Podcasts about riconciliazione

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Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Mar 1] Commento: «Alzati, prendi la tua barella e cammina».

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Mar 31, 2025 2:15


“Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Perché le loro acque sgorgano dal santuario. L’acqua, sia come realtà essenziale alla vita, sia come desiderio di pienezza, è talmente importante da essere ritenuto dono di Dio, elemento di purificazione. L’acqua assume il suo pieno significato con la persona di Gesù. Se l’acqua indica il desiderio struggente che nasce dal bisogno di vita, Gesù è venuto a portare le acque vivificanti promesse dai profeti. La sua vita è scandita dal simbolo dell’acqua. Inizia la vita pubblica facendosi battezzare per indicare che ha voluto immergersi nella nostra realtà; cambia l’acqua in vino perché nella sua persona si realizzano le promesse di Dio; nel dialogo con la samaritana si presenta come acqua viva di sorgente che disseta la sete per sempre; infine dal suo costato crocifisso sgorgherà acqua e sangue, segni del battesimo e dell’eucaristia. Nel vangelo odierno ritorna il tema dell’acqua. Gesù si trova nella piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. L’attenzione di Gesù è attratta da un paralitico che da ben trentotto anni giaceva lì in attesa di una improbabile guarigione. Gesù gli dice: «Vuoi guarire?». L’umile dichiarazione della personale impotenza “un altro scende prima di me”, muove l’onnipotenza divina: Gesù gli disse: «Alzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. I segni e i miracoli dovrebbero essere alimento alla fede; i nemici del Signore, ciechi, invece ne traggono motivo di critica e di rimprovero; vigliaccamente se la prendono con il paralitico per colpire Gesù: «È un giorno di festa e non ti è lecito portare la tua barella». Nel tempio significativamente si conclude l’incontro «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». L’acqua che ci ha lavati nel Battesimo ora è irrorata dalla Riconciliazione.

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio
Domenica 30 marzo 2025 (IV DOMENICA DI QUARESIMA) - Ritornò in se!

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio

Play Episode Listen Later Mar 30, 2025 5:32


Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio
Sabato 22 marzo 2025 - Imparare a fare festa?!

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio

Play Episode Listen Later Mar 22, 2025 4:19


Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola:«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio
Venerdì 14 marzo 2025 - Vai Verso!

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio

Play Episode Listen Later Mar 14, 2025 3:45


Dal Vangelo secondo MatteoIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!».

Bibbia in Podcast
2 Samuele, Capitolo 14

Bibbia in Podcast

Play Episode Listen Later Feb 23, 2025 8:48


Ritorno di Absalom a Gerusalemme. Riconciliazione di Absalom col padre.

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio
Mercoledì 9 ottobre 2024 - Il perdono come parte migliore!

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio

Play Episode Listen Later Oct 9, 2024 2:56


Dal Vangelo secondo LucaGesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:Padre,sia santificato il tuo nome,venga il tuo regno;dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,e perdona a noi i nostri peccati,anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,e non abbandonarci alla tentazione».Commento di don Marco Giordy, sacerdote della Diocesi di MondovìPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba

Il Libro Più Letto @ ttb.twr.org/italiano
Un gesto di riconciliazione in un paese diviso

Il Libro Più Letto @ ttb.twr.org/italiano

Play Episode Listen Later Sep 30, 2024 18:39


il posto delle parole
Carlo Patriarca "La curva di sopravvivenza"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Apr 15, 2024 25:24


Carlo Patriarca"La curva di sopravvivenza"Neri Pozza Editorewww.neripozza.itCarlo Patriarca, medico che da sempre scrive romanzi, popola queste pagine di corpi che chiedono riparazione, di emozioni che chiedono riconoscimento, di figure che chiedono compassione e, sopra ogni cosa, salvezza.Vittorio S., professore di Storia in pensione e ipocondriaco di lungo corso, dopo reiterate prove generali di malattia, un giorno si trova a fronteggiare una vera diagnosi. Quella diagnosi, oltre a risospingerlo nella realtà, riallaccia i fili della vita di due giovani medici, il nipote Aldo e il suo amico di sempre, Bruno. Bruno, dall'indole riservata e riflessiva, è diventato anatomopatologo, mestiere che lo porta a confrontarsi in solitudine con malattie insidiose, spesso camuffate dietro false apparenze, com'è il caso del male di Vittorio. Aldo, invece, chirurgo carismatico dal robusto autocontrollo, dopo tanti successi si trova inaspettatamente a convivere col sapore amaro dell'errore, ossessionato dal perfezionismo tradito. Le vicende dei due amici si snodano lungo trent'anni di amori, rimpianti, ricordi, colpe, inganni, ambizioni e brucianti invidie, fino alla linea d'ombra della maturità. Peripezie umane e professionali in cui non mancano eroiche ascese in bicicletta, discese rompicollo sugli sci, fughe dalle fiamme e voli prometeici in compagnia di un fegato da trapiantare. Ma la sfida più dura è quella che vede Aldo in battaglia contro un nemico esterno, questa volta, incarnato in un medico in malafede, alle cui terapie viene sottoposta anche Margherita, l'unica donna che lui abbia amato davvero. Ma se un male reale guarisce lo zio Vittorio consentendogli di riconciliarsi col fratello perduto, per Aldo e Bruno, invece, la vita è una colluttazione quotidiana con la malattia, da cui non è mai concesso distogliere lo sguardo.Carlo Patriarca (Sondrio, 1960) vive a Milano. È medico e dirige un reparto di Anatomia Patologica. Il campo di battaglia è il cuore degli uomini è il suo primo romanzo. Ha pubblicato anche La Sfida (BEAT) e Shock (Neri Pozza).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Tempo dello spirito
Mandela: la forza del perdono e della riconciliazione

Tempo dello spirito

Play Episode Listen Later Feb 11, 2024 18:52


- Che cosa significa ritornare a Dio? Ne parla il pastore riformato Giuseppe La Torre, nella meditazione biblica ispirata ad un passo del profeta Geremia. “Così come gli animali sanno riconoscere il tempo adatto per ritornare al nido – spiega il pastore La Torre –anche noi dovremmo riconoscere che è giunto il tempo per ritornare alla fede in Dio”.- L'11 febbraio del 1990 Nelson Mandela veniva scarcerato, dopo avere trascorso ben 27 anni in prigione, nel Sudafrica sottoposto al regime razzista dell'apartheid. Tornato in libertà, il leader sudafricano – che nel 1994 diventerà presidente del suo paese – parlò subito di perdono e riconciliazione. E negli anni che seguirono si impegnò nel processo di necessaria cura delle ferite provocate da decenni di regime segregazionista. Parliamo del Sudafrica, di Mandela e del processo di perdono e riconciliazione insieme al teologo protestante italiano Paolo Ricca.

Il Nostro Pane Quotidiano
Ministri di riconciliazione - 18 gennaio 2024

Il Nostro Pane Quotidiano

Play Episode Listen Later Jan 18, 2024 3:33


… mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo…Romani 5:10

Bamboo Podcast con Alessandro Candusso
87 Perdonare in 3 semplici passi

Bamboo Podcast con Alessandro Candusso

Play Episode Listen Later Nov 12, 2023 17:59


Sono sicuro che provi ancora rancore nei confronti di qualcuno!Questo rancore ti sta aiutando?Cosa significa davvero perdonare?Se vuoi scoprire la risposta a queste domande, questo episodio fa al caso tuo.Buon ascoltoRisorse: Lista 101 desideri https://www.youtube.com/watch?v=oW1EkLxzNu0Tesi https://webthesis.biblio.polito.it/13445/Entra in contatto con me:https://linktr.ee/alessandrocandussocoachDisclaimer: consigli forniti senza garanzia. Questi NON sono consigli medici. Ascoltando e applicando i consigli che trovi all'interno di questo episodio, ti assumi il 100% della responsabilità sulle conseguenze

Ultim'ora
Arte e scienza, prove di riconciliazione con l'opera "150-93 VIII"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Jul 5, 2023 2:45


Un prisma ottagonale che di giorno assorbe il sole e di notte crea l'effetto dell'aurora boreale, in un dialogo senza tempo tra luci e ombre. E' "150-93 VIII", l'installazione site-specific di Edoardo Dionea Cicconi, posizionata al centro del Cortile Maqueda di Palazzo Reale, a Palermo. xm3/col/fsc/gsl

Ultim'ora
Arte e scienza, prove di riconciliazione con l'opera "150-93 VIII"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Jul 5, 2023 2:45


Un prisma ottagonale che di giorno assorbe il sole e di notte crea l'effetto dell'aurora boreale, in un dialogo senza tempo tra luci e ombre. E' "150-93 VIII", l'installazione site-specific di Edoardo Dionea Cicconi, posizionata al centro del Cortile Maqueda di Palazzo Reale, a Palermo. xm3/col/fsc/gsl

Ultim'ora
Arte e scienza, prove di riconciliazione con l'opera "150-93 VIII"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Jul 5, 2023 2:45


Un prisma ottagonale che di giorno assorbe il sole e di notte crea l'effetto dell'aurora boreale, in un dialogo senza tempo tra luci e ombre. E' "150-93 VIII", l'installazione site-specific di Edoardo Dionea Cicconi, posizionata al centro del Cortile Maqueda di Palazzo Reale, a Palermo. xm3/col/fsc/gsl

Ultimi Fuochi
Ambizione e riconciliazione: le notti di Palladino e Criscito

Ultimi Fuochi

Play Episode Listen Later May 20, 2023 8:15


La storia di oggi è quella di un colpo di mercato irrilevante, che però ha cambiato la stagione del Monza e la vita di Palladino. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Una “rieducazione” che ci fa orrore | 23/02/2023 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Feb 23, 2023 2:24


