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Malattia e miracolosa guarigione di Ezechia. Arrivo degli inviati babilonesi. Profezia contro all'esilio babilonese.
Isaia incoraggia Ezechia. Preghiera di Ezechia. La risposta del Signore tramite Isaia.
Ezechia, re di Giuda. Sua vittoria sui Filistei.Prima invasione degli Assiri. Seconda invasione degli Assiri.
In questa riflessione, il concetto di fioritura viene esplorato attraverso principi biblici. L'intenzione di Dio per l'umanità è che prosperi, e non che sia dominata dalla frustrazione o da forze esterne. La storia del re Ezechia mostra che la fioritura personale e comunitaria inizia con l'ordinare la propria vita, concentrandosi in particolare sulla propria casa e sulla relazione con Dio. La metafora dell'albero di palma evidenzia le qualità chiave della fioritura: resilienza, costanza, forza incrollabile e la capacità di crescere nonostante le avversità. Fiorire richiede radici profonde nella fede, superare le sfide e crescere con intenzionalità. Alla fine, la fioritura riguarda vivere una vita di vittoria, fede e crescita, sia nella santità personale che nel perseguire la chiamata di Dio.
Meditazione all'Ora santa in preparazione al Natale, sulle profezie del primo capitolo del profeta Isaia e la loro triste e drammatica attualintà nel nostro tempo (giovedì 19 dicembre 2024):Dal libro del profeta Isaia (Is 1,2-9) Visione che Isaia, figlio di Amoz, ebbe su Giuda e su Gerusalemme nei giorni di Ozia, di Iotam, di Acaz e di Ezechia, re di Giuda. Udite, cieli; ascolta, terra, perché il Signore dice: "Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il proprietario e l`asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende”. Guai, gente peccatrice, popolo carico di iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo di Israele, si sono voltati indietro; perché volete ancora essere colpiti, accumulando ribellioni? La testa è tutta malata, tutto il cuore langue. Dalla pianta dei piedi alla testa non c`è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio. Il vostro paese è devastato, le vostre città arse dal fuoco. La vostra campagna, sotto i vostri occhi, la divorano gli stranieri; è una desolazione come Sòdoma distrutta. E` rimasta sola la figlia di Sion come una capanna in una vigna, come un casotto in un campo di cocomeri, come una città assediata. Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato un resto, già saremmo come Sòdoma, simili a Gomorra.
Il re di Giuda sta per morire e Dio gli dice di sistemare casa Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Iniziamo un nuovo libro!Introduzione al Vangelo di Matteo, a cura del Pastore Jonathan Whitman. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 22 Settembre 2024.Titolo del messaggio: "La domanda più importante della tua vita".MATTEO 1:1-171 Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abraamo. 2 Abraamo generò Isacco; Isacco generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli; 3 Giuda generò Fares e Zara da Tamar; Fares generò Esrom; Esrom generò Aram; 4 Aram generò Aminadab; Aminadab generò Naasson; Naasson generò Salmon; 5 Salmon generò Boos da Raab; Boos generò Obed da Rut; Obed generò Iesse, 6 e Iesse generò Davide, il re.Davide generò Salomone da quella che era stata moglie di Uria; 7 Salomone generò Roboamo; Roboamo generò Abia; Abia generò Asa; 8 Asa generò Giosafat; Giosafat generò Ioram; Ioram generò Uzzia; 9 Uzzia generò Ioatam; Ioatam generò Acaz; Acaz generò Ezechia; 10 Ezechia generò Manasse; Manasse generò Amon; Amon generò Giosia; 11 Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli al tempo della deportazione in Babilonia. 12 Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel; Salatiel generò Zorobabele; 13 Zorobabele generò Abiud; Abiud generò Eliachim; Eliachim generò Azor; 14 Azor generò Sadoc; Sadoc generò Achim; Achim generò Eliud; 15 Eliud generò Eleàzaro; Eleàzaro generò Mattan; Mattan generò Giacobbe; 16 Giacobbe generò Giuseppe, il marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo. 17 Così, da Abraamo fino a Davide sono in tutto quattordici generazioni; da Davide fino alla deportazione in Babilonia, quattordici generazioni; e dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo, quattordici generazioni.
