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L'idrogeologo Fabio Carosone ci accompagna nel cuore della sua lunga carriera down under: un percorso fatto di rigore scientifico, riconoscimenti professionali, inevitabili sacrifici personali e del coinvolgimento nella Dante Alighieri society.
La pronuncia italiana rappresenta uno degli aspetti più affascinanti e al tempo stesso una sfida per chi studia la lingua di Dante. Spesso gli studenti si chiedono: "Devo eliminare completamente il mio accento?" La risposta è semplice: gli accenti sono belli e naturali. In questa guida completa, però, scoprirai tecniche pratiche e immediate per perfezionare la tua pronuncia italiana, dalla gestione delle doppie consonanti alle particolarità delle parole straniere adattate alla nostra lingua. Guida Completa alla Pronuncia Italiana: Consigli Pratici per Parlare come un Nativo La Regola d'Oro: Pronunciare Tutte le Lettere Il primo e più importante consiglio per migliorare istantaneamente la tua pronuncia italiana è semplice ma fondamentale: pronuncia tutte le lettere. A differenza di molte lingue, l'italiano non presenta suoni silenziosi (eccetto la H iniziale che è sempre muta). Ogni singola lettera scritta deve essere articolata con chiarezza. Prendiamo alcuni esempi pratici: Giardino: si pronuncia GIAR-DI-NO, con ogni sillaba ben distinta Finestra: FI-NE-STRA, senza mai "mangiare" le lettere finali Ombrello: OM-BREL-LO, prestando particolare attenzione alla parte finale Particolarmente importante è la pronuncia delle vocali consecutive, che rappresentano una sfida per molti studenti. In italiano, anche quando ci sono più vocali di seguito, ognuna mantiene il suo suono distintivo: Paura: PA-U-RA (tre sillabe distinte, non "pàra") Tuoi: TU-O-I (tre sillabe complete) Aiuola: A-IU-O-LA (quattro sillabe ben separate) Questo principio si applica anche alle parole più lunghe e complesse. Per esempio, in "acquario" (AC-QUA-RI-O) ogni lettera deve risuonare chiaramente, creando quella musicalità tipica della lingua italiana. Esercitarsi a scandire lentamente le parole, sillaba per sillaba, aiuta a sviluppare questa consapevolezza articolatoria che poi diventerà naturale anche nel parlato veloce. Le Doppie Consonanti: Il Cuore della Pronuncia Italiana Le doppie consonanti rappresentano probabilmente l'aspetto più caratteristico e distintivo della pronuncia italiana. La loro corretta esecuzione è cruciale perché sbagliare una doppia può cambiare completamente il significato di una parola, creando situazioni imbarazzanti o fraintendimenti. Il segreto tecnico per pronunciare correttamente le doppie è questo: rendi più corta la vocale che precede la doppia consonante. La consonante doppia stessa deve essere "tenuta" più a lungo, creando una breve pausa nella pronuncia. Coppie di Parole che Cambiano Significato Analizziamo alcune coppie di parole dove l'unica differenza sta nella doppia consonante: Consonante SempliceSignificatoConsonante DoppiaSignificatoCaro (cáro - A lunga)Costoso o amatoCarro (càrro - A corta)Veicolo con ruotePala (pála - A lunga)Attrezzo per scavarePalla (pàlla - A corta)Oggetto sfericoPene (péne - E lunga)Dolore, sofferenzaPenne (pènne - E corta)Tipo di pastaPapa (pápa - A lunga)Il padrePappa (pàppa - A corta)Cibo per bambiniSete (séte - E lunga)Bisogno di bereSette (sètte - E corta)Il numero 7Nono (nóno - O lunga)Nono di numeroNonno (nònno - O corta)Padre dei genitori Come potete vedere dalla tabella, un errore di pronuncia può trasformare "Mi piacciono le penne al pomodoro" in una frase piuttosto imbarazzante! Ecco perché prestare attenzione alle doppie è fondamentale non solo per l'accuratezza fonetica, ma anche per evitare malintesi. Le Doppie nei Verbi: Futuro vs Condizionale Le doppie consonanti sono particolarmente importanti