Storie e letture in italiano per vari livelli! Sul sito https://italiano-bello.com trovi gli E-BOOKS e il materiale in PDF da scaricare gratuitamente e le traduzioni inglese/tedesco.
A Bordano, un piccolo paese tra le montagne del Friuli-Venezia Giulia, tutti avevano paura dell'Orcolat. ... Leggi la storia completa gratuitamente sul nostro sito Italiano Bello, ecco i link:
In quel momento è apparsa la volpe.«Buon giorno», ha detto la volpe. «Buon giorno», ha risposto educatamente il piccolo principe voltandosi, ma non ha visto nessuno. «Sono qui», ha detto la voce, «sotto il melo…» «Chi sei?» ha domandato il piccolo principe, «sei molto carina…» «Sono una volpe», ha detto la volpe. «Vieni a giocare con me», le ha proposto il piccolo principe, «sono così triste…» «Non posso giocare con te», ha detto la volpe, «non sono addomesticata.» «Ah! Scusa», ha detto il piccolo principe. Ma dopo averci pensato un po', ha aggiunto: «Che cosa vuol dire “addomesticare”?» «Non sei di queste parti, tu», ha detto la volpe, «che cosa stai cercando?» «Cerco gli uomini», ha detto il piccolo principe. «Che cosa vuol dire “addomesticare”?» «Gli uomini» ha detto la volpe, «hanno i fucili e cacciano. È molto seccante! Allevano anche le galline. È il loro unico interesse. Cerchi delle galline?» «No», ha detto il piccolo principe. «Cerco degli amici. Che cosa vuol dire “addomesticare”?» «È una cosa che si dimentica troppo facilmente», ha detto la volpe. «Vuol dire “creare legami“…» «Creare legami?» «Certo», ha detto la volpe. «Adesso, per me, tu sei solo un ragazzino come centomila altri ragazzini. E non ho bisogno di te. E nemmeno tu hai bisogno di me. Per te sono solo una volpe come centomila altre volpi. Ma se mi addomestichi, avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai l'unico al mondo per me. Io sarò l'unica al mondo per te…»«Comincio a capire» ha detto il piccolo principe. «C'è un fiore… credo che mi abbia addomesticato…» «È possibile», ha detto la volpe. «Capita di tutto sulla Terra…» «Oh! Non è sulla Terra», ha detto il piccolo principe. La volpe sembrava molto incuriosita:«Su un altro pianeta?» «Sì.» «Ci sono cacciatori su questo pianeta?» «No.» «Questo è interessante! E delle galline?» «No.» «Niente è perfetto», ha sospirato la volpe. Poi la volpe è tornata alla sua idea: «La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline sono uguali e tutti gli uomini sono uguali. E io per questo mi annoio. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà luminosa come il sole. Conoscerò un rumore di passi diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi i campi di grano laggiù? Io non mangio pane. Il grano è inutile per me. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticata. Il grano dorato mi farà pensare a te. E amerò il suono del vento nel grano…» ... Continua a leggere, ecco i link:
Breve lettura per consolidare il vocabolario delle EMOZIONI
IL LUPO E I SETTE CAPRETTI - A1 Mamma capra e i suoi sette capretti abitano in una casetta vicino al bosco. La casetta è piccola e di legno.Un giorno la mamma vuole andare a cercare da mangiare, allora dice ai suoi piccoli:«Devo andare nel bosco, voi restate a casa. Ma mi raccomando, fate attenzione al lupo. Se entra, vi mangia tutti! Ha la voce roca e le zampe grandi e nere, lo riconoscete subito.»E poi esce. I capretti rimangono a casa da soli. Giocano a carte, a palla, corrono e si divertono insieme.Poco dopo qualcuno bussa alla porta. Toc toc!«Chi è?» chiedono i capretti.«Sono la vostra mamma, aprite! Vi ho portato un bel regalo!»Ma la voce è roca e i capretti capiscono che è il lupo.«Non apriamo» dicono loro, «tu non sei la nostra mamma. La mamma ha una voce dolce, la tua è roca; tu sei il lupo.»Allora il lupo va in città, entra in un negozio e compra un grosso pezzo di gesso. Lo mangia e così la sua voce diventa dolce.Poi torna alla casa dei capretti e bussa alla porta. Toc toc!«Chi è?» chiedono loro.«Sono la vostra mamma, aprite! Vi ho portato un bel regalo!»Ma il lupo appoggia la sua zampa nera sul davanzale della finestra e i capretti la vedono.«Non apriamo. La nostra mamma ha le zampe bianche, le tue sono nere: tu sei il lupo.»Allora il lupo va di nuovo in città, entra in una panetteria e compra un grosso sacco di farina; mette la zampa nera nel sacco e quella diventa tutta bianca.Il lupo va per la terza volta alla casa dei capretti e bussa alla porta.«Chi è?» chiedono loro.