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Oggi abbiamo esplorato il mondo dell'educazione civica, scoprendo come diversi paesi la affrontino in modo assolutamente unico.Dal Giappone, dove gli studenti partecipano attivamente a progetti comunitari, al Canada, che mette un forte accento sul multiculturalismo, alla Svezia, dove si enfatizza la partecipazione democratica attraverso simulazioni di elezioni scolastiche.In Italia, l'educazione civica è stata introdotta nel 1958 da Aldo Moro, poi rimossa nel 1990 e reintrodotta nel 2019. Ma, come sottolineato, il vero problema è sempre nell'applicazione pratica di questi insegnamenti. L'esperienza è essenziale, e questo vale sia per gli studenti che per gli adulti.L'educazione civica non è solo una materia scolastica; è un processo continuo. Coinvolgere i ragazzi in attività di gruppo, partecipare ad eventi e, soprattutto, mettere in pratica ciò che si apprende sono passi cruciali. Come genitori, dobbiamo essere esempi coerenti di ciò che insegniamo.Non dimenticate di iscrivervi al podcast per non perdere le prossime puntate. A presto!
Sembrerebbe che nell'arco degli ultimi dieci anni, le certificazioni di dislessia nel nostro Paese siano raddoppiate, passando da 94mila a 198mila, così come sono in aumento quelle di disgrafia (da 30mila a quasi 100mila), e discalculia (da 33mila a 108mila), a dirlo sono i nuovi dati del Ministero dell'Istruzione. Un trend sicuramente legato alla modernità e certo anche alla pandemia, che però non significa che siamo spacciati, anche perché abbiamo un potente strumento a nostra disposizione: le diagnosi precoci.Fonti degli inserti audio contenuti in questa puntata: “Whip”; “Titanium lyrics”; “Good night”; “Sunshine with you”
Nella puntata “Le lingue dell'Apprendimento: Speciale DSA," abbiamo esplorato le sfide e le complessità legate all'apprendimento delle lingue per i bambini con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA).Abbiamo iniziato confrontando le statistiche sull'incidenza di DSA in diverse lingue: in Italia, il 4% della popolazione è dislessico, mentre nei paesi anglofoni questa percentuale raggiunge il 10-15%, principalmente a causa della complessità fonologica della lingua inglese.Abbiamo visto quali sfide possono influenzare l'apprendimento e l'utilizzo di una lingua straniera e abbiamo esplorato i fattori esterni all'ambito specifico del disturbo, come l'aspetto emotivo-motivazionale e il metodo didattico, che possono influenzare moltissimo l'apprendimento delle lingue. Infine, abbiamo condiviso strategie e strumenti mirati a facilitare l'apprendimento delle lingue per i bambini e ragazzi con DSA nelle 4 aree: Comprensione orale (Listening)Produzione orale (Speaking)Comprensione scritta (Reading)Produzione scritta (Writing)And… Remember, our journey through the world of learning doesn't just stop at the obstacles—it's about navigating these challenges with resilience and curiosity!
Ci sono agevolazioni economiche per acquistare PC o strumenti elettronici per ragazzi con un DSA?Scopriamolo assieme
Secondo un'indagine condotta dall'Associazione italiana dislessia, 1 ragazzo su 3 con DSA dice di non avere insegnanti con conoscenze adeguate sui disturbi dell'apprendimento. A 13 anni dall'approvazione della legge sulla dislessia, a che punto siamo?
Oggi parleremo della filosofia dell'apprendimento. Se ti sei mai chiesto cos'è esattamente la filosofia, ora hai una risposta: è il modo in cui cerchiamo di capire il mondo e il nostro posto in esso. E sai una cosa interessante? C'è una stretta parentela tra la curiosità e la cura: in un certo senso, entrambe le parole hanno a che fare con l'interesse e l'attenzione.La curiosità può essere vista come una forma di "cura di sé", un modo in cui ti prendi cura di te stesso esplorando e cercando di capire chi sei e il mondo che ti circonda.E l'umorismo cosa c'entra con la filosofia? Bene, l'umorismo non riguarda solo il ridere delle cose divertenti, è molto più profondo di una semplice risata. È una virtù morale che ci aiuta a superare le sfide della vita e a capire meglio l'esistenza umana.L'ironia Zen ci insegna a non attaccarci rigidamente alle nostre idee e convinzioni, ma a vedere il mondo con occhi aperti, pronti a cambiare prospettiva e ad abbracciare l'incertezza.Ecco, ora hai un assaggio della filosofia dell'apprendimento: la prossima volta che ti trovi di fronte a una domanda fondamentale sulla vita, ricorda di essere curioso, di prenderti cura di te stesso e di esplorare il mondo con un sorriso.Alla prossima!
In questa puntata del podcast "W La Dislessia" esploreremo il mondo del diritto e del suo ruolo nell'apprendimento. Iniziamo la puntata con un piccolo accenno alla filosofia del diritto, insieme a Rousseau e il suo "Contratto Sociale," che sottolinea l'importanza delle leggi nella società. Il suo lavoro ha influenzato la Rivoluzione Francese e ha contribuito a definire la democrazia. Nella rubrica "Miti e Verità," vediamo l'evoluzione storica del diritto e come è cambiato con l'avvento della scrittura: hai presente il Codice di Hammurabi e il principio dell'"occhio per occhio"?Dall'Antica Roma verso il periodo medievale, e i Comuni, in cui il diritto assume una forma più autorevole, fino alla Rivoluzione Francese, con il Codice Napoleonico. Hai mai pensato all'importanza delle costituzioni democratiche e a come il diritto possa essere uno strumento per difendersi nel mondo?Nella sezione "Strumenti e strategie," vediamo come applicare le mappe ad una materia a volte ostica per i ragazzi, come il diritto.Buon ascolto e...ricordati di iscriverti al podcast!
In questa puntata del podcast di W La Dislessia," ci immergiamo nel mondo dell'apprendimento e della matematica.Esploriamo le scoperte matematiche recenti, svelando il ruolo cruciale della visualizzazione e dell'immaginazione nei processi di apprendimento; scopriamo che le preferenze per la visualizzazione in matematica variano tra studenti e insegnanti, ma spesso gli studenti richiedono più supporto visivo! Come sempre, sfatiamo un mito comune: fare molti esercizi è necessario per avere successo in matematica. La comprensione dei concetti di base è fondamentale, altrimenti si rischia di sentirsi sopraffatti e demoralizzati. La qualità dell'apprendimento supera la quantità di esercizi.Infine, esploriamo alcune strategie di studio efficaci, tra cui l'uso delle mappe mentali. Questa tecnica consente di rappresentare visivamente i concetti matematici, collegando idee e formule in un modo che facilita la comprensione profonda e la memorizzazione. Ricordati di iscriverti per non perdere le prossime puntate!