A cura di Ferruccio Bovio Ricerche condotte via radar hanno rivelato, nei pressi di una ex scuola residenziale cattolica canadese della Columbia britannica, la presenza di diciassette fosse comuni che potrebbero contenere i corpi di 751 bambini appartenenti alle comunità indigene. Ricordiamo, con orrore e vergogna, il fatto che, dalla fine dell'Ottocento sino – cosa veramente incredibile – ai più recenti Anni 70, oltre 150mila bambini nativi furono costretti a frequentare le scuole cristiane finanziate dallo Stato, nel disumano tentativo di isolarli dall'influenza delle loro famiglie e delle loro tradizioni, al fine di cristianizzarli e di assimilarli così in quella cultura dominante che i governi canadesi dell'epoca consideravano superiore. Non sappiamo, con esattezza, quanti piccoli sventurati morirono in quel tipo di istituzioni scolastiche: una Commissione costituita dal governo di Ottawa “per la Verità e la Riconciliazione” ha appurato che in quei collegi di rieducazione (che, forse, però sarebbe meglio definire “lager”), erano molto frequenti le epidemie di tubercolosi, parotite, morbillo, varicella ed altre malattie virali che causavano ripetutamente i decessi di tanti fanciulli e giovinetti. Tuttavia, molti sopravvissuti hanno anche raccontano di terribili violenze ed abusi subiti. Le stesse istituzioni canadesi in tempi più recenti, hanno, infatti, riconosciuto che spesso era sufficiente che i bambini si esprimessero nella loro lingua madre per venire picchiati a sangue dai loro “maestri aguzzini”. E stiamo parlando di un marchio di infamia che riguarda, purtroppo, anche la Chiesa Cattolica e quelle protestanti: non a caso, lo stesso Papa Bergoglio, ben consapevole della assoluta gravità del problema, nello scorso mese di aprile si è recato personalmente in Canada proprio per chiedere scusa ai rappresentanti delle comunità indigene. Comunque, quello di ieri è solo l'ultimo agghiacciante ritrovamento di una serie che ci appare imperdonabilmente troppo lunga, poichè parecchie altre fosse comuni - analoghe a quella di cui vi stiamo dando notizia - sono, infatti, state rinvenute in prossimità di diverse altre scuole. Ed a questo proposito, il Missing Children Project canadese da anni è impegnato in molteplici iniziative che puntano a realizzare un censimento chiaro e credibile dei luoghi di sepoltura: e, fino a oggi, ha censito non meno di 4100 bambini che, in quei centri di terrore, persero la loro vita.

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Una “rieducazione” che ci fa orrore | 23/02/2023 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Feb 23, 2023 2:24


A cura di Ferruccio Bovio Ricerche condotte via radar hanno rivelato, nei pressi di una ex scuola residenziale cattolica canadese della Columbia britannica, la presenza di diciassette fosse comuni che potrebbero contenere i corpi di 751 bambini appartenenti alle comunità indigene. Ricordiamo, con orrore e vergogna, il fatto che, dalla fine dell'Ottocento sino – cosa veramente incredibile – ai più recenti Anni 70, oltre 150mila bambini nativi furono costretti a frequentare le scuole cristiane finanziate dallo Stato, nel disumano tentativo di isolarli dall'influenza delle loro famiglie e delle loro tradizioni, al fine di cristianizzarli e di assimilarli così in quella cultura dominante che i governi canadesi dell'epoca consideravano superiore. Non sappiamo, con esattezza, quanti piccoli sventurati morirono in quel tipo di istituzioni scolastiche: una Commissione costituita dal governo di Ottawa “per la Verità e la Riconciliazione” ha appurato che in quei collegi di rieducazione (che, forse, però sarebbe meglio definire “lager”), erano molto frequenti le epidemie di tubercolosi, parotite, morbillo, varicella ed altre malattie virali che causavano ripetutamente i decessi di tanti fanciulli e giovinetti. Tuttavia, molti sopravvissuti hanno anche raccontano di terribili violenze ed abusi subiti. Le stesse istituzioni canadesi in tempi più recenti, hanno, infatti, riconosciuto che spesso era sufficiente che i bambini si esprimessero nella loro lingua madre per venire picchiati a sangue dai loro “maestri aguzzini”. E stiamo parlando di un marchio di infamia che riguarda, purtroppo, anche la Chiesa Cattolica e quelle protestanti: non a caso, lo stesso Papa Bergoglio, ben consapevole della assoluta gravità del problema, nello scorso mese di aprile si è recato personalmente in Canada proprio per chiedere scusa ai rappresentanti delle comunità indigene. Comunque, quello di ieri è solo l'ultimo agghiacciante ritrovamento di una serie che ci appare imperdonabilmente troppo lunga, poichè parecchie altre fosse comuni - analoghe a quella di cui vi stiamo dando notizia - sono, infatti, state rinvenute in prossimità di diverse altre scuole. Ed a questo proposito, il Missing Children Project canadese da anni è impegnato in molteplici iniziative che puntano a realizzare un censimento chiaro e credibile dei luoghi di sepoltura: e, fino a oggi, ha censito non meno di 4100 bambini che, in quei centri di terrore, persero la loro vita.

Hopera Podcast - Roma
L'Amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione | Giovanni Traettino | Hopera

Hopera Podcast - Roma

Play Episode Listen Later Jan 31, 2023 30:30


“In Cristo” siamo riconciliati con Dio. Egli ha messo la Parola della Riconciliazione nei nostri cuori perché radicati e fondati in essa, noi possiamo ricevere da lui “la linfa” necessaria per essere e diventare ministri e servi di riconciliazione. Testi: 2Cor5:19 Predicatore: Giovanni Traettino

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
La chiesa: ai vostri posti, pronti, via - Terza parte 3: Via!... Ovvero andare oltre | 16 Ottobre 2022 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Oct 16, 2022


