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Pamela Acker spiega da biologa la connessione razzista voluta dall'OMS tra vaccinazioni e sterilizzazione, aborto, sterminio "eugenetico" di popolazioni del terzo mondo. Nel nome di un falso umanitarismo.https://www.fedecultura.com/?store-page=Vaccinazioni-p417972859Iscriviti al nostro canale senza censura su Telegram ➜ https://t.me/fedecultura
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Uno dei paradossi del sistema liberale consiste proprio nell’esaltare la libertà come autodeterminazione e al tempo stesso esercitare un biopotere sul singolo fino all’imposizione della morte, come nell’intenzione del giudice nei confronti di Alfie. Non bisogna dimenticare che una società votata all’utopia eugenetica, nella quale non sono ammessi gli individui malati o non produttivi, è permeata da una specie di discriminazione non meno condannabile della discriminazione razziale, su cui invece la retorica delle “memorie” si spreca, ma che, se a sua volta non si fonda sulla considerazione della verità dell’essere umano, è del tutto vacua e inconsistente.
Uno dei paradossi del sistema liberale consiste proprio nell'esaltare la libertà come autodeterminazione e al tempo stesso esercitare un biopotere sul singolo fino all'imposizione della morte, come nell'intenzione del giudice nei confronti di Alfie. Non bisogna dimenticare che una società votata all'utopia eugenetica, nella quale non sono ammessi gli individui malati o non produttivi, è permeata da una specie di discriminazione non meno condannabile della discriminazione razziale, su cui invece la retorica delle “memorie” si spreca, ma che, se a sua volta non si fonda sulla considerazione della verità dell'essere umano, è del tutto vacua e inconsistente.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6545FUNERALI AL MARITO DELLA REGINA ELISABETTA (CHE VOLEVA REINCARNARSI IN UN VIRUS PER UCCIDERE GLI UOMINI E PRESERVARE L'AMBIENTE) di Patricia Gooding-Williams"Se mi potessi reincarnare, vorrei tornare come un virus mortale, per contribuire a risolvere il problema della sovrappopolazione". Questa frase del principe Filippo, il cui funerale viene celebrato oggi al Castello di Windsor, nel sud dell'Inghilterra, mette in luce un aspetto importante della sua vita che è stato ampiamente trascurato nelle commemorazioni dopo la sua morte avvenuta lo scorso 9 aprile.A differenza di alcune delle sue gaffe, questo non era uno di quei commenti improvvisati che hanno formato la sua reputazione. Al contrario, con questo egli esprimeva una profonda convinzione che ha determinato tutta la sua azione. La citazione, tratta da un'intervista del 1988 affidata a Deutsche Press-Agentur, si aggiunge ad altre numerose interviste e conferenze da lui tenute sul tema della conservazione. La salvaguardia dell'ambiente era un compito che aveva assunto con dedizione e invitava a fare altrettanto a tutti gli uomini di potere perché, per definizione, questi hanno un impatto diretto sul comportamento di chi è al di sotto di loro.Ma la frase sull'ipotetica reincarnazione, il fatto che il Duca di Edimburgo volesse tornare come virus mortale per "curare" il mondo dalla sua presunta malattia, la sovrappopolazione, uccidendo milioni di persone, creò un certo sbalordimento. Peraltro non ha mai chiarito se provasse qualcosa per l'immensa sofferenza che avrebbe inflitto a coloro che infettava.Tuttavia, il controllo della popolazione, come suggerisce il suo commento, non era l'obiettivo principale del principe Filippo, piuttosto era il mezzo per raggiungere un fine. La sua preoccupazione era preservare un ambiente sostenibile e, a suo avviso, la crescita incontrollata della popolazione era il cancro che, se non curato, alla fine avrebbe portato alla sua scomparsa. Vedeva la questione della crescita incontrollata della popolazione allo stesso modo impassibile con cui vedeva la necessità di abbattere gli animali per mantenere il delicato equilibrio della sostenibilità naturale. Il principe Filippo ha ben chiarito questa sua convinzione usando l'esempio del successo di un progetto delle Nazioni Unite negli anni '40 che ha eradicato la malaria in Sri Lanka. "Quello di cui le persone non si sono rese conto è che la malaria stava effettivamente controllando la crescita della popolazione. La conseguenza è stata che in circa 20 anni la popolazione è raddoppiata. Ora devono trovare qualcosa da far fare a tutte quelle persone e un modo per nutrirle".Filippo diceva sempre quello che aveva in mente e una volta che aveva preso una decisione, la portava fino in fondo. La sua posizione di consorte della regina del Regno Unito ha ovviamente moltiplicato le occasioni a sua disposizione per raggiungere un vasto pubblico; e il messaggio ambientalista che ha diffuso nel mondo è rimasto scolpito nella pietra. Fred Hauptfuhrer lo intervistò per People nel 1981, per un articolo intitolato "Le razze scomparse preoccupano il principe Filippo, ma non tanto quanto la sovrappopolazione".Alla domanda "quale considera la principale minaccia per l'ambiente?", il principe Filippo ha risposto: "La crescita della popolazione umana è probabilmente la più grave minaccia alla sopravvivenza a lungo termine. Sarebbe un grave disastro se non venisse frenata, non solo per il mondo naturale, ma per il mondo umano. Più persone ci sono, più risorse consumeranno, più inquinamento creeranno, più combatteranno. Non abbiamo alternative. Se il numero non è controllato volontariamente, sarà controllato involontariamente da un aumento delle malattie, della fame e della guerra ".Alla domanda: "Il controllo delle nascite fa parte della soluzione?" Il Duca ha risposto: "Sì, ma non puoi legiferare su questi problemi. Devi convincere le persone a capirne la necessità: le persone più importanti, quelle che hanno responsabilità e possono effettivamente fare qualcosa per risolvere il problema. Chi non ha responsabilità deve farlo perché è il destinatario. Devono accettare le misure".Fin dall'inizio, il principe Filippo era intenzionato a lasciare un segno. Ha fondato il World Wildlife Fund (WWF) nel 1961 e ne è stato presidente del Regno Unito dal 1961 al 1982, presidente internazionale dal 1981 e presidente emerito dal 1996. Ha contribuito a fondare l'Australian Conservation Foundation e nel 1963 è stato anche presidente della Zoological Society of London per due decenni, ed è stato nominato membro onorario nel 1977. [...]Chi poi dovesse disinnescare la bomba e prendere le decisioni concrete per garantire la sopravvivenza della specie, era una questione successiva. Subito dopo venne chi doveva disinnescare questa bomba e prendere le decisioni esecutive per garantire la sopravvivenza delle specie. Questa fu la sua risposta: "Non ho dubbi che l'UNFPA sia preoccupata per la conservazione della natura, e il WWF promuove la pianificazione familiare nei suoi progetti di conservazione. (...) Spero di aver chiarito che sia il controllo del numero della popolazione umana che la conservazione della natura si occupano a modo loro della salute e del benessere futuri del pianeta terra e di tutti i suoi abitanti viventi... I leader nel pensiero, nella politica e nell'amministrazione, [dovrebbero] iniziare ad affrontare i fatti e compiere seri sforzi per trovare i modi per risolvere la crisi".La bizzarra dichiarazione del principe Filippo, che è tornata di attualità dopo che Buckingham Palace ha annunciato la sua morte, ha ovviamente provocato nuovo stupore in questo tempo di pandemia e le sue osservazioni sono state collegate alle morti provocate dal COVID-19. Ma quello che molti non comprendono è che le politiche di controllo della popolazione praticate dalle agenzie delle Nazioni Unite, trovano le loro radici nel movimento eugenetico - diffuso nel Regno Unito e negli Stati Uniti - che era già una forza al momento della nascita del principe Filippo nel 1921. Si spera, una volta che sia venuta meno la narrazione politicamente corretta sull'eredità di Filippo, che qualcuno potrà ricostruire le verità omesse sulla sua figura.Fino ad allora, gli entusiasti del controllo della popolazione probabilmente incroceranno le dita nella speranza che il principe Filippo torni davvero come un virus orribile e li aiuti a finire il lavoro! Ma se dovesse deluderli, suo figlio Carlo e suo nipote William, futuro erede al trono, hanno ripreso il suo testimone e lo stanno già rendendo orgoglioso.Nota di BastaBugie: l'autrice del precedente articolo, Patricia Gooding-Williams, nell'articolo seguente dal titolo "Cliniche per il controllo delle nascite, 100 anni di eugenetica e razzismo" ricorda che cento anni fa Marie Stopes apriva a Londra la prima clinica per il controllo delle nascite, un'opera della Società Eugenetica. E l'influenza eugenetica a danno delle donne dura tuttora sotto gli slogan di "scelta" e "libertà".Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 17 marzo 2021:Esattamente cento anni fa, il 17 marzo 1921, fu inaugurata la prima clinica di pianificazione familiare della Gran Bretagna al 61 di Marlborough Road, Holloway, Londra. Le celebrazioni ufficiali del centenario indicano l'evento come uno dei più grandi successi umanitari del secolo scorso. Ma in realtà il valore di questo evento può essere compreso soltanto se si riconosce e si fanno i conti con il movimento eugenetico, che è stato la chiave per l'apertura della prima Mother's Clinic (questo era il nome ufficiale). Aprire un capitolo della storia britannica tanto vergognoso quanto doloroso potrebbe rovinare le celebrazioni, ma aprirebbe un dibattito oggi più che mai necessario su quale influenza ha avuto l'eugenetica sulle attuali pratiche di controllo della popolazione.Il movimento eugenetico è diventato potente in Gran Bretagna all'inizio del XX secolo. La sua missione era prendere il controllo della natalità e creare una razza superiore attraverso la procreazione selettiva. Il tasso di natalità complessivo della Gran Bretagna era in calo dal 1876, il problema per gli eugenisti era che la riduzione non era uniformemente distribuita tra tutte le classi sociali. Le persone più povere in Gran Bretagna erano le più prolifiche e questo implicava un "deterioramento nazionale" della razza, un disastro per le generazioni future e per l'impero britannico. La loro soluzione è stata quella di correggere lo squilibrio eliminando poveri, malati e disabili. L'introduzione della pianificazione familiare nel 1921 serviva a questo scopo.L'eugenetica, che significa "nascere bene", era considerata una scienza rispettabile dall'élite. Il movimento contava alcuni dei britannici più importanti e influenti di quell'epoca. Includevano: John Maynard Keynes, Bertrand Russell, [...] nonché membri senior dell'establishment politico come Winston Churchill [...] che divenne Primo Ministro del Regno Unito dal 1940 al 1945 (durante la Seconda guerra mondiale) e di nuovo dal 1951 al 1955.Una lettera scritta da Winston Churchill nel 1910 al primo ministro Henry Asquith, fa capire come lui e molti membri del movimento eugenetico valutassero lo squilibrio della popolazione in quel momento. "La crescita innaturale e sempre più rapida delle classi di deboli di mente e di pazzi, unita com'è a una costante restrizione delle fasce di popolazione giudiziose, energiche e superiori, costituisce un pericolo nazionale e razziale che è impossibile esagerare".Nel 1921 la Società Eugenetica aveva già consolidato un impatto sulla società. Il manifesto della CBC prendeva di mira coloro che erano considerati non idonei alla genitorialità.
