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Se cumplen 10 años del martirio de los cristianos coptos en Libia. Testimonio de una conversa en Pakistán: «Todos los que me rodean creen que si me matan conseguirán el paraíso». Anna Bono: Iglesia destinada a ser catedral fue gravemente dañada por los ataques aéreos del ejército gubernamental; los cristianos declaran que la repararán. Elisa Gestri: Amerikatsi, del genocidio armenio al gulag, una película sobre una historia olvidada. Stefano Fontana: El discurso de Vance y el regreso a la realidad. El Ayuntamiento de Worcester vota para convertir la ciudad en un “santuario” trans. Gobernadora de Nueva York protege a abortista acusada de vender píldoras ilegales. Beato Angelico, la fe anunciada con un pincel.
Guido Vaglio Laurin"In un novembre così tiepido"E ulteriori accidentiPostfazione di Margherita OggeroEdizioni Seb27www.seb27.itUna serie di assassinii immotivati, una citazione lasciata sulle vittime, diversa e apparentemente priva di senso. Uno smemorato, sorpreso addormentato tra i portici, che fornisce racconti sconnessi e possiede oggetti incongrui: tra cui due tavolette del Beato Angelico. Un vecchio faldone che riporta alla luce la figura misconosciuta del vero inventore del panattone. La conquista di Marte, un'invasione di farfalle notturne, una nevicata straordinaria, e infine un antidoto insospettabile che protegge un piccolo gruppo di cittadini da un'improvvisa epidemia. Un dialogo surreale tra due personaggi alla fermata dell'autobus. E poi ancora: isole inesistenti, viaggi (nell'aldilà?), sogni e risvegli inquietanti… L'autore mima generi differenti, dal poliziesco alla fantascienza, alla biografia erudita, giocando con una scrittura mutevole e irrequieta, vagabondando attraverso queste otto narrazioni sospese tra satira, sarcasmo e disincantata autoironia.Guido Vaglio Laurin. Appassionato di botanica e zoologia, si è laureato in storia medioevale e si è dedicato fuggevolmente al teatro. Stretto in un abbraccio dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Torino, non lo ha più lasciato fino alla pensione. Ha curato mostre, cataloghi e atti di convegni, pubblicato testi sull'esposizione, la didattica museale, la rappresentazione della memoria del XX secolo, la memorialistica della deportazione dall'Italia. È stato direttore del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino. Dopo tanti anni di lettere, relazioni, verbali, richieste di contributo, proposte gestionali e progettuali, questa è la sua prima prova di scrittura creativa.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Quando parliamo di pittura rinascimentale del primo XV sec., oltre a Masaccio ci sono anche altri nomi che è importante trattare tra cui Beato Angelico e Paolo Uccello Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
Stefano Zuffi"La carità e la bellezza"Tino di Camaino, Beato Angelico, Filippo Lippi, Sandro BotticelliMilano, Palazzo MarinoL'appuntamento natalizio con l'arte di Palazzo Marino, che quest'anno si estende anche agli altri otto municipi per invitare tutta la città a scoprire l'arte e la bellezza durante il periodo delle feste.Grazie alla sinergia tra le città di Milano e Firenze.Palazzo Marino si apre ai milanesi durante le festività natalizie con una mostra speciale: fino al 15 gennaio 2023, quattro capolavori dell'arte fiorentina e toscana, tutti realizzati tra il Tre e il Quattrocento, saranno allestiti nella magnifica Sala Alessi di Palazzo Marino immersi in un gioco di luci e tessuti, e potranno essere ammirati gratuitamente da milanesi e turisti.La mostra, dal titolo “La Carità e la Bellezza”, vedrà la “Madonna col Bambino” dipinta da Sandro Botticelli e oggi conservata nel Museo Stibbert di Firenze; “L'adorazione dei Magi” di Beato Angelico, prezioso tabernacolo appartenente al Museo di San Marco; la “Madonna col Bambino" di Palazzo Medici Riccardi, realizzata da Filippo Lippi; “Carità", scultura del senese Tino di Camaino, proveniente dal Museo Bardini di Firenze..La mostra è curata da Stefano Zuffi e da Domenico Piraina, mentre l'organizzazione è affidata all'esperienza e alla professionalità di Civita Mostre e Musei. "La carità e la bellezza"a cura di Stefano Zuffi e Domenico PirainaEccezionalmente riuniti quattro capolavori dell'arte fiorentina e toscana tre-quattrocentesca di Beato Angelico, Sandro Botticelli, Filippo Lippi, Tino Di CamainoLa Madonna col Bambino di Sandro Botticelli, L'adorazione dei Magi di Beato Angelico, la Madonna col bambino di Filippo Lippi e Carità di Tino di Camaino: questi i quattro capolavori che declinano il tema della carità e della bellezza eccezionalmente riuniti in occasione della mostra milanese.Carità è la splendida scultura realizzata dal senese Tino di Camaino, allievo di Giovanni Pisano, il cui stile predilige forme semplici, solide, impostate su volumi geometrici ed è del tutto paragonabile a quello utilizzato, nello stesso periodo, da Giotto. La figura allegorica della Carità è una donna che si occupa di due bambini, allattandoli al seno.Il raffinato tabernacolo di Beato Angelico, gioiello del Museo di San Marco di Firenze, è stato realizzato intorno al 1430 ed è il frutto di una combinazione di tecniche tra pittura, miniatura, oreficeria e intaglio. Oltre a offrire un tema squisitamente natalizio come l'Adorazione dei Magi, il tabernacolo offre un saggio della sensibilità di Beato Angelico verso i colori, che scintillano preziosi sull'oro del fondo.La Madonna col bambino di Filippo Lippi, proveniente da Palazzo Medici Riccardi, è una delle ultime e più compiute opere su tavola del pittore, che la realizzò negli anni sessanta del Quattrocento, appena prima di trasferirsi a Spoleto per affrescare l'abside del Duomo.Quarta opera, la Madonna col Bambino dipinta intorno all'anno 1500 da Sandro Botticelli e oggi conservata nel Museo Stibbert. Dopo aver raggiunto l'apice della fama e della carriera al tempo di Lorenzo il Magnifico, negli anni che seguono la morte del suo mecenate (1492) Botticelli è fortemente impressionato dalle predicazioni apocalittiche di Gerolamo Savonarola. Un'inquietudine che si riflette sulla sua produzione artistica di quest'ultimo scorcio di vita, che lascia intatto il suo straordinario talento pittorico ma condiziona la sua intensa resa poetica.Questi quattro capolavori provenienti dai musei fiorentini dialogano con altre importanti opere antiche e moderne sul tema della carità e della bellezza appartenenti a importanti raccolte della città di Milano.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttp://ilpostodelleparole.it
