Podcasts about sofonia

  • 16PODCASTS
  • 45EPISODES
  • 36mAVG DURATION
  • 1MONTHLY NEW EPISODE
  • Oct 5, 2024LATEST

POPULARITY

20172018201920202021202220232024


Best podcasts about sofonia

Latest podcast episodes about sofonia

La Voce del Pastore
Speciale Preghiera ospiti Marco Esposito, Daniele Costanza, Brancaccio Giovanni e Federico Tranfa • 05 Ottobre 2024

La Voce del Pastore

Play Episode Listen Later Oct 5, 2024 129:37


Marco Esposito predica : Nessuno vuole essere Iairo • Genesi 39: 1-6 • Genesi 30: 20-21 • Genesi 40: 9-15 • Ester 4: 10-17 • Matteo 9: 18-26 Daniele Costanza predica: Lezioni spirituali dall'alto solaio • Atti 1: 2 Brancaccio Giovanni predica : Israele, l'orologio dell'Eterno Genesi 12: 3 Genesi 17: 7-8 Matteo 23: 37 Osea 3: 4-5 Daniele 9: 26-27 2 Tessalonicesi 2: 3-4 Geremia 16: 14-16 Ezechiele 36: 33-36 Romani 10: 8 Federico Tranfa predica: Il giorno in cui ho cercato Dio • Isaia 55: 6-7 • Salmo 14: 2 • 1 Cronache 16: 11 • Salmo 105 :4 • Amos 5: 6 • Sofonia 2: 3 • Isaia 55: 6 • 2 Cronache 16: 11-12 --Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio

Pregare con Sant'Egidio
Preghiera della Santa Croce. Meditazione di Cesare Zucconi sul Libro di Sofonia (Sof 3,6-13a)

Pregare con Sant'Egidio

Play Episode Listen Later Jul 26, 2024 18:33


Preghiera della Santa Croce. Meditazione di Cesare Zucconi sul Libro di Sofonia (Sof 3,6-13a)

Pregare con Sant'Egidio
Preghiera per i poveri. Meditazione di mons. Ambrogio Spreafico sul libro del profeta Sofonia (Sof 3, 9-13)

Pregare con Sant'Egidio

Play Episode Listen Later Apr 29, 2024 9:14


Preghiera per i poveri. Meditazione di mons. Ambrogio Spreafico sul libro del profeta Sofonia (Sof 3, 9-13)

La Voce del Pastore
Speciale Preghiera ospiti Riccardo Alicino, Gaetano Fichera, Biagio Narducci, Giuseppe Tortora e Cataldo Petrone • 30 Gennaio 2024

La Voce del Pastore

Play Episode Listen Later Jan 30, 2024 127:00


Riccardo Alicino: “Io mi sto alzando” • Isaia 33: 10 • Apocalisse 12: 12 • Sofonia 3: 8 • Daniele 8: 8 • Salmo 2: 1-5 • Luca 21: 28 • Apocalisse 3: 10 • 1 Pietro 4: 17 • 1 Corinzi 11: 32 Gaetano Fichera predica: “La sicurezza della fede” • Salmo 121: 1-2 • Romani 8 :28 • Atti 12: 1-7 • Salmo 121: 3-4 • Salmo 121: 5-8 Biagio Narducci predica: "Gesù ci invita a se" • Matteo 11: 25-30 • Atti 8: 26-40 Giuseppe Tortora Matteo 18: 1 Matteo 18: 19 Cataldo Petrone Giovanni 21: 25 Giovanni 14: 1-3 1 Tessalonicesi 4: 17--Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio

Passo dopo passo alla lettura della Bibbia

Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 11 - https://www.bible.com/it/bible...1 Tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole.2 Dirigendosi verso l'Oriente, gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Scinear, e là si stanziarono.3 Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!» Essi adoperarono mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce.4 Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra».5 Il Signore discese per vedere la città e la torre che i figli degli uomini costruivano.6 Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di condurre a termine ciò che intendono fare.7 Scendiamo dunque e confondiamo il loro linguaggio, perché l'uno non capisca la lingua dell'altro!»8 Così il Signore li disperse di là su tutta la faccia della terra ed essi cessarono di costruire la città.9 Perciò a questa fu dato il nome di Babel, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là li disperse su tutta la faccia della terra.10 Questa è la discendenza di Sem. Sem, all'età di cento anni, generò Arpacsad, due anni dopo il diluvio.11 Sem, dopo aver generato Arpacsad, visse cinquecento anni e generò figli e figlie.12 Arpacsad visse trentacinque anni e generò Sela;13 Arpacsad, dopo aver generato Sela, visse quattrocentotré anni e generò figli e figlie.14 Sela visse trent'anni e generò Eber;15 Sela, dopo aver generato Eber, visse quattrocentotré anni e generò figli e figlie.16 Eber visse trentaquattro anni e generò Peleg;17 Eber, dopo aver generato Peleg, visse quattrocentotrent'anni e generò figli e figlie.18 Peleg visse trent'anni e generò Reu;19 Peleg, dopo aver generato Reu, visse duecentonove anni e generò figli e figlie.20 Reu visse trentadue anni e generò Serug;21 Reu, dopo aver generato Serug, visse duecentosette anni e generò figli e figlie.22 Serug visse trent'anni e generò Naor;23 Serug, dopo aver generato Naor, visse duecento anni e generò figli e figlie.24 Naor visse ventinove anni e generò Tera;25 Naor, dopo aver generato Tera, visse centodiciannove anni e generò figli e figlie.26 Tera visse settant'anni e generò Abramo, Naor e Aran.27 Questa è la discendenza di Tera. Tera generò Abramo, Naor e Aran; Aran generò Lot.28 Aran morì in presenza di Tera, suo padre, nel suo paese natale in Ur dei Caldei.Proverbi 10 - https://www.bible.com/it/bible...Giobbe 3 - https://www.bible.com/it/bible...Luca 19 - https://www.bible.com/it/bible...Geremia 1 - https://www.bible.com/it/bible...Sofonia 3 - https://www.bible.com/it/bible...Episodio: Genesi 11Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 5/03/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

La Voce del Pastore
“Poiché a chiunque ha sarà dato” • 15 Agosto 2023

La Voce del Pastore

Play Episode Listen Later Aug 15, 2023 69:29


Il Messaggio di Oggi: “POICHÉ A CHIUNQUE HA SARÀ DATO” • Matteo 25: 29 • Matteo 25: 28 • Matteo 25: 1 • Apocalisse 12: 12 • Genesi 6 :5 • Giacomo 1: 13-15 • Genesi 6: 6 • Giacomo 1: 22-24 • Matteo 12: 35 • Luca 16: 8-9 • Luca 8 :12 • Luca 16: 10 • Luca 21: 3-4 • Luca 16: 11 • Luca 16: 13 • Luca 16 :9 (10-13) • 1 Timoteo 6: 10 • Matteo 6: 24 • Aggeo 1: 2 ( 3-11) • 1 Timoteo 6 :7 (8-10) • Sofonia 2: 1-3 --Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio

La Voce del Pastore
Speciale Preghiera ospiti Elio Marrocco, Gaetano Fichera, Emanuele Arienzo e Saverio Corsini • 05 Maggio 2023

La Voce del Pastore

Play Episode Listen Later May 5, 2023 114:31


Elio Marrocco “Siamo cari a Dio” • Osea 14: 8 • Cantico dei cantici 2: 4 • Zaccaria 2: 8 • Sofonia 3: 17 • Efesini 2: 4-5 • Isaia 40: 11 • Isaia 49: 16 • Geremia 31: 3 • Isaia 43: 3-4 • Efesini 2: 10 • Salmi 139: 13-14 • Marco 10: 45 • 1 Pietro 1: 18-19 • Matteo 23: 37 • Deuteronomio 33: 26-29 • Deuteronomio 1: 32-33 • Proverbi 3: 5-6 • Proverbi 18: 10 • Salmi 91: 1-2 • Atti 17: 28 Gaetano Fichera “Ateismo teorico e ateismo pratico” • Giacomo 2: 19 • Romani 1: 16 • Marco 16: 15-16 Emanuele Arienzo “L'importanza della visione” • Amos 3: 7 • Genesi 11: 31-32 • Genesi 12: 1-5 Saverio Corsini “Io e la mia casa serviremo il Signore” • Giosuè 24: 14-15 • Proverbi 14: 26-27 • 2 Cronache 16: 9 • Salmi 37: 3 • 1 Corinzi 10: 14 • 1 Giovanni 5: 21 • Matteo 6: 24 • Isaia 6: 3 --Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio

Il Libro Più Letto @ ttb.twr.org/italiano
I libri profetici di Sofonia e Aggeo

Il Libro Più Letto @ ttb.twr.org/italiano

Play Episode Listen Later Jan 11, 2023 20:39


libri sofonia
Slovenská Misijná Sieť
modlitby za Európu - Monako

Slovenská Misijná Sieť

Play Episode Listen Later Dec 18, 2022 4:18


 Sofoniaš 2:11 Hospodin bude neúprosný voči nim, zvrhne všetkých bohov na zemi. Bude sa mu klaňať každý na svojom mieste, aj všetky ostrovy národov. http://bit.ly/nzes-dnesSMS kalendár na rok 2023: bit.ly/SMSkalendar2023

