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Giovanni De Luna"Un domenica d'aprile"Piazzale Loreto 1945: una fine, un inizioMondadori Editorewww.mondadori.itTutti i cittadini italiani sanno cosa è accaduto a piazzale Loreto, a Milano, nell'aprile del 1945: l'esposizione del cadavere di Mussolini appeso a testa in giù resta come simbolo della fine di un regime e di una guerra, entrambi catastrofici per l'Italia. Ma quel momento e quel luogo non sono solo un simbolo, o un episodio risaputo, e a ottant'anni esatti di distanza Giovanni De Luna riesce a darcene dimostrazione, con una ricostruzione ravvicinata che è insieme un'interpretazione originale. Una ricostruzione ravvicinata, perché il fuoco si stringe sulla città di Milano, il luogo dove era stato fondato il primo Fascio di combattimento nel 1919, dove erano stati fucilati e insepolti i quindici martiri partigiani dell'agosto 1944, dove Mussolini fece il suo ultimo bagno di folla ancora nel dicembre di quell'anno. E perché quella giornata, una domenica d'aprile di festa e di orrore, viene raccontata ora per ora attraverso una miriade di testimonianze "dal basso": diari, fotografie, lettere, ricordi di gente comune. E insieme un'interpretazione originale, perché a piazzale Loreto accadono avvenimenti che esigono di essere compresi, se non giudicati. La folla che fa scempio del cadavere del Duce è la stessa che lo applaudiva al Teatro alla Scala solo qualche mese prima? Come è possibile che si festeggi la fine di un regime violento abbandonandosi alla violenza? Cosa lascia in eredità quel giorno alla rinata Italia? «Pochi giorni dopo, della folla di piazzale Loreto non restavano tracce evidenti se non nella memoria di chi c'era stato. Si respirava ormai un'altra aria. Ancora qualche anno e, come in un gigantesco processo di rimozione collettiva, il ricordo di quella domenica di aprile sembrava già come si fosse inabissato.» Ma rimuovere il passato non è mai senza conseguenze e guardare in faccia la folla di piazzale Loreto resta fondamentale anche nell'Italia di oggi.Giovanni De Luna è stato ordinario di Storia contemporanea all'Università di Torino e ha pubblicato, tra i suoi libri più recenti, La passione e la ragione. Il mestiere dello storico contemporaneo (Bruno Mondadori), La Resistenza perfetta (Feltrinelli 2015). La Repubblica inquieta (Feltrinelli 2017). Con Aldo Agosti, Juventus, storia di una passione italiana, Utet, 2019. Editorialista de La stampa, è autore di fortunate trasmissioni radiofoniche e televisive. È tra i volti di Rai storia ed è membro del Comitato scientifico della Fondazione Feltrinelli.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Chiara Colombini"La resistenza italiana tra guerra e pace. A ottant'anni dalla liberazione"Biennale Democraziawww.biennaledemocrazia.itBiennale DemocraziaGiovedì 27 marzo, ore 15.Teatro Carignano, TorinoLa resistenza italiana tra guerra e pace. A ottant'anni dalla liberazioneChiara Colombini, Carlo Greppi, coordina Silvia Truzzi.In collaborazione con il Polo del '900.La Resistenza vive un cambio generazionale. Se fino a pochi anni fa il filo del racconto univa ancora nonni e nonne (protagonisti diretti) ai nipoti, chi va oggi a scuola non ha conosciuto i testimoni: del ventennio e dei «venti mesi» ha memoria solo indiretta. Non è necessariamente un male: spezzare la «catena» della memoria può aprire a prospettive nuove, meno condizionate. Le ragioni per preoccuparsi, però, non mancano: cresce lo sdoganamento del passato fascista, mentre il 25 aprile si riduce spesso a una celebrazione retorica. Il ricordo di chi sconfisse il fascismo va riempito di nuovo di significato: coriaceo e reale, come lo erano le vite che nella lotta sono andate perdute.Chiara Colombini"Storia passionale della Resistenza italiana"Laterza Editoriwww.laterza.it«Un libro come questo è una novità assoluta. Chiara Colombini ha colmato una lacuna offrendoci una straordinaria storia ‘dal basso' della Resistenza, un suo racconto corale: lettere, diari, carteggi confluiscono in un materiale gonfio di passioni, inquieto, turbolento, che l'autrice padroneggia grazie alla solidità delle sue categorie interpretative.» - Giovanni De Luna, La Stampa«Chiara Colombini fa parte di quella nuova generazione di storici e storiche che hanno ridato lustro e visibilità alla storia della Resistenza.» - Salvatore Cannavò, il Fatto QuotidianoA partire dall'8 settembre del 1943 e fino al 25 aprile del 1945, migliaia di giovani e meno giovani abbandonarono la loro vita abituale, presero le armi e si gettarono in un'avventura che stravolse la loro esistenza. Quali furono i sentimenti e le passioni che li spinsero a fare questa scelta e li sostennero in quei venti mesi?Chiara Colombini lavora presso l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”. Con Aldo Agosti ha curato Resistenza e autobiografia della nazione. Uso pubblico, rappresentazione, memoria (Seb27 2012); con Carlo Greppi, Storia internazionale della Resistenza italiana (Laterza 2024). È inoltre curatrice di: Giulio Bolaffi, Partigiani in Val di Susa. I nove diari di Aldo Laghi (FrancoAngeli 2014); Pedro Ferreira, Diario partigiano (Bollati Boringhieri 2025). È autrice di Anche i partigiani però (Laterza 2021) e Storia passionale della guerra partigiana (Laterza 2023).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Giovanni De Luna (storico) ospite a "Cose di Calcio".
"Cose di Calcio" con Antonio Paolino. Ospiti: Savi Carlone (opinionista), Giovanni De Luna (storico), Domenico Marocchino
Dopo la brutale aggressione ai danni dell'europarlamentare democratico Mathias Ecke (Spd) cresce l'allarme sulla violenza politica in Germania, i dettagli da Giulio Galoppo. Su questa vicenda abbiamo sentito Federico Quadrelli della Spd di Berlino-Brandeburgo. Ricorrono a giugno i 100 anni del delitto Matteotti, uno degli esempi più feroci ed eclatanti di violenza politica, ne parliamo con lo storico Giovanni De Luna. Von Filippo Proietti.
