Podcasts about grande mandato

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La Bibbia Oggi
Le promesse del Grande Mandato (Matteo 28:18-20) - John Mitchell Jr.

La Bibbia Oggi

Play Episode Listen Later Oct 21, 2024 31:25


Predicazione espositiva dell'ospite John Mitchell Jr. di Matteo 28:18-20. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 6 Ottobre 2024.Titolo del messaggio: "Le promesse del Grande Mandato"MATTEO 28 V18-2018 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. 19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente».

La Voce del Pastore
“Il grande mandato è per ogni credente” • 06 Maggio 2024

La Voce del Pastore

Play Episode Listen Later May 6, 2024 66:53


Il Messaggio di Oggi: “IL GRANDE MANDATO È PER OGNI CREDENTE” • Marco 16: 15 • Luca 10: 2 • Matteo 13: 47 • Luca 10: 3 • Salmo 23: 1 • Giovanni 10: 11 • Ebrei 13: 20 • Matteo 28: 20 • Luca 10: 4 (5-7) • Atti 8: 25-26 • 1 Timoteo 5: 18 • 1 Corinzi 9: 9 • 1 Corinzi 9: 11 • 1 Corinzi 9: 9-11 • Luca 10: 8-9 • Marco 16: 18 • Atti 5: 12 • Giacomo 5: 14 • Marco 6: 12-13 • Giacomo 5: 15 • Matteo 24: 14 • Marco 16: 20 • Luca 10: 17 (18-21) • Salmo 24: 1 • 1 Giovanni 5: 19-20 • Apocalisse 20: 11 • Apocalisse 20: 15 • Luca 10: 21 • Atti 2: 41 • Atti 2: 40--Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio

Tempo di Riforma - il podcast
Domenica 4/6/2023 Servizio di culto evangelico riformato

Tempo di Riforma - il podcast

Play Episode Listen Later May 30, 2023 55:41


Conoscere per essere liberi (Matteo 28:16-20) Tenere nell'ignoranza la popolazione e far passare solo quanto le è conveniente che sappia (verità distorte o menzogne) è uno degli strumenti che il potere iniquo usa per preservare sé stesso. Il movimento cristiano, che è forza di liberazione, ha sempre valorizzato la conoscenza e l'istruzione nel senso più ampio e diffusa a tutti. “Insegnate loro” fa parte del Grande Mandato di Gesù (il Maestro per eccellenza) ai suoi discepoli (Matteo 28:16-20). La conoscenza della verità (con la mente e il cuore) è essenziale alla fede cristiana. Vediamo oggi come.

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Costruire un nuovo ponte | 29 Gennaio 2023 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Jan 29, 2023


La chiesa non è qualcosa di statico, ma è  qualcosa di dinamico, che cambia a seconda di come cambia la società, con il fine di continuare a fornire alla gente un ponte tramite cui raggiungere Dio. Ma il cambiamento sarà efficace in funzione di quanto noi saremo disposti a cambiare noi stessi per costruire quel nuovo ponte.---Predicatore: Marco Delle Monache CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 7 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 30 minutiQuesta mattina voglio iniziare il messaggio parlandovi di un ponte: questo.Quale è la vostra reazione guardando questo ponte? Di sicuro vi starete chiedendo:“Chi è quell'idiota che ha costruito un ponte sulla sabbia e non sul fiume?”Avete qualche idea perché abbiano costruito quel ponte che porta da un pezzo di deserto ad un altro pezzo di deserto identico al primo?Il Ponte di Choluteca si trova in Honduras,e non è l'opera di un folle;era  stato costruito per collegare le due sponde del fiume Choluteca e facilitare il trasporto delle persone e delle merci. Nel 1998 l'uragano Mich devastò gran parte delle infrastrutture dell'Honduras...ma non il ponte Choluteca, che rimase quasi intatto.Il problema reale è che l'uragano aveva risparmiato si il ponte...ma aveva deviato il corso del fiume!Gli ingegneri civili honduregni si trovarono davanti ad un problema:come collegare di nuovo i due lati del fiume. Avevano tre possibilità:1. deviare nuovamente il fiume per farlo passare di nuovo sotto il ponte;2. allungare il ponte fino a farlo arrivare dall'altra parte del fiume;3. o più semplicemente lasciare il ponte dove stava e costruirne un altro da un'altra parte.Indovinate quale scelsero? Ovviamente, la terza.Era la scelta più semplice? No, perché bisognava fare un nuovo progetto per un nuovo ponte, trovare il posto giusto, i giusti materiali, eccetera.E non era nemmeno la scelta più economica, perché bisognava cominciare a ricostruire da zero.Semplicemente, era la scelta più logica, quella che veniva incontro alle necessità delle persone:tornare a raggiungere l'altra sponda, essere connessi con il mondo al di là del fiume.Tu mi dirai: “Che c'entra, Marco, questa lezione di ingegneria civile con la nostra chiesa?”C'entra a pennello, perché è l'esatta situazione in cui ci troviamo noi, adesso.Abbiamo detto tante volte che noi volevamo come chiesa essere un “ponte” attraverso cui le persone potessero raggiungere Cristo.Allo stesso modo abbiamo detto che la nostra chiesa non è un “lago”, un posto dove i credenti arrivano e rimangono, rendendolo sempre più pieno, ma piuttosto un approdo su un fiume, dove le persone attraccano per un po',vengono dissetate e nutrite, prima di riprendere la navigazione.Questo era il progetto originario, quello che nel 2000, ventitre anni fa, avevamo studiato Michele, Bernardino ed io ancor prima che la chiesa fosse fondata.E all'epoca avevamo progettato diversi ponti per raggiungere le persone, diversi porti dove potessero attraccare. Solo che, ventitre anni dopo, il fiume si è spostato, e quei ponti e quei porti non sono più efficaci, perché il fiume non passa sotto o a lato.Allo stesso modo degli ingegneri honduregni abbiamo tre possibilità per continuare ad adempiere il Grande Mandato.La prima è cercare di riportare il fiume sotto, ovvero trascinare a forza le persone agli studi o in chiesa, anche se il mondo è cambiato. Ventitre anni fa il mondo era differente. Qualche esempio? Non esistevano i “social”, le persone utilizzavano gli sms e non esistevano gli smartphone. Potei farvene molti altri, ma fermiamoci a questo, che è forse uno dei più evidenti.La seconda strategia possibile, come per gli ingegneri, è quella di “allungare” il ponte, ovvero sforzarsi ancora di più a fare le cose che facciamo adesso come le facciamo adesso rincorrendo l'altro lato del fiume (le persone) nella speranza non si muova troppo velocemente altrimenti è finita.Questo è il modello di cambiamento che molte chiese adottano: si