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Sono 563. Un numero come tanti, ma a Gaza era il conto di chi non si rassegna al silenzio. Cinquecentosessantatré contatti tra Papa Francesco e la parrocchia della Sacra Famiglia. Telefonate, messaggi, una voce che ogni giorno domandava: “Come è andata la notte?”. Una voce che si faceva presente, ostinata, mentre il resto del mondo voltava lo sguardo altrove. Ora quella voce non c'è più. Il Papa che ogni sera cercava di rompere la solitudine di Gaza non potrà più chiedere se qualcuno ha visto il giorno spuntare. È morto chi aveva scelto di contare le notti invece che le vittime, di restare nel tempo sospeso tra un bombardamento e l'altro, dove si annida l'umanità che sopravvive. Padre Gabriel Romanelli, intrappolato fuori dalla Striscia, e Padre Youssef Asaad, rimasto dentro con la sua comunità, conoscono il peso di quelle parole. Perché a Gaza ogni notte è un testimone di resistenza. È in quel buio che Francesco si faceva presente, non con appelli solenni, ma con la costanza di chi sa che il male si sfida solo restando. Ora resta il numero. Resta la cifra, 563, a dire che non bastava un'udienza, non era sufficiente una dichiarazione. Serviva esserci ogni giorno. Serviva una voce che attraversasse l'assedio. La voce di Francesco era potente perché sola, perché fragile come le vite che cercava. E Gaza resta così: sola, fragile, dimenticata. La soledad de Gaza esta noche. 563 contatti sono un segno. Non bastano, non cambiano il corso della guerra, ma fanno esistere chi altrimenti sparirebbe. Nelle notti di Gaza non serve un miracolo, basta una voce che tenga aperta la possibilità di essere ascoltati. C'è qualcuno tra i potenti laici disposto a farlo? #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
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Episodio 166
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Medio Oriente, Hamas apre alla tregua. Bombardata la scuola della Sacra Famiglia a Gaza Francia, alle legislative vince la sinistra, Macron davanti a Le Pen. Ora al via le trattative per un governo, nessuno ha la maggioranza assoluta In democrazia non si tifa, si partecipa: lo ha detto il Papa ieri a Trieste, dove si è conclusa la Settimana sociale dei cattolici. Da Francesco nuovo appello alla pace Conduce Andrea De Angelis
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7702MUORE VITTORIO EMANUELE DI SAVOIA, ESCLUSO DALLA SUCCESSIONE PER IL SUO MATRIMONIO di Stefano ChiappaloneCon la morte di Vittorio Emanuele di Savoia [...] torna sotto i riflettori il casato che ha cinto la corona d'Italia dal 1861 al 1946, ma - insieme alle non poche controversie che lo hanno coinvolto in vita - anche l'annosa questione di chi sia il “vero” capo di casa Savoia, dopo la morte di Umberto II, l'ultimo re d'Italia deceduto in esilio nel 1983. In sintesi: prosegue il ramo Savoia-Carignano, con Vittorio Emanuele e ora suo figlio Emanuele Filiberto? Oppure, come altri sostengono, sarebbero subentrati i cugini del ramo Savoia-Aosta, con Amedeo (morto nel 2021) e ora suo figlio Aimone? E perché? La questione è apparentemente “di nicchia”, ma tutt'altro che priva di interesse, essendo legata alla storia del nostro Paese e - perché no? - a un ipotetico futuro sovrano, in caso di improbabile ma non impossibile ritorno della monarchia, cui si intreccia anche una profezia attribuita a san Pio da Pietrelcina.Il “nocciolo” della disputa risale al 1970 per via del matrimonio tra Vittorio Emanuele e Marina Ricolfi Doria: non essendo la sposa di famiglia reale, in mancanza di assenso di Umberto II, lo sposo sarebbe stato escluso dalla successione. Assenso necessario secondo le norme di casa Savoia per ogni matrimonio (diseguale o meno), ma se «contratto con persona di condizione e stato inferiore (...), tanto i contraenti, che i discendenti da tale matrimonio, si intenderanno senz'altro decaduti dal possesso dei beni e dei diritti provenienti dalla Corona e dalla ragione di succedere nei medesimi». Salvo «qualche singolare circostanza» che spingesse il sovrano a dare il beneplacito, come stabilito nel 1780 dalle Regie Patenti di Vittorio Amedeo III, re di Sardegna.LA SOLENNE AMMONIZIONENorme che Umberto II, non più re ma pur sempre capo di casa Savoia, ribadiva in una lettera del 25 gennaio 1960 al figlio, all'epoca fidanzato con l'attrice Dominique Claudel, «in modo che tu sappia con esattezza in quale situazione verresti a trovarti», richiamandosi «alla legge della nostra Casa, vigente da ben 29 generazioni e rispettata dai 43 Capi Famiglia, miei predecessori, succedutisi secondo la legge Salica attraverso matrimoni contratti con famiglie di Sovrani. Tale legge, io 44mo Capo Famiglia, non intendo e non ho diritto di mutare, nonostante l'affetto per te». Umberto era netto sulle conseguenze: «la tua decadenza da qualsiasi diritto di successione come Capo della Casa di Savoia e di pretensione al trono d'Italia, perdendo i tuoi titoli e il tuo rango e riducendoti alla situazione di privato cittadino. Perciò tutti i diritti passerebbero immediatamente a mio nipote Amedeo, Duca d'Aosta». Vittorio Emanuele il 25 aprile 1960 riconosceva «la situazione nella quale verrei a trovarmi se decidessi di rinunciare alle mie prerogative e mi sposassi con una donna - qualunque essa fosse - non di sangue reale» e la relativa situazione anche «sotto l'aspetto strettamente dinastico».L'ammonimento si ripeté il 18 luglio 1963, quando l'ex sovrano riprese carta e penna dopo aver letto un'intervista al figlio circa le possibili nozze (poi di fatto avvenute) con Marina Doria, vedendosi costretto a «ripeterti, parola per parola, quanto ebbi a scriverti il 23 [sic] gennaio 1960, in una simile circostanza». «L'intervista non rispecchia il mio pensiero», rispose Vittorio Emanuele il 25 agosto in calce alla lettera paterna. Fatto sta che qualche anno dopo quel matrimonio che “non s'aveva da fare” si fece nel 1970 a Las Vegas, con rito civile, all'insaputa del padre. Quello religioso seguì l'anno dopo a Teheran.LA PROFEZIA DI PADRE PIOA dirimere la questione nel frattempo insorta fra i due rami fu chiamata nel 2001 la Consulta dei Senatori del Regno, fondata nel 1955 da ex senatori attivi durante la monarchia e poi man mano rinnovatasi per le evidenti necessità anagrafiche. Il risultato, in breve, fu che invece di sciogliere il nodo si spaccò in due anche la Consulta. Da allora di Consulte ce ne sono due: una, presieduta dal medico Pier Luigi Duvina, che riconosce la successione di Vittorio Emanuele (e di Emanuele Filiberto), l'altra, presieduta dallo storico Aldo Alessandro Mola, che invece riconosce i Savoia-Aosta (Amedeo e Aimone) quali legittimi successori di Umberto II. Il picco di tensione tra i due rami si raggiunse però nel 2004 alle nozze reali di Felipe VI di Spagna quando lo scontro divenne anche fisico e Marina Doria dovette andare a scusarsi con Amedeo che aveva appena rimediato un pugno dal cugino Vittorio Emanuele.Anche prescindendo dalla querelle matrimoniale relativa a Vittorio Emanuele, un altro elemento avrebbe nel tempo giocato a favore del ramo Savoia-Aosta: la legge salica - che attribuisce il trono solo agli eredi maschi - anch'essa richiamata nella lettera di Umberto II del 1960. Emanuele Filiberto non ha fratelli e ha due figlie femmine che pertanto non sarebbero entrate nella linea di successione se il nonno Vittorio Emanuele all'inizio del 2020 non avesse dichiarato abolita la legge salica, legiferando a tutti gli effetti come capo di Casa Savoia e pertanto considerandosi tale. Decisione che ha suscitato malumori tra i rami del casato, dichiarata da Amedeo «nulla, tanto più perché proveniente da persona esclusa dalla successione dinastica», attraverso un comunicato. [...]Da capofamiglia si presenta Aimone, che invia le condoglianze ai parenti dal sito intitolato Casa Reale di Savoia. E c'è chi vede in Aimone l'uomo della profezia sul crollo della monarchia e sul suo ritorno per mano di un ramo collaterale, attribuita a san Pio da Pietrelcina, che negli anni '30 avrebbe predetto - il condizionale è d'obbligo - alla futura regina Maria José: «Un ramo della pianta seccherà, ma un altro ramo germoglierà portando copiosi frutti». [...]Nota di BastaBugie: in merito alla profezia di padre Pio accennata alla fine dell'articolo ecco cosa si trova scritto su Wikipedia.Secondo una profezia, padre Pio da Pietrelcina avrebbe previsto la fine del Regno d'Italia, l'estinzione del ramo principale dei Savoia discendenti da Umberto I e il successivo ritorno della monarchia in Italia con il ramo collaterale dei Savoia-Aosta. Nella cripta dove riposano i resti mortali del frate, a San Giovanni Rotondo, è presente un grande bassorilievo commissionato nel 1968 da Gian Paolo Quinto e modellato dallo scultore Cesarino Vincenti, intitolato Maestà e Bellezza ti stanno intorno. L'opera raffigura la Sacra Famiglia attorniata da un gruppo di persone raccolte in preghiera, fra le quali spicca un uomo che, nonostante l'opera sia stata realizzata quando Aimone aveva solo un anno, ha il viso di Aimone di Savoia-Aosta da adulto, con sulle spalle il collare dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata.
I nostri fratelli e sorelle della comunità di "capitoli online" hanno vissuto la festa della Sacra Famiglia insieme a Laura Viscardi (che ha proposto una "lectio divina") ed a Claudio Gentili (già presidente del Masci, che ha condiviso le sue riflessioni), concludendo con il Te Deum.Buon ascolto!"Gli camminerà avanti con lo spirito e la forza di Eliaper ricondurre i cuori dei padri verso i figlied i ribelli alla saggezza dei giustie preparare al Signore un popolo ben disposto"Luca, capitolo 1, versetto 17---https://www.youtube.com/@CapitoliOnlinehttps://www.famigliacristiana.it/articolo/te-deum-cos-e-e-chi-ha-scritto-l-inno-che-si-canta-il-31-dicembre.aspx
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A Piubega, in provincia di Mantova, ritorna dopo quattro anni il celebre e gigantesco presepe vivente, che anima la cittadina. Insieme a Marco Vignoletti, la sindaca Maria Cristina Zinetti ha spiegato l'evento natalizio. «Il presepe occupa 8mila metri quadrati e ogni anno cambia la collocazione: quest'anno si aprirà vicino alla Torre Civica. Ci saranno 150 comparse che aiuteranno i visitatori a riempire lo spirito di sentimenti di fraternità e gioia. I volontari si vestiranno con i costumi tipici del nostro passato e riprodurranno l'attività contadina, i lavori domestici di un tempo. Ci saranno anche lavandaie, tessitrici, animali e ovviamente la capanna con la Sacra Famiglia. E il bambino sarà vero!». Il presepe vivente andrà in scena nei giorni festivi natalizi e in quelli del 2023.