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.Giovanni De Luna"Che cosa resta del Novecento"Utet Libriwww.utetlibri.itNovecento, s.m. Il xx secolo sarà stato un brutto secolo, ma è stato comunque il nostro, quello in cui siamo cresciuti, abbiamo amato, gioito, sofferto. Molte idee che allora ci sembravano fondamentali sono sparite – ma qualcosa resta. E vale la pena interrogarsi su questa eredità.Al mondo ci sono ormai molte persone che nel Novecento non sono nemmeno nate, e ancora di più ve ne sono che conoscono il XX secolo solo per vaghi ricordi di infanzia, infilati nella cronaca dei suoi ultimi decenni. Ma per la maggior parte di noi, il Novecento è stato il secolo in cui non solo si è svolta buona parte della vita, ma anche quello in cui si trovano i punti di riferimento, le culture, gli avvenimenti che strutturano la nostra comprensione del mondo.L'accelerazione continua degli eventi – tra un disastro ambientale che incombe, una pandemia che ci travolge, una guerra che risveglia incubi nucleari che sembravano molto lontani – mette tutti di fronte a un'inquietudine strisciante, dovuta essenzialmente all'impossibilità di conoscere quello che ci sta capitando. Con il rischio di abbandonarsi al disincanto.Giovanni De Luna non ci sta: riesaminare il Novecento, con le sue tragedie, i suoi slanci, i suoi risultati e le sue idee può e deve servire a decidere cosa portarsi nel XXI secolo: non le mappe, che ormai sono datate e inutilizzabili, ma qualche amara lezione e magari qualche valore ancora imprescindibile.Il tentativo di un grande storico contemporaneo di abbracciare con un giro di sguardo il secolo della sua autobiografia, personale e intellettuale, diventa un prezioso vademecum per orientarsi nel presente.Giovanni de Luna ha insegnato Storia contemporanea all'Università di Torino. Firma della “Stampa” e di “Tuttolibri”, ha pubblicato tra gli altri: Il corpo del nemico ucciso (Einaudi, 2006), Le ragioni di un decennio. 1969-1979 (Feltrinelli, 2009), La Repubblica del dolore (Feltrinelli, 2011), La Resistenza perfetta (Feltrinelli, 2015) e La Repubblica inquieta (Feltrinelli, 2017). Per Utet ha pubblicato Juventus. Storia di una passione italiana (con Aldo Agosti, 2019), Il Partito della Resistenza. Storia del Partito d'Azione 1942-1947 (2021) e Cinema Italia. I film che hanno fatto gli italiani (2021).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it
Sergio Mattarella è il più grande ostacolo ai progetti di revisione costituzionale della Destra. Il Presidente della Repubblica con i suoi continui richiami sulla Costituzione, la Resistenza e i valori su cui si fonda la nostra democrazia è diventato di fatto il baluardo più forte di fronte al tentativo della Destra di riscrivere la Storia, cambiare la Carta e imporre un'egemonia culturale che tolga spazio alle altre culture politiche. Di questo abbiamo parlato con lo storico Giovanni De Luna e lo scienziato della Politica Gianfranco Pasquino in questa puntata di Va Pensiero.
1 aprile 2022 - Maurizio Maggiani e Giovanni De Luna
A Bucha, nei dintorni di Kiev, le immagini e i video dei cadaveri di civili ucraini uccisi per strada mostrano la ferocia di cui l'essere umano è capace. Ma anche su questo si apre il dibattito sull'attribuzione della responsabilità, sulla veridicità delle immagini, su cosa è finzione e cosa e realtà. Interviene lo storico Giovanni De Luna.
Davide MaseraSegretario Generale Cgil Cuneo"Cuneo+Cgil=120"www.cgilcuneo.itCuneo+Cgil =120Diritti. Solidarietà. Libertà.Cgil Cuneo festeggia 120 anni di attività e impegno e racconta il lavoro attraverso incontri, concerti, film, libriDal 15 marzo all'11 aprile 2022 Alba, Bra, Cuneo, Fossano, SaluzzoOspiti:Susanna Camusso in dialogo con Barbara SimonelliMaurizio Landini in dialogo con Ezio MauroGli storici Aldo Agosti e Giovanni De Luna e le loro lectiones magistralesAngelo Mastrandrea con il nuovo libro in dialogo con Marco BobbioBandakadabra in concerto120 anni di impegno nella difesa del diritto al lavoro e nella tutela e rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori nel Cuneese. 120 anni dedicati a offrire sostegno, tracciare linee guida nell'intricato panorama economico e sociale, accompagnare nel cammino professionale e nelle rivendicazioni i propri iscritti. Per festeggiare i traguardi raggiunti in questi 120 anni di attività e condividere la riflessione sui passi realizzati e i percorsi da intraprendere, la Cgil di Cuneo propone a tutti, non solo ai suoi iscritti, “Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà”, un calendario di appuntamenti gratuiti – tra incontri, lezioni magistrali, presentazione di libri, concerti e proiezioni di film –, per una condivisione sul tema del lavoro, sui diritti rispettati e negati, sulle figure che hanno fatto la storia del sindacato in Italia, sulle problematiche legate alle nuove professioni e su tanti altri aspetti.“Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà” è in programma da martedì 15 marzo a lunedì 11 aprile 2022, tra Alba, Bra, Cuneo, Fossano e Saluzzo, con grandi ospiti: la prima segretaria generale della Cgil Susanna Camusso (Fossano, 15 marzo) intervistata dalla giornalista Barbara Simonelli; il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini in dialogo con il giornalista Ezio Mauro (Cuneo, 25 marzo); lo storico Aldo Agosti in una lectio magistralis sul sindacalista Giuseppe Di Vittorio (Saluzzo, 21 marzo), seguita dalla proiezione del cortometraggio “Fiori” del regista greco Kristian Xipolias; lo storico Giovanni De Luna in una lectio magistralis dedicata al sindacalista Bruno Trentin (Bra, 11 aprile)con letture di Alessio Giusti; il giornalista Angelo Mastrandrea intervistato dal giornalista Marco Bobbio sul libro reportage edito da Manni “L'ultimo miglio”, sul mondo della logistica, dell'e-commerce e dei riders (Alba, 8 aprile). Non mancheranno momenti di festa all'insegna della condivisione grazie all'energia e simpatia di Bandakadabra, in concerto con lo spettacolo musicale “Ok, boomer” (Cuneo, 25 marzo), capace di unire nella musica generazioni diverse.Il programma di “Cuneo+Cgil=120” si apre martedì 15 marzo alle ore 10 a Fossano (Castello degli Acaja) con la prima segretaria generale Cgil, Susanna Camusso, ora responsabile Politiche di genere della CGIL nazionale, sarà intervistata dalla giornalista Barbara Simonelli sul tema “Donne, uomini e lavoro: la parità che non c'è”. Si parlerà di parità salariale e delle azioni ancora da perseguire per annullare il più presto possibile il divario retributivo uomo-donna, anche alla luce della Legge n. 162/2021 “Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, e altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo”, entrata in vigore nel mese di dicembre.Il calendario prosegue lunedì 21 marzo alle ore 21 a Saluzzo (Cinema Teatro Magda Olivero)Lo storico Aldo Agosti, professore emerito di Storia contemporanea all'Università di Torino, che ha dedicato molti studi alla storia del movimento socialista e comunista, italiano e internazionale, con una lectio magistralis traccerà un ritratto di Giuseppe Di Vittorio (1892-1957), uno dei padri del sindacato confederale italiano e tra i suoi esponenti più autorevoli. Impegnato contro il governo di Franco in Spagna e nella Resistenza in Italia, confinato dai tedeschi all'isola di Ventotene, Di Vittorio venne eletto segretario generale della Cgil nel 1945, sostenendo un sindacato attento ai problemi delle riforme economiche e sociali del Paese, e fu deputato alla Costituente e nelle due prime legislature.L'incontro sarà introdotto dalla proiezione del cortometraggio “Fiori” di Kristian Xipolias, nato da una ricerca documentaristica sulle condizioni lavorative dei riders, che attualizza la poetica neorealista per narrare la disoccupazione e lo sfruttamento nel settore del delivery in bicicletta.Doppio appuntamento venerdì 25 marzo a Cuneo (Teatro Toselli).Grande attesa per il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini che dialogherà con il giornalista ed editorialista Ezio Mauro sui temi di più stretta attualità del mondo del lavoro, con tutte le drammaticità e criticità a cui la cronaca di ogni giorno ci mette di fronte, ma anche con le prospettive di rilancio economico, sociale e di qualità della vita. L'incontro “L'attualità e le sfide del mondo del lavoro” è alle ore 18.In serata, alle ore 21, arriva l'energia di Bandakadabra che con il concerto “Ok, boomer” propone un'occasione di incontro musicale tra generazioni diverse, attraverso una rilettura di successi internazionali in chiave Dixie e Swing Anni Trenta, dai Daft Punk a Billie Eilish, passando per Bruno Mars e i Radiohead. È il nuovo progetto del gruppo, ideato in collaborazione con Mr T- Bone, storico trombone dei BlueBeaters, oltre che voce, per avvicinare i più giovani alle atmosfere del Jazz Old Style e far conoscere agli spettatori più maturi le recenti produzioni della musica pop.Venerdì 8 aprile alle ore 18.30 ad Alba (Sala Beppe Fenoglio, Cortile della Maddalena) incontreremo Angelo Mastrandrea, giornalista del Manifesto, di cui è stato vice direttore, curatore dell'inserto ecologista Extraterrestre, autore inchieste e reportage per L'Essenziale, Internazionale, Il Venerdì di Repubblica e Le monde diplomatique. In dialogo con il giornalista Rai Marco Bobbio, presenta “L'ultimo miglio” (Manni) che, come recita il sottotitolo, compie un “viaggio nel mondo della logistica e dell'e-commerce in Italia tra Amazon, rider, portacontainer, magazzinieri e criminalità organizzata”, nuovo settore cruciale dell'economia capitalista, in cui movimento merci è la nuova frontiera del conflitto tra capitale e lavoro.L'incontro è in collaborazione con la libreria La Torre di Alba, che allestirà un bookshop con i lavori dell'autore e con titoli di libri dedicati al mondo del lavoro.Lunedì 11 aprile alle ore 21 a Bra (Teatro Politeama) lo storico Giovanni De Luna, docente di Storia contemporanea all'Università di Torino, collaboratore di La Stampa e di trasmissioni radiofoniche e televisive, terrà una lectio magistralis dedicata al sindacalista Bruno Trentin (1906-2007), segretario generale Cgil dal 1988 al 1994, e parlamentare europeo, che da giovane prese parte alla Resistenza nelle file del Partito d'azione, e venne arrestato insieme con il padre nel 1943. Attento studioso dei fenomeni sociali, si adoperò per riformare il sindacato confederale e rilanciarne l'opera all'indomani della crisi dei grandi partiti di massa.L'attore Alessio Giusti proporrà alcuni estratti dagli scritti di Trentin.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Giovanni De Luna"Cinema Italia"I film che hanno fatto gli italianiUtet Librihttps://www.utetlibri.it/Scrittori in Città, CuneoDomenica 21 novembre 2021, ore 11:00Cinema Monviso"Il Novecento attraverso il grande schermo"Giovanni De Luna e Paolo Giacconehttp://www.scrittorincitta.it/Prenota il tuo posto sul sito di scrittori in città.Il cinema non è solo uno strumento per raccontare ma anche un documento per conoscere la Storia. Dal kolossal Cabiria del 1914 al neorealismo di De Sica e Rossellini, dalle pellicole del boom economico agli anni Ottanta dei Vanzina. Alto e basso. Cinema d'autore e cinema popolare. Giovanni De Luna (Cinema Italia. I film che hanno fatto gli italiani, Utet) incrocia gli scatti della cinepresa agli scatti della Storia. Ma il cinema ha fatto e continua a fare di più, è “agente di Storia”, incide e determina i comportamenti della collettività. Con lui Paolo Giaccone.Nel 1914 esce Cabiria, forse il più grande kolossal della storia del cinema italiano. La trama, in teoria, dovrebbe ricostruire l'epico scontro tra Roma e Cartagine, ma l'estetica orientaleggiante e liberty dell'epoca, con tanto di Gabriele D'Annunzio alla sceneggiatura, racconta facilmente in controluce il presente di quell'Italia desiderosa di guadagnare visibilità e credibilità internazionale.Come spiega Giovanni De Luna in Cinema Italia, di fronte a Cabiria lo storico finisce per «aggirarsi tra quelle immense scenografie, fiutando non l'aria del iii secolo a.C. ma quella carica di odori e di miasmi pestiferi del primo Novecento, di quella incredibile e paradossale stagione in cui stava finendo l'Ottocento e fragorosamente e maledettamente stava nascendo il terrificante xx secolo».Parte da qui il percorso affascinante di uno storico che utilizza i film come documenti del periodo in cui venivano realizzati, dei gusti del pubblico e della temperie culturale, avvicinandoci così a un'inedita lettura del modo in cui il cinema ha contribuito a “fare gli italiani”. I film, infatti, spesso sono lo specchio di un presente in procinto di farsi storia: l'immediato dopoguerra di Ladri di biciclette, i primi venti del boom di Un americano a Roma, la lotta sociale de La classe operaia va in paradiso, ma anche l'edonismo pre Mani pulite di Yuppies o Vacanze di Natale. Ma non solo, perché in molti casi proprio il cinema, arte nobile e popolare insieme, ha voluto farsi a sua volta strumento di indagine storica, che fosse propaganda di stato o contestazione intellettuale: per ogni Cabiria ci sono stati moltissimi La grande guerra, Una giornata particolare, La notte di San Lorenzo, La meglio gioventù…Mescolando alto e basso senza timore, e con qualche sortita nel cinema straniero, Giovanni De Luna ricostruisce la storia del nostro paese per come l'abbiamo vista, o meglio, voluta vedere al cinema noi italiani, che fossimo di volta in volta sceneggiatori, registi o solo semplici ma appassionati spettatori.Giovanni De Luna ha insegnato Storia contemporanea all'Università di Torino. Firma della “Stampa” e autore di Rai Storia, ha pubblicato tra gli altri: Il corpo del nemico ucciso (Einaudi, 2006), Le ragioni di un decennio. 