Conoscere il proprio vigneto è l'unica strada per migliorare il suo potenziale qualitativo. Il nostro obbiettivo è avvicinare la conoscenza scientifica al mondo viticolo e poter iniziare ad applicare quello che la ricerca mette costantemente a punto.
In questo appuntamento di "Conversazioni viticole" dedicato al “clima e vite” con l'ospite Ramon Persello, enologo ed esperto di meteorologia abbiamo affrontato le seguenti domande: - Che influenza hanno gli scambi meridiani sul meteo in Italia - Perché è importante osservare le temperature al suolo - al 65° parallelo (area sub Artica) - al 20° parallelo (deserto nel Sud Algeria) - al 34° parallelo (deserto nel nord Tunisia) - Importanza degli Anticicloni di blocco a est dell'Italia (avvezione Sahariana Libico sulla Russia) per originare situazioni alluvionali in Italia - Significato dell'Oscillazione Artica a 1000 hpa (ovvero al suolo): AO +, AO -, AO neutra. - Cos'è un downburst, in che situazioni isobariche si forma e soprattutto cosa sono i pericolosi venti di caduta Verranno inoltre approfonditi i collegamenti agronomici con: - gestione del suolo, prevenzione dell'erosione, conservazione della fertilità - difesa della vite dalle ampelopatie legate alla presenza di acqua, all'elevata umidità e alla bagnatura fogliare prolungata - cambiamenti nelle infezioni precoci (da inoculo svernante) di oidio e peronospora
Anche quest'anno, per il quinto anno consecutivo, premiamo i migliori vigneti d'Italia secondo l'Indice Bigot. Il numero dei vigneti analizzati cresce di anno in anno e, per l'annata 2025, ne sono stati valutati oltre 4.000 nel bacino mediterraneo. Nonostante l'annata 2024 fosse caratterizzata da condizioni complesse, ben 94 vigneti hanno superato i 90 punti, e oggi sveliamo le prime 12 aziende che hanno ottenuto i punteggi più alti. L'elenco completo sarà pubblicato e premiato nei prossimi giorni al Vinitaly. Ma è la zona o il viticoltore a spostare l'ago della bilancia? La risposta è: TUTTI E DUE. Credo però che l'UOMO abbia un ruolo centrale: è lui, infatti, a trovarsi al centro del vigneto per prendere le decisioni giuste, specialmente in un contesto di cambiamenti climatici. L'Indice Bigot, monitorato costantemente durante l'anno, è stato un prezioso strumento di orientamento, aiutandoci a tracciare la via da seguire e a definire l'obiettivo da raggiungere. Le tecniche adottate hanno fatto il resto: ottenere risultati di potenziale qualitativo elevato non è frutto del caso, ma di attenzioni quotidiane, basate sui dati disponibili e su scelte agronomiche specifiche per ogni singolo vigneto. Tutto ciò ha reso possibile raggiungere una qualità di partenza molto elevata. Complimenti a tutte le aziende premiate e agli Ampelonauti che, con attenzione, cura e costanza, monitorano i vigneti.
In questo abbiamo parlato di come ottimizzare l'efficacia dei trattamenti grazie alla corretta calibrazione delle irroratrici, insieme al dott. Cristiano Baldoin (Università di Padova).Durante l'incontro affronteremo diversi temi fondamentali:1. Importanza e regolazione della velocità dell'aria per migliorare l'efficacia della difesa2. Dosaggio dei prodotti fitosanitari: è meglio basarsi sul volume di chioma o sulla superficie (ettaro)? Cosa dicono le prove sperimentali?3. Il volume di acqua ottimale, la dimensione delle gocce e l'ampelopatia da controllare4. Le innovazioni più promettenti delle irroratrici del prossimo futuro
Il mese di marzo può essere ricco di colpi di scena meteorologici sull'Italia, a differenza del ben più statico mese di gennaio. Come da previsioni, le prime perturbazioni hanno già raggiunto il Nord Italia e potrebbero dare origine a possibili ciclogenesi mediterranee, mentre appare remota la prospettiva di gelo continentale o di ondate di caldo precoce. Le temperature dovrebbero mantenersi nella media almeno per la prima metà del mese, senza particolari estremi termici. Ne abbiamo parlato mercoledì 12 marzo 2025 alle 7:30 durante il primo appuntamento di questa stagione di "Conversazioni viticole", che vedrà come ospite Ramon Persello, enologo ed esperto di meteorologia.
In questo appuntamento affronteremo il tema dell'irrigazione di precisione, concentrandoci su come evitare lo spreco dell'acqua irrigua. Sarà nostro ospite alle Conversazioni Viticole Daniele Zaccaria, Professore Associato e Specialista in Irrigazione per la Cooperative Extension dell'Università della California. Parleremo dei metodi alternativi di programmazione irrigua (ET-based, Soil-moisture based, Plant-based irrigation scheduling) che stanno promuovendo in California, con un focus su come ottimizzare l'uso dell'acqua. Inoltre, porrò al professor Zaccaria una domanda che mi viene spesso rivolta, e che anche i vineyard managers in California e Baja California si pongono frequentemente: Premesso che il raggiungimento della profondità radicale si ottiene con 6 ore di irrigazione, verificandolo visivamente attraverso l'approfondimento della goccia nel profilo del suolo, è meglio fare turni di 6 ore ogni tre giorni oppure un'irrigazione di 18 ore ogni 9 giorni (quindi: alto volume con turni più lunghi o basso volume con turni più brevi)? Buon ascolto Giovanni Bigot
Dopo qualche settimana di pausa (impegnato in diverse attività nei vigneti di tutta Italia e fuori), domani riprendo le nostre conversazioni viticole. Sarà con noi l'enologo Ramon Persello, esperto di agrometeorologia e cambiamenti climatici. In questa diretta discuteremo le seguenti tematiche importanti per prepararci alla vendemmia 2024: 1. Situazione attuale meteo: - Analisi delle condizioni meteo a Capanna Margherita (4600m) - L'effetto delle Estati Algerine sul nostro territorio - Analizzeremo cosa è accaduto negli ultimi 42 giorni in alcune DOC italiane, valutando le precipitazioni, le temperature medie assolute e le differenze rispetto alla media storica. Inoltre, esamineremo il numero di giornate con temperature massime superiori ai 30 e 35 gradi. 2. Maturazione tecnologica e fisiologica delle uve. Esploreremo come l'evoluzione della maturazione delle uve influenzerà le prossime decisioni enologiche, in particolare la scelta della data di vendemmia. Analizzeremo i parametri chiave come zuccheri, acidità, pH e azoto alfa-amminico, fondamentali per il decorso fermentativo. 3. Previsioni meteo per agosto: sulla base dell'analisi dei 9 panel ECMWF, discuteremo le previsioni meteorologiche per le prossime settimane, un periodo cruciale per la vendemmia in tutta Italia. La tanto paventata perturbazione che doveva smorzare il caldo sull'Italia non si materializzerà, in quanto si isolerà in una goccia fredda a est della Spagna, richiamando correnti calde e umide dall'Africa, che scorreranno sul suo bordo orientale, portando il caldo specialmente sulle regioni del Nord. 4. Infine, parleremo della maturazione del legno e delle riserve energetiche della vite, elementi cruciali per la salute delle piante e la preparazione alla prossima stagione. Buon ascolto, Giovanni Bigot
L'annata 2024 continua a caratterizzarsi per un'elevata piovosità al nord e siccità al sud del 40° parallelo. Al sud Italia si dovrà ancora aspettare che arrivino piogge utili alla vite. La posizione normale decennale della Zona di Convergenza Intertropicale (ITF) rimane ancora sotto la media, e questo è il motivo per cui il caldo africano non riesce a spingersi nel Nord Italia. In questo episodio con Ramon Persello, enologo esperto, affronteremo le cause di questa netta diversità meteorologica tra nord, centro e sud Italia. Analizzeremo le principali motivazioni climatiche, forniremo una prospettiva sull'andamento meteorologico del prossimo mese e formazione sull'utilizzo degli strumenti meteo. A queste analisi abbineremo suggerimenti pratici per affrontare la stagione con un approccio scientifico, finalizzato a ottenere uve di qualità. Vi aspetto alle 7:30, Giovanni Bigot
Le temperature superiori ai 35° provocano nella vite una reazione di difesa dell'aumento della temperatura. Per contrastare l'aumento della temperatura dei tessuti della foglia, la pianta apre gli stomi per cercare di dissipare il calore attraverso l'acqua che evapora. Questo aumenta in valore assoluto il potenziale idrico fogliare, perdendo una maggior quantità d'acqua oltre un certo livello di temperatura, che dalla bibliografia e dagli studi è definito 37,5° per più di 1 giorno. Oltre un certo limite di temperatura, i tessuti della foglia non riescono più a dissipare il calore e comincia la foto-inibizione, quindi il danneggiamento delle cellule e degli strati di cellule della foglia. Un altro effetto è ovviamente quello di una perdita d'acqua molto elevata. L'effetto della temperatura aumenta di molto se la pianta è in condizione di limitazione idrica, quindi di deficit idrico. Possiamo quindi dire che, con l'aumentare del deficit idrico, aumentano i danni a carico dell'apparato fogliare dovuti all'aumento delle temperature. Anche le bacche sono soggette a questi effetti con diverse reazioni che portano comunque a un deterioramento e danneggiamento delle cellule della buccia, con ripercussioni sui principali costituenti dell'acino stesso, quali gli acidi organici, i precursori aromatici, e gli antociani. Oggi esistono rimedi naturali, come argille e altre materie prime minerali finemente triturate e irrorate sulla parete fogliare, che permettono una riduzione fino a 4-5° della temperatura. Questa tecnica può comportare una forte riduzione degli effetti sugli acidi e quindi può essere un valido aiuto alla riduzione dei danni dovuti al calore, soprattutto in quei vigneti in cui è presente anche un deficit idrico. Ne ho parlato in questo episodio con Gianluca Allegro, Università di Bologna, che al Convegno Nazionale di Viticoltura ha pesentato la ricerca triennale svolta dal suo gruppo di lavoro "Strategie di adattamento alle ondate di calore: risultati di una sperimentazione triennale condotta sulla cv Sangiovese" che aveva come obiettivo di valutare l'attitudine di diverse tecniche colturali nel contrastare l'insorgenza dei principali danni da scottature degli acini e di studiare i loro effetti sulle componenti produttive e qualitative delle uve. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