EȘTI PE DEPLIN DEDICAT? „Ezechia... a lucrat cu toată inima şi a izbutit în tot ce a făcut pentru Casa lui Dumnezeu... ca să caute pe Dumnezeul Său.” (2 Cronici 31:20-21)
CARISSIMI: Misa a 3 voces (28.12). Consortium Carissimi. Dir.: V. Zanon. Historia di Ezechia (15.11). Hassler Consort. Dir.: F. Raml. Confitemini Domino (3.09). Consortium Carissimi. Dir.: V. Zanon.Escuchar audio
Gli antenati di Gesù Cristo1 Questi sono gli antenati di Gesù Cristo, discendente del re Davide e di Abramo.2 Abramo fu il padre di Isacco;Isacco fu il padre di Giacobbe;Giacobbe fu il padre di Giuda e dei suoi fratelli.3 Giuda fu il padre di Fares e Zara (Tamar fu la loro madre);Fares fu il padre di Esrom;Esrom fu il padre di Aram;4 Aram fu il padre di Aminadab;Aminadab fu il padre di Naasson;Naasson fu il padre di Salmon;5 Salmon fu il padre di Booz (e Rahab sua madre);Booz fu il padre di Obed (e Ruth sua madre);Obed fu il padre di Iesse;6 Iesse fu il padre del re Davide;Davide fu il padre di Salomone (e sua madre la vedova dʼUria);7 Salomone fu il padre di Roboamo;Roboamo fu il padre di Abia;Abia fu il padre di Asa;8 Asa fu il padre di Giosafat;Giosafat fu il padre di Ioram;Ioram fu il padre di Uzzia;9 Uzzia fu il padre di Ioatam;Ioatam fu il padre di Achaz;Achaz fu il padre di Ezechia;10 Ezechia fu il padre di Manasse;Manasse fu il padre di Amon;Amon fu il padre di Giosia;11 Giosia fu il padre di Ieconia e dei suoi fratelli (nati nel periodo dellʼesilio in Babilonia).12 Dopo lʼesilio: Ieconia fu il padre di Salatiel;Salatiel fu il padre di Zorobabel;13 Zorobabel fu il padre di Abiud;Abiud fu il padre di Eliacim;Eliacim fu il padre di Azor;14 Azor fu il padre di Sadoc;Sadoc fu il padre di Achim;Achim fu il padre di Eliud;15 Eliud fu il padre di Eleazaro;Eleazaro fu il padre di Mattan;Mattan fu il padre di Giacobbe;16 Giacobbe fu il padre di Giuseppe, il marito di Maria, la madre di Gesù Cristo, il Messia.17 Così da Abramo fino a Davide abbiamo quattordici generazioni, dal re Davide allʼesilio in Babilonia altre quattordici generazioni; come pure abbiamo quattordici generazioni dallʼesilio a Cristo.Support the show
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
L’odierna pagina del Vangelo risponde ad una semplice domanda: «Chi è Gesù?». Giovanni non è la luce, Gesù è la luce. Giovanni non è il Cristo, né Elia, né il profeta. I Giudei aspettavano Gesù il Messia come il nuovo Mosè, come il profeta per eccellenza che avrebbe rinnovato i prodigi dell’esodo. Giovanni battezza con acqua; Gesù, sconosciuto, ma più grande in dignità, è colui che battezza nello Spirito. L’intervento di Gesù nella storia genera attorno a sé un’atmosfera di entusiasmo e di gioia. Gesù è l’iniziatore definitivo di questa gioia che viene dall’alto e che è dono del Padre. Egli sta in mezzo a noi e il suo essere Uomo-Dio rivela un’attenzione speciale ai poveri e agli umili che hanno fede e si abbandonano a Dio, e sottolinea il capovolgimento che l’arrivo del «giorno del Signore» porterà con sé nelle strutture umane. Nella prima lettura troviamo la prefigurazione di Gesù che annuncerà solennemente il compimento di questa Scrittura in lui. Tale lettura descrive la missione del profeta come annunciatore di un messaggio di pace e di liberazione per i miseri e come apportatore della misericordia del Signore. Tutta una linea profetica aveva presentato agli Ebrei il Messia secondo le categorie della potenza, della vittoria, del dominio universale: ciò del resto corrispondeva all’esperienza dell’Esodo, che rimane il punto di riferimento necessario per il Dio dell’alleanza. Nella seconda lettura l’apostolo Paolo delinea l’atteggiamento che deve caratterizzare il cristiano. Egli deve essere lieto e pregare costantemente, convinto che da solo non è capace di fare del bene, ma che gli è possibile soltanto con l’aiuto dello Spirito. Il cristiano sente di vivere sulla terra un’esistenza uguale a quella di qualsiasi altro uomo, ma di avere in più una certezza di salvezza ed un senso della storia che gli permettono di riconoscere in tutti gli avvenimenti il Regno che viene. In questa liturgia al posto del salmo troviamo il Cantico della Beata Vergine. Questo Cantico si ricollega benissimo alla figura dell’Emmanuele che ci viene presentato dal libro del profeta Isaia nel capitolo 7. Il profeta annuncia al re Acaz la nascita di un bambino che salverà il popolo d’Israele. Nello stesso tempo tale bambino è anche segno della punizione che colpirà i giudei. Gli esegeti vedono in Ezechìa una duplice realizzazione. Abi la sposa reale di Acaz darà al mondo Ezechia che sarà l’ideale re davidico che sorgerà nell’avvenire. Gli Israeliti hanno avuto problemi con il riconoscere in Gesù il Messia. Noi, carichi di storia, tradizione e piena fede riconosciamolo. Tu sei il Cristo, tu sei il Messia promesso che doveva venire.
Proverbi 25 I Proverbi di Salomone trascritti dagli uomini di Ezechia. Proverbi che regolano le proprie relazioni con altri.