intensificano gli incontri, più studi, più riunioni di chiesa, più evangelizzazioni in piazza.Allo stesso modo dei saggi ingegneri, c'è da valutate se lo sforzo fisico, e quello economico, saranno ripagati da un risultato; le statistiche dicono di no.Allora, non rimane che la terza possibilità: dimenticarsi del vecchio ponte, e costruirne uno nuovo.Che significa questo? Significa, come chiesa, non avere paura del cambiamento. Per raggiungere le persone in modo efficace, è necessario essere disposti ad adattarsi e cambiare, mantenendo sempre l'essenza della fede cristiana, ma trovando nuovi e innovativi modi per comunicare e condividere il messaggio con il mondo. E' quello che sta accadendo nella chiesa.Ve ne siete accorti già da qualche settimana. Il culto sta cambiando, le attività cambieranno anche quelle. Anche questo messaggio è “differente”dai miei soliti:vedrete che ci sono pochissimi versetti, così che possiate ricordarli meglio, meditarli, e lasciare che il Signore vi parli attraverso di essi.Il primo versetto su cui voglio meditiate,è uno di quelli famosi,ma voglio pensiate a come si applichi a tutto quello che abbiamo detto fino ad adesso circa il cambiamento:“La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse perché spinga degli operai nella sua mèsse.” (Luca 10:4)Quando pensiamo alla parola “messe”dobbiamo pensarla nel suo significato di origine, θερισμός -  therismos;  in greco, ma anche in italiano, non è "grano che sta sta nel campo", "raccolto" e basta, ma "grano pronto ad essere raccolto", già maturo,  che non aspetta che di essere mietuto. Gesù ci chiama ad essere operai, perché, dice, non c'è che da raccogliere.“Allora – potresti chiedermi – cosa c'è di sbagliato in noi che non cresciamo?” . Attenzione a valutare il raccolto con gli occhi.L'ha detto due domeniche fa Lucia:“Invece di guardare le sedie piene e quindi la montagna che Gesù ha spostato per farci venire fino a qui la domenica mattina, guardiamo quelle vuote”.Questa è la visualizzazione come “cloud” dei nomi delle persone che hanno frequentato la chiesa dalla sua fondazione nel 2004 ovvero negli ultimi 18 anni per almeno 4 mesi:sono 126. Se avessi compreso anche quelle prima della fondazione quando eravamo solo una “cellula di Monterosi”, ovvero dal 2000, saremmo a poco meno di 200.Se avessi compreso anche quelli che hanno frequentato per almeno un mese saremmo intorno ai 240.Questo è il grafico dell'andamento dall'inizio della nostra chiesa:vi salta all'occhio qualcosa? Siamo (più o meno) la stessa quantità di persone con cui abbiamo iniziato la chiesa: 15!E in vent'anni siamo stati capaci di nutrire, dissetare, accogliere 240 persone! Senza contare tutti quelli che hanno letto, ascoltato o visto i messaggi domenicali sul web!Siamo stati un ponte per 240 e passa persone...in 15! La messe è pronta, ma il fiume si è spostato.C'e stata una persona, tal Jodocus van Lodenstein, in Olanda, a metà del 1600 che disse questa frase: “Ecclesia semper reformanda est”, ovvero “La chiesa si deve rinnovare continuamente”. Su questa frase si basò Marin Lutero per la sua Riforma. Noi ci troviamo nella perfetta condizione di cambiare, di costruire nuovi ponti, nuovi approdi...se...Se accettiamo di cambiare noi stessi: l'efficacia dei ponti che costruiremo sarà in base a quanto saremo capaci di cambiare ciascuno di noi singolarmente. Perché è vero che la chiesa “semper reformanda est”, ma il credente lo è anche di più: Paolo dice:“Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” (Romani 12:2)I ponti che la nostra chiesa costruirà saranno efficaci a seconda di quanto noi saremo in grado di cambiare noi stessi.Avete tra le mani un foglio di carta, vi prego di scrivere in cima ad esso:“Io voglio che la mia mia chiesa sia più...” e sotto l'elenco delle cose che vorrete vedere cambiate, dei ponti che volete vedere costruiti,dei porti che volete che la vostra chiesa offra alla “messe”.Vi farò due esempi completamente "a caso", che non riguardano né voi né questa chiesa, ma che sono possibili "più" che vorreste avere nella vostra comunità.Per esempio: “Io voglio che la mia chiesa sia più ospitale”:ricordati che tu sei “la chiesa”, sei un pezzo della chiesa,  na parte del corpo di Cristo. Per cui, se questo è il tuo desiderio, poniti la domanda: “Come posso  essere io più ospitale?”  Oppure: “Io voglio che la chiesa aiuti di più le persone bisognose”come parte della chiesa,l a tua domanda sarà:“Come posso io aiutare i bisognosi?”Lo sai perché ti incoraggio a fare questo? Perché è Gesù che te lo chiede... io faccio solamente eco a lui:“Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.” (Matteo 7:12)Mi piace molto la parafrasi che fa di questo versetto la Bibbia “The Message”:"Ecco una semplice regola di comportamento: Chiedetevi cosa volete che gli altri facciano per voi, poi prendete l'iniziativa e fatelo per loro". Sommando la Legge e i Profeti di Dio si ottiene questo risultato.” (Trad.- Matteo 7:12)ConclusionePaolo ha detto:“...cerco di adattarmi ad ogni tipo di persona, purché possa parlargli di Cristo, e Cristo lo salvi.  Tutto questo lo faccio per amore del Vangelo e per ricevere anchʼio con gli altri le sue benedizioni.” (1 Corinzi 9:22-23 PV)La Chiesa deve essere pronta a cambiare le sue strategie; ma per cambiare le strategie, per costruire nuovi ponti, per fornire nuovi approdi non servono gli “specialisti”.Persino un nuovo pastore sarebbe inutile, se non avesse dinanzi persone disposte a essere loro stesse il cambiamento. Gesù non ha detto che il problema fosse la mancanza di predicatori, o di pastori, o di missionari, ma di OPERAI!Come operaio nella chiesa, ciascuno deve essere pronto, ciascuna deve essere pronta a  farsi carico di essere il mattone di un nuovo ponte, ognuno per parte sua, ognuno a prendere un po' di peso per formare i piloni che sostengono la via di Cristo offerta al mondo.Sei pronto, sei pronta ad essere un pezzo del pilone su cui Gesù costruirà nuovi ponti?Ma, soprattutto, sei pronto, sei pronta, a cambiare te stesso, te stessa per esserlo?Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Che cosa significa "chiesa"? | 15 Gennaio 2023 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Jan 15, 2023


