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Se tuo figlio frequenta la scuola, c'è sicuramente un ostacolo con il quale si dovrà confrontare: IL TEMA!I temi hanno un problema tra i tanti: si scrive sempre meno a scuola e i bambini prima (e ragazzi poi) non hanno l'abitudine a scrivere.E purtroppo si impara a scrivere solo... SCRIVENDO!Senza la pratica diventa estremamente complicato diventare minimamente abili e questo lo si vede quando i ragazzi arrivano in quinta superiore avendo fatto pochissimo esercizio.Pensaci. Fino a qualche anno fa, dalle medie in poi almeno, si facevano come minimo 2 temi al mese (uno in classe e uno per casa). Senza contare quelli che venivano assegnati durante le vacanze estive.Se a questo aggiungiamo le difficoltà legate ai DSA, allora il quadro diventa ancor più impegnativo
Quando ha senso usare il tablet quando un ragazzo ha un DSA.Partiamo dall'inizio: ci sono contesti in cui il tablet non ha senso ed è prematuro.Ad esempio: al ristorante o per passare il tempo non ha senso che venga usato da bambini piccoli (3-5 anni magari).Ma quando ha senso e quando no?Tablet No:- se tuo figlio è piccolino- se tuo figlio non è in grado di gestirlo (e vale anche per altri strumenti come la TV)- se i tempi d'uso sono illimitati- se pensi che sia l'unico strumento per aiutare a migliorare la lettura di tuo figlio- è uno strumento super veloce e rischi che la lettura di libri diventi complessa- se diventa un ulteriore elemento di disturboTablet sì, perché:- più leggero di un PC- può essere utile per scrivere (copia/incolla, errori di scrittura o difficoltà di scrittura)- se tuo figlio riesce a prendere appunti normalmente e può essere padrone dello strumentoLa soluzione è che tuo figlio sia consapevole della funzione dello strumento, ecco perché è molto "pericoloso" da lasciare ai bambini.
"ma sarà utile studiare in compagnia oppure è una perdita di tempo?"Ecco una delle frasi più dette dalle mamme che incontriamo. Per questo motivo abbiamo deciso di fare un video in cui ne parliamo.Viviamo in una società sempre più individualista, i genitori si lamentano di questa cosa, eppure, se si parla di compiti o di studio, sembra che questa cosa vada bene.Eppure non serve andare indietro di centinaia di anni per vedere come solo qualche anno fa le cose funzionassero con i piccoli gruppi.Ma cosa si impara nel lavorare in gruppo:- si lavora insieme agli altri;- si imparano i tempi degli altri;- si sta assieme;- si socializza.Ormai anche le ricerche di gruppo sono dei collage di lavori individuali (spesso tra l'altro fatti dai o con i genitori).Ci sono sempre più figli unici, sempre più ragazzi solitari e si sta cominciando a perdere di vista la possibilità di crescere in maniera naturale assieme agli altri.Ma ha senso studiare assieme agli altri? Dipende dalla persona.Ma ha senso stare assieme agli altri in alcuni momenti per imparare in compagnia? Certo!
Se tuo figlio ha difficoltà, magari stai cercando una scuola sensata da selezionare e ti stai informando a destra ed a manca.Magari sei spiazzato dalle affermazioni che senti fare a dirigenti o insegnanti, che possono dirti che la scuola è troppo difficile per un ragazzo con DSA.A quel punto ti potresti spaventare ed affliggere, ma di fondo quello che serve a tuo figlio è una scuola che sia "giusta" e che lo valorizzi.E' normale che i ragazzi con DSA non possono far parte di una sola classe e che siano redistribuiti tra le varie classi, ci sta ed è normale!Ma non sarebbe meglio una scuola solo per dislessici? Credimi, tanto spesso sento genitori che ne parlano e ci vengono i brividi.Non sarebbe meglio una classe per soli dislessici o, ancora peggio, una scuola per soli dislessici.Serve varietà nell'insegnamento. Ci sentirete dire milioni di volte che tutto quello che funziona per i dislessici, funziona anche per gli altri. Anzi, con quei piccoli accorgimenti, diventerebbe speciale tutto l'insegnamento.Insegnare con criterio ed in modo "speciale" renderà l'apprendimento funzionale davvero.E occhio alle scuole "amica della dislessia"! Non è detto che lì troviate davvero quello che serve per tuo figlio. Attenzione che non sia solo una scuola in cui si usano i tablet ed i PC, ma che sia una scuola in cui gli insegnanti mettono la dovuta attenzione.E ricordati che la possibilità di sbagliarsi è comunque elevata e ricorda anche che gli insegnanti sono esseri umani che possono sbagliare.