La chiesa è chiamata ad andare oltre il riunirsi in un luogo la domenica. La chiesa non è mai un qualcosa di statico, ma cambia nel tempo, con lo scopo di adempiere al Grande Mandato di Gesù. Ed ogni cambiamento non è una "malattia" da curare, ma una opportunità da cogliere... per essere più efficaci nel testimoniare di Cristo al mondo.---Predicatrice: Jean GuestCLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 9 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 30 minutiNel romanzo “1984” di George Orwell, la stanza delle torture è denominata Stanza 101 e nel Regno Unito l'abbiamo trasformata in un programma televisivo umoristico in cui personaggi famosi dicono le tre cose che li torturano e che meritano di entrare in una immaginaria Stanza 101. Due cose che io metterei hanno a che fare con l'uso che alcuni cristiani fanno della nostra fede: la prima è quella delle canzoni d'azione (non ho bisogno di fare questo per sapere che il mio Dio è grande, forte e potente) e la seconda è quella di trasformare le Scritture in simpatici poster.Non voglio offendere nessuno se queste due cose sono di vostro gusto, a ciascuno il suo, ma se volete sapere perché ne sono contro, è perché rendono banale e sentimentale proprio ciò che amo del mio Dio e della mia fede: nessuno dei due si sottrae dal vedere le cose come sono realmente ed entrambi sono felici di sporcarsi le mani. La vita è disordinata, le persone sono disordinate e noi abbiamo un Dio che ha lasciato il Cielo per camminare in mezzo al disordine, affinché un giorno potessimo avere a pieno la sua nuova creazione. Forse ricorderete che qualche settimana fa ho detto che la chiesa dovrebbe essere il luogo più sicuro sulla Terra; ma dovrebbe anche essere il luogo più convincente sulla Terra dove si vive il Vangelo. Dove si affronta la confusione. Ne abbiamo un esempio in Filemone:“...ti prego per mio figlio che ho generato mentre ero in catene, per Onesimo, un tempo inutile a te, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui, che amo come il mio cuore. Avrei voluto tenerlo con me, perché in vece tua mi servisse nelle catene che porto a motivo del vangelo;  ma non ho voluto fare nulla senza il tuo consenso, perché la tua buona azione non fosse forzata, ma volontaria.  Forse proprio per questo egli è stato lontano da te per un po' di tempo, perché tu lo riavessi per sempre;  non più come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello caro specialmente a me, ma ora molto più a te, sia sul piano umano sia nel Signore! Se dunque tu mi consideri in comunione con te, accoglilo come me stesso. Se ti ha fatto qualche torto o ti deve qualcosa, addebitalo a me. IO PAOLO, LO SCRIVO DI MIA PROPRIA MANO: PAGHERO' IO.”  (Filemone:10-19 a)Ecco i retroscena: Onesimo (che significa Utile) era uno schiavo di Filemone. La nuova chiesa di Colosse si riuniva nella casa di Filemone dove, come abbiamo visto la volta scorsa, si dedicava all'insegnamento e all'apprendimento, al culto, alla preghiera e alla Cena del Signore. È molto probabile che Onesimo abbia ascoltato tutto questo e che sia diventato un credente. Quello che sappiamo per certo è che fa qualcosa di molto sbagliato e scappa ( scappa da Paolo che è in prigione a Efeso). Il significato è che Onesimo sta rubando qualche cosa a Filemone, perché Paolo dice che ripagherà Filemone per intero. È qui a Efeso che Onesimo diventa sicuramente un credente e, all'altezza del suo nome, si rende utile a Paolo che lo vede come un figlio. Qui il discorso si fa interessante: Onesimo, in quanto schiavo fuggito, avrà una taglia sulla testa e Colosse sarebbe un posto pericoloso dove essere rimandato. Ma Paolo fa questo: lo rimanda da Filemone come portatore della sua lettera in cui chiede a Filemone di fare l'impensabile e di riaccettare Onesimo nella sua famiglia. E non solo, ma di accettarlo come fratello; Paolo non gli dice di liberarlo, ma di riconciliarsi con lui. Come dice NT Wright, "...è il nuovo ordine mondiale del Vangelo, come sperimentato dalla Chiesa". Quando ci riuniamo come Chiesa, siamo la casa della riconciliazione. Riconciliazione tra le persone, ma soprattutto tra Dio e le persone. “...e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così. Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, [tutte le cose] sono diventate nuove.  E tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé per mezzo di [Gesù] Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione.” (2 Corinzi 5:16b-18)È per questo che siamo stati salvati, per far conoscere il messaggio della riconciliazione. Lo ha detto il grande arcivescovo Desmond Tutu:“L'atto di riconciliazione è la grazia con cui permettiamo all'altra persona di rialzarsi, e di rialzarsi con dignità, per ricominciare. Nell'atto di perdono dichiariamo la nostra fede nel futuro di una relazione e nella capacità del malfattore di cambiare.”  Desmond Tutu - Arcivescovo città del Capo - Sud AfricaIl nostro messaggio è che puoi essere perdonato, redento, restaurato e riconciliato, indipendentemente da ciò che hai fatto o pensi di essere, e noi, la Chiesa, siamo qui per accoglierti nella famiglia, proprio come Filemone e Onesimo. Ma non possiamo farlo seduti qui, lo facciamo là fuori.La missione di Dio comporta sempre il mandare e il servire. Prima il mandare. Lo conosciamo come il Grande Mandato, con l'enfasi di solito sulla parola “Andate!”,  punto esclamativo. Ma mi piace il modo in cui la traduzione The Message in inglese della Bibbia lo traduce. Mi piace perché troppo spesso interpretiamo l "Andate" come un andare il più lontano possibile, ma qui è “Uscite!” e tutti noi ne siamo capaci. “Gesù, imperterrito, andò avanti e diede il suo incarico: "Dio mi ha dato autorità e comandato di mandarvi: uscite dunque e ammaestrate tutti quelli che incontrate, lontani e vicini, su questo modo di vivere, segnandoli con il battesimo nel triplice nome: Padre, Figlio e Spirito Santo. Poi istruiteli nel praticare tutto ciò che vi ho comandato. Sarò con voi mentre fate questo, giorno dopo giorno, sino alla fine dei tempi". (Matteo 28,18-20  - trad. The Message)Mi piace anche perché, messa in questi termini, la chiesa sembra più un movimento che una religione, e questo è esattamente ciò che la chiesa primitiva era: un catalizzatore per il cambiamento sociale e per la salvezza. Nel suo libro Dominion, lo storico Tom Holland parla così dell'effetto del cristianesimo:“Un Dio sofferente su una croce è stata la bomba che ha fatto esplodere l'ordine mondiale Greco-Romano. Il cristianesimo come storia del potere speso volontariamente a favore dei vulnerabili; della forza impiegata per proteggere i deboli. La storia del forte che sceglie di fare la vittima per conto degli oppressi, per risparmiare loro l'ignominia e la vergogna... è la storia di come il dominio sacrificale di Cristo, mediato attraverso il dominio sacrificale della Chiesa, ha liberato e sta liberando il mondo occidentale.” (Tom Holland – Dominion: come il cristianesimo ha modellato l'Occidente)Come dice il pastore americano Rich Villodas, "...a molti non importa nulla della nostra buona notizia se non è anche una buona notizia che porta a un mondo migliore e più giusto". I movimenti cambiano il mondo, le funzioni religiose complessivamente no. Quindi forse è arrivato il momento di pensare a come ci organizziamo, a come ci incontriamo e a dove ci incontriamo. Il nostro "andare" ha forse bisogno di essere rivitalizzato.Ma da chi andiamo? In due parole: dagli smarriti. Mi è stato recentemente ricordato (anche se ho predicato su questo tema solo poche settimane fa) che questo è il linguaggio di Gesù ed è pieno di compassione; gli smarriti non sono persone in difetto, ma coloro che cercano di tornare a casa. E come possiamo andare? Quando a Gesù è stato chiesto quale fosse il comandamento più grande, ha dato la risposta attesa di "amare Dio con tutto il cuore, la mente, l'anima e la forza", ma poi ha aggiunto un altro "e ama il tuo prossimo". L'amore per Dio si accompagna a un mandato missionario: andiamo a servire con amore e, per Gesù, non si può fare l'uno senza l'altro.Questo mi riporta a ciò che abbiamo analizzato qualche settimana fa, ovvero a come la Chiesa primitiva rispondesse ai bisogni che la circondavano e a ricordarvi che viviamo nel bel mezzo di un'epidemia di solitudine. Se mettiamo insieme queste due cose, forse vediamo dove si trova la nostra opportunità di amare, servire e condividere. Come possiamo essere ansiosi di andare avanti mentre ignoriamo il campo di missione alle porte?Vi fornisco alcuni esempi da considerare. Negli Stati Uniti esiste un movimento di chiese chiamato Dinner Church: “Chiesa della Cena”. È nato a Seattle, quando un pastore, sconcertato per la diminuzione della sua congregazione, ha fatto una passeggiata di preghiera intorno alla sua chiesa ed è rimasto sorpreso nel sentire Dio dirgli di abbandonare l'edificio della chiesa e di iniziare a dare da mangiare ai senzatetto e ai bisognosi. Dieci anni dopo ci sono Chiese della Cena in tutti gli Stati dove le persone vengono per un pasto gratuito, fanno amicizia, possono chiedere preghiera e ascoltare un brevissimo messaggio su Gesù. Non è che Dio voleva che la chiesa chiudesse, ma  voleva immaginarla in un modo diverso e riaprirla.La chiesa da cui provengo nel Regno Unito fa qualcosa di simile ogni primo giovedì del mese: offre un pranzo leggero a base di zuppa e pane e, dato che sono inglesi, una tazza di tè; inoltre c'è un breve messaggio e la possibilità di chiedere una preghiera. Quando vivevo a Londra, facevo parte di un gruppo di diverse chiese e denominazioni che offrivano colazioni per le persone che stavano andando al lavoro; era un'occasione per iniziare bene la giornata e sapere che qualcuno pensava a te e pregava per te mentre andavi a una riunione difficile o affrontavi un capo difficile. Tutti e tre questi esempi riguardano la fornitura di un servizio, e la rottura della solitudine e la condivisione della vita e dell'amore di Gesù.Non so cosa si adatterebbe a un contesto italiano, non so con certezza se questo è ciò che Dio sta chiamando a fare questo gruppo di credenti, ma credo che ci siano una serie di cose che la nostra chiesa deve considerare alla luce delle nostre circostanze e di questo insegnamento. Vorrei suggerire umilmente che il cambiamento non significa che Dio ci abbia abbandonato o che ciò che è stato in passato debba essere considerato un fallimento; c'è una stagione per ogni cosa e dobbiamo accettarlo, come ci dice l'Ecclesiaste 3:1.In secondo luogo, la chiesa, qualsiasi chiesa, può essere ugualmente potente ed efficace indipendentemente dal luogo in cui si riunisce, perché è il dedicarsi all'adorazione, alla preghiera e all'apprendimento che ci rende efficaci, e i numeri non contano. "Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro." (Matteo 18:20)Essere chiesa riguarda il modo in cui viviamo, il modo in cui preghiamo e il modo in cui condividiamo la nostra vita usando i doni che Dio ci ha dato.“La fine di tutte le cose è vicina; siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera. Soprattutto, abbiate amore intenso gli uni per gli altri, perché l'amore copre una gran quantità di peccati. Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare. Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri. Se uno parla, lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.” (1 Pietro 4:7-11)Amen. GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL  VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD

Fede Pericolosa
12/21 - QUI SI FA SUL SERIO, Perdono e riconciliazione

Fede Pericolosa

Play Episode Listen Later Sep 23, 2022 4:23


"E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione" - 2 Corinzi 5:18, 19 Prodotto da Porte Aperte Voce Simone Morabito

Tempo dello spirito
Verso la riconciliazione e l'unità

Tempo dello spirito

Play Episode Listen Later Sep 11, 2022 25:11


BASTA BUGIE - Omelie
Omelia Corpus Domini - Anno C (Lc 9,11-17)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Jun 14, 2022 5:45


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6951OMELIA CORPUS DOMINI - ANNO C (Lc 9,11-17)Oggi celebriamo la solennità del Corpo e Sangue di Cristo. È dunque la festa dell'Eucaristia. L'Eucaristia è il dono per eccellenza, poiché è Gesù stesso che si dona a noi nelle sembianze di un po' di pane e di un po' di vino.Le letture di oggi ci aiutano a comprendere, per quanto è possibile, la grandezza di questo dono. La prima lettura ricorda la più antica figura di Cristo Sacerdote: Melchisedek, re di Salem e sacerdote del Dio Altissimo che, in ringraziamento a Dio per la vittoria ottenuta da Abramo, offre un sacrificio di "pane e vino". Questo sacrificio fatto a Dio del pane e del vino simboleggia il sacrificio dell'Eucaristia. E Melchisedek, questo misterioso personaggio di cui l'Antico Testamento non ci dà alcuna indicazione, è una prefigurazione, ovvero una anticipazione profetica, di Gesù Cristo vero Sacerdote che congiunge la terra al Cielo. Il Salmo responsoriale dice di Lui: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek».La seconda lettura ci presenta l'Istituzione dell'Eucaristia. San Paolo, scrivendo ai Corinzi, riporta il racconto dell'Ultima Cena di Gesù con i suoi Apostoli. Durante l'Ultima Cena avvenne il più grande miracolo, miracolo che si perpetua ad ogni celebrazione della Santa Messa: il pane muta di sostanza e diventa il Corpo di Cristo, e così pure il vino che si trasforma nel Sangue Preziosissimo del Redentore.L'Eucaristia che Gesù stringeva tra le sue mani durante l'Ultima Cena è lo stesso suo Corpo che a distanza di pochi giorni è stato immolato sulla Croce, ed è lo stesso Corpo che, ogni volta, riceviamo alla Comunione. Durante l'Ultima Cena, dunque, Gesù anticipò il Sacrificio che compì sul Calvario e disse agli Apostoli: «Fate questo in memoria di me» (1Cor 11,25). Fin dal suo sorgere, la Chiesa ha sempre obbedito a questo comando del Signore, celebrando la Messa ogni giorno. Non si tratta di un semplice ricordo di un avvenimento passato, in quanto l'Eucaristia rende presente, in modo sacramentale, lo stesso Sacrificio del Calvario.Anche il Vangelo di oggi parla dell'Eucaristia, di cui il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci è anch'esso un'anticipazione profetica. Gesù prende i pani, eleva gli occhi al cielo, li benedice, li spezza e li distribuisce. Tutti questi gesti saranno poi ripetuti durante l'Ultima Cena. Per compiere il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù si servì dell'aiuto dei suoi Apostoli; per compiere invece il Miracolo Eucaristico, Gesù si avvale dei suoi sacerdoti, i quali sono come i suoi tesorieri.Il Vangelo dice che «tutti mangiarono a sazietà» (Lc 9,17). L'Eucaristia, soltanto l'Eucaristia, può saziare ogni nostro desiderio. Tutto il resto, anche le ricchezze e i beni di questo mondo, ci lasceranno sempre vuoti e insoddisfatti.Come proposito pratico, impegniamoci a partecipare con più amore all'Eucaristia domenicale e a ricevere spesso la Comunione. Ricordiamoci però che, per ricevere la Comunione, bisogna essere in grazia di Dio. Quindi, se uno è consapevole di essere in peccato mortale, deve prima confessarsi. In questi nostri tempi spesso si è pensato che questa norma fosse ormai decaduta, come qualcosa di superato. La Chiesa, invece, continua a ribadirla. L'ultimo Catechismo così riporta: «Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il Sacramento della Riconciliazione, prima di accedere alla Comunione» (CCC, n. 1385). Ciò significa che, per quanto grande possa essere il nostro pentimento, se si è in peccato mortale, bisogna prima confessarsi dal sacerdote. Anche il papa Giovanni Paolo II, in una sua lettera Enciclica, ha ripetuto questo insegnamento, dichiarando: «Desidero quindi ribadire che vige e vigerà sempre nella Chiesa la norma [...] che, al fine di una degna ricezione dell'Eucaristia, si deve premettere la confessione dei peccati, quando uno è conscio di peccato mortale».

