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Horecanews.it |Fabio Russo srl

Mentre in patria si proibiva, in Europa si creava. Al Savoy di Londra, Harry Craddock, barman americano in “esilio”, creava drink destinati a diventare leggendari. Il White Lady, l'Aviation, il Corpse Reviver. Non solo cocktail, ma atti di libertà liquida. Il bar diventava rifugio e laboratorio di stile.

Raccontare i territori oggi è un esercizio sempre più complesso, non basta mostrarli, né affidarsi alla loro notorietà, serve uno sforzo creativo capace di tenere insieme identità, comunità e visione, senza tradire l'autenticità dei luoghi. È in questo spazio fragile, tra ciò che è visibile e ciò che resta da comprendere, che si gioca la capacità di attrarre nuovi pubblici, offrendo loro non un'immagine ma un accesso reale al cuore delle destinazioni.Negli ultimi anni, soprattutto nelle mete iconiche del turismo internazionale, la narrazione territoriale si è progressivamente semplificata. La fama ha preso il posto del racconto, il brand ha sovrastato la complessità, l'esperienza si è spesso ridotta a superficie. È proprio da questa consapevolezza che nasce “L'Altra Capri – Sapori Autentici”, la nuova serie televisiva realizzata da Gambero Rosso in collaborazione con il Comune di Capri, presentata il 12 dicembre scorso presso la Sala Pollio del Centro Polifunzionale Internazionale


Non è la prima volta che, nell'appuntamento settimanale Alla scoperta di… ci occupiamo di cocktail quasi dimenticati. Ma se nelle altre occasioni lo abbiamo fatto perché ritenevamo che valesse la pena riscoprirli e apprezzarli, questa volta non ci spingiamo a tanto, anzi: se riportiamo alla luce l'Angelo Azzurro è per raccontare una storia curiosa e risvegliare l'effetto nostalgia in chi negli anni '80 e ‘90 c'era e frequentava le discoteche, regno indiscusso di questo drink, più che per invitarvi a berne uno ai giorni nostri. A meno che non vogliate rendervi conto dei progressi fatti dalla mixology in questi quarant'anni.

Ardesia compie un anno.E per celebrare questo traguardo sceglie due strade inaspettate per un locale di provincia: portare la propria città al cinema e trasformare il ristorante in uno spazio di arte pop. Un gesto simbolico che racconta ambizione, identità e il desiderio di parlare un linguaggio diverso.

Il 13 dicembre, nella sala convegni della Peschiera Mar'e Pontis di Cabras, la Fondazione Mont'e Prama ospita l'evento “Tecnologia e forme della vinificazione in anfora dall'età nuragica a quella contemporanea” con la presentazione di Simbenia, progetto dell'Università di Sassari sviluppato nell'ambito dell'ecosistema dell'innovazione e.INS, finanziato dal PNRR – Spoke 2, con il sostegno dell'Unione Europea – Next Generation EU.

"Alcuni ingredienti sembrano usciti da un romanzo d'avventura, altri da un laboratorio alchemico. La chinina — amara, potente, quasi salvifica — appartiene a entrambi i mondi" afferma Jared Brown in "Viaggio di Spirito. La storia del bere. VOL.2" (Readrink) Questo alcaloide, estratto dalla corteccia dell'albero di china sudamericano, fu isolato nel 1820 dai chimici francesi Pierre Joseph Pelletier e Joseph Caventou: due figure da romanzo ottocentesco che difficilmente immaginavano di star lanciando l'ingrediente cult del futuro Gin Tonic.

A sorpresa, dai “trending search” di Google del 2025 emerge il Broken Plane, cocktail fino a oggi semi-sconosciuto derivato dal Paper Plane, ma vanno forte anche i “drink postpartum” analcolici. I World's 50 Best Bars lanciano nel 2026 la classifica dei 50 Best Bars europei, sulla falsa riga delle graduatorie regionali di Nord America e Asia. A Dubai il Salmon Guru lancia i “drink solidi” da mangiare all'ora di cena. La selezione delle notizie della settimana dal mondo di cocktail e dintorni pubblicate dai media internazionali.

Il 7 dicembre, Napoli ha accolto al Museo Madre l'ultima tappa di “Praesentia – Percorsi Identitari della Campania”, il progetto promosso dalla Regione Campania e dall'Agenzia Campania Turismo dedicato alle vocazioni culturali ed enogastronomiche della regione. Un itinerario che ha coinvolto cinque province, sedici chef e decine di artigiani, trovando nella pizza napoletana – patrimonio UNESCO dal 2017 – una chiave di lettura naturale: materia umile e complessa, gesto quotidiano e documento culturale allo stesso tempo.

A Firenze, in occasione della cerimonia dei 500 Top Bars, ho conosciuto i titolari di Bar Us di Bangkok (numero 15 dei 50 World'sBestBars), un locale aperto nel gennaio 2023 nel quartiere Sukhumvit di Bangkok. Un progetto di Sudarat "Taln" Rojanavanich e Veerach "Aum" Sawaengsupt, lo stesso duo dietro l'acclamato Messengerservice Bar.

