Sabato alle 12,30 su Radio24 si parla d'Europa. Lavoro, studio, impresa, pensioni, sanità: l'utile fa la forza il resto son chiacchiere. Gigi Donelli vi racconta l'attualità di un'Europa da conoscere - per amore e per interesse - per trarne tutti i vantaggi possibili e prepararsi in maniera consapev…
A pochi giorni dal ballottaggio alle presidenziali, il premier polacco Donald Tusk ha annunciato l'innalzamento dei livelli di allerta Bravo e Bravo-Crp, in risposta al rischio di minacce ibride e cibernetiche provenienti da Russia e Bielorussia. La misura mira a prevenire possibili interferenze nel processo elettorale, già denunciate durante il primo turno dello scorso 18 maggio. Ne parliamo con l'inviata a Varsavia del Foglio Micol Flammini. Oltre alla cronaca europea parliamo anche di Romania, dove Parliamo con Anita Bernacchia all'indomani dell'insediamento di Nicusor Dan come nuovo presidente della Romania. Il suo insediamento segna la fine della peggiore crisi politica che abbia colpito il Paese Ue negli ultimi decenni, dopo l'annullamento delle precedenti elezioni.
Gigi Donelli conduce questa puntata di Europa Europa, in diretta dallo studio di piazza Cesare Battisti di Trento nelle ore conclusive del Festival dell'Economia. Con Alessandro Schirano come sempre in assistenza sarà l'occasione per fare i conti con l'attualità. Tra l'operazione israeliana contro Hamas a Gaza, diventata ormai da tempo una vera e propria guerra, e gli sviluppi del conflitto in Ucraina entrato ormai nel 39esimo mese dall'invasione russa del paese. L'Europa del voto in Romania e Polonia, delle divisioni e del fronte comune alle iniziative sovraniste di Donald Trump. Nostro ospite in studio sarà il prof. Vincent Della Sala, ordinario di sociologia e ricerca sociale all'università di Trento.
L'Europa celebra la fine della Seconda guerra Mondiale mentre per il quarto anno consecutivo la guerra si combatte sul territorio europeo. Una circostanza drammatica in un tempo di grandi cambiamenti. Nella settimana del primo papa americano, il Cancelliere tedesco Merz entrato in piena operatività sceglie Parigi per la sua prima missione. Putin celebra a Mosca il "Den Pobedy" rilanciando le accuse nei confronti di Kyiv e dei suoi alleati europei, che infatti scelgono la capitale ucraina per celebrare la memoria di 80 anni fa. Intanto, la Romania si prepara al ballottaggio delle presidenziali: un voto destinato a pesare sulla bilancia degli equilibri europei. Ne parliamo a Europa Europa, domenica alle ore 11,30.
Nata nel 1956, la manifestazione è stata a lungo trattata con sufficienza, ora invece è un momento centrale dell'intrattenimento europeo. Marta Cagnola e Giacomo Natali, analista di geopolitica attento agli aspetti culturali e simbolici dei conflitti e autore di "Capire l'Eurovision. Tra musica e geopolitica" (Vololibero) ci accompagnano nel dietro le quinte di un evento che richiama di fronte al piccolo schermo quasi 200milioni di persone. Con i protagonisti e l'immancabile coda di polemiche, Eurovision Song Contest è ormai il più europeo tra tutti gli spettacoli. Vi raccontiamo come una gara di canzoni ci abbia raccontato per quasi 70 anni i cambiamenti del nostro continente.
La celebrazione della librazione dal nazifascismo è un valore che il nostro paese ancora discuta. Perché non tutti gli danno lo stesso peso, perché l'Italia di ieri e quella di oggi, sono "la stessa cosa 80 anni dopo". Proviamo a dare attualità alla festa, e a rendere omaggio a chi ha rischiato e dato tutto tutto contro i totalitarismi. A Europa Europa parliamo di libertà nel presente: con il racconto di Yarina Grusha su Viktoria Amelina (Guardando le donne guardare la guerra, ed ) e poi con l'esperienza di Patrice Schneider, a capo di una ONG (MDIF) impegnata sul fronte della libertà di espressione, che il nostro tempo mette in discussione, anche all'interno dell'Europa.
