Podcasts about biopolitica

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il posto delle parole
Roberto Esposito "I volti dell'Avversario"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Jul 22, 2024 28:14


Roberto Esposito"I volti dell'Avversario"L'enigma della lotta con l'AngeloEinaudi Editorewww.einaudi.itAl cuore dell'Antico Testamento c'è un breve episodio, racchiuso in pochi versetti, che costituisce non solo una delle scene piú famose e influenti della nostra tradizione, ma anche la soglia misteriosa attraverso cui sembra passare l'intero racconto biblico. Quei versi narrano della lotta notturna del patriarca Giacobbe con un essere non meglio identificato sulla riva del fiume Iabbòq. Un evento enigmatico, che non ha smesso di interpellare teologi, filosofi, artisti. Chi, o cosa, è questa figura con cui lotta Giacobbe: il Divino, il Male, l'Alterità assoluta o il Sé piú profondo? Affrontare queste domande, come fa Roberto Esposito ne I volti dell'Avversario, vuol dire interrogarsi in maniera radicale sulla nostra identità, sui suoi conflitti e le sue ferite. Perché la lotta di Giacobbe ci parla di ogni lotta: anzi della Lotta come forma ineluttabile della vita.Qualcuno «lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora». Lui è il patriarca Giacobbe. Ma chi è l'Avversario – colui che lo afferra e affronta per l'intera notte? Un uomo, un dio, un angelo, un demone o la sua stessa ombra che si stacca da lui per perseguitarlo? E ciò che li stringe in un nodo insolubile è davvero una lotta? O piuttosto un incontro, un abbraccio, una danza? Di questo episodio – uno dei piú celebri ed enigmatici della Bibbia – la tradizione ha dato infinite interpretazioni teologiche, filosofiche, artistiche, psicoanalitiche, senza arrivare a una risposta definitiva. Anziché proporne un'altra, Roberto Esposito moltiplica vertiginosamente le domande, convocando autori, testi, opere d'arte della grande cultura moderna che sono entrati in rapporto con la Lotta. Disvelando i volti dell'Avversario, Esposito affaccia l'ipotesi che a unire i Due sia l'Avversità stessa da cui tutti proveniamo e che non possiamo eludere perché coincide con la nostra medesima esistenza. Lottando con l'Altro, ciascuno, a partire dall'autore, lotta con se stesso, per accostarsi a una verità che continua a sfuggirgli. Senza presumere di afferrarla, resta esposto all'inevitabilità della sua assenza. E, come Giacobbe, cerca nella ferita inferta dall'Avversario le lacerazioni e le occasioni della propria vita.Roberto Esposito è professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra i suoi libri piú recenti, Bíos. Biopolitica e filosofia (2004), Terza persona. Politica della vita e filosofia dell'impersonale (2007), Pensiero vivente. Origine e attualità della filosofia italiana (2010), Due. La macchina della teologia politica e il posto del pensiero (2013), Le persone e le cose (2014), Da fuori. Una filosofia per l'Europa (2016), Politica e negazione. Per una filosofia affermativa (2018), Pensiero istituente. Tre paradigmi di ontologia politica (2020), Immunità comune. Biopolitica all'epoca della pandemia (2022), e Vitam instituere. Genealogia dell'istituzione (2023), tutti editi da Einaudi e tradotti in diverse lingue.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

il posto delle parole
Antonino Pennisi "L'ottava solitudine"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Jun 6, 2024 29:46


Antonino Pennisi"L'ottava solitudine"Il cervello e il lato oscuro del linguaggioIl Mulino Edizioniwww.mulino.itCi sono diversi modi di sperimentare la solitudine: ce n'è una psicologica, che percepiamo con la mente, come quando – per caso o per scelta – perdiamo i nostri interlocutori; la seconda è invece biologica, la sperimentiamo con il corpo, quando non possiamo toccarne altri o esserne toccati, o vederne o ascoltarne altri. Sono esperienze, queste, da sempre oggetto di riflessione della cultura filosofica, religiosa, sociale e letteraria. Ma la parte più importante del corpo, il cervello, esperisce invece uno stato di solitudine che tutti gli individui provano ogni giorno: è il discorso interiore, una solitudine involontaria e sistematica, uno stato che impegna almeno la metà del nostro tempo mentale e consuma un'enorme quantità di energia. Sulla scorta delle più recenti scoperte nel campo delle neuroscienze, l'autore fa luce sul funzionamento di questa inedita facoltà di rimuginazione solitaria e sulla sua origine evolutiva, una facoltà grazie alla quale possiamo progettare le soluzioni più adatte alla sopravvivenza quotidiana, che si tratti di comprendere il rapporto tra essere e tempo o di trovare i soldi per pagare le bollette della luce.Antonino Pennisi è professore ordinario di Filosofia del linguaggio nel dipartimento di Scienze cognitive dell'Università di Messina. Tra i libri pubblicati con il Mulino: «Il prezzo del linguaggio. Evoluzione ed estinzione nelle scienze cognitive» (con A. Falzone, 2010); «L'errore di Platone. Biopolitica, linguaggio e diritti civili in tempo di crisi» (2014); «Che ne sarà dei corpi? Spinoza e i misteri della cognizione incarnata» (2021).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Artribune
Andrea Rinaldo e Simona Forti - Contemporaneamente di Mariantonietta Firmani

