Podcasts about vivevano

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Favole nel traffico
45 - Riccio Hood

Favole nel traffico

Play Episode Listen Later Jan 22, 2024 12:26


Riccio Hood viveva nella bellissima foresta di Keepwood insieme a tutti i suoi amici animali. Vivevano una bella e tranquilla vita, in armonia con la natura... fino a quando sentirono un rumore molto strano... che sarà mai? Ascolta questa storia per bambini in italiano e scopriamolo insieme! Ascolta tutte le Favole nel traffico e iscriviti al canale Youtube per non perdere le prossime avventure nel magico mondo della fantasia! Iscriviti al canale di Favole nel traffico: https://www.youtube.com/channel/UCm5n1hJ6IMmPsWx9fezq9KA Grazie mille per aver ascoltato questa puntata! Maestro Lorenzo Favole nel traffico #favoleperbambini #favole #bambini --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/lorenzostivani/message

Parole di Storie - Storie di Paura, dal classico alla notte di Halloween
Là, dove vivevano le Janas, tra Conquistadores e Orchi. Fiaba

Parole di Storie - Storie di Paura, dal classico alla notte di Halloween

Play Episode Listen Later May 9, 2023 11:42


Una fiaba adottata da Freedom LAC e messa in voce da Gaetano Marino Ottico Centro Progettazione e Applicazioni di Lenti a Contatto Gas Permeabili per Cheratocono Lenti Sclerali Siamo in via Pola, 57 - Cagliari - tel. 070 655222 Pagina Facebook Tanto tempo fa, quando ancora il tempo era senza tempo, nelle valli, nei boschi e nelle colline di Ihknos, una grande isola posta al centro del mare, vivevano le Janas, conosciute come le piccole fate. Erano creature alate misteriose, assai piccole e straordinariamente belle. Apparivano solo nella notte, perché la luce del sole poteva rovinare la loro pelle fragile. Abitavano nei boschi, oppure vivevano nelle Domus de Janas (case delle fate) scavate nelle rocce. Briciola dopo briciola Tante sono le storie fantastiche. Storie di cui nessuno sa quando siano cominciate, né da dove arrivate, tranne che dall'immaginazione dell'uomo. E questa è l'unica certezza. Perché le fiabe, le leggende e i racconti tratti dalla tradizione orale cominciano sempre con quel “c'era una volta”, che rimane proprio in un tempo eternamente fuori dal tempo, dunque, indefinibile. Furono storie narrate ai figli e poi ancora ai figli dei figli, finché sono giunte a noi. E nelle fiabe, si sa, il cielo non sta mai sempre in cielo, altrimenti che ci imbamboliamo a fare? Di voce in voce, di generazione in generazione, appaiono come tante briciole, ciascuna diversa dalle altre briciole. Perché ognuno ha sempre narrato secondo i propri ricordi, le proprie certezze, o dubbi, o speranze e, soprattutto, con i propri sogni; finché son venute fuori una, cento, migliaia di pagnotte: buone, profumate e calde. Ma mai nessuna uguale alle altre.

Parole di Storie - Favole
Là, dove vivevano le Janas, tra Conquistadores e Orchi. Fiaba

Parole di Storie - Favole

Play Episode Listen Later May 9, 2023 11:42


Una fiaba adottata da Freedom LAC e messa in voce da Gaetano Marino Ottico Centro Progettazione e Applicazioni di Lenti a Contatto Gas Permeabili per Cheratocono Lenti Sclerali Siamo in via Pola, 57 - Cagliari - tel. 070 655222 Pagina Facebook Tanto tempo fa, quando ancora il tempo era senza tempo, nelle valli, nei boschi e nelle colline di Ihknos, una grande isola posta al centro del mare, vivevano le Janas, conosciute come le piccole fate. Erano creature alate misteriose, assai piccole e straordinariamente belle. Apparivano solo nella notte, perché la luce del sole poteva rovinare la loro pelle fragile. Abitavano nei boschi, oppure vivevano nelle Domus de Janas (case delle fate) scavate nelle rocce. Briciola dopo briciola Tante sono le storie fantastiche. Storie di cui nessuno sa quando siano cominciate, né da dove arrivate, tranne che dall'immaginazione dell'uomo. E questa è l'unica certezza. Perché le fiabe, le leggende e i racconti tratti dalla tradizione orale cominciano sempre con quel “c'era una volta”, che rimane proprio in un tempo eternamente fuori dal tempo, dunque, indefinibile. Furono storie narrate ai figli e poi ancora ai figli dei figli, finché sono giunte a noi. E nelle fiabe, si sa, il cielo non sta mai sempre in cielo, altrimenti che ci imbamboliamo a fare? Di voce in voce, di generazione in generazione, appaiono come tante briciole, ciascuna diversa dalle altre briciole. Perché ognuno ha sempre narrato secondo i propri ricordi, le proprie certezze, o dubbi, o speranze e, soprattutto, con i propri sogni; finché son venute fuori una, cento, migliaia di pagnotte: buone, profumate e calde. Ma mai nessuna uguale alle altre.

Parole di Storie
Là, dove vivevano le Janas, tra Conquistadores e Orchi. Fiaba

Parole di Storie

Play Episode Listen Later May 9, 2023 11:42


Tanto tempo fa, quando ancora il tempo era senza tempo, nelle valli, nei boschi e nelle colline di Ihknos, una grande isola posta al centro del mare, vivevano le Janas, conosciute come le piccole fate. Erano creature alate misteriose, assai piccole e straordinariamente belle. Apparivano solo nella notte, perché la luce del sole poteva rovinare la loro pelle fragile. Abitavano nei boschi, oppure vivevano nelle Domus de Janas (case delle fate) scavate nelle rocce. Continue reading

