Podcasts about erzegovina

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BASTA BUGIE - Famiglia e matrimonio
Il segreto della città in cui nessuno ha mai divorziato

BASTA BUGIE - Famiglia e matrimonio

Play Episode Listen Later Dec 3, 2024 8:56


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7996IL SEGRETO DELLA CITTA' IN CUI NESSUNO HA MAI DIVORZIATO di Roberta Sciamplicotti Pensate a un mondo senza divorzio. Pensate a famiglie che non si separano, all'assenza di bambini feriti e di cuori lacerati.Il matrimonio è la vocazione più impegnativa che esista e il divorzio sta aumentando ovunque, ma c'è una cittadina in Europa che rappresenta un'eccezione - una notevole eccezione - a questo dato inquietante.A Siroki-Brijeg, in Bosnia-Erzegovina, non si sono mai registrati divorzi o famiglie separate tra gli oltre 26.000 abitanti!Quale sarà il segreto di questo successo?(Nota dell'autore: alcune fonti dicono che la popolazione di Siroki-Brijeg è di appena 13.000 persone, quasi al 100% cattoliche, ma a seguito di una ricerca più approfondita ritengo che il numero reale degli abitanti sia più del doppio di quanto indicato).La risposta è la bella tradizione matrimoniale di Siroki-Brijeg. La tradizione croata del matrimonio sta iniziando ad arrivare nel resto dell'Europa e negli Stati Uniti, soprattutto tra i cattolici devoti che si sono accorti delle benedizioni che offre.La popolazione di Siroki-Brijeg ha sofferto per secoli perché la sua fede cristiana è sempre stata minacciata, prima dai turchi musulmani, poi dai comunisti. Gli abitanti hanno imparato a proprie spese che la fonte della salvezza arriva attraverso la croce di Cristo, non gli aiuti umanitari, i trattati di pace o quelli sul disarmo, anche se questi possono apportare qualche beneficio.COLLEGARE INDISSOLUBILMENTE IL MATRIMONIO ALLA CROCE DI CRISTOQueste persone possiedono una saggezza che non permette loro di essere ingannate in questioni di vita o di morte, ed è per questo che hanno collegato indissolubilmente il matrimonio alla croce di Cristo, basando il matrimonio, che genera la vita umana, sulla croce, che genera la vita divina.Quando i fidanzati vanno in chiesa per sposarsi, portano con sé un crocifisso. Il sacerdote lo benedice, e invece di dire che i fidanzati hanno trovato il partner ideale con cui condivideranno la vita dice: "Avete trovato la sua croce! È una croce da amare, da prendere su di voi. Una croce che non è da scartare, ma da custodire nel cuore".Quando la coppia pronuncia i voti matrimoniali, la sposa mette la mano destra sul crocifisso, e lo sposo la mano destra sopra quella di lei. Sono uniti tra sé e uniti alla croce. Il sacerdote copre le mani degli sposi con la stola, mentre loro promettono di amarsi a vicenda nella gioia e nel dolore, proclamando fedelmente i propri voti in base ai riti della Chiesa.Poi i due baciano la croce. Se uno abbandona l'altro, abbandona Cristo sulla croce. Perde Gesù! Dopo la cerimonia, i neosposi attraversano la porta di casa per collocare il crocifisso in un posto d'onore. Diventa il punto di riferimento della loro vita, e il luogo di preghiera della famiglia. La giovane coppia crede fermamente che la famiglia nasca dalla croce.Nei momenti di difficoltà e incomprensione, che sorgono in tutti i rapporti umani, non si ricorre non all'avvocato, al terapeuta o all'astrologo, ma alla croce. Gli sposi si inginocchiano, piangono lacrime di pentimento e aprono il proprio cuore, chiedendo la forza di perdonarsi a vicenda e implorando l'aiuto del Signore. Queste pratiche pie sono state imparate fin dall'infanzia.BACIARE IL CROCIFISSO TUTTI I GIORNIAi bambini viene infatti insegnato a baciare con reverenza il crocifisso tutti i giorni e a ringraziare il Signore per la giornata trascorsa prima di andare a letto. I bambini vanno a dormire sapendo che Gesù li tiene tra le braccia e che non c'è nulla da temere. Le loro paure e le loro differenze scompaiono quando baciano Gesù sulla croce.La famiglia rimane indissolubilmente unita alla croce di Cristo. Si tratta forse di una saggezza che pochi nel nostro mondo moderno riescono a comprendere?Il Catechismo insegna che l'amore dev'essere permanente, altrimenti non è amore vero. Non è un sentimento che va e viene, ma un potere di donazione che sopravvive anche alla fine del sentimento.Nel matrimonio non possiamo dipendere dalle nostre forze umane. Se pensiamo di potere non falliremo. La tentazione invade qualsiasi matrimonio in un modo o nell'altro. Nel giorno del nostro matrimonio è difficile immaginare una situazione in cui tutto non sia perfetto. I giovani cuori sanno a malapena che si stanno imbarcando in un'avventura che raggiungerà le vette più elevate e le valli più profonde, ed è proprio nei momenti trascorsi in queste valli che servirà da parte della coppia uno sforzo eroico per rimanere in carreggiata. A volte sarà anche necessario che uno degli sposi abbia la disciplina mentale necessaria per riportare l'altro nel matrimonio.Chi sta attraversando o ha già attraversato questa situazione riconosce la necessità della grazia per perseverare nella tempesta o nel silenzio. Ci saranno giorni in cui tutto sembrerà perduto, ma allora un momento di vera grazia può rinnovare l'amore e la vitalità nel rapporto, rinnovando anche il vincolo sacramentale. Ed è in questi momenti di seria difficoltà che gli sposi possono mettere in pratica il vero senso di quelle parole, apparentemente profetiche, che ora vengono aggiunte ad alcune cerimonie di matrimonio: "Puoi baciare la croce".Nota di BastaBugie: Vincenzo Merlo nell'articolo seguente dal titolo "Martiri di Siroki Brijeg Frati Minori Francescani" racconta la storia dei martiri di Siroki-Brijeg, il paese di cui parlava l'articolo precedente.Ecco l'articolo completo pubblicato su Santiebeati.it il 20 luglio 2008:Medjugorje, piccolo villaggio della Bosnia-Erzegovina, è conosciuto da tanti fedeli cattolici, soprattutto italiani, per le apparizioni mariane che si susseguono dal 1981. Ai tanti pellegrini che affollano il villaggio può capitare di visitare, nelle vicinanze del paesino, il santuario di Siroki Brijeg, titolato alla Madonna Assunta in Cielo, santuario che costituisce l'autentico vessillo religioso dell'Erzegovina, riconosciuto anche al di fuori dei confini della piccola regione.Quel monastero, vero e proprio scrigno della storia e delle memorie del popolo croato di Erzegovina, fu teatro, il 7 febbraio 1945, di una delle più efferate stragi commesse dai partigiani comunisti locali, eccidio rimasto indelebile nella memoria della gente del luogo nonostante tutti i tentativi, anche violenti, delle autorità comuniste di far dimenticare l'episodio. Il complesso comprendente il santuario, il convento, una scuola e una chiesa, era stato costruito nel 1846 (durante la dominazione turca), grazie alla dedizione di dodici francescani originari dell'Erzegovina e provenienti da Kresevo, in Bosnia. Col passare degli anni, quel luogo era divenuto il simbolo cristiano più importante di tutta l'Erzegovina; per questo motivo un gruppo di partigiani comunisti decise di distruggerlo dalle fondamenta, al fine di sradicare dal cuore del popolo la fede cattolica e la benevolenza e la riconoscenza verso i frati francescani.Arrivati a Siroki Brijeg alle tre del pomeriggio del 7 febbraio 1945, i partigiani trovarono nel monastero trenta religiosi, alcuni dei quali erano professori nel ginnasio adiacente il santuario. Con minacce e bestemmie cercarono di persuadere i frati a lasciare l'abito religioso; al rifiuto di questi, presero i francescani uno ad uno, li portarono fuori dal convento e li uccisero. Testimoni oculari hanno successivamente raccontato che i frati andarono incontro alla morte pregando e cantando le litanie della Madonna. Terminata l'esecuzione i loro corpi furono cosparsi di benzina e bruciati. Non paghi di questo, i partigiani oltraggiarono e cancellarono la scritta sulla pietra invocante Dio e la Madonna, posta sopra l'ingresso del convento, e distrussero la biblioteca, contenente circa 150 mila volumi, che documentavano le tappe della storia e delle sofferenze del popolo croato di Erzegovina.