Artribune

Play Episode Listen Later Jan 11, 2024 83:37


Nella rubrica Contemporaneamente, Mariantonietta Firmani intervista Andrea Rinaldo Nobel per l'acqua 2023 e Simona Forti filosofa. L'intervista è in Contemporaneamente di Mariantonietta Firmani, il podcast divulgato da Artribune.com e Parallelo42.it In Contemporaneamente podcast trovate incontri tematici con autorevoli interpreti del contemporaneo tra arte e scienza, letteratura, storia, filosofia, architettura, cinema e molto altro. Per approfondire questioni auliche ma anche cogenti e futuribili. Dialoghi straniati per accedere a nuove letture e possibili consapevolezze dei meccanismi correnti: tra locale e globale, tra individuo e società, tra pensiero maschile e pensiero femminile, per costruire una visione ampia, profonda ed oggettiva della realtà. Andrea Rinaldo e Simona Forti, ci raccontano di ingegneria idraulica e filosofia, ostinazione e passione, frattali e autodeterminazione. Dell'universalità della geometria della natura da cui deriva la possibilità di predire, a partire dalla reti fluviali, propagazione e sopravvivenza di specie, popolazioni e patogeni. E poi, la filosofia non ha il compito di normare la realtà ma porre domande universali sulle motivazioni. Quindi, la democrazia è quella forma politica che più di altre ha cercato di tenere insieme libertà e uguaglianza, e molto altro. GUARDA IL VIDEO!! https://youtu.be/-BNTBilgYI8 BREVI NOTE BIOGRAFICHE DEGLI AUTORI Andrea Rinaldo, idrologo, laurea in Ingegneria idraulica all'università di Padova, PhD alla Purdue University; dal 1986 ordinario di Costruzioni idrauliche all'Università di Padova. Tra i molti riconoscimenti: “ERC Advanced Grant”, 2008-2013; “Doctor Honoris Causa, Université du Québec-Laval”, 2014; nel 2023 “Stockholm Water Prize”, conosciuto come Nobel dell'acqua.Inoltre è Professor of Hydrology and Water Resources nell'Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (EPFL), dove ha fondato e dirige il Laboratory of Ecohydrology. Visiting Professor e Research Associate: Massachusetts Institute of Technology e Princeton University (USA); è stato Direttore di Dipartimento in tre università: Trento, Padova, EPFL. È anche grande divulgatore, autore di 4 monografie e 330 articoli su riviste internazionali con oltre 30,000 citazioni. Senatore eletto a Padova per 12 anni; grande sportivo, tre volte Campione d'Italia con il Petrarca rugby, dal 2002 dirigente nazionale della Federazione Italiana Rugby. In fine è socio di Accademie Italiane e straniere, tra cui l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia, di cui oggi è presidente. È anche socio in: “Royal Swedish Academy of Sciences”; US “National Academy of Sciences”; “Accademia Nazionale dei Lincei”. Simona Forti filosofa, ordinario di filosofia politica alla Scuola Normale Superiore, Pisa; Part-time Faculty alla New School for Social Research, New York fino al 2020. Ha insegnato all'Università del Piemonte Orientale e in diverse Università straniere, tra cui Columbia University, New York e Northwestern University.Presidente dell'International Centre BIOS, dell'Università del ‘Piemonte Orientale, è membro di autorevoli istituzioni tra cui: SIP: “Society for Italian Philosophy”, (USA/Canada). “CAPPE”, Centre for Applied Philosophy, Politics and Ethics, University of Brighton, (UK); “BioPolitica”, Flinders University, Adelaide, (Australia); “Der Hannah-Arendt Preis für politischen Denken”, Bremen and Berlin, (Germany). Laurea in filosofia a Bologna, PhD tra Freiburg e Bremen (Germania), Torino e NewYork. È Principal Investigator in autorevoli ricerche sostenute con oltre ottocentomila euro da prestigiosi enti internazionali, tiene conferenze e docenze nelle più autorevoli università in diversi Paesi. La sua opera “New Demons. Rerhinking Power and Evil Today”, Stanford University Press 2015, tradotto in numerose lingue, è considerato cruciale per ripensare l'idea di male. In fine, il prossimo libro “Totalitarianism. A borderline Idea in Political Philosophy” in uscita per Stanford U.P. dicembre 2023.

Considera l'armadillo
Considera l'armadillo di venerdì 10/11/2023

Considera l'armadillo

Play Episode Listen Later Nov 10, 2023 27:30


Per riascoltare Considera l'armadillo noi e altri animali in onda alle 14.00 che oggi ha ospitato Bianca Nogara Notarianni, traduttrice e Massimo Filippi, curatore con Federica Timeto del libro Capitale animale, Biopolitica e rendering, di Nicole Shukin, @Tamu editore, ma anche di @Lipu e restorayion Law in Europa e scopriamo che Bianca voleva essere tartaruga liuto https://images.app.goo.gl/rJBbAwGvqb92L7tn9

il posto delle parole
Roberto Esposito "L'istituzione della parola" Festival Filosofia