BASTA BUGIE - Cristianesimo
Chi erano e dove sono finiti i Re Magi

BASTA BUGIE - Cristianesimo

Play Episode Listen Later Jan 17, 2023 8:24


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7217CHI ERANO E DOVE SONO FINITI I RE MAGIMelchiorre rappresentava la razza di Sem, Gaspare la razza di Cam, Baldassarre quella di Jafet (i tre figli di Noè saliti sull'arca con lui e le proprie mogli)di Roberto De MatteiNella festa dell'Epifania e nei giorni successivi, la liturgia della Chiesa ci ricorda la presenza dei Re Magi nella Grotta di Betlemme. I Re Magi non erano "Maghi", ma principi che vivevano in Oriente, dove studiavano i moti celesti per comprendere, attraverso i loro movimenti, le divine profezie. Questi re furono docili alla voce della grazia, che mormorava loro: "Orietur stella", si leverà una stella. Per seguire la stella che apparve loro, lasciarono la loro patria, le loro ricchezze, il loro riposo. Dio, che li aveva chiamati da terre diverse, li riunì in uno stesso viaggio come in una stessa fede. Malgrado le difficoltà materiali e morali di un viaggio di cui ignoravano la fine, non persero mai la fiducia nella stella che li guidava. I Magi, dice il padre Faber, seguivano la stella come si segue una vocazione, senza sapere chiaramente di seguire un impulso divino. Giunsero finalmente a Gerusalemme. "Ed ecco la stella, che avevano veduta in Oriente, andar loro innanzi, finché venne a fermarsi sopra il luogo dove era il bambino" (Mt, 2, 9).Entrarono nella misera Grotta di Betlemme e videro un bambino su una mangiatoia, vegliato da una giovane madre e da un uomo un poco più anziano, ma altrettanto attento e premuroso. Non ebbero un attimo di dubbio. Compresero immediatamente di trovarsi di fronte al Messia promesso, il Re dei Re, il Salvatore dell'umanità. Il carattere distintivo dei Magi fu la fede che li animava. Dopo la fede di san Pietro e di Abramo, secondo il padre Faber, mai vi fu al mondo una fede come quella dei Magi. "La fede è quella che risaltò in essi a ogni istante; è una fede che fu eroica fin dai primordi".IL PRIMO ATTO DI CULTO SOLENNE E UFFICIALE AL BAMBINO DIVINOAdorarono l'Uomo-Dio.e si prostrarono davanti alla Madre Divina. Ebbero la grazia di essere i primi, dopo Maria e Giuseppe, ad offrire sulla terra un atto di adorazione esterna al Bambino di Betlemme. Il Corpo Mistico della Chiesa, è rappresentato in questo momento dalla Sacra Famiglia, dai Magi e dai Pastori. È i Magi offrono il primo atto di culto solenne e ufficiale al Bambino Divino, che è il Capo di questo Corpo Mistico. Betlemme, dice dom Guéranger, non è soltanto il luogo della nascita del Redentore, ma è anche la culla della Chiesa. Betlemme, aggiungiamo, è anche l'atto di nascita della Civiltà cristiana, rappresentata da questi Re che rappresentano il potere secolare che si sottomette a Cristo, riconoscendolo come Signore del Cielo e della terra. Il principio della Regalità sociale di Cristo, ha la sua origine nell'adorazione dei Re Magi a Betlemme.I nomi dei Magi, secondo la tradizione della Chiesa, erano Gaspare, Baldassarre e Melchiorre. Melchiorre rappresentava la razza di Sem, Gaspare la razza di Cam, Baldassarre quella di Jafet. Sono i tre rami della famiglia umana discendente da Noè. Le nazioni, scrive Ernest Hello, sono presentate nella persona dei loro rappresentanti: tutte sono chiamate dalla medesima stella. "La stessa attrazione, in ugual modo celeste e maestosa, le riunisce e le inchina nella stessa adorazione".I Magi offrirono all'Uomo-Dio l'oro, l'incenso e la mirra, che simboleggiano, secondo i Padri della Chiesa, la regalità, la divinità e l'umanità del Salvatore. A Lui erano dovuti, con l'oro, gli onori di Re; con l'incenso, il culto divino; con la mirra, la fede nella sua umanità. La lunga attesa del Messia si dissolve in quest'istante, che ha in sé tutta la fecondità dei secoli futuri.IL RITORNO A CASARitornati a casa, i Magi conservarono fedelmente la memoria di Betlemme. Vivevano ancora quando l'apostolo san Tommaso arrivò nei loro paesi. San Tommaso aveva visto Gesù risuscitato, i Magi lo avevano visto bambino nella capanna di Betlemme. Il loro incontro fu certo emozionante. I Magi dedicarono tutto il resto della loro vita alla predicazione del Vangelo. Poi tornarono a Gerusalemme per contemplare i luoghi della Passione, morte e Resurrezione di Gesù Cristo e qui morirono. Sant'Elena fece trasferire le loro spoglie a Costantinopoli, nella basilica di Santa Sofia. In seguito l'imperatore ne fece dono al vescovo Eustorgio che le portò a Milano, dove fece erigere una basilica in loro onore. Quando Federico Barbarossa prese e saccheggiò questa città, i loro resti, nel 1164, furono trasferiti a Colonia, in Germania. Reinoldo, arcivescovo di Colonia, fece fabbricare per loro il reliquiario più prezioso dell'intero mondo cristiano e su di esso fu elevato un reliquiario ancora più grande: il Duomo di Colonia. Con Gerusalemme la "Città Santa", con Roma la "Città Eterna", con Santiago di Compostela in Spagna, Colonia, grazie ai Magi, è divenuta nel corso dei secoli uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti dell'Occidente cristiano. Lo ha ricordato Benedetto XVI nel 2005, quando, visitò la cattedrale di Colonia, e si raccolse in preghiera davanti al reliquiario che raccoglie i resti dei Magi. Benedetto, che parlava spesso dei Re Magi disse: "I Magi provenienti dall'Oriente sono soltanto i primi di una lunga processione di uomini e donne che nella loro vita hanno costantemente cercato con lo sguardo la stella di Dio, che hanno cercato quel Dio che a noi, esseri umani, è vicino e ci indica la strada. È la grande schiera dei santi - noti o sconosciuti - mediante i quali il Signore, lungo la storia, ha aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine; questo, Egli sta facendo tuttora." (Discorso del 20 agosto 2005).Ai quei Re Magi, che venivano da Oriente, affidiamo oggi le sorti dell'Occidente, affidiamo le sorti della Cristianità, affidiamo in particolare le sorti della chiesa di Germania che sembra voler propagare un incendio alla Chiesa intera. E che Maria stella matutina, Maris stella, guidi la nostra strada, come la stella di Betlemme guidò la loro.