On this episode of Rehash, we're speaking with María Paula Fernández, co-founder of JPG and a true OG in the NFT space, about living through another bear market, how to be a good web3 art curator, and new blockchain art projects that should be on your radar.We catch up on what MP's been up to since our last recording together and how she's been feeling amidst yet another crypto bear market - and notably one that feels different from previous bear markets she's lived through. Even though overall sentiments are a bit low, I can always rely on Maria to bring some humor into the mix, as we come to the shocking realization that Michael Lewis is in fact the new Tom Cruise (tune into this episode and you'll hear what I mean).We then dive deep into the world of art curation and what the role of a curator is, especially in the web3 world. MP believes a good web3 curator is a good storyteller and a good educator, and we look at a new JPG exhibit, Generative Art Beyond the Algorithm, as an example of good curation. COLLECT THIS EPISODEhttps://www.rehashweb3.xyz/ FOLLOW USRehash: https://twitter.com/rehashweb3Diana: https://twitter.com/ddwchenMP: https://twitter.com/MPtherealmvpJPG: https://twitter.com/______jpg______ LINKSSeptember 2021 interview with María Paula on The Unstoppable Podcast: https://youtu.be/EuhPFMecezYS4 E6 | Art You Can't See w/Sarah Meyhoas & Mitchell Chan: https://rehash.mirror.xyz/-aihBv_hJwt8iWd91XubvPMs_GQxt4sX2GUAWW-hCKkWeb by Jan Robert Leegte: https://web.leegte.org/Stevie P: https://steviep.xyz/Sacra Famiglia by Ann Hirsch: https://www.sacra.family/Dear Scammer by Ann Hirsch: https://www.hiddengems.fyi/p/dear-scammer-letters-by-ann-hirschThe Boys of Summer by Mitchell Chan: https://chan.gallery/boysofsummer/Bitchcoin by Sarah Meyohas: https://sarahmeyohas.com/bitchcoin/Crypto Certs by Ed Fornieles: https://www.edfornielesstudios.com/GALLERY: https://twitter.com/GALLERYGenerative Art Beyond the Algorithm: https://naturalstatic.jpg.space/exhibitionNatural Static: https://naturalstatic.jpg.space/Social Contracts: https://socialcontracts.jpg.space/ TIMESTAMPS0:00 Intro4:32 How MP stays up to date on SBF drama8:32 Is there still too much toxic positivity in crypto?13:45 What successful NFT projects all have in common15:56 MP's favorite NFT projects19:20 Market Makers event in Berlin26:06 What makes a good web3 art NFT curator?37:51 Generative Art Beyond the Algorithm41:26 Natural Static by Jonathan Chomko47:03 Where MP sees NFTs being in 10 years49:22 MP's favorite crypto drama51:49 Follow MP DISCLAIMER: The information in this video is the opinion of the speaker(s) only and is for informational purposes only. You should not construe it as investment advice, tax advice, or legal advice, and it does not represent any entity's opinion but those of the speaker(s). For investment or legal advice, please seek a duly licensed professional.
Francesco Pistoi"Il ritorno di David Tremlett"Lunetta11https://lunetta11.comUn gradito ritorno in Langa di un esponente di fama internazionale del mondo della pittura e della scultura, per rendere omaggio a un grande musicista e compositore, anch'egli legato a queste terre e scomparso nel 2020.È quanto avverrà grazie alla mostra “Rain in your Black Eyes- per Ezio” nella Cappella del Ritiro del Sacra Famiglia di Dogliani, la cui inaugurazione è fissata per sabato 9 settembre alle 11,30. L'evento, inserito all'interno della rassegna “Buona fortuna ribelli”, a cura di Lunetta11, vedrà protagonista David Tremlett, affermato pittore e scultore britannico, molto noto per i suoi “wall drawing”, pitture parietali eseguite soprattutto con pastelli colorati.A Dogliani Tremlett esporrà un'opera unica nel suo genere, site-specific, "Rain in your Black Eyes-per Ezio”, che prende il nome da una composizione dello stesso Bosso che l'artista ha tradotto in un monolite nero, ricoperto interamente da grasso nero di grafite, dipinto dalle mani di David Tremlett, che spaccherà in due lo spazio a navata unica della Cappella della Sacra Famiglia di Dogliani.Così Tremlett – che sarà a Dogliani già qualche giorno prima dell'inaugurazione, per completare l'allestimento dell'opera insieme al suo collaboratore storico, Ferruccio Dotta – spiega le ragioni che lo hanno portato alla realizzazione dell'installazione temporanea, destinata a essere distrutta una volta conclusa la mostra, ovvero dopo il 5 novembre, proprio nella Cappella del Ritiro. “La prima volta che sono entrato nella cappella è stato in occasione di una mostra organizzata da Lunetta11 e mi ha colpito come quello spazio fosse piccolo e allo stesso tempo voluminoso", spiega Tremlett, per poi aggiungere: “Inoltre, la divisione del muro di allestimento temporaneo era talmente imponente che il lavoro degli artisti ne era in qualche modo sopraffatto. Quando mi è stato proposto di lavorare nella cappella, i miei primi pensieri sono stati quindi circa le dimensioni e il volume del muro divisorio. Questo mi ha portato a pensare al mio sodalizio con Ezio Bosso in questa parte del Piemonte e alla nostra storia di amicizia; e ai miei primi giorni come artista a Londra, dove nel mio studio di scultura erano presenti molti materiali misti, tra cui il grasso. Si tratta di un materiale improbabile da usare in chiave artistica, ma si stendeva sulle superfici in modo convincente, ed è diventato un primo rivestimento sfregato a mano che in seguito mi avrebbe portato al pastello. Questa mostra è l'insieme di tutti questi elementi: una cappella, una lunga forma rettangolare al centro, un materiale molto personale (il grasso) con molta storia, un grande amico perso con cui ho riso, parlato e mangiato in tanti angoli di Italia e del mondo e che non ho avuto la possibilità di salutare a mio modo. La natura temporanea del mio messaggio si riflette nel materiale utilizzato (il grasso) e nelle vite che viviamo tutti. La cappella vive con tutti i suoi ricordi”.Dopo l'inaugurazione doglianese, alle 11,30 dell'opera site-specific “Rain in your Black Eyes - per Ezio” di David Tremlett, la giornata di sabato 9 settembre riserverà altri importanti appuntamenti legati al progetto artistico di Lunetta11.Dalle 15 nelle sale della Censa di San Benedetto Belbo verrà presentata la personale di Francesco Maluta e il suo bestiario favolistico; nelle vie di San Benedetto Belbo si potranno ammirare le opere di Solomostry.Dalle 16, inoltre, aprirà la galleria Lunetta11 a borgata Lunetta di Mombarcaro, con la prima personale di Simone Settimo e i suoi paesaggi italiani; nella cappella di San Rocco di Mombarcaro si alzerà il velo sull'opera site-specific di Guendalina Urbani; e nei prati di borgata Lunetta troverà collocazione l'opera ambientale “Visual Interference” di Oliviero Fiorenzi.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7217CHI ERANO E DOVE SONO FINITI I RE MAGIMelchiorre rappresentava la razza di Sem, Gaspare la razza di Cam, Baldassarre quella di Jafet (i tre figli di Noè saliti sull'arca con lui e le proprie mogli)di Roberto De MatteiNella festa dell'Epifania e nei giorni successivi, la liturgia della Chiesa ci ricorda la presenza dei Re Magi nella Grotta di Betlemme. I Re Magi non erano "Maghi", ma principi che vivevano in Oriente, dove studiavano i moti celesti per comprendere, attraverso i loro movimenti, le divine profezie. Questi re furono docili alla voce della grazia, che mormorava loro: "Orietur stella", si leverà una stella. Per seguire la stella che apparve loro, lasciarono la loro patria, le loro ricchezze, il loro riposo. Dio, che li aveva chiamati da terre diverse, li riunì in uno stesso viaggio come in una stessa fede. Malgrado le difficoltà materiali e morali di un viaggio di cui ignoravano la fine, non persero mai la fiducia nella stella che li guidava. I Magi, dice il padre Faber, seguivano la stella come si segue una vocazione, senza sapere chiaramente di seguire un impulso divino. Giunsero finalmente a Gerusalemme. "Ed ecco la stella, che avevano veduta in Oriente, andar loro innanzi, finché venne a fermarsi sopra il luogo dove era il bambino" (Mt, 2, 9).Entrarono nella misera Grotta di Betlemme e videro un bambino su una mangiatoia, vegliato da una giovane madre e da un uomo un poco più anziano, ma altrettanto attento e premuroso. Non ebbero un attimo di dubbio. Compresero immediatamente di trovarsi di fronte al Messia promesso, il Re dei Re, il Salvatore dell'umanità. Il carattere distintivo dei Magi fu la fede che li animava. Dopo la fede di san Pietro e di Abramo, secondo il padre Faber, mai vi fu al mondo una fede come quella dei Magi. "La fede è quella che risaltò in essi a ogni istante; è una fede che fu eroica fin dai primordi".IL PRIMO ATTO DI CULTO SOLENNE E UFFICIALE AL BAMBINO DIVINOAdorarono l'Uomo-Dio.e si prostrarono davanti alla Madre Divina. Ebbero la grazia di essere i primi, dopo Maria e Giuseppe, ad offrire sulla terra un atto di adorazione esterna al Bambino di Betlemme. Il Corpo Mistico della Chiesa, è rappresentato in questo momento dalla Sacra Famiglia, dai Magi e dai Pastori. È i Magi offrono il primo atto di culto solenne e ufficiale al Bambino Divino, che è il Capo di questo Corpo Mistico. Betlemme, dice dom Guéranger, non è soltanto il luogo della nascita del Redentore, ma è anche la culla della Chiesa. Betlemme, aggiungiamo, è anche l'atto di nascita della Civiltà cristiana, rappresentata da questi Re che rappresentano il potere secolare che si sottomette a Cristo, riconoscendolo come Signore del Cielo e della terra. Il principio della Regalità sociale di Cristo, ha la sua origine nell'adorazione dei Re Magi a Betlemme.I nomi dei Magi, secondo la tradizione della Chiesa, erano Gaspare, Baldassarre e Melchiorre. Melchiorre rappresentava la razza di Sem, Gaspare la razza di Cam, Baldassarre quella di Jafet. Sono i tre rami della famiglia umana discendente da Noè. Le nazioni, scrive Ernest Hello, sono presentate nella persona dei loro rappresentanti: tutte sono chiamate dalla medesima stella. "La stessa attrazione, in ugual modo celeste e maestosa, le riunisce e le inchina nella stessa adorazione".I Magi offrirono all'Uomo-Dio l'oro, l'incenso e la mirra, che simboleggiano, secondo i Padri della Chiesa, la regalità, la divinità e l'umanità del Salvatore. A Lui erano dovuti, con l'oro, gli onori di Re; con l'incenso, il culto divino; con la mirra, la fede nella sua umanità. La lunga attesa del Messia si dissolve in quest'istante, che ha in sé tutta la fecondità dei secoli futuri.IL RITORNO A CASARitornati a casa, i Magi conservarono fedelmente la memoria di Betlemme. Vivevano ancora quando l'apostolo san Tommaso arrivò nei loro paesi. San Tommaso aveva visto Gesù risuscitato, i Magi lo avevano visto bambino nella capanna di Betlemme. Il loro incontro fu certo emozionante. I Magi dedicarono tutto il resto della loro vita alla predicazione del Vangelo. Poi tornarono a Gerusalemme per contemplare i luoghi della Passione, morte e Resurrezione di Gesù Cristo e qui morirono. Sant'Elena fece trasferire le loro spoglie a Costantinopoli, nella basilica di Santa Sofia. In seguito l'imperatore ne fece dono al vescovo Eustorgio che le portò a Milano, dove fece erigere una basilica in loro onore. Quando Federico Barbarossa prese e saccheggiò questa città, i loro resti, nel 1164, furono trasferiti a Colonia, in Germania. Reinoldo, arcivescovo di Colonia, fece fabbricare per loro il reliquiario più prezioso dell'intero mondo cristiano e su di esso fu elevato un reliquiario ancora più grande: il Duomo di Colonia. Con Gerusalemme la "Città Santa", con Roma la "Città Eterna", con Santiago di Compostela in Spagna, Colonia, grazie ai Magi, è divenuta nel corso dei secoli uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti dell'Occidente cristiano. Lo ha ricordato Benedetto XVI nel 2005, quando, visitò la cattedrale di Colonia, e si raccolse in preghiera davanti al reliquiario che raccoglie i resti dei Magi. Benedetto, che parlava spesso dei Re Magi disse: "I Magi provenienti dall'Oriente sono soltanto i primi di una lunga processione di uomini e donne che nella loro vita hanno costantemente cercato con lo sguardo la stella di Dio, che hanno cercato quel Dio che a noi, esseri umani, è vicino e ci indica la strada. È la grande schiera dei santi - noti o sconosciuti - mediante i quali il Signore, lungo la storia, ha aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine; questo, Egli sta facendo tuttora." (Discorso del 20 agosto 2005).Ai quei Re Magi, che venivano da Oriente, affidiamo oggi le sorti dell'Occidente, affidiamo le sorti della Cristianità, affidiamo in particolare le sorti della chiesa di Germania che sembra voler propagare un incendio alla Chiesa intera. E che Maria stella matutina, Maris stella, guidi la nostra strada, come la stella di Betlemme guidò la loro.
