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Raccolta delle omelie per i Novendiali di Papa Francesco.Timestamp(00:00:00) || 2° giorno: 27 aprile, Cardinale Pietro Parolin, già Segretario di Stato.(00:11:49) || 3° giorno: 28 aprile, Cardinale Baldassare Reina, Vicario per la Diocesi di Roma.(00:23:59) || 4° giorno: 29 aprile, Cardinale Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica di San Pietro.(00:31:40) || 5° giorno: 30 aprile, Cardinale Leonardo Sandri, Vice Decano del Collegio Cardinalizio.(00:46:14) || 6° giorno: 1° maggio, Cardinale Víctor Manuel Fernández, già Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede.(01:02:21) || 7° giorno: 2 maggio, Cardinale Claudio Gugerotti, già Prefetto del Dicastero per le Chiese orientali.(01:23:27) || 8° giorno: 3 maggio, Cardinale Ángel Fernández Artime, già Pro-prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica.(01:34:53) || 9° giorno: 4 maggio, Cardinale Dominique Mamberti, Protodiacono del Collegio Cardinalizio.Appendice(01:43:02) || 21 aprile, Cardinale Baldassare Reina, Vicario per la Diocesi di Roma.(01:47:50) || 1° giorno Esequie: 26 aprile, Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio.(02:06:42) || Raccolta di alcuni canti eseguiti durante i Novendiali.
Perché il Papa può essere solo un uomo? La risposta della Chiesa cattolica!La Chiesa dice che il papato è solo per uomini. Ma perché? In questo articolo ti spieghiamo le ragioni teologiche e storiche.#Papa #ChiesaCattolica #Papessa #TradizioneCattolica #Dottrina #Teologia #Vaticano #Fede #Cristianesimo #Spiritualità
La Scomunica - Episodio 1: Parole e fatti Perché Papa Francesco ha coperto i peggiori scandali sessuali della Chiesa mentre in pubblico prometteva la massima intransigenza? Cosa c'è dietro il suo supporto al gesuita Marko Ivan Rupnik, il più famoso artista sacro vivente che per trent'anni ha molestato donne senza conseguenze, celebrato e riverito da tutti? Nel maggio del 2020 padre Rupnik viene addirittura scomunicato dal dicastero per la Dottrina della fede: ha assolto in confessione il complice, cioè la donna vittima di abusi che la Chiesa considera, appunto, complice. Nel giro di pochi giorni la scomunica viene revocata. E c'è solo una persona che può prendere una decisione così importante: papa Francesco in persona, amico di Rupnik, gesuita come lui. Quel favore all'amico è l'ultima goccia in un vaso di scandali. In questa nuova inchiesta seguiamo il filo del caso Rupnik per raccontare le omertà e le complicità di una Chiesa ossessionata dal sesso nella quale il potere è cementato dall'omertà, e gli scandali per abusi servono solo a regolare i conti tra fazioni in lotta. In questo primo episodio iniziamo l'indagine al centro de La Scomunica: cosa è stato il caso Rupnik e perché la Chiesa in scandali grandi come questo, e in tanti altri più o meno noti, pensa a proteggere gli abusatori e non le vittime? Come funziona la teologia degli abusatori che tentano di dare basi teologiche alle proprie violenze? Dopo il successo de La Confessione, un nuovo lavoro di giornalismo investigativo sul tema degli abusi nella Chiesa firmato da Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn La produzione di questo podcast è sostenuta dalle abbonate e dagli abbonati alla newsletter Appunti dove potete leggere le inchieste di Federica Tourn e gli approfondimenti dei temi trattati nel podcast. Poiché nessun editore vuole parlare di questo tema, abbiamo lavorato da soli, sostenendo i costi di questo progetto. Se vuoi contribuire puoi farlo sostenendo Appunti o con una donazione per il podcast sulla piattaforma di crowdfunding Go Fund Me La Scomunica è un podcast di giornalismo investigativo disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme di Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn Inchiesta sul campo di Federica Tourn Story editor Giorgio Meletti Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Per tutta la durata del suo papato, Francesco ha sempre promesso che la sua Chiesa avrebbe perseguito abusi e abusatori senza incertezze. Ma alle parole non sono mai seguiti i fatti e il Vaticano ha continuato a coprire, insabbiare, negare, e ad abbandonare le vittime. Il caso più clamoroso è quello di Marko Ivan Rupnik, teologo e artista famoso in tutto il mondo per i mosaici che decorano le chiese più importanti. Per oltre trent'anni le sue vittime hanno denunciato gli abusi subiti, e non è successo niente. Nel maggio del 2020 padre Rupnik viene anche scomunicato dal dicastero per la Dottrina della fede: ha assolto in confessione il complice, cioè la donna vittima di abusi che la Chiesa considera, appunto, complice. Nel giro di pochi giorni la scomunica viene revocata. E c'è solo una persona che può prendere una decisione così importante: papa Francesco in persona, amico di Rupnik, gesuita come lui. Quel favore all'amico è l'ultima goccia in un vaso di scandali. In questa nuova inchiesta seguiamo il filo del caso Rupnik per raccontare le omertà e le complicità di una Chiesa ossessionata dal sesso nella quale il potere è cementato dall'omertà, e gli scandali per abusi servono solo a regolare i conti tra fazioni in lotta. Dopo il successo de La Confessione, un nuovo lavoro di giornalismo investigativo sul tema degli abusi nella Chiesa firmato da Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn La produzione di questo podcast è sostenuta dalle abbonate e dagli abbonati alla newsletter Appunti dove potete leggere le inchieste di Federica Tourn e gli approfondimenti dei temi trattati nel podcast. Poiché nessun editore vuole parlare di questo tema, abbiamo lavorato da soli, sostenendo i costi di questo progetto. Se vuoi contribuire puoi farlo sostenendo Appunti o con una donazione per il podcast sulla piattaforma di crowdfunding Go Fund Me La Scomunica è un podcast di giornalismo investigativo disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme di Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn Inchiesta sul campo di Federica Tourn Story editor Giorgio Meletti Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8100LO SVILUPPO DELLA DOTTRINA CATTOLICA SECONDO NEWMAN di Cristina Siccardi La figura di san John Henry Newman (1801-1890) spicca sullo sfondo della pesante e drammatica crisi in cui versa la fede da sessant'anni a questa parte, tanto da far pronunciare a Paolo VI (1897-1978) - un Papa che volle a tutti i costi modernizzare-mondanizzare la Chiesa per andare incontro ai "lontani" a scapito della tradizione - quella fatidica e realistica frase pronunciata durante l'omelia per la festa dei santi Pietro e Paolo, nel 1972: «Da qualche fessura il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio... Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio».Dopo un estenuante percorso, anzi, una dura lotta di carattere sia intellettuale che spirituale, approdò alla Chiesa cattolica il 9 ottobre 1845. Tutto ebbe inizio studiando i Padri della Chiesa e in particolare quelli che difesero l'integrità della fede ai tempi dell'Arianesimo (IV secolo), pronti a presidiare dogmi e dottrina contro le eresie. Proprio grazie a loro il futuro cardinale vide finalmente chiaro, come descrisse sé stesso in quel capolavoro che è la sua autobiografia, Apologia pro vita sua: «Vidi il mio volto in quello specchio: era il volto di un monofisita», il volto di un eretico anglicano e lo «scopersi quasi con terrore».Profondamente preoccupato dal relativismo che aveva già minato il senso religioso degli inglesi, Newman combatté, sinceramente e lealmente, il liberalismo, tracciando, con metodo sistematico e analitico, uno dei profili più reali dell'Europa del XIX secolo in fase di corruzione, di abbandono della civiltà cristiana, di incalzante apostasia. Dal ponte della propria nave riuscì a identificare i connotati secolarizzanti e relativistici anche dei nostri giorni, richiamando il valore della sana tradizione in campo religioso, che non è immobilismo, bensì quella linea costituita dai principi della Rivelazione (da Gesù Cristo fino a san Giovanni evangelista con l'Apocalisse) e dunque dei principi eterni, che vengono declinati nella storia attraverso impreziosimenti e riforme (si pensi alle molteplici riforme di san Pio X).Sul cardinale Newman, beatificato da Benedetto XVI nel 2010 e canonizzato da papa Francesco nel 2019, è uscito un interessante libro di padre Hermann Geissler, membro e formatore della Famiglia spirituale L'Opera (comunità di vita consacrata), direttore del Centro internazionale degli amici di Newman a Roma e docente di teologia in Italia e in Austria, dal titolo John Henry Newman. Un nuovo dottore della Chiesa? (Cantagalli).LA TRAPPOLA MORTALE DELL'ETÀ CONTEMPORANEALeggendo l'agevole testo di padre Geissler, ci si avvede che il pensiero di Newman si dipana in maniera logica e lineare, con perfetta onestà intellettuale, avendo come unico obiettivo quello di giungere alla Verità portata da Gesù Cristo e trasmessa agli Apostoli e dagli Apostoli ai Padri della Chiesa e via di seguito nel tracciato della Chiesa fondata da Gesù Cristo, con i suoi dottori e santi, poi, facendo risaltare gli inganni delle teorie erronee, giunse a individuare nel liberalismo e, dunque, nel relativismo, dove ogni opinione differente, anche in materia di religione, ha lo stesso valore di tutte le altre, la «trappola mortale» dell'età contemporanea.Di particolare rilievo e profondità risulta il capitolo inerente il saggio che Newman elaborò alla fine del 1844, alle porte della sua decisione definitiva di entrare nell'unico ovile, Lo sviluppo della dottrina cattolica, tema sul quale l'autore si soffermò molto, ma non con occhio liberale (come qualcuno potrebbe supporre con metro di giudizio soggettivo e relativista), lungi da lui, che fu paladino della coerenza della Chiesa attraverso la sua connaturata tradizione, bensì con occhio oggettivo. Domanda padre Hermann: «Perché intraprese questo studio? Allora aveva già compreso, da una parte, di non poter più rimanere nella Chiesa d'Inghilterra, ritenendo che questa, costituendo una Chiesa nazionale, non era realmente cattolica. D'altra parte, non era ancora in grado di associarsi alla Chiesa romano-cattolica, le cui dottrine sviluppatesi col tempo aveva rigettato per lungo tempo come non apostoliche. Molte domande lo assillarono: come valutare le "innovazioni" cattoliche, come, ad esempio, il culto mariano, la venerazione degli angeli e dei santi, la preghiera per i defunti, la dottrina circa il papato? Si chiese: queste dottrine e pratiche sono sintomi di infedeltà e di corruzione nei confronti della fede originaria? Sono aggiunte arbitrarie fatte per motivi puramente umani? O sono forse espressioni di uno sviluppo organico del deposito della fede, affidato alla Chiesa da Gesù Cristo e dai suoi apostoli? Un forte bisogno di coscienza spinse Newman nel chiarire tali questioni al fine di trovare luce per il proprio cammino» (pp. 42-43).Ricerca appassionata, preghiera, riflessione intensa e un ritmo di vita profondamente monastica insieme ad alcuni amici nel College di Littlemore, lontano dal mondo universitario di Oxford che lo aveva estromesso e lontano da tutte quelle voci che dal mondo anglicano lo additavano già come traditore, egli era rimasto solo, solo davanti a Dio con la sua coscienza che ormai, però, si era formata alla scuola dei Padri della Chiesa e nelle chiese che aveva non solo visitato, ma vissuto in Italia con i suoi apparati iconografici e liturgici.LA LUCE GENTILELo sviluppo della dottrina cristiana fu il libro che lo condusse alla decisione ultima, ovvero abbracciare con slancio e amore, illuminato dalla «Luce gentile», la Chiesa cattolica, «ed è impossibile distaccarlo dalle circostanze in cui è nato, in quanto il saggio è lo studio di un anglicano che argomenta le ragioni per cui non può più continuare ad esserlo» (p. 44). Ecco perché Newman è provvidenziale per il nostro tempo, perché individua e chiarisce in maniera magistrale gli errori dai quali vuole liberarsi e per farlo offre sette criteri di discernimento per comprendere quali sono le differenze fra sviluppi veri-buoni e corruzioni-deformazioni.1. PERMANENZA DEL TIPOL'organismo Chiesa di esprime in diverse forme, ma la sua fisionomia generale permane, proprio come accade all'organismo umano: bambino, adolescente, adulto, anziano, ma è sempre lo stesso essere umano. Secondo Newman gli sviluppi genuini, a differenza di quelli falsi, si caratterizzano dal fatto che con essi il «tipo» Chiesa, con il suo carattere soprannaturale, cattolico e romano, rimane conservato.2. LA CONTINUITÀ DEI PRINCIPIIl «tipo» riguarda la fisionomia esteriore dell'organismo ecclesiastico, mentre i principi formano la sua vita e la sua dottrina dal di dentro, «se le dottrine sono avulse dai principi soggiacenti, possono essere interpretate in diverse maniere e condurre a conclusioni contrastanti. La continuità dei principi è quindi fondamentale» (p. 52). Newman individua quattro principi immutabili ed eterni: principio del dogma, principio della fede, principio della teologia (le verità accolte nella fede devono essere scrutate e approfondite dalla ragione), il principio sacramentale (vi sono segni visibili che esprimono e comunicano un dono invisibile e divino). Afferma Newman: «Mentre lo sviluppo della dottrina nella Chiesa è avvenuto in conformità ai principi immemorabili da cui tale dottrina discende, le varie eresie che sono nate in tempi diversi hanno in un modo o in un altro [...] violato questi principi [...]» (ibidem).3. IL POTERE DI ASSIMILAZIONEA causa del principio dogmatico il cristianesimo ha potuto incorporare nella sua dottrina vari ragionamenti teologici, pensieri filosofici ed espressioni linguistiche, respingendo però gli aspetti erronei e ciò, dichiara Newman, è avvenuto in complessi processi storici di scontro, di purificazione, di chiarificazione e di incorporazione.4. LA COERENZA LOGICALa Chiesa, nel corso della sua esistenza ha sempre operato e fatto le sue scelte dottrinali con la ragione e mai istintivamente o per emozioni, si pensi, per esempio, alla correlazione logica fra sacramento del battesimo, disciplina della penitenza e dottrina del Purgatorio.5. ANTICIPAZIONE DEL FUTUROLe diverse dottrine formano un corpo unitario e sono connesse fra loro in maniera coerente, perché si legano sempre e comunque alla forma originaria. Newman esemplifica questa affermazione attraverso l'anticipazione della dottrina della resurrezione dei morti: i cristiani hanno sempre trattato con rispetto, fin dall'inizio, i corpi dei defunti e la santità delle reliquie dei martiri in quanto tutto ciò nasce dalla glorificazione del corpo di Cristo nel mistero di Dio, che ha anticipato la resurrezione di coloro che saranno glorificati in Dio alla fine dei tempi.6. AZIONE CONSERVATRICE DEL SUO PASSATOSpiega padre Geissler: «Uno sviluppo è autentico quando conserva e tutela gli sviluppi precedenti. Se uno sviluppo contraddice l'idea centrale o le definizioni dogmatiche anteriori è una corruzione [...] le Comunità cristiane che venerano la santa Vergine continuano ad adorare Gesù Cristo, quelle invece che rifiutano tale devozione non di rado tendono ad abbandonare anche il culto del Signore» (p. 56).7. IL VIGORE PERENNETale criterio di discernimento è la cartina di tornasole: una corruzione è temporanea, inizia e finisce dopo un tot di tempo; ma se perdura conduce a un processo di decadenza e di disintegrazione; uno sviluppo fedele invece si distingue per la sua forza vitale che perdura, perciò si spiega come la Chiesa ha «prevalso con la sua dottrina malgrado tanti
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
L’insegnamento di Gesù non solo è vero, ma è La Verità; si identifica cioè con perfezione della sua stessa persona umano-divina. Se ne accorgono in qualche modo gli ascoltatori, i quali rimangono stupiti del suo insegnamento, che viene dato appunto con autorità. Non possono non notare la differenza con quello degli scribi e dei farisei, dai quali lo stesso Gesù mette in guardia i suoi seguaci, affermando: “Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno”. Se ne accorge anche un indemoniato, un povero uomo invasato da uno spirito immondo, che grida il suo sdegno contro Gesù, ma che non può fare a meno di dichiararne la divinità. Il Signore non accetta quella testimonianza, non vuole che si creda in lui per un’affermazione di satana, definito “il menzognero”; la fede autentica non può e non deve sgorgare dal demonio anche se, suo malgrado, è costretto talvolta a dire la verità su Cristo. Impone quindi il silenzio al demonio e lo scaccia da quell’uomo. Egli chiederà ai suoi: «anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre». Quindi è dall’essere del Cristo che emana l’autorità e la verità: egli è Dio e per la volontà del Padre si è incarnato e quello che dice e fa tutto è orientato all’adempimento della sua volontà santissima: «le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza». Noi diamo autorità a Cristo quando il nostro ascolto è docile e accogliamo il seme della sua parola in un terreno buono e fecondo. La nostra testimonianza diventa efficace quando viviamo in coerenza di quella parola.
Sono citati nella Costituzione, sono la base della democrazia, ma nessuno si preoccupa di come funzionino. Stiamo parlando dei partiti e di come questa noncuranza impatti anche nelle vittorie (o nelle sconfitte).
Putin Sull'Orlo Della Follia: Minaccia Nucleare Sempre Più Intensa!Putin aggiorna la dottrina nucleare: la Russia si prepara a rispondere. Tensioni alle stelle tra Mosca e l'Occidente. Ecco che cosa è successo!#breakingnews #ultimenotizie #notiziedelgiorno #notizie #cronaca #bomba #conflitto #dottrina #follia #minaccia #nucleare #ordigno #putin #russia #trump #ucraina #usa #zelensky
Dall'inizio dall'anno in Italia ci sono stati 263 omicidi, 96 dei quali hanno avuto come vittime le donne. Di questi 82 sono avvenuti in contesti familiari e affettivi mentre 51 sono le donne uccise dal partner o dall'ex partner. Sono alcuni dei dati diffusi dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi in occasione della presentazione della campagna di sensibilizzazione #NessunaScusa. Intanto in un'udienza del processo in corso a Roma sull'omicidio di Giulio Regeni un testimone racconta di quanto visto sulla sua detenzione, mentre Vladimir Putin ha firmato un nuovo decreto che modifica radicalmente la dottrina nucleare russa. ... Qui il link per iscriversi al canale Whatsapp di Notizie a colazione: https://whatsapp.com/channel/0029Va7X7C4DjiOmdBGtOL3z Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Ansa - di Alberto Zanconato.Il Cremlino: 'Useremo la bomba se noi o Minsk saremo minacciati'.
Libano, razzi di Hezbollah sulla base italiana Unifil. Cinque soldati in infermeria.
Ieri Putin ha detto di aver cambiato la dottrina nucleare russa, in risposta alla decisione americana di permettere l'uso dei missili forniti all'Ucraina su suolo russo. Che significa questa cosa? E che conseguenze può avere? Cerchiamo di parlarne onestamente, liberi da paure ma anche da catastrofismi. Parliamo anche della situazione a Cop29 che si avvia verso la fine, della lotta contro la devastazione ambientale di un comitato dei Castelli romani e infine di notizie dalla Sicilia che cambia.INDICE:00:00:00 - Sommario00:00:44 - Cosa significa che Putin ha cambiato la dottrina nucleare russa e perché lo ha fatto?00:10:39 - Disillusione a Cop29: Linea a Baku 00:15:50 - Difendere i boschi (e non solo) ai Castelli romani?00:22:13 - Le novità dalla Socilia che CambiaFonti e articoliIscriviti alla newsletter
La Russia ritiene che sia "necessario" allentare le regole per il possibile ricorso alle armi nucleari in risposta a quelle che Mosca vede come minacce alle propria sicurezza.