Cosa è la chiesa? Un edificio, oppure un gruppo di persone chiamate? E quale è lo scopo della chiesa? Riunirsi, o andare a testimoniare di Cristo?---Predicatrice: Lucia Pedoto CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 9 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 20 minutiIn questi ultimi mesi abbiamo dato parlato di questa chiesa di come sarebbe cambiata: questo non è un nuovo inizio, questo è semplicemente una fase di un passaggio.Dove porterà il Signore questa chiesa? Cosa possiamo fare per la chiesa? Ma, veramente, dovremmo chiederci cosa voglia dire questa parola: chiesa. Quante volte l'abbiamo pronunciata senza forse soffermarci veramente su cosa  significhi quando noi pensiamo alla chiesa? Che cos'è la chiesa? E' un edificio? Di certo no!  E allora ho cercato il significato: non il significato della parola in se stessa, perché, se voi cercate  sulla Treccani, la chiesa è un locale religioso. Io ho cercato  di trovare cosa sia una chiesa per Dio,  per il Signore.La parola chiesa viene dal greco “ἐκκλησία - ekklēsía:” e significa “assemblea di coloro chiamati fuori da...” Assemblea a sua volta deriva dall'ebraico e significa “adunanza”. Ecco che cos'è la chiesa:  siamo tutti noi. La chiesa è l'insieme di quelli che hanno accettato la salvezza di Cristo.Al capitolo 2 di Atti, dal versetto 46  al versetto 47,  Luca scrive: “E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.”  (Atti 46:47 a)Il popolo vedeva: questo è anche un esempio, questo è anche dimostrare Gesù. Paolo in Efesini ci dice così:“Così dunque non siete più né stranieri né ospiti; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio.  Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare,  sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore.  In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come dimora a Dio per mezzo dello Spirito.” (Efesini 2:19-22)Vi rendete conto che grande onore ? Noi siamo delle pietre che servono per completare l'edificio Santo a Dio;  come fondamenta ci sono gli apostoli, i profeti, e come pietra angolare, la pietra che tiene tutto, c'è Gesù!Questo è il nostro grande onore. Ci sembra adesso scontato: veniamo, sediamo, siamo in chiesa prendiamo insieme la Santa Cena … Siamo questo, né stranieri ne ospiti , siamo parte fondamentale di quello che Dio sta creando sulla Terra,  siamo il luogo dove abita la sua potenza... siamo “tanta roba”!Il mondo fuori ci fa sembrare strani: “ Ma che vanno a fare?  Una chiesa in una stanza!”  Ma c'è scritto: siamo qualcosa di importante! Noi siamo una pietra; ricordiamocelo quando ci troviamo nello  sconforto.  Lo dico a voi perché lo dico a me stessa: noi siamo una pietra di un edificio santo. Questa dovrebbe essere la cosa su cui ci dobbiamo concentrare.Invece a volte ci facciamo distrarre dai numeri; invece di guardare le sedie piene e quindi la montagna che Gesù ha spostato per farci venire fino a qui la domenica mattina, guardiamo quelle vuote; quello non è il nostro compito!Non siamo stati più o meno benedetti perché non siamo diventati quanti noi volevamo diventare;  adesso  siamo tanti ma poi, in realtà, se pensiamo a  quelli che  da vent'anni a questa parte sono passati in questa chiesa e non sono rimasti non siamo poi così numerosi. Al Signore non  interessa; Egli ci dice: “Non è un problema vostro; voi pensate che siete un mattoncino del mio edificio, pensate che fate parte di qualcosa di importantissimo.”Ho pensato una cosa:  Dio è un dio preciso, non è casuale; se ci dice qualcosa nella Bibbia è perché sa che ci sarebbe servita.  Lui  ci dà tante indicazioni sui mariti, sulle mogli, sui credenti, sui figli, sui servitori  e  sui padroni... Ma non ci dice niente sulla sovrabbondanza  delle chiese, su come gestire le chiese grandi, tipo : “Allora ragazzi se diventare duecento cominciate a fare culti alternati se no quelli giù in fondo non sentono. Mi raccomando, niente assembramenti.” Il Signore non ci dà indicazioni di questo genere, perché lui sapeva che non sarebbe stato questo un problema, perché è più possibile che ci siano chiese vuote che chiese strapiene, perché proprio questa è la nostra battaglia.Però fissa un tetto minimo; non c'è nessuno credente che non abbia mai letto questo versetto e nessun pastore che non abbia mai predicato  almeno una volta su questo versetto; pure io, che non so niente, lo so a memoria. Matteo 18:20: il Signore mette un tetto minimo  dove dice: “Ragazzi fino a questo numero io vengo, ci sono in mezzo a voi.”  Però  bisogna vedere quant'è il numero: “Poiché dove sono circa una cinquantina io sono  in mezzo...”  Ah, no, una quarantina... Non è quaranta... allora trenta... venti...una quindicina... non mi dire che viene per meno di 10 persone!  E allora significa che non me lo ricordo più;  leggiamolo insieme:“Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.”  (Matteo 18: 20)Il Signore, lui già per due scende con la sua presenza; gli interessano i cuori. E se non interessa a lui se non c'è da lui indicazione qui dentro la Bibbia, perché ci dobbiamo occupare noi di numeri?E' vero,  all'inizio si convertivano  duemila  persone in un giorno, e mi  immagino che macello ci fosse in quelle piazze! Ma  se Paolo ha scritto 13 lettere per incoraggiare, esortare, ammonire  le chiese per far sì che resistessero agli attacchi, allora non è che la nostra  non è benedetta, ma è che sono proprio le chiese ad  essere attaccate.E' molto più facile scegliere di stare fuori da un gruppo chiesa che dentro; Paolo, pochi anni dopo gli apostoli, già scriveva lettere per incoraggiare tutti quei grandi convertiti a resistere.Questa è la realtà, e il Signore lo sapeva;  è per questo ci ha detto: “Non vi scoraggiate! Tutte le volte che pensate che siete poveri, io ci sono, io vengo.  Il leone della Tribù di Giuda, quello che muove le montagne... io vengo. E mi scomodo anche per due soli di voi.”Non è facile, perché noi non vediamo tanto in là come Dio; noi non ci dobbiamo occupare di questo, non è una nostra responsabilità. Quello su cui ci dobbiamo soffermare, quello che ci riguarda come chiesa è seguire l'insegnamento di Gesù, il suo esempio. Paolo dice che è questa la cosa sulla quale ci dobbiamo concentrare: “Siate dunque imitatori di Dio, come figli amati;  e camminate nell'amore come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave.” (Efesini 5:1-2)E' questo che ci deve interessare: amiamo Dio, cerchiamo Dio, seguiamo gli insegnamenti di Gesù... tutto il resto verrà;  tutto il resto se lui vorrà, verrà.Non sappiamo che tassello siamo in questo piano infinito del Signore; io mi divertivo un po' a pensare e a ragionare coi miei ragazzi: "Chissà se magari Janet, Marco, Lucia e Claudio hanno fondato questa chiesa perché poi noi dovessimo apprendere l'insegnamento di Gesù per poi darlo ai nostri figli e i nostri figli magari ai loro figli che diventeranno, che so, magari  ambasciatori di Dio chissà dove?"Non aspettiamoci le risposte che vogliamo quando le vogliamo; noi siamo parte di un piano  immenso.  Tutte le cose  cooperano alla fine per il piano di Dio. Preoccupiamoci di essere imitatori di Gesù.Non avevo mai notato una cosa: in Matteo, Gesù, ancora prima di darci il Grande Comandamento e il Grande Mandato ( se volete lo trovate al capitolo 22 da 37 a 39),  ancora prima , al capitolo 20 ci dà un altro mandato: “... chiunque vorrà essere grande tra di voi, sarà vostro servitore; e chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo; appunto come il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti.” (Matteo 20:26-28)Ecco ciò che dobbiamo fare; Gesù poteva venire e comandare a tutti:” Allora tu questo, tu questo, tu questo...” Invece è stato il primo a servire; guariva, aiutava,  ascoltava. A volte è più importante ascoltare; le persone hanno bisogno anche di questo tipo di aiuto.Pensate se quel giorno avesse scelto qualcosa di eclatante, come far cadere il sole dentro l'acqua in un fiume: chi è che non avrebbe creduto a un evento del genere? E invece no;  lui con molta umiltà, con il suo corpo da uomo ha deciso di morire.  Ci ha servito, ha dato la sua vita per noi; una vita sola per il riscatto di tanti. Questo ci deve  interessare; di questo ci dobbiamo preoccupare, questo deve essere il nostro pensiero.  E noi possiamo fare qualcosa: “Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso.  E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri;  e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.  Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che vi è stato preparato fin dalla fondazione del mondo.  Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste;  fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”.  Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere?  Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito?  Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?” E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, lo avete fatto a me”. (Matteo 25:30-40)Questa è l'unica cosa che possiamo fare; possiamo pregare, continuare a pregare per tutte le persone che conosciamo affinché convertano il loro cuore al Signore;  e poi possiamo dare il nostro esempio.  Possiamo essere imitatori di Gesù, possiamo fare come lui fece; per prima cosa servire: è stato detto“Vi riconosceranno dall'amore che avete gli uni per gli altri.”La Bibbia parla tantissimo di questo servizio; e più era alto il grado di vicinanza a Gesù, più dovevano servire. Vogliamo essere i primi in questo, vogliamo essere vicini al nostro Signore per quando tornerà e sarà il nuovo mondo; ma fino ad  allora dobbiamo servirlo. Non preoccupiamoci del resto.Quindi abbiamo capito che cosa vuol dire quando diciamo che siamo la chiesa; abbiamo capito che la chiesa non è l'edificio ma siamo noi;  abbiamo capito che come chiesa abbiamo il dovere di imitare Gesù e di servire.Adesso è il momento di continuare  quello che abbiamo fatto già, ma che forse abbiamo lasciato  troppo tempo in sospeso.  Dobbiamo servire; qui dove ci troviamo. Dobbiamo aiutare in tutti i modi possibili; come chiesa e singolarmente, perché noi siamo due volte chiesa.Siamo due volte  chiesa perché il nostro corpo è il tempio di Dio,  e sapete che il tempio fin dall'Antico  Testamento è luogo in cui Dio dimora; e poi siamo chiesa come assemblea di coloro che sono chiamati a testimoniare assieme. E' una responsabilità.Adesso è il momento di servire: io ci sono. Se voi ci siete è il momento di servire questa comunità in tutti i modi in cui si possa; pregate Dio perché possa aprire le porte di chi si occupa di questo nella società e possa farci entrare a collaborare perché,  sapete,  non è così semplice.Il Signore ha bisogno di sapere chi di voi c'è, su chi  può contare per questa nuova missione che ci siamo posti come obiettivo; nel frattempo  quello che è il compito di tutti, anche dei più piccoli di età, è di pregare affinché il Signore ci possa usare. Da quello vedranno che stiamo credenti, da quello verrà la domanda spontanea del mondo: “Che fai qui in casa mia?” “Sono qui perché io devo essere qui per servirti”.Tutto il resto viene dopo. Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM--- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
La chiesa: ai vostri posti, pronti, via - Terza parte 3: Via!... Ovvero andare oltre | 16 Ottobre 2022 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Oct 16, 2022