1969-1979 (Feltrinelli, 2009), La Repubblica del dolore (Feltrinelli, 2011), La Resistenza perfetta (Feltrinelli, 2015) e La Repubblica inquieta (Feltrinelli, 2017). Per Utet ha pubblicato Juventus. Storia di una passione italiana (con Aldo Agosti, 2019) e Il Partito della Resistenza. Storia del Partito d'Azione 1942-1947 (2021).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Il cinema è al tempo stesso agente di storia, strumento per raccontare la storia e fonte per la conoscenza storica - spiega Giovanni De Luna, autore del libro "Cinema Italia. I film che hanno fatto gli italiani" (Utet, 336 p., € 20,00).Il cinema ha sempre avuto un ruolo importante nel progetto di costruzione dell'identità nazionale: i nostri film non hanno solo descritto gli italiani, hanno anche contribuito a formarli. RECENSIONI "Racconti italiani" di François Koltès (VandA edizioni, 238 p., € 15,00) "Randagi" di Marco Amerighi (Bollati Boringhieri,400 p., € 18,00) "Di chi è la colpa?" di Alessandro Piperno (Mondadori, 444 p., € 20,00) "Velo pietoso" di Edoardo Albinati (Rizzoli, 160 p., € 12,00) "Il Vangelo degli angeli" di Eraldo Affinati (Harper Collins, 500 p., € 19,50) "Poesie" di Trilussa (BUR, 704 p., € 13,00) "Le più belle poesie romanesche" di Trilussa (Newton Compton, 384 p., € 5,90) "E seguito er cammino cor destino in saccoccia. Trilussa libro per libro" a cura di Claudio Costa (Castelvecchi, 384 p., € 29,00) "Introduzione al metodo di Leonardo Da Vinci" di Paul Valéry(Abscondita, 126 p., € 19,00) IL CONFETTINO "Il club dei piccoli poeti" di Stefano Bordiglioni ed Elena Rizzo Licori (Einaudi Ragazzi, 192 p., € 12,50)
Sul Corriere della Sera, il reportage di Lorenzo Cremonesi sulla questione afghana. Una guerra che continua e che stiamo continuando a seguire, adesso che è stata riconquistata anche una delle città principali: "così è caduta anche Herat. La perla dell'Afghanistan, la terza città per importanza del Paese, la più aperta al mondo, con un'antica tradizione di letterati e commercianti, la porta verso l'Iran e l'Europa, viene conquistata dalle colonne talebane dopo meno di tre settimane di battaglia. L'Italia è direttamente coinvolta, visto che per quasi vent'anni i suoi contingenti militari vi avevano operato di continuo mantenendo il quartier generale a poche decine di metri dall'aeroporto [...]". Su La Stampa, l'editoriale dello storico Giovanni De Luna che offre il suo punto di vista sulla vicenda Durigon: "L'ha pensata bella il sottosegretario Claudio Durigon. Nel vuoto mediatico spalancatosi con la fine delle Olimpiadi di Tokio, tra gli incendi che devastano il nostro paese e gli appelli di Papa Francesco contro le nuove schiavitù, l'esponente leghista è riuscito a ricavarsi una certa visibilità grazie alle dichiarazioni urlate in un comizio alla presenza del leader del suo partito, Matteo Salvini [...]". Ascolta “Punti di Vista” a cura di Daniele Biacchessi, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app
Un itinerario tra fenomeni storico-antropologici diventati veri e propri elementi di una coscienza collettiva dal carattere sfaccettato, molteplice e frammentario.Giovanni De Luna racconta La strage alla stazione di Bologna.
Nonostante le ambizioni e le grandi risorse intellettuali sulle quali poteva contare, il Partito d'Azione ebbe vita breve, vittima forse di una certa ambiguità ideologica - spiega lo storico Giovanni De Luna parlando del suo libro "Il partito della resistenza. Storia del Partito d'Azione 1942 - 1947" (Utet, 512 p., € 20,00) pubblicato per la prima volta nel 1982 e ora riproposto in una versione riveduta e ampliata. Il Partito d'Azione fu la prima espressione di quell'ambizione riformista che troverà poi spazio nel liberal socialismo, e forse è proprio il fatto che non si sia mai compiutamente realizzato a renderlo ancora così attuale - conclude De Luna. RECENSIONI "Sturzo mi disse" di Gabriele De Rosa (Morcelliana, 272 p., € 23,00) "Processo a Don Chisciotte" di Gennaro Carillo, Franco Carinci, Antonio Salvati (Le Lucerne, 104 p., € 11,00) "Calderon de la Barca" di Fausta Antonucci (Salerno, 364 p., € 25,00) "Nel nome del figlio - Hamnet" di Maggie O' Farrell (Guanda 352 p., € 19,00) "Dante di Shakespeare. Amor ch'a nullo amato" di Monaldi e Sorti (Solferino, 433 p., € 20,00) "Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona" - catalogo della mostra (Silvana editoriale) IL CONFETTINO "Sogno di una notte di mezza estate" di William Shakespeare (Gallucci, 32 p., € 16,70)
Gli eccedi nazifascisti in Jugoslavia, centinaia di migliaia le vittime. Il 6 aprile 1941, ottant'anni fa, l'invasione della Jugoslavia da parte dei militari fascisti italiani. Oggi un appello al presidente Mattarella di oltre un centinaio di storici (Giulia Albanese, Giovanni De Luna, Chiara Colombini, Davide Conti, Eric Gobetti, Marcello Flores, Paolo Rumiz e tanti altri) cerca di dare luce ad una vicenda rimasta da allora in un cono d'ombra della storia. (Qui si può leggere l'appello con le adesioni https://www.reteparri.it). Memos ha ospitato gli storici Eric Gobetti e Raoul Pupo. Pupo è il curatore di una importante mostra online sui fatti del 1941 a cui ha lavorato anche Gobetti. La mostra si intitola “A ferro e fuoco. L'occupazione italiana della Jugoslavia 1941-1943” (qui è possibile visitarla https://www.occupazioneitalianajugoslavia41-43.it).
Gli eccedi nazifascisti in Jugoslavia, centinaia di migliaia le vittime. Il 6 aprile 1941, ottant’anni fa, l’invasione della Jugoslavia da parte dei militari fascisti italiani. Oggi un appello al presidente Mattarella di oltre un centinaio di storici (Giulia Albanese, Giovanni De Luna, Chiara Colombini, Davide Conti, Eric Gobetti, Marcello Flores, Paolo Rumiz e tanti altri) cerca di dare luce ad una vicenda rimasta da allora in un cono d’ombra della storia. (Qui si può leggere l’appello con le adesioni https://www.reteparri.it). Memos ha ospitato gli storici Eric Gobetti e Raoul Pupo. Pupo è il curatore di una importante mostra online sui fatti del 1941 a cui ha lavorato anche Gobetti. La mostra si intitola “A ferro e fuoco. L’occupazione italiana della Jugoslavia 1941-1943” (qui è possibile visitarla https://www.occupazioneitalianajugoslavia41-43.it).