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Non estinguere la Gioia di un Dio misericordioso - Giona 5 | 11 Dicembre 2022 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Dec 11, 2022


Gesù è disceso a Natale per portare la Gioia a tutti: non solo ai "giusti", ma soprattutto a coloro che non conoscono un Dio "lento all'ira e di gran bontà". Scendiamo in strada, e festeggiamo assieme a loro la Gioia che viene.---CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 10 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 25 minutiOggi è la terza domenica di Avvento,  e  quella che ci rammenta la Gioia. L'angelo aveva detto ai pastori:"Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore.” (Luca 2 10:11)Da dove proviene la gioia nella nostra vita?  Quali eventi ci recano gioia, e quali ce la tolgono?Parlando di Giona, penso che vedere una intera città di centoventimila persone  convertirsi a Dio dovrebbe portare gioia, non è vero?  Sotto ogni aspetto si tratta di una campagna evangelistica di successo;  tutta la città ha risposto.Se avessi la possibilità di predicare a 120.000 persone  e dieci di queste venissero alla fede,  proverei gioia.  Lo faremmo tutti.   Sarà cos' anche per Giona? Vediamo:“Giona ne provò gran dispiacere e ne fu irritato. Allora pregò e disse: «O Signore, non era forse questo che io dicevo, mentre ero ancora nel mio paese? Perciò mi affrettai a fuggire a Tarsis. Sapevo infatti che tu sei un Dio misericordioso, pietoso, lento all'ira e di gran bontà e che ti penti del male minacciato. Perciò, Signore, ti prego, riprenditi la mia vita; poiché per me è meglio morire piuttosto che vivere». Il Signore gli disse: «Fai bene a irritarti così?»” (Giona 4:1-4)Giona non prova gioia, ma rabbia.  Che strano profeta è lui! Giona è un profeta che conosce bene come Dio sia incline  dal recedere dalle punizioni promesse:  basta leggere il libro di 'Esodo e quello di Numeri;  Dio è tornato  costantemente indietro dalle sue decisioni   anche se il popolo si è dimostrato "un popolo dal collo duro"  che non è mai stato grato per ciò che Dio stava facendo.Giona sembra dimenticare che, anche verso di lui,  Dio ha cambiato idea,  altrimenti  sarebbe morto in fondo al mare!  Dio è coerente con il suo carattere...  ma questo non porta gioia a Giona.“Anche quando ero a casa, a Gat-Efer sapevo che sarebbe successo. Sapevo che sarei andato a Ninive a predicare e che la gente si sarebbe pentita e che tu avresti perdonato. Lo sapevo. Tu sei un Dio lento all'ira e e di gran bontà, un Dio che recede dal mandare calamità. È sbagliato che tu sia così. E' sbagliato che tu perdono quella schifezza di gente dei Niniviti! Loro si MERITANO la tua punizione, Dio!””"Lento all'ira e di gran bontà": troverete questa frase 9 volte nella Bibbia;  solo che le altre volte era per vantare la bontà di Dio.  Questa volta invece e per fare una ramanzina a Dio:  “Dio, non si fa! Non puoi e non devi cambiare idea con quelle persone! Anzi, lo sai che c'è? La tua decisione è così sbagliata che, piuttosto di vedere i Niniviti salvi, preferisco morire. Ammazzami e facciamola finita!”Giona ha vinto il premio per l'evangelista di successo più ingrato di sempre.  Pensate quando torna a casa dalla moglie:  "Com'è andato il viaggio, caro?". "Beh, ho avuto una piccola deviazione, ma quando sono arrivato lì 120.000 persone si sono pentite in meno di tre giorni". "WOW! Stupendo!".  "Ma che dici! E' stata la mia peggiore crociata evangelistica da sempre".Persone come Giona ce ne sono a bizzeffe;  sono quelli che chiamo gli  "estintori della gioia",  ovvero quelli che vogliono spegnere la gioia  di scoprire un Dio che ha misericordia di noi, nonostante tutto.  Quelli che vogliono un Dio clemente con me,  che sono bravo e prego, e vado in chiesa, e do la decima,  e spietato con l'altro,  che bestemmia, ruba e non crede in Dio, figuriamoci andare in chiesa.Vi ricordate la parabola del figliuol prodigo?   Il figlio minore prende la sua eredità e la sperpera.  Il padre aspetta e, quando il figlio ritorna, corre da lui e lo tratta con il meglio.  L'estintore della gioia è il figlio maggiore:"Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici.  Ma quando è venuto questo tuo figlio che ha sperperato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato”." (Luca 15:29-30)Non c'è gioia per il ritorno del fratello perduto,  o  per una famiglia riunita.  Tutto ciò che prova è la sensazione di essere rimasto “fregato”:  “Io sono quello bravo, io sono quello che merita misericordia, non lui!” .  La misericordia del padre gli sembra mal riposta, eccessiva, sbagliata.  E la gioia, in questo modo, si estingueOppure nella parabola degli operai della vigna.  Gli operai che erano riusciti a lavorare alle 6 del mattino, all'inizio della giornata,  per tutto il giorno hanno assistito all'arrivo di un numero sempre maggiore di operai;   alle 9, a mezzogiorno, alle tre del pomeriggio  e un gruppo persino alle cinque del pomeriggio. In pratica all'ultimo gruppo assunto   non era rimasto che mettere a posto gli attrezzi e  innaffiare le viti.   Ma quando arriva l'ora della paga,  tutti ricevono la stessa somma:   un denaro per un giorno di lavoro, come era stato concordato tra tutti.“Perciò, nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa dicendo: “Questi ultimi hanno fatto un'ora sola e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e sofferto il caldo”.” (Matteo 20:11-12)E così, negli operai delle sei di mattina,  scatta il giudizio verso Dio e verso gli operai delle cinque di pomeriggio:  “Non è giusto che il padrone abbia misericordia e dia a tutti la stessa paga! Noi abbiamo lavorato. Noi abbiamo sudato, noi meritiamo tutti i soldi!”  E la gioia di avere una paga abbondante (pensate che con due denari il Buon Samaritano aveva offerto tre giorni di vitto e alloggio gratis al malcapitato picchiato per strada e derubato)  se ne va...  E non c'è gioia nel vedere che tutti hanno ricevuto un premio,  anche se sono arrivati tardi.Mostrare misericordia è sbagliato.  La gioia non deve essere per tutti.  La gioia deve essere riservata a pochi. La gioia deve essere meritata, sudata , faticata...  Dio non deve portare gioia a tutti,  ma solo a quelli che sono giusti davanti a lui:  quelli che si comportano bene,  che vanno nella chiesa giusta,  che pregano le preghiere giuste...E invece, scopriamo che la misericordia,  inaspettata ma promessa di Dio,  ha un piano differente.  Ricordate? In quel primo Natale gli angeli avevano detto:“Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà...” (Luca 2:10)In quel primo Natale Dio ha mostrato che egli vuole la gioia per “tutto il popolo”;   per tutti quelli che ascolteranno, vedranno, capiranno,  e accetteranno il dono del Natale che è in Gesù.  Non per i giusti, ma per coloro che possono divenire giusti attraverso l'accettazione del Natale,  l'accettazione di un Dio che scende per salvarci. Isaia l'aveva detto:“...per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità.” (Isaia 53:11)Non siate estintori di gioiaSapete, anche senza volerlo, ognuno di noi può divenire un “estintore di gioia”,  Sappiamo di aver un Dio “lento all'ira e di gran bontà".  Ma poi, quando lo vediamo in azione,  e quell'azione non è come ce la aspettiamo,  e non è verso chi diciamo noi...  diventiamo tutti un po' Giona.“Sapevo che tu sei un Dio benevolo e compassionevole, lento all'ira e ricco d'amore, un Dio che si trattiene dal mandare calamità. Ma quella famiglia che abita in fondo alla via, che lascia sempre la macchina in mezzo alla strada, che alza la voce quando glie lo fai notare, che tiene a tutto volume la TV alle tre di notte... Quelli che non vanno mai in chiesa.. Quelli non meritano nulla! E' bene che nessuno parli loro di Gesù. E' bene che non siano salvati. Non per loro deve arrivare il Natale!”E lo stesso vale per tutte le varie gradazioni di “male”:  da chi non rispetta lo stop,  a chi scatena una guerra tra nazioni:  non per loro deve giungere la gioia!  Per loro ci deve essere solo giudizio!Talvolta siamo un po' come Gobbe;  Giobbe odiava i Niniviti.  Li odiava a ragione.  Non conoscevano Dio, il dio vero;  si prostravano davanti agli idoli;  uccidevano, e stupravano...  La loro punizione era giusta, dovuta, richiesta.  E invece, Dio li vedeva...  ed aveva compassione di loro. Tutto questo ha un solo nome: egoismo,  Quando pensiamo a noi stessi come i migliori,  quando reputiamo gli altri inferiori di molto a noi,  siamo “estintori di gioia”, siamo egoisti.  Paolo invece ha detto:“Non fate niente per motivi egoistici, non fate niente per esaltare voi stessi. Siate invece umili, considerando gli altri con riguardo, come se fossero migliori di voi.” (Filippesi 2:3 PV)Dio aveva continuato a vedere;  Dio vede ancora quel po' o quel tanto di Ninive nel mondo,  in chi governa, in chi agisce contro il prossimo,  (che equivale ad agire contro di lui).  Dio vede quel po' di Ninive che c'è in ciascuno di noi...  e, nonostante tutto,  manda la sua soluzione finale...  e si pente del male che avrebbe a ragione potuto farci, se lo accettiamo. La manda tra i peccatori,  non tra i santi,  perché i santi non hanno bisogno della misericordia inaspettata di Dio,  ma i peccatori si!  E chi più pecca, di più misericordia ha bisogno,  affinché possa provare la gioia di essere compreso accettato, salvato. Gesù stesso ha detto:“Vi dico che, allo stesso modo, ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento.”  (Luca 15:7)Non dobbiamo essere “estintori di gioia”,  se  vediamo Dio all'opera:  Dio è alla ricerca di coloro che vivono a Ninive,  perché vuole portarli dalla morte alla vita,  dalla tristezza alla gioia. Giona pensava di averne il diritto;  Dio gli chiede: "Hai il diritto di esserlo?". Ma Giona che fa?“Poi Giona uscì dalla città e si mise seduto a oriente della città; là si fece una capanna e si riparò alla sua ombra, per poter vedere quello che sarebbe successo alla città.” (Giona 4:5).Giona si siede per controllare cosa sarebbe successo alla città;  in cuor suo forse si attendeva scendesse il fuoco dal cielo a bruciare Ninive...  E invece...Invece tutti in città festeggiano;  la gioia del Signore è la loro forza.  Festeggiano il perdono e la meraviglia di conoscere un Dio  che manda la salvezza, che cambia idea.  Celebrano il Dio Il Dio benevolo e compassionevole,  ”lento all'ira e di gran bontà e che si pente del male minacciato.”Questo Dio è venuto a loro  nel bel mezzo del loro male e della loro violenza,  della discordia, della paura  e del dubbio  e di tutto ciò che sono stati.  Questo Dio è venuto da loro!  Giona avrebbe dovuto essere lì, nella città, a festeggiare con loro!  Invece è fuori dalla città  a spegnere la gioia e la misericordia di Dio, arrabbiandosi sempre di più.  E, incredibilmente, Dio non punisce neanche Giona  per quella sua durezza di cuore,  ma lo fa riflettere:  “Hai il diritto di arrabbiarti, Giona? Pensaci su!”Abbiamo il diritto di spegnere la gioia di Dio  che deriva dalla sua misericordia?  A volte pensiamo che Dio dovrebbe punire,  e basta.  Punire chi scatena una guerra,  chi uccide,  chi opprime...  chi sta nel buio.Ma è Dio che decide,  e talvolta decide di non farlo;  non lo ha fatto con Ninive...  e ha deciso di non farlo mai più,  scendendo una notte di tanto tempo fa.Dio è venuto nel mezzo del male del mondo,  nel mezzo della violenza di un mondo che lo negava,  della discordia tra uomo e uomo,  tra popolo e popolo  tra nazione e nazione.  La luce è giunta, come afferma Isaia:“Il popolo che camminava nelle tenebre vede una gran luce; su quelli che abitavano il paese dell'ombra della morte la luce risplende.” (Isaia 9:1)E' questo che ci rammenta il Natale:  della Gioia discesa dal Cielo grazie a un Padre  “misericordioso, pietoso, lento all'ira e di gran bontà e che si pente del male minacciato.”Non estinguiamo la gioia di essere perdonati,  di avere un Padre così,  che vuole mostrare  misericordia a tutti,  non solo a quelli del “suo partito”.  Non sediamoci mai su una collina  aspettando di vedere il il giudizio, ma piuttosto scendiamo in città e festeggiamo la misericordia sul mondo.“Il Signore ha revocato la tua condanna e ha disperso i tuoi nemici. Il Signore, re d'Israele, è con te: non devi temere più nulla di male. Viene il momento quando si dirà a Gerusalemme: 'Non aver paura, città di Sion, non ti scoraggiare!  Il Signore tuo Dio è con te; è forte e ti salva! Esulta di gioia per te, nel suo amore ti dà nuova vita. Egli si rallegra per te con canti di gioia..” (Sofonia 3:15-17 TILC)Il Natale ci porta la Gioia; scendi in città esulta assieme al resto del mondo  per un Padre che si rallegra di te,  con canti di Gioia.Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD

Passo dopo passo alla lettura della Bibbia

Scopri dalla Bibbia Sofonia al capitolo 3con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.Passo dopo passo alla lettura della Bibbiaè il programma che ti permette di approfondirela Bibbia leggendola un versetto per voltacon semplici commentidell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIASofonia 3 (Antico Testamento, Libro Profetico)1 Guai alla città ribelle, contaminata, alla città piena di soprusi!2 Essa non dà ascolto ad alcuna voce, non accetta correzione, non si confida nel Signore, non si avvicina al suo Dio.3 I suoi capi, in mezzo a lei, sono leoni ruggenti; i suoi giudici sono lupi della sera, che non serbano nulla per la mattina.4 I suoi profeti sono arroganti, perfidi; i suoi sacerdoti profanano le cose sante, infrangono la legge.5 Il Signore è giusto in mezzo ad essa, egli non commette ingiustizie. Ogni mattina egli dispensa i suoi giudizi e non manca mai; ma il perverso non conosce vergogna.6 «Io ho sterminato delle nazioni, le loro torri sono distrutte; ho rovinato le loro strade, al punto che non vi passa più nessuno; le loro città sono distrutte, al punto che non c'è più nessuno, nessun abitante.7 Io dicevo: “Se almeno tu volessi temermi, accettare la correzione! La tua dimora non sarebbe distrutta, nonostante tutto ciò che ho riservato per te”. Ma essi si sono affrettati a pervertire tutte le loro azioni.8 Perciò, aspettami», dice il Signore, «per il giorno che mi alzerò per il bottino; perché ho decretato di radunare le nazioni, di riunire i regni,per versare su di loro la mia indignazione, tutto l'ardore della mia ira. Poiché tutta la terra sarà divorata dal fuoco della mia gelosia.9 «Allora io trasformerò le labbra dei popoli in labbra pure, affinché tutti invochino il nome del Signore, per servirlo di comune accordo.10 Di là dai fiumi d'Etiopia i miei supplicanti, i miei figli dispersi, mi porteranno le loro offerte.11 Quel giorno tu non avrai da vergognarti per tutte le azioni con le quali hai peccato contro di me;perché, allora, io toglierò di mezzo a te quelli che trionfano con superbia, e tu smetterai di inorgoglirti sul mio monte santo.12 Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero, che confiderà nel nome del Signore.13 Il resto d'Israele non commetterà azioni malvagie, non dirà menzogne e non si troverà più un linguaggio ingannatore sulle sue labbra; perché essi pascoleranno, si coricheranno e non vi sarà più nessuno che li spaventi».14 Prorompi in grida di gioia, o figlia di Sion! Alza grida di esultanza, o Israele! Rallègrati ed esulta con tutto il cuore, o figlia di Gerusalemme!15 Il Signore ha revocato le sue condanne contro di te, ha scacciato il tuo nemico. Il Re d'Israele, il Signore, è in mezzo a te, non dovrai più temere alcun male.16 Quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, o Sion, le tue mani non si indeboliscano!17 Il Signore, il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva. Egli si rallegrerà con gran gioia per causa tua; si acqueterà nel suo amore, esulterà per causa tua con grida di gioia».18 «Io raccoglierò quelli che sono nel dolore, lontano dalle feste solenni; sono tuoi, su di loro pesa la vergogna!19 In quel tempo io agirò contro tutti quelli che ti opprimono; salverò la pecora che zoppica, raccoglierò quella che è stata cacciata via, e li renderò gloriosi e famosi in tutti i paesi dove sono stati nella vergogna.20 In quel tempo io vi ricondurrò, in quel tempo vi raccoglierò; perché vi renderò famosi e gloriosi fra tutti i popoli della terra, quando farò tornare, sotto i vostri occhi, quelli che sono in esilio», dice il Signore.Episodio: Sofonia 3Insegnante: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro LiveData: domenica 5 Giugno 2022Lingua: ItalianaProduzione: Essere Un CristianoWeb: http://www.essereuncristiano.it/Youtube: https://www.youtube.com/c/essereuncristiano

