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Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Dopo quaranta giorni dalla Risurrezione, Gesù, vincitore del peccato e della morte, come aveva ripetutamente preannunciato ai suoi discepoli, sale glorioso e trionfante al cielo. “Vado a prepararvi un posto”, aveva detto loro. Verrebbe da pensare a una conclusione, a una fine, a un distacco o a un addio, ma non è così: Egli ci precede nella gloria, ma ci attende tutti nella stessa beatitudine eterna. Mai come oggi possiamo comprendere fino in fondo il significato che Gesù voleva dare alla parola “via” quando diceva: “Io sono la via, la verità e la vita”. La via è Cristo stesso, che ci indica il cielo come meta finale dell’esistenza umana, l’approdo verso cui tendere. È stato Lui a renderci possibile il ritorno al Padre: è il frutto della redenzione, il trionfo dell’amore di Dio per noi peccatori. Il cielo si riapre, e l’uomo ritrova la sua patria; rientra in comunione con il Padre e, con la forza dello Spirito Santo, vede alimentata la speranza nel possesso dei beni futuri. Oggi, per tutti i credenti, si innalza la preghiera di Cristo: Egli implora l’unità perfetta e la vera fraternità tra i suoi, chiede al Padre che tutti siano con Lui, che tutti possano contemplare la sua gloria, che tutti diventino testimoni dell’amore. Gesù ripropone ancora oggi la via del cielo, ci indica con chiarezza lo scopo ultimo della vita. A noi, ancora immersi nel tempo, parla di cielo, di eternità, di paradiso; cerca di distoglierci almeno un poco dalle cose della terra per farci contemplare i cieli aperti e la gloria di Dio. Desideriamolo quel posto promesso, desideriamolo davvero quel cielo, dove, con il Padre e nello Spirito Santo, Egli ci attende con la corona della vita eterna.
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Sermone predicato nella Chiesa Cristiana Evangelica "Sola Grazia" di Caltanissetta il 20/04/2025Testo biblico: Atti 17:16-34Predicatore: Nazzareno UlfoAscolta altri sermoni nella nostra pagina dedicata: https://www.sermoni.solagrazia.it/Ascolta altri sermoni nella nostra pagina dedicata: https://www.sermoni.solagrazia.it/Ascolta altri sermoni nella nostra pagina dedicata: https://www.sermoni.solagrazia.it/
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Gesù è Colui che spezza le catene e riporta la libertà! I tempi passano, gli uomini periscono nella loro umanità, ricchi o poveri, sconosciuti o famosi, potenti o miseri; ma Cristo Gesù è Colui che rimane in eterno, che vive nella sua Risurrezione, Verità immutabile che non può essere cancellata: Evento veritiero, concreto, che nella sua vittoria spezza sempre e continuamente le catene che il demonio forma, per ricondurre a libertà. I discepoli di Emmaus percorrono la strada e sono oppressi dalla tristezza: si pongono domande sulla Persona che non riescono a comprendere, sono impauriti dalle tenebre che incrociano nel percorso del loro cammino… Quanti di noi camminano per la strada dell’esistenza senza capire il senso della loro nascita e dove vanno, cosa c’è oltre il termine di essa, e si pongono domande, hanno paura… Eppure guardate cosa accade ai discepoli: all’incontro con il Risorto che si affianca al loro peregrinare sconsolato, alla sua Parola si rallegrano e si accende il cuore; allo spezzare del Pane si illuminano, pur nell’oscurità della notte iniziata, ed hanno luce piena. Solo se l’accogliamo nel nostro cammino e ci poniamo a fianco a Gesù, noi avremo sapienza e conoscenza, motivazione del nostro vivere: comprenderemo il senso del suo Amore, che ci libera dalla tristezza e dà gioia al cuore; non temeremo più l’oscurità, poiché sappiamo che Egli è con noi e sapremo dove va la via, dove ci conduce, cosa ci attende alla sua fine, cosa ci dà luce nella notte se non lo spezzare del Pane, il vivere l’Eucaristia, che è la Carne e il Sangue di Gesù. Carne e Sangue divino e risorto di cui ci nutriamo: dà alla nostra carne la sua Essenza, la rende risorta, la prepara alla sua futura e piena risurrezione. Con Gesù, uniti nello spezzare il suo Pane, ma anche nello spezzare il nostro che si unisce, noi acquisiamo la Risurrezione; nella nostra croce noi ci facciamo risorti. Nel vivere la Parola noi ci facciamo risorti, nello spezzare insieme l’Eucaristia noi, risorti, spezziamo con Cristo le catene del nemico, che cerca in tutti i tempi di renderci prigionieri. Noi con Cristo gridiamo il grido della vittoria, ci facciamo liberi e diamo libertà; liberi di vivere in eterno l’amore della Risurrezione per cui siamo nati, e al quale andiamo. Diventare Eucaristia!