SBS Italian - SBS in Italiano
Reconciliation Week, al via oggi la settimana dedicata alla riconciliazione con i popoli indigeni

SBS Italian - SBS in Italiano

Play Episode Listen Later May 27, 2022 9:51


Comincia oggi la National Reconciliation Week, la settimana che ha lo scopo di celebrare la storia e la cultura indigena in Australia e favorire discussioni e attività sulla riconciliazione.

Scuola di preghiera
Omelia 20220424 (II Pasqua C Divina Misericordia)

Scuola di preghiera

Play Episode Listen Later Apr 24, 2022 21:19


- Gesù lega il perdono dei peccati alla fraternità: perché? - Nella vita in Cristo non esiste nulla di ‘privato'. - Anche il sacramento della Riconciliazione ce lo mostra. - Tommaso non poteva toccare le ferite del corpo risorto di Cristo perché non era con gli altri discepoli, cioè non era con loro uno spirito e un corpo in Cristo Gesù. (Gv 20, 19-31)

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio
Domenica 27 Marzo (IV di QUARESIMA) - Farsi Figlio!

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio

Play Episode Listen Later Mar 27, 2022 4:44


Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».Commento di don Marco, sacerdote della Diocesi di MondovìPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia IV Dom. di Quar. - Anno C (Lc 15,1-3.11-32)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Mar 22, 2022 5:08


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6837OMELIA IV DOM. DI QUAR. - ANNO C (Lc 15,1-3.11-32)La parabola del figliuol prodigo è una delle più belle pagine della Sacra Scrittura, che ci parla della Misericordia di Dio per noi peccatori. Il padre è Dio e il figlio è l'uomo. Per quanto grande possa essere il peccato dell'uomo, molto più grande, infinitamente più grande, è la Misericordia di Dio. Giuda ha commesso due peccati molto grandi: il primo è stato quello di tradire il Signore; il secondo quello di disperarsi, di non credere alla Misericordia di Dio. Di certo, molto più grande è stato il peccato di disperazione. Se avesse confidato in Dio, nella sua Bontà, e avesse chiesto perdono, certamente Dio lo avrebbe perdonato.Un giorno san Luigi Orione fu invitato in una parrocchia a predicare. Il tema della predicazione era quello della Misericordia di Dio. Volendo dare un esempio della Bontà di Dio, sempre pronto al perdono, ad un certo punto gli venne in mente di dire che, se anche uno avesse ucciso la propria madre mettendo del veleno nel piatto dove mangiava, se veramente pentito di questo enorme peccato, Dio lo perdonerebbe. Al termine della funzione, lasciò quella parrocchia e andò alla stazione ferroviaria per tornarsene a casa. Alla stazione fu raggiunto da una persona sconvolta. Quell'uomo gli disse: «Lei, padre, certamente mi conosce!». «No – rispose –, non l'ho mai vista!». «Eppure lei mi deve conoscere – continuò l'uomo – perché ha parlato proprio di me nella predica: io sono quell'uomo che ha avvelenato la propria madre. Ma veramente Dio mi può perdonare?». L'uomo spiegò che vent'anni prima aveva compiuto quell'orribile peccato e che dopo si era amaramente pentito, ma non credeva di poter essere perdonato. Aveva trascorso vent'anni di disperazione, ma finalmente quel giorno scoprì, come il figliuol prodigo, l'immensa Misericordia di Dio. Si confessò, lì alla stazione, da san Luigi Orione, e ritrovò finalmente la pace.Nel brano del Vangelo che abbiamo letto ci sono dei particolari da cui possiamo ricavare dei preziosi insegnamenti.Lontano da casa e sperperati tutti i suoi averi, il figliuol prodigo fu costretto «a pascolare i porci» (Lc 15,15). Desiderava sfamarsi con le carrube, ma nessuno gliene dava. Il peccato ci priva del bene più grande che è la grazia di Dio e noi diventiamo le creature più miserabili. Inoltre, il peccato, a volte, porta anche alla miseria materiale. Dove c'è miseria, sovente ci sono dei peccati alla base, propri o altrui. La povertà è una virtù evangelica; la miseria è una piaga da combattere e si combatte eliminando prima di tutto i peccati, in modo particolare la bestemmia, le profanazioni delle feste e i peccati contro la vita.Allora il figliuol prodigo rientrò in se stesso e disse: «Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio» (Lc 15,18). Dio visita i nostri cuori con i rimorsi di coscienza: dobbiamo essere solleciti a levarci, a rialzarci dopo la caduta, ad andarci subito a confessare. Se brutto è il peccato, più brutto è lo scoraggiamento che ci impedisce di tornare a Dio.«Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò» (Lc 15,20). La Misericordia di Dio ci insegue fino al letto di morte e aspetta il momento del nostro pentimento. La sua grazia previene e accompagna sempre il nostro ritorno a Lui.Una volta tornato a casa il figlio, il padre disse ai servi: «Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi» (Lc 15,22). Non è il padre a rivestire il figlio, ma sono i servi. E così Dio si serve dei suoi servi, dei sacerdoti, per rivestire i peccatori, per ridare loro la veste nuova della grazia. Ecco dunque la Confessione. Dio ci perdona subito dopo il nostro pentimento, ma dobbiamo andare dal sacerdote per essere rivestiti, per essere assolti con il sacramento della Riconciliazione, e solo dopo aver fatto questo possiamo prendere parte al banchetto dell'Eucaristia.Il testo del Vangelo continua dicendo che il figlio maggiore, udite la musica e le danze, «si indignò, e non voleva entrare» (Lc 15,28). È questo un peccato di invidia, un peccato contro lo Spirito Santo. Quante volte anche noi, senza pensarci, invidiamo la grazia altrui e ci rattristiamo per i benefici che Dio largisce al nostro prossimo. Se grande è stato il peccato del figliuol prodigo, ancor più grande è stato il peccato del figlio maggiore.

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio
Sabato 12 marzo 2022 - Facciamo la Rivoluzione!!

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio

Play Episode Listen Later Mar 12, 2022 2:22


Dal Vangelo secondo MatteoIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».Commento di don Paolino, sacerdote della Diocesi di CuneoPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba

Podcast di Giacinto Butindaro
La riconciliazione finale di tutte le cose è una dottrina di demoni

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Feb 3, 2022 60:26


La riconciliazione finale di tutte le cose è una dottrina di demoni

Calendario Parole di Vita 2022
RICONCILIAZIONE FRATERNA • 04 Gennaio 2022

Calendario Parole di Vita 2022

Play Episode Listen Later Jan 3, 2022 1:35


Meditazione dal Calendario Parole di Vita 2022.Lascia lì la tua offerta davanti all'altare, e va' prima a riconciliarti con tuo fratello.(Matteo 5:24)

Ecovicentino.it - AudioNotizie
Addio a Desmond Tutu, premio Nobel per la pace e simbolo della lotta all'apartheid

Ecovicentino.it - AudioNotizie

Play Episode Listen Later Dec 26, 2021 1:36


Si è spento all'età di 90 anni l'arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, premio Nobel per la pace per aver combattuto contro l'apartheid e per essere stato, allo stesso tempo, l'artefice della riconciliazione.