In questa puntata del podcast, esploriamo il potere della musica nell'apprendimento!Iniziamo con "Qualcosa di nuovo", analizzando come la musica influenzi il nostro cervello e il nostro corpo. La musica attiva il rilascio di neurotrasmettitori come la dopamina, influenzando emozioni e pensieri.Inoltre, quando ascoltiamo musica, il nostro cervello si attiva in entrambi gli emisferi, che lavorano insieme per darci un'esperienza completa.Nella rubrica "Miti e Verità," scopriamo la leggenda della morte di Paul McCartney, con indizi criptici e messaggi nascosti nelle canzoni e copertine degli album dei Beatles.Nella sezione "Come si fa? Strumenti e strategie," rispondiamo ad una delle domande più gettonate tra i genitori: "ma ascoltare musica quando si studia, funziona davvero?"In realtà, molto dipende dalla tipologia di studio e dalla personalità dell'individuo. La chiave sta nel trovare la giusta musica che funziona per te.Aspettiamo i tuoi suggerimenti tramite e-mail o sui canali social del podcast. Grazie per averci ascoltato, e non dimenticare di iscriverti per non perdere le prossime puntate!
Nell'episodio di oggi esploriamo il vasto mondo della geografia!Affondiamo nel passato, notando come la geografia abbia subito un arresto durante il medioevo, solo per essere rivitalizzata con il ritorno del commercio nel mondo moderno. Ci spostiamo nel XV secolo, esplorando i viaggi di personaggi come Colombo e Magellano, che hanno aperto nuovi orizzonti.Nella sezione "Miti e Verità," gettiamo luce su leggende come Atlantide e la Terra di Odino, o le colonne d'Ercole. Indaghiamo su come la paura possa intrappolare la conoscenza, sottolineando l'importanza di coltivare la curiosità.Forniamo strategie per imparare attraverso giochi coinvolgenti, come quelli che collegano bandiere a stati, l'uso di cartine mute e l'associazione di immagini e parole.In sintesi, questo episodio ci guida attraverso la geografia e la sua evoluzione nel corso della storia umana, svelando sia miti che verità e fornendo consigli pratici per coltivare la conoscenza in modi divertenti e coinvolgenti.Grazie per l'ascolto, e continuate a esplorare con noi su questo podcast!
Nell'episodio di oggi esploreremo la lingua italiana attraverso un viaggio nel tempo!Scopriremo che uno dei primi testi in "italiano" era un enigma, l'Indovinello Veronese, che ci offre un sorprendente sguardo nel passato. Questo piccolo testo ha avuto un enorme impatto sulla nostra lingua e cultura, aprendo la strada a qualcosa di nuovo e sorprendente.La rubrica "Miti e Verità" svelerà alcune leggende su Gabriele D'Annunzio, il celebre poeta e scrittore italiano da sempre sotto le luci della ribalta.E infine, nella sezione "Strumenti e strategie" vedremo cosa è utile fare davvero per imparare a scrivere meglioIscriviti al podcast per non perdere le prossime puntate e ricorda di condividere con noi le tue esperienze inviandoci storie e i suggerimenti a podcast@wladislessia.com
Nella puntata di oggi vedremo un punto di vista nuovo sull'arte, approfondendo soprattutto i benefici dell'arte sui ragazzi e il coinvolgimento nella loro consapevolezza ed emotività.Sfateremo alcuni dei miti più comuni, come il fatto che l'arte sia qualcosa di riservato a pochi "eletti", talentuosi o con possibilità fuori dal comune; in realtà l'arte è un risorsa straordinaria accessibile a tutti e può portare numerosi vantaggi.Esamineremo le strategie migliori per memorizzare opere d'arte e architetture in modo efficace, senza doverle imparare a memoria.Infine, scopriremo l'importanza di sperimentare diverse forme di espressione artistica, come disegno e colori, per stimolare la creatività e l'apprendimento emotivo nei ragazzi.Un viaggio avvincente alla scoperta del potere trasformativo dell'arte nell'apprendimento!
Nella seconda puntata di "W La Dislessia - Il Podcast" esploriamo la storia dell'apprendimento.Scopriremo i passi per diventare un "dittatore" efficace (ma non nel senso tradizionale) e un viaggio attraverso le epoche ci rivelerà come il passato sia un tesoro di conoscenza che influenza il nostro presente e guida il nostro futuro.Ma non finisce qui! Scopriremo l'importanza della linea del tempo nella memorizzazione: con la linea del tempo, possiamo visualizzare gli eventi storici in ordine cronologico, comprendere le relazioni causa-effetto tra gli avvenimenti e memorizzare date e fatti chiave con maggiore facilità.E per aggiungere un tocco di mistero, sveleremo il motivo per cui i Romani pensavano che il 18 Luglio fosse una data da dimenticare, esplorando le curiose credenze e superstizioni legati a questa giornata nella storia romana. Non perdere questa avvincente puntata di "W La Dislessia - Il Podcast"! A presto ;-)
Benvenuto in un viaggio nel fantastico mondo dell'apprendimento!Ogni settimana scopriremo ricerche nuove, miti da sfatare e trucchi per imparare più velocemente, immergendoci in una materia diversa e sveleremo le leggi nascoste dietro il nostro modo di imparare. Un podcast che ti farà ridere, imparare e desiderare di scoprire sempre di più.
In questa prima puntata esploreremo il concetto di Mindset, l'atteggiamento mentale verso l'apprendimento, scoprendo le differenze tra un mindset fisso e un mindset di crescita. Scopriremo come un piccolo cambiamento nel modo di pensare può migliorare le tue prestazioni accademiche e cambiare il tuo approccio allo studio.Vedremo qual è la verità dietro il mito del "10% delle capacità cerebrali" e ti insegneremo un metodo visivo e associativo per ricordare facilmente le parti della cellula, rendendo lo studio divertente e coinvolgente.Benvenuto nel nostro podcast: preparati a scoprire ogni settimana qualcosa sull'apprendimento che non ti saresti mai aspettato!