Passo dopo passo alla lettura della Bibbia

Scopri dalla Bibbia Sofonia al capitolo 2con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.Passo dopo passo alla lettura della Bibbiaè il programma che ti permette di approfondirela Bibbia leggendola un versetto per voltacon semplici commentidell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIASofonia 2 (Antico Testamento, Libro Profetico) - https://www.bible.com/it/bible/122/Zep.2.NR061 Raccoglietevi, rientrate in voi stessi, gente spudorata,2 prima che si esegua il decreto e quel giorno passi come la pula, prima che vi piombi addosso l'ardente ira del Signore, prima che vi sorprenda il giorno dell'ira del Signore!3 Cercate il Signore, voi tutti umili della terra, che mettete in pratica i suoi precetti! Cercate la giustizia, cercate l'umiltà! Forse sarete messi al sicuro nel giorno dell'ira del Signore.4 Poiché Gaza sarà abbandonata e Ascalon ridotta a una desolazione; Asdod sarà cacciata in pieno mezzogiorno ed Ecron sarà sradicata.5 Guai agli abitanti della regione costiera, alla nazione dei Cheretei! La parola del Signore è rivolta contro di te, o Canaan, paese dei Filistei: «Io ti distruggerò al punto che non avrai più abitanti».6 La regione costiera non sarà altro che pascoli, rifugi per pastori e recinti per greggi.7 Essa sarà un territorio per il resto della casa di Giuda; là porteranno le bestie al pascolo e la sera si coricheranno nelle case di Ascalon, perché il Signore, loro Dio, li visiterà e li farà tornare dall'esilio.8 «Ho udito gli insulti di Moab e gli oltraggi dei figli di Ammon; hanno insultato il mio popolo e si sono ingranditi invadendo il suo territorio.9 Perciò, com'è vero che io vivo», dice il Signore degli eserciti, Dio d'Israele, «Moab diventerà come Sodoma e Ammon come Gomorra: una selva di ortiche, una salina, un deserto per sempre.Il resto del mio popolo li saccheggerà, il residuo della mia nazione li possederà».10 Questo accadrà per il loro orgoglio, perché hanno insultato e schernito il popolo del Signore degli eserciti.11 Il Signore sarà terribile verso di loro, perché annienterà tutti gli dèi della terra; tutte le nazioni lo adoreranno, da tutte le loro isole.12 «Anche voi, Etiopi, sarete uccisi dalla mia spada».13 Egli stenderà la mano contro il settentrione e distruggerà l'Assiria; ridurrà Ninive in una desolazione, in un luogo arido come il deserto.14 Nel suo interno giaceranno greggi e animali di ogni specie; anche il pellicano e il riccio abiteranno fra i suoi capitelli; si udranno canti di uccelli dalle finestre.La devastazione sarà sulle soglie, perché sarà spogliata dei suoi rivestimenti di cedro.15 Tale sarà la città festante, che se ne sta sicura e dice in cuor suo: «Io, e nessun altro all'infuori di me!» Come mai è diventata un deserto, un covo per le bestie? Chiunque le passerà vicino fischierà e agiterà la mano.Episodio: Sofonia 2Insegnante: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro LiveData: domenica 29 Maggio 2022Lingua: ItalianaProduzione: Essere Un CristianoWeb: http://www.essereuncristiano.it/Youtube: https://www.youtube.com/c/essereuncristiano

Passo dopo passo alla lettura della Bibbia

Scopri dalla Bibbia Sofonia al capitolo 1con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.Passo dopo passo alla lettura della Bibbiaè il programma che ti permette di approfondirela Bibbia leggendola un versetto per voltacon semplici commentidell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIASofonia 1 (Antico Testamento, Libro Profetico) - https://www.bible.com/it/bible/122/Zep.1.NR061 Parola del Signore rivolta a Sofonia, figlio di Cusi, figlio di Ghedalia, figlio di Amaria, figlio di Ezechia, al tempo di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda.2 «Io distruggerò ogni cosa dalla faccia della terra», dice il Signore.3 «Distruggerò uomini e bestie; distruggerò gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ciò che fa inciampare assieme agli empi, ed eliminerò gli uomini dalla faccia della terra», dice il Signore.4 «Stenderò la mano su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme; eliminerò da questo luogo quanto rimane di Baal, il nome dei sacerdoti idolatri assieme ai sacerdoti,5 quelli che si prostrano sui tetti davanti all'esercito celeste, quelli che si prostrano e giurano per il Signore, e poi giurano anche per Malcam,6 quelli che si allontanano dal Signore, e quelli che non cercano il Signore e non lo consultano.7 Tacete davanti al Signore, Dio, poiché il giorno del Signore è vicino, poiché il Signore ha preparato un sacrificio, ha consacrato i suoi invitati.8 Nel giorno del sacrificio del Signore io punirò tutti i prìncipi, i figli del re e tutti quelli che si vestono di abiti stranieri.9 Quel giorno punirò tutti quelli che saltano la soglia, che riempiono di violenza e di frode le case dei loro padroni.10 Quel giorno», dice il Signore, «si alzerà un grido dalla Porta dei Pesci, un urlo dal quartiere nuovo e un gran fracasso dalle colline.11 Urlate, abitanti del Mortaio, perché tutti i mercanti sono spazzati via, tutti quelli che erano carichi di denaro sono sterminati.12 In quel tempo io frugherò Gerusalemme con le torce e punirò gli uomini che, adagiati sulle loro fecce, dicono in cuor loro: “Il Signore non fa né bene né male”.13 Le loro ricchezze saranno abbandonate al saccheggio, le loro case devastate; essi costruiranno delle case, ma non le abiteranno, pianteranno delle vigne, ma non ne berranno il vino.14 Il gran giorno del Signore è vicino; è vicino e viene in gran fretta. Si sente venire il giorno del Signore, e il più valoroso grida amaramente.15 Quel giorno è un giorno d'ira, un giorno di sventura e di angoscia, un giorno di rovina e di desolazione, un giorno di tenebre e di caligine, un giorno di nuvole e di fitta oscurità,16 un giorno di squilli di tromba e di allarme contro le città fortificate e le alte torri.17 Io metterò gli uomini nell'angoscia ed essi brancoleranno come ciechi, perché hanno peccato contro il Signore; il loro sangue sarà sparso come polvere e la loro carne come escrementi.18 Né il loro argento né il loro oro potrà liberarli nel giorno dell'ira del Signore. Tutto il paese sarà divorato dal fuoco della sua gelosia, poiché egli farà una distruzione improvvisa e totale di tutti gli abitanti del paese».Episodio: Sofonia 1Insegnante: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro LiveData: domenica 22 Maggio 2022Lingua: ItalianaProduzione: Essere Un CristianoWeb: http://www.essereuncristiano.it/Youtube: https://www.youtube.com/c/essereuncristiano

Calendario Parole di Vita 2022
INVOCARE DIO • 09 Giugno 2022

Calendario Parole di Vita 2022

Play Episode Listen Later Jun 8, 2022 1:44


Meditazione dal Calendario Parole di Vita 2022.Poiché allora io muterò in labbra pure le labbra dei popoli, affinché tutti invochino il nome dell'Eterno, per servirlo di pari consentimento(Sofonia 3:9)

Il Libro Più Letto @ ttb.twr.org/italiano
Introduzione al libro del profeta Sofonia

Il Libro Più Letto @ ttb.twr.org/italiano

Play Episode Listen Later May 16, 2022 16:29


Pregare con Sant'Egidio
Preghiera del tempo di Natale. Meditazione di mons. Ambrogio Spreafico su Sof 3,14-20

Pregare con Sant'Egidio

Play Episode Listen Later Jan 5, 2022 10:25


Abbiamo ascoltato l'ultima parte del piccolo libro di Sofonia, che raccoglie le parole di un profeta vissuto nella seconda parte del VII secolo, le cui parole furono riprese poi nel periodo della dispersione di Israele; era questo un tempo difficile, di lontananza dalla terra e da quella città, Sion Gerusalemme, che il profeta aveva cantato e celebrato, ma anche in cui aveva gridato all'ingiustizia e alla violenza, che talvolta dominavano in quella città. Ma come potevano avere senso e valore quelle parole su Gerusalemme, di invito alla gioia, in un tempo di distanza, di nostalgia, di rimpianto, di una terra perduta? La parola di Dio parla in ogni tempo, suscita pensieri di saggezza, ci raggiunge anche oggi nel tempo della pandemia, del distanziamento fisico, della sofferenza di tanti uomini e donne soprattutto dei più poveri, dei più soli. Sofonia canta la gioia di quella città, utilizzando quasi tutto il vocabolario ebraico, che esprimeva la gioia e coinvolgeva non solo la voce, ma anche i gesti, il corpo stesso, la danza. Ha senso cantare la gioia nei momenti di sofferenza e di prova? Il profeta sembra invitare proprio a questo, a riprendere la fiducia e la speranza, perché la gioia non sia effimera, non sia un allegria passeggera, frutto di qualche soddisfazione o di qualche successo, ma sia un modo di essere, di vivere in quella città; essa infatti era il luogo che rappresentava l'unità del popolo, la condivisione, la comunione di vita, per tutto il popolo.