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Sep 5, 2023 19:13


Roberto Esposito"L'istituzione della parola"Festival Filosofiahttps://festivalfilosofia.itFestival Filosofia, CarpiVenerdì 15 settembre 2023, ore 16:30Lezione Magistrale di Roberto Esposito"L'istituzione della parola"Cosa hanno in comune il piano dell'immaginario e del linguaggio con il processo istituente e le istituzioni giuridicamente normate?Roberto Esposito è professore emerito di Filosofia teoretica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. È tra i fondatori del Centro di Ricerca sul Lessico Politico Europeo e del Centro Internazionale per il Lessico Giuridico e Politico Europeo, ha tenuto conferenze e lezioni in molte Università italiane, europee, americane, asiatiche. Attraverso l'analisi critica delle categorie politiche elaborate dai classici del pensiero filosofico moderno (in particolare su individuo, persona, comunità, tra Machiavelli e Rousseau), nelle sue ricerche ha sottolineato i limiti del politico nell'età contemporanea, in quanto organizzazione che necessariamente si confronta con il carattere irriducibile della forma vivente. Con l'“Italian Theory”, indagando i caratteri del pensiero italiano nella sua relazione differenziale con altri filoni della filosofia europea, in particolare francese e tedesca, si è occupato di una ri-concettualizzazione del paradigma del politico, oltre ad aver affrontato il rapporto tra teologia e politica e ad aver proposto una filosofia del pensiero istituente. I suoi libri hanno avuto traduzioni in inglese francese, tedesco, portoghese, croato, sloveno, polacco, giapponese, coreano, cinese. Tra le sue opere recenti: Le persone e le cose (Torino 2014); L'origine della politica. Hannah Arendt o Simone Weil? (Roma 2014); Da fuori. Una filosofia per l'Europa (Torino 2016); Politica e negazione. Per una filosofia affermativa (Torino 2018); Pensiero istituente. Tre paradigmi di ontologia politica (Torino 2020); Immunitas. Protezione e negazione della vita (Torino 2002, 2a ed. 2020); Istituzione (Bologna 2021); Immunità comune. Biopolitica all'epoca della pandemia (Torino 2022); Vitam instituere. Genealogia dell'istituzione (Torino 2023).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement

ESCADÃO - MAPA DE ESTRATÉGIAS NAS FAVELAS BRASILEIRAS
SOBREVIVENDO NO INFERNO: Biopolitica, Necropolitica, Critica Social em Foucalt

ESCADÃO - MAPA DE ESTRATÉGIAS NAS FAVELAS BRASILEIRAS

Play Episode Listen Later Dec 29, 2022 15:11


Como pensar as subjetividades de um futuro possível para áreas emergentes no Brasil ?

Prova Oral
"Da Natureza das Causas - Psicologia evolucionista e biopolitica"

Prova Oral

Play Episode Listen Later Nov 16, 2022 56:28


Fernando Alvim conversa com Paulo Finuras sobre o que significa ser-se humano e as origens e causas das nossas ações e reações e da nossa psicologia política e comportamental.

Cristian Presură
Ce este biopolitica? Ep.20 Invitată: Mihaela Czobor-Lupp

Cristian Presură

Play Episode Listen Later May 28, 2021 92:13


Ce este biopolitica? Ep.20 Invitată: Mihaela Czobor-Lupp

mihaela invitat biopolitica
il posto delle parole
Roberto Esposito "Istituzione"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later May 1, 2021 20:36


Roberto Esposito"Istituzione"Il Mulino Editorehttps://www.mulino.it/Mai come oggi, nella crisi che ha colpito il mondo intero, le istituzioni nazionali e internazionali risultano necessarie a fronteggiare l'emergenza sanitaria, economica, sociale e politica. Eppure esse ci sono apparse più volte inadeguate, se non addirittura responsabili di quanto è accaduto. Perché? Una diffidenza che non nasce ora, ma è l'esito ultimo di un'interpretazione repressiva delle istituzioni, che ha trovato il suo culmine nella loro contrapposizione ai movimenti. Contro di essa una lettura nettamente diversa, originale e provocatoria, che valorizza il processo istituente come prassi innovativa, e che ci costringe a ripensare radicalmente la relazione costitutiva dell'istituzione con la politica e la vita.Roberto Esposito insegna Filosofia teoretica presso la Scuola Normale Superiore. Tra i suoi libri: «Da fuori. Una filosofia per l'Europa» (2016), «Politica e negazione. Per una filosofia affermativa» (2018), «Pensiero istituente. Tre paradigmi di ontologia politica» (2020) e «Immunitas. Protezione e negazione della vita» (2020), tutti editi da Einaudi e tradotti in diverse lingue.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/

Diario di Bioetica
95 - La “non-vita” di Alfie, tra biopolitica e eugenetica

Diario di Bioetica

Play Episode Listen Later Apr 30, 2021 12:30


Uno dei paradossi del sistema liberale consiste proprio nell’esaltare la libertà come autodeterminazione e al tempo stesso esercitare un biopotere sul singolo fino all’imposizione della morte, come nell’intenzione del giudice nei confronti di Alfie. Non bisogna dimenticare che una società votata all’utopia eugenetica, nella quale non sono ammessi gli individui malati o non produttivi, è permeata da una specie di discriminazione non meno condannabile della discriminazione razziale, su cui invece la retorica delle “memorie” si spreca, ma che, se a sua volta non si fonda sulla considerazione della verità dell’essere umano, è del tutto vacua e inconsistente.

uno biopolitica eugenetica
Le VOCI di radioromalibera.org | RRL
1018 - Giorgia Brambilla - La “non-vita” di Alfie, tra biopolitica e eugenetica

Le VOCI di radioromalibera.org | RRL

Play Episode Listen Later Apr 30, 2021 12:30


Uno dei paradossi del sistema liberale consiste proprio nell'esaltare la libertà come autodeterminazione e al tempo stesso esercitare un biopotere sul singolo fino all'imposizione della morte, come nell'intenzione del giudice nei confronti di Alfie. Non bisogna dimenticare che una società votata all'utopia eugenetica, nella quale non sono ammessi gli individui malati o non produttivi, è permeata da una specie di discriminazione non meno condannabile della discriminazione razziale, su cui invece la retorica delle “memorie” si spreca, ma che, se a sua volta non si fonda sulla considerazione della verità dell'essere umano, è del tutto vacua e inconsistente.

uno brambilla biopolitica eugenetica
I dialoghi di Fondazione Bassetti
Sovvertire l’individualismo, sperimentare la cittadinanza digitale

