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Ferdinando Scianna"Mare Magnum"Da Ferdinando Scianna a Martin Parr. I fotografi Magnum e le spiaggeFerdinando Scianna, Riccione, 1989Fino al 05 Ottobre 2025Riccione | RiminiLuogo: Villa MussoliniCatalogo mostra: Silvana EditorialeCuratore: Andréa Holzherrhttp://www.civita.art“Da fotografo è soprattutto questo che mi ha affascinato delle spiagge: la vanità, l'esibizione, lo specchio sociale, le relazioni umane, la volgarità, il gioco dei corpi, il rito di massa. Ho fotografato spiagge dappertutto: lo spettacolo era sempre assicurato.” Ferdinando SciannaIl mare e la spiaggia, simboli di evasione e libertà, si trasformano in palcoscenico per una straordinaria nuova e inedita mostra fotografica: MARE MAGNUM. Da Ferdinando Scianna a Martin Parr. I fotografi Magnum e le spiagge, che sarà allestita dal 19 aprile al 5 ottobre 2025 negli spazi espositivi di Villa Mussolini, a Riccione.Curata da Andréa Holzherr, organizzatrice di progetti espostivi internazionali e responsabile della promozione dell'Archivio Magnum, la mostra presenta le opere di otto grandi fotografi dell'agenzia Magnum Photos: Ferdinando Scianna, Bruno Barbey, Bruce Gilden, Harry Gruyaert, Trent Parke, Olivia Arthur, Newsha Tavakolian e Martin Parr.Attraverso gli obiettivi di questi grandi maestri della fotografia internazionale, il pubblico potrà esplorare le molteplici sfaccettature della vita in spiaggia: momenti di felicità e gioco si alternano a istanti di isolamento e riflessione, dando vita a un racconto visivo che svela la condizione umana in uno scenario universale.Riccione, che ha già ospitato in questi ultimi anni le mostre di alcuni dei più grandi maestri della fotografia, da Elliott Erwitt a Steve McCurry, da Robert Capa a André Kertesz e Henry Lartigue, diventa oggi il crocevia ideale di queste visioni, il luogo in cui le spiagge di tutto il mondo, ritratte dai fotografi Magnum, trovano una nuova e suggestiva dimensione. Qui, in questa mostra, i mari lontani dialogano con il mare Adriatico, le immagini raccolte in angoli diversi del pianeta si intrecciano con la storia e l'identità di una città che da sempre vive il rapporto con il mare come elemento essenziale della sua cultura. Con Mare Magnum, Riccione si trasforma in un crocevia culturale, dove le fotografie dei più grandi maestri della Magnum fissano per sempre le suggestioni, le contraddizioni e la bellezza delle spiagge di tutto il mondo. Non è un caso che la città abbia scelto di candidare la propria spiaggia a Patrimonio Immateriale dell'UNESCO: la sua tradizione di accoglienza e condivisione rende questo il contesto ideale per un racconto visivo che attraversa luoghi, epoche e sensibilità diverse, trovando qui una sintesi unica e significativa. Riccione, la Perla Verde dell'Adriatico, è da sempre crocevia di sguardi e suggestioni, e proprio qui, in questo luogo dove il mare ha una sua intimità profonda e accogliente – quel Mare Adriatico che Predrag Matvejević ha definito il mare dell'intimità – prende vita Mare Magnum, una mostra che trova in questo contesto il suo respiro più autentico. Perché se ogni spiaggia racconta una storia, è a Riccione che queste storie si incontrano, si fondono e si rivelano in tutta la loro potenza espressiva.La genesi di questa esposizione nasce da un dialogo creativo tra il Comune di Riccione, Civita Mostre e Musei, Magnum Photos e Rjma Progetti Culturali, un incontro di visioni che ha permesso di portare a Riccione un progetto espositivo unico e ambizioso. Mare Magnum si inserisce perfettamente nel tessuto di questa città, che da sempre intreccia il suo legame con il mare e la sua capacità di accogliere storie provenienti da ogni angolo del mondo. La fotografia, in questo contesto, diventa uno strumento privilegiato per esplorare le molteplici sfumature della vita in spiaggia, attraverso un racconto visivo che non conosce confini.Il mare non è solo un orizzonte geografico, ma una dimensione che appartiene all'anima. Come scrive l'autore romagnolo Fabio Fiori, «la spiaggia è un diario di sabbia su cui ogni onda scrive e cancella storie», un luogo di continua trasformazione dove ogni passaggio lascia traccia e, al contempo, si rinnova, come la risacca che modella incessantemente la riva. È proprio questo respiro, fatto di attimi fugaci e gesti che la fotografia riesce a rendere eterni, a nutrire l'esposizione. Le immagini raccolte dai grandi maestri della Magnum creano un legame profondo con l'immaginario di Riccione, facendo di questa mostra una riflessione universale sulla condizione umana, raccontata attraverso il paesaggio marino e la sua ineluttabile capacità di trasformare ogni incontro in una storia unica e irripetibile.La mostra prende vita in un luogo emblematico, Villa Mussolini, un punto di osservazione privilegiato sul mare, che, con la sua posizione, permette di godere della vista su quello che è considerato uno dei più bei terrazzi sull'Adriatico, creando una perfetta sintonia con l'anima della mostra e il legame che la città ha da sempre con il mare.La spiaggia è da tempo un soggetto interessante nella fotografia, in quanto palcoscenico perfetto per la grande “commedia umana”, che si riflette nel mare, eterno e impassibile. Sotto un vasto cielo indifferente, le persone vanno e vengono come attori di uno spettacolo senza fine. Quello che i fotografi trovano sulla spiaggia è il genere di spontaneità, libertà ed emozioni intense che raramente si possono trovare altrove. La spiaggia spoglia le persone, sia fisicamente che psicologicamente, dei normali strati di vita quotidiana. Quando ci si toglie i vestiti, ci si libera anche di alcune inibizioni sociali.Nel corso della storia, i fotografi di Magnum hanno catturato la spiaggia in modi sorprendentemente diversi, riflettendo sia i momenti culturali che le esperienze umane senza tempo. Che sia a colori o in bianco e nero, che ritragga gioia, solitudine o la sublime potenza della natura, la fotografia di spiaggia continua a essere un tema ricco ed evocativo, invitando gli spettatori a vedere la riva non solo come una destinazione, ma come una tela per l'espressione visiva.La mostra è promossa dal Comune di Riccione, con il patrocinio della Regione Emilia - Romagna e organizzata da Civita Mostre e Musei in collaborazione con Magnum Photos e Rjma Progetti Culturali.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Un'altra italiana in una semifinale europea: è la Fiorentina ormai abbonata alla fase finale della Conference League. Non accade la stessa cosa alla Lazio che, dopo aver rimontato il Bodo si fa beffare con un gol che la porta ai rigori e lì, tre errori dal dischetto, la condannano all'eliminazione. Tiriamo le somme della settimana di Coppe con Paolo Condò, volto di Sky e firma prestigiosa del Corriere della sera. Poi, un approfondimento Fiorentino col direttore Roberto De Ponti. È stata anche la settimana che ha visto nascere una nuova stella del nuoto: Sara Curtis agli Assoluti di Riccione ha strappato il pass Mondiale e ha battuto il record italiano dei 100 stile di Federica Pellegrini. Intanto, sono anche iniziate le finali scudetto del volley. Due ottime scuse per convocare un grande amico sportivo come Andrea Zorzi.
Radio Deejay dopo quasi 40 anni dice addio all'estate di Riccione. L'infortunio di Federica Brignone. Inaugurato il treno della Dolce Vita. Finiamo la settimana con il nostro Aldo Rock!