«Sono la vostra mamma, aprite! Vi ho portato un bel regalo!»«Prima vogliamo vedere la tua zampa.»Allora il lupo appoggia la zampa sul davanzale della finestra e i capretti vedono che è bianca, così aprono felici la porta. Ma fuori dalla porta non c'è la mamma, ma il lupo!I capretti sono spaventati e si nascondono: il primo sotto il tavolo, il secondo dentro un vaso, il terzo sotto il tappeto, il quarto dietro il divano, il quinto nell'armadio, il sesto dietro un cuscino, e l'ultimo, il più piccolo, nella pendola.Ma il lupo li trova e uno dopo l'altro li mangia: uno, due, tre, quattro, cinque, sei…«Che capretti deliziosi!» esclama il lupo, sazio e soddisfatto.Poi esce dalla casa e si sdraia sotto un grande pino. Dopo pochi minuti si addormenta e inizia a russare forte. Ronf ronf!Poco dopo mamma capra torna dal bosco. La porta è aperta ed è tutto in disordine. Che disastro!Cerca i suoi capretti, ma non li trova. Cerca in cucina, in salotto, in camera da letto, in bagno, ma niente.«Dove siete, piccoli miei?» chiama disperata. CONTINUA A LEGGERE:
Storia di Pasqua per A1 con VIDEO ed ESERCIZI (link sotto) È il giorno prima di Pasqua e un coniglietto cammina nel bosco. Il coniglietto cammina lentamente perché non vede niente: è cieco.Dopo un po' arriva in una fattoria e incontra una gallina. Ma lui non sa che cos'è una gallina.Allora lei dice: «Sono un uccello bianco, ma non so volare. Depongo le uova. Anche le mie uova sono bianche.»«Che cosa vuol dire bianco?» le chiede.«Il bianco è un colore» risponde la gallina.«Non conosco i colori. Com'è il bianco?»La gallina riflette un attimo. «Pensa all'inverno e alla neve. La neve è fredda e silenziosa. Ecco, quello è il bianco.»«Parlami degli altri colori» dice allora il coniglietto alla gallina. È molto curioso. E così la gallina inizia a raccontare. Il giallo è caldo come il sole sulla pelle.Anche il rosso è caldo. Caldissimo! È il colore del fuoco.Il verde è calmo e rilassante come la natura e l'erba.L'azzurro è fresco come l'acqua.Il marrone è il colore della terra, caldo e morbido. Quella notte il coniglietto non riesce a dormire. È un po' triste.«Vorrei tanto vedere i colori!» dice alla luna e alle stelle.La mattina di Pasqua il coniglietto si sveglia con una sorpresa. Apre gli occhi e… vede la gallina davanti a lui! Vede il cielo, l'erba, la fattoria… È un miracolo!È così felice che esplora subito tutta la fattoria. Vede le pecore bianche, i maialini rosa, le mucche con le macchie marroni, il prato verde, i fiori rossi, gialli e viola… Come sono belli i colori! Infine torna dalla gallina, vede le sue uova bianche e ha un'idea. Prende un pennello e dei colori e dipinge le uova.La gallina è così felice del regalo che mostra le sue uova speciali a tutte le sue amiche. Anche loro vogliono avere le uova colorate! Allora il coniglietto dipinge le uova di tutte le galline della fattoria.Poi il coniglietto decide di partire per un viaggio. Vuole vedere il mondo e i suoi colori. Ma ogni anno, a Pasqua, fa un regalo a tutte le galline e dipinge le loro uova, per non dimenticare il miracolo dei colori. FINE La nostra storia di Pasqua preferita adesso anche con video, esercizi e la traduzione completa in inglese e tedesco! La storia è scritta da Eleonora De Zordi e le bellissime illustrazioni sono di Giulia Cregut. Disponibile anche come libro bilingue in diverse combinazioni linguistiche (italiano-inglese, italiano-tedesco e tedesco-inglese) edito da Bello Books. Ecco i link dove trovi gli ESERCIZI gratuiti in pdf e tutte le informazioni:
Chi ha inventato il panettone? Audio del libretto per la scuola primaria "La leggenda del panettone" scritto dalla maestra Raffaela Cucciniello ed edito da Bello Books. Guarda la scheda del libro su bellobooks.de.
Io sono un sognatore, ma non sogno solo per me: sogno una torta in cielo per darne un poco anche a te. Una torta di cioccolato grande come una città, che arrivi dallo spazio a piccola velocità. Sembrerà dapprima una nuvola, si fermerà su una piazza, le daremo un'occhiatina curiosa dalla terrazza… Ma quando scenderà come una dolce cometa ce ne sarà per tutti da fare festa completa. Ognuno ne avrà una fetta più una ciliegia candita, e chi non dirà «buona!», certo dirà «squisita!» Poi si verrà a sapere (e la cosa sarà più comica) che qualcuno s'era provato a buttare una bomba atomica, ma invece del solito fungo l'esplosione ha provocato (per ora nel mio sogno) una torta di cioccolato.