Giorgia Meloni a Washington per l'Italia e per l'Europa. Così la premier italiana nel suo messaggio al presidente Trump, che apre dopo settimane di dichiarazioni antieuropee ad un incontro con i vertici dell'Unione europea. Un confronto che sarà l'inizio di un "disgelo" tra Washington e Bruxelles? O sarà invece un precedente pericoloso per l'identità stessa ed il ruolo dell'Unione europea? Ne parliamo a Europa Europa, in onda domenica alle 11,30. Nella seconda parte facciamo invece tappa a Istanbul, la città senza tempo tra Europa e Asia, accompagnati da Marta Ottaviani e dal suo "Istanbul. Cronache graffianti dalla città degli imperatori".
L'Unione europea ha presentato la sua nuova strategia per la sicurezza interna, volta ad aiutare l'Unione a superare le acque agitate che la attendono nei prossimi cinque anni. Con lo pseudonimo di ProtectEU, questa strategia individua numerosi ambiti d'azione. Tra questi, il potenziamento della condivisione di intelligence, il rafforzamento della resilienza alle minacce ibride da parte di "Stati stranieri ostili e attori sponsorizzati da Stati" e la lotta alla criminalità organizzata, alla criminalità informatica, al terrorismo e all'estremismo violento. Ne parliamo a Europa Europa spingendo lo sguardo ai tentativi falliti di rendere più sicura l'Europa. Ospite di questa settimana è Maurizio Serra, diplomatico e scrittore, autore di "Scacco alla Pace - Monaco 1938" (Neri Pozza Editore). Il racconto di quando sperando di salvare la pace, Gran Bretagna e Francia, con la mediazione di Mussolini, cedettero a Hitler i Sudeti, non accorgendosi di compiere il passo decisivo verso l'abisso della Seconda guerra mondiale.
Nella settimana di "Liberation Day" e dei dazi di Donald Trump parliamo con un ospite che progetta "piccole isole di coerenza". Patrice Schneider con MDIF applica all'editoria gli studi del premio Nobel Ilya Prigojin. Il chimico belga di origine russa aveva dimostrato che persino in un sistema caotico una "piccola isola di coerenza" può avviare la trasformazione dell'intero sistema. Ne parliamo a Europa Europa, in onda domenica alle 11,30 con Patrice Schneider, già reporter nella guerra afgana, oggi guida MDIF (Media Development Investment Fund), una Ong che interviene nel mondo per sostenere e rafforzare la stampa indipendente. "È proprio quello che cerchiamo di fare nel campo della libertà di espressione, attraverso il sostegno all'editoria: dal Guatemala, allo Zimbabwe, da Myanmar all'Ucraina".
Un'Europa scroccona e patetica, che ha sempre bisogno dell'aiuto degli Stati Uniti per risolvere i problemi e che non è mai disposta a fare la sua parte. È questa l'immagine che emerge dalla chat di alcuni dei membri chiave dell'amministrazione americana. Lo scambio di messaggi è stato reso pubblico per il clamoroso errore di avere inserito nel gruppo anche un giornalista americano. A oltre due mesi dall'insediamento di Trump la distanza tra Europa e Stati Uniti aumenta ancora. Ne parliamo a Europa Europa, domenica alle 11,30 con noi Gianluca Pastori, professore di Storia e specialista di rapporti transatlantici alla Cattolica di Milano.
L'Europa discute a Bruxelles le prossime mosse: i dazi e la guerra in Ucraina sono stati i temi al centro dell'ultimo Consiglio europeo. Ne parliamo in apertura con Beda Romano, corrispondente del Sole 24 Ore da Bruxelles. Nella seconda parte è con noi Yarina Grusha, docente universitaria a Milano e Bologna, specialista di letteratura ucraina e traduttrice dell'ultimo libro di Viktoria Amelina, "Guardando le donne guardare la guerra" (edito da Guanda).
Tensione alle stelle in Bosnia-Erzegovina, dove la Procura statale ha emanato un ordine di arresto per Milorad Dodik, il leader nazionalista serbo-bosniaco e presidente della Republika Srpska con l'accusa di attentato all'ordine costituzionale. Provvedimento che acuisce il duro braccio di ferro tra le autorità centrali della Bosnia-Erzegovina a Sarajevo e il leader serbo-bosniaco, da tempo nell'occhio del ciclone e nel mirino della comunità internazionale per le sue crescenti aspirazioni separatiste. Ci risiamo? O forse siamo in un altrove comunque molto pericoloso? Di certo a 30 anni da Dayton la "pace giusta" in Bosnia non c'è. Ne parliamo con Simone Malavolti, storico dei paesi jugoslavi e dei Balcani occidentali nell'età contemporanea, autore di Nazionalismi e "pulizia etnica" in Bosnia-Erzegovina. Prijedor (1990-1995), edito da Pacini Editore.
