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Nella festa dell'Epifania e nei giorni successivi, la liturgia della Chiesa ci ricorda la presenza dei Re Magi nella Grotta di Betlemme. I Re Magi non erano “Maghi”, ma principi che vivevano in Oriente, dove studiavano i moti celesti per comprendere, attraverso i loro movimenti, le divine profezie. Questi re furono docili alla voce della grazia, che mormorava loro: “Orietur stella”, si leverà una stella. Per seguire la stella che apparve loro, lasciarono la loro patria, le loro ricchezze, il loro riposo. Dio, che li aveva chiamati da terre diverse, li riunì in uno stesso viaggio come in una stessa fede. Malgrado le difficoltà materiali e morali di un viaggio di cui ignoravano la fine, non persero mai la fiducia nella stella che li guidava. I Magi, dice il padre Faber, seguivano la stella come si segue una vocazione, senza sapere chiaramente di seguire un impulso divino. Giunsero finalmente a Gerusalemme. “Ed ecco la stella, che avevano veduta in Oriente, andar loro innanzi, finché venne a fermarsi sopra il luogo dove era il bambino” (Mt, 2, 9). Entrarono nella misera Grotta di Betlemme e videro un bambino su una mangiatoia, vegliato da una giovane madre e da un uomo un poco più anziano, ma altrettanto attento e premuroso. Non ebbero un attimo di dubbio. Compresero immediatamente di trovarsi di fronte al Messia promesso, il Re dei Re, il Salvatore dell'umanità. Il carattere distintivo dei Magi fu la fede che li animava. Dopo la fede di san Pietro e di Abramo, secondo il padre Faber, mai vi fu al mondo una fede come quella dei Magi. “La fede è quella che risaltò in essi a ogni istante; è una fede che fu eroica fin dai primordi”. Adorarono l'Uomo-Dio.e si prostrarono davanti alla Madre Divina. Ebbero la grazia di essere i primi, dopo Maria e Giuseppe, ad offrire sulla terra un atto di adorazione esterna al Bambino di Betlemme. Il Corpo Mistico della Chiesa, è rappresentato in questo momento dalla Sacra Famiglia, dai Magi e dai Pastori. E' i Magi offrono il primo atto di culto solenne e ufficiale al Bambino Divino, che è il Capo di questo Corpo Mistico. Betlemme, dice dom Guéranger, non è soltanto il luogo della nascita del Redentore, ma è anche la culla della Chiesa. Betlemme, aggiungiamo, è anche l'atto di nascita della Civiltà cristiana, rappresentata da questi Re che rappresentano il potere secolare che si sottomette a Cristo, riconoscendolo come Signore del Cielo e della terra. Il principio della Regalità sociale di Cristo, ha la sua origine nell'adorazione dei Re Magi a Betlemme. I nomi dei Magi, secondo la tradizione della Chiesa, erano Gaspare, Baldassarre e Melchiorre. Melchiorre rappresentava la razza di Sem, Gaspare la razza di Cam, Baldassarre quella di Jafet. Sono i tre rami della famiglia umana discendente da Noè. Le nazioni, scrive Ernest Hello, sono presentate nella persona dei loro rappresentanti: tutte sono chiamate dalla medesima stella. “La stessa attrazione, in ugual modo celeste e maestosa, le riunisce e le inchina nella stessa adorazione”. I Magi offrirono all'Uomo-Dio l'oro, l'incenso e la mirra, che simboleggiano, secondo i Padri della Chiesa, la regalità, la divinità e l'umanità del Salvatore. A Lui erano dovuti, con l'oro, gli onori di Re; con l'incenso, il culto divino; con la mirra, la fede nella sua umanità. La lunga attesa del Messia si dissolve in quest'istante, che ha in sé tutta la fecondità dei secoli futuri. Ritornati a casa, i Magi conservarono fedelmente la memoria di Betlemme. Vivevano ancora quando l'apostolo san Tommaso arrivò nei loro paesi. San Tommaso aveva visto Gesù risuscitato, i Magi lo avevano visto bambino nella capanna di Betlemme. Il loro incontro fu certo emozionante. I Magi dedicarono tutto il resto della loro vita alla predicazione del Vangelo. Poi tornarono a Gerusalemme per contemplare i luoghi della Passione, morte e Resurrezione di Gesù Cristo e qui morirono. Sant'Elena fece trasferire le loro spoglie a Costantinopoli, nella basilica di Santa Sofia. In seguito l'imperatore ne fece dono al vescovo Eustorgio che le portò a Milano, dove fece erigere una basilica in loro onore. Quando Federico Barbarossa prese e saccheggiò questa città, i loro resti, nel 1164, furono trasferiti a Colonia, in Germania. Reinoldo, arcivescovo di Colonia, fece fabbricare per loro il reliquiario più prezioso dell'intero mondo cristiano e su di esso fu elevato un reliquiario ancora più grande: il Duomo di Colonia. Con Gerusalemme la "Città Santa", con Roma la "Città Eterna", con Santiago di Compostella in Spagna, Colonia, grazie ai Magi, è divenuta nel corso dei secoli uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti dell'Occidente cristiano. Lo ha ricordato Benedetto XVI nel 2005, quando, visitò la cattedrale di Colonia, e si raccolse in preghiera davanti al reliquiario che raccoglie i resti dei Magi. Benedetto, che parlava spesso dei Re Magi disse: “I Magi provenienti dall'Oriente sono soltanto i primi di una lunga processione di uomini e donne che nella loro vita hanno costantemente cercato con lo sguardo la stella di Dio, che hanno cercato quel Dio che a noi, esseri umani, è vicino e ci indica la strada. È la grande schiera dei santi - noti o sconosciuti - mediante i quali il Signore, lungo la storia, ha aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine; questo, Egli sta facendo tuttora.” (Discorso del 20 agosto 2005). Ai quei Re Magi, che venivano da Oriente, affidiamo oggi le sorti dell'Occidente, affidiamo le sorti della Cristianità, affidiamo in particolare le sorti della chiesa di Germania che sembra voler propagare un incendio alla Chiesa intera. E che Maria stella matutina, Maris stella, guidi la nostra strada, coome la stella di Betlemme guidò la loro. (Roberto de Mattei)
Giovanni Carlo Federico Villa"I colori della fede a Venezia"Tiziano, Tintoretto, Veronesea cura di don Gianmatteo Caputo e Giovanni Carlo Federico VillaMostra aperta fino al 5 marzo 2023 Complesso Monumentale di San FrancescoCuneo, Via Santa Maria, 10La mostra conclude il ciclo di iniziative realizzate nel corso del 2022 per celebrare i 30 anni della Fondazione CRC, istituzione da sempre attiva per sostenere e promuovere attività culturali di valore finalizzate ad accrescere il ruolo e la riconoscibilità del territorio cuneese come centro di produzione culturale. Realizzato insieme a Intesa Sanpaolo nell'ambito di Progetto Cultura, piano pluriennale delle iniziative con cui la Banca esprime il proprio impegno per la promozione dell'arte e della cultura nel nostro Paese, il progetto offre al pubblico per la prima volta l'una accanto all'altra cinque grandi pale d'altare dei maestri del Rinascimento veneto Tiziano Vecellio, Jacopo Robusti detto il Tintoretto e Paolo Caliari detto il Veronese, provenienti da altrettante chiese veneziane. Ospitata in una architettura medievale ora monumento nazionale, la mostra presenta alcuni fra i più grandi capolavori che la Chiesa veneziana possiede, sia per importanza che per dimensione, opera dei suoi artisti sublimi e più rappresentativi. La mostra si propone di restituire una precisa percezione di come il colore veneziano si sia posto al servizio della sacra narrazione. Le opere presentate, risalenti al periodo compreso tra il 1560 e il 1565, risultano in perfetto dialogo cronologico e stilistico e si confrontano con temi fondamentali nell'iconografia cristiana: l'Annunciazione e l'Incarnazione, il Battesimo di Cristo, l'Ultima Cena, la Crocifissione e la Resurrezione.Apre la mostra l'Annunciazione (1563-1565) di Tiziano proveniente dalla Chiesa di San Salvador. Del Veronese vengono presentate il Battesimo di Cristo (1560-1561) dalla Chiesa del Redentore e la Resurrezione di Cristo (1560 circa) dalla Chiesa di San Francesco della Vigna. Di Tintoretto vengono esposte l'Ultima Cena (1561-1566) dalla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio detta San Trovaso e la Crocifissione (1560 circa) dalla Chiesa di Santa Maria del Rosario detta dei Gesuati. Due delle opere esposte, il Battesimo di Cristo del Veronese e la Crocifissione di Tintoretto sono state inoltre restaurate nell'ambito di edizioni passate di Restituzioni, il programma di restauri curato e gestito da Intesa Sanpaolo. IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Omelia della Santa Messa del 6 Novembre 2022, XXXII Domenica del Tempo Ordinario, anno C, tenuta da p. Francesco M. Budani, FI.