Oggi a Cult: i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo manifestano contro i provvedimenti in finanziaria sull'indennità di discontinuità, ne parlano Rita Pelusio e Massimo Mennuni; il tabernacolo del Beato Angelico completa la mostra "La carità e la bellezza" a Palazzo Marino di Milano; Cecilia Di Lieto intervista Maurizio De Giovanni sul suo ultimo libro "Caminito"; Barbara Sorrentini parla con Mauro Gervasini del suo saggio sulla fantascienza distopica "Se continua così"... Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 11.30 alle 12.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=24IL FILM DI MEL GIBSON E' PIENAMENTE CATTOLICO di Padre Di NoiaDiversi alti ufficiali del Vaticano hanno assistito ad una proiezione privata del film 'La Passione' di Mel Gibson e ne sono rimasti entusiasti. Componenti della Segreteria di Stato del Vaticano, del Pontificio Concilio delle Comunicazioni Sociali, e della Congregazione per la Dottrina della Fede, il gruppo che supervisiona le questioni dottrinali cattoliche, hanno espresso unanime approvazione e apprezzamento del film. Quella che segue è un'intervista esclusiva di ZENIT ad unodegli spettatori, il Padre Domenicano Augustine Di Noia, sottosegretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.Padre Di Noia ha insegnato teologia a Washington D.C., per 20 anni e ha prestato servizio come teologo per la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti prima di venire a lavorare per il cardinale Joseph Ratzinger presso la Congregazione dottrinale, poco più di un anno fa. Il film dovrebbe uscire nelle sale nel 2004.'LA PASSIONE DEL CRISTO' DI MEL GIBSON HA FATTO NOTIZIA DA MESI, MOLTO PRIMA DEL PERIODO PREVISTO PER L'USCITA NELLE SALE. IN QUALITÀ DI SPETTATORE, QUAL È LA SUA IMPRESSIONE GLOBALE SUL FILM?Guardare questo film, costituirà un'esperienza profondamente religiosa per molti. Per me lo è stata. Una cinematografia eccezionale e una recitazione altrettanto brillante, combinate con la profonda introspezione spirituale del regista sul significato teologico della passione e morte di Cristo: tutto ha contribuito ad una produzione di squisita sensibilità artistica e religiosa.Chiunque veda questo film, credente o non credente, sarà costretto a confrontarsi con il mistero centrale della passione di Cristo e in definitiva con il Cristianesimo stesso: se questo è il rimedio, quale dovrà essere stato il male?Il Curato d'Ars sostiene che nessuno possa avere cognizione di cosa Nostro Signore abbia sofferto per noi; per capirlo, dovremmo conoscere tutto il male causato dal peccato, e questo non lo potremo sapere fino al momento della nostra morte.Solo come una grande opera d'arte può fare, il film di Mel Gibson ci aiuta a cogliere qualcosa che è quasi al di là della nostra comprensione.All'inizio, nell'Orto del Getsemani, il diavolo tenta Cristo con la domanda inevitabile: come può qualcuno sopportare i peccati del mondo intero?È troppo. Cristo quasi soccombe all'idea, ma poi prosegue con convinzione per portare avanti esattamente questo: per accogliere su di sé, secondo la volontà del Padre, i peccati del mondo intero. È davvero impressionante. Vi è un forte senso, presente per tutto il film, del dramma cosmico del quale siamo tutti parte. Non c'è possibilità di rimanere neutrali, e nessuno può semplicemente restare spettatore di questi eventi.La posta in gioco è davvero molto alta: qualcosa che, a parte Cristo stesso, è intuita chiaramente solo da Maria sua madre e dal demonio sempre presente.Gradualmente lo spettatore si unisce ai personaggi in una progressiva comprensione di questo, mentre che l'azione si sposta inesorabilmente dal Monte degli Ulivi verso il Monte Calvario.IL FILM È FEDELE ALLA NARRAZIONE DELLA PASSIONE DI CRISTO DEL NUOVO TESTAMENTO?Bisogna tener presente che vi sono quattro racconti della passione di Cristo nel Nuovo Testamento, che si concentrano soprattutto sul significato religioso degli eventi.Nel 'La morte del Messia' (probabilmente il più completo ed equilibrato racconto della Passione) Padre Raymond Brown ha dimostrato che, pur essendovi alcune differenze tra i Vangeli, essi sono in generale sostanzialmente univoci.Il film di Mel Gibson non è un documentario ma un'opera di artistica immaginazione.Il regista ha incorporato elementi dalla Passione raccontata da Matteo, Marco, Luca e Giovanni, ma rimane fedele alla struttura fondamentale comune ai quattro Vangeli.Entro i limiti possibili in una ricostruzione immaginifica della passione di Cristo, il film di Gibson e pienamente fedele al Nuovo Testamento.CHE COSA L'HA COLPITA DI PIÙ RIGUARDO A QUESTO FILM?Vuole una risposta semplice? Jim Caviezel e Maia Morgenstern. Il ruolo di Cristo deve essere uno dei più difficili ruoli da interpretare. Sono stato molto colpito dall'intensità con cui Caviezel ha rappresentato Cristo. Non è facile da ottenere senza manifestare una sorta di autocoscienza intrusiva. Caviezel, e sicuramente anche Gibson, comprendono che Gesù è il Figlio di Dio incarnato, ed è al contempo pienamente umano. Ripensando al film, mi pare che Caviezel ottiene questo principalmente mediante il suo sguardo, anche quando guarda direttamente noi e quelli che lo circondano con il suo occhio sano.Caviezel rende, in modo pienamente convincente ed efficace, il Cristo che sopporta la passione e la morte volontariamente, in obbedienza al Padre suo, in riparazione della disobbedienza del peccato. Assistiamo a ciò che la Chiesa chiamerebbe la 'sofferenza volontaria' di Cristo.Richiama le parole di San Paolo: 'Come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti' (Romani 5,19).E non è solo questione di obbedienza, ma è principalmente questione di amore. Cristo compie tutto per amore al Padre - e a noi. Questo emerge tecnicamente in maniera lampante nell'eccezionale interpretazione di Cristo da parte di Jim Caviezel.Ma la Maria di Maia Morgenstern è egualmente efficace. Mi ha ricordato qualcosa che Sant'Anselmo aveva detto in un'omelia sulla Madre Benedetta: Senza il Figlio di Dio, nulla potrebbe esistere; senza il Figlio di Maria, nulla potrebbe essere redento.Ammirando l'interpretazione della Mrogenstern, si sente fortemente che Maria 'lascia andare' il suo Figlio affinché lui possa operare la salvezza, e unendosi alle sue sofferenze diventa la Madre di ogni redento.ALCUNI HANNO SOSTENUTO CHE IL FILM È ECCESSIVAMENTE VIOLENTO. LEI CHE NE PENSA?Più che violento direi che è brutale. Cristo è trattato in modo brutale dai soldati romani. Ma non vi è violenza gratuita. La sensibilità artistica all'opera è chiaramente più quella del Grünwald e del Caravaggio, piuttosto che quella del Beato Angelico o del Pinturrichio.Stiamo parlando