Nella festa dell'Epifania e nei giorni successivi, la liturgia della Chiesa ci ricorda la presenza dei Re Magi nella Grotta di Betlemme. I Re Magi non erano “Maghi”, ma principi che vivevano in Oriente, dove studiavano i moti celesti per comprendere, attraverso i loro movimenti, le divine profezie. Questi re furono docili alla voce della grazia, che mormorava loro: “Orietur stella”, si leverà una stella. Per seguire la stella che apparve loro, lasciarono la loro patria, le loro ricchezze, il loro riposo. Dio, che li aveva chiamati da terre diverse, li riunì in uno stesso viaggio come in una stessa fede. Malgrado le difficoltà materiali e morali di un viaggio di cui ignoravano la fine, non persero mai la fiducia nella stella che li guidava. I Magi, dice il padre Faber, seguivano la stella come si segue una vocazione, senza sapere chiaramente di seguire un impulso divino. Giunsero finalmente a Gerusalemme. “Ed ecco la stella, che avevano veduta in Oriente, andar loro innanzi, finché venne a fermarsi sopra il luogo dove era il bambino” (Mt, 2, 9). Entrarono nella misera Grotta di Betlemme e videro un bambino su una mangiatoia, vegliato da una giovane madre e da un uomo un poco più anziano, ma altrettanto attento e premuroso. Non ebbero un attimo di dubbio. Compresero immediatamente di trovarsi di fronte al Messia promesso, il Re dei Re, il Salvatore dell'umanità. Il carattere distintivo dei Magi fu la fede che li animava. Dopo la fede di san Pietro e di Abramo, secondo il padre Faber, mai vi fu al mondo una fede come quella dei Magi. “La fede è quella che risaltò in essi a ogni istante; è una fede che fu eroica fin dai primordi”. Adorarono l'Uomo-Dio.e si prostrarono davanti alla Madre Divina. Ebbero la grazia di essere i primi, dopo Maria e Giuseppe, ad offrire sulla terra un atto di adorazione esterna al Bambino di Betlemme. Il Corpo Mistico della Chiesa, è rappresentato in questo momento dalla Sacra Famiglia, dai Magi e dai Pastori. E' i Magi offrono il primo atto di culto solenne e ufficiale al Bambino Divino, che è il Capo di questo Corpo Mistico. Betlemme, dice dom Guéranger, non è soltanto il luogo della nascita del Redentore, ma è anche la culla della Chiesa. Betlemme, aggiungiamo, è anche l'atto di nascita della Civiltà cristiana, rappresentata da questi Re che rappresentano il potere secolare che si sottomette a Cristo, riconoscendolo come Signore del Cielo e della terra. Il principio della Regalità sociale di Cristo, ha la sua origine nell'adorazione dei Re Magi a Betlemme. I nomi dei Magi, secondo la tradizione della Chiesa, erano Gaspare, Baldassarre e Melchiorre. Melchiorre rappresentava la razza di Sem, Gaspare la razza di Cam, Baldassarre quella di Jafet. Sono i tre rami della famiglia umana discendente da Noè. Le nazioni, scrive Ernest Hello, sono presentate nella persona dei loro rappresentanti: tutte sono chiamate dalla medesima stella. “La stessa attrazione, in ugual modo celeste e maestosa, le riunisce e le inchina nella stessa adorazione”. I Magi offrirono all'Uomo-Dio l'oro, l'incenso e la mirra, che simboleggiano, secondo i Padri della Chiesa, la regalità, la divinità e l'umanità del Salvatore. A Lui erano dovuti, con l'oro, gli onori di Re; con l'incenso, il culto divino; con la mirra, la fede nella sua umanità. La lunga attesa del Messia si dissolve in quest'istante, che ha in sé tutta la fecondità dei secoli futuri. Ritornati a casa, i Magi conservarono fedelmente la memoria di Betlemme. Vivevano ancora quando l'apostolo san Tommaso arrivò nei loro paesi. San Tommaso aveva visto Gesù risuscitato, i Magi lo avevano visto bambino nella capanna di Betlemme. Il loro incontro fu certo emozionante. I Magi dedicarono tutto il resto della loro vita alla predicazione del Vangelo. Poi tornarono a Gerusalemme per contemplare i luoghi della Passione, morte e Resurrezione di Gesù Cristo e qui morirono. Sant'Elena fece trasferire le loro spoglie a Costantinopoli, nella basilica di Santa Sofia. In seguito l'imperatore ne fece dono al vescovo Eustorgio che le portò a Milano, dove fece erigere una basilica in loro onore. Quando Federico Barbarossa prese e saccheggiò questa città, i loro resti, nel 1164, furono trasferiti a Colonia, in Germania. Reinoldo, arcivescovo di Colonia, fece fabbricare per loro il reliquiario più prezioso dell'intero mondo cristiano e su di esso fu elevato un reliquiario ancora più grande: il Duomo di Colonia. Con Gerusalemme la "Città Santa", con Roma la "Città Eterna", con Santiago di Compostella in Spagna, Colonia, grazie ai Magi, è divenuta nel corso dei secoli uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti dell'Occidente cristiano. Lo ha ricordato Benedetto XVI nel 2005, quando, visitò la cattedrale di Colonia, e si raccolse in preghiera davanti al reliquiario che raccoglie i resti dei Magi. Benedetto, che parlava spesso dei Re Magi disse: “I Magi provenienti dall'Oriente sono soltanto i primi di una lunga processione di uomini e donne che nella loro vita hanno costantemente cercato con lo sguardo la stella di Dio, che hanno cercato quel Dio che a noi, esseri umani, è vicino e ci indica la strada. È la grande schiera dei santi - noti o sconosciuti - mediante i quali il Signore, lungo la storia, ha aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine; questo, Egli sta facendo tuttora.” (Discorso del 20 agosto 2005). Ai quei Re Magi, che venivano da Oriente, affidiamo oggi le sorti dell'Occidente, affidiamo le sorti della Cristianità, affidiamo in particolare le sorti della chiesa di Germania che sembra voler propagare un incendio alla Chiesa intera. E che Maria stella matutina, Maris stella, guidi la nostra strada, coome la stella di Betlemme guidò la loro. (Roberto de Mattei)
Omelia della s. Messa del 30 Dicembre 2022, Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, tenuta da p. Alessandro M. Apollonio, FI.
Il 29 agosto 1953 a Siracusa un'immagine della Madonna, che si trovava nella casa di un giovane operaio sposato da pochi mesi, sopra il letto matrimoniale, cominciò a piangere. Il pianto continuò fino al 1° settembre. Le lacrime vennero esaminate e furono dichiarate essere vere lacrime umane. Tutti si chiesero che senso avessero quelle lacrime. Nel 1954 papa Pio XII disse: «Comprenderanno gli uomini l'arcano linguaggio di quelle lacrime?». Negli anni seguenti si è svelato il messaggio legato a quelle lacrime, come spiega il cardinale Angelo Comastri in questa omelia. L'omelia è stata proclamata a Corridonia (MC) il 2 giugno 2017, dove il cardinale si era recato per benedire una icona della Sacra Famiglia che era stata appena collocata all'interno della chiesa della zona industriale della città.
Opera d'arte del giorno: Sacra famiglia, Michelangelo Buonarroti https://www.uffizi.it/opere/sacra-famiglia-detta-tondo-doni
Continua in veste digitale l'iniziativa Giro Presepi in Friuli Venezia Giulia, viaggio itinerante su tutto il territorio regionale alla scoperta di una delle più preziose tradizioni italiane, simbolo di pace e fratellanza caratteristiche del Natale a cura di UNPLI FVG - Comitato Regionale Pro Loco e con il sostegno della Fondazione Friuli. Ospite ai nostri microfoni per guidarci nel percorso Marco Specia di UNPLI. Qui l'intervista: Il progetto, che rientra nel più ampio contenitore dell'iniziativa "Presepi FVG. La tradizione che prende forma" e che negli anni si è tradotto in una guida cartacea dedicata al turista, consiste in un minuzioso lavoro di ricerca e censimento delle realtà presepiali che annualmente vengono realizzate e proposte in regione da parte di associazioni, enti locali, privati, artisti o semplici appassionati, mettendo in mostra le molteplici declinazioni che possono assumere i più universali tra i simboli del Santo Natale, la Natività e la Sacra Famiglia. La guida accompagna i visitatori in una serie di itinerari tematici che percorrono il Friuli Venezia Giulia dalla montagna al mare, dalla collina ai centri urbani, sfiorando laghi e fiumi o addentrandosi alla scoperta di borghi storici e rurali alle volte poco conosciuti. Coinvolge oltre un centinaio di Comuni, suddivisi nelle 12 aree turistiche di Carnia, Tarvisiano, Piancavallo e Dolomiti Friulane, Gemonese, Friuli Collinare e San Daniele del Friuli, Pordenone e dintorni, Udine e dintorni, Cividale del Friuli e Valli del Natisone, Lignano Sabbiadoro e dintorni, Grado, Aquileia, Palmanova e dintorni, Gorizia e Collio, Trieste e Carso. In totale si tratta di oltre 1950 Natività da ammirare, raccolte in preziose rassegne, all'interno di Santuari e chiese, dislocate lungo piazze e vie nei centri abitati o in cortili e parchi di pregio naturalistico. Tutti i percorsi su presepifvg.it Radio Punto Zero è media partner dell'evento
L'Egitto non è solo mare e piramidi. Si può fare un viaggio culturale, archeologico e spirituale sulle orme della Sacra Famiglia.È il nuovo itinerario che sempre più turisti – e non solo pellegrini –, anche italiani, stanno percorrendo, per andare alla scoperta di un lato inedito di questo splendido Paese. Una vera novità, che rivela il volto più spirituale dell'Egitto. L'itinerario lungo il sentiero della Sacra Famiglia prevede ben 32 siti. Otto di questi sono distribuiti tra i quattro governatorati di Minya, Assiut, Alessandria e Il Cairo.#SacraFamiglia #Egitto #SanMarco #Gesù #Cristianesimo #ChiesaCristianaCopta
Commento a Lc 2, 41-52, vangelo della prima domenica dopo Natale e Festa della Sacra Famiglia
Un asinello dispettoso, uno a cui piace essere dispettoso, viene scelto da Giuseppe per accompagnare la Sacra Famiglia in Egitto. Cosa succederà?