Il momento più buio del nostro ripercorrere l'epopea di Michael Myers è arrivato. Siamo al film che neanche Andrea Maderna ha il coraggio di difendere. Entrate a vostro rischio e pericolo. Buon ascolto! Soundtraccia: Pengo (Locomotive Mix) - Andrea Babich
Aldo Becce"Kum! Festival"https://www.kumfestival.it/Il tema del fine vita chiude un ciclo aperto a suo tempo con l'edizione del festival dedicata a L'origine della vita.La crisi pandemica che ha colpito le nostre società non ha fatto che rendere più drammatica un'esperienza che interroga da sempre la vita umana. Come e più di tutte le soglie che la nostra avventura attraversa, l'ultima si carica di significati molteplici e proietta la sua ombra potente sulle precedenti.Ma il fine vita è ancora un momento della vita, un passaggio in cui è possibile fare qualcosa di sé, un'occasione in cui dare testimonianza di un'esistenza e raccogliere la testimonianza di chi l'ha accompagnata e la accompagna. Ecco perché il tempo della fine è un tempo enigmatico, apre domande etiche, scuote la politica, divide l'opinione pubblica, suscita controversie giuridiche, interroga le pratiche mediche e i saperi scientifici, sfida le più antiche tradizioni religiose.Così il festival allargherà lo sguardo per cerchi concentrici, estendendo l'interrogazione alla fine delle grandi narrazioni storiche, al tramonto di mondi culturali e assetti geopolitici, alla catastrofe climatica che sembra procedere inarrestabile, alla nascita e alla morte delle stelle e degli universi.Federico Leoni, Massimo RecalcatiSabato 15 ottobre 2022, ore 14:00Lectio Magistralis "Morte, lutto, resurrezione"con Aldo BecceDomenica 16 ottobre 2022, ore 15:00Dialoghi "Quando finisce un amore"con Mariela Castrillejo e Aldo BecceAldo Becce, nato in Argentina, vive e lavora a Trieste come psicoanalista.Inizia l'esperienza clinica come membro fondatore di un servizio di psicopatologia in un ospedale a Buenos Aires, nel 1979.Ha un'esperienza decennale come psicologo nel Servizio Sociale del Comune di Muggia (TS).È stato Giudice Onorario presso il Tribunale per Minorenni di Trieste ed è Perito e Consulente Tecnico d'Ufficio in ambito penale e civile.Presidente di Jonas Italia - Ente di coordinamento delle sedi locali Jonas, Telemaco e Gianburrasca che eredita i valori e la mission di Jonas Onlus - Centro di Clinica Psicoanalitica per i Nuovi Sintomi, fondata nel 2003 da Massimo Recalcati.È stato professore di Pedagogia Interculturale della Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Trieste.Attualmente è professore delle materie Psicologia Evolutiva 1, Psicoanalisi applicata al campo giuridico e Deontologia Professionale/Erica della Psicoanalisi nell'IRPA, Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata sedi di Milano ed Ancona e del Seminario d'introduzione alla Psicologia Giuridica nella Facoltà di Psicologia dell'Università di Trieste.È membro della Società Triestina di Psicoanalisi.È autore del libro Scene della vita forense. Psicoanalisi Lacaniana e discorso giuridico. Mimesis, Milano 2017.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Quello di poter parlare e comunicare con i propri defunti è un'idea che frulla nella mente dell'uomo da secoli. Il legame con i nostri cari scomparsi non si esaurisce di certo con la vita. Il mondo che ci circonda con profumi, colori e stimoli sensoriali di ogni tipo può farci rivivere un ricordo.Basta davvero poco… l'odore di torta appena sfornata al mattino ed è subito colazione con i cugini dai nonni, quando la massima preoccupazione della giornata consisteva nello scegliere cosa mangiare per pranzo. Però certo… rivivere vecchi ricordi è una cosa, avere la possibilità di intrattenere un discorso, o per i più temerari vedere un caro defunto è un'altra. Quali potrebbero essere i lati positivi, e quali quelli negativi?Come al solito, il mondo si divide in due: chi pensa all'invenzione come un'epica svolta che possa migliorare le nostre vite, e portare un po' di felicità a vedovi e vedove, e chi invece vede tale sviluppo come un aborto tecnologico. Una gesto che non si sarebbe nemmeno mai dovuto pensare, perché di fatto una voce legata a processi computerizzati può fare più male che bene, dato che non si tratta di una reale resurrezione.La nostra storia però non parte da Alexa. Nossignore…l'assistente vocale di Amazon sarà il punto di arrivo. Il nostro entusiasmante viaggio alla scoperta di questo fatto di cronaca a metà tra il macabro e l'inspiegabile ha inizio in Corea del sud.Scopri il progettowww.giallopsicologico.it/Accedi agli episodi segreti su Patreonwww.patreon.com/giallopsicopodcast
Giovanni 11:17-27 - Possiamo sempre rivolgerci a Gesù non perché abbiamo fatto qualcosa ma perché lui ha fatto tutto per noi. Dio vuole rispondere al tuo bisogno con una speranza più grande. Gesù è la resurrezione e la vita!
