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Per l'evento che lega tanti licei in tutta Italia, gli studenti tortonesi rappresentano alla sala polifunzionale "Le nuvole", commedia di Aristofane. Nello spazio condotto da Brocks, l'insegnante Manuela Bonadeo presenta lo spettacolo
Federico Baccomo"Le sorelle di Lisistrata"Mondadori Editorewww.mondadori.itItalia, domani, anzi oggi.Era nell'aria da un po' e alla fine è successo: il neonato governo di destra, guidato dal presidente del Consiglio Diego Cederna, ha approvato la cosiddetta “Legge della Buona Vita”, che spazza via la storica Legge 194 del '78 sull'interruzione volontaria di gravidanza: in Italia l'aborto diventa reato.Tra le tante voci che si levano in protesta, c'è quella di Gaia Zavattini, giovane parlamentare dell'opposizione, che, impotente e amareggiata, posta sui social uno sfogo che suona come una chiamata alle armi. Rievocando l'antica ribellione di Lisistrata, la protagonista della più celebre commedia di Aristofane, invita le donne a sottrarre il loro corpo al desiderio degli uomini, a fare un vero e proprio sciopero del sesso fino a quando quella mostruosa legge, che proprio sul corpo delle donne agisce, non sarà cancellata. Quello di Gaia è uno slancio impulsivo figlio di rabbia e frustrazione, ma l'iniziativa diventa inaspettatamente virale, attirando un numero enorme di adesioni femminili, che cresce di giorno in giorno. È l'inizio di una feroce battaglia che vedrà il paese spaccarsi a metà, diviso tra il movimento delle Sorelle di Lisistrata, guidato dalla pacifica ma risoluta Gaia, e i sostenitori della Legge della Buona Vita, capeggiati dal cinico premier e da un esagitato ministro della Famiglia. Le conseguenze sociali e politiche dello scontro saranno più assurde e violente di quanto chiunque avrebbe potuto prevedere.Federico Baccomo sfodera la sua penna più brillante, caustica e dissacrante e inventa una geniale provocazione letteraria: un romanzo che risuona come un'inquietante profezia.Federico Baccomo è nato a Milano nel 1978. È autore di diversi romanzi, tra cui Studio illegale (Marsilio, 2009) e Woody (Giunti, 2015). Per Mondadori ha pubblicato Che cosa c'è da ridere (2021) e Sull'isola (2023). Oltre ai romanzi, scrive per il cinema, il teatro e la televisione. Ha sceneggiato, tra le altre, la serie tv Call my agent – Italia, per la quale ha vinto il Nastro d'Argento.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
La follia e i deliri che hanno caratterizzato gli ultimi anni di vita di Ferdinando Palasciano, medico vissuto alla fine dell'800, sono al centro del romanzo "Di spalle a questo mondo" (Neri Pozza) di Wanda Marasco. Con una prosa lirica, un lessico ricercato e uno stile immaginifico, l'autrice racconta in un mix di realtà e fantasia la vita di Palasciano, una vita ossessionata dall'idea della cura: voleva curare tutti anche i poveri e i nemici in guerra (cosa che fece e per la quale fu condannato a morte ricevendo poi la grazia dal Re). Il racconto parte il 2 novembre del 1887 quando, dopo l'ennesimo delirio, la moglie Olga fece internare Ferdinando. Nel romanzo si intrecciano così la narrazione del dolore mentale e il racconto del passato sia di Ferdinando che di Olga, arrivata a Napoli dalla Russia dove aveva vissuto un'infanzia durissima con la madre affetta da disturbi psichici. Nella seconda parte parliamo di "Le sorelle di Lisistrata" (Mondadori), nuovo romanzo di Federico Baccomo che aveva esordito nel 2009 con "Studio illegale" diventato anche un film. L'ironia è da sempre una caratteristica che contraddistingue il lavoro di Baccomo (è anche sceneggiatore di Call My Agent Italia), ma in questo romanzo cede quasi subito il passo al sarcasmo e rapidamente quella che sembra essere una commedia pungente scivola nel dramma e diventa tragedia. L'autore immagina un'Italia in cui il Parlamento approva una legge che rende illegale l'interruzione volontaria di gravidanza. Una giovane deputata dell'opposizione, Gaia Zavattini, lancia sui social una provocazione: ipotizza uno sciopero del sesso come aveva fatto Lisistrata, personaggio di una commedia di Aristofane, per costringere gli uomini, ateniesi e spartani, a interrompere la guerra. In questo caso la protesta è per far cancellare questa legge. Da qui una spirale di eventi che portano al dramma. Un romanzo che fa un'analisi spietata della società patriarcale, una feroce disamina dei meccanismi dei social, delle ipocrisie dei politici, della manipolazione della comunicazione.
Una nuova croccante rubrica di cultura in salsa pop, in cui parliamo di un po' di cose che forse non sai, o che magari sai già ma nessuno ti ha mai raccontato così! Opera Pop Corn
Aristofane aveva già capito tutto? Scopriamolo!Opera Pop Corn
In questo audio il prezioso incontro con Luciano Canfora storico e Lucia Votano fisica. L'intervista è in Contemporaneamente di Mariantonietta Firmani, il podcast divulgato da Artribune.com e Parallelo42.it In Contemporaneamente podcast trovate incontri tematici con autorevoli interpreti del contemporaneo tra arte e scienza, letteratura, storia, filosofia, architettura, cinema e molto altro. Per approfondire questioni auliche ma anche cogenti e futuribili. Dialoghi straniati per accedere a nuove letture e possibili consapevolezze dei meccanismi correnti: tra locale e globale, tra individuo e società, tra pensiero maschile e pensiero femminile, per costruire una visione ampia, profonda ed oggettiva della realtà. Luciano Canfora e Lucia Votano ci raccontano di storia e fisica, disvelamento scientifico del mondo naturale ed evoluzioni del pensiero e delle civiltà umane. Nel processo storico di evoluzione, il Nuovo Testamento incarna dogmatismo e diffusione popolare; il GPS, preciso per usi militari, è appositamente degradato per usi civili. Al momento del big bang materia e antimateria erano paritetiche, dunque deve essere accaduta una piccola asimmetria, di cui sembra essere causa il neutrino. Inoltre, tutte le disuguaglianze difese con ipocrisia velleitaria si riconducono alla pulsione belluina che si annida anche in modo preterintenzionale e si chiama razzismo. Ed anche, vista la predominanza della tecnologia nella società contemporanea, c'è bisogno di cittadinanza scientifica, ovvero conoscenza scientifica e matematica sono fondamentali, e molto altro. GUARDA IL VIDEO!! https://youtu.be/RSLrvBJwYdo BREVI NOTE BIOGRAFICHE DEGLI AUTORI Luciano Canfora Professore Emerito dell'Università di Bari dove ha insegnato Filologia classica, Papirologia, Letteratura latina, Storia greca e romana. Studia problemi di storia antica, storia della tradizione e storia degli studi classici.Tra le sue ricerche: storia d'Europa nell'età della Rivoluzione francese e dell'Impero; storia dei conflitti ideologico-culturali in Europa tra Otto e Novecento. È anche Direttore del Dipartimento di Storia dell'Università della Repubblica di San Marino. Inoltre, dirige la rivista «Quaderni di storia» e collabora con il «Corriere della Sera». Fa parte del comitato direttivo e scientifico di riviste e associazioni internazionali e ha ottenuto numerosi premi e onorificenze. Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo: La schiavitù del capitale, 2017; Cleofonte deve morire. Teatro e politica in Aristofane 2017. Ed anche: La scopa di don Abbondio. Il moto violento della storia 2018; Il sovversivo. Concetto Marchesi e il comunismo italiano 2019. Poi: Europa, gigante incatenato 2020; Il tesoro degli Ebrei 2021; Tucidide e il colpo di Stato, 2021;La democrazia dei signori 2022. Infine: Catilina. Una rivoluzione mancata 2023; Dante e la libertà 2023; Sovranità limitata 2023. Lucia Votano, fisica, laurea in Fisica Generale all'Università La Sapienza di Roma, ricercatrice INFN dal 1976; ha lavorato al CERN di Ginevra, al DESY di Amburgo. Approda al Laboratorio Nazionale del Gran Sasso dell'INFN, che dirige, prima donna, dal 2009 al 2012, partecipando tra i molti, all'esperimento OPERA.Si occupa di fisica astro-particellare, un settore alla congiunzione tra astrofisica, cosmologia e studio delle interazioni fondamentali delle particelle elementari. Attualmente partecipa all'esperimento “JUNO” in Cina Meridionale con 600 scienziati 60% sono cinesi, il 40% europei, russi, asiatici e statunitensi. Costo 350 Milioni di dollari, finanziato al 95% dall'Accademia Cinese delle Scienze. Inoltre, grande divulgatrice, è nella Giuria del Premio Internazionale NordSud di Letteratura e Scienza; e del Premio internazionale Cosmos di divulgazione scientifica. È anche autrice di trecento articoli su riviste internazionali e tre libri; presiede la giuria del premio “l'Oreal Italia per le Donne e la Scienza”. Infine, è stata membro di molti autorevoli istituzioni scientifiche come: Strategy Group del CERN. Consiglio Scientifico dell'ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. È anche nel CdA dell'Università Degli Studi Roma Tre, membro onorario della Società Italiana di Fisica, riceve numerosi premi e onorificenze.