Genetische manipulatie... het is een wetenschap die enorm fascineert en tegelijkertijd doet huiveren. Je denkt misschien aan planten die we genetisch manipuleren om bijvoorbeeld droogteperiodes beter te doorstaan, maar wist je dat we ook het DNA van mensen kunnen veranderen met de Crispr/Cas-technologie? Zou jij aan je genen laten morrelen om jezelf te 'verbeteren'? Of.. aan de genen van je kinderen? Je hebt waarschijnlijk heel wat tegenargumenten. Techniekfilosoof Lode Lauwaert (KU Leuven) legt je uit dat die tegenargumenten op wankele schroeven staan. Deze podcast is een concept van Universiteit van Vlaanderen. Techniekfilosoof: prof. dr. Lode Lauwaert. Redactie en storytelling: Jasmin Danckers. Klank en muziek: Céline Ottenburgh. Presentatie: Tom De Cock. Eindredactie: Katleen Bracke. Deze podcast is mogelijk dankzij de medewerking van KU Leuven, UAntwerpen, UGent, UHasselt, VUB en de Jonge Academie en komt tot stand met de steun van Knack, VRT en de Vlaamse overheid.
Dopo aver analizzato le origini dell'eugenetica e la sua parentesi più drammatica, in questa puntata ripercorriamo tre contesti culturali emblematici, in cui l'eugenetica è stata promossa e sviluppata: il modello anglosassone della prima metà del ‘900, l'utopia positivista italiana e la social-democrazia svedese. Lo scopo è quello di mostrare come questa mentalità possa sussistere anche in un contesto non totalitario e, dunque, anche oggi, in un contesto liberale.
Dopo aver analizzato le origini dell’eugenetica e la sua parentesi più drammatica, in questa puntata ripercorriamo tre contesti culturali emblematici, in cui l’eugenetica è stata promossa e sviluppata: il modello anglosassone della prima metà del ‘900, l’utopia positivista italiana e la social-democrazia svedese. Lo scopo è quello di mostrare come questa mentalità possa sussistere anche in un contesto non totalitario e, dunque, anche oggi, in un contesto liberale.
In Bioetica, è importante tenere conto di una mentalità chiamata “eugenetica”, che richiama molto bene la volontà di ricercare l’uomo perfetto, che prima era toccato a politiche di Stato o alla mano di dittatori. L’“eliminazione dei difettosi”, che da Galton è passata a politiche di “igiene pubblica” e poi alla tragedia nazista, avviene ancora oggi?
In Bioetica, è importante tenere conto di una mentalità chiamata “eugenetica”, che richiama molto bene la volontà di ricercare l'uomo perfetto, che prima era toccato a politiche di Stato o alla mano di dittatori. L'“eliminazione dei difettosi”, che da Galton è passata a politiche di “igiene pubblica” e poi alla tragedia nazista, avviene ancora oggi?
Rāmāyana per Yogi moderni Episodio 42: L'origine degli orsi e delle scimmieLa gioia del pittore davanti alla sua opera d'arte • Relazioni che crescono sempre • E se li spossassimo tutti? • Il saggio arrabbiato • Un'ospite inatteso • La convocazione di tutti i Deva al cospetto di Brahma • Viṣṇu ha tenuto la sua promessa, ora tocca a voi! • La creazione di un esercito mitico • L'unione dei Deva con la "mortali" di ogni specie • Eugenetica spaziale • Ninfe, Angeli, Spiriti della natura, Rettiliane e Scimmie • Il corredo ereditario dei padri celesti • Pavana-putra Hanuman ki! • I 2 significati di Vānara • Scimmie che posso prendere qualunque aspetto • E non dimentichiamoci gli orsi... • 3 modi per dire scimmia! • La genesi dei grandi generali dell'esercito di scimmie • L'orso Jāmbhavan • Le scimmie si dividono in clan e popolano il mondo • L'egemonia del figlio di Indra • Le future alleanze di Rāma • L'entourage dell'Assoluto • Abbiamo letto dal Rāmāyana , Adi/Bala-kanda, Capitolo AK.20----------------------------Rimani in contatto:
In de Volkskrant verscheen onlangs een stuk schijnheilig moralistisch gezever van Asha ten Broeke. Asha wil geen debat over de aanpak van een eventueel tekort aan IC-bedden voor mensen die met het coronavirus besmet zijn. Asha wil geen debat over wanneer men iemand "mag laten doodgaan. Dat is wreed." Asha kijkt liever weg. Source
Mentre sugli Stati Uniti si sta abbattendo la prima ondata di casi di coronavirus e gli ospedali si preparano a essere invasi da pazienti con difficoltà respiratorie, i vari Stati cercano di fornire ai medici dei criteri guida per prendere le decisioni più difficili: scegliere chi attaccare a un respiratore e chi no. Fra i circa 36 Stati che hanno reso noti i loro criteri, una decina elenca anche considerazioni di tipo intellettivo, e altri parlano di condizioni precise che possono portare alla discriminazione nei confronti dei disabili.