Attilio Brilli"La più bella pittura del mondo"PIero della Francesca nelle parole e nello sguardo di scrittori, poeti, artistiAboca Edizionihttps://abocaedizioni.it/In questo saggio, Attilio Brilli offre un modo nuovo di confrontarsi con l'opera di Piero della Francesca attraverso le parole di narratori, saggisti, poeti, artisti, scienziati, filosofi appartenenti a nazionalità e a tradizioni culturali diverse – come Aldous Huxley, Albert Camus, John Dos Passos, Iris Murdoch, Giorgio Bassani, Giuseppe Ungaretti, Piero Calamandrei, Mario Luzi, Fernando Botero, Yves Bonnefoy, John Berger e molti altri.Le loro riflessioni mettono in luce aspetti dei capolavori dell'artista che hanno poco a che fare con la storia dell'arte. In questo volume, infatti, Piero non è più un oggetto di analisi, bensì un soggetto capace di interagire con il mondo contemporaneo. Mentre non avrebbe alcun senso parlare di viaggio o pellegrinaggio con riferimento a Raffaello, Michelangelo, o Caravaggio, l'unico modo per conoscere Piero è sempre stato quello di andare a cercarlo nella sua terra. Piero rappresenta proprio il caso di un artista le cui opere sono comprese nell'ambito di un percorso breve e circoscritto che ha come baricentro Sansepolcro ecome terminali Arezzo a ovest, Urbino e Rimini a est. Muoversi lungo questo asse – definito a livello internazionale “The Piero della Francesca Trail” – significa ricalcare i passi del pittore che soleva viaggiare presso le cortidei Montefeltro e dei Malatesta.Un itinerario che ci remunera con il ciclo della Leggenda della vera Croce di Arezzo, con la Madonna del parto di Monterchi, con la Resurrezione, la Madonna della Misericordia e il frammento del San Giuliano di Sansepolcro, con le tavole della Flagellazione e della Madonna di Senigallia di Urbino e con l'affresco malatestiano di Rimini come Aldous Huxley, Albert Camus, John Dos Passos, Iris Murdoch, Giorgio Bassani, Giuseppe Ungaretti, Piero Calamandrei, Mario Luzi, Fernando Botero, YvesBonnefoy, John Berger e molti altri. Le loro riflessioni mettono in luce aspetti dei capolavori dell'artista che hanno poco a che fare con la storia dell'arte. In questo volume, infatti, Piero non è più un oggetto di analisi, bensì un soggetto capace di interagire con il mondo contemporaneo. Mentre non avrebbe alcun senso parlare di viaggio o pellegrinaggio con riferimento a Raffaello, Michelangelo, o Caravaggio, l'unico modo per conoscere Piero è sempre stato quello di andare a cercarlo nella sua terra.Piero rappresenta proprio il caso di un artista le cui opere sono comprese nell'ambito di un percorso breve e circoscritto che ha come baricentro Sansepolcro e come terminali Arezzo a ovest, Urbino e Rimini a est. Muoversi lungo questo asse – definito a livello internazionale “The Piero della Francesca Trail” – significa ricalcare i passi del pittore che soleva viaggiare presso le corti dei Montefeltro e dei Malatesta.Un itinerario che ci remunera con il ciclo della Leggenda della vera Croce di Arezzo, con la Madonna del parto di Monterchi, con la Resurrezione, la Madonna della Misericordia e il frammento del San Giuliano di Sansepolcro, con le tavole della Flagellazione e della Madonna di Senigallia di Urbino e con l'affresco malatestiano di Rimini.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Anche Lui è Resuscitato!! Noi ti seguiremo .. N° DATA REGIONE DESTINAZIONE KM 1 11 Maggio 2022 Sicilia (Nizza di Sicilia, Messina) 28 + (Traghetto* 3,2miglia) 2 12 maggio 2022 Calabria (Amantea) 158 3 13 maggio 2022 Basilicata (Policoro) 171 4 14 maggio 2022 Puglia (Candela) 181 5 15 maggio 2022 Campania (Ariano Irpino) 61 6 16 maggio 2022 Molise (Venafro) 121 7 17 maggio 2022 Abruzzo (Barrea) 59 8 18 maggio 2022 Lazio (Norma + Rocca Massima) 161 9 19 maggio 2022 Umbria (Narni) 145 10 20 maggio 2022 Marche (Cagli) 147 11 21 maggio 2022 Emilia-Romagna (Riviera Adriatica, Riccione) 73 12 22 maggio 2022 Veneto (Adria) 155 13 23 maggio 2022 Friuli (Codroipo) 150 14 24 maggio 2022 Trentino (144 Tezze + 100 Torbole) 144+100 15 25 maggio 2022 Lombardia (Brescia – Melegnano - Tribiano) 83+94+11 16 26 maggio 2022 Valle d'Aosta (Montjovet, PN Gran Paradiso) 183 17 27 maggio 2022 Piemonte (Casale Monferrato) 116 18 28 maggio 2022 Liguria (Sestri Levante) 160 19 29 maggio 2022 Toscana (Pisa) 156 20 30 maggio 2022 Sardegna (Olbia - Porto Pollo) 44 --- Send in a voice message: https://anchor.fm/ideepericolose/message
- Fuga di Guglielmo II - La fondazione dell'assemblea costituente a Weimar - NB l'indicazione di Weimar come capitale è un mio errore! A Weimar si riunisce l'assemblea costituente, ma la capitale dello Stato continua ad essere Berlino. Chiedo scusa per l'errore. - Ebert - SPD e Zentrum - Lega di Spartaco - Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht - Wolfgang Kapp --- Send in a voice message: https://anchor.fm/stefano-dambrosio5/message
Noi partecipiamo allo spirito universale di questa prima lettera, che la tradizione attribuisce all'apostolo Pietro, scritta da Babilonia cioè da Roma, nella fraternità che circonda il primo dei Dodici al cui si associano tanti nomi: Silvano, ma anche quello di Marco che lui chiama figlio mio. E questo indizio ci aiuta a vivere la festa dell'Evangelista che celebriamo oggi nella chiesa, portando dentro di noi le stesse indicazioni e gli stessi sentimenti che l'apostolo Pietro suggerisce. Vigilare in questo tempo è essere sobri, vigilare, perché il nostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. E quando Pietro, accompagnato e assistito dal figlio suo Marco, scrive, si rivolge a comunità che nell'Asia Minore soffrivano, erano ferite dal male, avevano bisogno di coraggio. Oggi noi stessi festeggiamo l'apostolo Marco, avendo sotto gli occhi le nostre comunità sorelle in tanti luoghi del mondo e particolarmente in Ucraina. Marco ha raccolto da Pietro i racconti sulla vita del Signore Gesù e Marco appartiene alla seconda generazione di questa comunità credente, gli Apostoli, ai quali siamo tutti debitori. Marco, raccogliendo ciò che Pietro gli aveva trasmesso, riporta anche nel suo Vangelo tanti detti del Signore Gesù, i suoi discorsi, i miracoli e nel suo Vangelo si trasmette in maniera misteriosa la verità della nostra fede: Gesù è il figlio, il Cristo, l'amato dal Padre. E' lui che viene confessato da Pietro nell'ottavo capitolo:”Tu sei il Cristo”. Ma solo dopo la Resurrezione questa rivelazione si troverà sulla bocca del centurione, che riconoscerà in lui il figlio di Dio. Tutto il vangelo di Marco sembra dirci che il Signore Gesù lo si capisce solo dopo la Resurrezione. https://www.santegidio.org/
E' bene, in questa settimana di Pasqua, soffermarsi sul Vangelo della Resurrezione e leggere e rileggere tutti i Vangeli della Resurrezione, ma anche le parole dell'apostolo Paolo sulla Resurrezione, nella prima e nella seconda lettera ai Corinzi, perché i nostri pensieri sono spinti indietro; in un certo senso si riposizionano a prima della Pasqua. La Pasqua è sempre una novità nella vita e, proprio perché novità, è imprevedibile in quell'impatto tra il Vangelo della Resurrezione e la nostra vita. E la nostra storia quest'anno è anche purtroppo storia di tante guerre e della guerra in Ucraina. Il Vangelo narra che Maria di Magdala andò al Sepolcro. La pietra era ribaltata, Gesù non c'era più. Dopo il processo, la tortura, la crocifissione, un'ulteriore violenza: Maria corre da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quasi non facendocela più a trattenere il dolore, perché un dolore condiviso resta un dolore, ma è diverso. E' disperata, dice loro:”Hanno portato via il Signore dal Sepolcro e non so dove l'hanno messo”. Hanno rubato il corpo del Signore ed è quello che ripete al giardiniere:” Signore se l'hai portato via tu, dimmelo dove l'hai posto e andrò a prenderlo”. La violenza non ha fine ed è quello che vediamo nella guerra in Ucraina; violenza dopo violenza fino all'impensabile. Violenza genera violenza e la violenza ubriaca gli uomini rendendoli ancora più violenti. Lo abbiamo visto in Siria e vorrei dire che la guerra è madre di violenze impensabili. https://www.santegidio.org/
La Risurrezione cerca e chiede la nostra fede. I vangeli non nascondono la fatica di tutti i discepoli ad accogliere Il loro Maestro, che pensavano sconfitto sulla croce e perduto nel Sepolcro. L'evidenza del dolore della morte è sembrata più forte dell'amore di Dio per loro, è sembrata più forte della fiducia e della preghiera di Gesù al Padre, è sembrata più forte del segreto che contengono le Scritture. Ma quelle Scritture ci vengono riproposte da Gesù stesso vivente e ci dicono che niente è vano nella Passione di Gesù. Anzi proprio i fori dei chiodi nei piedi e nelle mani, il corpo squarciato dal colpo di lancia, non sono la certificazione della fine della speranza; mostrano invece un nuovo inizio. Le evidenze delle piaghe nel corpo del Signore sono infatti sigillo dell'amore più grande, che tutta l'umanità abbia mai conosciuto. Ed è qui lo scandalo: il crocifisso è il risorto, il crocifisso è il risorto, non è un corpo rianimato e non è solo un segno, come lo fu invece Lazzaro riportato alla vita, perché noi potessimo credere. E' tutta la potenza del Padre scritta nella carne del figlio Gesù e nello spirito, che dopo la sua morte e Resurrezione. ora unisce tutti i discepoli. Così la Resurrezione non cancella la passione, ma la esalta, la spiega, la illumina. https://www.santegidio.org/