Giuseppe Zanetto"L'Iliade"La guerra di Troia raccontata da vinti e vincitoriIllustrazioni di Camilla PintonatoFeltrinelli Kidswww.feltrinellieditore.itLa guerra di Troia è finita da oltre dieci anni. Siamo a Ftia, dove Andromaca, vedova del grande guerriero troiano Ettore, è stata portata come schiava dal figlio di Achille; dalla loro unione è poi nato Molosso. È proprio questo ragazzino curioso, figlio di un principe greco e di una schiava troiana, a voler conoscere la storia della guerra.Nel palazzo di Ftia non si fa che parlare delle prodezze di Achille, nonno di Molosso, ma il ragazzino è abbastanza grande per capire che sua madre ha sofferto moltissimo dopo la sconfitta di Troia. Eppure, se i Greci non avessero vinto, Molosso non sarebbe nato… Comunque il ragazzino non si stanca di fare domande ai familiari e ai visitatori che arrivano al palazzo: vuole sapere tutto sulla guerra di Troia.Prende così forma l'Iliade, con le stesse scene e i personaggi di Omero, narrata attraverso i ricordi dei protagonisti e nella prospettiva di un ragazzo che vuole conoscere la sua storia.“E poi, siamo davvero sicuri che la gloria sia così importante?” disse Achille. “Cavalli e buoi si possono perdere, e poi riguadagnare. Ma la vita no.”Giuseppe Zanetto insegna letteratura greca alla Statale di Milano. I suoi campi di ricerca sono la poesia arcaica, il teatro attico, la prosa di età imperiale. Ha pubblicato edizioni degli Uccelli di Aristofane, del Reso di Euripide, degli Inni Omerici; ha curato raccolte di testi (I miti greci; Il romanzo antico), e traduzioni commentate di Euripide, Platone, Terenzio. È anche un appassionato frequentatore della Grecia di oggi, dove ogni anno accompagna gruppi di studenti e amici. Un suo libro di itinerari greci (Entra di buon mattino nei porti) è stato pubblicato nel 2012 da Bruno Mondadori. Per "Feltrinelli Kids", In Grecia. Terra di miti dei ed eroi (2014), L'Odissea di Omero (2015), Siamo tutti greci (2018), Miti di ieri, storie di oggi (2020) e L'Iliade. La Guerra di Troia raccontata da vinti e vincitori (2023).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Vittime e testimoni dell'orrore di cui è capace il genere umano, ma anche combattenti e portatrici di istanze pacifiste: il ruolo delle donne nelle guerre che hanno segnato la nostra storia. Dalle figure femminili delle grandi tragedie greche e latine alla resistenza partigiana, dalla Lisistrata di Aristofane alle lotte per i diritti di Malala, giovane premio Nobel per la Pace. - Hai commenti o suggerimenti? Scrivi alla redazione: podcast@deascuola.it
Nella Grecia arcaica e classica il simposio era un momento importante di incontro tra gli esponenti di uno stesso gruppo sociale e politico: nel bere assieme si rinsaldavano i legami di amicizia e di partito, si componevano liriche o si cantavano i poeti più celebri, si conversava, si scherzava, si amoreggiava. Platone ci descrive un simposio di stampo tradizionale, ma reso unico dalla presenza di Socrate. L'ambientazione è a casa del giovane tragediografo Agatone, che ha conseguito il giorno prima la vittoria al festival teatrale delle Dionisie, e completa i festeggiamenti pubblici con una cena tra pochi intimi, di cui Socrate sarà l'ospite d'onore. L'intrattenimento raffinato di questa serata d'eccezione sarà costituito da una serie di encomi su Amore: a turno, tutti i commensali si cimenteranno in un discorso di lode, fino a che Socrate, riferendo l'insegnamento ricevuto dalla sacerdotessa Diotima, raggiungerà le vette più alte del lirismo e della filosofia. Ma Platone si diverte a rappresentarci uno per uno tutti i personaggi presenti (il giovane Fedro, il politico Pausania, il medico Erissimaco, il poeta comico Aristofane, lo stesso Agatone) riproducendone attraverso il modo di parlare il carattere e la posizione sociale. Tutto si svolge con le regole della più elegante buona educazione, finché sulla scena irrompe Alcibiade ubriaco… Continue reading
quando da vecchi ben pensanti quali siamo, ci scandalizziamo per le battute sboccate di Aristofane, poi ci complimentiamo con Maria Pia, autrice dell'offerta al momento più sugosa per la Diamond Edition di 28 sfocature di maron, infine c'è anche spazio per un entusiasmante Bello Notizie
Sino a domenica 8 maggio è in scena al Teatro stabile Sloveno di Trieste LA FATTORIA DEGLI UCCELLI Utopia. Coprodotta dal Teatro Stabile Sloveno, Teatro Capodistria tratta da Gli Uccelli di Aristofane, che la scrisse nel quinto decimo a.C. racconta l'ascesa politica di una donna. Lo spettacolo traspone la commedia antica classica in una forma aggiornata che tuttavia nello stile conserva sia i contenuti che alcune caratteristiche e modalità del teatro antico citando cliché umoristici tipici della commedia attica, in un dialogo continuo tra elementi del teatro antico e contemporaneo. La storia è semplice: un ateniese insoddisfatto della propria città e dei concittadini parte alla ricerca di una svolta immagina uno stato a propria misura. Nonostante il testo abbia oltre duemila anni, i suoi contenuti si prendono amaramente gioco di dinamiche e degenerazioni umane che rimangono immutate. rappresenta le dinamiche e le trappole del potere. Autrice dell'adattamento è Jera Ivanc che sostituisce il protagonista maschile della commedia originale con una protagonista femminile, Pistetera, che con la sua dialettica inganna uno stormo intero di uccelli. Quella che all'inizio sembra una buona e morale “ornitocrazia” si trasforma presto in qualcosa di diverso, dimostrando quanto l'abuso di potere e la corruzione siano una pericolosa tentazione che travolge chi governa e gli arrampicatori sociali. Ma una commedia di qualità contiene sempre più strati di senso e in questa sotto alle risate, alla parodia e alle piume colorate si nasconde la sarcastica analisi dei giochi di potere, che offre parallelismi con molte situazioni simili nel mondo reale, quello “sotto le nuvole”. Il regista Jaka Ivanc ha scelto invece la forma ibrida della commedia musicale, alla quale contribuiscono