L'Europa deve entrare nella corsa agli armamenti iniziata dalla Russia e vincerla. Lo ha detto il premier Donald Tusk ai giornalisti polacchi riuniti a Bruxelles alla vigilia del vertice europeo straordinario di giovedì. "Tutti ormai sono determinati ad accettare la sfida" ha aggiunto Tusk, presidente di turno dell'Unione, parlando degli stati membri dell'Unione europea. Secondo il premier polacco "vale la pena" prendere in considerazione anche la proposta della Francia dell'ampliamento della possibilità di deterrenza nucleare. Nella seconda parte del programma con noi il giornalista Luca Steinmann. Con lui parliamo del suo "Vite al fronte: il grande intreccio delle guerre" che segnano il nostro tempo.
Mentre il dibattito sulle terre rare ucraine arriva a Washington, per tentare di sciogliere attraverso le concessioni di Zelensky a Trump la guerra lanciata tre anni fa dalla Russia di Putin contro l'Ucraina, l'Europa lancia la sua nuova iniziativa per l'energia e assicura: "Mai più petrolio russo nel nostro futuro". Intanto, la terra di superficie e i prodotti agricoli tornano al centro dell'attenzione con la riflessione intorno alla nuova Politica agricola comune, e la Vision strategica dell'esecutivo Ue presentata a metà febbraio dal vice presidente esecutivo Raffaele Fitto e dal commissario Christophe Hansen.
La storica alleanza transatlantica è scossa nei giorni che vedono il presidente degli Stati Uniti impegnato a imporre "l'ortodossia trumpiana" ai principali dossier internazionali, mettendo persino mano alla storia recente. L'Unione europea reagisce alla decisione di Washington di mettere il veto sui documenti di Onu e G7 sull'Ucraina: lunedì i vertici Ue saranno a Kiev per rinnovare il sostegno al paese in occasione dei tre anni dell'invasione. In questa puntata di Europa Europa, in onda domenica alle 11,30 seguiamo anche il voto del fine settimana in Germania, una sfida al centro dei prossimi equilibri europei. Parliamo anche di Praga e Bratislava, capitali protagoniste negli anni '90 di un raro caso di divorzio consensuale tra stati, che ora si vedono contrapposte nei rispettivi interessi.
Applausi sparuti, per lo più dalla delegazione americana, e facce attonite. È stata questa la reazione della maggior parte dei leader europei presenti alla Conferenza di Monaco alla lunga invettiva del vicepresidente statunitense JD Vance contro l'Europa, accusata di aver represso la libertà di parola e di allontanarsi dai "valori comuni" con gli Usa. In un discorso che doveva affrontare i temi della sicurezza, Vance ha fatto solo un breve accenno sull'Ucraina mentre ha stilato un elenco di risposte europee eccessivamente repressive a visioni politiche non ortodosse. Replica della Germania e delle istituzioni europee. Ne parliamo a Europa Europa, domenica dalle 11,30. Ospite nella seconda parte Sylvie Goulard, politica, funzionaria e saggista francese.
Con Luca Parmitano, astronauta italiano dell'Agenzia spaziale europea, parliamo a tutto campo di esplorazione e tecnologia, riflettiamo sul clima che cambia e sulle capacità che l'Europa costruisce per partecipare da protagonista alla nuova corsa per la Luna e Marte.
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen lancia la Bussola per la competitività, una comunicazione che delinea la "roadmap" del lavoro legislativo previsto nei prossimi cinque anni, sulla scia delle raccomandazioni del rapporto redatto da Mario Draghi, presentato nel settembre scorso. Ne parliamo a Europa Europa dove diamo spazio anche a quanto accade in queste settimana in Serbia, con il racconto della protesta di un paese che non fa parte dell'Unione, ma che contribuisce a determinarne il futuro.