Se tuo figlio frequenta la scuola, c'è sicuramente un ostacolo con il quale si dovrà confrontare: IL TEMA!I temi hanno un problema tra i tanti: si scrive sempre meno a scuola e i bambini prima (e ragazzi poi) non hanno l'abitudine a scrivere.E purtroppo si impara a scrivere solo... SCRIVENDO!Senza la pratica diventa estremamente complicato diventare minimamente abili e questo lo si vede quando i ragazzi arrivano in quinta superiore avendo fatto pochissimo esercizio.Pensaci. Fino a qualche anno fa, dalle medie in poi almeno, si facevano come minimo 2 temi al mese (uno in classe e uno per casa). Senza contare quelli che venivano assegnati durante le vacanze estive.Se a questo aggiungiamo le difficoltà legate ai DSA, allora il quadro diventa ancor più impegnativo
Quando ha senso usare il tablet quando un ragazzo ha un DSA.Partiamo dall'inizio: ci sono contesti in cui il tablet non ha senso ed è prematuro.Ad esempio: al ristorante o per passare il tempo non ha senso che venga usato da bambini piccoli (3-5 anni magari).Ma quando ha senso e quando no?Tablet No:- se tuo figlio è piccolino- se tuo figlio non è in grado di gestirlo (e vale anche per altri strumenti come la TV)- se i tempi d'uso sono illimitati- se pensi che sia l'unico strumento per aiutare a migliorare la lettura di tuo figlio- è uno strumento super veloce e rischi che la lettura di libri diventi complessa- se diventa un ulteriore elemento di disturboTablet sì, perché:- più leggero di un PC- può essere utile per scrivere (copia/incolla, errori di scrittura o difficoltà di scrittura)- se tuo figlio riesce a prendere appunti normalmente e può essere padrone dello strumentoLa soluzione è che tuo figlio sia consapevole della funzione dello strumento, ecco perché è molto "pericoloso" da lasciare ai bambini.
"ma sarà utile studiare in compagnia oppure è una perdita di tempo?"Ecco una delle frasi più dette dalle mamme che incontriamo. Per questo motivo abbiamo deciso di fare un video in cui ne parliamo.Viviamo in una società sempre più individualista, i genitori si lamentano di questa cosa, eppure, se si parla di compiti o di studio, sembra che questa cosa vada bene.Eppure non serve andare indietro di centinaia di anni per vedere come solo qualche anno fa le cose funzionassero con i piccoli gruppi.Ma cosa si impara nel lavorare in gruppo:- si lavora insieme agli altri;- si imparano i tempi degli altri;- si sta assieme;- si socializza.Ormai anche le ricerche di gruppo sono dei collage di lavori individuali (spesso tra l'altro fatti dai o con i genitori).Ci sono sempre più figli unici, sempre più ragazzi solitari e si sta cominciando a perdere di vista la possibilità di crescere in maniera naturale assieme agli altri.Ma ha senso studiare assieme agli altri? Dipende dalla persona.Ma ha senso stare assieme agli altri in alcuni momenti per imparare in compagnia? Certo!
Se tuo figlio ha difficoltà, magari stai cercando una scuola sensata da selezionare e ti stai informando a destra ed a manca.Magari sei spiazzato dalle affermazioni che senti fare a dirigenti o insegnanti, che possono dirti che la scuola è troppo difficile per un ragazzo con DSA.A quel punto ti potresti spaventare ed affliggere, ma di fondo quello che serve a tuo figlio è una scuola che sia "giusta" e che lo valorizzi.E' normale che i ragazzi con DSA non possono far parte di una sola classe e che siano redistribuiti tra le varie classi, ci sta ed è normale!Ma non sarebbe meglio una scuola solo per dislessici? Credimi, tanto spesso sento genitori che ne parlano e ci vengono i brividi.Non sarebbe meglio una classe per soli dislessici o, ancora peggio, una scuola per soli dislessici.Serve varietà nell'insegnamento. Ci sentirete dire milioni di volte che tutto quello che funziona per i dislessici, funziona anche per gli altri. Anzi, con quei piccoli accorgimenti, diventerebbe speciale tutto l'insegnamento.Insegnare con criterio ed in modo "speciale" renderà l'apprendimento funzionale davvero.E occhio alle scuole "amica della dislessia"! Non è detto che lì troviate davvero quello che serve per tuo figlio. Attenzione che non sia solo una scuola in cui si usano i tablet ed i PC, ma che sia una scuola in cui gli insegnanti mettono la dovuta attenzione.E ricordati che la possibilità di sbagliarsi è comunque elevata e ricorda anche che gli insegnanti sono esseri umani che possono sbagliare.
Sentiamo spesso genitori che ci chiedono che tipi di esercizi far fare ai loro figli sulla lettura.Spesso ci chiedono se ha senso forzarli nella lettura, se loro non ne hanno voglia, e qual è la risposta giusta?Di sicuro FORZARE e LETTURA non possono stare nella stessa frase. Non ha senso far imparare tuo figlio a leggere versando lacrime e sangue.La lettura è un processo che non ha a che fare solo con la decodifica delle parole e la correttezza lessicale.La lettura mette in gioco una serie di emozioni importanti ed è fondamentale mettere la massima cautela nell'approcciarsi a questo strumento fondamentale per la crescita di ogni persona.Se forzi, se fai vivere emozioni brutte legate ai libri o al leggere, rischi di creare un blocco e, quando questo blocco viene creato, ormai si crea un ostacolo difficilmente superabile.Mantieni il collegamento di tuo figlio con la lettura, magari leggendo tu con lui (o lei) e fagli vivere emozioni positive a riguardo.Poi arriva la parte tecnica, ma solo in un secondo momento.E' questione di approccio.
"li hai scritti tutti i compiti sul diario?"Frase detta più volte a tuo figlio o addirittura di cui ci si lamenta sui social network.Ma il problema è dell'alunno o del genitore? E' una questione di responsabilità, se tuo figlio ha la totale responsabilità del suo lavoro, dovrebbero essere sua totale attenzione.Attenzione! E' normale che all'inizio siano gli insegnanti a guidare i ragazzi ad imparare ad usare il diario.Il problema reale è che troppo spesso mamma e papà vivono questa situazione in modo drammatico, quando drammatico non è.E come si gestisce la situazione?Prima di tutto trovare delle strategie che vadano bene per tuo figlio.Molti ragazzi vanno in stress se devono scrivere velocemente, soprattutto se il prof cancella subito quello che viene scritto alla lavagna.In questo caso bisogna semplicemente controllare in un secondo momento se tutto il materiale è segnato. Come? Facendo domande e non risolvendo il problema in prima persona.E' chiaro che l'attività dello scrivere i compiti e consultare il diario è un'attività che va allenata un passetto per volta.Il segreto? Fai in modo che tuo figlio, se prima controllavi tutto tu, inizi a fare delle attività in prima persona.
