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Si ferma in casa il Milan con la Salernitana, mentre l'Inter questa sera si gioca tutto contro il Porto nella partita di ritorno di Champions League. Il resoconto del match di San Siro con Nanu Galderisi, ex milanista e Luca Serafini giornalista di fede rossonera.Convocato insieme al nostro Leo Turrini, l'ex portiere biancoceleste Luca Marchegiani. Esattamente venti anni fa, la Lazio di Simone Inzaghi batteva il Marsiglia 5-1. Ricordiamo quella storica partita e capiamo l'attuale situazione dell'Inter in attesa dell'incontro di questa sera contro il Porto.
E' morto all'età di 84 anni Maurizio Costanzo. Giornalista, conduttore televisivo e radiofonico, autore, paroliere, universalmente riconosciuto come l'inventore del talk show all'italiana. Lo ricordiamo con il Prof. Giorgio Simonelli, critico televisivo e docente di teorie e tecniche del linguaggio giornalistico alla Cattolica di Milano. Esattamente un anno fa la Russia di Putin invadeva l'Ucraina: Radio 24 dedica una programmazione speciale per questo primo anniversario. Da Kiev l'inviato Gigi Donelli.Com'è cambiata tra gli italiani la previsione sul futuro della guerra? Lo chiediamo a Luca Mapelli di YouGov.
Oggi parliamo di cosa siano esattamente i sistemi di carcerazione 41 bis e carcere ostativo e delle loro differenze ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://linktr.ee/podclasseditori Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione Musica https://www.bensound.com
Gesù è venuto, ma non solamente per coloro che già credevano in Dio, non solamente per coloro che già operavano il bene, ma per tutti. E' un Dio “misericordioso, lento all'ira e di gran bontà", quello che è realmente disceso. E noi siamo chiamati ad essere suoi testimoni.---CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 10 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 27 minutiQuesto è il giorno in cui accendiamo l'ultima delle candele della nostra Corona dell'Avvento, quella centrale, che ci rammenta che il Salvatore è venuto. Giovanni ha scritto:“La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto. È venuto in casa sua, e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.” (Giovanni 1:9-14)La misericordia di un Dio “compassionevole, lento all'ira e di gran bontà” era stata promessa dai profeti:«Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni. Perciò egli li darà in mano ai loro nemici, fino al tempo in cui colei che deve partorire partorirà; e il resto dei suoi fratelli tornerà a raggiungere i figli d'Israele». Egli starà là e pascolerà il suo gregge con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. E quelli abiteranno in pace, perché allora egli sarà grande fino all'estremità della terra. Sarà lui che porterà la pace. (Michea 5:1-4)“Perciò il Signore stesso vi darà un segno: ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele.” (Isaia 7:14)Queste parole venivano scritte da Michea e da Isaia attorno al 736 avanti Cristo, circa trenta anni dopo che Giona era stato a Ninive: Dio prometteva misericordia a tutto il popolo. Ed era una misericordia inaspettata; piuttosto che punire la nostra ribellione, Dio decideva di venire in soccorso... esattamente come aveva fatto a Ninive.Giona era stato chiamato a salvare un'intera città e, forse, l'intera nazione di cui Ninive era capitale, a dimostrare una misericordia che Dio avrebbe poi esteso a “tutto il popolo” Questo fece di Giona un "estensore della misericordia".Come ci si comporta, o come ci si dovrebbe comportare dinanzi a un Dio che elargisce gratuitamente il suo perdono? Che manda nelle nostre vite speranza, fede, gioia, pace? Leggiamo Giona 4:5-11 "Poi Giona uscì dalla città e si mise seduto a oriente della città; là si fece una capanna e si riparò alla sua ombra, per poter vedere quello che sarebbe successo alla città. Dio, il Signore, per calmarlo della sua irritazione, fece crescere un ricino che salì al di sopra di Giona per fare ombra sul suo capo. Giona provò una grandissima gioia a causa di quel ricino. L'indomani, allo spuntar dell'alba, Dio mandò un verme a rosicchiare il ricino e questo seccò. Dopo che il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un soffocante vento orientale e il sole picchiò sul capo di Giona così forte da farlo venir meno. Allora egli chiese di morire, dicendo: «È meglio per me morire che vivere». Dio disse a Giona: «Fai bene a irritarti così a causa del ricino?» Egli rispose: «Sì, faccio bene a irritarmi così, fino a desiderare la morte». Il Signore disse: «Tu hai pietà del ricino per il quale non ti sei affaticato, che tu non hai fatto crescere, che è nato in una notte e in una notte è perito; e io non avrei pietà di Ninive, la gran città, nella quale si trovano più di centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e tanta quantità di bestiame?»” (Giona 4:5-11)Non c'è speranza, né fede, né gioia, né pace in Giona; invece di essere in città a festeggiare con i Niniviti, Giona se ne va in preda alla frustrazione.Il versetto 5 dice che “Giona uscì dalla città e si mise seduto a oriente della città... per poter vedere quello che sarebbe successo alla città”. Giona voleva vedere la punizione, e invece vede il perdono. Giona voleva vedere il fuoco dal cielo, e invece vede la benedizione che scende dal cielo. Giona era stato mandato per essere un “estensore di grazia”. Anche se riluttante, Giona aveva comunque adempiuto ai piani di salvezza di Dio.Esattamente come aveva anticipato attraverso Isaia e Michea, Dio diceva avrebbe mandato un Salvatore. Il piano di Dio, da sempre, non è stato quello di giudicare, ma di salvare: Giovanni dirà:“Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.” (Giovanni 3:17)Notate l'ultima parte del versetto: “perché il mondo sia salvato”: gli angeli avevano parlato di una “grande gioia per tutto il popolo”. Il mondo, il popolo; Natale è il compimento dell'opera di un Dio “lento all'ira e di gran bontà” verso tutti, offerta per coloro che avrebbero riconosciuto in quel bimbo, nato da una giovane donna, il Salvatore.E' facile per noi giudicare Giona: dire “Hai sbagliato!” Dovevi subito obbedire al tuo Signore! Non dovevi essere così riluttante!”. Facile, perché abbiamo il Natale, perché abbiamo visto la misericordia, inaspettata ma promessa, di Dio scendere e farsi uomo. Giona conosceva per “sentito dire” le caratteristiche di Dio, noi le abbiamo viste. Dio ha mandato ben più di Giona a recare la “... buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà” (Luca 2:10)” E noi? Quale è il nostro compito a Natale? Noi che abbiamo visto la misericordia in azione? Essere il popolo che riceve, oppure essere un Giona migliore che annuncia? Paolo ha detto:“Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. (Romani 8:28)Paolo dice che che tutte le cose cooperano al bene, ed è come dire che “Dio coopera al bene"; Dio non può e non vuole operare da solo per la salvezza del mondo e del popolo. Dio da sempre ha voluto coinvolgere “quelli che amano Dio” nella sua opera di salvezza per il popolo. Coloro che amano Dio non stanno fermi attendendo che il bene gli piova addosso, ma si muovono verso il bene, lo trasmettono agli altri, sono testimoni, non riluttanti come Giona; è solo allora che Dio aggiunge la sua benedizione.Non limitiamoci a festeggiare il Natale “tra di noi”, tra “quelli che amano Dio” , ma testimoniamolo e operiamo sapendo che la salvezza è davvero discesa sulla Terra. Perché quando non lo facciamo, possiamo diventare un po' come Giona; testimoni riluttanti della misericordia di Dio.E cosa ne sarà di quel missionario riluttante di Giona? Dio punirà il suo atteggiamento di riprovazione perché si dimostra nei fatti “lento all'ira e di gran bontà” con i Niniviti? Incredibilmente Dio, non punisce, ma insegna qualcosa a Giona attraverso una semplice pianta.Una piccola parentesi: nell'originale in ebraico non dice che pianta fosse, e non so perché in Italia i traduttori abbiano deciso per un ricino, che è un albero si, ma che ci mette un bel pò a diventare adulto da dare ombra e che non fa tanta ombra. Era dunque una pianta che aveva foglie larghe da dare molta ombra.Dio fa nascere una pianta per dare ristoro a Giona; lui ne prova piacere e pensa “Dio mi sta benedicendo”. Poi Dio gli toglie la pianta, e Giona è così avvilito che chiede di morire: “ Lo sapevo ; hai fatto quello che non volevo, salvare i Niniviti che odio, ora mi togli anche la pianta e l'ombra. Sei contro di me!” Capita anche a noi, di avere periodi in cui vediamo i frutti della nostra testimonianza, e vediamo che la nostra vita “va bene”: la famiglia, il lavoro, il mondo che ci ruota attorno... tutto vè in sintonia: Ed associamo la benedizione al nostro testimoniare; il che, può essere.Ma poi, quando la situazione si mette male, ed in famiglia, al lavoro, nella nostra vita sorgono problemi, pensiamo “Dio non si cura più di me! Dio è contro di me! Dio mi ha abbandonato!”.Il pericolo, per chi ha creduto in quel primo Natale, è che il nostro impegno a testimoniare agli altri della Luce discesa in terra sia definito dalle circostanze della nostra vita, non dalla nostra relazione con l'Onnipotente.Dio sta aiutando Giona ad acquisire una prospettiva differente, più alta; a smettere di pensare solo a se stesso, a smettere di pensare solo al momento. Ad avere una prospettiva più ampia, una visione per “tutto il popolo”, non solo per una parte del popolo.Gesù è venuto, ma non solamente per coloro che già credevano in Dio, non solamente per coloro che già operano il bene, ma per tutti. Paolo afferma:“Come dicono le Scritture: «Non cʼè nessuno che sia giusto, nemmeno uno....Tutti, senza, distinzione, sono dei peccatori senza la gloria di Dio, ma possono essere resi giusti gratuitamente, per dono di Dio, mediante la redenzione, che troviamo soltanto in Gesù Cristo.” (Romani 3:10, 23-24 PV)Nessun giusto; tutti hanno bisogno del Dio che scende in terra e nasce a Natale.Il Libro di Giona si conclude in modo “anomalo” per un libro della Bibbia: con una domanda che Dio fa a Giona... e a ciascuno di noi:“Dio disse a Giona: «Fai bene a irritarti così a causa del ricino?»... «Tu hai pietà del ricino per il quale non ti sei affaticato, che tu non hai fatto crescere, che è nato in una notte e in una notte è perito; e io non avrei pietà di Ninive, la gran città, nella quale si trovano più di centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e tanta quantità di bestiame?»” (Giona 5:9-11)Nel turbine della nostra vita, possiamo tendere a dimenticare il Natale; a dimenticare che Dio è sceso in terra ed è venuto a saldare il conto per l'intera umanità, non solo per coloro che sono “del suo partito”. La salvezza doveva essere accessibile a tutti, non ad una sola casta, ad un solo popolo, ma a “tutto il popolo”. Questa è la natura di un Dio “misericordioso, lento all'ira e di gran bontà”. Questa è la natura del Natale.Non dobbiamo mai dimenticare che siamo tenuti a testimoniare di questa misericordia in qualsiasi modo e in qualsiasi momento della nostra vita, lieto o doloroso. Quando ci sposiamo, promettiamo all'altro di amarlo e essergli a fianco e di supporto “nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza o povertà, in salute o malattia”. Se promettiamo questo ad un altro essere umano, come figli e figlie di Dio, siamo tenuti a una promessa ben più solenne; essere testimoni della nascita di Gesù, indipendentemente da chi siamo, cosa facciamo, come viviamo. Fare quello che fecero i primi testimoni di quella nascita miracolosa:“Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto e che il Signore ci ha fatto sapere». Andarono in fretta e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. (Luca 2:15-18)La domanda di Dio a Giona è ancora valida ai giorni nostri: e merita una risposta. Se la risposta è “Si, sappiamo che sei un Dio “lento all'ira e di gran bontà” che hai misericordia di tutto il popolo”, allora quale deve essere il nostro atteggiamento verso i mondo?Il Natale non è solo la gioia di vedere la misericordia inaspettata ma promessa di Dio all'opera, ma anche una sfida per ciascuno che vede, crede, accetta e segue quel bimbo che diverrà un uomo e salirà il Golgota al posto nostro.Nel mezzo di tutte le emozioni che stiamo vivendo, usciti da una pandemia, con una guerra tremenda alle porte di casa, una crisi energetica ed economica che affligge ciascuno di noi, potremmo sentire frustrazione e rabbia; la domanda per Giona vale anche per noi: «Fai bene a irritarti così?».Il Dio “misericordioso, lento all'ira e di gran bontà”, che non vuole che nessuno perisca, ma che tutti giungano al pentimento, è realmente disceso: anche se non il 25 dicembre, ma è disceso. E noi siamo chiamati ad essere suoi testimoni.Buon Natale.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM--- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
La domanda rimane sempre la stessa. Se la Libia come Stato non esiste cos'è la Libia di cui tutti parlano per risolvere il problema - dicono loro - dell'immigrazione? Esattamente a chi stiamo dando i soldi per gestire i centri in cui - lo dice l'ONU e lo dicono le organizzazioni internazionali - vengono illegalmente trattenuti i migranti? Chi sono i referenti del programma dell'Ue Frontex? Se la Libia non esiste significa che non esiste nemmeno la retorica degli ultimi governi. Qualcuno se n'è accorto? #LaSveglia per La Notizia
Lo scorso 16 novembre è stata finalmente lanciata la missione "Artemis 1", la prima del programma che riporterà, dopo oltre 50 anni, l'uomo sulla luna. In questo mezzo secolo sono cambiate molte cose: le navette di oggi sono molto più avanzate di allora, dal punto di vista elettronico e dell'automazione. Altre cose sono cambiate meno: i motori ad esempio, che su questo razzo - l'SLS, acronimo che sta per Space Launch System - sono praticamente gli stessi del programma Shuttle.Ma il 2022 è un anno importante anche da un punto di vista simbolico, per l'esplorazione spaziale Svizzera e per quella italiana. Esattamente trent'anni fa, infatti, nel 1992, il primo astronauta svizzero della storia e il primo astronauta italiano lasciavano insieme l'atmosfera terrestre a bordo dello Shuttle Atlantis. Lo svizzero era Claude Nicollier, oggi un riferimento dell'astronautica svizzera. L'italiano era Franco Malerba. Marco Pagani è andato a trovarlo, in occasione dell'uscita del suo libro: “Il Cibo nello spazio – la vita in orbita e l'alimentazione del futuro” (edizioni Dedalo).Ne è scaturito un incontro che parte dal ricordo di quella formidabile esperienza, per attraversare e raccontare gli ultimi 30 anni di esplorazione spaziale e le sfide del futuro.il libro appena uscito: “Il Cibo nello spazio – la vita in orbita e l'alimentazione del futuro” (Edizioni Dedalo). Partirà da qui, dal cibo nello spazio, la seconda puntata dell'incontro con Franco Malerba, nel “Laser” di domani.