le musiche originali di Davor Herceg. Il light design è stato creato da Jaka Varmuž. Coreografie e canto sono stati realizzati con il contributo dei coach Miha Krušic e Andrejka Možina. I costumi realizzati da Andrej Vrhovnik danno allo stormo colorato di volatili diversi, agli dei dell'Olimpo e agli altri personaggi (alcuni dei quali provenienti anche da celebri film di animazione) un'immagine di forte impatto che veste il ruolo, ma offre anche elementi semantici per interpretarlo. Gli attori del teatro triestino e capodistriano Nikla Petruška Panizon e Igor Štamulak interpretano i ruoli di Pisistera e del suo braccio destro, Tereo. Gli altri attori si producono invece nel trasformismo di personaggi diversi: uccelli, personaggi mitologici, reali e fiabeschi. Il cast è formato da Primož Forte, Mojca Partljic, Živa Selan, Tina Gunzek, Luka Cimpric e Franko Korošec. Tutti gli spettacoli saranno sovratitolati in italiano. La domenica è possibile usufruire del servizio di navetta dalle zone periferiche della provincia di Trieste. Dal 13 al 20 maggio lo spettacolo è in scena al Teatro di Capodistria. Ai microfoni di Monica Ferri per Teatralmente Nikla Petruška Panizon, qui l'intervista:
Il futuro, Storia di un'idea: La Lisistrata di Aristofane di Laura Pepe
"Cerco uno stato! Uno stato su misura." con queste parole inizia l'ascesa politica della protagonista dello spettacolo "La ?attopia degli uccelli (La fattoria degli uccelli)", coproduzione del Teatro Stabile Sloveno e del Teatro di Capodistria, in programma dal 24 aprile all'8 maggio a Trieste e dal 12 al 20 maggio a Capodistria. Il progetto nasce dal desiderio di mettere in scena una commedia antica classica in una forma aggiornata e che tuttavia nello stile attuale conservi sia i contenuti che alcune caratteristiche e modalità del teatro antico. Per questo la coproduzione è stata affidata ai fratelli Jaka e Jera Ivanc. Il primo firma la regia, la seconda è esperta di lingua e letteratura greca antica, membro della Società slovena di studi umanistici, traduttrice dal greco antico e autrice di progetti teatrali ispirati al teatro classico. Qui l'intervista a Danijel Malalan direttore del Teatro Stabile Sloveno: LO SPETTACOLO La scelta è caduta su una delle commedie meglio conservate, Gli Uccelli di Aristofane, risalente al 414 a.C. Nonostante il testo abbia oltre duemila anni, i suoi contenuti mettono in scena e si prendono amaramente gioco di dinamiche e degenerazioni umane che rimangono immutate. È la storia di un ateniese insoddisfatto della propria città e dei concittadini. Alla ricerca di una svolta immagina uno stato a propria misura e convince gli uccelli a fondarne uno sopra le nuvole, per avere il controllo sulla terra degli uomini e il cielo degli dei. Di questa commedia, che rappresenta le dinamiche e le trappole del potere, l'autrice dell'adattamento ha scritto: "Gli Uccelli sono secondo alcuni soltanto una fantasia apolitica ed escapista, secondo altri una parodia dell'utopia e secondo altri ancora – gruppo al quale appartengo anch'io – una critica del colonialismo ateniese. Siccome il patriarcato è da sempre il pilastro del colonialismo, ho deciso di prendere pesantemente di mira entrambi, seguendo gli esempi classici. In entrambi i casi si tratta infatti di una gerarchia dello sfruttamento che manteniamo in piedi tutti, anche noi donne." Jera Ivanc sostituisce infatti il protagonista maschile con una protagonista femminile, Pistetera, che con la sua dialettica inganna uno stormo intero. Quella che all'inizio sembra una buona e morale “ornitocrazia” si trasforma presto in qualcosa di diverso, dimostrando quanto l'abuso di potere e la corruzione siano una pericolosa tentazione che travolge chi governa e gli arrampicatori sociali. Una commedia di qualità contiene sempre più strati di senso e in questa sotto alle risate, alla parodia e alle piume colorate si nasconde la sarcastica analisi dei giochi di potere, che offre parallelismi con molte situazioni simili nel mondo reale, quello “sotto le nuvole”. Il regista Jaka Ivanc ha scelto la forma ibrida della commedia musicale, alla quale contribuiscono le musiche originali di Davor Herceg. Le situazioni vengono spesso rappresentate citando cliché umoristici tipici della commedia attica, in un dialogo continuo tra elementi del teatro antico e contemporaneo. I costumi realizzati da Andrej Vrhovnik danno allo stormo colorato di volatili diversi, agli dei dell'Olimpo e agli altri personaggi (alcuni dei quali provenienti anche da celebri film di animazione) un'immagine di forte impatto che veste il ruolo, ma offre anche elementi semantici per interpretarlo. Gli attori del teatro triestino e capodistriano Nikla Petruška Panizon e Igor Štamulak interpretano i ruoli di Pistetera e del suo braccio destro, Tereo. Gli altri attori si producono invece nel trasformismo di personaggi diversi: uccelli, personaggi mitologici, reali e fiabeschi. Il cast è formato da Primož Forte, Mojca Partlji?, Živa Selan, Tina Gunzek, Luka Cimpri? e Franko Korošec. Le scene sono a cura del regista Jaka Ivanc, il light design è stato creato da Jaka Varmuž. Coreografie e canto sono stati realizzati con il contributo dei coach Miha Krušic e Andrejka Možina. GLI SPETTACOLI
Siamo arrivati al nostro terzo appuntamento in questo viaggio alla scoperta dell'amore secondo il pensiero antico. Se ti sei perso i primi due episodi, ti invito ad andarli ad ascoltare prima di questo, giusto per goderti l'intero percorso. Innanzitutto, il titolo: inviso agli dei è chi non ama. È una battuta di uno dei protagonisti del Simposio di Platone, frase che fa da chiave di volta per il nostro incontro di oggi. In molti degli episodi anche delle passate stagioni sono raccontate storie d'amore che, aldilà degli intrecci, delle complicazioni, segnalano come sempre il Fato a gli dei stessi intervengano a punire chi rifiuta di “darsi” all'amore.Prima di queste storie, vorrei parlare però dell'amore incondizionato, quello che si dona e che non pretende nulla in cambio.