I dialoghi di Fondazione Bassetti

Play Episode Listen Later Dec 11, 2020 58:37


Gabriele Giacomini Intervista Salvo Vaccaro. Secondo il professor Vaccaro, la società di oggi è caratterizzata dalla figura dell'individuo ed è ripiegata sulla sfera privata. In questo contesto, dopo un primo sviluppo del digitale animato da un afflato libertario, si è registrato l'emergere di grandi piattaforme la cui caratteristica principale è essere proprietarie. Si tratta di piattaforme che offrono servizi utili, ma sulle quali manca, fra l'ampio pubblico, una prospettiva critica. Seconda stagione di interviste di Gabriele Giacomini ora anche in podcast. Salvo Vaccaro è professore ordinario di Filosofia politica presso l'Università degli studi di Palermo. È fra i massimi esperti italiani di teoria critica, biopolitica e anarchismo. Tra le sue pubblicazioni si segnalano Agire altrimenti. Anarchismo e movimenti radicali nel XXI secolo (2014) e Biopolitica e disciplina. Michel Foucault e l'esperienza del Gip (2005). A fine 2020 è stato pubblicato da Elèuthera il suo ultimo lavoro, dal titolo Gli algoritmi della politica. Intervista del 8 ottobre 2020. L'obiettivo di questo "secondo giro" di interviste è, in primo luogo, analizzare le principali sfide alla cittadinanza poste dalla diffusione pervasiva delle ICT e in secondo luogo, individuare le diverse proposte teoriche e pratiche avanzate da filosofi, giuristi, politologi, nonché le azioni fattuali che sono state messe in campo da istituzioni private, amministrazioni locali e governi statali per la promozione di una cittadinanza digitale autonoma e consapevole, che porti all'elaborazione di un habeas mentem adeguato alle sfide presenti e future di una comunità politica (nel senso di polis) sempre più innervata dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Nel nostro sito il video, la sintesi e l'elenco delle domande: https://www.fondazionebassetti.org/it/focus/2020/12/sovvertire_lindividualismo_spe.html --------------

AL CORONAVIRUS i cristiani rispondono così
Coronavirus: stiamo perdendo la libertà... anche di pensare