Lo scorso 16 novembre è stata finalmente lanciata la missione "Artemis 1", la prima del programma che riporterà, dopo oltre 50 anni, l'uomo sulla luna. In questo mezzo secolo sono cambiate molte cose: le navette di oggi sono molto più avanzate di allora, dal punto di vista elettronico e dell'automazione. Altre cose sono cambiate meno: i motori ad esempio, che su questo razzo - l'SLS, acronimo che sta per Space Launch System - sono praticamente gli stessi del programma Shuttle.Ma il 2022 è un anno importante anche da un punto di vista simbolico, per l'esplorazione spaziale Svizzera e per quella italiana. Esattamente trent'anni fa, infatti, nel 1992, il primo astronauta svizzero della storia e il primo astronauta italiano lasciavano insieme l'atmosfera terrestre a bordo dello Shuttle Atlantis. Lo svizzero era Claude Nicollier, oggi un riferimento dell'astronautica svizzera. L'italiano era Franco Malerba. Marco Pagani è andato a trovarlo, in occasione dell'uscita del suo libro: “Il Cibo nello spazio – la vita in orbita e l'alimentazione del futuro” (edizioni Dedalo).Ne è scaturito un incontro che parte dal ricordo di quella formidabile esperienza, per attraversare e raccontare gli ultimi 30 anni di esplorazione spaziale e le sfide del futuro.il libro appena uscito: “Il Cibo nello spazio – la vita in orbita e l'alimentazione del futuro” (Edizioni Dedalo). Partirà da qui, dal cibo nello spazio, la seconda puntata dell'incontro con Franco Malerba, nel “Laser” di domani.
Proprio partendo dal fatto che il nostro corpo e il libro su cui la nostra mente e le nostre emozioni scrivono tutti i loro ricordi, imparare a prenderne possesso, ad ascoltarlo diventa una necessità vitale.Esattamente come imparare a svegliarlo.Iscriviti al #podcast, commenta e condividi con i tuoi amici le #puntate di #thebigfatvoice, seguiti sui #social, rimani in contatto e buon ascolto!Visita il sito www.mbgvoice.com Segui la pagina Facebook https://www.facebook.com/thebigfatvoice Segui il profilo Instagram https://www.instagram.com/thebigfatvoicePuoi metterti in contatto con Massimiliano scrivendo a info@mbgvoice.comFai girare la voce… o meglio… fai girare #thebigfatvoiceMusica originale by #audiio @helloaudiio www.audiio.com
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Il genere delle annunciazioni vuole sottolineare il carattere eccezionale del personaggio che nascerà, in quanto puro dono di Dio. Effettivamente, come emerge sia nella prima lettura che nel Vangelo, il Signore manifesta la sua onnipotenza agendo in situazioni umanamente disperate e utilizzando strumenti deboli. Questo ci fa capire come Dio guida la storia della salvezza da protagonista; anche quando tutto sembra perduto, egli è in grado di trovare vie d’uscite e questo per pura grazia. Ma Dio chiede anche la partecipazione fattiva dell’uomo alla realizzazione del suo disegno. Diceva Sant’Agostino: Dio, che ci ha creato senza di noi, non ci può salvare senza di noi. Nel salmo odierno leggiamo come Dio è una roccia, un baluardo, una fortezza, qualcuno si potrebbe chiedere: ma dov’è questa forza di Dio oggi, come ieri? La nostra fede è messa spesso alla prova: di fronte a tante sconfitte subite, non è facile riconoscere che Dio compie meraviglie. Esattamente come appare nel Vangelo di oggi con la vicenda della coppia del Sacerdote Zaccaria ed Elisabetta, gente buona e giusta ma che nonostante questo dettaglio, essi in realtà vivono la grande sofferenza di non essere riusciti ad avere un figlio. Colpisce che sia proprio a partire da questa sofferenza che Dio fa qualcosa di inaspettato, motivo per cui manda l’angelo Gabriele ad annunciare: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni». Quella che sembrava una buona notizia, in realtà crea in Zaccaria timore e incredulità, e credo che sia assolutamente molto umano reagire così, specie dopo che si è passati un’intera vita ad attendere qualcosa che non è accaduto e che adesso sembra davvero improbabile: «come potrò mai conoscere questo?». Ed evidente che qui Zaccaria oppone la sua vecchiaia, il suo limite, alla Parola del Signore, dimenticando che nulla è impossibile a Dio. “Dopo quei giorni, Elisabetta sua moglie, concepì”. Il senso profondo del Natale penso sia proprio quello di mettere basi lì dove non si può più nulla. Vieni o Emmanuele e non tardare! Amen.
Come puoi far crescere al meglio la tua Azienda?Esattamente come una pianta: crei l'ambiente giusto per far germogliare il seme, la terra più ricca per nutrire le radici, spazi aperti per illuminare le foglie e sviluppare i rami!Ma come puoi fare la stessa cosa con la tua Impresa?Scopriamolo nell'episodio di oggi a cura del mastino Rebecca Guardianelli
Esattamente 50 anni fa nel 1972, Aurelio Peccei e il Club di Roma commissionano al MIT un rapporto che passerà alla storia con il nome de "I limiti dello sviluppo". Per la prima volta uno studio di quel livello certificò la finitezza delle risorse e la fine del sogno di una crescita infinita come vorrebbe il sistema capitalistico.Il Professore Ugo Bardi, membro del Club di Roma e autore di "Limits & Beyond", ci racconta come sia stato possibile realizzare uno studio tanto accurato, in grado di predire con incredibile precisione gli scenari odierni, caratterizzati da un sistema al collasso.✅ Ugo Bardihttps://ugobardi.blogspot.com/✅ Club di Romahttps://www.clubofrome.org/
"Esattamente un mese fa, quando Conte, Berlusconi e Salvini facevano cadere il Governo Draghi, stavamo per realizzare una promessa: una mensilità di stipendio in più contro il caro vita". Così, in un video su Twitter, il segretario del Pd Enrico Letta.sat/
Era il 29 giugno del 2007. Esattamente 15 anni fa. Sugli scaffali degli Apple Store arrivava il primo iPhone. Un device che avrebbe cambiato per sempre le nostre abitudini, spianando la strada al mondo degli smartphone, all'app economy e all'internet mobile. Quel giorno Apple valeva poco più di 100 miliardi. Oggi vale almeno 20 volte in più.
Oggi ho preso in mano gli estratti conto di tutti i miei conti e la situazione è da piangere. Esattamente quello che mi serviva! Clorofillati - Ritornare alla natura e rigenerarsi https://amzn.to/3a4gYez – Sono Giacomo e diventerò milionario in 5 anni! https://diventeromilionario.it/ Sblocca Bonus - il servizio Completo che ti insegna le migliori strategie per monetizzare al massimo i Bonus diventeromilionario.it/bonus Il sito con i miei corsi: ancheio.diventeromilionario.it Link al mio libro "Da dipendente a imprenditore" https://diventeromilionario.it/imprenditore Supporta il progetto https://diventeromilionario.it/dona Come votare il podcast https://diventeromilionario.it/votailpodcast Tutto il materiale consigliato https://diventeromilionario.it/tutti-i-consigli Contribuisci Senza Spendere https://diventeromilionario.it/contribuisci Guida ad Amazon Music https://diventeromilionario.it/amazonmusic Vai su Amazon https://diventeromilionario.it/amazon -- Canale Telegram Di Diventerò Milionario https://diventeromilionario.it/telegram Canale Telegram Del Timido https://diventeromilionario.it/timido Iscriviti a BlockFi https://diventeromilionario.it/blockfi Iscriviti a Binance https://diventeromilionario.it/binance Iscriviti a Prime Video https://diventeromilionario.it/primevideo Iscriviti ad Audible https://diventeromilionario.it/audible https://diventeromilionario.it/amazonbusiness https://diventeromilionario.it/negozio Dona Criptomonete https://diventeromilionario.it/donacriptomonete Materiale consigliato https://diventeromilionario.it/consigli -- #diventeromilionario #m10a #milionarioin10anni #business #pagamento #progetto #libro #prevenzione #bitcoin #criptomonete #ethereum #cashflow #cashflowitaliano #libertafinanziaria #passiveincome #indipendenzafinanziaria
Il copy esiste in due posti distinti allo stesso tempo. Il primo è il mezzo attraverso cui “viaggia”. Esempi: il foglio di carta su cui è scritta la lettera di vendita; la pagina web se è pubblicato online; le immagini e i suoni di TV e radio che mandano in onda la pubblicità.Il secondo posto invece, è la mente del lettore. È in quest'ultimo luogo che avviene la battaglia decisiva per la conquista del mercato.Impresa tutt'altro che semplice, data la complessità del cervello umano. Infatti, persuadere significa affrontare con successo i dubbi che lo assediano……impedendogli di decidere in favore della tua soluzione.Vincere la diffidenza delle persone, è il vero “miracolo” del marketing. Ecco perché le aziende pagano a peso d'oro i migliori copywriter.Quando scrivi i tuoi testi di vendita, hai bisogno di tenere alta la guardia. Chi li legge, ti manda contro ogni possibile argomento che lo trattiene dal comprare.Queste obiezioni si avvicendano in rapida successione. Come una raffica di pugni sferrati da un pugile professionista.Ed è FONDAMENTALE che tu le “pari”. Senza cadere al tappeto.Ma, come non farti beccare dai suoi “colpi micidiali”?Eugene Schwartz suggerisce di usare una strategia chiamata ridefinizione. Esattamente il tema di cui ti parlo nell'episodio di oggi.NESSUN prodotto è perfetto, quindi occorre presentarlo nel modo giusto.Rimuovere le incertezze del tuo pubblico vuol dire conquistare la sua fiducia. E i suoi SOLDI.Come scoprirai, ciò è possibile in vari modi. Nello specifico ci soffermeremo su: - cosa significa “ridefinire” il tuo prodotto; - come far sembrare semplice un prodotto complicato da usare; - come costruire valore e montare interesse intorno alla tua soluzione; - perché un prezzo elevato non dovrebbe essere d'intralcio alle vendite.Se desideri approfondire gli insegnamenti che questo podcast GRATUITO ti offre, puoi ascoltare la lezione completa all'interno del Copy Persuasivo Club®.La puntata odierna è un estratto del Corso su Breakthrough Advertising, riservato in esclusiva ai membri del Club. Il Corso ti offre una quantità enorme di informazioni avanzate sul copywriting a risposta diretta. Organizzato per consentirti la massima facilità di apprendimento, è diviso in 15 Lezioni (+ una Bonus).Breakthrough Advertising è un libro ostico (e costoso) che bisogna saper leggere. Così ho pensato di rendere il suo messaggio più “contemporaneo”.E l'ho masticato per te. In modo che tu possa digerirlo senza fatica.Ma non finisce qui.Con oltre 200 ore di formazione aggiornate ogni mese, il Copy Persuasivo Club® è la membership più avanzata sul copywriting in Italia.Dagli un'occhiata per saperne di più.Ecco un'anteprima dell'episodio di oggi:[2:46] Cosa significa ridefinire? È possibile creare una percezione superiore del tuo prodotto, nella mente del lettore?[4:36] Il prezzo (troppo!) salato da pagare se non correggi il pregiudizio delle persone. (Vale sia per gli affari che nella vita in generale…)[5:05] Il tratto caratteriale più importante che ti permette di affrontare le sfide del mercato (e vincerle).[6:11] Come deve agire il copy per porre rimedio ai difetti di un prodotto. Ascolta questo consiglio e supera il pericoloso “stallo delle vendite” prima che uccida la tua attività.[6:47] 3 campanelli d'allarme che indicano una minaccia incombente per la tua azienda.[7:45] 3 misure da applicare ADESSO per superare la diffidenza del tuo cliente ideale.[10:49] Come far fronte alla mancanza di interesse verso la tua soluzione. Un approccio “scientifico” e provato al 100%.►►Entra nel Club di Copy Persuasivo®Sblocca la Serie integrale su Eugene Schwartz, e altre 200 ore di formazione sulla scrittura persuasiva. Così potrai aumentare le tue abilità persuasive e potenziare i tuoi materiali di marketing con l'aiuto dei professionisti della prima Agenzia di Copywriting in Italia: ***Iscriviti ADESSO*** https://club.copypersuasivo.com►► Se non segui la mia Newsletter, rimedia subito. Inserisci i tuoi dati su https://www.copypersuasivo.com/newsletter (riceverai in omaggio anche i miei “24 Modelli Copia Incolla di Scrittura Persuasiva pronti all'uso”)
La natura impone la lotta per la sopravvivenza, e lo fa ricompensandoci ogni volta che superiamo un'avversità: ci sentiamo più sicuri di noi stessi e, perché no, anche più felici. L'essere stati in grado di tirarci fuori da questa continua competizione con la realtà esterna, però, fa nascere grande problema: non percepiamo il senso della vita. Esattamente come l'animale in gabbia, pur essendo al sicuro, finisce per soffrire di depressione. Noi siamo programmati per farci strada nell'esistenza adattandoci alla mutevole realtà esterna, pianificare strategie, applicarle ed andare avanti. Il problema è che ci hanno anche insegnato che il fallimento è male. Ma l'unico modo per non fallire è non provare, e se non ci si mette alla prova si rimane in gabbia. Dobbiamo cambiare punto di vista sul fallimento: esso non è una disgrazia, è un modo per studiare e capire i nostri errori, se non falliamo mai non impariamo mai. Supporta il podcast con il merchandise di #OgniSingoloGiorno https://ogni-singolo-giorno.myshopify.com #BeAStoic #Fallimento #Resilienza #Motivazione. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/alessio-alfei/message
Esattamente 50 anni fa, il 18 giugno 1972, la Germania Ovest festeggiava il primo Europeo della sua storia. Ripercorriamo e ricordiamo quell'impresa, mezzo secolo dopo.Con Roberto Brambilla.
Esattamente una settimana fa c'è stato lo State of Play, ossia l'evento di Sony con cui l'azienda periodicamente rivela cosa bolle in pentola per PlayStation.Si è parlato di nuovi giochi, di remake di vecchie glorie, di giochi con gatti e anche e soprattutto di titoli in realtà virtuale che arriveranno su PS VR 2.Ne parliamo con Giorgio in questo nuovo episodio del Tech delle Cinque.