“Resta con noi perché si fa sera”. Ascoltiamo fratelli e sorelle questa invocazione dei due discepoli di Emmaus, raccolti in questa sera in cui continuiamo ad ascoltare i Vangeli della Resurrezione. “Resta con noi perché si fa sera”. La sera è il momento in cui il giorno volge al tramonto, quindi nella Scrittura - lo sappiamo - è un momento particolare della giornata, ricco di significati. Lo stesso Gesù parla, durante la passione, di un'ora decisiva, l'ora delle tenebre, il tempo del suo arresto, che porterà al momento della Croce, segnato dal buio su tutta la terra. La sera è il tempo in cui si comincia a pensare con preoccupazione al domani e tante volte non si riesce a leggere il futuro. C'è una sera della storia che attraversa il mondo e oggi pensiamo ancora alla guerra in Ucraina, che continua a mietere vittime, nella violenza. Il camminare triste dei discepoli di Emmaus è tanto simile all'incedere rassegnato di tanti uomini e donne in questo tempo. Il Signore è risorto, ma quanti se ne sono accorti? i discepoli di Emmaus tornano per la strada di sempre e l'annuncio della Resurrezione fatica ad arrivare a cuori stanchi e ripiegati su di sé. Ma quel viandante, che si fa loro compagno di strada, ha qualcosa da dire anche alla nostra vita. Stolti e lenti di cuore li chiama Gesù ed è vero quanto il non conoscere la Scrittura impedisce di capire la vita. Intelligenza della Scrittura è saper leggere la vita con gli occhi del Signore, del Signore risorto. https://www.santegidio.org/
Continuiamo ad ascoltare a confrontarci con la luce di gioia e di speranza del Vangelo della Resurrezione del Signore. E' una notizia sconvolgente quella che una donna, Maria di Magdala, comunica a Pietro e a Giovanni. E' andata al Sepolcro, ma lo ha trovato vuoto. “Hanno portato via il Signore dal Sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto”. Così Maria dice a Pietro e a Giovanni. Maria aveva vissuto i momenti tremendi della passione di Gesù, quando era stato arrestato, torturato, ucciso sulla croce. Spinta dall'amore per Gesù, dalla compassione verso il suo corpo martoriato, Maria aveva voluto compiere un ultimo gesto di amore verso il Signore, ma aveva trovato la tomba vuota. Maria teme sia stato compiuto un estremo oltraggio verso il Signore: ”Hanno portato via il suo corpo”. C'è un amore, una tenerezza per quel corpo ferito, martoriato, che muove Maria di Magdala e che così la rende prima testimone di quel Sepolcro vuoto. E' forse inutile tutta questa sua preoccupazione, è forse inutile questo suo amore? Cari amici anche se il male cerca di intristirci, dobbiamo restare saldi in una verità: che l'amore non è mai inutile. Non è mai inutile quel gesto di amore di Maria di Magdala: la rende Infatti la prima testimone della resurrezione di Gesù. https://www.santegidio.org/
E se trovassi una lampada perduta nelle sabbie del deserto e il genio che ne uscisse ti chiedesse "qual è la cosa che desideri di più?"
La Bibbia presenta la resurrezione come un evento storico, che da certezze per il passato, presente e futuro. Ma per vivere la resurrezione, devi morire a te stesso.
Resurrezione di Cristo, Rafaello Sanzio https://it.m.wikipedia.org/wiki/Resurrezione_di_Cristo_(Raffaello)
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-9 Dal vangelo secondo Giovanni. Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/vangelo/message
Tra la deposizione di Gesù nel sepolcro e la sua gloriosa Resurrezione, c'è un momento su cui nella giornata di sabato santo è bello meditare: la discesa al Limbo. Ed è opportuno meditarlo proprio in un momento in cui tanti teologi neo-modernisti negano l'esistenza del Limbo.Il Limbo, come ci insegna la Chiesa, non è uno stato, una condizione delle anime, ma un luogo nella profondità della terra confinante con l'Inferno e perciò chiamato ad inferos. In questo luogo stavano prima della Resurrezione tutti i Giusti, non solo quelli appartenenti al popolo ebraico, ma anche i pagani che avevano rispettato la legge divina e naturale. Nessuno di loro poteva però entrare in Cielo fino a che il sacrificio redentore di Cristo non li avesse liberati dal peccato originale. Nel Limbo erano anche, e sono tuttora, i bambini morti senza battesimo, con il solo peccato originale. Essi non possono entrare nel cielo dei beati, ma neppure possono essere accomunati con i dannati dell'Inferno.
La nostra personalissima puntata di Pasqua.Elenco dei film citati:PASQUABrian di Nazareth (1979)L'ultima tentazione di Cristo (1988)Le 5 leggende (2012)Alien (1979)Lamb (2022)RESURREZIONEJesus Christ Superstar (1973)La passione di Cristo (2004)Cabal (1990)So cosa hai fatto (1997)Redbelt (2008)SECONDE POSSIBILITÀ Un altro giro (2021)Hobo with a shotgun (2011)110 e lode (1994)Uomini e topi (1992)Fandango (1985)
L'inizio della primavera vuol dire che i fiori sbiocciano, le giornate si allungano e il tempo migliora...ma significa anche che la Pasqua è vicina! Per questo motivo ho deciso di parlarvi un po' di questa festa: in questo articolo (e nel video allegato), vedremo perché si chiama così, quali sono i simboli tipici della Pasqua in Italia, quali sono le tradizioni ad essa legate e vi darò anche delle espressioni relazionate con la Pasqua ma che si usano durante tutto l'anno nella lingua parlata. PASQUA: ORIGINI ED ESPRESSIONI La Pasqua, così come il Natale, è una festa cristiana che commemora un evento della vita di Gesù. Ciò la rende molto importante in Italia e, di fatti, sono molte le espressioni e i simboli che usiamo tutto l'anno. Sapete quali sono le sue origini, conoscete le nostre tradizioni pasquali? Se la risposta è 'NO', non preoccupatevi perché troverete tutto ciò di cui avete bisogno qui sotto.Pronti? Iniziamo! ORIGINI, TRADIZIONI E SIMBOLI COS'È LA PASQUA? La Pasqua è una festa religiosa che, per i Cristiani, è nata per celebrare la Resurrezione di Gesù Cristo dopo la sua morte, avvenuta il venerdì. Il venerdì che precede la Pasqua, si chiama, in italiano, Venerdì Santo - in questo giorno i cristiani commemorano la passione e la crocifissione di Gesù. QUANDO SI CELEBRA LA PASQUA? A differenza di Natale, che ha una data fissa (sempre il 25 dicembre) la Pasqua ha una data “variabile”. Una cosa però è certa: si celebra sempre di domenica, più precisamente la prima domenica dopo il plenilunio di primavera. Questo significa che può cadere tra il 22 marzo e il 25 aprile. COSA SIGNIFICA IL NOME “PASQUA”? La parola Pasqua deriva dal greco pascha (o páskha/πάσχα) che deriva a sua volta dall'aramaico pasah (o pāsaḥ), che significa “passare oltre”, e fa riferimento al passaggio di Gesù dalla morte alla vita. QUALI SONO I SIMBOLI E LE TRADIZIONI DELLA PASQUA IN ITALIA? Forse il simbolo più popolare sono le UOVA perché rappresentano la rinascita, la vita che ricomincia, proprio come la resurrezione di Gesù, la sua rinascita dopo la morte.In passato, nel periodo di penitenza precedente alla Pasqua, la Quaresima, era proibito consumare uova. Ma le galline, ovviamente, continuavano a produrle, e così si arrivava al giorno di Pasqua con tantissime uova, che a volte venivano colorate, decorate e scambiate come dono.A partire dal ‘900, poi, si è diffusa la tradizione delle uova di cioccolato. In Italia, queste sono la tradizione più importante della Pasqua, soprattutto per i bambini. Sono generalmente molto grandi, con una confezione molto bella, quasi come un pacco regalo, e contengono al loro interno una sorpresa. Oggigiorno ce ne sono di tutti i tipi e tutti i marchi, con sorprese più o meno costose, che vengono scambiate tra amici o famigliari (ma soprattutto vengono regalate ai bambini). Altro simbolo pasquale è, di conseguenza all'uovo, il PULCINO, simbolo della vita. Così carino! Ma non è l'unico animale associato alla Pasqua! C'è anche il CONIGLIO! Perché? Beh, perché il coniglio è un animale molto fertile e quindi, ancora una volta, rappresenta la rinascita, la vita che riprende con l'arrivo della primavera. L'AGNELLO è anche associato alla Pasqua perché era l'animale più spesso utilizzato come sacrificio durante i riti pagani. Dunque rappresenta il sacrificio, il dare la vita per gli altri, esattamente quello che Gesù ha fatto per tutti gli esseri umani.È proprio l'agnello che viene spesso consumato dagli italiani durante il giorno di Pasqua: arrosto, al forno, all'orientale, con le verdure… Un altro animale che simboleggia la Pasqua, poi, è la COLOMBA. Come tutti saprete, la colomba è il simbolo della pace e la Pasqua porta, effettivamente, pace e serenità a tutti, con il suo messaggio di speranza per una vita nuova. Spesso, la colomba è rappresentata con un ramoscello di ulivo in bocca (anche questo simbolo di pace).