C'era una volta… «Un re!» pensano sicuramente i piccoli lettori. No, c'era una volta un pezzo di legno. Ma non legno di grande qualità; un pezzo di legno semplice, come quelli che si mettono nel camino... Dal libro "Pinocchio" per principianti (A1/A2) di Bello Books, con tanti esercizi. Leggi e ascolta la storia di Pinocchio! Qui trovi il libro: LIBRO DI PINOCCHIO _____
CAPITOLO 1 «… E scusi ancora per il ritardo!» «Nessun problema, non si preoccupi. Grazie ancora e arrivederci!» Pasquale saluta la gallina, poi osserva le uova che ha appena ricevuto. Centinaia di uova bianche, piccole, medie e grandi, che aspettano solo di essere colorate. La signora Gallina, che ogni anno porta le uova al coniglietto pasquale, quest'anno le ha portate in ritardo. Purtroppo tutte le galline della fattoria hanno avuto l'influenza, così per alcune settimane sono dovute rimanere a letto e non hanno potuto lavorare. Per fortuna adesso sono guarite e Pasquale ha finalmente ricevuto le uova, due giorni prima di Pasqua. Pasquale non è preoccupato: è molto veloce a colorare le uova e ce la farà in tempo. Ma non c'è tempo da perdere, deve iniziare subito! Prima di tutto deve andare a prendere i colori. Chiude gli occhi, si concentra e apre un tunnel. Ci salta dentro e in pochi secondi si ritrova in mezzo a un grande bosco. Alla fabbrica avevano preparato i colori già da alcune settimane. Per tenerli al fresco, li avevano portati in un magazzino speciale in un bosco del nord, in una zona bella fresca e all'ombra. Pasquale aveva aiutato il signor Coccinella, il capo della fabbrica, e tutte le coccinelle operaie a portare i colori nel magazzino segreto e aveva segnato il percorso su un foglietto: prendere il sentiero che porta a monte Verde, camminare per circa 5 minuti fino alla grossa quercia sulla destra, lì lasciare il sentiero, camminare dieci minuti nel bosco fino a dei grandi cespugli di lampone. Il magazzino si trova lì dietro. Pasquale inizia a camminare. Il bosco sembra un po' diverso dall'altra volta: ci sono tanti rami sul sentiero e anche alcuni alberi sono caduti. Vede la quercia, gira a destra e cammina ancora un po'. Vede i cespugli di lampone ed ecco il magazzino. Ma… «Perbacco!» esclama Pasquale scioccato: Il tetto del magazzino non c'è più, alcune finestre sono rotte e pure la porta è scomparsa. Che disastro! Ma che cosa è successo? Pasquale entra di corsa e non crede ai suoi occhi: nel magazzino ci sono solo pezzi di vetro e di legno. I colori sono scomparsi.
CAPITOLO 2 Bau! Padroncinaaa, non sei ancora pronta? abbaia Cody impaziente. Kira apre gli occhi irritata. Ogni mattina la stessa storia. Cody è di nuovo davanti alla porta e abbaia. «Un attimo Cody. Ancora cinque minuti» risponde Padroncina mentre beve il suo caffè, ancora in pigiama, come ogni mattina. La mattina Cody è sempre impaziente di uscire. Kira non lo capisce. Lei vorrebbe continuare a dormire, è così presto! Scuote la testa e chiude gli occhi, cercando di dormire. Dopo dieci minuti però Padroncina ha finito di fare colazione, va in bagno e si cambia. Poi prende collari e guinzagli. Cody è entusiasta, Kira invece non ha molta voglia di passeggiare. Preferirebbe stare a letto a dormire! Escono e l'aria fredda sveglia Kira completamente. È quasi Pasqua, ma la mattina fa ancora un po' freddo. Fanno la solita passeggiata al parco. Kira e Cody corrono liberi e giocano con altri cani. Oggi Padroncina ha portato la pallina. A Kira piace molto giocare con la palla! Padroncina la tira e Kira corre a prenderla, poi la riporta a Padroncina e lei la tira di nuovo. A un certo punto Padroncina tira la pallina un po' più lontano. Kira va a prenderla e nota una coccinella che cammina velocemente sulla sua pallina. Poi vede un'altra coccinella, proprio lì nell'erba. E poi un'altra e un'altra ancora. Ora che guarda bene, Kira nota che ci sono un sacco di coccinelle lì. Saranno centinaia! Chissà cosa stanno facendo? Kira si ferma a guardarle, ma poi sente la voce di Padroncina che la chiama. Sta per correre via, quando sente una frase: «… il signor Pasquale è davvero preoccupato…» «Pasquale? State parlando del coniglietto pasquale?» esclama lei, fermandosi. La coccinella che ha detto quella frase la guarda un po' impaurita. «Cos'è successo? Raccontami tutto!»