La chiesa è chiamata ad andare oltre il riunirsi in un luogo la domenica. La chiesa non è mai un qualcosa di statico, ma cambia nel tempo, con lo scopo di adempiere al Grande Mandato di Gesù. Ed ogni cambiamento non è una "malattia" da curare, ma una opportunità da cogliere... per essere più efficaci nel testimoniare di Cristo al mondo.---Predicatrice: Jean GuestCLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 9 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 30 minutiNel romanzo “1984” di George Orwell, la stanza delle torture è denominata Stanza 101 e nel Regno Unito l'abbiamo trasformata in un programma televisivo umoristico in cui personaggi famosi dicono le tre cose che li torturano e che meritano di entrare in una immaginaria Stanza 101. Due cose che io metterei hanno a che fare con l'uso che alcuni cristiani fanno della nostra fede: la prima è quella delle canzoni d'azione (non ho bisogno di fare questo per sapere che il mio Dio è grande, forte e potente) e la seconda è quella di trasformare le Scritture in simpatici poster.Non voglio offendere nessuno se queste due cose sono di vostro gusto, a ciascuno il suo, ma se volete sapere perché ne sono contro, è perché rendono banale e sentimentale proprio ciò che amo del mio Dio e della mia fede: nessuno dei due si sottrae dal vedere le cose come sono realmente ed entrambi sono felici di sporcarsi le mani. La vita è disordinata, le persone sono disordinate e noi abbiamo un Dio che ha lasciato il Cielo per camminare in mezzo al disordine, affinché un giorno potessimo avere a pieno la sua nuova creazione. Forse ricorderete che qualche settimana fa ho detto che la chiesa dovrebbe essere il luogo più sicuro sulla Terra; ma dovrebbe anche essere il luogo più convincente sulla Terra dove si vive il Vangelo. Dove si affronta la confusione. Ne abbiamo un esempio in Filemone:“...ti prego per mio figlio che ho generato mentre ero in catene, per Onesimo, un tempo inutile a te, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui, che amo come il mio cuore. Avrei voluto tenerlo con me, perché in vece tua mi servisse nelle catene che porto a motivo del vangelo;  ma non ho voluto fare nulla senza il tuo consenso, perché la tua buona azione non fosse forzata, ma volontaria.  Forse proprio per questo egli è stato lontano da te per un po' di tempo, perché tu lo riavessi per sempre;  non più come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello caro specialmente a me, ma ora molto più a te, sia sul piano umano sia nel Signore! Se dunque tu mi consideri in comunione con te, accoglilo come me stesso. Se ti ha fatto qualche torto o ti deve qualcosa, addebitalo a me. IO PAOLO, LO SCRIVO DI MIA PROPRIA MANO: PAGHERO' IO.”  (Filemone:10-19 a)Ecco i retroscena: Onesimo (che significa Utile) era uno schiavo di Filemone. La nuova chiesa di Colosse si riuniva nella casa di Filemone dove, come abbiamo visto la volta scorsa, si dedicava all'insegnamento e all'apprendimento, al culto, alla preghiera e alla Cena del Signore. È molto probabile che Onesimo abbia ascoltato tutto questo e che sia diventato un credente. Quello che sappiamo per certo è che fa qualcosa di molto sbagliato e scappa ( scappa da Paolo che è in prigione a Efeso). Il significato è che Onesimo sta rubando qualche cosa a Filemone, perché Paolo dice che ripagherà Filemone per intero. È qui a Efeso che Onesimo diventa sicuramente un credente e, all'altezza del suo nome, si rende utile a Paolo che lo vede come un figlio. Qui il discorso si fa interessante: Onesimo, in quanto schiavo fuggito, avrà una taglia sulla testa e Colosse sarebbe un posto pericoloso dove essere rimandato. Ma Paolo fa questo: lo rimanda da Filemone come portatore della sua lettera in cui chiede a Filemone di fare l'impensabile e di riaccettare Onesimo nella sua famiglia. E non solo, ma di accettarlo come fratello; Paolo non gli dice di liberarlo, ma di riconciliarsi con lui. Come dice NT Wright, "...è il nuovo ordine mondiale del Vangelo, come sperimentato dalla Chiesa". Quando ci riuniamo come Chiesa, siamo la casa della riconciliazione. Riconciliazione tra le persone, ma soprattutto tra Dio e le persone. “...e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così. Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, [tutte le cose] sono diventate nuove.  E tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé per mezzo di [Gesù] Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione.” (2 Corinzi 5:16b-18)È per questo che siamo stati salvati, per far conoscere il messaggio della riconciliazione. Lo ha detto il grande arcivescovo Desmond Tutu:“L'atto di riconciliazione è la grazia con cui permettiamo all'altra persona di rialzarsi, e di rialzarsi con dignità, per ricominciare. Nell'atto di perdono dichiariamo la nostra fede nel futuro di una relazione e nella capacità del malfattore di cambiare.”  Desmond Tutu - Arcivescovo città del Capo - Sud AfricaIl nostro messaggio è che puoi essere perdonato, redento, restaurato e riconciliato, indipendentemente da ciò che hai fatto o pensi di essere, e noi, la Chiesa, siamo qui per accoglierti nella famiglia, proprio come Filemone e Onesimo. Ma non possiamo farlo seduti qui, lo facciamo là fuori.La missione di Dio comporta sempre il mandare e il servire. Prima il mandare. Lo conosciamo come il Grande Mandato, con l'enfasi di solito sulla parola “Andate!”,  punto esclamativo. Ma mi piace il modo in cui la traduzione The Message in inglese della Bibbia lo traduce. Mi piace perché troppo spesso interpretiamo l "Andate" come un andare il più lontano possibile, ma qui è “Uscite!” e tutti noi ne siamo capaci. “Gesù, imperterrito, andò avanti e diede il suo incarico: "Dio mi ha dato autorità e comandato di mandarvi: uscite dunque e ammaestrate tutti quelli che incontrate, lontani e vicini, su questo modo di vivere, segnandoli con il battesimo nel triplice nome: Padre, Figlio e Spirito Santo. Poi istruiteli nel praticare tutto ciò che vi ho comandato. Sarò con voi mentre fate questo, giorno dopo giorno, sino alla fine dei tempi". (Matteo 28,18-20  - trad. The Message)Mi piace anche perché, messa in questi termini, la chiesa sembra più un movimento che una religione, e questo è esattamente ciò che la chiesa primitiva era: un catalizzatore per il cambiamento sociale e per la salvezza. Nel suo libro Dominion, lo storico Tom Holland parla così dell'effetto del cristianesimo:“Un Dio sofferente su una croce è stata la bomba che ha fatto esplodere l'ordine mondiale Greco-Romano. Il cristianesimo come storia del potere speso volontariamente a favore dei vulnerabili; della forza impiegata per proteggere i deboli. La storia del forte che sceglie di fare la vittima per conto degli oppressi, per risparmiare loro l'ignominia e la vergogna... è la storia di come il dominio sacrificale di Cristo, mediato attraverso il dominio sacrificale della Chiesa, ha liberato e sta liberando il mondo occidentale.” (Tom Holland – Dominion: come il cristianesimo ha modellato l'Occidente)Come dice il pastore americano Rich Villodas, "...a molti non importa nulla della nostra buona notizia se non è anche una buona notizia che porta a un mondo migliore e più giusto". I movimenti cambiano il mondo, le funzioni religiose complessivamente no. Quindi forse è arrivato il momento di pensare a come ci organizziamo, a come ci incontriamo e a dove ci incontriamo. Il nostro "andare" ha forse bisogno di essere rivitalizzato.Ma da chi andiamo? In due parole: dagli smarriti. Mi è stato recentemente ricordato (anche se ho predicato su questo tema solo poche settimane fa) che questo è il linguaggio di Gesù ed è pieno di compassione; gli smarriti non sono persone in difetto, ma coloro che cercano di tornare a casa. E come possiamo andare? Quando a Gesù è stato chiesto quale fosse il comandamento più grande, ha dato la risposta attesa di "amare Dio con tutto il cuore, la mente, l'anima e la forza", ma poi ha aggiunto un altro "e ama il tuo prossimo". L'amore per Dio si accompagna a un mandato missionario: andiamo a servire con amore e, per Gesù, non si può fare l'uno senza l'altro.Questo mi riporta a ciò che abbiamo analizzato qualche settimana fa, ovvero a come la Chiesa primitiva rispondesse ai bisogni che la circondavano e a ricordarvi che viviamo nel bel mezzo di un'epidemia di solitudine. Se mettiamo insieme queste due cose, forse vediamo dove si trova la nostra opportunità di amare, servire e condividere. Come possiamo essere ansiosi di andare avanti mentre ignoriamo il campo di missione alle porte?Vi fornisco alcuni esempi da considerare. Negli Stati Uniti esiste un movimento di chiese chiamato Dinner Church: “Chiesa della Cena”. È nato a Seattle, quando un pastore, sconcertato per la diminuzione della sua congregazione, ha fatto una passeggiata di preghiera intorno alla sua chiesa ed è rimasto sorpreso nel sentire Dio dirgli di abbandonare l'edificio della chiesa e di iniziare a dare da mangiare ai senzatetto e ai bisognosi. Dieci anni dopo ci sono Chiese della Cena in tutti gli Stati dove le persone vengono per un pasto gratuito, fanno amicizia, possono chiedere preghiera e ascoltare un brevissimo messaggio su Gesù. Non è che Dio voleva che la chiesa chiudesse, ma  voleva immaginarla in un modo diverso e riaprirla.La chiesa da cui provengo nel Regno Unito fa qualcosa di simile ogni primo giovedì del mese: offre un pranzo leggero a base di zuppa e pane e, dato che sono inglesi, una tazza di tè; inoltre c'è un breve messaggio e la possibilità di chiedere una preghiera. Quando vivevo a Londra, facevo parte di un gruppo di diverse chiese e denominazioni che offrivano colazioni per le persone che stavano andando al lavoro; era un'occasione per iniziare bene la giornata e sapere che qualcuno pensava a te e pregava per te mentre andavi a una riunione difficile o affrontavi un capo difficile. Tutti e tre questi esempi riguardano la fornitura di un servizio, e la rottura della solitudine e la condivisione della vita e dell'amore di Gesù.Non so cosa si adatterebbe a un contesto italiano, non so con certezza se questo è ciò che Dio sta chiamando a fare questo gruppo di credenti, ma credo che ci siano una serie di cose che la nostra chiesa deve considerare alla luce delle nostre circostanze e di questo insegnamento. Vorrei suggerire umilmente che il cambiamento non significa che Dio ci abbia abbandonato o che ciò che è stato in passato debba essere considerato un fallimento; c'è una stagione per ogni cosa e dobbiamo accettarlo, come ci dice l'Ecclesiaste 3:1.In secondo luogo, la chiesa, qualsiasi chiesa, può essere ugualmente potente ed efficace indipendentemente dal luogo in cui si riunisce, perché è il dedicarsi all'adorazione, alla preghiera e all'apprendimento che ci rende efficaci, e i numeri non contano. "Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro." (Matteo 18:20)Essere chiesa riguarda il modo in cui viviamo, il modo in cui preghiamo e il modo in cui condividiamo la nostra vita usando i doni che Dio ci ha dato.“La fine di tutte le cose è vicina; siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera. Soprattutto, abbiate amore intenso gli uni per gli altri, perché l'amore copre una gran quantità di peccati. Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare. Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri. Se uno parla, lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.” (1 Pietro 4:7-11)Amen. GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL  VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD