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6842IL PRIMO PRESEPE FU OPERA DI SAN FRANCESCO di Liana MarabiniSiamo alle soglie del Natale e l'omaggio più sentito alla Natività è il presepe. Tradizionalmente i presepi erano animati. Hanno un "inventore", San Francesco d'Assisi, nientemeno. Era rientrato dalla Terra Santa nel 1220 con ancora nel cuore le immagini del luogo di nascita di Gesù: Betlemme. Vi pensava spesso, perso nei ricordi di quelle emozioni così uniche che aveva sentito camminando sui Suoi passi.E un giorno, durante le sue peregrinazioni nei villaggi, ebbe la sorpresa di scoprire un luogo così simile a Betleeme: era il borgo di Greccio, un piccolo villaggio inerpicato sulla montagna a 750 metri d'altezza, alle pendici del Monte Lacerone (attualmente nella provincia di Rieti, ai confini con l'Umbria). Un luogo incantato, attorniato da boschi ricchi di felci e querce, le cui origini affondano le radici nel mito. Francesco vi identificò perfino una grotta, simile a quella della Terra Santa. Quindi decise di rievocare la Natività lì.La leggenda vuole che Greccio venne fondata da una colonia greca, esiliata dalla propria patria. Il luogo venne scelto per il proprio splendore, così come per la posizione geografica in termini strategici. I 750 metri d'altezza sul livello del mare infatti rappresentavano un'ottima difesa naturale. Il nome d'origine fu Grecia, si racconta, per poi divenire Grece, Grecce e infine Greccio. E lì, il "poverello di Assisi", dopo aver ottenuto l'autorizzazione da papa Onorio III, pensò di far rivivere la nascita di Gesù.IL PRIMO PRESEPE DELLA STORIA FU OPERA DI SAN FRANCESCONella rappresentazione preparata da San Francesco, al contrario di quelle successive, non erano presenti la Vergine Maria, San Giuseppe e Gesù Bambino; nella grotta fu celebrata la Messa con un altare portatile posto sopra una mangiatoia presso la quale erano i due animali ricordati dalla tradizione, ossia l'asino e il bue. Dobbiamo la prima descrizione del presepe vivente allestito da San Francesco a Tommaso da Celano (1190-1265), frate francescano, scrittore e poeta, nonché autore di due Vitae di san Francesco. Nella prima Vita ci dà una descrizione più dettagliata della notte in cui fu allestito il primo presepio a Greccio, racconto che è poi ripreso da Bonaventura da Bagnoregio nella Leggenda maggiore."I frati si radunano, la popolazione accorre; il bosco risuona di voci, e quella venerabile notte diventa splendente di luci, solenne e sonora di laudi armoniose. L'uomo di Dio [Francesco] stava davanti alla mangiatoia, pieno di pietà, bagnato di lacrime, traboccante di gioia, Il rito solenne della messa viene celebrato sopra alla mangiatoia e Francesco canta il Santo Vangelo. Poi predica al popolo che lo circonda e parla della nascita del re povero che egli [...] chiama 'il bimbo di Betlemme'. Un cavaliere virtuoso e sincero, che aveva lasciato la milizia e si era legato di grande familiarità all'uomo di Dio, messer Giovanni di Greccio, affermò di avere veduto, dentro la mangiatoia, un bellissimo bimbo addormentato che il beato Francesco, stringendolo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno". (Bonaventura, Legenda maior, XX.)La descrizione di Bonaventura è la fonte che ha usato Giotto per comporre l'affresco Presepe di Greccio, nella Basilica superiore di Assisi. La visione apparsa all'"uomo virtuoso", messer Giovanni, fu un primo miracolo legato al presepe vivente di Greccio. Il secondo avvenimento straordinario è rappresentato dai miracoli avvenuti per mezzo del fieno che la sera di Natale è stato posto sulla mangiatoia. Nella regione circostante molti animali colpiti da diverse malattie furono liberati dopo aver mangiato questo fieno e donne che soffrivano per un parto lungo e doloroso mettendosi addosso il fieno partorirono felicemente. Anche uomini e donne accorsi nel luogo della rievocazione, sofferenti di diversi mali, guarirono quella notte.Sicuramente vale la pena visitare Greccio e capirne il fascino, che ha tanto ispirato San Francesco, creatore del primo presepe animato.IL PRIMO PRESEPE CON LE STATUE FU OPERA DI ARNOLFO DI CAMBIOInvece, il primo presepe inanimato della storia fu commissionato da Papa Niccolò IV nel 1288 al geniale scultore toscano Arnolfo di Cambio, perfezionatosi alla Bottega di Nicola Pisano. Arnolfo di Cambio, noto anche come Arnolfo di Lapo (Colle di Val d'Elsa, 1245 circa - Firenze, 8 marzo tra il 1302 e il 1310 circa), è stato uno scultore, architetto e urbanista italiano attivo in particolare a Roma e a Firenze alla fine del Duecento e ai primi del secolo successivo.Nel suo presepe vi sono rappresentati i tre Re Magi che adorano il Bambin Gesù assieme a San Giuseppe. La statua di Maria, che porta in braccio il bambino, è in realtà una statua del XVI secolo sebbene a seguito di un recente restauro, è stato possibile ipotizzare che l'opera sia la statua originale parzialmente riscolpita nel Cinquecento. È inoltre interessante il fatto che Arnolfo rifinì nei minimi dettagli solo le parti visibili allo spettatore; le parti più nascoste sono invece solo abbozzate. Arnolfo realizzò probabilmente la prima rappresentazione plastica del Presepe, scolpendo nel 1291 otto statuette che rappresentano i personaggi della Natività ed i Magi; le sculture superstiti del primo presepe della storia, inizialmente inserite in una cappella dedicata alla Natività nella navata destra della Basilica di Santa Maria Maggiore, sono oggi collocate nella cripta della Cappella Sistina dal nome di papa Sisto V, sempre nella Basilica di Santa Maria Maggiore.Niccolò IV, al secolo Girolamo Masci (Lisciano, 30 settembre 1227 - Roma, 4 aprile 1292) fu uno dei protagonisti della cultura medioevale. Al suo nome infatti si associano le Università degli Studi di Montpellier, di Gray, di Ascoli e di Macerata, ma anche l'avvio dell'erezione del Duomo di Orvieto e gli interventi di restauro delle basiliche di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore nel quadro di un progetto volto ad adeguare la liturgia e l'iconografia mariana occidentale a quella d'Oriente, nella indomita speranza della riunificazione delle due Chiese. A lui va inoltre ricondotta nel 1289 la rifondazione della città di Cagli che si ritiene sia stata realizzata su disegno di Arnolfo di Cambio. Al suo pontificato è legata, secondo vari studiosi (quali Bellosi, Brandi, Nicholson), la committenza a Cimabue e pittori romani della decorazione della Basilica superiore di San Francesco ad Assisi, testimonianza del favore goduto da quel luogo presso di lui. Il primo papa francescano commissionò nel 1292 il primo presepe in marmo sempre ad Arnolfo di Cambio per la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma e all'orafo Guccio di Mannaia lo splendido calice in oro, argento dorato e smalti traslucidi, vero capolavoro dell'oreficeria italiana, quale omaggio alla basilica assisiate.Per Niccolò IV lavorarono artisti quali Arnolfo di Cambio, Pietro Cavallini e Iacopo Torriti. Da quel momento l'usanza dei presepi inanimai si diffuse in tutto il mondo cristiano. Per tradizione, il presepe si mantiene fino al giorno dell'Epifania, quando si mettono le statuine dei Re Magi di fronte alla Sacra Famiglia, o anche sino al giorno della Candelora, sia in Italia che in altri Paesi.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6716OMELIA DELLA SACRA FAMIGLIA - ANNO C (Lc 2,41-52)La prima domenica dopo Natale ricorre ogni anno la festa della Santa Famiglia di Nazareth. Una famiglia unica e irripetibile, formata da Giuseppe, Maria e Gesù. Maria e Giuseppe erano veri sposi anche se vissero il loro matrimonio verginalmente, non solo come fratello e sorella, ma come Angeli in Terra, e più ancora. E Gesù è il Figlio di Dio venuto su questa Terra per la nostra salvezza. La Famiglia di Nazareth offriva agli angeli del Paradiso lo spettacolo più bello; essa – come si espressero alcuni Santi – era come la Trinità terrestre. San Giuseppe faceva le veci del Padre, Gesù è lo stesso Figlio di Dio, Maria è il riflesso più puro dello Spirito Santo. San Giuseppe, come la Chiesa da sempre ha insegnato, non è padre naturale di Gesù, ma, come si dice comunemente, il padre putativo, verginale, in quanto Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo. Tuttavia era indispensabile la presenza di san Giuseppe per fare in modo che il Figlio di Dio entrasse in questo mondo in modo ordinato, ovvero che avesse una famiglia umana dove vivere e crescere.La famiglia è formata dallo sposo, la sposa (uomo e donna) e la prole. Tutto ciò che va contro questo piano di Dio è peccato e perversione.San Giuseppe educò lo stesso Figlio di Dio! Già da questo comprendiamo la grandezza di questo Santo che tante volte dimentichiamo. Dalle sue labbra Gesù apprendeva la Volontà del Padre Celeste; obbedendo a lui, Egli compiva con certezza ciò che Dio Padre chiedeva. Il Figlio di Dio si affidò a san Giuseppe: sul suo esempio mettiamo la nostra vita nelle mani di questo grande Santo.Maria, invece, è Madre naturale di Gesù. Da Lei, il Figlio di Dio ha preso la carne e il sangue, solo da Lei. Per tale motivo ci doveva essere una straordinaria somiglianza tra Gesù e la sua Madre Santissima. La vita di Maria a Nazareth, come pure quella di san Giuseppe, fu una continua adorazione. Essi avevano sempre sotto il loro sguardo Gesù; i loro occhi e i loro cuori non potevano distaccarsi da Lui.La Santa Famiglia di Nazareth ci offre dei grandissimi insegnamenti per la nostra vita cristiana, per la vita delle nostre famiglie. Prima di tutto essa ci insegna a mettere al primo posto la Volontà di Dio. Solo compiendo l'adorabile Volontà del Padre Celeste potremo essere felici, su questa Terra e in Paradiso. Nemmeno il più piccolo peccato nella Santa Famiglia di Nazareth: tutto era santo! Sull'esempio di Gesù, Giuseppe e Maria, impariamo anche noi ad evitare il peccato, pensando che esso è la più grande disgrazia che si possa abbattere sulle nostre famiglie. Insegnava un Santo, ad esempio, che la bestemmia e il non andare a Messa la domenica, allontanano sempre di più la benedizione di Dio sulle nostre famiglie. E poi pensiamo ai peccati contro la vita, alla contraccezione, all'aborto: altro che santa famiglia!Ripuliamo le nostre famiglie da tutte queste macchie che la rendono sempre più opaca. Chiediamo alla Madonna e a san Giuseppe di renderle un riflesso quanto più splendente della loro Santa Famiglia.Un altro insegnamento riguarda la preghiera. Ricordiamolo sempre: una famiglia che prega insieme è una famiglia che rimane insieme, una famiglia benedetta da Dio. Un tempo, alla sera, le famiglie si radunavano attorno al focolare per la recita del Rosario. Oggi, purtroppo, non è più così e i risultati si vedono con evidenza: famiglie distrutte, separazioni e divorzi.Ritorniamo alla preghiera e ritroveremo l'unità famigliare.