BarBalcani - Podcast
Il tramonto dell'Erzeg-Bosnia

BarBalcani - Podcast

Play Episode Listen Later Mar 13, 2024 4:25


Marzo '94: l'Accordo di Washington | La nuova Federazione di Bosnia ed Erzegovina | Le pressioni su Slobodan Milošević | L'assedio di Goražde

BarBalcani - Podcast

Febbraio '94: il massacro al mercato di Markale | La reazione della NATO e della Russia al massacro di Sarajevo | Il cessate il fuoco e il progetto di pace tra Croazia e Bosnia ed Erzegovina

BarBalcani - Podcast
Rapporti ambigui

BarBalcani - Podcast

Play Episode Listen Later Jan 10, 2024 5:00


Gennaio '94: la crisi nel campo occidentale | Il dialogo tra Sarajevo e Zagabria | Il bilancio delle vittime della guerra in Bosnia ed Erzegovina

Blokada
Puntata 6 - Costruttori di ponti

Blokada

Play Episode Listen Later Jun 15, 2023 47:38


“Blokada. Sarajevo, la civiltà sotto assedio” è un podcast prodotto da Bottega Errante Edizioni, scritto e raccontato da Andrea Baudino e Giuseppe Modica.La primavera 1992 segna per Sarajevo e per la Bosnia ed Erzegovina l'ora dell'esplosione della guerra: divampa la ferocia della pulizia etnica e le vecchie istituzioni jugoslave create per difendere il popolo, come l'Armata Popolare Jugoslava, ora sono diventate pericoli da cui fuggire. La lunga notte in cui il Paese si è infilato è rischiarata da luminosi esempi di coraggio, altruismo e dedizione come, per esempio, le scelte di Jovan Divjak e quelle di una vasta e frastagliata comunità internazionale di donne e di uomini che decidono di mettere in gioco tutto, anche la propria vita, per chiedere pace subito. In voceIn via del tutto eccezionale, Marco Cortesi, cui va un enorme grazie da parte di tutta la produzione, si è alternato in voce con gli autori.Post produzione e sound design Giuseppe ModicaEffetti audioPrelevati, su licenza Creative Commons, da archivio Freesound:StragetCGEffexCraigsmithNicStageKieranKeeganIenbaStrangehorizonSonsdebarcelonaJusebagoDeleted_user_7146007AdrianoAnjosSupersplat1Ospiti Sabina LangerAgostino ZanottiMusica“Inat” è il tema musicale originale composto da Christian Trapani per la sigla di Blokada.Dirty rescue - Christian TrapaniTemi musicali prelevati dalla YouTube Audio Library copyright free:- Danger Snow - Dan Henig- Tak - Bobby Richards- The Stoic and the Sailor - Unicorn Heads- URL Melt - Unicorn Heads- Vital Whales - Unicorn Heads- A Mystical Experience - Unicorn Heads- All This Useless Beauty - Jeremy Black- Digital Secrets - Unicorn Heads- Cosmic Drift – DivKid- Drone Home - Jeremy Black- Everywhere You Know - Jeremy Black- Into It - Kwon- Yoga Style - Chris Haugen- Ocean View - Patrick Patrikios- RhythmOrganyzer - Noir Et Blanc VieConsulenza storica e linguisticaLeonardo Barattin e Associazione Viaggiare i Balcani

Radio 32 - La Radio cha Ascolta
Dica 32 Live: Salute Negata (19/5/2023)

Radio 32 - La Radio cha Ascolta

Play Episode Listen Later May 19, 2023 107:58


Nella puntata di oggi torniamo a parlare del diritto alla salute delle persone migranti. Parliamo dell'utilizzo inappropriato di psicofarmaci nei Centri per il Rimpatrio, rivelato da una recente inchiesta che ha messo in luce il loro utilizzo arbitrario ed eccessivo, senza una presa in carico adeguata. Ne parliamo con uno degli autori dell'inchiesta che ha raccolto i dati di questo fenomeno inquietante. Luca Rondi (Biella, 1995) è giornalista, scrive inchieste e reportage per il mensile Altreconomia, e operatore sociale dello sportello d'accoglienza per vittime di tratta dell'Associazione Gruppo Abele. Autore di "Respinti. Le ‘sporche frontiere' d'Europa, dai Balcani al Mediterraneo" (2022) con Duccio Facchini, per Altreconomia.E parliamo delle riammissioni informali sulla frontiera con la Slovenia, già dichiarate illegittime dal tribunale di Roma. L'espressione burocratica delle “riammissioni” si riferisce in realtà a veri e propri respingimenti a catena, illegali, di persone, richiedenti asilo inclusi, spostate e scaricate nell'arco di poche ore in Bosnia ed Erzegovina.Ne parliamo con il dott. Gianfranco Schiavone, che ci racconta l'esperienza delle persone espulse illegalmente con questo sistema nel 2020, che hanno avuto il coraggio di denunciare quanto successo nel film ‘Trieste è bella di notte' di Andrea Segre. Nella seconda ora, ci facciamo una chiacchierata con Francesco D'Ascania tra psicologia, cecità e pregiudizi.Il tutto inframmezzato da tanta musica e altri contributi. Buon ascolto!