Il gioco è fondamentale nell'apprendimento dei bambini, ma... Man mano che i bambini crescono si perde di vista quanto sia importante questa parte della loro vita.Eppure sentiamo spesso parlare di quanto i ragazzi giochino sempre meno per strada con gli amici e di quanto, sempre più, non passino del tempo a fare delle attività in cui si gioca e socializza.E' vero che ci sono maggiori pericoli rispetto ad un tempo. E' vero che auto che corrono all'impazzata e paura dei crimini ci porti ad avere meno fiducia per quello che succede fuori dalle mura domestiche, ma non è stato fatto in ogni caso nulla per creare delle attività ludiche che si possono fare dentro casa (videogiochi a parte ovviamente).I ragazzi sono tendenzialmente più solitari, preferiscono una serie tv o un videogioco magari, ma per fortuna il trend, soprattutto per quelli più grandi, si sta un po' invertendo.Si stanno riscoprendo i giochi da tavolo!Il gioco in scatola è un elemento fondamentale per l'apprendimento e per la costruzione stessa del pensiero delle persone e per fortuna sta riacquisendo il posto che merita.I giochi infatti permettono di imparare senza avere la percezione di fare un lavoro duro sull'apprendimento.Attraverso il gioco puoi infatti lavorare:- sul pensiero logico;- sull'attenzione;- sul rispetto degli altri;- sulla memoria;- sulle parole;- sui conti;- sulla lettura.In pratica puoi decidere di fare un potenziamento su tutte le aree che spesso sono fragili nei ragazzi (in particolare in quelli con un Disturbo Specifico dell'Apprendimento).In più si impara divertendosi, che è l'aspetto più importante.Ogni partita è un mondo a sé e si vive ogni volta in modo diverso e... Si impara a vincere, a perdere e a non mollare.Per questo e tanti altri motivi abbiamo deciso di creare un gioco in scatola per aiutare i ragazzi a riappropriarsi del piacere di avere un linguaggio adeguato.
Quali sono i segnali della dislessia?Se tuo figlio ha iniziato scuola e vedi che fa un po' di fatica potrebbe essere dislessia, ma quali sono gli elementi a cui fare attenzione?La dislessia, non essendo una malattia, non ha sintomi, ma puoi vedere dei segnali che possono accendere qualche campanellino d'allarme.Ovvio non sei un professionista e serve un professionista per indagare le aree "critiche", ma puoi vedere questi 6 segnali e capire come affrontare successivamente il tema.Il primo segnale è un ritardo del linguaggio. Molto spesso i bambini hanno un approccio "rallentato" alla lettura ed hanno tempi diversi rispetto ai compagni.Il secondo è la confusione sulle parole che hanno una pronuncia simile: ad esempio ABBIAMO vs AVVIAMO.Il terzo punto è la difficoltà di espressione. Fatica ad esprimersi con frasi strutturate e spesso il genitore interviene sostituendosi a lui: non buono!Il quarto punto è la difficoltà ad identificare le lettere: ad esempio COLTELLO vs CORTELLO oppure spara a caso le parole per saltare velocemente fuori dal problema.Il quinto punto è la difficoltà ad identificare determinati suoni: ad esempip CI-CHI, SCIE-SCE-SCHE.Il sesto punto è la familiarità.Cosa devi fare tu?Prenditi tempo, rifletti, osserva e prenditi il tempo prima di intervenire.Se vedi, ad esempio, un ritardo nel linguaggio, inizia a chiederti cosa è successo fin da piccolo con il linguaggio.Inoltre... Quanti anni ha nel momento in cui fa fatica? Se dopo una settimana di scuola ti allarmi non è particolarmente utile.Inizia a fare in modo di spiegargli le cose in maniera diversa per capire come aiutarlo.La fretta non è mai un'amica!
"Ma io posso passare le giornate a dirti cosa devi fare, che ci sono tanti compiti? E poi tu senza di me non fai nulla..."Mai sentita questa?Se vuoi lavorare su autonomia e responsabilità devi fare dei passi indietro (o laterali).Immagino non dobbiamo spiegarti quanto sia complesso avere un figlio con dei disturbi dell'apprendimento o delle difficoltà scolastiche. Immagino che tu sappia quello che succede in te ed in tuo figlio, ma... Allo stesso modo ci sono delle cose importanti che tu come genitore hai il dovere di sperimentare, prima di distruggere completamente il vostro rapporto.Una delle cose che capitano più facilmente è quella di dare una mano per far riuscire tuo figlio, ma devi essere coerente ed avere chiaro l'obiettivo con cui stai lavorando.L'obiettivo è l'autonomia? Allora devi correre il rischio che le cose vengano fatte in un modo meno corretto e con qualche errore in più.Ovviamente se urli e sbraiti dicendo che "questa sarà l'ultima volta in cui ti darò una mano" e dopo 5 secondi sei di fianco a tuo figlio per aiutarlo, stai creando una gigantesca confusione. Tuo figlio si accorgerà di questa cosa e ci giocherà, approfittando del tuo senso di colpa.La maggior parte delle volte che tuo figlio ti dice che non riesce, lo fa perché sa che arrivi come un tappetino.Se decidi che non lo aiuti, non lo aiuti.Ma per arrivare all'autonomia non puoi pensare che dal fargli tutto, decidendo tempi, modi per ogni attività, tuo figlio si sentirà poi libero e capace di riuscire subito da solo.E lascia da parte la rabbia, perché non funziona. MAI!Vuoi sapere perché tuo figlio non fa nulla in autonomia? Per "colpa" tua!Ovviamente il livello di autonomia dipende dal tipo di difficoltà che sta vivendo, quindi ha senso aiutarlo, ma non trattarlo da "scemo".
"tutti questi dislessici mi sembrano una moda e poi non è giusto che possano usare gli schemi, è troppo comodo così!..."Iniziano così alcune conversazioni che puoi sentire tra persone ignoranti e che vogliono in ogni caso, però, dire a tutti i costi qualcosa a costo di essere ridicoli.Come ben sai, uno dei nemici più grandi da affrontare nel mondo della dislessia è rappresentato dalla non conoscenza del tema.Ed è frustrante per un genitore doversi interfacciare giornalmente con persone che non sanno, ma parlano lo stesso.L'ignorante, ahinoi, è una persona che passa il tempo a ciarlare su temi che non conosce e magari prova sdegno perché tuo figlio usa gli schemi, ma non si lamenta affatto se suo figlio viene beccato a copiare dal cellulare...Un ragazzo con DSA non usa le mappe per copiare!Meglio ripeterlo...Un ragazzo con DSA non usa le mappe per copiare!È chiaro che anche tra i ragazzi dislessici c'è chi non ha voglia di fare e passa il tempo a scaldare il banco, ma le mappe non aiutano di sicuro chi non ha studiato.Ma a cosa servono?1. A dare tranquillità psicologica al ragazzo (a volte nemmeno le usa, ma sa di poterlo fare)2. A compensare la difficoltà nella memorizzazione, permettendo così una maggiore resa nell'esposizione."Ma perché quelli lì possono usare le mappe?"Perché c'è una legge, la legge 170, che stabilisce che un ragazzo nel mondo dei DSA possa usare gli schemi.Si parla tanto di equità, ma mi sa che spesso non si conoscono le norme ed allora la gente parla...Un ragazzo dislessico ha delle difficoltà, uno miope ne ha altre.Diamo a tutti la possibilità di riuscire!