di un film, certamente, ma Gibson ha chiaramente subito l'influenza della raffigurazione delle sofferenze di Cristo della pittura Occidentale. Il corpo di Cristo estremamente malridotto (graficamente ritratto in questo film eccezionale) deve essere posto in questo contesto di artistica rappresentazione. Ciò che molti artisti meramente suggeriscono, Gibson ce lo vuole mostrare. Pienamente in linea con la Tradizione teologica cristiana, Gibson ci rappresenta il Figlio incarnato che è capace di sopportare ciò che una persona ordinaria non può: sia in termini fisici che di tormento mentale. Il corpo rovinato di Cristo deve essere contemplato con gli occhi del profeta Isaia che descrive il Servo sofferente sfigurato e irriconoscibile.La bellezza fisica di Jim Caviezel serve ad accentuare l'impatto generale della progressiva deturpazione che Cristo subisce sotto i nostri occhi: con il terribile risultato che, come il Servo sofferente, 'Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto' (Isaia 53,2).Richiede gli occhi della fede per vedere che lo sfiguramento del corpo di Cristo rappresenta lo sfiguramento spirituale e il disordine causato dal peccato.La raffigurazione di Gibson del Cristo flagellato, dal quale molti spettatori potrebbero essere tentati di volgere via lo sguardo, presenta graficamente ciò che San Paolo disse nella seconda lettera ai Corinzi: 'Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio' (5,21).Quando guardiamo il corpo rovinato di Cristo in questo film capiamo cosa significa 'lo trattò da peccato'.NEL CORSO DEGLI ANNI, MOLTI REGISTI SI SONO CIMENTATI CON FILM SU GESÙ O SULLA PASSIONE. RITIENE CHE IL FILM DI MEL GIBSON SIA PARTICOLARMENTE ORIGINALE?Non sono un critico cinematografico. Saranno i critici a giudicare il film di Gibson e a confrontarlo con ad altre grandi descrizioni della vita e della passione di Cristo, quali quelle di Pasolini e di Zeffirelli. Come gli altri registi, Mel Gibson apporta la propria sensibilità artistica all'argomento, e in questo senso il film è assolutamente originale. Certamente, 'La passione del Cristo' è più intensamente incentrata sulla sofferenza e la morte di Cristo che la maggior parte di altri film del genere. Ma, come reazione iniziale, tre cose del film di Gibson mi colpiscono per essere alquanto particolari.Una è la rappresentazione del diavolo, che libra sullo sfondo, e a volte in primo piano, come una costante e sinistra presenza minacciosa. Non mi viene in mente un altro film che abbia ottenuto questo effetto con tale drammatica efficacia.Un altro elemento è la solitudine di Cristo: In qualche modo, anche se circondato dalle folle, il film mostra Gesù realmente da solo nel sostenere la terribile sofferenza.Infine, la rappresentazione dell'Ultima cena con una serie di flashback inseriti nell'azione del film. Quando giace sul pavimento insanguinato dopo la flagellazione, Cristo guarda i piedi cosparsi di sangue di uno dei soldati e i film torna in modo significativo alla lavanda dei piedi durante l'Ultima cena.Simili flashback nel corso della passione e crocifissione ci riportano allo spezzare del pane e al bere dal calice. Gli spettatori, attraverso gli occhi di Cristo, assistono alle parole: 'questo è il mio corpo' e 'questo è il mio sangue'. Il significato sacrificale e quindi eucaristico del Calvario è raffigurato mediante questi persistenti flashback.
Tebaide, Beato Angelico https://www.uffizi.it/opere/tebaide
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6790SANTA CATERINA DA BOLOGNA, UN CORPO TESTIMONE DI SANTITA' di Liana Marabini27 marzo 1463: Severino è un ragazzotto di 20 anni solido e lavoratore. Fa il becchino per l'arcidiocesi di Bologna, un lavoro tutto sommato soddisfacente, che non gli chiede molto e che lui fa coscienziosamente. Oggi deve aiutare le monache clarisse a spostare il corpo di una loro consorella che si è spenta il 9 marzo. Le monache si occuperanno di scavare, secondo la loro regola, e passare le cinghie sotto il corpo, ma è lui che dovrà sollevarlo dalla tomba e poi adagiarlo sulla barella bianca già preparata all'uopo e poi trasferirlo con il carretto tirato dal cavallo Anselmo, il suo compagno di lavoro, fino alla nuova tomba. Severino si domanda fugacemente perché spostare un corpo seppellito meno di tre settimane prima, ma poi scaccia il pensiero: ha imparato da tempo a non porsi domande sulle logiche dei religiosi.Le vestigia dell'inverno appena trascorso si fanno ancora sentire. L'aria è pungente e chiara, il cielo di un grigio delicato, come ghiaccio sospeso e qualche raro fiocco di neve svolazza con grazia. A Severino piace quel momento in cui si sentono gli albori della primavera e il freddo non è più così forte. Le clarisse scavano con vigore, la terra è ancora fresca, la monaca è stata seppellita direttamente in terra e senza bara, come la loro regola richiede. Lui si è protetto il naso e la bocca con un fazzoletto che usa quando deve fare questo lavoro. Non è che gli sembri difficile, fa parte dei suoi compiti, ma preferisce difendersi dagli odori sgradevoli che i corpi in decomposizione emanano quando vengono riesumati.Ormai ci siamo, la tavola di legno che copre il corpo è già visibile: le monache l'afferrano e la passano a Severino, che la sposta fuori dalla tomba. Appaiono i lembi di tessuto di lino grezzo con il quale il corpo è stato avvolto. Il ragazzo si aspetta di sentire l'odore che tanto bene conosce, ma qual è il suo stupore quando dalla tomba fuoriesce un profumo di fiori! Com'è possibile? A fine marzo niente è fiorito, tranne qualche bucaneve sparso, lontano da lì, ai margini del cimitero. Le quattro clarisse che lo accompagnano guardano il corpo che lentamente appare da sotto la terra scura. Anche loro sentono il profumo ma non sono affatto meravigliate, loro sanno che quel corpo profuma di fiori, è stato così fin dal momento della sepoltura. Spesso sono venute qui e hanno sentito il profumo per tutti quei giorni. È la ragione per la quale si sono pentite di averla seppellita così, direttamente in terra, intuendo che quel corpo apparteneva ad una santa. Avevano così deciso di darle una sepoltura migliore e più degna.FONDATRICE DEL MONASTERO DELLE CLARISSE DI BOLOGNASeverino afferra le cinghie unite in mezzo e solleva senza apparente sforzo il corpo gracile, poi lo adagia con delicatezza sulla barella fissata sul piccolo carro. Il profumo ormai è molto forte ed emana dalla defunta. Le monache spostano un lembo di panno e le scoprono il viso. È sereno, ha solo il naso un po' schiacciato, ma miracolosamente il volto si ricompone. Le monache si fanno il segno della croce e Severino si aggrappa al