Blokada
Puntata 2 - Lo spirito di Sarajevo

Blokada

Play Episode Listen Later Apr 20, 2023 26:28


“Blokada. Sarajevo, la civiltà sotto assedio” è un podcast prodotto da Bottega Errante Edizioni, scritto e raccontato da Andrea Baudino e Giuseppe Modica.Primavera 1992, Bosnia ed Erzegovina. Il referendum sull'indipendenza del Paese dalla Jugoslavia sancisce il distacco da Belgrado e spinge Sarajevo al centro di una tempesta perfetta. Prima di sprofondare nel baratro, la capitale bosniaca vive decenni di prospero sviluppo culturale ed economico. Il successo eccezionale delle quattordicesime Olimpiadi invernali dell'84, organizzate a Sarajevo, diffondono nel mondo l'immagine di una città florida, moderna ed accogliente. Solo otto anni dopo, a un minuto dall'apocalisse, per le vie del centro cittadino si dice “rata neće biti” – la guerra non ci sarà – e invece…Post produzione e sound design Giuseppe ModicaEffetti audioPrelevati, su licenza Creative Commons, da archivio Freesound:HantorioZmobieOspiti Paola MagoniAzra NuhefendićKanita FočakSemir FazlagićGigi RivaMusica“Inat” è il tema musicale originale composto da Christian Trapani per la sigla di Blokada.Dirty rescue - Christian TrapaniTrinitalia - Christian TrapaniTemi musicali prelevati dalla YouTube Audio Library copyright free:- Dangerous Toys - SefChol- Dreams Electric - Geographer- June - Bobby Richards- Final Boss - Myuu- Landing - Godmode- Traversing - Godmode- Six Seasons - Unicorn Heads- Wolf Moon - Unicorn Heads- Drifting at 432 Hz - Unicorn Heads- Under The Rug - Density & Time- Sao Meo - Doug Maxwell, Zac Zinger- Maestro Tlakaelel - Jesse GallagherConsulenza storica e linguisticaLeonardo Barattin e Associazione Viaggiare i Balcani

BarBalcani - Podcast
Firmato col sangue

BarBalcani - Podcast

Play Episode Listen Later Mar 8, 2023 5:14


Marzo '93: il dramma di Cerska e Srebrenica | La firma della mappa della Bosnia ed Erzegovina secondo il Piano Vance-Owen | L'Operazione Deny Flight

BarBalcani - Podcast
Sogni diplomatici infranti

BarBalcani - Podcast

Play Episode Listen Later Jan 11, 2023 4:22


Gennaio '93: il Piano Vance-Owen | Le reazioni e il fallimento del Piano di pace | Le ostilità in Bosnia ed Erzegovina e in Crozia

Emozioni in viaggio
Viaggio culturale in Bosnia ed Erzegovina

Emozioni in viaggio

Play Episode Listen Later Aug 30, 2022 21:41


Nono episodio del nuovo format in cui racconto le vicende più significative dei viaggi che ho compiuto! Oggi ti parlo del primo viaggio davvero culturalmente formativo in Bosnia ed Erzegovina. A 17 anni sono andato in gita scolastica per conoscere ed ammirare coi miei occhi la storia della guerra in Bosnia dividendo il viaggio in tre tappe: tra Mostar, Sarajevo e Tuzla. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/alex-negrini/message

BarBalcani - Podcast
Sarajevo sotto assedio

BarBalcani - Podcast

Play Episode Listen Later Apr 13, 2022 4:24


Aprile '92: l'assedio di Sarajevo | Fuoco sui manifestanti | La pulizia etnica in Bosnia ed Erzegovina

BarBalcani - Podcast
È finito il tempo del caffè

BarBalcani - Podcast

Play Episode Listen Later Jan 12, 2022 3:34


Gennaio '92: il riconoscimento internazionale di Slovenia e Croazia | Le divisioni in Bosnia ed Erzegovina alla vigilia del referendum d'indipendenza | Un esercito pronto all'azione

Io Non Mi Rassegno
Vittoria dei contadini, ritirata la riforma dell'agricoltura indiana - Io Non Mi Rassegno #413

Io Non Mi Rassegno

Play Episode Listen Later Nov 22, 2021 16:16


L'#India, a sorpresa, decide di revocare le tre contestatissime #leggisull'agricoltura, che avevano dato vita alla più grande protesta della storia, portata avanti per oltre un anno da milioni di #contadini. Intanto nei Balcani la Bosnia-Erzegovina soffre di un'instabilità sempre più endemica, con venti di guerra che tornano a soffiare sulla regione, per ora solo a parole, ma con un clima che si fa sempre più pesante.Tutte le notizie qui: https://www.italiachecambia.org/rassegna-stampa/vittoria-contadini-riforma-agricoltura-indiana/

BarBalcani - Podcast
Novantun giorni di assedio

BarBalcani - Podcast

Play Episode Listen Later Nov 10, 2021 3:59


Novembre '91: la resa di Vukovar | Il primo intervento ONU | Le fratture della Bosnia ed Erzegovina

Voce dal Mondo
11. Il futuro della Bosnia passa dalle api

Voce dal Mondo

Play Episode Listen Later Oct 7, 2021 11:48


A ventisei anni dallo storico accordo di Dayton, la Bosnia ed Erzegovina si trova oggi ad essere in uno stato di continua transizione. Permangono infatti nel paese i segni del terribile conflitto degli anni 90'. Le bombe inesplose disperse su tutto il territorio preoccupano i bosniaci che intravedono in esse le orrende violenze subite. Eppure proprio da questo problema endemico potrebbe nascere la soluzione a buona parte dei problemi dello stato. In tal senso, infatti, I professori dell'Università di Banja Luka hanno ideato un nuovo sistema di sminamento che prevede l'utilizzo di api al posto dei cani. Un progetto avviato dai bosniaci con la collaborazione dei croati che potrebbe riscrivere i rapporti tra i due stati, tradizionalmente nemici. Da Banja Luka infatti potrebbe partire una svolta geopolitica che potrebbe interessare tutti gli stati dei Balcani. Ne parliamo con l'esperta di relazioni internazionali bosniache, Aleksandra Babić.

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Gino Strada, morte di un ambasciatore di pace | 14/08/2021 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Aug 14, 2021 1:51


A cura di Daniele Biacchessi  Gino Strada ripeteva spesso una frase di Albert Einstein: "La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire". Il fondatore di Emergency aveva ragione, lui che aveva assistito le vittime dei conflitti e aperto ospedali dove nessuno osava andare. Anche in Afghanistan, dove in queste ore i talebani stanno marciando verso la capitale Kabul. Una vocazione alla pace con una missione non scritta, non codificata: essere un ambasciatore di quelle tante, troppe persone che non hanno mai voce. Perché le guerre che combatteva sul campo Gino Strada, sono quelle che colpiscono e uccidono soprattutto i civili. Non c'è luogo al mondo in cui Strada non avesse operato, portando un vento di pace e umanità. Con il Comitato internazionale della Croce Rossa si recò in varie zone di conflitto: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina. Proprio questa esperienza sul campo lo aveva portato a fondare Emergency, la onlus per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo: assistenza gratuita a milioni di pazienti in 18 Paesi del mondo tra cui Iraq, Afghanistan, Cambogia, Serbia, Eritrea, Sierra Leone, Sudan, Algeria, Angola, Palestina, Nicaragua e Sri Lanka. Oggi senza Gino Strada siamo più soli. Se ne va una voce e una coscienza critica, soprattutto un uomo straordinario dalle idee coraggiose che ha saputo, giorno dopo giorno, coniugare le parole in fatti concreti. Ascolta "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Gino Strada, morte di un ambasciatore di pace | 14/08/2021 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Aug 14, 2021 1:51