Il destino di un'azienda vitivinicola, a volte, nasce da un punto di rottura. Nel caso di Giannicola Di Carlo, è un dolore privato a trasformarsi in una scelta definitiva: fare del vino un gesto etico. «Non è stata una scelta commerciale, ma una scelta di vita», racconta.


In cucina e nella tecnologia, le domande di fondo oggi sono le stesse: come migliorare la performance, come garantire sicurezza alimentare, come ridurre l'impatto ambientale. Temi che sono stati al centro della presentazione alla stampa della nuova linea Steel Pan Master, organizzata all'Antonello Colonna Resort & Spa di Labico, dove è stata illustrata la collaborazione tra lo chef stellato e l'imprenditrice Carmen Sollo.

Raccontare l'Italia del vino non è mai stato un esercizio lineare, è un territorio che vive sospeso tra memoria e innovazione, tra la solidità dei disciplinari e l'irrequietezza dei nuovi consumi, tra il mito della tradizione e l'urgenza di essere compreso. L'impressione, oggi più che mai, è che la distanza tra il patrimonio enologico italiano e chi provi ad avvicinarlo si stia allargando. E non è un paradosso se, vivendo nel Paese con la biodiversità viticola più ampia al mondo, il consumatore si senta sempre più spesso smarrito. Orientarsi nel vino italiano significa attraversare un territorio dove le cifre non sono semplici dati, ma strati di identità che si moltiplicano. Ottanta Docg che diventano 629 tipologie, 343 Doc che superano le 12.000 varianti, e poi 124 Indicazioni Geografiche capaci da sole di produrre oltre 40.000 possibilità diverse.


La storia di Pezzetto nasce di fronte al Quantobasta, con gli stessi titolari che anni fa hanno portato in città la miscelazione di ricerca. La scelta di aprire un secondo locale a pochi metri di distanza ha permesso di ampliare l'offerta mantenendo una sola regia.

C'è un'Italia che non si studia nei manuali ma si decifra tra i filari. È l'Italia scritta nelle pietre delle cantine, nelle parole che i produttori consegnano alla memoria più che ai registri, negli appunti tracciati sul retro di un'etichetta o nei racconti sussurrati a fine vendemmia. Un patrimonio fatto di gesti, voci, intuizioni e radici, un sapere che vive solo se qualcuno lo raccoglie e lo restituisce. Senza queste testimonianze, il vino italiano è un prodotto, con esse torna a essere identità




Il Charleston di Palermo torna in scena dal 29 novembre la rinascita firmata Solofra e Merolli

Cognac e Brandy non sono sinonimi, ma fratelli di una stessa stirpe, legati tanto al terroir quanto al rigore del disciplinare francese. Il brandy Nel suo significato più ampio, il brandy è un distillato archetipico: l'essenza dell'uva resa spirito, senza vincoli di luogo o lignaggio. Il termine affonda le radici nell'olandese brandewijn – “vino bruciato” – e già questo evoca una certa rudezza marinara: una bevanda più da stiva che da salotto. Il brandy è tutto e nulla: può nascere in Spagna, in Sudafrica, in California o a Modena. Può avere vent'anni o sei mesi, maturare in barrique o in acciaio. Può essere sublime o mediocre.

Anche l'Italia assapora il Jack Daniel's 10 Years Old. Con quattro anni di ritardo rispetto ad altri paesi, la referenza ora sbarca finalmente sul mercato nostrano. Ma non c'è tempo da perdere, perché il sold out è probabile e si prevede possa avvenire in tempi stretti, in attesa di un nuovo batch in futuro. Parliamo, infatti, di una limited edition: solo 450 bottiglie in commercio distribuite in enoteche e cocktail bar selezionati, mentre una piccola quota è acquistabile in esclusiva su Amazon.

L'affinamento subacqueo è passato, in poco più di un decennio, dall'essere una curiosità per pochi sperimentatori a rappresentare una delle frontiere più discusse dell'enologia contemporanea. È un settore ancora di nicchia, certo, ma in rapida evoluzione. Esistono oggi protocolli certificati, contenitori brevettati, linee guida, test comparativi e una community internazionale di produttori che utilizza il mare non come palco scenografico, ma come ambiente tecnico.


Nato nel 2015 in una piccola via fuori centro a Bergamo, Barrier ha compiuto dieci anni il 22 novembre 2025. Ora, per essere precisi: se gestione e insegna sono rimaste le stesse, la location nel tempo è cambiata."Nell'estate del 2022 abbiamo venduto il locale e nel 2023 lo abbiamo riaperto qui, in pieno centro. Da allora è cresciuto ancora", racconta il proprietario Mauro Colombo. Oggi Barrier si sviluppa su due livelli, è dotato di dehors e non è solo un riferimento per la mixology italiana ed europea (ne è prova la sua presenza nella lista dei 500 Top Bars e nella guida di Blue Blazer), ma anche un'impresa solida, con oltre 23 dipendenti.