Nello scorso episodio abbiamo iniziato un percorso alla ricerca del pensiero d'amore per quanto riguarda la visione antica. La puntata si è chiusa con delle riflessioni in riferimento alla paura di essere feriti e la conseguente ricerca di diciamo cercare di organizzare un controllo sulla scelta della persona “ideale” con cui formare coppia.Una seconda componente nel nostro esaminare il rapporto d'amore è la ricerca di quella che viene chiamata l'anima gemella.Questa ricerca si basa sul pensiero che esista, chissà dove nel mondo, una persona che sarà colei che perfettamente saprà unirsi a noi, curerà ogni nostro male, ci renderà sicuramente felici. È un pensiero romantico molto bello, non scevro però da spigoli appuntiti...
La questione socratica. Le testimonianze: Platone e Aristofane. I sofisti
Inizia il 2 dicembre prossimo la stagione del Teatro Stabile Sloveno di Trieste. In volo, questo il filo conduttore di un cartellone che ci porterà attraverso voli visionari, liberatori, artistici. Il salto (e la speranza) in una nuova “normalità” ha portato il direttore e direttore artistico del TSS, Danijel Malalan, a immaginare un programma all'insegna del volo simbolico, un tema che il grafico Andrej Pisani ha interpretato con le ali colorate che contraddistinguono l'immagine della nuova stagione 2021/2022. La stagione comprenderà sia a Trieste che a Gorizia quattro produzioni e coproduzioni e due spettacoli ospiti. Tema centrale la vita di eroi ed eroine che, nonostante le difficili esperienze di vita, hanno spiccato il volo confidando in un mondo migliore: dalle famose Marlene Dietrich e Edith Piaf, protagoniste di “ MarlenEdith “ progetto d'autore con cui si aprirà il cartellone, fino ai personaggi di Marko Sosi? nel volo radente di “Quota neve”, al vicino sconosciuto (ma pur sempre vicino!) di Quaia fino al volo finale con gli “Uccelli di Aristofane”, nella versione di Jera Ivanc. La collaborazione con il Teatro di Capodistria porterà la comicità, un testo classico e una riflessione attuale con lo spettacolo “La fattoria degli uccelli” di Jera Ivanc, una farsa tratta da Aristofane nella regia di Jaka Ivanc che si interroga sulla possibilità di un mondo ideale. Nel frattempo la stagione passata, prolungata a causa della situazione emergenziale e la chiusura nazionale dei teatri, si concluderà nei prossimi giorni, esclusivamente nella Sala principale, co obbligo di mascherina per gli spettatori ma senza distanziamenti (in accordo con le nuove normative). Ospite di Monica Ferri nell'ambito di Teatralmente, la rubrica dedicata al teatro, per approfondire i prossimi appuntamenti con il TSS il direttore artistico Danijel Malalan:
Nicola Gardini"Viva il greco"Alla scoperta della lingua madreGarzanti Editorehttps://www.garzanti.it/La Grecia antica è a un tempo inizio e punto d'arrivo. Nella sua lingua si sono elaborati i fondamenti stessi della nostra civiltà, all'insegna di altissimi ideali come la giustizia e l'amicizia. I racconti eroici di Omero hanno trasmesso un'etica dell'eccellenza; la lirica di Saffo ha rappresentato i travagli e le gioie dell'eros; quella di Pindaro ha esaltato le glorie della competizione atletica; le storie di Erodoto e Tucidide hanno indagato le differenze tra i popoli e i motivi dei conflitti; le tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide hanno portato in scena il dramma della libertà individuale; le commedie di Aristofane hanno criticato le derive della democrazia e posto in primo piano la formazione dei giovani; i dialoghi di Platone hanno dato voce alle ambivalenze del reale; i discorsi di Demostene hanno insegnato a difendere la libertà dalle sopraffazioni più temibili… Dopo averci iniziato all'utile inutilità del latino, Nicola Gardini volge ora lo sguardo alla madre ideale di tutti noi e ci accompagna alla scoperta di una lingua di infinita ricchezza, fitta di contrasti e di parallelismi, costruita sul confronto e sull'antitesi, che ancora può aiutarci a interpretare la complessità dei nostri tempi, invitando a comporre i dissidi in convergenze.Nicola Gardini (1965) insegna Letteratura italiana e comparata all'Università di Oxford ed è autore di numerosi libri. Con il romanzo Le parole perdute di Amelia Lynd ha vinto il premio Viareggio-Rèpaci 2012. La sua ultima raccolta di poesie è Istruzioni per dipingere. Ha curato edizioni di classici antichi e moderni, tra cui Catullo, Marco Aurelio, Ted Hughes, Emily Dickinson. Per Garzanti ha firmato Viva il latino, in corso di pubblicazione in numerosi paesi, Con Ovidio, Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo e Il libro è quella cosa.Il suo sito web è http://www.nicolagardini.com/IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Valeria Della Valle"Festival della Mente"La nascita del libro nel mondo anticohttps://www.festivaldellamente.it/Sabato 4 settembre 2021, ore 16:00Festival della Mente, SarzanaIrene Vallejo, Valeria Della ValleLa nascita del libro nel mondo anticoQual è l'origine della scrittura? Che cosa sappiamo dei segni che poi sono diventati alfabeti? Quando sono apparsi i primi libri? Dai caratteri cuneiformi a quelli usati nella rete, la storia della scrittura può essere raccontata come un romanzo. E così anche la storia dei libri, delle biblioteche e degli autori che con quei caratteri hanno scritto opere immortali, dei narratori orali, degli scribi, dei miniaturisti che con il loro lavoro anonimo hanno tramandato quelle vicende. Valeria Della Valle e Irene Vallejo ripercorrono le tappe di quella straordinaria avventura collettiva grazie alla quale le parole si sono salvate attraverso i millenni, trasformandosi da soffio d'aria in caratteri scritti. Interprete: Rossana OttoliniIrene Vallejo è una filologa e scrittrice spagnola. Nel 2007 ha conseguito il dottorato europeo in due università, quella di Saragozza e quella di Firenze, con una tesi sul canone letterario grecolatino. Svolge un'intensa attività di divulgazione sul mondo classico tenendo corsi e conferenze e ha una rubrica settimanale su El País. A settembre esce Papyrus. L'infinito in un giunco (Bompiani).Irene Vallejo"Papyrus"L'infinito in un giuncoLa grande avventura del libro nel mondo anticoTraduzione di Monica R. BedanaBompiani Editorehttps://www.bompiani.it/Questo è un libro sulla storia dei libri: libri di fumo, di pietra, di argilla, di giunchi, di seta, di pelle, di alberi e, ultimi arrivati, di plastica e di luce. Ma è anche un libro di viaggio che percorrendo le rotte del mondo antico fa tappa tra i canneti di papiro lungo il Nilo, sui campi di battaglia di Alessandro, tra le stanze dei palazzi di Cleopatra, nella Villa dei papiri di Pompei prima dell'eruzione del Vesuvio, sul luogo del delitto di Ipazia, e poi nelle scuole più antiche dove si insegnava l'alfabeto, nelle prime librerie e nei laboratori di copiatura manoscritta, fino ad arrivare davanti ai roghi dove sono stati bruciati i libri proibiti, ai gulag, all'incendio della biblioteca di Sarajevo e ai sotterranei labirintici di Oxford.Papyrus è un racconto personalissimo, dove l'esperienza autobiografica si intreccia a evocazioni letterarie e a storie antiche, e dove un filo invisibile collega i classici con il frenetico mondo contemporaneo e i dibattiti più attuali: Erodoto e i “fatti alternativi”, Aristofane e i processi agli umoristi, Tito Livio e il fenomeno dei fan, Saffo e la voce letteraria delle donne, Seneca e la post-verità. Ma questo libro è soprattutto una favolosa avventura collettiva che ha come protagoniste le migliaia di persone che nel corso del tempo hanno salvato e protetto i libri: cantori, scribi, miniatori, traduttori, venditori ambulanti, insegnanti, maestri, spie, ribelli, suore, schiavi, avventurieri... lettori al riparo delle montagne o di fronte al mare in tempesta, nelle grandi capitali dove l'energia si concentra o nelle comunità più remote dove il sapere si rifugia quando infuria il caos.Valeria Della Valle ha insegnato Linguistica italiana alla Sapienza Università di Roma. Socia corrispondente della Crusca e socia dell'Arcadia, è autrice di saggi sui testi toscani antichi, sulla lessicografia, sul lessico delle arti, sulla prosa dei narratori contemporanei, sui neologismi. Con G. Patota ha diretto Il Nuovo Treccani (2018); ha pubblicato, tra gli altri, Le parole valgono (Treccani, 2020) e nel 2020-21 ha condotto il programma televisivo Le parole per dirlo (Rai 3).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
CAPITANERIA DI PORTO - A. D'ANNA - M. ROMANO - M. C. MACCA', 16-8-21 h. 10.35 Maria Cristina Maccà è l'ospite della puntata odierna di Capitaneria di Porto, con al timone Antonino D'Anna e Moira Romano. Maria Cristina è nota al pubblico per aver sostituito Plinio Fernando nel ruolo di Mariangela Fantozzi; ma è in realtà una bravissima attrice, capace di lavorare con Sergio Citti o passare a teatro da Pirandello ad Aristofane. Versatile e capace, ci racconterà la sua esperienza. Nella puntata del 16 agosto ricorderemo l'immenso Gianfranco D'Angelo, un comico ma soprattutto un acuto osservatore della società italiana tra gli anni Settanta e Ottanta.