Aldo Agosti, Giovanni De Luna"Juventus"Storia di una passione italianaDalle origini ai giorni nostriUtet Librihttps://www.utetlibri.it/CuneiFormehttps://www.progettocantoregi.it/Venerdì 2 ottobre, ore 21:00Racconigi, SomsAldo Agosti e Giovanni De Luna, racconteranno la "storia di una passione italiana": la Juventus.Nell'autunno del 1897 un gruppo di allievi del liceo Massimo d'Azeglio di Torino, uno dei più prestigiosi del capoluogo piemontese, si riunisce nell'officina dei fratelli Canfari per fondare una società sportiva studentesca. Al centro del progetto, un gioco da poco importato dall'Inghilterra: il football. Da quei ragazzi in camicia bianca e pantaloncini neri che rincorrevano un pallone cucito da un calzolaio con avanzi di suole, nasceva la Juventus.In oltre cento anni di storia, la bacheca della “Vecchia signora” si è riempita di trofei, decine di campioni si sono avvicendati sul campo da gioco, tracciando l'evoluzione della squadra più amata e, allo stesso tempo, più odiata d'Italia. A guardarli con lo sguardo dello storico, tuttavia, gli annali juventini non raccontano semplicemente le vicende sportive, i cicli vittoriosi e le cocenti delusioni.Dietro quelle coppe, negli spazi tra le foto delle formazioni ufficiali, emerge potente la storia di una città e di un intero paese: l'arrivo della prima guerra mondiale, che portò quei ragazzi che fondarono la squadra dai campi da gioco alle trincee sul fronte austriaco; l'avvento del regime fascista e le leggi razziali che costrinsero alle dimissioni dai vertici societari tutti i dirigenti ebrei; e poi, naturalmente, il rapporto con la famiglia Agnelli, la Fiat, il boom del dopoguerra e i cambiamenti del tessuto sociale che l'emigrazione di massa da sud verso nord portò a Torino e a tutta l'Italia.Su questo sfondo storico si stagliano i trofei del trio magico Charles-Sívori-Boniperti, la bicicletta iconica di Parola, la tragedia dell'Heysel, i successi sotto la guida di Trapattoni, le magie di le roi Platini, fino al “neocalcio”, allo scandalo calciopoli, alla Serie B e alla rinascita. Aldo Agosti e Giovanni De Luna, tra i massimi storici italiani e accaniti tifosi bianconeri, rileggono la storia del club con rigore e passione, perché la costruzione dello stile Juventus, l'evoluzione del modello imprenditoriale e del rapporto con il potere e con la società circostante possono raccontare da una nuova, inedita, prospettiva i cambiamenti di oltre un secolo di storia del nostro paese.Aldo Agosti è professore emerito di Storia contemporanea all'Università di Torino. Si è occupato soprattutto della storia del movimento socialista e comunista, italiano e internazionale. Tra i suoi lavori recenti: Bandiere rosse (1999); Togliatti (2003); Il partito mondiale della rivoluzione (2009). Ha curato e diretto l'Enciclopedia della sinistra europea nel XX secolo (2000), collabora a diverse riviste italiane e straniere ed è membro della direzione della rivista “Passato e presente”.Giovanni De Luna ha insegnato Storia contemporanea all'Università di Torino. Firma de “La Stampa” e autore di Rai Storia, ha pubblicato tra gli altri: Il corpo del nemico ucciso (2006), Le ragioni di un decennio. 1969-1979 (2009), La Repubblica del dolore (2011), La Resistenza perfetta (2015) e La Repubblica inquieta (2017).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Marco Pautasso"CuneiForme"https://www.progettocantoregi.it/La nuova “Granda” rassegna culturale nel Cuneesetra letteratura, teatro, danza, musica, arti visive e sportDa settembre la prima edizione dedicata al tema Re(L)azioniTra gli ospiti: Lella Costa, Luca Mercalli, Nives Meroi, Giovanni De Luna, Aldo Agosti,Abbondanza Bertoni, Scena Verticale, Bernabéu/Covello, Il Mutamento Zona CastaliaUna nuova rassegna di appuntamenti culturali abbraccia le terre del cuneese, tra letteratura, teatro, danza, musica, arti visive e sport, per offrire nuove occasioni di conoscenza e riflessione sul mondo contemporaneo. Da settembre prende il via CuneiForme, ideato e organizzato da Progetto Cantoregi, che si presenta all'insegna della pluralità: più discipline e linguaggi artistici contemplati, più luoghi attraversati, più varietà nella scelta degli ospiti, più punti di vista per riflettere su un tema che varia di anno in anno, più soggetti pubblici e privati coinvolti. CuneiForme impugna idealmente il testimone dal festival teatrale La fabbrica delle idee, che Progetto Cantoregi ha realizzato fino al 2017 nell'ex ospedale psichiatrico di Racconigi (Cn), per proporre una rassegna multidisciplinare e diffusa nel territorio del Cuneese, partendo dal quartier generale della Soms di Racconigi, che continui ad avere nell'impegno civile e sociale il centro della propria ricerca, per proporsi come un partecipato laboratorio di idee e di approfondimento culturale, un luogo dell'ascolto, del dialogo, dell'accoglienza. Il nome scelto, CuneiForme, ospita in sé diverse suggestioni, perché richiama il territorio del Cuneese, ma anche le forme espressive delle diverse discipline artistiche, rimanda a uno strumento incisivo come il cuneo (perché incisiva intende essere la rassegna) e a una scrittura, quella cuneiforme, usata dai Sumeri e dagli Assiro-Babilonesi, innovativa per quei tempi, così come innovativo intende essere il nuovo progetto culturale.Il palcoscenico di CuneiForme sarà composto dalle tante piazze del territorio cuneese, con Racconigi città capofila e, per la prima edizione inizia a coinvolgere Bra e Cavallermaggiore. Un tessuto territoriale che attraverso CuneiForme genera fertili sinergie e collaborazioni virtuose tra i paesi della Granda, creando un'identità di sintesi che non sia solo la somma delle singole peculiarità e memorie che ciascuna città esprime.Ogni anno un tema di stretta attualità, al centro del dibattito culturale e sociale, sarà affrontato e declinato in profondità, attraverso i linguaggi di diverse discipline espressive (teatro, danza, letteratura, arti figurative, fotografia, musica, cinema e anche lo sport), per meglio tentare di capire il presente e intuire il futuro, per aiutarci a interpretare la complessità contemporanea e a orientarci nel flusso dello scorrere rapido degli accadimenti, per stimolare la riflessione e l'azione attraverso la conoscenza.Il tema di CuneiForme 2020 sarà “Re(L)azioni”, giocando sul doppio lemma “relazioni” e “reazioni”. Il mondo in cui viviamo è, infatti, continuamente plasmato da relazioni e reazioni ai rapporti che ognuno di noi instaura con l'altro e con l'ambiente circostante, in un continuo scambio, movimento, adattamento. Inoltre, la crisi sanitaria che attraversiamo ha oltretutto rivoluzionato le relazioni sociali e dettato nuove regole per l'espressione degli affetti. Molti legami si sono stretti, in modo imprevisto, altri sono svaniti. Tutti hanno sperimentano modi nuovi di vivere amore, amicizia, rapporti familiari, rapporto con la propria città, con l'ambiente circostante, con la natura. Si