Perchè la Pasqua cambia ogni anno mentre il Natale è una festa fissa? Avevo già fatto un video sul simbolismo del Natale dal punto di vista spirituale e mistico a livello universale, in questo video vi leggo alcuni passi di Steiner che spiega cosa simboleggiano Natale e Pasqua a livello generale e come siano feste importanti da celebrare internamente, come guide per il nostro risveglio spirituale.Buon ascolto e buona PasquaDiegohttps://youtu.be/EK3n7yyJH-A
Il trio abituale di Outcast Popcorn si riforma per commentare sarcasticamente il box office di Morbius (02:50). Poi si passa come sempre alle ultime visioni. C'mon C'mon (07:55). Slow Horses (26:00). Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey (36:25). Human Resources (49:45). Scissione (55:50). Buon ascolto! Soundtraccia: Pengo (Locomotive Mix) - Andrea Babich
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=25UN DIO FATTO CARNE, SENZA SCONTI E SENZA OMISSIONI di Mario PalmaroMentre davanti ai miei occhi scorrevano le immagini del film che racconta in due ore e sei minuti la passione di Cristo dal Getsemani alla resurrezione, ho subito pensato che quest'opera sarà bersagliata da critiche durissime. Non tanto per le reazioni del mondo ebraico, né per le opposizioni dei non credenti o dei fedeli di altre religioni. Il vero pericolo per Mel Gibson e per il suo film sarà rappresentato (sembra un paradosso) dal mondo cattolico.Perché c'è una porzione di teologi autorevoli e influenti, d'élite ma tutt'altro che marginali, che non potranno perdonare all'attore-regista australiano di credere così fermamente alla storicità dei Vangeli. Quando i dotti teologi di cui sopra vedranno sullo schermo Pietro che taglia un orecchio a Malco nel tentativo di impedire l'arresto di Gesù, e poi vedranno che Cristo compie un miracolo riattaccando l'orecchio e guarendo completamente lo sconcertato servitore, e quando quegli stessi teologi demitizzanti vedranno la terra tremare dopo la morte di Cristo in croce; beh, la loro sorpresa e il loro sconcerto sarà grande e rumoroso.Per farsi un'idea basta leggere come in questi giorni una delle agenzie di stampa cattoliche italiane stia trattando il film di Gibson: una pagina intera di giudizi negativi, di critiche dal sapore surreale e un po' fantasioso. Si obietta a Gibson, nell'ordine, di aver dato troppa importanza al Calvario nella vita di Cristo (sic), di aver ridotto la sua resurrezione a un fatto egoistico e privato (ma nel sepolcro non risulta che ci fosse una platea ad assistere all'evento come in un moderno reality show), e ancora, testuale, che Gesù "ha donato la sua vita e nessuno gliel'ha tolta".Perché tanto accanimento? Dove è finito quel mondo cattolico dialogante e pronto a trovare semi preziosi di fede anche in pellicole che offrono un'immagine caricaturale e negativa della Chiesa e della sua fede? Possibile che Pasolini o Fellini siano sdoganati, e il povero Mel Gibson (che fa del suo meglio per far rivivere a milioni di persone le ore più decisive della storia) sia sommerso di critiche senza appello? Purtroppo, il nostro uomo è vittima di un pregiudizio: poiché frequenta ambienti tradizionalisti, è scattato nei suoi confronti un fuoco di sbarramento a prescindere. La sensazione è che non si giudichi tanto la pellicola, ma il suo autore. Alla base di tutto vi è una concezione teologica che ha messo per anni l'accento sul "messaggio", sulla "parola", sul "libro", quasi che "il Verbo si fosse fatto carta".Mel Gibson ci strappa, a questa beata tiepidezza intellettualistica e ci costringe a vedere un Dio fatto carne, una carne dilacerata e sanguinante, senza sconti e senza omissioni. È un realismo, una crudezza per intenderci, che ritroviamo in certe pellicole che hanno efficacemente descritto la Shoah, e in quel caso nessuno fra i cattolici gridò allo scandalo.
In che modo la santificazione e la resurrezione dei morti in Cristo sono collegate all'Evangelo
Il Messaggio di Oggi: "LA NUOVA NASCITA = PRIMA RESURREZIONE "• Esodo 17: 11-13• Efesini 2: 5• Efesini 2: 1-2• 2 Corinzi 4: 4• Efesini 2: 3-5• Romani 6: 12 (13)• 1 Giovanni 2: 14• Efesini 6: 17• Matteo 4: 4• Matteo 4: 7• Matteo 4: 10 (11)• Ebrei 1: 14• Efesini 2: 5• Efesini 2: 2• Efesini 2: 5• Matteo 4: 5-6• Efesini 2: 8• 2 Corinzi 12: 9• Efesini 2: 9• Romani 6: 13• Luca 9: 23-24--Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio
In questa terza puntata della quinta stagione di Archivio Jedi commentiamo e analizziamo tutti i libri e i fumetti di Star Wars usciti in Italia a ottobre 2021: I racconti vol. 3 - Resurrezione, I Segreti dei Sith, L'Alta Repubblica Avventure vol. 1 - Rotta di Collisione, Star Wars Epic: Eredità vol. 1 - Spezzato, Delizie da una Galassia Lontana Lontana, L'Alta Repubblica: Si alza la tempesta. ACQUISTA ORA I racconti vol. 3 - Resurrezione I Segreti dei Sith L'Alta Repubblica Avventure vol. 1 - Rotta di Collisione Star Wars Epic: Eredità vol. 1 - Spezzato Delizie da una Galassia Lontana Lontana L'Alta Repubblica: Si alza la tempesta =========================================== Star Wars Libri & Comics è il sito italiano dedicato al lato cartaceo della Forza! SITO: http://starwarslibricomics.it/ FACEBOOK: http://www.facebook.com/starwarslibriecomics TWITTER: @StarWarsLibriComics INSTAGRAM: http://www.instagram.com/starwarslibricomics CANALE TELEGRAM: https://t.me/swlibricomics CHAT: https://t.me/SWLibriComicsChat I GADGET DI LIBRI & COMICS: https://teespring.com/it/stores/sw-libri-comics ABBONATI: https://www.youtube.com/channel/UCEScVIn8kXQQrwmE9fRy2yg/join ============================================ Vuoi scoprire la lettura di Star Wars?
Il viaggio dell'eroe termina ma non prima di aver superato nuove sfide che gli/le permettono di mettere in pratica quanto ha imparato. Riuscendoci dimostra che il cambiamento è avvenuto. Così potrà anche offrire un elisir e aiutare gli altri.
Versione audio: Piero della Francesca (1416/17-1492), il cui vero nome era Piero di Benedetto de' Franceschi, fu un pittore intellettuale, di grande cultura e difficile da interpretare. Le sue opere, impassibilmente razionali, sospese tra arte e studi di geometria, presentano sempre un complesso sistema di lettura a vari livelli, che tiene conto di questioni storiche, […] L'articolo La Resurrezione di Piero della Francesca proviene da Arte Svelata.