nella coniugazione verbale, dove distinguono tempi diversi. Un esempio classico è la differenza tra futuro e condizionale presente della prima persona plurale: Noi partiremo (partirémo - I lunga) = Futuro semplice, indica un'azione che avverrà Noi partiremmo (partirèmmo - I corta) = Condizionale presente, indica un'ipotesi Altri esempi verbali significativi: "Andremo" (futuro) vs "Andremmo" (condizionale) "Vedremo" (futuro) vs "Vedremmo" (condizionale) "Usciremo" (futuro) vs "Usciremmo" (condizionale) Per padroneggiare le doppie, è utile esercitarsi regolarmente con coppie minime (parole che differiscono solo per un suono). Registra te stesso pronunciando queste coppie e confronta con parlanti nativi. Con il tempo e la pratica costante, la corretta esecuzione delle doppie diventerà automatica e naturale. La N Finale di NON, IN, CON: La Regola della Trasformazione Esiste una regola fonetica fondamentale ma spesso trascurata che riguarda le parole NON, IN e CON. Quando queste parole sono seguite da una parola che inizia con B (come Bologna) o P, la N finale si trasforma in M per facilitare la pronuncia e rendere il discorso più fluido. Questa trasformazione, chiamata assimilazione consonantica, avviene perché pronunciare una N seguita immediatamente da una B o P richiede uno sforzo articolatorio innaturale. La bocca, infatti, deve passare rapidamente da una posizione nasale (N) a una posizione bilabiale (B o P), e questo passaggio è molto più facile se anche la consonante nasale diventa bilabiale (M). Esempi Pratici della Trasformazione N → M Scrittura StandardPronuncia CorrettaSpiegazioneIo non parlo moltoIo nom parlo moltoNON + P diventa NOMAbito in periferiaAbito im periferiaIN + P diventa IMVengo con BarbaraVengo com BarbaraCON + B diventa COMNon bevo caffèNom bevo caffèNON + B diventa NOMLavoro in bancaLavoro im bancaIN + B diventa IMStudio con PaoloStudio com PaoloCON + P diventa COM Provate a pronunciare queste frasi ad alta voce: noterete immediatamente che la versione con la M suona molto più naturale e fluida rispetto a quella con la N. Questa è una delle caratteristiche che distingue un parlante nativo da uno studente, perché i nativi applicano questa regola istintivamente, senza pensarci. È importante sottolineare che questa è una regola puramente fonetica: nella scrittura formale si continua a usare la N, ma nella pronuncia effettiva la trasformazione in M è la norma tra i parlanti nativi. Applicare questa regola renderà il vostro italiano più naturale e scorrevole, e soprattutto più facile da pronunciare. I Pronomi Doppi: Dove Cade l'Accento? I pronomi doppi (combinazioni di pronomi come "te lo", "gliela", "ce li", "ve ne") rappresentano una sfida particolare non tanto per la loro pronuncia, quanto per la posizione dell'accento tonico, specialmente quando sono attaccati all'imperativo. Quando i pronomi doppi sono usati con forme verbali normali (indicativo, congiuntivo, ecc.), rimangono separati dal verbo e non creano problemi particolari: "Te lo regalo" - tre parole separate "Gliela mando" - due parole separate "Ce li portano" - tre parole separate Il problema sorge con l'imperativo, perché in questo caso i pronomi si attaccano alla fine del verbo formando un'unica parola. Ed è qui che molti studenti commettono l'errore di spostare l'accento sui pronomi. La Regola dell'Accento Immutabile La regola fondamentale è questa: l'accento rimane sempre sulla stessa sillaba del verbo, indipendentemente da quanti pronomi aggiungiamo alla fine. Non importa se aggiungiamo uno, due o anche tre pronomi: la posizione dell'accento non cambia mai. Imperativo BaseCon PronomiPronuncia CorrettaErrore ComuneDàmmiDàmmeloAccento su DA❌ DamméloRaccontamiRaccontàmeloAccento su TA❌ RaccontaméloCómpraCòmprateloAccento su COM❌ CompratéloScrìviScrìvigliAccento