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In questo articolo affronteremo il tema della concordanza a senso. Non lasciatevi spaventare dal nome! In realtà si tratta di un semplice concetto che spiegheremo passo passo. Se ne avete già sentito parlare, probabilmente avrete avuto dubbi sull'argomento, a cui nessuno ha mai saputo dare risposte efficaci. Non è così? E allora, se vi interessa scoprire di cosa si tratta e cercate una spiegazione chiara ed esaustiva del concetto di concordanza a senso...continuate a leggere questo articolo! I 3 tipi di concordanza a senso Prima di tutto, cosa si intende per concordanza? La concordanza è l'operazione che facciamo quando creiamo un accordo tra gli elementi di una frase (articoli, aggettivi, nomi, verbi) in genere, numero e persona. Ovvero, quando cambiamo l'ultima lettera delle parole, al maschile o al femminile, al singolare o al plurale. Ad esempio: Caterina è una ragazza simpatica —> è = 3ª persona singolare, perché concorda con il soggetto (Caterina, lei) + una ragazza simpatica, perché concordano con Caterina, a cui si riferiscono, che è singolare e femminile. Questa è la concordanza “tradizionale”, che tutti avrete studiato e che starete praticando e provando a padroneggiare. Questo tipo di concordanza è chiamato “concordanza grammaticale”, perché segue le regole grammaticali. Ma l'argomento di questo articolo è, più specificamente, la “concordanza a senso”, che è un altro tipo di concordanza. Questa dà più importanza agli elementi che determinano il senso, il significato della frase, piuttosto che dare importanza alla sua grammatica. Semplificando il concetto, la concordanza a senso risulta essere un po' più “flessibile” di quella grammaticale. Ma cosa intendiamo? Vediamolo insieme! Innanzitutto, è bene sapere che esistono 2 tipi principali di concordanza a senso. Tipo 1 Il primo tipo avviene quando abbiamo a che fare con un complemento partitivo (ovvero, introdotto da DI, che specifica l'insieme di cui fa parte il nome a cui si riferisce) che regge una proposizione relativa. E cioè, in breve, stiamo parlando di strutture come “uno di … (un gruppo) che”). Ecco un esempio: Laura è una di quelle persone che sa / sanno sempre come comportarsi Il dubbio è: dopo il pronome relativo CHE, si usa il verbo al singolare (che concorda con “Laura, una”) o al plurale (che concorda con “persone”)? Cosa ne pensate? Ebbene, secondo le regole di grammatica e quella che si definisce concordanza grammaticale, il verbo deve concordare con il partitivo, cioè con ciò che si trova dopo il “di” (persone, in questo caso): Laura è una di quelle persone che sanno sempre come comportarsi (concordanza grammaticale) Ma, secondo la concordanza a senso, il verbo deve concordare con il nome principale, il soggetto logico che davvero esprime il significato della frase (Laura, in questo caso): Laura è una di quelle persone che sa sempre come comportarsi (concordanza a senso) E quindi? Quale delle due è corretta? La concordanza grammaticale è sempre corretta: seguendo le norme grammaticali, la frase relativa è retta dal complemento partitivo (di quelle persone = nome plurale à verbo al plurale). Però la concordanza a senso è molto molto comune nella lingua parlata e nelle conversazioni, poiché è vero che noi stiamo parlando di Laura, su un piano logico. Quindi potrebbe capitarvi di sentirla o leggerla spesso, soprattutto perché non è considerata come un vero e proprio errore. Ricordatevi, però, che sarebbe da evitare in contesti formali, per ragioni di chiarezza. Se volete il un consiglio, utilizzate sempre la concordanza grammaticale, così sapete di essere sempre nella parte della ragione. Però, è importante in ogni caso chiarificare tutto, così che voi possiate riconoscere la concordanza a senso quando la sentite e che siate perfettamente in grado di capire perché è stata usata. Tipo 2 Il secondo tipo avviene quando si ha un soggetto collettivo (cioè u...
Quante volte sbagliamo? Come percepiamo i nostri errori?Se mi guardo indietro vedo i miei passi avanti e anche i punti in cui mi sono fermata a riflettere. Proprio grazie ai miei errori.Quando ci siamo dentro, li viviamo con fatica, eppure accogliendo la lezione che vi sta dietro impariamo a conoscerci e a migliorarci.Sono così importanti, secondo la mia personale visione della vita, che ho chiesto all'autore del Manuale di Imperfezione, Francesco Fabiano, mental coach, di parlarcene.Il sottotitolo è già indicativo: imparare a sbagliare per essere felici.Francesco ha fatto tesoro dei suoi errori e di quelli che ha ascoltato nei suoi percorsi di coaching. Ne ha scritto un libro e oggi ci offre spunti da mettere subito in pratica.Semplificando, siamo divisi in due. C'è chi fa molta fatica a riconoscere i propri errori, magari dando la colpa agli altri, al tempo, al clima, al mercato e alla crisi.E chi tende a colpevolizzarsi per ogni cosa, con il timore di non essere mai abbastanza.Noi freelance tendiamo ad appartenere a questa seconda metà forse Spesso è un altro errore di percezione dell'umiltà, che ci frena e La vera umiltà è pensare meno a noi stessi e più agli altri.Francesco ci parla di "umiltà ambiziosa" che significa essere consapevoli del proprio valore, tirar fuori le nostre risorse e imparare ad aiutare gli altri.E ci fornisce consigli preziosi per superare la sindrome dell'impostore. Ne soffrite anche voi? Allora in questo episodio potreste trovare utili spunti per sciogliere questo nodo.Avete uno speech o un incontro importante che vi mette ansia? Francesco ci suggerisce di guardarci allo specchio e ripetere:- io non sono i miei errori- io non sono le mie debolezze- io non sono le mie paure.Siamo molto di più e siamo disegnati per rendere al massimo quando siamo in equilibrio.Proviamo quindi a non essere troppo autocritici e concediamoci di sbagliare o semplicemente di fare piccoli passi fuori dalle nostre paure.Nell'episodio di oggi Francesco ci regala infine 3 esercizi pratici da applicare che ci possono aiutare a superare immobilismi e a far chiarezza sulla nostra realtà.Cosa ne dici? Mi farai sapere se ti ha aiutato?Trovi Francesco su LinkedIn e sul suo sito www.francescofabiano.com
Non è facile descrivere lo stato mentale di piena consapevolezza. Semplificando, è prestare attenzione a dove sei e a cosa stai facendo senza il solito sottofondo di pensieri, immagini e voci interiori che interpretano / alterano la realtà. Paradossalmente, è proprio il contatto con le cose così come sono che ci rivela la magia di essere vivi.