L'annata 2024 si caratterizza per un'elevata piovosità, con un aumento dell'80% rispetto alla media nelle regioni del nord Italia, una piovosità del 40% inferiore alla media nelle regioni del sud Italia e condizioni intermedie nel centro Italia. Queste condizioni richiedono scelte completamente opposte nella conduzione del vigneto tra diverse zone viticole italiane. Nei prossimi mesi, questa differenza di gestione sarà ancora più marcata. Nella diretta con Ramon Persello, enologo esperto, abbiamo affrontato le cause di questa netta diversità meteorologica tra nord, centro e sud Italia. Abbiamo analizzato le principali motivazioni climatiche e fornito una prospettiva sull'andamento meteorologico del mese successivo. A queste analisi abbiamo abbinato suggerimenti pratici per affrontare la stagione con un approccio scientifico, finalizzato a ottenere uve di qualità. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
Nelle stagioni con elevate precipitazioni e numerosi giorni di pioggia, è fondamentale dedicare il giusto tempo al monitoraggio del vigneto. Peronospora, black rot e botrite sono rilevabili sia sulle foglie che sulle infiorescenze, e la loro precoce identificazione permette di evitare danni alla produzione e alla qualità delle uve. L'abilità nel monitorare in maniera oggettiva e completa i vigneti deve essere costantemente allenata e affinata per ottenere informazioni pratiche utili nella gestione della difesa e della chioma. In questa diretta, con Alessandra Di Gregorio, senior Ampelonauta di Perleuve, abbiamo affrontato diverse situazioni con esempi pratici e suggerimenti per affrontare questa stagione, che in alcune zone d'Italia sta diventando particolarmente difficile. Buon ascolto, Giovanni Bigot --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
Dott. Gilberto Bragato, agronomo specializzato in Scienza del Suolo e Primo Ricercatore presso il CREA di Gorizia, era l'ospite della Conversazione Viticola di domani mattina. Le tematiche che abbiamo affronteremo insieme sono: 1. L'acqua nel suolo: aspetti fisici legati alla capillarità. 2. Ritenzione idrica e riserva d'acqua per le piante. 3. Infiltrazione dell'acqua nel suolo. 4. Metodiche di misura (sensori di umidità, tensiometria, misure infiltrometriche). 5. Risvolti applicativi in relazione all'irrigazione. 6. Rapporto porosità/compattazione/organismi del suolo (utile per chi si dedica all'agricoltura biologica). Tematiche importanti per questo periodo della stagione quindi vi aapetto puntuali domani mattina alle 7:30. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
Riccardo Bugiani, fitopatologo del Servizio Fitosanitario della regione Emilia-Romagna, era l'ospite della Conversazione viticola dedicata alla DIFESA CONTRO PERONOSPORA. Abbiamo approndito le seguenti tematiche: 1. Come ci possono aiutare i modelli previsionali nel conoscere il momento delle infezioni primarie? 2. Perché è importante monitorare in campo le prime infezioni dell'anno? 3. Efficacia, modalità d'utilizzo e caratteristiche di alcuni prodotti alternativi (o complementari) al rame nella difesa contro peronospora 4. Cosa abbiamo imparato dall'annata 2023? Argomenti importanti in questo momento della stagione. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
Con la prof.ssa Silvia Laura Toffolatti dell'Università di Milano, ospite di questa Conversazione viticola, abbiamo parlato della maturazione delle oospore della peronospora della vite. Cercheremo di approffondire le seguenti domande: 1. le infezioni primarie di peronospora da dove si originano? 2. perché è importante conoscere il grado la maturazione delle oospore? 3. quali sono ulteriori caratteristiche utili da conoscere delle oospore e delle infezioni primarie? 4. fino a quando sono possibili le infezioni primarie? Tematiche importanti per affrontare l'inizio di questa stagione 2024. Buon ascolto, Giovanni Bigot --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
La fase vegetativa iniziale del vigneto richiede un monitoraggio attento per comprendere le diversità delle varietà e pianificare le attività future. Nella diretta di domani, ospiteremo l'Ampelonauta senior, la dott.ssa Alessandra Di Gregorio, collaboratrice di Perleuve in Piemonte. Insieme esploreremo quattro tipologie di rilievi fondamentali: 1. Fenologia della pianta 2. Insetti gemmivoli 3. Oidio 4. Descrizione del suolo Per ciascuna di queste tecniche di monitoraggio, esamineremo: - come decido in quali vigneti entrare? - come faccio il rilievo? - come utilizzo i dati che ho ottenuto dal rilievo nella pratica? --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
La distribuzione dei prodotti fitosanitari (PF) in vigneto è una materia molto articolata che vede nel viticoltore il principale protagonista nel corretto utilizzo delle irroratrici e, quindi, dei PF che devono raggiungere il giusto bersaglio da proteggere. Ne ho parlato in questo appuntamento con il dott. Mario Tamagnone, dell'Università di Torino, professore di Meccanica agraria presso il Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari (DISAFA). Abbiamo affrontato le seguenti tematiche: 1. regolazioni possibili delle irroratrici 4.0 2. quali regolazioni impostare per trattare la mia superficie vitata in un giorno 3. Trattori 4.0 Giovanni Bigot --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
Con il Prof. Paolo Marucco dell'Università di Torino, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari. abbiamo approfondito diverse tematiche riguardanti l'ottimizzazione dell'uso delle irroratrici nei vigneti, tra cui l'impostazione ottimale per garantire una copertura della pagina inferiore del 35%, le regolazioni essenziali come volume e velocità dell'aria, tipologia di ugelli e dimensione delle gocce, la valutazione dell'irrorazione durante l'operatività e le differenze tra irroratrici pneumatiche tradizionali. Buon ascolto, Giovanni Bigot --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
Dopo l'interesse riscontrato nella passata edizione, la nuova stagione si apre con la rubrica Clima e Vite, in collaborazione con l'enologo Ramon Persello, che analizza l'impatto del cambiamento climatico sulla viticoltura. Ramon Persello, esperto di agrometeorologia e cambiamenti climatici, ha esaminato alcuni fenomeni basandosi sui dati raccolti da diversi centri di ricerca e osservatori specializzati, illustrando gli effetti delle mutazioni del clima dagli anni '50 ad oggi, con un particolare focus sugli ultimi tre anni. Durante la puntata si è discusso dell'innalzamento delle temperature medie annue, dell'influsso dell'alta pressione di matrice nord-africana permanente, della difficoltà di raffreddamento invernale del mare Adriatico settentrionale e della conseguente mitigazione delle pianure prossime alla costa. Giovanni Bigot, invece, ha approfondito le conseguenze del cambiamento climatico sull'ecosistema del vigneto, come l'aumento di virulenza dei patogeni nelle diverse fasi fenologiche. La peronospora, così come l'oidio, si sviluppa sulla base della disponibilità termica e idrica (quantità di pioggia, bagnatura fogliare, umidità relativa dell'aria). È stato osservato come l'innalzamento delle temperature abbia moltiplicato la virulenza del patogeno soprattutto nei momenti in cui le condizioni all'inizio (aprile-maggio) e alla fine (settembre-ottobre) della stagione non sono ottimali, determinando un aumento della gravità delle infezioni. Confrontarsi e adattarsi al clima che cambia è possibile e necessario. Se rimaniamo ancorati alle pratiche agronomiche di sempre, i costi della difesa aumenteranno così come il rischio di non ottenere uva sana, mettendo in crisi le strategie di protezione biologica, ultimamente additate come insufficienti e inefficaci solo perché non adattate al cambiamento climatico. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
Buongiorno a tutti voi Ampelonauti e aspiranti tali, con la diretta di mercoledì 06 settembre siamo giunti al sesto incontro con l'enologo Ramon Persello, esperto di agrometeorologia e cambiamenti del clima. In questa diretta approfondiremo anche delle tematiche enologiche che sono fortemente correlate tra loro: l'evoluzione dell'uva durante la maturazione (i composti aromatici), l'andamento climatico e la data di vendemmia. Di seguito, in estrema sintesi, le tematiche in discussione: 1 Clima e dintorni: cosa è successo negli ultimi 30 giorni in Italia? Come consuetudine, analizzeremo l'andamento meteo-climatico del mese di agosto riscontrato nelle principali zone viticole d'Italia. Grazie all'elaborazione dei dati raccolti da Perleuve - 4Grapes®, confronteremo i dati 2023 con lo storico di precipitazioni e temperature massime. 2 Il meteo e l'evoluzione della maturazione delle uve Cercheremo di capire come questo andamento meteorologico ha influito/sta influendo sulla maturazione delle uve e a che punto è la maturità tecnologica e cellulare, in modo da prevedere l'approssimarsi della chiusura del floema - sugar loading. 3 Come stanno evolvendo i componenti aromatici? Quali scelte enologiche? Approfondiremo questa tematica di grande impatto sulle prossime scelte enologiche (data di vendemmia), nello specifico analizzeremo l'evoluzione dei diversi precursori aromatici componenti delle uve/vitigni a bacca bianca e dei polifenoli totali nelle uve/vitigni a bacca nera. 4 I modelli cosa prevedono per il meteo di settembre? Sulla base del nuovo modello meteorologico GSF, NAO + e NAO - vedremo quali sono le previsioni per il mese di settembre, periodo chiave per la vendemmia, in tutta l‘Italia. Previsioni che analizzeremo, anche grazie ai vari modelli previsionali, con l'aiuto di Ramon, che cercherà di ipotizzare che cosa ci riservano (almeno) i prossimi trenta giorni. Allora… vi aspetto numerosi, come sempre, alle --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