cappello sformato che aveva tolto dalla testa. Il cavallo Anselmo si mette in movimento, tenuto per le biglie dal ragazzo che gli cammina accanto. Le monache seguono il carretto, verso la nuova tomba.La defunta è Caterina (8 settembre 1413 - 9 marzo 1463), badessa e fondatrice del monastero delle clarisse di Bologna. Nata in una famiglia dell'alta borghesia, figlia di Benvenuta Mammolini di Bologna e di Giovanni de' Vigri, prestigioso notaio ferrarese che lavorava per Niccolò III d'Este, marchese di Ferrara (1383-1441), Caterina crebbe alla corte di Niccolò III come dama di compagnia di sua moglie Parisina Malatesta (1404-1425) e divenne amica per tutta la vita della figlia naturale Margherita d'Este († 1478). Durante questo periodo ricevette una buona educazione alla lettura, alla scrittura, alla musica, al suonare la viola ed ebbe accesso ai codici miniati della biblioteca della Corte d'Este.Nel 1426 fu scritta una delle pagine più scure della storia estense: Niccolò III, scoperta l'infedeltà della giovane moglie Parisina, che si era presa per amante niente meno che Ugo, uno dei figli illegittimi del marito, fu condannata a morte insieme a lui. Dopo la decapitazione di Parisina d'Este e di Ugo, Caterina lasciò la corte e si unì a una comunità laica di beghine che conducevano una vita semi-religiosa e seguivano la regola agostiniana. Le donne erano indecise se invece aderire alla regola francescana, cosa che alla fine avvenne.Nel 1431 la casa delle beghine fu trasformata nel convento delle Clarisse Osservanti del Corpus Domini, che passò da 12 donne nel 1431 a 144 verso il 1450. Caterina, che era rimasta molto amica di Margherita d'Este, e ricevuto in regalo da quest'ultima il palazzo che poi divenne monastero, visse al Corpus Domini di Ferrara dal 1431 al 1456, servendo come maestra delle novizie. Era un modello di pietà e riferì di aver sperimentato miracoli e diverse visioni di Cristo, della Vergine Maria, di san Tommaso Becket e di san Giuseppe, nonché di eventi futuri, come la caduta di Costantinopoli nel 1453. Scrisse numerosi trattati religiosi, lodi, sermoni e copiò e illustrò il suo breviario.MONACA, SCRITTRICE, MAESTRA, MISTICA, ARTISTA E SANTANel 1455 i francescani e i governanti di Bologna le chiesero di diventare badessa di un nuovo convento, che doveva essere istituito col nome di Corpus Domini nella loro città. Lasciò Ferrara nel luglio 1456 con 12 suore per iniziare la nuova comunità e vi rimase badessa fino alla sua morte, avvenuta il 9 marzo 1463.E con la morte, Caterina diventò un caso unico nella storia della Chiesa. Abbiamo anche una testimonianza, fatta da una delle presenti, suor Illuminata Bembo, una beata, che aveva assistito alla sepoltura iniziale:"Allorché la fossa fu pronta e quando vi calarono il corpo, che non era racchiuso in una bara, esso emanava un profumo d'indescrivibile dolcezza, riempiendo l'aria tutto intorno. Le due sorelle, che erano discese nella tomba, mosse a compassione dal suo viso bello e radioso, lo coprirono con un panno e posero una rozza tavola alcuni centimetri sopra il corpo, affinché le zolle di terra non la toccassero. Tuttavia la fissarono così goffamente che, quando la fossa fu riempita di terra, il viso ed il corpo furono lo stesso a contatto col terreno. Le sorelle venivano a visitare spesso la tomba, e notavano sempre il dolce odore che la circondava. Giacché non c'erano fiori, né erbe aromatiche accanto alla fossa, ma solo arida terra, esse si convinsero che il profumo proveniva proprio dalla tomba".Vissuta in quel meraviglioso secolo di umanesimo rinascimentale, Caterina è una donna del suo tempo: è monaca, scrittrice, maestra, mistica, artista e santa, qualità che la fanno entrare di diritto in quel concetto dell'uomo (in questo caso donna) universale così caro al Rinascimento. È santa patrona degli artisti, insieme al Beato Angelico. È stata venerata per due secoli e mezzo prima di essere ufficialmente canonizzata nel 1712 dal papa Clemente XI (1649-1721).Il Corpus Domini di Bologna è uno dei santuari più cari alla devozione popolare, conosciuto anche come "Chiesa della Santa" proprio perché qui è conservato il corpo di Caterina de' Vigri. Intatto, piazzato in una cappella di vetro, dove può essere vista. Il suo corpo continua a secernere un olio profumato, ragione per la quale gli abiti vengono cambiati periodicamente. Molti fedeli hanno avuto diverse grazie e guarigioni, pregando davanti al corpo di santa Caterina. [...]
Paola Eynard"Oltre il giardino"Castello di MiradoloFondazione Cossohttps://www.fondazionecosso.com/E' cominciata il 15 maggio, al Castello di Miradolo, la grande mostra dedicata ai progetti e al pensiero dell'architetto Paolo Pejrone, laureato in Architettura con Carlo Mollino, collaboratore di Russel Page e Roberto Burle Marx e autore di alcuni dei più importanti e significativi giardini del mondo.L'idea nasce da un anno di incontri, interviste e riflessioni con l'architetto Paolo Pejrone che il 7 giugno 2021 compirà 80 anni e che, in oltre 50 anni di carriera, ha progettato più di 800 giardini.La mostra, a cura di Paola Eynard e Roberto Galimberti, si sviluppa attorno al concetto di abbecedario: un cammino ideale, in rigoroso dis - ordine alfabetico, di pensieri, riferimenti, dubbi e speranze, per imparare a leggere non soltanto il giardino ma i grandi temi che, nella contemporaneità, rappresentano la sfida che stiamo vivendo nel rapporto tra uomo e ambiente. La A di anarchia e di alberi, la T di tempo, la P di pazienza, la S di sogno, la C di calma - in giardino serve averla, la O di orto - la passione di una vita, sono soltanto alcuni esempi.Elementi cruciali del progetto sono la stagionalità dell'esposizione e il percorso della mostra, che non soltanto si sviluppa nelle quindici sale storiche del Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo (luogo che ha ospitato, in oltre dieci anni di attività, importanti mostre su Beato Angelico, Tiepolo, Caravaggio, Tiziano, Lorenzo Lotto, Fausto Melotti, l'Informale), ma si diffonde anche nei sei ettari del parco all'inglese che circonda l'antica dimora, in cui è possibile incontrare alcune specie botaniche provenienti da tutto il mondo e cinque alberi monumentali.La mostra dura un anno e conduce il visitatore in un viaggio “oltre il giardino”, attraverso il pensiero, la filosofia, il “mondo" personale e segreto, di Paolo Pejrone: le parole costruiscono un dialogo immaginario con importanti opere d'arte, da Richard Long a Andy Warhol e Joseph Beuys, da Fortunato Depero a Filippo De Pisis, da Jessie Boswell a Giulio Paolini, da Piero Gilardi a Paolo Paschetto, autore dell'emblema della Repubblica