su VI❌ ScrivígliPòrtaPòrtaglieloAccento su POR❌ PortagliéloDìciDìcimeloAccento su DI❌ Dicimélo Un caso particolarmente interessante è il verbo riflessivo "andarsene" con i pronomi: "Vàttene!" (vai via). Anche qui l'accento rimane sul verbo: VÀttene, non Vatténe. E quando aggiungiamo ancora più complessità: "Andàndosene" (gerundio), l'accento resta su ANDAN. Questo principio vale anche per forme più complesse come: "Rèstituiscimelo" (accento su STI, non su CI o ME) "Pòrtagliene" (accento su POR) "Spiègatecela" (accento su GA) Per padroneggiare questa regola, esercitati prima pronunciando il verbo da solo, individuando dove cade l'accento naturalmente. Poi aggiungi i pronomi mantenendo l'accento esattamente nello stesso punto. Con la pratica, questa diventerà un'abitudine naturale e il tuo italiano suonerà immediatamente più autentico. Il Suono Z: Sorda o Sonora? La lettera Z italiana rappresenta una delle sfide più insidiose per gli studenti stranieri perché, a differenza di molte altre lingue, in italiano la Z ha due pronunce completamente diverse: la Z sorda e la Z sonora. E purtroppo non esiste una regola fissa universale per sapere quale usare! La Z Sorda (come TS) La Z sorda si pronuncia come i suoni "T" e "S" pronunciati rapidamente insieme, come se fossero un'unica consonante. È il suono che sentite in parole come "pizza" - che non si pronuncia "piza" ma "pitsa". Esempi di parole con Z sorda: Zucchero (tsucchero) - lo zucchero che metti nel caffè Grazie (gratsie) - la parola di ringraziamento più usata Pazzo (patso) - aggettivo che indica follia Stazione (statsione) - dove arrivano treni e autobus Azione (atsione) - un'attività o un movimento Pezzo (petso) - una parte di qualcosa Piazza (piatsa) - lo spazio pubblico aperto Tazza (tatsa) - il contenitore per il caffè La Z Sonora (come DS) La Z sonora si pronuncia come i suoni "D" e "S" pronunciati insieme velocemente. È il suono di "zero", che non si pronuncia "tsero" ma "dsero". Esempi di parole con Z sonora: Zaino (dsaino) - la borsa per la scuola Romanzo (romandso) - un libro narrativo lungo Mezzo (medso) - metà o veicolo di trasporto Azzurro (adsurro) - il colore blu chiaro Zanzara (dsandsara) - l'insetto fastidioso Zona (dsona) - un'area o territorio Pranzo (prandso) - il pasto di mezzogiorno Linee Guida (Non Regole Assolute) Anche se non esistono regole ferree,
Dal Vangelo secondo MatteoIn quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d'Israele.Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
Siamo infastiditi da chi si fa sentire solo quando ha bisogno. Ne parlo perché qui c'è un insegnamento utile per la comunicazione di imprese e professionisti. Prima un passo indietro.Nelle relazioni esistono persone che non portano alcun contributo concreto: non ci aiutano, non risolvono problemi, non cambiano la nostra vita. Eppure la loro presenza costante ha un valore. Al contrario, proviamo fastidio per chi compare solo quando ha bisogno di noi, anche se spesso lo fa proprio perché ci considera competenti e ripone in noi fiducia.Se analizzassimo la situazione con lucidità, vedremmo che chi si fa vivo solo al bisogno non fa nulla di moralmente scorretto. Semplicemente non ha occupato il nostro campo visivo in modo continuativo, mentre gli “amici soprammobile” sì. Quindi ciò a cui diamo peso non riguarda uno squilibrio dare e avere, ma la continuità della presenza.Lo stesso meccanismo agisce quando osserviamo la comunicazione delle imprese. Un'attività che parla solo quando deve vendere viene percepita come opportunista, proprio come l'amico che si fa vivo solo al bisogno. Invece una presenza regolare – email, post, aggiornamenti – genera una reazione diversa. Percepiamo quelle imprese come attive, sul pezzo, coinvolte e legate al proprio settore.I clienti raramente