A cura di Daniele Biacchessi  Gino Strada ripeteva spesso una frase di Albert Einstein: "La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire". Il fondatore di Emergency aveva ragione, lui che aveva assistito le vittime dei conflitti e aperto ospedali dove nessuno osava andare. Anche in Afghanistan, dove in queste ore i talebani stanno marciando verso la capitale Kabul. Una vocazione alla pace con una missione non scritta, non codificata: essere un ambasciatore di quelle tante, troppe persone che non hanno mai voce. Perché le guerre che combatteva sul campo Gino Strada, sono quelle che colpiscono e uccidono soprattutto i civili. Non c'è luogo al mondo in cui Strada non avesse operato, portando un vento di pace e umanità. Con il Comitato internazionale della Croce Rossa si recò in varie zone di conflitto: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina. Proprio questa esperienza sul campo lo aveva portato a fondare Emergency, la onlus per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo: assistenza gratuita a milioni di pazienti in 18 Paesi del mondo tra cui Iraq, Afghanistan, Cambogia, Serbia, Eritrea, Sierra Leone, Sudan, Algeria, Angola, Palestina, Nicaragua e Sri Lanka. Oggi senza Gino Strada siamo più soli. Se ne va una voce e una coscienza critica, soprattutto un uomo straordinario dalle idee coraggiose che ha saputo, giorno dopo giorno, coniugare le parole in fatti concreti. Ascolta "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Gino Strada, morte di un ambasciatore di pace | 14/08/2021 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Aug 14, 2021 1:51


A cura di Daniele Biacchessi  Gino Strada ripeteva spesso una frase di Albert Einstein: "La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire". Il fondatore di Emergency aveva ragione, lui che aveva assistito le vittime dei conflitti e aperto ospedali dove nessuno osava andare. Anche in Afghanistan, dove in queste ore i talebani stanno marciando verso la capitale Kabul. Una vocazione alla pace con una missione non scritta, non codificata: essere un ambasciatore di quelle tante, troppe persone che non hanno mai voce. Perché le guerre che combatteva sul campo Gino Strada, sono quelle che colpiscono e uccidono soprattutto i civili. Non c'è luogo al mondo in cui Strada non avesse operato, portando un vento di pace e umanità. Con il Comitato internazionale della Croce Rossa si recò in varie zone di conflitto: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina. Proprio questa esperienza sul campo lo aveva portato a fondare Emergency, la onlus per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo: assistenza gratuita a milioni di pazienti in 18 Paesi del mondo tra cui Iraq, Afghanistan, Cambogia, Serbia, Eritrea, Sierra Leone, Sudan, Algeria, Angola, Palestina, Nicaragua e Sri Lanka. Oggi senza Gino Strada siamo più soli. Se ne va una voce e una coscienza critica, soprattutto un uomo straordinario dalle idee coraggiose che ha saputo, giorno dopo giorno, coniugare le parole in fatti concreti. Ascolta "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app

Storie di Geopolitica
Guerra in Bosnia-Erzegovina e assedio di Sarajevo

Storie di Geopolitica

Play Episode Listen Later Jun 11, 2021 33:44


Tra il marzo del 1992 e il dicembre 1995 la Bosnia-Erzegovina venne coinvolta nella devastante dissoluzione jugoslava. Il paese sarebbe diventato teatro degli scontri più feroci delle truppe serbe di Milosevic e croate di Tudjman ai danni della componente religiosa musulmana nel paese. In questo episodio ci si focalizzerà sulle prime fasi della guerra, comprendendo anche l'assedio di Sarajevo (durato 1000 giorni) e la distruzione del ponte di Mostar. ---Fonti:Un ringraziamento speciale all'aiuto di Paolo Arigotti, laureato in Storia Contemporanea, per l'ottimizzazione e l'indicazione delle fonti. Per altre info su Paolo: Facebook.com/paoloarigottiIstagram paolo_arigotti_writerYoutube https://bit.ly/3adusljLa Guerra dei dieci anni (a cura di Alessandro Marzo Magno), Milano, Il Saggiatore, 2015 (saggi):Bassiouni Cherif, Indagine sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia - L'operato della commissione di esperti del consiglio di sicurezza e il suo rapporto finale, Milano, Giuffrè, 1997.Pirjevec Joze, Le Guerre Jugoslave 1991-1999, Torino, Einaudi, 2014;Articoli giornalistici:Ansa.it, "Il rapporto serbo bosniaco nega massacro di Srebrenica" del 3 settembre 2002;Bettiza Enzo, "Intervista a Kohl e Mitterand", La Stampa del 13 marzo 1992; Lanaro Silvio "Dove comincia la nazione? Discutendo con Gellner e Hobsbawn" in Le Frontiere del sociale, Rivista Meridiana n. 11-12 del 1991;Corti Andreas e Turri Jacopo "I serbi hanno vinto la prima parte della guerra, ora comincia la seconda. E diventa possibile un conflitto generalizzato", pubblicata inwww.limesonline.com/cartaceo/se-finiamo-nel-pantano-jugoslavo?prv=truedel 3 giugno 1995; Ricard Paul, "Bosnia, un milione di profughi torna a casa", settimanale Vita del 21 settembre 2004 - www.vita.it/it/article/2004/09/21/bosnia-onu-un-milione-di-profughi-tornati-a-casa/37448/; "Jugoglavia: morte di una nazione", RAI3, anno 1999: Condotto da Andrea Purgatori, con ospiti in studio, tra gli altri, Enzo Bettiza, Paolo Mieli e Miriam Mafai.), reperibile tramite il seguente link: www.youtube.com/watch?v=gs6qQnqP1fo.

Flagged
Ep. 24-Bosnia ed Erzegovina

Flagged

Play Episode Listen Later May 21, 2021 8:33


Tre popoli, una bandiera. La bandiera della Bosnia ed Erzegovina è l'esperimento provato dalle Nazioni Unite per provare a creare una coesistenza pacifica fra le diverse etnie della regione dei Balcani. Buon ascolto!

Fino alle otto
Fino alle otto di martedì 06/04/2021

Fino alle otto

Play Episode Listen Later Apr 6, 2021 67:02


Il risveglio di Popolare Network, l'edicola. La rubrica accadde oggi a cura di Elena Mordiglia: 6 aprile 1992 - Guerra in Bosnia ed Erzegovina: durante l'assedio di Sarajevo le forze militari serbe iniziano il bombardamento della città. Il brano del giorno: B.Santa Ana di Nick Waterhouse. Il processo a Patrick Zaki, ne parliamo con Riccardo Noury di Amnesty Italia

Fino alle otto
Fino alle otto di mar 06/04/21

Fino alle otto

Play Episode Listen Later Apr 6, 2021 67:02


Il risveglio di Popolare Network, l'edicola. La rubrica accadde oggi a cura di Elena Mordiglia: 6 aprile 1992 - Guerra in Bosnia ed Erzegovina: durante l'assedio di Sarajevo le forze militari serbe iniziano il bombardamento della città. Il brano del giorno: B.Santa Ana di Nick Waterhouse. Il processo a Patrick Zaki, ne parliamo con Riccardo Noury di Amnesty Italia