Il pensiero, il sentire comune, è che contro la peronospora non ci si poteva fare nulla e che si tratta di fenomeni legati al ciclo naturale climatico (grande piovosità a maggio-giugno). Io sono convinto che il metodo Lean Six Sigma, che applico da anni con il mio gruppo di lavoro Perleuve, avrebbe potuto essere utile (se applicato) per limitare i danni di questa Crittogama che sta creando un danno eccezionale in tutto il bacino del Mediterraneo. Si tratta, di primo acchito, di un tema difficile da affrontare ma con l'aiuto del prof. Pietro Romano dell'Università degli Studi di Udine, docente al Master del CUOA (Vicenza) e del prof. Roberto Zironi e Alessandro Zironi, Università degli Studi di Udine, siamo riusciti a renderlo agibile e fruibile ai neofiti; è mia ferma intenzione, affrontare e approfondire questi argomenti in altre dirette future. Il costante monitoraggio della fenologia e dell'evoluzione delle varie ampelopatie, infatti, avrebbe permesso a viticoltori e tecnici di accorgersi che la stagione 2023 era eccezionale per lo sviluppo della peronospora (a fine aprile c'erano già segnali evidenti) e si sarebbero potute attivare azioni correttive per limitare il problema, ad esempio, usando il metodo delle 5M per trovare le cause alla radice del problema e proporre delle soluzioni: Materiali; Macchinari; Metodi; Manodopera; Misure e, infine, la A di Ambiente. Ecco un sintetico elenco delle domande che ci permetteranno di sviluppare le tematiche di oggi: Cos'è il metodo Lean e il Six Sigma? Possono essere utili per affrontare il problema peronospora? Come il Six Sigma e la Lean potrebbero supportare la competitività delle nostre aziende? Certi problemi, quest'anno la peronospora e l'anno prossimo l'oidio…, non sono senza soluzione ma come farsi aiutare? L'imprenditore vitivinicolo è un "artista", non un super-eroe, che deve relazionare con persone in grado di aiutarlo nelle scelte, quali persone/tecnici? --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
La stagione vitivinicola 2023, con un decorso quasi opposto al 2022, ci conferma che il cambiamento climatico, fenomeno che abbiamo recepito chiaramente nell'ultimo decennio, ha un impatto sulle produzioni viti-vinicole. Si è assistito ad un forte incremento delle temperature medie con bilancio termico spesso troppo elevato causa, tra l'altro, di maturazioni sbilanciate, con uve ricche in zuccheri (elevata potenzialità di alcol), ma con polifenoli immaturi e carenti in aromi. Inoltre, la vendemmia avviene sempre più frequentemente ad alte temperature che favoriscono fenomeni di ossidazione polifenolica e ulteriori perdite di aromaticità. Ricordo in estrema sintesi i fattori in gioco: - il vitigno e il terroir (temperatura durante la maturazione e stato idrico della vite); - la forma di allevamento e l'esposizione delle uve; - la gestione del vigneto nella sua interezza (approccio olistico). Spiegare con certezza quanto sta accadendo, soprattutto a carico delle uve, è particolarmente complesso e richiede un approccio multidisciplinare, che spazia dalla climatologia, alla pedologia, all'eco-fisiologia della vite, alla patologia vegetale e, infine, all'enologia. Di certo, a causa del cambiamento climatico di ogni singola annata, dobbiamo essere pronti a adattare la viticoltura, in particolare le tecniche di gestione del vigneto, e l'enologia in base ai mutevoli scenari con i quali ci confronteremo nei prossimi anni. Sulla base delle conoscenze acquisite a livello internazionale, dai vari gruppi di ricerca, sui meccanismi fisiologici che presiedono la maturazione delle uve, spicca la figura del Professor Alain Deloire, formatosi alla prestigiosa Scuola di Viticoltura di Montpellier (Francia) e docente presso l'attuale 'Institut Agro-Montpellier (France) “UMR UMR-LEPSE-ETAP 1083 Sciences pour l'Oenologie et la Viticulture”, ricercatore e docente con vaste esperienze internazionali quale, ad esempio, professore di viticoltura all'Università di Stellenbosch, Sud Africa. Le tematiche da affrontare, che ho proposto e condiviso con il prof. Deloire, ci permetteranno di acquisire nuove conoscenze su alcuni, ma fondamentali, aspetti di fisiologia della vite; eccole in estrema sintesi: 1. il trasporto degli zuccheri verso gli acini, attraverso il floema (sugar loading), come si calcola? perché è importante? che informazioni ne possiamo trarre? 2. la chiusura del floema, a livello delle bacche, potrebbe essere codificata come nuova fase fenologica? 3. i giorni che intercorrono tra la chiusura del floema e la vendemmia influenzano significativamente il futuro bouquet aromatico dei vini bianchi e rossi; come stabilire la data di vendemmia? È sufficiente la degustazione (analisi sensoriale) delle bacche? 4. sono state messe a punto delle tecniche di analisi che ci possono aiutare a seguire l'evoluzione della maturazione; in base alla sua esperienza quali consigli è in grado di fornire ai nostri Ampelonauti? 5. la variazione del colore della buccia, nei vitigni a bacca bianca, ci fornisce indicazioni in merito all'evoluzione delle uve e qualche correlazione con le famiglie aromatiche presenti? --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
“Resistenza” è una parola molto comune, e un concetto fondamentale. La sua origine ci parla di un fermare respingendo, di un non cedere ad una forza, ad una spinta, e questo concetto può essere declinato in decine di modi diversi; noi ci soffermeremo sulla resistenza degli organismi viventi a sostanze che l'uomo utilizza per combatterli. Dal vocabolario Treccani rileviamo che “resistenza” è la capacità di determinati organismi di resistere all'azione di sostanze tossiche e velenose, di microrganismi patogeni, ecc. Affrontiamo questo argomento perché, negli ultimi anni, si è assistito all'introduzione di nuove sostanze attive (Prodotti Fitosanitari, PF) dotate spesso di elevata specificità, spiccata efficacia e attività sistemica. Ciò ha permesso di ampliare la gamma dei prodotti disponibili, ma l'uso ripetuto di questi PF ha portato, in tempi brevi, ad effetti collaterali negativi. Fra questi, il più pericoloso e il più difficile da “gestire” è quello della resistenza, cioè una sensibilità ridotta da parte di un parassita animale o vegetale nei confronti di un certo PF; questo fenomeno può essere il risultato di un cambiamento genetico. La Peronospora della vite, alga primitiva, microrganismo appartenente al Regno Chromista, ne è un ottimo esempio, in quanto ha manifestato negli ultimi trent'anni, e anche recentemente, fenomeni di resistenza a varie sostanze attive. In questo appuntamento ho avuto al mio fianco una collega molto esperta, la dott.ssa Marina Collina, professoressa associata e docente di Patologia Vegetale del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Nella sua attività di ricerca si è dedicata, tra l'altro, all'approfondimento dei meccanismi di resistenza dei patogeni fungini (anche Peronospora) alle diverse sostanze attive con approcci biologici e molecolari. Nella diretta abbiamo affrontato quelli che ritengo essere i punti critici della difesa della vite (in particolare di quella antiperonosporica) e, con l'aiuto della dott.ssa Collina, cercheremo la migliore risposta alle seguenti domande e a quelle che arriveranno da voi partecipanti: 1. Cosa si intende per resistenza ad una sostanza attiva? 2. Cosa significa sostanza attiva (s.a.) multi-sito e s.a. mono-sito? 3. Le caratteristiche delle diverse s.a. come sono correlate all'insorgenza delle resistenze? 4. Quali sono le strategie anti-resistenza più efficaci? 5. In questo periodo di forte presenza di infezioni di peronospora e oidio, quali sono le indicazioni generali per non aumentare le popolazioni di Crittogame resistenti? --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
In questa conversazione itorniamo con l'incontro mensile con l'enologo Ramon Persello, con lui affronteremo e approfondiremo le seguenti tematiche: 1 Cosa è successo nel mese di giugno in Italia? Un confronto analitico tra il mese di giugno 2023 e gli ultimi 5-15 e 30 anni, in diversi areali viticoli d'Italia; scopriremo così dove è piovuto di più o di meno evidenziando anche le ore di bagnatura fogliare. Faremo un bilancio di come è andata dal punto di vista idrico (precipitazioni utili) e da quello termico (temperature e giorni di caldo). 2 Previsioni per l'estate secondo il modello meteorologico CFS, e gli indici AO per il mese di agosto Secondo l'indice NAO luglio e agosto con incursioni artiche in tutta la penisola: ci teniamo a precisare che di proiezioni 3 L'andamento meteoclimatico come ha influito sulla fenologia della vite? Analizzeremo l'eventuale anticipo o ritardo di Vitis vinifera nei diversi areali, stimandolo in giorni dalla possibile data di invaiatura (o vendemmia) delle uve. 4 Arriva lo stress idrico, cosa fare? La vite inizia ad andare in stress idrico ed è fondamentale un'attenta analisi dei diversi terroir che caratterizzano la vitivinicoltura italiana, valutando i vari tipi di suoli e la loro capacità di ritenzione idrica e progressiva cessione alle radici della vite. Irrigare o non irrigare questo è il dilemma! In alcune Regioni, si è già iniziato ad irrigare ma vedremo come operare nella gestione del vigneto dove non è possibile irrigare (mancata disponibilità della risorsa idrica). --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