Ehi, prima di scrollare aspetta un attimo!Questa edizione ha una sponsorizzazione molto speciale. Il ricavato (750 euro) andrà a Emergency pro-Gaza, ed è offerto da Traininpink, che è risultata la migliore offerente all'asta benefica che avevo lanciato per le edizioni pre-natalizie (normalmente snobbate dagli sponsor). Io ci aggiungerò di mio altri 250 euro. La settimana prossima un altro sponsor ha comprato pro-Gaza l'ultima edizione 2024, che non spoilero ora. Grazie, davvero.Sei tra le circa 25.000 persone iscritte qui, su LinkedIn, Telegram e WhatsApp: grazie, spero che le 5,2 ore per scriverla ti siano state utili. A proposito, che ne dici di presentare il tuo brand nella newsletter? Dai un'occhiata per sponsorizzare nel 2025. Il quiz della settimanaQuante sono state le ricerche su Google per “luci (di) natale” nel dicembre 2023, all'incirca? Risposta in fondo.A) 500.000 B) 1.000.000 C) 2.000.000[ad]Rimettiti al primo postoDa quanto tempo non ti prendi cura di te? Se stai leggendo questa newsletter e sei donna, probabilmente avrai mille impegni e progetti, sarai sempre di corsa... un giorno dovrebbe avere 48 ore!Se ti rispecchi in questa descrizione, benvenuta: dal 2019 abbiamo trasformato più di 157.000 donne impegnate come te, aiutandole a sentirsi di nuovo forti e belle.Non devi andare in palestra, non devi avere attrezzi: ti bastano 27 minuti, 3 volte a settimana nella comodità di casa tua con il nostro Pilates.Tra un anno avresti voluto iniziare oggi: per questo ti regaliamo uno sconto esclusivo del 30% se inizi oggi, cliccando il link qui in basso.Ti garantiamo i risultati: se dopo 30 giorni non sei soddisfatta, ti rimborsiamo, nessuna domanda o spiegazione necessaria.Cos'hai da perdere? Entra nel nostro club esclusivo di donne che si vogliono bene, si sentono bene e si vedono bene.PS: lo sconto scade tra 24 ore, non aspettare – la nuova te ti aspetta.Il mercato dell'ossessione per le lucine natalizieC'è nella mia età matura un sentore lieve di malcelato piacere consumistico, un colpevole fare il tifo per quelli che sono oggi additati come i veri cattivi: la compiacenza per i produttori di cazzate. Penso sia dovuto (anche) inconsciamente alle privazioni dell'infanzia. Privazioni come possono essere privazioni quelle percepite da privilegiati figli di dirigente di banca, come si direbbe ora. Non privazioni dovute alla mancanza di risorse economiche quindi ma dal fatto che mia madre, cresciuta nel dopoguerra povero e bisognoso, ci imponeva rinunce che oggi considero completamente insensate e incongrue, che convivevano assieme a spese folli per l'arredamento di casa. Sapete quelli che giuravano che se mettevi le pile sul termosifone queste si ricaricavano? Lei fa parte di quel genere di persone. Ecco, ero un bambino pubblicamente invidiato dai compagni per l'auto di mio padre, ma in privato ero un mendicante di batterie AAA per le decorazioni di Natale o qualsiasi altro gioco che necessitasse di energia elettrica semovente.Figuriamoci dunque quanto erano considerate le decorazioni natalizie. Era sempre la stessa striscia di palline che usciva dalla stessa scatola da quando ne avevo memoria: luminarie luminose, sicuramente made in Padania, orrende, di tutti i colori dell'arcobaleno, ovviamente lampeggianti all'impazzata, dalle lampadine indistruttibili. Certo, allora le cose sì che duravano, signora mia, non c'era l'usa e getta luminoso-natalizio. In realtà quando si rompeva una lampadina si oscuravano tutte, per un motivo ingegneristico scemo che mi hanno spiegato ma che non ricordo mai. Si appoggiavano sul balcone con la propaggine che finiva su di un pino ben al di fuori dalla sua zona di comfort, e finiva lì.Ma, credetemi, era uno strazio, quel rivedere sempre le stesse luminarie. Del resto, non ricordo ci fosse poi nel mondo di allora “un trend” per le lucine. E se c'era, non arrivava sul Resto del Carlino. O forse non ne eravamo a conoscenza perché stavamo in provincia, ma non credo. In queste cose trash la provincia è da sempre all'avanguardia. Anche le vie, che mi ricordi, erano illuminate solo per l'annuale fiera del patrono, non per il Natale. (Forse comparve una cometa luminosa quando iniziò la assurda competizione tra paesi dei presepi meccanici, ma quella è un'altra storia ancora di cui recuperare tracce in questo pdf del 2006, chiamato “Il post sotto l'albero”, ruderi della cosiddetta blogosfera).Luci trendyE invece da qualche anno le luci di Natale sono come le tendenze delle passerelle della moda autunno-inverno. Magari ci sono davvero: a Shenzhen i grossisti faranno le sfilate di lucine. (Una volta vidi tutte le statuette turistiche italiane in mostra a una fiera business a Milano, c'era un tizio asiatico che le quotava a chilogrammi. C'era Capri a fianco di Venezia, e anche quella delle Cinque Terre che marcava stretta la Torre di Pisa. Il business to business, a saperci guardare bene, è sempre molto divertente.)Ed ecco che quattro anni fa ci fu il picco della renna di LED in 3D, con modelli premium che poi morirono economicamente annegati in un'inflazione di renne low-cost cinesi negli anni successivi. Ma la cavalcata delle lucette era iniziata almeno dal nuovo secolo in poi. Prima abbiamo superato i 200 milioni, poi 300 nel 2018, e ora si stima che siamo sopra i 400 milioni all'anno in Italia. Avere luci colorate, proiezioni dinamiche e installazioni artistiche non era più solo un benefit riservato ad amministratori pubblici che sanno come coccolare i propri cittadini a spese dei cittadini stessi. Dai primi anni 2000 si è passati dalle classiche palline carnevalesche nei giardini come il mio ai proiettori che trasformano le pareti delle case in scenari tra il religioso, la disco di Riccione e il noir scandinavo, fino alle luci minimaliste dal design che-bella-Stoccolma-ci-siamo-appena-stati che puntano su sobrietà e raffinatezza, segno di status e reddito superiore. Come nell'armocromia, i trend rimbalzano tra il desiderio di stupire il vicino con effetti stroboscopici e la suddetta ricerca di un'eleganza falsamente modesta che sottintende redditi da Hamptons. A volte mi chiedevo come avessero fatto certi a installare addobbi su tralicci, torri, alberi altissimi: poi ho capito, sono gli artigiani che hanno sempre (un amico con) una gru e non hanno paura a usarla. Qui vicino ho visibili tutte le casistiche: c'è un tizio che ha messo talmente tante luminarie intorno alla casa che la gente si ferma spontaneamente con l'auto a bordo strada a fotografarvici davanti. Di primo acchito ci è rimasto male, ma ora ogni tanto fa perfino il vin brulé per i visitatori e te ne dà un bicchiere se ti fermi a fare due chiacchiere. Potere della vanità. Una matriceHo fatto uno schema che riassume la mia personale visione etnografica delle lucine. Libero mercato, ti adoroNella follia luminosa c'entrano l'innovazione tecnologica a basso costo, l'ecommerce e le luci LED low-cost; Instagram è stato la nitroglicerina finale: account Lucidimerda non ti temo, dice l'italiano medio. Se oggi siamo sempre su di un palcoscenico, digitale o reale, le lucine non possono fare eccezione. E dove c'è palcoscenico, arriva chi vuole fornirci tutto il necessario, per il giusto compenso liberistico, o quasi. E poi, dai, è anche tutto più sostenibile: la combo LED a basso consumo, pannelli