Sacre Questioni - Cristiani esemplari
Beati martiri del Quiché “Contemplativi in azione” (21.11.21 - S.E. mons. Rosolino Bianchetti)

Sacre Questioni - Cristiani esemplari

Play Episode Listen Later Dec 2, 2021 47:22


I dieci martiri del Quiché furono uccisi in “odio alla fede” nel contesto della guerra civile che devastò il Guatemala tra il 1980 e il 1991.Video YT: https://www.youtube.com/watch?v=v4tAUNELJp8&t=3s

BASTA BUGIE - Cristianesimo
Dio è buono perchè punisce e manda all'inferno altrimenti sarebbe cattivo

BASTA BUGIE - Cristianesimo

Play Episode Listen Later Oct 5, 2021 10:02


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6748DIO E' BUONO PERCHE' PUNISCE E MANDA ALL'INFERNO... ALTRIMENTI SAREBBE CATTIVO di Pierfrancesco NardiniIn un precedente articolo abbiamo parlato di un atteggiamento sempre più diffuso: quello di prendersela con Dio per le cose negative della vita e mai ringraziarlo per quelle belle [leggi: A DIO PUOI CHIEDERE TUTTO, MA NON PUOI PRETENDERE NULLA, clicca qui, N.d.BB].A questo si collega un altro pensiero, molto spesso come critica che viene rivolta al mondo della Tradizione: Dio non è cattivo, quindi non punisce, non manda all'Inferno. Questo sottintende (ma a volte lo dicono proprio) che chi parla di peccato mortale, Inferno e cose affini è il solito retrogrado duro di cuore con i paraocchi, che non ha capito nulla di Dio.Perché si collega al prendersela con Dio?Sono due lati della stessa medaglia. Da un lato si bestemmia Dio, attribuendoGli cattiveria, dall'altro Gli si attribuisce una sdolcinata accondiscendenza ad ogni disobbedienza alla sua Legge. In ambedue i casi si nega a Dio una sua qualità: la Bontà infinita da un lato, la Giustizia perfetta dall'altro.Torniamo all'argomento attuale. Dov'è il problema in questo ragionamento (Dio non punisce, Dio non manda all'Inferno, ecc...)? In primis sta in quel che sottintende.Nei casi di cui parliamo infatti è chiaro che non si dice solo "Dio è buono", letteralmente (fosse solo questo, sarebbe corretto). Si sottintende invece contrapposizione a una cattiveria erroneamente collegata al giudicare i peccatori. In parole povere si dice che Dio non giudica e non manda all'inferno perché non è cattivo. Lui ama e basta...Si nota come questo sia una deriva di quel buonismo che ha oramai invaso la Chiesa con evidenti conseguenze sul modo di intendere la dottrina e non solo.DIO NON È CATTIVO"Ma Dio non è Bontà infinita?" mi potrebbe eccepire qualcuno. "Che c'è di male nel dire che non è cattivo?".Nulla di male, ovviamente, a dire che Dio non è cattivo. Ribadiamo che dirlo sarebbe una contraddizione in termini. C'è però differenza tra l'essere buono e l'essere buonista (leggi nota in fondo all'articolo).Quel "mica Dio è cattivo", poi, non è solo e semplicemente un ribadire l'ovvio, ma, detto con un certo senso, diventa una riduzione di Dio alla sola Bontà, intesa come un restringimento dell'azione divina ad una stucchevole salvezza per tutti che renderebbe inutile il Sacrificio di Cristo... (a proposito, fa pensare qualcosa il "per tutti" della Messa Novus Ordo rispetto al "pro multis" di quella Vetus Ordo?).In effetti non è Dio che manda all'Inferno, non è Cristo che si diverte nel giudizio particolare a decidere della nostra gioia o dannazione eterna.I versetti del Siracide ci ricordano che siamo noi a decidere quel che ci toccherà dopo la morte, che «a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà».È l'uomo che, peccando gravemente, si mette da solo nella condizione di finire all'Inferno. Non è Cristo a deciderlo nel giudizio particolare.Le suddette eccezioni fanno anche a volte perdere la pazienza perché, neanche troppo sottilmente, accusano di pensare che Cristo, nel giudizio particolare, a priori (ossia senza valutare la vita di chi subisce quel giudizio), decida arbitrariamente chi va dove...L'errore invece è esattamente il contrario ed è di chi queste eccezioni le solleva.Come abbiamo detto, proprio perché Dio è Bontà infinita, Amore perfetto, non è Lui che manda all'Inferno, nel senso letterale, ma è l'uomo a "mandarcisi" con il suo peccato.DIO NON È SOLAMENTE BUONO, È ANCHE GIUSTONel giudizio particolare la sentenza sarà semplicemente "dichiarativa" e non "costitutiva", come si dice nel gergo del diritto. In sostanza, Gesù non costituirà una situazione nuova (stato di dannazione eterna dal nulla), ma si limiterà ad accertare lo status dell'anima (esistenza o meno del peccato grave) e a dichiarare la conseguenza di quello stato.«Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà».Dio non è solamente buono, è anche giusto!Dire che Dio è giusto non significa in alcun modo che Dio è cattivo. L'essere giusto è l'esatto opposto dell'essere cattivo. L'essere giusto non è alternativo o in contrapposizione con l'essere buono.Se ci si dice invece che Dio è buono e che non è cattivo, ponendo in essere quella contrapposizione, si cade nel gravissimo errore di non riconoscerGli una qualità: la Giustizia.Provate a chiedere: «ma quindi secondo te Dio non è giusto?», la risposta sarà sicuramente «certo che lo è!». Allora si cala il carico e si risponde «e ti sembra giusto Dio che è solo buono e non manda nessuno all'Inferno, così da dare il premio del Paradiso sia a chi è in stato di grazia sia a chi è in peccato mortale?». O, per essere ancora più chiari: «riterresti giusto il Signore se andassi in Paradiso e vicino a te trovassi chi sai per certo essere in peccato mortale e non aver fatto nulla per uscirne?».Proprio questo è il problema di questo modo di pensare.Dire che Dio è (solo) buono nel senso evidenziato non significa dire che non è anche giusto?Rileggiamo il Catechismo di San Pio X e ricordiamo che «Dio è l'essere perfettissimo» (n. 2), ossia che in Lui «è ogni perfezione, senza difetti e senza limiti» (n. 3). "Ogni perfezione": quindi anche la Giustizia perfetta.Nota di BastaBugie: Corrado Gnerre nell'articolo seguente dal titolo "Ti spieghiamo perché il buonismo è il contrario della bontà" spiega la differenza tra il perdono e la pena.Ecco l'articolo completo pubblicato su I Tre Sentieri il 21 settembre 2021:Per buonismo s'intende quell'atteggiamento secondo cui bisognerebbe evitare di castigare e di punire.Si sa però che le deformazioni estremizzate della realtà si traducono sempre in una negazione della realtà stessa; così come l'estremizzazione di una cosa buona si traduce sempre nel suo contrario, cioè in una cosa cattiva.Lo stesso vale per la bontà; infatti il buonismo è il maggior nemico della bontà. Essere buoni a tutti i costi, dimenticando la punizione e la pena, significa diventare cattivi e ingiusti.Quando succede qualcosa di tragico, per esempio un pirata della strada che uccide investendo un bambino, oppure un rapinatore che uccide un padre di famiglia, ecc... i giornalisti spesso chiedono ai familiari delle vittime: siete pronti a perdonare? Domanda che nelle intenzioni di chi intervista ha un significato ben preciso: confondere il perdono con la volontà di non infierire, di non pretendere che il colpevole paghi, per la serie: non pretenderai mica che chi è colpevole sconti chissà che cosa...La dottrina cattolica, invece, ci presenta una differenza importante, quella tra perdono e pena.Il perdono è il perdono; ma questo non esclude la pena, anzi. Il Sacramento della Riconciliazione (la Confessione) assolve il peccatore, ma non toglie totalmente la pena che deve essere scontata in questa vita o, se non basta questa vita, in Purgatorio.Dunque, Dio stesso, che è amore e giusto giudice, quando perdona e assolve non elimina la pena. Non è cristiano, quindi, confondere perdono con il fatto che il colpevole non debba "pagare"; né tantomeno può essere accusato di essere vendicativo chi pretende che il colpevole sconti la sua pena.Ma qual è l'origine del buonismo? La risposta non è facile. Se ne può però individuare un'origine filosofica. Basterebbe fare riferimento al pensiero di Jean Jacques Rousseau. Questi disse che l'uomo nascerebbe buono e che ciò che lo renderebbe cattivo sarebbero le condizioni sociali, quali un certo tipo di progresso. Pertanto, le cause della cattiveria umana non sarebbero da ricercare nell'uomo e nella sua libertà, quanto in ciò che è al di fuori di lui: società, ambiente, educazione, ecc. Insomma, una vera e propria immacolata concezione dell'uomo. Tra parentesi: questa antropologia è stata fatta propria da tutte le dottrine progressiste e materialiste e quindi anche dal positivismo filosofico. Fu così che nella seconda metà dell'Ottocento (anno 1858) la Vergine apparve a Lourdes (dunque in Francia, patria del positivismo) confermando la solenne definizione della sua Immacolata Concezione, proprio per ricordare che, tranne Lei, ogni uomo nasce con il peccato di origine.

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia della XXII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B (Mc7,1-8.14-15.21-23)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Aug 24, 2021 5:58