AL CORONAVIRUS i cristiani rispondono così

Play Episode Listen Later Nov 4, 2020 13:54


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6340CORONAVIRUS: STIAMO PERDENDO LA LIBERTA'... ANCHE DI PENSARE di Aldo Maria ValliUn dispotismo statalista, condiviso e terapeutico. Questo il tipo di regime nel quale ci troviamo immersi, come scrivo nel mio ultimo libro, il breve saggio Virus e Leviatano (Liberilibri), da quando siamo alle prese con il coronavirus.Perché parlo di dispotismo statalista, condiviso e terapeutico?Con la pandemia sono state sospese le abituali procedure costituzionali e abbiamo smesso di essere una Repubblica parlamentare. Lo strumento dei decreti della presidenza del Consiglio ha assunto una centralità e una preminenza assolute.È come se tutti (politica e cittadini) a fronte di uno stress test avessimo proclamato che diritti costituzionali di libertà e parlamentarismo sono lussi che ci possiamo permettere quando tutto va bene, ma non di fronte a una grave difficoltà.Poiché accanto alla disinvoltura del governo nella sospensione dei diritti di libertà c'è stata la naturalezza dell'opinione pubblica nell'accettare il tutto, un nemico della libertà può averne tratto utili insegnamenti: è stato dimostrato che è molto facile sospendere le garanzie costituzionali e imprimere al sistema una svolta in senso autoritario.Se la situazione di emergenza si dilatasse, sino a essere presentata e percepita come la normalità, che cosa succederebbe? Chi può assicurarci che in futuro un pericolo non potrebbe essere creato di proposito? C'è il rischio che lo stato di emergenza sia istituzionalizzato?Di certo al nostro sistema democratico liberale è stata inferta una ferita profonda, ma pochi reagiscono.TIPO DI DISPOTISMOParlo di dispotismo perché il governo ha assunto una centralità senza precedenti. Ma che tipo di dispotismo è?È un dispotismo condiviso, perché opinione pubblica e mass media l'hanno giustificato, assunto e fatto proprio. Così in un certo senso ha ripreso vita il Leviatano di Hobbes, il colosso autoritario che tutto controlla in cambio della sicurezza che gli individui ritengono di non essere in grado di darsi.È anche un dispotismo statalista perché tutto è stato demandato all'iniziativa statale: l'iniziativa privata e dei corpi intermedi non è stata nemmeno presa in considerazione. Lo Stato è percepito come istituzione non solo e non tanto gestionale, ma salvifica.È poi un dispotismo terapeutico, perché la Salute è divenuta un assoluto, il politico ha preso le sembianze del medico, il cittadino è diventato un paziente e la nazione un ospedale. Di qui un rapporto asimmetrico che favorisce il dispotismo stesso: non più il rapporto tra politico e cittadino, tra rappresentante e rappresentato, ma appunto il rapporto medico-paziente (che mette il paziente nelle condizioni di non discutere).Sullo sfondo ecco il dogmatismo scientista, per cui "l'ha detto la scienza!" diviene sinonimo di verità assoluta. Ma non si tiene conto del fatto che la scienza, in realtà, non ha mai risposte certe. La scienza può solo studiare, mettere a confronto, analizzare dati. Quella di ottenere dalla scienza risposte certe è un'illusione.Questo dispotismo statalista, condiviso e terapeutico rivela, paradossalmente, tante debolezze. Debolezza della politica, che si è messa nelle mani della tecnoscienza riconoscendosi incapace di affrontare i problemi. Debolezza dell'esecutivo che si è fatto cogliere impreparato ed è diventato autoritario nel tentativo di recuperare. Debolezza dello Stato, che ha risposto con la solita farraginosità e si è lasciato comandare dagli organismi sovranazionali. Debolezza della cosiddetta società civile, del tutto passiva. Debolezza della Chiesa, che si è prontamente allineata al dispotismo e alla narrazione dominante. In generale, debolezza antropologica dell'uomo contemporaneo, che pretende di essere messo al riparo da ogni tipo di contagio ed è spinto a chiedere protezione ignorando di avere in sé le risposte per reagire.DISPOTISMO PATERNALISTAAggiungo che è un dispotismo paternalista, perché ripete che lo fa per il nostro bene (si pensi al provvedimento denominato Cura Italia), ma nei fatti si comporta in modo autoritario.Decisivo è il ruolo dell'informazione. Questo dispotismo, per sussistere e affermarsi, ha bisogno del sostegno attivo dei mass media, chiamati ad alimentare una narrativa fondata sul terrore. È la paura che giustifica il ricorso al dispotismo, e la paura va nutrita, diffusa. Il collegamento tra dispotismo condiviso e informazione è strettissimo e necessario.Grazie alla paura, il cittadino (divenuto paziente) può solo lasciarsi guidare. La nascita, in piena pandemia, di una task force governativa contro le fake news è significativa. In una democrazia liberale sono i cittadini che si fanno un'idea del problema attraverso il libero confronto delle fonti e delle opinioni. In questo caso invece il governo ha preteso di stabilire esso stesso che cosa è verità e che cosa è menzogna, che cosa è vera informazione e che cosa non lo è, quali notizie e interpretazioni sono degne di essere diffuse e quali vanno stoppate. Biopolitica e bioinformazione vanno a braccetto sul terreno del dispotismo paternalistico.Aldous Huxley nel suo romanzo distopico Il mondo nuovo immaginò che il condizionamento avvenisse di notte, mentre i soggetti dormivano, attraverso la somministrazione di un certo tipo di messaggi. Oggi il condizionamento avviene davanti alla tv all'ora del telegiornale.Una narrativa adeguata può spingere un intero popolo a suicidarsi per la paura di morire. È ciò che stiamo vedendo. Non conta la reale portata del pericolo, ma la portata percepita. Non conta ciò che è, ma ciò che la gente pensa che sia, sulla base della narrativa che le viene imposta.Renaud Girard, su Le Figaro, ha scritto: "I sociologi dovranno analizzare attentamente il ruolo svolto dai media nel far sorgere una psicosi mondiale di fronte a una malattia poco letale". Nella speranza che saremo ancora liberi di condurre queste analisi.IL CONTAGIO DEL PANICOUn altro contagio si è sviluppato accanto a quello del coronavirus, ed è ben più pericoloso: il contagio del panico.Sotto molti aspetti è come se avessimo vissuto una classica rivoluzione di stampo socialista. Abbiamo avuto l'ideale supremo (la Salute), trasformato in un assoluto rispetto al quale tutto è sacrificabile. Abbiamo avuto il terrore come arma. Abbiamo avuto la narrativa adeguata allo scopo. Abbiamo i guardiani della rivoluzione, tutti i cittadini "responsabili", soldati pronti anche alla delazione. Abbiamo avuto l'attacco alla Chiesa. Con la novità che la Chiesa, anziché opporre resistenza, si è adeguata, dimostrandosi persino più realista del re. Prevedibile, visto che la Chiesa non mette più al centro Dio ma l'uomo, non la salvezza dell'anima ma la salute psicofisica.La parola Responsabilità è diventata la bandiera dell'esercito combattente per la liberazione dal virus. Chi non si adegua è irresponsabile, è il nemico. I drappi sui balconi ("Andrà tutto bene") assomigliano agli slogan sui muri dell'Avana: "Venceremos, Hasta la victoria siempre.Ogni rivoluzione ha le sue parole d'ordine. Nel nostro caso, oltre alla parola Responsabilità, ecco Salute, Sicurezza, Collaborazione. [...]Abbiamo vissuto nel conformismo assoluto, che si realizza quando colui che perde la libertà non se ne rende nemmeno conto, perché è auto-asservito. Così il potere non ha nemmeno più bisogno di alzare la voce. Quanto più totale è il suo potere, tanto più muto è il suo comando. Basta un cenno. Noi non pensiamo. Noi siamo ciò che ci vien detto di essere. Siamo indotti ormai a ritenere che abbiamo bisogno solo di ciò che ci viene imposto. Il sospetto di aver perso la libertà non ci sfiora nemmeno, perché il conformismo non è più avvertito come tale ma passa come grande senso di responsabilità.Curioso: nel momento stesso in cui la Chiesa ha disertato, ecco che ci vengono imposti modelli di stampo religioso. Abbiamo una Trinità (Scienza, Salute, Sicurezza), abbiamo il peccato (non collaborare, non dimostrarsi responsabili), abbiamo il castigo (essere letteralmente scomunicati, messi fuori dalla comunità in quanto indegni, se non si accetta la narrativa dominante), abbiamo le sacre scritture (i mass media allineati), abbiamo l'impellente richiesta di convertirci (alla tecnoscienza), abbiamo l'identificazione del credere con la salvezza, abbiamo i nuovi bacchettoni che giudicano tutto e tutti e mettono fuori dal consesso civile i pochi non disposti ad allinearsi, visti come miscredenti.PERDERE LA RAGIONE E DI CONSEGUENZA LA LIBERTÀLa nostra cultura secolarizzata, abbandonata la ratio, è caduta nel fideismo. Per non dire nella superstizione.Su tutto, occorre ripeterlo, domina la paura. La paura che fa perdere il senno. Che fa accettare il sacrificio della libertà. Che fa vivere il conformismo assoluto come azione catartica. Il Leviatano ci ha soggiogati utilizzando il terrore. Abbiamo dimenticato che l'esercizio del potere in un sistema democratico liberale è soggetto alla legge e che più di una dittatura è salita al potere dopo aver ottenuto il consenso in base a quelle che erano state spacciate come buone intenzioni.Il nostro sistema possiede già gli strumenti per contemperare il rispetto della riserva di legge con l'urgenza (il decreto legge ne è un esempio), ma si è seguita un'altra strada.La riserva di legge si chiama così perché riserva alla legge primaria, escludendo fonti di tipo secondario, la regolazione di una determinata materia. È una funzione di garanzia: vuole assicurare che in materie particolarmente delicate, come nel caso dei diritti fondamentali del cittadino, le decisioni vengano prese dall'organo più rappresentativo del potere sovrano, ovvero dal Parlamento, come previsto dall'articolo 70 della Costituzione, secondo cui la funzione l