La Voce del Pastore
“Il Grande Mandato” • 17 Agosto 2022

La Voce del Pastore

Play Episode Listen Later Aug 17, 2022 56:17


Il Messaggio di Oggi: “IL GRANDE MANDATO”• Marco 16: 15• Matteo 28: 19• Matteo 4: 17• Matteo 3: 2• Luca 17: 21• Luca 24: 47• Atti 2: 38• Luca 24: 48• Romani 10: 8 (9-10)• Giovanni 15: 26-27• Giovanni 15: 13-14• Luca 24: 49• Matteo 13: 11-12--Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio

Lirio Porrello
Il grande mandato

Lirio Porrello

Play Episode Listen Later Oct 25, 2021 59:11


24.10.21// A Gesù è stata data ogni autorità: scopriamo cosa significa!

ges grande mandato
Heros Ingargiola Podcast
Il grande mandato - Pt 3: La chiesa è chiamata in un luogo di governo, di autorità e di gloria

Heros Ingargiola Podcast

Play Episode Listen Later Sep 15, 2021 76:15


Worship Service 12.09.21 | Il grande mandato - Pt 3: La chiesa è chiamata in un luogo di governo, di autorità e di gloria | Past. Heros Ingargiola

Heros Ingargiola Podcast
Il grande mandato - Pt 2: Discepolato e battesimo

Heros Ingargiola Podcast

Play Episode Listen Later Sep 6, 2021 49:57


Worship Service 29.08.21 | Il grande mandato - Pt 2: Discepolato e battesimo | Past. Heros Ingargiola

Heros Ingargiola Podcast
Il grande mandato

Heros Ingargiola Podcast

Play Episode Listen Later Aug 30, 2021 70:12


Worship Service 29.08.21 | Il grande mandato | Past. Heros Ingargiola

worship services grande mandato
Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
A che serve una nuova chiesa? | 18 Aprile 2021 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later May 17, 2021


La chiesa non è un edificio, ma una cosa vivente. E' una sposa, un gregge, una famiglia, un corpo... Qualcosa di unito e vivo che proclami la gloria di Gesù, e che non può essere un "optional" se realmente sei nato, se sei nata di nuovo in Cristo. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 9 minuti  Tempo di ascolto audio/visione video: 35 minuti Perché nasce una chiesa? E per  quale scopo nasce una chiesa? E, soprattutto, a che serve una nuova chiesa? Chi non conosce la storia della nostra chiesa, e che ci ascolta, ci guarda, o legge le note sul sito potrebbe giustamente chiedermi: “Ma Marco, a che serviva diciassette anni fa piantare una nuova chiesa a Montefiascone? Non ce ne erano già abbastanza?” A cosa pensi, quando senti o pronunci la parola “chiesa”? A un edificio, qualsiasi esso sia, da quelli stupendi che abbiamo anche qua nella nostra cittadina, fino a queste stanze che rassomigliano ad una sala d'attesa, oppure a qualcosa di altro? L'Antico Testamento non parla mai di chiesa, ma di Tempio, di un luogo “fisico” dove c'era presenza di Dio. E' nel Nuovo Testamento che è nata la parola “chiesa”, che non ha nulla a che fare con un edificio: Nel Nuovo Testamento  chi descrive la chiesa ne parla come di un corpo, di una sposa, di un gregge e di una famiglia. Tutti termini che hanno zero a che fare  con la bellezza delle strutture architettoniche e tutto a che fare con  qualcosa di vitale, qualcosa che è unito, vive assieme, e assieme si muove. Giovanni in Apocalisse parla della chiesa come di una sposa: “Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell’Agnello e la sua sposa si è preparata.” (Apocalisse 19:7) Una sposa, è colei che si unisce,  e per sempre, al suo sposo, per vivere assieme. Una sposa è qualcosa di vivo, non un altare o una vetrata. Paolo in Atti parla agli anziani di una chiesa descrivendola come un gregge: "Badate a voi stessi e prendetevi cura di tutti i credenti: il gregge del Signore che egli ha comprato col proprio sangue. Lo Spirito Santo vi ha dato l'incarico di pastori per guidare la sua chiesa.” (Atti 20:28 PV) Un gregge è qualcosa che si muove assieme, si nutre assieme, dorme assieme, che va vegliato e protetto. Sempre Paolo parla in Galati  della chiesa come di una famiglia nella quale noi siamo stati adottati da Dio: “Dio ha mandato suo Figlio, nato da una donna e sottoposto alla legge, per riscattare noi che eravamo soggetti alla legge e per adottarci come suoi figli.”(Galati 4:5 PV) Dio non adotta monumenti, ma figli e figlie, uomini e donne. Infine, sempre Paolo descrive la chiesa come un corpo: "Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l’uno dell’altro.” (Romani 12:4-5) Può un edificio, per quanto bello sia unirsi in matrimonio, vivere e nutrisi assieme, essere adottato, e essere anatomicamente dipendente dalle altre parti  che compongono un corpo? Non nego che alcuni luoghi costruiti da persone che avevano una fede reale possano ispirare, favorire l'adorazione e parlare della grandezza di Dio e dell'amore di Cristo, ma Dio non voleva che il suo messaggio e la salvezza che c'è in Gesù potesse arrivare solo a chi visitava un edificio, per quanto bello fosse. Abbiamo detto che nell'Antico Testamento se volevi incontrare Dio dovevi andare al Tempio a Gerusalemme. Ma il Tempio è stato distrutto nel 70 DC dall'imperatore Tito: dov'è il tempio adesso?  Ne è stato edificato uno nuovo? “Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1 Corinzi 3:16) La risposta è: si, Eccolo il luogo dove Dio adesso  incontra la gente che popola il mondo: la incontra attraverso un'altro uomo, e in un'altra donna. Qualsiasi luogo, bello o brutto che sia è una chiesa, se all'interno ci sono donne e uomini disposti ad accettare di essere  templi della gloria di Dio. Perché è nata diciassette anni fa la Chiesa della Vera Vite? Per essere un gregge che vive e si nutre assieme e  che è collegato solidamente  come in un corpo, l'uno all'altro, e presentarsi come una sposa a Cristo. Quello di cui non solo Montefiascone, ma qualsiasi posto in Italia,  e tutto il mondo ha bisogno non era e non è una nuova chiesa, un locale, un involucro nuovo. Ma una chiesa nuova, che per essere nuova deve tornare all'antico, alle origini della fede. Questo, 17 anni fa, qua non c'era. Una chiesa dove tutti fossero accolti, dove tutti potessero essere nutriti, crescere ed essere equipaggiati proprio come si fa in una buona famiglia  con i propri figli, per poter esprimere i propri doni, servire e contribuire. Cosa serve per una chiesa nuova? Un locale bello? Un impianto audo dolby surround? Per una chiesa nuova servono persone realmente nuove dentro, che abbiano il coraggio di rompere la tradizione della “chiesa edificio” e vogliano riscoprire la vera chiesa biblica, la sposa, il gregge, la famiglia ed il corpo. Perché purtroppo molti, di qualsiasi denominazione facciano parte, hanno perso l'importanza della chiesa locale. Vogliono un cristianesimo “fai da te” fatto solo di podcast, predicazioni streaming, e al massimo una scappata in chiesa la domenica.. magari a domeniche alterne... magari una la mese... magari a Pasqua e a Natale... e feste comandate. Questo significa vivere un cristianesimo “secondo me” scegliendo  in base alle proprie esigenze e preferenze umane, quelle che la Bibbia chiama “desideri della carne”. Ma Cristo ci chiama a morire ai nostri desideri. Siamo chiari. La chiesa locale è l'espressione locale  del corpo universale di Cristo.  