solari integrati e il tutto-collegato-ad-Alexa permettono un risparmio energetico o almeno ce la raccontiamo. E poi le lucine ce le meritiamo, e che diamine.Perché resistere, dai. Tra Temu, Amazon, DHgate e altre turpi parti della rete si offre un assortimento infinito, che titilla la giusta creatività di ogni proprietario di balcone o di villetta a schiera. Sono solo altri 9 euro e novantanove, a volte 4 e novantanove. Devi solo ricordartene a ottobre, perché appunto il tuo atto creativo deve arrivare da Shenzhen. (Secondo un'indagine di Consumerismo No Profit (?), nel 2023 la spesa media a famiglia per albero, luci e addobbi vari era di circa 233 euro, mentre nel 2024 è salita a 270 euro. Secondo me è troppo, ma di solito sbaglio al ribasso in queste stime. Qualche altra stima va sui 100 euro a famiglia).Luci della cittàGli amministratori pubblici fanno parte della competizione. I Comuni investono centinaia di milioni di euro per decorare con budget che vanno da decine di migliaia di euro per i centri minori a milioni per le grandi città come Milano e Roma. E poi naturalmente, i piccoli borghi che devono obbligatoriamente trasformarsi in piccoli presepi così-carini: una recente analisi ha mostrato che i borghi tradizionali vendono fino al 50% in più di prodotti tradizionali ai turisti, se illuminati scenograficamente.Un paio di anni fa ero in Albania a Capodanno e la cittadina in cui mi trovavo era mezza sottosopra per i lavori fognari incompiuti – ma al tunnel di luci in cui fotografarsi + baciarsi non aveva voluto rinunciare. E sapete che vi dico? Secondo me aveva ragione. L'anno scorso facevo la spesa e una coppia di persone (credo) indiane mi ha chiesto una foto. “Qui?” ho pensato. “Ah! Davanti alla luminaria buffa con il nome della nostra città? Ah! Con piacere!”. Sono andati via tutti contenti e io mi sono un po' vergognato del mio cinismo. Il sindaco ha sempre ragione, conosce i suoi polli, anche quelli nuovi.Trafiletto moraleChe poi, se ci pensate, c'è qualcosa di più insensato delle luminarie? A che servono realmente? Gli economisti impazziscono per queste assurdità umane, non se ne fanno una ragione. Però fanno compagnia, cosa che nel PIL non viene evidenziata. Lucine, e tac! subito l'umore cambia. Si risparmia in psicofarmaci a carico del SSN, caro economista. Non è un caso che molti bar e ristoranti oggi usino tutto l'anno luminarie platealmente nate come luci delle feste. Fa emozione. Inspiegabile, ok, ma lo fa. E l'emozione fa scontrini. Un sociologo direbbe che le lucette “riflettono i valori, le aspirazioni e persino le insicurezze di una società”. Le vogliamo in segno di vitalità economica e ottimismo: finché c'è lucina c'è speranza. Adoro poi i brand che sponsorizzano alberi e lucine pubbliche. Secondo me hanno capito tutto: si associa il proprio brand alla felicità. E ora: Alexa, accendi la mia cascata di luci! E ho comprato un pacco da 24 pile AAA da Amazon Basic. Mamma, tiè!Il marketing insegnato dai negoziantiUn precisino. (di @amareggiata su IG)Ti ricordo che ilmarketinginsegnatodainegozianti.info è un progetto gonzo-collettivo a cui puoi contribuire senza pietà. No screenshot o inoltri social, solo foto vostre. Segnalazioni varie* La scorsa settimana ho descritto come fare un post virale per caso su Linkedin, usando la AI, parlando della AI. È complicato da spiegare, dovresti leggerlo.* Ho partecipato alla trasmissione Laser della Radio della Svizzera Italiana, condotta da Rachele Bianchi-Porro, sulla regressione infantile collettiva consumistica dei calendari dell'Avvento: il titolo della puntata è “Finestrelle sull'infanzia”. Si ascolta qui. That's all folks!Grazie di aver letto fin qua, di questi tempi è tanta roba. Per analizzare la strategia, l'organizzazione e il budget o invitarmi a parlare, e per essere sponsor basta rispondere alla mail. Grazie ancora a Traininpink. E se ti è piaciuta, inoltrala in giro.ciao, gluca Grazie a Daniela Bollini per la paziente correzione e a Cristina Portolano per i separatori.Quiz: la risposta corretta è A) 500.000 (fonte Glimpse). This is a public episode. If you would like to discuss this with other subscribers or get access to bonus episodes, visit lettera.minimarketing.it
Dardust è uno dei più noti produttori musicali italiani, oltre che compositore e pianista solista. Dal suo studio sono usciti decine di successi, pezzi come "Soldi" Mahmood e "Riccione" dei The giornalisti e la recente "Montecristo" di Jovanotti. Abbiamo parlato di come si produce una hit musicale, di come un produttore e compositore si rapporta con artisti tra loro molto diversi, di qual è il segreto che fa nascere un grande successo, di composizione, di ricerca, di creatività, dell'esperienza come mastro concertatore alla Notte della Taranta, di viaggi, delle ispirazioni che hanno fatto nascere "Urban Impressionis" l'ultimo album solita di Dardust La mia newsletter gratuita: https://danielerielli.substack.com/ Instagram - https://www.instagram.com/danielerielli/ Twitter - https://twitter.com/danielerielli Facebook - https://www.facebook.com/quitthedoner/ Il mio ultimo libro é "IL FUOCO INVISIBILE" (Rizzoli), e lo trovi qui: https://amzn.to/40VFsLB I libri di tutti gli ospiti di PDR e qualche consiglio di lettura sono qui: https://www.amazon.it/shop/danielerielli Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Housepedia Podcasts #HomeIsWhereHouseIsPlaying 169 I Paola Piancastelli Paola Piancastelli is an Italian DJ based in Riccione, on the Adriatic coast. She is a resident DJ and music selector for Unify Radio, hosting a weekly Sunday evening show called *Motion*. Paola has been passionate about Jazz, Funk, Disco, and House Music since childhood. Info about the artist: @paola-piancastelli Submit your mixtape: https://linktr.ee/housepediamusic Listen on Apple: apple.co/3n4V8s5v
In un episodio live, ospiti del Gruppo EcoEridania direttamente dal Cocoricò a Riccione, parliamo insieme a Carlo Alberto Carnevale Maffè e Andrea Giustini dei fattori per il successo della sostenibilità, la competitività ambientale e il percorso del gruppo EcoEridania. . Puoi sostenere il lavoro di Will iscrivendoti alla membership: ci aiuterai a continuare a raccontare la complessità in modo chiaro, accessibile e senza lasciare indietro nessuno. Vai su membership.willmedia.it Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
The romantic escapades of a group of college-age friends at a beach club along the Adriatic Sea. The post #47: Under the Riccione Sun (2020) first appeared on Cinema Italiano Podcast.
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ROMA (ITALPRESS) - In questa edizione: - Affonda veliero a Palermo per tromba d'aria, un morto e 6 feriti - Portavoce russa contro Rai e Media Italiani: “Sembrano organi nazisti” - Gaza, Hamas: “Nessun progresso nei colloqui” - Delitto Sharon, interrogati i familiari - A Riccione violenza di gruppo su 16enne - Collegno (TO): Uccide moglie in strada e si suicida - Nubifragi e trombe d'aria su e giù per l'Italia - Le testimonianze per il veliero affondato a Palermo - Previsioni 3B Meteo 20 Agostogsl
Milano è già vuota, sarà il caldo. Al telefono Claudio Villa ex direttore dell'Aquafan di Riccione e Fabrizio Romano, il giornalista sportivo più seguito sui social. La penultima di Aldo per questa stagione!