Ora santa di giovedì 7 novembre 2020 sul primo capitolo della lettera di san Paolo a Tito:Paolo, servo di Dio, apostolo di Gesù Cristo per chiamare alla fede gli eletti di Dio e per far conoscere la verità che conduce alla pietà ed è fondata sulla speranza della vita eterna, promessa fin dai secoli eterni da quel Dio che non mentisce, e manifestata poi con la sua parola mediante la predicazione che è stata a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore, a Tito, mio vero figlio nella fede comune: grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore. Per questo ti ho lasciato a Creta perché regolassi ciò che rimane da fare e perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato. Il vescovo, come amministratore di Dio, dev'essere irreprensibile: non arrogante, non iracondo, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagno disonesto, ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, pio, padrone di sé, attaccato alla dottrina sicura, secondo l'insegnamento trasmesso, perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare coloro che contraddicono. Vi sono infatti, soprattutto fra quelli che provengono dalla circoncisione, molti spiriti insubordinati, chiacchieroni e ingannatori della gente. A questi tali bisogna chiudere la bocca, perché mettono in scompiglio intere famiglie, insegnando per amore di un guadagno disonesto cose che non si devono insegnare. Uno dei loro, proprio un loro profeta, già aveva detto: "I Cretesi son sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri”. Questa testimonianza è vera. Perciò correggili con fermezza, perché rimangano nella sana dottrina e non diano più retta a favole giudaiche e a precetti di uomini che rifiutano la verità. Tutto è puro per i puri; ma per i contaminati e gli infedeli nulla è puro; sono contaminate la loro mente e la loro coscienza. Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, abominevoli come sono, ribelli e incapaci di qualsiasi opera buona.
Ora santa di giovedì 31 ottobre sull'ultima parte della seconda lettera a TimoteoDalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo (4,1-8)Carissimo, Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero. Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione..
Secondo quanto riportato dall'agenzia russa Ria Novosti, Vladimir Putin avrebbe minacciato nuovamente i Paesi Nato dichiarando che la Russia potrebbe prendere in considerazione l'uso di armi nucleari in caso di "lancio massiccio di armi di attacco aerospaziali, inclusi missili e droni" sul suo territorio. Ne parliamo con il colonnello Orio Giorgio Stirpe, specializzato in intelligence operativa, e con Antonella Scott, giornalista de Il Sole 24Ore, esperta di Russia.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7882LA SCOMUNICA, UNA PENA MEDICINALE CHE AFFONDA LE RADICI NEL VANGELOLa scomunica consiste nell'esclusione dell'autore di un delitto canonico dalla comunione con la Chiesa (per stimolare il ravvedimento del colpevole)di Giuseppe ComottiNegli anni successivi al Concilio Vaticano II, in molti ambienti ecclesiali era stato messo in discussione il sistema penale canonico, vale a dire la previsione da parte della Chiesa di "pene" da infliggere ai fedeli colpevoli di comportamenti particolarmente gravi, non qualificabili solamente come peccati sul piano morale, bensì come delitti sul piano giuridico, per via della loro rilevanza per l'intera comunità cristiana, analogamente a quanto avviene nell'ambito del diritto penale degli Stati. Tale sistema era infatti avvertito come espressione di un modello ecclesiale sorpassato, troppo simile a quello statuale e soprattutto antitetico al messaggio evangelico.In quegli anni era in corso la revisione del Codice di diritto canonico: nel testo alla fine promulgato da san Giovanni Paolo II nel 1983, frutto della consultazione con l'episcopato mondiale, l'intero Libro VI era dedicato alla disciplina penale della Chiesa, che vide così confermata la compatibilità ed anzi l'intima connessione con la natura e la storia della comunità cristiana; nel nuovo Codice, peraltro, il ricorso all'inflizione di pene canoniche veniva presentato come extrema ratio, rimessa in sostanza alla valutazione dei singoli vescovi diocesani o dei superiori maggiori degli istituti di vita consacrata, quando avessero potuto constatare l'inutilità di altri strumenti suggeriti dalla sollecitudine pastorale per raggiungere quelli che nella Chiesa sono i fini propri della pena: la riparazione dello scandalo suscitato tra i fedeli dal comportamento delittuoso di un membro della comunità, il ristabilimento della giustizia violata, il ravvedimento del colpevole (cfr. can. 1341).In realtà, nonostante la conferma teorica nel Codice del 1983, l'esercizio della funzione punitiva da parte dell'autorità ecclesiastica si fece sempre più raro nella pratica, almeno fino a quando, all'inizio degli anni 2000, la drammatica emersione del terribile fenomeno degli abusi del clero sui minori e l'incalzante attenzione ad esso riservata dall'opinione pubblica hanno suscitato un rinnovato interesse per il diritto penale canonico, facendo percepire quanto dannosi fossero stati per la Chiesa l'erronea e fuorviante contrapposizione tra giustizia e carità e il sostanziale abbandono del ricorso alle pene canoniche da parte dei pastori.LA PENA DELLA SCOMUNICAFu così che san Giovanni Paolo II, nel 2001, riservò alla competenza esclusiva della Congregazione (ora Dicastero) per la Dottrina della Fede la trattazione di alcuni gravi delitti (tra cui l'abuso sessuale dei chierici sui minori); Benedetto XVI avviò poi nel 2007 una revisione della disciplina penale canonica, che è stata portata a termine da Francesco con la promulgazione del nuovo Libro VI del Codice, avvenuta il 23 maggio 2021 mediante la costituzione apostolica Pascite gregem Dei.Nel nuovo testo normativo continua ad essere prevista per alcuni gravi delitti la scomunica, la pena canonica più grave e peculiare del diritto della Chiesa, che affonda le proprie radici nell'epoca apostolica. La scomunica consiste, come dice il termine stesso, nell'esclusione dell'autore di un delitto canonico dalla comunione ecclesiastica, cioè dalla partecipazione attiva alla vita della Chiesa: lo scomunicato non può celebrare né ricevere i sacramenti, né può celebrare i sacramentali o compiere altre cerimonie del culto liturgico; gli è inoltre proibito esercitare uffici, incarichi ministeri o altre funzioni ecclesiastiche (can. 1331 §1).La pena della scomunica riguarda ovviamente solo i cattolici e non si applica quindi ai fedeli di altre confessioni cristiane; come per ogni delitto canonico, l'applicazione della scomunica presuppone che il colpevole abbia compiuto 16 anni e che il comportamento delittuoso sia a lui gravemente imputabile per dolo, che cioè egli lo abbia commesso con piena consapevolezza e libera volontà. Attualmente non è prevista la scomunica per delitti colposi, commessi cioè per negligenza o superficialità.Una peculiarità del sistema penale canonico è che non sempre l'applicazione della scomunica richiede una previa pronuncia di condanna da parte della competente autorità (si parla in tal caso di scomunica ferendae sententiae), ma nelle ipotesi espressamente previste dalla legge ecclesiastica vi si può incorrere automaticamente (latae sententiae), per il semplice fatto di avere commesso il delitto. In tal caso, la pronuncia di condanna da parte dell'autorità competente è solo eventuale e semplicemente dichiarativa del fatto che un fedele è già incorso nella scomunica; agli effetti pratici, peraltro, in assenza di una pronuncia espressa dell'autorità ecclesiastica, chi è incorso nella scomunica latae sententiae è chiamato in coscienza ad "autoapplicarsi" la pena, specie nel caso in cui il delitto sia occulto, cioè non conosciuto dalla comunità.Questo aspetto della scomunica ne evidenzia la peculiare natura di pena medicinale, volta cioè principalmente non tanto a punire, bensì a "curare" il colpevole, facendogli percepire - nel suo stesso interesse - l'estrema gravità del proprio comportamento ed indurlo in tal modo a desistere dallo stesso ed a convertirsi.In ragione di tale finalità, la pena della scomunica non è per sua natura perpetua né è mai stabilita per un periodo predeterminato, ma a tempo indefinito, venendo meno una volta raggiunto lo scopo, cioè il pentimento ed il fattivo ravvedimento del colpevole.SCOMUNICA E PENE ESPIATORIEIn questo la scomunica si distingue dalle cosiddette pene "espiatorie", nelle quali è più evidente la finalità di riparare lo scandalo provocato e ristabilire la giustizia violata, indipendentemente dal fatto che il colpevole si sia nel frattempo sinceramente pentito. Ad esempio, per il delitto di atti sessuali compiuti da un membro del clero con persone minori non è prevista la scomunica, ma - nei casi più gravi - la dimissione dallo stato clericale: è una pena espiatoria, che comporta la privazione in perpetuo dei diritti e doveri discendenti dall'ordine sacro; se anche il colpevole manifestasse un sincero pentimento, la sua esclusione definitiva dall'esercizio del ministero sacerdotale può infatti rivelarsi l'unico strumento adatto a riparare lo scandalo suscitato nella comunità cristiana e ristabilire la giustizia, soprattutto nei confronti delle vittime.Il Codice di diritto canonico, pur lasciando spazio alla previsione di altri casi di scomunica da parte dei vescovi diocesani con proprie leggi, espressamente stabilisce la scomunica latae sententiae per i più gravi delitti contro la fede e l'unità della Chiesa (can. 1364 §1), che sono - sin dall'antichità - l'apostasia (cioè il ripudio totale della fede cristiana), l'eresia (l'ostinata negazione di una verità di fede), lo scisma (il deliberato rifiuto di riconoscere l'autorità del Romano Pontefice). Tra i delitti contro le autorità ecclesiastiche, l'unico per il quale si incorre nella scomunica latae sententiae è quello commesso da chi usa violenza fisica nei confronti della persona del Papa (can. 1370 §1).Diversi