È il corpo di Cristo presente dove tu vivi.  Se non partecipi al corpo di Cristo,  cosa ti fa pensare di essere parte del corpo di Cristo?  Per la chiesa cristiana, locale  la partecipazione non è un'opzione; è dimostrazione se sei davvero una persona nuova dentro. Questo non significa  che serve la chiesa per essere salvi, ma il far parte della chiesa, l'essere coinvolti, collegati, appartenere  alla chiesa locale,  coinvolgerti con essa  è la dimostrazione che sei una nuova creatura e ti è indispensabile come credente per almeno tre motivi. 1. La chiesa locale è dove trovi protezione Rifletti sull'immagine del gregge:  una pecora fuori da suo gregge, un'antilope lontana dal suo branco, una sardina  fuori dal suo banco.  Cosa sono? Sono tutti e tre lo snack perfetto! La pecora per il lupo, l'antilope per il leone e la sardina per lo squalo. Non lo dico io, Marco, ma l'apostolo Pietro: “Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.” (I Pietro 5: 8) Quando arriverà l'attacco, dove troverai l'a forza del gregge, del branco, del banco, se non ne sei parte? Senza una chiesa locale sarai lo snack perfetto per satana! 2. La chiesa locale è la tua palestra  Essere credenti richiede allenamento; si accetta Gesù e si è salvati, ma percorrere la via che Gesù indica richiede allenamento costante. Sapete qual'è la frase che meglio identifica un credente? In greco è una sola parola, in italiano quattro: ἀλλήλων allēlōn = gli uni gli altri. Gesù ha detto: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua...» (Luca 10:27).  Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti». (Matteo 22:38-40) Essere cristiani significa certamente  amare Dio credere ed accettare Gesù come unico e solo Salvatore, ma anche amare il prossimo come noi ci amiamo  e trattarlo come se stessimo trattando con una parte del nostro medesimo corpo. La chiesa locale è la palestra  dove chi crede si allena. a trattare l'altro con amore. Nel Nuovo Testamento per 59 volte  ci viene rammentato che dobbiamo: amarci gli uni gli altri,  portare i pesi gli uni degli altri,  perdonarci gli uni gli altri,  servirci gli uni gli altri,  e così via. La stessa parola "l'un l'altro” in il greco   identifica qualcosa che non è diviso, ma uno.  Per definizione richiede un solo corpo.  È difficile amare qualcuno con cui non passi tempo.  La chiesa locale è necessaria  per adempiere efficacemente  ai comandamenti della Scrittura. 3. La chiesa locale è il mezzo con cui di Dio parla al mondo. Quando Gesù ci ha lasciati, ci ha consegnato il Grande Mandato, ovvero di testimoniare di lui  fino alle estremità della terra. Cosa significa questo? Che dobbiamo diventare tutti missionari? Vendere tutto e trasferirci in Africa o in Amazzonia? Per alcuni sarà così... ma sarà solo per pochissimi. Quel mandato allora è solo per quei pochissimi? Certamente no: la missione di testimoniare del suo amore è per tutti; ed il mezzo sarà questo: “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.” (Giovanni 12:35) Come potrai dimostrare al mondo che sei un suo discepolo se non fai parte di una chiesa locale che dimostra nei fatti  che vivi nel reciproco amore? Gli stessi missionari, secondo il Nuovo Testamento ricevono “mandato” da una chiesa locale; sono parte di un corpo di Cristo locale che continua  supportarli in preghiera e in aiuti; non c'è spazio per i “lupi solitari”. Dio non ha affidato il compito di diffondere il Vangelo di Cristo ad un nucleo di specialisti, ma ogni credente è in realtà in missione, nel luogo dove abita; è per questo che ha bisogno di vivere assiema ad altri, per dimostrare al mondo come è l'amore vero tra fratelli e sorelle. Diciassette anni fa, la nostra chiesa è nata per questo: ed è nata con nove membri. In diciassette anni  ha discepolato, nutrito, sostenuto, amato oltre 121 persone. Ripeto ancora un concetto che ho già espresso tante altre volte: la chiesa non è un lago, ma un fiume. Le prime chiese erano proprio così,   raramente diventavano dei grandi “serbatoi” di credenti,   dei laghi che man mano si ingrandivano  e diventavano enormi (solo qualcuna era cosi). Ma piuttosto erano come degli approdi su un  fiume,   dove la corrente della vita li portava  ad attraccare per un breve periodo.   Dove venivano “nutriti”   per poi riprendere la corrente    e continuare  seguendo la corrente della propria vita,   portando il nome di Gesù più a valle. Diciassette anni dopo, e dopo oltre 120 persone passate per questa sala (contando solo quelle che sono state con noi almeno tre mesi) l'obiettivo della Chiesa della Vera Vite rimane lo stesso: essere una sposa,  essere un gregge,  essere una famiglia ed essere un corpo che testimoni l'amore di Cristo attraverso l'amore che abbiamo gli uni per gli altri. Voi che siete fisicamente presenti oggi in sala lo sapete, ma forse tu che mi vedi o mi ascolti, forse tu non fai parte di nessuna chiesa locale; non ne frequenti più nessuna, o forse non ne hai frequentato una. Quello che ti dirò ora non lo devi prendere come un ammonimento, ma come un incoraggiamento a dimostrare che sei una nuova creatura in Cristo. Sono felice che tu mi ascolti, oggi, o che magari ogni domenica ti colleghi o che vedi le registrazioni quando puoi. Ma non voglio illuderti: le parole dei nostri video o dei podcast,  come quelle di qualsiasi altro predicatore potranno edificarti, ammaestrarti, ammonirti e confortarti... ma... ma non è quello che Cristo ti chiede! Cristo ti chiama a far parte di un “corpo locale”; non ad entrare in un edificio di tanto in tanto, ma a coinvolgerti nella vita di altri uomini ed altre donne come te. Per trovare protezione, per esercitare l'amore e per proclamarlo al mondo che sia questa o qualsiasi altra chiesa  di qualsiasi altra denominazione cristiana, devi far parte di una chiesa locale ed essere connesso, essere connessa al gregge, alla famiglia, al corpo di Cristo per essere parte della sua sposa; quella sposa per cui è morto... ed è morto anche per te. Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD  (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Fede Pericolosa
21 - PILLOLE, Grande mandato