indagherà quindi a tutto campo sul mondo relazionale: dai rapporti famigliari a quelli amorosi, dal rapporto con il diverso a quelli di amicizia (virtuale o digitale), dalle relazioni e gli scambi tra comunità, paesi e civiltà, al rapporto tra il singolo e la natura e l'ambiente, dal rapporto con le passioni, la morte, la sessualità e la vecchiaia, fino alla relazione con se stessi. Ampio quindi sarà lo spettro attraverso cui riflettere sul mettersi in connessione e su come si reagisce al mondo. Infine, il tema “Re(L)azioni vuole celebrare il fatto che più comuni del territorio condividano un progetto culturale, un'esperienza innovativa per la provincia di Cuneo a abbiano saputo mettersi per la prima volta in relazione, appunto.Gli ospiti della prima edizione di CuneiForme sono:- l'attrice Eliana Cantone di Il Mutamento Zona Castalia, che con lo spettacolo “Favola di un'altra giovinezza” porta in scena la relazione con il proprio sé e con il tempo che scorre e che paradossalmente può anche tornare indietro (sabato 26 settembre, ore 21, Racconigi, Soms);- il drammaturgo, regista e attore Saverio La Ruina di Scena Verticale, che con lo spettacolo “Mario e Saleh” affronta le paure, le diffidenze, ma anche le emozioni e le scoperte, delle relazioni con chi appartiene a culture e mondi lontani dai nostri (mercoledì 30 settembre, ore 21, Racconigi, Soms);- gli storici Giovanni De Luna a Aldo Agosti, che indagheranno sulla passione per il calcio e la propria squadra, l'unica relazione che dura una vita, partendo dal loro libro Juventus. Storia di una passione italiana. Dalle origini ai giorni nostri edito da Utet (venerdì 2 ottobre, ore 21, Racconigi, Soms);- l'attrice e scrittrice Lella Costa, che con il reaging-spettacolo “Questioni di cuore” e con la sua cifra profonda e ironica che la contraddistingue indaga le relazioni d'amore e come sono cambiate nel corso delle epoche che l'Italia ha attraversato (sabato 3 ottobre, ore 21, Bra, Teatro Politeama);- la compagnia Abbondanza Bertoni, che con lo spettacolo di danza “La morte e la fanciulla”, in cui le ballerine danzano sulla musica dell'omonima opera di Schubert, scruterà l'animo umano e le sue relazioni con la vita e la morte (venerdì 23 ottobre, ore21, Racconigi, Soms);- il meteorologo e climatologo Luca Mercalli, che ci aiuterà a capire com'è cambiata la nostra relazione con l'ambiente e il clima, com'era e come sarà dopo il Coronavirus (mercoledì 4 novembre, ore 18.30, Bra, Teatro Politeama);- il duo Bernabéu/Covello che con “Un po' di più” si infilano dentro l'intimità a due per scandagliare reazioni, incontri e scontri di quando due anime iniziano a relazionarsi tra loro. In collaborazione con Concentrica e Teatro della Caduta (giovedì 5 novembre, ore 21, Racconigi, Soms);- l'alpinista Nives Meroi, che nella sua carriera ha scalato tutti i quattordici Ottomila della Terra sempre senza ossigeno né portatori d'alta quota, metterà a nudo il rapporto dell'uomo con la montagna e la natura estrema (venerdì 27 novembre, ore 21, Cavallermaggiore, Teatro San Giorgio. In collaborazione con la Fiera Piemontese dell'Editoria).Gli appuntamenti si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative di sicurezza per l'emergenza Covid-19. «Abbiamo pensato – spiega Marco Pautasso, presidente di Progetto Cantoregi –a una rassegna che, attraverso un tema specifico che varia ogni anno, sappia mettere in moto curiosità, intelligenza e sensi e che, senza offrire risposte definitive o facili certezze, possa rendere meno fluidi e incerti i nostri parametri cognitivi di riferimento. Ci piace sottolineare che realizzare una coalizione virtuosa tra più città si rivela, in un momento di chiara difficoltà economica e amministrativa, un dato di illuminata governance, perché introduce un'innovazione nelle dinamiche di relazione tra comuni, chiamati a fare davvero sistema.»CuneiForme è realizzato con il sostegno di Terre dei Savoia, Fondazione Crt, Fondazione Crc, Compagnia di San Paolo, Regione Piemonte, Comune di Racconigi e Centro culturale "Le Clarisse" di Racconigi, Comune di Bra, Comune di Comune di Cavallermaggiore.Il logo di CuneiForme à stato ideato dall'agenzia di comunicazione Imperfect di Torino.Il bookshop sarà a cura di Libreria Clerici di Racconigi.Perché la rassegna si chiama CuneiForme?- perché rimanda immediatamente a Cuneo e al suo territorio;-perché il suffisso “forme” richiama le diverse discipline ed espressioni artistiche che caratterizzeranno il progetto e i tanti modi differenti di essere “cuneesi” che i comuni coinvolti incarneranno;- perché il cuneo è una macchina meccanica semplice, usata il più delle volte come il fulcro di una leva: il cuneo muove o solleva oggetti, apre la via in un materiale solido; bene si presta quindi come metafora di un progetto che vuole essere incisivo, offrire nuove opportunità di conoscenza, proporre nuovi punti di osservazione, introdurre nuovi territori di senso;- perché cuneiforme era la scrittura usata dai Sumeri e dagli Assiro-Babilonesi, che si eseguiva con uno stilo, imprimendo sull'argilla particolari segni composti da brevi incisioni a forma piramidale e appuntita; fu, per quei tempi, un sistema innovativo di comunicazione; ci piace l'idea che la rassegna CuneiForme, che proporrà anche residenze ad artisti di discipline differenti, chiamati a lavorare insieme a un'opera a declinazione del tema prescelto, possa far da battistrada ad un nuova modalità di creazione artistica.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Intervista con il governatore dell'Emilia- Romagna, Stefano Bonaccini, sulle conseguenze della pandemia e le aspettative per la ripresa. 80 anni fa l'Italia fascista entrava in guerra al fianco della Germania nazista, rievochiamo quel momento con lo storico Giovanni De Luna. Intercomites e Ambasciata italiana hanno pubblicato una guida pensata per i pensionati italiani che si trasferiscono in Germania.
con Giovanni De Luna, Giampaolo Morelli, Serena Rossi
Emergenze e democrazia. Rischi autoritari e responsabilità civili. Quali sfide pone l'infezione da Covid-19? Memos ne ha parlato con la politologa Nadia Urbinati e lo storico Giovanni De Luna. Chiude la puntata il messaggio di Michela Bonserio, coordinatrice di Greenpeace Milano e organizzatrice di “Milano per il clima”.
Emergenze e democrazia. Rischi autoritari e responsabilità civili. Quali sfide pone l'infezione da Covid-19? Memos ne ha parlato con la politologa Nadia Urbinati e lo storico Giovanni De Luna. Chiude la puntata il messaggio di Michela Bonserio, coordinatrice di Greenpeace Milano e organizzatrice di “Milano per il clima”.
Emergenze e democrazia. Rischi autoritari e responsabilità civili. Quali sfide pone l'infezione da Covid-19? Memos ne ha parlato con la politologa Nadia Urbinati e lo storico Giovanni De Luna. Chiude la puntata il messaggio di Michela Bonserio, coordinatrice di Greenpeace Milano e organizzatrice di “Milano per il clima”.