Nel nuovo episodio del Podcast di Cineguru, Davide Dellacasa e Robert Bernocchi commentano il weekend cinematografico che si è appena concluso e che ha visto in prima posizione Inside Out 2, che nel nostro territorio è arrivato a superare C'è ancora domani. Negli Stati Uniti, Cattivissimo Me 4 ha ottenuto un grande successo, al livello del precedente film della saga. Guardando al futuro, l'attesa è tutta per Deadpool & Wolverine, ma c'è grande interesse anche per Twisters. Il podcast dedica inoltre spazio alla questione Paramount: probabilmente si raggiungerà un accordo preliminare con Skydance Media, ma cosa succederà in futuro? Infine, si parla brevemente della 13ma edizione di Ciné – Giornate di Cinema di Riccione.
Da Linus a Riccione per fuggire i live in zona San Siro a Nicola a Milano! Tante notizie per iniziare la prima settimana di luglio!
Prenotare le vacanze senza l'aiuto di internet, chiamare a casa dalle cabine telefoniche e usare solo gli stradari per orientarsi. Organizzare una vacanza con gli amici negli anni 90 non era semplice ma una volta a destinazione la sorpresa diventava un'avventura da raccontare. La vacanza anni 90 ideale per Federico Russo è un lungo viaggio in treno alla scoperta dell'Europa. Quella di Daniela Collu è in un appartamento a Riccione con gli amici di una vita. A raccontare le sue estati facendo da arbitro: Lino GuancialeSee omnystudio.com/listener for privacy information.
Coming to you from a balcony in Riccione, Italy the London Hippy brings a poolside selection of Library Jazz, Balearic grooves and the piece of electronica. Starting off with the Italo Disco and modern names such as Nu Genea, the first hour is all Italian.The second half of the show see a change from the norm with the tunes frequently heard in the beach bars in this beautiful part of the world. Dip your toes in the pool and get out the Aperol, because summer is here.For more info and tracklisting, visit: https://thefaceradio.com/the-london-hippyTune into new broadcasts of The London Hippy, Thursdays from 2 – 4 PM EST / 7 - 9 PM GMT.//Dig this show? Please consider supporting The Face Radio: http://support.thefaceradio.com Support The Face Radio with PatreonSupport this show http://supporter.acast.com/thefaceradio. Join the family at https://plus.acast.com/s/thefaceradio. Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
Puntata straordinaria con Linus da Riccione e tutto il resto del team con Nicola a Milano!
Daniel Friebe & Brian Nygaard are following the Giro d'Italia from end to end, north to south, Turin to Rome, providing daily coverage - and today our dynamic duo report from Stage 13 and Cento. Our Girovagando podcasts feature race analysis, interviews and regular features such as Larranzando, our almost daily postcards from Italy with Décathlon-AG2r La Mondiale's Larry Warbasse. Follow us on social media: Twitter @cycling_podcast Instagram @thecyclingpodcast Babbel Learn a language the fun, easy way with intuitive 15-minute lessons you can do when you want. Choose from 14 languages including Spanish, French, Italian and German. Get six months free with the purchase of a six-month subscription at Babbel.com/play with the promo code CYCLE24. The 11.01 Cappuccino Our regular email newsletter is now on Substack. Subscribe here for frothy, full-fat updates to enjoy any time (as long as it's after 11am). MAAP The Cycling Podcast x MAAP collection is available now. Go to maap.cc to see the full MAAP range. Friends of the Podcast Sign up as a Friend of the Podcast at thecyclingpodcast.com to listen to more than 100 exclusive episodes. Our latest KM0 specials, ‘How to Become a Pro Cyclist' and ‘How to Become an Ex-Pro Cyclist' are available on the Kilometre 0 for Friends of The Cycling Podcast feed now. The Cycling Podcast is on Strava The Cycling Podcast was founded in 2013 by Richard Moore, Daniel Friebe and Lionel Birnie.
Tea Taramino"Girare intorno all'arte"di Francesco De Bartolomeisa cura di Tea Taramino e Irene PittatoreAccademia Albertina di Belle Arti di TorinoMostra aperta fino al 30 giugno 2024Una mostra, una pubblicazione e un convegno per ricordare Francesco De Bartolomeis, docente ordinario per trentacinque anni all'Università degli Studi di Torino e poi Professore Emerito, Accademico ad honorem dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, decano dei pedagogisti italiani, critico d'arte e, in privato, anche artista, spentosi lo scorso anno all'età di 105 anni.La mostra - fortemente voluta da Rita Margaira, per anni sua compagna e collaboratrice - compone e restituisce attraverso un racconto organico, articolato in sezioni, alcune delle molteplici sfaccettature del lavoro teorico, dell'impegno nell'arte e nella società di un uomo che ha saputo lasciare un segno profondo nella storia culturale del Paese, grazie all'amore per la ricerca e alla posizione originale e non conforme alle pratiche culturali correnti. Una vita vissuta senza risparmiarsi è la formula della sua longevità, come egli stesso afferma: “La smodatezza, nel senso di buttarsi nelle cose, di continuare a partecipare. Mi salva il fatto di continuare a scrivere, pubblicare, incontrare gente”. Parlava con pochi della personale attività pittorica e di sperimentazione artistica sulla forma e sul colore, mentre, nell'intimo della casa, realizzava una considerevole produzione di opere su tavola e su carta, astratte e vivacemente policrome. Nell'allestimento, curato da Diego Giachello, quadrerie di pitture di minuscolo, piccolo e medio formato - più di 700 - sono le protagoniste dell'esposizione, quali interpreti di una “disubbidienza” curatoriale nello svelare questo aspetto quasi inedito. Fra le opere esposte alcune riportano un intervento postumo dell'amico artista Pino Chiezzi che, con cura e originalità, le ha incastonate asimmetricamente in cornici, fuori misura, recuperate nell'appartamento. Un video realizzato dall'artista Irene Pittatore raccoglie le interviste a Rita Margaira e a Pino Chiezzi, accompagnate da ventotto testimonianze di persone care a Francesco De Bartolomeis, girate in occasione dell'apertura al pubblico della sua casa-studio nel 2023: artisti e artiste con i quali ha condiviso importanti scambi, ex allieve, insegnanti e personaggi pubblici. Una raccolta dei numerosi volumi scritti per Feltrinelli, Loescher, La Nuova Italia e altri editori offre contezza della sua poderosa produzione nel campo della pedagogia, della critica d'arte e della pedagogia dell'arte. Una sezione della mostra, con documentazioni video ed esiti narrativi e fotografici di attività educative, è dedicata all'immenso lavoro da lui svolto con insegnanti e bambini in molte città in cui è stato consulente per tanti anni: Ivrea, Modena, Riccione, Rivoli, Torino. Questa mostra vuole anche testimoniare il suo essere “pedagogista di base” in quanto padre dell'antipedagogia, perché De Bartolomeis con il sistema dei laboratori e l'insegnamento diede impulso a uno dei periodi più innovativi della storia dell'educazione proponendo una trasversalità progettuale che collegava teoria e pratica. Un'impostazione basata sulla sperimentazione che servì a indicare nuove rotte ai servizi educativi territoriali e alla scuola. Il catalogo, pubblicato da Prinp Editore, raccoglie contributi di Piero Bianucci, Mario Calabresi, Lorenzo Campioni, Pino Chiezzi, Edoardo Di Mauro, Maurizio Maggiani, Rita Margaira, Lisa Parola, Anna Pironti, Irene Pittatore, Claudio Strinati, Tea Taramino, Paola Zanini. Durante il convegno, a cura di Aldo Garbarini, vice presidente GNNI / Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, interverranno tra gli altri: Antonia Labonia, Presidente GNNI; Rita Margaira, promotrice della mostra Girare intorno all'arte; Piero Bianucci, scrittore e divulgatore scientifico. È stata invitata l'Assessora alle Politiche Educative della Città di Torino. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Alberto Rossetti"Vivian Maier. Il ritratto e il suo doppio"Riccione, Villa Mussolini, fino al 3 novembre 202492 scatti realizzati prima con la fotocamera Rolleiflex e poi con la Leica e alcuni video girati in Super8 trasportano idealmente i visitatori nelle strade di New York e di Chicago, dove i continui giochi di ombre e riflessi mostrano la presenza-assenza dell'artista che, con i suoi autoritratti, cerca di mettersi in relazione con il mondo circostante.Gli scatti raccontano la sua vita in totale anonimato fino al 2007, quando il suo immenso e impressionante lavoro, composto da più di centoventimila negativi, filmati Super 8mm e 16mm, diverse registrazioni audio, fotografie stampate e centinaia di rullini non sviluppati, venne scoperto in bauli, cassetti e nei luoghi più impensati da John Maloof, fotografo per passione e agente immobiliare per professione che li acquista un po' per caso, salvandoli dall'oblio e rivelando al mondo l'immenso patrimonio fotografico di Vivian Maier.In tutti questi scatti si riconosce un'incessante ricerca per dimostrare la propria esistenza, non certo per una rappresentazione edonistica, ma la disperata affermazione di sé e la fuga da un'esistenza invisibile.Grazie a quel ritrovamento una "semplice tata” è riuscita a diventare, postuma, “la grande fotografa Vivian Maier”.In tutto il suo lavoro, ci sono temi ricorrenti: scene di strada, ritratti di anonimi estranei e persone con cui potrebbe essersi identificata, il mondo dei bambini - che è stato il suo mondo per così tanto tempo - ma emerge un' evidente predilezione per gli autoritratti. Lei stessa appare in molti scatti, con una moltitudine di forme e variazioni, a tal punto da configurare una sorta di linguaggio all'interno del suo linguaggio.A differenza di Narciso, che si distrusse nella contemplazione e nell'ammirazione della propria immagine, l'interesse di Vivian Maier per il ritratto di sé è piuttosto una disperata ricerca della sua identità. Costretta in una “invisibile non-esistenza”, a causa del suo status sociale, Vivian Maier ha silenziosamente e discretamente iniziato a produrre prove irrefutabili della sua presenza in un mondo in cui sembrava non avere posto.Riflessi del suo viso in uno specchio, la sua ombra che si allunga sul terreno, il contorno della sua figura: ogni autoritratto di Vivian Maier è una affermazione della sua presenza in quel luogo particolare, in quel momento particolare. La caratteristica ricorrente che è diventata una firma nei suoi autoritratti è l'ombra.L'ombra, quel duplicato del corpo in negativo, "scolpito dalla realtà", che ha la capacità di rendere presente ciò che è assente. All'interno di questo dualismo, Vivian Maier ha giocato con il sé e con il suo doppio.E poiché una fotografia, come ha detto Edouard Boubat, è "qualcosa di strappato alla vita", nel caso di Vivian Maier, i suoi autoritratti accumulati configurano una precisa identità, che ora ha preso il suo posto in un presente perpetuo, costantemente ripetuto e sigillato dalla Storia.Vivian Maier nasce a New York, il 1 febbraio 1926, i genitori presto si separano e viene affidata alla madre, che si trasferisce presso un'amica francese, Jeanne Bertrand, fotografa professionista. Negli anni Trenta le due donne e la piccola Vivian si recano in Francia, dove vive sino ai 12 anni. Nel 1938 torna a New York e per oltre quarant'anni è solo una “tata francese” mentre, nella stanzetta messa a disposizione dalla famiglia presso cui abita, coltiva una passione immensa: la macchina fotografica Rolleiflex poggiata sul ventre, e poi la Leica davanti agli occhi. Riproduce la cronaca emotiva della realtà quotidiana.I soggetti delle sue fotografie sono persone che incontra nei quartieri degradati delle città, frammenti di una realtà caotica che pullula di vita, istanti catturati nella loro semplice spontaneità. La fotografia era il suo hobby totalizzante e ha finito per renderla una delle più acclamate rappresentanti della street photography, collocata, nella Storia della Fotografia, accanto a grandi fotografi come Diane Arbus, Robert Frank, Helen Levitt e Garry Winogrand. In tutto il suo lavoro ci sono temi ricorrenti: scene di strada, ritratti anonimi estranei e persone con cui potrebbe essersi identificata, il mondo dei bambini – che è stato il suo mondo per così tanto tempo – ma emerge una evidente predilezione per gli autoritratti. Lei stessa appare in molti scatti.La mostra esplora proprio il tema dell'autoritratto di Vivian Maier a partire dai suoi primi lavori fino alla fine del Novecento. Le sue ricerche estetiche si possono ricondurre a tre categorie chiave, che corrispondono alle tre sezioni della mostra, allestite dopo un'introduzione biografica.La prima è intitolata L'OMBRA. Vivian Maier ha adottato questa tecnica utilizzando la proiezione della propria silhouette. Si tratta probabilmente della più sintomatica e riconoscibile tra tutte le tipologie di ricerca formale da lei utilizzate. L'ombra è la forma più vicina alla realtà, è una copia simultanea. È il primo livello di una autorappresentazione, dal momento che impone una presenza senza rivelare nulla di ciò che rappresenta.Attraverso IL RIFLESSO, a cui è dedicata la seconda sezione, l'artista riesce ad aggiungere qualcosa di nuovo alla fotografia, con l'idea di auto-rappresentazione; impiega diverse ed elaborate modalità per collocare sé stessa al limite tra il visibile e l'invisibile, il riconoscibile e l'irriconoscibile. I suoi lineamenti sono sfocati, qualcosa si interpone davanti al suo volto, si apre su un fuori campo o si trasforma davanti ai nostri occhi. Il suo volto ci sfugge ma non la certezza della sua presenza nel momento in cui l'immagine viene catturata. Ogni fotografia è di per sé un atto di resistenza alla sua invisibilità.Infine, la sezione dedicata a LO SPECCHIO, un oggetto che appare spesso nelle immagini di Vivian Maier. È frammentato o posto di fronte a un altro specchio oppure posizionato in modo tale che il suo viso sia proiettato su altri specchi, in una cascata infinita. È lo strumento attraverso il quale l'artista affronta il proprio sguardo.La mostra celebra non solo il talento di una grande artista, ma invita anche il pubblico a riflettere sulla bellezza della quotidianità e sull'arte di cogliere l'effimero. È a disposizione di tutti i visitatori una utilissima audioguida che accompagna il percorso espositivo.La straordinaria mostra, curata da Anne Morin con Alberto Rossetti, è promossa dal Comune di Riccione e organizzata da Civita Mostre e Musei in collaborazione con diChroma photography e Rjma Progetti Culturali.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
In diretta durante la presentazione del team Gresini con Riccardo Guglielmetti inviato al Cocoricò di Riccione e Carlo Pernat, il Decano e Matteo Aglio a commentare ciò che a metà della scorsa stagione sembrava impossibile: il passaggio di Marquez dalla Honda ufficiale al team privato Gresini.E' l'occasione per fare qualcuna delle predizioni alla Pernat sulla stagione 2024 che oggi è finalmente iniziata.