Nathan Never 363 "Resurrezione", di Marzorati/Catacchio, edito da Sergio Bonelli Editore. Mi trovi anche su Instagram www.instagram.com/fumetti.e.dintorni/ --- This episode is sponsored by · Anchor: The easiest way to make a podcast. https://anchor.fm/app
15.08.2021//Scopriamo cosa significa la Risurrezione di Gesù per il cristiano nella sua vita quotidiana.
"Meditiamo insieme, parola di fede e di speranza", di oggi pomeriggio 11/08/2021; a partire dalle ore 15:45. L'argomento sarà "Prepararsi per una nuova Resurrezione" . P. S. Chi desidera intervenire telefonicamente in diretta, lo può fare al seguente numero 327 0358937Vi aspettiamo numerosi!!Non mancate!Giuseppe e Deborawww.spreaker.comwww.fmnuovaradioweb.org#spazio #spiritualità #FM #nuova #radio #web #spiritual #preparazione #nuovaresurrezione
Quante cose “sa” Marta: sa che sta arrivando Gesù, sa che qualunque cosa Gesù chiederà al Padre gliela concederà, sa che il fratello risusciterà nell'ultimo giorno. Gesù però desidera che Marta creda e la conduce a dire “Io credo”. Gesù chiede all'amica e discepola, prima ancora che il fratello esca dalla tomba, di credere che Lui è già, al presente, “la risurrezione e la vita”; di crederlo anche di fronte all'evidenza della morte. Quante cose si sanno, quante cose si conoscono di Gesù e delle verità di fede, ma non sono il nostro "credere". Credere è altro: è fidarsi ed affidarsi nel presente, nel "qui ed ora", con una fiducia piena ed incondizionata al Padre che, nel Figlio, si rivela vivo in noi e cammina con noi. Prima di essere parole e gesti, credere è essere tralcio innestato da sempre e per sempre nella vite. Ce lo ricorda Maria: il Suo stare in casa dice il suo essere unita alla vite: immersa nella preghiera e nella fiducia della resurrezione, perché credere e vivere in Lui è la Resurrezione e la Vita. Nella quotidianità delle nostre giornate, tra gli accadimenti a volte duri da accogliere e comprendere, troviamo il tempo per fermarci ed immergerci come Maria in colui che è e dà la vita. Oggi all'inizio della giornata scrivo su un foglio il mio "credo" e lascio che accompagni e sostenga durante il giorno il mio vivere da credente --- Send in a voice message: https://anchor.fm/vangelo/message
La seconda estate dell'era Covid sarà all'insegna del green pass. La variante Delta spinge sempre più in su i contagi. E in queste condizioni, per evitare un ritorno alle chiusure il governo ha deciso di estenderne l'obbligo consentendo solo a chi è immunizzato o ha un tampone negativo l'ingresso nei luoghi più affollati. Le reazioni sono state da una parte una corsa alla prenotazione del vaccino e dall'altra invece proteste per la mancanza di libertà di non vaccinarsi. Vino italiano sui mercati globali Sembra tornato a cresce in modo robusto l'export del vino italiano, che nella prima fase del 2021 sembra però trainato dalla crescita dei suoi mercati di "seconda fascia", in termini di valori assoluti, come la Cina o la Russia, che sembrano compensare i segni negativi che invece si registrano in maniera più o meno in mercati top come Stati Uniti e Regno Unito. Segno di una fluidità e di una composizione sempre più articolata dei mercati del vino, ma anche una testimonianza, probabilmente, di come diversi aree e Paesi del mondo stanno reagendo ad una pandemia più lenta da superare di quanto sperato. Ospiti: Enrico Gobino, direttore commerciale e marketing di MGM, Mondo del Vino, Giulio Sapelli, Università Statale Milano e autore di 2020 Pandemia e Resurrezione
CON OSPITE MICHELE STRAZZERI• 1 Corinzi 15:35-44• 1 Giovanni 3:2• Daniele 12:2• Apocalisse 20:11-12• 2 Corinzi 5:10• Matteo 23:13• 1 Corinzi 15:20-23• Matteo 27:53• 1 Corinzi 15:51-52• Filippesi 3:20-21--Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio
“Ma voi, chi dite che io sia?”. Ed il Signore lo chiede proprio a me oggi: “Chi sono io per te?”. E non lo ha chiesto duemila anni fa solo agli apostoli Pietro e Paolo che oggi ricordiamo, ma lo chiede anche a me, qui, nel mio tempo e nella mia storia. Pietro l'ha conosciuto personalmente ed ha vissuto con Lui vedendo la morte in croce tramutarsi in gioia della Resurrezione. Paolo invece da feroce persecutore è stato salvato da Lui ed ha visto manifestarsi la potenza del Signore in tutte le città che ha attraversato. Come gli apostoli, anch'io mi sono lasciato interpellare da questa domanda ed ho rivisto la mia vita, tutto il cammino che ho percorso. Le mie giornate sono sempre così piene di altre troppe cose e pensieri e così il Signore rischia di diventare importante solo però nelle situazioni limite, dove la tristezza e lo sconforto riempiono il cuore. Gesù invece mi invita a riflettere sull'importanza della Sua presenza nella mia vita quotidiana, anche se non l'ho mai visto personalmente, e ci ha promesso che sarà con noi tutti i giorni. Ma come? Attraverso il Suo Spirito che abbiamo ricevuto… Non lo si vede, ma lo si percepisce. È in Lui l'Amore che vivo, è in Lui la forza di rialzarmi quando cado, la fiducia nel futuro, il sorriso che non mi abbandona anche nelle difficoltà. Oggi provo a ritagliarmi un po' di tempo per ringraziare il Signore per quando nella mia vita il Suo Spirito si è manifestato e mi è sempre stato accanto, camminando al mio fianco. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/vangelo/message
Giancarlo Bruni"In compagnia di Giovanni"Meditazioni sul quarto vangeloEdizioni QiqajonComunità di Bosehttps://www.monasterodibose.it/“Tu, chi sei?”, è la domanda che gli interlocutori pongono a Gesù. “Io sono”, è la risposta che Gesù declina nel corso di tutta la sua vita. Nel Vangelo secondo Giovanni “Gesù non è un mediatore della vicinanza di Dio, ma la presenza stessa di Dio, il suo volto; non è un paradigma alto dell'umano, ma l'uomo in verità”. Dal “Tu, chi sei?” prende così forma e si svela la domanda da sempre presente nelle nostre profondità: io chi sono? Noi chi siamo? L'autore ripercorre il quarto vangelo per accompagnarci di fronte a quell'“Io sono” che può illuminare l'essere umano, mendicante di luce."C'è sempre una mancanza che accompagna l'uomo, l'assenza di un calice di vino amico, rosso come l'amore che opera convivialità e dà allegrezza. C'è sempre una vicinanza che accompagna l'uomo, la presenza di un calice di vino amico che trasforma il suo isolamento in compagnia e il suo lamento in danza. È bello sostare davanti a un calice di rosso raffinato e coglierne inediti significati, ad esempio il leggerci come un calice di vino, allegrezza per l'altro, e il leggere Gesù come calice di vino offerto alle seti profonde dell'uomo. Questo il punto di partenza per capire qualcosa del primo dei segni operato da Gesù: quel vino sta a significare lui e la sua parola e lo rivela per quello che è, buono, e buona la sua parola. Quel vino, a chi lo beve, è fontedi conoscenza di Dio e dell'uomo; è fioritura di amore, creature rese capaci di amare come amate: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (15,12); è sete di eterno colmata: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (5,24)."Giancarlo Bruni (1938), frate dei servi di Maria e monaco della comunità di Bose, docente emerito presso la Pontificia facoltà teologica Marianum di Roma, è impegnato in un assiduo ministero di predicazione in Italia e all'estero. Esperto di ecumenismo, presso le nostre edizioni ha già pubblicato Servizio di comunione (1997) e Pellegrini in cerca di senso (2014).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Per la prima volta negli ultimi 6000 anni, in tutto il mondo si è detto la verità sulla vita dopo la morte di un essere umano. Il 22 maggio 2021 la gente di tutto il mondo è stata testimone di un evento storico: una Conferenza Internazionale online "La vita dopo la morte. Finzioni e fatti". Ogni giorno si tengono tavole rotonde con partecipanti da tutto il mondo per approfondire i temi sollevati alla conferenza.