L'opinione pubblica informata è ormai quasi scomparsa in Italia, il dibattito politico avviene senza un confronto con l'opinione pubblica - commenta Gianfranco Pasquino, politologo, autore del libro "Minima politica. Sei lezioni di democrazia" (Utet, 176 p., € 14,00). È giusto avere un governo stabile, perché può ottenere maggiori risultati, ma non è giusto pensare che riducendo la rappresentanza, si ottenga la governabilità. Oggi è più difficile governare, perché le società sono meno organizzate intorno a gruppi sociali e a partiti solidi. I cittadini sono sempre più esigenti, ma al tempo stesso sono anche più indisciplinati, convinti di potersela cavare da soli senza partecipare attivamente alla vita politica. Nel corso degli anni - continua Pasquino - sono venuti a mancare alcuni elementi fondamentali del liberalismo. Ad esempio, con una magistratura come la nostra, che è fedele al potere politico del momento più che alle leggi costituzionali, rischiamo non solo di andare verso una democrazia illiberale, ma anche verso una democrazia che non è nemmeno democratica - conclude Pasquino. RECENSIONI "La società signorile di massa" di Luca Ricolfi (La Nave di Teseo, 268 p., € 18,00) "L'Italia del Novecento. Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di Amazon" di Miguel Gotor (Einaudi, 572 p., € 22,00) "L'Italia e le sue storie. 1945-2019" di John Foot (Laterza, 432 p., € 25,00) "Giovanni Spadolini. Quasi una biografia" di Cosimo Ceccuti (Polistampa, 208 p., € 16,00) "Giovanni Spadolini. Frammenti di vita di un italiano. 1972-1994" a cura di Cosimo Ceccuti (Polistampa, 120 p., € 25,00) "Juventus. Storia di una passione italiana" di Giovanni De Luna e Aldo Agosti (Utet, 368 p., € 20,00) "Cristiano Ronaldo. Storia intima di un mito globale" di Fabrizio Gabrielli (66thand2nd, 240 p., € 17,00) IL CONFETTINO "Pepp il mago di Porta Vittoria" di Enrico Brizzi (DeA, 304 p., € 13,90)
Fu dal ’68 in poi che il mondo imparò a convivere con gli “eventi globali”, episodi la cui portata politica non poteva restare confinata all’interno di un singolo Stato e che interagirono direttamente con l’esistenza collettiva di miliardi di uomini, su tutto il pianeta. Praga, Parigi, Roma, Berlino, Pechino, Washington: indipendentemente dal regime politico, nel 1968 la “contestazione” sembrò travolgere culture, istituzioni, modelli di società in una rivolta diffusa e generalizzata. L’ipotesi storiografica che ci consente di interpretare efficacemente questi eventi è strettamente legata all’elemento generazionale. Ovunque i protagonisti furono i giovani: diventati nel dopoguerra produttori, consumatori, elettori, con il ’68 diventarono militanti. E a unificare la protesta giovanile ci fu la disobbedienza, lo scontro con regole che appartenevano al passato. Giovinezza e disobbedienza: questo il binomio su cui fondare oggi la lettura storica di quel movimento.
Il fascismo senza regime, da Salvini al bagnino di Chioggia. Con lo storico Giovanni De Luna e il giornalista-scrittore Christian Raimo.
Il fascismo senza regime, da Salvini al bagnino di Chioggia. Con lo storico Giovanni De Luna e il giornalista-scrittore Christian Raimo.
Il fascismo senza regime, da Salvini al bagnino di Chioggia. Con lo storico Giovanni De Luna e il giornalista-scrittore Christian Raimo.
Perché festeggiamo il 25 aprile? Risponde il prof. Giovanni De Luna. L'Amaro Partigiano. Sposarsi e partire per una "passeggiatina" fino a Bruxelles. Due comuni litigano per una questione di salamelle. A Firenze sta per andare in scena una sinfonia per artigiani e Orchestra.
Giappone: entra in vigore la legge sulla sicurezza nazionale. Junko Terao, editor Asia di Internazionale, Prof. Giovanni De Luna, docente di Storia Contemporanea all'Università di Torino.
L'Europa è inadeguata a capire il mondo che è nato con la fine del Novecento. E dentro quel mondo c'è la globalizzazione, gli spostamenti di milioni di persone. E' la sostanza del giudizio che lo storico Giovanni De Luna ha espresso oggi a Memos, nel giorno in cui i leader europei devono decidere come comportarsi nei confronti di migranti, profughi, richiedenti asilo dopo l'ultima strage nel canale di Sicilia. De Luna ricorda le radici dell'Europa e le differenze rispetto ad oggi. «L'Europa che nasce dopo la guerra 70 anni fa aveva un profilo culturale molto netto, un investimento etico molto forte. Tutto ciò è il contrario dell'Europa di oggi che invece è un continente esangue, estenuato, una sorta di federazione di consigli di amministrazione di aziende o di banche. Se si vuole affrontare oggi un'emergenza come quella delle migrazioni occorre tornare a quello spirito di allora». In chiusura della trasmissione di oggi lo storico Giovanni De Luna si è anche soffermato sull'anniversario del 25 aprile e sul carattere fondamentale della Resistenza che - in un suo libro uscito di recente – chiama la “Resistenza perfetta” (Feltrinelli).
L'Europa è inadeguata a capire il mondo che è nato con la fine del Novecento. E dentro quel mondo c'è la globalizzazione, gli spostamenti di milioni di persone. E' la sostanza del giudizio che lo storico Giovanni De Luna ha espresso oggi a Memos, nel giorno in cui i leader europei devono decidere come comportarsi nei confronti di migranti, profughi, richiedenti asilo dopo l'ultima strage nel canale di Sicilia. De Luna ricorda le radici dell'Europa e le differenze rispetto ad oggi. «L'Europa che nasce dopo la guerra 70 anni fa aveva un profilo culturale molto netto, un investimento etico molto forte. Tutto ciò è il contrario dell'Europa di oggi che invece è un continente esangue, estenuato, una sorta di federazione di consigli di amministrazione di aziende o di banche. Se si vuole affrontare oggi un'emergenza come quella delle migrazioni occorre tornare a quello spirito di allora». In chiusura della trasmissione di oggi lo storico Giovanni De Luna si è anche soffermato sull'anniversario del 25 aprile e sul carattere fondamentale della Resistenza che - in un suo libro uscito di recente – chiama la “Resistenza perfetta” (Feltrinelli).
L'Europa è inadeguata a capire il mondo che è nato con la fine del Novecento. E dentro quel mondo c'è la globalizzazione, gli spostamenti di milioni di persone. E' la sostanza del giudizio che lo storico Giovanni De Luna ha espresso oggi a Memos, nel giorno in cui i leader europei devono decidere come comportarsi nei confronti di migranti, profughi, richiedenti asilo dopo l'ultima strage nel canale di Sicilia. De Luna ricorda le radici dell'Europa e le differenze rispetto ad oggi. «L'Europa che nasce dopo la guerra 70 anni fa aveva un profilo culturale molto netto, un investimento etico molto forte. Tutto ciò è il contrario dell'Europa di oggi che invece è un continente esangue, estenuato, una sorta di federazione di consigli di amministrazione di aziende o di banche. Se si vuole affrontare oggi un'emergenza come quella delle migrazioni occorre tornare a quello spirito di allora». In chiusura della trasmissione di oggi lo storico Giovanni De Luna si è anche soffermato sull'anniversario del 25 aprile e sul carattere fondamentale della Resistenza che - in un suo libro uscito di recente – chiama la “Resistenza perfetta” (Feltrinelli).
Centinaia di migliaia di francesi in piazza a Parigi in una domenica di difesa delle libertà repubblicane, dopo le stragi di Charlie Hebdo e del supermercato Cacher. In testa al corteo, i leader d'Europa a braccetto insieme a Abu Mazen e Netanyahu. «Un evento che ci fa riflettere sull'identità profonda dell'Europa», ha raccontato a Memos lo storico Giovanni De Luna. «Mi ha colpito l'imponenza della manifestazione e la presenza dei 40 capi di stato. Ieri in piazza non c'era l'Europa dell'euro, della Bce, tutta appiattita su un pragmatismo economicistico e che non riesce a parlare alle emozioni della gente». Cosa teneva insieme i 40 capi di governo? «Credo una profonda sensazione di inadeguatezza», dice il professor De Luna. «Tutti loro esprimono un senso di inadeguatezza rispetto alle sfide che il post '900 ci sta ponendo. La dimensione identitaria o religiosa che assumono i conflitti in questo post '900 è un qualcosa che sfugge ai giochi tradizionali tra le grandi potenze. Certo – conclude De Luna - esisterà sempre il problema delle risorse, delle materie prime, del petrolio così come sarà difficile da smaltire completamente il problema dell'imperialismo e del colonialismo, ma non saranno più questi i problemi centrali. Ne esistono degli altri rispetto ai quali siamo smarriti, lo siamo noi come opinione pubblica e lo sono soprattutto i nostri governi». Ospite di Memos oggi anche Massimo D'Antoni, economista dell'Università di Siena. «Non vedo una contrapposizione tra un paradigma economicistico e i valori, come sosteneva De Luna. Semmai – dice D'Antoni - bisognerebbe chiedersi di quale economia e di quali valori è espressione oggi l'Europa. Dovremmo chiederci se le scelte economiche che sono state compiute non siano scelte che vanno in contrasto con alcuni valori fondanti dell'Europa. Nella piazza parigina di ieri c'è stata una forte affermazione del valore della libertà, però non dobbiamo dimenticare il valore dell'uguaglianza e della fratellanza».