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La parola più frequente circolata settimana scorsa è stata inflazione dopo che è stato comunicato che l‘indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è aumentato di oltre il 6% su base annuale e, quindi, più velocemente di quanto non sia successo in 31 anni.Non passa inosservato nemmeno il +13,5% sull'indice dei prezzi alla produzione cinese, con implicazioni dirette sulla catena produttiva e l'export.E anche in Italia l'inflazione è salita ai livelli più alti dal settembre 2012. L'Istat ha rivisto stamane al rialzo la stima preliminare sull'indice dei prezzi al consumo a ottobre da +2,9% a +3% su anno.“Inflazione significa essere povero con tanti soldi in tasca” sintetizzava efficacemente Ugo Tognazzi e alla fine l'inflazione, a forza di evocarla e “chiamarla”, è arrivata e ora molti banchieri centrali vorrebbero farla rientrare da dove è uscita, come nella lampada del genio, ma non sanno più cosa fare. Per molti risparmiatori le implicazioni dell'inflazione non sono molto chiare, perché non hanno magari mai visto questo “mostro” in azione e non comprendono bene gli effetti nefasti sui risparmi da una parte, e soprattutto, sulla parte in liquidità e sull'obbligazionario. Semplificando, se il 5% all'anno dei risparmi venissero erosi dall'inflazione ci vogliono meno di 10 anni per dire addio a metà della liquidità o simil liquidità sul conto.Quante obbligazioni e azioni (e materie prime) avere in portafoglio è una domanda sempre più cruciale e nella prossima settimana condivideremo un approfondimento video sul tema dell'investimento obbligazionario.
Ikea venderà energia, la Ferrari produrrà un SUV, Netflix si lancia nel gaming. Sicuramente conoscerai i 3 marchi citati, e nessuno dei tre lo assoceresti ai rispettivi nuovi prodotti descritti. Sono tutti impazziti? Semplificando, tali esempi, possono essere descritti come “estensione del marchio“, o “estensioni di linea“: un brand specializzato in un mercato decide di espandere il proprio catalogo su una categoria molto diversa, oppure semplicemente aggiunge prodotti affini nella stessa categoria magari con un target diverso. Che differenza c'è tra l'estensione di marca e quella di linea e quali sono i rischi? Ascolta l'episodio. Articolo completo su: https://www.infomyweb.com/digital-marketing/ikea-ferrari-e-netflix-sono-impazzite/ Per commenti, suggerimenti o ricevere maggiori informazioni e consulenze per migliorare il tuo marketing: scrivici a podcast@infomyweb.com seguici su Facebook, Instagram e Linkedin visita il nostro sito www.infomyweb.com dove troverai numerosi suggerimenti per il tuo marketing e tutti i servizi vieni a trovarci presso la nostra sede a Viterbo. #marketing #marketingitalia #agenziamarketing #viterbo #infomyweb #webmarketingitalia #socialmarketing #marketingstrategico #obiettivi #motivazione Podcast Italiani | Podcast Business | Podcast Consigliati | Podcast Crescita Personale | Podcast Economia | Podcast Marketing | Podcast Comunicazione | Podcast Gratis | Migliori Podcast | Podcast Più Ascoltati | Podcast Motivazionali --- Send in a voice message: https://anchor.fm/infomyweb/message
Quante volte ti sei sentito sopraffatto dalle troppe cose da fare?Lavoro da finire - o ancora da iniziare - ma già in super ritardo. Questioni minori accumulate che prima o poi deciderai di smaltire, ma non hai mai tempo. E nel frattempo diventano troppe.Magari ogni giorno capitano degli imprevisti, tanto per non farti mancare niente.Poi provi rabbia per ciò che è successo ieri e ansia per qualcosa che devi fare domani. A volte basta un messaggio su whatsapp o una mail - che non avresti voluto leggere - per rovinarti il resto della giornata.Se sei come tanti di noi, lo stress e il nervoso non ti fanno concludere niente: arrivi alla fine della giornata scoppiato e ti ritrovi con più roba da fare di quando ti sei alzato al mattino. E magari hai lavorato fino a notte fonda e ti sei alzato presto, dormendo 3 ore.Rimani in un circolo vizioso dal quale non puoi uscire, se non dopo essere esploso e aver mandato tutto e tutti a quel paese.In pratica, esaurisci e raggiungi quello stato mentale chiamato burnout:sei costretto a fermarti.Spesso, in situazioni come queste, qualcuno ti dice “fai un respiro profondo”. Il problema è che se non sai come farlo quel respiro profondo, rischi di peggiorare la situazione.“E che ci vuole a respirare? Lo faccio da quando sono nato…”Sì, certo! Ma quando si tratta di recuperare il tuo stato mentale ottimale per ritornare produttivo, non è così banale fare QUEL respiro profondo.Semplificando al massimo:respiro profondo = meditazioneMa la verità è che dietro alla meditazione c'è un mondo.Se non l'hai studiata e praticata, non sai cosa sia e non hai idea dei benefici che può portarti nella vita di tutti i giorni, potresti stupirti dei suoi benefici: - i aiuta ad aumentare la concentrazione- rende le tue giornate più produttive- ti aiuta a rimanere focalizzato più a lungo- ti permette di non stressarti.Ti basta?La meditazione migliora sia la tua mente che il tuo corpo.Ecco perché in questa puntata Andrea Lisi ti spiega qualcosa che non si era mai sentito e mai visto in nessun altro contenuto riguardante il marketing e il copywriting.Dal 2013 Andrea ha viaggiato e vissuto in Asia, dove ha appreso svariate tecniche di meditazione: ha avuto diversi maestri, ha frequentato apposite scuole e pratica ogni giorno.Nella nuova puntata ha selezionato per te 7 tecniche di meditazione che puoi mettere in pratica subito.Fallo e ne avrai dei benefici immediati.Ecco alcuni degli argomenti di questa 185esima puntata:[00:00] Le 3 marketing unit che fanno aumentare i profitti aziendali (basi del sistema SfornaClienti su cui concentrare i tuoi pensieri).[04:33] Uno degli errori più frequenti di chi deve produrre ogni giorno: evitarlo ti permette di godere di risultati più soddisfacenti, sia nel lavoro che nella vita.[11:16] Quali sono gli effetti della meditazione sul cervello.[16:55] Una tecnica di meditazione mirata per dare nuove informazioni al tuo subconscio, da sintetizzare e usare nel tuo copy. Ti sarà utile per trovare nuovi titoli e argomenti per i tuoi contenuti ricorrenti (newsletter, post sui Social ecc).[19:32] Una tecnica di meditazione per chi lavora in remoto, usata e divulgata anche da Steve Jobs. Ti aiuta ad attivare meglio il cervello e a trovare nuove idee per i tuoi materiali di marketing.[23:05] 3 tecniche di meditazione basate sul respiro profondo, che ti rilasseranno, apriranno la tua mente, miglioreranno la tua salute e ti renderanno più felice. Ecco quando e perché farlo.***Risorse menzionate:Manuale SfornaClienti https://bit.ly/3eAXopkLa serie su “The Boron Letters” di Gary Halbert https://bit.ly/3cQWMsZ“La Forza della Meditazione” di Daniel Goleman https://amzn.to/36IMAkK“Obvious Adams”, il genio che ha ispirato David Ogilvy, Gary Bencivenga e tanti altri copywriter https://youtu.be/66ogWc8fxJY