Il Vaso di Pandora
Coronavirus, la politica degenera in biopolitica - Paolo Borgognone Pier Paolo Dal Monte

Il Vaso di Pandora

Play Episode Listen Later Oct 6, 2020 50:01


Quarta Capa Todavia
#11 - Sobre Os Ossos Dos Mortos

Quarta Capa Todavia

Play Episode Listen Later Sep 30, 2020 34:00


O que a nossa relação com os animais e a natureza nos conta sobre nossa própria humanidade? Neste episódio do Quarta Capa, a nossa experiência de leitura expandida é com o livro SOBRE OS OSSOS DOS MORTOS, da vencedora do Nobel de Literatura, Olga Tokarczuk. Convidamos a poeta e estudiosa em zooliteratura Maria Esther Maciel para percorrer os temas universais desta obra cheia de significados que atravessam os tempos, dos bestiários à biopolítica, da relação com a morte ao respeito pelas formas de vida. Nas seção Dicas de Livros, Sabrina Fernandes (canal Tese Onze) e a livreira Patricia Ditolvo (Clube de Leitura da Livraria Mandarina) indicam "Livros que ajudam a explicar o Brasil". No Páginas Para Depois da Pandemia é a vez da reflexão da escritora e jornalista Anna Virginia Balloussier. Ficha Técnica: Fernanda Almeida (Apresentação e edição de texto), Ricardo Terto (Produção, roteiro e edição de som). Para comprar SOBRE OS OSSOS DOS MORTOS: https://todavialivros.com.br/livros/sobre-os-ossos-dos-mortos

Agenda podcast
Coronavirus: quanto e come c’entra la nonviolenza?

Agenda podcast

Play Episode Listen Later Jun 20, 2020 35:19


Con gli esperti di nonviolenza Claudio Radaelli Professore di Politiche pubbliche, University College di Londra e Roberto Baldoli, ricercatore presso la stessa scuola di Politiche Pubbliche, Marco Perduca ha parlato di come alcuni comportamenti individuali e collettivi possano essere analizzati dal punto di vista della nonviolenza, “auto-governo”, senso della responsabilità partecipazione attiva e solidale sono ingredienti di una “bio-politica” che potrebbe riscrivere le dinamiche Stato(mercato) e cittadino, ma anche il modo di agire e gli obiettivi di movimenti sociali attivi in giro per il mondo.

Daily Cogito
Critica della Ragione Burocratica - FiloSoFarSoGood (marzo 2018)

Daily Cogito

Play Episode Listen Later May 27, 2020 49:02


PRE-ORDINA il nuovo LIBRO mio e di Ary ➤➤➤ https://bit.ly/aryrick PRIMA PUNTATA Qual è il significato della burocrazia? Quali sono i presupposti che hanno prodotto la società burocratica? Oggi parliamo della burocrazia in rapporto alla responsabilità, in questa prima parte di un duplice episodio che si concluderà domenica prossima. Tra il Castello di Kafka e i robot sovietici, un viaggio terribile nell'illusione di poter essere transistor e non esseri umani. BIBLIOGRAFIA MINIMA "Il Castello", Kafka: http://amzn.to/2CUEzrv "In Difesa delle Cause Perse", Zizek: http://amzn.to/2oFnCx6 "Nascita della Biopolitica", Foucault: http://amzn.to/2FQeFZh Scarica il primo numero della rivista: https://riccardodalferro.com/2018/02/11/filosofarsogood-1-1/ SECONDA PUNTATA Nell'episodio di oggi continuiamo il viaggio filosofico nel mondo della burocrazia e andiamo a problematizzare il cuore del suo funzionamento: la segretezza del voto. Perché il voto è segreto? Quali sono le reali motivazioni che giustificano l'anonimato di una scelta così fondamentale? Proviamo a ragionarci su senza pregiudizi e vediamo dove questa strada conduce. BIBLIOGRAFIA MINIMA Spooner, "La Costituzione senza Autorità": http://amzn.to/2Gg58uz Van Reybrouck, "Contro le elezioni": http://amzn.to/2Ij6zcq Kafka, "Il Castello": http://amzn.to/2FxUdLQ SOCIAL IL MIO CANALE YOUTUBE: http://bit.ly/rickdufer IL MIO CANALE TELEGRAM: http://bit.ly/DuFerTelegram LA MIA PAGINA FACEBOOK: http://bit.ly/duferfb IL MIO ACCOUNT INSTAGRAM: https://instagram.com/rickdufer/ IL MIO TWITTER: https://twitter.com/RickDuFer IL MIO PROFILO LINKEDIN: https://www.linkedin.com/pub/riccardo-dal-ferro/31/845/b14 IL MIO SITO: http://riccardodalferro.com/ QUI PUOI SOSTENERE I MIEI PROGETTI: https://www.patreon.com/rickdufer