Ma cos'è, una puntata crossover? Esattamente! Questa sera, su Mustacchi, avremo ospiti di ragazzi di @freeplayingpodcast! Bruno, Mirko e Stefano si uniranno a Carmelo, Fabio e Max per chiacchierare delle ultime news e darvi i soliti consigli marchiati "PAROLA DI BAFFO!". FONTI Summer Game Fest, ma meno hype https://bit.ly/3xxI7Q4 Xbox Showcase Extended https://bit.ly/3NCPR8W Il nuovo titolo di Kojima? https://bit.ly/39g8Gju Capcom Showcase 2022 https://bit.ly/3MBgUjU Il trailer del nuovo COD https://bit.ly/3HebwCg PAROLA DI BAFFO Shadow Tactics (Steam) https://bit.ly/3MtLkEA Blade of Darkness (Steam) https://bit.ly/3NRgK9D Cultist Simulator (Steam) https://bit.ly/3O4wR37 Vampire Survivors (Steam) https://bit.ly/3xvn8NU dotAGE (Steam) https://bit.ly/3H86jM5 God Eater 3 (Switch) https://bit.ly/3QaEVRW Cadence of Hyrule (Switch) https://bit.ly/3ztvqXY Ravenous Devils (Epic Game Store) https://bit.ly/3tpICJL Thomas Was Alone (Switch) https://bit.ly/3Mz2WyX MUSICA INTRO: "On Hold for You" Kevin MacLeod (incompetech.com) Licensed under Creative Commons: By Attribution 4.0 License http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ OUTRO: Jolly Good by Shane Ivers - https://www.silvermansound.com I NOSTRI LINK https://linktr.ee/MustacchiLive
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7026DOPO LA DISNEY GAY FRIENDLY, ARRIVA LA BARBIE TRANSGENDER di Giuliano GuzzoChe cosa centrano una drag queen come Nina West e un'associazione di attivisti trans come Glsen con l'intrattenimento per bambini? Apparentemente nulla. Sono e dovrebbero essere e restare ambito, anzi universi paralleli, destinati quindi - in primis, per ovvie ragioni di salvaguardia dell'infanzia - a non incontrarsi mai. Sfortunatamente, non la pensa così la principale casa mondiale di prodotti audiovisivi per i minori, la Disney, che, come segnalato con sdegno su Twitter dallo scrittore Christopher F. Rufo, «ha promosso uno speciale per bambini realizzato da drag queen».In effetti, lo spezzone condiviso da Rufo non lascia spazio a dubbi ed immortala, come si diceva, Nina West - negli improbabili panni di fatina - e vari altri personaggi, allo scopo d'incoraggiare «i bambini fin dall'asilo a unirsi all'organizzazione di attivisti trans Glsen», al cui sito esplicitamente si rinvia. Ora, è fuori discussione come un simile spot sia d'una gravità inaudita. E per varie ragioni. In primo luogo, perché si serve di un marchio da decenni sinonimo di cartoni innocenti e spensierati - quello disneyano - per veicolare contenuti nella più rosea delle ipotesi di parte ed eticamente più che sensibili.Inoltre, come se non bastasse, va ricordato che non è la prima volta che la Disney si appoggia a organizzazioni Lgbt di questo tipo. Esattamente un anno fa, infatti, sempre a maggio, proprio la Disney faceva «il conto alla rovescia» per il mese del Pride e ribadiva l'impegno della Walt Disney Company nel finanziare in modo costante le «organizzazioni di tutto il mondo che sostengono le comunità LGBTQ+». Tra queste proprio la Glsen.In seconda battuta, va evidenziato come proporre ai bambini sotto una chiave giocosa e colorata - quale è, almeno a prima vista, quella drag queen - il tema del transgenderismo è irresponsabile. Per un fatto molto semplice, e cioè che «i sintomi» del disturbo dell'identità di genere in eta prepuberale, come segnalava già nel 2008 un lavoro uscito sul Journal of Sexual Medicine, «diminuiscono o addirittura scompaiono in una percentuale considerevole di bambini (le stime vanno dall'80 al 95%). Pertanto, qualsiasi intervento nell'infanzia sembrerebbe prematuro e inappropriato».Ecco che allora appare davvero pericoloso avviare alla galassia dell'associazionismo Lgbt bambini che, nella stragrande maggioranza dei casi, risolveranno in modo autonomo e naturale ogni forma di disagio che dovessero percepire sulla loro identità di genere. Non c'è alcun bisogno che Glsen, Disney o altri facciano nulla: questi minori vanno semplicemente lasciati in pace. È così difficile accettarlo, senza ricorrere per forza alla leva dell'indottrinamento? A quanto pare, per alcune realtà purtroppo lo è.Tornando a noi, va detto che avviare i bambini alle transizioni precoci - o alle associazioni Lgbt che di transgederismo, nello specifico, si occupano - è inaccettabile anche perché, come annotava nel 2012 un lavoro uscito sul Journal of Homosexuality, i bambini che si sottopongono o si sono sottoposti a questi trattamenti «si rendono a malapena conto di appartenere all'altro sesso natale. Sviluppano un senso della realtà così diverso dalla loro realtà fisica da rendere inevitabilmente difficile l'accettazione dei molteplici e prolungati trattamenti di cui avranno bisogno in seguito. Anche i genitori, che assecondano questo comportamento, spesso non si rendono conto di contribuire alla mancanza di consapevolezza di queste conseguenze da parte del bambino».Sono parole senza dubbio dure, ma dense di verità. E che devono fungere da motivo circa il fatto che chiunque osi propinare ai piccoli il tema del transgenderismo - sia pure in una prospettiva apparentemente soft, come fatto da Disney - vada guardato con estrema diffidenza: anche se porta un nome rispettabile e a suo modo glorioso, come indubbiamente è quello disneyano. Il fatto è che tanti, evidentemente, non hanno ancora compreso che, se i bambini non sono proprietà dello Stato - aberrazione possibile solo sotto i regimi totalitari -, essi non sono neppure ostaggi dei media.Le loro famiglie, e soltanto loro, sono infatti titolari della facoltà educativa, esercizio che perfino le scuole possono realizzare solamente in delega rispetto ai genitori i quali, non a caso, debbono sempre e comunque formalizzare il loro consenso informato prima di qualsivoglia attività che non sia prettamente didattica. Una regola sacrosanta che alcuni media, però, stanno tentando di aggirare. E di questo papà e mamme vanno resi consapevoli, prima che ai loro bambini sia rifilato il prossimo spot.Nota di BastaBugie: Mauro Faverzani nell'articolo seguente dal titolo "Ora inventata anche la Barbie transgender" parla della deriva gay friendly della Mattel.Ecco l'articolo completo pubblicato su Radio Roma Libera il 30 maggio 2022:Se la Disney ha "sposato" la causa Lgbt, pur tra cali nelle vendite, proteste dei dipendenti e sit-in di famiglie, la Mattel non intende essere da meno: detto fatto, ecco uscire sui mercati la nuova «Barbie transgender», ispirata al "modello" di Laverne Cox, transessuale e attivista Lgbt. Può essere acquistata online al prezzo di 40 dollari con tanto di abiti di ricambio già in catalogo.L'iniziativa non ha mancato di sconcertare il pubblico e di scatenare prevedibili polemiche, anche perché questa, più che un giocattolo, è un'arma ideologica. Molte le organizzazioni pro-life e pro-family, che hanno alzato la propria voce, biasimando la scelta del noto marchio di bambole. Giuliana Caccia, presidente dell'associazione Origen, ha parlato espressamente di «un sistema noto e perverso».Il fatto che la mossa della Mattel possa rivelarsi un prevedibile fallimento sul fronte commerciale probabilmente poco importa ai suoi paladini, già soddisfatti d'aver messo a punto l'ennesimo «strumento politico utile all'agenda Lgbt», come ha aggiunto Caccia, lasciando intendere che chi procede su questa strada lo fa «perché c'è qualcuno dietro le quinte che finanzia», facendo così intravvedere una sorta di regia più o meno occulta.D'altra parte, tutto questo si colloca in un brodo socio-culturale sostanzialmente favorevole o quanto meno ammiccante ai "piani alti" ovvero in una significativa parte del sistema politico, culturale e mass-mediatico, benché risulti al contempo problematico e turbolento a livello di opinione pubblica, di gente comune. Da un lato, infatti, il tribunale regionale di Brema ha assolto nei giorni scorsi un pastore luterano, Olaf Latzel, accusato di «incitamento all'odio» per un suo intervento critico circa il corteo Lgbt del «Christopher Street Day», definito «profondamente diabolico e satanico», nonché «un attacco all'ordine della Creazione di Dio», intervento tenuto nel corso di un seminario sul matrimonio. In primo grado era stato condannato ad una multa da 8.100 euro, ora invece l'ammenda è stata cancellata, in quanto la Corte d'Appello ha invocato i principi di libertà di religione e di opinione. D'altra parte, però, a vanificare tale risultato, provvedono notizie quali quella relativa alla concessione da parte della diocesi di Friburgo a Theo Schenkel, biologicamente donna ma dichiaratamente transgender, di una licenza permanente per l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali. La decisione contrasta nettamente col Codice di Diritto Canonico e viene complicata ulteriormente dalle annunciate "nozze lesbo" dell'insegnante con la sua "compagna". Ciò che fa ancora problema a Roma, del resto, non fa più problema per la Chiesa tedesca, che ha da tempo intrapreso una propria deriva, pur proclamandosi ancora "cattolica" ed essendolo, almeno per ora, sulla carta, il che dovrebbe indurla a condotte coerenti e non a naufragi dottrinali.Intanto, nell'Europarlamento si cerca di rimpiazzare il termine «sesso» con quello di «genere». In una direttiva sulla trasparenza salariale, si propone infatti di ridurre il divario retributivo tra uomini e donne, come auspicato precedentemente dalla Commissione per l'occupazione e gli affari sociali, nonché dalla Commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere. Tuttavia, la parola «sesso» è stata sistematicamente sostituita nel testo dal termine «gender», che non è esattamente la stessa cosa, mentre le parole «donne» o «uomini» sono state rimpiazzate dall'iperbolica espressione «lavoratori di genere diverso», trasformando una campagna retributiva in una campagna ideologica. Per l'approvazione, Strasburgo ha peraltro deciso furbescamente di bypassare il dibattito in plenaria, sottraendosi così al voto - e soprattutto alla discussione in aula - dei 705 deputati, per avviare piuttosto negoziati interistituzionali diretti con altri organi legislativi dell'Ue.È del gennaio scorso, inoltre, la decisione della Corte di Giustizia europea d'imporre a tutti gli Stati membri dell'Unione che i «genitori» dello stesso sesso o, per esteso, Lgbtqi ed i loro figli vengano riconosciuti come una "famiglia" a tutti gli effetti, per garantire ai piccoli il diritto alla libera circolazione: si tratta della sentenza nella causa C-490/20 relativa al caso di una bimba, cui le autorità bulgare hanno rifiutato il rilascio del certificato di nascita, essendo affidata a due donne, mentre si è fatto notare come nessun bambino possa avere due madri.La Corte di Giustizia ha agito, infischiandosene del fatto che nessun trattato europeo riconosca alle istituzioni di Bruxelles, compresa questa, la benché minima competenza in materia di diritto di famiglia. Ma, si sa, le leggi vengono applicate o trascurate a piacimento ovvero sempre e solo, chissà perché, a "senso unico"...
A cura di Ferruccio Bovio Con la scomparsa di Ciriaco De Mita, la politica italiana perde uno degli ultimi “cavalli di razza” che le fossero rimasti. Una politica alla quale, del resto, l'ex leader democristiano ha dedicato veramente tutta la sua esistenza che, infatti, concludendosi ieri, lo ha salutato mentre era ancora impegnato a fare il sindaco di Nusco, il comune dell'avellinese in cui era nato 94 anni fa. Resterà nella memoria di molti come un personaggio che non andava troppo d'accordo con le semplificazioni: anzi, la complessità ( e magari anche la tortuosità ) di certi suoi ragionamenti non sempre lo hanno facilitato nei contatti con il suo Partito, con il suo elettorato e con le altre forze politiche, sia alleate che avversarie. E proprio per questa sua raffinatezza argomentativa, l'Avvocato Gianni Agnelli ebbe a definirlo “un intellettuale della Magna Grecia”, volendo probabilmente significare che, a suo parere, De Mita era più che altro un contemplativo e, quindi, privo di quelle doti di pragmatismo che, invece, sono indispensabili a chi debba governare. Il punto è però che, per l'uomo che negli Anni 70 e 80 incarna, come forse pochi altri, il potere democristiano, è proprio il pensiero a dover presiedere a qualsiasi iniziativa politica, inquadrandola in un disegno strategico che vada ben al di là di qualche concreto interesse contingente. Di conseguenza non è difficile immaginare come, partendo da un'impostazione di questo tipo, la confusa ed incolta realtà politica degli ultimi trent'anni possa, quasi sicuramente, essergli sembrata vuota e svilita De Mita, come del resto quasi tutti i democristiani, fu sempre molto diffidente nei confronti dei decisionismi, dei presidenzialismi e, comunque, di tutte quelle tendenze che guardavano con sempre maggiore attenzione alla concentrazione di maggiori poteri nella sola persona del leader di un esecutivo. Ed a questo proposito, l'ultima testimonianza del suo modo di intendere le istituzioni e la vita politica la diede, ormai quasi novantenne, sei anni fa quando, al referendum del 4 dicembre, si oppose fieramente alla riforma costituzionale propugnata da Matteo Renzi. Esattamente come, negli anni in cui fu segretario della DC e presidente del Consiglio, era stato il più acerrimo avversario di Bettino Craxi e della sua famosa idea di “Grande Riforma”. Politicamente si era convinto del fatto che, in Italia, il partito responsabile per eccellenza, insieme alla Dc, fosse stato, almeno a partire dalla gestione Berlinguer in poi, il Pci. Sono però, ingiuste e superficiali le analisi che spesso lo hanno descritto come l'uomo del dialogo ad ogni costo con i comunisti. Certo, De Mita intendeva coinvolgerli sul terreno delle riforme istituzionali e, sempre con loro, nel giugno del 1985, concordò l'elezione al primo scrutinio di Francesco Cossiga alla presidenza della Repubblica, ma la sua era, soprattutto, una presa di coscienza - maturata sulle tracce di Aldo Moro - del fatto che era ormai giunto il momento di archiviare quella classica “conventio ad excludendum” nei confronti del PCI, che aveva regolato la formazione di tutti i Governi che si erano succeduti dalla Liberazione in poi. Tra le frasi che gli vengono attribuite, una in particolare merita di essere citata: ed è quella secondo cui “quando un avversario ha torto bisogna aiutarlo ad avere ragione”. Non c'erano, quindi, per Ciriaco De Mita, pregiudizialmente dei nemici, ma soltanto persone che sbagliavano e che, pertanto, andavano aiutate a trovare la strada giusta. Credits: Agenzia Fotogramma
A cura di Ferruccio Bovio Con la scomparsa di Ciriaco De Mita, la politica italiana perde uno degli ultimi “cavalli di razza” che le fossero rimasti. Una politica alla quale, del resto, l'ex leader democristiano ha dedicato veramente tutta la sua esistenza che, infatti, concludendosi ieri, lo ha salutato mentre era ancora impegnato a fare il sindaco di Nusco, il comune dell'avellinese in cui era nato 94 anni fa. Resterà nella memoria di molti come un personaggio che non andava troppo d'accordo con le semplificazioni: anzi, la complessità ( e magari anche la tortuosità ) di certi suoi ragionamenti non sempre lo hanno facilitato nei contatti con il suo Partito, con il suo elettorato e con le altre forze politiche, sia alleate che avversarie. E proprio per questa sua raffinatezza argomentativa, l'Avvocato Gianni Agnelli ebbe a definirlo “un intellettuale della Magna Grecia”, volendo probabilmente significare che, a suo parere, De Mita era più che altro un contemplativo e, quindi, privo di quelle doti di pragmatismo che, invece, sono indispensabili a chi debba governare. Il punto è però che, per l'uomo che negli Anni 70 e 80 incarna, come forse pochi altri, il potere democristiano, è proprio il pensiero a dover presiedere a qualsiasi iniziativa politica, inquadrandola in un disegno strategico che vada ben al di là di qualche concreto interesse contingente. Di conseguenza non è difficile immaginare come, partendo da un'impostazione di questo tipo, la confusa ed incolta realtà politica degli ultimi trent'anni possa, quasi sicuramente, essergli sembrata vuota e svilita De Mita, come del resto quasi tutti i democristiani, fu sempre molto diffidente nei confronti dei decisionismi, dei presidenzialismi e, comunque, di tutte quelle tendenze che guardavano con sempre maggiore attenzione alla concentrazione di maggiori poteri nella sola persona del leader di un esecutivo. Ed a questo proposito, l'ultima testimonianza del suo modo di intendere le istituzioni e la vita politica la diede, ormai quasi novantenne, sei anni fa quando, al referendum del 4 dicembre, si oppose fieramente alla riforma costituzionale propugnata da Matteo Renzi. Esattamente come, negli anni in cui fu segretario della DC e presidente del Consiglio, era stato il più acerrimo avversario di Bettino Craxi e della sua famosa idea di “Grande Riforma”. Politicamente si era convinto del fatto che, in Italia, il partito responsabile per eccellenza, insieme alla Dc, fosse stato, almeno a partire dalla gestione Berlinguer in poi, il Pci. Sono però, ingiuste e superficiali le analisi che spesso lo hanno descritto come l'uomo del dialogo ad ogni costo con i comunisti. Certo, De Mita intendeva coinvolgerli sul terreno delle riforme istituzionali e, sempre con loro, nel giugno del 1985, concordò l'elezione al primo scrutinio di Francesco Cossiga alla presidenza della Repubblica, ma la sua era, soprattutto, una presa di coscienza - maturata sulle tracce di Aldo Moro - del fatto che era ormai giunto il momento di archiviare quella classica “conventio ad excludendum” nei confronti del PCI, che aveva regolato la formazione di tutti i Governi che si erano succeduti dalla Liberazione in poi. Tra le frasi che gli vengono attribuite, una in particolare merita di essere citata: ed è quella secondo cui “quando un avversario ha torto bisogna aiutarlo ad avere ragione”. Non c'erano, quindi, per Ciriaco De Mita, pregiudizialmente dei nemici, ma soltanto persone che sbagliavano e che, pertanto, andavano aiutate a trovare la strada giusta. Credits: Agenzia Fotogramma
Esattamente 40 anni fa usciva "Combat rock", l'ultimo album dei Clash con la formazione originale e l'ultimo prima dello sfacelo.