La Giornata della Memoria, ha il proposito di ricordare le vittime del genocidio, cadute durante la seconda guerra mondiale per mano dei regimi nazifascisti. Principalmente ebrei, omosessuali, testimoni di Geova, disabili, rom (zingari). Non meno di 6 milioni di vittime, oltre tutte le altre provocate dal conflitto militare vero e proprio. La Giornata della Memoria è stata istituita in Italia con una apposita Legge del 20 luglio 2000 n.211, con la quale si da mandato principalmente alla scuola di mantenere vivo il ricordo dell'Olocausto nel nostro Paese. Qualche anno più tardi nel 2005, l'Assemblea delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che associa il 27 gennaio 1945, data della liberazione del Lager di Auschwitz, a questa giornata che assume il carattere di ricorrenza internazionale. Il tema della giornata della memoria di quest'anno, ma si potrebbe dire da sempre dalla sua creazione, è quello di combattere il negazionismo. Una corrente di pensiero malata, ultimamente rafforzatasi, ma presente già nel dopoguerra, dagli anni '50, che mette in discussione l'esistenza stessa,che ci siano realmente state le vittime nei lager e nei campi di concentramento. Semplificando l'Olocausto, a un'invenzione mediatica, messa in scena dai vincitori del conflitto. Non è un caso che proprio un sondaggio condotto l'anno scorso dall'Eurispes, sottolineava che i negezionisti italiani erano circa il 16,1%, mentre nel 2004 erano appena il 2,7 %. Il programma espone alcune argomentazioni atte a combattere il negazionismo. Prendendo spunto dalla letteratura fiorita su questo grave disastro dell'umanità. I libri scritti dai testimoni e sopravvissuti all'olocausto. E di cui a titolo di esempio nel video vengono presentate alcune delle loro copertine. L'autore del testo, ha voluto sottolineare l'importanza e il senso della cultura ebraica, fondata oltre che sul "credo religioso" molto sui libri e la scrittura. Ciò che evidentemente temevano di più i nazisti, se si preoccuparono di bruciare i libri durante la notte dei cristalli. Nella parte finale della trasmissione l'intervento della professoressa Ersilia Polcari docente di italiano e storia al Liceo Morante, e attiva per altro nell'associazione culturale Evaluna di Napoli, su come affrontare il negazionismo. Argomenti correlati sul nostro canale: Strage di Caiazzo; Il ritrovamento di Sergio De Simone; Gli internati militari italiani nei Lager; Heidegger e il Nazionalsocialismo; Giornata della Memoria Anno 2020; link youtube "radiomagazine official" Link video https://youtu.be/AHwDJBNdiU4 --- Send in a voice message: https://anchor.fm/notewebradio/message
FBU Club - Episodio 37La Passione Imprenditoriale con Ernesto Sirolli, phD.Intraprendere è una delle iniziative più importanti su cui fondare le nostre società e il loro sviluppo. Vuol dire impegnarsi, prendersi dei rischi, mettersi in gioco per creare valore per gli altri e per se stessi. Ma soprattutto mettere in gioco i propri talenti e la propria passione. Semplificando ci sono tre grandi competenze per intraprendere: la capacità di produrre un prodotto o erogare un servizio, la capacità di commercializzarlo e la capacità di presidiare i conti e la finanza e nessuno eccelle da solo in tutte le aree. Per questo non esiste l'imprenditore perfetto e la sfida è quella di trovare il partner che completi e supporti l'iniziativa è una delle più grandi capacità dell'imprenditore di successo. Ne parliamo con il Dr. Ernesto Sirolli, uno dei massimi esperti internazionali di sviluppo economico. Dal ‘71 ha lavorato in Africa, in Oceania, in Canada in Uk e in America Latina in progetti di autodeterminazione e di promozione dell'imprenditoria locale, fondatore e a capo del Sirolli Institute, un'organizzazione internazionale dedicata allo sviluppo dell'imprenditoria e delle comunità locali.Il sito del Sirolli Institutehttps://sirolli.com/E il profilo di Ernesto Sirolli in LinkedInhttps://www.linkedin.com/in/ernesto-sirolli-61279511/Per chi volesse approfondire lasciamo alcuni link ai libri e ai video di Ernesto Sirolli:https://www.amazon.it/Start-Business-Ignite-Your-Life/dp/0757003745/https://www.ted.com/talks/ernesto_sirolli_want_to_help_someone_shut_up_and_listen/transcript?language=itE il brano che ha citato e ci ha fatto leggere in chiusura:La nostra paura più profondanon è di essere inadeguati.La nostra paura più profondaè di essere potenti oltre ogni limite.È la nostra luce, non la nostra ombra,a spaventarci di più.Ci domandiamo: chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?In realtà chi sei tu per NON esserlo?Siamo figli di Dio.Il nostro giocare in piccolonon serve al mondo.Non c'è nulla di illuminatonello sminuire se stessi cosicché gli altrinon si sentano insicuri intorno a noi.Siamo tutti nati per risplendere,come fanno i bambini.Siamo nati per rendere manifestala gloria di Dio che è dentro di noi.Non solo in alcuni di noi:in ognuno di noi.E quando permettiamo alla nostra lucedi risplendere, inconsapevolmente diamoagli altri la possibilità di fare lo stesso.E quando ci liberiamo dalle nostre paure,la nostra presenzaautomaticamente libera gli altri.Ripreso da "Ritorno all'amore" di Marianne Williamson, 2014Mentre i nostri riferimenti si trovano qui:https://familybusinessunit.com/
Fin dall'inizio della mia formazione, la teoria della supercompensazione mi è stata descritta in classiche fasi. Semplificando: l'allenamento crea uno stress e la nostra forma peggiora, ma poi recuperando e supercompensando saliamo ad un livello prestativo lievemente superiore. Il motivo sarebbe: domani potrebbero servirmi delle prestazioni superiori a quelle odierne e possibilmente il mio corpo tenderà a concedermele, attraverso la supercompensazione. Questa è una teoria apparentemente logica, ma non considera chi è l'atleta e come si allena. Nel podcast, il ToP Coach SBB Riccardo Fila Robattino spiega la pratica della supercompensazione. Buon ascolto
Qualche settimana fa un’ascoltatrice, Anna, mi ha scritto su Telegram, chiedendomi di spiegare ed approfondire l’argomento overtraining, anche detto più semplicemente sovrallenamento.Le ho dato una risposta veloce, ma avevo promesso di andare più in profondità in una puntata specifica, ed eccoci qua.Se anche voi volete farmi delle domande o suggerirmi degli argomenti, scrivetemi su Telegram al mio account @lorenzomaggiani.Prima di partire con l’argomento, ci tengo a sottolineare che non sono un allenatore e quanto dirò sarà più che altro frutto della mia esperienza personale, non perché mi sia mai capitato, ma più per quello che mi è stato raccontato, e di ciò che ho trovato su internet.Parlare del sovrallenamento è importante, specialmente ora che siamo quasi tutti stati fermi a lungo per il Covid19, dove il fisico è rimasto fermo per molte settimane, ma a far da contraltare c’è la voglia matta di spaccare il mondo e di far girare le gambe.Siamo perciò in un momento dove il sovrallenamento potrebbe verificarsi con più facilità.Che cos’è l’overtrainingIl sovrallenamento è una condizione fisica, comportamentale ed emotiva che si verifica quando il volume, l'intensità e la frequenza dell'attività di una persona eccedono la sua capacità di recupero.In parole più semplici, si va in sovrallenamento quando l’attività fisica praticata è talmente intensa (sia in termini