italiana, e con oggetti, fotografie, acquerelli, progetti, memorabilia, video installazioni che cambieranno nel tempo. Appositamente per una delle sale del Castello, l'artista internazionale Giorgio Griffa ha ideato e realizzato un'opera sul tema della frammentarietà del mondo che ci circonda.La mostra, come il giardino, crescerà, muterà, si evolverà attraversando le quattro stagioni, in un ideale contrappunto di pensieri e riferimenti.L'esposizione è completata da un'installazione sonora appositamente dedicata, a cura del progetto artistico Avant-dernière pensée.Domenica 13 giugno, ore 16.30 Paolo Pejrone"I dubbi del giardiniere"Storie di Slow GardeningEinaudi Editorehttps://www.einaudi.it/L'autore presenta il suo libro in dialogo con Emanuela Rosa Clot Questo libro è un «concentrato» di dubbi, un generatore di interrogativi. Non risolutivo ma, forse, utile. Accorgersi di ciò che accade nei nostri giardini è il primo passo per cambiarlo. È un viaggio che testimonia le tante conseguenze del famigerato surriscaldamento globale in giardino, evitando giudizi assoluti e formule stereotipate. Il giardino di domani, forse, sarà in grado di lavorare sul superfluo e sul pretestuoso, concentrandosi sull'espressione sincera dei luoghi. Il che già vale come una promessa di sostenibilità. Occorrerà rinunciare a qualcosa, riabituarci a ritmi meno nevrotici, fare i conti con poca acqua, pochissima manutenzione e tanta lentezza. Vuol dire rispettare i tempi e le condizioni che la natura impone. Lo slow gardening non è un fatto di quantità, ma di qualità. Piantare per contrastare il cambiamento climatico significa innanzitutto piantare assecondando il cambiamento climatico: trovare specie e tecniche che garantiscano la sopravvivenza pur in un contesto alterato e artificioso.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
In questo audio il prezioso incontro con Lorenzo Canova storico dell'arte, docente e curatore e Patrizia Accorsi ematologa direttore del Dipartimento Oncologico Ematologico e Direttore di Medicina trasfusionale presso l'ospedale civile di Pescara. Con Lorenzo Canova e Patrizia Accorsi parliamo di arte e ricerca. Delle Le Muse inquietanti di De Chirico e della paura nelle opere d'arte. Della ricerca italiana eccellenza mondiale nella capacità di mettere al centro l'essere umano. L'intervista con Lorenzo Canova e Patrizia Accorsi è nel progetto Contemporaneamente a cura di Mariantonietta Firmani, il podcast pensato per Artribune. Incontri tematici con autorevoli interpreti del contemporaneo tra arte e scienza, letteratura, storia, filosofia, architettura, cinema e molto altro. Per approfondire questioni auliche ma anche cogenti e futuribili. Dialoghi straniati per accedere a nuove letture e possibili consapevolezze dei meccanismi correnti: tra locale e globale, tra individuo e società, tra pensiero maschile e pensiero femminile, per costruire una visione ampia, profonda ed oggettiva della realtà. Patrizia Accorsi direttore pro-tempore del Dipartimento Oncologico Ematologico della ASL di Pescara e Direttore di Medicina trasfusionale dell'ospedale civile di Pescara dipartimento di Ematologia, Medicina trasfusionale e biotecnologie, past Presidente della Società italiana di emaferesi e manipolazione cellulare (SIdEM). Un prestigioso incarico punto di riferimento di tutta la Medicina trasfusionale italiana; che avvalora il ruolo dell'Uoc di Medicina trasfusionale in ambito regionale e nazionale. dopo la laurea in medicina e chirurgia, Specializzazione in Ematologia clinica e di laboratorio. Si è occupata nell'ambito del trapianto emopoietico della mobilizzazione, raccolta e manipolazione “ex vivo” delle cellule staminali emopoietiche. Ha contribuito all'introduzione ed applicazione di metodiche per il trattamento di alcune patologie quali la “graft versus host disease nel paziente trapiantato” mediante fotochemioterapia extracorporea, aferesi selettiva per pazienti con gravi patologie del metabolismo lipidico. Diverse pubblicazioni la più recente quale autore di un “position paper” della Società italiana di Medicina trasfusionale e della Società Italiana di emaferesi e manipolazione cellulare sulla preparazione del plasma iperimmune nei pazienti con COVID-19. Componente in diversi tavoli di lavoro Nazionali (Ministero della Sanità, Centro Nazionale Sangue, Centro Nazionale Trapianti) riguardo temi di natura trasfusionale e raccolta di cellule staminali emopoietiche. Lorenzo Canova storico dell'arte, curatore e critico d'arte. Dottore di ricerca in Storia dell'arte presso l'Università di Roma “La Sapienza”, è professore associato di Storia dell'Arte Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione dell'Università degli Studi del Molise. Si occupa di arte moderna e contemporanea, con una particolare attenzione all'arte del Cinquecento romano, all'arte della seconda metà del Novecento e all'arte delle ultime generazioni italiane e internazionali. È fondatore e direttore dell'ARATRO – Archivio delle Arti Elettroniche- Laboratorio per l'Arte Contemporanea, Università degli Studi del Molise, Campobasso. Con ARATRO vince il bando SILLUMINA promosso dalla SIAE e dal MIBACT ottenendo il maggiore finanziamento nel Settore arti visive, performative e multimediali. Collabora con il Ministero Affari Esteri per la Collezione Farnesina e con la XV Quadriennale d'Arte di Roma. Ha curato diverse mostre in prestigiosi musei italiani e internazionali a Roma, Bruxelles, Nuova Deli, Belgrado, Kolkata, Sarajevo, Budapest, Varsavia, e molti altri. Ha pubblicato studi e saggi su Beato Angelico, Mark Rothko, Pier Paolo Pasolini, Giulio Carlo Argan, Afro, Alberto Burri, Damien Hirst sull'arte del Cinquecento romano, del Novecento, delle nuove generazioni di artisti italiani, seguendo, tra gli altri, il lavoro di Matteo Basilé, Angelo Bellobono, Manfredi Beninati, Vito Bongiorno, Marco Colazzo, Fabrice de Nola, Alberto Di Fabio, Arrigo Musti, Andrea Di Marco, Di Piazza, Stefania Fabrizi, Federico Lombardo, Adriano Nardi, Antonio Riello, Federico Solmi, Silvano Tessarollo, Marco Verrelli. Collabora con il quotidiano Avvenire. È componente del consiglio scientifico e del board della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.
Versione audio: Benozzo di Lese di Sandro noto come Benozzo Gozzoli (1420-1497), nato a Scandicci, si trasferì con la famiglia a Firenze quando era ancora bambino, nel 1427. Secondo Vasari, divenne allievo di Beato Angelico del quale (e di questo abbiamo la certezza) fu poi collaboratore, fra il 1438 e il 1444, nella decorazione del […] L'articolo La Cappella dei Magi di Benozzo Gozzoli proviene da Arte Svelata.