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8130OMELIE PASQUA DI RISURREZIONE - ANNO C di Giacomo Biffi 1) VEGLIA PASQUALETrovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcroDa questa lunga e suggestiva celebrazione - con l'efficacia propria del mistero liturgico, che sa farci oltrepassare gli spazi e la successione dei tempi - siamo stati portati al cuore dell'universo e al cuore della storia del mondo.Il cuore della storia del mondo è la Pasqua di Cristo: è il trasferimento di Gesù di Nazaret attraverso la morte e la risurrezione, dall'oscurità dello stato terrestre allo splendore della gloria del Padre. Egli - come nuovo Mosè posto a capo del popolo di Dio, che siamo noi - per primo ha operato questo passaggio di liberazione, perché noi tutti potessimo lasciare i pensieri di disperazione e di morte, che sono propri della condizione umana, per arrivare alla certa speranza della vita vera e senza fine.Il cuore dell'universo è lui, il Crocifisso risorto nel quale tutte le cose cono state pensate: solo se guardate in lui, se illuminate dal suo Vangelo, se orientate al servizio della sua opera di amore e di salvezza, le realtà dimostrano di possedere un pregio che non si svaluta e un senso che non viene mai meno.Così è stato stabilito nell'eterno disegno del Creatore; il disegno che in questa veglia siamo andati amorosamente contemplando.È un disegno che può essere percepito solo dagli occhi resi penetranti dalla fede: i prodigi di Dio restano nascosti a quelli che vogliono tutto ridurre alla misura della loro corta vista e della loro angusta esperienza. La risurrezione di Cristo e la rinnovazione del mondo avvengono nella notte, senza verifiche o testimonianze mondane.Ma per chi crede e accetta il progetto trascendente del Padre, sta scritto: La notte splenderà come il giorno, e sarà fonte di luce per la mia delizia.UNA SOCIETÀ SEMPRE PIÙ DISUMANASe Cristo crocifisso e risorto è il cuore dell'universo, allora comprendiamo perché l'esistenza, la vita associata, il modo generalizzato di convivere e di operare - che oggi non vuol porsi in sintonia col Signore risorto e vivo, e anzi positivamente lo rifiuta - si dimostri senza senno e senza misericordia.Siamo diventati tecnicamente bravi, abbiamo i mezzi per le indagini più raffinate e i più spericolati interventi sulla natura, sull'economia, sulla stessa psiche dell'uomo; eppure la società che si va progressivamente configurando appare nelle sue consuetudini e nei suoi ritmi sempre più impietosa, sempre più arida, sempre più disumana: senza cuore, appunto.Se la Pasqua di Cristo è il cuore della storia, cioè l'evento centrale che solo può dare un senso all'avventura enigmatica dell'umanità sulla terra, allora comprendiamo perché questo continuo mutare nelle varie epoche dello scenario offerto all'immutabile tragedia umana, questo succedersi troppo spesso violento di sistemi politici e di ideologie dominanti, questa serie senza fine di sopraffazioni e di guerre, che è la storia, appaia così irragionevole: proprio perché, considerata per se stessa, fuori da ogni prospettiva pasquale, non ha più un significato né un traguardo al suo divenire.Ciò che stiamo compiendo e vivendo stanotte non è dunque qualcosa di secondario o di marginale. Celebrare o non celebrare la Pasqua - si capisce, non nominalmente o folcloristicamente, ma nella verità delle cose - non è senza conseguenze di rilievo per la vita dell'uomo e per la storia del mondo.UN ESSERE STRANOChi celebra la Pasqua nella verità ha una visione dell'uomo e della storia, della fatica di esistere e della gioia, delle libertà personali e del rispetto della vita e della dignità altrui, che lo colloca ben lontano dalle idee di chi la Pasqua non celebra e perciò non ha punti di riferimento né criteri per una oggettiva valutazione.Molte volte colui che celebra la Pasqua nella verità sembrerà all'opinione comune e agli occhi delle potenze mondane come un essere strano, un sognatore o un fanatico, o, come capita curiosamente di ascoltare, un integralista. Ma la ragione è con lui; solo lui sa leggere giustamente le cose e gli accadimenti, solo lui in definitiva può vivere con ragionevolezza, perché soltanto la luce della Pasqua può disperdere le tenebre della nostra assurdità esistenziale.Anche le prime testimoni di Gesù vivo e Signore - Maria di Magdala, Giovanna e Maria di Giacomo - hanno sperimentato l'incomprensione: le loro parole - ci ha detto il Vangelo - parvero «come un vaneggiamento». Ma avevano ragione loro: il loro annuncio - non lo scetticismo saputo degli altri - ha percorso la terra, rinnovandola e facendovi fiorire la gioia.Questa è anche la nostra sorte e la nostra missione. Il messaggio, che noi da questo rito vogliamo recare con la nostra fede operosa in ogni angolo della città degli uomini, e l'avvenimento, di cui siamo chiamati a dar garanzia con la nostra vita, potranno anche non essere accettati, potranno perfino essere irrisi. Ma dall'accoglimento di questo messaggio di risurrezione e dal riconoscimento di questo avvenimento rinnovatore dipende la salvezza della ragione in questo nostro tempo dotto e farneticante; dipende anzi la stessa sopravvivenza della famiglia umana, insidiata com'è da una cultura egoista che ha come suo logico approdo la sterilità, lo scetticismo, la morte.Noi però abbiamo una fiducia che nessuna delusione potrà far mai vacillare, perché ci viene proprio dalla realtà perenne della Pasqua. Il Signore è vivo e «la morte non ha più potere su di lui»; e se il Signore. è vivo, la sua Chiesa non muore; se il Signore è vivo, anche noi siamo vivi per lui; se il Signore è vivo, tutta l'umanità possiede una speranza sempre rinascente di salvezza e di vita.2) MESSA DEL GIORNO DI PASQUAMaria di Màgdala si recò al sepolcro di mattinoDavvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone (Lc 24,34). Questa è la prima espressione della fede pasquale da parte degli apostoli, di quegli uomini, cioè, che poi avrebbero fatto della testimonianza resa al Cristo vincitore della morte il senso e lo scopo di tutta la loro vita.Percepiamo in queste parole lo stupore per un avvenimento inaudito, la primizia di una immensa speranza, come l'aurora di una luce consolante che solo da pochi istanti aveva rotto le tenebre di uno sconforto che in quegli uomini dopo la scena spaventosa del Golgota pareva definitivo.Al tempo stesso sentiamo in questa frase una immediatezza, un tono familiare, quasi una freschezza non letteraria che ci garantisce della sua autenticità: Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone.Per la verità da molte ore avevano trovato il sepolcro di Cristo scoperchiato e vuoto; ma il sepolcro vuoto era servito a gettarli nello sconcerto, non era bastato a fondare una certezza troppo bella per essere persuasiva. Sì, fin dalla mattina avevano ascoltato alcune donne che asserivano di aver visto vivo il Nazareno; ma alle donne in queste cose - pensavano quei semplici e concreti pescatori di Galilea - è