CAPITOLO 3 Kira e Cody corrono verso la fattoria del loro amico Leo e intanto Kira ripensa alle parole della coccinella: I colori per dipingere le uova di Pasqua sono scomparsi. Pasquale è molto preoccupato. Come farà Pasquale a dipingere le uova? Dopo la passeggiata Padroncina era andata a lavorare e Kira e Cody erano subiti usciti. Padroncina non lo sa, ma Kira e Cody sanno aprire la porta di casa…Qualche anno fa, Cody aveva trovato uno dei tunnel segreti di Pasquale che lui aveva dimenticato di chiudere. Poi Pasquale aveva deciso di lasciarlo aperto, così Kira e Cody potevano andarlo a trovare quando volevano. Si trovava nel bosco dietro alla fattoria del loro amico Leo. Kira e Cody arrivano alla fattoria e corrono subito nel bosco. «Eccolo!» esclama Cody dopo un po'. Nascosto dietro un cespuglio c'è un piccolo tunnel, come un buco nella terra. «Dai, andiamo!» Cody salta subito dentro, seguito da Kira, che fa un po' di fatica ad entrare… Oh oh, forse sono ingrassata un po', pensa Kira preoccupata. Ma per fortuna dopo pochi secondi si ritrova dall'altra parte del tunnel. Pasquale è davanti alla sua casa e cammina avanti e indietro. Ha un'aria molto preoccupata. Quando li vede, esclama stupito: «Kira! Cody!» «Pasquale! Abbiamo sentito quello che è successo…» «Un vero disastro» dice lui. «E ora come farai senza colori?» «Non lo so! Le coccinelle non fanno in tempo a fabbricarne altri… Ho già provato a cercare i colori, ma non li trovo» «Ti aiutiamo noi a cercarli» dice Kira decisa. «Certo che ti aiutiamo! Portaci dove sono scomparsi» dice Cody. Pasquale sembra di nuovo un po' più ottimista, apre un tunnel e li porta nel bosco, dove c è il magazzino. «Accipicchia!» esclama Kira quando vede il magazzino. «Ma che cos'è successo?» chiede Cody. «Non lo so» risponde Pasquale. «L'ho trovato così ieri» «Ma dove ci troviamo? Fa freddo qui» dice Cody. «Siamo a nord, in montagna. Il freddo è utile per tenere freschi i colori» spiega Pasquale, poi li porta dentro. Kira e Cody annusano in giro per cercare di capire se è stato un animale selvaggio - forse un orso? Ma non ci sono odori particolari nel magazzino. L'odore dei colori però è molto forte. «Usciamo e facciamo un giro nel bosco. Forse riusciamo a sentire l'odore dei colori scomparsi» dice Kira. Così escono e iniziano a camminare. Cody e Kira annusano concentrati dappertutto, finché… «Sento odore di colore! È proprio qui vicino» esclama felice e inizia a correre. Segue la pista, l'odore si fa sempre più vicino, è proprio qui, dietro questo alber… «Ahi!» È andata contro qualcosa. Come al solito. Alza la testa e vede… un orso. «Ahh aiuto! Aiuto» abbaia terrorizzata Sopra di lei, gli occhi dell'orso la fissano.
CAPITOLO 4 «Oh scusami, non ti avevo visto. Stai bene?» chiede l'orso preoccupato. Kira lo guarda a bocca aperta. Non è né un orso bruno, né un orso bianco. È un orso arcobaleno. «S-Sì, grazie, tutto bene» risponde lei un po' intimorita. In quel momento arrivano anche Cody e Pasquale e Kira nota che insieme all'orso c'è un altro animale. È uno scoiattolo, anche lui tutto colorato. Pasquale li fissa un attimo senza parole, poi esclama: «Quei colori! Da dove… come…?» Non sa bene che cosa chiedere. «Ah! Lascia stare. Un vero disastro, ci siamo già lavati tre volte al fiume, ma non vanno più via» dice lo scoiattolo un po' arrabbiato. «A me piace essere colorato» dice l'orso. Lo scoiattolo scuote la testa. «Ma non possiamo mica rimanere così per sempre. Siamo ridicoli!» «Ma dove avete trovato quei colori?» chiede Pasquale agitato. L'orso alza il braccio e indica in alto. «Sono caduti dal cielo.» «Sì, due settimane fa, quando c'è stato quel forte vento.» «Forte vento?» «Sì certo, quel forte vento, un vera e propria bufera! Ha fatto molti disastri… Non vi ricordate?» chiede lo scoiattolo guardandoci perplesso. «Non siamo di qui!» dice Cody. «E sapete dove sono i colori adesso?» chiede Pasquale, ancora più agitato. «Certo, sono tutti nella radura arcobaleno. Adesso si chiama così.» «E dove si trova?» «Qui vicino. Vi portiamo lì se volete» «Sì sì, per favore!» E così si mettono in cammino e poco dopo arrivano a una grande radura.