Come raccontato nella Bibbia, la Sacra Famiglia, Giuseppe, Maria e il bambino Gesù Cristo fuggirono dalla Palestina in Egitto per cercare rifugio dalla persecuzione del re ebreo Erode il Grande.#LaSacraFamiglia #Egitto #AbuSerga #cairo #Gesù
I cittadini europei potranno tornare a viaggiare quest'estate con passaporto vaccinale oppure se guariti dal coronavirus. La Commissione europea presenta il pass Covid. Il certificato sarà vincolante per gli Stati membri e ammetterà tutti i vaccini disponibili sul mercato. Ci aggiorna in diretta il nostro Sergio Nava. Maneskin, vincitori del Sanremo appena trascorso, volano all'Eurovision Song Contest. Per regolamento, il loro brano è stato leggermente censurato. Marta Cagnola. Sono sempre di più le categorie in difficoltà. A Roma raddoppiate nell'ultimo trimestre le vittime dell'usura. Ora a rivolgersi agli sportelli anche nuove categorie, come palestre, imprenditori del settore turistico e culturale. Sentiamo Luigi Ciatti, Presidente ambulatorio antiusura Onlus di Confcommercio Roma. Ci avviamo verso la seconda Pasqua in tempo di pandemia, ma anche quest'anno niente preti in giro per la tradizionale benedizione alle case. E allora si inventano sistemi alternativi. Una sorta di benedizione fai-da-te. Con noi Don Andrea Marianelli, sacerdote della parrocchia salesiana Sacra Famiglia di Firenze.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6501NELL'ANNO DI SAN GIUSEPPE SCOPRIAMO TUTTO SU DI LUISan Giuseppe non era un semplice uomo buono del popolo, quasi una comparsa nel Vangelo, ma era un principe nelle cui vene scorreva purissimo sangue realedi Roberto De MatteiIl mese di marzo è tradizionalmente dedicato a san Giuseppe e quest'anno, il 2021 è stato dedicato dal Papa a san Giuseppe, con preziose indulgenze. Ma chi è san Giuseppe?San Giuseppe non fu un semplice uomo del popolo, buono e lavoratore, la cui semplicità sarebbe riassunta dalla professione di falegname. In ultima analisi, quasi una comparsa sullo sfondo grandioso della vita di Nostro Signore.San Giuseppe fu un principe nelle cui vene scorreva purissimo sangue reale. Egli fu il discendente della gloriosa stirpe di David, e trasmise a suo Figlio l'eredità di un trono davanti al quale si sarebbero piegati tutti i re della terra. Visse in un povero villaggio ed esercitò l'umile mestiere di falegname. Ma questo dimostra come non c'è contraddizione tra la grandezza dei natali ed una vita povera e umiliata. Anche Maria fu povera, ma principessa, di un altro ramo della stessa stirpe di David, e questi illustri natali convennero a Nostro Signore, che nacque in una mangiatoia, ma volle riassumere nel suo purissimo Sangue tutto lo splendore dei re e dei patriarchi che lo avevano preceduto.Quale fu l'aspetto di san Giuseppe? «L'uomo - dice l'Ecclesiaste - si riconosce dal suo figliuolo» (Eccl. X, 30). Per avere un'idea dell'aspetto fisico di san Giuseppe bisogna pensare al suo Divin Figlio, cioè, alla Bellezza stessa incarnata, così come bisogna pensare alla bellezza della sua sposa, Maria, formata a sua volta ab aeterno, sul tipo perfetto di Gesù.Dopo Maria nessuno, come san Giuseppe rispecchiò più fedelmente la bellezza di Gesù perché nessuno ne. rispecchiò più perfettamente lo splendore dei doni naturali e soprannaturali. Così, san Giuseppe fu tutt'altro che un uomo di intelligenza semplice e ordinaria. Egli era destinato a conversare con Gesù e con Maria e questo solo pensiero ci fa intravedere gli abissi di profondità della sua intelligenza e della sua scienza teologica. Che dire inoltre dei doni soprannaturali che ricevette? San Tommaso insegna che, quanto più si è vicini alla fonte della santità, tanto più si riceve con abbondanza la grazia (Summa Theologiae, 3, q. 25, a. 5). Ma san Giuseppe visse fisicamente, a contatto con Gesù fonte stessa della Grazia, e con Maria attraverso la quale tutte le grazie vengono agli uomini. Egli attinse cioè le grazie alle sorgenti stesse di ogni grazia! I doni soprannaturali che ordinariamente da Gesù, attraverso la Madonna, giungono agli uomini, a lui giungevano in modo diretto e straordinario. Per comprendere la straordinaria grandezza delle grazie di cui fu insignito, occorre soprattutto pensare all'altezza incommensurabile della sua missione. Se infatti, come afferma il Dottore Angelico, le grazie che si ricevono sono proporzionali alla propria vocazione (Summa Theologiae, 3, q. 27, a. 4) quali grazie sarebbero mancate all'uomo destinato a compiere la più eccelsa missione della storia: la protezione e il servizio di Gesù e di Maria?SPOSO DI MARIA E DI PADRE PUTATIVO DI GESÙSan Giuseppe fu predestinato dall'eternità a cooperare nella sua qualità di Sposo di Maria e di padre putativo di Gesù, al mistero dell'Incarnazione, cioè al più grande avvenimento della storia. Quale missione più alta si potrebbe immaginare? Quale santo o quale angelo ebbe mai vocazione così sublime? A nessuna creatura, dopo Maria, furono concesse grazie così grandi e così numerose e nessuno corrispose ad esse come san Giuseppe. Per questo la Chiesa, nella sua saggezza, tributa a san Giuseppe il culto di «protodulia», cioè una venerazione inferiore a quella spettante alla Madonna («iperdulia»), ma superiore a quella riservata a tutti gli altri santi (semplice «dulia »). Dio, scelse come sposo di Maria e Padre putativo di Gesù, l'uomo più perfetto mai nato sulla terra, il santo più grande di tutti i santi. Se vi fosse stato un santo maggiore sarebbe stato conveniente che Dio lo avesse riservato a Maria e a Gesù. Sposo di Maria, padre putativo di Gesù! « È da qui - scrive Leone XIII - che deriva tutta la sua grandezza, la sua grazia, la sua santità e la sua gloria» (Enciclica Quamquam pluries del 15.8.1889).Pur restando castissimo, san Giuseppe fu vero sposo di Maria. L'essenza del matrimonio, infatti, secondo quanto ancora insegna san Tommaso, consiste nell'indivisibile unione delle anime, in virtù della quale gli sposi sono obbligati a conservare vicendevolmente la fedeltà (Summa Theologiae, q. 29, a. 2). Ora, mai matrimonio fu così intimamente unito e così perfettamente fedele di quello virgineo di Giuseppe e di Maria. Matrimonio perfettamente virginale, ma anche meravigliosamente fecondo. Esso ebbe il suo frutto sublime in Gesù Cristo l'Unigenito Figlio di Dio. San Giuseppe fu padre virgineo, e non carnale, ma vero padre di Gesù. Tanto più padre, possiamo dire con sant'Agostino, quanto più castamente padre (Serm. 51, in Patrologia Latina, vol. 38, col. 351). Con questo nome di «Padre» fu chiamato da Gesù: ricevette dunque infallibilmente dal Divin Redentore, il nome più glorioso dopo quello della Madre di Dio.LO POSE SIGNORE DELLA SUA CASACome sposo di Maria e padre legale di Gesù, esercitò la sua autorità sulla Sacra Famiglia e fu il capo incontrastato della sua casa, nella quale tutto gli fu sottomesso: «Lo pose signore della sua casa, capo di tutti i suoi averi» (Sal, 104, 20).Quale autorità si potrebbe esercitare più alta? Non c'è società umana o angelica che potrebbe essere paragonata alla Sacra Famiglia. Esercitare l'autorità sull'Unigenito Figlio di Dio, sullo stesso Verbo Incarnato! Per san Giuseppe questo fu certamente un peso lancinante e se egli osò comandare a Colui che adorava come suo Signore, fu per espressa volontà di Dio.San Giuseppe esercitò la massima autorità esercitata da un uomo, ma adorò in Gesù colui che ha potestà su tutte le creature e venerò in Maria la Regina del Cielo e della Terra. Per le mani di Maria si consacrò perfettamente a Gesù Cristo Sapienza Incarnata e di Gesù e di. Maria volle essere discepolo, imitatore e schiavo.La Sacra Famiglia fu l'immagine terrestre della Santissima Trinità ed è contemporaneamente il modello non solo di ogni famiglia, ma di ogni società temporale e della stessa Chiesa, che nella casa di Nazareth ebbe la sua culla. Anche per questo, il beato Pio IX, 1'8 dicembre 1870, proclamò solennemente san Giuseppe Patrono della Chiesa universale. Nei nostri giorni di dolorosa crisi e autodemolizione della Chiesa, l'intercessione di san Giuseppe, legata alla sua sublime missione, è dunque sempre più attuale. Quale sarà inoltre il profondo significato della visione della Sacra Famiglia, con San Giuseppe benedicente, nell'ultima e più grandiosa apparizione di Fatima, quella del 13 ottobre 1917? Come dimenticare che il nome di Fatima è legato all'espansione del comunismo nel mondo e alla sua finale sconfitta e che a questa sconfitta il ruolo di San Giuseppe è intimamente legato? È noto infatti che Pio XI pubblicò la sua enciclica Divini Redemptoris contro il comunismo proprio il 19 marzo 1937, nel giorno della festa del santo, e, a conclusione del suo documento, volle porre «la grande azione della Chiesa cattolica contro il comunismo ateo e mondiale sotto l'egida del potente protettore della Chiesa, san Giuseppe».In questi giorni angosciosi in cui il marxismo culturale e il comunismo cinese minacciano il mondo, ci rivolgiamo con fiducia e fervore a san Giuseppe e gli chiediamo di intercedere perché si affretti il compimento della promessa di Fatima e giunga l'ora attesa del trionfo di Gesù e di Maria sulle anime e su tutta la terra. Sancte Joseph, Ora pro nobis! Titolo originale: Marzo mese di san GiuseppeFonte: Radio Roma Libera, 1° Marzo 2021Pubblicato su BastaBugie n. 706
1) DOMENICA IN SPIAGGIA AL TEMPO DEL COVID2) SALVA UN SURFISTA VESTITA, BAGNINA STAR SUI SOCIAL3) CRIMINALITA' MINUSCOLA, ASSALTI A PARCHIMETRI E MACCHINETTE4) CALCIO, IL RIEPILOGO DEL WEEKEND5) DA CAPO NORD A CITTA' DEL CAPO A PIEDI CONTRO IL CANCRO6) BENEDIZIONE FAI DA TE A FIRENZEBACKGROUND MUSICTitle: Ignite to Light InstrumentalAuthor: Pipe Choir RecordsLicense: Creative Commons AttributionLink: https://soundcloud.com/pipe-choir-2/ignite-to-lighthttp://www.pipechoir.com/LINK AGLI ARTICOLIhttps://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2021/02/21/news/in-spiaggia-come-in-estate-tintarella-e-tanto-sport-1.39936654https://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2021/02/21/news/a-18-anni-salva-un-surfista-tuffandosi-in-mare-in-jeans-e-camicia-non-riusciva-a-rientrare-cosi-l-ho-aiutato-1.39936189https://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2021/02/21/news/ovazione-per-lei-sui-social-tanti-fisicati-rimanevano-li-1.39938233https://www.quilivorno.it/news/cronaca-nera/boato-nella-notte-fanno-esplodere-un-parchimetro/https://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2021/02/21/news/ladri-alle-scuole-collodi-saccheggiata-una-macchinetta-automatica-del-caffe-1.39936427https://www.sienanews.it/toscana/siena/lincredibile-viaggio-di-thair-in-marcia-da-capo-nord-a-citta-del-capo-contro-il-cancro/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lincredibile-viaggio-di-thair-in-marcia-da-capo-nord-a-citta-del-capo-contro-il-cancrohttps://firenze.repubblica.it/cronaca/2021/02/21/news/covid_benedizione_quaresima_pasqua_fai_da_te_il_parroco_passate_a_prendere_le_boccette_di_acqua_benedetta_-288137146/?rssSCRIPTBuongiorno, buon