Analisi e commenti | RRL
185 - L'Epifania

Analisi e commenti | RRL

Play Episode Listen Later Jan 7, 2023 7:45


Nella festa dell'Epifania e nei giorni successivi, la liturgia della Chiesa ci ricorda la presenza dei Re Magi nella Grotta di Betlemme. I Re Magi non erano “Maghi”, ma principi che vivevano in Oriente, dove studiavano i moti celesti per comprendere, attraverso i loro movimenti, le divine profezie. Questi re furono docili alla voce della grazia, che mormorava loro: “Orietur stella”, si leverà una stella. Per seguire la stella che apparve loro, lasciarono la loro patria, le loro ricchezze, il loro riposo. Dio, che li aveva chiamati da terre diverse, li riunì in uno stesso viaggio come in una stessa fede. Malgrado le difficoltà materiali e morali di un viaggio di cui ignoravano la fine, non persero mai la fiducia nella stella che li guidava. I Magi, dice il padre Faber, seguivano la stella come si segue una vocazione, senza sapere chiaramente di seguire un impulso divino. Giunsero finalmente a Gerusalemme. “Ed ecco la stella, che avevano veduta in Oriente, andar loro innanzi, finché venne a fermarsi sopra il luogo dove era il bambino” (Mt, 2, 9). Entrarono nella misera Grotta di Betlemme e videro un bambino su una mangiatoia, vegliato da una giovane madre e da un uomo un poco più anziano, ma altrettanto attento e premuroso. Non ebbero un attimo di dubbio. Compresero immediatamente di trovarsi di fronte al Messia promesso, il Re dei Re, il Salvatore dell'umanità. Il carattere distintivo dei Magi fu la fede che li animava. Dopo la fede di san Pietro e di Abramo, secondo il padre Faber, mai vi fu al mondo una fede come quella dei Magi. “La fede è quella che risaltò in essi a ogni istante; è una fede che fu eroica fin dai primordi”. Adorarono l'Uomo-Dio.e si prostrarono davanti alla Madre Divina. Ebbero la grazia di essere i primi, dopo Maria e Giuseppe, ad offrire sulla terra un atto di adorazione esterna al Bambino di Betlemme. Il Corpo Mistico della Chiesa, è rappresentato in questo momento dalla Sacra Famiglia, dai Magi e dai Pastori. E' i Magi offrono il primo atto di culto solenne e ufficiale al Bambino Divino, che è il Capo di questo Corpo Mistico. Betlemme, dice dom Guéranger, non è soltanto il luogo della nascita del Redentore, ma è anche la culla della Chiesa. Betlemme, aggiungiamo, è anche l'atto di nascita della Civiltà cristiana, rappresentata da questi Re che rappresentano il potere secolare che si sottomette a Cristo, riconoscendolo come Signore del Cielo e della terra. Il principio della Regalità sociale di Cristo, ha la sua origine nell'adorazione dei Re Magi a Betlemme. I nomi dei Magi, secondo la tradizione della Chiesa, erano Gaspare, Baldassarre e Melchiorre. Melchiorre rappresentava la razza di Sem, Gaspare la razza di Cam, Baldassarre quella di Jafet. Sono i tre rami della famiglia umana discendente da Noè. Le nazioni, scrive Ernest Hello, sono presentate nella persona dei loro rappresentanti: tutte sono chiamate dalla medesima stella. “La stessa attrazione, in ugual modo celeste e maestosa, le riunisce e le inchina nella stessa adorazione”. I Magi offrirono all'Uomo-Dio l'oro, l'incenso e la mirra, che simboleggiano, secondo i Padri della Chiesa, la regalità, la divinità e l'umanità del Salvatore. A Lui erano dovuti, con l'oro, gli onori di Re; con l'incenso, il culto divino; con la mirra, la fede nella sua umanità. La lunga attesa del Messia si dissolve in quest'istante, che ha in sé tutta la fecondità dei secoli futuri. Ritornati a casa, i Magi conservarono fedelmente la memoria di Betlemme. Vivevano ancora quando l'apostolo san Tommaso arrivò nei loro paesi. San Tommaso aveva visto Gesù risuscitato, i Magi lo avevano visto bambino nella capanna di Betlemme. Il loro incontro fu certo emozionante. I Magi dedicarono tutto il resto della loro vita alla predicazione del Vangelo. Poi tornarono a Gerusalemme per contemplare i luoghi della Passione, morte e Resurrezione di Gesù Cristo e qui morirono. Sant'Elena fece trasferire le loro spoglie a Costantinopoli, nella basilica di Santa Sofia. In seguito l'imperatore ne fece dono al vescovo Eustorgio che le portò a Milano, dove fece erigere una basilica in loro onore. Quando Federico Barbarossa prese e saccheggiò questa città, i loro resti, nel 1164, furono trasferiti a Colonia, in Germania. Reinoldo, arcivescovo di Colonia, fece fabbricare per loro il reliquiario più prezioso dell'intero mondo cristiano e su di esso fu elevato un reliquiario ancora più grande: il Duomo di Colonia. Con Gerusalemme la "Città Santa", con Roma la "Città Eterna", con Santiago di Compostella in Spagna, Colonia, grazie ai Magi, è divenuta nel corso dei secoli uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti dell'Occidente cristiano. Lo ha ricordato Benedetto XVI nel 2005, quando, visitò la cattedrale di Colonia, e si raccolse in preghiera davanti al reliquiario che raccoglie i resti dei Magi. Benedetto, che parlava spesso dei Re Magi disse: “I Magi provenienti dall'Oriente sono soltanto i primi di una lunga processione di uomini e donne che nella loro vita hanno costantemente cercato con lo sguardo la stella di Dio, che hanno cercato quel Dio che a noi, esseri umani, è vicino e ci indica la strada. È la grande schiera dei santi - noti o sconosciuti - mediante i quali il Signore, lungo la storia, ha aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine; questo, Egli sta facendo tuttora.” (Discorso del 20 agosto 2005). Ai quei Re Magi, che venivano da Oriente, affidiamo oggi le sorti dell'Occidente, affidiamo le sorti della Cristianità, affidiamo in particolare le sorti della chiesa di Germania che sembra voler propagare un incendio alla Chiesa intera. E che Maria stella matutina, Maris stella, guidi la nostra strada, coome la stella di Betlemme guidò la loro. (Roberto de Mattei)