CAPITOLO 5 «Wow, che meraviglia!» Come lo scoiattolo e l'orso, anche la radura è tutta colorata. È una radura molto grande e tutti gli alberi sono colorati di mille colori, l'erba forma un bellissimo arcobaleno e il laghetto brilla di giallo, rosa e verde. Kira si gira felice verso Pasquale, ma… lui non è per niente felice, anzi. Si avvicina lentamente ad alcuni grandi secchi vuoti che si trovano in un angolo. «Non c'è più niente da fare, la Pasqua è rovinata!» esclama triste. «Che cos'ha?» chiede l'orso a Kira a bassa voce, indicando Pasquale, e lei gli spiega che cos'è successo. «Poveretto, mi dispiace molto» dice alla fine. «Senza colori è davvero difficile dipingere le uova…» Anche lo scoiattolo ha ascoltato la storia e osserva i colori sulle sue zampe. «Sono proprio colori di ottima qualità e molto resistenti, non ci sono dubbi.» «A me spesso capita di sporcarmi mentre mangio, ma dopo un po' il colore va via» dice l'orso. «Anch'io mi sono sporcata con il cibo» dice Kira mostrando delle macchie rosse sulla sua zampa e sul suo petto. «Padroncina ha preparato il sugo. Io ero molto curiosa e volevo provarlo, ma la bottiglia è caduta e mi sono sporcata tutta.» «Padroncina non era per niente felice» aggiunge Cody. «No, per niente» dice Kira guardandosi la zampa ancora rossa a causa del sugo. E poi ha un'idea. «Pasquale!» lo chiama agitata. Lui la guarda con occhi tristi. «Guarda! È sugo di pomodoro!» Gli dice mostrandogli la sua zampa e il suo petto. «Sugo di…?» ripete lentamente, poi la sua faccia si illumina. «Sugo di pomodoro! Ma certo!» Adesso Pasquale salta di qua e di là tutto agitato e parla tra sé e sé. «Certo, i colori non sono così accesi, ma almeno le uova non sono bianche… Anche l'odore sarà diverso, ma meglio di niente…» Alla fine si ferma e li guarda tutti. «Ok, ho un piano.» Dopo mezz'ora erano tutti pronti per salvare la Pasqua.
EPILOGO Padroncinaaa, sveglia! Tutte le mattine la stessa storia, pensa Kira girandosi dall'altra parte. Ma poi si ricorda che quella mattina è una mattina speciale. È Pasqua! Si alza di scatto e abbaia anche lei. Sveglia! Sveglia! Padroncina borbotta qualcosa e si alza, poi apre la porta e tutti escono in giardino. Kira inizia subito a cercare le uova. Chissà dove le ha nascoste Pasquale? Quest'anno è molto facile trovare le uova, hanno un odore davvero particolare. Ecco, uno è qui nel vaso. L'uovo è arancione e profuma di carota. Ne trova un altro sotto la sedia. Giallo. Miele! Altre due uova sono nell'orto. Verdi: Pesto. Un uovo si trova tra le rose. Blu: Mirtilli. Ed eccone due rossi vicino alla cassetta della posta. Sugo di pomodoro. I colori non sono belli come al solito, ma meglio di niente. Ognuno di loro era andato a prendere un cibo che poteva colorare le uova e anche i due nuovi amici, che si chiamano Bruno e Scotty, li avevano aiutati. Kira e Cody avevano preso sugo e pesto dalla dispensa di Padroncina (ne conserva sempre un sacco!), Bruno e Scotty avevano portato mirtilli e miele, e Pasquale le carote. Alla fine erano riusciti a colorare tutte le uova in tempo. E anche quest'anno la Pasqua è salva. Meno male! Buona Pasqua a tutti!