Centinaia di migliaia di francesi in piazza a Parigi in una domenica di difesa delle libertà repubblicane, dopo le stragi di Charlie Hebdo e del supermercato Cacher. In testa al corteo, i leader d'Europa a braccetto insieme a Abu Mazen e Netanyahu. «Un evento che ci fa riflettere sull'identità profonda dell'Europa», ha raccontato a Memos lo storico Giovanni De Luna. «Mi ha colpito l'imponenza della manifestazione e la presenza dei 40 capi di stato. Ieri in piazza non c'era l'Europa dell'euro, della Bce, tutta appiattita su un pragmatismo economicistico e che non riesce a parlare alle emozioni della gente». Cosa teneva insieme i 40 capi di governo? «Credo una profonda sensazione di inadeguatezza», dice il professor De Luna. «Tutti loro esprimono un senso di inadeguatezza rispetto alle sfide che il post '900 ci sta ponendo. La dimensione identitaria o religiosa che assumono i conflitti in questo post '900 è un qualcosa che sfugge ai giochi tradizionali tra le grandi potenze. Certo – conclude De Luna - esisterà sempre il problema delle risorse, delle materie prime, del petrolio così come sarà difficile da smaltire completamente il problema dell'imperialismo e del colonialismo, ma non saranno più questi i problemi centrali. Ne esistono degli altri rispetto ai quali siamo smarriti, lo siamo noi come opinione pubblica e lo sono soprattutto i nostri governi». Ospite di Memos oggi anche Massimo D'Antoni, economista dell'Università di Siena. «Non vedo una contrapposizione tra un paradigma economicistico e i valori, come sosteneva De Luna. Semmai – dice D'Antoni - bisognerebbe chiedersi di quale economia e di quali valori è espressione oggi l'Europa. Dovremmo chiederci se le scelte economiche che sono state compiute non siano scelte che vanno in contrasto con alcuni valori fondanti dell'Europa. Nella piazza parigina di ieri c'è stata una forte affermazione del valore della libertà, però non dobbiamo dimenticare il valore dell'uguaglianza e della fratellanza».
Centinaia di migliaia di francesi in piazza a Parigi in una domenica di difesa delle libertà repubblicane, dopo le stragi di Charlie Hebdo e del supermercato Cacher. In testa al corteo, i leader d'Europa a braccetto insieme a Abu Mazen e Netanyahu. «Un evento che ci fa riflettere sull'identità profonda dell'Europa», ha raccontato a Memos lo storico Giovanni De Luna. «Mi ha colpito l'imponenza della manifestazione e la presenza dei 40 capi di stato. Ieri in piazza non c'era l'Europa dell'euro, della Bce, tutta appiattita su un pragmatismo economicistico e che non riesce a parlare alle emozioni della gente». Cosa teneva insieme i 40 capi di governo? «Credo una profonda sensazione di inadeguatezza», dice il professor De Luna. «Tutti loro esprimono un senso di inadeguatezza rispetto alle sfide che il post '900 ci sta ponendo. La dimensione identitaria o religiosa che assumono i conflitti in questo post '900 è un qualcosa che sfugge ai giochi tradizionali tra le grandi potenze. Certo – conclude De Luna - esisterà sempre il problema delle risorse, delle materie prime, del petrolio così come sarà difficile da smaltire completamente il problema dell'imperialismo e del colonialismo, ma non saranno più questi i problemi centrali. Ne esistono degli altri rispetto ai quali siamo smarriti, lo siamo noi come opinione pubblica e lo sono soprattutto i nostri governi». Ospite di Memos oggi anche Massimo D'Antoni, economista dell'Università di Siena. «Non vedo una contrapposizione tra un paradigma economicistico e i valori, come sosteneva De Luna. Semmai – dice D'Antoni - bisognerebbe chiedersi di quale economia e di quali valori è espressione oggi l'Europa. Dovremmo chiederci se le scelte economiche che sono state compiute non siano scelte che vanno in contrasto con alcuni valori fondanti dell'Europa. Nella piazza parigina di ieri c'è stata una forte affermazione del valore della libertà, però non dobbiamo dimenticare il valore dell'uguaglianza e della fratellanza».
la notte del lavoro narrato, un'iniziativa in tutta Italia stasera in vista del primo maggio, a Milano alle 20,30 alla Libreria Utopia, ne parliamo con Adriana Nannicini organizzatrice della serata - Manca 1 anno esatto a Expo, cosa ci aspetta in questi 12 mesi? L'opinione dell'architetto Luca Beltrami Gadola, e l'intervista al sindaco Pisapia sui temi e il portato culturale dell'esposizione - microfono aperto: che ne pensate del gesto di Pisapia, che ieri ha commemorato Sergio Ramelli? Insieme agli ascoltatori intervengono lo storico Giovanni De Luna, il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo, la consigliera Anita Sonego e il segretario PD Bussolati.
la notte del lavoro narrato, un'iniziativa in tutta Italia stasera in vista del primo maggio, a Milano alle 20,30 alla Libreria Utopia, ne parliamo con Adriana Nannicini organizzatrice della serata - Manca 1 anno esatto a Expo, cosa ci aspetta in questi 12 mesi? L'opinione dell'architetto Luca Beltrami Gadola, e l'intervista al sindaco Pisapia sui temi e il portato culturale dell'esposizione - microfono aperto: che ne pensate del gesto di Pisapia, che ieri ha commemorato Sergio Ramelli? Insieme agli ascoltatori intervengono lo storico Giovanni De Luna, il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo, la consigliera Anita Sonego e il segretario PD Bussolati.
Celebrazioni del 25 aprile Festa della Liberazione.collegamenti con gli storici Giovanni De Luna e Sergio Luzzatto.
LA STRAGE DI BOLOGNA raccontata da Giovanni De Luna
Sandro Pertini raccontato da Giovanni De Luna
Giovanni De Luna racconta La Seconda Repubblica
Giovanni De Luna racconta la strage alla stazione di Bologna
La memoria pubblica è un "patto" in cui ci si accorda su cosa trattenere e cosa lasciar cadere degli eventi del nostro passato. Ma dopo il crollo della "Prima Repubblica" su cosa fonda questo "patto"? Un'intervista allo storico realizzata durante il Salone del Libro di Torino.
Giovanni De Luna racconta la resistenza
Giovanni De Luna racconta la Costituzione