CAPITANERIA DI PORTO - A. D'ANNA - M. ROMANO - M. C. MACCA', 16-8-21 h. 10.35 Maria Cristina Maccà è l'ospite della puntata odierna di Capitaneria di Porto, con al timone Antonino D'Anna e Moira Romano. Maria Cristina è nota al pubblico per aver sostituito Plinio Fernando nel ruolo di Mariangela Fantozzi; ma è in realtà una bravissima attrice, capace di lavorare con Sergio Citti o passare a teatro da Pirandello ad Aristofane. Versatile e capace, ci racconterà la sua esperienza. Nella puntata del 16 agosto ricorderemo l'immenso Gianfranco D'Angelo, un comico ma soprattutto un acuto osservatore della società italiana tra gli anni Settanta e Ottanta.
CAPITANERIA DI PORTO – A. D’ANNA – M. ROMANO – M. C. MACCA’, 16-8-21 h. 10.35 Maria Cristina Maccà è l’ospite della puntata odierna di Capitaneria di Porto, con al timone Antonino D’Anna e Moira Romano. Maria Cristina è nota al pubblico per aver sostituito Plinio Fernando nel ruolo di Mariangela Fantozzi; ma è in realtà una bravissima attrice, capace di lavorare con Sergio Citti o passare a teatro da Pirandello ad Aristofane. Versatile e capace, ci racconterà la sua esperienza. Nella puntata del 16 agosto ricorderemo l’immenso Gianfranco D’Angelo, un comico ma soprattutto un acuto osservatore della società italiana tra gli anni Settanta e Ottanta.
Il regista premiato dall'Associazione nazionale dei critici francesi con il suo testo Aristofane dans les banlieues come miglior libro sul teatro dell'anno 2020-21 Già pubblicato in Italia nel 2016 con il titolo originale Aristofane a Scampìa, per le edizioni Ponte delle Grazie di Firenze, è stato tradotto da Laurence Van Goethem e dato alle stampe dalla […]
«Come diceva Umberto Eco, la cui arguzia ci manca molto: “Il 90% della gente sono dei coglioni”», sostiene Piergiorgio Odifreddi. «In particolare, ce ne saranno parecchi anche tra coloro che vanno a sentire una conferenza sulla stupidità, che parlerà di questa e altre leggi al proposito.Naturalmente siamo tutti d'accordo su quel 90%, anche perché tutti riteniamo di far parte del rimanente 10%: così siamo tutti contenti, e nessuno fa niente per eliminare la stupidità. La quale impera, come vedremo, in tutti i campi dello scibile umano: la politica, la religione, la filosofia, la letteratura, l'arte, la vita sociale, la vita quotidiana. Come diceva Aristofane nella commediaLe rane, siamo costretti a portare sulle spalle un sacco di merda. E il motivo è, come aggiungeva Forrest Gump, che semplicementeshit happens, “la merda accade”. Meglio saperlo, anche prima di andare a sentire una conferenza.
«Come diceva Umberto Eco, la cui arguzia ci manca molto: “Il 90% della gente sono dei coglioni”», sostiene Piergiorgio Odifreddi. «In particolare, ce ne saranno parecchi anche tra coloro che vanno a sentire una conferenza sulla stupidità, che parlerà di questa e altre leggi al proposito. Naturalmente siamo tutti d'accordo su quel 90%, anche perché tutti riteniamo di far parte del rimanente 10%: così siamo tutti contenti, e nessuno fa niente per eliminare la stupidità. La quale impera, come vedremo, in tutti i campi dello scibile umano: la politica, la religione, la filosofia, la letteratura, l'arte, la vita sociale, la vita quotidiana. Come diceva Aristofane nella commedia Le rane, siamo tutti costretti a portare sulle spalle un sacco di merda. E il motivo è, come aggiungeva Forrest Gump, che semplicemente shit happens, “la merda accade”. Meglio saperlo, anche prima di andare a sentire una conferenza». Festival della Mente, Sarzana. Registrazione del 4/9/2016. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vito-rodolfo-albano7/message
Il Simposio: il discorso di Aristofane degli uomini doppi. Il metodo dialettico.
Intervista ad officina teatro in preparazione dello spettacolo Lisistrata di Aristofane
La storia ricorda molti tribunali messi in piedi per impedire ad un cervello di pensare, o di insegnare a pensare. Nell'Atene del quattrocento avanti Cristo, quel tribunale decretò la condanna a morte di Socrate – garantendogli di fatto una fama immortale, e la capacità di trasmettere il suo insegnamento di generazione in generazione, fino ai nostri giorni.
La storia ricorda molti tribunali messi in piedi per impedire ad un cervello di pensare, o di insegnare a pensare. Nell’Atene del quattrocento avanti Cristo, quel tribunale decretò la condanna a morte di Socrate – garantendogli di fatto una fama immortale, e la capacità di trasmettere il suo insegnamento di generazione in generazione, fino ai nostri giorni.
La storia ricorda molti tribunali messi in piedi per impedire ad un cervello di pensare, o di insegnare a pensare. Nell'Atene del quattrocento avanti Cristo, quel tribunale decretò la condanna a morte di Socrate – garantendogli di fatto una fama immortale, e la capacità di trasmettere il suo insegnamento di generazione in generazione, fino ai nostri giorni.