Se hai un figlio nel mondo delle difficoltà scolastiche o se ha dei disturbi dell'apprendimento, ti sarai accorto di quanto sia impegnativo a volte dargli la sicurezza di riuscire.Magari ti sarà capitato che non si fidi delle sue capacità o che pensi proprio di non averne.Oppure non riesci a sganciarlo dal tuo aiuto quando si tratta di studiare o di fare i compiti.Le motivazioni di queste difficoltà sono molteplici, ma nel video di oggi, assieme a Valentina affronteremo un tema molto importante: i fattori di rischio ed i fattori di protezione.Tra i fattori di rischio possiamo trovare:Condizioni familiari;Difficoltà emozionali;Problemi scolastici;Contesto ecologico;Handicap costituzionali;Problemi interpersonali;Ritardi evolutivi/difficoltà nello sviluppo.Tra i fattori di protezione ci sono:le capacità individuali del soggetto (autoefficacia, resilienza, autostima);La possibilità di contare almeno su una persona di riferimento (sistema di relazioni e sostegno sociale);La possibilità di contare su una rete sociale di aiuto.Il punto fondamentale è che la vita e la crescita di un individuo sono una costante bilancia tra rischio e protezione.Puoi aiuti tuo figlio ad essere consapevole delle sue capacità e più lavorerai sui fattori di protezione, più riuscirà ad essere resiliente, sicuro e determinato nel provare a raggiungere un risultato.Più prendono il sopravvento i fattori di rischio e più la strada sarà piena di ostacoli.
Molto spesso la matematica è una materia ostica per i ragazzi.Infatti, sia che tuo figlio sia nel mondo dei DSA, sia che non lo sia, questa materia crea difficoltà spesso insuperabili.E perché? Problemi di insegnamento o problemi di apprendimento?Di sicuro possiamo dire "un po' e un po'".Troppo spesso si insegna la matematica in modo meccanico e altrettanto spesso i ragazzi fanno troppo poco esercizio.Insomma è un problema complesso, ma in questa puntata voglio aiutarti a riflettere un po'.
"Non ce la faccio" è una delle frasi più difficili da gestire. Ed allora cosa si fa?Spesso in un ragazzo dislessico (o nel mondo DSA in generale) tende a dire frasi come "non riesco", "non ce la faccio", "non sono capace".Ma perché lo fa? Perché c'è una storia di insuccessi magari alle spalle ed è più semplice mollare invece di tentare (che provoca maggiore frustrazione).E tu cosa devi fare? Devi essere un supporto, ma non metterti a fare le cose al posto di tuo figlio perché alla lunga i risultati saranno devastanti.A quel punto i ragazzi rischiano di sedersi ed imparano a mollare e ad arrendersi perché tanto sanno che qualcuno farà le cose al posto loro.Quindi, supporto ok, fare al posto loro no! Non sostituirti mai, devi avere pazienza di aspettare e lasciare a tuo figlio il tempo di riuscire.Non diventare troppo servizievole, anche se tuo figlio fa fatica.
Siamo sicuri che fare fatica sia la strada migliore per ottenere risultati?È un concetto molto antico e allo stesso tempo profondamente sbagliato per una serie di motivazioni."Volere è potere" e "se ti impegni tantissimo allora vedrai i risultati". Sono concetti difficili da scardinare, perché sono radicati nella mentalità soprattutto degli adulti.Ma, soprattutto (anche se non solo) per chi ha disturbi di apprendimento, questo concetto non funziona, anzi genera frustrazione, rabbia e spesso desiderio di mollare.Prima cosa da capire: ognuno di noi ha tempi in cui funziona ed altri tempi in cui non funziona per nulla. Il lavoro di un genitore è quello di osservare attentamente come funziona un figlio in quel momento.Superata quella fase nasce lo stress ed è quello il momento in cui litigate.Stress tuo=stress suoQuando sei riuscito a capire, osservando con attenzione, come funzionano i tempi di tuo figlio, allora puoi iniziare a fare le cose come si deve.Può essere che tuo figlio abbia bisogno di pause, molte più pause di quelle che pensi. Il tuo compito è scoprirlo e mettere il tuo ragazzo nella condizione di riuscire.Non è fare fatica inutile e frustrante che ti permette di avere successo. Vale anche per te.Osserva e accetta anche il fatto che ci sono modi diversi dai tuoi per riuscire.Cerca la soddisfazione, crea le situazioni in cui può esserci la soddisfazione, allora possiamo parlare di risultati... forse
Molto spesso i genitori lamentano il fatto che i figli non vogliono fare attività di potenziamento.Magari hanno iniziato un percorso di Logopedia (o altro tipo), ma alla lunga non ne vogliono più sapere.Perché succede tutto questo? I motivi sono molteplici.1. La persona non è preparata;2. Non è il momento giusto per tuo figlio;3. La persona è preparata dal punto di vista tecnico, ma non dal punto di vista della relazione.Questi 3 punti sono solo alcuni dei punti da toccare in quest'ambito, ma ci focalizziamo prevalentemente sul terzo.Un bambino (o un ragazzo) che sia DSA o meno ha sempre voglia di trovare qualcuno con cui instaurare una relazione ed imparare qualcosa di nuovo.Non sono necessariamente i ragazzi a non voler fare le cose, sicuramente non le lasciano perdere perché un giorno si svegliano e decidono di fare così.La relazione è il primo passo per qualunque attività.Sentirsi accolti, capiti, compresi a livello profondo è la miccia che consente ai ragazzi di dare il meglio che possono, sempre.Due sono le dimensioni a cui devi prestare attenzione: il gioco e la relazione.Spesso vanno di pari passo. Se le attività di potenziamento sono giocose, la relazione parte in un modo migliore ed i risultati sono più veloci ad arrivare.
mio figlio non vuol saperne di lavorare sulle sue difficoltà, cosa faccio?"Costringere e apprendere non possono essere inserite nella stessa frase. Se pensi di costringere tuo figlio a fare dei percorsi per imparare, perdi già in partenza.Il rischio enorme è che tuo figlio faccia qualcosa per farti un piacere con risultati tendenti allo zero.Ci sono diversi ragazzi che hanno difficoltà, ma non significa che se stai loro addosso e li critichi per ogni errore che fanno, allora miglioreranno le loro performance.Attenzione! Spesso i ragazzi arrivano ad avere delle difficoltà tali da avere un totale rifiuto nel relazionarsi ad essere.Mai sentito parlare di ragazzi dislessici che non ne vogliono sapere di leggere e nemmeno di fare un lavoro sulla lettura?E' fondamentale creare una disponibilità all'apprendimento, magari trovando delle attività che apparentemente non c'entrano nulla con l'abilità da allenare.Ma se fossi tu costretto a fare qualcosa che non hai voglia di fare, cosa faresti? E se la persona con cui stai lavorando non ti piacesse, come andrebbero le cose?La cosa migliore per lavorare su ambiti in cui fatico è trovare qualcuno con cui tuo figlio funziona, possibilmente una persona con cui è in sintonia e che comprende che davanti ha un ragazzo in difficoltà.Per intenderci le competenze di lettura non possono arrivare se l'impatto emotivo è un disastro.