2 Împărați 18:1-7 1. În al treilea an al lui Osea, fiul lui Ela, împăratul lui Israel, a început să domnească Ezechia, fiul lui Ahaz, împăratul lui Iuda.2. Avea douăzeci şi cinci de ani când a ajuns împărat şi a domnit douăzeci şi nouă de ani la Ierusalim. Mama sa se chema Abi, fata lui […]
Il Messaggio di Oggi: "EZECHIA LA SPIEGÒ DAVANTI AL SIGNORE" • Isaia 37: 14 • 2 Cronache 32: 1-2 • 2 Cronache 32: 5 • 2 Cronache 32: 7-8 • 2 Cronache 32: 17-21 • 2 Re 19: 35 • 2 Re 19: 34 • 1 Pietro 5: 8 • Isaia 37: 1 • Isaia 56: 7 • Isaia 37: 2-3 • Isaia 37: 15-16 • Giovanni 16: 23-24 • 2 Cronache 32: 5 • Isaia 37: 14 • Giovanni 16: 23 • 1 Corinzi 9: 11 --Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: La genealogia di Gesu' il Cristo. Gli antenati di Gesù Cristo1 Questi sono gli antenati di Gesù Cristo, discendente del re Davide e di Abramo.2 Abramo fu il padre di Isacco;Isacco fu il padre di Giacobbe;Giacobbe fu il padre di Giuda e dei suoi fratelli.3 Giuda fu il padre di Fares e Zara (Tamar fu la loro madre);Fares fu il padre di Esrom;Esrom fu il padre di Aram;4 Aram fu il padre di Aminadab;Aminadab fu il padre di Naasson;Naasson fu il padre di Salmon;5 Salmon fu il padre di Booz (e Rahab sua madre);Booz fu il padre di Obed (e Ruth sua madre);Obed fu il padre di Iesse;6 Iesse fu il padre del re Davide;Davide fu il padre di Salomone (e sua madre la vedova dʼUria);7 Salomone fu il padre di Roboamo;Roboamo fu il padre di Abia;Abia fu il padre di Asa;8 Asa fu il padre di Giosafat;Giosafat fu il padre di Ioram;Ioram fu il padre di Uzzia;9 Uzzia fu il padre di Ioatam;Ioatam fu il padre di Achaz;Achaz fu il padre di Ezechia;10 Ezechia fu il padre di Manasse;Manasse fu il padre di Amon;Amon fu il padre di Giosia;11 Giosia fu il padre di Ieconia e dei suoi fratelli (nati nel periodo dellʼesilio in Babilonia).12 Dopo lʼesilio: Ieconia fu il padre di Salatiel;Salatiel fu il padre di Zorobabel;13 Zorobabel fu il padre di Abiud;Abiud fu il padre di Eliacim;Eliacim fu il padre di Azor;14 Azor fu il padre di Sadoc;Sadoc fu il padre di Achim;Achim fu il padre di Eliud;15 Eliud fu il padre di Eleazaro;Eleazaro fu il padre di Mattan;Mattan fu il padre di Giacobbe;16 Giacobbe fu il padre di Giuseppe, il marito di Maria, la madre di Gesù Cristo, il Messia.17 Così da Abramo fino a Davide abbiamo quattordici generazioni, dal re Davide allʼesilio in Babilonia altre quattordici generazioni; come pure abbiamo quattordici generazioni dallʼesilio a Cristo.Support the show
Vangelo del giorno:Dal Vangelo secondo Matteo (1,1-17)Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.Commento:La lunga pagina della genealogia di Gesù serve a ribadire una verità di fede: la storia di Gesù, le sue parole e i suoi gesti, non sono un romanzo esemplare, una parabola edificante, un racconto morale. È la storia di un uomo, che camminò, respirò, mangiò e visse sulla stessa terra che calpestiamo noi.Citazione del giorno:Il Signore, quello che ha insegnato l'ha anche fatto, perché non possa esserci scusa per il discepolo che impara e non fa (S. Cipriano)
Il superiore livello di moralità degli israeliti e la loro letteratura di elevata qualità, come esemplificato dalla poesia e dalla prosa delle Scritture Ebraiche, suggeriscono che la musica dell'antico Israele trascendeva quella dei suoi contemporanei. Di certo, l'ispirazione per la musica di Israele era molto più alta di quella delle nazioni vicine. Interessante è un bassorilievo assiro su cui il re Sennacherib è rappresentato mentre chiede al re Ezechia di essere pagato con un tributo di musicisti, sia uomini che donne (Ancient Near Eastern Texts, edited by J. Pritchard, 1974, p. 288). Per lungo tempo alcuni studiosi hanno affermato che la musica ebraica era monofonica, melodica, ma priva di armonia. Tuttavia, la sola importanza data all'arpa e ad altri strumenti a corda in Israele contrasta molto con questa ipotesi. È praticamente impossibile affermare che un musicista possa suonare uno strumento a più corde e non si accorga che la combinazione di certi toni è molto piacevole o che una serie di note eseguite in un arpeggio produce un suono piacevole. Una fonte informata sulla storia della musica, Curt Sachs, afferma: “Il pregiudizio radicato secondo cui l'armonia e la polifonia [2 o più parti musicali o voci combinate] siano state una prerogativa dell'Occidente medievale e moderno non regge”. Inoltre, anche fra le culture primitive ci sono molti esempi di musica che suona per quinte, quarti, terze e ottave, e fra questi popoli, comprese alcune tribù pigmee, si sviluppò lo stile antifonico, con voci sovrapposte (in cui il canto si alterna fra due cori) dando origine a un vero e proprio canone. In base a una ricerca condotta a livello mondiale, Sachs ha presentato la seguente conclusione: “I cori e le orchestre che facevano parte del Tempio di Gerusalemme suggeriscono un elevato standard di educazione musicale, abilità e conoscenza”. Poi aggiunge: “È importante rendersi conto che l'antico Oriente occidentale aveva una musica del tutto diversa da quella che gli storici dell'Ottocento concedevano. … Anche se non sappiamo come suonasse quella musica antica, abbiamo prove sufficienti del suo potere, della sua dignità e della sua maestria” (The Rise of Music in the Ancient World: East and West, 1943, pp. 48, 101, 102). Anche le Scritture permettono di arrivare a questa conclusione. Per esempio, le soprascritte di molti Salmi usano espressioni di questo tipo: “A [per] il direttore”; “Maestro del coro”; “Capo dei musicisti”; “Maestro della banda”. Queste espressioni variano in base al traduttore, ma di certo indicano qualche aspetto tecnico del mondo musicale. I