qualitativi che quantitativi) che il corpo non è in grado, nel periodo di recupero, di smaltire la fatica accumulata.E’ comunque, soprattutto nel mondo di noi amatori, una sindrome piuttosto rara da riscontrare.Tuttavia, il sovrallenamento colpisce principalmente gli atleti che praticano sport di resistenza, come nel nostro caso la maratona o una ultra. Perciò è bene parlarne e stare attenti.La causa principale è spesso l’eccessivo numero di allenamenti e la loro elevata intensità, spesso accompagnata da troppe gare ravvicinate nel tempo.Ci sono però a volte delle concause, come poche ore di sonno, alimentazione ed integrazione errata, problemi di salute e psicologici non per forza correlati al mondo dello sport. Ad esempio, in famiglia, al lavoro e così via.Come riconoscerloNon è facilissimo capire quando si è in overtraining. Ed è bene fare una distinzione tra il più semplice affaticamento ed il sovrallenamento, perché è facile confonderli.Fondamentalmente, l’affaticamento è un primo segnale di allarme per un possibile overtraining.Semplificando, la regola è: in presenza di uno o pochi sintomi, che vedremo tra poco, si parla di affaticamento. Quando invece i sintomi iniziano a superare i 4 o 5, si va verso il sovrallenamento.Quindi, quando iniziate ad essere affaticati, potrebbero essere sufficienti un paio di giorni di riposo assoluto ed un breve periodo di scarico per non peggiorare la situazione.Diffidate sempre delle tabelle di allenamento che non prevedono alcun periodo di scarico.I sintomi di questa sindrome sono numerosi.Performance che non crescono più o che, peggio, calano. E questo, quando non si riconosce l’overtraining porta ad un ancor maggiore carico di allenamento, facendo entrare la persona in un circolo vizioso. Infatti, ci si allena sempre di più, ma i risultati continuano a calare.Gli altri sintomi sono aumento del battito cardiaco, perdita eccessiva di peso, insonnia e relativo aumento della necessità di dormire, problemi immunitari, disturbi intestinali, suscettibilità o depressione ed ovviamente stanchezza cronica, con dolori muscolari e pesantezza alle gambe.Il problema è che spesso quando ci si rende conto di avere un po’ di questi sintomi è troppo tardi. Nel senso che si stanno già riscontrando questi problemi e l’overtraining è in atto.I riposi sono fondamentali proprio per prevenire il sovrallenamento.Potreste non riscontrare tutti questi sintomi insieme, ma già riconoscendone 4 o 5 i segnali iniziano ad andare in quella direzione. Il mio consiglio è quello di prendersi una pausa completa di 10/15 giorni e successivamente riconsiderare l’intero piano di allenamenti settimanali, inserendo un maggior numero di riposi. La bella notizia è che, se ci si è fermati in tempo, consentendo al corpo di rigenerarsi spesso quando si riprenderà a correre si andrà più forte di quando ci si è fermati!Se, anche con uno stop, le cose non dovessero migliorare, credo che sia il caso di farsi visitare da un dottore.E’ necessario anche dire che quando si hanno questi sintomi, anche le possibilità di subire un infortunio aumentano.Come evitarloL’overtraining si può prevenire. E riuscire a farlo è importante perché non sempre è facile risolvere il problema una volta che questi si è presentato.La prima cosa da fare, ed anche la più semplice e logica, è quella di tarare bene gli allenamenti da svolgere in base al vostro livello, senza mai eccedere né in quantità, né in qualità, inserendo degli importanti giorni di recupero e dei periodi di scarico.E’ importante anche riposare bene. Quindi, dormire almeno 7-8 ore al giorno e, possibilmente con la maggior qualità del sonno possibile.Anche la nutrizione ricopre un ruolo fondamentale per i runner: tutti dovrebbero seguire un regime alimentare equilibrato, specialmente quando si sottopone il corpo ad una preparazione, come potrebbe essere quella per una maratona.Anche l’eventuale assunzione di integratori deve essere ben studiata: non deve essere eccessiva, nè tantomeno lasciata al caso ed alle sensazioni.In generale, tutte le tabelle di allenamento e preparazione dovrebbero avere dei periodi di scarico. Solitamente, si inserisce una settimana di scarico al mese ed un mese meno impegnativo ogni 3-4.Concedere al proprio organismo un periodo di rigenerazione è assolutamente fondamentale per chiunque, a prescindere dal livello di performance che si stanno cercando.Anche durante l’anno o una stagione, è necessario prevedere dei periodi di riposo, anche assoluto, nel quale staccare completamente la spina dalla corsa.----------------------Seguimi!Canale Telegram: https://t.me/da0a42Instagram: https://www.instagram.com/da0a42/Facebook: https://www.facebook.com/da0a42/Strava: https://www.strava.com/athletes/37970087Sito: https://da0a42.home.blogOppure contattami!https://da0a42.home.blog/contatti/----------------------Music credits: Feeling of Sunlight by Danosongs - https://danosongs.com
Il peso delle aspettative nei giovani atleti"E’ più facile fare in modo che le nostre aspettative siano conformi ai nostri mezzi piuttosto che i nostri mezzi conformi alle nostre aspettative"(Robert E. Lee)Secondo una definizione generica ma classica le aspettative sono definibili come un’anticipazione immaginaria di eventi futuri in grado di realizzare le nostre aspirazioni. Se ci soffermiamo con maggiore attenzione sul concetto di anticipazione, possiamo evidenziare come esse sia basato, almeno in parte, su di un’esperienza passata da parte di chi la sperimenta. Ciò che ho vissuto mi insegna cosa pensare su di me. Tolman, un importante psicologo, ci dice come gli essere umani esposti a sequenze regolari di eventi anticipano le componenti successive della sequenza quando i primi si siano verificati. Semplificando se ci si trova in una situazione già vissuta in passato è possibile che inavvertitamente si cominci a prevedere quello che ci possa accadere, con un meccanismo definibile come una profezia autoavverante. In qualche modo si crea un circolo in cui ciò che sappiamo o pensiamo di sapere su di noi ci impedisce di costruire ove fosse necessario un’idea diversa di noi.E su cosa si basa la nostra visione del mondo e quella che abbiamo di noi stessi?Una frase piuttosto nota dice che il bambino sia il padre dell’uomo , frase che trova conferma in tutti gli studi in materia che evidenziano come i nuclei fondamentali della struttura di personalità di un individuo si strutturino nei suoi primi anni di vita. Ciò che riflettiamo sui nostri ragazzi avrà un peso determinante nel costruire lo specchio in cui poi si guarderanno nel corso della loro per riconoscere se stessi ed il loro valore. Ciò che trasmettiamo non ha un peso solo nel qui ed ora ma avrà una eco che risuonerà per il resto della loro vita.Una personalità che si forma nelle relazioni attraverso un noi, in un epoca dove quel noi è sempre più ristretto, dove si è passati nel giro di poco decenni da famiglie numerose, a nuclei molto più piccoli in cui spesso c’è un solo figlio con un conseguente investimento in aspettative e risorse da parte dei genitori.Una scelta razionale e volontaria quella da parte di madri e padri intenti nel caricare