L'ingresso in scena di Donald Trump ora nel pieno dei suoi poteri, le opzioni in mano a Vladimir Putin e le prospettive di Volodimir Zelensky. A Europa Europa, a partire dalle 11,30, Gigi Donelli ne parla con Pier Francesco Zazo, l'ambasciatore italiano che forte della sua esperienza a Mosca e poi a Kiev negli anni della guerra riflette sugli sviluppi promessi dal presidente americano, che si è detto certo di poter mettere fine alla guerra in poche ore attraverso un accordo diretto con il Cremlino.Pier Francesco Zazo (nella foto), nato a Benevento nel 1959, è entra in diplomazia e nel 1986 viene nominato Segretario di Legazione al Dipartimento per la Cooperazione allo Sviluppo. Zazo parla tedesco, inglese, russo, francese e spagnolo e percorre tutte le tappe della carriera diplomatica tra Seul, Stoccolma e Kiev, dove arriva per la prima volta nel 1999 con il ruolo di Primo Consigliere. Tre anni dopo diventa Consigliere commerciale a Mosca, nel 2003 diventa Consigliere di ambasciata e successivamente Primo Consigliere Commerciale. Nel 2010 diventa Ministro Plenipotenziario e Ambasciatore a Canberra. Torna in Ucraina con la moglie e i due figli nel gennaio del 2021 come Ambasciatore d'Italia, poco prima dell'inizio dell'ostilità. Termina l'incarico in Ucraina nel 2024 quando la guerra infuria da oltre due anni. Un diplomatico di grande esperienza ed un profondo conoscitore dell'Europa orientale. In collaborazione con Euranet Plus
Se il 2024 è stato un anno di profondi cambiamenti, alcuni attesi - come le elezioni europee e americane - e altri del tutto imprevisti, come il collasso del regime di Assad in Siria, il 2025 si annuncia come l'anno in cui i grandi attori mondiali saranno chiamati alla prova dei fatti. A trasformare insomma piani, promesse e ambizioni in azioni concrete. In Europa, il 2025 sarà la prova dei fatti innanzitutto per la nuova Commissione europea. A livello globale il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca solleva tanti interrogativi? Ne parliamo a Europa Europa con Paolo Magri, direttore Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale).In collaborazione con Euranet Plus
Alla vigilia di Natale la nuova squadra europea entrata formalmente in carica a inizio mese ha riunito nuovi e vecchi leader dell'Unione europea. La guerra in Ucraina e il ruolo dell'Unione europea nel Mondo sono i capitoli trattati dall'ultimo Consiglio Ue dell'anno, il primo che ha schierato la nuova dirigenza dell'Unione. Ne parliamo a Europa Europa, dove nella seconda parte facciamo il punto sul 2024 europeo con Claudio Martinelli, professore di diritto pubblico comparato all'università Bicocca di Milano.In collaborazione con Euranet Plus
Questa settimana la macchina della Commissione VdLII si mette in moto. A Milano abbiamo seguito la prima missione del vicepresidente francese della Commissione europea Stéphane Séjourné, responsabile per l'industria, l'imprenditoria, le piccole e medie imprese e il mercato unico. Vi aggiorniamo poi sugli eventi di Romania, dopo la sospensione del voto presidenziale a causa delle presunte interferenze russe, e sugli effetti della caduta del regime di al-Assad in Siria sulla politica europea dei rifugiati. Facciamo il punto sulla prima uscita ufficiale di Kaja Kallas, neo Alto Rappresentante per la politica estera Ue che ha ribadito la posizione della Commissione sulla guerra in Ucraina.
Colpo di scena in Romania dove il voto per le presidenziali è stato di fatto congelato venerdì dall'Alta Corte di Bucarest sulla base di una sospetta minaccia alla sicurezza nazionale. L'annullamento del primo turno delle presidenziali, tenutosi il 24 novembre scorso, è avvenuto dopo la desecretazione di documenti riservati sulla sicurezza, relativi a presunte ingerenze straniere, in primis della Russia, sulla campagna elettorale condotta su TikTok da Calin Georgescu, il candidato indipendente di estrema destra vincitore a sorpresa del primo turno. Nelle stesse ore via libera da Montevideo al contestato (soprattutto da Parigi e Roma) accordo Europa-Mercosur. Ne parliamo con tutta la cronaca europea a Europa Europa, in onda domenica alle 11:30.