Slovenská Misijná Sieť
18.12 - modlitby za Európu - Monako

Slovenská Misijná Sieť

Play Episode Listen Later Dec 18, 2021 4:18


Sofoniaš 2:11 Hospodin bude neúprosný voči nim, zvrhne všetkých bohov na zemi. Bude sa mu klaňať každý na svojom mieste, aj všetky ostrovy národov. http://bit.ly/nzes-dnes

Tempo di Riforma - il podcast
Domenica 12-12-2021 - Servizio di culto di culto con predicazione

Tempo di Riforma - il podcast

Play Episode Listen Later Dec 15, 2021 57:08


Domenica 12 dicembre 2021 – Terza domenica di Avvento Letture bibliche: Isaia 12; Sofonia 3:14-20; Filippesi 4:4-7; Luca 3:7-18

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia III Dom. di Avvento - Anno C (Lc 3,10-18)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Dec 7, 2021 3:48


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6714OMELIA III DOM. DI AVVENTO - ANNO C (Lc 3,10-18)Siamo giunti alla terza domenica di Avvento che è chiamata anche la domenica della gioia. È chiamata in questo modo perché il Natale si avvicina e le letture della Messa ci invitano all'esultanza. Il profeta Sofonia così annuncia: «Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme» (3,14). Questo invito alla letizia è rivolto a ciascuno di noi. Dobbiamo gioire perché è stata revocata la nostra condanna (cf Sof 3,15) e Gesù viene a salvarci. A queste parole fanno eco quelle di san Paolo Apostolo che, scrivendo ai Filippesi, così esorta: «Siate sempre lieti nel Signore. [...]. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!» (Fil 4,4-5). Ormai il Natale è vicino e noi dobbiamo preparare i nostri cuori al Signore che viene.Per vivere anche noi la gioia dobbiamo fare la Volontà di Dio. Questo è quanto ci insegna il Vangelo di oggi. Le folle andavano da Giovanni Battista per chiedere a lui una parola di vita. Per ben tre volte il brano dell'evangelista Luca riporta questa domanda: «Che cosa dobbiamo fare?» (3,10).La prima volta il Battista risponde: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11); la seconda volta, rispondendo ai pubblicani, dice: «Non esigete nulla più di quanto vi è stato fissato» (Lc 3,13); la terza volta, rivolgendosi ai soldati, insegna: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno» (Lc 3,14). Da queste risposte impariamo che se vogliamo gioire anche noi nel Signore e a Lui piacere dobbiamo osservare i Comandamenti di Dio, praticare la carità fraterna, rispettare il prossimo e non commettere ingiustizie.Dio che è Amore è venuto a portare l'amore su questa terra e solo amando Dio e il prossimo potremo anche noi essere felici. Ogni peccato è un'offesa all'amore, una mancanza all'amore. Ai giorni d'oggi, ciò che manca veramente ai nostri cuori è proprio l'amore. Siamo dominati dall'egoismo che è esattamente il contrario dell'amore e il contrario della gioia. E così, commettendo peccati su peccati, noi ci condanniamo alla tristezza e alla delusione.Guardiamo i Santi se vogliamo imparare ad amare. Nessuno più di loro ha amato su questa terra; nessuno più di loro ha gioito. Così è stato san Francesco d'Assisi, il quale all'inizio della sua conversione ha posto al Signore la domanda del Vangelo: «Che cosa devo fare?». Egli pensava di trovare la gioia nel diventare un cavaliere valoroso; invece la voce del Signore lo invitava sempre di più ad abbandonare tutto e servirlo nella povertà e nella letizia.Oltre all'osservanza dei suoi Comandamenti, Dio domanda a ciascuna delle sue creature qualcosa di particolare: una missione da svolgere per il bene di tutti. Ognuno di noi è unico e irripetibile e deve chiedere ogni giorno al Signore di comprendere quale è questa sua Volontà. San Francesco comprese e divenne la persona più felice di questo mondo. Ora tocca a noi. Da chi dobbiamo farci aiutare per comprendere la risposta? Dal sacerdote a cui abbiamo affidato la direzione della nostra vita. Il Signore si serve proprio di loro per manifestare la sua Volontà.Per ottenere tutto questo, affidiamoci alla Madonna, alla «Causa della nostra Letizia», come la invochiamo nelle Litanie lauretane. Preghiamola ogni giorno con il Santo Rosario e domandiamole l'inestimabile grazia di trovare un direttore spirituale, fermo e deciso, che ci incammini per la retta strada che conduce alla gioia eterna.

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Lavorare, riposare e giocare | 31 Ottobre 2021 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Nov 1, 2021