Roberto Mutti"Robert Capa. Retrospettiva"Mostra a Riccione, fino al 1° aprile 2024La stagione espositiva di Villa Mussolini prosegue con la mostra retrospettiva dedicata a Robert Capa, il più grande fotoreporter del XX secolo, fondatore, nel 1947, dell'agenzia Magnum Photos, con Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David Seymour e William Vandiver. La rassegna, visitabile fino all'1 aprile 2024, presenta più di 100 immagini in bianco e nero che documentano i maggiori conflitti del Novecento, di cui Capa è stato testimone oculare, dal 1936 al 1954, anno della sua morte in Indocina, calpestando una mina antiuomo. “Se la tendenza della guerra – osserva Richard Whelan, biografo e studioso di Capa – è quella di disumanizzare, la strategia di Capa fu quella di ri-personalizzare la guerra registrando singoli gesti ed espressioni del viso”. Come scrisse il suo amico John Steinbeck, Capa “sapeva di non poter fotografare la guerra, perché è soprattutto un'emozione”. Ma è riuscito a fotografare quell'emozione conoscendola da vicino, mostrando l'orrore di un intero popolo attraverso un bambino”. Eliminando le barriere tra fotografo e soggetto, le sue opere raccontano la sofferenza, la miseria, il caos e la crudeltà della guerra. Gli scatti, divenuti iconici – basti pensare alla foto forse più famosa del miliziano ucciso nella guerra civile spagnola o alle uniche fotografie (professionali) dello sbarco in Normandia delle truppe americane, il 6 giugno 1944 – ritraggono cinque grandi conflitti mondiali del XX secolo, di cui Capa è stato testimone oculare. I suoi scatti sono tanto più attuali oggi, in relazione con i più recenti e drammatici avvenimenti internazionali. Un'ampia sezione è dedicata alle foto scattate in Italia nel 1943/44, a seguito degli alleati, dallo sbarco in Sicilia fino a Napoli e Cassino. In mostra sono presentate inoltre alcune foto dei suoi viaggi in Cina nel 1938, nella Germania postbellica, in Unione Sovietica, in particolare in Ucraina, e in Israele. Ascolta la conversazione con il curatore della mostra, Roberto MuttiLa mostra presenta anche l'altra faccia di Robert Capa, con una sezione dedicata ai suoi amici, nella quale emerge la sua vitalità, la sua capacità di trasmettere e condividere un senso di euforia interiore. Molti suoi amici erano scrittori e cineasti americani come Hemingway e John Huston, ma non mancavano artisti come Picasso e comunque la famiglia allargata dei fotografi Magnum. La rassegna è articolata in 13 sezioni e comprende, in apertura, un omaggio a "Gerda Taro" con cui Robert Capa ebbe una relazione molto intensa. Un cammeo di tre scatti: un ritratto di Gerda, uno di Robert e un loro “doppio ritratto”, un modo per documentare la loro straordinaria vicenda umana. A seguire Copenhagen 1932, Francia 1936-1939, Spagna 1936-1939, Cina 1938, Gran Bretagna e Nord Africa 1941 – 1943, Italia 1943 – 1944, Francia 1944, Germania 1945, Europa orientale 1947, Israele 1948-1950, Indocina 1954, infine una sezione dedicata ai ritratti di amici e artisti come Gary Cooper, Ernest Hemingway, Ingrid Bergman, Pablo Picasso, Henri Matisse, Truman Capote, John Huston, William Faulkner e John Steinbeck. La rassegna è promossa dal Comune di Riccione ed è organizzata da Civita Mostre Cultura in collaborazione con Magnum Photos e Rjma Progetti Culturali. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/show/tracce-di-il-posto-delle-parole_1/support.
Na nossa viagem à Itália fomos conhecer a famosa Riviera Romagna, em Riccione especificamente, para entender como o verão é vivido por aqui e acima de tudo para mostrar aos nossos amigos brasileiros como são as praias da Itália e o local onde nasceu o Beach Tennis.O Beach Tennis é um esporte que nasceu em Ravenna, praticado na areia e é uma mistura de tênis tradicional, vôlei e badminton. Conhecemos um dos divulgadores do Beach Tennis, Max Bezzi, que há anos exporta raquetes de produção próprias para todo o Brasil graças à colaboração com Topa Beach Tennis.L'ITALIA è QUI amigos, na ROMAGNA!
Listen along as we discuss Netflix's two hundred and fifty-first film, the 2020 Italian comedy-drama ‘Under the Riccione Sun' (Sotto il Sole di Riccione) directed by YouNuts! starring Cristiano Caccamo, Ludovica Martino, Lorenzo Zurzolo and Isabella Ferrari. Please follow us at Flix Forum on Facebook or @flixforum on Twitter and Instagram and answer our question of the week, 'Were all the men in this film misogynistic?' You can listen to us on Apple Podcasts, Spotify and Podbean so please subscribe and drop us a review or 5 star rating. If you're interested in what else we are watching, head on over to our Letterboxd profiles; Jesse MJ We also have our own Flix Forum Letterboxd page! Links to all our past episodes and episode ratings can be found there by clicking here. Next week we have 'Desperados', so check out the film before then. You can see the trailer here. Flix Forum acknowledges the Traditional Owners of the Land we have recorded this podcast on, the Wurundjeri and Bunurong people of the Kulin Nation. We pay our respects to their Elders past, present, emerging and extend that respect to all Aboriginal and Torres Strait Islander cultures.
Moda e musica. Moda e design. Moda e arte. Con Massimo Giorgetti i confini tra generi e settori cadono di continuo.Lo dimostra con MSGM, uno dei marchi italiani di abbigliamento più interessanti degli ultimi decenni dove mette in atto collaborazioni incredibili, da Franco Battiato a Gaetano Pesce, tra omaggi alla club culture della Riviera Romagnola e Milano, suo grande amore.In questa puntata ci racconta di come abbia mescolato creatività estrema e industria, ci parla del suo amore profondo per la musica e per l'arte, cita Isabella Santacroce e i Coldplay. In una costante ricerca della forza del presente. I link dell'episodio:- Il sito di MSGM https://www.shop-msgm.com - Il sito dello spazio Ordet a Milano https://www.ordet.org- Il sito di Isabella Santacroce https://isabellasantacroce.it
Stefano Pivato"Andare per colonie estive"il Mulino Editorehttps:://mulino.it«Il mare quando l'ho visto la prima volta è stato ad andare in colonia a Riccione; partivamo con le nostre valigie di cartone, i numeri sul corredo e addosso una gran malinconia... Dopo una notte a trattenere le lacrime sul treno è apparso là in fondo all'orizzonte: “Il mare, si vede il mare!” si confonde con il cielo ma è più blu, più grande, più vagabondo».Milioni di bambini italiani, nel corso del '900, hanno fatto la loro prima esperienza di «vacanza» con un soggiorno in colonia. Gli ospizi per lo più marini, realizzati dapprima a scopo terapeutico su influsso della medicina positivista, si sono moltiplicati quando il regime fascista volle creare i «nuovi italiani». Furono ingaggiati i migliori architetti per progettare luoghi salubri e pedagogicamente ispirati, esempio seguito anche da molte aziende nazionali per i figli dei loro dipendenti. Nel secondo dopoguerra sarà l'associazionismo religioso e laico ad animare i tanti maestosi edifici, anche se poi il boom economico dischiuderà le porte alle vacanze individuali e per le colonie inizierà un vero e proprio «sacco edilizio». L'itinerario è contrappuntato dalle memorie dei molti bambini che di quei soggiorni ci restituiscono l'atmosfera.Stefano Pivato, professore emerito di Storia contemporanea, collabora con il Dipartimento di storia dell'Università di San Marino. Per il Mulino ha pubblicato: «I comunisti mangiano i bambini» (2017), «I comunisti sulla Luna. L'ultimo mito della Rivoluzione russa» (con M. Pivato, 2017), «Storia sociale della bicicletta» (2019), «Storia dello sport in Italia» (con P. Dietschy, 2019), «La felicità in bicicletta» (2021) e «Tifo» (con D. Marchesini, 2022).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Linus da Riccione mentre il resto del team a Milano in attesa del maltempo.
Si parla di Amazon Prime Day, di NAS Terramaster, di monopattini a Riccione e di come firmare elettronicamente dei documenti.
Linus deve andare in macchina da Riccione a Roma, ma quale strada prenderà?
Linus e Matteo Curti in diretta dagli studi dell'Aquafan di Riccione.
Prima puntata in diretta da Riccione - senza Nicola Savino - che tornerà settimana prossima!