sono invece i casi riguardanti i delitti contro i sacramenti: la profanazione delle specie eucaristiche (can. 1382 §1); l'assoluzione da parte del confessore di chi è stato suo complice in un peccato contro il sesto comandamento (can. 1384); la violazione diretta da parte del confessore del sigillo sacramentale (can. 1386 §1): la consacrazione di un vescovo senza mandato pontificio (can. 1387) nonché l'attentato conferimento dell'ordine sacro ad una donna (can. 1379 §3).Tutti questi delitti sono riservati alla Sede Apostolica, per cui la remissione della scomunica spetta unicamente ad essa (normalmente al Dicastero per la Dottrina della Fede o alla Penitenzieria Apostolica, salvo che intervenga direttamente il Pontefice).SCOMUNICA LATAE SENTENTIAETra i delitti contro la vita, il Codice prevede la scomunica latae sententiae per chi procura volontariamente l'aborto (can. 1397 §2); nel 2016 papa Francesco, a conclusione del Giubileo della Misericordia, ha concesso a tutti i sacerdoti la facoltà di assolvere quanti hanno commesso questo delitto, in precedenza attribuita solo al vescovo diocesano.Mentre in articulo mortis ogni sacerdote può rimettere qualsiasi tipo di censura, compresa la scomunica, normalmente (salvo i casi riservati alla Santa Sede) la remissione spetta all'ordinario che ha promosso il giudizio penale o all'ordinario del luogo in cui si trova lo scomunicato, qualora la scomunica sia stata pronunciata con sentenza; se si tratta invece di scomunica latae sententiae non ancora dichiarata, essa può essere rimessa dall'ordinario ai propri sudditi (cioè dal vescovo diocesano oppure dal vicario generale ai fedeli della propria diocesi) o dall'ordinario del luogo in cui si trova lo scomunicato. Qualsiasi vescovo in sede di confessione sacramentale può rimettere una scomunica non ancora dichiarata, purché non riservata alla Santa Sede.Ovviamente, la scomunica raggiunge il suo scopo se ad essa consegue il ravvedimento del colpevole, che è dunque la condizione imprescindibile affinché tale pena possa essere rimessa ed ogni pentimento, se è sincero, non può escludere la disponibilità effettiva a fare il possibile per riparare lo scandalo provocato ed a risarcire i danni causati.In tali finalità intrinsecamente connesse trova ragione ultima l'intero sistema penale canonico, che, come incisivamente ha sottolineato papa Francesco nella già citata costituzione apostolica Pascite
Il Dicastero per la Dottrina della Fede rende pubblico il parere positivo sulla Madonna di Montichiari Ucraina: raid russi su Kyiv, colpite strutture e ospedali, decine le vittime Medio Oriente, incursione dell'esercito israeliano in complesso Onu a Gaza
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7843IL CATECHISMO INIZIA A CASA CON I GENITORI di Don Stefano BimbiQuando ero bambino mia nonna non mi chiedeva se fossi stato al catechismo, ma alla dottrina. All'epoca pensavo che fosse semplicemente una parola desueta e che mia nonna parlasse così perché era di un'altra generazione. Nel tempo ho dovuto però scoprire che dietro alla parola dottrina c'era un mondo: il mondo delle verità della fede cattolica. Forse oggi si preferisce la parola catechismo al posto di dottrina perché non si ha il coraggio di dire che vogliamo indottrinare. Anzi questa parola è scomparsa perché considerata negativamente come se indicasse la volontà di inculcare con la forza concetti astratti e calati dall'alto. Si dovrebbe invece, dicono i moderni catechisti, fare una esperienza di fede, comunicare la gioia del cristianesimo, camminare insieme a una comunità. Tutte cose molto belle, ma c'è da chiedersi se questi discorsi buonisti, omettendo di insegnare la dottrina, possano reggere agli urti della vita. Se torniamo a cento anni fa, quando nelle parrocchie si insegnava il catechismo di San Pio X con le sue domande semplici e le relative illuminanti risposte, in molte parrocchie si facevano delle gare tra i ragazzi per imparare a memoria le cose più importanti: i dieci comandamenti, i novissimi (morte, giudizio, paradiso, inferno), i precetti generali della Chiesa, le opere di misericordia corporale e spirituale, le virtù cardinali e teologali, i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, i vizi capitali, i peccati contro lo Spirito Santo. Ovviamente queste cose non venivano solo imparate a memoria, ma spiegate con esempi pratici tratti dall'imperdibile commento di padre Carlo Dragone (tuttora in commercio).LA SITUAZIONE ODIERNAQuale è oggi invece la situazione? Al catechismo si parla di tutto eccetto che di dottrina cristiana. Cartelloni e disegni, canti e balli, discussioni su argomenti di attualità o tratti dal telegiornale... tutto pur di non apparire scolastici, salvo poi scoprire che il Mondo non perde tempo e insegna ai bambini la sua dottrina, non solo con le scuole dello Stato, ma anche con la televisione e internet.Purtroppo il genitore medio si affida alla parrocchia più vicina salvo poi scoprire che la dottrina cristiana non è stata insegnata, ma che addirittura i catechisti espongono argomenti che sono il contrario di quanto insegna la Chiesa o addirittura vivono situazioni in contrasto con tale insegnamento. Eppure il catechista non può parlare a nome proprio, ma deve insegnare a nome della Chiesa e infatti non può autonominarsi catechista, né dire diversamente da quanto insegna la Chiesa. La scelta dei catechisti e la loro formazione è un compito del parroco in quanto responsabile della corretta trasmissione della fede nella sua parrocchia. Ma a volte il problema è già il parroco che non insegna correttamente la dottrina cristiana.COME COMPORTARSI CON I PROPRI FIGLI?Come fare allora? Innanzitutto chiariamo che non c'è alcun obbligo di frequentare la parrocchia del proprio territorio. Ognuno è libero di scegliere dove compiere il proprio cammino spirituale (come abbiamo ricordato nel numero di marzo su La Bussola Mensile). Pertanto se uno è fortunato ad avere quello che cerca nella parrocchia a dieci minuti di distanza va benissimo, così come sarebbe accettabile se fossero ne necessari trenta o più. È uno sforzo che sempre più spesso dobbiamo essere disposti a fare se desideriamo garantire a noi stessi e ai nostri figli un'educazione cristiana e umana appropriata. Ovviamente ci si può chiedere se i ragazzi avranno problemi di socializzazione, ma lo scopo del catechismo è l'apprendimento della dottrina cristiana, mentre per socializzare si possono invitare gli amici dei figli a casa. Ma se nemmeno facendo un po' di chilometri si riesce a trovare una parrocchia adatta? Non si può certo andare tutte le settimane in un'altra regione, ma prima di far frequentare inutilmente un ambiente ostile alla dottrina cristiana si può fare la scelta di insegnarla direttamente ai propri figli. Non è una cosa strana, ma la realizzazione di un dovere molto importante. Ogni genitore deve ricordarsi delle promesse fatte il giorno del matrimonio, quando il sacerdote chiede: «Siete disposti ad accogliere con amore, i figli, che Dio vorrà donarvi e educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa?» Ebbene, i genitori si sono impegnati a educarli non secondo la Costituzione italiana e l'agenda 2030, ma secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa. Di Cristo. E della sua Chiesa. Se si lascia frequentare ai figli una parrocchia che insegna secondo il Mondo, come si può avere la coscienza tranquilla?I SACRAMENTIE i sacramenti come si fa ad averli? Per la cresima basta trovare un parroco che comprenda il problema. Ne conosceremo almeno uno in tutta Italia! Poi occorre essere disposti a fare diversi chilometri per ricevere il sacramento che farà dei figli dei soldati di Cristo. Per quanto riguarda la prima comunione e la prima confessione è ancora più semplice. Si può cercare appunto una parrocchia disposta a celebrare con dignità questo sacramento, come per la cresima. Oppure si può anche far fare al figlio la prima comunione in maniera non solenne in una qualunque chiesa durante una normale Messa. Ovviamente in tal caso va preparato bene dal genitore soprattutto con il suo stesso esempio nel vivere la fede. Tornando poi nella parrocchia dove si frequenta normalmente la Messa il figlio può fare tranquillamente la comunione e la confessione. Nessun sacerdote può negare i sacramenti a chi non ha fatto la prima comunione o la prima confessione nella sua parrocchia.Come si vede è finita la fede automatica o a chilometro zero. Chi si è impegnato il giorno del matrimonio ad educare i figli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa e poi non ha fatto la fatica di realizzare quanto promesso cosa risponderà al cospetto di Dio nel giorno del giudizio?
ROMA (ITALPRESS) - Ha criticato in più occasioni Papa Francesco, per le posizioni su gay, ambiente, immigrati e vaccini, arrivando a chiederne anche le dimissioni. La notizia dunque era nell'aria da tempo ma ora arriva la formalizzazione giuridica: monsignor Carlo Maria Viganò, 83 anni, ha commesso il “delitto di scisma”. Per comunicargli le “accuse” e le “prove” il dicastero vaticano per la Dottrina della Fede lo ha convocato a comparire, “munito di documento di riconoscimento in corso di validità”. A renderlo noto è lo stesso presule, che sul suo blog rivendica di non riconoscere né papa Francesco né il Concilio vaticano II, che definisce “il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana “chiesa sinodale” è necessaria metastasi”. L'ex Nunzio in America, commenta: "Considero le accuse contro di me un onore". Per il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, "Monsignor Viganò ha assunto alcuni atteggiamenti a cui deve rispondere. E' normale che la Dottrina della Fede abbia preso in mano la situazione e stia svolgendo quelle indagini che sono necessarie per approfondire la vicenda".col/abr/gsl
La Dichiarazione Dignitas infinita, pubblicata l'8 aprile 2024 dal Dicastero per la Dottrina della Fede, con l'approvazione di papa Francesco, ha suscitato controversie, come spesso accade ai documenti del Regnante Pontefice.