- Vent'anni di lavoro appassionato hanno restituito la vita..al malato terminale: l'Ultima Cena di Leonardo..Ci ha lasciato nei giorni scorsi Pinin Brambilla, la grande restauratrice..- Il museo di San Marco a Firenze custodisce inestimabili tesori:..gli affreschi del Beato Angelico: riallestita interamente la Sala..a lui dedicata..- “Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries”: sarà un'astrofisica a curare la prossima ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE di Triennale ..- Una preziosa guida ci illustra l'architettura e le opere di CASA MUSEO BOSCHI DI STEFANO..- IL SEPPELLIMENTO DI SANTA LUCIA del CARAVAGGIO..e' tornato a casa dopo tante polemiche, ma Italia Nostra teme..la Carta di Catania, una pericolosa gestione del patrimonio artistico..in Sicilia..- Opere di Luce ridisegnano l'architettura urbana: a Roma prende il via oggi la quinta edizione di RGB LIGHT EXPERIENCE
- Vent'anni di lavoro appassionato hanno restituito la vita..al malato terminale: l'Ultima Cena di Leonardo..Ci ha lasciato nei giorni scorsi Pinin Brambilla, la grande restauratrice..- Il museo di San Marco a Firenze custodisce inestimabili tesori:..gli affreschi del Beato Angelico: riallestita interamente la Sala..a lui dedicata..- “Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries”: sarà un'astrofisica a curare la prossima ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE di Triennale ..- Una preziosa guida ci illustra l'architettura e le opere di CASA MUSEO BOSCHI DI STEFANO..- IL SEPPELLIMENTO DI SANTA LUCIA del CARAVAGGIO..e' tornato a casa dopo tante polemiche, ma Italia Nostra teme..la Carta di Catania, una pericolosa gestione del patrimonio artistico..in Sicilia..- Opere di Luce ridisegnano l'architettura urbana: a Roma prende il via oggi la quinta edizione di RGB LIGHT EXPERIENCE
En este nuevo episodio de colores en audio, Luis Villacorta y Liliana Checa nos cuentan que dos artistas florentinos del siglo XV que se caracterizan por la dulzura de sus personajes son Beato Angelico y Fra Filippo Lippi. En esta época, los Medici y otras ricas familias florentinas construyen residencias en el campo que se conocerán como "Villas". Pueden acceder a este link para ver las imágenes que acompañan el podcast. https://docs.google.com/presentation/d/15u_EnE3u3Z66VyefkLfejKL-nA_4I3TaHpKSpwp3sCI/edit?usp=sharing
- PARMA, CAPITALE DELLA CULTURA, riprende vita con HOSPITALE, Il Futuro della Memoria, l'installazione di Studio Azzurro che fa rivivere la storia dell'ospedale e annuncia la nascita di un Museo..- E ancora a Parma IL CANONE di Luca Vitone, rivisita Joseph Beuys e..mette in scena le opere della Collezione CSAC..- Un trionfo della Natura a Bergamo apre oggi la decima edizione di..LANDSCAPE FESTIVAL, I maestri del paesaggio...- GREEN SQUARE, lo studio De Lucchi reinterpreta Piazza Vecchia..- BRIAN ENO dialoga con Piero della Francesca, Beato Angelico e Perugino alla Galleria Nazionale dell'Umbria..- Prosegue a Mantova la BIENNALE DELLA FOTOGRAFIA FEMMINILE: le conseguenze del lockdown non fermano il mosaico..di mostre e incontri..- Ricordiamo Philippe Daverio scomparso nei giorni scorsi
- PARMA, CAPITALE DELLA CULTURA, riprende vita con HOSPITALE, Il Futuro della Memoria, l'installazione di Studio Azzurro che fa rivivere la storia dell'ospedale e annuncia la nascita di un Museo..- E ancora a Parma IL CANONE di Luca Vitone, rivisita Joseph Beuys e..mette in scena le opere della Collezione CSAC..- Un trionfo della Natura a Bergamo apre oggi la decima edizione di..LANDSCAPE FESTIVAL, I maestri del paesaggio...- GREEN SQUARE, lo studio De Lucchi reinterpreta Piazza Vecchia..- BRIAN ENO dialoga con Piero della Francesca, Beato Angelico e Perugino alla Galleria Nazionale dell'Umbria..- Prosegue a Mantova la BIENNALE DELLA FOTOGRAFIA FEMMINILE: le conseguenze del lockdown non fermano il mosaico..di mostre e incontri..- Ricordiamo Philippe Daverio scomparso nei giorni scorsi
- PARMA, CAPITALE DELLA CULTURA, riprende vita con HOSPITALE, Il Futuro della Memoria, l'installazione di Studio Azzurro che fa rivivere la storia dell'ospedale e annuncia la nascita di un Museo..- E ancora a Parma IL CANONE di Luca Vitone, rivisita Joseph Beuys e..mette in scena le opere della Collezione CSAC..- Un trionfo della Natura a Bergamo apre oggi la decima edizione di..LANDSCAPE FESTIVAL, I maestri del paesaggio...- GREEN SQUARE, lo studio De Lucchi reinterpreta Piazza Vecchia..- BRIAN ENO dialoga con Piero della Francesca, Beato Angelico e Perugino alla Galleria Nazionale dell'Umbria..- Prosegue a Mantova la BIENNALE DELLA FOTOGRAFIA FEMMINILE: le conseguenze del lockdown non fermano il mosaico..di mostre e incontri..- Ricordiamo Philippe Daverio scomparso nei giorni scorsi
Il più importante, geniale, colto e creativo artista del Quattrocento italiano nacque a Sansepolcro il 12 settembre presumibilmente nel 1416, dal calzolaio e conciapelli Benedetto de' Franceschi e dalla nobildonna Romagna di Perino da Monterchi, ma già ai suoi tempi era denominato ‘della Francesca'. L'ambiente fiorentino determina la sua personalità, attraendolo con la fiabesca cromia degli ultimi gotici, con la gentile e stupefatta illuminazione del Beato Angelico e con la nuova scienza prospettica propugnata da Filippo Brunelleschi e resa sostanza pittorica vitale da Masaccio. Questi impulsi trovano in Piero immediata fusione, che lui esprime subito con singolare sicurezza. Il suo è un mondo nel quale ogni immagine si inserisce nello spazio secondo il calcolo più rigoroso, come nel Battesimo di Cristo, San Sigismondo e il Malatesta, la Flagellazione di Cristo, la Madonna della Misericordia. Con il concorso della luce cattura persone e paesi in un estatico, imperturbabile nitore apparentemente senza emozioni, come nel Sogno di Costantino, nella Madonna del parto e nella Madonna di Senigallia. Gli ultimi anni della sua vita furono resi amari dalla perdita della vista. Piero muore a Sansepolcro il 12 ottobre 1492, il giorno della scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo, e lì fu sepolto nella cappella di San Leonardo nella Basilica di San Giovanni Evangelista. ©Editoriale Programma – Alessandra Artale
Versione audio: Secondo il Vasari, il pittore fiorentino Beato Angelico (1400 ca.-1455), frate domenicano, fu devotissimo credente prima ancora che grandissimo artista: «Dicono alcuni che fra Giovanni non avrebbe preso i pennelli se prima non arebbe fatto orazione. Non fece mai Crocifisso, che e’ non si bagnasse le gote di lagrime». In effetti, fu proprio […] L'articolo La Passione secondo Beato Angelico proviene da Arte Svelata.
Versione audio: Il pittore fiorentino Guido di Pietro (1400 ca.-1455) fu prima di tutto un monaco. Entrato nell’ordine domenicano dopo il 1418, scelse di farsi chiamare Fra’ Giovanni. Ma oggi è noto come Beato Angelico. Divenuto “Angelico” già dalla metà del Quattrocento (era infatti definito angelicus pictor), fu presto promosso, a furor di popolo, “Beato” […] L'articolo L’Annunciazione del Beato Angelico proviene da Arte Svelata.
Una lezione-concerto su Mozart nel giorno della memoria liturgica del Beato Angelico. Intervista a monsignor Andrea Lonardo ...