30.05.2021//La gloria cambia le leggi naturali; in essa la perfezione non è un'eccezione ma la regola!
Come va considerato chi si definisce Cristiano ma nega la nascita verginale di Cristo o la sua resurrezione?
Le parole di Gesù di oggi sembrano lontane da noi, sembrano proprio di “quel tempo”, ma rileggendole e cercando di entrarci, capisco che non è affatto così. Anzi… mi viene da dire che Gesù è stato profetico: nel secolo in cui viviamo c'è ancora tanta violenza nei confronti dei cristiani. In molti paesi i cristiani sono oggetto di persecuzione e di morte. E molti dei persecutori pensano di agire per conto di Dio, proprio come ha detto Gesù… Purtroppo è successo anche alla Chiesa in passato e oggi noi dobbiamo vigilare e rimanere umili per restare fedeli al Vangelo. Nessuna violenza, nessuna imposizione, mai per alcun motivo fanno piacere a Dio! Questo ci ha insegnato Gesù. Ma a volte, davanti all'incomprensione del mondo corriamo il rischio di essere travolti dai dubbi, e di faticare a tenere accesa la nostra fede. Gesù ci viene in aiuto con il suo primo dono dopo la Resurrezione: solo lo Spirito Santo, Spirito di Verità, può aiutarci a capire quello che succede, quello che stiamo vivendo. Solo lo Spirito ci dà il coraggio di rendere testimonianza fino alla fine. Oggi affido alla preghiera i fratelli perseguitati, e cerco di sentirmi fortunato se a scuola, a casa, in ufficio, ricevo qualche battuta per la mia appartenenza a Gesù. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/vangelo/message
VIDEO: Tradizione e Sacra Scrittura ➜ https://www.youtube.com/watch?v=lDe8FTxF8_UTESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6542L'INSEGNAMENTO DI GESU' DOPO LA RISURREZIONE di Roberto de MatteiNella seconda settimana dopo Pasqua contempliamo Gesù che, dopo essere apparso agli Apostoli, rimane ancora visibilmente con loro, prima di ascendere al Cielo, non solo per confortarli e incoraggiarli ad affrontare le prove future, ma per spiegare loro quell'insegnamento di cui essi non avevano ancora compreso il significato profondo.Nei quaranta giorni che intercorrono tra la Risurrezione e l'Ascensione, Gesù non scrive, ma comunica a voce agli Apostoli la sua parola. Il suo è un insegnamento orale. La Rivelazione di Cristo è comunicata verbalmente e i primi a goderne come suoi testimoni furono i Dodici, che dopo la sua Morte e Risurrezione si erano ridotti ad undici.Ad essi Cristo comunicò la sua Rivelazione perché ad altri la comunicassero. E' un "altri" illimitato, come nota mons. Gherardini, che non si limita ai vicini, agli immediati interlocutori, ma si estende a tutte le genti, a tutte le generazioni, in ogni angolo della terra: "Andate e predicate il Vangelo a tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo".Gesù cioè istituisce la Tradizione come predicazione e ammaestramento per ogni popolo, in ogni dove e in ogni tempo, mediante la trasmissione orale della sua Rivelazione.GERARCHIA, DOTTRINA, SACRAMENTIGesù però non trasmette solo una dottrina. La Chiesa infatti non è una scuola di pensiero, ma è una società visibile, e il Signore dà ai suoi apostoli tutte le indicazioni per organizzare l'istituzione che avrebbe garantito, nel corso dei secoli, la trasmissione di questo insegnamento.Gesù inoltre, dopo aver spiegato agli Apostoli il significato profondo del Divin Sacrificio che essi avrebbero dovuto perpetuare, ne indica loro anche le modalità dell'esecuzione. La prima Messa, celebrata da san Pietro, seguì meticolosamente le indicazioni di Cristo.Dom Guéranger ricorda che tre cose sono necessarie alla Chiesa per l'esercizio della sua missione:1) la gerarchia, cioè una costituzione preparata dalla stessa mano del Figlio di Dio, e per mezzo della quale diventerà una società visibile e permanente;2) la dottrina, cioè il deposito lasciato nelle sue mani di tutte quelle verità che il suo celeste Sposo è venuto a rivelare o confermare quaggiù, ciò che comprende il diritto di insegnare e di farlo con infallibilità;3) finalmente, i sacramenti, mezzi efficaci per i quali i fedeli di Cristo saranno ammessi a partecipare alle grazie di salvezza e di santificazione che sono il frutto del Sacrificio offerto sulla croce.LA SUCCESSIONE APOSTOLICA E LA VALIDITÀ DEI SACRAMENTI"Gerarchia, dottrina, sacramenti: tali sono i punti essenziali e gravi, sui quali Gesù, durante quaranta giorni, dà le sue ultime e solenni istruzioni".La dottrina che Gesù Cristo insegnò ai suoi Apostoli per trasmetterla non si può separare dalla gerarchia che la trasmette. La successione apostolica è infatti la garanzia della retta trasmissione della dottrina. Ma la successione apostolica è a sua volta garantita dalla validità dei sacramenti, che sono i canali attraverso cui si trasmette la grazia santificante nella Chiesa e la Chiesa è santa per i suoi princìpi, per la sua costituzione gerarchica e per i suoi sacramenti.La fedeltà alla Chiesa, alla sua fede, alla sua gerarchia, ai suoi sacramenti. Ecco quello che il Signore chiede ancora ad ognuno di noi. Nessuno di questi elementi si può separare dall'altro. Non ci può essere la fede della Chiesa senza la sua autorità, né la sua autorità senza la sua fede. E per essere fedeli alla autorità e alla fede della Chiesa occorre l'aiuto soprannaturale che si ottiene attraverso i suoi sacramenti.Il Signore non abbandona chi si sforza di essergli integralmente fedele. Fu proprio nei giorni che intercorrono tra la Resurrezione e l'Ascensione che Gesù apparendo agli Apostoli sul lago di Tiberiade, promise di assistere i suoi discepoli ogni giorno, fino alla fine del mondo. Sono le parole con cui si conclude il Vangelo di san Matteo: "Ecco, Io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt, 28, 20).Queste parole consolanti devono risuonare ogni giorno nel nostro cuore.Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 53 minuti) dal titolo "Sacra Tradizione e Sacra Scrittura" Don Stefano Bimbi, parroco a Staggia Senese, leggendo il Catechismo della Chiesa Cattolica, spiega il rapporto che c'è tra la Parola di Dio trasmessa oralmente e la Parola di Dio scritta. Il video è tratto dal corso "Il Credo parola per parola" con decine di interessanti lezioni.https://www.youtube.com/watch?v=lDe8FTxF8_U