Radio Vaticana con Voi! Ogni mattina, dopo il gr delle 8, due ore di diretta con i vostri messaggi di testo e vocali da inviare al numero 335.1243722! Ospiti, rassegna stampa, musica e molto altro ancora per iniziare insieme la giornata! Conduce Giancarlo La Vella con Stefania Ferretti. Oggi con noi: L'importanza della diagnosi precoce nelle malattie neurologiche, anche in radiovisione. Ne parliamo con la dott.ssa Cristina Patrizi, segretario Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Roma, medico di medicina generale, e con Edith Aldama, responsabile Area Medica - Cronicità, Ufficio Pastorale Sanitaria, Diocesi di Roma Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede, sul documento Dignitas Infinita del Dicastero per la Dottrina della Fede. Gianmarco Murroni, in collegamento da Grado, in provincia di Gorizia, per la riunione delle Caritas diocesane europee. Maria Dulce Araújo Evora, della redazione in lingua portoghese per l'Africa. Daniela Donatone, in arte D'Anì, compositrice e musicista di Christian Music. Marco Di Battista, della Redazione Programmi musicali.
La nuova dottrina bielorussa sul nucleare si somma alle crisi dei conflitti in corso in Ucraina, Israele e Africa
Negli ultimi giorni nei blog cattolici di orientamento tradizionale, dalle Due Americhe all'Europa, si sta molto parlando di un libro scandaloso, pubblicato nel 1998 dall'attuale prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede Víctor Manuel Fernández. In questo libro, che ha come titolo La Passione mistica, sensualità e spiritualità, vi sono molte pagine scabrose, che suscitano una giusta indignazione, ma vengono diffuse, a mio parere, in maniera imprudente. Il libro ha avuto più lettori di quanti non ne avesse quando fu pubblicato e la maggior parte di questi lettori sono tradizionalisti, per quanto indignati dalla lettura. Ma è opportuno soffermarsi su pagine in cui sensualità e spiritualità vengono così morbosamente confuse? San Paolo nella Lettera agli Efesini dice: “Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia, neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi; lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose tutte sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie!”. (Efesini, 5, 3-4). Perché non si deve parlare di cose impure? Perché parlare di cose impure, o leggere pagine immorali, anche solo per criticarle, alimenta la fantasia che rappresenta minutamente le scene descritte: i sensi sono inevitabilmente turbati e la volontà viene tentata. Si finisce per compiacersi di ciò che si condanna. Per questo esisteva, l'Indice dei libri proibiti, soppresso nel 1966 quando fu creata la Congregazione per la Dottrina della Fede. La proibizione riguardava la lettura di libri eretici e di libri immorali e aveva lo scopo di preservare le anime dal pericolo di cadere nel peccato, sul piano intellettuale o morale. Oggi, come ai tempi di san Paolo, si parla troppo liberamente di molte cose che si dovrebbero tacere. Si ride e si scherza su argomenti più o meno scabrosi, si deplorano gli scandali, ma si è incuriositi da tutti i loro dettagli.
Quali sono le false dottrine che io, babbo Mario Marchiò reputo essere le più deleterie per la chiesa? Prosperità, guarigione a comando e false profezie. Questo è quanto penso io - se non siete d'accordo non ci sono problemi. Benedizioni!
(71 -453) Dove verifichiamo che quando si telefona a "Muoviti muoviti" si riescono a fare anche 14 perifrasi nella stessa frase. Poi ospitiamo Don Giulio Mignani, ex parroco della parrocchia di Santa Caterina a Bonassola, autore di una lettera di dissenso espressa contro il Dicastero per la Dottrina della Fede sulla posizione nei confronti delle coppie LGBTQ+. In chiusura scopriamo l'esistenza del cantautore romano Emilio Stella.
IL DICASTERO PER LA DEMOLIZIONE DELLA FEDE APPROVA LA BENEDIZIONE DELLE COPPIE GAYCon la dichiarazione ''Fiducia supplicans'' il card. Fernández sdogana le benedizioni per qualsiasi tipo di unione (ma molti sacerdoti e vescovi non la applicheranno)di Luisella ScrosatiSi può benedire l'unione di persone dello stesso sesso, purché non si confonda con una benedizione nuziale. È la sostanza dei 44 paragrafi della Dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede, pubblicata ieri, 18 dicembre 2023, e firmata dal Prefetto, il cardinale Victor M. Fernández, dal Segretario per la Sezione Dottrinale, mons. Armando Matteo, e da papa Francesco.Così il paragrafo centrale della Dichiarazione: «Nell'orizzonte qui delineato [che presenteremo, n.d.a.] si colloca la possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso, la cui forma non deve trovare alcuna fissazione rituale da parte delle autorità ecclesiali, allo scopo di non produrre una confusione con la benedizione propria del sacramento del matrimonio».Il documento si propone di offrire «nuovi chiarimenti (…) sul Responsum ad dubium formulato dall'allora Congregazione per la Dottrina della Fede e pubblicato il 22 febbraio 2021» (n. 2), per cercare di venire incontro a quanti «non hanno condiviso la risposta negativa al quesito o non l'hanno ritenuta sufficientemente chiara nella sua formulazione e nelle motivazioni» (n. 3). L'intento di Fernández è quello di mantenere «gli aspetti dottrinali» del Responsum, coniugandoli coerentemente con «quelli pastorali», che nel 2021 non sarebbero stati adeguatamente presi in considerazione, mentre invece sarebbero stati promossi dalle Risposte di papa Francesco ai dubia dei cinque cardinali.La strada tracciata può essere sintetizzata in questo modo: coerentemente al Responsum, la Dichiarazione continua a respingere benedizioni o riti che possano apparire come approvazioni di unioni non coniugali o che in qualche modo presentino una somiglianza con i riti nuziali. Per avere sufficienti margini di chiarezza, la Dichiarazione intende collocare le benedizioni «al di fuori di un quadro liturgico» (n. 23), come «atti di devozione che "trovano il loro spazio al di fuori della celebrazione dell'Eucaristia e degli altri sacramenti"» (n. 24).BENEDIZIONI A COPPIE IRREGOLARI E DELLO STESSO SESSOIncalza Fernández: «La Chiesa, inoltre, deve rifuggire dall'appoggiare la sua prassi pastorale alla fissità di alcuni schemi dottrinali o disciplinari (…). Perciò, quando le persone invocano una benedizione non dovrebbe essere posta un'esaustiva analisi morale come precondizione per poterla conferire» (n. 25). È dunque in questo contesto aliturgico e arituale che, secondo la Dichiarazione, possono essere date delle benedizioni anche a coppie irregolari e dello stesso sesso, chiedendo, mediante esse, a Dio le grazie loro necessarie.Sarebbe dunque questo l'approfondimento (cf. n. 26) del Responsum del 2021. Ma, ancora una volta, dei documenti "scomodi" che lo precedono, Fernández seleziona solo quello che gli serve, distorcendolo nel significato, per la sua tesi precostituita. Perché per il Responsum la questione non è semplicemente quella di non confondere esternamente le benedizioni di queste coppie con il matrimonio – problema che potrebbe essere ovviato dalla proposta della Dichiarazione. Il punto è invece un altro, che Fernández nemmeno menziona: che cosa si benedice quando si benedice una coppia? Se si tratta appunto di una coppia significa che si benedice una relazione; altrimenti si benedirebbero le singole persone. Ma, spiegava il Responsum, «per essere coerenti con la natura dei sacramentali, quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre (…) che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia»; e dunque «solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni [di Dio nella Creazione]» possono essere benedette.Ora, proprio perché tali relazioni non sono ordinabili ai disegni divini, perché oggettivamente contrari ad essi, queste coppie non possono ricevere alcuna benedizione. Come coppie. La Chiesa può permettere la benedizione di un non cattolico, perché, in quanto persona umana, è ordinato alla chiamata alla vita della grazia, ma non può benedire una coppia omosessuale, perché quella relazione di coppia non è in alcun modo ordinata ai disegni di Dio.TROPPI PREREQUISITI DI CARATTERE MORALE?Non c'entra dunque nulla il fatto che la Chiesa non deve richiedere «troppi prerequisiti di carattere morale» (n. 12), perché si tratterebbe di benedizioni e non di sacramenti. Si tratta semplicemente di capire se l'oggetto della benedizione è ordinato o meno a servire ai disegni di Dio; non i disegni "occulti", ma quelli manifestati nella Creazione e nella Rivelazione.È da notare che a questa conclusione il Responsum era giunto proprio «per essere coerenti con la natura dei sacramentali». Fernández ha pensato di uscire dalla strettoia, ripetendo continuamente nell'Istruzione che le benedizioni sono gesti semplici, amati dalla gente, che non devono sottostare alla «pretesa di un controllo» (n. 12) e dunque non devono essere in alcun modo ritualizzate (cf. n. 38). Ma per quanto queste benedizioni non siano inserite nei rituali, per quanto l'Istruzione intimi che mai dovranno essere date «contestualmente ai riti civili di unione e nemmeno in relazione a essi» (n. 39), restano pur sempre dei sacramentali e rispondono alla logica dei sacramentali. Il sacerdote, quando impartisce una benedizione, anche se non è solenne, anche se data nel retro della sacristia, agisce come ministro della Chiesa e impartisce un sacramentale, e il gesto dev'essere dunque coerente con la natura dei sacramentali.Prendiamola da un altro punto di vista. La radice di ogni benedizione sta nella benedizione originaria, che troviamo nel libro della Genesi: «E Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse» (Gn 1, 21-22). La benedizione di Dio è conseguente al suo sguardo che si posa su una "cosa buona". Dio posa lo sguardo sulla sua opera o sull'opera dell'uomo, vede che è buona e benedice, nel nostro caso, per mezzo del ministero della Chiesa. Ma quando posa lo sguardo su una coppia che vive la propria sessualità al di fuori del matrimonio legittimo che cosa vede? Vede qualcosa che contraddice oggettivamente il disegno della creazione e non la benedice. E nemmeno i ministri di Dio possono farlo.LA BENEDIZIONE ACQUISTA UNA DIMENSIONE PUBBLICACi si domanda poi che fine facciano tutte le raccomandazioni di non equiparare queste benedizioni al matrimonio, con la quali si pensa di risolvere la questione, quando, al n. 40, si dà questa indicazione: «Tale benedizione può invece trovare la sua collocazione in altri contesti, quali la visita a un santuario, l'incontro con un sacerdote, la preghiera recitata in un gruppo o durante un pellegrinaggio». La benedizione acquista di fatto una dimensione pubblica. E che senso ha una benedizione al cospetto di un'assemblea se non quello di dare un riconoscimento pubblico a queste convivenze? Se (a fatica) si concedesse che non è questo l'intento di questo passo dell'Istruzione, rimane il fatto che una benedizione ad una coppia data in un contesto pubblico non può non assumere questo significato.Dunque, semplicemente, continua a non essere possibile benedire una coppia irregolare in quanto coppia, per la natura stessa dei sacramentali e per l'oggettivo disordine di quella relazione. Ogni ministro della Chiesa che faccia diversamente si prende la responsabilità di benedire quello che Dio non può benedire. Perché Dio, a differenza di quanto sta accadendo in questo pontificato, non contraddice se stesso.La scure è ormai posta alla radice dell'albero (cf. Lc 3, 9) e si stanno svelando i pensieri di molti cuori (cf. Lc 2, 35). Che non capiti che chi alzerà la mano per benedire ciò che il Signore non ha ordinato di benedire si esponga alla sorte di quei profeti che il Signore non aveva inviato: «Allora il profeta Geremia disse al profeta Anania: "Ascolta, Anania! Il Signore non ti ha mandato (...) perciò dice il Signore: Ecco, ti mando via dal paese; quest'anno tu morirai, perché hai predicato la ribellione contro il Signore"» (Ger 28, 15-16).