VOCIFERO audio racconti ragazzi
Ivan e la Strega - fiaba ucraina

VOCIFERO audio racconti ragazzi

Play Episode Listen Later Apr 5, 2022 10:24


ASCOLTA e LEGGI con il testo della favola qui sotto.IVAN E LA STREGA - fiaba popolare ucraina. Età consigliata: dai 3 anniLa variante che abbiamo scelto per l'audio racconto contiene un elemento veramente originale che appare nel finale della storia: una forbice. Sarà proprio l'oggetto che determinerà il lieto finale.voce narrante Graziana Maniscalcomontaggio e sound design Giuseppe Romeo JDSASCOLTA e LEGGI con il testo della favola qui sotto:IVAN E LA STREGAUna madre aveva un bambino di nome Ivan.Vivevano in una piccola casa: erano poveri; spesso non avevano niente da mangiare. Un giorno Ivan disse:- Mamma, andrò a pescare!- Ma dove vuoi andare? Sei ancora piccolo, rischi di annegare!- Non annegherò, sarò prudente; e del buon pesce pescherò!La madre lo lasciò partire.Ivan, andò al mare: si sedette sulla barca, prese il largo e si mise a pescare.Passò poco tempo, passò molto tempo,La madre gli portò da mangiare. Quando arrivò a riva, si mise a chiamare: Ivan, Ivan! Rema fino a riva! Ti ho portato del pane bianco, un po' di sale salato e una camicia bianca!Ivan, si avvicinò a riva con la barca: diede alla madre un pesciolino; poi mangiò, mise la camicia pulita, salutò la mamma e tornò a pescare. Ma una strega aveva visto e sentito ogni cosa e le venne in mente di rapire il bambino.Così, dopo un po', anche la strega chiamò:- Ivan, Ivan Rema fino a riva! Ti ho portato del pane bianco, un po' di sale salato e una camicia bianca!Lo chiamò con una voce grossa. Ivan disse:- No, non è la voce di mia madre, forse è qualcuno che mi vuole fare del male!E remando si allontanò verso il largo.La strega capì che se voleva prendere Ivan, doveva chiamarlo con la stessa voce della madre. Così, andò da un fabbro e disse:- Svelto, fabbro! Battimi la lingua col martello; fammi una voce fine e gentile, come quella di una mamma!Il fabbro batté, ribatté, limò, e alla lingua fece un buco in mezzo.… La strega corse a riva, chiamò: Ifan, Ifan! tema fino a tiva! Ti ho fottato del fane pianco, un po' di tale talato e una camicia pianca!La strega farfugliava soltanto!- Questa non è mia madre - disse Ivan - è certo una strega! La voce di mia madre è così bella!La strega, arrabbiatissima, tornò di nuovo dal fabbro: lo minacciò, gli ordinò di battere bene la lingua in modo da riuscire a pronunciare.Il fabbro s'impegnò: batté col martello, ancora e ancora; sistemò la lingua proprio bene.… La strega tornò sulla riva. Chiamò: Ivan, Ivan! Rema fino a riva! Ti ho portato del pane bianco, un po' di sale salato e una camicia bianca!Ivan non ebbe dubbio che fosse la voce di sua madre, e si avvicinò con la barca. Appena toccò riva, la strega lo prese con forza, lo chiuse dentro un sacco e se lo portò via.Arrivata a casa, la strega dice alla figlia:- Alenka, scalda bene il forno, ho nel sacco un bambino, da fare arrosto!E uscì di nuovo. Alenka, scaldò bene il forno; e poi tirò fuori dal sacco il piccolo Ivan.Portò con sé una pala da forno e disse:- Ivan, da bravo, sdraiati sulla pala, ormai devo cuocerti, ormai…Ivan si sdraiò sulla pala e allargò le gambe.Alenka disse:- Come stai sdraiato? Chiudi le gambe, altrimenti non riuscirò a metterti nel forno!Allora, Ivan chiuse le gambe e si sedette sulla pala.- Sdraiati, ora, se non passi dalla bocca del forno!Ivan si sdraia... e riallarga le gambe!- Chiudi le gambe! Così non riesco ad infornarti! Non passi!Ivan disse:- Non so come si fa! Sdraiati tu stessa sulla pala! Fammi vedere…La figlia della strega si sdraiò sulla pala. - Ecco, ti faccio vedere: si sta sdraiati sulla pala... così! Con braccia conserte e le gambe chiuse e diritte…Ivan non aspettava che questo: spinse a tutta forza la pala dentro il forno, chiuse lo sportello e scappò via.C'era davanti alla casa della strega, un cortile con una grande quercia. Ivan salì sopra la quercia: era curioso di sapere che cosa sarebbe successo. La strega ritornò presto. Entrò in casa affamata, e tirò fuori l'arrosto dal forno; ne staccò un pezzetto. Uscita in cortile, si mise a sedere. Mangiava soddisfatta, dicendo:- dolce, gustosa la carne di Ivan!Quando dall'alto della quercia Ivan disse:- davvero! Dolce e gustosa la carne dì Alenka!La strega guardò verso l'alto: vide Ivan. Corse dentro, cercò la figlia, ma inutilmente.Si armò allora di una scure affilata e iniziò a tagliare la quercia. Era così rapida con la scure che subito la quercia cominciò a dondolare. Ivan tremava tutto pensando che presto sarebbe caduto di nuovo nelle mani della strega!Quando, vicino a lui, prese a volare uno stormo di uccelli. Erano delle oche-cigni. Si mise a chiedere: Miei bei cigni leali, vi prego, Prendetemi sulle ali Portatemi dalla mamma A bere, a mangiare, a passeggiare!Le oche lo afferrarono al volo e lo portarono in alto. Ivan era al sicuro ora, ma immaginò che la strega, vedendo dove era diretto, non avrebbe smesso di inseguirlo fino a casa.Tirò fuori dalle tasche un paio di forbici; le lanciò a terra; si aprirono allora due grandi strade: una che andava a destra, l'altra che andava a sinistra.La strega correva, correva, voleva Ivan ad ogni costo, quando, si trovò proprio dinnanzi alle due strade, aperte dalle forbici: non sapeva quale prendere e da quale parte Ivan era volato. Si disse: - quale prendo? La strada di destra, o quella sinistra? Oh, metterò un piede in questa e l'altro in quell'altra, così farò presto e lo raggiungerò!Si mise a camminare, e mettendo un piede qui, un piede là, camminando, camminando, le si allargarono le gambe a tal punto che, alla fine, si spezzarono.Non riuscì più ad andare avanti.Ivan, era lontano, ormai, tra le braccia della mamma.Le oche–cigni, volando e volando, lo avevano portato fino a casa.

il posto delle parole
Simonetta Caminiti "Connie"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Mar 14, 2022 18:10


Simonetta Caminiti"Connie"Illustrazioni di Letizia CadoniciLe trame di Circehttps://letramedicirce.org/Ex modella, ex influencer e imprenditrice di moda, lei; attore e regista di fama mondiale, suo marito. Vivevano in California, sotto i riflettori e gli occhi ammirati di tutti. Ma un vortice li ha travolti all'improvviso: Kurt Taylor, il cineasta e sposo di Constance Renoir (Connie, per gli amici e i fan), è condannato a vivere su una sedia a rotelle, e non più nel suo castello dorato di Monterey, ma in una villa di Londra in cui la vita è spenta, interrotta, buia. Così come quella di sua moglie, sparita dai tabloid e dai social. C'è un passato da nascondere, un dolore condiviso, e un'ombra femminile che si aggira per casa come un fantasma impossibile da sopprimere. Un giorno, però, arriva Fadi, il riservato ragazzo egiziano chiamato a lavorare per "i misteriosi signori Taylor". E le cose mutano creando nuovi vortici, e innescando luce, passione, vita nuova. Con un plot che richiama liberamente il triangolo erotico de L'amante di Lady Chatterley, la storia di Connie è un romanzo a fumetti che percorre lo stretto confine tra amore e morte, narrazione e colpi di scena.Simonetta Caminiti, scrittrice e direttore editoriale "Le trame di Circe":"Siamo una casa editrice indipendente, nata nel 2020, in militante opposizione a tutta l'editoria a pagamento. Produrremo narrativa intima, memoir, brevi saggi, ma anche poesia e narrativa illustrata, e racconti e romanzi a fumetti.Circe, suadente figlia del Sole, avrà “trame” benevole, e un calice ben più profondo e ricco di sorprese rispetto a quello che tutti sappiamo aver riservato a Ulisse. Le sue mani hanno unghie smaltate, perché la riscoperta del Classico ha una veste che appartiene all'Oggi e non ha paura di raccontarlo; ma lo farà con voci di talento, sottoposte ad accurata selezione, editing e promozione nazionale."IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/

ANSA Voice Daily
I primi dinosauri erano sociali e vivevano in mandrie

ANSA Voice Daily

Play Episode Listen Later Oct 22, 2021 3:59


La nuova scoperta arriva grazie all'uso dei raggi X

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
La Teologia della Pace – Filippesi 4 | 1 Agosto 2021 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Aug 2, 2021