Fede Pericolosa

Play Episode Listen Later Jan 23, 2021 2:24


Si tratta in fondo del Grande Mandato, a cui Gesù ha chiamato tutti i suoi seguaci, quindi ciascuno di noi.

ges pillole grande mandato
Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Far parte del progetto di Cristo | 17 Gennaio 2021 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Jan 18, 2021


Quale era il progetto di Gesù per le persone che, credendo in lui, venivano salvate? Era quello di trasformare gente comune in degli ambasciatori del suo messaggio di salvezza. Il progetto non è cambiato: sei pronto, sei pronta a far parte di quel progetto? --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 9 minuti  Tempo di ascolto audio/visione video: 34 minuti Oggi vorrei parlarvi di lockdown.... “Ancora?” dirai. Aspettate un attimo, non voglio parlarvi di quello per via del Covid. Voglio parlarvi di quello che c'è nella Bibbia. Chi conosce l'esatta tradizione della parola inglese, tanto abusata dai media? La traduzione esatta è “confinamento”, ovvero, dice il vocabolario Treccani, “relegare in un dato luogo o spazio chiuso”. Vi viene in mente qualche episodio nel quale dei credenti stavano rinchiusi in un posto? Si? No? Vediamo qualche brano. “Allora essi tornarono a Gerusalemme dal monte chiamato dell’Uliveto, che è vicino a Gerusalemme, non distandone che un cammin di sabato (un km circa). Quando furono entrati, salirono nella sala di sopra dove di consueto si trattenevano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo d’Alfeo e Simone lo Zelota, e Giuda di Giacomo.” (Atti 1:12-13) Perché erano tutti assieme? Ve lo ricordate? “Trovandosi con essi, (Gesù)  ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’attuazione della promessa del Padre, «la quale», egli disse, «avete udita da me.” (Atti 1:4) Perché Gesù aveva fatto un DPCM...  anzi un DFUD (Decreto Figlio Unigenito di Dio) e li aveva messi in “zona rossa”. Quale era lo scopo di Gesù per metterli in “zona rossa”, di obbligarli a stare tutti a Gerusalemme, tutti assieme? Di evitargli il contagio? Leggiamo ancora: “Perché Giovanni battezzò, sì con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni.” (Atti 1:5) Perché tutti assieme? Vi siete mai chiesti “perché”? Perché li voleva tutti assieme? Perché li voleva tutti a Gerusalemme? Ve lo siete mai chiesto? Avreste dovuto! Tu potresti rispondermi: “Ma è chiaro! Lo dice Gesù! Per ricevere lo Spirito Santo!” E' vero... ma questo non risponde alla mia domanda: perché tutti assieme in uno stesso posto? Per quale motivo dovevano essere in lockdown per poter ricevere lo Spirito Santo? Forse perché lo Spirito Santo è come il tampone? Devi andare al “drive in” dell'ospedale per poterlo avere? O forse perché lo Spirito Santo sotto a 12 persone per volta non agisce? Questa serie di messaggi parla del nostro “piano” per il 2021, come credenti e come chiesa. Quale era il “piano” di Gesù, allora? Leggiamolo sempre in Atti: “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra.” (Atti 1:8) Il progetto di Gesù era quello di trasformare una massa di artigiani, contadini, pescatori, esattori corrotti, massaie, ex prostitute, in soldati d'un'armata di conquista... prima a Gerusalemme, poi nella regione (Giudea) poi in quella a fianco (Samaria) poi nel resto del mondo... E qui entra in gioco il “lockdown”. Vi siete fatti la domanda  “perché dovevano stare tutti assieme,  tutti nello stesso posto”? Leggiamolo perché: "Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov’essi erano seduti. Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.” (Atti 2:2-4) Avete capito perché dovevano essere tutti assieme? Lo Spirito Santo sino a quel momento non aveva mai agito sulla terra. E' una parte della Trinità, ha operato nella Creazione: Genesi dice:   “...lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.” (Genesi 1:2) ma non aveva ma agito  sino a quel momento negli uomini.  (E' un argomento controverso, ma questa è la mia opinione.) Le persone non avevano mai visto la manifestazione dello Spirito Santo in un uomo o in una donna: dovevano essere tutti lì  ciascuno per VEDERE l'altro. Dio poi ha aggiunto anche gli “effetti speciali” per quella prima volta, con le “fiammelle” che si dividono  e si posano sulla testa di ciascuno; non servivano na niente, se non a far vedere  ciò che è invisibile, ma che arde. Dovevano essere tutti lì, per sentire l'altro che a malapena parlava ebraico tirare giù tutta la 5° declinazione in latino: “Rēs, Rĕī, Rĕī, Rĕm, Rēs, Rē” “Giuà, ma che stai a dì?” “E che ne so Mattè? Me viene da parlà così!” Dovevano vedere, per credere che quello che Gesù aveva promesso era vero,  funzionava,  ed era incredibilmente potente! Quanti erano e chi erano? Quanti erano quel giorno? Tendenzialmente (anche perché in tutti i film la Pentecoste è stata ritratta così) saremmo portati a dire: 12, gli Apostoli.  Infatti Giuda era stato rimpiazzato da Mattia:” (Atti 1:26) Ma, se leggiamo bene, vedremo che erano molti di più: “Tutti questi (gli apostoli) perseveravano concordi nella preghiera, con le donne e con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di lui.” (Atti 1: 14) Per cui c'erano anche le donne: non sappiamo di preciso chi fossero, ma di sicuro comprendevano: le mogli, le sorelle convertire,  le donne che erano andate al sepolcro descritte in Luca 16:1 (Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salome). Ma in realtà erano molti di più: infatti, quando decisero che dovevano rimpiazzare Giuda, in Atti è scritto: “In quei giorni Pietro, alzatosi in mezzo ai fratelli (il numero delle persone riunite era di circa centoventi), disse...” (Atti 1:16) Tenete conto che, nella società ebraica, le donne non contavano nulla, e, pertanto, non venivano neppure contate come presenze in una folla: si contavano solo gli uomini. E' probabile che il giorno di Pentecoste nella “sala di sopra” ci fossero più di duecento persone, tutte appartenenti al popolo, alle caste più umili, scacciate, schifate...  Perché proprio quelli? E qui, arriviamo ad una seconda domanda: perché proprio quelli? Immagina che tu sia un imprenditore, e che voglia pubblicizzare il tuo nuovo prodotto: tra quali persone,  sceglieresti i tuoi “rappresentanti”? Posso anticiparti che cercheresti  persone con una cultura medio/alta, fedina penale integra, ben vestite, che parlino almeno un paio di lingue... non certo quelle riunite in quella sala a Gerusalemme. Ti sei chiesto, allora,  perché Gesù non ha scelto “quelli meglio”? Quelli istruiti, quelli sapienti, magari i sacerdoti o i governanti? Vediamo perché in Atti: “Quando avvenne quel suono, la folla si raccolse e fu confusa, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua.E si stupivano e si meravigliavano, dicendo: «Tutti questi che parlano non sono Galilei? Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natìa?” (Atti 2:6-8) All'epoca nelle scuole non si insegnavano le “lingue”; solo se tu eri di una famiglia ricchissima avevi la possibilità di pagare insegnanti che venivano a casa ad insegnarti un'altra lingua. La folla non si sarebbe stupita se dalla sala alta fossero scesi dieci nobili in vestiti damascati e avessero iniziato a parlargli nelle loro lingue. Ma vedere duecento e più “straccioni” parlare in tutte le lingue possibili, beh, doveva fare un certo effetto. E Pietro, ispirato dallo Spirito, era lì, pronto a spiegare alla folla cosa stesse succedendo: “...questo è quanto fu annunciato per mezzo del profeta Gioele:“Avverrà negli ultimi giorni”, dice Dio, “che io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. Anche sui miei servi e sulle mie serve, in quei giorni, spanderò il mio Spirito e profetizzeranno.” (Atti 2:16-18) Erano passati 53 giorni dalla crocifissione, da quando tutti i discepoli erano scappati, da quando Gesù era stato rinnegato da quel Pietro che ora lo proclamava come unico Salvatore... Voi ci avreste creduto che poteva accadere questo? “Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone.” (Atti 2:41) Cosa c'entra questo con me? A questo punto tu potresti dirmi: “Va bene, Marco, ma tutto questo, cosa c'entra con me? Cosa c'entra con noi? Cosa c'entra con i progetti personali e di chiesa del 2021?” Ti rileggo una frase che ho detto poco fa: Il progetto di Gesù era quello di trasformare una massa di artigiani, contadini, pescatori, esattori corrotti, massaie, ex prostitute, in soldati d'un'armata di conquista... Pensi che il progetto di Gesù sia cambiato? Pensi che, oramai, il compito di portare altri a Cristo spetti solo ai pastori, ai predicatori, agli anziani? Gente “adatta” ben vestita, che parla tre lingue a conosce l'etimologia, legge la bibbia in ebraico e in greco, che ha fatto la “scuola biblica”? “Poiché io, il Signore, non cambio...” (Malachia 3:6 a) “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno.” (Ebrei 13:8) Il piano, è rimasto il medesimo; gli attori, anche. Gesù come suoi rappresentanti non cerca professionisti, ma continua a cercare  artigiani, contadini pescatori, massaie, impiegati, liberi professionisti, dottori, disoccupati, pensionati, studenti, … tutti! Questo lockdown reale può essere il momento in cui tu accetti la sfida di diventare  non solo un/una credente “seduto/a” in chiesa o a casa davanti ad uno smartphone o un pc che segue il culto della sua chiesa virtuale, ma un soldato nell'armata di conquista di Cristo. Come fare? La base di tutto è: 1. Ricevi lo Spirito Santo Tutto parte da qui. Se non c'è questo, tutto il resto non funziona. Non vedrai più la fiammella sulla tua testa, non ti serve più di vedere “fisicamente” che lo Spirito Santo è in te, perché lo vedrai dall'effetto che ha sulla tua vita. E non devi neppure essere assieme ad altre 200 persone; perché puoi vedere l'effetto dello Spirito Santo nei tuoi fratelli e nelle tue sorelle in Cristo; basta che ti guardi attorno. Ma solo questo non basta a spiegare l'esplosione esponenziale della chiesa primitiva. Cos'altro c'era? “Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere...E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio...” (Atti 2:42,46) Mentre lo Spirito Santo lo puoi chiedere, ci sono altre cose che devi fare: 2. Leggi la Bibbia Atti dice:  "Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli".  Gli Apostoli insegnavano quello che Dio aveva scritto nell'Antico Testamento e quello che lo Spirito Santo gli metteva nel cuore, che forma il Nuovo Testamento. Sono la Bibbia. 3. Interessati agli altri credenti  Atti dice che  erano: "perseveranti... nella comunione fraterna".  Non erano “isole”, ma erano informati di come stavano gli altri fratelli e le altre sorelle, giovano assieme a loro,  piangevano assieme a loro,  aiutavano quando c'era bisogno. 4. Ricordati del sacrificio di Gesù Atti dice che  erano: " perseveranti ... nel rompere il pane". Ovvero ricordavano su base quotidiana il sacrificio di Gesù attraverso il pane e il vino. Più di una volta vi ho incoraggiato a farlo quando vi riunite assieme (quando sarà possibile) oppure durante lo studio del giovedì: non è una prerogativa del pastore. 5. Prega Atti dice che erano: "perseveranti ... nel pregare".  Più di una volta mi avete sentito dire: “tanta preghiera, tanta potenza, poca preghiera, poca potenza, niente preghiera, niente potenza. Tutto questo a pro di che? Perché dovresti fare tutto questo come piano per il 2021? Ti rispondo facendoti vedere il frutto di tutto quello che faceva la chiesa di Gerusalemme: “...lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva al loro numero ogni giorno quelli che venivano salvati.” (Atti 2:47) Il frutto di tutto questo: la comunità vedeva qiello che quest'armata di straccioni era capace di fare: amore, aiuto, supporto, amicizia... e tutti li lodavano! Ed il Signore (attenzione, non loro!) aggiungeva altri, perché vedeva che loro erano stati capaci di creare quella comunione fraterna, ed in virtù di quello, mandava le persone! Il frutto era, ed è, la conquista di anime per Cristo. “... e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra.” (Atti 1:8) Era, ed è, adempiere al Grande Mandato a cui il Signore ti ha chiamato quando lo hai accettato nella tua vita. Non prendere scuse, sono tutte attività che puoi fare, nonostante il lockdown; ma ti chiedo:  vuoi essere parte del progetto di Cristo? PreghiamoGUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIO GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOK GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM --- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Podcast sulle Sacre Scritture
La follia del grande mandato

Podcast sulle Sacre Scritture

Play Episode Listen Later May 10, 2020 20:31


Con il grande mandato Dio si apre alle nazioni abolendo un muro tramite la follia della morte del messia sulla croce. Photo by Soul devOcean on Unsplash

unsplash follia grande mandato
Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Cos'è amore secondo Cristo? 2° parte | 20 Ottobre 2019 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Jan 1, 2020