We welcome Mike Sullivan of the College of St. Joseph to discuss the newest school that combines the best of Liberal Education with the practical teaching of the trades. How can the Church and the world benefit from tradesmen trained from the fullness of Christendom? Father finishes with Timely Thoughts, giving his first take on the latest controversial document from Rome. Show Notes College of St. Joseph the Worker Catholic Studies Degree Course Catalog — College of St. Joseph the Worker Visit — College of St. Joseph the Worker Donate — College of St. Joseph the Worker - Donate Sponsor a Student — College of St. Joseph the Worker Shop Class as Soulcraft: An Inquiry into the Value of Work The Cult of the Imperial Self Peter Schiff asks, is a college degree worth the cost? Dichiarazione “Fiducia supplicans” sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede Breaking Down Fiducia Supplicans - Crisis Magazine Read Fr. McTeigue's Written Works! Listen to Fr. McTeigue's Preaching! | Herald of the Gospel Sermons Podcast on Spotify Visit Fr. McTeigue's Website | Herald of the Gospel Questions? Comments? Feedback? Ask Father!
Ricercare il bene comune attraverso l'impegno del mondo del volontariato, dell'imprenditoria, dello sport e della scienza. Questo l'obiettivo del Festival della Dottrina sociale di Verona, giunto alla tredicesima edizione, in corso al Palaexpo Fiere delle città veneta da venerdì 24 a domenica 26 novembre. Tema dell'evento, del quale Radio Vaticana - Vatican News è media partner, è ”#Soci@lmente liberi”. Conducono: Andrea De Angelis e Alessandro Guarasci
In questa puntata, continueremo a esplorare i principali periodi della musica classica occidentale. Spero che vi divertirete nel seguire queste introduzioni a ciascuno dei periodi del canone della musica classica. Vi invito ad ascoltare le musiche dei compositori che citerò. A proposito, iscriviti al canale YouTube Symphonic Musical Soul o a Keration PC | PodCast. La musica dell'era barocca (ca. 1600-1750) rimane estremamente popolare fra il pubblico e gli artisti, con una produzione di nuove registrazioni prodotte ogni mese che eguaglia o addirittura supera quella dedicata a qualsiasi altro periodo della musica classica. Nella rubrica “La Storia della Musica” avremo modo in futuro di esplorare le biografie dei singoli protagonisti non solo della Musica Barocca ma anche delle altre ere della Musica Classica. Una volta, Johann Sebastian Bach dichiarò: “Lo scopo e il fine ultimo di tutta la musica non dovrebbe essere altro che glorificare Dio e ristorare l'anima”. La parola francese “baroque” significa “perla deforme”. Ciò suggerisce l'approccio ornato e stilizzato alle opere d'arte, all'architettura e alla musica durante questo periodo, durato circa 150 anni. Questo è il periodo che ha visto la nascita dell'opera e l'ascesa di forme puramente strumentali come il concerto e la sonata; è lo stesso periodo in cui si è sviluppata l'armonia moderna, che include le chiavi maggiori e minori, la modulazione, ecc. Musicalmente, questo fu un periodo tremendamente dinamico e sperimentale, in cui l'espressione delle emozioni umane diventò l'obiettivo primario della creazione musicale, spesso sussunta sotto la frase: “Dottrina degli affetti”. Data la lunghezza dell'epoca, difficilmente parleremmo di un unico stile musicale. Comunque, prevalse l'uso dell'accompagnamento con il basso continuo, generalmente affidato al clavicembalo, al violoncello o al contrabbasso. Lo troviamo in composizioni che vanno dalle opere di Claudio Monteverdi ai concerti di J. S. Bach. Comunque, per motivi di semplicità, divideremo il barocco in tre sottoperiodi: · Primo barocco (ca. 1600-1650), in cui furono portati avanti riccamente e liberamente il cromatismo e gli esperimenti strumentali del tardo Rinascimento; · Medio barocco (ca. 1650-1700), che vide l'ascesa di generi importanti come la sonata a 3 e l'Aria; · Tardo barocco (ca. 1700-1750), in cui nacquero i generi più familiari della sonata e del concerto, raggiungendo il massimo della qualità grazie a 3 maestri coetanei (nati nel 1685): J. S. Bach, George Frideric Händel e Domenico Scarlatti. La natura altamente stilizzata ed elaborata del fraseggio musicale nell'ultimo periodo diede origine a una reazione fra i compositori più giovani, portando alla nascita di un nuovo stile che si sviluppò negli anni '30 e '40 del XVIII secolo. Così nacque una nuova era, quella comunemente chiamata periodo classico. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/corgiov/message
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7602APPUNTI PER CHI TIFA PER HAMAS E CONTRO ISRAELE di Rino CamilleriFateci caso: tutti quelli che tifano per la «Palestina» o sono comunisti (riflesso condizionato di quando l'Urss remava contro Israele) o oscillano tra «perfidi giudei» e «Lepanto» non sapendo decidersi, o sono semplicemente nostalgici. Vabbè, io intanto vedo gli invincibili guerrieri di Allah sgozzare a tradimento vecchietti che fanno la spesa e nascondersi sotto i reparti di pediatria. Eh, i fabbricanti di frankenstein non immaginavano che la «dottrina Brzezinski» ci si sarebbe rivoltata contro.Ci spieghiamo. Ai tempi delle guerre di Israele contro i vicini arabi, giacché Israele era alleato degli americani, per forza di cose i sovietici si buttarono dall'altra parte. Gli israeliani riuscirono a spuntare film hollywoodiani come Exodus e canzoni come Inch'Allah di Adamo, ma la propaganda comunista era più rodata, sperimentata e forte della loro. Così i terroristi palestinesi passarono per condivisibili insorgenti e nei cortei per qualsivoglia ragione spuntarono le kefiah alla Arafat. Da allora, la sinistra, anche quella radical-chic, sta contro gli «imperialisti». I Paesi musulmani, i ricchissimi emirati e sceiccati? Di palestinesi non ne vogliono, per non fare la fine del Libano. Ricordate? I profughi palestinesi vennero accolti in Giordania e subito cominciarono gli attentati contro addirittura il re. Espulsi a pedate, si riversarono in Libano e la «Svizzera d'Oriente» piombò in una guerra civile che non è mai finita. La spaventosa esplosione finale al porto di Beirut l'abbiamo vista tutti. Chi è stato? Boh, indovinala grillo.Per chi non sapesse cos'è la «dottrina Brzezinski», ecco qua: ai tempi dell'Urss le teste d'uovo angloamericane pensarono di pugnalare alle spalle l'alleato Scià di Persia prelevando l'ayatollah Khomeini da Parigi, dove era stato tenuto in caldo proprio per questa evenienza, e lo mandarono a scatenare la rivoluzione islamica nell'Iran. Lo scopo era quello di fare dell'islamismo politico il detonatore per tutte le regioni islamiche del Sud dell'Urss, o almeno di tenere in tal modo una pistola puntata alla tempia di quest'ultima. Ma i sovietici non erano fessi e il Grande Gioco fallì. Anzi, si ritorse contro i burattinai, perché l'islamismo politico contagiò non chi doveva ma tornò indietro, e da allora l'Occidente non ha più avuto pace. L'Iran, già florido e modernissimo, ripiombò nel VII secolo, e così i vicini di casa. E perfino la Turchia deve stare attenta all'islam radicale, tanto che la moglie di Erdogan è meglio si presenti in pubblico velata.Come si faccia a tifare per tagliagole sanguinari e senza regole, nemmeno d'onore, che degli occidentali usano solo le armi ma per il resto loro stessi fanno una vita da caprai (niente fumo, niente alcol, niente televisione...), lo sanno solo i plagiati dal marxismo (perché sempre questo è, comunque lo chiamino di volta in volta). A furia di "accoglienza" catto-comunista ce li siamo tirati in casa, e ora voglio vedere come se ne esce.Ultima notazione: comunque la vediate, fatevi prima un giro in Afghanistan e poi uno in Israele. E poi ditemi in quale «regime imperialista» (perché lo sono tutti e due, e l'islamismo è pure totalitario) vorreste abitare. Un'ultima notazione per quelli che riescono a celebrare l'anniversario della vittoria occidentale sugli ottomani a Lepanto e in contemporanea avercela con Israele. Che non è un santo, certo, ma combatte contro lo stesso diavolo. Speriamo solo che il Mossad non riesca a trovare il modo di spedircelo in casa, visto che ci teniamo tanto. Così, anche noi proveremo le gioie della libanizzazione.