termini ebraici, infatti, sembra che si riferiscano a qualcuno che dava indicazioni ai cantanti e all'arrangiamento. Il “maestro” probabilmente si occupava sia delle prove che dell'addestramento dei cantori leviti. È anche possibile che questa parola indicasse il direttore del coro o dell'orchestra. Forse il “capo” era a capo di un gruppo di 24 musicisti del santuario, oppure era solo un musicista affermato, forse incaricato di sostituire i direttori. Altri Salmi specificano che esistevano direttori del coro, di parti del coro e di specifici strumenti musicali. Inoltre, c'erano “capi dei cantori”, o “direttori per i cantori”. Alcuni erano esperti; altri erano degli allievi. --- This episode is sponsored by · Anchor: The easiest way to make a podcast. https://anchor.fm/app --- Send in a voice message: https://anchor.fm/corgiov/message
Abbiamo ascoltato fratelli e sorelle la vicenda della malattia e della guarigione del re ezechia narrata al capitolo trentottesimo del libro del profeta Isaia. Ezechia fu un re importante per Gerusalemme e il regno di Giuda, un sovrano attento alla parola di Dio, legato al Profeta Isaia e che, come lui stesso confessa, ha sempre camminato davanti al Signore con un cuore integro. Ma Ezechia fa esperienza della malattia, una malattia grave, che la scrittura definisce come immortale, senza speranza. E' una situazione critica per quel re giusto e anche per il suo regno, siamo infatti agli inizi dell'invasione assira. In questa preghiera, in cui ricordiamo tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle malati, non vogliamo dimenticare le malattie del nostro mondo, le ingiustizie, la guerra, la violenza e oggi questa nostra preghiera vuole come prendere in prestito le parole, il cuore, i sentimenti dell'invocazione di Ezechia davanti alla notizia del suo male. Il re si volta verso la parete della sua stanza e scoppia in pianto: è come il gesto di un cuore che si chiude nel suo intimo. Dio vede nel segreto del cuore di Ezechia, vede le sue lacrime e allora quanto dobbiamo imparare dal Signore a lasciarci toccare dalle lacrime! Le lacrime di chi riceve una diagnosi senza speranza, di quanti malati ancora oggi sono privi delle medicine - pensiamo a tanti Paesi dell'Africa dove questo non è permesso - le lacrime di quanti non possono curarsi a causa della guerra per la distruzione degli ospedali. Quante lacrime a cui questo mondo sembra essersi abituato. Ecco il pianto di Ezechia e anche il pianto del suo popolo, di un popolo più grande un popolo che soffre e che noi oggi nella preghiera vogliamo fare nostro. https://www.santegidio.org/
Questa finale della prima parte del libro del profeta Isaia narra una vicenda che colpì molto la memoria d'Israele, tanto da essere riportata anche dal secondo libro dei Re e dal secondo libro delle Cronache. E' la preghiera di un giusto, un re ricordato per la pietà e la fiducia in Dio e non per la piccola politica, che tante volte rovina i paesi che cadono nel gorgo degli interessi e delle contrapposizioni politiche. La preghiera salva la vita, la preghiera salva la vita di un paese: questa è un'affermazione profondamente biblica. Questa è la grande eredità della fede di Davide, che Israele celebra come il dolce cantore d'Israele, attribuendo a lui numerosissimi salmi; e anche dopo questo episodio, il libro di Isaia, a differenza di quello dei Re e delle Cronache, riporta un salmo di gratitudine di Ezechia per la sua salvezza. Il Salmo che segue il brano che abbiamo letto, in maniera differente da esso, racconta la storia della malattia, della disperazione, dell'invocazione, della guarigione del re di Giuda; in un certo senso tutti i salmi si allontanano dalla vicenda singola e divengono preghiera in cui ognuno si può riconoscere e quasi ognuno di noi diventa un salmista, diventa come un bambino cui la Bibbia mette in bocca e nel cuore le parole della preghiera. Infatti la Bibbia tutta sembra rispondere alla preghiera dei discepoli di Gesù, diciamo alla richiesta dei discepoli di Gesù, al quale dicono “Signore insegnaci a pregare”. https://www.santegidio.org/
Scopri dalla Bibbia Sofonia al capitolo 1con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.Passo dopo passo alla lettura della Bibbiaè il programma che ti permette di approfondirela Bibbia leggendola un versetto per voltacon semplici commentidell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIASofonia 1 (Antico Testamento, Libro Profetico) - https://www.bible.com/it/bible/122/Zep.1.NR061 Parola del Signore rivolta a Sofonia, figlio di Cusi, figlio di Ghedalia, figlio di Amaria, figlio di Ezechia, al tempo di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda.2 «Io distruggerò ogni cosa dalla faccia della terra», dice il Signore.3 «Distruggerò uomini e bestie; distruggerò gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ciò che fa inciampare assieme agli empi, ed eliminerò gli uomini dalla faccia della terra», dice il Signore.4 «Stenderò la mano su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme; eliminerò da questo luogo quanto rimane di Baal, il nome dei sacerdoti idolatri assieme ai sacerdoti,5 quelli che si prostrano sui tetti davanti all'esercito celeste, quelli che si prostrano e giurano per il Signore, e poi giurano anche per Malcam,6 quelli che si allontanano dal Signore, e quelli che non cercano il Signore e non lo consultano.7 Tacete davanti al Signore, Dio, poiché il giorno del Signore è vicino, poiché il Signore ha preparato un sacrificio, ha consacrato i suoi invitati.8 Nel giorno del sacrificio del Signore io punirò tutti i prìncipi, i figli del re e tutti quelli che si vestono di abiti stranieri.9 