i figli di sogni propri infranti o di proiettare su di loro sentimenti di riscatto rispetto frustrazioni mai superate? Non del tutto o almeno a modesta opinione di chi scrive, non in maniera così esplicita come si potrebbe pensare.Qualcuno sosteneva un concetto che può più o meno suonare così “con le migliori intenzioni si fanno i danni peggiori” ed è questo un concetto chiave su cui poter ragionare per capire come operare al meglio.Migliori intenzioni su cuoi si poggia anche l’idea opposta ma non meno pericolosa, di esonerare completamente i figli rispetto le difficoltà delle vita, non consentendogli di vivere traumi necessari allo sviluppo di capacità necessarie per far fronte alle difficoltà.Come sostiene la Psicologia infatti il bambino è in grado per sua struttura di sostenere ed elaborare traumi, sconfitti e difficoltà più di quanto si possa pensare se inserito all’interno di un contesto relazionale adeguato. Ciò che sembra produrre maggiori complicazioni sul benessere e la stabilità è basato infatti su meccanismi di evitamento e sulla costruzione di messaggi ambigui che i ragazzi non hanno possibilità di comprendere in maniera autentica.Per farlo sarebbe necessario operare uno svelamento di bisogni ed aspirazioni, portare in superficie il non detto, in quanto spesso terreno fertile per lo sviluppo di incomprensioni ed emozioni negative. Seguendo una logica strategica, pare opportuno inoltre non perseguire una soluzione se questa non produce alcun risultato positivo, per cui potrebbe essere necessario riflettere se sia il caso di utilizzare mezzi e canali comunicativi diversificati per raggiungere la finalità di formare giovani in grado di sostenere delle adeguate aspirazioni in linea con i loro desideri e possibilità.Parole chiave del video: #aspettative #giovani #pressione#tunonhaibisognodellopsicologo #fareladifferenza
Non hai voglia di fare nulla? Quando non si ha voglia di fare nulla...Cosa fai quando non hai voglia di fare nulla?Semplificando brutalmente è quello che provi quando non hai voglia di fare niente. Uno stato in cui possiamo trovarci in diversi momenti della vita e in alcuni casi si prolungano: "Da più di un anno non ho voglia di fare niente, né di andare all'università, né di lavorare, né di vedere amici o di fare qualsiasi altra cosa"Purtroppo anche quando non si ha voglia di fare nulla e ci sono cose che vanno fatte tocca farle lo stesso. Ed è il primo errore e confusione che si fa con la motivazione. Infatti, qualcuno mi ha chiesto come riesca a mantenere la motivazione e la costanza nel fare quello che faccio, soprattutto quando ho dei momenti in cui non ho voglia di far nulla.Ti dico subito che non esistono ricette magiche o soluzione immediate (almeno per me) a questa condizione di apatia che si crea. Se hai delle considerazioni puoi scrivere nei commenti.Nel frattempo voglio parlarti di quali sono gli elementi da sapere e come possiamo agire, perché diventare consapevoli è sicuramente uno dei passi decisivi per affrontare l'apatia:https://youtu.be/7EL6MMIeKy0-------------------------------------------------ISCRIVITI AL CANALE YouTubehttp://j.mp/GiuseppeYouTubeSCRIVIMIinfo @ motivazionepersonale.comhttp://telegram.me/giuseppefranco
Non hai voglia di fare nulla? Quando non si ha voglia di fare nulla...Cosa fai quando non hai voglia di fare nulla?Semplificando brutalmente è quello che provi quando non hai voglia di fare niente. Uno stato in cui possiamo trovarci in diversi momenti della vita e in alcuni casi si prolungano: "Da più di un anno non ho voglia di fare niente, né di andare all'università, né di lavorare, né di vedere amici o di fare qualsiasi altra cosa"Purtroppo anche quando non si ha voglia di fare nulla e ci sono cose che vanno fatte tocca farle lo stesso. Ed è il primo errore e confusione che si fa con la motivazione. Infatti, qualcuno mi ha chiesto come riesca a mantenere la motivazione e la costanza nel fare quello che faccio, soprattutto quando ho dei momenti in cui non ho voglia di far nulla.Ti dico subito che non esistono ricette magiche o soluzione immediate (almeno per me) a questa condizione di apatia che si crea. Se hai delle considerazioni puoi scrivere nei commenti.Nel frattempo voglio parlarti di quali sono gli elementi da sapere e come possiamo agire, perché diventare consapevoli è sicuramente uno dei passi decisivi per affrontare l'apatia:https://youtu.be/7EL6MMIeKy0-------------------------------------------------ISCRIVITI AL CANALE YouTubehttp://j.mp/GiuseppeYouTubeSCRIVIMIinfo @ motivazionepersonale.comhttp://telegram.me/giuseppefranco
La Borsa valori è un mercato organizzato per disciplinare e controllare la compra-vendita dei valori mobiliari e dei cambi, cioè le divise estere.Facilitando l'incontro tra domanda e offerta di capitali, per dare la possibilità ai risparmiatori di effettuare scelte d'investimento e alle aziende la possibilità di finanziarsi.Semplificando il concetto, è il luogo dove le aziende cercando fondi per finanziare le loro attività di sviluppo tramite la loro quotazione e contrattazione.Quando ho iniziato la mia attività lavorativa, nel 1986, c'erano “le grida” all'interno delle Borse valori.Appunto, gli agenti di cambio gridavano e gesticolavano per concludere le proposte d'affari. La campana segnava l'inizio e la fine delle sedute di Borsa.Sigla di Eric Buffat Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Buongiorno sono Gabriella, bentornati all'ascolto di fisco relax.Ciao amici, è un po' di tempo che ho voglia di un podcast diverso dal solito, dove finalmente esprimermi in libertà come se foste qui con me. Vorrei parlarvi di CAF dalla parte di chi è dentro in questa realtà, che la vive tutti i giorni da addetta ai lavori. Vi svelerò la parte che gli utenti non conoscono, ma mi raccomando.....che resti fra noi!Vi porto un esempio: fino a qualche anno si andava al ristorante, ci si sedeva al tavolo e ci si gustava il pranzo. Quello che contava era il risultato: piatti buoni o no, servizio cortese e puntuale oppure pessimo servizio. In fondo nessuno si è mai preoccupato di cosa stesse succedendo in cucina o se il ristorante riusciva a quadrare i conti oppure era sull'orlo del fallimento. Da un po' di tempo sono proliferate le trasmissioni tipo cucine da incubo, nelle quali vero o no, viene svelato quello che i clienti non vedono. Il lato nascosto del ristoratore.Anche i CAF offrono un servizio e come i ristoranti, in concorrenza.Allora mi trasformo in Canavacciuolo e vi porto nelle cucine. Sono sicura che la stragrande maggioranza di voi si sia recato almeno una volta a svolgere una pratica o a chiedere informazioni presso i loro sportelli. Sarete stati ricevuti da un operatore, avrete presentato i documenti, i vostri dati saranno stati inseriti in un computer, sarà uscito un modello stampato, qualche firma, una ricevuta, e arrivederci, Per molti i CAF sono solo questo: intermediari che trasmettono dati e per tale semplice banalità si fanno pure pagare. Questo è per lo più il messaggio che i mezzi di informazione fanno passare, in rete ci sono addirittura blog che fanno descrivono i CAF come dei discount del fisco che