meglio non prestare troppa attenzione: «Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse» (Lc 24,11).Ma, in un momento imprecisato di quel giorno fatale, il Maestro, che essi avevano visto morire dissanguato sulla croce, appare anche a Simon Pietro, appare cioè a colui che era stato costituito loro capo; e allora le cose cambiano: Pietro non è un uomo che patisca allucinazioni, lo conoscono bene, a lui si può dare credito. In lui, per così dire, è tutta la Chiesa che accoglie la straordinaria notizia che da allora non ha più finito di risuonare: «Il Signore è risorto».Il colloquio tra Gesù redivivo e l'apostolo che aveva tradito non ci è riferito da nessun vangelo: è rimasto un segreto racchiuso nel cuore del più diretto interessato. Ma da quell'incontro - che sarà seguito verso sera da quello con tutto il gruppo degli Apostoli radunato - incomincia ufficialmente la proclamazione ecclesiale: «Davvero il Signore è risorto».I DISCEPOLI DI EMMAUSAl tramonto di quello stesso giorno però Gesù, dimostrando di essere sovranamente libero nella scelta dei suoi testimoni, si era rivelato a due personaggi del tutto secondari, che compaiono qui per la prima volta e poi non saranno più ricordati nella storia delle origini cristiane. L'episodio ci è raccontato dalla suggestiva pagina di san Luca che abbiamo ascoltato.Se con l'apparizione a Pietro e agli Undici viene dato il fondamento a tutta la predicazione della Chiesa, con l'apparizione ai due sconosciuti discepoli ci è detto che ogni uomo - pur desolato e dubbioso e senza speranza - alla fine può e deve arrivare alla fede.In Clèopa e nel suo anonimo compagno ciascuno di noi può riconoscere se stesso, e può riconoscere anche tutta la famiglia umana nei suoi rapporti con Cristo.I due viaggiatori materialmente non mancano di una mèta: sono diretti a Emmaus. Ma spiritualmente non hanno più una prospettiva: camminano, ma non sanno più verso dove; vivono, ma non capiscono più per che cosa.Avevano avuto una speranza, per così dire, «politica»: la liberazione della loro terra dall'oppressione straniera.«Noi speravamo - dicono - che fosse lui a liberare Israele». Adesso tutto ai loro occhi sembrava crollato, e invece tutto stava per cominciare. Pensavano di essere ormai preda dello scetticismo, e non erano mai stati così vicini alla verità.È un po' la situazione che stiamo tutti vivendo. Dopo aver sperimentato il tramonto sanguinoso dei miti del nazionalismo, della razza, della violenza presentata come il motore della storia (che cinquant'anni fa parevano forti e vincenti), il nostro popolo sta assistendo disorientato al declino della più affascinante e drammatica utopia che sia mai co
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Dopo la prime tre riflessioni incentrate rispettivamente su Imparare a ricevere - La logica del Battesimo, Andare altrove - La libertà nello Spirito e Sapersi rialzare – La gioia della Risurrezione -, in quest'ultima, padre Pasolini si è soffermato sul tema Dilatare la speranza – La responsabilità dell'Ascensione. E in proposito ha evidenziato tre aspetti: la conversione, il sottosopra e la sinergia, ribadendo che sapersi congedare, quando tutto il necessario è stato compiuto, allargando i confini della speranza è l'insegnamento che Gesù ha offerto all'umanità proprio con l'Ascensione.
È il mistero della risurrezione da leggere nel presente della propria vita il cuore della terza predica di Quaresima sul tema “Sapersi rialzare. La gioia della Risurrezione” proposta da padre Roberto Pasolini, predicatore della Casa Pontificia. Prima di sviluppare la sua meditazione, il religioso cappuccino ha rivolto “un saluto particolare” al Papa. “Ci auguriamo che questa forza con cui Cristo si è risollevato dalla morte venga infusa anche al nostro Santo Padre, per potersi rialzare e riprendere un po' il timone della sua Chiesa in questo tempo di Giubileo” ha detto.
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Durante la siccità Dio provvede a Elia del cibo miracolosamente. Risurrezione del figlio della vedova di Serepta.
VIDEO: Suor Clare, versione estesa ➜ https://www.youtube.com/watch?v=QXAryehCyR8&list=PLolpIV2TSebURQLIBppY4bAc0bO7DbkRTTESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8078 DA PROMESSA STAR DI HOLLYWOOD... A SUORA IN VIA DI BEATIFICAZIONE: ''A DIO TUTTO, O NIENTE!'' di Costanza Signorelli Desiderare di consumarsi completamente, sino a sbiadire il proprio volto, sino a logorare mani e piedi, sino a perdere la voce. Dare tutto di sé e darlo subito, per offrire la vita intera a Dio. Un amore folle e radicale: "A Dio tutto, o niente!". Questa, in poche battute, era suor Clare Crockett.È chiaro, allora, che non fu il caso a volere che questa giovane Serva del Focolare della Madre rimanesse l'unica a morire sotto le macerie del tragico terremoto del 2016 a Playa Prieta. Tra tutte le sorelle del convento missionario in Ecuador, fu scelta solo lei. "Sola con il Solo": misteriosamente, si realizzava il motto di vita stabilito proprio nel giorno della sua consacrazione e ancor più si avverava quell'insondabile piano d'Amore che lei stessa aveva profetato: "Morirò giovane, a 33 anni, come Gesù".NASCERE E RINASCERE NELLO SPIRITOClare Crockett vede la luce il 14 novembre 1982 a Derry, in una famiglia dell'Irlanda del Nord duramente segnata dalle feroci lotte tra cattolici e protestanti. Lei stessa però dirà che la sua vera nascita avverrà solamente l'11 agosto 2001, data in cui la giovane fanciulla fa il suo ingresso nelle Serve del Focolare della Madre come postulante. Sarà questa, infatti, per Clare l'occasione di una vera e propria rinascita nello Spirito Santo che, corteggiandola come il più appassionato tra gli amanti, la conquisterà completamente.Ma la strada che condusse Clare alla "vita nuova" fu tutt'altro che spianata. Per comprendere su quale terreno cominciò ad arare l'agricoltore e quanti rami ebbe a potare il vignaiolo, basti sapere che, quando Clare annunciò a parenti e amici il suo ingresso in convento, venne accolta con una fragorosa e corale risata. Gli stessi familiari erano convinti si trattasse di uno dei suoi colpi di testa che sarebbe durato pochi giorni, al massimo qualche settimana.Del resto, quella ragazzina a dir poco esuberante era nota a tutti come la futura stella di Hollywood per via del suo straordinario talento per la recitazione. Dotata di un agente dello spettacolo sin da piccolissima, Clare aveva conquistato da subito ruoli da protagonista sul piccolo schermo e alcune pellicole al cinema. Genitori, professori, amici... tutti quanti la spingevano in questa direzione, essendo convinti che un giorno sarebbe arrivata molto lontano. Quanto al rapporto con la fede, invece, non si poteva certamente festeggiare lo stesso successo. Clare, di famiglia cattolica più per etichetta che per sostanza, aveva ricevuto i sacramenti durante l'infanzia, ma ben presto, ai locali della parrocchia, aveva preferito quelli notturni che l'avevano eccitata ai piaceri