Ana Danca"La voce del silenzio"Gilgamesh Edizionihttps://gilgameshedizioni.comIl silenzio, molto spesso, rappresenta il timore di esprimersi, l'insicurezza di muovere passi certi nel mondo; altre volte risuona della paura a sé, dell'ascolto della propria voce interiore. Ma se si riesce a fissare il burrone senza farsi prendere dal panico, allora si può trasformare questo momento di raccoglimento in risorsa, che può diventare forza interiore, sostegno che ti permette di andare avanti, giorno dopo giorno. Conoscere se stessi e ciò che ci ha plasmato - esperienze, sensazioni, ricordi, emozioni, incontri - ci consente di affrontare il futuro con piglio propositivo. Questo è il percorso che Ana Danca intraprende nel suo "La voce del silenzio", un romanzo che racconta la vita, e che insegna l'importanza di saper ascoltare la Voce, quella che come un daimonion socratico ti urla dentro l'urgenza più cogente che esista: la necessità di saper vivere la propria vita.Ana Danca è nata in Romania, a Buruienesti e attualmente vive e lavora a Mantova. Diplomata in meteorologia ad Arad (RO) ha lavorato presso la Stazione Meteorologica di Tulnici, poi come insegnante supplente nella scuola media del paese nativo. Ha precedentemente pubblicato i romanzi “Come vuole la vita” (2016) e “Patrie interiori”(2018). Con quest'ultimo, edito sempre da Gilgamesh Edizioni, è stata premiata a Roma dall'Accademia di Romania per il suo progetto “Difendersi con la Cultura (Scrittura)” nel settembre del 2018. Lo stesso romanzo viene premiato con la Menzione di Merito al Concorso Letterario Nazionale “La felicità ritrovata” nel maggio del 2020 dal Comune di Riccione. “La voce del silenzio” rappresenta la conclusione del trittico ispirato ai concetti platonici di Bene, Verità e Bellezza.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
La sua passione per l'endurance è grande, quasi quanto quella per la fotografia...ROBERTO DEL BIANCOcon i suo scatti è capace di raccontare l'anima di un triatleta mentre nuota, pedala e corre sudando, lottando e gioendo alla sua finish line!Roberto è il protagonista della puntata numero 234 di Passione Triathlon, intervistato da Dario Daddo Nardone in diretta, mercoledì 7 giugno 2023 dalle 18.00.Per rivedere e riascoltare, via podcast, tutte le puntate di Passione Triathlon, c'è la pagina ufficiale:https://www.mondotriathlon.it/passioneSostieni il tuo Mondo Triathlon: https://bit.ly/donatri#daddocè #mondotriathlon #ioTRIamo ❤️#triathlon #trilife #fczstyle#passionetriathlon
Agradece a este podcast tantas horas de entretenimiento y disfruta de episodios exclusivos como éste. ¡Apóyale en iVoox! T01XE22 - Diario de una Amazona - Un Podcast de Celia Blanco para MTVRX Producciones -El Ciego Italia es el país en el que más aventuras he tenido, sin contar el mío, claro. Me siento unida a este país. Mi mote, Tana, viene de que un compañero de facultad dijo que yo, cuando me enfadaba, era como una italiana de los años 50, una maggiorata. Por mis curvas, por mi genio, por cómo gesticulo y por mi nariz. Supongo que eso ha hecho que sea una de las pocas mujeres que ha estado una docena de veces en el país y jamás ha ligado con italianos. Paso totalmente desapercibida. Riccione es una población en el Mar Adriático muy turística. Pensada para que se llene en verano de turistas y, por su cercanía con la República de San MArino, un bomboncito para las escapadas. Allí me fui para grabar los campeonatos del mundo de atletismo para ciegos; durante años hice estos reportajes para La2 y, me estrené así en las televisiones nacionales. Campeonato del Mundo para ciegos… Ahí es nada. Desde el principio, la relación con los atletas y sus guías fue excelente. Nos alojábamos en el mismo hotel, así que desde el primer día nos conocimos. Yo tenía que grabar también los entrenamientos, así que, temprano, estaba ya en las pistas haciendo mi trabajo. Las carreras se hacen con guía. La guía va por delante del corredor, con un testigo encadenado a otro, de donde prende la persona ciega. Estaban entrenando eso cuando me fijé en el lanzamiento de disco. En el círculo pertinente un inmenso hombre de dimensiones sublimes. Piernas gruesas, espalda inmensa, brazos gigantes. Daba las vueltas exactas y lanzaba con precisión y exactitud. Una maravilla. Me quedé un poco impresionada por lo grande que era. No recordaba haber visto jamás a alguien así. Grabé a los atletas de velocidad y a los de relevos y me fui para los individuales. El del disco, estaba, ahora, con martillo. Y lo hacía con exacta precisión. Cuando terminó, me acerqué a él y me presenté. Él clavó sus ojos en los míos. Estuvimos charlando un par de minutos, los cuales, el hombre no dejó de mirarme. Así que no me quedó otra que preguntarle, me inquietó que no perdiera la vista ni distinguiera ninguna mácula en su iris como ocurría con el resto de ciegos. — ¿Qué lesión tienes en la vista? Parece que ves correctamente. Él soltó una sonora y grave carcajada. — Retinosis quística. Soy ciego desde los 19 años. Completamente ciego. No veo nada. Pero tienes una voz preciosa y sé, exactamente, dónde están tus ojos. Aquello me descolocó. Alfonso no veía nada. Pero había aprendido a calcular dónde estaban los ojos en función desde dónde le llegara el sonido de la voz. Y acertaba. Clavaba sus pupilas inertes en las mías. Y subía las cejas para que pareciera que no era invidente. A mí me tenía fascinada. Aquella noche, en la cena, Alfonso y yo nos sentamos juntos. Me maravillaba verlo hacer, sin ver nada, manejándose perfectamente. Sabía echarse el agua en el vaso y que no se le desbordara, manejaba los cubiertos sobre la carne como si viera. Pero en realidad no dejaba de mirarme a mí, sentada enfrente. Al terminar nos entretuvimos con el café. Y con el café vinieron las risas. Me contó cómo condujo su moto, siendo ya ciego, para despedirse de ella. Si se estrellaba lo daba por buen final. Pero no se estrelló. Completó el camino que hacía desde los 16, se bajó de la moto y se la regaló a su mejor amigo. A mí se me saltaron las lágrimas con aquella historia. Aquella noche no podía dejar de pensar en Alfonso. Me gustaba. Me gustaba mucho. Pero me impresionaba lo de que fuera ciego y que creyera que era por pena. La caridad es algo que me repugna tome la forma que tome. Y no quería que creyera que la sentía hacia él. Al día siguiente seguimos con las grabaciones para volver a cenar juntos y en esa cena saltaron todas las chispas del mundo. Subíamos a las habitaciones en el mismo hotel, cuando se paró en su planta aguantó la puerta y me lo dijo: — Ven. Ven conmigo. Prometo cuidarte y mimarte. No necesitó más. Le di la mano y lo seguí hacia el cuarto. Desde que cerró la puerta supe que aquel polvo sería diferente. Alfonso puso música nada más llegar al cuarto. Sonaba música clásica, cosa que agradecí enormemente porque me gusta infinito y porque me siento como pez en el agua si me rodea. Me contó cómo había sido su infancia en un pueblo de León, cómo su hermana había quedado ciega antes que él y cómo se había hecho las pruebas para comprobar si su hijo podría desarrollar la enfermedad hereditaria. La retinosis quística es así de cruel. Nos besamos nada más cruzar el umbral. Sus besos eran plenos, grandes como él. Y sus manos.. Sus manos eran gloria bendita. Del cuerpo de un hombre lo que más me atrae son las manos. Las quiero grandes, de dedos gruesos y largos. Las quiero que aferren sin