Quel giorno punirò tutti quelli che saltano la soglia, che riempiono di violenza e di frode le case dei loro padroni.10 Quel giorno», dice il Signore, «si alzerà un grido dalla Porta dei Pesci, un urlo dal quartiere nuovo e un gran fracasso dalle colline.11 Urlate, abitanti del Mortaio, perché tutti i mercanti sono spazzati via, tutti quelli che erano carichi di denaro sono sterminati.12 In quel tempo io frugherò Gerusalemme con le torce e punirò gli uomini che, adagiati sulle loro fecce, dicono in cuor loro: “Il Signore non fa né bene né male”.13 Le loro ricchezze saranno abbandonate al saccheggio, le loro case devastate; essi costruiranno delle case, ma non le abiteranno, pianteranno delle vigne, ma non ne berranno il vino.14 Il gran giorno del Signore è vicino; è vicino e viene in gran fretta. Si sente venire il giorno del Signore, e il più valoroso grida amaramente.15 Quel giorno è un giorno d'ira, un giorno di sventura e di angoscia, un giorno di rovina e di desolazione, un giorno di tenebre e di caligine, un giorno di nuvole e di fitta oscurità,16 un giorno di squilli di tromba e di allarme contro le città fortificate e le alte torri.17 Io metterò gli uomini nell'angoscia ed essi brancoleranno come ciechi, perché hanno peccato contro il Signore; il loro sangue sarà sparso come polvere e la loro carne come escrementi.18 Né il loro argento né il loro oro potrà liberarli nel giorno dell'ira del Signore. Tutto il paese sarà divorato dal fuoco della sua gelosia, poiché egli farà una distruzione improvvisa e totale di tutti gli abitanti del paese».Episodio: Sofonia 1Insegnante: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro LiveData: domenica 22 Maggio 2022Lingua: ItalianaProduzione: Essere Un CristianoWeb: http://www.essereuncristiano.it/Youtube: https://www.youtube.com/c/essereuncristiano
Gran parte della terminologia musicale internazionale è nata in Italia. E prima della sua nascita? Una delle lingue che più hanno influito nella terminologia musicale antica è di sicuro l'ebraico. Oggi scopriremo il significato di una parola che si incontra leggendo i Salmi della Bibbia, ovvero mictàm. Secondo i linguisti, questa parola significherebbe “salmo di espiazione”. Comunque, non tutti sono d'accordo. Anzi, secondo altri linguisti sarebbe una parola dal significato oscuro e di etimologia incerta. La usò Davide per indicare forse il genere musicale a cui appartenevano 6 dei suoi salmi, di solito numerati come 16, 56, 57, 58, 59 e 60. Le ipotesi sul significato del termine ebraico mictàm sono tante. I lessicografi Koehler e Baumgartner ritengono che mictàm sia una variante della parola accadica katamu, che significa “coprire”; secondo loro il significato corretto sarebbe “salmo di espiazione”. (Lexicon in Veteris Testamenti Libros, p. 523). È interessante che questo verbo in inglese si traduca “cover”, parola utilizzata oggi per indicare un brano originale arrangiato ed eseguito da una persona diversa rispetto il suo autore o il suo interprete originario; la stessa parola indica la “copertina” di un album musicale. Quindi, “mictàm” indicherebbe un canto o un salmo destinato a coprire, o espiare, il peccato, la colpa o l'impurità. L'espiazione è implicita perché i salmi mictàm di Davide contengono parole che fanno riferimento a lamenti. Comunque, riflettono anche la sua gratitudine e la sua fede in Dio. Anche il re Ezechia, discendente di Davide, si dilettava a scrivere musiche da cantare. Una delle sue composizioni è definita mictàm. La scrisse “quando si ammalò e poi guarì dalla sua malattia” (Isa. 38:9-20). --- This episode is sponsored by · Anchor: The easiest way to make a podcast. https://anchor.fm/app --- Send in a voice message: https://anchor.fm/corgiov/message
In chi o in cosa riponi la tua fiducia? Nelle capacità di un amico potente, nel mondo, in ciò che possiedi, o nella potenza che ha trasformato una crocifissione in una risurrezione? --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 12 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 34 minuti A quanti di voi piacerebbe conoscere il futuro? Sapere cosa accadrà fra dieci anni, o cinque, o magari sapere chi vincerà le elezioni questo lunedì? Sapete, può sembrare che il dono di “profezia”, sia davvero “figo”! Ma se leggete l'Antico Testamento, scoprirete che la vita del profeta è tutt'altro che “beata”. Per prima cosa, una delle caratteristiche dei profeti è quello di annunciare sventura: Isaia, Geremia, Ezechiele, quasi tutti ricevevano da Dio la visione del tempo futuro perché preannunciassero ad un popolo ribelle la sua punizione... E questo non li rendeva molto popolari tra la gente, anzi. L'altra cosa che troverete è che ai profeti era spesso richiesto da Dio non di fare lunghi discorsi per predicare, ma di fare delle azioni, diciamo così, “originali! A Geremia Dio chiese di comprare un perizoma (in realtà, una cintura di lino), di indossarlo per un po', e poi nasconderlo in una fessura della roccia. Se non ci credete. leggete Geremia 13. A Ezechiele Dio chiese di sdraiarsi su un fianco per 390 giorni davanti a un mattone da cantiere (a Montefiascone li chiamano “zoccoloni”) Lo trovate in Ezechiele 4. Che strani modi per portare messaggi profetici! Al profeta di cui parleremo oggi, Michea , Dio chiese qualcosa ancora più “sconveniente” e “bizzarro”: Leggiamo il capitolo 1: “Infatti, ecco, il Signore esce dal suo luogo, scende, cammina sulle alture della terra. I monti si sciolgono sotto di lui e le valli si liquefanno come cera davanti al fuoco, come acqua che cola sopra un pendìo. Tutto questo a causa della trasgressione di Giacobbe e dei peccati della casa d'Israele. Qual