La nuova Commissione europea ha ricevuto il via libera del Parlamento, ma l'esito del voto preannuncia una legislatura turbolenta e lunghe negoziazioni dietro le quinte. I 370 voti che compongono la maggioranza (282 i contrari, 36 gli astenuti) rappresentano infatti il 54% di tutti i voti espressi, e ancora meno (51%) del numero totale di parlamentari europei, 719. Fondata sull'alleanza tra Partito Popolare Europeo, Socialisti e Democratici e Renew Europe, che ha rischiato di sfaldarsi già nelle audizioni dei commissari, quella che si insedierà a dicembre sarà la maggioranza più risicata della storia europea. Nella seconda parte parliamo di Romania e della Serbia, paese centrale nel Balcani occidentali che da anni ormai attende di completare l'ultimo miglio verso l'Unione europea.In collaborazione con Euranet Plus
Il via libera ai nomi proposti da Ursula von der Leyen per il prossimo consiglio dei commissari europei in primo piano questa settima con il racconto del corrispondete da Bruxelles, Beda Romano. Una fumata bianca che si contrappone agli sviluppi in corso in Europa centrorientale, dove la Russia prosegue l'avanzata in territorio ucraino. A Varsavia si sono riunioni a inizio settimana i ministri degli Esteri dei "5 grandi dell'Unione" per ragionare di difesa e migrazione in vista del prossimo semestre Ue che - dopo la tormentata guida di Budapest - spetta con la nuova commissione in campo alla Polonia di Donald Tusk. Ne parliamo a Europa Europa, in onda domenica alle 11:30, con Tomasz Orlowski, già viceministro degli Esteri, ambasciatore di Varsavia a Parigi e poi a Roma.
L'invasione dell'Ucraina lanciata il 24 febbraio del 2022 compie 1000 giorni. L'"operazione speciale" del Cremlino si trascina lasciandosi alle spalle distruzione e morte. Con la vittoria di Donald Trump e l'imminente trasloco alla Casa Bianca ci si interroga sul futuro della resistenza incarnata in questi mesi da Volodymyr Zelensky, proprio mentre Mosca getta nella mischia migliaia di unità arrivate dalla Corea del Nord. Con poche eccezioni l'Europa appare muta, le priorità stanno altrove. Ne parliamo in questa puntata di Europa Europa in onda domenica alle 11,30. Con la dottoressa Mariana Bukhaievska, pediatra e psicologa di Kharkiv che opera all'interno della rete di sostegno Voice of Children. Ci ha raccontato il suo lavoro, e la sua grande paura per quella che teme possa essere una generazione perduta. Nella seconda parte sarà nostra ospite Yarina Grusha, professoressa universitaria e scrittrice. Ci parla di Colori spenti, la mostra che si apre lunedì 18 allo spazio Brera di Milano e che racconta la resistenza culturale ucraina alla devastazione russa.In collaborazione con Euranet Plus
Dal vertice della Comunità Politica europea al Consiglio informale, l'appuntamento resta a Budapest nei giorni in cui l'Europa si prepara al cambiò della guardia alla Casa Bianca. I rapporti transatlantici, ma anche la guerra in Ucraina e le azioni urgenti sul fronte della competitività sono al centro degli incontri di cui facciamo il punto a Europa Europa con Beda Romano. Nella seconda parte, con l'aiuto di Christian Eccher e Tatjana Dordevic punto sull'allargamento con focus sulla Serbia, un paese che ha chiesto di entrare nell'Unione oltre dieci anni fa, e che oggi attende, mentre fa i conti con la tragedia di Novi Sad e con le sue implicazioni politiche.
La crisi dell'auto colpisce duro l'Italia ed il suo indotto. Nel guado del passaggio tra motori endotermici ed elettrici, l'industria fa i conti con l'onda lunga di una politica che mettere in discussione l'orientamento dato dalla prima Commissione Von der Leyen. Dobbiamo interrompere la transizione? Dobbiamo solo rallentarla? Dobbiamo invece insistere proprio adesso che le tecnologie ma anche gli stili di vita individuali cambiano? È l'effetto di lungo termine di un declino che colpisce l'intero continente. Fa scalpore in questi giorni la chiusura decisa da Volkswagen di 3 impianti tedeschi. Germania, Francia, Regno Unito e poi l'Italia sono secondo i dati dell'ACEA (Associazione Costruttori Europei) i principali azionisti di un sistema produttivo che contempla poco più di 100 stabilimenti. Ne parliamo a Europa Europa, in onda domenica alle 11,30, ascoltando le opinioni degli specialisti europei che percorrono la catena del valore di un'industria centrale per i nostri paese alle prese con una trasformazione epocale che non sembra in grado di governare.