La storia ricorda molti tribunali messi in piedi per impedire ad un cervello di pensare, o di insegnare a pensare. Nell’Atene del quattrocento avanti Cristo, quel tribunale decretò la condanna a morte di Socrate – garantendogli di fatto una fama immortale, e la capacità di trasmettere il suo insegnamento di generazione in generazione, fino ai nostri giorni.
La storia ricorda molti tribunali messi in piedi per impedire ad un cervello di pensare, o di insegnare a pensare. Nell'Atene del quattrocento avanti Cristo, quel tribunale decretò la condanna a morte di Socrate – garantendogli di fatto una fama immortale, e la capacità di trasmettere il suo insegnamento di generazione in generazione, fino ai nostri giorni.
La storia ricorda molti tribunali messi in piedi per impedire ad un cervello di pensare, o di insegnare a pensare. Nell'Atene del quattrocento avanti Cristo, quel tribunale decretò la condanna a morte di Socrate – garantendogli di fatto una fama immortale, e la capacità di trasmettere il suo insegnamento di generazione in generazione, fino ai nostri giorni.
Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
La storia ricorda molti tribunali messi in piedi per impedire ad un cervello di pensare, o di insegnare a pensare. Nell'Atene del quattrocento avanti Cristo, quel tribunale decretò la condanna a morte di Socrate – garantendogli di fatto una fama immortale, e la capacità di trasmettere il suo insegnamento di generazione in generazione, fino ai nostri giorni.
La storia ricorda molti tribunali messi in piedi per impedire ad un cervello di pensare, o di insegnare a pensare. Nell'Atene del quattrocento avanti Cristo, quel tribunale decretò la condanna a morte di Socrate – garantendogli di fatto una fama immortale, e la capacità di trasmettere il suo insegnamento di generazione in generazione, fino ai nostri giorni.
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La storia ricorda molti tribunali messi in piedi per impedire ad un cervello di pensare, o di insegnare a pensare. Nell'Atene del quattrocento avanti Cristo, quel tribunale decretò la condanna a morte di Socrate – garantendogli di fatto una fama immortale, e la capacità di trasmettere il suo insegnamento di generazione in generazione, fino ai nostri giorni.
Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
La storia ricorda molti tribunali messi in piedi per impedire ad un cervello di pensare, o di insegnare a pensare. Nell'Atene del quattrocento avanti Cristo, quel tribunale decretò la condanna a morte di Socrate – garantendogli di fatto una fama immortale, e la capacità di trasmettere il suo insegnamento di generazione in generazione, fino ai nostri giorni.
Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
[...] Cosa proverà l'anima, quando potrà fissare la Bellezza pura e semplice, libera dall'imperfezione umana? Credi forse che possa essere ancora vuota la vita di un uomo che abbia fissato sulla Bellezza il suo sguardo, ed abbia vissuto in unione con lei? Non pensi che solo allora, quando l'avrà vista con gli occhi dello spirito, quest'uomo potrà esprimere il meglio di sé? Allora, non genererà solo immagini della perfezione, sarà a contatto direttamente con la Verità; e chi, se non lui, che produce e nutre la perfezione, potrà essere amato dagli dei, e diventare immortale?” [...]
[...] Cosa proverà l'anima, quando potrà fissare la Bellezza pura e semplice, libera dall'imperfezione umana? Credi forse che possa essere ancora vuota la vita di un uomo che abbia fissato sulla Bellezza il suo sguardo, ed abbia vissuto in unione con lei? Non pensi che solo allora, quando l'avrà vista con gli occhi dello spirito, quest'uomo potrà esprimere il meglio di sé? Allora, non genererà solo immagini della perfezione, sarà a contatto direttamente con la Verità; e chi, se non lui, che produce e nutre la perfezione, potrà essere amato dagli dei, e diventare immortale?” [...]
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Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
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[...] Cosa proverà l’anima, quando potrà fissare la Bellezza pura e semplice, libera dall’imperfezione umana? Credi forse che possa essere ancora vuota la vita di un uomo che abbia fissato sulla Bellezza il suo sguardo, ed abbia vissuto in unione con lei? Non pensi che solo allora, quando l’avrà vista con gli occhi dello spirito, quest’uomo potrà esprimere il meglio di sé? Allora, non genererà solo immagini della perfezione, sarà a contatto direttamente con la Verità; e chi, se non lui, che produce e nutre la perfezione, potrà essere amato dagli dei, e diventare immortale?” [...]
Natale Cassano intervista Emilio Russo, direttore artistico del Teatro Menotti di Milano, in occasione della riapertura del Teatro Kismet, sabato 8 febbraio con ‘Uccelli di Aristofane’
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5733IN EUROPA LE MAGGIORI VIOLENZE SULLE DONNE SONO DOVE CI SONO PIU' MUSULMANI di Rino CammilleriL'Agenzia dell'Unione Europea per i diritti fondamentali ha creduto bene, alla vigilia della Festa della Donna, di rendere nota una sua allarmata ricerca sulla violenza perpetrata ai danni delle donne nei ventotto Paesi della Ue. I risultati della ricerca sono, in effetti, piuttosto tristi (62 milioni di donne vittime di violenze, anche se non necessariamente letali), ma le cifre magari farebbero un altro effetto se, accanto, riportassero quelle sugli uomini. Insomma, è il totale a dovere essere allarmante, non il parziale. Ma la nuova moda è dividere il popolo secondo il «gender», ognuno dei quali «gender» è impegnato a far punire le offese contro se stesso più pesantemente che gli altri. Comunque, era la Festa della Donna e, in attesa dell'istituzione di una Festa Lgbt, andiamo a vedere le risultanze della ricerca Ue. Ebbene, quel che subito salta all'occhio è la classifica dei Paesi «violenti con le donne».LA CLASSIFICAIn testa c'è la Danimarca, con un clamoroso 52% di donne oggetto di violenze. Seconda classificata, la Finlandia (47%). In terza posizione la Svezia (46%), seguita a ruota dall'Olanda (45%). L'ultima in classifica è la cattolicissima Polonia (19%). L'Italia si pone diciottesima sui ventotto, ben dietro a Francia, Gran Bretagna e Germania. Una cosa salta subito all'occhio ed è la testa della classifica. Ma come, non erano Svezia, Finlandia, Danimarca e Olanda i paradisi storici dell'emancipazione femminile? Non ci avevano fatto sognare, noi vecchietti, quando, da ragazzi, vedevamo i documentari (chi si ricorda del clamoroso Helga, in cui nei primi anni Sessanta per la prima volta si vedevano donne scandinave così come mamma le aveva fatte?) sulle disinvolte donne del Nord e noi scuotevamo il capo perché quelle nostrane facevano tante storie? E non è sempre da quelle parti che furono inaugurati, in tempi remoti, i primi corsi scolastici obbligatori di educazione sessuale? E non è svedese il primo asilo infantile rigorosamente unisex? Perfino Alberto Sordi sentì l'esigenza di girare un film sul fenomeno, film che ci fece sentire, a noi italiani secolarmente repressi da una Controriforma senza rimedio, come dei poveri arretrati baluba ancora abbarbicati al «delitto d'onore» del Codice Rocco.Oggi, a Terzo Millennio avanzato, guardiamo sgomenti quella sconcertante classifica e ci chiediamo: è questa l'altra medaglia dell'emancipazione? Forse è proprio l'emancipazione spinta a produrre conflittualità? Si stava meglio quando si stava peggio? Domande da girare a sociologi, psicologi e filosofi, ma senza avere la pretesa di risposte, perché non c'è sociologo, psicologo e filosofo che non parta da una sua visuale precostituita. E vanamente si attenderebbe qualche sociologo, psicologo e filosofo disposto a perdere la cattedra per imprudenza. Tuttavia, carta canta: in testa alla classifica per violenze sulle donne ci sono i luoghi più avanzati, e in fondo c'è la Polonia «semper fidelis». A voi lettori l'ardua sentenza.QUELLO CHE NON CI DICONOC'è da notare, tuttavia, che i media italiani hanno tranquillamente ignorato la notizia. Con un paio di eccezioni, come il quotidiano online Pagina99.it e, guarda un po', RadioVaticana. Se ne è accorto il collega Mario Natucci che ne ha scritto (ma epistolarmente) al sito, per giornalisti, francoabruzzo.it. Facendo osservare che il Corsera aveva dedicato