Mentre sugli Stati Uniti si sta abbattendo la prima ondata di casi di coronavirus e gli ospedali si preparano a essere invasi da pazienti con difficoltà respiratorie, i vari Stati cercano di fornire ai medici dei criteri guida per prendere le decisioni più difficili: scegliere chi attaccare a un respiratore e chi no. Fra i circa 36 Stati che hanno reso noti i loro criteri, una decina elenca anche considerazioni di tipo intellettivo, e altri parlano di condizioni precise che possono portare alla discriminazione nei confronti dei disabili.
Decima puntata della stagione 2019-2020 di Border Nights – La notte ai confini in diretta dalle 22 su Web Radio Network e poi in podcast su Spreaker, YouTube, Spotify, Itunes. Ospiti della puntata Enrica Perucchietti per parlare di manipolazioni e inganni del potere e Giuliana Conforto per raccontarci di risveglio, unità e coscienza. Ad aprire la serata la nuova rubrica di Pietro Ratto.DIETRO LE QUINTE DEL POTERE: ENRICA PERUCCHIETTIPrima ospite della puntata sarà Enrica Perucchietti, autrice insieme a Marcello Pamio e Andrea Bizzocchi de “Dietro le quinte del potere”: le manipolazioni e gli inganni del potere – Rivelazioni sul governo invisibile che controlla il pianeta (Uno Editori). I tre autori che si occupano di libera informazione, chiacchierando tra loro, cercano di svelare le tante apparenti contraddizioni del nostro tempo discutendo dei temi più urgenti dell’attualità: dalla manipolazione dell’informazione alle fake news, dal controllo sociale alle false flags, da Big Pharma alle ricerche nel campo del post-umano. In Dietro le Quinte, Bizzocchi, Pamio e Perucchietti intraprendono un vero e proprio viaggio alle origini della manipolazione e degli inganni del Sistema, svelando le dinamiche con cui agiscono i Poteri Forti e portando alla luce i loro reali obiettivi, mostrandone i segreti e analizzandone i metodi. Un viaggio alla ricerca di risposte che fornisce anche preziosi consigli per difendersi dalla manipolazione e tornare a essere veramente liberi di scegliere. Enrica Perucchietti vive e lavora a Torino come giornalista, scrittrice ed editor. Oltre a numerose pubblicazioni su riviste digitali e cartacee è autrice di diversi saggi e inchieste giornalistiche tra cui ricordiamo: NWO. New World Order. L’altra faccia di Obama; Le origini occulte della musica; Utero in affitto. La fabbricazione di bambini, la nuova forma di schiavismo, La Fabbrica della manipolazione; Il lato B. di Matteo Renzi; Unisex. Cancellare l’identità sessuale: la nuova arma della manipolazione globale; False Flag. Sotto falsa bandiera.RISVEGLIO, UNITA’ E COSCIENZA: GIULIANA CONFORTOSeconda ospite della serata sarà Giuliana Conforto. Ha di recente pubblicato il libro “Il Risveglio e il Gioco Cosmico dell’Uomo”. Buchi neri e bianchi, Web Cosmico e iperspazio, wormhole e iper-wormhole sono concetti espressi dalla scienza e i film di fantascienza, ma relegati a un immaginario lontano dalla vita quotidiana, intessuta di fatica e continua corsa contro… il tempo. Lo crediamo un unico “dio” da cui tutto dipende. Eppure la sua unicità è smentita dalla musica e dalla genetica. Il DNA è lo spartito musicale presente nel nucleo di tutte le cellule di ogni organismo, sin dall’attimo del suo concepimento. Non solo. C’è anche il direttore d’orchestra che si occupa della sua esecuzione: è l’RNA e interviene in attimi fuggenti ma cruciali per la nostra salute, quali il ripiegamento delle proteine. L’Intelligenza Organica compone infiniti tempi, rapidissimi e lentissimi, e ha una Fonte eterna ora scoperta. È il Cristallo al centro della Terra, la Via che unisce la terra osservata in frequenze ottiche a quella osservata dalle sonde spaziali in Estremo Ultra Violetto (EUV). La sua forma embrionale svela una Terra tutta unita, senza confini, senza gravità e con giornate più lunghe. Giuliana Conforto, astrofisica prima, docente di meccanica classica e quantistica poi, lei snida i trucchi e gli inganni che stregano le menti umane, ritrovando così la sua natura di donna amante della verità.LE RUBRICHE DI BORDER NIGHTSNel corso della puntata torneranno le nostre rubriche: la ruota libera con Paolo Franceschetti, La Campana dello zio Tom, con Tom Bosco, la scheda del Maestro di Dietrologia, Pnl for English con Paola Iacobini, Voci da dimensioni altre con Germana Accorsi e la biblioteca di Barbara Marchand.