è la trasgressione di Giacobbe? Non è forse Samaria? Quali sono gli alti luoghi di Giuda? Non sono forse Gerusalemme? «Perciò io farò di Samaria un mucchio di pietre nella campagna, un luogo da piantarci le vigne; ne farò rotolare le pietre giù nella valle, ne metterò allo scoperto le fondamenta. Tutte le sue immagini scolpite saranno infrante, tutte le sue offerte agli idoli saranno arse con il fuoco, io ridurrò tutti i suoi idoli in desolazione, perché sono offerte raccolte come salario di prostituzione e torneranno a essere salario di prostituzione». Per questo io piangerò e griderò, andrò scalzo e nudo; alzerò lamenti come lo sciacallo, grida lugubri come lo struzzo. La sua piaga infatti è incurabile; si estende fino a Giuda e giunge fino alla porta del mio popolo, fino a Gerusalemme. (Michea 1:3-9) Vi prego di notare il versetto 8: “Per questo io piangerò e griderò, andrò scalzo e nudo; alzerò lamenti come lo sciacallo, grida lugubri come lo struzzo.”(Michea 1:8) Michea girava facendo versi simili allo sciacallo e ad un animale che qui è tradotto con “struzzo” in altre bibbie “gufo”, ma che era in originale יַעֲנָה ya‘ănâ, un animale che probabilmente si è estinto. Ve lo immaginate se io, una mattina, invece di predicare, ululassi e mugghiassi? E non basta: nudo! Che strano modo di predicare! Penso che sarete con me quando affermo che chi passava di lì si fermava, non tanto per chiamare la neuro, che all'epoca non c'era, ma per guardare, ascoltare, e capire il perché di un predicatore nudo che ululava. e mugghiava. Per capire perché Michea faceva così dobbiamo conoscere i re che c'erano stati al suo tempo . Al versetto 1 sta scritto: “Parola del Signore, rivolta a Michea, il Morastita, al tempo di Iotam, di Acaz e di Ezechia, re di Giuda. Visione che egli ebbe riguardo a Samaria e a Gerusalemme.” (Michea 1:1) Il regno di questi tre re è durato circa 60 anni; Iotam ed Ezechia non erano re perfetti ma se la cavavano, e il popolo non è che fosse molto devoto a Dio, ma ci si poteva stare. Ma al tempo di Acaz e per colpa di Acaz il popolo era davvero andato “fuori strada”. “Acaz aveva vent'anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme. Egli non fece ciò che è giusto agli occhi del Signore, suo Dio, come aveva fatto Davide, suo padre; ma seguì l'esempio dei re d'Israele e fece passare per il fuoco persino suo figlio, seguendo le pratiche abominevoli delle genti che il Signore aveva cacciate davanti ai figli d'Israele; offriva sacrifici e incenso sugli alti luoghi, sulle colline e sotto ogni albero verdeggiante.” (2 Re 16:2-4) Acaz era un “senza Dio” che non si fidava neppure degli dei pagani che spingeva ad adorare ed a cui aveva sacrificato il figlio, tanto è vero che, quando il suo regno fu attaccato dalla Siria, cominciò ad avere paura: “Acaz inviò dei messaggeri a Tiglat-Pileser, re degli Assiri, per dirgli: «Io sono tuo servo e tuo figlio; sali qua e liberami dalle mani del re di Siria e dalle mani del re d'Israele, che hanno marciato contro di me». Acaz prese l'argento e l'oro che si poté trovare nella casa del Signore e nei tesori del palazzo reale, e li mandò in dono al re degli Assiri. Il re d'Assiria gli diede ascolto; marciò contro Damasco, la prese, ne deportò gli abitanti a Chir e uccise Resin.” (2 Re 16:7-9) Se leggete I e II Re, vedrete che i re di Giuda che erano stati fedeli a Dio non avevano mai avuto bisogno che qualcuno da fuori li venisse a difendere: si inginocchiavano, pregavano, e Dio interveniva in loro soccorso. Ma Acaz non era fedele e non si fidava della potenza di Dio; per questo spogliò il Tempio dei suoi tesori pur di pagare la potenza del re d'Assiria. Questo non basta: Acaz fece anche di peggio: “Allora il re Acaz andò a Damasco, incontro a Tiglat-Pileser, re d'Assiria; e dopo aver visto l'altare che era a Damasco, il re Acaz mandò al sacerdote Uria il disegno e il modello di quell'altare, in tutti i suoi particolari. Il sacerdote Uria costruì un altare, esattamente secondo il modello che il re Acaz gli aveva mandato da Damasco; e il sacerdote Uria lo costruì prima del ritorno del re Acaz da Damasco...L'altare di bronzo, che era davanti al Signore – perché non fosse fra il nuovo altare e la casa del Signore – lo pose di fianco al nuovo altare, verso settentrione. (2 Re 16:10-11,14) Acaz fece costruire un altare per un altro dio sul modello di quello del tempio pagano di Damasco e fece spostare di lato quello del vero Dio di Israele. Michea 1:9 dirà: “La sua piaga infatti è incurabile; si estende fino a Giuda e giunge fino alla porta del mio popolo, fino a Gerusalemme” (Michea 1:9) Quale è la piaga di cui parla Michea? La piaga si chiama Samaria; aver preso a fare quello che in Samaria di fa. E' l'aver abbandonato il vero Dio, adorando altri dei; è il non rivolgersi più a lui per aiuto, il sacrificare a dei inesistenti e il cercare aiuto da altri uomini, e non dal loro Signore! E ciò che c'è di peggio, è che il popolo, ed Acaz, si sentono “al sicuro”, si “fidano” della protezione di Tiglat-Pileser, il re degli Assiri... in fondo, i Sirani sono stati sconfitti... non c'è più il nemico... Ne sei sicuro, Acaz? Ne siete sicuri, voi, abitanti di Israele? Il nemico, strisciante, non è più là fuori, non è più il siriano, ma è dentro di te Acaz, è dentro di voi, popolo. Voi dite: “Ormai non c'è più bisogno di confidare in Yahweh, anche se c'è ancora il Tempio, anche se il sabato ci vado e faccio le abluzioni, anche se pago la decima... ma Yahweh, Dio, non mi serve davvero!" Tutti pensavano di fare la cosa giusta perché c'era ancora una “vernice religiosa” su tutto. Coloro che erano abituati ad avere le benedizioni della