Prima che ti spaventi per le parolone, ti tranquillizzo e ti dico che è uno dei parametri che si trovano all'interno della diagnosi di DSA (disturbo specifico di apprendimento).Ma che cos'è e dove possiamo trovarlo e perché è importante per tuo figlio?È un indice molto importante e rappresenta la parte "fluida" dell'intelligenza, prendendo in esame le abilità di risolvere i problemi e non è legato all'elemento verbale.In questo tipo di indice c'è una prevalenza di azioni visive, fisiche e mentali (ovvero la rappresentazione nella testa di quello che si immagine).Quali sono i sub-test che lo valutano?1. Disegno con i cubi2. Disegni illustrati3. Ragionamento con le matrici4. Completamento di figure (test facoltativo)Questi test sono presentati dopo una ricerca molto specifica che permette di lavorare su un'area importante come quella visuo-spaziale.Molto importante se c'è un sospetto DSA. Molto spesso è un indice dove un ragazzo con DSA ha punteggi molto alti, proprio perché non legato alla lettura/scrittura.Attenzione! Spesso non significa SEMPRE.Buono studio!
Le mamme (soprattutto Italiane) sono portatrici sane di ansia.Spesso mescolano il tenerci ai figli con lo stare in apprensione e mettere in apprensione tutta la famiglia.Che ci siano mille gradi o meno mille, la sciarpina bisogna sempre metterla e non si possono mai correre dei piccoli "rischi".Ma l'ansia può distruggere tuo figlio e la sua relazione con te.Ma allora cosa puoi fare per non farti demolire da tutta questa paura?Intanto comprendere che l'ansia è una paura per qualcosa che potrebbe capitare (ma non è detto che succeda).Poi capire che non risolvi i problemi di tuo figlio tenendolo sotto una campana di vetro.Prima o poi si dovrà confrontare con il mondo "reale" ed è fondamentale che impari a farlo già da quando è più piccolo.Troppo spesso incontriamo bambini quasi terrorizzati di affrontare qualcosa di nuovo, ma secondo te da chi hanno imparato?Attenzione! Non significa far correre rischi inutili ai figli, non si devono lanciare in autostrada in contromano... Significa permettere loro di fare esperienze di successi e di insuccessi."Eh ma ci sono più pericoli rispetto ad una volta..." Certo! Ma questo non significa non fargli fare nulla...Fare significa crescere, significa imparare, significa vivere!
Gli esercizi di scrittura sono davvero efficaci?La ripetizione è sul serio la madre di tutte le abilità? O ci sono delle strategie alternative?Se vuoi evitare che la scrittura diventi una tortura, scopri con noi quali errori evitare con tuo figlio.Tuo figlio non vuole saperne di scrivere o fa fatica a scrivere? In ogni caso bisogna stare molto attentiErrore numero 1: PRETENDERE CHE IMPARI TUTTO E VELOCEMENTE (corsivo, stampatello, script)Sarà un caso se fino a qualche anno fa si imparava a maneggiare la penna facendo stanghette, lineette?Errore numero 2: SBAGLIARE L'IMPUGNATURAAnche questo è un errore frutto della fretta di imparare. L'impugnatura fa la differenza perché ci permette di scrivere in maniera rilassata, cosa che che cambia tutto (anche se tuo figlio in ogni caso dovesse scrivere malino)Errore numero 3: ASSOCIARE L'ESERCIZIO DI SCRITTURA ALLE SCHEDE DEI COMPITI DA FARE.Se un bambino sta imparando a scrivere, bisogna sempre cercare di lavorare sulle abilità di scrittura su attività extra compiti (ad esempio nel gioco, lista della spesa, diario se ne ha piacere)Errore numero 4: LAVORARE SULLE ABILITÀ DI SCRITTURA E INSIEME SULLA PRODUZIONE SCRITTA.Scrivere bene potrebbe creare difficoltà nella produzione del contenuto. Ecco perché per un DSA viene privilegiato il contenuto rispetto alla forma ed ecco perché molti ragazzi sono molto sintetici: cercano di scappar fuori dal problema velocemente!Errore numero 5: INSERIRE TROPPO PRESTO IL COMPUTERSe tuo figlio è nella fase iniziale dell'apprendimento e con un DSA, non farti ingannare dalla soluzione "facile", ovvero il PC.La possibilità di scrivere a mano libera non va abbandonata e più sono piccoli e più bisogna dare molteplici opportunità. Se sostituisci il tratto grafico troppo presto, rischi di creare una difficoltà ulteriore.
Ma se un ragazzo è dislessico, cosa succederà nel mondo del lavoro?Partiamo dal presupposto che entrare nel mondo del lavoro ora è più complesso di qualche tempo fa.Nel mondo dei DSA pare che le paure aumentino e molti genitori si sentono completamente spiazzati all'idea che i loro ragazzi possano incontrare maggiori difficoltà rispetto a chi dislessico non è."Ma se fino ad ora l'ho aiutato io, come farà adesso?"Partiamo da qui: ci sono delle situazioni in cui è importante che ci si metta a nudo, quindi che si dica al futuro datore di lavoro quali possono essere le caratteristiche di ragionamento che una persona ha.Molto meglio dire prima che ci possono essere delle difficoltà nei calcoli o nella scrittura (di una mail ad esempio). Sarebbe molto peggio essere bastonati per gli errori di scrittura dopo. Molto meglio giocare a carte scoperte.Il problema diventa insormontabile se si fa finta di nulla e si nega l'evidenza.Indicazione: SIATE ONESTI! Non nascondete cose di cui non c'è nulla di cui vergognarsi, ma che sono importanti da sapere.Ricordate che l'aspetto più importante è poi focalizzarsi sul talento e non sulle difficoltà.Un DSA, proprio per le difficoltà scolastiche che hanno avuto e poi superato, sviluppano delle capacità di risolvere problemi che sono davvero ricercate nel mercato del lavoro.Se un ragazzo è uno che non molla, avrà più possibilità di riuscire.E... Lasciate che affrontino loro i colloqui e queste esperienze, NON ANDATE AI COLLOQUI CON LORO.