BEATO ANGELICO (attr.) | Tebaide | Uffizi, Sala 7 | Lingua originale (Farsi) | La narrazione e la voce sono di Mohammad Aletaha | Leggi la scheda completa dell'opera su uffizi.it Fra Angelico (attr.) | Thebaid | Room 7 In this painting, no one is alone. This is what struck me when I first approached the Thebaid: it should be a wasteland (the desert near Thebes, Egypt), yet it is a garden; it should be a place of solitude, yet it is filled with relationships. As Athanasius, Bishop of Alexandria, wrote, the desert had become “a city”. Mashhad is the name of an Iranian holy city; here, an imposing mausoleum was built in the name of the Imam Reza. A once small village was transformed into the most important destination for pilgrims in my country, and a sanctuary built around the mausoleum, creating a city within the city. The heart of the sanctuary is always full of people, even late at night. Many stories can be heard here. Relationships are formed, even among strangers. But when the people pray, personal silence descends. I think this painting reflects the two extremes of life: there is a space for silence and one for relationships. It is up to us to find a balance. The disorderly scene before us is only apparently so. Most episodes are taken from a collection of hagiographic texts, the Lives of the Desert Fathers, whose increasing spread through Italy determined the success of the Thebaid scenes. This success, however, was ephemeral: the Thebaids we know today, ten in total, were mainly painted in Florence over a period of just fifty years, starting in the early 15th century. Then they disappeared as suddenly as they had appeared. But this was just the beginning of their journey through time: the Thebaids, more often painted on panels rather than frescoed, were uprooted from their context, at times cut and disassembled. My friends and I were also split up. We used to go to the mountains together. In winter, we would proceed in single file, so that whoever was in front would leave footprints for the others to follow. Outside the refuge, at sunset, we would all be in a circle, laughing and eating, enjoying the natural surroundings and being together. With the Revolution and the war with Iraq, we all left or fled; all except one. For years, we lost sight of one another. Then, when each of us was settled, we were able to get back in touch. It is great to get together, like the reassembled fragments of a painting. Frescoed Thebaid scenes, seen by many, had a narrative purpose. Those on panels, seen by few, were a support for meditation. They were probably placed in the chapter house of monastic communities, where the Lives of the Fathers would be read aloud in the evening, and then visualized by each monk in the silence of his cell. I like to think that these monks lived through something similar to what I feel when I am fasting for Ramadan. It is a purification that trains the brain and the heart, suspends hunger and thirst. As a child, my father would take me to the mosque and we would pray with the others. Then preaching became too intolerant. I don’t like those who believe they possess the truth. For many years now, I have been praying alone. In the Thebaid, monks have their own cell or cave, but they live together in prayer. The relationships between them are full of gestures of care. No one is in command. No one feels superior to the others.
BEATO ANGELICO (attr.) | Tebaide | Uffizi, Sala 7 | Versione breve | La narrazione è di Mohammad Aletaha, la voce di Marco Paolini | Leggi la scheda completa dell'opera su uffizi.it Fra Angelico (attr.) | Thebaid | Room 7 In this painting, no one is alone. This is what struck me when I first approached the Thebaid: it should be a wasteland (the desert near Thebes, Egypt), yet it is a garden; it should be a place of solitude, yet it is filled with relationships. As Athanasius, Bishop of Alexandria, wrote, the desert had become “a city”. Mashhad is the name of an Iranian holy city; here, an imposing mausoleum was built in the name of the Imam Reza. A once small village was transformed into the most important destination for pilgrims in my country, and a sanctuary built around the mausoleum, creating a city within the city. The heart of the sanctuary is always full of people, even late at night. Many stories can be heard here. Relationships are formed, even among strangers. But when the people pray, personal silence descends. I think this painting reflects the two extremes of life: there is a space for silence and one for relationships. It is up to us to find a balance. The disorderly scene before us is only apparently so. Most episodes are taken from a collection of hagiographic texts, the Lives of the Desert Fathers, whose increasing spread through Italy determined the success of the Thebaid scenes. This success, however, was ephemeral: the Thebaids we know today, ten in total, were mainly painted in Florence over a period of just fifty years, starting in the early 15th century. Then they disappeared as suddenly as they had appeared. But this was just the beginning of their journey through time: the Thebaids, more often painted on panels rather than frescoed, were uprooted from their context, at times cut and disassembled. My friends and I were also split up. We used to go to the mountains together. In winter, we would proceed in single file, so that whoever was in front would leave footprints for the others to follow. Outside the refuge, at sunset, we would all be in a circle, laughing and eating, enjoying the natural surroundings and being together. With the Revolution and the war with Iraq, we all left or fled; all except one. For years, we lost sight of one another. Then, when each of us was settled, we were able to get back in touch. It is great to get together, like the reassembled fragments of a painting. Frescoed Thebaid scenes, seen by many, had a narrative purpose. Those on panels, seen by few, were a support for meditation. They were probably placed in the chapter house of monastic communities, where the Lives of the Fathers would be read aloud in the evening, and then visualized by each monk in the silence of his cell. I like to think that these monks lived through something similar to what I feel when I am fasting for Ramadan. It is a purification that trains the brain and the heart, suspends hunger and thirst. As a child, my father would take me to the mosque and we would pray with the others. Then preaching became too intolerant. I don’t like those who believe they possess the truth. For many years now, I have been praying alone. In the Thebaid, monks have their own cell or cave, but they live together in prayer. The relationships between them are full of gestures of care. No one is in command. No one feels superior to the others.
BEATO ANGELICO (attr.) | Tebaide | Uffizi, Sala 7 | Versione integrale | La narrazione è di Mohammad Aletaha, la voce di Marco Paolini | Leggi la scheda completa dell'opera su uffizi.it Fra Angelico (attr.) | Thebaid | Room 7 In this painting, no one is alone. This is what struck me when I first approached the Thebaid: it should be a wasteland (the desert near Thebes, Egypt), yet it is a garden; it should be a place of solitude, yet it is filled with relationships. As Athanasius, Bishop of Alexandria, wrote, the desert had become “a city”. Mashhad is the name of an Iranian holy city; here, an imposing mausoleum was built in the name of the Imam Reza. A once small village was transformed into the most important destination for pilgrims in my country, and a sanctuary built around the mausoleum, creating a city within the city. The heart of the sanctuary is always full of people, even late at night. Many stories can be heard here. Relationships are formed, even among strangers. But when the people pray, personal silence descends. I think this painting reflects the two extremes of life: there is a space for silence and one for relationships. It is up to us to find a balance. The disorderly scene before us is only apparently so. Most episodes are taken from a collection of hagiographic texts, the Lives of the Desert Fathers, whose increasing spread through Italy determined the success of the Thebaid scenes. This success, however, was ephemeral: the Thebaids we know today, ten in total, were mainly painted in Florence over a period of just fifty years, starting in the early 15th century. Then they disappeared as suddenly as they had appeared. But this was just the beginning of their journey through time: the Thebaids, more often painted on panels rather than frescoed, were uprooted from their context, at times cut and disassembled. My friends and I were also split up. We used to go to the mountains together. In winter, we would proceed in single file, so that whoever was in front would leave footprints for the others to follow. Outside the refuge, at sunset, we would all be in a circle, laughing and eating, enjoying the natural surroundings and being together. With the Revolution and the war with Iraq, we all left or fled; all except one. For years, we lost sight of one another. Then, when each of us was settled, we were able to get back in touch. It is great to get together, like the reassembled fragments of a painting. Frescoed Thebaid scenes, seen by many, had a narrative purpose. Those on panels, seen by few, were a support for meditation. They were probably placed in the chapter house of monastic communities, where the Lives of the Fathers would be read aloud in the evening, and then visualized by each monk in the silence of his cell. I like to think that these monks lived through something similar to what I feel when I am fasting for Ramadan. It is a purification that trains the brain and the heart, suspends hunger and thirst. As a child, my father would take me to the mosque and we would pray with the others. Then preaching became too intolerant. I don’t like those who believe they possess the truth. For many years now, I have been praying alone. In the Thebaid, monks have their own cell or cave, but they live together in prayer. The relationships between them are full of gestures of care. No one is in command. No one feels superior to the others.