leggono tutto. Registrano però un'impressione: pubblicano spesso, hanno casi studio, organizzano webinar, mandano aggiornamenti... Questo basta a rafforzare nella mente l'associazione tra un professionista e la sua competenza specifica.Ma non è sempre facile avere una presenza costante, tra i tanti ostacoli esiste la nostra paura di ripeterci o di non dire nulla di nuovo. Questo ci spinge al silenzio. In realtà è impossibile reinventare la ruota ogni volta: il focus della nostra valutazione andrebbe spostato sulla capacità di comunicare in modo personale ciò che concorrenti ripetono a pappagallo.Per chiudere, come nelle amicizie, anche nel rapporto tra un'impresa e i suoi clienti, la relazione è un rituale che deve ripetersi. Una presenza costante rende naturale il momento della proposta commerciale e impedisce di essere etichettati come quelli che si fanno sentire solo quando hanno bisogno.*** *** ***Scarica il corso gratuito sul Content Marketing: https://www.ascoltobeltrami.com/corsoVisita https://www.ascoltobeltrami.com/La voce di Alessio Beltrami viene utilizzata per gentile concessione della Fondazione Alessio Beltrami
Come sarebbe Alla ricerca di Nemo se si parlasse di crisi climatica? Perché Jurassic Park è in realtà un film sull'ambiente? Come si possono inserire dei pezzi di consapevolezza climatica nelle storie che vediamo ogni giorno al cinema o nelle serie tv? Oppure in che modo si può scrivere una storia pensando già a come ridurre il suo impatto ambientale nel girarla? Le narrazioni possono smuovere le coscienze molto di più di qualsiasi dato o saggio sulla crisi climatica. In questa seconda puntata speciale ne parliamo con Marina Pierri, scrittrice e fondatrice del Festival delle serie tv, e con Séverine Petite, project manager dei Green Labs del Torino Film Lab: un laboratorio in cui scrittori e sceneggiatori imparano a inserire nelle loro storie nuove visioni ecologiche e spunti di consapevolezza per il grande pubblico.
Bajan al Puma del avión ex de Bisogno publicará videosAnel y José Joel y la fortuna de José José
Le generazioni dei nostri nonni e dei nostri genitori avevano poco, ma da quel poco riuscivano a costruire tanto. "Se aggiungi poco al poco, ma lo farai di frequente, presto il poco diventerà molto." Esiodo Sigla di Eric Buffat Per chi vuole acquistare i libri, il cui ricavato andrà totalmente in beneficenza: https://www.amazon.it/kindle-dbs/entity/author/B08FF1ZFV9 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Il Messaggio di Oggi: “PER LA CRESCITA SPIRITUALE ABBIAMO BISOGNO DELLA PAROLA” • 1 Corinzi 2: 10 • 1 Corinzi 2: 13 • Galati 5: 16 • Romani 8 :5 • Romani 8: 4 • Romani 8: 8 • Romani 7: 5 • 1 Corinzi 3 :1 (2-5) • Matteo 18: 7 • Ebrei 5: 13 • Ebrei 5: 12 • Ebrei 5: 14 • 2 Timoteo 3: 16-17 • Giovanni 8 :29 • Giovanni 14 :21 • Giovanni 5: 39 • Salmo 119: 105 • Giosuè 1: 8 --Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio
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In un mondo in cui i genitori si sentono sempre più chiamati a essere animatori instancabili delle giornate dei figli, la noia sembra diventata un nemico da combattere. Ma è davvero così? A Obiettivo Salute Risveglio, insieme al professor Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva, proviamo a riscoprire il valore nascosto della noia: uno spazio fertile per la creatività, l'autonomia, il pensiero. Perché la noia non è solitudine, e saperci stare è una competenza preziosa per crescere
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Perché i suoni del passato continuano ad attrarci anche nel 2025? In questa puntata one-take (senza filtri né tagli) di Voce Fuori Campo, JD ci porta in un viaggio tra psicologia, società e tecnologia, alla scoperta dei motivi che rendono il vintage musicale così irresistibile.