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Linee d'ombra
Sotto assedio

Linee d'ombra

Play Episode Listen Later Apr 5, 2021


Il 5 aprile del 1992, durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina, inizia l'assedio di Sarajevo, il più lungo assedio nella storia bellica della fine del XX secolo, protrattosi fino al 29 febbraio del 1996. Nel Paese sono ancora presenti i segni della guerra di quegli anni, come a Bihac, cittadina bosniaca al confine con la Croazia. Qui si affollano i profughi che, risalendo la rotta balcanica, cercano di superare la loro linea d'ombra, il confine con l'Europa orientale. Alcuni di questi arrivano a Trieste, la città dove vive Elena. La storia della nostra ascoltatrice racconta proprio di un viaggio fatto a ritroso, fino al campo profughi di Bihac: per guardare quello che, per lei, l'Europa non vuole vedere; e per esprimere in modo discreto la sua indignazione portando un sacco pieno di calzini. Nella seconda parte vi raccontiamo la storia di Vasilij Zaitsev, il cecchino più famoso di sempre. Durante la seconda guerra mondiale, mentre Leningrado è sotto assedio, a Stalingrado Zaitsev combatte contro le forze tedesche e alleate e, con la sua mira infallibile, contribuisce a liberare la città. Playlist Refugee - Tom Petty Refugees - The TearsGo - Pearl JamStalin' Wasn't Stallin' - The Golden Gate QuartetThe Outsider - A Perfect CircleBombs Away - The Police

Cominciamo Bene - Le interviste
Cosa succede lungo la rotta balcanica - Intervista a Gianfranco Schiavone

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Jan 14, 2021 8:23


Il 23 dicembre 2020 un incendio distruggeva il campo profughi di Lipa, in Bosnia ed Erzegovina. Molte persone si erano viste costrette a passare le notti invernali nelle foreste intorno al campo abbattuto.Da allora ben poco è cambiato. L'esercito bosniaco ha montato tende provvisorie e alcuni gabinetti chimici, ma le condizioni di vita restano molto degradate.La situazione di Lipa sembra andare verso una soluzione che in realtà una soluzione non è. La situazione verrà probabilmente riassorbita nel silenzio, così come accade ormai da anni per i campi profughi in Bosnia. Una crisi annunciata da tempo, insomma, ma non gestita con gli strumenti adatti.Le politiche europee di respingimenti o di confinamento dei migranti nei primi Paesi di arrivo sembrano rendere invisibili le persone che si muovono lungo la rotta balcanica.Questi fenomeni sono sintetizzati nella seconda edizione del dossier La rotta balcanica. I migranti senza diritti nel cuore dell’Europa. L'analisi, curata dalla rete RiVolti ai Balcani, verrà presentata il 16 gennaio 2021 in diretta streaming.Ne parla Gianfranco Schiavone, giurista e vicepresidente di ASGI.

Annalisa Catapano
In Bosnia e Erzegovina è in corso un'emergenza sanitaria

Annalisa Catapano

Play Episode Listen Later Jan 12, 2021 3:00


Goalspeaker 2.0 - Radio Statale
La primavera di Sarajevo: l'Italia conquista la Final Four di Nations League

Goalspeaker 2.0 - Radio Statale

Play Episode Listen Later Nov 20, 2020 32:37


L'Italia non smette di macinare risultati e, superando per 2-0 la Bosnia ed Erzegovina, si guadagna l'accesso alla Final Four di Nations League. La fame di goal di Andrea Belotti e la tecnica sopraffina di Domenico Berardi hanno condotto gli azzurri nell'Olimpo del calcio continentale in compagnia di Spagna, Francia e Belgio. L'abbondanza venutasi a creare negli ultimi mesi sarà ora un fattore decisivo per il commissario tecnico Roberto Mancini che dovrà seguire attentamente il campionato per scegliere i 23 da condurre al prossimo Europeo.

Kolektiv znanja sa Anisom Šerak
Ep 1a. Solidarietà dell'Italia con la Bosnia ed Erzegovina durante la pandemia

Kolektiv znanja sa Anisom Šerak

Play Episode Listen Later Nov 19, 2020 48:24


Episode recorded at the beginning of October 2020. with translation on Italian language ___ Ekipa Kolektiva znanja: Produkcija: Digitalni dom kulture Organizacija: Zoran Ivančić Kamera/montaža: Alen Vejzagić Audio: Alan Omerović --- Web: www.dedeka.ba Facebook DDK: https://www.youtube.com/redirect?event=video_description&redir_token=QUFFLUhqbFJ4bEVMbVZsblRDNW1LQVdsNk1mWnRUcEd0QXxBQ3Jtc0trVmprOHV0dTQ0WWpPTGJZVWJjVVBqNDBOVkFCeThhS1IyWGlDWGsycld0WG9fTVJwM3ZzTVd3Wl9aUHZmcmEwY3MyZlVlS3JDTjBxZm1vSXlsSHBLcXY3YVZ3cXhQZkhnMkN1ZGpVNFJ3V3N3dkdMMA&q=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FDigitalni-Dom-Kulture-DDK-101965038039184%2F (https://www.facebook.com/Digitalni-Do...) Instagram KZ: https://www.youtube.com/redirect?event=video_description&redir_token=QUFFLUhqbmZka3VUNFNmSG1CeDJ0YWFjUnI0ZFREZUJpd3xBQ3Jtc0ttYmp0OFpXX0NVUTU0bHlNZnhuLWtUQ1QtdmpOSm4xNm02R1JpUlVzU19Dazl0SXowQUFIOGlsTmVGLWN1Q2M2U3dDakZvck5jRlJoR0FRUy1ReVRGV05fbnZWQUJVSzJLWEhSLTIwQVFyN1lZbXA1cw&q=https%3A%2F%2Fwww.instagram.com%2Fkolektiv_znanja%2F (https://www.instagram.com/kolektiv_zn...) Prijavite se na naš YT kanal: https://www.youtube.com/channel/UCrEV82iPNs9D21EsvMGJcLA (https://www.youtube.com/channel/UCrEV82iPNs9D21EsvMGJcLA) Podcast audio kanali: Podcast rs: https://podcast.rs/show/kolektiv-znanja/ (https://podcast.rs/show/kolektiv-znanja/) Apple podcast: https://podcasts.apple.com/us/podcast/kolektiv-znanja-sa-anisom-%C5%A1erak/id1541333149 (https://podcasts.apple.com/us/podcast/kolektiv-znanja-sa-anisom-šerak/id1541333149) Spotify: https://open.spotify.com/show/1UY6dPu0MqYrs46vxub92M?si=dOxquW7YTPyEZ4wZhrji5g&dl_branch=1 (https://open.spotify.com/show/1UY6dPu0MqYrs46vxub92M?si=dOxquW7YTPyEZ4wZhrji5g&dl_branch=1) Deezer: https://www.deezer.com/en/show/1994852 (https://www.deezer.com/en/show/1994852) Google podcast: https://podcasts.google.com/feed/aHR0cHM6Ly9mZWVkcy5jYXB0aXZhdGUuZm0va29sZWt0aXYtem5hbmphLWEtc2VyYWs (https://podcasts.google.com/feed/aHR0cHM6Ly9mZWVkcy5jYXB0aXZhdGUuZm0va29sZWt0aXYtem5hbmphLWEtc2VyYWs) Captivate: https://kolektiv-znanja-a-serak.captivate.fm/ (https://kolektiv-znanja-a-serak.captivate.fm) TuneIn: https://tunein.com/podcasts/Education-Podcasts/Kolektiv-znanja-p1385026/ (https://tunein.com/podcasts/Education-Podcasts/Kolektiv-znanja-p1385026/) Amazon podcast: https://www.amazon.com/Kolektiv-znanja-sa-Anisom-%C5%A0erak/dp/B08JJSF6WJ (https://www.amazon.com/Kolektiv-znanja-sa-Anisom-Šerak/dp/B08JJSF6WJ) Listen Notes: https://www.listennotes.com/fr/podcasts/kolektiv-znanja-sa-anisom-%C5%A1erak-digitalni-l3im6uHkBpS/ (https://www.listennotes.com/fr/podcasts/kolektiv-znanja-sa-anisom-šerak-digitalni-l3im6uHkBpS/) Podcast Guru: https://app.podcastguru.io/podcast/kolektiv-znanja-sa-anisom-serak-1541333149 (https://app.podcastguru.io/podcast/kolektiv-znanja-sa-anisom-serak-1541333149)