Il voto popolare di un piccolo paese ai confini dell'Unione europea ha catturato l'attenzione di chi segue con attenzione gli affari europei. La Moldova - vale anche Moldavia ma la popolazione locale preferisce la prima - ha scelto di ancorare l'adesione all'Unione europea nella sua Costituzione. Lo ha fatto approvando a strettissima maggioranza un quesito referendario in questo senso. Ne parliamo a Europa Europa, in onda domenica alle 11,30. Nella seconda parte spazio ai rapporti Euro-Atlantici, a 10 giorni dal voto presidenziali americano. Tra gli ospiti il prof. Antonio Zotti dell'Università Cattolica di Milano.
L'accordo tra Italia e Albania per i centri di rimpatrio avvia "un percorso coraggioso" in Europa. Lo ha detto il cancelliere austriaco Karl Nehammer al termine del Consiglio europeo che si è tenuto venerdì a Bruxelles. Non siamo favorevoli dice invece il premier di Madrid Pedro Sanchez: "sono formule che non affrontano nessuno dei problemi e ne creano di nuovi". Europa comunque tentata dal modello albanese, con la presidente Von der Leyen che dice: "Asilo sì, ma non necessariamente nell'Ue". A Europa Europa questa settimana parliamo anche delle fatiche del mercato dell'auto e del nuovo SpacePark che si è aperto alle porte di Torino.
Confronto aspro quello che nella plenaria del Parlamento europeo ha visto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen replicare al discorso tenuto poco dal premier magiaro presidente di turno dell'Unione. Viktor Orban contro tutti. Contro Ursula von der Leyen, i Popolari, i Socialisti, i Liberali. Contro un governo comunitario che ha perso da tempo la fiducia nel premier ungherese. L'atteso intervento del leader di Budapest all'Eurocamera si è trasformato, come da programma, in un unico grande ring. Nella seconda parte il nostro ospite è Angelo Mincuzzi, autore di "Europa Parassita" (ed. Chiarelettere), la dettagliata indagine su come i paradisi fiscali dell'Unione europea ci rendono tutti più poveri.
I limiti di una "non" politica estera europea emergono nel dibattito sul tema che vi raccontiamo portando opinioni raccolte nei paesi dell'Unione con i colleghi di EuranetPlus.
Questa settimana tre persone per raccontare l'Europa orientale e Kharkiv, città in prima linea sul fronte della paura. Lo storico Yaroslav Hritsak, autore tra l'altro di >, la conduttrice radiofonica Natalka Marynchak, poetessa, scrittrice, conduttrice di "Mattina lenta" per la radio di Kharkiv Nakypilo, e poi Sasha Vassiliuk, giornalista e scrittrice di origine ucraina che ha da poco pubblicato per Garzanti "Il vento è un impostore", una saga familiare che attraversa il '900 ed i suoi drammi.
Partiamo da un numero: un sondaggio dell'UE pubblicato all'inizio di luglio ha mostrato che quasi tre quarti degli europei ritengono che la digitalizzazione dei servizi pubblici e privati di tutti i giorni stia rendendo la loro vita più facile. Ma, secondo lo stesso sondaggio, il 23% non è per niente d'accordo. Queste persone potrebbero far parte di un gruppo colpito dal divario tecnologico nella società europea noto come "digital divide". In poche parole, queste persone non usano il computer o altri dispositivi digitali, preferiscono pagare in contanti, si attengono all'amministrazione cartacea e hanno un accesso limitato a Internet.
"L'Europa ha bisogno di energia, di una sferzata, di un piano Marshall, anzi di un doppio piano Marshall!". Così questa settimana l'ex presidente della Bce Mario Draghi alla presentazione del suo report sul futuro della competitività in Europa. Mentre la presidente von der Leyen è alle prese con la costruzione del prossimo collegio dei commissari europei, il rapporto dell'ex premier rilancia il dibattito sulla governance, sulle regole, e in fondo sul senso stesso del progetto comunitario. A Europa Europa, domenica dalle 11:30, ne parliamo con il prof. Claudio Martinelli, prof. di diritto Pubblico comparato all'Università Milano Bicocca.