Le tignole della vite, Lepidotteri che allo stadio larvale sono antofagi e carpofagi, rappresentano da sempre gli ampelofagi chiave nel definire le strategie di difesa/lotta. Il controllo di questi insetti, che svolgono 3-4 generazioni all'anno, richiede, in quasi tutti gli areali viticoli, almeno un intervento insetticida o altre tecniche quali disorientamento e confusione sessuale. Proprio queste caratteristiche biologiche, che vedono le tignole presenti durante tutta la stagione vegetativa, richiedono il loro costante monitoraggio nel vigneto per seguire l'evolversi delle varie generazioni (volo dei maschi adulti, ovideposizione, larve, … nidi larvali, crisalidi, …) e individuare la necessità e momenti di intervento per ridurre i pesticidi. Nella banca dati 4Grapes di Perleuve, sono archiviati e disponibili 24 anni di dati sul monitoraggio dei voli di tignola e tignoletta della vite e, da 3 anni, in collaborazione con FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), grazie al Progetto “Come ridurre l'utilizzo dei prodotti fitosanitari in viticoltura entro il 2030?”, il monitoraggio si è ampliato coinvolgendo i Soci FIVI. Con il prof. Francesco Pavan, Entomologo e Ricercatore, dell'Università degli Studi di Udine, che conosco da molti anni e considero l'Indiana Jones dell'entomo e acarofauna del vigneto, abbiamo affrontato la tematica tignole alla ricerca della strada per migliorare la lotta a questi insetti e la sostenibilità della viticoltura da vino. Di seguito le domande alle quali cercheremo di dare risposta: 1 Ruolo del clima sull'accoppiamento e sulla parassitizzazione di uova e larve Come si è evoluto il ciclo biologico negli ultimi vent'anni (adulti 3 e 4 volo in aumento costante) 2 Intervenire contro la II o la III generazione? La lotta contro la II generazione permette di abbattere la popolazione o è necessario un ulteriore trattamento? 3 Differenze di lotta contro le tignole in vitigni precoci e in vitigni tardivi Il peso di tignola e tignoletta e di eventuali altri Lepidotteri carpofagi 4 Applicare la confusione o il disorientamento sessuale necessita comunque di monitoraggio? La risposta è ovvia ma come deve comportarsi, in questo caso, l'Ampelonauta? 5 Confusione e il disorientamento danno buoni risultati se applicati in grandi comprensori ma si segnalano danni da fitofagi minori, come agire? In base all'esperienza del prof. Pavan cosa fare? 6 Posso controllare altri fitofagi assieme alla lotta alle tignole? Quali sostanze attive, loro pro e contro in termini di efficacia e conseguenze su entomo e acarofauna utile? --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
Le ampelopatie arrivate dal Nuovo Mondo, che hanno devastato l'Europa a partire dalla metà dell'Ottocento, sono state nell'ordine Oidio, Fillossera e Peronospora. Si tratta di un fungo (Oidio), di un insetto (Rincote, la Fillossera) e di
In questo Conversazione viticola abbiamo evidenziato l'importanza del monitoraggio di tutti i dati rilevabili nel vigneto per quantificare la variabilità intra-parcellare (il sub-vigneto) ed effettuare la vendemmia selettiva per valorizzare il potenziale enologico delle uve. Tutti pensiamo che la viticoltura di precisione sia interessante, ma ci stiamo interrogando sulle sue applicazioni e sulle azioni da intraprendere una volta caratterizzata la variabilità intra-parcellare. Le tecnologie a rateo variabile, che permettono di adattare la gestione del vigneto (delle sub-unità) in base alla variabilità osservata modulando gli interventi, rivoluzioneranno presto la viticoltura in ambiti diversi come l'irrigazione, la concimazione, l'irrorazione e la vendemmia. Nella diretta con il dott. Matteo Gatti, professore associato, docente all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, affronteremo la tematica della “Vendemmia selettiva: come valorizzare il potenziale enologico delle uve in vigneti eterogenei” che lo ha visto tra i protagonisti dell'esperienza pilota, realizzata in Piemonte, per valorizzare la variabilità del vigneto. L'eterogeneità intra-parcellare (sub-vigneto) è un ambito ancora poco studiato ma, per valorizzare al meglio le vostre uve e ottimizzare i processi enologici in funzione della loro qualità, vanno sviluppate strategie di selezione intra-parcellare per guidare le uve verso l'itinerario tecnico più adatto al potenziale qualitativo (es. aromi) della materia prima. Questa mattinata sarà l'occasione per fare il punto sulle tecnologie disponibili e far tesoro dell'esperienza del dott. Gatti con il quale affronterò I seguenti aspetti: - come rilevare la variabilità del vigneto e interpretare i dati così acquisiti (variabilità media); - qual è la vigoria ottimale (equilibrio vegetativo) per raggiungere l'obiettivo enologico prefissato? Tutte queste conoscenze sono la base per programmare/attuare una vendemmia selettiva vincolata anche al cambiamento climatico della singola annata; - vendemmia selettiva manuale o meccanica? Sincrona o asincrona? in questa scelta imprenditoriale, cioè costi e benefici, entrano in gioco le dimensioni aziendali e la volontà di aggiungere valore ai vini ottenuti da vendemmia selettiva. È mia opinione che la vendemmia selettiva sia possibile, e con costi limitati, in quanto le uve sono valorizzate al meglio del loro potenziale qualitativo. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
In questa diretta abbiamo approfondito varie tematiche che, di seguito, vi sintetizzo: 1. Quante infezioni di peronospora sono state previste nel mese di maggio dai modelli previsionali? 2. Come si sono distribuite le precipitazione in Italia nel mese di maggio e perché in Emilia Romagna sono scesi 300mm e in Sardegna 20 mm? 3. Abbiamo reintegrato il deficit idrico nel diversi areali italiani? Analizzeremo l'andamento termo pluviometrico, con particolare attenzione alle ultime tre decadi, di alcune Regioni (tra queste anche l'Emilia-Romagna, devastata da alluvioni e frane) e lo confronteremo con lo scorso anno e con gli anni precedenti. Ci soffermeremo su alcuni parametri fondamentali per le loro implicazioni sulla fisiologia della vite e sul rischio ampelopatie: a. Somma delle precipitazioni e giorni di pioggia --acqua utile, acqua non assorbita e stato idrico suoli b. T °C media e sommatoria termica -- andamento fenologia e sviluppo germogli c. UR e bagnatura fogliare -- malattie: giorni/momenti (ore) infettanti per peronospora e oidio
In questo incontro abbiamo affrontato la tematica del monitoraggio della peronospora, che è fondamentale per rilevare i primi attacchi che si originano dalle oospore, svernate nel terreno. Germinando, esse liberano le zoospore che sono in grado di avviare le infezioni primarie. L'obiettivo principale è quello di identificare il rischio di infezione in ogni singolo vigneto (o sub vigneto) per impostare le migliori strategie atte ad impedire e/o limitare le conseguenze degli attacchi di questa pericolosa crittogama (si tratta di un'alga primitiva, un Oomicete appartenente al regno Chromista). Negli ultimi anni, il clima caldo e asciutto non ha favorito lo sviluppo di questo microrganismo, ma la sua capacità di conservazione pluriennale sui residui vegetali presenti nel terreno è tale da poter aggredire la vite, in condizioni umide e piovose, con gravi danni fino alla perdita totale della produzione. In alcune Regioni d'Italia questa ampelopatia è già stata segnalata, con presenza di macchie esito di infezioni primarie, ma il perdurare di tempo piovoso fa prevedere il proseguire degli attacchi e l'aumento della sua pericolosità. L'importanza del corretto monitoraggio di questa ampelopatia, che può essere rilevata durante tutta la stagione vegetativa, ci permette di gestire, in maniera sostenibile, gli interventi antiperonosporici nell'annata in corso. Per enfatizzare il lato pratico di questa Conversazione viticola ho invitato nuovamente l'Ampelonauta senior, la dott.ssa Alessandra Di Gregorio, collaboratrice di Perleuve in Piemonte, che mi aiuterà a guidarvi nel monitoraggio della Peronospora. Insieme esamineremo gli aspetti salienti qui elencati: · Interpretare i dati meteo per prevedere i periodi di infezione · Affidabilità dei modelli previsionali · Quando e dove effettuare il monitoraggio della peronospora · Il monitoraggio “scientifico” · La visione di insieme del vigneto · Alcuni concetti chiave della difesa --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
Negli ultimi dieci anni Flavescenza Dorata è di nuovo in espansione in tutto il Nord Italia e si è manifestata, con danni di varia intensità in tutt'Italia. Per un aggiornamento sulle conoscenze di questa ampelopatia ho con piacere invitato in questa diretta il
In questo appuntamento Giovanni Bigot insieme all'Ampelonauta senior di Perleuve, Alessandra Di Gregorio, ha affrontato la tematica del monitoraggio dell'Oidio fondamentale per impostare l'eventuale inizio dei trattamenti contro questa pericolosa crittogama della vite. Negli ultimi anni nei vigneti, a causa del cambiamento climatico, è stato favorito lo sviluppo dell'Oidio (soprattutto da settembre in poi, in caso di mancata protezione, ad esempio con Ampelomyces) grazie ad una maggiore produzione di forme svernanti (sessuate) del fungo, i casmoteci.Come vedremo, la sopravvivenza del fungo può avvenire anche all'interno delle gemme ibernanti che, in primavera, danno origine ai “germogli bandiera”; la vegetazione è completamente infettata dal patogeno.In primavera i casmoteci maturi, di colore scuro (nero), aggrappati con i loro uncini al tronco e sul cordone permanente della vite, germinano liberando le ascospore dell'Oidio; queste sono veicolate sulla nuova vegetazione dalle piogge e schizzi d'acqua.Quando si verificano le condizioni meteoclimatiche necessarie al rilascio delle ascospore, cioè in presenza di temperature medie sopra gli 8 °C e una pioggia di almeno 2,5 mm, prendono avvio le prime infezioni ascosporiche.Le tematiche che abbiamo affrontato riguardano l'importanza del corretto monitoraggio di questo fungo che si svolge durante tutta la stagione vegetativa e, anche, nel corso del riposo invernale (sintomi sui tralci).Vi dimostrerò che aver monitorato, nel 2022, l'Oidio e il suo potenziale di inoculo ci permette di gestire, in maniera sostenibile, gli interventi antioidici nell'annata in corso.Insieme ad Alessandra abbiamo esaminato alcuni aspetti salienti che qui elenco sinteticamente:• Dove cercare (monitorare) l'oidio nel vigneto?• Come riconoscere i germogli bandiera?• Come identificare le infezioni ascosporiche?• Utilizzo strategico (nella difesa) delle Mappe di rischio elaborate in 4GrapesR• Approfondire le conoscenze consultando le GAM (Guide Al Monitoraggio) dell'Oidio• Utilizzo dell'Intelligenza Artificiale grazie a 4GrapesR• Una panoramica della diffusione e gravità dell'Oidio in Italia (anni 2010-2023)• L'importanza di trattamenti precoci nel prevenire le infezioni ascosporiche dell'oidio. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