Dio vuole per te che esista un equilibrio nella tua vita, dove il lavoro, il riposo ed il gioco abbiano ciascuno il suo spazio affinché tu riesca ad apprezzare pienamente la tua vita e la Sua Creazione. --- Predicatrice: Jean Guest CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 13 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 42 minuti Mi chiedo se per te ci sia un lavoro che non ti piace fare. Non so dirti quanto detesti i lavori domestici. Se non fosse dannoso per la mia salute e socialmente inaccettabile, probabilmente vivrei in una situazione di assoluto abbandono della mia casa. Naturalmente esagero, ma onestamente odio davvero tutto ciò che ha a che fare con lo spolverare, l'aspirapolvere, il lucidare, il lavare, soprattutto perché ora vivo da sola e devo fare tutto io. Quando stavo cambiando casa ho fatto in modo che una ditta venisse a pulire il mio forno. A un certo punto mi ha detto: "Questo è il peggiore che abbia mai visto". Lo porto come un distintivo d'onore.  Non è necessariamente il lavoro in sé che non mi piace, è piuttosto il fatto che non finisce mai, non è mai finito. E ci sono così tante cose più piacevoli che potrei fare invece. Ma cosa succede se ci sentiamo così per il nostro vero lavoro, il lavoro per cui dobbiamo alzarci dal letto e usciere ogni giorno?  Diamo un'occhiata a due prospettive bibliche, la natura del lavoro e il carattere del lavoratore. Lavorare La prima cosa che dobbiamo capire è che il lavoro esisteva prima della caduta e non è una conseguenza di essa. “Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra». Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento. A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu.” (Genesi 1:28-30) Siate fecondi, riempite la terra, rendetevela soggetta: è il lavoro che ci aiuta a prosperare. Abbiamo dei bisogni fisici temporali - non ultimo, abbiamo bisogno di mangiare. Come potremmo farlo se noi, o altri, non lavorassimo? Dio equipaggia le persone con le capacità di soddisfare i bisogni della sua creazione. Il lavoro legittimo è il modo in cui Dio provvede, o come diceva Martin Lutero  "Egli dà loro cibo attraverso il mungitore che munge la mucca". (Martin Lutero)  Paolo ci fa anche notare che è attraverso il nostro lavoro che siamo in grado di soddisfare i bisogni di coloro che sono vulnerabili nelle nostre comunità. “Non ho desiderato né l'argento, né l'oro, né i vestiti di nessuno. Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me. In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”».” (Atti 20:33-35) Il lavoro è anche un dono. Il Versetto 29 di Genesi dice “Ecco, io vi do…”  Dio dice: “Ecco, questa meravigliosa creazione che soddisferà tutti i vostri bisogni, è tutta vostra da condividere tra di voi e con me”. Il lavoro è il buon regalo di Dio per noi.  “Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento. A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu.” (Genesi 1:29-30) Ma potrebbe non essere così se il nostro lavoro è umile, o sembra non avere valore. A volte dobbiamo accettare che il lavoro che facciamo non  sarà la cosa più entusiasmante per noi ma ci troveremo comunque a farlo nella migliore maniera possibile. Il nostro lavoro non è il nostro scopo. “Dopo aver visto come stanno le cose su questa terra, ecco cosa ho deciso sia modo migliore di vivere: Prenditi cura di te stesso, divertiti, e sfrutta al massimo qualsiasi lavoro tu abbia per tutto il tempo che Dio ti concede in vita. E questo è tutto. Questo è il destino dell'uomo. Sì, dovremmo trarre il massimo da ciò che Dio dà, sia la generosità che la capacità di goderne, accettando ciò checi  è dato e deliziandoci del lavoro. È il dono di Dio! Dio distribuisce la gioia nel presente, nell'adesso. È inutile rimuginare su quanto tempo potremmo vivere.” ( Ecclesiaste 5:18-20 Trad. Bibbia “The Message”) Mi piace come la versione della Bibbia “the Message” rende questo. Il lavoro è necessario, alcuni di noi faranno la cosa che amano di più al mondo, altri lo faranno perché hanno bollette da pagare. Un tipo di lavoro non è più importante dell'altro, né il primo è più pio del secondo. Ciò che rende entrambi divini è il modo in cui affrontano il loro lavoro.  C'è un detto: "Se segui la tua passione non lavorerai  neppure un giorno nella tua vita".  Sbagliato! Sbagliato due volte! Si può essere molto appassionati di qualcosa, ma non molto bravi a farlo. Abbiamo tutti assistito a quei programmi con le  audizioni per essere pop star in cui il concorrente è appassionato del canto, ma l'unico problema è che non sa cantare bene.  Il detto è anche sbagliato in quanto implica che il lavoro è qualcosa che dovremmo cercare di evitare soprattutto se lo troviamo noioso o difficile.  Ma Paolo in Efesini 6 dice che dovremmo lavorare con entusiasmo, come se lavorassimo per il Signore piuttosto che per le persone. “... servendo con benevolenza, come se serviste il Signore e non gli uomini,...” (Efesini 6:7) Sento di dover fare qui una breve  parentesi perché il versetto che ho appena citato viene nel mezzo di Paolo che si sta rivolgendo a coloro che sono schiavi. Purtroppo in tempi passati questo è stato usato per giustificare la schiavitù. Solo per dare un po' di contesto, Paolo sta scrivendo ad una chiesa che si riuniva come famiglie riunite; mariti e mogli, genitori e figli, schiavi e padroni. Non sta affrontando l'istituzione della schiavitù, ma sta insegnando come queste persone dovrebbero vivere insieme. La schiavitù a quel tempo non era basata sulla razza, né permanente, o imposta attraverso il rapimento; non è la schiavitù come l'abbiamo conosciuta noi. Non è comunque una cosa buona perché era certamente crudele e disumanizzante;  purtroppo non abbiamo tempo per guardare più a fondo, ma voglio condividere questo pensiero del teologo F.F. Bruce. "Nel muovere le persone verso un rapporto padrone-schiavo dove il padrone non minaccia gli schiavi e li vede come sorelle e fratelli, Paolo stava creando un'atmosfera in cui l'istituzione della schiavitù poteva solo appassire e morire".  (F.F. Bruce) Tornando al carattere del lavoratore, quello pio è colui che, come dice la bibbia, the Message, sfrutta al massimo l'opportunità, si presenta con un sorriso sul volto e, come dice Paolo, lavora con entusiasmo a causa di colui per il quale alla fine lavoriamo. Rick Warren in "La vita con uno Scopo"  lo mette in questo modo. "Il lavoro diventa adorazione quando lo dedichi a Dio e lo compi con la consapevolezza della sua presenza". (Rick Warren in "La vita con uno Scopo") Per riassumere, il lavoro è un dono, è necessario, ma non è più importante del lavoratore e il modo in cui ci avviciniamo al nostro lavoro è come dimostriamo la nostra nuova vita in Cristo. Riposare Il lavoro è anche limitato nel tempo. Cosa voglio dire con questo? Beh, ha tutto a che fare con questo: “Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l'esercito loro. Il settimo giorno Dio compì l'opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta. Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l'opera che aveva creata e fatta. (Genesi 2:1-3) Le parole chiave del brano sono “compiuti”, “compì”, e “si riposò”. Arrivò un punto in cui, dopo 6 periodi di tempo, l'opera della creazione fu compiuta e Dio aveva finito la sua opera di creazione. E così si riposò. Questo non significa che fosse veramente stanco e che si sia fatto un pisolino. No, significa che il lavoro era finito e così smise di farlo.  Una parola opportuna forse per coloro che sono stacanovisti, o perfezionisti:  arriva un punto in cui il lavoro è finito e dovremmo allontanarci.  Ora, per essere chiari, non sto dicendo che Dio ha smesso di lavorare del tutto, ha smesso di lavorare alla Creazione, ma continua a lavorare in un modo diverso. Sta lavorando tutto il tempo  - Giovanni 5:17 dice:   “Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera fino ad ora, e anch'io opero». (Giovanni 5:17) E questo è scioccante, perché Gesù sta dicendo queste parole nel giorno del sabbath, che è il giorno di riposo per gli ebrei, come per noi lo è la domenica. L'implicazione è quindi che questo lavoro non è finito e quindi (lui e i i discepoli) non si stanno riposando. Questo significa che possiamo lavorare nel giorno di riposo? Direi tecnicamente sì, perché lo “sabbath” è un concetto da vivere, non una regola da seguire. Cos'è dunque il sabbath?  È un giorno, (per noi culturalmente la domenica), o un periodo di tempo in cui lasciamo intenzionalmente il nostro lavoro e rivolgiamo la nostra attenzione direttamente a Dio. Questo riposo non riguarda il non fare nulla, ma il non fare ciò che o chi tiene la nostra attenzione nel resto del tempo lavorativo. “Se tu trattieni il piede dal violare il sabato, facendo i tuoi affari nel mio santo giorno, se chiami il sabato una delizia e venerabile ciò che è sacro al Signore, se onori quel giorno anziché seguire le tue vie e fare i tuoi affari e discutere le tue cause...” (Isaia 58:13) Ora, ecco il punto: anche se siamo assolutamente devoti nell'osservare il principio del sabbath, la scienza ci dirà che abbiamo ancora bisogno di fare vacanze. E lo stesso fa Gesù. In Luca 9 manda i discepoli per città e  villaggi a predicare la buona novella. Era la prima volta che uscivano senza di lui e immagino che fosse eccitante, esaltante e faticoso.  È un momento meravigliosamente umano registrato nel vangelo quando dice che gli raccontarono tutto quello che avevano fatto;  potete immaginarli come si accalcano intorno a lui,  provando a farsi spazio nei discorsi: "Avreste dovuto vedere Pietro, era infuocato..."; e ancora  "Andrea andò e guarì da solo l'uomo"... E dunque, cosa fece Gesù?  "Gli apostoli ritornarono e raccontarono a Gesù tutte le cose che avevano fatte; ed egli li prese con sé e si ritirò in disparte verso [un luogo deserto di] una città chiamata Betsàida." (Luca 9:10) Si allontanarono per una breve pausa. I discepoli avevano bisogno di “rilassarsi”, così Gesù saggiamente li fece "scivolare via in silenzio". Purtroppo la folla li scoprì, quindi fu una pausa molto breve.  Sono qui per dirvi che il sabbath non è vacanza, la vacanza è vacanza ed è vitale per la nostra salute e il nostro benessere. Questo è quello che ha mostrato uno studio di Harvard osservando la produttività di coloro che hanno preso le vacanze, rispetto a quelli che non l'hanno fatto Un tempo lontano dai fattori di stress e l'immersione nel divertimento ci "rigenera".  C'è un altro tipo di riposo di cui parla Gesù. Date un'occhiata a Matteo 11:28-30 “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo per le anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero." (Matteo 11:28-30) Non si tratta di essere esausti del nostro lavoro, né lo è  Gesù, lo specialista principe del relax. Il tipo di fardelli che Gesù ha in mente qui sono principalmente fardelli religiosi. Gesù sta dicendo ai suoi ascoltatori: “Il tipo di religione che avete imparato dagli esperti non vi toglie il carico dalle spalle, anzi, lo aumenta”. Osservare le regole e le leggi religiose è faticoso, e ciò che c'è di peggio, non è risolutivo per la salvezza. Ti lascia facendoti chiedere se hai fatto abbastanza. Nell'invito di Gesù c'è ancora un giogo, c'è ancora quella cosa che dovrai coscientemente indossare, ma questo giogo è una relazione, una relazione con Dio ed è definitivo. Non c'è più bisogno di provare, non c'è più bisogno di chiedersi se hai fatto abbastanza. In lui puoi riposare perché sei tornato a casa. Questa è la scultura del Figliol Prodigo di Charlie Macksey e ogni volta che la guardo mi commuovo per la assoluta stanchezza in quelle braccia del figlio e la forza dell'abbraccio del Padre.  Ho trovato nel mio diario questa nota, scritta nel 2016: "Dio è sempre all'opera: incessantemente, instancabilmente. Dietro le quinteSopra la mischiaDentro la furiaOltre la paura Pellegrino abbi pace. Lui è sul trono, quindi smetti di aggrapparti, e lasciati semplicemente sorreggere" Giocare Ecco cosa dice il mondo medico, educativo e scientifico sull'importanza del gioco. Il gioco è essenziale per lo sviluppo perché contribuisce al benessere cognitivo, fisico, sociale ed emotivo dei bambini e dei giovani. Il gioco offre anche un'opportunità ideale per i genitori di impegnarsi pienamente con i loro figli. Se vogliamo bambini felici e ben sviluppati, allora permettiamo loro di giocare. Se vogliamo famiglie felici, allora impariamo a giocare insieme. Se questo è vero, allora deve essere perché Dio è giocoso, dopo tutto siamo creati a sua immagine. Questo è ciò che il teologo tedesco Jurgen Moltmann dice del gioco: "Nel gioco emuliamo le azioni di Dio che non ha creato l'Universo perché era una necessità. Dio è giocoso. Gli piace creare e giocare.  Il gioco ci riempie di uno spirito di gioia e delizia che si trasmette a tutti gli aspetti della nostra esistenza.  Il gioco non è una pausa dal lavoro, e non è nemmeno tempo di riposo. È la prefigurazione del regno. È una fuga momentanea nella realtà futura che Dio ha pensato per tutti noi. " (Jurgen Moltmann) Il gioco, in definitiva, riguarda la liberazione - è lo spazio che usiamo per esplorare. Penso che Moltmann stia dicendo che questo è ciò che era l'Eden e che un giorno torneremo in un luogo dove la gioia e il piacere sono costanti della nostra esistenza.  Dio è giocoso, fa parte del suo carattere, e ci sono numerosi riferimenti che indicano che il gioco era parte della sua intenzione per la creazione - salmo 104:26 ci dice che Dio ha creato gli animali perché si divertano:  “ Ecco il mare, grande e immenso, dove si muovono creature innumerevoli, animali piccoli e grandi. Là viaggiano le navi e là nuota il leviatano, che hai creato perché vi si diverta.”  (Salmo 104:26) Michael Yaconelli ha scritto nel suo libro, Dangerous Wonder (Stupore pericoloso), queste parole: "Il gioco è un'espressione della presenza di Dio nel mondo; un chiaro segno dell'assenza di Dio nella società è l'assenza di giocosità e risate". (da “Dangerous Wonder” di Michael Yaconelli) Abbiamo un Dio che si diletta e prova piacere nelle cose che ha fatto. Abbiamo un Dio che canta canzoni su di noi (Sofonia 3:17), un Dio che si dilettava con Davide che ballava (2 Samuele 6:14-22), un Dio che ti ha fatto. Eric Liddel, l'atleta olimpico di cui parla il film “Momenti di Gloria”, fu chiamato come missionario in Cina, ma ritardò ad andare perché voleva correre nei giochi di Parigi del 1924. La sua famiglia e la sua chiesa erano inorriditi, ma lui disse questo: "So che Dio mi ha fatto per la Cina, ma mi ha anche fatto veloce e quando corro sento il suo piacere". Tu come giochi? Dove e quando senti il piacere e la gioia di Dio in te? Perché sappi che Lui ama vederti giocare. Amen.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD   (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Il Nostro Pane Quotidiano
Un Padre che canta - 8 Ottobre 2021