Cosa sono davvero il Quoziente Intellettivo e l'Intelligenza?Per misurare il "valore" dell'intelligenza si valutano i parametri del Quoziente Intellettivo (Q.I.), attraverso lo strumento clinico della WISC.I test sono fatti in base all'età, attraverso i quali vengono valutate le capacità cognitive del cervello in seguito a 15 prove (10+5).Nel calcolo del Q.I. si tiene conto di alcuni parametri chiave, uno dei quali esce quasi sempre deficitario in un dsa che è il suo rapporto con le parole, con la parte linguistica dell'intelligenza.Questo serve poi a strutturare dei percorsi di potenziamento che possano funzionare bene, ma non basta quello.Ma appunto, cosa valuta il Q.I.?Valuta solo una parte dell'intelligenza di una persona, anzi 4 macro aree (lo semplifico):- Comprensione verbale- ragionamento visuo percettivo- memoria di lavoro- velocità di elaborazione.Tutti e 4 questi indici danno la misura del Q.I. che si legge nelle diagnosi.CHE RAPPORTO C'È TRA Q.I. E INTELLIGENZA?Se hai un figlio dislessico ti avranno sicuramente detto che ha un'intelligenza superiore alla media e… in buona parte dei casi hanno ragione.Il problema però è che molti confondono l'intelligenza con il Q.I. (Quoziente Intellettivo) che invece, molto spesso, non è necessariamente alto in un ragazzo con un DSA.È anche vero che sotto una certa soglia non si parla di DSA, ma lasciamo parlare i numeri.Questi sono i diversi gradi di ritardo mentale:gravissimo (1-2%), QI inferiore 20-25grave (3-4%), QI da 20-25 a 35-40moderato (10%), QI da 35-40 a 50-55lieve (85% dei casi), QI da 50-55 a 70Sotto gli 80 non si fa diagnosi di DSA, ma si presume che le difficoltà siano dovute ad un funzionamento cognitivo limite (dai 70 agli 80 appunto). Ma non ti voglio appesantire con altri numeri.Cosa significa tutto questo? Che sotto 80 di Q.I. non si parla di DSA.
Molto spesso i genitori pensano di risolvere i problemi attraverso gli strumenti, ma non è sufficiente perché ci sono delle situazioni emotive da gestire al meglio.Abbiamo infatti casi di ansia e panico, ma andiamo a vedere di cosa parliamo realmente.È corretto parlare di attacchi di panico? In realtà no! E nemmeno di attacchi di ansia.Quello che è certo è che la caratteristica dell'attacco di panico arriva improvvisamente e non ce lo si aspetta. E... ha un picco che si risolve nel giro di alcuni minuti ed ha caratteristiche ben precise, anche fisiche.Ha una struttura molto precisa, ma il suo elemento più significativo è il tempo. È il tempo che lo distingue dall'ansia. L'ansia dura molto tempo e potrebbe essere un qualcosa che dura molto nel tempo e può avere dei momenti di picco. Panico è potente e dura poco. Ed è una condizione clinica.Ansia è sviluppata nel tempo e dura per molto tempo.L'ansia spesso arriva da momenti di frustrazione che non si è abituati a gestire.Non serve spaventarsi per l'ansia. Bisogna riconoscerla e poi avere la via d'uscita. Se scappi poi si manifesta più forte.Che fare? Imparare a far vivere ai ragazzi in modo normale i segnali che arrivano dal corpo ed alleggerire dove possibile. NON SMINUIRE! Ma alleggerire.Mamma e papà aiutate i vostri ragazzi a capire che è normale!I momenti si gestiscono vivendoli ed attraversandoli. Così si cresce!
Le tabelline spesso sono un "dramma", ma cosa si può fare per riuscire ad impararle senza litigi?Quello che si dà troppo spesso per scontato è che il metodo della maestra sia quello che funziona per il bambino.Ad esempio i ragazzi con DSA faticano tantissimo ad imparare le tabelline con la ripetizione.E il problema evidente è che si danno per scontati 5 passaggi fondamentali, che sono:1. Il concetto di QUANTITÀ (e astrazione numero-quantità)2. Che tuo figlio abbia acquisito il concetto di SOMMA (soprattutto se si perde nel procedimento)3. Che abbia appreso davvero le strategie (e non significa dare la propria)4. Che sia stato recepito il concetto di ordine5. Accorgerti che non è detto che sia la memoria la modalità migliore.L'aspetto più importante rimane il ricordarti che ogni persona ragiona in modo diverso, fa le cose in modo diverso e servono strategie funzionali per quella specifica persona e quella specifica difficoltà.
L'esame di stato (o come ci piace ancora chiamarlo, la "maturità") è uno spartiacque importante nella vita di ogni persona.Di lì a poco si entra nel mondo degli adulti, non si scappa!Ultimamente, però, molti ragazzi sono in difficoltà sul da farsi dopo il percorso scolastico.Le possibili scelte sono:1. Proseguire con l'università;2. Anno sabbatico (con possibili studi all'estero magari);3. Entrare nel mondo del lavoro.Tutte e 3 le possibilità possono andare bene, ovviamente, basta che sia una decisione di tuo figlio e non una fuga eventuale.Proseguire con l'università è una possibilità, che può portare risultati, soprattutto se la facoltà è scelta da tuo figlio.L'esperienza all'estero è sempre qualcosa di importante perché si migliora l'uso di una lingua straniera e si entra nel mondo del lavoro in un modo più "leggero", visto che fa da corredo al vivere in un posto diverso da casa.Entrare nel mondo del lavoro va in ogni caso bene, mica è obbligatorio continuare a studiare!Ma il punto da evitare è accettare che tuo figlio non faccia nulla perché poverino si deve rilassare. Quindi va bene qualunque decisione, basta che non sia il "cazzeggio" a tempo indeterminato.
I ragazzi, soprattutto quelli con DSA, hanno un forte senso della giustizia e, di conseguenza, hanno un rapporto molto delicato con le ingiustizie.È fondamentale quindi che insegnanti e genitori capiscano ad un livello più profondo come comportarsi per non fare danni.Ma prova a pensarci: tu come staresti se fossi messo costantemente in dubbio, se qualcuno pensasse che copi dalle mappe, se pensassi che sei un fannullone?Di sicuro non bene!"Dislessico? Eppure a vederlo non si direbbe!"Dietro quella frase ci sono moltissimi presupposti, che vanno a minare l'autostima dei ragazzi.E a quel punto diventa complicato poi recuperare la loro idea di loro stessi.Questo è un vero problema! E per questo motivo serve essere molto attenti con le parole e gli atteggiamenti.