Il mondo del viaggio sta vivendo un momento di trasformazione profonda, le abitudini dei viaggiatori cambiano con una rapidità che fino a pochi anni fa sarebbe stata impensabile. Chi si muove oggi non cerca più semplicemente un volo conveniente o un hotel confortevole, ma un'esperienza che lo rispecchi, lo interpreti e lo accompagni, un viaggiatore abituato alla personalizzazione quotidiana degli algoritmi che si aspetta la stessa precisione anche quando pianifica una vacanza o un viaggio di lavoro.

Nel mosaico vitivinicolo italiano la Franciacorta è oggi uno dei territori più dinamici e maturi, capace negli ultimi vent'anni di ridefinire il proprio linguaggio stilistico e la propria identità produttiva, un'area che cresce in profondità, non solo in numeri, ma soprattutto nella qualità delle interpretazioni. All'interno di questo contesto in evoluzione la famiglia Muratori rappresenta un caso emblematico, una realtà giovane, nata ad Adro alla fine degli anni Novanta per volontà di Bruno Muratori, che fin dall'inizio ha scelto una via precisa, lavorare esclusivamente uve di proprietà e costruire un legame diretto, quasi fisico, tra vigneto e vino

Hai mai assaggiato un Paradise? Certo, per molto tempo non è stato uno dei cocktail più conosciuti e richiesti nel mondo. Eppure è un autentico classicissimo, nato fra gli anni '20 e '30 del secolo scorso e presente nella lista ufficiale IBA sin dall'inizio. Oggi però, grazie anche a una superstar mondiale del rap, riscopriamo questo elegante drink all day a base di gin, apricot brandy e arancia, dal gusto morbido e con inconfondibili note di albicocca e agrumi.



Sono passati dodici mesi da quando Salmon Guru ha aperto le porte nella giungla urbana di Milano. Un anno che è sembrato un decennio. Perché quando si mescolano spirits, idee visionarie e nomi da film, il tempo esplode in una spirale psichedelica.



Quando si pensa al vino francese la mente corre a Bordeaux, Borgogna o Champagne. Eppure il Languedoc-Roussillon, la più vasta area vitata del Paese, possiede una storia che affonda le radici in oltre duemila anni e un patrimonio geologico capace di generare una varietà sorprendente di vini.






È a Firenze, nella bellezza maestosa di Palazzo Borghese, che la sera di lunedì 10 novembre si è consumata la cerimonia della classifica 2025 dei Top 500 Bars. A trionfare è stato il Panda and Sons di Edimburgo. Ma l'Italia non è spettatrice, l'Italia è protagonista. Da Hong Kong a Barcellona, passando per Pagani. Sì, proprio Pagani (nel Salernitano).


Succede che a Firenze in via de' Ginori, a La Ménagère — uno di quei bar dove il design si beve prima ancora del cocktail — spunti il Kazakistan. No, non è uno scherzo geografico. È stata una guest internazionale nell'ambito della 500 Top Bars Week, dove a salire dietro al bancone non sono solo i soliti noti. Questa volta, l'invito è andato dritto ad Almaty: ospiti i ragazzi del Domashniy Bar, uno dei locali più noti del Paese. Ed è proprio in questa occasione che ho conosciuto Arina Nikolskaya, presidente dell'Academy dei 50 Best Bars per Europa orientale, Asia centrale e Paesi baltici: una donna dalle idee chiare e ambiziose.

Primo locale a puntare solo sui cocktail, Colonial è tra i miei bar del cuore a Tirana. Perché è bello. E perché si beve bene e con stile.Dotato di terrazza, Colonial è un bar allegro e curato. Il menù è ricchissimo, quasi enciclopedico. C'è tutto: gin, tequila, whiskey, rum. Ci sono i classici come Last Word e Negroni e ci sono creazioni come Sweet Dreams, con vodka, passion fruit e zenzero e il Margarita Calabrese, con tequila e lime e peperoncino del sud Italia. Per un cocktail lover, è un paradiso. Basti dire che in bottigliera ci sono ben mille referenze. Una collezione che parla di ricerca e passione. E per chi non beve alcol? C'è anche una selezione “non-alcoholic”. L'arredo, come suggerisce il nome, è coloniale -eclettico, con statue di Buddha e oggetti esotici. L'avevo visitato due anni fa. Sono tornata nei giorni scorsi e ho intervistato il titolare Ilir Dushkaj.


Fra i pochi cocktail caldi di fama mondiale, l'Irish Coffee è perfetto quando le serate iniziano a farsi fresche. Del resto, questo drink a base di caffè, whiskey e panna è nato proprio per riscaldare gli sfortunati passeggeri di un volo intercontinentale in una fredda serata trascorsa in un aeroporto d'Irlanda… Vediamo allora la storia, la ricetta e gli abbinamenti perfetti per il “caffè irlandese”.