La viticoltura sta affrontando numerose sfide a causa del cambiamento climatico e dei suoi effetti sulla resa e sulla composizione delle uve, ma anche per la forte richiesta sociale di una gestione vitivinicola e agricola rispettosa dell'ambiente. La capacità di adattarsi a queste sfide è fondamentale per garantire la sostenibilità (anche economica) della viticoltura. Nella diretta con il prof. Vitale Nuzzo, dell'Università degli Studi della Basilicata - Potenza, cercheremo di delineare, anche grazie alle ricerche da lui condotte sul vitigno Aglianico mediante l'uso di nuovi portinnesti, quali sono le possibilità di adattamento della parte della vite (bimembre) nascosta nel suolo e spesso trascurata, le radici. La complessità delle interazioni tra suolo e radice rende necessario un approccio globale che coinvolge fisiologia, patologia e genetica, al fine di individuare le strategie per migliorare l'adattamento della viticoltura alle minacce attuali e future. Il portinnesto è il collegamento, “il grande mediatore”, tra il suolo e la marza (Vitis vinifera) e ha svolto un ruolo essenziale per combattere (biologicamente) la fillossera in Europa dalla fine del XIX secolo. I portinnesti, nel caso di nuove piantagioni, insieme alla gestione del suolo, possono essere uno strumento essenziale per affrontare gli effetti del cambiamento climatico e dei parassiti e patogeni emergenti presenti nel suolo. Ecco alcuni aspetti che intendo approfondire, mercoledì 29 marzo, con il prof. Vitale Nuzzo: 1. conosciamo e abbiamo sperimentato sufficientemente il patrimonio dei vecchi portinnesti? 2. il vivaismo ha cercato, spesso, di semplificare le cose puntando su pochi portinnesti? 3. quanto tempo richiede la valutazione agronomica, e di adattamento ad un dato vitigno di V. vinifera, di un portinnesto di “vecchia conoscenza” (es. Rupestris du Lot) anche rispetto ai nuovi portinnesti (es. Serie M e STAR)? 4. i portinnesti della serie M sembrano interessanti, sono da proporre su larga scala o è meglio prima effettuare delle prove con piantagioni nelle diverse realtà? … non c'è la fillossera ma il cambiamento climatico… imprevedibile! 5. nei vigneti già in coltivazione ci sono (hai) esperienze solide sul come gestire il vigneto e il suolo per renderlo resiliente ai cambiamenti climatici? --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
I cambiamenti climatici che si stanno manifestando influiscono sulle stagioni (temperatura, piovosità, innevamento, scorte idriche, ecc.) e, nell'emisfero boreale (il nostro) condizionano l'attività vegetativa delle piante. Nel 2022 Vitis vinifera, ha sofferto per gli eccessi termici, le alte radiazioni UV e le carenze idriche. Nello specifico le conseguenze sulla fisiologia della vite sono: anticipo delle fasi fenologiche, riduzione dell'attività fotosintetica, alterazione e deviazione della sintesi di composti secondari dell'uva che sono alla base della qualità del vino. In questa diretta cercheremo di capire il perché dei cambiamenti climatici in atto, grazie all'intervento dell'enologo Ramon Persello, laureato in Viticoltura ed Enologia con una tesi sugli indici bioclimatici ed esperto di agrometeorologia e cambiamenti del clima. L'appuntamento con l'enologo Persello diverrà mensile per permetterci di valutare l'andamento meteoclimatico dei mesi che verranno. È d'obbligo una premessa, i pareri sulle responsabilità dell'uomo per quanto si sta verificando, negli ultimi decenni a livello mondiale, sono contrastanti e anche opposti, la comunità scientifica è divisa dal carattere catastrofico o meno dell'Anthropogenic Global Warming (AGW): il catastrofismo alimentato dalle teorie dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change); il pragmatismo del NIPCC (Nongovernmental International Panel on Climate Change) che ha scritto “La Natura, non l'attività dell'uomo governa il clima”; il negazionismo come sostenuto dal premio Nobel per la fisica nel 1973, Ivar Giaever che è il primo firmatario di una petizione di oltre 1200 scienziati (preminentemente fisici, geofisici, astrofisici e geologi) che avvertono l'universo mondo che non v'è alcuna emergenza climatica. Insomma, un bel guazzabuglio medievale nel quale cercheremo di districarci con l'aiuto di Persello. Per il viticoltore e l'enologo il paradigma, nelle sue linnee generali è conoscere il cambiamento climatico per valutare le azioni da svolgere in vigneto; i dati agronomici acquisiti nelle aziende in cui siamo presenti, anche grazie a 4GrapesR, nelle più importanti zone viticole mondiali ci permettono di comprendere il futuro, intravederne gli scenari e anticipare le scelte agronomiche”. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
Parole chiave: telerilevamento, GIS, GPS, sensori, monitoraggio, mappe, esperienza, modelli viticoli, Bisogna conoscere il cambiamento climatico per valutare le azioni da mettere in campo. Continuiamo con la nostra filosofia di "Kaizen", ovvero del continuo miglioramento, e quindi torniamo con le Conversazioni viticole del mercoledì alle ore 7:30. Il monitoraggio del vigneto si conferma il focus delle Conversazioni viticole e questa diretta era dedicata alla Viticoltura di precisione; ai Sistemi di geolocalizzazione dati, Macchine per la viticoltura di precisione e monitoraggio del vigneto. Ecco alcune tematiche che abbiamo approfondito con la Prof.ssa Maurizia Sigura e del Prof. Rino Gubiani del Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali dell'Università degli Studi di Udine. Sistemi di geolocalizzazione dati Come posso migliorare/amplificare le osservazioni visive? una panoramica dei sistemi di geolocalizzazione disponibili (dal satellite ai rilevatori in vigneto - il programma europeo Copernicus) analisi della maggiore o minore accessibilità Per esempio, si riescono ad utilizzare facilmente dati da satellite? costi da affrontare (in particolare dei sensori a terra, non solo di quelli agro-meteorologici) convenienza economica in base alle dimensioni: Macchine per la viticoltura di precisione una sintetica disamina sull'utilizzo, in sicurezza, di macchine agricole e non per la viticoltura di precisione disponibilità di attrezzature, quali quelle più efficaci e affidabili--> spandiconcime, vendemmiatrice, irroratrici, altro? Adesso ci sono i trattori 4.0! come utilizzarli, per cosa si possono utilizzare nel quotidiano? necessità di adattamento/aggiornamento di macchine già in uso in azienda Quale possibile utilizzo? Vendemmia selettiva, concimazione mirata, irroratrici ad intermittenza negli interventi fitosanitari --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
In occasione dei due ultimi incontri vitivinicoli con la dott.ssa Anna Benedetti e con il dott. Roberto Zanotti, si è evidenziato il ruolo del microbioma e della gestione del suolo (es. con il sovescio) sulla fertilità biologica e fisica del terreno. In questa conversazione “proseguendo sul solco tracciato” affronteremo la fertilità chimica del terreno con due Agronomi di notevole esperienza nella nutrizione della vite, il dottor Duilio Porro della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige (TN) e il dottor Mauro Schippa, agronomo e esperto internazionale della nutrizione della vite. La fertilità chimica del terreno è interconnessa con molti altri aspetti (vedi fertilità microbiologica e fisica…) e, per mantenerla o migliorarla, gli apporti nutrizionali al vigneto sono stati affrontati con la logica degli asporti. In estrema sintesi vanno restituiti gli elementi nutritivi utilizzati dalla vite per la produzione dell'anno. Con questo “Criterio restitutivo” si stabilisce la quantità di elementi da restituire sulla base delle asportazioni annue. Partendo da questa “metodologia operativa” con i colleghi Duilio Porro e Mauro Schippa affronteremo le seguenti tematiche: 1. quali sono i fabbisogni nutrizionali della vite durante le diverse fasi fenologiche? 2. come stimare i quantitativi medi di elementi nutritivi asportati in diversi modelli viticoli? 3. a che cosa è correlata la disponibilità di elementi nutrizionali del suolo? 4. nella stima della fertilità chimica quale importanza hanno le analisi del terreno in laboratorio (e in vigneto) e le analisi fogliari? 5. in base a quali criteri fisso la periodicità delle analisi? (quando ricorrere al laboratorio e con che intervallo di tempo?) 6. cosa ci dicono le analisi chimico fisiche del suolo e come si leggono? 7. cosa succede se decido di non concimare il mio vigneto? 8. quali sono le possibili interazioni tra concimazione, lavorazioni e inerbimento del vigneto? 9. come è possibile il ritorno a forme di fertilizzazione organica? Con quali prodotti in commercio? 10. con un clima che sta cambiando devo considerare un apporto nutrizionale diverso? --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