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
Verso l'Infinito. E Oltre! Un principio che sembra dettare leggere nella produzione Pixar Animation, una fabbrica di cartoni animati che ha saputo affascinare, divertire, commuovere e soprattutto crescere una nuova schiera di spettatori cinematografici. Immaginate un mondo fatto di magie e miti. Poi togliete la magie e i miti e il risultato quale sarà? Esattamente: il nostro mondo. Base curiosa ma efficace per "Onward", un racconto di formazione dalla cornice fantasiosa che però narra la storia di due fratelli che dovranno superare le loro differenze per crescere e superare un grave lutto che pesa ancora sull'equilibrio della loro famiglia.
Se per molti il 2007-2008 è stato l'ultimo vero Bear Market, ed il Covid in febbraio 2020 ha causato un calo improvviso di oltre il 30% per il mercato azionario, nessuno parla mail di un altro anno che a mio giudizio è stato molto utile analizzare, ovvero il 2018.In particolare, anche lì venivamo da 2 anni di rialzi importanti (2016-2017) e lo stesso 2018, fino a settembre sembrava potesse seguire la stessa sorte.Invece, come spesso succede, in uno dei momenti di massima euforia, è arrivata puntuale la correzione. Esattamente come accaduto nel primo trimestre del 2022...LINK UTILI:➡ Canale Telegram: www.t.me/tradetector➡ Sito TraDetector: www.tradetector.com➡ MiFP: www.masterinfinanzapersonale.com➡ AIEP: www.educazionepatrimoniale.it
VIDEO: Zichichi, la scienza e Dio ➜ https://www.youtube.com/watch?v=YLDq3mUOGe0&list=PLolpIV2TSebWIWP-3gYxkN2LbjB79Fu2FTESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6935MA QUALE RISCALDAMENTO GLOBALE? GRETA DOVREBBE TORNARE A SCUOLA di Giovanni Terzi«Da bambino chiedevo a mia madre perché il Sole brilla, perché siamo diversi dai gatti e dagli altri animali. Volevo capire com'è fatto il Mondo. Il mio sogno è poi stato riuscire a decifrare sempre meglio la Logica che sta scritta sulle pagine del libro della Natura. Libro di cui è autore Colui che ha fatto il Mondo. Sull'irresistibile fascino del Tempo che scorre a partire dalla nostra infanzia, quando iniziamo a conoscere come è fatto il mondo, ho scritto un libro». Chi parla è il professore Antonino Zichichi, fisico e accademico italiano che ha fatto della ricerca scientifica e sulle particelle elementari il suo motivo di vita.Professor Zichichi che ruolo ebbe la figura di Ettore Majorana, siciliano come lei, nella sua carriera accademica e professionale?«Ettore Majorana nacque a Catania e fu allievo di Fermi che lo definì "genio a livello di Galilei e Newton". Ancora oggi i neutrini di Majorana sono al centro dell'attenzione scientifica mondiale. Eppure Majorana era passato nel dimenticatoio nazionale. Quando nel 1962 a Ginevra riuscii a far nascere per decreto del Direttore del Cern, il Centro che porta il nome di Majorana, furono in molti ad accusarmi di campanilismo scientifico. Adesso il valore di Ettore Majorana, grazie al Centro di Erice, è fuori discussione».Insieme a Isidor Isaac Rabi ha fondato nel 1973, sempre a Erice, l'organizzazione "Federazione mondiale internazionale degli scienziati", per affrontare le emergenze planetarie attraverso la collaborazione internazionale in campo scientifico. Secondo lei quali sono le emergenze climatiche da affrontare?«Le emergenze non sono solo climatiche. Riscaldamento globale, variazioni climatiche, corsa agli armamenti e scudo spaziale contro il terrorismo, crisi energetica mondiale, incendi delle foreste, difesa da epidemie nell'era della globalizzazione, inquinamento e delitti contro i tesori ambientali, sono i temi che gli scienziati della Federazione mondiale degli scienziati sono da anni impegnati a studiare. È la stessa comunità scientifica che identificò le 15 Classi di Emergenze Planetarie: i problemi da fronteggiare una volta superato il pericolo di Olocausto Nucleare, realizzando progetti-pilota per affrontarli. L'obiettivo è dare ai governi le informazioni rigorosamente scientifiche sulle Emergenze Planetarie affinché si proceda ad affrontarle evitando che centinaia di miliardi di dollari vengano bruciati nell'illusione di risolvere problemi creandone altri ancora più gravi. Infatti si parla spesso di "misure preventive" da prendere subito. Misure per le quali sono necessari miliardi di dollari con il rischio di ritrovarci dopo in condizioni peggiori».Come mai il pianeta si sta trasformando rapidamente?«Non lo sa nessuno esattamente. Ci sono molte ipotesi, alcune ben corroborate dai dati sperimentali, altre meno. Una cosa è certa: dobbiamo fare di tutto per preservare per le future generazioni questa meravigliosa navicella spaziale chiamata Terra sulla quale abbiamo l'enorme privilegio di abitare. E dobbiamo anche tenere conto del fatto che siamo sempre di più sulla nostra navicella, e questo non è un dettaglio».Quanto influisce il comportamento dell'uomo sul riscaldamento?«Il Clima non è una cosa semplice. Abbiamo visto che sono necessarie almeno tre equazioni differenziali non lineari accoppiate. Non lineari vuol dire che l'evoluzione dipende anche da sé stessa. Questo complica terribilmente la matematica al punto da non potere più avere un'equazione in grado di sintetizzare tutti i fenomeni studiati. Ecco perché la Scienza non ha l'equazione del Clima».Quali sono le cause vere del riscaldamento climatico?«È bene precisare che cambiamento climatico e inquinamento sono due cose completamente diverse. Legarli vuol dire rimandare la soluzione. E infatti l'inquinamento si può combattere subito senza problemi, proibendo di immettere veleni nell'aria. Il riscaldamento globale è tutt'altra cosa, in quanto dipende dal motore meteorologico dominato dalla potenza del Sole. Le attività umane incidono al livello del 5%: il 95% dipende da fenomeni naturali legati al Sole. Attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è senza fondamento scientifico. Non c'è la Matematica che permette di fare una previsione del genere. Infatti quella cosa cui diamo il nome di Clima ha 72 componenti, ciascuna delle quali è un'Emergenza Planetaria. La memoria ci deve aiutare a non ripetere gli errori del passato».Per esempio quali errori?«L'esempio più clamoroso è il famoso Buco dell'Ozono. Non c'era modo di avere un accordo tra tutti i governi per combattere il Buco. Molti scienziati sostenevano che l'origine del Buco doveva essere di natura Dinamica: la Terra gira su sé stessa come fosse una trottola. È questo movimento (da cui nascono il giorno e la notte) che genera il Buco dell'Ozono. Altri scienziati, però, erano convinti che quel Buco aveva origini chimiche. È stata la Federazione mondiale degli scienziati a mettere in evidenza lo studio sulle possibili origini chimiche del Buco, che è cosa ben diversa».Quale è il suo giudizio su Greta Thunberg?«Le tre grandi conquiste della Ragione sono il Linguaggio, la Logica e la Scienza. Per risolvere un problema bisogna anzitutto parlarne. È quello che ha iniziato a fare questa giovanissima ragazza svedese, Greta Thunberg. Greta, ha parlato di clima per attrarre l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale. E c'è riuscita. Ma se non c'è la logica, quindi la Matematica e poi la Scienza, cioè una prova sperimentale, il clima rimane quello che è: una cosa della quale si parla tanto, senza avere usato il rigore logico di un modello matematico e senza essere riusciti a ottenere la prova sperimentale che ne stabilisce il legame con la realtà. Greta non dovrebbe interrompere gli studi come ha detto di voler fare per dedicarsi alla battaglia ecologista, ma tornare in quella scuola e dire che bisogna studiare la matematica delle equazioni differenziali non lineari accoppiate e le prove sperimentali necessarie per stabilire che quel sistema di equazioni descrive effettivamente i fenomeni reali legati al clima. Greta dovrebbe dire che la Scienza va insegnata fin dalle scuole elementari mettendo in evidenza che siamo l'unica forma di materia vivente dotata di quella straordinaria proprietà cui si è dato il nome di Ragione. È grazie alla Ragione che abbiamo scoperto: Linguaggio, Logica e Scienza».Quale può essere il futuro per la nostra terra?«Il messaggio della Scienza è semplicissimo: non siamo figli del caos, ma di una Logica Rigorosa. Nella vita di tutti i giorni ci vorrebbe un po'più di Scienza. Anzi, il più possibile. Solo così la nostra Cultura potrebbe essere al passo con le grandi conquiste scientifiche».E con quale energia pulita?«Com'è noto di petrolio ce ne può essere ancora per cinquant'anni circa. Di uranio e carbone per un paio di secoli. Di combustibile per la fusione nucleare sono invece pieni gli oceani. L'energia pulita è senza limite: il sogno degli uomini di tutti i tempi, sembra avvicinarsi molto più di quanto si sperasse. La crisi del petrolio e delle centrali nucleari sporche, nel prossimo futuro sarà come il ricordo di una grande paura. Se l'uomo riuscirà ad evitare di autodistruggersi con il fuoco nucleare delle bombe H».Scienza e Fede, lei scrisse "Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo". Come fa uno scienziato a conciliare il credere in Dio con la scienza?«La separazione tra Scienza e Fede nasce dal fatto che la Cultura detta Moderna non è al passo con le grandi scoperte della Scienza ed è dominata dall'Ateismo. Non c'è alcun motivo scientifico per dire che non sia stato Dio a creare il mondo. Questa però è un'affermazione che ha le sue radici nella Fede. L'evoluzione della specie umana non è in conflitto con la Fede. Il principio di casualità è una legge rigorosa che vale nella sfera immanentistica della nostra esistenza. Scienza e Fede operano nelle due componenti distinte del nostro essere. La Scienza, come detto prima, opera nell'Immanente, la Fede nel Trascendente. Il fine ultimo della Scienza è capire la Logica che ha seguito Dio per fare il mondo. Il fine ultimo della Fede è invece quello della vita eterna. Scienza e Fede sono le due più grandi conquiste della Ragione nelle due sfere diverse della nostra esistenza. Noi siamo la sintesi di queste due sfere: Trascendente e Immanente».Ultima domanda sul coronavirus: lei si è dato una spiegazione sulla genesi di questo virus e cosa pensa riguardo ai negazionisti e al vaccino?«La pandemia del Coronavirus terrorizza centinaia di milioni di persone. Se la Cultura dei nostri giorni fosse al passo con le conquiste della Scienza, avremmo tra le nostre mani la tecnologia del Supermondo. Questa tecnologia ci permetterebbe di distruggere la pandemia del Coronavirus. Quando la Scienza scoprì la struttura nucleare della materia non esisteva la tecnologia Nucleare. Esattamente come quando la Scienza scoprì la struttura Atomica della materia non poteva esistere la tecnologia Atomica. Con la tecnologia del Supermondo stiamo vivendo l'epoca in cui la Scienza ha scoperto questa formidabile nuova struttura, ma è ancora tutta da inventare la tecnologia del Supermondo. La lezione che viene dalla pandemia del Coronavirus è di grande valore per la nostra Cultura: "siamo tutti sulla stessa navicella spaziale" che gira attorno al Sole, la Stella che ci illumina».