Calcio In Pillole
#48 - Italia, le combinazioni per accedere alle Final Four di Nations League

Calcio In Pillole

Play Episode Listen Later Nov 18, 2020 3:34


L'Italia questa sera affronta a Sarajevo la Bosnia ed Erzegovina nell'ultima giornata della Nations League. Gli Azzurri al momento si trovano in testa alla classifica del Gruppo 1 della Lega A con 9 punti, uno in più dell'Olanda e due in più della Polonia. Chi fra queste tre Nazionali occuperà il primo posto al termine degli ultimi 90 minuti conquisterà l'accesso alla Final Four della manifestazione. Calcio In Pillole è il podcast della redazione di Calcio In Pillole. Seguiteci sui social oppure sul nostro sito calcioinpillole.com per tutti gli aggiornamenti su questa e altre notizie dal mondo del calcio. E se questa puntata vi è piaciuta condividetela con i vostri amici e iscrivetevi al nostro canale per restare aggiornati su tutte le uscite.

Cominciamo Bene - Le interviste
L'importanza della rotta balcanica - Intervista a Silvia Maraone

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Sep 21, 2020 12:29


In Italia parlare di migrazioni significa molto spesso concentrarsi sugli arrivi dalle coste africane, o al più raccontare delle isole greche dell'Egeo. Eppure, c'è un'altra importante e molto frequentata via di accesso all'Europa, ed è quella che si snoda tra i Balcani: dalla Grecia alla Macedonia, poi Serbia, Bosnia ed Erzegovina fino ad arrivare in Croazia e infine in Italia.Uno dei più grandi campi per i migranti in Bosnia è quello di Bihać, nel cantone di Una-Sana, che accoglie circa 1.500 persone. La prospettiva è di uno smantellamento del campo, ma resta l'interrogativo su quale sarà il destino delle persone ospitate.Intanto, le autorità cantonali di Una-Sana hanno imposto regole sempre più stringenti per le persone migranti, anche in violazione del diritto internazionale: non potranno più utilizzare mezzi pubblici o taxi, non potranno più registrarsi per l'accesso ai campi. Strutture abbandonate e fatiscenti e boschi stanno diventando i ripari più comuni per queste persone, ora anche attaccate dalla polizia e dalla popolazione bosniaca.L'intera situazione può riflettere innanzitutto alcune fragilità interne della Bosnia stessa. Ulteriori chiusure e inasprimenti delle norme è difficile che porteranno a una riduzione dei flussi di persone in transito: la rotta balcanica manterrà ancora la sua importanza.Ne parla Silvia Maraone, coordinatrice dei progetti lungo la rotta balcanica di IPSIA, l’Istituto Pace Sviluppo Innovazione ACLI.

Cominciamo Bene - Le interviste
L'importanza della rotta balcanica - Intervista a Silvia Maraone

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Sep 21, 2020 12:29


In Italia parlare di migrazioni significa molto spesso concentrarsi sugli arrivi dalle coste africane, o al più raccontare delle isole greche dell'Egeo. Eppure, c'è un'altra importante e molto frequentata via di accesso all'Europa, ed è quella che si snoda tra i Balcani: dalla Grecia alla Macedonia, poi Serbia, Bosnia ed Erzegovina fino ad arrivare in Croazia e infine in Italia.Uno dei più grandi campi per i migranti in Bosnia è quello di Bihać, nel cantone di Una-Sana, che accoglie circa 1.500 persone. La prospettiva è di uno smantellamento del campo, ma resta l'interrogativo su quale sarà il destino delle persone ospitate.Intanto, le autorità cantonali di Una-Sana hanno imposto regole sempre più stringenti per le persone migranti, anche in violazione del diritto internazionale: non potranno più utilizzare mezzi pubblici o taxi, non potranno più registrarsi per l'accesso ai campi. Strutture abbandonate e fatiscenti e boschi stanno diventando i ripari più comuni per queste persone, ora anche attaccate dalla polizia e dalla popolazione bosniaca.L'intera situazione può riflettere innanzitutto alcune fragilità interne della Bosnia stessa. Ulteriori chiusure e inasprimenti delle norme è difficile che porteranno a una riduzione dei flussi di persone in transito: la rotta balcanica manterrà ancora la sua importanza.Ne parla Silvia Maraone, coordinatrice dei progetti lungo la rotta balcanica di IPSIA, l’Istituto Pace Sviluppo Innovazione ACLI.

Kiosk
S02E29 - I partigiani italiani in Montenegro, l'eroe polacco della Vienna assediata

Kiosk

Play Episode Listen Later Apr 30, 2020 34:53


Cominciamo Bene - Le interviste
Un premio Nobel discusso - Intervista a Alfredo Sasso

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Oct 11, 2019 9:55


L'attribuzione del premio Nobel per la letteratura 2019 a Peter Handke ha destato qualche perplessità e molte polemiche, in particolare in alcuni Paesi dell'ex-Jugoslavia. Handke, infatti, è noto per le sue dichiarazioni su Slobodan Milošević, accusato di crimini contro l'umanità per operazioni di pulizia etnica in Croazia, Bosnia ed Erzegovina e Kosovo. La questione è però forse più ampia. La scelta di premiare Handke può essere figlia di un tempo in cui riemerge un certo revisionismo storico.Ne parla Alfredo Sasso, co-conduttore di Kiosk, e ricercatore e collaboratore di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa.

Cominciamo Bene - Le interviste
Un premio Nobel discusso - Intervista a Alfredo Sasso

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Oct 11, 2019 9:55


L'attribuzione del premio Nobel per la letteratura 2019 a Peter Handke ha destato qualche perplessità e molte polemiche, in particolare in alcuni Paesi dell'ex-Jugoslavia. Handke, infatti, è noto per le sue dichiarazioni su Slobodan Milošević, accusato di crimini contro l'umanità per operazioni di pulizia etnica in Croazia, Bosnia ed Erzegovina e Kosovo. La questione è però forse più ampia. La scelta di premiare Handke può essere figlia di un tempo in cui riemerge un certo revisionismo storico.Ne parla Alfredo Sasso, co-conduttore di Kiosk, e ricercatore e collaboratore di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa.