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6618OMELIA XXII DOM. T .ORD. - ANNO B (Mc7,1-8.14-15.21-23)La prima lettura di questa domenica ci insegna l'importanza di osservare la santa Legge di Dio. Mosè disse al popolo: «Ascoltate le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi [...] le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza» (Dt 4,1.6).Da questo impariamo che è fondamentale osservare i Comandamenti di Dio, se veramente vogliamo entrare in possesso della Vita eterna in Paradiso. Il Salmo responsoriale dice che dimorerà nella Casa del Signore solo «colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore, non sparge calunnia con la sua lingua [...] non fa danno al suo prossimo [...] non lancia insulti al suo vicino [...] non fa usura [...] colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre» (Sal 14,1-5). Meditiamo su queste parole e rinnoviamo il nostro proposito di rimanere sempre fedeli alla Legge di Dio che è legge di vita.Se ci capita la disgrazia di cadere in peccato grave, ricorriamo con fiducia al sacramento della Riconciliazione: se ci confesseremo con vero pentimento e con sincero proposito riceveremo certamente il perdono di Dio e la grazia per vivere da veri cristiani.Il Vangelo di oggi ci fa comprendere qualcosa in più: ci fa capire che non basta una osservanza solo esteriore della Legge divina e dei Precetti della Chiesa, ma ci vuole soprattutto una adesione interiore. Le parole di Gesù sono molto chiare: «Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me» (Mc 7,6). Queste parole sono una decisa condanna dell'ipocrisia. L'ipocrisia era il peccato dei farisei. Essi ostentavano la perfezione davanti agli altri, ma tale perfezione era solo apparente. Gesù paragonò i farisei a dei sepolti imbiancati, belli all'esterno, ma che all'interno contengono solo putridume.A volte rischiamo anche noi di essere degli ipocriti, quando facciamo vedere esteriormente di essere delle persone perbene, ma, dentro di noi, si nascondono i vizi più brutti e innominabili. A volte siamo anche noi come dei sepolcri imbiancati, rispettabili all'esterno, ma dal nostro cuore escono «impurità, furti, omicidi, adulteri, avidità, calunnia, superbia, stoltezza» (Mc 7,21-22). Le parole di Gesù sono un richiamo ad una conversione e purificazione interiore.Anche per noi valgono le parole del Vangelo, nel senso che abbiamo sempre il nome di Dio sulla bocca, mentre il nostro cuore è lontano da Lui. Ci sentiamo a posto e non ci accorgiamo dell'incredibile durezza del nostro cuore.Un giorno due donne andarono a chiedere dei consigli spirituali ad un santo eremita. Una donna era una grande peccatrice che si era sinceramente pentita dei suoi innumerevoli peccati; l'altra era una donna perbene, la quale si sentiva a posto. L'eremita diede un incarico a tutte e due: alla peccatrice disse di andare a prendere una grossa pietra; alla donna perbene ordinò di portargli un sacco pieno di sabbia. Dopo diverso tempo, le due donne tornarono. Allora il santo disse: «Chi di voi due ha fatto più fatica?». Evidentemente tutte e due avevano fatto fatica. Pertanto, l'eremita disse alla donna che si era convertita da una vita di peccato: «La pietra simboleggia il tuo grande peccato», mentre, alla donna perbene, disse: «Il sacco di sabbia raffigura i tuoi molti peccati di superbia e d'orgoglio». La lezione venne compresa molto bene. La donna peccatrice se ne tornò a casa finalmente libera dal peccato; e anche l'altra donna tornò a casa umile e pentita.Buttiamo via il nostro sacco fatto di tanta superbia, di tanta vanità, di tanto disprezzo del prossimo, e di tante mancanze alla carità, nei nostri giudizi, nelle nostre parole e nelle nostre opere. Questo sacco ci impedisce di camminare speditamente incontro al Signore e, tante volte, blocca il nostro cammino. Gettiamo via questo sacco e, come dice san Giacomo nella seconda lettura, mettiamo in pratica la Parola di Dio che è stata seminata in noi (cf Gc 1,21-27).In modo particolare, l'apostolo san Giacomo ci esorta a camminare nella carità con queste parole: «Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo» (Gc 1,27). In poche parole bisogna fare il bene ed evitare il male. Non basta solamente evitare il male, ciò è troppo poco, bisogna anche fare il bene. San Giacomo parlava di visitare gli orfani e soccorrere le vedove. Queste due opere sono solo un piccolo esempio: davanti a ciascuno di noi si apre un campo sconfinato di bene da compiere. Non lasciamoci sfuggire questa grazia di poter far qualcosa per la gloria di Dio e il bene dei fratelli. Sia questo il nostro proposito.

BASTA BUGIE - Politica
Le olimpiadi dei nuovi peccati del pensiero unico

BASTA BUGIE - Politica

Play Episode Listen Later Jul 27, 2021 6:34


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6665LE OLIMPIADI DEI NUOVI PECCATI DEL PENSIERO UNICOdi Stefano MagniLe Olimpiadi di Tokyo del 2020 si aprono nel peggiore dei modi. Prima di tutto perché, come suggerisce la data stessa, iniziano con un anno di ritardo a causa del Covid. In secondo luogo perché i contagi, in Giappone, sono in crescita e 91 casi sono direttamente collegati all'organizzazione dei Giochi. Ma soprattutto, a far notizia, sono una serie di clamorose dimissioni dei vertici dell'organizzazione. L'ultima di queste è giunta ieri: Kentaro Kobayashi, direttore della cerimonia di apertura, si è dimesso ieri, chiedendo scusa in pubblico. Il motivo? Nel 1998 (23 anni fa), in uno spettacolo teatrale trasmesso in televisione, il comico giapponese aveva fatto una battuta sulla Shoah.Le sue dimissioni erano state precedute di una settimana da quelle di Keigo Oyamada, in arte "Cornelius", musicista pop di fama internazionale, che aveva composto le musiche della cerimonia inaugurale e di chiusura dei Giochi. Il motivo? Da ragazzino, quando frequentava la scuola, aveva bullizzato dei suoi compagni di classe. Ne aveva parlato in un'intervista rilasciata 26 anni fa che, ovviamente, è riemersa in queste settimane.In marzo si era dimesso anche Hiroshi Sasaki, direttore creativo. Non aveva bullizzato alcun compagno di classe, non aveva fatto battute sulla Shoah. Però aveva fatto una battutina su una attrice giapponese, sovrappeso. Con un gioco di parole l'aveva soprannominata "Olympig", unendo le parole inglesi di Olimpiadi e di maiale. Scandalo, dimissioni e scuse in pubblico.LE DONNE SONO CHIACCHIERONE: OBBLIGATO ALLE DIMISSIONIIl mese prima anche l'83enne Yoshiro Mori era stato costretto a dimettersi, dopo una rapida e violenta campagna stampa, da capo del comitato organizzativo. Aveva scherzato pesante sulle donne, affermando di non voler riservare una quota rosa del 40% nel comitato (dove erano presenti 5 donne su 26 membri), perché "parlano troppo" e quindi le riunioni sarebbero durate molto di più. «Se una di loro alza la mano per intervenire, le altre pensano di essere obbligate a rispondere, e alla fine tutte quante si ritrovano a parlare». Travolto dai commenti negativi sui social network, dopo una breve resistenza, nonostante l'età e la sua fama di dirigente sportivo, nonché ex premier del Giappone (2000-2001), Yoshiro Mori aveva dovuto rassegnare le dimissioni.Ma anche nelle squadre che partecipano, non mancano gli scandali. L'ultimo, in ordine di tempo, riguarda il Comitato olimpico australiano, il cui presidente John Coates, in conferenza stampa, ha suggerito vivamente alla premier del Queensland, Annastacia Palaszczuk, di partecipare alla cerimonia d'apertura. Per un motivo molto semplice: la sede delle Olimpiadi del 2032 sarà Brisbane, quindi, al di là dei timori sul Covid (motivo per cui la Palaszczuk non andrà a Tokyo), è bene che la premier vada e impari dall'esperienza di queste Olimpiadi. E dove sarebbe lo scandalo, in questo caso? Suggerire a una donna come comportarsi è "mansplaining", una colpa gravissima per il politicamente corretto. La diretta interessata non si dice per nulla offesa nei confronti di Coates, ma i social network australiani si stanno riempiendo di insulti e richieste di dimissioni.LA SCURE DEL POLITICAMENTE CORRETTOAbbiamo già capito, dunque, che in queste Olimpiadi, prima di tutto, vince chi sopravvive... alla scure del politicamente corretto. Ma parlare semplicemente di "politicamente corretto" in questo caso è un eufemismo.Per la prima volta, infatti, assistiamo in diretta a un nuovo rito: il passato di tutti i personaggi in vista viene scandagliato minuziosamente e alla più piccola imperfezione si risponde con l'obbligo delle dimissioni e una confessione in pubblico del peccato commesso. Peccato, non reato, perché non si attende neppure un eventuale processo (che si concluderebbe, quasi certamente, con un'assoluzione). Questa mentalità, che nasce nell'America puritana secolarizzata degli ambienti liberal, evidentemente si è diffusa in tutto il mondo, anche in Giappone, dove si innesta sul codice d'onore locale. E così vediamo personaggi di successo, giovani e anziani, al culmine della loro carriera, anche un ex primo ministro, che chinano il capo, si arrendono, confessano le loro colpe che risalgono anche a decenni precedenti o consistono in una sola battuta non apprezzata.È il contrario del sacramento della Riconciliazione. Dove per un cattolico la confessione è segreta e personale, qui è pubblica e trasmessa in mondovisione. Non c'è perdono: la macchia del passato resta per sempre e provoca la perdita del proprio status sociale. E cambiano i peccati che non c'entrano più nulla con i Dieci Comandamenti. Una battuta, per quanto sia di cattivo gusto, non è un peccato mortale. Ma lo diventa per il nuovo culto, soprattutto se riguarda donne e minoranze. Un atteggiamento giudicato "paternalista" (come il "mansplaining") diventa un peccato capitale, anche se è tenuto da un uomo che non aveva alcuna intenzione di offendere il prossimo. E a giudicare e condannare c'è la "massa": il grande pubblico dei social network e i telespettatori di tutto il mondo. Sono loro che, debitamente istigati da minoranze militanti e permanentemente mobilitate, condannano senza appello. Le autorità ricorrono alla censura preventiva, per evitare di perdere la faccia, e i condannati devono arrendersi ed espiare.

Quilisma
Miserere, ovvero bisogno di riconciliazione

Quilisma

Play Episode Listen Later Jul 25, 2021 29:29


Silvia Pedri | Life Artist
Yoga della risata

Silvia Pedri | Life Artist

Play Episode Listen Later Jul 22, 2021 10:14


Ti sfido ad ascoltare la mia Risata, a perdertici dentro… Sorridi, ridi anche tu! Una Risata ti salverà! La risata muove profondamente e intensamente l'energia, libera, scuote, riscuote, risveglia, amplifica, espande. Lasciati travolgere, purificare e nutrire… Se vuoi approfondire la meditazione della risata ti consiglio Osho Laughter Meditation in MP3 di Gitan. Lo trovi qui: https://www.macrolibrarsi.it/musica/__osho-laughter-meditation-mp3-cd.php?pn=2826 - - Dopo questa seduta di 3 minuti di risate ti parlo di Wesak: Il Tempo della Riconciliazione di Daniel Meurois e Anna Givaudan. Questo non è un libro da leggere ma un libro da sperimentare e da scrivere. Lo trovi qui: https://www.macrolibrarsi.it/libri/__wesak-il-tempo-della-riconciliazione.php?pn=2826 - - Non perdere ogni aggiornamento sulle mie attività, iniziative, offerte! Stiamo fuori da ogni censura. Iscriviti al mio canale Telegram (https://t.me/SilviaPedri9) e alla mia NL (http://bit.ly/NewsletterSilviaPedri). Grazie di Crescere Insieme! Insieme siamo forti. Insieme possiamo organizzarci. Insieme ci sosteniamo. Insieme creiamo

Monologato Podcast
Mozzik x Loredana – Rosenkrieg

Monologato Podcast

Play Episode Listen Later May 30, 2021 6:20


Riconciliazione sentimentale e artistica tra due soggetti belli peso. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

SBS Italian - SBS in Italiano
Come e perché partecipare alla National Reconciliation Week?