Anche noi, qui ad “Economia per tutti”, abbiamo i nostri anni del cuore e sono i, per noi mitici, Nineties. Come per tutti, il criterio fondamentale di scelta, per nulla obiettivo s'intende, è quello che porta a ricordare come età dell'oro quella della propria gioventù, con la sua musica, i suoi film, i suoi rituali identitari collettivi. Ma, a ben vedere, c'è anche una ragione squisitamente economica che ci porta a prediligere quel decennio. Gli anni Novanta infatti, a prescindere dalla tumultuose e anche drammatiche vicende italiane, furono anni in cui l'ideale polmone del ciclo economico globale dovette dilatarsi a dismisura per riempirsi di tutta l'aria nuova allora prepotentemente entrata in circolo: era appena finita una guerra fredda quanto opprimente, erano caduti tutti i muri, le società aperte dominavano, il dividendo della pace si traduceva in vorticosa mobilità di beni, persone, capitali, il mondo si affermava come perimetro, cornice, campo da gioco delle nostre esistenze. Era la globalizzazione, bellezza, e con essa la crescita. Il ricordo di quegli anni sta facendo capolino in queste settimane. Un ricordo accompagnato dal tarlo della nostalgia, certo, ma ancor più dall'amarezza, e persino dalla rabbia, nel confronto con il mondo nel quale siamo ripiombati dal fatidico 24 febbraio. Perché questa guerra è odiosa non solo perché guerra, ingiusta e tragica, ma anche perché terribilmente vecchia, impregnata com'è dell'odore stantio di cose non antiche, ma solo irrimediabilmente obsolete: aspirazioni neoimperiali, revanscismi, sfere di influenza. Un clima asfittico, ammorbante. Esattamente come i cascami ideologici di opposto colore che congiurano nel determinare l'ennesima anomalia italiana nel panorama internazionale: il diffuso giustificazionismo, sebbene non certo a livello governativo, verso l'invasore Putin. Un clima che non può, per giunta dopo due anni di pandemia, non contagiare l'economia. La conversazione inclinata di questa settimana è allora dedicata al racconto e all'analisi di come il polmone del ciclo economico, al contrario degli anni Novanta, oggi si svuoti, si rimpicciolisca, incarni il respiro corto e affannoso dell'attuale congiuntura bellica. Il respiro corto della sfinge cinese, interessata esclusivamente a fare affari, del tutto incurante della natura dei suoi interlocutori, ossessionata solo dalla loro stabilità, poco importa se trattasi della stabilità mortifera di autocrazie, peraltro avvertite come affini; il respiro corto di un commercio internazionale in cui materie prime cruciali ( dal grano al petrolio, dal gas al neon) non circolano più, non si riversano più sui mercati mondiali innescando, in un colossale #mancalaroba, cortocircuiti di vario genere; il respiro corto della politica monetaria di banche centrali che hanno apparentemente inserito il pilota automatico per domare l'inflazione secondo protocolli tradizionali, incuranti della peculiare eziologia dell'inflazione da guerra che è basilarmente connessa al calo della produzione. Di questi ed altri affanni vi raccontiamo nella puntata in onda. Ancora una volta, temi che avremmo preferito non affrontare. Ma del resto, per chi coltiva l'ambizione di essere una piccola bussola nella navigazione economica, la negatività è sfidante: stimola a decifrare meglio le situazioni, a cercare un modus vivendi con la situazione, a prendere le misure alla new normality per quanto ostica sia. web: http://www.PianoInclinato.it email: redazione@pianoinclinato.it Newsletter EPT: https://tinyletter.com/PianoInclinato musica di Enrico Marani; Sigla d'apertura "Change the world" di E.Clapton; sigla di chiusura by K. MacLeod Lic.: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Esattamente come dal punto di vista strettamente militare, nel suo attacco all'Ucraina la Russia alterna strumenti ipermoderni e arretratezze impensabili, come spiega Paolo Ottolina parlando del caso dell'antivirus Kaspersky (che noi italiani conosciamo bene), ma anche del clamoroso infortunio dell'esercito russo da cui si è appreso della morte di un generale. A seguire il punto di Barbara Stefanelli sulle ultime 24 ore del conflitto.Per altri approfondimenti:- L'antivirus Kaspersky va disinstallato? L'allarme di Gabrielli https://bit.ly/3ikfgXh- La morte del generale Gerasimov e l'auto-sabotaggio dei russi del loro sistema criptato di comunicazioni https://bit.ly/3pNQItG- L'Ucraina usa il riconoscimento facciale per identificare soldati nemici e spie https://bit.ly/3tr2Gfd
Trasformare il tuo blog in un potente strumento di vendita non è cosa semplice.Il mercato a volte è davvero crudele.Puoi essere un esperto del tuo settore e scrivere articoli densi di informazioni di ottima qualità per il tuo target……ma allo stesso tempo non vederti ripagato del tuo sacrificio.Il blogging è un'attività impegnativa. Se fatta bene, può assicurarti traffico profilato "di tua proprietà", in misura crescente. Con risvolti molto positivi sulle vendite.Quindi, non c'è niente di peggio che scrivere "per beneficenza". (Tranne che tu non abbia un vero proposito caritatevole per farlo.)Ci sono dei principi che è bene seguire, se non vuoi sprecare il tuo tempo e i tuoi soldi con dei contenuti che vengono sistematicamente ignorati dai tuoi potenziali clienti.Noi di Copy Persuasivo® li applichiamo tutti i giorni, lavorando al fianco delle PMI.E abbiamo il nostro metodo provato, frutto della nostra esperienza pluriennale sul campo.In questa puntata ci concentriamo sui contenuti, i TUOI contenuti.Scoprirai come crearli in funzione di scelte strategiche volte alla crescita della tua attività commerciale.Per la cronaca - le tecniche che ti condivido sono racchiuse nel mio Corso avanzato Content Marketing Persuasivo. Oggi per te 5 esempi di articoli blog efficaci.Sono casi studio in cui non trovi soltanto dei testi persuasivi. Puoi renderti conto anche dei contesti strategici in cui sono nati. Io e il mio team siamo stati i primi in Italia a porre l'accento sull'importanza dei casi studio.Come? Pubblicandoli.Senza timore di mostrare croci e delizie delle nostre campagne.Molti imprenditori e liberi professionisti hanno finito per trarne vantaggi decisivi.Partendo dagli esempi sono arrivati a desumere le regole. E poi hanno imparato a metterle in pratica.Esattamente quello che ti invito a fare, a partire da adesso.Il mio podcast è GRATIS ancora per poco. Cerca di approfittarne.Ecco un piccolo anticipo di quello che troverai in questa puntata:[7:15] Da 0 a €400.000 in 4 anni: Come la qualità dei contenuti ti permette di superare qualsiasi ostacolo, anche se non sei un esperto di SEO.[9:13] Scendere a compromessi con il prezzo ti porta dei vantaggi? Che idea di brand diffondi tra il tuo pubblico?[11:18] La parola chiave che ci ha spalancato le porte del settore immobiliare (e come ci è riuscita).[12:08] Il "gancio" che ha aiutato il nostro cliente a generare il +588% di ROAS e il +161% di ROI[12:50] Tattiche avanzate di copywriting - Come scrivere articoli che portano traffico massivo sul tuo blog. (Evidenzia con precisione "matematica" la complessità del problema che addolora il tuo pubblico)[15:32] Sei un imprenditore con tanta fame di crescere? Scopri in che modo delegare il tuo marketing a degli specialisti può aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi più velocemente e con meno fatica.[17:37] Impara a camminare nelle stesse scarpe del tuo cliente. Renditi utile attraverso i tuoi contenuti e consegna un valore superiore a chi li legge.[19:10] la “spietata” gestione del personale e dei profitti secondo Dan Kennedy. Ecco come appropriarti dei suoi insegnamenti chiave in 10 minuti (o poco più).[21:17] l'investimento più proficuo che ti consente di moltiplicare profitti, clienti e vincere sul mercato. (I tuoi competitor non ne saranno affatto felici!)Risorse menzionate:https://www.copypersuasivo.com/podcast/230-testi-persuasivi-5-esempi-di-articoli-blog-efficaci/***Inizia a guadagnare di più con le nostre risorse a portata di tutti:1) Il Piccolo Libro della Scrittura Persuasiva https://www.copypersuasivo.com/prodotto/piccolo-libro-della-scrittura-persuasiva-versione-tascabile2) Gli Attrezzi del Mestiere. 11 Fondamenta del Copy Persuasivo® https://www.copypersuasivo.com/prodotto/copy-persuasivo-attrezzi/3) Il Manuale SfornaClienti https://www.copypersuasivo.com/prodotto/manuale-sfornaclienti-paperback/4) “Video Marketing Persuasivo” nello shop di Copy persuasivo® https://www.copypersuasivo.com/prodotto/manuale-video-marketing-persuasivo-cartaceo/5) Le Armi Segrete della Pubblicità Innovativa. Appunti da "Breakthrough Advertising" di Eugene Schwartz: https://www.copypersuasivo.com/armi►►Scopri il nuovo Club di Copy Persuasivo®Sblocca oltre 120 ore di formazione sulla scrittura e sul marketing SfornaClienti, e potenzia i tuoi materiali con l'aiuto dei professionisti: https://club.copypersuasivo.comSe non segui la mia Newsletter, rimedia subito. Inserisci i tuoi dati su https://www.copypersuasivo.com/newsletter (riceverai in omaggio anche i miei “24 Modelli Copia Incolla di Scrittura Persuasiva pronti all'uso”)
(Immagine cortesia della fotografa ucraina Tetiana Shyshkina ) Dove è Dio nella guerra? E perché un Dio d'amore permette la guerra? E per chi parteggia Dio nella guerra? Dio è esattamente tra le trincee, nei rifugi, tra le strade martoriate di bombe, nel dolore e nella sofferenza, attraverso le sue braccia, le sue mani, le sue gambe in terra: quelle di chi ha creduto, e che si impegna per il prossimo... sino a quando non impareranno più la guerra. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 9 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 25 minuti Normalmente vi faccio lezioni di greco ed ebraico e corsi di etimologia e grammatica. Oggi voglio farvi una lezione di geografia, e Dio sa quanto non vorrei averla mai fatta. Su questa una carta geografica “muta”, sapete indicarmi dove sta l'Ucraina? Forse se mettiamo qualche confine la trovate meglio. E se mettiamo qualche colore ancora meglio. L'Ucraina è una nazione grande 603 milioni di chilometri quadrati (il doppio dell'Italia) e ha una popolazione ci più di 44 milioni di abitanti... o forse dovrei dire, purtroppo, aveva.. In Ucraina sono nati famosi scrittori, come Gogol e Bulgakov, musicisti famosi come il pianista Vladimir Horovitz, sportivi come Segej Bubka e Andriy Shevcenko. Ci sono città meravigliose e piene di storia, come Kiev, Leopoli, Donesk, Odessa... e adesso c'è la guerra. Ogni guerra dovrebbe riguardarci da vicino anche quelle che ci sono da decenni in Somalia, in Etiopia, in Libano... ma questa fa decisamente più male perché è a un “tiro di schioppo” da casa; Kiev è a 1600 chilometri da noi, Leopoli 1200 (Londra è a 1400 e Lisbona a 1800). La guerra ce l'abbiamo dentro casa, e potrebbe coinvolgere anche noi. All'inizio del nuovo millennio ci troviamo di fronte ad un'antica domanda: Perché Dio permette la guerra? Il Canadian Army Journal nel 2003 uscì con un articolo nel quale diceva che dal 3600 a.C. il mondo ha conosciuto solo 292 anni di pace. Dal 3600 a.c. al 2003 d.c. ci sono state 14.531 guerre, con quasi 4 miliardi di vite perse. Dovremmo aggiornare il conto... sono passati venti anni. Con i soldi spesi per gli armamenti e per le ricostruzioni post belliche si potrebbe fondere una cintura d'oro intorno all'equatore, larga 157 chilometri e profonda 10 metri. Perché la guerra? E per chi è credente, la domanda è anche peggiore: perché un Dio d'amore permette la guerra? Per chi parteggia Dio in una guerra? La storia ci racconta che nei secoli più di un “capo militare” ha detto che Dio era dalla sua parte: Costantino, Hitler... per citarne due. Chi è il nemico da battere per Dio? Si narra che, quando scoppiò la prima guerra mondiale, il ministero della guerra di Londra inviò un messaggio in codice a uno degli avamposti britannici nelle zone inaccessibili dell'Africa. Il messaggio diceva: "La guerra è dichiarata. Arrestate tutti gli stranieri nemici nel vostro distretto". Il ministero della guerra ricevette questa risposta: "Ho arrestato quattro tedeschi, sei belgi, quattro francesi, due italiani, tre austriaci e un americano. Si prega di comunicare immediatamente con chi siamo in guerra". Con chi siamo in guerra? Con chi è eternamente in guerra l'uomo? Giacomo, fratello di Gesù, lo spiega: “Da dove vengono le guerre e le contese tra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra? Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. O gente adultera, non sapete che l'amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:1-4) Da sempre il vero nemico dell'uomo si chiama “peccato”. In quaresima ricordiamo che Gesù è venuto per sconfiggere il peccato; ogni peccato. Da quelli che riteniamo “piccoli”, come una bugia, a quelli che pensiamo un po' più gravi, come un adulterio, a quelli che riteniamo gravissimi, come un omicidio, a quelli che riteniamo imperdonabili, come scatenare una guerra. Per Dio, tutti questi peccati, valgono la stessa cifra: 1. L'uno vale l'altro: è sempre un “mancare il bersaglio” come più volte ho detto essere l'etimologia del verbo “peccare”. Ovviamente hanno conseguenze diverse nel mondo, ed il mondo giustamente le valuta e le punisce in modo diverso... ma hanno la stessa radice: la disobbedienza a Dio. E hanno la stessa origine: “Io valgo, io voglio, io prendo... IO...IO... IO...” Guernica era una piccola cittadina dei Paesi Baschi, nel nord-est della Spagna. Era formata da un agglomerato di case separate da stradine strette e tortuose. Il 26 aprile 1937 era giorno di mercato e la gente si era riversata nelle strade, quando arrivarono gli aerei del III Reich, e in meno di due ore spazzarono via la città, e 1654 tra uomini, donne , bambini. Morì persino il bestiame... tutto. Il pittore spagnolo Pablo Picasso sei giorni dopo decise di riversare il suo dolore in un'opera dipingendo nel suo studio a Parigi lo strazio della sua gente, i corpi martoriati, con due soli colori: il nero della morte e l'ocra del sangue. Tre anni dopo l'esecuzione dell'opera, nella Parigi occupata dai nazisti, l'ambasciatore tedesco Otto Abetz, in visita allo studio di Picasso, alla visione di una fotografia di “Guernica” chiese: “Avete fatto voi questo orrore, maestro?”. Pablo Picasso rispose: “No, è opera vostra!”