino, uomo piuttosto solitario senza grandi passioni tranne osservare le vite degli altri. Accanto a lui una serie di personaggi che abitano nello stesso condominio. Tutti iniziano a testare questa app della verità e lo fanno soprattutto su questioni personali per scoprire per esempio dei tradimenti, ma quando due ragazzi iniziano a intervistare per strada le persone, sottoponendo le loro parole alla app e diffondendo i video sui social, si scatenano una serie di conseguenze.
Il libro della settimana: "Mie magnifiche maestre" di Fabio Genovesi (Mondadori)
"Mie magnifiche maestre" di Fabio Genovesi (Mondadori) e "Nessuno conosce Sayuki" di Francesca Scotti (Bompiani). Con i suoi romanzi Fabio Genovesi ci ha portato spesso nel suo mondo familiare: una famiglia allargata fatta di genitori, nonni, zii e amici. Una dimensione di tenerezza, di affetto e di cura che torna in "Mie magnifiche maestre" (Mondadori). Nella settimana in cui sta per compiere 50 anni, arrivano in sogno allo scrittore le donne della sua famiglia ormai scomparse. Se gli insegnamenti degli uomini erano stati più pragmatici e immediati perché c'era anche il tentativo di costruire un'identità maschile, le donne hanno trasmesso insegnamenti diversi. C'è la trisnonna Isolina, la zia Gilda che lo portava sempre ai funerali inventando storie fantastiche, la zia Irene che lo fa innamorare del cinema. Con uno stile poetico e delicato, con il suo tradizionale sguardo sghembo e critico sulla realtà, Fabio Genovesi ci consegna un romanzo sul senso delle vite: la propria e quelle degli altri. Nella seconda parte parliamo di "Nessuno conosce Sayuki" (Bompiani), nuovo romanzo di Francesca Scotti, scrittrice italiana che ha vissuto per anni in Giappone. Con uno stile raffinato e asciutto, che fa della sottrazione il suo tratto distintivo, si racconta una storia in cui l'assenza è protagonista. Sayuki è una donna giapponese che vive in Italia e che dopo sette anni di matrimonio si separa dal marito Vittorio. La donna convoca la famiglia di Vittorio per un pranzo e l'invito viene recapitato alla suocera Cecilia, alla cognata Ambra e al cognato Samuele. Tutti temono che Sayuki voglia rivelare un segreto che ognuno di loro ha custodito. Sayuki risulta inafferrabile, i lettori la conoscono soprattutto attraverso i pensieri degli altri personaggi e attraverso i gesti che compie nel suo negozio di fiori. Una presenza sottile e rarefatta che però alla fine risulta essere il pilastro della struttura narrativa: è proprio intorno a lei che gli altri personaggi si definiscono e manifestano le proprie emozioni.
"Una questione di soldi" di Gabriella Genisi e "L'estate che ho ucciso mio nonno" di Giulia Lombezzi "Una questione di soldi" (Sonzogno) è il nuovo romanzo di Gabriella Genisi con protagonista Lolita Lobosco, commissaria della sezione omicidi di Bari che ha ispirato anche una serie tv. Su Lolita pesa la morte del padre, ucciso quando lei era piccola. Lolita è arrivata ai 50 anni, accanto a lei c'è sempre l'amica di una vita, Marietta, procuratore capo, mentre dal punto di vista sentimentale ha lasciato Giancarlo Caruso a causa dei suoi ripetuti tradimenti. Sul fronte professionale deve indagare sulla morte di una donna, Margherita, caduta dal balcone di casa: fin da subito Lolita intuisce che si tratti di omicidio ed è particolarmente turbata da questa indagine perché la vittima le somiglia fisicamente e anche un po' caratterialmente. Nella seconda parte parliamo di "L'estate che ho ucciso mio nonno" (Bollati Boringhieri) di Giulia Lombezzi. Alice è una sedicenne molto legata alla madre Marta. Questo equilibrio è rotto con l'arrivo in casa del nonno materno che deve passare un periodo di convalescenza dopo un intervento. Un uomo esponente di una cultura maschilista e patriarcale e che, a causa della malattia, diventa un despota capriccioso: fa andar via una badante dopo l’altra e tutto l'accudimento alla fine ricade sulla figlia Marta, cosa che fa infuriare la giovane Alice, che soffre per la remissività della madre. Un romanzo dai sentimenti forti che parte dalla rabbia di un'adolescente per arrivare poi a scoperchiare segreti di famiglia, una famiglia in cui quest'uomo si è sempre imposto.