Nel secondo appuntamento dedicato alla "qualità del suolo e qualità delle uve e del vino" dedichiamo le prossime due dirette del mercoledì alla fertilità fisica del terreno (domani) e la prossima settimana alla fertilità chimica. Nei decenni scorsi, la diffusione dell'inerbimento totale (permanente), dove le condizioni idriche lo hanno consentito, ha contribuito a migliorare gli apporti di sostanza organica al suolo, ma non è stato sufficiente a compensare le annuali perdite per mineralizzazione cui va incontro la frazione organica del terreno. In altri termini, non premette di mantenere stabile il contenuto di humus nel vigneto senza l'apporto di fertilizzanti organici. La diminuzione della sostanza organica nei suoli è legata al progressivo abbandono di fertilizzazioni organiche che non vengono compensate dall'inerbimento permanente. La sola restituzione al suolo di foglie, tralci ed erba non consente di mantenere in pareggio il bilancio della sostanza organica di un vigneto nelle condizioni dell'Italia settentrionale. L'ulteriore apporto di vinacce e raspi non è sufficiente a compensare il disavanzo ma solo a ridurlo. Il sovescio, di cui parleremo diffusamente, rappresenta un'ulteriore fonte di sostanza organica che, associata al recupero di altre matrici organiche prodotte dal vigneto, permette di limitare la perdita di humus. Il sovescio autunno-primaverile, infatti, pur applicato a filari alterni e dunque su metà circa della superficie, consente di compensare circa il 40% dell'intero fabbisogno annuo di humus. Con il collega dott. Roberto Zanzotti, della Fondazione Edmund Mach (S. Michele a/A, Trento), che da molti anni si occupa della gestione del suolo in viticoltura, affronteremo le seguenti tematiche: - il sovescio è uno strumento per migliorare la fertilità fisica dei terreni? - come attuarlo/seminarlo per ridurre, tra l'altro, la compattezza del suolo? - come posso misurare il risultato delle semine per il sovescio? - come effettuo la stima della quantità di biomassa epigea ed ipogea? - quali sono le differenze tra le principali famiglie di piante erbacee? - qual è il loro ruolo agronomico? - quali sono i possibili consigli da fornire al viticoltore in base ai risultati della sperimentazione FEM? - come è possibile il ritorno a forme di fertilizzazione organica (letame). Buon ascolto --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
Il suolo è vivo e i numerosi esseri viventi (microrganismi, lombrichi, ecc.) che lo abitano hanno un impatto diretto sul suo funzionamento: sulle proprietà agronomiche (stabilità strutturale, resistenza all'erosione) e fisiochimiche (cicli dell'azoto e del carbonio). Il controllo della "qualità del suolo" è una questione importante per la viticoltura in quanto le proprietà fisiche, chimiche e biologiche hanno effetti ed interazioni che determinano un funzionamento più o meno efficiente del vigneto in termini di produzione e qualità dell'uva, impatto ambientale e sostenibilità dei sistemi viticoli. In un recente incontro, nel mese di maggio, con la dott.ssa Anna Benedetti, ex direttrice del CREA-RPS - Roma, Centro di ricerca per lo studio delle Relazioni tra Pianta e Suolo, abbiamo affrontato la complessa problematica del suolo e della sua fertilità. La dott.ssa Benedetti è ricercatrice ed ha il suo attivo molte pubblicazioni scientifiche relative al terreno che ha studiato nelle molteplici sfaccettature che lo compongono. Nel positivo colloquio/confronto siamo partiti da alcune considerazioni/convinzioni maturate dalle nostre esperienze pratiche e di ricerca: il microbioma del vigneto può svolgere un ruolo importante nella produzione di uve di alta qualità; la gestione del suolo modifica in vario modo le comunità microbiche del vigneto stesso; un miglior equilibrio vegetativo e un suolo sano e attivo sviluppano comunità microbiche più stabili e utili alla vite; il microbioma ha un ruolo non trascurabile nelle reazioni/meccanismi di difesa della vite; il microbioma ha un ruolo non trascurabile nella produzione di uve di alta qualità; è fondamentale mantenere una buona fertilità del terreno: Di seguito alcune questioni/domande aperte che desidero affrontare con la dott.ssa Benedetti (si tratta di tematiche già emerse in occasione del nostro incontro), nella diretta di domani mattina: un apporto esterno di MicroOrganismi (di seguito MO) influenza la comunità microbica del terreno? quali pratiche agronomiche modificano i MO? quali effetti hanno l'utilizzo di compost e di MO irrorati al terreno nei confronti del microbioma del terreno stesso? l'utilizzo di MO può aumentare le difese della vite in modo tale da poter ridurre l'apporto di rame della difesa in viticoltura biologica? quali MO sono riconosciuti come più importanti? c'è una relazione tra MO del suolo e MO dell'uva e, quindi, sulla qualità del vino? quali sono le opinioni della dott.ssa Benedetti sui MO o sostanze prodotte o derivate da microrganismi presenti in commercio? … --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
I casmoteci, organi svernanti dell'oidio della vite, cominciano a formarsi in grandi quantità a partire dalla fine del mese di agosto sugli organi vegetativi colpiti dalla malattia, in particolare su foglie e tralci e la loro maturazione è favorita da condizioni climatiche autunnali caratterizzate da assenza di piogge e da temperature miti. Recenti studi, mirati a valutare la presenza/consistenza di casmoteci in vigneto, hanno dimostrato che la loro presenza, a fine estate/inizio autunno, inizia ad essere rilevante quando la gravità dell'attacco supera il 30-40% della superficie fogliare; si è calcolato che si possono formare tra 8 e 44 milioni di casmoteci per ettaro, in funzione della densità d'impianto e della forma di allevamento. Grazie al monitoraggio in vigneto per il controllo della formazione dei casmoteci e l'evoluzione del loro colore è possibile stabilire in quali casi e in che periodo effettuare l'intervento/i con A. quisqualis per ridurre la carica d'inoculo svernante (sanitazione) presente nel vigneto per la stagione successiva. Ne ha parlato Giovanni Bigot in questa conversazione viticola di mercoledì con Marta Soccolini, collega e agronomo di Perleuve. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
La vendemmia è iniziata più o meno timidamente in tutte le Regioni d'Italia. Le notizie che ci giungono fanno prevedere che le uve, a causa del cambiamento climatico in atto, si caratterizzeranno per le buone concentrazioni zuccherine (talora fin troppo elevate), accompagnate però da acidità basse e pH alti, parametri non adatti soprattutto alla produzione di vini destinati alla spumantizzazione o al lungo affinamento. Nella sostanza, dopo mesi di attente cure in vigneto si conclude il ruolo del Viticoltore (dell'Agronomo) e le uve che arrivano in cantina sono affidate, ora, alle scelte di vinificazione del responsabile Enologo, Enotecnico o Cantiniere. Con il dott. Gabriele Valentini, ricercatore e dottorando del Dipartimento di Scienza e tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL) dell'Università degli Studi di Bologna, affronterò i possibili accorgimenti da applicare in vigneto per migliorare le caratteristiche della materia prima (l'uva) in base agli obiettivi enologici prefissati. Nella diretta di domani ci concentreremo sui due parametri chiave, l'acidità e il pH dell'uva che diventerà mosto e poi vino, per stabilire (assieme all'analisi organolettica delle uve) la data di vendemmia. Evidenzieremo i possibili interventi da attuare nella gestione del vigneto, di cui viene solitamente sottovalutata l'importanza, in grado di influenzare questi fattori analitici: ✓ qual è il ruolo della gestione del suolo sull'acidità e il pH delle uve? ✓ la gestione della chioma ha un ruolo multifunzionale, proviamo a sintetizzarlo? ✓ nella nutrizione minerale come utilizzare l'azoto e il potassio? E gli altri elementi nutritivi? ✓ come gestire lo stress idrico? ✓ nelle nuove piantagioni quale può essere il ruolo del portinnesto? E del numero di viti/ha - densità di piantagione? ✓ l'orientamento dei filari può avere un ruolo strategico nelle nuove piantagioni? --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
In alcune zone viticole la vendemmia di alcuni vitigni (Pinot nero e Chardonnay) è già iniziata per la produzione di vini base spumante (Lombardia-Franciacorta, Trentino-Alto Adige). In molte altre, i grappoli sono in fase di invaiatura annunciando un anticipo di 10-15 giorni rispetto al 2021. in questa diretta ho analizzato quest'annata 2022 che presenta caratteristiche comuni in diverse zone viticole. Come è emerso in occasione dell'incontro con il prof. Andrea Pitacco, la variabile che sta caratterizzando il 2022 è rappresentata dalle temperature minime, mai così alte (perdonate l'ossimoro). Esamineremo così tutti i dati meteorologici a nostra disposizione, grazie anche a 4Grapes. Le recenti precipitazioni e quelle attese nel corso della settimana saranno in grado dare ristoro ai vigneti in difficoltà? Cosa possiamo fare in questo periodo di attesa della vendemmia? Tanti argomenti da affrontare... --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
I vitigni coltivati nelle diverse aree viticole che si sono adattati bene ad un certo terroir, in quest'annata 2022 hanno comunque manifestato qualche stato di sofferenza (stress idrico e termico legati al cambiamento climatico). Come abbiamo visto nelle precedenti dirette possiamo e riusciamo a contrastare gli eventi climatici con particolari interventi agronomici (ad esempio, mantenere l'acidità delle uve attraverso tecniche di concimazione azotata e di irrigazione mirata. Si possono conservare gli aromi con interventi di defogliazione ad hoc, o sopperire a periodi prolungati di stress idrico con scelte più oculate e innovative del portinnesto). Anche la gestione del suolo è fondamentale per conservarne e migliorarne le proprietà dinamiche come il drenaggio, anche a fronte di piogge concentrate o, all'opposto, la capacità di accumulo per superare periodi siccitosi valorizzando la microbiologia del suolo che può aiutare la vite nei periodi di crisi. Nelle nuove piantagioni ci aiuteranno i nuovi portinnesti e vitigni resistenti, ma in un prossimo futuro sarà la terapia genica, attraverso le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita se verranno autorizzate dall'UE), a permettere il silenziamento o potenziamento di alcune caratteristiche presenti nei diversi vitigni, rendendoli più adattabili agli eventi estremi. In questo episodio affronteremo tutte queste affascinanti tematiche con il prof. Andrea Pitacco docente di Viticoltura, afferente al DAFNAE - Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente dell'Università degli Studi di Padova, tra i maggiori esperti di fisiologia della vite a livello mondiale, cercheremo di capire quanta CO2 assorbe il vigneto e come il ceppo gestisce la risorsa idrica (bilancio idrico e del carbonio). Secondo Andrea Pitacco, capire quanto carbonio può assimilare la vite è strategico per aumentare la resilienza al cambiamento climatico e bisogna premiare ogni atteggiamento virtuoso. Ecco alcune domande che intendo porre all'illustre relatore e collega: quali sono gli elementi di base della fisiologia della vite che influiscono sui rapporti fra acqua ed elementi nutrivi? qual è il ruolo dell'acqua e della CO2 sull'attività vegeto produttiva e sulla maturazione dell'uva destinata alla produzione di vino? in che modo il carbonio assimilato dalla vite è strategico per aumentare la resilienza al cambiamento climatico? quali sono le relazioni tra fasi fenologiche della pianta ed eccessi/carenze idriche? ci può indicare il corretto utilizzo dei modelli di gestione dell'irrigazione oggi disponibili? si parla sempre più spesso di irrigazione a deficit, che cosa significa? in riferimento ai rapporti acqua ed elementi minerali, quali strategie irrigue sono compatibili con le esigenze di sostenibilità, qualità delle uve e obiettivi enologici? come gestire il diverso fabbisogno per la produzione di uva per base spumante, per vini rosati, vini da invecchiamento, …? --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