Filosofia Per il Nuovo Mondo
Immuni. Privacy e Potere

Filosofia Per il Nuovo Mondo

Play Episode Listen Later Apr 23, 2020 15:23


L'app Immuni verrà presto utilizzata come sistema di controllo e prevenzione nell'emergenza Covid19. Quali sono i rischi e le problematiche legate al suo utilizzo? Condividiamo insieme qualche spunto!----------------------------Seguimi su Telegram https

TINA - Il podcast
Tina #4 speciale. Pandemia e vita umana / Felice Cimatti

TINA - Il podcast

Play Episode Listen Later Apr 5, 2020 26:34


Quale significato ha il Coronavirus per la vita umana sul pianeta terra? Alcuni, in queste settimane, hanno avanzato l'ipotesi provocatoria che questa pandemia punti il dito verso di noi: è la specie umana il virus più distruttivo per questo pianeta; l'infezione del Covid-19 sarebbe semplicemente la reazione della natura alla nostra presenza distruttiva. L'Antropocene (l'epoca geologica in cui l'ambiente terrestre viene fortemente condizionato dagli effetti dell'azione umana) ci sta consegnando il frutto avvelenato della nostra hybris? Abbiamo rivolto questo interrogativo al filosofo Felice Cimatti, autore di La vita che verrà. Biopolitica per “Homo sapiens”, che suggerisce un'ipotesi del tutto diversa. Le intelligenze che si muovono negli ecosistemi sono molteplici e capaci di azione in modo del tutto autonomo da noi: l'homo sapiens è solo uno dei tanti attori in gioco e non il più rilevante. Ciò non significa negare il cambiamento climatico, bensì riconfigurare la nostra percezione di esseri viventi su questa terra. Felice Cimatti insegna Filosofia del Linguaggio all'Università della Calabria. Nel 2012 ha ricevuto il “Premio Musatti” dalla SPI (Società Psicoanalitica Italiana). È docente dell'Istituto Freudiano, sede di Roma. È uno dei conduttori del programma radiofonico di attualità culturale Fahrenheit, Radio3.Per approfondire vi consigliamo di leggere l'articolo di Felice Cimatti, L'infezione e le vita https://www.fatamorganaweb.unical.it/index.php/2020/02/03/linfezione-e-la-vita-coronavirus/Cimatti sta anche tenendo un diario romano della sua quarantena, sempre sulla rivista Fatamorganahttps://www.fatamorganaweb.unical.it/index.php/2020/03/16/il-virus-e-l-antropocene/Montaggio e post-produzione sono a cura di Gianmaria Aprile che trovate qui: https://www.discogs.com/artist/371425-Gianmaria-Aprile?sort=year%2Cdesc&limit=25&filter_anv=0&type=CreditsLe musiche di TINA - Il podcast sono di Massimo Carozzi.Se il progetto vi piace potete sostenerci sulla nostra pagina Patreon, qui: https://www.patreon.com/creator-home

Pillow Talk Platform
TINA - Il podcast - Vita umana e pandemia

Pillow Talk Platform

Play Episode Listen Later Apr 4, 2020 27:43


In questo appuntamento TINA intervista Felice Cimatti: Professore di Filosofia del Linguaggio all'Università della Calabria e docente dell'Istituto Freudiano nella sede di Roma. È uno dei conduttori del programma radiofonico di attualità culturale Fahrenheit di Radio3. Tra le sue ultime pubblicazioni, La vita che verrà. Biopolitica per “Homo sapiens” e Filosofia dell'animalità.

Festivalfilosofia | Lezioni magistrali
Roberto Esposito | La crisi biopolitica dell'Europa | festivalfilosofia 2016

Festivalfilosofia | Lezioni magistrali

Play Episode Listen Later Sep 17, 2016 29:40


Vita e politica sono strettamente congiunte in dispositivi di pensiero e pratiche che vanno sotto il nome di “biopolitica”: Roberto Esposito, uno dei maggiori protagonisti del dibattito internazionale su questi temi, porta la riflessione nel cuore del presente, analizzando quanto il conflitto e la dimensione agonale dell'esistenza incidano sulla crisi di identità dell'Europa. Roberto Esposito La crisi biopolitica dell'Europa festivalfilosofia 2016 | agonismo Sabato 17 Settembre 2016 Modena

crisi esposito biopolitica
Memos
Il “lungo berlusconismo italiano”, sessualità e biopolitica. Intervista con Ida Dominijanni.

Memos

Play Episode Listen Later Mar 11, 2015 27:51


Ida Dominijanni, giornalista e saggista, ha lavorato a lungo al “manifesto”, ha insegnato Teoria femminista in varie università italiane e straniere. Attualmente si trova negli Stati Uniti, dove insegna alla Cornell University di Ithaca, nello stato di New York. E' uscito di recente un suo libro dal titolo: “Il Trucco. Sessualità e biopolitica nella fine di Berlusconi” (Ediesse). E' il racconto del berlusconismo italiano in una chiave che supera (va oltre) le interpretazioni “classiche”. «L'interpretazione maggioritaria a sinistra – ricorda Dominijanni a Memos – è che Berlusconi sia stato una grande anomalia rispetto al modello della liberaldemocrazia. E' una cosa vera, non la contesto. Ma ancora più vero è il fatto che lui, Berlusconi, sia stato un esperimento del tutto sintomatico del neoliberalismo e della biopolitica». L'opposizione ha usato le leve giuste per contrapporsi al berlusconismo? Dominijanni racconta i limiti dei tentativi di contenimento del sistema-Berlusconi: «La sinistra avrebbe dovuto proporre un'altra estetica, un'altra passionalità, anche prendendo l'eredità dei movimenti degli anni '60-'70. Invece, abbiamo passato vent'anni ad appellarci solo alla legge». Per Dominijanni il sentiero di ricerca di questo suo lavoro porta ad una contraddizione. «Cerco di spiegare in questo libro – dice la giornalista e saggista - com'è stato possibile che una rivendicazione come quella della politicità della sessualità, che è stata propria dei movimenti di libertà del '68, ma soprattutto del femminismo, sia diventata nel corso del tempo un'arma del potere politico. C'è un rovesciamento: da un'istanza di liberazione si passa ad un uso della sessualità da parte di un potere politico».