Decima puntata della stagione 2019-2020 di Border Nights – La notte ai confini in diretta dalle 22 su Web Radio Network e poi in podcast su Spreaker, YouTube, Spotify, Itunes. Ospiti della puntata Enrica Perucchietti per parlare di manipolazioni e inganni del potere e Giuliana Conforto per raccontarci di risveglio, unità e coscienza. Ad aprire la serata la nuova rubrica di Pietro Ratto.DIETRO LE QUINTE DEL POTERE: ENRICA PERUCCHIETTIPrima ospite della puntata sarà Enrica Perucchietti, autrice insieme a Marcello Pamio e Andrea Bizzocchi de “Dietro le quinte del potere”: le manipolazioni e gli inganni del potere – Rivelazioni sul governo invisibile che controlla il pianeta (Uno Editori). I tre autori che si occupano di libera informazione, chiacchierando tra loro, cercano di svelare le tante apparenti contraddizioni del nostro tempo discutendo dei temi più urgenti dell’attualità: dalla manipolazione dell’informazione alle fake news, dal controllo sociale alle false flags, da Big Pharma alle ricerche nel campo del post-umano. In Dietro le Quinte, Bizzocchi, Pamio e Perucchietti intraprendono un vero e proprio viaggio alle origini della manipolazione e degli inganni del Sistema, svelando le dinamiche con cui agiscono i Poteri Forti e portando alla luce i loro reali obiettivi, mostrandone i segreti e analizzandone i metodi. Un viaggio alla ricerca di risposte che fornisce anche preziosi consigli per difendersi dalla manipolazione e tornare a essere veramente liberi di scegliere. Enrica Perucchietti vive e lavora a Torino come giornalista, scrittrice ed editor. Oltre a numerose pubblicazioni su riviste digitali e cartacee è autrice di diversi saggi e inchieste giornalistiche tra cui ricordiamo: NWO. New World Order. L’altra faccia di Obama; Le origini occulte della musica; Utero in affitto. La fabbricazione di bambini, la nuova forma di schiavismo, La Fabbrica della manipolazione; Il lato B. di Matteo Renzi; Unisex. Cancellare l’identità sessuale: la nuova arma della manipolazione globale; False Flag. Sotto falsa bandiera.RISVEGLIO, UNITA’ E COSCIENZA: GIULIANA CONFORTOSeconda ospite della serata sarà Giuliana Conforto. Ha di recente pubblicato il libro “Il Risveglio e il Gioco Cosmico dell’Uomo”. Buchi neri e bianchi, Web Cosmico e iperspazio, wormhole e iper-wormhole sono concetti espressi dalla scienza e i film di fantascienza, ma relegati a un immaginario lontano dalla vita quotidiana, intessuta di fatica e continua corsa contro… il tempo. Lo crediamo un unico “dio” da cui tutto dipende. Eppure la sua unicità è smentita dalla musica e dalla genetica. Il DNA è lo spartito musicale presente nel nucleo di tutte le cellule di ogni organismo, sin dall’attimo del suo concepimento. Non solo. C’è anche il direttore d’orchestra che si occupa della sua esecuzione: è l’RNA e interviene in attimi fuggenti ma cruciali per la nostra salute, quali il ripiegamento delle proteine. L’Intelligenza Organica compone infiniti tempi, rapidissimi e lentissimi, e ha una Fonte eterna ora scoperta. È il Cristallo al centro della Terra, la Via che unisce la terra osservata in frequenze ottiche a quella osservata dalle sonde spaziali in Estremo Ultra Violetto (EUV). La sua forma embrionale svela una Terra tutta unita, senza confini, senza gravità e con giornate più lunghe. Giuliana Conforto, astrofisica prima, docente di meccanica classica e quantistica poi, lei snida i trucchi e gli inganni che stregano le menti umane, ritrovando così la sua natura di donna amante della verità.LE RUBRICHE DI BORDER NIGHTSNel corso della puntata torneranno le nostre rubriche: la ruota libera con Paolo Franceschetti, La Campana dello zio Tom, con Tom Bosco, la scheda del Maestro di Dietrologia, Pnl for English con Paola Iacobini, Voci da dimensioni altre con Germana Accorsi e la biblioteca di Barbara Marchand.