SBS Italian - SBS in Italiano

Play Episode Listen Later May 27, 2021 8:12


“More than a word. Reconciliation takes action” è il tema della Settimana Nazionale della Riconciliazione 2021, che tra il 27 maggio e il 3 giugno celebra le tradizioni e la cultura dei popoli aborigeni e isolani dello Stretto di Torres.

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia Seconda Domenica di Pasqua - Anno B (Gv 20,19-31)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Apr 7, 2021 5:03


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6477OMELIA II DOMENICA PASQUA - ANNO B (Gv 20,19-31)La seconda domenica di Pasqua è la cosiddetta "Domenica della Divina Misericordia". È chiamata così in seguito alle richieste che Gesù rivolse a santa Faustina, di celebrare la domenica successiva a quella di Pasqua in onore dell'infinita misericordia con cui Egli ci ha amati e redenti.Il Vangelo di oggi si armonizza molto bene con il tema della Misericordia. Il brano dell'evangelista Giovanni riporta infatti l'apparizione di Gesù agli Apostoli avvenuta «la sera di quel giorno» (Gv 20,19), il giorno della Risurrezione. In quell'apparizione, Gesù istituì il sacramento della Riconciliazione.Apparendo agli Apostoli, Gesù, dopo aver alitato su di loro, disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,22-23). Con queste parole, Gesù ha dato alla Chiesa il potere di rimettere i peccati.A santa Faustina, Gesù fece una meravigliosa promessa. Egli volle che in questa domenica si parlasse della Divina Misericordia e disse: «Chi si accosterà alla sorgente della vita – ovvero alla Confessione e alla Comunione – questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene». Poi continuò dicendo: «L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia. Oh quanto mi ferisce la diffidenza di un'anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e non crede che Io sono misericordioso, non ha fiducia nella Mia bontà».In questa domenica siamo chiamati anche noi a glorificare l'infinita misericordia di Dio. Accostiamoci con fiducia al Sacramento del suo perdono, fondando il nostro proposito di non peccare più non sulle nostre forze, che sono molto piccole, ma sul suo santo aiuto, come recitiamo nell'"Atto di dolore".Per fare una buona Confessione c'è bisogno di cinque cose: un buon esame di coscienza dall'ultima Confessione ben fatta; un'accusa sincera dei peccati, senza tacere volutamente nulla; un vivo dolore per le colpe commesse; un fermo proposito di non commetterle più; l'adempimento della penitenza imposta dal sacerdote. Chiediamo la grazia di pentirci con tutto il nostro cuore e di confessarci sempre bene. È questa la grazia più grande che è come la base per un cammino spirituale che ci porterà molto in alto.Nella vita della beata Angela da Foligno si racconta un particolare molto importante. La Beata, quando era giovane, ebbe la sventura di confessarsi male per diversi anni, tacendo volutamente per vergogna alcuni peccati. A distanza di tempo, ella trovò la forza di "vuotare il sacco" e di dire tutto al sacerdote. Fu quello il tempo di un "nuovo inizio" che la portò ai vertici dell'esperienza mistica. Tutto iniziò con una Confessione ben fatta. Glorifichiamo anche noi l'infinita misericordia di Dio confessandoci sempre bene e sinceramente.Nel Vangelo di oggi c'è un altro particolare che è di grande insegnamento: l'atto di fede dell'apostolo san Tommaso. Inizialmente, egli non volle credere alla testimonianza dei Discepoli che avevano incontrato Gesù Risorto; ma, in seguito, vide l'umanità gloriosa di Cristo Risorto e credette nella sua divinità, esclamando: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28).Un atto di fede simile lo facciamo anche noi ogni volta che partecipiamo all'Eucaristia. Ogni volta che vediamo l'Ostia consacrata, noi non vediamo l'umanità di Gesù e neppure la sua divinità, eppure noi riconosciamo in quell'Ostia Gesù, vero Dio e vero uomo. Quando, durante la Messa, il sacerdote eleva l'Ostia Santa, e quando preghiamo davanti al Tabernacolo, è una cosa molto bella ripetere l'atto di fede di Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Ripetiamolo spesso e crediamo senza esitare che quello che vediamo non è pane e vino, ma è Gesù vivo e vero.A san Tommaso apostolo ravveduto, Gesù poi disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (Gv 20,29). Tommaso vide l'umanità di Gesù e credette alla sua divinità; noi non vediamo nulla e, perciò, siamo beati, come ha affermato il Signore.Volendo ora sintetizzare il contenuto del Vangelo di oggi, possiamo adoperare due parole: Confessione e Comunione. Esse costituiscono la «fonte della vita» di cui parlava Gesù a santa Faustina. Accostiamoci con fiducia a questa fonte per attingervi la vita in abbondanza. La Madonna, Madre dell'Eucaristia, ci ispiri sempre una grande fiducia nell'infinita misericordia di Dio.

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia VI Domenica tempo ordinario - Anno B (Mc 1,40-45)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Feb 9, 2021 6:14


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6372OMELIA VI DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 1,40-45)Lo voglio, sii purificato!da Il settimanale di Padre PioPer paura del contagio, gli ebrei allontanavano dai centri abitati tutti quelli che erano stati colpiti dalla lebbra. Questi sventurati dovevano vivere appartati, lontani da tutti, e da tutti schivati. Il lebbroso veniva considerato come un essere pericoloso, condannato alla solitudine e all'abbandono. In caso di guarigione, il lebbroso doveva presentarsi dal sacerdote, il quale, constatato l'avvenuto risanamento, riammetteva il fratello nella società.I commentatori del Vangelo hanno sempre visto nel miracolo riportato nel brano di oggi un miracolo ancora più grande e importante: quello della nostra guarigione dal peccato. Come Gesù ha voluto guarire quel povero lebbroso, così, e ancora di più, vuole guarire anche noi dalla lebbra del peccato. Il peccato, come la lebbra, porta alla morte, non però del corpo, ma della vita spirituale.Vi è un particolare che accomuna la lebbra al peccato: la sua natura contagiosa. Il peccato tende sempre ad allargare la sua influenza, e non è raro il caso in cui l'uomo venga contagiato dal cattivo esempio degli altri. Di fronte al peccato, l'uomo ha solo una possibilità: ricorrere al Signore, con la fiducia di essere guarito, supplicando Gesù come il lebbroso del Vangelo: «Se vuoi, puoi purificarmi!» (Mc 1,40).Quando uno si pente sinceramente dei suoi peccati, Gesù subito lo perdona; ma, come al lebbroso del Vangelo, dice: «Va' a mostrati al sacerdote» (Mc 1,44). Il sacerdote doveva verificare l'avvenuta guarigione e riammettere il lebbroso sanato alla vita comunitaria. Anche se siamo sinceramente pentiti, se siamo consapevoli di aver peccato mortalmente, non possiamo ricevere la Comunione, dobbiamo prima presentarci al sacerdote per ricevere l'assoluzione sacramentale. Egli verificherà il nostro pentimento e, in Nome di Dio, ci donerà il perdono dei nostri peccati.Questa dottrina è stata da sempre insegnata dalla Chiesa, anche nell'ultimo Catechismo, e, con parole molto forti, dal papa Giovanni Paolo II. Il Papa, nell'Enciclica Ecclesia de Eucharistia, citava innanzitutto il Catechismo, quando dice: «Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla Comunione» (CCC, n. 1385); inoltre, poco prima, citava san Giovanni Crisostomo, il quale, in una sua omelia, così scriveva: «Anch'io alzo la voce, supplico, prego e scongiuro di non accostarci a questa sacra Mensa con una coscienza macchiata e corrotta. Un tale accostamento, infatti, non potrà mai chiamarsi comunione, anche se tocchiamo mille volte il corpo del Signore, ma condanna, tormento e aumento di castighi».Ascoltando queste parole non possiamo rimanere indifferenti. Il messaggio di Giovanni Paolo II è stato molto chiaro. Con l'assoluzione sacramentale, quando il sacerdote pronuncia su di noi le parole di perdono, noi, come il povero lebbroso del Vangelo, entriamo in contatto con la misericordia stessa di Gesù e veniamo lavati nel suo Sangue Divino.Gesù continua a mandare i lebbrosi dal sacerdote, i lebbrosi piagati dal peccato. Le parole che il sacerdote pronuncia al termine della Confessione non sono una semplice dichiarazione dell'avvenuto perdono, ma compiono una autentica trasformazione. Il sacerdote, in quel momento, è Cristo stesso che perdona e guarisce interiormente, usando la formula in prima persona: Io ti assolvo dai tuoi peccati.Da questa riflessione deve nascere in noi una grande stima per questo Sacramento istituito per liberare l'uomo dal peccato. Per fare una buona Confessione dobbiamo fare nostro l'atteggiamento del lebbroso di cui parla il Vangelo, dobbiamo pertanto riconoscere il male che è dentro di noi. Non si va dal confessore per giustificarci o per dire i peccati degli altri, ma per manifestare semplicemente le colpe che abbiamo commesso.Ai giorni d'oggi, molto spesso, si è perso il senso del peccato, e ci si sente a posto davanti a Dio. Altre volte il nostro accecamento arriva al punto da non riconoscere l'autorità della Chiesa che ci richiama sulla gravità di alcuni peccati.Preghiamo che il Signore apra bene gli occhi del nostro cuore, affinché, con umiltà, riconosciamo la nostra miseria. Dio sarà subito pronto a perdonarci e ad innalzarci ancora più di prima. Ma, se manca questa umiltà, noi rimarremo sempre nel nostro accecamento e continueremo a vivere in questa illusione, la più pericolosa che ci possa essere. Fonte: Il settimanale di Padre PioPubblicato su BastaBugie n. 703