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Fin de semana muy movido entre conciertos, viajes, funados, salidas y expulsiones. Todos los detalles. El viudo de Bisogno habla por primera vez. Josi Cuen organiza fiesta de cumpleaños para Jorge Medina.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Questa settimana le mie figlie hanno compiuto otto anni.E mi è tornato in mente il giorno in cui ho smesso di farla addormentare in braccio.Non c'è stato un avviso, né una frase speciale.È semplicemente successo.E io mi sono ritrovata lì, felice e malinconica insieme.In questo episodio ti porto dentro quella terra di mezzo dove la gioia di vederli crescere si intreccia alla fatica di lasciarli andare.Perché essere genitori significa anche affrontare piccole perdite quotidiane.E imparare a restare, anche quando non ci chiamano più.
✨ Se la prendi sul personale… forse hai bisogno di cambiare prospettivaTi è mai capitato di sentirti colpito da una parola, un gesto o un comportamento altrui… come se fosse rivolto proprio a te?Succede più spesso di quanto pensiamo.In questo episodio ti invito a guardare da un altro punto di vista: quello in cui quello che fanno gli altri dice molto di loro e molto poco di te.
Perché cerchiamo l'approvazione degli altri? E cosa succede quando iniziamo a lasciarla andare? In questa puntata parliamo di come il bisogno di piacere ci condiziona e di come spesso interpretiamo la realtà non per com'è, ma attraverso i filtri della nostra esperienza. Ps. Ecco alcuni link utili: Accedi alla community di Yogi gratuita
In questa puntata esploriamo un'esigenza tanto comune quanto inascoltata: il bisogno di spazio. Spazio fisico, mentale, emotivo. Quante volte lo chiediamo senza saperlo davvero dire? E quante volte ci sentiamo soffocare da relazioni, ambienti o pensieri troppo stretti per chi siamo diventati? Partendo da situazioni quotidiane, riflettiamo su come il bisogno di spazio sia spesso un segnale di cambiamento, di maturazione, di confine che si ridefinisce.Parleremo di come riconoscere questo bisogno prima che diventi un grido. Di come il corpo lo anticipi con tensioni e irrequietezza, e di come la mente provi a razionalizzarlo, a volte negandolo. Affronteremo insieme il tema del "diritto allo spazio": non come egoismo, ma come cura di sé. Dare e darsi spazio può diventare un atto di amore e rispetto reciproco, anche se implica distanze o silenzi.Infine, ci chiederemo: cosa succede quando lo spazio viene negato? Quando restiamo dove non c'è aria per respirare? Attraverso esempi clinici, esperienze personali e strumenti pratici, offriremo spunti per ascoltare questo bisogno con attenzione e per imparare a comunicarlo senza colpe né fughe. Perché a volte prendersi spazio è l'unico modo per ritrovarsi.Iscriviti al #podcast, commenta e condividi con i tuoi amici le #puntate di #thebigfatvoice, seguiti sui #social, rimani in contatto e buon ascolto!Visita il sito www.mbgvoice.com Segui la pagina Facebook https://www.facebook.com/mbgvoicereal Segui il profilo Instagram https://www.instagram.com/magabecco Puoi metterti in contatto con Massimiliano scrivendo a info@mbgvoice.comFai girare la voce… o meglio… fai girare #thebigfatvoiceMusica originale by #audiio @helloaudiio www.audiio.com
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Ti sei mai chiesta perché alcune persone sembrano procedere leggere verso i loro obiettivi, mentre tu a volte ti senti bloccata, spenta, stanca? Questo episodio fa luce su una verità che in pochi raccontano: non è sempre la motivazione la chiave per andare avanti, ma l'ispirazione. Scoprirai perché l'ispirazione è una forza più potente, duratura e sostenibile, e come coltivarla nella tua quotidianità. Condividerò esempi concreti, il mio percorso personale e 6 strategie pratiche per connetterti a quella parte di te che sa dove andare. Se sei stanca di dover sempre “trovare la motivazione giusta”, questo episodio ti farà respirare una nuova energia. Non te lo perdere!
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Bienvenidos a lo mejor o un Resumen de los personajes que desafortunadamente nos dejaron y pasaron una mejor vida.
El dia de hoy nos enteramos del sensible fallecimiento de Daniel Bisogno, y el dia de hoy te contamos quién fué Daniel y daremos un repaso a su vida y carrera a manera de homenaje. Q.E.P.D