Gesù è venuto a liberati dai dolori del passato e a portare gioia nella tua vita. E a ristabilire il rapporto d'amore col Padre. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 8 min.Tempo di ascolto audio/visione video: 32 min. Abbiamo iniziato la scorsa settimana a parlare di quattro parole chiave che Gesù usa nei capitolo da 12 a 17 del Vangelo di Giovanni, perché ripetendole, rimangano come le cose “importanti” da prendere La parola più usata è “amore” (31 volte). Abbiamo elaborato la “nostra” definizione di amore e poi abbiamo cominciato a vedere quella di Gesù leggendo Giovanni 15: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi.  Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici.  Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando.  Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio.    Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.   Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.” (Giovanni 15:12-17) Gesù afferma che: L'amore è un ComandamentoI. Il vero amore è mettere l'altro per primoII. Il vero amore è servire l'altroIII. Il vero amore ci rende liberiVediamo oggi le altre quatto affermazioni di Gesù circa l'amore. 4° affermazione: ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio.   Quale è la differenza tra un servo e un amico? Che un servo è costretto a fare  ciò che gli chiedi, mentre un amico, se non gli va, non lo fa. Un servo obbedisce per vari motivi, per rispetto, per paura, per mantenere lo stipendio. Un amico agisce per un solo motivo, l'amore che nutre verso chi gli chiede quella cosa. Un amico non fa le cose “per obbligo”,  ma con gioia. Un amico ascolta e comprende prima di agire. Sapete qual'è il problema? Che molti, anche se credono in Gesù, non si comportano da amici, ma da servi. Non agiscono in base all'amore che hanno ma in base alla paura di essere puniti. Bisogna “ingraziarsi” Dio... perché altrimenti sono guai! Bisogna “stare scomodi” altrimenti Dio non mi gradisce. Bisogna “sacrificarsi” altrimenti non conta. E' da qui che nascono le “penitenze”, ovvero la necessità di auto-punirsi, per frenare l'imminente punizione di di Dio. Sapete cosa è questo? Questo è un “cilicio”. Sapete a cosa serve, come si usa? E' uno strumento fatti di metallo con terminali appuntiti che stretto intorno a una parte del corpo serve per “auto-infliggersi” una punizione. Nella Bibbia in realtà il “cilicio” era una un sacco o una pelle, un vestito umile, che alcuni portavano per umiliarsi davanti a Dio e invocare il suo perdono o il suo aiuto. Ma quello era il Dio dell'Antico Testamento prima del Nuovo Patto sottoscritto grazie a Gesù. Poi, nel Medio Evo, una parte della chiesa lo “modificò” e divenne quello che vedete... e cominciò ad usarlo... e alcuni lo usano ancora! Molti sembrano essere rimasti nell'Antico Testamento. Tu potresti chiedermi: “Perché”? Perché non hanno capito il Salmo 30: “Tu hai mutato il mio dolore in danza; hai sciolto il mio cilicio e mi hai rivestito di gioia,  perché io possa salmeggiare a te, senza mai tacere.” (Salmo 30:11-12a) Il Salmo 30 è stato intitolato da qualcuno: “Espressioni di lode per la liberazione”. Perché è stato inventato il cilicio? Perché c'è chi lo usa ancora? Perché non hanno compreso che Gesù ci chiama “amici”, che ci ha fatto conoscere il Padre, che ci ha liberato una volta... e PER SEMRE! Purtroppo molti credenti  continuano ad indossarlo ogni giorno; no, non parlo di quello di metallo, ma di un “cilicio mentale”. Per alcuni è il “cilicio del mio passato”. Molti continuano ad “auto-punirsi” per gli sbagli fatti nel passato; ho conosciuto donne  che continuavano ad auto-punirsi per un aborto fatto  quando non erano ancora credenti. O per un divorzio, o per altro vissuto prima di accettare Gesù. Altre volte è il “cilicio del mio rancore”. Qualcuno, o qualcosa, ci ha fatto profondamente male, e tutte le volte che ci ripensiamo continua a penetrare con le sue punte aguzze nella nostra carne. C'è qualche “cilicio mentale” nella tua vita? Se sei amico, se sei amica di Gesù e se, in qualche modo,  ti stai portando un peso, è ora di scioglierlo. Come ti sentiresti, se avessi vissuto con una di quelle cose di metallo e qualcuno fosse venuto a toglierlo e a buttarlo via per sempre così che non potrà mai più farti male? Io proverei gioia, sapendo che non proverò mai più quel dolore. Le mie giornate cambierebbero, non penserei più al male ad ogni passo, e agirei con più gioia nella mia vita. Gesù è venuto a sciogliere il tuo cilicio, è venuto a chiamarti “amico, amica”, per farti vivere nella gioia. IV. L'amore mi fa agire con gioia 5° affermazione: Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi Cosa significa questo? Siamo “predestinati”? Qualsiasi cosa facciamo,  bella o brutta, tanto di Gesù siamo? Non voglio assolutamente toccare qui  il tema della predestinazione, per secoli la chiesa si è divisa su questo. E penso che neppure Gesù volesse parlarne ai discepoli in quella ultima sera assieme. Perché dico questo? Guardate il contesto della frase; Gesù sta parlando di obbedienza  e di un comandamento da rispettare  per essere suoi amici. Qui siamo al capitolo 15, la volta scorsa abbiamo letto un brano del capitolo 13 dove Gesù lava i piedi ai discepoli. Aveva esplicitamente detto  che quello era un esempio e aveva concluso così: “Se sapete queste cose, siete beati se le fate.” (Giovanni 13:17) Gesù dice che saremo “beati” ovvero “felici”... ma dobbiamo scegliere di obbedire: “...se le fate”. Gesù “ci sceglie”, vede in noi le potenzialità di amarlo di seguirlo, di portare frutto... Ma, alla fine,  la decisione è nostra se obbedire o meno  al comandamento dell'amore, sta a noi comportarci  da “amico” di Gesù”: ."..se le fate” V. L'amore mi fa seguire Gesù 6°affermazione : e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga Perché ci ha scelti? Giovanni scrive le parole di Gesù usando due verbi in greco: “hypagō”, che significa sì andare... ma “andare”... partire... muoversi per andare lontano,  e “pherō”, che significa portare... ma portare qualcosa pesante, qualcosa che dei mettere tutte e due le braccia. Questa cosa la dirà ai discepoli  anche pochi minuti prima di tornare al Padre; “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,  insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. (Matteo 28:19-20) E' il “Grande Mandato”. Il fine è il “portare frutti” ovvero altri discepoli, altri come te e me che obbediscano al comandamento nuovo, quello dell'amore, così da togliere loro il cilicio che la vita gli ha imposto. Ma Gesù usa anche un altro verbo: “menō”,  qui è tradotto con “rimangano”. Sapete dove ha usato lo stesso verbo? Adesso ve lo mostro: “Dimorate in me, e io dimorerò in voi.” (Giovanni 15:4) Dimorare in Gesù, e “frutti che rimangano”. Di quale frutti sta parlando? Di frutti temporanei,  o stagionali,  o di frutti “perenni”? Gesù vuole frutti che che “dimorino in eterno” che non finiscano mai...Questo significa portare altri alla salvezza VI. L'amore porta altri alla salvezza 7° affermazione: affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.  C'è un premio a tutto questo? Gesù dice di si... e è anche bello grande. Mettere l'altro per primo, servire, ascoltare il Padre, portare altri alla salvezza, ci restituisce un rapporto intimo  col nostro Padre,  il quale ci esaudisce. Se tu sei genitore,  sai cosa significhi la gioia di dare ai tuoi figli quello che più desiderano. Ti ricordi i loro occhi estasiati quando aprivano il pacco a Natale, o al compleanno, e scoprivano che là dentro c'era proprio la cosa che desideravano tanto! E, se sei genitore, sai anche che gran dolore era non poterglielo dare quando erano stati assolutamente disobbedienti, quando ti avevano fatto arrabbiare, quando avevano fatto di testa loro. Tu avresti voluto... ma non potevi perché sai che non gli avrebbe fatto bene, non sarebbero cresciuti “dritti”, ma “storti”. Sai perché provi quei sentimenti? Perché te li ha messi dentro colui che ne è l'origine. Dio è questo tipo di amore, Dio vuole premiarti in maniera assolutamente sovrabbondante rispetto ai tuoi meriti... Basta che tu risponda al comandamento dell'amore. VII. L'amore mi rende gradito al Padre “Ma, allora, se “faccio del bene” posso avere questo rapporto col Padre? Se le faccio, come dice Gesù, sono apposto?” Ci sono tanti atei, c he hanno fatto cose stupende per gli uomini, spesso cose più grandi di persone che hanno dedicato la loro vita a Dio. Vorrei poterti rispondere di si... Ci sono tante persone stupende che vorrei ritrovare un giorno... ma purtroppo devo rispondere in un altro modo. “No. Non basta” Non puoi passare nella “stanza del Padre”  se prima non sei passato per la “porta Gesù”, hai camminato sulla Via di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” (Giovanni 14:6) L'amore è il traguardo, Gesù è la porta  e la via. Preghiamo. GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIO --- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Camminare come Gesù
10. Puntata Bonus GM-Grande Mandato 2019

Camminare come Gesù

Play Episode Listen Later Dec 8, 2019 17:23


Ragazzi ecco una puntata bonus! Durante GM2019 abbiamo chiesto ai partecipanti di intervenire in questa puntata per raccontare la loro esperienza durante l'uscita per le strade di Torino.

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Nei giorni futuri

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Play Episode Listen Later Mar 6, 2017 45:00


giorni grande mandato
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Il Grande Mandato

Chiesa Logos Audio

Play Episode Listen Later Oct 5, 2014 849465:50


grande mandato
Chiesa Logos Video
Il Grande Mandato

Chiesa Logos Video

Play Episode Listen Later Oct 5, 2014 849465:50


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