. Non era Pablo, né Dio, ad aver causato l'orrore; sia Pablo che Dio ne erano stati esclusivamente testimoni. L'orrore era dovuto al peccato di uomini che dicevano: “Io valgo, io voglio, io prendo... IO...” Dio è stato per millenni spettatore più o meno silenzioso dei vari peccati umani, ed ha provveduto anche una soluzione attraverso il suo figlio offerto come espiazione a chi si pente. Ma solo a chi si pente: “Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e la cupidigia che è idolatria. Per queste cose viene l'ira di Dio {sugli uomini ribelli}.” (Colossesi 3:5) Dio è ancora spettatore, ma non lo sarà per sempre; arriverà l'ira, la sua ira. Si, ma adesso, io vedo solo l'ira e la distruzione di chi non si pente e non si piega. E Dio cosa fa? E dov'è? Piuttosto che spiegarvelo con una lezione biblica voglio mostrarvelo attraverso le parole di chi è lì, sul campo di battaglia, tra le bombe che cadono e le persone che muoiono: queste sono le parole che un missionario che lavora presso una facoltà di teologia a Kiev ha scritto alla nostra Amy, la missionaria che per dodici anni ha servito in questa chiesa: “Aggiornamento UETS Ucraina Giorno 15 dal pastore Oleksander. Questi professori e pastori stanno dando l'esempio di un ministero di servizio senza paura e di incredibile coraggio. Giorno 15 di guerra Ciò che abbiamo insegnato nelle nostre classi dell'essere in missione, è che deve comportare una stretta vicinanza con gli altri. Non possiamo amare e servire coloro a cui Dio ci ha mandato da lontano. Per questo motivo, la nostra squadra di volontari composta da docenti, studenti e laureati dell'UETS, insieme ai rappresentanti della società biblica ucraina, continua a servire chi ha bisogno. Negli ultimi giorni, attraverso la grazia di Dio e al sostegno dei nostri amici, abbiamo (1) evacuato circa 250 persone dalla zona di guerra all'Ucraina occidentale; (2) aiutato centinaia di persone, tra cui decine di madri con i loro bambini, a fuggire dalla zona di intensi combattimenti nelle città di Irpin' e Bucha; (3) distribuito tonnellate di cibo tra le persone nascoste negli scantinati e nei rifugi antiatomici, e anche gli anziani confinati nelle loro case; (4) consegnato due pacchi pieni di medicinali (soprattutto per la febbre e il dolore) ai rifugi antiatomici. Le persone, le cui storie valgono la pena di essere condivise separatamente (hanno trascorso 6 giorni negli scantinati senza connessione mobile, acqua, cibo, elettricità), continuano a chiedere perché mai rischiamo deliberatamente le nostre vite per aiutarli. Quando sentono la nostra risposta e apprendono il vero motivo per cui lo facciamo, promettono di venire ai nostri corsi dopo la fine della guerra. Questa testimonianza è il miglior modo per assicurarci che stiamo facendo ciò che la Chiesa è chiamata a fare. Infatti, è davvero difficile trattenere le lacrime quando parliamo con loro. Inoltre, queste attività ci permettono di condividere il Vangelo e di pregare con la gente. Spieghiamo la radice del male e li confortiamo nel loro dolore. Inoltre, spezziamo il pane e beviamo il vino con i soldati ucraini che credono in Cristo, incoraggiandoli nella loro fede. Nonostante tutti gli orrori che la nazione ucraina sta affrontando, possiamo vedere che Dio è in movimento, usando le nostre mani. Sia lodato Lui!”” “Aggiornamento UETS Ucraina Giorno 16 dal pastore Oleksander. Amici, pregate e continuate a pregare finché tutto questo non sarà finito! Giorno 16 di guerra La terribile guerra è ancora in corso e solo Dio sa per quanto tempo continuerà. Anche se è difficile per noi trattenere le lacrime quando vediamo la devastazione della nostra terra, con città e paesi letteralmente rasi al suolo, così come la tremenda sofferenza del popolo ucraino, oggi vorremmo condividere con voi alcune buone notizie. In primo luogo, ieri, la nostra facoltà ha tenuto un incontro online con i nostri studenti residenti. Nonostante il fatto che la guerra li abbia sparsi per tutta l'Ucraina, stanno bene, e cercano di essere utili ovunque si trovino, manifestando l'amore e la cura di Dio alle persone. La maggior parte di loro sono coinvolti in vari ministeri della chiesa, soprattutto sociali; alcuni organizzano evacuazioni; altri lavorano con i rifugiati. Ci sono diversi che si sono uniti a unità di difesa territoriale (questi studenti hanno bisogno di un sostegno speciale di preghiera). Ciò che li accomuna è il loro impegno a servire Dio attraverso il servizio alle persone. È un grande incoraggiamento per noi, perché vediamo che i loro studi al seminario non sono stati vani. Grazie alla guerra, sono tutti diventati ministri influenti. Durante la riunione, i nostri studenti hanno espresso le loro richieste di preghiera. Hanno chiesto di pregare per (1) i volontari dell'UETS che servono a Kiev; (2) tutte le città e i paesi assediati in Ucraina e le persone lì; (3) la protezione di Dio per il campus dell'UETS; (4) la direzione del seminario; (5) i loro amici con cui non hanno alcun legame. In secondo luogo, lodiamo Dio che l'ultimo membro dello staff del seminario e la sua famiglia, con cui non avevamo contatti da diversi giorni, sono stati evacuati ieri dalla zona dei combattimenti violenti. Ci siamo preoccupati molto per loro. Oggi sono al sicuro. Quindi, grazie mille per essere con noi in preghiera per loro! Cosa sta succedendo in Ucraina? C'è una guerra, frutto del peccato di uomini egoisti: “Io valgo, io voglio, io prendo... IO...IO... IO...” Dove è Dio? Esattamente in mezzo al popolo che soffre. Come ci arriva? “Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che vi è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?” E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, lo avete fatto a me.” (Matteo 25:34-40) Non possiamo amare e servire coloro a cui Dio ci ha mandato da lontano. Sono le parole di Oleksander. La chiesa, tu ed io, siamo le braccia, le mani, le gambe di Dio. Ecco dov'è Dio nella guerra. Ecco cosa fa nella guerra. Fino a quando il peccato non sarà sconfitto per sempre, sino a quando persino i potenti della terra non saranno costretti a piegare le ginocchia per ascoltare la loro condanna, la chiesa, te ed io, porteremo Dio tra le trincee, nei rifugi, negli ospedali, nelle strade martoriate di bombe. C'è chi lo farà fisicamente, come il pastore Oleksander, rischiando la propria vita, c'è chi lo farà da una distanza, attraverso gli aiuti umanitari, l'ospitalità, le preghiere. Non possiamo essere distanti, non dobbiamo permettere che l'orrore che vediamo in TV ci allontani da chi soffre, che sia credente o meno. Che la notizia scali nel nostro interesse, come avverrà se la guerra continua nei TG; l'abbiamo già visto con le altre: Bosnia, Libano, Siria, partire in prima pagina e poi, dopo un po', non essere neppure presenti prima delle previsioni del tempo. Siamo parte della medesima squadra, una squadra che non abbandona i propri fratelli; “Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono.” (Romani 12:15) dice Paolo, sino a quando... “Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l'arbitro fra molti popoli; essi trasformeranno le loro spade in vomeri d'aratro e le loro lance in falci. Una nazione non alzerà più la spada contro un'altra, e non impareranno più la guerra. Casa di Giacobbe, venite e camminiamo alla luce del Signore!” (Isaia 2:4-5) Fermiamoci a pregare. 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Gran prova d'attore per Eros Pagni in scena sino a domenica 13 marzo al Politeama Rossetti di Trieste con Enrico IV, il cavallo di battaglia dei massimi attori del Novecento. Lo spettacolo in scena è una produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e de La Pirandelliana, che lo presentano nel centenario della sua prima andata in scena il 24 febbraio del 1922 al Teatro Manzoni di Milano. Esattamente cento anni dopo, il nuovo allestimento dello spettacolo firmato da Luca De Fusco, riporta in scena il personaggio monumentale sfaccettato, uscito dalla penna di Pirandello, con nei panni un intenso e vibrante Eros Pagni protagonista di un dramma che ben rappresenta i cortocircuiti della mente dell'essere umano. Possiede tutta l'arte e l'intelligenza necessarie ad indagare nella complessa figura di Enrico IV che non cessa mai di esemplificare il dramma in bilico fra pazzia e ragione, verità e maschera, realtà e teatro. Con Pagni in scena una compagnia di alto livello, formata Anita Bartolucci, Paolo Serra, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase, Matteo Micheli, Alessandra Pacifico Griffini, Alessandro Balletta. Per loro un allestimento scarno ma raffinato, disegnato dalle scene di Marta Crisolini Malatesta (che firma anche i costumi) e il disegno luci dell'esperto Gigi Saccomandi che ha lavorato nei più importanti Teatri Italiani ed Europei. Alla Sala Assicurazioni Generali lo spettacolo si replica fino a sabato alle ore 20.30 mentre domenica 13 marzo va in scena alle ore 16. Per biglietti e prenotazioni si suggerisce di rivolgersi alla Biglietteria del Politeama Rossetti, agli altri consueti punti vendita, o via internet sul sito www.ilrossetti.it. Informazioni anche al numero del Teatro 040.3593511. Qui l'intervista di Monica Ferri per Teatralmente a Valerio Santoro attore e co-produttore dello spettacolo:
Esattamente come un musicista jazz suonerebbe uno spartito stravolgendone il senso ma restando fedele al tema, così uno speaker radiofonico stravolgerà completamente il testo da cui ha tratto ispirazione mantenendosi fedele al tema trattato.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=686850 ANNI DI DIVORZIO IN ITALIA HA DISTRUTTO LA FAMIGLIA E L'INTERA SOCIETA' di Gianfranco AmatoPoco prima del sorgere dell'alba dell'1 dicembre 1970, al termine di una tra le sedute notturne più lunghe nella storia del Parlamento italiano, l'allora presidente della Camera dei deputati, il socialista Sandro Pertini, annunciò l'approvazione definitiva della contrastata proposta di legge "Fortuna-Baslini" (dal nome dei due deputati che l'avevano promossa), la quale prevedeva l'introduzione dell'istituto del divorzio in Italia. Esattamente cinquant'anni fa la Legge 1 dicembre 1970, n.898, legalizzava lo scioglimento del matrimonio.In realtà, quell'evento costituì il primo passo della rivoluzione antropologica che stiamo tuttora vivendo. L'indissolubilità del matrimonio, infatti, rappresentava la linea Maginot di quella società che era ancora in grado di mantenere e garantire una certa solidità. Prima di ridursi nell'attuale forma liquida ben descritta da Zygmunt Bauman.Lo aveva capito anche un toscanaccio come Amintore Fanfani, che il 26 aprile 1974 a Caltanissetta, durante un comizio, lo spiegò alla sua maniera e a prova di popolo: «Volete il divorzio? Allora dovete sapere che dopo verrà l'aborto. E dopo ancora, il matrimonio tra omosessuali. E magari vostra moglie vi lascerà per scappare con la serva!». Non ci volevano particolari doti divinatorie per comprendere come sarebbe andata a finire, e come, purtroppo, è poi andata a finire.Anche per il divorzio, come successivamente per l'aborto e le altre "conquiste" della modernità, si utilizzò la logica del male minore e il falso presupposto di dover affrontare situazioni eccezionali e transitorie. Il caso francese, da questo punto di vista, è emblematico. In Francia, infatti, il divorzio fu introdotto per legge nel 1884, nonostante gli ammonimenti che Papa Leone XIII lanciò nella sua enciclica Arcanum Divinae del 10 febbraio 1880, nella quale evidenziava lucidamente le prevedibili conseguenze di quella legge. I sostenitori del divorzio dicevano il contrario: il divorzio avrebbe sciolto i matrimoni male assortiti che attendevano una soluzione, poi si sarebbe rientrati nella normalità. I fatti dimostrarono, invece, l'esatto contrario. Mentre nel 1883 si aveva in Francia una media annua di circa 700 separazioni legali, che sembrava potessero rappresentare la somma dei matrimoni infelici in cui la convivenza appariva impossibile, nell'anno seguente, con la nuova legge, si ebbero subito 1.675 divorzi, e questi, con una continua corsa ascendente, arrivarono nel 1921, quindi dopo trentasette anni, al numero di 32.557, mentre la natalità diminuiva spaventosamente.LA DIGNITÀ DELLA DONNA NECESSITA DELL'INDISSOLUBILITÀ DEL MATRIMONIOResta oggettivo il fatto che, in tutto il mondo, il divorzio abbia reso le relazioni umane e la società molto più liquide e che la solubilità del matrimonio abbia incrinato la stessa stabilità della convivenza civile. Questo lo si deve onestamente ammettere, prescindendo da qualunque valutazione di carattere religioso, sacramentale, teologico. È possibile, infatti, parlare di matrimonio indissolubile anche da un punto di vista squisitamente laico. Pure un laico, per esempio, può comprendere che l'indissolubilità del matrimonio difende innanzitutto la dignità della donna, la parte più debole in caso di abbandono, che dopo aver dato al marito il meglio di sé, dopo aver sacrificato la propria vita per la famiglia, non merita certo di essere sostituita quasi fosse un prodotto scaduto. E tutti possono comprendere la necessità del matrimonio indissolubile per il destino dei figli, il loro sostentamento e la loro educazione. Abbiamo sotto gli occhi quotidianamente gli effetti devastanti del divorzio su intere generazioni di giovani.Come sosteneva il grande filosofo-contadino Gustave Thibon «gli sposi non si impegnano soltanto l'uno verso l'altro, ma anche l'uno e l'altro verso una realtà di cui fanno parte e che li supera: la famiglia innanzi tutto, di cui sono la sorgente e il sostegno, e in seguito la Nazione e la Chiesa, corpi viventi di cui le famiglie sono le cellule». Ecco perché un'istituzione così importante come il matrimonio ha bisogno d'essere protetta contro le mille vicissitudini dell'istinto e dell'interesse personale, perché proprio il matrimonio costituisce il fondamento della comunità umana; se quello si spezza, questa si sfascia.Ha proprio ragione Thibon: oggi noi assistiamo al sorgere, per reazione, di una specie di mistica del matrimonio, che si preoccupa più della qualità del vincolo personale tra gli sposi che delle sue conseguenze sociali. Viviamo in un'epoca in cui pare dilagare e dominare una sorta d‘iperestesia dell'io e di ugualitarismo grossolano, che considera la felicità dell'individuo un diritto «assoluto». Ma non è così. Se uno nella vita fa una scelta sbagliata sulla persona che ha deciso di sposare, non può presentare il conto alla collettività. Paga privatamente. Come paga privatamente l'imprenditore che fallisce. Tra il sacrificio individuale per un'errata decisione della sfera privata e l'interesse collettivo della società alla sua tenuta complessiva, è quest'ultimo che deve prevalere. Una persona adulta si assume la responsabilità delle proprie azioni e se sbaglia ne deve accettare le conseguenze. Una scelta, del resto, è davvero libera solo quando è responsabile.GLI UTILI IDIOTINon vale neppure l'obiezione che l'indissolubilità del matrimonio si opponga all'amore. Anzi, è vero il contrario. Lo spiega bene lo stesso Thibon distinguendo la fase antecedente e quella successiva del matrimonio. Prima di sposarsi, infatti, l'individuo consapevole dell'irrevocabilità del matrimonio è «indotto a non avventurarsi alla leggera in quel vicolo cieco che ha il muro di chiusura alle spalle; come il conquistatore che brucia i suoi vascelli per togliersi prima della battaglia ogni possibilità di ritirata, i fidanzati che acconsentono a legarsi l'uno all'altro fino alla morte attingono a questa "idea-forza" una garanzia preliminare contro tutti gli eventi del destino che minacceranno il loro amore». Al contrario, «la sola idea del divorzio possibile prende dimora tacitamente nel profondo dell'anima, come un verme deposto da una mosca in un frutto in formazione e che ne divorerà un giorno la sostanza».L'esperienza ha più volte dimostrato, infatti, che in alcune circostanze, specie quando si tratta di grandi prove, è sufficiente considerare una cosa come possibile perché essa divenga necessaria. Si tratta di un dato psicologico elementare che da solo basta a sfatare, tra l'altro, il mito del cosiddetto "matrimonio di prova". Dopo il matrimonio vero, invece, «il patto nuziale, situando una volta per sempre la sostanza dell'amore al di là delle contingenze, contribuisce necessariamente a decantare, a purificare l'amore; così come una diga non solo contiene il corso del fiume, ma rende le sue acque più limpide e più profonde; la necessità di subire e di superare la prova del tempo agisce sull'affetto degli sposi come vaglio che separa la pula dal chicco del frumento; essa lo spoglia a poco a poco dei suoi elementi accidentali e illusori e ne conserva solo il nocciolo incorruttibile, trasformando la passione in vero amore».In questa triste ricorrenza del cinquantesimo anniversario dall'approvazione della legge sul divorzio, appaiono ancor più vere le parole del grande scrittore cattolico Igino Giordani: «Salvare la famiglia è salvare la civiltà. Lo Stato è fatto di famiglie; se queste decadono, anche quello vacilla».Se lo ricordino bene i politici che si definiscono "cattolici", e che magari si sentono pure "adulti". La Storia ci ha mostrato, infatti, i danni che costoro sanno infliggere ad una nazione: fu proprio il governo guidato dal cattolico Emilio Colombo che introdusse in Italia il divorzio (1970), il governo del cattolico Giulio Andreotti che promulgò l'aborto (1978), e il governo del cattolico Matteo Renzi che approvò le unioni civili omosessuali (2016). [...]Non c'è nulla da fare, servono sempre gli "utili idioti" per realizzare la rivoluzione antropologica della sinistra radicale e anticristiana.Nota di BastaBugie: l'on. Carlo Giovanardi ha contestato l'espressione "utili idioti" usata nel precedente articolo per riferirsi ai leader DC che firmarono le leggi su divorzio e aborto. Gli risponde per le rime il direttore della Bussola, Riccardo Cascioli, facendo notare che l'ex democristiano dimentica che quella battaglia non fu veramente combattuta fino in fondo.Ecco il botta e risposta pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 22-12-2020:Caro direttore,mi dispiace dover contraddire Gianfranco Amato ma l'aver definito i Democratici Cristiani "utili idioti" (clicca qui), in quanto supposti responsabili dell'introduzione nel nostro ordinamento di divorzio e aborto, è un falso politico, storico e culturale.In Parlamento infatti la DC fu compatta nel contrastare la legge Fortuna Baslini, non contando nelle sue file neppure un dissidente, finendo poi per soccombere nel 1970 di strettissima misura (52,7% contro 47,7%).Al referendum del 1974 quel 47,7% di no al divorzio si ridusse nel paese al 40.7% grazie anche alla massiccia mobilitazione dei cosidetti "cattolici per il no", in prima linea nel contestare la generosa campagna per l'abrogazione della legge da parte dell'allora Segretario della Dc Amintore Fanfani, che lo stesso Amato non può non riconoscere.Lo stesso copione si è ripetuto per l'aborto che venne approvato alla Camera nel 1978 con il 51,1% dei voti favorevoli ed il 48,9% contrari, trasformatisi poi nel successivo referendum popolare in un umiliante 67,9% a favore della legge contro uno striminzito 32,1% contrario.