pomeriggio, buonasera, ovunque voi siate, comunque ci ascoltiate benvenuti ad una nuova puntata di What's Up Tuscany, il podcast quotidiano dell'Arno dove troverete le notizie che hanno attirato la nostra attenzione oggi, lunedì 22 febbraio 2021, selezionate dalla nostra redazione. Come al solito, se vi piace quel che facciamo, iscrivetevi e condividete questo podcast sui vostri profili social. Più siamo, più ci divertiamo!Iniziamo la seconda settimana di questo podcast con una storia che abbiamo letto ieri sera sull'edizione di Massa del Tirreno, il resoconto di una domenica in spiaggia all'insegna di una quantomai inconsueta normalità. Nell'ultima domenica prima del possibile passaggio in zona rossa, molte famiglie hanno colto l'occasione di approfittare del bel tempo e delle temperature primaverili per una gita in spiaggia. Pochi gli ardimentosi a gettarsi nel gelido Tirreno, ma parecchi in costume, con tanto di asciugamani e sdraie. Altri si danno allo sport, con racchettoni o reti di pallavolo. Visto il gran pubblico, una scuola di kite surf e wing surf ha colto l'occasione di farsi promozione, mostrare le proprie attrezzature, senza però poter fare lezioni o dimostrazioni vista la totale assenza di vento. Insomma, una bella domenica all'insegna del relax, dei pic-nic e di un poco di sport per aiutare la digestione. Speriamo che sia un buon segno e che il ritorno alla normalità vera sia sempre più vicino.Vista la gran voglia di una estate ancora lontana, continuiamo con una storia “marittima” che arriva da Livorno. Come abbiamo letto, tra gli altri, sul Tirreno, il salvataggio in mare di un incauto surfista da parte di una coraggiosa bagnina diciottenne ha scatenato l'entusiasmo dei social media nella città labronica. Venerdì sera, mentre stava camminando in spiaggia, Martina Lottini si è accorta che un surfista al largo era in difficoltà e non riusciva a rientrare. Senza esitare si è tolta le scarpe, ha preso un sup dalla spiaggia e lo ha raggiunto, in jeans e camicia, remando un'ora contro il vento e la corrente. Una volta arrivata, si è resa conto che il surfista aveva un problema alla vela e si era fatto male alla spalla. Lo scirocco lo stava portando al largo, contrastare la corrente non è stato facile ma piano piano ce l'hanno fatta. Al ritorno alla spiaggia dell'Accademia, è partito un applauso dai pochi presenti. Il coraggio di Martina ha colpito molti livornesi, che si sono scatenati sui social. “Tanti fisicati intorsiti non si sarebbero mai buttati di febbraio in mare”, dice un lettore del Tirreno sulla loro pagina Facebook. Non possiamo che condividere - va bene l'amore per il mare, ma di questi tempi è un poco troppo freddo per i miei gusti.Passiamo purtroppo alla cronaca spicciola e a quella micro-criminalità che non si ferma neanche nel weekend, almeno a Livorno. Se sul Tirreno avevamo letto dell'ennesimo furto in una scuola, ai danni di una macchinetta del caffé, su QuiLivorno una notizia decisamente più inconsueta, un furto ai danni di un parchimetro con tanto di esplosivo. Alle 23:45 di ieri notte all'incrocio tra Borgo Cappuccini e Via degli Asili, un forte boato ha svegliato i cittadini della zona. Quando sono arrivati Vigili del Fuoco e Carabinieri, si sono accorti che a saltare era stato il parchimetro, i cui frammenti erano sparsi in un'area di qualche metro quadrato. Anche se c'è chi sospetta il semplice atto vandalico, più probabile che i ladri fossero a caccia degli spiccioli contenuti nella macchina, che infatti erano spariti. Stesso esito per la macchinetta nelle scuole Collodi di Viale del Risorgimento, colpite nella notte tra sabato e domenica. Va bene che la crisi è severa e sta colpendo davvero tutti, ma qui sembra proprio di aver toccato il fondo del fondo.Continuiamo con una storia che abbiamo letto su Siena News che ha davvero dell'incredibile, quella di un ingegnere edile che da oltre sei anni sta camminando da Capo Nord a Città del Capo per raccogliere fondi contro il cancro. Thair Abud, austriaco figlio di padre iracheno e madre tedesca, è arrivato a Siena ma il suo lungo peregrinare lo ha portato dalla Norvegia alla Spagna fino al Marocco. Dopo il blocco delle frontiere causa COVID, è stato rimpatriato in Austria, da dove è ripartito verso la Slovenia. Il suo viaggio lo ha portato sabato a Siena, da dove ripartirà presto verso la Sicilia. Dopo aver fatto il camino de Compostela per la sorella malata di cancro al seno, Thair ha pensato di continuare a camminare per raccogliere fondi per Doctor Clown Tanzania, un'organizzazione che cerca di regalare un sorriso ai tanti bambini nei reparti di oncologia del paese africano. Una storia davvero singolare, che potrete seguire sui suoi canali social.Non ci occupiamo spesso di calcio in questo podcast, un poco per una certa forma di snobismo, un poco per la difficoltà di coprire tornei spezzatino, con partite spalmate da venerdì a lunedì. Proviamo con un mini-riepilogo del fine settimana - fateci sapere se vi piace o no nei commenti qui sotto. In Serie A robusta vittoria della Fiorentina che batte lo Spezia 3-0. A segno Vlahovic, Castrovilli ed Eysseric. I viola salgono quindi a 25 punti, a più dieci sulla zona retrocessione. In Serie B pareggio 1-1 nel big match tra Pisa ed Empoli. Dopo il sontuoso 2-0 a Monza i nerazzurri mettono paura alla capolista Empoli ma sono raggiunti nel finale di partita. 32 punti per il Pisa, a cinque dalla zona playoff mentre l'Empoli rimane in testa a 45 punti, tre più del Monza. Nel girone A della Serie C, risultati poco soddisfacenti per le toscane, a secco di vittorie. Se il Grosseto pareggia 0-0 in casa dell'Albinoleffe, la Carrarese è stata battuta in casa per 2 reti a uno dal Novara. Pareggia la Lucchese sul campo della Juventus Under 23 mentre continua il momento no del Livorno, che perde 1-0 in casa col Renate. Chiude lo zero a zero tra Pontedera e Alessandria. Nel girone B, l'Arezzo, ultimo in classifica, ha invece fatto meglio, battendo il Matelica 2-0.Chiudiamo la puntata di oggi con una storia simpatica che abbiamo letto sulla Repubblica di Firenze, dove un parroco ha avuto un'idea per risolvere il problema delle tradizionali benedizioni delle case in Quaresima, la benedizione “fai da te”. Il parroco della chiesa della Sacra Famiglia in via Gioberti, don Andrea Marianelli, invece di recapitare il tradizionale volantino con data e orario del rito a casa dei parrocchiani, ha affisso diversi cartelli negli androni dei palazzi del Campo di Marte, invitandoli a venire in parrocchia per ritirare la bottiglietta di acqua santa e la preghiera per benedire sè stessi e la loro famiglia. Reazioni sconcertate dei parrocchiani, c'è chi si chiede dove mettere l'acqua santa - “in uno spruzzino per le piante?” - altri scuotono la testa sconsolati. Se l'anno scorso avevamo visto parroci a giro per i vari paesi della Toscana fare benedizioni di massa a bordo di Maggiolini cabrio, come a San Miniato, o dal cassone di un'Ape, come a Prato, quest'anno va di moda il fai da te. Così è, se vi pare…Questo era tutto per oggi, sono Luca Bocci e ci sentiamo domani per una nuova puntata di What's Up Tuscany, il podcast quotidiano dell'Arno dove troverete le notizie che, per noi, valgono bene una seconda occhiata. Ciao ciao gente!
Nuovo appuntamento con Stasera al Cinema Christmas ed il concerto di Capodanno 2021 per organo dalla Chiesa Parrocchiale della Sacra Famiglia di Martia Franca (Ta) del M° Carlo Maria Barile.
Commento all'Angelus del Santo Padre sulla Sacra Famiglia del 27 Dicembre 2020
26 Dicembre 2020 - Festa della Sacra Famiglia
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Una festa speciale quella della Santa Famiglia di Nazareth. Si tratta di Gesù, Maria e Giuseppe, che vengono additati a esempio ad ogni famiglia umana. Da tempo, forse da sempre, si parla di famiglia in crisi; ai nostri giorni tale crisi ha assunto proporzioni allarmanti: i casi di separazioni, di divorzi, di matrimoni irregolari e di unioni di fatto, prive del sacro suggello sacramentale, sono sempre più frequenti. Manca un punto di riferimento e un modello imitabile di amore vero, di amore come dono, di unione indissolubile da vivere nell'intima comunione con Dio. Nella famiglie spesso manca il dialogo, manca la preghiera, tante volte manca l'unione e viene meno l'amore. Oggi gli occhi dei genitori e dei figli posano il loro sguardo ammirato sulla Santa Famiglia per riscoprire le virtù che adornano quella casa benedetta e quel Figlio e quegli educatori davvero speciali. Possiamo scoprire che sono spesso coinvolti da misteri divini, ma anche che sono chiamati a vivere le semplici e drammatiche vicende umane, non dissimili da quelli che ci coinvolgono, ma sempre animati e sorretti dalla preghiera e dalla fede. I protagonisti della Sacra Famiglia sono attenti ai segnali divini non solo per percepire una missione eccezionale e salvifica, ma anche per superare i momenti tragici, per superare le difficoltà quotidiane, anche per affrontare il sacrificio e la croce. Questo incessante dialogo con Dio, che diventa preghiera, che diventa umile docilità alla volontà divina e forza per superare ogni prova e ogni tentazione, è un messaggio da cogliere e da attuare all'interno delle nostre famiglie. Così potremo riscoprire la fortezza che unisce, l'amore che salva, la vera pace e la concordia. Proponiamo oggi ad ogni famiglia, ad ogni mamma ad ogni papà, ad ogni figlio, uno spirituale pellegrinaggio a Nàzareth per riempire il proprio spirito delle sublimi virtù di Maria, l'umile ancella del Signore, di Giuseppe, l'uomo giusto, il carpentiere, custode della santa famiglia e di Gesù, il Figlio di Dio, che era loro sottomesso e cresceva in età, sapienza e grazia.
Nei giorni che precedono il Santo Natale non c'è migliore meditazione di quella sul viaggio della Sacra Famiglia a Betlemme.Un Editto dell'imperatore Augusto aveva ordinato che tutti i sudditi del suo impero si andassero a far registrare nel loro luogo di origine. San Giuseppe, che era nato a Nazareth, decise di recarsi per il censimento a Betlemme, dove traeva origine la sua casa, non il padre, ma i suoi antenati, e anche la propria madre.
Nei giorni che precedono il Santo Natale non c’è migliore meditazione di quella sul viaggio della Sacra Famiglia a Betlemme. Un Editto dell’imperatore Augusto aveva ordinato che tutti i sudditi del suo impero si andassero a far registrare nel loro luogo di origine. San Giuseppe, che era nato a Nazareth, decise di recarsi per il censimento a Betlemme, dove traeva origine la sua casa, non il padre, ma i suoi antenati, e anche la propria madre.
cco la santissima Vergine accanto al suo Figlio Divino, adesso manifestato agli uomini. I pastori hanno raccontato alla Sacra Famiglia come un angelo gi aveva proclamato che: ‘Oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore che è il Cristo Signore’, e come poi una moltitudine dell’esercito celeste era apparsa che lodava Dio e diceva: ‘Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.’