taglieggiano i contribuenti con le loro tariffe, oppure se il servizio per il cittadino è gratuito, come nel caso del reddito di cittadinanza, dicono che occuparsi di queste pratiche è un vero business. Andiamo avanti con il discorso e poi potrete giudicare voi se è davvero così.Partiamo dall'inizio.Che cosa sono i CAF e che cosa fanno?I CAF sono nati nel 1991 per fornire assistenza ai contribuenti nell'adempimento degli obblighi tributari e sono diventati effettivamente operativi nel 1993 con l'ideazione del 730. Posso dire di averne sentito i primi vagiti di neonato. I CAF si sono successivamente riuniti in una Consulta Nazionale, sottoscrivendo una carta dei valori e un codice etico di comportamento. Negli anni successivi la pubblica amministrazione li ha investiti di un ruolo sempre maggiore di intermediazione e di consulenza, sgravando gli uffici pubblici dallo svolgimento di molte pratiche.Sto cercando di sfatare una convinzione comune, cioè che i CAF siano uffici pubblici finanziati ampiamente dallo Stato. Sappiate che non è così.Semplificando al massimo, i CAF possono essere costituiti dai sindacati, per fare un esempio, la CGIL, la CISL, la UIL, oppure da associazioni di categoria, o associazioni di lavoratori come possono essere le ACLI o MCL.Questi soggetti per poter operare come CAF hanno dovuto costituire a livello nazionale delle Società di capitali, le SRL, diventando a tutti gli effetti imprenditori loro malgrado.Infatti il ruolo sociale e di aiuto al cittadino in questo modo si scontra con la necessità di mantenere un'azienda, con le difficoltà che ciò comporta.Ma non è finita. A parte i sindacati, che hanno una gestione tutto sommato centralizzata, gli altri CAF delle associazioni, per poter aprire sportelli in tutto il territorio nazionale spesso si avvalgono di Società private, dette di servizi, anch'esse Società di capitali SRL. Insomma è una piramide, una piramide di costi e di.....bilanci, e non solo, c'è da considerare anche l'aspetto dell'organizzazione e della formazione professionale,Infatti l'Agenzia delle Entrate richiede requisiti ben precisi per essere autorizzati ad operare e sottopone a severi controlli tutti gli uffici e gli operatori sono tenuti a corsi di formazione periodici, con test di giudizio finale.Certo, lo Stato eroga dei rimborsi ai CAF nazionali, con un budget fisso da dividere tra tutti i CAF. Appunto, paradossalmente più 730 si inviano meno compenso arriva al livello nazionale e questo si ripercuote sulla quota spettante alle società locali che svolgono in pratica il servizio.Perciò, al contrario di quello che si pensa, questo lavoro non è certamente un affare, rispetto a quello che costa una società, tra spese di gestione, locazioni, utenze, attrezzature, per esempio i computer, tenendo presente che una delle voci maggiori è il personale. Infatti per espressa direttiva dell'Agenzia delle Entrate tuti gli operatori dei CAF nazionali e delle società di servizi devono essere lavoratori dipendenti. Ecco perchè i CAF si fanno pagare le dichiarazioni dei redditi e grazie a questo riescono anche se con fatica, a fornire altri servizi in forma gratuita.Detto questo, torniamo all'esempio del reddito di cittadinanza. Lo Stato, con comodo, pagherà alle Sedi CAF nazionali 10 euro a pratica una parte dei quali sarà riconosciuta alle Sedi locali operative, facciamo conto il 70% tanto per dare una cifra. Prima di inviare una domanda di reddito di cittadinanza ogni operatore deve essere formato studiando il decreto, quindi deve dare consulenza preventiva al cittadino che lo richiede, per evitare che possa incorrere in sanzioni, deve materialmente compilare il modulo, stamparlo in doppia copia (sono 20 pagine) farlo firmare, archiviarlo in modo corretto secondo le norme sulla privacy, Tempo medio mezz'ora di costo del personale più quelli della stampa e della carta.Francamente, 7 euro per ogni pratica vi sembrano una cifra congrua a coprire i costi?Qualcuno di voi sarà un lavoratore autonomo, o avrà un'azienda con dipendenti e capirà meglio di altri di che cosa sto parlando.Ecco, vi ho svelato il lato nascosto dei CAF, quello che nessuno dice. Spero che ora li vediate sotto un'altra luce. Uffici di gente seria e preparata che cercano di svolgere al meglio il loro lavoro. Vi garantisco che senza un po' di passione questo mestieraccio non si può fare. Arrivederci e alla prossima.
Buongiorno sono Gabriella, bentornati all'ascolto di fisco relax.Ciao amici, è un po' di tempo che ho voglia di un podcast diverso dal solito, dove finalmente esprimermi in libertà come se foste qui con me. Vorrei parlarvi di CAF dalla parte di chi è dentro in questa realtà, che la vive tutti i giorni da addetta ai lavori. Vi svelerò la parte che gli utenti non conoscono, ma mi raccomando.....che resti fra noi!Vi porto un esempio: fino a qualche anno si andava al ristorante, ci si sedeva al tavolo e ci si gustava il pranzo. Quello che contava era il risultato: piatti buoni o no, servizio cortese e puntuale oppure pessimo servizio. In fondo nessuno si è mai preoccupato di cosa stesse succedendo in cucina o se il ristorante riusciva a quadrare i conti oppure era sull'orlo del fallimento. Da un po' di tempo sono proliferate le trasmissioni tipo cucine da incubo, nelle quali vero o no, viene svelato quello che i clienti non vedono. Il lato nascosto del ristoratore.Anche i CAF offrono un servizio e come i ristoranti, in concorrenza.Allora mi trasformo in Canavacciuolo e vi porto nelle cucine. Sono sicura che la stragrande maggioranza di voi si sia recato almeno una volta a svolgere una pratica o a chiedere informazioni presso i loro sportelli. Sarete stati ricevuti da un operatore, avrete presentato i documenti, i vostri dati saranno stati inseriti in un computer, sarà uscito un modello stampato, qualche firma, una ricevuta, e arrivederci, Per molti i CAF sono solo questo: intermediari che trasmettono dati e per tale semplice banalità si fanno pure pagare. Questo è per lo più il messaggio che i mezzi di informazione fanno passare, in rete ci sono addirittura blog che fanno descrivono i CAF come dei discount del fisco che taglieggiano i contribuenti con le loro tariffe, oppure se il servizio per il cittadino è gratuito, come nel caso del reddito di cittadinanza, dicono che occuparsi di queste pratiche è un vero business. Andiamo avanti con il discorso e poi potrete giudicare voi se è davvero così.Partiamo dall'inizio.Che cosa sono i CAF e che cosa fanno?I CAF sono nati nel 1991 per fornire assistenza ai contribuenti nell'adempimento degli obblighi tributari e sono diventati effettivamente operativi nel 1993 con l'ideazione del 730. Posso dire di averne sentito i primi vagiti di neonato. I CAF si sono successivamente riuniti in una Consulta Nazionale, sottoscrivendo una carta dei valori e un codice etico di comportamento. Negli anni successivi la pubblica amministrazione li ha investiti di un ruolo sempre maggiore di intermediazione e di consulenza, sgravando gli uffici pubblici dallo svolgimento di molte pratiche.Sto cercando di sfatare una convinzione comune, cioè che i CAF siano uffici pubblici finanziati ampiamente dallo