del mondo. Alcol, droga e sesso erano diventati per Clare regola e dipendenza, complice l'ambiente dello spettacolo che l'aveva stretta, ancora piccola, tra le tenaglie del peccato. Eppure, nessuno poteva immaginare che la "follia" di quella ragazzina, che la spingeva a divorare sempre più vita, fosse in verità il sigillo messo da Gesù sul cuore della sua promessa sposa e che Dio stesso sarebbe stato pronto a tutto pur di portare a termine il suo piano d'Amore su quella vittima da Lui prescelta.LA "TRAPPOLA" DELLA VERGINE MARIA«Un giorno - racconta Clare durante una testimonianza - la mia amica, Sharon Dougherty, mi chiamò e mi disse: "Clare, vuoi andare in Spagna? È tutto pagato". "Un viaggio gratis in Spagna! - pensai - Dieci giorni di festa in Spagna con il sole". "Certo che ci vado!". Io, sinceramente, pensavo che saremmo andate su un'isola turistica come Ibiza. Chi avrebbe potuto immaginare che invece fosse tutta una mossa della Vergine Maria per riportarmi a casa, nel Suo Focolare, in quello di Suo Figlio?».Spiegarono a Clare che tutti quelli che volevano andare in Spagna si sarebbero dovuti presentare in una certa casa per ritirare il biglietto aereo. «Quando entrai nella casa - continua Clare - trovai un gruppo di 30-35 persone mature che recitavano il Rosario. Subito chiedo: "Voi andrete in Spagna?", "Sì", mi risposero con entusiasmo "ad un pellegrinaggio!"». Ovviamente Clare non ha la minima intenzione di partecipare a un ritiro spirituale, ma l'amica insiste: ormai il biglietto aereo è pagato, perciò non ci si può più tirare indietro.«Così arrivai in Spagna presso il monastero del Focolare della Madre, da sola e senza nessuna voglia di fare un pellegrinaggio». Era la Settimana Santa, ma Clare logicamente non lo sapeva e nemmeno poteva sospettare di dover partecipare per cinque giorni e con molto raccoglimento alla Passione, morte e Risurrezione del Signore.L'IRRESISTIBILE SPOSO CROCIFISSOÈ Venerdì Santo e qualcuno del gruppo dice a Clare che, in quel giorno, non avrebbe potuto star fuori dalla chiesa a fumare sigarette come sempre accadeva. La giovane, perciò, quasi costretta, si unisce alla Celebrazione liturgica della Passione e morte del Signore e col solito atteggiamento strafottente - come racconta lei stessa - sceglie subito di sedersi nei banchi più in fondo. Quando però arriva il momento in cui tutti si mettono in fila per l'Adorazione della Croce, Clare d'impeto li segue.«Quando toccò a me baciare la croce non mi ricordo se mi inginocchiai o se feci la genuflessione, mi ricordo solo che baciai il chiodo che era sui piedi di Gesù e sentii come uno schiaffo sul cuore. In un istante ricevetti la grazia di vedere come Egli, Dio, era morto per me sulla croce, per i miei peccati, per le mie vanità, per le mie infedeltà, per la mia impurezza... Compresi e vidi d'un tratto che io avevo inchiodato il Signore alla croce e che l'unico modo in cui io potevo consolarLo era con la mia vita. Ormai non valeva raccontare barzellette, né fare una bella rappresentazione teatrale: nulla, nulla di ciò che io potevo fare era in grado di consolare Gesù, se non dandoGli tutta la mia vita! Compresi questo in un lampo, senza avere alcuna formazione religiosa: ero pazza, andavo in discoteca, pensavo di andare a Ibiza e in quel momento, nel baciare la Croce, il Signore mi fece cadere completamente da cavallo. (...) Ebbi la certezza che il Signore era sulla croce per me e, assieme a questa convinzione, sentii un vivo dolore. Tornando al banco, iniziai a piangere, e a piangere, e a piangere... non potevo smettere. Dio mi aveva mostrato con chiarezza che era morto per me e che io dovevo dargli qualcosa, e quel qualcosa non era semplicemente un'Ave Maria, una messa o un impegno piccolo, ma era la mia vita!».PERCHE' MI CONTINUI A FERIRE?Nonostante le enormi grazie ricevute durante il pellegrinaggio, Clare torna a casa e precipita di nuovo nelle seduzioni del mondo. Sente con chiarezza di avere ricevuto la chiamata di Dio, ma non riesce in alcun modo ad abbandonare la vecchia vita. «"Non posso diventare suora! Non posso smettere di bere, di fumare, di andare a divertirmi e non posso rinunciare alla mia carriera, alla mia famiglia..." Mi ripetevo queste cose, tuttavia non riuscivo a fare tutto questo semplicemente perché non avevo ancora chiesto a Gesù il Suo aiuto».Non appena Clare si mette in ginocchio, il Signore corre in suo soccorso dandole la certezza che, se Egli le stava chiedendo qualcosa, certamente le stava anche donando la grazia e la forza per viverlo.E infatti, una notte accade qualcosa che cambierà l'esistenza di Clare per sempre: «Ero nel bagno di una discoteca, ero completamente ubriaca e stavo per vomitare, fu in quel momento che sentii con forza lo sguardo del Signore. Era così forte questo sguardo! E subito sentii dentro di me il Signore che mi diceva: "Perché Mi continui a ferire?". Sapevo che il Signore era lì e mi stava guardando. Sentire lo sguardo del Signore è qualcosa che ti lacera. Vidi che di nuovo stavo inchiodando il Signore alla croce con i miei peccati, con le mie ubriachezze. Io sentii che il mio modo di vivere e la mia mancanza di risposta a ciò che il Signore mi stava chiedendo facevano molto male a me stessa e anche a Dio».Fu questo il momento decisivo in cui Clare comprende che l'Amore di Gesù l'ha vinta per sempre: «Capii in quell'istante che dovevo lasciare tutto e seguirlo. Io sapevo che il Signore mi stava chiamando ad essere Sua nelle Serve del Focolare della Madre, a dargli la mia vita affinché altri Lo potessero conoscere. Sapevo con grande chiarezza che mi chiedeva di confidare in Lui, di porre la mia vita nelle Sue mani e di avere fede». E così accade: Clare, l'11 agosto 2001, giorno di santa Chiara D'Assisi, entra in monastero; e l'11 febbraio 2006 fa i suoi primi voti scegliendo il nome religioso di suor Clare Maria della Trinità e del Cuore di Maria. L'8 settembre 2010 emette i suoi voti perpetui.SERVIRE, FINO A CADERE A TERRA SFINITIDal momento della professione solenne, in un potente crescendo di intensità, inizia per Clare una corsa pazza verso il Signore. Nei cinque anni da professa, viene inviata in numerose comunità delle Serve: a Belmonte (Cuenca, Spagna), a Jacksonville (Florida, Stati Uniti), a Valencia (Spagna), a Guayaquil (Ecuador) e a Playa Prieta (Manabí, Ecuador). Di luogo in luogo, la Serva lascia dietro di sé la scia del suo bruciante amore per il Signore, che non smette di crescere e che si manifestava in un'instancabile e impressionante carità verso il prossimo.Un esempio ne spiega bene la portata. Nel 2011, insieme ad altre 9 consorelle, suor Clare si trova ad accompagnare 140 ragazze alla GMG
A cura di Paolo PellegriniFranco Alfano, RisurrezioneKatiusha, Magda OliveroDimitri, Giuseppe GismondoAnna, Nucci CondòSimonson, Antonio BoyerSofia, Fernanda CadoniMatrena, Anna di StasioLa Korableva, Vera MagriniFedia, Patrizia PaceLa Rossa, Maia SunaraKritzloff, Egidio CasolariLa Gobba, Maria Grazia AllegriCoro e Orchestra Sinfonica della RAI di TorinoElio Boncompagni, direttore