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6884L'ISIS E' TORNATA E INVOCA LA GUERRA TOTALE AI CRISTIANI di Mauro FaverzaniC'è un nemico per nulla invisibile all'orizzonte. Si chiama Isis. Lo scorso 6 gennaio, non a caso, mentre la Chiesa cattolica festeggiava la Santa Epifania, è tornato a minacciare la «guerra totale» contro la Cristianità in Africa. Una guerra già iniziata, per la verità, e fatta di chiese bruciate, omicidi, stragi, missionari e fedeli torturati. Lo ha promesso: tutto questo si diffonderà nell'intero Continente.Certo, più facile a dirsi che a farsi. Anche perché di batoste i terroristi islamici ne hanno già prese tante. Ciò nonostante, nulla è servito, per far mutare loro i propositi. E gli obiettivi. Tutt'altro. Ora rilanciano, annunciando una nuova recrudescenza. Specificando di voler trasformare le celebrazioni cristiane in «funerali e tragedie» e di voler letteralmente scatenare l'«inferno».L'annuncio, estremamente chiaro, è stato pubblicato sul settimanale dell'Isis al Naba ovvero «il profeta». Si legge: «Che i cristiani infedeli sappiano ch'è giunta l'ora per i musulmani in Africa di risponder loro; è una nuova tappa contro la nazione crociata. Ciò che è già successo nelle regioni occidentali e centrali del Continente si estenderà ad altri Paesi, che continuano a languire sotto l'autorità e la persecuzione dei cristiani». Del resto, che l'intento fosse questo, non hanno fatto mistero: già lo scorso 11 marzo, gli Stati Uniti hanno posto l'Adf ovvero le cosiddette Forze Democratiche Alleate del Congo nella black list dei gruppi terroristi islamici, che hanno giurato fedeltà all'Isis, cercando di uniformare anche la loro bandiera, divenuta sempre più simile a quelle utilizzate da al-Shabaab, al-Qaeda e Boko Haram.L'Isis, peraltro, a partire dall'aprile del 2019, ha rivendicato un numero crescente di attacchi, soprattutto nella zona orientale del Paese. Il primo fu l'attacco ad una caserma delle Fardc (Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo)a Bovata, vicino a Beni: tre le vittime. La firma Isis nella circostanza venne confermata con due messaggi diramati da Amaq, l'agenzia di propaganda delgruppo jihadista. Secondo gli esperti, sussisterebbero fondati timori che i terroristi intendano installare una sorta di "califfato" nelle regioni di Beni e Butembo.La violenza, ora dimostrata sul campo dall'Adf è sicuramente ideologica, ma è anche tattica e militare e minaccia, in caso di attacco, di vendicarsi sulla popolazione civile.In una sua recente opera dal titolo Una teoria dello "Stato islamico" - Violenza politica e trasformazione dell'ordine mondiale, il prof. Mohammad-Mahmoud Ould Mohamedou, ex-ministro degli Affari Esteri della Mauritania ed oggi docente presso l'Istituto di Alti Studi Internazionali e di Sviluppo di Ginevra, ha spiegato come l'Isis rappresenti un'organizzazione moderna, che si nutre di violenza, come proverebbe la sua costante presenza su Internet ed il ricorso ai più moderni mezzi di propaganda. La leva, su cui fa perno, invece, per dare una giustificazione purchessia alla sua follia è sempre la solita, l'astio contro i colonizzatori, in particolare francesi e spagnoli, accusati di oppressione, violenze, spionaggio, sotto «le sembianze» di missioni e di ospedali. Secondo l'Isis, l'unica soluzione possibile sarebbe quella delle armi, un programma in grado di attirare anche molti giovani occidentali, vittime del nichilismo e disposti pertanto ad una rivolta generazionale, fenomeno dovuto non tanto alla «radicalizzazione dell'islam» quanto all'«islamizzazione del radicalismo».Solo parole? Nient'affatto... Gli attentati contro i cristiani sono quotidiani e non si tratta di casi isolati: fanno anzi parte di un programma di sterminio, mirato a colpire la Chiesa cattolica, per poter islamizzare l'Africa. Una faccenda religiosa, quindi, senza dubbio; ma anche una scelta geo-politica, agevolata dal silenzio dell'Occidente, totalmente sordo agli appelli lanciati dai cristiani delle zone insanguinate dal terrorismo islamico. In assenza di risposte adeguate, pertanto, l'Isis può sperare di fare il bello ed il cattivo tempo, di dettar legge, incontrastato. In attesa, una volta rafforzato, di alzare nuovamente il tiro e di puntare a riservare lo stesso trattamento anche a quello stesso Occidente, secolarizzato e senz'anima, che oggi finge di non sentire.Nota di BastaBugie: avevamo già dato la notizia di una 19enne aggredita in piazza Duomo a Milano da un branco di stranieri la notte di Capodanno (clicca qui http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6872). Occorre tornare sull'argomento per sviluppare un'analisi completa del fenomeno delle violenze da parte di bande islamiche verso ragazze occidentali.Stefano Magni nell'articolo seguente dal titolo "Jihad sessuale: a Milano non è stato solo uno stupro" chiede a Souad Sbai, italiana di origine marocchina, fondatrice dell'associazione Donne Marocchine in Italia, se le violenze di Capodanno sono come gli stupri commessi da italiani. Secondo l'esperta di immigrazione e di islam, le violenze degli islamici sono diverse in quanto sono organizzate e con una precisa regia. Vediamo di preciso quale.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 15 gennaio 2022:A Milano, in piazza Duomo, nella notte di San Silvestro, nove ragazze hanno subito violenze sessuali di gruppo ad opera di branchi di ragazzi immigrati, prevalentemente nordafricani. Sono le stesse scene viste anche a Colonia, nel capodanno del 2015 e prima ancora in piazza Tahrir, al Cairo, durante la rivoluzione contro Moubarak, dove vittima è stata una giornalista della Cbs. Esattamente come a Colonia, la realtà è emersa molto lentamente, un pezzo alla volta. Prima di tutto perché le vittime hanno dovuto trovare il coraggio di denunciare. Poi perché, come sempre quando la vicenda riguarda immigrati (anche di seconda generazione) la stampa reagisce con una certa reticenza, sempre nel timore dell'accusa di razzismo.Esattamente come a Colonia, nessuno nega l'esistenza dei fatti, ma l'atteggiamento prevalente è quello di relativizzarli. Un "tutto il mondo è Paese" in cui si sottolinea che anche gli italiani stuprano, anzi sono peggiori. Che i fatti di Piazza Duomo sono gravissimi, ma i femminicidi sono molto più frequenti. Le femministe sono convinte che la colpa, a prescindere dalla cultura, sia il "maschio" e la sua tendenza alla prevaricazione sul corpo della donna. In alcuni casi viene addirittura equiparata la violenza di gruppo a Milano con la pacca incassata in diretta da una cronista sportiva ad opera di un tifoso della Fiorentina. Ma sono paragonabili le due tipologie di crimine?Souad Sbai, italiana di origine marocchina, nostra collaboratrice, ha una grande esperienza in materia di immigrazione, avendo fondato l'associazione Donne Marocchine in Italia e avendo fatto parte della Consulta italiana sull'islam. Ed è tuttora responsabile del dipartimento integrazione e comunità straniere della Lega. È scandalizzata per l'atteggiamento che sta tenendo la sinistra italiana. Perché alla sinistra culturale, soprattutto, sfugge una differenza fondamentale: gli stupri avvengono a tutte le latitudini e in tutte le comunità umane, ma questo è un fenomeno diverso. Questa è violenza sessuale sistematica e organizzata. C'è una strategia dietro, c'è della pianificazione. Ed è un atto di aggressione deliberato che si sta ripetendo in tutto il mondo musulmano, comunità musulmane europee incluse."Guardando i video di piazza del Duomo - spiega Sbai - si evince che si trattava di veri assalti, molto più che aggressioni sessuali. Non mi risulta che gruppi organizzati di italiani, parliamo di decine di persone, quaranta, anche cinquanta, si organizzino per assalire le donne. In Piazza Duomo è stato condotto un assalto con una regia precisa. Le vittime vengono isolate, le squadre di assalitori si dividono i compiti: ci sono tre cerchie attorno alle vittime, quella esterna tiene lontana la gente e la distrae, c'è chi si incarica di distrarre le vittime, magari anche fingendo di difenderle, per disorientarle ma anche per spezzare la loro volontà di resistere. Anche chi filma ha il suo ruolo. La gente attorno non si rende conto di quel che succede, perché le cerchie esterne sono ampie e quel che avviene dentro è nascosto. È un gioco di squadra, appunto, un'azione deliberata e pianificata, non c'entra nulla con la violenza sessuale individuale".Una polemica riguarda anche la polizia, che non è intervenuta in tempo per salvare le nove vittime. Secondo Sbai, gli agenti sono gli ultimi a cui si potrebbero rivolgere accuse, proprio perché: "È un'azione troppo subdola per potersi rendere conto, da esterni, di quel che sta avvenendo. C'è chi ride, chi urla, chi abbraccia le ragazze o addirittura finge di soccorrerle e portarle fuori dal branco. È un gioco di dissimulazione molto raffinato, se non è presente qualcuno dei Servizi, ma solo regolari agenti di polizia, è difficile che ci si renda conto. La violenza vera avviene nella cerchia più interna e nessuno la vede". Peggio, invece, è il comportamento delle autorità di Milano, della giunta Sala: "La sinistra governa la città da dieci anni. Sanno qual è il rischio e non sono riusciti a prevenirlo. Possibile che non lo abbiano ancora capito? In ritardo anche le scuse: non occorrevano dieci giorni per prendere le parti delle donne violentate in piazza".Ciò che impressiona maggiormente di questi episodi è l'organizzazione. Fra gli arrestati ci sono giovani immigrati residenti in tutto il Nordovest italiano, anche da Torino, che si sono dati appuntamento a Milano. Alcuni arrestati stavano per fuggire all'estero.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6881CLAMOROSA SENTENZA DEL TAR RIABILITA LE CURE DOMICILIARI (QUINDI IL GOVERNO HA SBAGLIATO)Annullata la circolare del ministro Speranza che imponeva ai medici di base ''tachipirina e vigile attesa'' (così i governi Conte e Draghi, ma anche Aifa e Ordine dei medici sono responsabili di migliaia di morti)di Paolo GulisanoLa notizia che la Sezione Quater del Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da alcuni medici di medicina generale e medici specialisti contro il Ministero della Salute, al fine di ottenere l'annullamento della circolare ministeriale relativa alle Gestione dei pazienti Covid-19, ha subito suscitato diverse reazioni. La prima è stata di soddisfazione, perché finalmente viene riconosciuta ai medici che agiscono secondo scienza e coscienza (una minoranza, ma ci sono) di potere finalmente utilizzare tutte le possibilità terapeutiche offerte dalla Farmacologia. La seconda è stata di speranza e fiducia, perché significa che in Italia esiste ancora uno Stato di Diritto, benché sotto attacco e sottoposto a limitazioni.Ma la terza reazione è stata di rabbia: la rabbia di tante famiglie che hanno perso i loro cari in quanto non curati, in quanto lasciati in uno stato di abbandono terapeutico, giorni e giorni a tachipirina, in attesa che si scatenasse la tempesta citochinica, in attesa di finire in ospedale in condizioni gravissime, molto spesso difficilmente recuperabili. Una rabbia giustificata, ma che da oggi si deve trasformare in indignazione, in richiesta di giustizia.BOCCIATE TACHIPIRINA E VIGILE ATTESALa sentenza del TAR annulla ufficialmente la circolare del Ministero aggiornata al 26 aprile 2021, poiché le disposizioni dell'Aifa e del ministero impediscono il lavoro del medico e l'utilizzo di terapie alternative. Infatti la paternità della circolare è sì da attribuire al Ministro Speranza, che in un Paese civile andrebbe ora immediatamente dimissionato, ma anche all'Aifa, che fornì al Ministro le indicazioni per elaborare la vergognosa circolare ministeriale che imponeva ai medici di somministrare ai malati il solo paracetamolo e restare poi in "attesa". Migliaia di pazienti poi hanno subito questa attesa in una modalità che è perfino andata oltre - in senso peggiorativo - alle indicazioni ministeriali. Per "vigile attesa" infatti il Ministero intendeva un "costante monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente". Ovvero, si intendeva che il paziente fosse visitato, e non solo per telefono.Chi ha beneficiato di una visita medica? Chi si è visto auscultare il torace, prendere la pressione, controllare i parametri vitali? Molto pochi. Da questo punto di vista, molti medici di base che hanno interpretato la circolare come una forma di dispensa dai propri doveri, con il loro comportamento si sono posti in contrasto con l'attività professionale così come demandata al medico nei termini indicati dalla scienza e dalla deontologia professionale. Una deontologia che ora dovrà essere rispettata, non solo nei confronti dei pazienti, ma anche dei colleghi. Ci sono stati e purtroppo ci sono ancora dei medici, un tempo detti della mutua, un termine che calza loro perfettamente, che si sono divertiti ad insultare, ad offendere, ad attaccare sulla Rete quei colleghi impegnati con tutte le loro forze nel curare gli ammalati attraverso le cure domiciliari. Ora non potranno più vomitare il loro odio su Facebook, perché giustamente potranno essere sanzionati per il reato di diffamazione. I giudici del Tar hanno sentenziato "l'onere imprescindibile" dei medici di agire secondo scienza e coscienza" secondo la propria professionalità e titolo specifico acquisito.LA SCIAGURATA CIRCOLARE MINISTERIALEQuesta sentenza del TAR rappresenta, come dicevamo, un atto di riparazione nei confronti della Medicina e anche del Diritto. È stato ritenuto che il contenuto della sciagurata circolare ministeriale si ponesse in contrasto con l'attività professionale dei medici. Un vero e proprio ostacolo, un impedimento all'opera di chi cercava di salvare vite umane. È stato osservato che le "linee guida" della circolare, come ammesso dalla stessa difesa del Ministero della Salute, "costituiscono mere esimenti in favore del medico in caso di eventi sfavorevoli riguardanti il paziente". In parole più semplici: sono una copertura legale nei confronti dei medici di base. Attieniti a questi protocolli, e non potrai essere giudicato in caso di danni o di morte del paziente.Una orribile pagina della cosiddetta "medicina difensiva". Un atteggiamento a dir poco pilatesco, assolutamente indifferente alla sorte del paziente. Una posizione di basso leguleismo, dimentico che è onore e onere imprescindibile di ogni sanitario agire secondo scienza e coscienza, assumendosi la responsabilità circa l'esito della terapia prescritta quale conseguenza della professionalità e del titolo specialistico acquisito.La prescrizione dell'AIFA, come mutuata dal Ministero della Salute - osservano i giudici del TAR - «contrasta con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professionale, imponendo, anzi impedendo l'utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto con la malattia COVID 19 come avviene per ogni attività terapeutica". Una vera e propria aberrazione legale ed etica, a cui ora è stata messa la parola fine. Ed ora i medici di base non hanno più alcun alibi: curate questa malattia e mettiamo fine all'epidemia.Nota di BastaBugie: Andrea Zambrano nell'articolo seguente dal titolo "Pazienti abbandonati e medici condizionati: tanti potevano salvarsi" intervista Erich Grimaldi, avvocato fondatore del Comitato per le Terapie domiciliari. Che accusa Speranza, ma anche Aifa e Ordine dei medici.