Stato. Sappiate che non è così.Semplificando al massimo, i CAF possono essere costituiti dai sindacati, per fare un esempio, la CGIL, la CISL, la UIL, oppure da associazioni di categoria, o associazioni di lavoratori come possono essere le ACLI o MCL.Questi soggetti per poter operare come CAF hanno dovuto costituire a livello nazionale delle Società di capitali, le SRL, diventando a tutti gli effetti imprenditori loro malgrado.Infatti il ruolo sociale e di aiuto al cittadino in questo modo si scontra con la necessità di mantenere un'azienda, con le difficoltà che ciò comporta.Ma non è finita. A parte i sindacati, che hanno una gestione tutto sommato centralizzata, gli altri CAF delle associazioni, per poter aprire sportelli in tutto il territorio nazionale spesso si avvalgono di Società private, dette di servizi, anch'esse Società di capitali SRL. Insomma è una piramide, una piramide di costi e di.....bilanci, e non solo, c'è da considerare anche l'aspetto dell'organizzazione e della formazione professionale,Infatti l'Agenzia delle Entrate richiede requisiti ben precisi per essere autorizzati ad operare e sottopone a severi controlli tutti gli uffici e gli operatori sono tenuti a corsi di formazione periodici, con test di giudizio finale.Certo, lo Stato eroga dei rimborsi ai CAF nazionali, con un budget fisso da dividere tra tutti i CAF. Appunto, paradossalmente più 730 si inviano meno compenso arriva al livello nazionale e questo si ripercuote sulla quota spettante alle società locali che svolgono in pratica il servizio.Perciò, al contrario di quello che si pensa, questo lavoro non è certamente un affare, rispetto a quello che costa una società, tra spese di gestione, locazioni, utenze, attrezzature, per esempio i computer, tenendo presente che una delle voci maggiori è il personale. Infatti per espressa direttiva dell'Agenzia delle Entrate tuti gli operatori dei CAF nazionali e delle società di servizi devono essere lavoratori dipendenti. Ecco perchè i CAF si fanno pagare le dichiarazioni dei redditi e grazie a questo riescono anche se con fatica, a fornire altri servizi in forma gratuita.Detto questo, torniamo all'esempio del reddito di cittadinanza. Lo Stato, con comodo, pagherà alle Sedi CAF nazionali 10 euro a pratica una parte dei quali sarà riconosciuta alle Sedi locali operative, facciamo conto il 70% tanto per dare una cifra. Prima di inviare una domanda di reddito di cittadinanza ogni operatore deve essere formato studiando il decreto, quindi deve dare consulenza preventiva al cittadino che lo richiede, per evitare che possa incorrere in sanzioni, deve materialmente compilare il modulo, stamparlo in doppia copia (sono 20 pagine) farlo firmare, archiviarlo in modo corretto secondo le norme sulla privacy, Tempo medio mezz'ora di costo del personale più quelli della stampa e della carta.Francamente, 7 euro per ogni pratica vi sembrano una cifra congrua a coprire i costi?Qualcuno di voi sarà un lavoratore autonomo, o avrà un'azienda con dipendenti e capirà meglio di altri di che cosa sto parlando.Ecco, vi ho svelato il lato nascosto dei CAF, quello che nessuno dice. Spero che ora li vediate sotto un'altra luce. Uffici di gente seria e preparata che cercano di svolgere al meglio il loro lavoro. Vi garantisco che senza un po' di passione questo mestieraccio non si può fare. Arrivederci e alla prossima.
Buongiorno, sono Gabriella, benvenuti all'ascolto di fisco relax.Oggi parlerò ancora di lavoro domestico continuando il discorso degli episodi precedenti. Infatti è un argomento molto vasto e complicato che non si può trattare in pochi minuti.La volta scorsa ho parlato di categorie e livelli relativi alle varie tipologie di lavoratori: colf, badanti, baby sitter e tata e della differenza di retribuzione tra lavoratori conviventi e non conviventi. Ora vediamo di che cos'altro bisogna tenere conto oltre allo stipendio mensile e ai contributi versati trimestralmente, infatti come per tutti gli altri lavoratori dipendenti, anche i lavoratori domestici hanno diritto alla tredicesima, alle ferie retribuite, al TFR (trattamento di fine rapporto) la cosiddetta liquidazione quando cessa il rapporto di lavoro, ai permessi retribuiti per visite mediche e non retribuiti per giustificati motivi, al congedo matrimoniale all'assenza retribuita per maternità e malattia. Entriamo nel dettaglio: la tredicesima si corrisponde nel mese di dicembre e si calcola moltiplicando la paga oraria per il numero di ore di lavoro della settimana, poi si moltiplica il risultato per 52 e si divide per 12. Semplificando, se la colf o la badante lavora un numero di ore costanti tutto l'anno, l'importo della tredicesima corrisponde all'incirca ad una mensilità. In pratica a dicembre si pagano due mesi anziché uno.Le ferie. spettano 26 giorni lavorativi all'anno dal lunedì al sabato e si possono suddividere al massimo in due periodi.Il TFR la liquidazione il trattamento di fine rapporto, si chiama così proprio perché normalmente si corrisponde quando il dipendente viene licenziato o rassegna le dimissioni cessando il lavoro.Il TFR viene calcolato considerando lo stipendio mensile, la tredicesima e l'eventuale indennità di vitto e alloggio, che spetta ai lavoratori conviventi, il tutto moltiplicato per gli anni di anzianità calcolato con un coefficiente di rivalutazione.I permessi retribuiti sono riconosciuti per le visite mediche del lavoratore stesso o dei suoi familiari, per frequentare corsi di formazione professionale, per gli esami annuali in caso di studenti-lavoratori, per la nascita di un figlio (per il padre) o per cariche sindacali. Naturalmente tutte le assenze devono essere documentate.Il congedo matrimoniale se la colf o la badante si sposa ha diritto a 15 giorni di congedo retribuito oltre alle ferie, naturalmente.La maternità alla lavoratrice spetta un periodo di lavoro indennizzato dall'INPS quindi in questo caso non paga il datore di lavoro.La malattia in caso di assenza per malattia è il datore di lavoro a farsi carico della retribuzione nella misura del 50% della paga oraria per i primi 3 giorni e nella misura totale al 100% per i giorni successivi.La cassa COLF è un'assicurazione sanitaria prevista dal contratto nazionale dei lavoratori domestici che prevede trattamenti assistenziali e sanitari integrativi ed aggiuntivi delle prestazioni pubbliche erogate dal Servizio Sanitario Nazionale Per parlare ancora una volta di costi facciamo un esempio di una colf assunta per 24 ore settimanali con livello BS il costo annuale è di 10250 euro compresivi di stipendio, tredicesima, accantonamento TFR, contributi e cassa colf.Infatti bisogna tenere conto che si deve avere da parte l'importo della liquidazione sia in caso di cessazione del rapporto di lavoro sia in caso che la colf o la badante la chieda ogni anno, come è suo diritto, ma non può essere versato mensilmente insieme allo stipendio.Quello che non spetta al datore di lavoro è il pagamento delle imposte sullo stipendio e sul TFR, infatti i lavoratori domestici li ricevono al lordo delle tasse, per cui se ci sono le condizioni, sono obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi.Per oggi ci salutiamo, ma la fiction colf continua... alla prossima.PAGA LORDA MENSILE 637,52 TREDICESIMA 53,13 TFR 51,16 COSTO CONTRIBUTI MENSILI 110,24 CASSA MALATTIA MENSILE 2,08 TOTALE COSTO MENSILE 854,13 X 12 MESI = COSTO ANNUALE € 10.249,56