In questi giorni nell'inserto “Il Gusto” di un noto quotidiano nazionale è stata pubblicata questa segnalazione che qui sintetizzo: Clima, allarme per gli spumanti: “Se non irrighiamo le piante muoiono” di Lara Loreti Dal Prosecco al Trentodoc passando per Franciacorta e Alta Langa, la preoccupazione dei produttori per la siccità: “La maturazione dell'uva è del tutto disuniforme, tempestività e monitoraggio del terreno possono fare la differenza”. Grande lavoro degli enologi per salvare la qualità Incertezza e preoccupazione. Il mondo degli spumanti si prepara ad affrontare il mese più critico degli ultimi decenni: i vigneti sono duramente messi alla prova dalla siccità, l'uva sta maturando e da un appezzamento all'altro, lo stato vegetativo del frutto è del tutto diverso e non uniforme. Una situazione che mette sotto pressione gli agronomi ma anche e soprattutto gli enologi … In questo appuntamento Giovanni Bigot con dott. Giacomo Palai dell'Università degli Studi di Pisa, ha affrontato la tematica “Effetto del deficit idrico sul profilo aromatico delle uve”. Di seguito alcune domande che abbiamo approfondito con il collega Palai: l'attuale situazione meteoclimatica, che interessa l'Italia tutta, rischia di compromettere la qualità delle uve, per quali cause? temperatura, stress idrico e fisiologia della vite, le tue ricerche hanno preso in considerazione varie fasi dello sviluppo (evoluzione) della bacca; hai dedicato molta attenzione al deficit idrico e al profilo aromatico delle uve evidenziando importanti modificazioni in base al verificarsi dello stress idrico e termico; ci puoi sintetizzare i risultati più importanti di queste attività? queste esperienze ti permettono di dare qualche consiglio agronomico (pratico -operativo) al viticoltore? hai sperimentazioni (concluse o in corso) sull'uso del portinnesto come “regolatore” dell'effetto e dell'espressione del deficit idrico sul profilo aromatico delle uve? il profilo aromatico delle uve è una caratteristica identificativa del vitigno, ci sono comportamenti diversi in base ai diversi vitigni e aree nelle quali, ad oggi, i vitigni aromatici sono più a rischio qualitativo? qualche sintetica considerazione sul patrimonio aromatico e il rischio di ottenere uve non idonee all'obiettivo enologico, come descritto nell'articolo dedicati agli spumanti? e il Sauvignon o il Traminer? --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
Nelle più recenti dirette del mercoledì abbiamo evidenziato la necessità di rendere sostenibile la coltivazione della vite anche in relazione al cambiamento climatico in atto. Per questo è necessario valutare attentamente le scelte nella nuova piantagione (preparazione del suolo, vitigno europeo, portinnesto, sesto d'impianto, …) e di successiva gestione del vigneto in fase di allevamento e di produzione. È necessario applicare una serie di tecniche agronomiche sviluppate negli ultimi decenni e modulare diversamente quelle più tradizionali; a partire dal suolo e dall'inerbimento fino all'uso della viticoltura di precisione. In questo episodio, ospite la dott.ssa Caterina Capri, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, affronteremo la complessa tematica della gestione del suolo con focus sull'inerbimento. Si tratta di una tecnica utilizzata da tempo nelle aree viticole con buona piovosità durante il ciclo vegetativo della vite (l'inerbimento migliora la portanza del suolo e permette l'accesso ai mezzi meccanici, ad esempio per l'irrorazione) ma, in generale, è vista con sospetto per il timore di un'eccessiva competizione del cotico erboso per la risorsa idrica. Il gruppo di lavoro dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, da anni studia questa tematica e la dott.ssa Capri ci parlerà delle potenzialità di diversi livelli di copertura del suolo rilevate grazie ad una prova quadriennale. Di seguito alcune delle tematiche che Giovanni ha affrontato durante la mattinata: partendo dall'assioma “a ogni ambiente la sua copertura del suolo” e, quindi tanta necessità di ricerca e di pratica applicazione ed esperienza, nella conservazione del suolo quale ruolo hanno/possono assumere le colture di copertura (cover crop) come pratica più sostenibile di gestione del suolo? e gli inerbimenti spontanei? l'inerbimento artificiale/spontaneo migliora la fertilità e struttura del suolo, il sequestro di carbonio, la conservazione della biodiversità? come gestire la competizione per le risorse del suolo (acqua e nutrienti)? nella gestione del cotico erboso, quali consigli si possono dare ai viticoltori che mirano a ridurre la sua competizione nei confronti della vite? l'altezza e la tempistica dello sfalcio del cotico erboso rappresentano una valida strategia di gestione del consumo idrico? gli effetti dello sfalcio sono diversi in funzione della composizione floristica (% di Graminacee vs % di Leguminose); quali inerbimenti (naturali/spontanei) si possono proporre in funzione delle piovosità medie di una data zona viticola? come programmare la gestione del cotico erboso in funzione dei vari parametri (i risultati della sperimentazione)? --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
L'uso dell'acqua in viticoltura è di grande attualità visto l'andamento siccitoso degli ultimi mesi. A livello globale, regionale e locale le risorse idriche sono soggette ad uno sfruttamento eccessivo e ciò è oggi ampiamente riconosciuto. In tutto il mondo, l'uso sostenibile delle risorse idriche è diventato imperativo per la società, l'ambiente, l'industria e le imprese, e rappresenta un fattore cruciale per le politiche di numerosi governi, settori industriali e soggetti commerciali. In molti vigneti delle regioni aride o semiaride di più recente sviluppo, le precipitazioni annue non soddisfano pienamente i bisogni dei moderni sistemi viticoli. Analogamente, in altre regioni dove la viticoltura si è insediata da tempo, le piogge sono insufficienti o mal distribuite ed è quindi difficile garantire un'offerta produttiva adeguata in termini qualitativi e quantitativi (forse pretendiamo di produrre oltre il sostenibile), visti i molteplici fattori che influiscono sullo stato idrico della vite. L'uso dell'acqua dovrebbe essere pianificato tenendo conto della sua disponibilità locale e dell'impatto del suo consumo sulla qualità stessa dell'acqua e sui livelli delle falde freatiche. La vite, pianta arido resistente potrebbe essere soggetta a vincoli o al divieto totale nell'uso della risorsa acqua. Giovanni Bigot ne ha parlato in questo episodio con lcon il ricercatore Diego S. Intrigliolo dello Spanish National Research Council (CSIC), Desertification Research Center (CIDE), CSIC-UV-GV, Valencia, Spain - che da anni lavora sulla problematica dello stress idrico. Ecco alcune domande che ha trattato con lui: la Spagna da circa vent'anni ha autorizzato la pratica dell'irrigazione in vigneto (prima vietata) che ha permesso un buon aumento della produttività (e qualità?); è stata una buona scelta? era meglio percorrere altre strade (genetica di portinnesti e di Vitis vinifera, gestione del suolo, forme di allevamento, …) per aumentare la produzione? da anni il gruppo di lavoro, del quale fai parte, ha messo a punto una nuova proposta per il bilancio idrico del vigneto, metodi di misura del contenuto idrico del terreno e della vite, finalizzato all'ottimizzazione dell'irrigazione; ci puoi sintetizzare questa nuova esperienza e proposta operativa al viticoltore? quali interventi pratici si possono consigliare al viticoltore che dispone del bilancio idrico del suo vigneto ma deve gestire input e output tecnici spesso in competizione tra loro? tra i molti effetti dello stress idrico viene segnalata la sua influenza sullo sviluppo radicale e sulla differenziazione delle gemme; hai fatto ricerche/esperienze su queste tematiche? che cosa consigli al viticoltore che deve effettuare una nuova piantagione? io immagino la preparazione del suolo (per favorire l'approfondimento dell'apparato radicale), e in sintesi tutto ciò che può migliorare la resilienza della vite; cosa ne pensi? --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
I continui eventi di stress termico e idrico rendono sempre più evidente la necessità di cambiare il modo di produrre e di proteggere il vigneto, migliorando le nostre conoscenze su suolo e ambiente e sulla loro interazione con la pianta e gli agenti patogeni. Occorre conoscere nel dettaglio la fisiologia della vite in relazione al suo comportamento in funzione dello stress al quale è sottoposta; va fatto ricorso alle tecniche agronomiche più adatte e a tutti i mezzi tecnici - prodotti fitosanitari (PF), corroboranti, biostimolanti e induttori di resistenza - imparando ad utilizzarli in modo sinergico in una viticoltura che deve ridurre gli input (UE 2030 - obiettivo - Ridurre del 50% l'uso dei PF). Sull'uso della risorsa acqua è da valutare se l'irrigazione sia “sostenibile” per la vite, pianta arborea aridoresistente che produce uva da vino, destinata ad ottenere la bevanda degli Dei oggi considerata bene voluttuario! Il ruolo delle nuove tecnologie per il rilevamento degli stress idrici e termici e, di conseguenza. la possibilità di modulare gli interventi agronomici e l'eventuale apporto idrico sono tematiche di grande attualità nel contesto climatico attuale. Tante tematiche che Giovanni Bigot ha affrontato con due illustri ricercatori, il dottor Davide Modina dell'Università di Milano e la dott.ssa Alessia Cogato dell'Università di Udine, che da anni sono impegnati ad acquisire nuove conoscenze e divulgarle ai vari interessati (viticoltori e tecnici). --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