Il Nostro Pane Quotidiano

Play Episode Listen Later Oct 8, 2021 3:10


Il Signore, il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva; egli si rallegrerà con gran gioia per causa tua ... nel suo amore, esulterà ... con grida di gioia. Sofonia 3:17

Përmes Biblës @ ttb.twr.org/albanian

sofonia
Përmes Biblës @ ttb.twr.org/albanian

sofonia
Përmes Biblës @ ttb.twr.org/albanian

sofonia
Përmes Biblës @ ttb.twr.org/albanian

sofonia
La Voce del Pastore
“Dio ci vuole salvare” • 18 Dicembre 2020

La Voce del Pastore

Play Episode Listen Later Dec 18, 2020 59:50


Il Messaggio di Oggi: “DIO CI VUOLE SALVARE”• EFESINI 6:12• DANIELE 10:13• SALMO 91:1• GIOVANNI 8:44• ISAIA 55:6• ISAIA 53:4-5• ISAIA 61:1• LUCA 4:16• EBREI 4:7• SOFONIA 1:14-18 • MATTEO 2:5PUOI SEGUIRCI SU:Facebook - Parole di VitaYoutube - paroledivitatvTivùSat - Canale 454Sky - Canale 854Digitale Terrestre - Canale 245App: Paroledivita

La Voce del Pastore
“La nostra lingua può accendere il fuoco di Dio” • 3 Dicembre 2020

La Voce del Pastore

Play Episode Listen Later Dec 3, 2020 52:25


Il Messaggio di Oggi: “LA NOSTRA LINGUA PUÒ ACCENDERE IL FUOCO DI DIO”• ESODO 4:10• ESODO 6:12• 2 CORINZI 12:9• COLOSSESI 2:11• GEREMIA 1:6• ISAIA 6:5• SOFONIA 3:9• LUCA 6:45• GIACOMO 3:5• GIACOMO 3:6• GIACOMO 3:8• ATTI 2:3-4• ATTI 2:6-7• ATTI 2:8• ATTI 2:11• GIACOMO 3:5PUOI SEGUIRCI SU:Facebook - Parole di VitaYoutube - paroledivitatvTivùSat - Canale 454Sky - Canale 854Digitale Terrestre - Canale 245App: Paroledivita

Una Parola Per Oggi
Mercoledì 4 Novembre 2020

Una Parola Per Oggi

Play Episode Listen Later Nov 3, 2020 5:25


Sofonia 3, 14-15 1 Giovanni 2,2

mercoled sofonia
Podcast della Chiesa Cristiana Evangelica Battista di Pordenone
30 Luglio 2020. Sofonia 1:7 e Marco 4:9

Podcast della Chiesa Cristiana Evangelica Battista di Pordenone

Play Episode Listen Later Jul 30, 2020 8:47


Tacere e ascoltare il Signore

signore sofonia
Un Giorno Una Parola
Un Giorno Una Parola | 07/04/2020 | Sofonia 3 | Marco 4

Un Giorno Una Parola

Play Episode Listen Later Apr 7, 2020 3:48


Se metto la mia speranza in te, pace e consolazione mi ricolmano; se, nel bisogno, prego e canto, il mio cuore si rallegra. Il tuo spirito testimonia in noi e che tutto questo è anticipo della vita eterna.

parola sofonia
Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Adorare è... abbracciare il Padre | 9 Febbraio 2020 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Feb 9, 2020