Sermone predicato nella Chiesa Cristiana Evangelica "Sola Grazia" di Caltanissetta il 10/11/2024Predicatore: Alan DunnTraduzione: Nazzareno UlfoAscolta altri sermoni nella nostra pagina dedicata: https://www.sermoni.solagrazia.it/
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7962MIRACOLI RARI: I SANTI CON I CORPI INCORROTTI di Roberto de MatteiLo scorso 12 settembre 2024, al termine del Sinodo della Chiesa Armena Cattolica, è avvenuta la traslazione da Roma a Beirut, in Libano, delle spoglie mortali del Servo di Dio, cardinale Gregorio Pietro (in armeno Krikor Bedros) Agagianian, quindicesimo patriarca di quella Chiesa, morto a Roma nel 1971. Il feretro è stato accolto nella capitale libanese dal Patriarca Minassian, dal Primo ministro Najīb Mīqātī e dalle massime personalità religiose e politiche. Ciò che ha reso straordinaria questa traslazione è che il corpo del cardinale Agagianian, oltre mezzo secolo dopo la sua morte, malgrado non sia stato imbalsamato, è incorrotto, perfettamente integro. Il suo volto è tranquillo e sorridente. Sul blog di Padre Livio troverete alcune immagini veramente sorprendenti.Il corpo del cardinale Agagianian, ha attraversato la città di Beirut, in un 'urna trasparente, applaudito dalla folla che lanciava petali di rose come al passaggio di un santo, fino alla cattedrale armena dei Santi Elia e Gregorio Illuminatore, dove è stato sepolto.IL CARDINALE AGAGIANIANMa chi era il cardinale Agagianian? Nato in Georgia nel 1895, Gregorio Pietro Agagianian studiò a Roma fin da giovanissimo presso il Pontificio Collegio Armeno, di cui fu in seguito sia vice-rettore che Rettore e venne ordinato sacerdote nel 1917. Nominato Vescovo l '11 luglio 1935 da Papa Pio XI, il 30 novembre 1937 fu eletto Patriarca di Cilicia degli Armeni cattolici.Il 18 febbraio 1946 Papa Pio XII lo creò cardinale assegnandogli il titolo di San Bartolomeo all 'Isola. Alla morte di Pio XII, Silvio Negro, vaticanista del "Corriere della Sera", lo indicava come favorito dai pronostici in conclave, per la sua conoscenza della curia, la sua competenza di giurista e la sua pietà esemplare. Fu eletto invece Giovanni XXIII. Il cardinale Agagianian, sostenuto dai conservatori, fu un papabile anche nel conclave del 1963 che elesse Paolo VI. Guidò in veste di prefetto, la Congregazione di Propaganda Fide dal 1958 al 1970 e partecipò al Concilio Vaticano II. Morì a Roma il 16 maggio 1971, in fama di santità. Nel 2022 è stata avviata la sua causa di beatificazione e ha quindi il titolo di Servo di Dio.Nei processi di beatificazione e canonizzazione è prevista la ricognizione canonica dei resti dei candidati alla santità e quando, al momento della riesumazione, il corpo appare non decomposto, senza che vi sia stata un 'imbalsamazione, la Chiesa considera il corpo incorrotto come un segno soprannaturale. Il corpo incorrotto non è in sé stesso una prova di santità, ma ne costituisce una conferma, tanto che la Chiesa lo dichiara al momento della canonizzazione.I santi con i corpi incorrotti sono comunque rari. Infatti i santi canonizzati dalla Chiesa negli ultimi cinque secoli sono stati circa 1700 e di essi poco più di un centinaio sono stati trovati incorrotti. Tra questi santa Cecilia, il cui corpo fu scoperto intatto oltre 1500 anni dopo la morte, santa Chiara da Montefalco e santa Caterina da Bologna, santa Caterina Labouré e santa Bernadette Soubirous, san Giovanni Bosco e san Luigi Orione. Nel bel libro di don Charles Murr L 'anima segreta del Vaticano (Fede e Cultura, Verona 2024), tra i numerosi episodi che Suor Pascalina racconta al giovane sacerdote americano suo amico vi è anche questo. Quando nel 1956 Pio XII volle aprire la causa di beatificazione di Pio IX e fu riesumato il suo corpo, mandò la sua collaboratrice a rivestire il corpo del Papa, dopo che monsignor Enrico Dante e la commissione ne ebbero esaminato lo stato. «Quando la bara fu aperta - ricorda suor Pascalina - non riuscivo a credere ai miei occhi. Sembrava non morto, ma addormentato! Il corpo era perfettamente intatto! Non solo, ma le dita, i polsi, le braccia erano morbidi, flessibili». Suor Pascalina dovette tagliare i capelli, radere la barba e spuntare le unghie di Pio IX, prima di rivestirlo con gli abiti pontifici.Si è parlato di incorruttibilità del corpo anche per Giovanni XXIII, ma il corpo di papa Roncalli, a differenza di quello di Pio IX fu imbalsamato e quando i corpi dei Papi subiscono questo trattamento il fenomeno non può essere definito di origine soprannaturale e l 'ipotesi dell 'incorruttibilità viene esclusa.IL GIUDIZIO UNIVERSALEPerché il numero dei santi che sono sfuggiti al processo di decomposizione è così esiguo? La risposta sta nel dogma centrale della Chiesa cattolica, che è quello della Risurrezione dei morti. I corpi degli uomini sono destinati a decomporsi dopo la morte per poi ricongiungersi con le loro anime alla fine del mondo. La morte è la separazione dell 'anima dal corpo e quando il corpo degli uomini è privato dell 'anima, che è il suo principio unitario e vivificatore, si decompone e torna in cenere. Però, il giorno del Giudizio universale, tutte le anime si riuniranno con i loro corpi che verranno resi incorruttibili, sia quelle degli eletti che quelle dei dannati. In Paradiso e all 'Inferno si andrà con anima e corpo per l 'eternità. Tuttavia, solo i corpi di coloro che saranno in Paradiso riceveranno un corpo glorioso, spirituale, conforme a quello di Cristo risorto. Per questo san Paolo dice «E i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati. È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta d 'incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta d 'immortalità» (1 Cor 15, 52-53).Dio, che destina gli uomini alla corruzione dei corpi, per renderli incorruttibili quando risorgeranno, ha disposto tuttavia che alcuni di essi, eccezionalmente, sfuggano al processo di decomposizione. I loro corpi possono essere accompagnati anche da altri fenomeni soprannaturali, quali il profumo che emanano, il ringiovanimento e talora il movimento. Nel caso del cardinale Agagianian colpisce, ad esempio il ringiovanimento. Basta paragonare le immagini del suo volto riesumato e quelle delle sue ultime fotografie per rendersi conto che il corpo del cardinale dimostra molto meno dei 76 anni che aveva quando è morto. Ciò che è inspiegabile deve rimandarci all 'esistenza di Dio Creatore, che nella sua infinita Sapienza ha la capacità di modificare le leggi della natura per il bene delle anime. Per questo non dobbiamo trascurare i segni che la Divina Provvidenza mette spesso davanti ai nostri occhi. Nel caso del Servo di Dio Gregorio Pietro Agagianian fa riflettere anche il suo arrivo nella Terra dei Cedri, il Libano, proprio nel momento in cui il Medio Oriente è in fiamme, come a significare che solo la santità può spegnere quelle fiamme che rischiano di incendiare il mondo.