Immagina come sarebbe la tua vita senza pensieri, preoccupazioni, affanni. Immagina di fare un lungo respiro... La tensione scompare, e non c'è niente al mondo di cui ti debba preoccupare.  C'è una sola strada per vivere questa impossibile sensazione: ricordare che Dio è in controllo, e che non ti abbandonerà mai. --- Predicatrice: Celeste Allen CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 8 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 29 minuti Chiudi gli occhi e immagina come sarebbe non avere pensieri, preoccupazioni, affanni. Immagina di fare un respiro profondo e poi espirare a lungo. Le tue spalle si abbassano, la tensione nel collo scompare, il viso si rilassa. E non c'è niente al mondo di cui ti debba preoccupare. Sei in perfetta pace. Ora confronta quella sensazione con la vita normale . La realtà è che la maggior parte di noi non vive in uno stato di pace perfetta. Viviamo in uno stato in cui ci sentiamo di avere fretta, preoccupati e molestati. Eppure, serviamo Gesù, il Principe della pace , che dice  “Vi lascio pace; vi do la mia pace.”. (Giovanni 14:27a) Quello che ha detto non era al futuro e non era al condizionale. Ci dà la pace nel presente e la dona senza condizioni. Non dobbiamo essere più forti o più santi o migliori in alcun modo . Dobbiamo semplicemente allungare la mano e prendere ciò che ci ha dato. È qualcosa che abbiamo già, dobbiamo solo averne accesso.   Cosa c'è allora che non funziona? Com'è possibile che abbiamo accesso alla pace e tuttavia viviamo in uno stato di tumulto interiore ? Forse il problema è che mentre sappiamo intellettualmente che la pace è disponibile in Cristo, non sappiamo per esperienza come afferrare quella pace. Ancora una volta ci viene in aiuto la lettera di Paolo ai credenti di Filippi. E tutto sta nel “ricordare”.  La parola “ricordare” compare 238 volte nella Bibbia. Come mai? Perché dimentichiamo! Viviamo in uno stato di amnesia spirituale, dimenticando chi siamo e ciò che conosciamo. Quindi cosa dobbiamo ricordare per vivere nella pace di Dio ? 1. La pace viene dal ricordare su cosa focalizzarsi Non ho bisogno di convincere nessuno che le nostre vite del 21° secolo sono costantemente bombardate da cose che competono per la nostra attenzione. Siamo in una battaglia senza sosta su cosa concentrarci. Un esempio ovvio sono i social media. Non credo che i social media siano il male supremo; possono essere anche essere una forza positiva. Ma avete  notato che,  non importa da dove si inizi su Facebook o Twitter su qualsiasi altro social, possiamo rapidamente sprofondare verso abissi di negatività e di rabbia?  C'è una ragione per questo; quando proviamo rabbia, i nostri corpi producono una sostanza chimica chiamata dopamina , conosciuta anche come " l' ormone del benessere" . Può sembrare strano, ma ci si sente letteralmente bene ad essere arrabbiati. Le persone che sviluppano i social media lo sanno; in una recente conferenza la professoressa di psicologia della Yale University Molly Crockett, ha affermato: " Nel tentativo di coinvolgere gli utenti il ​​più a lungo possibile sulle loro piattaforme, molte aziende utilizzano algoritmi che danno la priorità ai contenuti nei feed di natura emotiva e che potrebbero contenere esempi che creino indignazione". I social media sono progettati per farci arrabbiare, perché la rabbia produce dopamina, il che ci fa sentire bene. Quindi associamo il sentirsi bene alle piattaforme di social media.  C'è un bel po' di caos nel mondo che può farci arrabbiare; ma questo significa  che dobbiamo lavorare più duramente per trasformare i nostri occhi e il nostro cuore verso le cose di Dio , il Dio che ci da la pace.  Paolo ci dice, piuttosto che concentrarsi sul caos:  “Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi. (Filippesi 4:8-9) La pace viene dal focalizzarsi sulle cose giuste; devi chiederti: "Su cosa mi concentro?" In secondo luogo :  2. La pace viene da ricordare dove cercare aiuto  Uno dei peggiori consigli al mondo è "se tutto fallisce, allora prega". Se speriamo di avere un qualche tipo di pace, la preghiera non può essere l'ultima risorsa. Se conserviamo la preghiera per quando tutto il resto è andato storto, saremo così presi dall'ansia che non saremo in grado di ascoltare o vedere Dio, tanto meno la Sua risposta alla nostra preghiera .  Ricorda, Paolo stava scrivendo questa lettera in prigione; conosceva cosa significasse lo stress , e, più di molti di noi, avrebbe potuto avere buone ragioni  per essere ansioso. Ma invece dice: “ Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.  E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.” (Filippesi 4:6-7) Il pastore  Léonce Crump l'ha messa in questi termini: “Non devi essere ansioso di nulla, se affidi a Dio tutto.”  Paolo sapeva a chi rivolgersi nei momenti di difficoltà . Sapeva che la prima e più importante cosa da fare era andare da Dio per chiedere aiuto, per pregare . Chiediti: "Quando devo affrontare una sfida, qual è il mio posto predefinito in cui cercare aiuto?" 3. La pace viene dal ricordare chi è che soddisfa i miei bisogni  Chi si prende cura di te ? Forse lavori duramente o forse hai un lavoro ben pagato. Forse il tuo coniuge o la tua famiglia si prendono cura di te; in qualsiasi modo tu stia attraversando la vita, hai tutto sotto controllo, vero? Sbagliato!  Se abbiamo imparato qualcosa negli ultimi 18 mesi, è che non abbiamo il controllo. Noi non abbiamo il controllo, le nostre famiglie non hanno il controllo, i nostri datori di lavoro non hanno il controllo, il governo non ha il controllo. Il modo in cui attraversiamo la vita non ha nulla a che fare con i nostri sforzi di controllare la situazione- Se penso di dover provvedere o che qualcuno provveda attraverso i miei sforzi, se devo avere il controllo, devo costantemente preoccuparmi. E se succede qualcosa? Cosa succede se  chi porta a casa i soldi (che sia io o un altro membro della famiglia) si ammala? E se il mio datore di lavoro fallisce? E se, e se, e se... Ma ecco il vero "e se":"E se il Dio dell'universo fosse colui che provvede per me? " I credenti spesso citano Filippesi 4:13  “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica.” (Filippesi 4:13) Questo è uno dei versetti più mal interpretati nella Bibbia. Non perché la gente sbaglia a citarlo , ma perché lo prendono fuori contesto. Questo versetto non parla di Dio che sostiene gli sforzi di Paolo. Si tratta di Dio che dà a Paolo la pace di affrontare la privazione e l'umiltà di essere grato dell'abbondanza . Il contesto di quel versetto dice:  “ ...…poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza. Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica.” (Filippesi 4:11b-13)   Posso essere in pace perfetta, perché so che in qualunque circostanza mi trovi, o che sia pieno di soldi o che stia raschiando il fondo,  Dio è colui che provvede per me, e Lui mi può dare la pace per affrontare qualsiasi situazione . La pace viene dal ricordare chi provvede ai miei bisogni.  Poniti questa domanda: "Chi vedo come mio aiuto?" Infine,  4. La pace viene dal ricordare chi è con me Filippesi 4:5 dice:  “La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino.” (Filippesi 4:5)   Ho un'amica il cui marito viaggiava molto per lavoro. Vivevano in Asia centrale, e la mia amica si preoccupava ed aveva paura ogni volta che il marito era lontano e lei rimaneva  con i loro quattro bambini piccoli in una località non propriamente sicura .  Una notte, mentre era preoccupata per questo e per quello , sentì come se il Signore le avesse chiesto di identificare la cosa peggiore che potesse accadere. Se hai una buona immaginazione, puoi inventare i peggiori scenari senza limite , e l'ultima cosa che ti aspetti da Dio è che ti venga detto di pensarci.  Ma obbedendo a Dio, fece una bella lista di cose brutte che sarebbero potute o accadere a lei, alla sua casa e alla sua famiglia. Ma ogni volta che portava davanti a Dio un'altra cosa che sarebbe potuta accadere, capiva che in realtà  non era la cosa peggiore che sarebbe potuta accadere. E Dio la incoraggiava ad andare avanti .   Alla fine, identificò la cosa assolutamente peggiore che potesse mai accadere: che Dio l'avrebbe abbandonata. E poiché Dio ha reso abbondantemente chiaro nelle scritture che non ci lascerà mai, si rese conto che non doveva preoccuparsi . Dopo questo ha avuto pace. Lo scrittore ai credenti di Roma disse:  “ Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future,  né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.. ” ( Romani 8:38-39 )  Le cose brutte, le cose terribili, possono accadere, ma la cosa peggiore in assoluto non accadrà mai: Dio non ci abbandonerà mai.  Gesù ha detto::  " Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente.". ( Matteo 28:20 b )  Non siamo mai soli. La pace viene dal ricordare che Dio è con me. Chiediti ancora: "Come posso ricordare a me stesso, a me stessa che non sono solo, che non sono sola?"  Filippesi 4:7 è uno dei miei versi preferiti. “  “E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.”. (Filippesi 4:7) Amo l'idea di pace che vada oltre la nostra comprensione. Non ha radici in nulla di questa terra; ha radici in Dio e solo in Dio.  Il profeta Isaia dice a Dio: "A colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida.". (Isaia 26:3 ) Per avere quella mente che confida in Dio e dipende da Dio, tutto sta nel ricordare: ricordare: su cosa focalizzarsidove cercare aiutochi soddisfa i miei bisognichi è con me  Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Parole di Storie - Fiabe
La strega e la sorella del sole. Una fiaba di Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev

Parole di Storie - Fiabe

Play Episode Listen Later May 6, 2021 12:41


Vivevano un tempo, in un lontano reame, uno zar e una zarina che avevano un figlio, Ivan, muto dalla nascita. Aveva dodici anni quando un giorno andò nella stalla dal suo stalliere preferito. Questo stalliere gli raccontava sempre le fiabe e anche quella volta il principe Ivan era andato da lui per sentirne una, ma udì ben altro. - Principe Ivan! ­ disse lo stalliere - Tua madre darà presto alla luce una figlia, che sarà una terribile strega e divorerà padre, madre e tutti i sudditi. Perciò va, chiedi a tuo padre il suo cavallo migliore, come se volessi cavalcare un po', e vattene via di qui se vuoi salvarli da tanta sciagura. Continue reading

tua sole questo bambini audiolibro ragazzi aleksandr aveva strega perci fiabe adolescenza sorella fiaba lettura ad alta voce gaetano marino teatro messa in voce vivevano parole di storie bambini e famiglie
Parole di Storie
La strega e la sorella del sole. Una fiaba di Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev

Parole di Storie

Play Episode Listen Later May 6, 2021 12:41


Vivevano un tempo, in un lontano reame, uno zar e una zarina che avevano un figlio, Ivan, muto dalla nascita. Aveva dodici anni quando un giorno andò nella stalla dal suo stalliere preferito. Questo stalliere gli raccontava sempre le fiabe e anche quella volta il principe Ivan era andato da lui per sentirne una, ma udì ben altro. - Principe Ivan! ­ disse lo stalliere - Tua madre darà presto alla luce una figlia, che sarà una terribile strega e divorerà padre, madre e tutti i sudditi. Perciò va, chiedi a tuo padre il suo cavallo migliore, come se volessi cavalcare un po', e vattene via di qui se vuoi salvarli da tanta sciagura. Continue reading

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Parole di Storie - Favole
La strega e la sorella del sole. Una fiaba di Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev

Parole di Storie - Favole

Play Episode Listen Later May 6, 2021 12:41


Vivevano un tempo, in un lontano reame, uno zar e una zarina che avevano un figlio, Ivan, muto dalla nascita. Aveva dodici anni quando un giorno andò nella stalla dal suo stalliere preferito. Questo stalliere gli raccontava sempre le fiabe e anche quella volta il principe Ivan era andato da lui per sentirne una, ma udì ben altro. - Principe Ivan! ­ disse lo stalliere - Tua madre darà presto alla luce una figlia, che sarà una terribile strega e divorerà padre, madre e tutti i sudditi. Perciò va, chiedi a tuo padre il suo cavallo migliore, come se volessi cavalcare un po', e vattene via di qui se vuoi salvarli da tanta sciagura. Continue reading

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Quarta Radio
Il mago, un racconto di Grazia Deledda

Quarta Radio

Play Episode Listen Later Jun 20, 2020 14:05


Vivevano in fondo al villaggio, uno dei più forti e pittoreschi villaggi delle montagne del Logudoro, anzi la loro casetta nera e piccina era proprio l'ultima, e guardava giù per le chine, coperte di ginestre e di lentischi a grandi macchie. Filando ritta sulla porta, Saveria vedeva il mare in lontananza, nell'estremo orizzonte, confuso col cielo di platino in estate, nebbioso in inverno: cucendo presso la finestra scorgeva una immensità di vallate stendentisi ai piedi delle sue montagne, e sentiva il caldo profumo delle messi d'oro ondeggianti al sole, e il sussulto del torrente che scorreva fra le roccie e i roveti montani.

Parole di Storie
La strega e la sorella del sole. Una fiaba di Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev

Parole di Storie

Play Episode Listen Later Apr 26, 2020 12:26


Vivevano un tempo, in un lontano reame, uno zar e una zarina che avevano un figlio, Ivan, muto dalla nascita. Aveva dodici anni quando un giorno andò nella stalla dal suo stalliere preferito. Questo stalliere gli raccontava sempre le fiabe e anche quella volta il principe Ivan era andato da lui per sentirne una, ma udì ben altro. - Principe Ivan! ­ disse lo stalliere - Tua madre darà presto alla luce una figlia, che sarà una terribile strega e divorerà padre, madre e tutti i sudditi. Perciò va, chiedi a tuo padre il suo cavallo migliore, come se volessi cavalcare un po', e vattene via di qui se vuoi salvarli da tanta sciagura. [...] Continue reading

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Parole di Storie - Fiabe
La strega e la sorella del sole. Una fiaba di Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev

Parole di Storie - Fiabe

Play Episode Listen Later Apr 26, 2020 12:26


Vivevano un tempo, in un lontano reame, uno zar e una zarina che avevano un figlio, Ivan, muto dalla nascita. Aveva dodici anni quando un giorno andò nella stalla dal suo stalliere preferito. Questo stalliere gli raccontava sempre le fiabe e anche quella volta il principe Ivan era andato da lui per sentirne una, ma udì ben altro. - Principe Ivan! ­ disse lo stalliere - Tua madre darà presto alla luce una figlia, che sarà una terribile strega e divorerà padre, madre e tutti i sudditi. Perciò va, chiedi a tuo padre il suo cavallo migliore, come se volessi cavalcare un po', e vattene via di qui se vuoi salvarli da tanta sciagura. [...] Continue reading

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Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
L’assassino degli alberi. Una novella di Grazia Deledda messa in voce da Tonino Mesina

Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie

Play Episode Listen Later Mar 5, 2020 20:55


Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato “Archibusata”, forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi.

Quarta Radio
L’assassino degli alberi. Una novella di Grazia Deledda

Quarta Radio

Play Episode Listen Later Mar 5, 2020 20:55


Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato “Archibusata”, forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi.

Grazia Deledda - scritti in voce e altri racconti
L’assassino degli alberi. Una novella di Grazia Deledda

Grazia Deledda - scritti in voce e altri racconti

Play Episode Listen Later Mar 5, 2020 20:55


Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato “Archibusata”, forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi.

Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
L’assassino degli alberi. Una novella di Grazia Deledda messa in voce da Tonino Mesina

Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango

Play Episode Listen Later Mar 5, 2020 20:55


Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato “Archibusata”, forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi.

Ultima di campionato, di Francesco Abate
L’assassino degli alberi. Una novella di Grazia Deledda messa in voce da Tonino Mesina

Ultima di campionato, di Francesco Abate

Play Episode Listen Later Mar 5, 2020 20:55


Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato “Archibusata”, forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi.

Spettacoli&Reading
L’assassino degli alberi. Una novella di Grazia Deledda messa in voce da Tonino Mesina

Spettacoli&Reading

Play Episode Listen Later Mar 5, 2020 20:55


Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato “Archibusata”, forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi.

Giulio Angioni, Scritti in Voce
L’assassino degli alberi. Una novella di Grazia Deledda messa in voce da Tonino Mesina

Giulio Angioni, Scritti in Voce

Play Episode Listen Later Mar 5, 2020 20:55


Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato “Archibusata”, forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi.

Problems, di Cesare Giombetti
L’assassino degli alberi. Una novella di Grazia Deledda messa in voce da Tonino Mesina

Problems, di Cesare Giombetti

Play Episode Listen Later Mar 5, 2020 20:55


Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato “Archibusata”, forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi.

Giacomo Leopardi Opere
L’assassino degli alberi. Una novella di Grazia Deledda messa in voce da Tonino Mesina

Giacomo Leopardi Opere

Play Episode Listen Later Mar 5, 2020 20:55


Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato “Archibusata”, forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi.

Anninnora, poesie di Giulio Angioni
L’assassino degli alberi. Una novella di Grazia Deledda messa in voce da Tonino Mesina

Anninnora, poesie di Giulio Angioni

Play Episode Listen Later Mar 5, 2020 20:55


Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato “Archibusata”, forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi.

Alla più bella, nascita e sorte della città di Troia
L’assassino degli alberi. Una novella di Grazia Deledda messa in voce da Tonino Mesina

Alla più bella, nascita e sorte della città di Troia

Play Episode Listen Later Mar 5, 2020 20:55


Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato “Archibusata”, forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi.

Parole di Storie - Fiabe
La rosa, una fiaba dei fratelli Grimm

Parole di Storie - Fiabe

Play Episode Listen Later Feb 3, 2020 3:42


C'era una volta una povera donna che aveva due bambini. Vivevano tutti in una casa di campagna, e in quel tempo, era calato l’inverno, e faceva tanto freddo. La mamma badava alla casa e il più piccolo andava andare tutti i giorni nel bosco d’intorno a fare legna. Una volta il piccolo fanciullo si era spinto molto lontano per cercar legna, quando d’improvviso gli si avvicinò un bambino piccino. Quel bambinello, che era tutto bello e luminoso, lo aiutò con cortesia e gentilezza a raccogliere la legna. Tanto gentile e premuroso che gliela portò fino a casa. E appena ebbe appoggiato la legna alla porta, in un attimo, così com’è comparso, il bambinello caro sparì. Continue reading

tanto quel morte grimm bambino fratelli la rosa cera audiolibro sonno fiabe fiaba lettura ad alta voce gaetano marino vivevano letture ad alta voce parole di storie letteratura infanzia letteratura ragazzi
Bologna, dicono di lei

‘A cento a cento salgono dalla tomba gli spiriti della Storia' scriveva Goethe passeggiando sotto ai portici e non c'è resoconto che non citi le antiche biblioteche, come questa, la Sala Borsa, deposito di uno dei beni più supremi della città: la sua conoscenza. “Un monaco dovrebbe certo amare i suoi libri con umiltà, volendo il loro bene e non la gloria della propria curiosità: ma quello che per i laici è la tentazione dell'adulterio e per gli ecclesiastici secolari è la tentazione delle ricchezze per questi monaci è la seduzione della conoscenza. Non mi stupivo che il mistero dei delitti ruotasse intorno alla biblioteca. Per questi uomini votati alla scrittura la biblioteca era al tempo stesso la Gerusalemme celeste e un mondo sotterraneo al confine tra la terra incognita e gli inferi. Essi erano dominati dalla biblioteca, dalle sue promesse e dai suoi interdetti. Vivevano con essa e forse contro di essa, sperando colpevolmente di violarne un giorno tutti i segreti. Perché non avrebbero dovuto rischiare la morte per soddisfare una curiosità della loro mente o uccidere per impedire che qualcuno si appropriasse di un loro segreto così geloso?” Umberto Eco, Il Nome della Rosa ©Elleboro editore - Lorenzo Notte

Parole di Storie
La rosa, una fiaba dei fratelli Grimm

Parole di Storie

Play Episode Listen Later Feb 3, 2020 3:42


C'era una volta una povera donna che aveva due bambini. Vivevano tutti in una casa di campagna, e in quel tempo, era calato l’inverno, e faceva tanto freddo. La mamma badava alla casa e il più piccolo andava andare tutti i giorni nel bosco d’intorno a fare legna. Una volta il piccolo fanciullo si era spinto molto lontano per cercar legna, quando d’improvviso gli si avvicinò un bambino piccino. Quel bambinello, che era tutto bello e luminoso, lo aiutò con cortesia e gentilezza a raccogliere la legna. Tanto gentile e premuroso che gliela portò fino a casa. E appena ebbe appoggiato la legna alla porta, in un attimo, così com’è comparso, il bambinello caro sparì. Continue reading

tanto quel morte grimm bambino fratelli la rosa cera audiolibro sonno fiabe fiaba lettura ad alta voce gaetano marino vivevano letture ad alta voce parole di storie letteratura infanzia letteratura ragazzi
Tre Soldi - I documentari di Radio 3
TRE SOLDI - IL NOSTRO SCONTENTO P03

Tre Soldi - I documentari di Radio 3

Play Episode Listen Later May 8, 2019 15:00


#3 | IL PROCESSO, di Antonella Lattanzi | Mia madre aveva quattro fratelli. Vivevano in una grande casa in centro, a Bari, i grossi scuri sempre accostati, le stanze che risuonavano di voci. Una notte sua madre, mia nonna Clara, morì. La sera prim...

nostro soldi vivevano
Radio Bullets
MondoRoma. In memoria.