dejarme escapar. Que me empeñezcan en su caricia. Y Alfonso las tenía así. Empezó por mi cara. Milímetro a milímetro. — Tienes las cejas espesas, los ojos grandes, una nariz alargada y fina y unos labios gruesos en una boca enorme. La descripción era perfecta. Me veía a través de las yemas de sus dedos. Siguió bajando de mi cara por mi cuello, alabando que lo tuviera tan largo y que se me marcaran tanto las clavículas. Cubrió los hombros varias veces, acariciándolos lentamente para seguir por las axilas. Yo subí los brazos por la inercia de las cosquillas, él metió los dedos aferrando, como tenazas sus músculos. Fue bajando… Bajando.. por todo el tronco. Calibrando mis dimensiones. — Eres grande y dura. “Como esta”, dije yo mientras le tocaba la verga encima del pantalón. Bajó por mis costillas, calibrándola una a una. Encajó los dedos en el esternón como para saber su forma exacta. Subió a las tetas y las cubrió. Sus dedos pasaban por mis medias lunas despacio, con las yemas de los dedos aferró los pezones. Los tocaba con delicadeza haciendo que ereccionaran. Me los puso duros como una piedra y, entonces, empezó a lamerlos. Despacio. Primero uno, luego el otro. Mientras lamía desabrochó mi pantalón que yo dejé que cayera al suelo. Metió una de sus manos entre mis piernas. Sentirla, tan grande, me encantó. Los dedos, perfecto muestrario de pollas empezaron con mi coño. Primero uno, despacio, bien dentro, oblicuo, contra la pared. Después dos, más dentro, mejor…. ….. Alfonso dejó mis tetas para besarme. Dejó mis pezones para estar con mi lengua. Desde la boca fue bajando por la tripa, lamiéndola en una perfecta línea recta hasta mi pubis. Me quitó las bragas, abrió las piernas y se metió entre ellas. Sus lametones eran intensos. Lentos. Desde el ano hasta El Monte de Venus. Tenía la lengua grande. Ancha. Mi coño empequeñeció en aquella boca gloriosa. Abrió los labios con los dedos para poder hacer. La lengua lamía con tanta gana que yo solo podía derretirme. Metió los dedos por el agujero. Todo a la vez. Sus inmensos dedos cual penes y su lengua en el clítoris. Solo en el clítoris. Lametones concentrados que me hacían temblar. Empujones con los dedos que me partían en dos…. Siguió hasta que me corrí. No paró hasta que no escuchó cómo me partía en dos. Siguió con la lengua y los dedos hasta que convulsioné por sus caricias. Yo había perdido el control de mis propias manos y había dejado de acariciarle, así que bajé sus pantalones de deporte y me centré en su polla. Estábamos tumbados sobre la cama, así que fue fácil metérmela en la boca. Era una polla dura como una piedra, grande, gorda. Circuncidada, lo que hacía que pareciera aún más inmensa. La lamí con mucho gusto, jugando con su glande. La masturbaba al tiempo que la chupaba. Él gemía con su voz ronca, era como un oso al que dan placer. Agarraba sus huevos, me los metía en la boca, los lamía hasta subir al glande entreteniéndome en el tronco. Era una de las pocas pollas que no podía meterme entera en la boca sin que me dieran arcadas. Él se dejaba, yo me superaba. Intentando que supiera que aquella belleza podía estar conmigo y yo con ella. Mis lametadas se multiplicaban, mi mano volaba, quería más y lo quería de él y no paré hasta que lo obtuve. Alfonso se corrió, apartando él mismo mi boca y dejando que cayera sobre mis tetas. Me encantó sentir la lefa caliente… Después de aquellos nos enrollamos el uno en el cuerpo del otro. Yo parecía pequeña entre sus brazos. En esa sensación que tan pocas veces disfruto de sentirme minúscula. Pero con él, podía. Aquella noche nos quedamos dormidos en su habitación sin que ocurriera nada más. Yo me dormí mientras él me acariciaba la espalda, dibujaba mi cuerpo en la yema de sus dedos para saber cómo era. Me cantó canciones de cuna mientras yo me adormilaba, las mismas que había cantado a su hijo cuando era un bebé. Me sentí su niña bonita. Su bien querida. Alfonso y yo no hicimos nada más. No tuvimos más sexo que aquel, que fue todo oral. Eché de menos sentirla dentro, pero, por las dimensiones, agradecí que no insistiera. No soy yo de pollamisiles más que para comérmelas y él presupuso que en una aventura era innecesario estropear lo conseguido. El campeonato terminó y cada uno regresó a su ciudad. Él a León y yo a Madrid. La ONCE se encargó de que estuviéramos lo suficientemente alejados como para que él siguiera su carrera profesional y yo no lo distorsionara. Durante años fui fiel a las retransmisiones de Paralímpicos durante los Juegos. Él siempre estaba ahí. Y siempre ganaba. Récord del Mundo durante años de disco y de peso. Hasta que se retiró y nunca más volví a verlo. Pero siempre recordaré que hubo un ciego que me desnudó y supo cómo era por sus caricias. Por lo que mi piel le contó a la yema de sus dedos. Escucha este episodio completo y accede a todo el contenido exclusivo de Diario de una Amazona (con Celia Blanco @latanace). Descubre antes que nadie los nuevos episodios, y participa en la comunidad exclusiva de oyentes en https://go.ivoox.com/sq/1765797
Lo stiamo sentendo su tutte le radio con il suo nuovo singolo Viaggio Intorno al Sole, al BSMT è passato Tommaso Paradiso. Nato nel quartiere romano di Prati, nel 1983, Tommaso si appassiona alla musica alla sola età di 11 anni e grazie a "Definitely Maybe" degli Oasis. Nel 2009 fonda i Thegiornalisti insieme a Marco Antonio "Rissa" Musella e a Marco Primavera. Dopo anni di gavetta pieni di difficoltà e di no, finalmente la band arriva al successo con l'album Completamente sold out. Da lì in poi cambia tutto, il loro indie dall'anima pop arriva pian piano sempre a più persone fino ai palazzetti più importanti d'Italia in cui la band si esibisce con canzoni celebri come Riccione, Questa nostra stupida canzone d'amore e Felicità puttana. Nel settembre del 2019, però, Tommaso annuncia il proprio abbandono dai The Giornalisti inaugurando la sua nuova carriera da solista con Non Avere Paura. I nostri anni, Ma lo vuoi capire?e Ricordami sono solo alcune delle hit che ci ha regalato Tommaso in questi anni. Tommaso Paradiso torna ad esibirsi dal vivo da novembre nei palazzetti italiani con il Tommy 2023 Tour. Nell'attesa, godetevi questa chiacchierata super speciale. Buona Visone! Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Ospite in studio Mario Tozzi: le specie animali che si stanno trovando in territori insoliti come le tartarughe d'acqua dolce a Riccione.
Cambio di stagione ma per il momento le temperature rimangono alte. In previsione dell'inverno Milano si prepara al razionamento di luce e gas. La città di Riccione compie 100 anni, ne parliamo con la sindaca Daniela Angelini. Luca Marinelli sarà Mussolini, Riccardo Scamarcio è Caravaggio. Ospite in studio lo scrittore Sandrone Dazieri.
Cocorico (Part 2/3)! I got such amazing memories with this awesome club in Riccione Italy. Didn't play there for 4 years, first it had to close down and then there was this virus. So I was uber happy to be back and it was a total blast, such a good vibe right into the beautiful […] Subscribe to listen to Techno music, Tech House music, Deep House, Acid Techno, and Minimal Techno for FREE.
Ashlyn Riccione talks all things crown, being a nurse and her and in healing hearts in the local community
La partenza intelligente di Linus da Riccione e il ritorno nella casa milenese "curata" dai figli soli. Il "concertozzo" degli Elio e le Storie Tese a Bergamo.