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5594LA FICTION DI PAOLA CORTELLESI SULLA MONTESSORI DIMENTICA DI DIRE CHE APPOGGIAVA L'EUGENETICA, LA MASSONERIA E L'ESOTERISMO di Rino CammilleriL'8 marzo, festa della donna, alla tivù dei vescovi, Tv2000 (il cui logo, per l'occasione, era vezzosamente ornato di mimose), è parso appropriato riproporre lo sceneggiato in due puntate Maria Montessori. Una vita per i bambini, trasmesso per la prima volta nel 2007 su Canale 5. Interpretato da Paola Cortellesi e dalle anziane Giulia Lazzarini e Lisa Gastoni, ne risulta un ritratto femminista e antifascista, dunque politicamente corretto, della storica pedagogista (1870-1952).Le generazioni pre-millennial si ricordano di lei più che altro per il suo volto campeggiante sul biglietto da mille lire. Ora, il vederla riproposta dalla televisione cattolica può far pensare, anche ai millennial, che si tratti di una figura «consigliata». E in effetti la fiction ne fa un ritratto da eroina a tutto tondo, una specie di santino laico, costringendosi però, nei titoli di coda, a un corposo distinguo: la miniserie, c'è scritto, è «liberamente tratta» dalla biografia della Montessori. Molto liberamente, tanto da tacere quanto poteva essere visto come scomodo e da inserire aggiunte mai esistite. Infatti, a suo tempo, la storica Lucetta Scaraffia dovette chiarire, sul quotidiano dei vescovi Avvenire del 30 maggio 2007, che la fiction «ha diffuso un'immagine agiografica e stereotipata: la scienziata buona e tutta dedita ai bambini, senza vita privata. Una sorta di santa laica».Lo sceneggiato dedica tutta la prima puntata alla protagonista, sedotta e abbandonata dal suo capo, un vile psichiatra che la mette incinta e poi non solo non la sposa ma le impedisce di vedere il figlio. In realtà i due erano di idee «avanzate» (siamo alla fine dell'Ottocento) e molto probabilmente temevano che un figlio tra i piedi potesse nuocere alle rispettive carriere. Il frutto della colpa dovette aspettare i 14 anni prima di venire presentato in pubblico dalla Montessori, ma come «nipote». Nello sceneggiato, quest'ultimo, cresciuto, aderisce al gruppo antifascista «Giustizia e libertà» e viene salvato da un commissario che era ex alunno della madre.In realtà fu lui a sollecitare la madre nel 1923 perché si avvicinasse al Duce. E lei prese la tessera del partito. L'anno dopo, il Duce costituì come ente morale l'Associazione Opera Montessori, il cui presidente fu Giovanni Gentile. «Fino ai primi anni Trenta i rapporti fra Mussolini e la Montessori furono quasi idilliaci», scrive la Scaraffia. Ma erano ambedue troppo accentratori perché l'idillio potesse durare. Infatti, dopo dieci anni si arrivò alla rottura e lei emigrò in Olanda (dove era famosissima) per non più tornare, nemmeno dopo la fine della guerra.Nel 1899 si era iscritta, a Londra, alla Società Teosofica della medium russa Helena Blavatsky. Nel 1913 tenne la sua prima conferenza americana nel Masonic Temple di Washington. Passò gli anni della seconda guerra mondiale in India, nel quartier generale della teosofia. Al primo convegno europeo delle rivendicazioni femminili (ancora non si chiamavano femministe), nel 1899, lei rappresentò l'Italia. Era tra le principali relatrici nel 1908, quando l'assise fu tutta italiana. Teneva conferenze sull'educazione sessuale in cui «proponeva un malthusianesimo eugenetico» (sempre Scaraffia), molto in voga, in quegli anni, tra i medici positivisti. Questa la storia, al di là della leggenda. [...]Nota di BastaBugie: come ha ricordato nel precedente articolo di Rino Cammilleri, la Montessori si era iscritta alla Società Teosofica della medium russa Helena Blavatsky. Miguel Pastorino nell'articolo seguente dal titolo "La teosofia è la madre dell'occultismo moderno" parla di Madame Blavatsky e del suo odio viscerale per il cristianesimo.Ecco l'articolo completo pubblicato su Aleteia il 19 gennaio 2016:La teosofia è alla base della stragrande maggioranza delle sette e dei movimenti esoterici e occultisti moderni, così come dei pilastri dottrinali del movimento New Age e di gruppi diversi come Nueva Acropoli, la Chiesa Universale e Trionfante, la Metafisica di Conny Méndez o la Chiesa Cattolica Liberale. Conoscerne la storia e la dottrina ci permette di comprendere lo spirito comune dell'esoterismo che oggi è diventato comune nei mezzi di comunicazione e in migliaia di pubblicazioni su temi spirituali di carattere magico-occultista.TEOSOFIA ANTICA E MODERNACome la maggior parte dei movimenti esoterici, i