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San Luca, il secondo annuncio della sua Passione, lo pone dopo l'episodio centrale della trasfigurazione e della guarigione dell'epilettico. Dopo la gloria del Tàbor, ecco che Gesù ripropone il suo mistero della Croce. È un insegnamento forte e di difficile comprensione da parte dei discepoli. Lo «scandalo della Croce», che ci propone San Paolo nei suoi scritti si associa alla glorificazione del Figlio dell'uomo che troviamo nel Vangelo di San Giovanni. I discepoli, non possono ancora comprendere questi misteri; si trovano di fronte all'impossibilità di accettare la sofferenza del giusto: in questo passaggio troviamo il cambiamento dall'Antico al Nuovo testamento. Troviamo nella predicazione profetica (Isaia) e nell'esperienza sapienziale (Giobbe) già dei tentativi per affrontare questo aspetto che, invece, ci introduce direttamente nella missione redentrice di Gesù, il vero ed unico Giusto, e ci aiuta a comprendere i misteri del Padre nelle strade tortuose di questo mondo; ciò però non è sufficiente per i discepoli che rifiutano ancora apertamente la passione di Cristo. Vi è un profondo motivo religioso in ciò proprio per l'inconciliabilità, nella loro mentalità, della figura del Messia con la passione appena annunciata. Nella missione della Chiesa, e nella nostra vita quotidiana vi è l'esortazione a riconoscere il vero Gesù, il Cristo mandato dal Padre, nel Mistero della sua morte e Risurrezione, per affidare a Lui le nostre sofferenze ed i nostri dolori che ci dice: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime».
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La vocazione dei Dodici è finalizzata alla missione e Gesù sta all'origine dell'una e dell'altra. Ora Egli compie un gesto decisivo per la continuazione della Chiesa: “chiamò a sé i Dodici”. Dal folto gruppo dei discepoli che erano attorno a lui, Gesù fa una 'scelta' e a questo gruppo di 'chiamati' conferisce poteri, affida una missione. “Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi”. L'invito ha come scopo la predicazione del Regno, come quella di Gesù, accompagnata dai segni che rendevano evidente la novità predicata. Per Luca vi è stretta connessione fra annuncio e opere: il regno di Dio viene dove è stata operata una liberazione dal potere maligno. Gli apostoli partono senza equipaggiamento confidando solo sulla parola del Maestro. Tutto infatti è subordinato all'annuncio della buona novella. Non sono portatori di una dottrina, né maestri di una filosofia religiosa. Sono annunciatori di un messaggio, sono araldi di un proclama: il regno di Dio è arrivato nella venuta di Gesù di Nazareth. Comprendiamo allora che quelle poche norme date al vero evangelizzatore, preludevano alla visione del suo ultimo e doloroso viaggio verso la morte. Egli sapeva che in quel viaggio non avrebbe fato miracoli, ma da quel viaggio tutto il male sarebbe stato inesorabilmente sconfitto. Grande lezione per tutti noi. Non dilateremo il regno di Dio con l'abbondanza dei beni materiali e con l'abilità delle nostre capacità, sia pure unite a quelle di Cristo, ma con la generosità di un amore crocifisso. Ciascuno di noi ha certo un po' di amore crocifisso da mettere a disposizione del regno di Dio, perché la vita, in qualche modo, tutti ci crocifigge, ma sempre per la Risurrezione.
Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:«Lo Spirito del Signore è sopra di me;per questo mi ha consacrato con l'unzionee mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,a proclamare ai prigionieri la liberazionee ai ciechi la vista;a rimettere in libertà gli oppressie proclamare l'anno di grazia del Signore».Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.Commento di Don Fede (Pucci), sacerdote della Diocesi di MondovìPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c'è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C'erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie».Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».
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I saducei, avversari della risurrezione, pongono volutamente una questione al Maestro, partendo da una affermazione di Mosè circa la "legge del levirato". Se un uomo moriva senza avere figli, il fratello doveva prenderne la moglie per assicurare la discendenza. Ci fu un fratello che sposò la moglie del fratello, morto e, per una successione di morti, questa donna passò secondo la legge, di marito in marito. Il caso parlava da sé e la tesi della risurrezione era veramente screditata e ridicola. La risposta di Gesù tende a far luce sul senso della vita oltre la morte. Negare la risurrezione, sembra essere la conclusione a cui porta la riflessione del Maestro, significa non conoscere Dio, né la sua potenza. La chiave per la comprensione del passo evangelico è offerta nelle parole conclusive: "Egli non è un Dio dei morti, ma dai vivi". La vita che Dio ha creato non si accorda con lo svanire e il morire. Dio non congeda gli uomini dal suo amore neppure dopo la morte. Proiettare nell'aldilà le condizioni della vita terrena è solo un trascinare ancora i ben noti limiti della natura umana. A queste condizioni la nostra vita futura sarebbe alquanto povera. Il paragone con gli Angeli sta proprio a sottolineare invece l'idea della nuova creazione, che viene realizzata dall'onnipotenza di Dio. "Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né mariti". "La fede cristiana insegna che la morte corporale sarà vinta un giorno, quando l'onnipotenza e la misericordia del Salvatore restituiranno all'uomo la salvezza perduta per la sua colpa", (Gaudium et Spes). L'evangelista Marco ha sicuramente visto e compreso che Gesù al di là della pretestuosa polemica, proietta sulle meschinità umane la sua risurrezione, pertanto il progetto redentivo finale del Padre, realizzato e reso visibile nel suo Figlio, sarà retaggio di tutti coloro che credono nel suo Amore, conforme a quanto ci ha detto Gesù: "La vita eterna, o Padre, è credere in te e in colui che tu hai mandato".
Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti.Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti».E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Dal Vangelo secondo Marco Mc 9,30-37In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti».Il vangelo di oggi parla del secondo annuncio della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù. Infatti, i discepoli sono spaventati ed hanno paura come avvenne nel primo annuncio; per questo non domande. Non capiscono il valore della croce perché non sono capaci di accettare un Messia che si fa servo di tutti i suoi fratelli. continuano invece a sognare un Messia glorioso e mostrano, oltre a ciò, un'enorme incoerenza discutendo su chi è il più grande. Ecco allora che il Maestro aspetta il momento opportuno per insegnare loro che il potere e l'autorità devono essere usati non per salire e dominare sugli altri, ma per scendere abbassandosi ai fini di servire. In effetti, una persona che solo ambisce a dominare, non presterebbe mai tanta attenzione ai deboli, agli emarginati, ai piccoli e ai bambini di cui Gesù raccommoda l'umiltà e la semplicità. Chi accoglie i piccoli in nome di Gesù, accoglie Dio stesso!Signore, la sofferenza del prossimo ci ferisce, l'incapacità di risolvere i nostri problemi ci fa soffrire e la fatica di corrispondere alle necessità dei fratelli ci affligge. Fa che accettiamo queste croci e che ci affidiamo a Te come bambini per servire nell'umiltà. Buona giornata.D. Arthur.
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. è risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: "Egli vi precede in Galilea. là lo vedrete, come vi ha detto"».
Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Dal Vangelo secondo GiovanniChi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui.Commento al Vangelo di don Federico (Pucci) - diocesi di Mondovì
"E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli undici e a tutti gli altri.” (Gv 19, 17) Nel cercare dove andare, cosa fare, come spendere la propria vita...facciamo un grande errore. Guardiamo fuori da noi. Ci confrontiamo, facciamo le gare, scaliamo titoli e ruoli...solo per sentirci dire che siamo qualcuno. No. Cambiamo registro! Guardiamo il mistero della nostra vita alla luce dei Misteri del Rosario! Il Mistero della vita di Gesù che si incarna nelle nostre vite nel grembo di Maria nostra madre! Alla Sua Luce vediamo la luce! I mistero glorioso: La risurrezione di Gesù … Solo Dio può rotolare la nostra pietra! https://youtu.be/HjmAZZR4h8A Fuori dal sepolcro, oltre la paura! https://youtu.be/s7S96flLiyo La preghiera di memoriale https://uncorpomihaidato.com/gesu-cristo-e-lo-stesso-ieri-oggi-e-sempre/ Dio rivela il Suo progetto sulla famiglia, Francesco Marino https://www.diocesinola.it/downloads/messaggio-quaresima-2021.pdf Don Fabio Rosini https://www.vaticannews.va/it/podcast/catechesi-di-don-fabio-rosini/la-porta-del-cielo/2018/12/la-porta-del-cielo-16-la-risurrezione-di-gesu.html Suor Emmanuel https://open.spotify.com/episode/62fC1k3WAZEI56Hgl4REvc?si=e3fd437b3b2c48ec … "Un corpo mi hai dato" è un progetto di evangelizzazione nato per rispondere alla domanda "Come il corpo ti parla di Dio nella tua vita?". Corpo come casa che ogni giorno sei chiamato ad abitare in pienezza e nella tua unicità di figlio amato dal Padre. Corpo come pane spezzato per condividere l'Amore sperimentato con i fratelli in Gesù. Corpo come Corpo di Cristo, la Chiesa, come famiglia dove nutrirsi del Pane della Vita. Un corpo che nasce, cresce... e rinasce! Cammina con noi per scoprirlo! Vuoi conoscerci meglio e andare dietro le quinte, per vedere come siamo arrivati fin qui oggi? https://uncorpomihaidato.com/scoprici/ Per contattarci e/o richiedere un accompagnamento personale: https://uncorpomihaidato.com/contattaci/ Per aiutarci a portare avanti questa missione: https://uncorpomihaidato.com/aiutaci/ E per tutto il resto: SITO INTERNET https://uncorpomihaidato.com YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UC1l5PfLcyIGWqSj7RVOexwg/ TELEGRAM: https://t.me/uncorpomihaidato INSTAGRAM: https://www.instagram.com/uncorpomihaidato/ FACEBOOK: https://www.facebook.com/Un-corpo-mi-hai-dato-107774998588245 GRAZIE DI CUORE! A presto! Emanuele&Marianna&co. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/emanuelemarianna/message
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La Maddalena
Dal Vangelo secondo GiovanniLa sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.Commento al Vangelo di Don Federico Suria (Pucci), sacerdote della diocesi di Mondovì
Meditazione di Don Leonardo Maria Pompei all'Ora Santa di Giovedì 4 Aprile 2024, sul racconto della risurrezione del capitolo 28 del Vangelo di san Matteo
Dal Vangelo secondo Luca Lc 24,13-35Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». “L'ignoranza della Scrittura è l'ignoranza di Cristo”, diceva San Girolamo. Il vangelo di oggi ci parla in effetti, dell'episodio molto conosciuto dell'apparizione di Gesù ai discepoli di Emmaus sul cammino di ritorno da Gerusalemme. Essi sono tristi, scoraggiati, senza speranza e soprattutto delusi dell'esito della storia di colui che consideravano il Messia. Pur avendo camminato con Lui, si erano dimenticati di quello che gli aveva insegnato il Maestro: tutta la Scrittura parla di Lui. Infatti, Luca vuole insegnare alle comunità, quindi anche a noi, come interpretare la Scrittura per poter riscoprire la presenza di Gesù nella nostra vita. Gesù cammina al nostro fianco come lo fece con quei discepoli di Emmaus. Alla sua scuola dunque, il cristiano è chiamato ad avvicinarsi alle persone, ascoltare le loro realtà, sentire i loro problemi; essere capace di fare domande che aiutino le persone a guardare la vita con speranza. Poiché la Scrittura che si compie in Gesù forma le comunità e le nutre, quelle comunità non vivono soltanto della condivisione del Pane che dà la vita, ma si consolidano pure partecipando delle gioie e dei dolori dei suoi membri. Attorno alla tavola eucaristica in cui viene spezzato il pane, il Signore apre i nostri occhi a riconoscere Lui il Risorto. Come i discepoli di Emmaus che si mettono di nuovo in cammino, vogliamo vincere ogni paura. Il nostro seguire Cristo si trasformi in un ritorno a Gerusalemme e non in una perpetua fuga; in una fede operante e non di facciata; in una forte speranza e non in una disperazione cronica; in una vera ricerca di libertà nel Risorto e non in un abbandono alle forze della morte e del peccato. Invece della brutta notizia della morte di Gesù, gridiamo la Buona Novella della sua Risurrezione. “Seguiamo Cristo, il Risorto alleluia alleluia!” Don Arth.