Cominciamo Bene - Le interviste
La rotta balcanica resta aperta - Silvia Maraone

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Mar 25, 2019 10:11


La rotta balcanica aveva segnato il 2015, con oltre un milione di persone, soprattutto siriane, che era passato dalla Turchia e poi dalla Grecia verso nord. Quella rotta venne chiusa, o così è stato annunciato, il 18 marzo 2016, con un accordo con la Turchia.Secondo diversi rapporti sulla situazione della rotta balcanica, tra cui uno dell'Unhcr, in realtà quasta non si è mai chiusa: nello scorso anno, dopo la chiusura della rotta mediterranea, la percorrenza è stata ancora maggiore che negli anni precedenti. La sola Bosnia ed Erzegovina avrebbe registrato il passaggio di almeno 24.000 persone. Il percorso non è in realtà meno pericoloso di altri, i rischi restano comunque alti, e a questi si aggiungono le violenze da parte della polizia di frontiera croata.L'intera rotta sembra rappresentare il fallimento dell'Europa nel garantire i diritti a chi chiede asilo. Il tema delle migrazioni si fa tanto più forte man mano che ci si avvicina alle elezioni europee del 26 maggio.Ne parla Silvia Maraone, coordinatrice dei progetti lungo la Balkan Route per Caritas e Ipsía.

Cominciamo Bene - Le interviste
La rotta balcanica resta aperta - Silvia Maraone

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Mar 25, 2019 10:11


La rotta balcanica aveva segnato il 2015, con oltre un milione di persone, soprattutto siriane, che era passato dalla Turchia e poi dalla Grecia verso nord. Quella rotta venne chiusa, o così è stato annunciato, il 18 marzo 2016, con un accordo con la Turchia.Secondo diversi rapporti sulla situazione della rotta balcanica, tra cui uno dell'Unhcr, in realtà quasta non si è mai chiusa: nello scorso anno, dopo la chiusura della rotta mediterranea, la percorrenza è stata ancora maggiore che negli anni precedenti. La sola Bosnia ed Erzegovina avrebbe registrato il passaggio di almeno 24.000 persone. Il percorso non è in realtà meno pericoloso di altri, i rischi restano comunque alti, e a questi si aggiungono le violenze da parte della polizia di frontiera croata.L'intera rotta sembra rappresentare il fallimento dell'Europa nel garantire i diritti a chi chiede asilo. Il tema delle migrazioni si fa tanto più forte man mano che ci si avvicina alle elezioni europee del 26 maggio.Ne parla Silvia Maraone, coordinatrice dei progetti lungo la Balkan Route per Caritas e Ipsía.

Kiosk
S01E19 - Un ricordo di Luca Rastello, i Giusti e la memoria

Kiosk

Play Episode Listen Later Feb 28, 2019 73:42


Il viaggio ad est di Kiosk continua, con una puntata che ci porterà dalla Slovacchia alla ex Jugoslavia, dall'Albania fino al Nagorno Karabakh. Una puntata che dedichiamo alla memoria dello scrittore Luca Rastello, scomparso nel 2015. Un Giusto del nostro tempo, che andremo a scoprire nell'ultima parte della puntata.Il 6 marzo ricorrerà la Giornata dei Giusti, riconosciuta dal Parlamento europeo e da quello italiano. Figure come Schindler e Perlasca, che si sono opposte ai genocidi, ma anche figure straordinarie come Rastello che hanno lottato in nome dell'umanità, andando contro corrente. Oggi i brani di Kiosk sono tutti legati a lui. I pezzi sono stati scelti da Andrea Rossini, giornalista della RAI, collega e amico di Rastello, in un omaggio musicaleIl 21 febbraio di un anno fa, il reporter slovacco Ján Kuciak, classe 1990, veniva assassinato insieme alla sua fidanzata. Per questo duplice omicidio, la magistratura slovacca ha arrestato tre uomini e una donna, attualmente detenuti. Diverse organizzazioni di giornalismo investigativo, insieme all'Investigative Center of Ján Kuciak e al centro di giornalismo investigativo IRPI, che con Kuciak avevano lavorato a un'inchiesta sulle infiltrazioni della Ndrangheta in Slovacchia, hanno continuato a indagare su questa storia. Fra questi, anche Lorenzo Bagnoli, che abbiamo intervistato. Nella guerra per la verità in Bosnia Erzegovina, quella che si combatte con altri mezzi a ventitré anni dalla fine del conflitto armato, sta per iniziare una nuova battaglia. Il 7 febbraio, La Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba della Bosnia ed Erzegovina, ha ufficialmente nominato i membri di due commissioni internazionali, una dedicata alle sofferenze di tutti i popoli nell'area di Srebrenica nel 1992-95, e l'altra sulle sofferenze della popolazione serba di Sarajevo nel 1991-95. Un revisionismo, denunciato da più parti, che pare essere supportato a livello internazionale da frange importanti dell'estrema destra. A questo tema il nostro Alfredo Sasso ha dedicato di recente un articolo sul sito Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa. Ce ne ha parlatoNon un solo ebreo, si ritiene, fu consegnato al nazismo in Albania, in un esempio straordinario di abnegazione e coraggio che ha avuto pochi corrispettivi in Europa. Il giornalista Matteo Tacconi, che abbiamo intervistato, ci ha raccontato una vicenda straordinaria e poco conosciuta, da lui ricostruita con un lavoro sul campo. Un racconto che affonda le sue radici in una nazione multireligiosa e dove il dialogo e la cooperazione fra le diverse fedi ha una tradizione antica e, ancora oggi, assai viva.Scrittore e giornalista, cooperante e intellettuale, la figura di Luca Rastello, scomparso nel 2015, è un riferimento imprescindibile per la nostra redazione. Una figura di altissimo profilo morale, scrittore fra i migliori degli ultimi decenni, ma anche un pensatore provocatorio e tagliente, chirurgico nell'indagare le contraddizioni del nostro tempo. Per conoscerlo meglio, abbiamo intervistato Andrea Rossini, suo collega e amico, che ci ha fornito un commosso ricordo di questo intellettuale straordinario.PLAYLIST• Bob Dylan - One More Cup of Coffee | https://www.youtube.com/watch?v=CB1Yq4zVC70• John Coltrane - Summertime | https://www.youtube.com/watch?v=NEftw9o1joo• Dino Merlin - Godinama | https://www.youtube.com/watch?v=OBUhFP-s9xU• Mostar Sevdah Reunion - Emina | https://www.youtube.com/watch?v=xo5yhnrum9A• Bijelo Dugme - Lipe Cvatu | https://www.youtube.com/watch?v=fYhaNlG4Fg8

Crucchi o Terroni siamo tutti Fannulloni
20: vidimo se a Sarajevo, ovvero la puntata con Adriano