VIDEO: Schegge di Vangelo ➜ https://www.youtube.com/watch?v=IAElkvCsan0&list=PLgMdR9w-900kJACstaBTxtpCHnHN-w3tPTESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6535LA RESURREZIONE, LA MADDALENA E SAN PIETRO di Roberto de MatteiVorrei proporre alcune riflessioni sulla Resurrezione del Signore, tratte dalle meditazioni del venerabile padre Luis de la Puente (1554-1624), conosciuto in italiano come Ludovico da Ponte. Queste riflessioni riguardano non la Resurrezione in sé stessa, ma la sua manifestazione al mondo, affinché gli uomini ne traessero il maggior frutto. Cristo, dice il padre Da Ponte, manifestò in tre modi la sua Resurrezione.Il primo modo fu per mezzo dei santi che risuscitarono con lui, i quali, come dice san Matteo, usciti dai loro sepolcri, dopo la Resurrezione del Signore, vennero alla città di Gerusalemme, e apparvero a molti (Mt 27, 53), predicando loro che quello era il vero Messia, Re di Israele e Salvatore del mondo. Ed è da credere che tra gli altri apparissero a Giuseppe di Arimatea e a Nicodemo, consolandoli e confermandoli nella fede del loro Maestro.Il secondo modo fu attraverso gli Angeli, i quali manifestarono la sua Resurrezione alle pie Donne che andavano al sepolcro, per ungere il suo Corpo, dando loro notizia dell'accaduto, e mostrando loro il Sepolcro già vuoto.Ma non contento di questi annunci, Nostro Signore volle manifestarsi da sé stesso in Persona, ai suoi amici, rimanendo nel mondo alcuni giorni, per confortarli e affinché essi stessi potessero predicare la sua Resurrezione come testimoni oculari (Atti 1, 3). Egli rimase dunque quaranta giorni sulla terra, per purificarla con la sua presenza e mostrare che non aveva dimenticato nella prosperità quelli che lo avevano accompagnato nelle avversità.LE TRE VIE DI GESÙ PER MANIFESTARE I MISTERIDa ciò deriva, come osserva il padre Da Ponte, che Gesù ha tre vie per manifestare i suoi misteri alle persone spirituali.La prima è per mezzo degli uomini santi, che conoscono per esperienza la santità e le grandezze di Dio e con santo zelo mostrano agli altri quello che sanno, affinché Dio sia conosciuto e glorificato.La seconda via è per mezzo degli Angeli, che con le loro segrete ispirazioni ci illuminano, ci insegnano, ci consolano e ci aiutano ad eliminare gli ostacoli che ci impediscono di godere di Gesù Cristo.La terza via è Gesù stesso, che ci parla al cuore e ci testimonia la sua Divina Presenza. Egli lo fa con i suoi più devoti ed amati discepoli, adempiendo con essi quello che disse nell'Ultima Cena. "Colui che mi ama sarà amato dal mio Padre, e io pure l'amerò e gli manifesterò me stesso" (Gv 14, 21).Comprendiamo così come la prima apparizione che Gesù volle fare dopo la Resurrezione fu alla creatura che più amava, la sua santissima Madre, la sola che, pur nella profonda afflizione, conservava integra la fede nella Resurrezione.È difficile immaginare gli scambi di parole e di affetti che la Madre e il Figlio ebbero in questo straordinario incontro. Gesù Le rivelò certo molte cose del futuro, ma Le chiese anche di mantenere il segreto con gli Apostoli.LA PRIMA DONNAMa prima degli Apostoli, Egli volle manifestare la sua Resurrezione alle pie Donne che fino alla sepoltura del suo corpo non lo avevano mai abbandonato. Il Vangelo racconta infatti che Maria Maddalena, Maria di Cleofa e Salomé (Mc, 16,1), si recarono al Sepolcro, dove trovarono l'Angelo, che annunciò la Resurrezione del Signore, dicendo loro di andare a comunicarlo agli Apostoli. Giunte infatti le Donne dove stavano i Discepoli, come dice san Marco, mesti e lagrimevoli (Mc 16, 10), e facendo loro l'ambasciata degli angeli, questi non credettero loro, anzi, come dice san Luca, le parole delle pie Donne parvero loro deliri e sogni (Lc 24, 11), e anche quando la Maddalena aggiunse che aveva ella stessa veduto con i propri occhi Cristo risorto, non le credettero (Mc 16, 11).Il venerabile Da Ponte osserva che da questo episodio dobbiamo imparare a trovare l'equilibrio tra due errori, perché "non è minor errore chiamare vaneggiamento della immaginazione la rivelazione di Dio, di quanto non lo sia chiamare rivelazione di Dio il vaneggiamento della immaginazione".Ma fa riflettere soprattutto il fatto che la prima creatura a cui Nostro Signore apparve, dopo la Madonna, fu una peccatrice pentita. L'amore della Maddalena per Gesù fu non solo ardente, ma perseverante. Quando le altre pie Donne si allontanarono dal Sepolcro, accontentandosi di quanto aveva detto loro l'Angelo e per quanto anche san Pietro e san Giovanni se ne tornassero a casa, bastando loro di aver visto le fasce, Lei rimase, in lacrime, perché non trovava consolazione nelle creature e il Signore le apparve. Qui, osserva il padre Da Ponte, dobbiamo considerare l'infinita carità del Redentore nell'onorare i peccatori convertiti, scegliendo come primo testimone della sua Resurrezione una donna in cui avevano abitato sette demoni (Lc 8,2), cioè i sette peccati mortali che da questi demoni derivavano e ciò perché si comprendesse che il numero e la gravità dei peccati commessi non pregiudica la salvezza, quando questi peccati vengono riparati con penitenza e fervore.IL PRIMO UOMOPietro e Paolo corsero al sepolcro, dove non trovarono il corpo di Gesù, ma le fasce che lo avevano avvolto. I due apostoli tornarono a casa, ma mentre san Pietro stava pensieroso, riflettendo su quello che aveva veduto, gli apparve Cristo. Secondo le parole di san Luca: "Surrexit Dominus vere, et apparuit Simoni": Cristo è veramente risuscitato e apparve a Simone (Lc 24, 34).Anche Giovanni era andato al sepolcro, ma Gesù apparve solo a Pietro, affinché si veda, secondo il venerabile Da Ponte, che spesso si fanno favori maggiori ai peccatori davvero pentiti, come erano Pietro e la Maddalena, piuttosto che ai Giusti che non peccarono mai: e così, non senza mistero, il primo uomo e la prima donna tra quelli a cui, secondo il Vangelo, Gesù Cristo apparve, furono peccatori, affinché "dove abbondò il delitto, ivi abbondasse molto di più la grazia", come insegna san Paolo (Rm 5, 20).Fa riflettere anche il fatto che Pietro, che lo aveva rinnegato, era proprio colui che Gesù aveva scelto come suo Vicario sulla terra. Ma, a differenza dell'altro traditore, Giuda, Pietro si pentì e sparse calde lacrime. Era giusto dunque che, malgrado i suoi precedenti peccati, essendo il capo della Chiesa, fosse il primo a godere dell'apparizione del Divino Maestro.Oggi la Chiesa vive una terribile ora di Passione e il mondo è immerso nel peccato. Il venerabile Da Ponte, con le sue meditazioni, ci invita a pregare in modo particolare la Maddalena e san Pietro affinché aiutino ognuno di noi, peccatori, ad amare intensamente la Chiesa, e aiutino chi è ai vertici della Chiesa, a guidarla seguendo con fedeltà le parole di Cristo.La Resurrezione del Signore e il Suo insegnamento rimane il fondamento della nostra fede e i santi continuano ad essere il nostro esempio.
Romani 8:11-14 - La potenza del cambiamento della resurrezione di Gesù è nello Spirito Santo. Quando Lui vive in noi possiamo sperimentare il cambiamento.
Vorrei proporre alcune riflessioni sulla Resurrezione del Signore, tratte dalle meditazioni del venerabile padre Luis de la Puente (1554-1624), conosciuto in italiano come Ludovico da Ponte. Queste riflessioni riguardano non la Resurrezione in sé stessa, ma la sua manifestazione al mondo, affinché gli uomini ne traessero il maggior frutto. Cristo, dice il padre Da Ponte, manifestò in tre modi la sua Resurrezione.
Vorrei proporre alcune riflessioni sulla Resurrezione del Signore, tratte dalle meditazioni del venerabile padre Luis de la Puente (1554-1624), conosciuto in italiano come Ludovico da Ponte. Queste riflessioni riguardano non la Resurrezione in sé stessa, ma la sua manifestazione al mondo, affinché gli uomini ne traessero il maggior frutto. Cristo, dice il padre Da Ponte, manifestò in tre modi la sua Resurrezione.
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Carlo Lucarelli propone un radiodramma declinato su storie del mondo della musica a sfondo tragico.Il giornalista, noto sceneggiatore e conduttore della trasmissione Blu Notte, ricostruisce in forma narrativo-documentaristica delitti irrisolti più o meno famosi e grandi vicende ancora oggi poco chiare, il tutto con il suo inconfondibile stile che intreccia racconti personali e trame storiche.