Dal Vangelo secondo GiovanniGv 20,1-9Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.La scoperta della tomba vuota il mattino di Pasqua, genera una frenesia per la quale la pagina evangelica di Giovanni ci testimonia il correre di tutti coloro che sono coinvolti: inizia Maria Maddalena che si precipita dai discepoli i quali, a loro volta, sfrecciano a velocità diverse in direzione del sepolcro. Potrebbe essere bello e suggestivo pensare che sia la fede nella Risurrezione a generare questo insolito dinamismo, purtroppo dobbiamo riconoscere che non è così: Maria Maddalena è semplicemente preoccupata di recuperare il prima possibile il cadavere di Gesù che qualcuno sembra aver rimosso dalla tomba e gli altri due discepoli sono probabilmente mossi nella corsa dalla stessa preoccupazione. Ma nella reazione apparentemente simile che rende tutti "accelerati" si innesta un elemento fondamentale di diversità che è il fermarsi del discepolo amato davanti alla tomba vuota quasi in atteggiamento meditativo e contemplativo, opposto al fare di Simon Pietro che invece si precipita nel sepolcro senza fermarsi e pensare: la conclusione evidenzia la diversità tra i due per cui quest'ultimo semplicemente vede mentre il primo vede e crede. La stessa realtà rimane insignificante per Simon Pietro e diventa motivo di fede per il discepolo amato che aveva saputo quando fermarsi e riflettere: sono gli atteggiamenti che allora come oggi fanno la differenza per poter decifrare le trame della vita e della fede. Il semplice correre può essere segno di dinamismo e buona volontà ma nel contempo esprimere un rapporto troppo veloce con la realtà che invece ha bisogno anche del sapersi prendere delle pause, di uno sguardo meditativo, di un atteggiamento pensante. Questo diventa anche il mio AUGURIO per una Pasqua non solo buona ma soprattutto santa! d. A.
Ma Gesù è davvero morto di venerdì? Qual'è quella rivelazione nascosta nella storia di Lazzaro che ci può essere di grande benedizione? Come possiamo nuovamente avere la certezza della nostra salvezza tramite questa soria? E su cosa dobbiamo concentrarci dopo aver ricevuto la salvezza eterna?La risposta biblica in questo podcast!
(Giovanni 11:1-57)
Il settimo segno: la risurrezione di LazzaroTrascrizione (non corretta dall'autore)
La risurrezione di LazzaroTrascrizione (non corretta dall'autore)
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Tanti credono in molte cose, ma purtroppo pochi hanno una fede basata sulla Parola di Dio. Questo catechismo ti aiuterà ad avere una fede solida. Questo è domanda e risposta n. 37 della serie di domande e risposte brevi dal catechismo battista del 1693 - versione di Charles Spurgeon.Domanda: Quali benefici ricevono da Cristo i credenti alla risurrezione? Risposta: Alla risurrezione i credenti, dopo essere risorti nella gloria, saranno manifestamente approvati ed affrancati dal loro debito nel giorno del giudizio, e fruiranno di una perfetta benedizione sia nell'anima che nel corpo, rallegrandosi pienamente in Dio, per tutta l'eternità. Versetti:1 Corinizi 15: 43 - è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente;Matteo 10: 32 - Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli.1 Giovanni 3: 2 - Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quando egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è.1 Tessalonicesi 4: 17 - poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore.Link:Ebook - Fede RiformataConfessione di Fede BattistaVerità & Vita PodcastLa Soluzione per la tua PauraLibretto gratis - Mi ConnettoLibretto gratis - Riforma 500Libretto gratis - LiberoSpeakpipe - Lasciaci una domanda o commento Catechismo Playlist
Meditazioni anchor.fm/giulio-maspero
L'ascensione viene raccontata due volte dall'evangelista Luca: nel suo vangelo omonimo e negli Atti degli Apostoli. In tutti e due i casi non è un "di più", oltre l'evento della Risurrezione, ma il compimento di una storia che completa il senso della vicenda di Gesù e proietta la Chiesa nella Storia fino all'irruzione futura, definitiva, dell'eternità.
Non sempre i discepoli, nonostante tanto tempo passato col Maestro, riconoscono Gesù dopo la sua Resurrezione. E da sempre gli interpreti dei Vangeli si domandano il perché. Le spiegazioni, più o meno convincenti, date nel corso del tempo, sono state tante. Ma il motivo più profondo va cercato nel fatto che in Gesù risorto non si manifesta solo un uomo tornato in vita... Il riconoscimento, poi, ci ricorda Giovanni, non è un semplice atto della mente che ha come contenuto l'incontro con qualcuno già visto in precedenza, ma un movimento dell'anima che comporta un coinvolgimento di sé, fino a trovare il coraggio di guardarsi dentro. È come dire: se riconosci il Risorto, riconosci e accetti anche un nuovo senso per la tua esistenza. E forse anche per questo non è né facile né scontato. Un grazie speciale agli abbonati al canale sia "Alunni" che "Studiosi". E in modo particolare a: Annunziata Pensavecchia (Mecenate)Piero Busi (Mecenate)Antonio Bolognesi (Sostenitore)Se vuoi seguire il mio corso sulla lettura della Bibbia e dell'Antico Testamento, ABBONATI AL CANALE!https://www.youtube.com/channel/UC8AlqRPFe7aF_Zx0gmB2mAQ/join
Contemplare la Passione La liturgia di questi giorni ci avvicina al mistero fondamentale della nostra fede: la Risurrezione del Signore. Don Francisco Fernández Carvajal ci ricorda oggi che non potremo partecipare alla Risurrezione del Signore, se non ci uniamo alla Sua Passione e alla Sua Morte, per questo ci invita a meditare sulla Passione e ci fa scoprire i frutti di questa meditazione.