Buongiorno, sono Gabriella, benvenuti all'ascolto di fisco relax.Oggi parlerò ancora di lavoro domestico continuando il discorso degli episodi precedenti. Infatti è un argomento molto vasto e complicato che non si può trattare in pochi minuti.La volta scorsa ho parlato di categorie e livelli relativi alle varie tipologie di lavoratori: colf, badanti, baby sitter e tata e della differenza di retribuzione tra lavoratori conviventi e non conviventi. Ora vediamo di che cos'altro bisogna tenere conto oltre allo stipendio mensile e ai contributi versati trimestralmente, infatti come per tutti gli altri lavoratori dipendenti, anche i lavoratori domestici hanno diritto alla tredicesima, alle ferie retribuite, al TFR (trattamento di fine rapporto) la cosiddetta liquidazione quando cessa il rapporto di lavoro, ai permessi retribuiti per visite mediche e non retribuiti per giustificati motivi, al congedo matrimoniale all'assenza retribuita per maternità e malattia. Entriamo nel dettaglio: la tredicesima si corrisponde nel mese di dicembre e si calcola moltiplicando la paga oraria per il numero di ore di lavoro della settimana, poi si moltiplica il risultato per 52 e si divide per 12. Semplificando, se la colf o la badante lavora un numero di ore costanti tutto l'anno, l'importo della tredicesima corrisponde all'incirca ad una mensilità. In pratica a dicembre si pagano due mesi anziché uno.Le ferie. spettano 26 giorni lavorativi all'anno dal lunedì al sabato e si possono suddividere al massimo in due periodi.Il TFR la liquidazione il trattamento di fine rapporto, si chiama così proprio perché normalmente si corrisponde quando il dipendente viene licenziato o rassegna le dimissioni cessando il lavoro.Il TFR viene calcolato considerando lo stipendio mensile, la tredicesima e l'eventuale indennità di vitto e alloggio, che spetta ai lavoratori conviventi, il tutto moltiplicato per gli anni di anzianità calcolato con un coefficiente di rivalutazione.I permessi retribuiti sono riconosciuti per le visite mediche del lavoratore stesso o dei suoi familiari, per frequentare corsi di formazione professionale, per gli esami annuali in caso di studenti-lavoratori, per la nascita di un figlio (per il padre) o per cariche sindacali. Naturalmente tutte le assenze devono essere documentate.Il congedo matrimoniale se la colf o la badante si sposa ha diritto a 15 giorni di congedo retribuito oltre alle ferie, naturalmente.La maternità alla lavoratrice spetta un periodo di lavoro indennizzato dall'INPS quindi in questo caso non paga il datore di lavoro.La malattia in caso di assenza per malattia è il datore di lavoro a farsi carico della retribuzione nella misura del 50% della paga oraria per i primi 3 giorni e nella misura totale al 100% per i giorni successivi.La cassa COLF è un'assicurazione sanitaria prevista dal contratto nazionale dei lavoratori domestici che prevede trattamenti assistenziali e sanitari integrativi ed aggiuntivi delle prestazioni pubbliche erogate dal Servizio Sanitario Nazionale Per parlare ancora una volta di costi facciamo un esempio di una colf assunta per 24 ore settimanali con livello BS il costo annuale è di 10250 euro compresivi di stipendio, tredicesima, accantonamento TFR, contributi e cassa colf.Infatti bisogna tenere conto che si deve avere da parte l'importo della liquidazione sia in caso di cessazione del rapporto di lavoro sia in caso che la colf o la badante la chieda ogni anno, come è suo diritto, ma non può essere versato mensilmente insieme allo stipendio.Quello che non spetta al datore di lavoro è il pagamento delle imposte sullo stipendio e sul TFR, infatti i lavoratori domestici li ricevono al lordo delle tasse, per cui se ci sono le condizioni, sono obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi.Per oggi ci salutiamo, ma la fiction colf continua... alla prossima.PAGA LORDA MENSILE 637,52 TREDICESIMA 53,13 TFR 51,16 COSTO CONTRIBUTI MENSILI 110,24 CASSA MALATTIA MENSILE 2,08 TOTALE COSTO MENSILE 854,13 X 12 MESI = COSTO ANNUALE € 10.249,56
“Semplificando si riesce ad essere più riconoscibili"L’abito fa il monaco? Nel marketing sì: l’impatto visivo, ICONOGRAFICO funge da biglietto da visita di ogni brand. La miglior strategia per valorizzalo: SEMPLIFICARE; ideare un logo riconoscibile e d’impatto, che sia identificativo ed univocamente associabile al marchio.Un’immagine MINIMA(L) per distinguersi. E lasciare il SEGNO.Scopri altri contenuti originali Blank. su https://www.blank.srl/o seguici su i nostri canali social:Instagram
Cos’è la UX? Lo sai veramente o fai solo finta di sapere cosa sia la user experience?Vuoi scoprire come migliorare l’interaction design del tuo prodotto e non sai da dove cominciare?Stai pensando di buttarti su un nuovo progetto e vorresti avvalerti di uno user experience designer per farti dare una mano?La puntata di oggi è fatta apposta per te. Per rispondere a queste domande ho intervistato Manuele Capacci, uno UX Designer che vive in Italia e che ha maturato la sua esperienza in progetti internazionali.Manuele Capacci lavora come consulente di product design per startup tecnologiche in Europa e negli Stati Uniti. É specializzato in prodotti digitali e in particolare applicazioni mobile native. Aiuta gli imprenditori ad impostare il giusto processo di design e a fare crescere il prodotto con particolare attenzione agli utenti. ### Cos’è la UX? ###UX sta per User Experience, esperienza utente. Semplificando un po’, il concetto di base è che ogni volta che le persone entrano in contatto con un prodotto o un servizio, si viene a creare un’esperienza, ed è questa esperienza che effettivamente ha valore per chi utilizza il prodotto.### NOTE ###Puoi seguire Manuele Capacci sui suoi account:Twitter: @ManueleCapacciLinkedIn: https://www.linkedin.com/in/manuelecapacciIl libri citati durante la puntata sono:“Don’t make me think” di Steve Krug http://amzn.to/22nKjTi“Rocket Surgery Made Easy” di Steve Krug http://amzn.to/1Pkiztw“La caffettiera del masochista” di Donald A. Norman http://amzn.to/1InthOK“Lean UX, applying Lean Principles to Improve User Experience” di Jeff Gothelf http://amzn.to/1JrSrXj“Just enough research” di Erika Hall http://amzn.to/1PiucPV### PODCAST ###HTTP://www.MERITA.BIZ/PODCASTSottoscrivi il podcast su:iTunes: http://j.mp/MERITA-ITUNES Stitcher:http://j.mp/MERITA-STITCHER Spreaker:http://j.mp/MERITA-SPREAKERSoundcloud:http://j.mp/MERITA-SOUNDCLOUD##### WWW.MERITA.BIZ #####
Ci sono definizioni e termini nel canto che spesso si sovrappongono e si confondono, tra questi proprio il concetto di registro e area di risonanza. Semplificando il termine registro si riferisce all'altezza del suono, mentre l'area di risonanza fa riferimento alla qualità timbrica derivante dall'uso dei risonatori. I due termini poi si sovrappongono poiché, per eseguire le diverse note del proprio registro, si sfruttano le risonanze.