Radio Bullets

Play Episode Listen Later Mar 15, 2019 4:47


Rubrica a cura di Mondita Associazione. Paolo, Virginia, Pilar, Harina, Rosemary, Joanna, Michael, Zhen-Zhen, Djordje, vivevano e lavoravano a Roma. Il fatto della settimana è speciale perché dedicato alla morte di alcune persone di diverse età, origini e storia che però avevano in comune l’impegno professionale e sociale verso altri Popoli nel mondo della Cooperazione Internazionale e dell’Immigrazione. Vivevano a Roma anche se non erano tutti-e di Roma perché il loro lavoro era legato ad alcune organizzazioni internazionali e nazionali come il World Food Program e la ONG Cisp. Una tragedia aerea, come quella di giorni fa in Etiopia, coinvolge sempre centinaia di vite di famiglie e ogni nazione, ogni persona e ogni gruppo di parenti e amici vive il dramma della scomparsa improvvisa e violenta di un proprio caro-a. In quell’aereo c’erano fra gli altri, 32 keniani, 18 canadesi, 8 cinesi, 8 americani, 8 italiani, 7 britannici, 7 francesi, e ancora alcuni passeggeri originari dell’Olanda, Spagna, Austria, Slovacchia, Svezia, Russia, Polonia, Marocco, Israele: tante nazionalità diverse in un solo aereo! In questo breve articolo ci teniamo a sottolineare due aspetti: l’importanza delle singole persone, delle loro qualità umane e professionali in un ambito specifico come la Cooperazione Internazionale e la Immigrazione; la varietà e la ricchezza del panorama umano di Roma in quanto capitale e sede di decine di istituzioni e organizzazioni internazionali. La morte improvvisa di alcuni protagonisti più o meno giovani crea vuoti significativi non solo dal punto di vista affettivo ed umano ma anche da quello professionale nelle singole strutture che ne soffriranno per la mancanza delle loro qualità e ruoli in parte non sostituibili. E’ un dramma, un “danno” sociale che interviene negativamente impoverendo di fatto quella organizzazione e la società intera. Roma come città, l’Italia come Paese, il mondo della Cooperazione Internazionale e dell’Immigrazione con questo maledetto incidente ha perso una parte preziosa di sé, del suo presente e futuro, in un momento in cui purtroppo la qualità umana, sociale e politica scarseggia, per essere buoni e generosi. Anche se chi è morto non era famoso-a come altre personalità più conosciute del medesimo mondo dell’impegno internazionale, dalle testimonianze di amici e colleghi-e ci si rende ben conto di quali perdite significative siano avvenute. Certamente Roma e l’Italia sono piene di energie, di qualità umane e professionali nascoste, ma le riserve non sono infinite. Speriamo solo che come spesso accade ma non sempre, chi rimane vivo e attivo senta la responsabilità e una spinta nuova a continuare, potenziare e migliorare il suo impegno umano e professionale nei settori e nelle organizzazioni di cui facevano parte le vittime.

Podcast Italiano
La storia di Italo, cap. 1 – Principiante #6

Podcast Italiano

Play Episode Listen Later May 21, 2018 4:37


Vai al capitolo 2Benvenuti su Podcast Italiano. Questo è il primo episodio di una serie di livello principiante scritta e narrata da me, Davide Gemello e Erika Porreca. È la storia di Italo, figlio di genitori italiani, che non ha mai conosciuto. Su podcastitaliano.com troverete la traduzione e la trascrizione di questo episodio. La musica è scritta da me. Buon ascolto! Capitolo primo Marzo 1969Mi chiamo Italo, ho 30 anni e oggi voglio chiedere una cosa importante a mia madre: “Raccontami la mia infanzia”.My name is Italo, I’m 30 years old and today I want to ask my mother something important: “Tell me about my childhood”.So che mia mamma, Caroline, non è la mia vera mamma. Non so altro: ho paura del mio passato.I know that my mother Caroline is not my real mother. That’s all I know: my past scares me.-  Mamma, raccontami la verità.- Mom, tell me the truth-  Sei sicuro Italo?- Are you sure, Italo?-  Sono pronto.-  I’m ready.- Va bene. Cominciamo. Sei nato 30 anni fa, in Italia. Per questo ti chiami Italo.- Fine. Let’s start. You were born 30 years ago, in Italy. That’s why your name is Italo.- Già, Italo non è un nome americano.- Yeah, Italo is not an American name.- Si, è vero. Ma è un bel nome.- Yes, that’s true. But it’s a beautiful name.Vivo in America, parlo americano. Non ho mai visto l’Italia, solo in televisione.I live in America, I speak American. I’ve never seen Italy. Only on TV.- I tuoi veri genitori erano molto poveri. Vivevano nella città di Torino, tuo papà era un operaio. Quando eri ancora molto piccolo, avevi due anni, è scoppiata la guerra.- Your real parents were very poor. They lived in the city of Torino, your father was a laborer. When you were still very young, the war broke out.-  La Seconda Guerra Mondiale.- The Second World War.- Esatto. I tuoi genitori ti amavano molto, ma era pericoloso restare in Italia.  Così, sei venuto in America.- Yeah. Your parents really loved you, but staying in Italy was dangerous. So you came to America.- Come? Perché loro non sono venuti con me?- How? Why didn’t they come with me?- Erano troppo poveri. La cugina di tua mamma, Anna, viveva qui in America. Mio marito, Harry, che tu chiami papà, era suo amico. I tuoi genitori hanno deciso di mandarti in America, lontano dalla guerra. Harry era in Italia per lavoro nel maggio 1941. Con dei documenti falsi, ti ha portato con lui qui in America, da Anna.- They were too poor. Your mother’s cousin, Anna, lived here in America. My husband, Harry, was a friend of hers. Your parents decided to send you to America, far from the war. Harry was in Italy for work in May 1941. With some false documents, he brought you with him here in America, to your aunt.Sono sconvolto. Ho tante domande.I’m shocked. I have many questions.- E dov’è ora la cugina di mia madre?- Where is mother's cousin now?- È morta tre mesi dopo il tuo arrivo. Un incidente. Non ti ricordi, eri molto piccolo.- She died three months after your arrival. An accident. You can’t remember, you were very young.- E poi?- And then?- Harry voleva adottarti. Si era innamorato di te nel viaggio dall’Italia all’America. Eri un bambino molto dolce. Sei diventato nostro figlio quando avevi due anni.- Harry wanted to adopt you. He fell in love with you during the journey from Italy to America. You were a very sweet child. You became our son when you were two.Così, sono venuto in America perché in Italia c’era la guerra. Sono stato adottato. Sembra un film.So, I came to America because there was a war in Italy. I was adopted. It sounds like a film.- E i miei genitori? Dove sono? Che cosa fanno? Sono vivi?- What about my parents? Where are they? What do they do? Are they alive?- Non sappiamo. Con la guerra, era difficile restare in contatto.- We don’t know. During the war, it was hard to keep in touch.-  Come si chiamavano?- What were their names?-  Sappiamo solo i loro nomi: Paola e Carlo.-  We only know their first names: Paola and Carlo.- Forse sono ancora vivi.

Libro di Cielo, Volume 1
63. Mi sentivo divinizzata. Non più io vivevo ma Loro vivevano in me

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Play Episode Listen Later Apr 11, 2018


fiat supremo loro piccarreta vivevano sentivo
Grazia Deledda - scritti in voce e altri racconti
Il mago, un racconto di Grazia Deledda

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Play Episode Listen Later Jan 3, 2018 14:05


Vivevano in fondo al villaggio, uno dei più forti e pittoreschi villaggi delle montagne del Logudoro, anzi la loro casetta nera e piccina era proprio l'ultima, e guardava giù per le chine, coperte di ginestre e di lentischi a grandi macchie. Filando ritta sulla porta, Saveria vedeva il mare in lontananza, nell'estremo orizzonte, confuso col cielo di platino in estate, nebbioso in inverno: cucendo presso la finestra scorgeva una immensità di vallate stendentisi ai piedi delle sue montagne, e sentiva il caldo profumo delle messi d'oro ondeggianti al sole, e il sussulto del torrente che scorreva fra le roccie e i roveti montani.