Dopo l'interrogazione perfetta, arriva la verifica perfetta.Che succede se tuo figlio è in tensione o va in tilt prima dei compiti in classe?I compiti scritti possono essere un grande amico o un grande nemico.Ma quali sono le difficoltà principali?Prima di tutto bisogna fare delle considerazioni a parte se tuo figlio è disgrafico, disortografico o dislessico: normale che nel suo caso possa fare fatica e possa avere l'idea di non riuscire.Una tensione forte è sicuramente quella emotiva.Se l'emotività sale diventa difficile scrivere e iniziano pensieri negativi che possono portare al blocco.Un altro problema è legato al tempo che non è detto sia facilmente gestibile (soprattutto nel mondo dei DSA).Altro punto molto importante è che i ragazzi fanno sempre meno esperienza della scrittura e ogni volta è come se dovessero partire da zero.Scrivere poco non aiuta. E se scrivi poco farai sempre più fatica.Senza esperienza di lingua scritta si rischia di usare la lingua parlata per scrivere e non sta in piedi come forma.E... attenzione al tilt! Se si arriva al tilt non è quasi mai una questione di preparazione.
Come possiamo rendere un'interrogazione realmente efficace?Ecco parti dal non fare quello che fa Gioia de Mammis e già parti con il piede giusto.Ma per evitare che capitino situazioni del genere, guarda tutto il resto del video.Punto numero 1: la preparazione e lo studio sono molto importanti. Non puoi pensare di riuscire costantemente di avere fortuna e passare indenni interrogazioni ed esami senza fare.Serve il materiale, servono strategie e serve l'esposizione.Punto numero 2: la gestione dello stato d'animo.Molto spesso i ragazzi hanno ansia, tensione, preoccupazione, paura per quello che potrebbe capitare. Se gestisci bene lo stato d'animo, allora la preparazione ha senso.Punto numero 3: l'esposizione. E l'esposizione è anche la capacità di orientarsi all'interno degli argomenti, anche attraverso collegamenti tra punti diversi della singola materia o addirittura tra materie diverse.Ci sono diverse strategie, smerimentalePunto numero 4: isolarsi dal giudizio di chi ti circonda.Quanto più i ragazzi riescono ad isolarsi dal mondo che li guarda e tanto meglio possono andare le cose.Punto numero 5: l'uso degli strumenti (soprattutto se tuo figlio è nel mondo dei DSA).Tutti gli strumenti possono permettere a tuo figlio di entrare in una modalità di calma, preparazione e serenità per affrontare la difficoltà.Buon divertimento!
Ma il tutor a casa serve o no?La figura dell'aiuto compiti è uno dei temi più dibattuti nel mondo dei genitori, ma spesso si perde di vista se la soluzione è davvero quella esatta.Quando funziona? Quando serve a risolvere dei dubbi in materie specifiche, ma deve essere una persona profondamente preparata e che aiuti davvero a risolvere un problema.Ma questo non funziona se deve lavorare con un DSA e si mette a lavorare sulla materia, senza risolvere poi le problematiche tipiche di chi vive nel mondo della dislessia.Nel mondo DSA servono delle competenze e delle attitudini particolari e quasi mai si possono trovare in un ragazzino delle superiori o che ha appena iniziato l'università.Perché? Perché non si interviene mai direttamente sul problema e non si fa luce sulle caratteristiche vincenti dell'essere DSA, ma si lavora solo sui compiti con tanti saluti all'autonomia.In questo modo il tutor diventa una stampella che fa il cane da guardia ed ha come unico obiettivo quello di fare i compiti.Attenzione perché così rischia di diventare un'arma a doppio taglio, con buona pace dell'autonomia, della soddisfazione e dei risultati alla fine.Altro elemento di criticità: se il tutor viene a casa tua, sarà lui ad "invadere" gli spazi di tuo figlio e non avrà quasi mai il polso sufficiente per farsi ascoltare del tutto.Ma allora serve questo tutor? Serve se riesce anche ad avere un ruolo attivo nei rapporti con la scuola, riuscendo così ad aiutare tuo figlio nel percorso verso i risultati e l'autonomia.
In alcuni AUDIO passati abbiamo parlato del Quoziente Intellettivo ed in particolare dell'Indice di Comprensione Verbale.Oggi vediamo come si può potenziare questo parametro.Partiamo dall'inizio: ogni parte dell'intelligenza può essere migliorata!I modi sono tantissimi, sia quando i bambini sono piccoli, sia quando diventiamo adulti.La cosa importante è che ci sia divertimento per permettere di vivere un'esperienza gradevole.Il gioco è l'elemento che rende tutto questo lavoro il migliore possibile.Lavorare sul lessico è importante per avere qualcosa di concreto attraverso il quale poter riuscire in modo migliore sia nel mondo della scuola, che nel mondo del lavoro.Puoi lavorare per somiglianze e differenze, ad esempio con i giochi di parole (ad esempio il nostro gioco W LA DISLESSIA!).Per lavorare sulla comprensione puoi aiutare tuo figlio a verbalizzare le sue conoscenze su specifiche situazioni che capitano ogni giorno."tu cosa ne pensi? cosa provi? come ti saresti comportato?" sono ottime domande per lavorare in modo più approfondito sulla comprensione.Aggiungo che tanto più parlate ai vostri figli delle vostre conoscenze e dei vostri interessi, tanto più li potete aiutare.
Se hai fatto i test per valutare tuo figlio avrai visto che ci sono diversi parametri e tra questi c'è l'indice di velocità di elaborazione.È molto legato alla memoria di lavoro e la influenza in modo positivo se la velocità di elaborazione è alta, in modo negativo se bassa.Ma cosa ci indica?La capacità di tenere e rielaborare le informazioni nel risolvere un dato problema.E come si valuta? Seguendo 3 test: CANCELLAZIONE, CIFRARIO e RICERCA di SIMBOLI.Il fattore tempo, l'ansia e l'impulsività sono dei fattori che possono condizionare molto i test.Questo indice serve per capire già dalla scuola primaria eventuali difficoltà che possono manifestarsi nell'apprendimento, nella lettura, nella scrittura, nel calcolo e nella creazione di automatismi.
Per un mondo senza etichette: inclusione e innovazione questo il tema della VII edizione della Settimana Nazionale della Dislessia. Quali sono i segnali da non sottovalutare? Ne parliamo a Obiettivo Salute risveglio con il prof. Giacomo Stella, direttore scientifico della rete nazionale SOS Dislessia ed esperto di linguaggio ed apprendimento.