Ha meno del 5% della popolazione tedesca, ma la Turingia pesa come un macigno nell'ex locomotiva d'Europa. Tra crisi economica e debolezza della leadership, il leader regionale dell'Afd Björn Höcke si assicura nu successo che minaccia la democrazia. In Germania raggiungiamo Monica Bonini, professoressa associata di diritto pubblico all'Università degli Studi Milano Bicocca. Ne parliamo domenica alle ore 11,30 in Europa Europa. Un altro approfondimento riguarda il cantiere della nuova Commissione europea. Ursula von der Leyen si è detta esasperata dopo che gli Stati membri hanno minato i suoi sforzi per garantire un "collegio" di commissari equilibrato dal punto di vista del genere.
Settembre, tempo di ritorno a scuola e di riapertura a pieno regime delle attività, del lavoro e della politica. In questa ultima puntata estiva di Europa Europa, in onda sabato alle 08,10, torniamo a Bruxelles con Beda Romano per fare il punto sul cantiere della politica europea che deve dar vita alla nuova Commissione, Von der Leyen bis. Parliamo di cittadinanza, e anche, prendendo spunto dalla cronaca di queste giornate di agosto del ritorno del terrorismo nelle strade europee: Claudio Bertolotti (Start-Insight-Ispi) ci spiega come e perché cambiano questi drammatici fenomeni. infine a Beslan, estremo confine dell'Europa fisica: con la scrittrice norvegese Erika Fatland, parliamo del suo "La Città degli Angeli - racconto da Beslan", ora tradotto in italiano e pubblicato da Marsilio nella collana Specchi.In collaborazione con Euranet Plus
Nel quinto appuntamento della nostra estate volgiamo lo sguardo a ovest dell’Europa, partendo da Gibilterra passando per il Portogallo per poi finire a Barcellona. Andiamo quindi nella Penisola Iberica un luogo caratterizzato da terremoti di tipo geologico come ci racconta Joao C. Duarte, geologo, specialista di geodinamica e dei movimenti tettonici; e da quelli di tipo politico. Ecco quindi che in questa puntata vi portiamo tra i miradouros di Lisbona per conoscere meglio il Portogallo in compagnia di André Macedo, giornalista portoghese che ha diretto importanti giornali nazionali del suo paese e che oggi prosegue con la RadioTelevisione nazionale RTP, e sulle ramblas di Barcellona con la voce di Mario Magarò, giornalista e voce di Radio 24 da Barcellona per avere le ultimissime sul caso Pujdgemont e non solo. Infine, la nostra riflessione si ferma sull’Oceano Atlantico, distesa d’acqua dall’importanza storica e scientifica fondamentale che però sta vivendo una trasformazione dai contorni a dir poco preoccupanti. Ne parliamo con Giorgio Budillon, professore ordinario di Oceanografia e fisica dell'atmosfera all'Università degli Studi di Napoli "PARTHENOPE" dove è prorettore con delega alla Ricerca e ai Rapporti istituzionali. Ma prima il professore ci spiega un fenomeno di cui si è fatto un gran parlare questa estate: le temperature record dei nostri mari.
Capo Ferragosto è ormai alle nostre spalle: l'Italia si è fermata a cavallo del ponte più alto delle vacanze 2024. Sul paese una cappa di calore che sottolinea ancora una volta il record che non vorremmo: quello delle giornate più calde che il calendario ancora non sa mitigare. E se l'Europa del sud si ferma cercando di respirare, in altre parti del nord Europa si guarda già avanti. Le scuole riaprono, le famiglie ritornano. Oggi dunque puntiamo a nord: con Christian Eccher, professore e giornalista in viaggio tra i baltici e la Bielorussia, con l'ambasciatore di Finlandia in Italia Matti Lassila, che raggiungiamo nella regione dei laghi di Turku, con Antonello Pasini, fisico del clima per il CNR, e fine con Leonardo Piccione, scrittore e portiere d'albergo in un angolo remoto della provincia islandese di Husavik.