Versione audio: La Sacra Famiglia (o anche Sacra Famiglia con san Giovannino), meglio conosciuta come Tondo Doni, è un dipinto a tempera su tavola, realizzato da Michelangelo Buonarroti (1475-1564) intorno al 1507 e oggi conservato agli Uffizi. Il quadro è chiamato Tondo Doni in quanto rotondo (diametro 1,20 metri), come tutti i dipinti destinati alle […] L'articolo Il Tondo Doni di Michelangelo proviene da Arte Svelata.
Testo integrale Il sarcasmo come espressione di transizione negli storicisti. In un articolo di Bonaventura Tecchi Il Demiurgo di Burzio («Italia letteraria», 20 ottobre 1929) da cui è preso lo spunto succitato del Burzio, si accenna spesso all'elemento «ironia» come caratteristico di questa posizione. «Ironia» è giusto per la letteratura, per indicare il distacco dell'artista dal contenuto sentimentale della sua creazione: ma nel caso dell'azione storica, l'elemento «ironia» sarebbe appunto troppo letterario (basterebbe dire semplicemente «letterario») e indicherebbe una forma di distacco connessa piuttosto allo scetticismo più o meno dilettantesco (dovuto a disillusione, a stanchezza o anche a «superominismo»). Invece in questo caso (cioè dell'azione storica) l'elemento caratteristico è il «sarcasmo» e in una sua certa forma, cioè «appassionato». In Marx troviamo l'espressione più alta anche esteticamente, del «sarcasmo appassionato». Da distinguere da altre forme, in cui il contenuto è opposto a quello di Marx. Di fronte alle «illusioni» popolari (credenza nella giustizia, nell'uguaglianza, nella fraternità, cioè negli elementi della «religione dell'umanità») Marx si esprime con «sarcasmo» appassionatamente «positivo», cioè si capisce che egli non vuol dileggiare il sentimento più intimo di quelle «illusioni» ma la loro forma contingente legata a un determinato mondo «perituro», il loro puzzo di cadavere, per così dire, che trapela dal belletto. C'è invece il sarcasmo di «destra», che raramente è appassionato, ma è sempre «negativo», puramente distruttivo, non solo della «forma» contingente, ma del contenuto «umano» di quei sentimenti. (A proposito di questo «umano» vedi in Marx stesso quale significato occorre dargli, specialmente la Sacra Famiglia). Marx cerca di dare a certe aspirazioni una forma nuova (quindi cerca di rinnovare anche queste aspirazioni) non di distruggerle: il sarcasmo di destra cerca di distruggere invece proprio il contenuto di queste aspirazioni, e in fondo l'attacco alla loro forma non è che un espediente «didattico». Questa nota sul «sarcasmo» dovrebbe poi analizzare alcune manifestazioni di esso: c'è stata una manifestazione «meccanica», pappagallesca (o che è diventata tale per l'«abuso») che ha dato luogo anche a una specie di cifra o gergo e che potrebbe dar luogo a osservazioni piccanti (per es. quando le parole «civiltà» o «civile» sono sempre accompagnate dall'aggettivo «sedicente» può nascere il dubbio che si creda nell'esistenza di una «civiltà» astratta, esemplare, o almeno ci si comporta come se si credesse, cioè si ottiene proprio il risultato opposto a quello che probabilmente si voleva ottenere); e c'è da analizzare la sua significazione in Marx, di una espressione transitoria, che cerca di porre il distacco dalle vecchie concezioni in attesa che le nuove concezioni, con la loro saldezza acquistata attraverso lo sviluppo storico, dominino fino ad acquistare la forza delle «convinzioni popolari». Queste nuove concezioni esistono già in chi adopera il «sarcasmo», ma nella fase ancora «polemica»; se fossero espresse «senza sarcasmo» sarebbero una «utopia» perché solo individuali o di piccoli gruppi. D'altronde lo stesso «storicismo» non può concepirle come esprimibili in questa forma apodittica o predicatoria; lo «storicismo» crea un «gusto» nuovo e un linguaggio nuovo. Il «sarcasmo» diventa il componente di tutte queste esigenze, che possono apparire come contradittorie. Ma il suo elemento essenziale è sempre la «passionalità». Da questo punto di vista occorre esaminare le ultime affermazioni del Croce nella sua prefazione del 1917 al Materialismo Storico a proposito della «maga Alcina». Ricordare l'articolo di L. Einaudi nella «Riforma Sociale», su questa prefazione del Croce, per discutere l'importanza culturale del Marx nella rinascita della storiografia economica. Quaderni del Carcere 1, Testo 29 Versione completa disponibile qui: http://quaderni.gramsciproject.org Musica: Negentropy by Chad Crouch https://freemusicarchive.org/music/Chad_Crouch/Arps/Negentropy Find out more at https://gramsci-audio.pinecast.co Find out more at https://gramsci-audio.pinecast.co This podcast is powered by Pinecast.
Commento a Lc 2, 41-52
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5901SCEGLIERESTI DI MORIRE TRA UN ANNO (E ANDARE IN PARADISO) OPPURE OGGI STESSO (E FARE UN GIORNO DI PURGATORIO)?In merito al rapporto tra Purgatorio e dimensione temporale, è bene offrire alcune precisazioni. Un esempio, ma ce ne sono tantissimi: papa Leone XIII conferì 200 giorni di indulgenza per tutti coloro che avessero ricevuto l'immagine itinerante della Sacra Famiglia con la recita delle preghiere di rito. Dunque finanche i Papi conferivano indulgenze in anni, mesi e giorni per quanto riguarda la permanenza nel Purgatorio e la relativa purificazione. Dire che sbagliassero ci sembra un assurdo.SCORRE IL TEMPO ANCHE NELL'ALDILÀ?Piuttosto partiamo da una domanda: nel Purgatorio c'è il tempo così come esiste nella vita terrena? La risposta non può che essere affermativa. Ovviamente va fatta una precisazione: si tratta di un tempo che permane nella dimensione ultraterrena per particolare permissione divina.Va detto però che le anime del Purgatorio percepiscono questo tempo in maniera diversa da come lo si può percepire nella vita terrena. Anche se già nella vita terrena può cambiare questa percezione. Infatti, per uno studente di scuola le vacanze passano presto, viceversa l'anno scolastico non passa mai. Oppure se siamo in piacevole compagnia il tempo passa presto, l'attesa in uno studio medico non passa mai.Ebbene, nel Purgatorio questa percezione diventa ancora più sensibile per un motivo molto semplice. Se sulla terra la sofferenza e i disagi sono quelli che sono, nel Purgatorio tale sofferenza e tali disagi sono enormemente superiori. E inoltre a rammaricare è soprattutto la lontananza da Dio, cioè il fatto che ancora non si può essere nella sua gloria. Da qui, dunque, una percezione che abbiamo definito "più sensibile".QUANTO DURA IL PURGATORIO?A riguardo c'è un famoso aneddoto che narra di una sacerdote che si trovava nel letto, ammalato e con sofferenze atroci; talmente atroci che si vedeva tentato dalla disperazione. Temendo questo gravissimo peccato, iniziò a pregare di poter morire quanto prima. Apparve il suo angelo custode e gli chiese: "Vuoi morire tra un anno e andare direttamente in Paradiso, oppure oggi stesso e farti un giorno di Purgatorio?" Il povero sacerdote rispose subito: "Voglio morire subito!" E allora l'angelo gli disse: "Bene. Preparati e oggi stesso morrai." Il sacerdote si confessò, si comunicò e quello stesso giorno morì.Ovviamente - come aveva detto l'angelo - andò in Purgatorio. Ma qui passò un giorno, passarono due giorni, tre, quattro... un mese, un anno... e niente... l'ascesa in Paradiso tardava. Allora l'anima del sacerdote invocò il suo vecchio angelo custode. E quando questi si presentò, il sacerdote lo rimproverò: "Ma come? Tu mi dicesti che se fossi morto subito, sarei stato un solo giorno in Purgatorio e invece è passato un anno dalla mia morte..." A che l'angelo esclamò: "Un anno? Ma se sei morto solo da un'ora?" Insomma, talmente forti erano le sofferenze del Purgatorio che l'anima del sacerdote pensava che si trovasse lì da chissà quanto tempo. Ecco la percezione diversa del tempo che contraddistingue il Purgatorio.E allora il problema dov'è? È che si confonde la dimensione dell'eternità con quella dell'ultraterreneità. È di fede che quando ci sarà la fine dei tempi (seconda venuta di Gesù, resurrezione dei morti e giudizio universale) il Purgatorio finirà di esistere (dunque non è eterno), mentre rimarranno per l'eternità l'Inferno e il Paradiso.Nota di BastaBugie: nel video (durata: 1 ora) si può gustare una bellissima conferenza di Don Claudio Crescimanno sul tema "Paradiso, Purgatorio, Inferno: cosa sono?".Piccola precisazione: a un certo punto del video don Claudio afferma che "noi che siamo qui andremo tutti in Paradiso". Da noi contattato don Claudio ha rettificato affermando che nessuno può essere sicuro di andare in Paradiso. Nemmeno i santi durante la loro vita erano sicuri di andare in Paradiso. Finché siamo sulla terra abbiamo la possibilità di salvarci affidandoci alla Divina Misericordia, ma anche la tremenda possibilità di andare all'Inferno per un solo peccato mortale non confessato.I NOVISSIMI (MORTE, GIUDIZIO, INFERNO, PARADISO)Quaderno del Timone di don Claudio CrescimannoCosa ci attende dopo la morte? Che cosa è il giudizio particolare, cui l'anima va incontro appena lascia le nostre spoglie mortali? E in cosa consiste il giudizio universale, nel quale Dio giudicherà tutti gli esseri umani alla fine del mondo? Le realtà del Purgatorio, del Paradiso e dell'Inferno, delle quali oggi quasi nessuno più parla, sono esaminate in queste pagine di facilissima lettura attraverso la dottrina della Chiesa cattolica.Un Quaderno di straordinaria utilità, per ricordare che siamo già incamminati verso la vita eterna e che siamo stati creati da Dio con l'imprescindibile dovere di fare di tutto per guadagnare la felicità senza fine del Cielo ed evitare la disperazione della dannazione eterna.