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7575I DUBIA SPIEGATI A CHI AVESSE ANCORA DUBIA di Alfredo Maria MorselliI dubia sono delle domande che qualsiasi fedele può rivolgere al Santo Padre, analogamente a quanto uno scolaro può fare con la maestra. La Maestra è la Chiesa, e lo scolaro è un qualsiasi fedele.Il Catechismo, infatti, ci insegna che "La Legge di Dio, affidata alla Chiesa, è insegnata ai fedeli come cammino di vita e di verità. I fedeli hanno, quindi, il diritto [CIC, can. 213.] di essere istruiti intorno ai precetti divini salvifici, i quali purificano il giudizio e, mediante la grazia, guariscono la ragione umana ferita. Hanno il dovere di osservare le costituzioni e i decreti emanati dalla legittima autorità della Chiesa. Anche se sono disciplinari, tali deliberazioni richiedono la docilità nella carità" (Catechismo della Chiesa Cattolica, § 2037).Il Magistero ordinario è infallibile globalmente preso, ma può contenere errori in pronunciamenti particolariMentre l'ispirazione del testo biblico è tale che l'agiografo gode di una tale assistenza per cui egli certamente scrive, come vero autore, senza alcun errore, tutto e solo quello che Dio muove a scrivere, questo tipo di aiuto divino non si estende in modo così perfetto al Magistero.Infatti, i pronunciamenti magisteriali possono in qualche modo, e in base al tenore con cui sono pronunciati, essere redatti in modo più o meno perfetto e talvolta possono contenere o favorire l'eresia o altre forme di errore.Neppure le definizioni infallibili, che certamente non contengono errori e richiedono necessariamente da parte del fedele l'assenso interno della fede, godono dell'assistenza propria dell'ispirazione biblica.Nella storia della Chiesa si sono verificati rari casi in cui i Pontefici si sono pronunciati in modo erroneo. Il caso più eclatante è stato quello di Onorio I (585-638), che favorì l'eresia monotelita asserendo che in Gesù Cristo ci sarebbe una sola volontà: per questo fu condannato da quattro Concilî, dopo la sua morte, senza che nessuno mettesse in dubbio che fosse vero Papa o che fosse decaduto dal Pontificato, o ipotizzasse la sede vacante dopo l'affermazione contraria alla vera fede.IL MAGISTERO ORDINARIO DEL PAPA È LA NORMA PROSSIMA DELLA FEDEImmaginiamo una libreria con dieci scaffali, su cui ogni credente e ogni teologo va a prendere gli argomenti per credere e per argomentare: Melchior Cano ha chiamato questi scaffali "luoghi teologici": sette luoghi teologici propri - Scrittura, Tradizione, Magistero della Chiesa, Concili, decisioni dei Papi, SS. Padri, Teologi - , e tre impropri e annessi - la ragione umana, la filosofia e la storia.Ebbene, il Papa ha l'ultimissima parola su tutti questi luoghi; è lui stesso che interpreta il suo Magistero e quello dei suoi predecessori, che convalida le opinioni dei Padri, che interpreta la S. Scrittura, che dice se un sistema filosofico può svolgere una funzione ancillare nei confronti della fede etc. Ovviamente la sua è una funzione di interpretazione, di esplicitazione e di trasmissione, non di creazione del deposito rivelato.Questa funzione è un servizio indispensabile perché altrimenti ci troveremmo davanti non a una rivelazione certa, ma a una interpretazione o a un cerchio gnostico di interpretazioni che rimandano ad altre interpretazioni. Contro questo pericolo, ci metteva in guardia San Giovanni Paolo II: «L'interpretazione di questa Parola [e, aggiungo io, analogamente, di una testimonianza autentica della Tradizione, la quale, insieme alla Parola, costituisce la Rivelazione] non può rimandarci soltanto da interpretazione a interpretazione, senza mai portarci ad attingere un'affermazione semplicemente vera; altrimenti non vi sarebbe rivelazione di Dio, ma soltanto l'espressione di concezioni umane su di Lui e su ciò che presumibilmente Egli pensa di noi» (Fides et Ratio, § 84).È NECESSARIO UN PRIMUM MOVENS INGIUDICABILE NELLA TRASMISSIONE DELLA RIVELAZIONEPossiamo applicare alla catena della trasmissione della Rivelazione il principio comune alle cinque vie di San Tommaso d'Aquino, cioè delle sue dimostrazioni dell'esistenza di Dio: si deve risalire a un primo principio, che è Dio, perché non si può andare all'infinito - Hic autem non est procedere in infinitum (S. Th. Iª q. 2 a. 3 co.) - nella serie di moti, di causa-effetto-fine, e nell'ordine delle perfezioni.Cerco di semplificare: un treno che parte dall'infinito non arriverà mai; se parte da molto lontano, ci metterà molto tempo, ma prima o poi arriva. Noi ci siamo e siamo arrivati, quindi è necessario che ci sia un punto di partenza: e questo è ciò che gli uomini chiamano Dio.Analogamente, per una fede certa e convinta, ci vuole anche il punto di partenza certo e sicuro della proposizione a credere: questo principio è Dio che si rivela, non senza la mediazione del Romano Pontefice.Non si può procedere all'infinito, in un loop testo-obiezione privata: «...è cosa impossibile valicare l'infinito. Se dunque la ricerca del consiglio fosse infinita, nessuno inizierebbe mai una deliberazione, contro ogni evidenza».E se ci troviamo di fronte a quei pochi casi in cui è per noi evidente che il Papa sbaglia?A questo punto sorgono le difficoltà e possibili obiezioni. Siccome il Papa non è sempre infallibile, e non tutto quello che dice richiede il grado massimo dell'assenso (assenso interno di fede), non potrò forse mettere in dubbio o contestare il Papa quando sbaglia, oppure quando non definisce o non si esprime in forme particolarmente solenni nel suo magistero ordinario?DUE SOLUZIONI SBAGLIATEDi fronte a questo problema, ci sono due soluzioni entrambe sbagliate: attribuire al Papa infallibilità in tutte le Sue affermazioni (un'intervista sull'aereo avrebbe lo stesso valore di una definizione dogmatica e un'esortazione post-sinodale varrebbe come una dottrina da tenersi in modo definitivo), oppure nell'attribuire al Papa un'infallibilità estremamente limitata - e quindi prestare l'assenso solo alle definizioni ex cathedra: in questo caso, ci troveremmo, nell'ultimo secolo, a dover credere incondizionatamente solo all'Assunzione in Cielo della Madonna (recentemente alcuni teologi hanno messo in dubbio persino l'infallibilità delle canonizzazioni).Quest'ultima ultima posizione trova alleati per diametrum, da un lato, teologi progressisti ed episcopati che, ad esempio, hanno accolto e valutato Humane vitae contestandola come un incidente di percorso non infallibile, e, dall'altro, pseudo-tradizionalisti, frammentati in varie forme di contestazione: un ventaglio che abbraccia sedevacantisti (vari gruppi), resistenti, Fraternità Sacerdotale San Pio X, Mons. Viganò, altri gruppi minori. Sono tutti concordi nel dire che il Papa (vero o presunto) sbaglia, ma pure sono un contro l'altro armati, per decidere quanto e come si può accettare o rifiutare Papa e Magistero. La tragicità di questa frantumazione mostra la debolezza delle premesse: di fatto, se non sono sedevacantisti, sono magistero-vacantisti, cioè scelgono che cosa va bene o no del Magistero, subordinandolo alla loro analisi, a cui attribuiscono un valore maggiore di quello del Magistero stesso.Si vede chiaramente l'errore comune delle due posizioni solo apparentemente contrapposte: rifiutare il primato e l'ingiudicabilità definitiva del punto di partenza.Come uscire dalle due false soluzioni? Appurato che non è contro la fede ritenere che un Papa non è sempre infallibile, come collocarsi, rimanendo cattolici, di fronte a un Papa di cui si potrebbe avere la certezza morale che sbaglia (ammesso e non concesso che sbagli realmente)?Premettendo la valutazione qualitativa del valore di una certa affermazione (se si tratta di verità definite o proposte a credere in modo definitivo ogni difetto di assenso è illecito), una via d'uscita potrebbe essere costituita dal metodo dei dubia, cioè porre al Papa una domanda analoga a quella di uno scolaro (Chiesa discente) alla propria insegnante (Chiesa docente): "Signora Maestra, non ho capito; mi sembra che Lei stamattina abbia spiegato diversamente da quello che Lei stessa ci ha detto ieri e che hanno dettole maestre degli anni scorsi. Mi può spiegare come non c'è contraddizione?"Questo atteggiamento interlocutorio non si pone né al posto, né al di sopra del primum movens della trasmissione della rivelazione. Ci si pone come figli che attendono una risposta dal Padre. E, se il Padre non risponde, è responsabilità e inadempienza del Padre, non disobbedienza dei figli.IL MAGISTERO AFFERMA LA LICEITÀ DEI DUBIAIl Magistero stesso afferma la liceità di questo criterio: riporto uno stralcio della Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede Donum veritatis sulla vocazione ecclesiale del teologo, del 24 maggio 1990, §§ 24 e 29-30 (grassetto e corsivo redazionale):«Il Magistero, allo scopo di servire nel miglior modo possibile il Popolo di Dio, e in particolare per metterlo in guardia nei confronti di opinioni pericolose che possono portare all'errore, può interv
Diocleziano è tra noi. Appaiono sempre meno e sempre più sfumate, infatti, le differenze sussistenti tra l'operato dell'imperatore romano (244-313 d.C.), divenuto tristemente celebre per la ferocissima persecuzione scatenata contro i cristiani, e quel che accade ovunque oggi con tanto di carcere e sacrifici umani, a qualsiasi latitudine e longitudine del mondo. Anche nel “civilissimo” Occidente.Negli Stati Uniti, ad esempio, tre attivisti pro-life – Jonathan Darnel di Arlington (Virginia), Jean Marshall di Kingston (Massachusetts) e Joan Bell di Montague (New Jersey) - sono stati dichiarati colpevoli di aver violato il Face ovvero Freedom of Access to Clinic Entrances Act, la legge federale sulla libertà di accesso agli ingressi delle cliniche abortiste. Oggi rischiano una condanna a 11 anni di galera, per avere, il 22 ottobre del 2020, pregato e cantato inni all'esterno della Washington Surgi-Clinic della capitale americana e per esser successivamente entrati in modo non-violento nella struttura per aborti tardivi, peraltro sospettata di averne praticati anche a nascita parziale e d'aver consentito illegalmente la morte di bimbi sopravvissuti all'aborto. Nell'atto d'accusa si legge: «Lo scopo della cospirazione [degli attivisti pro-life-NdA] era creare un blocco per impedire alla clinica di fornire servizi di salute riproduttiva e ai pazienti di ottenerli». A condurre il processo sarà una donna, il giudice Colleen Kollar-Kotelly, già sostenitrice di Hillary Clinton: ha già vietato agli imputati di appellarsi al Primo Emendamento, che tutela la libertà religiosa, per spiegare le proprie azioni.