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 18 gennaio 2022:«Non solo Speranza. La vigile attesa è stata avallata dall'ordine dei medici e dall'Aifa. Senza la vigile attesa avremmo avuto molti meno morti».Il giorno dopo la sentenza del Tar del Lazio, che annulla la circolare del Ministero della Salute del 26 aprile 2021 sulla gestione domiciliare dei pazienti con infezione da Sars CoV2, per Erich Grimaldi non è il tempo dell'esultanza, ma dell'azione: l'attività del Comitato per le cure domiciliari prosegue con una marcata «azione politica» che parte anzitutto dal fatto che questo è «diventato un movimento a tutti gli effetti».Ma dietro c'è anche la revisione delle linee guida tenendo conto delle indicazioni del Senato. «Indicazioni colpevolmente disattese da Speranza», rimarca alla Bussola Grimaldi, vero padre del successo al Tar (con lui la collega Valentina Piraino del Foro di Roma) che sancisce per la prima volta che sulla gestione di un aspetto decisivo della pandemia, il Governo di Draghi e prim'ancora di Conte, hanno sbagliato sotto l'aspetto delle cure.Grimaldi, ora tutti se la prendono con Speranza...Resta il responsabile numero uno, ma tutto quello che è fatto dal Ministero è stato avallato dall'Ordine nei medici. Oggi mi fa ridere Anelli (Filippo, presidente della Federazione Nazionale Ordini dei Medici ndr), che minimizza la sentenza dicendo che la libertà prescrittiva dei medici non è mai venuta meno.E invece?E invece i medici sono stati impediti nello svolgimento di una cura domiciliare proprio perché anche l'Ordine ha contrastato il concetto di cura domiciliare precoce, limitandosi alla vigilante attesa, con i danni che abbiamo visto. Chiunque può constatarlo.La notizia è di oggi: un medico di Salerno ha curato 3000 pazienti andando a visitarli personalmente a casa. Nessuno è morto, ma ora subirà un procedimento dell'Ordine della sua città per aver trasgredito la circolare ministeriale. Rischia la sospensione.Non mi dice nulla di nuovo. Se abbiamo ordini che si schierano contro questa esperienza di fatto non cambierà niente perché non daranno indicazioni agli iscritti. Se poi si mettono a fare la guerra a chi cura personalmente, allora...Anche Aifa, però è stata latente...Altroché. Così come il Cts, cui Speranza ha demandato la paternità della circolare. Ma non è vero: è stata licenziata dal dipartimento di prevenzione che è in capo a lui.Perché è importante questa sentenza?Perché il Tar ha stabilito che non puoi condizionare i medici di medicina generale dando linee guida così stringenti dove sono più le indicazioni delle cose da non fare rispetto a quella da fare. No antibiotico, no cortisone, no eparina. È il medico che decide quando e come questi farmaci devono entrare in campo. Queste sono state le premesse per decretare un vero e proprio abbandono terapeutico.Non è un po' esagerato?Affatto. Di fronte alle linee il medico aveva due strade: o discostarsene e intervenire, col rischio di finire sotto procedimento come il caso che avete appena citato, o attenersi alla vigilante attesa anche in presenza di sintomi....E la Tachipirina...Non è tanto il problema del paracetamolo, che pur riduce le scorte di glutatione, ma il fatto che si è scelto di attendere quando invece tutti i medici che non hanno mai stesso di curare dicevano che bisogna fare l'opposto, cioè intervenire decisamente con farmaci in grado di fermare l'infiammazione sul nascere.Quali?Questo sta alla valutazione in scienza e coscienza del medico.Quindi i medici, in sostanza, hanno sposato la vigilante attesa per evitare guai?Esattamente.Il Ministero ha detto che si opporrà alla sentenza.Non mi preoccupa. Lo diffiderò tenendo presente l'ordine del giorno approvato in Senato.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6867IL CO-FONDATORE DI WIKIPEDIA NE DENUNCIA LA DERIVA (ORMAI EVIDENTE DOPO COVID E TRUMP) di Michael SfaradiAlcuni mesi fa Freddie Sayers della UnHerd Tv ha intervistato Larry Sanger, il co-fondatore di Wikipedia e, nonostante i temi affrontati siano più che mai di attualità, tutto è passato in sordina... niente di ciò che è stato detto ha avuto l'eco che meritava, nonostante Sanger abbia avvertito che non ci si può più fidare del sito web da lui ideato, insistendo sull'evidenza che ora il portale fa solo "propaganda" per l'"establishment" di sinistra. Questo forse, ma chi scrive ha pochissimi dubbi, è il motivo per il quale le parole di Sanger sono state un po' in tutto il mondo "urla nel silenzio" perché secondo alcuni chi non si allinea è destinato all'oblio.Rispondendo alle domande, Sanger ha raccontato di aver ideato e iniziato l'enciclopedia delle opinioni nel 2001 con l'idea di base che avrebbe dovuto offrire neutralità e più punti di vista, in particolare sulle questioni scottanti. Ma se si considera che le voci conservatrici vengono costantemente e severamente avvertite, se non espulse, quando cercano di aggiungere una visione diversa dalle opinioni dell'establishment, tutto diventa ormai solo pura propaganda. "Non si può citare Fox News su questioni socio-politiche, è proprio vietato. E questo significa che se una controversia non appare nei principali media di centrosinistra non apparirà su Wikipedia. Ora ci si può affidare al sito solo per ‘dare un punto di vista dell'establishment' piuttosto che sulla vasta gamma di opinioni. Esattamente il contrario di quello che, almeno all'inizio, si voleva dare".Ma Sanger come un vero fiume in piena ha insistito sull'apparente repressione delle voci conservatrici e sul punto che se viene consentita solo una versione dei fatti si dà un enorme incentivo alle persone ricche e potenti a prendere il controllo di cose come Wikipedia al fine di rafforzare il loro potere. "Cosa che già stanno facendo - ha continuato - c'è un gioco molto grande, brutto e complesso che viene giocato dietro le quinte per far dire agli articoli pubblicati ciò che qualcuno vuole che sia detto", e ha affermato inoltre che ci sono "tutti i tipi di trucchi che queste persone possono giocare per vincere, incluso l'uso di società di pubbliche relazioni dedicate per influenzare l'opinione pubblica".Citando la voce relativa al presidente Biden, il co-fondatore di Wikipedia ha osservato il poco rispetto alle preoccupazioni che i repubblicani hanno avuto su di lui e che, di fatto, se si vuole conoscere qualcosa che assomigli lontanamente al punto di vista repubblicano su Biden non lo si potrà mai ottenere su quel sito. "Ha notato che c'era solo un breve paragrafo sullo ‘scandalo Ucraina', che coinvolge il figlio del presidente, nonostante l'indignazione politica che ha creato. Si può trovare molto poco di questo su Wikipedia, e quel poco è estremamente parziale", ha evidenziato citando uno dei tanti punti che sono come cartina di tornasole della situazione nell'informazione.Poi, passando dalla politica all'attualità più stretta, Larry Sanger ha osservato che nella copertura al Covid-19, Wikipedia riflette solo e unicamente il dottor Anthony Fauci e i gruppi sanitari del governo, di fatto i portavoce dell'establishment, mentre le opinioni di molti vincitori di premi Nobel e dottori illustri non solo non sono benvenute, ma letteralmente censurate. E questo vale anche per YouTube, Facebook e Twitter quando si contraddice la narrativa ufficiale. Come scrivevo in apertura questa intervista non ha avuto l'eco che meritava, e neanche risposte o prese di posizione da parte di coloro che erano nel mirino delle parole di Larry Sanger, e questo, sicuramente, per non alimentare la polemica e non dare modo di far circolare l'intervista.Qualcuno di quelli ancora non addormentati dalla propaganda avrebbe potuto porre domande scottanti o chiedere le prove che Sanger è impazzito, e, a quel punto, dare una risposta sarebbe stato imbarazzante nel migliore dei casi e pericoloso nel peggiore. Difficile però dargli torto considerando che nel gennaio scorso Twitter ha staccato la spina e ha chiuso per sempre l'account dell'ex Presidente Usa Donald Trump, accusandolo di aver ripetutamente violato le regole incitando il suo popolo alla violenza, mentre gli account di diverse organizzazioni terroristiche come ad esempio Hamas che, anche se era stato oscurato nel novembre del 2019, ha fatto nuova iscrizione a gennaio 2020 e dopo due anni è ancora in linea.Nota di BastaBugie: Eugenio Capozzi nell'articolo seguente dal titolo "Il network di Trump, sfida al monopolio progressista" spiega come Trump, bannato a vita dai grandi social network, sta varando il suo. Non sarà un'impresa facile, ma ha già un potenziale bacino di utenti immenso.Se vuoi essere in prima fila nel varo del nuovo social iscriviti a Truth Social:https://truthsocial.comEcco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 26-10-2021:La notizia era stata anticipata da tempo, ma ora pare essere effettivamente in via di realizzazione: Donald Trump annuncia che sta per lanciare una sua piattaforma di comunicazione, in concorrenza con i colossi di Silicon Valley, chiamata significativamente e polemicamente "Truth Social". L'ex presidente statunitense ha dichiarato, nel battagliero annuncio della sua nuova impresa, che il nascente network è concepito per resistere alla "tirannia delle Big Tech", e "cancellare la cancel culture".L'annuncio è stato accolto con notevole interesse dagli investitori finanziari, che hanno fatto impennare in borsa le azioni della DWA, società destinata a raccogliere fondi per l'operazione che dovrebbe fungere da base al progetto trumpiano. Sono però emersi, al contempo, problemi di copyright potenzialmente molto seri, in quanto la Trump Media & Technology Group è stata accusata di aver copiato, senza citarlo esplicitamente, un software open access tedesco, Mastodon, e, se non fornisse assicurazioni in proposito, tutta la piattaforma potrebbe essere bloccata. Quindi al momento non è possibile avventurarsi in previsioni sulle possibilità di successo dell'audace progetto trumpiano; anche se è facile immaginare che, quand'anche riuscisse a prendere il via, non avrà vita facile, e i suoi avversari porranno ad esso innumerevoli ostacoli.Ma il punto non è questo, né è solo quello della sorte politica e mediatica dell'ex presidente. In realtà la sua vicenda personale, che trova nella creazione di Truth Social un nuovo sviluppo, pone in evidenza un elemento fondamentale nell'assetto politico, istituzionale e culturale delle democrazie occidentali nel loro complesso. Il fatto che un presidente degli Stati Uniti sia stato censurato e cancellato da tutte le principali fonti del dibattito pubblico nel suo Paese e a livello globale, ormai indissolubilmente legato ai social media, è un avvenimento enorme ed inusitato, ma soprattutto è la punta di un iceberg sconfinato: lo snaturamento totale della libertà di espressione e del pluralismo in società cresciute per secoli intorno all'idea della necessità di una dialettica anche aspra come necessario humus dei diritti civili e politici.Da decenni ormai l'Occidente assiste infatti alla progressiva, apparentemente irrefrenabile affermazione di un'ideologia "politicalcorrettista" che si sostanzia in una aggressiva forma di censura, delegittimazione, demonizzazione di parole, idee, opinioni ritenute offensivi, discriminatori, portatori di "odio": sanzioni decretate da una autonominata "giuria" di intellettuali, politici, operatori dei media mainstream. Un'esclusione arbitraria, unilaterale delle voci "eretiche" dal dibattito pubblico che parte dai college universitari, e si estende a tutti rami della cultura, incluso l'intrattenimento, fino ad influenzare pesantemente la politica, accordando presentabilità e accesso soltanto ad alcuni soggetti - generalmente gli esponenti del progressismo che ha sposato il relativismo "diversitario".Ma - ciò che se possibile è ancor più grave - tale nuova "inquisizione" si è imposta parallelamente ad un altro processo che ha condotto a crescenti limitazioni della libertà di espressione e del pluralismo: la vertiginosa concentrazione dei mass media all'interno di enormi oligopoli, o in qualche caso monopoli di fatto, avvenuta con la digitalizzazione della comunicazione, e soprattutto con il dominio dei social network. I due fenomeni nell'Occidente globalizzato si sono andati connettendo sempre più strettamente, diventando in pratica interdipendenti. Infatti la nuova ultra-borghesia dei magnati hi tech, formatasi quasi tutta biograficamente e culturalmente proprio nell'ideologia del progressismo relativista, ha abbracciato fisiologicamente i principi della "correttezza politica". O, se non lo ha fatto spontaneamente, lo ha fatto per interesse: in primo luogo perché ha fiutato che le conveniva diventare espressione dell'establishment socio-politico-culturale occidentale per averne in cambio favori; in secondo luogo perché, per ragionamento o per istinto, essa è in realtà ostile al pluralismo, e favorevole ad un modello di società paternalistico, verticistico, dirigistico, in qualche modo affine a quello incarnato oggi dal regime cinese, in cui i suoi monopoli/oligopoli possono trovare un ambiente particolarmente adatto, e le tecnologie da essa elaborate possono fungere da infallibile strumento di controllo e sorveglianza collettiva.Il risultato di questo ferale abbraccio è stata la drastica riduzione della possibilità di mantenere vivo nelle democrazie occidentali un confronto senza sconti tra tesi, opinioni, "narrazioni" alternative sul piano dei principi etico-politici: sostituito quasi sempre ormai da un sostanziale unanimismo, a cui corrisponde una