Memos
Il “lungo berlusconismo italiano”, sessualità e biopolitica. Intervista con Ida Dominijanni.

Memos

Play Episode Listen Later Mar 10, 2015 27:52


Ida Dominijanni, giornalista e saggista, ha lavorato a lungo al “manifesto”, ha insegnato Teoria femminista in varie università italiane e straniere. Attualmente si trova negli Stati Uniti, dove insegna alla Cornell University di Ithaca, nello stato di New York. E' uscito di recente un suo libro dal titolo: “Il Trucco. Sessualità e biopolitica nella fine di Berlusconi” (Ediesse). E' il racconto del berlusconismo italiano in una chiave che supera (va oltre) le interpretazioni “classiche”. «L'interpretazione maggioritaria a sinistra – ricorda Dominijanni a Memos – è che Berlusconi sia stato una grande anomalia rispetto al modello della liberaldemocrazia. E' una cosa vera, non la contesto. Ma ancora più vero è il fatto che lui, Berlusconi, sia stato un esperimento del tutto sintomatico del neoliberalismo e della biopolitica». L'opposizione ha usato le leve giuste per contrapporsi al berlusconismo? Dominijanni racconta i limiti dei tentativi di contenimento del sistema-Berlusconi: «La sinistra avrebbe dovuto proporre un'altra estetica, un'altra passionalità, anche prendendo l'eredità dei movimenti degli anni '60-'70. Invece, abbiamo passato vent'anni ad appellarci solo alla legge». Per Dominijanni il sentiero di ricerca di questo suo lavoro porta ad una contraddizione. «Cerco di spiegare in questo libro – dice la giornalista e saggista - com'è stato possibile che una rivendicazione come quella della politicità della sessualità, che è stata propria dei movimenti di libertà del '68, ma soprattutto del femminismo, sia diventata nel corso del tempo un'arma del potere politico. C'è un rovesciamento: da un'istanza di liberazione si passa ad un uso della sessualità da parte di un potere politico».

Memos
Il “lungo berlusconismo italiano”, sessualità e biopolitica. Intervista con Ida Dominijanni.

Memos

Play Episode Listen Later Mar 10, 2015 27:52


Ida Dominijanni, giornalista e saggista, ha lavorato a lungo al “manifesto”, ha insegnato Teoria femminista in varie università italiane e straniere. Attualmente si trova negli Stati Uniti, dove insegna alla Cornell University di Ithaca, nello stato di New York. E' uscito di recente un suo libro dal titolo: “Il Trucco. Sessualità e biopolitica nella fine di Berlusconi” (Ediesse). E' il racconto del berlusconismo italiano in una chiave che supera (va oltre) le interpretazioni “classiche”. «L'interpretazione maggioritaria a sinistra – ricorda Dominijanni a Memos – è che Berlusconi sia stato una grande anomalia rispetto al modello della liberaldemocrazia. E' una cosa vera, non la contesto. Ma ancora più vero è il fatto che lui, Berlusconi, sia stato un esperimento del tutto sintomatico del neoliberalismo e della biopolitica». L'opposizione ha usato le leve giuste per contrapporsi al berlusconismo? Dominijanni racconta i limiti dei tentativi di contenimento del sistema-Berlusconi: «La sinistra avrebbe dovuto proporre un'altra estetica, un'altra passionalità, anche prendendo l'eredità dei movimenti degli anni '60-'70. Invece, abbiamo passato vent'anni ad appellarci solo alla legge». Per Dominijanni il sentiero di ricerca di questo suo lavoro porta ad una contraddizione. «Cerco di spiegare in questo libro – dice la giornalista e saggista - com'è stato possibile che una rivendicazione come quella della politicità della sessualità, che è stata propria dei movimenti di libertà del '68, ma soprattutto del femminismo, sia diventata nel corso del tempo un'arma del potere politico. C'è un rovesciamento: da un'istanza di liberazione si passa ad un uso della sessualità da parte di un potere politico».

C-queer / queer radio
La política de los anormales (Temporada 3, episodio 3)

C-queer / queer radio

Play Episode Listen Later Sep 5, 2008 47:53


"La sexopolítica es una de las formas dominantes de la acción biopolítica en el capitalismo contemporáneo. Con ella el sexo (los órganos llamados « sexuales », las prácticas sexuales y también los códigos de la masculinidad y de la feminidad, las identidades sexuales normales y desviadas)forma parte de los cálculos del poder, haciendo de los discursos sobre el sexo y de las tecnologías de normalización de las identidades sexuales un agente de control sobre la vida." Beatriz Preciado Escúchanos martes y jueves a las 2 pm (repetición 8 pm) Tiempo de México. Por Radio C: http://www.ucsj.edu.mx/radioc

Etica e Bioetica « Federica

Etica e bioetica L'eugenetica II Prof. Emilia D'Antuono Le sterilizzazioni La consanguineità tra

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