Il primo caso per il professore Giacometti! Dal libro: Il professore Giacometti indaga a Roccabella, di Roberta Gregorio. . GIACOMETTI E IL CANE È una giornata meravigliosa e calda. Oggi il Professore Giacometti si è alzato presto per annaffiare le verdure che crescono nell'orto dietro casa. Pomodori, zucchine, melanzane, cetrioli e peperoni. Anche quando non deve annaffiare le verdure si alza presto, all'alba. La verità è che non dorme bene. Troppi pensieri … Da quando è in pensione e non va più a scuola per insegnare italiano, la sua testa si riempie di tante domande. Perciò si dedica al giardinaggio, ma gli piace anche cucinare. E si vede. Il Professore Giacometti ha una grossa pancia, e dice sempre che dimagrire è impossibile. Ama il buon cibo con un bicchiere di vino rosso. Il suo vino preferito è il Barolo, con il suo gusto pieno e robusto, e il suo piatto preferito è la pasta al sugo, fatto con i pomodori del suo orto che lui raccoglie ad agosto. Poi ne fa delle conserve per avere sugo tutto l'anno. Giacometti ha l'acquolina in bocca quando pensa alla pasta al sugo. Fa molto caldo e suda. Allora si alza il cappello dalla testa e si asciuga il sudore dalla fronte. Dall'orto di Giacometti si vede la strada che porta al paese Roccabella. La strada è stretta e tortuosa, come tutte le strade a Roccabella. Il paese è piccolo e si trova nell'entroterra campano su una collina molto bella. Roccabella non ha molti abitanti e Giacometti li conosce tutti. Perciò Giacometti si meraviglia quando vede un grandissimo cane nero sulla strada, e si chiede di chi sia, ma continua ad annaffiare. Un'ora dopo, quando Giacometti ha finito di fare giardinaggio, lascia l'orto e va a casa. Davanti alla sua porta d'ingresso, però, c'è il cane nero che dorme al sole. Il pelo è lucido e lungo. «Buongiorno!», dice Giacometti, «Cosa ci fai tu qui?», chiede, ma poi pensa che dal cane non avrà risposta. Giacometti gli accarezza la testa e il cane apre gli occhi. Ha un collare blu. Giacometti cerca una medaglietta, ma non ne trova. Entra in casa per prendere una ciotola con dell'acqua fresca. Il cane lo aspetta fuori e appena vede l'acqua inizia a bere. Il rumore che fa il cane è divertente. Slurp-slurp. ......... . Scopri la storia completa sul nostro sito Italiano Bello, ecco il link: https://italiano-bello.com/de/geschichten/giacometti-e-il-cane-a2-b1/
⛄ 22 dicembre - IL PUPAZZO DI NEVE ⛄ Guarda il video: https://www.youtube.com/watch?v=y6LOzGfya3k È inverno e una bambina di nome Lily fa un bel pupazzo di neve nel suo giardino. Mette una bella carota arancione per il naso, due bottoni per gli occhi e due rametti per le braccia. Magicamente, il pupazzo prende vita: si muove e inizia a giocare con la bambina. Di sera, quando la luce della casa illumina il giardino e la staccionata di legno, il pupazzo di neve crea delle ombre con le sue mani e racconta storie avvincenti. A Lily piacciono moltissimo le storie del pupazzo di neve. Poi arriva la primavera e il pupazzo inizia a sciogliersi. Ma Lily ha un'idea: va nel garage e mette il pupazzo di neve nel vecchio frigorifero! Così, anno dopo anno, in inverno Lily tira fuori il suo amico dal frigorifero e giocano insieme. La sera Lily si siede in giardino e guarda le storie che il pupazzo di neve crea con le ombre delle sue mani. Gli anni passano, Lily diventa una donna e non ha più tempo per giocare con il suo amico. Lui è sempre nel frigorifero e la aspetta, ma lei si è dimenticata di lui. Ma una sera, in ufficio, una lampada cade vicino alla sua pallina di vetro con la neve e sul muro appare l'ombra di un pupazzo di neve. All'improvviso Lily si ricorda del suo amico e corre a casa. Apre la porta del vecchio frigorifero e lui è ancora lì: un po' ghiacciato, ma felicissimo di rivederla. Vanno in giardino e lui racconta una nuova storia con le ombre delle sue mani, ma questa volta insieme a loro c'è qualcun altro: la figlia di Lily. _______________ Apri insieme a noi le caselle del CALENDARIO DELL'AVVENTO ITALIANO, scarica gratuitamente il libro "Buon Natale! Il libro dell'Avvento", fai gli esercizi e leggi le traduzioni dei testi. Ecco i link:
LA LEGGENDA DELLA STELLA DI NATALE Una bambina povera viveva in una piccola città messicana. La bambina credeva in Dio e amava il Natale. Ma la notte di Natale era molto triste e piangeva, perché la sua famiglia non aveva soldi e lei non aveva niente da donare a Gesù Bambino. Ma all'improvviso è apparso un angelo e le ha detto: «Non piangere, non essere triste! Raccogli le piante che trovi ai lati della strada e portale a Gesù. Gesù è contento di qualsiasi dono, anche il più semplice.» La bambina era un po' confusa: erano solo delle erbacce! Ma aveva fede, così ha raccolto le piante e ha realizzato un bel bouquet. Poi l'ha portato in chiesa e l'ha appoggiato vicino al presepio. Immediatamente le erbacce si sono trasformate in grandi e meravigliosi fiori rossi. Un miracolo! Hanno pensato meravigliati tutti i presenti. Da quel momento i messicani chiamano queste piante i fiori della Santa notte e in tutto il mondo sono diventati simboli del Natale. _______________ Apri insieme a noi le caselle del CALENDARIO DELL'AVVENTO ITALIANO, scarica gratuitamente il libro "Buon Natale! Il libro dell'Avvento", fai gli esercizi e leggi le traduzioni dei testi. Ecco i link:
⭐ 20 dicembre - La stella cometa ⭐ LA STORIA DEI TRE RE MAGI Una notte tre Magi, saggi astrologi di nome Gaspare, Baldassarre e Melchiorre, vedono in cielo una nuova stella, molto grande e luminosa. È la stella cometa. Loro sanno cosa vuol dire: è nato un nuovo re. Così si mettono in viaggio per portargli dei ricchi doni. Ma vicino a Gerusalemme non vedono più la stella, allora chiedono informazioni al re Erode. Erode non sa niente di questo nuovo re e la notizia non gli piace per niente, perché lui vuole essere l'unico sovrano. Però dice ai Magi: «Avvisatemi quando lo trovate, perché anch'io voglio portargli dei doni!» La stella riappare e i Magi arrivano a Betlemme, dove la stella illumina una grotta. Dentro c'è Gesù Bambino. I Magi capiscono subito, nonostante il luogo semplice e povero, che quel bambino è il Re dei Re. Gli donano oro, incenso e mirra, simboli di regalità, divinità ed eternità. Quella notte i Magi sognano un angelo che gli dice di non tornare da Erode durante il viaggio di ritorno, perché lui non vuole portare dei doni al Bambino, ma vuole ucciderlo per essere l'unico re. Così i Magi tornano a casa facendo una via diversa. _______________ Apri insieme a noi le caselle del CALENDARIO DELL'AVVENTO ITALIANO, scarica gratuitamente il libro "Buon Natale! Il libro dell'Avvento", fai gli esercizi e leggi le traduzioni dei testi. Ecco i link:
VERO O NON VERO? QUESTO È IL DILEMMA! In Italia più della metà delle persone compra l'abete sintetico, non vero. Molti lo preferiscono per motivi ecologici ed economici: non si abbatte nessun albero e si può riutilizzare per molti anni. In realtà, non tutti sono consapevoli che gli abeti veri sono più ecologici di quelli sintetici. Gli abeti veri hanno bisogno di cure. Molte persone fanno l'albero di Natale già all'inizio di dicembre e, per gli abeti, un mese in casa è tanto; non amano il caldo e per questo perdono gli aghi. Gli abeti veri però, oltre ad essere più ecologici, hanno un grande fascino naturale e un buon profumo! Alla fine, sono tanti gli italiani che ogni anno si chiedono: abete vero o sintetico? _______________ Apri insieme a noi le caselle del CALENDARIO DELL'AVVENTO ITALIANO, scarica gratuitamente il libro "Buon Natale! Il libro dell'Avvento", fai gli esercizi e leggi le traduzioni dei testi. Ecco i link:
LA LEGGENDA DELLE QUATTRO CANDELE Le quattro candele bruciano lentamente. La prima dice: «Io sono la pace, ma gli uomini non mi vogliono. Preferiscono le armi e la guerra.» E poi si spegne. La seconda dice: «Io sono la fede, ma agli uomini non interesso. Non hanno bisogno di me!» Appena finisce di parlare, la candela si spegne. Molto triste, la terza candela dice: «Io sono l'amore, ma gli uomini non capiscono la mia importanza. Spesso preferiscono odiare!» E anche la terza candela si spegne. In quel momento entra nella stanza un bambino e vede le tre candele spente. «Ma cosa fate! Dovete rimanere accese, io ho paura del buio!» E inizia a piangere. Allora la quarta candela dice: «Non piangere! Finché io sarò accesa, potremo sempre riaccendere le altre tre candele: io sono la speranza.» Con gli occhi rossi e lucidi, il bambino prende la candela della speranza e riaccende tutte le altre. _______________ Apri insieme a noi le caselle del CALENDARIO DELL'AVVENTO ITALIANO, scarica gratuitamente il libro "Buon Natale! Il libro dell'Avvento", fai gli esercizi e leggi le traduzioni dei testi. Ecco i link:
LA LEGGENDA DI JACK O'LANTERN • Italiano per stranieri (A2) C'era una volta un uomo di nome Jack che viveva in un piccolo paese in Irlanda. Jack andava sempre al pub e beveva molto: era un ubriacone. La notte di Halloween Jack era al pub, come al solito.E lì ha incontrato il Diavolo. Il Diavolo voleva prendere la sua anima, ma Jack gli ha detto: «Va bene, ti do la mia anima. Ma prima, per favore, offrimi da bere. Vorrei bere un'ultima volta!» Il Diavolo non aveva soldi, così si è trasformato in una moneta da sei pence per pagare un boccale di birra. Jack ha preso la moneta e l'ha messa velocemente nel suo borsello, in cui si trovava una croce d'argento. «Liberami subito!» ha urlato il Diavolo arrabbiato. A causa della croce, infatti, non poteva più trasformarsi. «Io ti libererò, ma tu starai lontano da me per dieci anni» ha detto Jack. Il Diavolo non aveva scelta e alla fine ha accettato. Dieci anni dopo, sempre la notte di Halloween, Jack ha incontrato il Diavolo mentre tornava a casa. Era venuto a prendere la sua anima. «Va bene, ti do la mia anima» ha detto Jack «ma prima, per favore, dammi una mela! Vorrei mangiare un frutto un'ultima volta.» Il Diavolo si è arrampicato su un albero di mele per prenderne una, ma Jack con il suo coltello ha inciso velocemente una croce sul tronco. «Fammi scendere!» ha urlato il Diavolo arrabbiato. A causa della croce, infatti, non poteva più scendere. «Io cancellerò la croce, ma tu non ti avvicinerai più a me e non chiederai mai più la mia anima» ha detto Jack. Il Diavolo non aveva scelta e alla fine ha accettato. Qualche anno dopo Jack è morto. Ma non poteva entrare in Paradiso perché aveva commesso troppi peccati, così è sceso e ha bussato alle porte dell'Inferno. Toc! Toc! «Chi è?» ha chiesto il Diavolo. «Sono Jack» «Ah, sei tu. Ricordi quando ti ho promesso che non mi sarei più avvicinato a te? Non voglio infrangere una promessa. Resta sulla terra perché io qui non ti voglio.» «Ma la terra è buia e fredda» ha detto Jack. Il Diavolo allora gli ha lanciato un tizzone dell'Inferno. Così aveva luce per vedere e fuoco per scaldarsi. Jack ha raccolto il tizzone e lo ha messo dentro una zucca. Da quel giorno vaga sulla terra in cerca di un luogo in cui riposare. Se si fa attenzione, la notte di Halloween si può vedere la sua anima camminare per le strade, facendosi luce con la sua lanterna… . . Sul nostro sito italiano-bello.com, sezione STORIE, trovi gli esercizi e altre storie di Halloween!