suoi membri si richiamano a una tradizione immaginaria nel tempo, che non ha alcuna base storica. Anche se il termine "teosofia" (saggezza di Dio o saggezza divina) è antico ed è stato usato in vari modi, tradizionalmente si riferisce a una saggezza che deriva direttamente da Dio, come una filosofia che mettendo da parte la ragione e l'esperienza ordinaria perché insufficienti e rifiutando la rivelazione biblica come superflua o fittizia prende i suoi materiali dalle esperienze che certi uomini "privilegiati" possono arrivare ad avere con le loro sole forze naturali, mediante processi misteriosi.Ma la Società Teosofica non ha nulla a che vedere con la teosofia dell'esoterismo classico. È stata fondata nel 1875 negli Stati Uniti da un gruppo di amanti dei misteri, dello spiritismo, della pseudoscienza e dell'esoterismo. Ci si è appropriati del termine ma senza alcuna relazione con la comprensione tradizionale della teosofia. Per loro il "teosofo" sarebbe colui che ha acquisito la conoscenza della divinità, ma non si tratta di una conoscenza speculativa, quanto di un "ampliamento della coscienza", del "campo spirituale interno".LA FIGURA DI MADAME BLAVATSKYHelena Petrovna Blavatsky (Helena Rottenstern), fondatrice della Società Teosofica, è la figura più importante dell'occultismo moderno, precursore del movimento New Age e di un'ideologia esoterica anticristiana. Nata nel 1831 a Yekaterinoslav (Ucraina), a 18 anni sposò l'anziano generale Blavatsky, dal quale divorziò tre mesi dopo. Esercitò come medium spiritista e affermò di essere stata tra il 1851 e il 1858 in Tibet, dove avrebbe ricevuto l'insegnamento della Grande Fraternità Bianca.In realtà in quel periodo andò a Londra, dove si legò a importanti circoli spiritisti dell'epoca, e menziona un incontro a Hyde Park con un "Mahatma" che le diede la missione di fungere da intermediaria tra la Grande Fraternità e l'umanità. È complesso dedurre dai suoi scritti dove si sia recata davvero e dov'è "stata" solo con la mente. Andò in Italia, Russia, Inghilterra, India, Canada, Messico ed Egitto, ma il viaggio in Tibet sembra una pura invenzione.Influenzata da una delle sue conversazioni, si trasferì in India per insegnare la sua dottrina, ma venne smascherata come impostore dal dottor Hodgson per i trucchi spiritisti. Appassionata di spiritismo e occultismo, elaborò la propria interpretazione esoterica della Bibbia, basandosi su presunte ispirazioni interiori. Antirazionalista e anticristiana, fece parte di società segrete e fondò, insieme al colonnello Olcott, la Società Teosofica nel 1875 a New York. Strinsero legami con la massoneria, e la Blavatsky chiese che venissero inclusi gradi di iniziazione, una dottrina segreta e un distintivo.Tornata in Europa, nel 1884 riorganizzò le sezioni teosofiche smantellate e fondò la rivista anglofona "Lucifer" e quella francofona "Lotus Bleu". Scrisse la sua opera più importante, "La dottrina segreta", e iniziò alla teosofia Annie Besant, segretaria e suo futuro successore. Morì nel maggio 1891, sola nella sua residenza di Londra, alcolizzata e abbandonata dalla maggior parte dei suoi adepti. I suoi libri più noti sono "Iside svelata" e "La dottrina segreta".L'ESOTERISTA GUÉNON SMASCHERA LA SOCIETÀ TEOSOFICANella sua opera "Il Teosofismo", il filosofo ed esoterista francese René Guénon criticò duramente Madame Blavatsky e la Società Teosofica per le loro dottrine poco serie e per le "affermazioni chimeriche", che non avevano nulla a che vedere con l'esoterismo autentico o con la teosofia: "Questa organizzazione non deriva da alcuna scuola che si leghi, neanche indirettamente, a qualche dottrina di questo genere. I suoi membri non sono affatto teosofi, al massimo, se si vuole, teosofisti".Guénon criticava le invenzioni storiche e dottrinali della Società Teosofica e la sua totale mancanza di legame con le tradizioni esoteriche di Oriente e Occidente. Smascherava anche il presunto "cristianesimo esoterico", perché nascondeva un odio viscerale per il cristianesimo, rivelato nelle stesse parole di Madame Blavatsky: "Il nostro obiettivo non è restaurare l'induismo, ma cancellare il cristianesimo dalla faccia della terra".