un'intera pagina a due «femminicidi» italiani avvenuti proprio l'8 marzo, Festa della Donna. E poco spazio (per giunta nell'inserto che possono leggere solo i milanesi) al «maschicidio» di uno che era stato ammazzato a martellate dalla moglie e dalla figlia. Pochi giorni dopo, una donna aveva ucciso a coltellate le sue tre figlie, ma tutta l'attenzione era stata riservata al marito che se ne era andato di casa con un'altra. Insomma, il vero colpevole era lui. Sì, perché ormai, qualunque cosa succeda, il grido non è più il classico «cherchez la femme!» (copyright Alexandre Dumas padre, 1854), bensì «cherchez l'homme!».Se andiamo a rileggere Le donne al parlamento di Aristofane (391 a.C.), vediamo una singolare anticipazione, al dettaglio, del mondo nel quale ci tocca vivere. Basta sostituire «schiavi» con «macchine» e c'è già tutto, «quote rosa» comprese. Solo che Aristofane scherzava. Naturalmente, le «donne al parlamento» (e nei consigli di amministrazione, nel clero, dappertutto fuorché in casa) vanno bene finché non diventano «di ferro», altrimenti, come nel caso di Margaret Thatcher, si stappa lo spumante sulla loro tomba dopo averle sputacchiate mentre erano in vita.La ricerca europea, tuttavia, manca di parlare dell'incidenza dell'immigrazione. Forse, due opzioni egualmente politicamente corrette hanno costretto a una scelta. Infatti, i Paesi in cima alla classifica sono anche quelli più popolati, in percentuale, da musulmani (l'olandese Rotterdam, per esempio, pare avviata a diventare una città islamica, e la svedese Stoccolma ha dovuto affrontare per la prima volta nella sua storia una «rivolta delle banlieues», zeppe di immigrati). Per i quali, forse, la locale e avanzata emancipazione femminile è un pugno nell'occhio buono, specialmente quando ne vedono contagiate mogli e figlie. Se andassimo a vedere, sempre per esempio, le percentuali di stupri in detti Paesi e volessimo sapere chi sono, sempre in percentuale, gli stupratori, magari avremmo un'altra sorpresa (si fa per dire) politicamente scorretta. Eh, non vorrei essere nei panni degli apprendisti stregoni della political correctness: deve fumar loro il cervello.
XIV ciclo di Dottorato "Intellettuali e Potere" (4 - 28 giugno 2019) Luciano Canfora (Università di Bari) - Aristofane contro Socrate Aristofane, un “compagno di strada”” Luciano Canfora mostra come Aristofane, oltre ad essere un esponente intellettuale di spicco della cultura teatrale ateniese del tardo V secolo, sia stato anche un grande oratore e dissimulatore politico. Lo storico conduce un’analisi sul complicato rapporto tra il commediografo, il suo pubblico e i suoi referenti al potere, dai quali molto dipese, seppur con una “volontà di indipendenza propria del un grande artista che fu”. Aristofane, legittimato in parte dai meccanismi irriverenti della comicità, fu capace tanto di critiche velate quanto di pungenti sferzate retoriche. Ciò è testimoniato nella parabasi delle Rane, dove scese in lizza per la richiesta di uguaglianza di tutti i cittadini ateniesi, anche di quelli coinvolti nel colpo di stato oligarchico dei Quattrocento (411 a. C). Canfora paragona dunque la personalità di Aristofane a quella di un modernissimo tipo di intellettuale del secolo scorso: il cosiddetto “compagno di strada”; colui che, pur svolgendo un ruolo consapevole nei riguardi del potere, riesce comunque a mantenere la propria autonomia ideologica. di Laura Ciffolillo
Una DOVEROSA digressione sulle fallacie della religione Cattolica. Il video è molto Lungo ma vale la pena guardarlo e sopratutto condividerlo. Affronteremo tutti i temi: Pedofilia, Laicità dello stato, Incongruenze nella Bibbia. In generale, oriente o occidente che sia, ad un certo periodo della storia compare una figura mistica che porta (o meglio, rinnova) degli insegnamenti, ma dopo la sua morte piano piano si congelano, si spegne la fiamma dello spirito, e tutto diventano vuoto ritualismo... ed ecco che si creano così le istituzioni religiose.Il cattolicesimo non ha NULLA a che fare con l'insegnamento mistico di Gesù. Ha perso la sua vera fiamma spirituale. E' una parodia del suo insegnamento. Si usa il nome di Gesù come scusa per avere un potere politico, sociale, economico e psicologico.Questo video non ha la pretesa di dare interpretazioni alternative a certi simboli, che potete ritrovare da soli nello studio delle varie correnti mistiche del cristianesimo, ma ha uno scopo di denuncia sociale, rimettere la chiesa al suo posto. Per questo sono stati VOLUTAMENTE usati dei tono forti ed eccessivi, tipici della satira di Aristofane, per denunciare con sberleffo e per smorzare tutto quel tono di terrore reverenziale che gira attorno alla chiesa. La visione del video è stata ristretta ad utenti maggiorenni per questo motivo; per cui se non vi piace chiudetelo e non rompete le scatole al prossimo. "NON ROMPERE LE SCATOLE AL PROSSIMO TUO COME NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE STESSO"
Una DOVEROSA digressione sulle fallacie della religione Cattolica. Il video è molto Lungo ma vale la pena guardarlo e sopratutto condividerlo. Affronteremo tutti i temi: Pedofilia, Laicità dello stato, Incongruenze nella Bibbia. In generale, oriente o occidente che sia, ad un certo periodo della storia compare una figura mistica che porta (o meglio, rinnova) degli insegnamenti, ma dopo la sua morte piano piano si congelano, si spegne la fiamma dello spirito, e tutto diventa vuoto ritualismo... ed ecco che si creano così le istituzioni religiose.Il cattolicesimo non ha NULLA a che fare con l'insegnamento mistico di Gesù. Ha perso la sua vera fiamma spirituale. E' una parodia del suo insegnamento. Si usa il nome di Gesù come scusa per avere un potere politico, sociale, economico e psicologico.Questo video non ha la pretesa di dare interpretazioni alternative a certi simboli, che potete ritrovare da soli nello studio delle varie correnti mistiche del cristianesimo, ma ha uno scopo di denuncia sociale, rimettere la chiesa al suo posto. Per questo sono stati VOLUTAMENTE usati dei tono forti ed eccessivi, tipici della satira di Aristofane, per denunciare con sberleffo e per smorzare tutto quel tono di terrore reverenziale che gira attorno alla chiesa. La visione del video è stata ristretta ad utenti maggiorenni per questo motivo; per cui se non vi piace chiudetelo e non rompete le scatole al prossimo. "NON ROMPERE LE SCATOLE AL PROSSIMO TUO COME NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE STESSO" RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:Vittime della fede cristiana: https://www.uaar.it/ateismo/controinformazione/vittime_della_fede_cristiana/Vatican.va sui gay:http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccatheduc/documents/rc_con_ccatheduc_doc_20051104_istruzione_it.htmlRatzinger sui Gayhttp://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/14/papa-matrimoni-gay-sono-ferita-alla-giustizia-e-alla-pace/446131/Sul sacerdozio femminile:http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19761015_inter-insigniores_it.htmlLettera apostolica di Giovanni Paolo II sul acerdozio femminile:https://w2.vatican.va/content/john-paulii/it/apost_letters/1994/documents/hf_jp-ii_apl_19940522_ordinatio-sacerdotalis.html
Debutta giovanissima in televisione come valletta in varie trasmissioni di successo come I cervelloni con Paolo Bonolis, Fantastico con Enrico Montesano e Milly Carlucci, Numero Uno con Pippo Baudo e Il grande gioco dell'oca con Gigi Sabani.Dopo aver frequentato vari stage teatrali, tra cui "Il Laboratorio" del regista Giancarlo Sepe, debutta in teatro nel 1996 con "Le donne al parlamento" di Aristofane per la regia di Augusto Fornari. Affianca al teatro alcune partecipazioni in serie televisive come "Un caso di coscienza" regia di Luigi Perelli, "Sospetti" regia di Gianni Lepre e "Salvo D'Acquisto" regia di Alberto Sironi.Nel 2000 interpreta in teatro il ruolo della cameriera Regine in "Spettri" di Ibsen in concorso all'"Ibsen Festival" di Oslo.Si fa apprezzare sul piccolo schermo con la miniserie TV "Mio figlio" regia di Luciano Odorisio, nel ruolo di Valentina, ruolo che tornerà ad interpretare nella fiction "Io e mio figlio, nuove storie per il Commissario Vivaldi". È stata attrice in diverse campagne pubblicitarie tra cui "Acqua Uliveto" e "Knorr" per la regia di Dario Argento.