Crucchi o Terroni siamo tutti Fannulloni

Play Episode Listen Later Nov 25, 2018 61:21


Il 7 ottobre ci sono state le elezioni generali in Bosnia ed Erzegovina: cosa ce ne frega a noi? E perché si sapeva già che le cose non sarebbero cambiate gran chè? Come funziona il complicatissimo sistema politico e amministrativo del paese e insomma, cosa ci fa metà della popolazione della Bosnia Erzegovina all’estero!? Ce ne occupiamo con Adriano da Sarajevo che ci darà nelle rubriche qualche dritta su meravigliosi laghi e bunker storici nella zona e ci spiegherà perché tra Sarajevo e Velletri ci si capisce abbastanza bene. Nella prossima puntata parleremo con Simona di come si diventa scrittori o in questo caso scrittrici! Alla prossimaaaaa Shownotes: Potete discutere della puntata sulla nostra pagina facebook: http://bit.ly/2n4G4xA Per supportare il Podcast andate invece su www.patreon.com/tuttifannulloni Spiegoni soliti del Post sulle elezioni: https://bit.ly/2R77vVc https://bit.ly/2RbfOPW Analisi del voto di Eastjournal: http://www.eastjournal.net/archives/92548 Una spiegazione delle istituzioni: https://bit.ly/2CHjGoh https://bit.ly/2DIWeGI Konjic: http://visitkonjic.com/ La biennale d'arte di Konjic nel bunker di Tito: http://www.bijenale.ba/ Perchè vedere “The West Wing”: https://bit.ly/2PT0Iln Il Podcast su the West Wing: http://thewestwingweekly.com/ La petizione di ValVerde: https://bit.ly/2RHWsT8

Cominciamo Bene - Le interviste
Alfredo Sasso - Vento sovranista in Republika Srpska (Bosnia ed Erzegovina)

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Aug 28, 2018 9:24


Lo scorso 14 agosto Milorad Dodik, il presidente della Sepublika Srpska, entità della Bosnia ed Erzegovina a maggioranza serba, ha chiesto e ottenuto dall'Assemblea di annullare un rapporto ufficiale sul massacro di Srebrenica del 1995, risalente al 2004, nel quale si riconoscevano le responsabilità e la portata di quella che viene spesso ricordata come la peggiore strage in Europa dalla fine della seconda Guerra Mondiale.A poco più di un mese dalle elezioni, previste per il 7 ottobre, l'impressione è che si tratti di un modo per rimarcare la propria posizione in un contesto di partiti etnici che guardano con crescente interesse ai movimenti sovranisti sempre più forti in Europa. Alfredo Sasso, storico e presidente dell'Associazione Most, racconta che «l'attuale presidente, Milorad Dodik, ha intrapreso una svolta autoritaria ormai da diversi anni» e che «iniziò con una linea politica più conciliante, poi via via si è fatto sempre più autoritario e allo stesso tempo con una linea molto più nazionalista e sciovinista di cui vediamo in questi mesi gli elementi più retrogradi anche perché ci troviamo in campagna elettorale».

Cominciamo Bene - Le interviste
Alfredo Sasso - Vento sovranista in Republika Srpska (Bosnia ed Erzegovina)

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Aug 28, 2018 9:24


Lo scorso 14 agosto Milorad Dodik, il presidente della Sepublika Srpska, entità della Bosnia ed Erzegovina a maggioranza serba, ha chiesto e ottenuto dall'Assemblea di annullare un rapporto ufficiale sul massacro di Srebrenica del 1995, risalente al 2004, nel quale si riconoscevano le responsabilità e la portata di quella che viene spesso ricordata come la peggiore strage in Europa dalla fine della seconda Guerra Mondiale.A poco più di un mese dalle elezioni, previste per il 7 ottobre, l'impressione è che si tratti di un modo per rimarcare la propria posizione in un contesto di partiti etnici che guardano con crescente interesse ai movimenti sovranisti sempre più forti in Europa. Alfredo Sasso, storico e presidente dell'Associazione Most, racconta che «l'attuale presidente, Milorad Dodik, ha intrapreso una svolta autoritaria ormai da diversi anni» e che «iniziò con una linea politica più conciliante, poi via via si è fatto sempre più autoritario e allo stesso tempo con una linea molto più nazionalista e sciovinista di cui vediamo in questi mesi gli elementi più retrogradi anche perché ci troviamo in campagna elettorale».

Cominciamo Bene - Le interviste
Lidija Pisker - Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa | Bosnia ed Erzegovina, studenti contro la segregazione | 28-06-2017

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Jun 28, 2017 6:45


Martedì 27 giugno la strage di Srebrenica, che vide il massacro di oltre 8.000 persone tra il 6 e il 25 luglio del 1995, è tornata sui giornali portando con sé una narrazione della Bosnia ed Erzegovina che, ancora oggi, considera il Paese come una realtà irriducibilmente divisa, quasi che la separazione etnica dei suoi cittadini sia incisa nel patrimonio genetico di quell’area dei Balcani occidentali.Eppure, ci sono storie che aiutano a smentire questa lettura e questo approccio “etnico” alla regione. Una di queste arriva dalla cittadina di Jajce, nel cantone della Bosnia centrale, una delle suddivisioni amministrative in cui è divisa la Federazione di Bosnia ed Erzegovina, l’area a maggioranza croato-musulmana del Paese. Proprio grazie a quanto accaduto qui, la scorsa settimana il governo cantonale ha deciso di cancellare il piano, annunciato a giugno 2016, di costruire una nuova scuola secondo la logica dvije škole pod jednim krovom, “due scuole sotto un tetto”, separate quindi su base etnica tra croati e bosniaci.Ce lo racconta Lidija Pisker, giornalista bosniaca dell'Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa.

Cominciamo Bene - Le interviste
Lidija Pisker - Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa | Bosnia ed Erzegovina, studenti contro la segregazione | 28-06-2017

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Jun 28, 2017 6:45


Martedì 27 giugno la strage di Srebrenica, che vide il massacro di oltre 8.000 persone tra il 6 e il 25 luglio del 1995, è tornata sui giornali portando con sé una narrazione della Bosnia ed Erzegovina che, ancora oggi, considera il Paese come una realtà irriducibilmente divisa, quasi che la separazione etnica dei suoi cittadini sia incisa nel patrimonio genetico di quell’area dei Balcani occidentali.Eppure, ci sono storie che aiutano a smentire questa lettura e questo approccio “etnico” alla regione. Una di queste arriva dalla cittadina di Jajce, nel cantone della Bosnia centrale, una delle suddivisioni amministrative in cui è divisa la Federazione di Bosnia ed Erzegovina, l’area a maggioranza croato-musulmana del Paese. Proprio grazie a quanto accaduto qui, la scorsa settimana il governo cantonale ha deciso di cancellare il piano, annunciato a giugno 2016, di costruire una nuova scuola secondo la logica dvije škole pod jednim krovom, “due scuole sotto un tetto”, separate quindi su base etnica tra croati e bosniaci.Ce lo racconta Lidija Pisker, giornalista bosniaca dell'Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa.

Info Esercito svizzero
EUFOR: soldati svizzeri in Bosnia e Erzegovina

Info Esercito svizzero

Play Episode Listen Later May 28, 2014 9:16