Che cosa sono i trascendentali di cui parla Tommaso? E che rapporto c'è, in generale, tra gli enti e Dio?
Andrea Bizzozzero"Il cibo del pensiero: mangio dunque sono"Food&ScienceFestival, MantovaSabato 1° ottobre, MantovaIl cibo del pensiero: mangio dunque sonoRadici antiche e motivazioni attualicon Andrea BizzozzeroQuando Ludwing Feuerbach, recensendo il libro di Moleschott, Dottrina dell'alimentazione per il popolo (1850), concludeva con l'ormai celebre affermazione «L'uomo è ciò che mangia», suscitava non poco scandalo. Dall'opinione pubblica venne considerata come «sentenza scurrile della pseudo scienza sensualissima moderna», espressione di un materialismo grossolano e un po' infantile. Da parte sua Feuerbach era fermamente convito della relazione che intercorre tra la nutrizione, ciò che si mangia e ciò che si è, al punto da poter affermare che «come è il cibo, così è l'essenza, com'è l'essenza, così è il cibo».Anche Bernard Stiegler è persuaso che il divenire dell'umano dipenda dal cibo, ma non solo da quello che nutre il corpo, bensì anche quello che nutre e plasma la sua capacità simbolica. Dipendendo questa sia dall'io che dal noi e dal contesto sociale, culturale e tecnico nel quale si trova a vivere, è urgente perdersi cura non solo dell'eventuale tossicità del cibo del corpo, ma parimenti anche di tutto ciò che oggi viene prodotto ai fini di una modulazione della capacità simbolica umana e, di conseguenza, della libido, ridotta molto spesso a compulsione.Andrea Bizzozero è professore aggiunto di Storia della filosofia presso la Facoltà di filosofia della Pontificia Università Antonianum (Roma). Si occupa del pensiero di Agostino di Ippona, di Jacques Derrida e della filosofia francese contemporanea. Studia come l'ermeneutica e la pratica della decostruzione possano favorire un rapporto prospettico e non egemonico alla realtà, nella molteplicità delle sue istanze e delle sue problematicità. Coordina il gruppo di ricerca in antropologia della suddetta Facoltà. Tra lesue pubblicazioni: Fare la verità. Rilettura della decostruzione di Jacques Derrida, Roma 2019; Il malessere dell'umano e l'urgenza della filosofia in Bernard Stiegler, in Crisi dell'umano oggi? Tra immanenza e trascendenza, a cura di A. Bizzozero-A. Clemenza-C. Gutiérrez, Milano-Udine 2021; Approcci sistemici, interdisciplinari e transdisciplinari all'educazione, in Antonianum 1(2021) 187-214; Ilparadigma tecnocratico nella Laudato si' e oltre, in Frate Francesco, 2 (2020) 243-272.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Armando Matteo"Convertire Peter Pan"Il destino della fede nella società dell'eterna giovinezzaAncora Librihttps://www.ancoralibri.it/Peter Pan ha trionfato. Ha trionfato nel cuore degli adulti e delle adulte del nostro tempo, ne ha anestetizzato il senso di prossimita? e di responsabilita?, convincendoli che fuori dalla giovinezza non c'e? salvezza. E li spinge, giorno dopo giorno, a non risparmiare alcuna energia per restare giovani a ogni costo. Anche al costo di un loro plateale rimbecillimento e della messa a repentaglio del bene delle generazioni che ora vengono al mondo.Questo e? quello che ci ha rivelato pienamente il tempo della pandemia. Questo e? il “caso serio” con il quale i credenti debbono coraggiosamente confrontarsi: la “conversione giovanilistica” delle generazioni adulte, che manda in soffitta la categoria del “credente non praticante” e rende le chiese sempre piu? vuote.Il saggio individua in due appassionati discorsi di papa Francesco alla Curia romana la road map per dare vita a un cristianesimo all'altezza della sfida dell'ora presente: un cristianesimo che sappia fare i conti con il cambiamento d'epoca, con la fine della cristianita? e con l'urgenza di un rinnovamento pastorale e missionario.Nel tempo in cui la giovinezza e? diventata il senso unico e l'unico senso della vita umana, e? ancora possibile essere cristiani? Quale spazio resta al Vangelo nell'epoca del trionfo di Peter Pan?Armando Matteo, nato a Catanzaro nel 1970, è docente di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Urbaniana di Roma. Nell'aprile 2022 è stato nominato da papa Francesco segretario per la Sezione Dottrinale del Dicastero per la Dottrina della fede. Dal 2005 al 2011 è stato assistente ecclesiastico nazionale della FUCI e dal 2019 al 2021 direttore della rivista «Urbaniana University Journal».IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
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Tommaso Gazzolo"Festival Filosofia"https://www.festivalfilosofia.it/Festival Filosofia, CarpiVenerdì 16 settembre 2022, ore 11:30La lezione dei classici con Tommaso GazzoloChe cos'è la dottrina pura del diritto?di Hans KelsenQuale ruolo ha avuto l'opera di Kelsen nell'elaborazione della dottrina del positivismo giuridico, anche in relazione a possibili esiti nichilistici?Tommaso Gazzolo insegna Filosofia del diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Sassari. Si occupa di ricezione e filosofia dell'Illuminismo, storia della filosofia del diritto, filosofia ed etica. Tra le sue opere recenti: Scetticismo e autorità. La filosofia del diritto di Giuseppe Rensi (1912-1922) (Roma 2012); La scrittura della legge. Saggio su Montesquieu (Napoli 2014); Essere/Dover-essere. Saggio su Hans Kelsen (Milano 2016); Il caso giuridico. Una ricostruzione giusfilosofica (Torino 2018); Una doppia appartenenza. Tullio Ascarelli e la legge come interpretazione (Pisa 2019); Che cos'è la dottrina pura del diritto? Di Hans Kelsen (a cura di, Milano 2022)."Che cos'è la dottrina pura del diritto?"A cura di Tommaso GazzoloLa nave di Teseohttp://www.lanavediteseo.eu/“Che cos'è la ‘dottrina pura del diritto', il nome sotto il quale Hans Kelsen ha pensato la propria filosofia giuridica? A questa domanda prova a rispondere il testo qui presentato per la prima volta al lettore in traduzione italiana. Come la stessa forma interrogativa del titolo mostra, il tentativo da parte di Kelsen di fornire una ‘sintesi', una sistemazione definitiva dei principi fondamentali della sua teoria, non è separabile dalla critica continua della medesima, dalla sua costante messa in questione. Dire che cosa sia la dottrina pura, per il suo autore, significa sempre ed anche continuare ad interrogarla, esattamente come avviene in queste pagine che costituiscono una delle testimonianze più chiare di tale movimento interno al suo pensiero. Questo libro è una introduzione ed un invito a conoscere i lineamenti essenziali della dottrina pura di Kelsen e, al contempo, un testo che forse meglio di qualsiasi altro fa luce sulla continua ‘crisi' della sua filosofia del diritto.”Dall'introduzione di Tommaso Gazzolo“La collana si muove tra diritto e filosofia, interrogandosi sulla crisi di vecchi istituti, che, nel loro declinare, assumono diversa fisionomia o generano nuove forme. La crisi suggerisce ricognizione del passato e sguardo verso il domani. Insieme, depone e impone.”Massimo Cacciari e Natalino IrtiIL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Si può accettare l'inaccettabile? "L'inaccettabile" di cui si parla è soprattutto la sofferenza e la morte del bambino gravemente malato. È la situazione limite in cui si pone con tutta la sua gravità il problema del "fine vita", affrontato dalla la legge 219 e dalla lettera "Samaritanus Bonus" della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ne parliamo con don Luigi Zucaro, medico e cappellano dell'Ospedale Bambin Gesù di Roma.
La riconciliazione finale di tutte le cose è una dottrina di demoni
Siamo abituati a pensare che l'arte nobiliti ed elevi l'uomo. Platone, invece, la pensava esattamente all'opposto: per lui l'arte era profondamente diseducativa e allontanava dalla verità. Ecco perché.
Platone affronta il tema dell'amore in vari dialoghi (tra cui il celebre Simposio), perché il rapporto con le idee è, in fondo, un rapporto d'amore. Ecco perché.
Entriamo nel vivo del pensiero di Platone iniziando a parlare della teoria delle idee. Ecco cosa sono le idee platoniche e contro quali concezioni si scagliano.