Lo Sai, Oggi Puoi
Uomo Vero #13 Lo sguardo oltre l'apparenza

Lo Sai, Oggi Puoi

Play Episode Listen Later Dec 14, 2020 5:52


Percorso di Avvento 2020Lunedì 14 Dicembre 2020La preghiera per i Preadolescenti e gli Adolescenti è offerta a tutti.Il tema di questo percorso ruota attorno all'umanità di Gesù.Vuoi approfondire? Noi leggiamo Bruno Maggioni, Era Veramente Uomo, ed. Ancora.Trovi il foglio con la preghiera qui https://www.oratorionembro.org/wp-content/uploads/2020/11/Inni-cristologici-rivisitati-A5.pdf

AL CORONAVIRUS i cristiani rispondono così
Macron vieta le messe, ma i cattolici francesi non ci stanno e scendono in piazza a pregare

AL CORONAVIRUS i cristiani rispondono così

Play Episode Listen Later Nov 17, 2020 8:41


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6358MACRON VIETA LE MESSE, MA I CATTOLICI FRANCESI NON CI STANNO E SCENDONO IN PIAZZA A PREGARE da Sito del TimoneCon la seconda serrata della Francia, che durerà almeno fino al 1 dicembre, i cittadini non possono allontanarsi più di un chilometro dalle loro case, tranne per le ormai note ragioni di lavoro, salute o urgenze. Gran parte delle attività commerciali cosiddette "non essenziali", compresi ristoranti e affini, sono chiusi, così come accade in Italia nelle cosiddette "zone rosse". Anche Oltralpe, come dai noi, non mancano le contraddizioni, tra gli esercizi rimasti aperti c'è per esempio la Fnac leader nella distribuzione di libri e tecnologia, che in Francia conta oltre 69 negozi, invece sono state sospese le Messe.A nulla è servito l'appello dell'episcopato francese per poter continuare ad esercitare il culto, appello che è stato respinto lo scorso sabato dal Consiglio di Stato. Dura la replica dei vescovi che «deplorano soprattutto che i fedeli rimangano così impossibilitati a partecipare alla messa, vertice della vita di fede e incontro insostituibile con Dio e i fratelli», poi sottolineano che «le chiese rimangono aperte, che sono luoghi che devono essere vissuti e dove si può venire a meditare, pregare, adorare il Signore e ricevere i sacramenti come quello della Riconciliazione». In questo braccio di ferro con il Governo i vescovi sono riusciti solo ad ottenere che i sacerdoti possano continuare a ricevere i fedeli e ad andare nelle loro case così come negli istituti di cui sono cappellani e che chiunque possa recarsi in una chiesa senza alcuna condizione di distanza barrando, nell'ormai famigerata autocertificazione la casella "convincente motivo familiare". La speranza dell'episcopato, hanno scritto in un comunicato, è che il 16 di novembre la decisione possa essere rivista.Ma questo non ha fermato i fedeli, che lo scorso fine settimana sono usciti di casa e sfidando le misure in vigore, per radunarsi all'esterno delle chiese e silenziosamente si sono messi a pregare manifestando il diritto di culto in un Paese dilaniato, nelle scorse settimane, da attentati terroristici di matrice islamica. Da Nantes a Versailles, i cattolici di Francia hanno mostrato che non sono disposti a subire silenziosamente una disposizione che lede quello che hanno più caro. Non solo, qualcuno ha voluto anche condividere sui social il proprio gesto, mostrando la volontà di non sottostare ad una norma ingiusta, e c'è chi ha lanciato l'hashtag #oursoulsmetter ovvero «le nostre anime contano». Anche qualche vescovo si spinge oltre, cercando pertugi di libertà nel burocratese dei testi che regolamentano le restrizioni, come il vescovo di Bayonne, Monsignor Marc Aillet che scrive: «Nulla impedisce ai sacerdoti di celebrare la Messa in luoghi di culto che rimangono aperti e nulla impedisce ai fedeli di entrare individualmente nelle chiese. È l'organizzazione delle cerimonie religiose che viene sospesa...»Nella terra delle liberté i cattolici rialzano la testa, scendono in piazza, e si fanno sentire. Come a dire che la libertà di coscienza non ha a che fare con quello che la legge consente, ma è un moto del cuore che muove quando in gioco c'è quello a cui non si può rinunciare.Nota di BastaBugie: Leone Grotti nell'articolo seguente dal titolo "Francia, il governo minaccia i cattolici: Se si riuniscono, li multiamo" spiega come, dopo aver vietato le Messe durante il lockdown, il ministro dell'Interno ha intimato ai cattolici di non riunirsi davanti alle chiese per pregare. Eppure quelle manifestazioni sono legali...Ecco l'articolo completo pubblicato su Tempi il 15 novembre 2020:Le porte delle chiese in Francia resteranno sbarrate per quei cittadini che vogliono andare a Messa. Dopo che il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Conferenza episcopale francese, che chiedeva al governo il rispetto della libertà di culto durante il nuovo lockdown, la Chiesa non ha potuto fare altro che adeguarsi, pur non nascondendo il fastidio per come si è comportato l'esecutivo guidato dal premier Jean Castex. Il Consiglio di Stato, infatti, aveva imposto al governo di incontrare i vescovi entro lunedì per trovare una soluzione. Castex ha ignorato la Chiesa per tutta la settimana, salvo inviare una convocazione in extremis per domani per non contravvenire all'indicazione della corte.Se i vescovi hanno dovuto cedere all'indicazione del Consiglio di Stato, pur contando di trovare un accordo con il governo, i cattolici hanno deciso di protestare contro il divieto. Domenica 8 novembre 600 fedeli si sono riuniti a Nantes davanti alla cattedrale dei santi Pietro e Paolo per chiedere di poter partecipare alle funzioni. Anche a Lione e Versailles i cattolici si sono riuniti a centinaia cantando e pregando il rosario. Altre manifestazioni simili sono previste a Orléans, Parigi, Bordeaux e Meaux.Tutti gli eventi sono stati regolarmente dichiarati in prefettura e durante le manifestazioni sono state mantenute le distanze di sicurezza. Le riunioni sono perfettamente legali dal momento che il governo, varando il nuovo lockdown, non ha proibito le manifestazioni. La reazione dell'esecutivo però non si è fatta attendere. Il ministro dell'Interno Gérald Darmanin ha dichiarato a France Info: «Non voglio inviare la polizia a multare dei fedeli davanti a una chiesa, ma se le manifestazioni verranno ripetute, lo farò a partire da questo fine settimana. Non ci saranno più sabati e domeniche di lassismo».Al ministro ha risposto, sempre su France Info, Jean-Benoit Harel, fondatore dell'associazione Pour la messe (Per la Messa), che ha organizzato molte proteste: «Sono rimasto sbalordito dalle parole del ministro. Dovrebbe sapere che le nostre manifestazioni sono tutte autorizzate, come previsto dall'articolo 3 del decreto del 29 ottobre. Se il ministro vuole multare chi si reca a manifestazioni autorizzate dai prefetti e dalla polizia, è lui che viola la legge. La Messa è essenziale per un cattolico»VIDEO: LE VEGLIE DI PREGHIERA IN FRANCIAPreghiere davanti alle chiese francesi durante il lockdown. "La Messa è vitale... se dovremo disobbedire, disobbediremo"

Insegnamento Biblico Meditazione Cristiana Evangelica Apostolica Studio Biblico Gratis Spirituale
" L'andare della Riconciliazione" - Matteo 5:23-24 Pastore :Riccardo Parisio ceangi-Segrate

Insegnamento Biblico Meditazione Cristiana Evangelica Apostolica Studio Biblico Gratis Spirituale

Play Episode Listen Later Oct 1, 2020 6:54


Meditazioni – Radio Voce della Speranza

Sesta puntata della rubrica condotta da Marco Carmina, dal titolo “Guarire dalle offese: Dio sa come fare”, a cura del pastore avventista Pino La Guardia. Il tema di questa serie è il Perdono e la Riconciliazione. L'articolo Guarire dalle offese 06 proviene da Radio Voce della Speranza.

AWR Italia - Meditazioni (RVS)
Guarire dalle offese 06

AWR Italia - Meditazioni (RVS)

Play Episode Listen Later Aug 24, 2020


Sesta puntata della rubrica condotta da Marco Carmina, dal titolo “Guarire dalle offese: Dio sa come fare”, a cura del pastore avventista Pino La Guardia. Il tema di questa serie è il Perdono e la Riconciliazione. L'articolo Guarire dalle offese 06 proviene da Radio Voce della Speranza.

AWR Italia - Meditazioni (RVS)
Guarire dalle offese 03

AWR Italia - Meditazioni (RVS)

Play Episode Listen Later Jul 31, 2020


Terza puntata della rubrica condotta da Marco Carmina, dal titolo “Guarire dalle offese: Dio sa come fare”, a cura del pastore avventista Pino La Guardia. Il tema di questa serie è il Perdono e la Riconciliazione. L'articolo Guarire dalle offese 03 proviene da Radio Voce della Speranza.

Meditazioni – Radio Voce della Speranza

Quarta puntata della rubrica condotta da Marco Carmina, dal titolo “Guarire dalle offese: Dio sa come fare”, a cura del pastore avventista Pino La Guardia. Il tema di questa serie è il Perdono e la Riconciliazione. L'articolo Guarire dalle offese 04 proviene da Radio Voce della Speranza.

Meditazioni – Radio Voce della Speranza

Quinta puntata della rubrica condotta da Marco Carmina, dal titolo “Guarire dalle offese: Dio sa come fare”, a cura del pastore avventista Pino La Guardia. Il tema di questa serie è il Perdono e la Riconciliazione. L'articolo Guarire dalle offese 05 proviene da Radio Voce della Speranza.