Era una normalissima mattina d'estate e io mi svegliai di buon umore. Mi stiracchiai e guardai il cielo azzurro e limpido fuori dalla finestra. Sarà una bellissima giornata, come al solito! Pensai, non immaginando che quella si sarebbe trasformata in una delle peggiori giornate della mia vita! Dopo aver fatto colazione con i miei croccantini preferiti, saltai sul davanzale della finestra e osservai gli uccelli che cantavano sugli alberi. Ma già dopo mezz'ora il mio stomaco iniziò a brontolare. Che fame! Allora saltai giù dal davanzale e andai di nuovo in cucina, informando la mia mamma che avevo bisogno di altri croccantini: mao mao maooo! Lei sospirò: «Ma Franz, come fai ad avere sempre fame, hai appena fatto colazione!» Mi prese in braccio e subito si lamentò: «Mamma mia quanto pesi! Ma sei ingrassato di nuovo?» Mi rimise a terra, andò in bagno e ritornò dopo pochi secondi tenendo in mano una bilancia. La appoggiò a terra e ci salì sopra, poi scese, mi prese in braccio e ci salì sopra di nuovo insieme a me. Faceva sempre così per pesarmi, perché a me non piaceva sedermi sulla bilancia da solo. Non mi importava niente di sapere quanto pesassi. E poi ero troppo grande per quella bilancia minuscola - troppo grande, non grasso! Dopo aver fatto alcuni calcoli esclamò: «Pesi 7,7 chili! Due mesi fa pesavi 7 chili e già erano troppi. Franz, devi dimagrire! Da adesso basta spuntini fuoripasto.» Io non ci capivo niente di chili, ma... dimagrire? No, no, non volevo dimagrire, mi piaceva mangiare, e mi piaceva la mia pancia su cui si poteva dormire a meraviglia! «Vieni Franz, per dimagrire devi anche muoverti un po'. Facciamo una passeggiata!» disse lei aprendo la porta finestra che dava sul giardino. Di solito mi piacevano molto le passeggiate con la mamma, ma quella mattina ero già esausto. Solo il pensiero della dieta mi stancava! Mi sdraiai sul tappeto e chiusi gli occhi. Ma la mamma non si arrese. «Dai Franz, andiamo!» Sospirando mi rialzai e uscii con lei. Ma ero stanco e non avevo alcuna voglia di passeggiare, il mio stomaco era vuoto e avevo fame! Vidi un bel posticino all'ombra di un albero, mi sdraiai di nuovo e chiusi gli occhi. La mamma si rassegnò e tornò in casa. Ma non riuscivo a dormire perché il mio stomaco brontolava. Cosa potevo fare? La mamma aveva deciso di farmi morire di fame! Decisi di fare un giro nei dintorni. Forse riuscivo a trovare del cibo da qualche parte. Girai per più di un'ora alla ricerca di cibo, ma non trovai niente. Stavo quasi per tornare indietro, quando notai un grande pacco davanti alla porta dei vicini. Che cosa sarà? Mi avvicinai e lo annusai cautamente. Che profumo delizioso! Ma certo, è sicuramente il cibo per gatti che i vicini ordinano sempre su Internet. Perfetto, questo cibo mi salverà dalla dieta! Cercai subito di aprirlo con i miei denti e le mie unghie. Provai e riprovai usando tutta la forza del mio corpo affamato e debole, ma… niente. Non ce la feci. Che cosa potevo fare? Capii che avevo bisogno di aiuto. Sissi! Dovevo trovarlo! __________