Adorare non è cantare, né pregare, né prostrarsi. Non solo. Adorare è abbracciare il Padre per farlo esultare con canti di gioia. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 10 min.Tempo di ascolto audio/visione video: 34 min. Cosa ti viene in mente  quando senti la parola“adorare”? Il problema con questa parola nelle chiese evangeliche è che spesso è associato esclusivamente alla fase del culto prima della predicazione: “Adesso iniziamo con l'adorazione”. Altre volte è associato ad un tipo di preghiera, spesso fatto a voce alta, occhi chiusi e mani alzate. Altre ancora a quando le persone si inginocchiano o si prostrano a terra in “adorazione”; ci sono decine  e decine di dipinti che raffigurano quel santo o quell'altro in “adorazione”. Ma è davvero tutto questo, oppure non è “solo questo” adorare Dio? Mi viene da fare una domanda: “Ma a Dio serve davvero che io canti o che mi sdrai per terra?” Secondo voi, Dio è davvero interessato a sentirci cantare oppure a vederci stesi per terra, o a sentire le nostre alte grida al cielo? Sembra quasi che Dio sia un po' sordo, e gli serva di “sentirmi forte” per girarsi, oppure che si preoccupi di me solo se sono steso a terra  o se grido ad occhi chiusi: “Si sarà mica fatto male?” Quasi sembra che io sia “a caccia” di attenzione, che voglia “farmi notare”. Ma sarà davvero cosi? Sono io alla caccia di Dio... oppure è viceversa? Pensate a come cambierebbe la situazione se l'adorazione non fosse un momento dove sono io ad attirare l'attenzione di Dio, ma Lui ad attirare la mia attenzione su di lui! Perché dico che cambierebbe la situazione?  Perché significherebbe che non sono io a cercare Dio, ma è lui a cercare me... Come sempre! Vi ricordate come è iniziato tutto? Quando Adamo ed Eva si erano nascosti per la vergogna di aver disobbedito? Chi è stato il primo a muoversi per cercarli? “Poi udirono la voce di Dio il Signore, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il Signore fra gli alberi del giardino. Dio il Signore chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?»” (Genesi 3:8-9) Dio non vuole giocare “a nascondino” con noi, e non vuole neppure  che stiamo distanti da lui per troppo tempo. E' per questo che ha trovato  un “canale diretto”, un luogo dove lui è sempre presente, disponibile, dove ci aspetta ogni giorno. Quel canale, quel luogo si chiama, appunto, “adorazione”. Ci fu una donna che chiese a Gesù  dove fosse meglio adorare Dio: e Gesù gli rispose così: “La donna gli disse: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato su questo monte, ma voi dite che è a Gerusalemme il luogo dove bisogna adorare».  Gesù le disse: «Donna, credimi; l’ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori" (Giovanni 4:19-24) Gesù risponde in una maniera chiara: “Non ti serve un luogo specifico,  perché Dio è dappertutto... E, soprattutto , E' LUI CHE CERCA TE!” Dio CERCA chi lo adori: quando pensiamo che siano il canto, la preghiera o il prostrarsi a portarci ad adorare Dio, siamo un po' come la donna al pozzo: stiamo pensando che, per adorare Dio, serve un “luogo”: dentro una canzone,  dentro una preghiera,  dentro una postura del corpo. Intendere, non voglio scoraggiarvi dal cantare, o dal pregare con le mani alte o prostrati, sono tutte cose buone, e realmente servono a noi, non a Dio! Dio ci conosce, sa come siamo fatti e sa che queste cose ci aiutano ad adorarlo. Lo ha scritto così tanto nel nostro DNA che è rimasto anche nelle persone che non lo cercano più, e che spesso dicono che Dio non esiste. Il mondo è pieno di “adoratori”: chi adora un cantante, chi una squadra di calcio, chi il proprio lavoro, chi la propria moglie o il proprio marito. Ma c'è una differenza sostanziale: né la rock star, né il calciatore, né il datore di lavoro... (e qualche volta né la moglie o il marito!) vanno alla ricerca di chi lo adori  per avere un contatto personale e quotidiano. Se capita di incontrare un proprio fan, magari ci scappa un autografo... ma nulla di più. Ma Dio, dice Gesù,  è invece alla RICERCA personale, “ cerca tali adoratori” vuole passare tempo OGNI GIORNO con i suoi fan! Il cammino di un adoratore  non è tanto un “mordi e fuggi”, l'autografo strappato al concerto o alla partita, ma è un modo di vita. Riguarda lo scoprire il segreto dell'amicizia con Dio Non riguarda tanto il fare qualcosa ma riguarda piuttosto essere qualcuno, non “fare” l'adorazione” ma “essere” un adoratore. Paolo ce lo spiega: “E così, cari fratelli, vi esorto a dare i vostri corpi a Dio; che siano un sacrificio vivente, santo. Questo è il modo giusto di adorare Dio. Non adattatevi alla mentalità e alle usanze di questo mondo, ma lasciatevi trasformare da Dio con un completo rinnovamento della mente vostra. Allora sarete in grado, per vostra esperienza personale, di capire qual è la volontà del Signore; vale a dire: tutto ciò che è buono, perfetto è a lui gradito..” (Romani 12:1-2 BDG) Vivere come un adoratore piuttosto che avere “momenti di adorazione”. Cosa è “adorazione”? Ho detto più di una volta che “adorare”: è una parola composta di origine latina,  “orare” = parlare + suffisso “ad” = a,  ovvero parlare a qualcuno. Con chi ti piace parlare di più? Con le persone che disprezzi, o che non conosci, oppure con le persone che ammiri e che conosci bene? Di norma è più facile parlare se parliamo a qualcuno che “vale” per noi, qualcuno che amiamo! Se adoro Dio, dunque, sto affermando  che Dio “vale” per me adorare è perciò  “parlare a qualcuno che vale che amo”. Ma anche stavolta, siamo arrivati secondi! Non siamo noi ad aver amato per primi: Giovanni dice che “Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo.” (1 Giovanni 4:19 PV) Perché Dio vuole la mia adorazione? Abbiamo detto allora che non sono io che cerca attenzione di Dio adorando, ma che è Dio che mi a strutturato per adorare così da avere un rapporto costante con Lui. La mia domanda è: “Perché?” Perché il Creatore del mondo vorrebbe la mia attenzione ogni giorno? Non ha altro da fare che parlare con me?" Il salmo 8 dice: “Quand'io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos'è l'uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell'uomo perché te ne prenda cura?” (Salmo 8:3-4) Che Dio, Creatore di tutto, ami un niente come me, veramente non ha senso! Non ha senso amare qualcuno che spesso sbaglia, il più delle volte fa di testa sua, continuamente delude. Sono troppo duro? Ripercorri mentalmente la giornata  di ieri, e pensa dove e quando non hai rispettato  qualche regola che Dio ti ha dato. Ne vogliamo parlare? Un momento dove sei stato/stata scortese con qualcuno. Un semaforo giallo (o rosso!) visto come verde. Una scusa (una bugia!) per evitare di fare quella cosa che non ti va... Meglio non parlarne, eh! Il figliol prodigo E invece parliamone! Perché è Gesù stesso che ci da un esempio di come siamo fatti noi, nella famosa parabola che qualcuno (non Gesù)  ha deciso di chiamare “Il figliol prodigo”. Gesù racconta una storia di un'eredità anticipata; il figlio che chiede al padre i soldi il padre lo accontenta,  il figlio se ne va. Ma si sa,  “Soldi non faticati finiscono prima di essere usati”. Gesù dice che, a un certo punto,  dopo aver provato la fame il figlio “rientrato in se” capì lo sbaglio, prese la strada per tornare a casa, e lungo la strada fece tutto un progetto  per come chiedere scusa. Senza sapere che, a casa, il padre non vedeva l'ora di riabbracciarlo di perdonarlo, e di riaverlo come figlio: “Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò.... Ma il padre disse ai suoi servi: “Presto, portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,  perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato” “ (Luca 15:20b, 23-24) Gli mise scarpe nuove,  lo vestì col vestito più bello,  e gli diede l'anello che simboleggiava l 'appartenenza alla famiglia. Gli restituì dignità, identità, autorità Un figlio che non è “prodigo” Gesù non ha intitolato la storia “Il figliol prodigo”, perché in realtà “prodigo” in italiano non significava “essere spendaccione”,  ma, dal latino “pro-agere”= spingere avanti”  significa “donare con molta larghezza,  dare tutto se stesso per aiutare gli altri”. L'ho detto altre volte che fu l'errore di un tipografo francese,   che nel 1551, per ammazzare il tempo durante un lungo viaggio in carrozza da Lione a Parigi,  decise di mettere i numeri e titoli. Nella storia, chi  è che “dona tutto se stesso” chi è il “prodigo”?  Non è certo il figlio,  che prende sia la prima che la seconda volta. Ma  il padre,  perché “dona con molta larghezza”, la prima volta con tristezza la seconda volta con gioia, e “da tutto se stesso per aiutare il figlio”...  che non se lo sarebbe proprio meritato. Un mio amico pastore mi ha raccontato  di aver assistito ad un padre  che sollevava il suo figlio paralizzato e cieco  durante un culto e gli cantava  perché il figlio potesse sentire le sue braccia  e sentire la sua voce.  E il figlio, con uno sforzo immane,  riuscì a sollevare un braccio  solo per metterlo  attorno al collo del proprio padre,  e sorridere. Penso che l'immagine di questo padre che canta  affinché suo figlio disabile,  incapace di vederlo,  incapace di muoversi,  ma solo capace di essere sostenuto e sfiorato,  in qualche modo abbracciato,  sia già stata descritta in un passo dell'Antico Testamento: “ Il SIGNORE, il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva; egli si rallegrerà con gran gioia per causa tua; si acquieterà nel suo amore, esulterà, per causa tua, con canti di gioia” (Sofonia 3:17) Ecco, questa è l'immagine vera, quella giusta dell'adorazione! Non sono io che “canto” non sono io che “prego” non sono io che “mi inginocchio o mi prostro” ma è Dio che mi sostiene, mi canta,  mi tiene in braccio quando sto adorando! E' Lui che esulta per me, con canti di gioia! Quello che devo fare io, per adorarlo davvero, è sentire quelle braccia durante tutto il giorno, vivere alla sua presenza costantemente, non soltanto durante una canzone  o una preghiera. Noi, per Dio, siamo come quel figlio disabile, che il padre ama lo stesso, anzi, di più. Se fossimo perfetti, lui ci amerebbe, ma non avremmo bisogno costante di lui. Ma noi non siamo perfetti, anzi... siamo imperfetti,  siamo peccatori. E lui sa che abbiamo bisogno di sostegno non solo durante una canzone, ma lungo tutto il giorno, non solo durante una preghiera, ma sempre. E' un Dio che  “esulterà, per causa tua, con canti di gioia” Cosa farai? Cosa farai, dunque, con un amore così? Farai come quel figlio, di cui parla Gesù, allontanandoti da lui, oppure “rientrerai in te” come quello stesso figlio e tornerai al Padre? Farai come quel figlio disabile che si aggrappa al proprio padre e sorride? Cosa farai,  oltre cantare una canzone a Dio? Cosa farai,  oltre pregare una preghiera a Dio? Come farai a mettere il tuo braccio attorno al suo collo,  per fargli sentire che, anche se sei disabile, paralizzato, e cieco, lo ami? Paolo dice: “...vi esorto a dare i vostri corpi a Dio; che siano un sacrificio vivente, santo....” (Romani 12:1a BDG) Chiedi,  e lui ti dirà cosa fare, come trasformare la tua vita in atto di adorazione costante  a colui che  è lì, davanti a te,  e ti sorregge per poter esultare  “per causa tua con canti di gioia!” Preghiamo. GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIO --- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

DAI NOSTRI CULTI
RER 038 - S.Cusumano - Sofonia 2

DAI NOSTRI CULTI

Play Episode Listen Later Jan 9, 2016 29:59


cusumano sofonia