LUCA SIGNORELLI | Sacra Famiglia | Uffizi, Sala 31 | Versione integrale | La narrazione è di Magdy Hassan e Eliana Caputo, la voce di Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Giacomo Armaroli | Leggi la scheda completa dell'opera su uffizi.it Luca Signorelli | Holy Family | Room 31 It all revolves around the Child. Joseph looks as though he has just arrived. With his leg, he encloses the space around Jesus, as if to protect him. His figure is bent to adapt to the shape of the painting. He approaches Mary and the child as if on tiptoe, with an attitude almost of reverence before the mystery of motherhood. Mary is beautiful, at ease in this space. She is engrossed in the book she is reading. To our eyes she is not melancholy, as many have interpreted her, because she is thinking of the fate of Jesus... To our eyes, Mary is a serene mother who is reading and teaching her child. The book on the ground and the one in her hands represent the passage from the old religion, founded on law, to the new one, based on love. She is not afraid of what’s to come... She is living in the moment. Jesus has just turned around; he is surrounded by the tenderness and teachings of Mary, the adoration and protection of Joseph. With his hand, he stops his mother's reading, his gaze moves beyond the figure of his father. Joseph’s face is hollowed and grey. The contrast between his dull complexion and the brightly colored scarf seems to reveal an inner state. It is as if he were bowing before the force of the divine plan. He has great difficulty in accepting not so much the mystery of a child that is not his, as the consequences of this mystery. He silently promises Mary and Jesus that he will do all he can to protect them. Here we are: me, you and our son, Riccardo. We three inside a circle that is like a protective boundary, enclosing our ability to find strength together, to manage our pain. When he was born, a happy event abruptly turned into a tragedy. We were not aware of how painful the consequences of that trauma caused by just a few seconds without oxygen would be… Here he is, our son, at the heart of the turmoil that upturned our lives. It wasn’t easy to accept the damage done to Riccardo. The circle of pain closed itself around our lives: every time we tried to get out, even in happy moments such as the birth of two more children, we had to go back inside again. Our pain is powerful, though, it is our strength. It is the same strength that has enabled Riccardo to achieve the unthinkable. He feels pain but, unlike us, he can see beyond the circle, almost stubbornly. I want my child not to depend on me. We have created a space for him, a social life. It's our life that is closed. When we get home, it’s as though nothing else exists. Our flat is small, movement is limited. I don’t think it is a coincidence that this Holy Family made me stop and think. It was painted at the end of the 15th century by Luca Signorelli, the artist described by various art historians as the forerunner of Michelangelo. The figures have an almost sculpted quality, and the space around them is so claustrophobic that Mary and Joseph seem almost projected outside the surface of the painting. The idea of a circle that closes and isolates strikes a deep chord in me, as does St. Joseph’s attitude: attentive and protective, but apart. Yet, with his entrance, Joseph gives balance to the composition, a kind of completion to the family.
LUCA SIGNORELLI | Sacra Famiglia | Uffizi, Sala 31 | Versione breve | La narrazione è di Magdy Hassan e Eliana Caputo, la voce di Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Giacomo Armaroli | Leggi la scheda completa dell'opera su uffizi.it Luca Signorelli | Holy Family | Room 31 It all revolves around the Child. Joseph looks as though he has just arrived. With his leg, he encloses the space around Jesus, as if to protect him. His figure is bent to adapt to the shape of the painting. He approaches Mary and the child as if on tiptoe, with an attitude almost of reverence before the mystery of motherhood. Mary is beautiful, at ease in this space. She is engrossed in the book she is reading. To our eyes she is not melancholy, as many have interpreted her, because she is thinking of the fate of Jesus... To our eyes, Mary is a serene mother who is reading and teaching her child. The book on the ground and the one in her hands represent the passage from the old religion, founded on law, to the new one, based on love. She is not afraid of what’s to come... She is living in the moment. Jesus has just turned around; he is surrounded by the tenderness and teachings of Mary, the adoration and protection of Joseph. With his hand, he stops his mother's reading, his gaze moves beyond the figure of his father. Joseph’s face is hollowed and grey. The contrast between his dull complexion and the brightly colored scarf seems to reveal an inner state. It is as if he were bowing before the force of the divine plan. He has great difficulty in accepting not so much the mystery of a child that is not his, as the consequences of this mystery. He silently promises Mary and Jesus that he will do all he can to protect them. Here we are: me, you and our son, Riccardo. We three inside a circle that is like a protective boundary, enclosing our ability to find strength together, to manage our pain. When he was born, a happy event abruptly turned into a tragedy. We were not aware of how painful the consequences of that trauma caused by just a few seconds without oxygen would be… Here he is, our son, at the heart of the turmoil that upturned our lives. It wasn’t easy to accept the damage done to Riccardo. The circle of pain closed itself around our lives: every time we tried to get out, even in happy moments such as the birth of two more children, we had to go back inside again. Our pain is powerful, though, it is our strength. It is the same strength that has enabled Riccardo to achieve the unthinkable. He feels pain but, unlike us, he can see beyond the circle, almost stubbornly. I want my child not to depend on me. We have created a space for him, a social life. It's our life that is closed. When we get home, it’s as though nothing else exists. Our flat is small, movement is limited. I don’t think it is a coincidence that this Holy Family made me stop and think. It was painted at the end of the 15th century by Luca Signorelli, the artist described by various art historians as the forerunner of Michelangelo. The figures have an almost sculpted quality, and the space around them is so claustrophobic that Mary and Joseph seem almost projected outside the surface of the painting. The idea of a circle that closes and isolates strikes a deep chord in me, as does St. Joseph’s attitude: attentive and protective, but apart. Yet, with his entrance, Joseph gives balance to the composition, a kind of completion to the family.
LUCA SIGNORELLI | Sacra Famiglia | Uffizi, Sala 31 | Lingua originale (Arabo) | La narrazione è di Magdy Hassan e Eliana Caputo | Le voci sono di Magdy Hassan e Zeinab Kabil Leggi la scheda completa dell'opera su uffizi.it Luca Signorelli | Holy Family | Room 31 It all revolves around the Child. Joseph looks as though he has just arrived. With his leg, he encloses the space around Jesus, as if to protect him. His figure is bent to adapt to the shape of the painting. He approaches Mary and the child as if on tiptoe, with an attitude almost of reverence before the mystery of motherhood. Mary is beautiful, at ease in this space. She is engrossed in the book she is reading. To our eyes she is not melancholy, as many have interpreted her, because she is thinking of the fate of Jesus... To our eyes, Mary is a serene mother who is reading and teaching her child. The book on the ground and the one in her hands represent the passage from the old religion, founded on law, to the new one, based on love. She is not afraid of what’s to come... She is living in the moment. Jesus has just turned around; he is surrounded by the tenderness and teachings of Mary, the adoration and protection of Joseph. With his hand, he stops his mother's reading, his gaze moves beyond the figure of his father. Joseph’s face is hollowed and grey. The contrast between his dull complexion and the brightly colored scarf seems to reveal an inner state. It is as if he were bowing before the force of the divine plan. He has great difficulty in accepting not so much the mystery of a child that is not his, as the consequences of this mystery. He silently promises Mary and Jesus that he will do all he can to protect them. Here we are: me, you and our son, Riccardo. We three inside a circle that is like a protective boundary, enclosing our ability to find strength together, to manage our pain. When he was born, a happy event abruptly turned into a tragedy. We were not aware of how painful the consequences of that trauma caused by just a few seconds without oxygen would be… Here he is, our son, at the heart of the turmoil that upturned our lives. It wasn’t easy to accept the damage done to Riccardo. The circle of pain closed itself around our lives: every time we tried to get out, even in happy moments such as the birth of two more children, we had to go back inside again. Our pain is powerful, though, it is our strength. It is the same strength that has enabled Riccardo to achieve the unthinkable. He feels pain but, unlike us, he can see beyond the circle, almost stubbornly. I want my child not to depend on me. We have created a space for him, a social life. It's our life that is closed. When we get home, it’s as though nothing else exists. Our flat is small, movement is limited. I don’t think it is a coincidence that this Holy Family made me stop and think. It was painted at the end of the 15th century by Luca Signorelli, the artist described by various art historians as the forerunner of Michelangelo. The figures have an almost sculpted quality, and the space around them is so claustrophobic that Mary and Joseph seem almost projected outside the surface of the painting. The idea of a circle that closes and isolates strikes a deep chord in me, as does St. Joseph’s attitude: attentive and protective, but apart. Yet, with his entrance, Joseph gives balance to the composition, a kind of completion to the family.
Il bene degli sposi è il secondo scopo della Sacra Famiglia: il bene degli sposi o, in altre parole, la loro assistenza reciproca. Questa assistenza reciproca tra loro possiede anche una grande perfezione, in quanto viene indirizzata ad un fine più sublime di quello di tutte le altre famiglie: cioè l’educazione e la cura di Nostro Signore Gesù Cristo Stesso.
di Melissa PanarelloCon la partecipazione di Riccardo Falcinelli, esperto di immagini, designer e autore di "Cromorama".La prima love story è quella di una famiglia speciale, formata da una delle coppie più misteriose e rivoluzionarie mai esistite: Maria e Giuseppe. Maria e Giuseppe sono, da più di 2000 anni, il padre e la madre più famosi del mondo; riconosciuti da sempre come membri della Sacra Famiglia - completata da Gesù, nato da Maria e allevato anche grazie all’aiuto di Giuseppe, ma figlio di Dio -, poco si sa del loro rapporto d’amore, misteriosissimo nonostante - o forse proprio a causa - dei due millenni che ci separano dalle loro vicende. Prima che genitori, però, Maria e Giuseppe sono stati una coppia, e di quelle parecchio atipiche: entrambi vergini, senza il bisogno del sesso, e con un progetto che andava molto al di là dell’amarsi, invecchiare e morire insieme tenendosi la mano: il loro essere coppia aveva come finalità principale quella di consegnare al mondo il Messia.
I credenti in Cristo sono luce e sale del mondo.Lectio e catechesi del brano Mt 5, 13-16 proposta in occasione della Festa della Sacra Famiglia.
I credenti in Cristo sono luce e sale del mondo.Lectio e catechesi del brano Mt 5, 13-16 proposta in occasione della Festa della Sacra Famiglia.
Ogni membro della Sacra Famiglia, secondo il proprio ruolo dentro di essa, è modello eccelso della Carità. Seguendo il suo esempio proviamo a compiere i nostri doveri verso i nostri familiari: con la preghiera, con l’esempio e con la parola.
vigilia di assemblea per i lavoratori del Teatro alla Scala, domani si discute del caso Pereria, del futuro del teatro e dell'occupazione. Ci anticipa varie questioni Francesco Lattuada, violista dell'orchestra. Nuove regole per la sanità in Lombardia, parte del budget per gli ospedali sarà vincolato ai risultati. Ne parliamo con Maurizio Bini, primario a Niguarda e con Umberto Ambrosoli, leader di opposizione in Regione. Stasera a Milano 2 cortei, uno di neofascisti per ricordare Sergio Ramelli e uno di antifascisti per dire no alla parata con le braccia tese e le croci celtiche, in studio Valter Boscarello di Memoria Antifascista. May Day 2014, parole d'ordine contro Expo e Jobs Act, e quest'anno le giornate di mobilitazione sono 4: Alberto di Off Topic ci racconta cosa saranno i No Expo Days, il prof Andrea Fumagalli spiega come Expo sia una fabbrica di precarietà
vigilia di assemblea per i lavoratori del Teatro alla Scala, domani si discute del caso Pereria, del futuro del teatro e dell'occupazione. Ci anticipa varie questioni Francesco Lattuada, violista dell'orchestra. Nuove regole per la sanità in Lombardia, parte del budget per gli ospedali sarà vincolato ai risultati. Ne parliamo con Maurizio Bini, primario a Niguarda e con Umberto Ambrosoli, leader di opposizione in Regione. Stasera a Milano 2 cortei, uno di neofascisti per ricordare Sergio Ramelli e uno di antifascisti per dire no alla parata con le braccia tese e le croci celtiche, in studio Valter Boscarello di Memoria Antifascista. May Day 2014, parole d'ordine contro Expo e Jobs Act, e quest'anno le giornate di mobilitazione sono 4: Alberto di Off Topic ci racconta cosa saranno i No Expo Days, il prof Andrea Fumagalli spiega come Expo sia una fabbrica di precarietà
Scuola di Dottorato in Storia, Orientalistica e Storia delle Arti
Marco COLLARETA, Università di Pisa. Scuola di Dottorato in Storia, Orientalistica e Storia delle Arti Seminario annuale sul tema: LA FAMIGLIA 19-20 novembre 2010
Il secondo incontro della Scuola della Parola per la Quaresima 2012 guidato da sr Tosca Ferrante nella chiesa della Sacra Famiglia.