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
Gentile da Fabriano è uno dei più grandi maestri della storia dell'arte, nonché protagonista indiscusso del gotico internazionale. Sappiamo poco dei suoi primi anni di attività, e non sappiamo neppure con precisione quando sia nato né dove si sia formato (forse nella Milano dei Visconti). Certo è che sviluppò fin da subito uno spiccato gusto per il preziosismo e la raffinatezza, caratteristiche che contraddistinguono i suoi elegantissimi capolavori, ricchi d'oro e di decorazioni, con personaggi abbigliati con vesti decoratissime e stoffe pregiate. Grande interprete del gusto del suo tempo, il suo apporto all'arte fu fondamentale anche per diversi artisti che si ispirarono a lui, anche quando le novità rinascimentali si facevano già sentire: artisti come il Beato Angelico e Paolo Uccello furono affascinati dai suoi lavori. Era poi il pittore più famoso e ricercato del suo tempo e oggi scopriamo la sua raffinata arte con Ilaria e Federico!
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
Gentile da Fabriano è uno dei più grandi maestri della storia dell'arte, nonché protagonista indiscusso del gotico internazionale. Sappiamo poco dei suoi primi anni di attività, e non sappiamo neppure con precisione quando sia nato né dove si sia formato (forse nella Milano dei Visconti). Certo è che sviluppò fin da subito uno spiccato gusto per il preziosismo e la raffinatezza, caratteristiche che contraddistinguono i suoi elegantissimi capolavori, ricchi d'oro e di decorazioni, con personaggi abbigliati con vesti decoratissime e stoffe pregiate. Grande interprete del gusto del suo tempo, il suo apporto all'arte fu fondamentale anche per diversi artisti che si ispirarono a lui, anche quando le novità rinascimentali si facevano già sentire: artisti come il Beato Angelico e Paolo Uccello furono affascinati dai suoi lavori. Era poi il pittore più famoso e ricercato del suo tempo e oggi scopriamo la sua raffinata arte con Ilaria e Federico!
Analisi dell'opera di Beato Angelico - Pala di Annalena. A cura di Federico Giannini e Ilaria Baratta. Progettazione grafica Paolo Scalia. Direzione Artistica Claudio Benedetti
Conservation Science is still in its infancy. Nowadays most of the Conservation Science is related to diagnostic and only a few methods are available for the conservation and restoration of Cultural Heritage. We pioneered most of the innovative methodologies available for conservation using tools borrowed from Nano-Science. Micelles, microemul-sions, nanoparticles, and gels are used in a large number of applications. All these systems constitute a new platform for Conservation of Cultural Heritage and are characterized by scale lengths below 100 nm in one or more dimensions. With illustrative examples, we will report on the applications of these innovative methodologies in recent restoration workshops. Examples include the restored masterpieces of Beato Angelico, Taddeo Gaddi, Piero della Francesca, Santi di Tito, Maya wall paintings (Calakmul, Mexico), the deacidification of paper and wood from the Vasa warship (Stockholm), and the conservation of Organs pipes. !
Conservation Science is still in its infancy. Nowadays most of the Conservation Science is related to diagnostic and only a few methods are available for the conservation and restoration of Cultural Heritage. We pioneered most of the innovative methodologies available for conservation using tools borrowed from Nano-Science. Micelles, microemul-sions, nanoparticles, and gels are used in a large number of applications. All these systems constitute a new platform for Conservation of Cultural Heritage and are characterized by scale lengths below 100 nm in one or more dimensions. With illustrative examples, we will report on the applications of these innovative methodologies in recent restoration workshops. Examples include the restored masterpieces of Beato Angelico, Taddeo Gaddi, Piero della Francesca, Santi di Tito, Maya wall paintings (Calakmul, Mexico), the deacidification of paper and wood from the Vasa warship (Stockholm), and the conservation of Organs pipes. !
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
La quinta puntata è uno speciale dedicato a Melozzo da Forlì e alla mostra "Melozzo da Forlì - L'umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello" in corso a Forlì presso i Musei San Domenico fino al 12 giugno. Melozzo è stato uno dei più grandi geni del Rinascimento, e le sue opere conducono il visitatore della mostra attraverso un viaggio nell'ideale di bellezza dalla prima metà del Quattrocento fino ai primi anni del Cinquecento: Melozzo, formatosi osservando le opere di Piero della Francesca, di Beato Angelico, di Andrea Mantegna e dei pittori fiamminghi attivi a Urbino, è stato un artista in grado di modernizzare l'austera e geometrica bellezza di Piero aggiungendo grazia e naturalezza e ponendo le basi per i grandi capolavori di Raffaello. Ilaria e Federico ci portano alla scoperta dei meravigliosi capolavori di Melozzo da Forlì!
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
La quinta puntata è uno speciale dedicato a Melozzo da Forlì e alla mostra "Melozzo da Forlì - L'umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello" in corso a Forlì presso i Musei San Domenico fino al 12 giugno. Melozzo è stato uno dei più grandi geni del Rinascimento, e le sue opere conducono il visitatore della mostra attraverso un viaggio nell'ideale di bellezza dalla prima metà del Quattrocento fino ai primi anni del Cinquecento: Melozzo, formatosi osservando le opere di Piero della Francesca, di Beato Angelico, di Andrea Mantegna e dei pittori fiamminghi attivi a Urbino, è stato un artista in grado di modernizzare l'austera e geometrica bellezza di Piero aggiungendo grazia e naturalezza e ponendo le basi per i grandi capolavori di Raffaello. Ilaria e Federico ci portano alla scoperta dei meravigliosi capolavori di Melozzo da Forlì!
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
La puntata che conclude la prima stagione di Finestre sull'Arte è dedicata a un "eccellente pittore" e "ottimo religioso", come lo definì Giorgio Vasari: parliamo di Guido di Pietro, poi diventato fra Giovanni da Fiesole ma universalmente noto come il Beato Angelico. Nato nel Mugello, formatosi a Firenze, seppe farsi apprezzare non solo per le sue doti umane, per la sua semplicità e per la sua generosità, ma anche per la sua pittura che fondeva la sua spiritualità all'eleganza che gli derivava dall'arte tardogotica, ma soprattutto alle novità del Rinascimento introdotte dal suo quasi-coetaneo Masaccio. L'arte del Beato Angelico fu anche importante per Piero della Francesca. Scopriamo i capolavori di questo grande artista con Ilaria e Federico!
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
La puntata che conclude la prima stagione di Finestre sull'Arte è dedicata a un "eccellente pittore" e "ottimo religioso", come lo definì Giorgio Vasari: parliamo di Guido di Pietro, poi diventato fra Giovanni da Fiesole ma universalmente noto come il Beato Angelico. Nato nel Mugello, formatosi a Firenze, seppe farsi apprezzare non solo per le sue doti umane, per la sua semplicità e per la sua generosità, ma anche per la sua pittura che fondeva la sua spiritualità all'eleganza che gli derivava dall'arte tardogotica, ma soprattutto alle novità del Rinascimento introdotte dal suo quasi-coetaneo Masaccio. L'arte del Beato Angelico fu anche importante per Piero della Francesca. Scopriamo i capolavori di questo grande artista con Ilaria e Federico!
Firenze: "Convento di San Marco" approfondimento di Luigi Gaudio