VIDEO: Jérôme Lejeune al Meeting di Rimini ➜ www.youtube.com/watch?v=tiheM_0rKWYTESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5586LEJEUNE SI OPPOSE ALLA TEORIA RAZZISTA ELABORATA DA DOWNJérôme Lejeune nasce nel 1926 a Montrouge sur Seine. Fin da bambino è attirato dalla "scienza", ma solo dopo aver vissuto il dramma della guerra matura la decisione di studiare medicina, conseguendo la laurea a Parigi nel 1951. Ed è proprio durante il percorso di studi che il giovane fa un incontro che gli cambia la vita: in quel periodo, infatti, il professor Turpin stava cercando un assistente che lo aiutasse nello studio del mongolismo e lui si sente "chiamato" dalle circostanze ad accettare l'incarico.Erano gli anni Cinquanta e la teoria di riferimento sul mongolismo rimaneva ancora quella elaborata da Langdon Down nel 1866, secondo la quale erano affette da "idiozia mongoloide" tutte le persone intellettivamente deficienti che presentavano caratteristici tratti somatici.Le conclusioni cui Down era giunto erano improvvisate da un punto di vista scientifico ed avevano una base razzista: secondo il medico britannico, infatti, nelle persone affette da mongolismo la razza umana regrediva verso forme primigenie, e a farne le spese era l'intelligenza.Questa teoria aveva generato importanti ripercussioni sul piano sociale: sia per i mongoli, deprivati della loro dignità di persone, sia per i loro genitori, accusati - più o meno esplicitamente - di aver generato una razza inferiore.LEJEUNE SI OPPONE ALLA TEORIA RAZZISTA ELABORATA DA DOWNJérôme Lejeune non accettò mai come vera la teoria elaborata da Down. Egli era fermamente convinto che, nel momento in cui si sviluppava una malattia di carattere genetico, la causa non fosse determinata dal cambiamento della qualità del messaggio ereditario, bensì fosse attribuibile ad una mutazione di ordine quantitativo, ossia da un eccesso o da un difetto di alcune proporzioni del codice genetico.Dopo aver studiato approfonditamente un caso di mongolismo, nell'agosto del 1958 Lejeune scoprì l'esistenza, nei pazienti affetti da tale sindrome, di un quarantasettesimo cromosoma. Cromosoma che morfologicamente è identico agli elementi del ventunesimo paio: ecco perché lo studioso propose di chiamare la sindrome di Down "trisomia 21".La scoperta - comunicata al mondo insieme al professor Turpin e a Marthe Guatier nel 1959 - era rivoluzionaria. Non ebbe solamente importanti ricadute sul piano sociale, ma contribuì anche ad infondere nella gente la speranza circa possibili terapie utili a curare la malattia.Nei dieci anni successivi l'identificazione genetica della sindrome di Down, Jérôme Lejeune ricevette moltissimi riconoscimenti internazionali e nel 1964 gli venne anche assegnata la cattedra di "Genetica Fondamentale" presso la Facoltà di Medicina di Parigi, creata appositamente per lui.SELEZIONE EUGENETICA CONTRO I BAMBINI DOWNSul finire degli anni Sessanta, tuttavia, cominciarono i problemi, in quanto in Francia venne formulata la proposta di legge "Peyret", che prevedeva la soppressione in utero dei feti che fossero stati diagnosticati come "malformati".La scoperta scientifica della trisomia, compiuta in nome dell'amore per la vita, voleva essere subdolamente posta al servizio della morte.Lejeune non poteva accettare questa strumentalizzazione delle sue scoperte e fin da subito si schierò apertamente contro l'aborto. Egli era infatti profondamente convinto che "all'inizio c'è un messaggio. Questo messaggio è nella vita e questo messaggio è vita. E se questo messaggio è un messaggio umano questa vita è una vita umana", indipendentemente dalle sue caratteristiche: "A man is a man", era solito affermare.Alcuni giunsero ad accusarlo di mescolare scienza e fede, ma ad essi Lejeune rispondeva: "Se, Dio non voglia, la Chiesa arrivasse ad ammettere l'aborto, allora io non sarei più cattolico".Per Lejeune furono anni difficili: le comunità scientifiche, che fino a poco prima lo lodavano, iniziarono ad osteggiarlo e i fautori dell'aborto lo vedevano come un avversario da combattere con tutte le forze. Per farlo tacere arrivarono anche all'intimidazione violenta.Ma lo studioso non si fece abbattere, anzi: continuò a svolgere con dedizione la sua professione di medico e di ricercatore, senza tralasciare la cura per sua moglie e per i suoi cinque figli.PRIMO PRESIDENTE DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITAJérôme Lejeune, insomma, visse la sua fede in ogni aspetto del quotidiano, amando Dio e il prossimo con tutte le sue forze, anche a costo di perdere l'opportunità di ricevere il premio Nobel. Di fatto ciò accadde dopo il discorso di ringraziamento per l'assegnazione del "William Allen Memorial Award 1969", quando disse a chiare lettere: "La tentazione di sopprimere con l'aborto i piccoli d'uomo malati va contro la legge morale di cui la genetica conferma la fondatezza; e tale morale non è una legge arbitraria".A questo punto, però, a valorizzare la sua figura di medico e scienziato intervenne la Chiesa: nel 1974 Lejeune divenne membro della "Pontificia Accademia delle Scienze" e nel 1994, quando era ormai morente, papa Giovanni Paolo II, con grande determinazione, volle nominarlo primo presidente della "Pontificia Accademia per la Vita", in virtù della gratitudine che provava nei suoi confronti e in nome della loro sincera amicizia.Il fondatore della genetica moderna morì il giorno di Pasqua del 1994, lasciando il ricordo di un uomo che seppe molto amare e che, fino all'ultimo, fu strenuo "difensore della verità sulla vita umana", senza porre alcuna condizione e senza nutrire mai alcun dubbio.Durante i funerali, svoltisi nella cattedrale di Nôtre Dame di Parigi, Cecilia, una sua piccola paziente, recitò per lui questa poesia: "Mio Dio, per favore / veglia sul 'mio amico'; / per la mia famiglia io sono brutta assai, / lui mi trova persino carina, / perché sa com'è fatto il mio cuore".
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