La situazione meteorologica continua ad essere seriamente allarmante. Siamo di fronte, infatti, a forte stress termico e stress idrico, accompagnato dalla difficoltà di apportare i giusti quantitativi di acqua con l'irrigazione. In questa conversazione vitivinicola Giovanni Bigot ospita Aaron Fait, Professore di biochimica vegetale alla Ben Gurion University del Neghev (Israele), dell'Istituto Blaustein per gli studi sul deserto con cui ha parlato di: - differenti risposte tra i vitigni isoidrici e quelli anisoidrici - risposta della vite allo stress idrico/termico - il ruolo del vitigno europeo e del portinnesto nel manifestare i sintomi di stress (idrico e termico) - esistono ricerche sulla possibile riduzione della chioma per adattare la vite allo stress? - età delle viti e loro capacità di adattamento ai vari tipi di stress, quali evidenze rilevate? --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
Quando si parla di erbe spontanee viene alla mente il ruolo alimentare che i vegetali hanno avuto nell'evoluzione dell'uomo, dapprima raccoglitore e poi agricoltore, permettendogli, nei secoli passati, il sostentamento e la sopravvivenza. Tuttavia, la raccolta e il consumo di erbe commestibili, definite tecnicamente piante alimurgiche, sono stati progressivamente abbandonati a causa di diversi fattori: il benessere economico, il non dedicare tempo ed attenzione alla raccolta di queste erbe, l'aver perso la capacità di riconoscere le piante buone … e il timore di raccogliere erbe “avvelenate” dai numerosi interventi fitosanitari effettuati sulle colture agrarie e, in particolare, sulla vite. Tutte le erbe spontanee presenti nel cotico erboso hanno però un ruolo importante come indicatrici delle caratteristiche e delle proprietà del suolo che le ospita. Ne abbiamo parlato in questa conversazione con il dott. Luciano Loschi, presidente dell'Accademia Italiana Piante Spontanee ed esperto Botanico e Micologo. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
È una grave ampelopatia causata da fitoplasmi, caratterizzata da rapida diffusione e ingenti perdite economiche. Scaphoideus titanus e flavescenza dorata (FD): Negli ultimi anni le manifestazioni epidemiche causate da FD, hanno assunto dimensioni sempre maggiori e preoccupanti, interessando molte aree viticole dell'Italia (nel Nord in particolare). Che cosa sappiamo di certo per combattere/contrastare questa ampelopatia? In quale direzione si sta muovendo la ricerca scientifica? Quali notizie sull'individuazione di geni di resistenza? Di questi aspetti ne ho parlato con la dott.ssa Elisa Angelini, ricercatrice del CREA Viticoltura ed Enologia di Conegliano (Treviso), nella diretta di mercoledì 08 giugno, con abbiamo affrontato alcune tematiche: Quali sono le cause di questa recrudescenza della FD? Gli insetticidi oggi utilizzabili sono meno efficaci degli esteri fosforici (ora vietati)? Tutto ciò è, almeno in parte, dovuto al minore impegno dei viticoltori nel contrasto alla malattia? Quali esperienze avete maturato utilizzando la capitozzatura? Il recovery su alcuni vitigni funziona? Scaphoideus titanus è molto efficiente nella trasmissione di FD, qual è il ruolo di altri vettori? È importante l'uso di misure di controllo del vettore e delle viti infette (è fondamentale, nella attuale fase fenologica, eliminare tutte le piante che presentano vegetazione sintomatica in vigneto), in quanto l'insetto che ha assunto il fitoplasma può trasmettere la malattia? La gestione collettiva è ideale e funziona bene se interessa vasti areali (in sostanza tutti i viticoltori devono effettuare la lotta insetticida al vettore), qual è la tua esperienza in proposito? Vigneti abbandonati, viti inselvatichite quale ruolo hanno? Conservano il fitoplasma e permettono a Scaphoideus titanus di acquisire il fitoplasma della FD? Buon ascolto, Giovanni Bigot --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
L'Ampelocalendar aiuta tutti gli Ampelonauti ad organizzare le attività nel vigneto. Ospite della diretta di domani, dott.ssa Marta Soccolini, Agronomo di Perleuve con cui parleremo di: 1. Siamo ad un terzo della stagione vegetativa della vite, nella fase della fioritura della vite. Il momento è importante per osservare....? 2. La gestione del vigneto migliora se hai fatto il monitoraggio 3. L'ampelocalendar come strumento a portata di mano per le osservazioni puntali nel vigneto 4. Le guide al monitoraggio ti aiutano a fare i rilievi di precisione --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
I viticoltori ed i tecnici lamentano il forte aumento delle infestazioni di questi Emitteri da circa un quarto di secolo. Nel passato gli attacchi erano sporadici, legati all'andamento stagionale e la presenza del fitofago diminuiva nell'anno seguente (trattamenti con esteri fosforici? Controllo biologico?). Venivano colpite le viti più squilibrate (deboli) quasi non avessero capacità di “difesa” e si indebolivano per la sottrazione di linfa (danno diretto). Giovanni Bigot ha affrontato queste interessanti tematiche in questo episodio con il Dott. Arturo Cocco del Dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari. Insieme cercheremo di affrontare le seguenti domande: - Come possiamo spiegare il forte aumento delle infestazioni negli ultimi decenni? - Quale ruolo può avere il cambiamento climatico? avvantaggia il fitofago? - Il vigneto se non ben gestito compromette il ruolo degli insetti predatori e antagonisti delle cocciniglie? - Quali sono i rischi di trasmissione di virosi e batteriosi (?) di interesse nel controllo di questi fitofagi? - Che cosa pensi della teoria della “Trofobiosi” che, in estrema sintesi, porta ad un indebolimento del vegetale? - Quali strategie di lotta insetticida (prodotti fitosanitari) consigli in base alle tue attività di ricerca? - L'utilizzo di feromoni (distrattori) che impediscono/riducono gli accoppiamenti riducendo la popolazione delle cocciniglie, garantisce buoni risultati? - Ci puoi parlare delle tue esperienze nel lancio di insetti utili per il contrasto alle cocciniglie? Quali risultati possiamo ottenere con questa tecnica (lanci aumentativi o inondativi)? --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
Da 144 anni il rame è la sostanze attiva efficace contro peronospora ma essendo classificato tra i metalli pesanti e temendo conseguenze di tipo ambientale il suo utilizzo è stato via via limitato agli attuali 4kg/ha/anno medi. La peronospora della vite rimane la patologia fungina con i danni più gravi, sempre più frequentemente gli attacchi si espandono anche in Sud Italia, possiamo dire il perché? Le ultime perturbazioni che hanno colpito l'Italia sono state infettanti? La situazione in Italia di quest'anno a confronto con gli altri anni come si può considerare? In questo appuntamento Giovanni Bigot ha affrontato questi argomenti con Gianfranco Romanazzi, Prof. all'Università Politecnica delle Marche e Presidente dell'AIPP. Principi biologici base della difesa da peronospora: · Condizioni di maturazione delle oospore anche alla luce dei cambiamenti climatici · L'importanza del monitoraggio della maturazione delle oospore per l'avvio della difesa · Quali pratiche agronomiche possono limitare lo sviluppo e la gravità delle infezioni di peronospora? La difesa senza rame: · Chitosano esperienza pratiche di utilizzo nell'ambito della difesa o Effetti collaterali dell'uso del chitosano, quali? o Può essere attivo contro Brettanomyces su uva? · Quali altri BcA possono essere utilizzati nella difesa .. efficace? · Nel prossimo futuro quali sono le prospettive? La difesa con rame: · Biodisponibilità e caratteristiche fisiche dei diversi formulati · Dose minima efficace · Effetti e azioni su altre ampelopatie --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message
Tra i possibili interventi di mitigazione per ridurre le conseguenze negative dell'irraggiamento diretto dei grappoli e del forte aumento della temperatura degli acini più esposti discuteremo del ruolo: ✔ della defogliazione in prefioritura a confronto con altri momenti di intervento; ✔ degli effetti di questa tecnica di gestione del verde sulla produzione, sulla qualità delle uve e dei vini; ✔ di alcuni altri interventi (irrorazioni e gestione della chioma) in verde che possono ridurre notevolmente la temperatura dei grappoli esposti. Di seguito, alcune delle principali domande a cui daremo risposta durante questa conversazione, grazie alla presenza della dott.ssa Ilaria Filippetti, professoressa associata del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Università degli Studi di Bologna, che da molti anni si dedica a queste tematiche che coinvolgono la fisiologia della vite e la gestione del vigneto. 1. la defogliazione in pre-fioritura ha effetti diversi in funzione del vitigno su cui viene applicata? 2. quali sono i principali effetti che si possono ottenere con tale tecnica di gestione a verde? 3. ci possono essere conseguenze negative o effetti indesiderati operando in pre-fioritura? 4. ci sono mezzi tecnici in grado di mitigare alcuni di questi eventuali effetti? 5. quale ruolo possono avere i trattamenti con zeolite e caolino? Questi interventi hanno gli stessi effetti sulla chioma e sui grappoli? 6. la quercetina (o quercitina) aumenta nei vitigni a bacca nera in cui viene applicata questa tecnica. Cosa comporta nei vini? Tante tematiche interessanti/importanti. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/4grapes/message