Debutta giovanissima in televisione come valletta in varie trasmissioni di successo come I cervelloni con Paolo Bonolis, Fantastico con Enrico Montesano e Milly Carlucci, Numero Uno con Pippo Baudo e Il grande gioco dell'oca con Gigi Sabani.Dopo aver frequentato vari stage teatrali, tra cui "Il Laboratorio" del regista Giancarlo Sepe, debutta in teatro nel 1996 con "Le donne al parlamento" di Aristofane per la regia di Augusto Fornari. Affianca al teatro alcune partecipazioni in serie televisive come "Un caso di coscienza" regia di Luigi Perelli, "Sospetti" regia di Gianni Lepre e "Salvo D'Acquisto" regia di Alberto Sironi.Nel 2000 interpreta in teatro il ruolo della cameriera Regine in "Spettri" di Ibsen in concorso all'"Ibsen Festival" di Oslo.Si fa apprezzare sul piccolo schermo con la miniserie TV "Mio figlio" regia di Luciano Odorisio, nel ruolo di Valentina, ruolo che tornerà ad interpretare nella fiction "Io e mio figlio, nuove storie per il Commissario Vivaldi". È stata attrice in diverse campagne pubblicitarie tra cui "Acqua Uliveto" e "Knorr" per la regia di Dario Argento.
dove si parla dell'incredibile agone tragico che si svolge nell'Ade tra Eschilo ed Euripide
dove si parla dell'incredibile agone tragico che si svolge nell'Ade tra Eschilo ed Euripide
dove si parla della figura di Socrate nella commedia greca, tra frizzi, lazzi e dialoghi surreali
dove si parla della figura di Socrate nella commedia greca, tra frizzi, lazzi e dialoghi surreali
Simposio - Platone "Infatti ognuno diventa poeta, anche se prima era privo di ispirazione, quando Eros lo tocca." Platone, Zeus, Atena e tanta antica Grecia Esattamente cosa è l'Amore? Da dove viene? Come si comporta? Socrate, Fedro, Pausania, Erissimaco, Aristofane e Agatone discuteranno in proposito e ognuno presenterà di conseguenza la proprio versione del mito riguatrdante la nascita di Eros. tralerighe_02x10.mp3 leggi tutto
Roberto Bosio ci racconta la vita di Mario Monicelli
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1. Filippo Gambetta'La lumaca equilibrista' - 3.25Pria Goaea (Felmay 2002)2. Luca De Nuzzo'Vole l'altalena in autunno' - 4.34s/t (CNI 2005) Puglia* Vincitore del "Premio Fabrizio De Andr?" 2004, Luca De Nuzzo, cantautore pugliese, scrive i suoi pezzi in dialetto sanseverese. Con l'intenzione di maggiorare e stimolare l'interesse reciproco tra le diverse tradizioni e culture italiane, usa il dialetto per raccontare storie anche fuori dai tipici canoni popolari. Il suo progetto nasce anche dall'ascolto di autori francesi molto vicini per il loro canto alla fonetica del suo dialetto.3. Fabrizio De Andre'La citta' vecchia' - 3.21In concerto (BMG 1999)4. Luca De Nuzzo'Nonna Estrela' - 3.49s/t (CNI 2005)5. Fabrizio De Andre'Monti di Mola' - Le nuvole (Ricordi 1990)* Fabrizio De Andre is one of Italy's best loved "cantautori" and it was a shock that he passed away in 1999 still in his fifties. His life's story is as fascinating as any novel, involving love, lost and refound, the struggle to find himself as a musician and even being kidnapped and held for 4 months in the harsh, lonely mountains of Sardinia.6. Francesco de Gregori'Il bandito e il campione' - 4.37bootleg (1994 Sony)* Francesco De Gregori nasce a Roma il 4 aprile del 1951. Trascorre parte della sua infanzia a Pescara per poi fare rientro stabilmente nella Capitale alla fine degli anni cinquanta. A Roma frequenta il liceo classico Virgilio, dove vive in prima persona gli eventi e i fermenti politici del movimento studentesco del '68. Fortemente ispirato dalla musica e dai testi di Fabrizio De Andr? ma anche successivamente dalle canzoni di Bob Dylan.7. Piccola Banda Ikona'Tagama' - 4.23Stari Most (CNI 2005) * Piccola Banda Ikona is the brainchild of Stefano Saletti, founder of folk group Novalia from Rieti. "In questo Cd ho cercato un linguaggio musicale e lirico "che unisse tanti popoli diversi che si affacciano sullo stesso mare", per citare Predrag Matvejevic lo scrittore croato che con le sue parole ha ispirato molte parti del lavoro. Ci sono il bouzouki greco, l'oud arabo, la darbouka, insieme a strumenti della tradizione occidentale. C'? il siciliano, l'ebraico, il serbo-croato, l'arabo, il francese, il lingala portato in Europa dai tanti immigrati dell'Africa profonda e c'? il greco antico che avevamo usato con Renato Giordano nella colonna sonora delle "Vespe" di Aristofane."8. Piccola Banda Ikona'Vassa Miskin' - 3.41Stari Most (CNI 2005) 9. Riccardo Tesi'Tre marinai' - 4.01Crinali (Felmay 2006) 10. Riccardo Tesi'Scirocco' - 4.22Thapsos (Felmay 2000)