vita le avevano ancora, come prima e forse di più. Tutto nella vita era comodo e non c'era bisogno preoccuparsi di Dio e di ciò che Egli volesse veramente. In una situazione dove “tutto va apparentemente bene” come porti a far riflettere le persone che quella è una calma “apparente” e che la tempesta è lì, dietro l'angolo? Un profeta nudo che cammina per la strada piangendo e lamentandosi, e ululando come uno sciacallo e mugghiando come uno struzzo... forse questo li farà fermare ad ascoltare... Ecco perché Michea fa quello che fa. Non è perché sia un esibizionista. Michea predica nudo, ulula e mugghia perché la situazione spirituale è così terribile che qualcosa di davvero drammatico deve accadere per svegliare le persone dal loro letargo spirituale. Michea sta dicendo al popolo: “Guardatemi! Io sono voi! Io rappresento quello che siete! Vi sentite forti? Siete nudi! Vi sentite saggi? Siete pazzi!" Nel primo messaggio su Genesi avevamo visto che la consapevolezza di aver peccato aveva fatto comprendere ad Adamo ed Eva di essere nudi. Nel secondo su Giobbe avevamo visto che Giobbe era consapevole della sua nudità, che nudo era nato, nudo sarebbe morto e che tutto era di Dio che dava e toglieva. Qui la situazione è differente: il popolo non si accorge di essere nudo, e non vuole neppure che qualcuno glielo faccia notare: “«Non profetizzate!», vanno essi ripetendo. «Anche se non si profetizzano tali cose, non si eviterà l'infamia».” (Michea 2:6) Serviva qualcuno “nudo” per davvero che facesse loro comprendere la loro nudità. Che ululasse e mugghiasse per farli girare, perché potessero fermarsi ed udire la voce di Dio. Tu potresti dirmi: “Marco, ma tutto questo, cos c'entra con noi, oggi?” Se è questo che stai pensando, la voglio prendere “alla larga”: a chi pensi si affidino le persone al giorno d'oggi? Rispondi dentro di te. Hai risposto mentalmente? Bene! Allora stringo un po' l'ambito: a chi pensi le persone CREDENTI si affidino al giorno d'oggi? Perché vedi, Michea parlava a coloro che erano stati credenti di una “piaga” che si spandeva come una macchia d'olio. “Visione che egli ebbe riguardo a Samaria e a Gerusalemme...La sua piaga infatti è incurabile; si estende fino a Giuda e giunge fino alla porta del mio popolo, fino a Gerusalemme” (Michea 1:1)” Samaria era al nord, e non era parte del popolo di Dio; aveva i propri culti, i propri dei, le proprie tradizioni; ma lentamente stavano “colando” come un barattolo di vernice bucata verso Israele, che si stava man mano impregnando di quelle usanze, di quei riti vuoti e inutili, di quei dei farlocchi. Cosa è Samaria, oggi? Il mondo materialistico che esce fuori dalla tv e dagli smarthphone, dalla società del consumo, dove tu sei ciò che hai, dove ti serve “la raccomandazione” del potente per sentirti protetto. La scorsa settimana Jean ci ha incoraggiato ad essere parte NEL mondo senza essere parte DEL mondo, ad essere il sale che esalta gli altri gusti, non a diventare lo stesso impasto che forma la pietanza che mangia il mondo. Anche ai giorni nostri il barattolo bucato di Samaria ha raggiunto Gerusalemme. Il laico mondo si è talmente infiltrato nel mondo cristiano che le azioni di quelli nella chiesa e di quelli nel mondo sembrano assolutamente simili. Dove l'immoralità è giustificata. Dove la fiducia nel potere e nella potenza umana viene messa al di sopra della fiducia in Dio. Dove c'è un falso senso di sicurezza perché abbiamo dietro “uno potente”... ma che non è più Dio, ma l'amico potente, il politico, il capo, il boss... Sono sempre meno i profeti nudi che ululano e mugghiano, sempre più quelli che adattano le loro prediche al “politicamente corretto”. Il che non è un bene. Perché, se la volete sapere tutta, il “potente” a cui Acaz aveva affidato la sua sorte, l'Assira, si rivolterà contro Israele cercando di conquistarlo, e solo la fedeltà a Dio del re Ezechia farà si che Israele la scampi. “Si, ma io che c'entro, Marco? Il compito di ululare nudi spetta ai profeti, ai pastori... a te, insomma!” Sai, Dio per raggiungere tutti nel mondo, non ha dato il suo messaggio ad una ristretta cerchia di gente, di “addetti ai lavori”, ma a tutti i credenti: “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra.” (Atti 1:8) Vedi bene cosa ti sta dicendo Gesù: invece di attendere che la vernice di Samaria coli su di te, con tutti i suoi vizi, la religione di facciata, i compromessi, invece di stare fermo o ferma ad attendere, sei tu che devi alzarti, ed andare in Samaria, per essere TESTIMONE di Gesù, per portare il suo colore nella vita degli altri. Sai come suona la parola “testimone” nella lingua in cui Luca a scritto Atti? In greco è la parola μάρτυς martys: ti suona familiare? Noi usiamo quel nome per indicare chi è morto per portare il messaggio di Cristo al mondo: “martire”. In molti luoghi ancora oggi, in Afghanistan, in Corea, in Sudan, in Cina essere testimone di Cristo significa essere anche votato al martirio; per me e per te, no! Cosa ti sta chiedendo dunque Dio? Di ululare nudo in mezzo alla strada? Probabilmente no. Ricorda, ora hai la potenza dello Spirito Santo in te che Michea non aveva. Dio ti fa, semplicemente, due domande. La prima è questa: “In cosa riponi la tua fiducia? Nell'alleato potente? Nell'assiro di turno? Oppure nella MIA potenza?” Paolo e Pietro hanno riposto la loro fiducia in quella potenza che ha risuscitato Gesù dalla tomba. “Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno”.( Romani 8:28) “Affidate a lui tutte le vostre preoccupazioni ed ansietà, perché siete importanti per lui.” (1 Pietro 5:7 PV) “Il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel suo regno celeste. A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.” (2 Timoteo 4:18) La seconda domanda che Dio ti fa è questa: “Testimonierai di mio Figlio in Samaria?” E' la stessa domanda che Paolo poneva ai Romani: “Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunci?” (Romani 10:14) Non serve più un profeta nudo che ululi e mugghi, ma un figlio, una figlia salvata che testimoni la sua nuova vita in Cristo attraverso la potenza dello Spirito Santo che è disceso in te ed in me nel momento che abbiamo accettato Cristo nelle nostre vite. Tu ed io siamo chiamati ad essere il Michea, vestito che non ulula ma parla e testimonia della potenza che sta nella croce perché le persone ritornino a Dio e fissino i loro occhi non sul mondo, ma su Cristo. Preghiamo. GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)
Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la lesse; poi salì alla casa del Signore, e la spiegò davanti al Signore. 2 Re 19:14
Musica e religione (testo parziale) L'ottima musica degli antichi israeliti divenne famosa. Il canto era essenziale. Eppure, anche la musica strumentale svolgeva un ruolo di primo piano nella loro adorazione. C'erano delle occasioni speciali in cui entrava in gioco. Ecco un esempio. Il re Davide decise di trasferire l'Arca del patto a Gerusalemme. In quell'occasione il trasporto fu accompagnato da musica strumentale. E Davide danzava attorno all'Arca! All'inaugurazione e dedicazione del tempio di Salomone ci furono sia un'orchestra che un coro che eseguirono della straordinaria musica. I re successivi a Salomone trascurarono questo aspetto religioso, finché non ereditò il trono Ezechia. Questi ripristinò l'adorazione nel tempio, includendo sia musica strumentale che vocale. In seguito, Gerusalemme e il suo imponente tempio furono distrutti, mentre la popolazione sopravvissuta fu deportata a Babilonia. Dopo la liberazione da Babilonia, il governatore Neemia ritenne che fosse importante sia ricostruire Gerusalemme, le sue mura e il tempio che organizzare un'orchestra e un coro. Finita la costruzione delle mura, queste furono dedicate con una gioiosa festa musicale (2 Samuele 6:5; 1 Cronache 15:28; 2 Cronache 5:12-14; Neemia 12:27-31, 38-42). Anche se le Sacre Scritture ci forniscono diversi dettagli sulla storia della musica, includendo il testo di oltre 150 canti, o cantici (chiamati anche Salmi), di nessuno è stata tramandata una partitura. La sezione biblica che presenta l'epoca Cristiana fornisce solo qualche sporadico dettaglio sulla musica strumentale. Per esempio, nel profetico libro dell'Apocalisse, chiamato anche Rivelazione, l'apostolo Giovanni riferisce: “Sentii provenire dal cielo un suono simile al fragore di molte acque e al boato di un forte tuono; il suono che sentii era come quello di cantori che si accompagnano con le loro cetre” (Rivelazione 14:2). Il versetto descrive un'orchestra “naturale” che emette suoni simili a cetre che accompagnano qualcuno che canta. Che dire del canto? Questo è menzionato in modo chiaro. Per esempio, durante la quarta Pasqua menzionata nei Vangeli, quella in cui Gesù istituì la Cena del Signore, ovvero la Commemorazione della sua morte, si legge che Gesù e gli apostoli cantarono. Sicuramente la musica era tratta dal libro dei Salmi. Quando l'apostolo Paolo e il suo compagno di viaggio Sila furono arrestati e imprigionati a Filippi, si misero a cantare. Paolo scrisse: “Parlate fra di voi con salmi, inni e canti spirituali, cantando e innalzando melodie”. “Continuate a istruirvi e a incoraggiarvi gli uni gli altri con salmi, inni e canti spirituali innalzati con gratitudine; continuate a cantare” (Matteo 27:30; Atti 16:25; 1 Corinti 14:15; Efesini 5:19, 20; Colossesi 3:16, 17). Leggendo queste parole che invitano a cantare, che però non menzionano in modo diretto la musica strumentale, alcuni ritengono che i cristiani dovrebbero evitare la musica non cantata nelle loro funzioni religiose. Comunque, abbiamo visto che le Scritture menzionano la musica strumentale nell'adorazione più antica. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/corgiov/message
Ezechia-BRITISH_MUSEUM_008 --- Send in a voice message: https://anchor.fm/islamecom-media/message
MODURI DIFERITE DE-A NE RUGA (2) „Ezechia a luat scrisoarea... a întins-o înaintea Domnului” (Isaia 37:14).
Ce bine ar fi dacă cei pentru care Dumnezeu a făcut lucruri minunate L-ar proslăvi pe El și ar vorbi despre lucrările Lui minunate. Însă cât de adesea cei pentru care Dumnezeu lucrează sunt ca Ezechia, uitându-L pe Dătătorul tuturor binecuvântărilor lor! #devotionale #devotionalzilnic https://devotionale.ro/devotional-zilnic/2019/12/18/onorati-pe-datatorul-darurilor
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
Zacchia da Vezzano, il cui vero nome fu Ezechia, è un artista poco noto al grande pubblico, ma è stato forse il principale artista del Cinquecento a Lucca: un secolo durante il quale a Lucca la produzione artistica calò vistosamente, in quanto la città toscana fu tra i luoghi in Italia dove attecchì maggiormente la riforma protestante, e sappiamo che secondo i dettami della riforma, le opere d'arte, specialmente quelle commissionate dai privati, erano viste come simbolo di lusso e sontuosità, quindi contrarie al pensiero riformato. L'arte di Zacchia da Vezzano ebbe quindi anche il compito di fare da "argine" alla riforma luterana nella Lucca del XVI secolo. Con Ilaria e Federico scopriremo pertanto nella puntata di oggi le opere devote di un pittore a cavallo tra Rinascimento, Manierismo e Controriforma, che propone diversi lavori di sicuro interesse.
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