Sentiamo spesso genitori che ci chiedono che tipi di esercizi far fare ai loro figli sulla lettura.Spesso ci chiedono se ha senso forzarli nella lettura, se loro non ne hanno voglia, e qual è la risposta giusta?Di sicuro FORZARE e LETTURA non possono stare nella stessa frase. Non ha senso far imparare tuo figlio a leggere versando lacrime e sangue.La lettura è un processo che non ha a che fare solo con la decodifica delle parole e la correttezza lessicale.La lettura mette in gioco una serie di emozioni importanti ed è fondamentale mettere la massima cautela nell'approcciarsi a questo strumento fondamentale per la crescita di ogni persona.Se forzi, se fai vivere emozioni brutte legate ai libri o al leggere, rischi di creare un blocco e, quando questo blocco viene creato, ormai si crea un ostacolo difficilmente superabile.Mantieni il collegamento di tuo figlio con la lettura, magari leggendo tu con lui (o lei) e fagli vivere emozioni positive a riguardo.Poi arriva la parte tecnica, ma solo in un secondo momento.E' questione di approccio.
"li hai scritti tutti i compiti sul diario?"Frase detta più volte a tuo figlio o addirittura di cui ci si lamenta sui social network.Ma il problema è dell'alunno o del genitore? E' una questione di responsabilità, se tuo figlio ha la totale responsabilità del suo lavoro, dovrebbero essere sua totale attenzione.Attenzione! E' normale che all'inizio siano gli insegnanti a guidare i ragazzi ad imparare ad usare il diario.Il problema reale è che troppo spesso mamma e papà vivono questa situazione in modo drammatico, quando drammatico non è.E come si gestisce la situazione?Prima di tutto trovare delle strategie che vadano bene per tuo figlio.Molti ragazzi vanno in stress se devono scrivere velocemente, soprattutto se il prof cancella subito quello che viene scritto alla lavagna.In questo caso bisogna semplicemente controllare in un secondo momento se tutto il materiale è segnato. Come? Facendo domande e non risolvendo il problema in prima persona.E' chiaro che l'attività dello scrivere i compiti e consultare il diario è un'attività che va allenata un passetto per volta.Il segreto? Fai in modo che tuo figlio, se prima controllavi tutto tu, inizi a fare delle attività in prima persona.
Il gioco è fondamentale nell'apprendimento dei bambini, ma... Man mano che i bambini crescono si perde di vista quanto sia importante questa parte della loro vita.Eppure sentiamo spesso parlare di quanto i ragazzi giochino sempre meno per strada con gli amici e di quanto, sempre più, non passino del tempo a fare delle attività in cui si gioca e socializza.E' vero che ci sono maggiori pericoli rispetto ad un tempo. E' vero che auto che corrono all'impazzata e paura dei crimini ci porti ad avere meno fiducia per quello che succede fuori dalle mura domestiche, ma non è stato fatto in ogni caso nulla per creare delle attività ludiche che si possono fare dentro casa (videogiochi a parte ovviamente).I ragazzi sono tendenzialmente più solitari, preferiscono una serie tv o un videogioco magari, ma per fortuna il trend, soprattutto per quelli più grandi, si sta un po' invertendo.Si stanno riscoprendo i giochi da tavolo!Il gioco in scatola è un elemento fondamentale per l'apprendimento e per la costruzione stessa del pensiero delle persone e per fortuna sta riacquisendo il posto che merita.I giochi infatti permettono di imparare senza avere la percezione di fare un lavoro duro sull'apprendimento.Attraverso il gioco puoi infatti lavorare:- sul pensiero logico;- sull'attenzione;- sul rispetto degli altri;- sulla memoria;- sulle parole;- sui conti;- sulla lettura.In pratica puoi decidere di fare un potenziamento su tutte le aree che spesso sono fragili nei ragazzi (in particolare in quelli con un Disturbo Specifico dell'Apprendimento).In più si impara divertendosi, che è l'aspetto più importante.Ogni partita è un mondo a sé e si vive ogni volta in modo diverso e... Si impara a vincere, a perdere e a non mollare.Per questo e tanti altri motivi abbiamo deciso di creare un gioco in scatola per aiutare i ragazzi a riappropriarsi del piacere di avere un linguaggio adeguato.
Quali sono i segnali della dislessia?Se tuo figlio ha iniziato scuola e vedi che fa un po' di fatica potrebbe essere dislessia, ma quali sono gli elementi a cui fare attenzione?La dislessia, non essendo una malattia, non ha sintomi, ma puoi vedere dei segnali che possono accendere qualche campanellino d'allarme.Ovvio non sei un professionista e serve un professionista per indagare le aree "critiche", ma puoi vedere questi 6 segnali e capire come affrontare successivamente il tema.Il primo segnale è un ritardo del linguaggio. Molto spesso i bambini hanno un approccio "rallentato" alla lettura ed hanno tempi diversi rispetto ai compagni.Il secondo è la confusione sulle parole che hanno una pronuncia simile: ad esempio ABBIAMO vs AVVIAMO.Il terzo punto è la difficoltà di espressione. Fatica ad esprimersi con frasi strutturate e spesso il genitore interviene sostituendosi a lui: non buono!Il quarto punto è la difficoltà ad identificare le lettere: ad esempio COLTELLO vs CORTELLO oppure spara a caso le parole per saltare velocemente fuori dal problema.Il quinto punto è la difficoltà ad identificare determinati suoni: ad esempip CI-CHI, SCIE-SCE-SCHE.Il sesto punto è la familiarità.Cosa devi fare tu?Prenditi tempo, rifletti, osserva e prenditi il tempo prima di intervenire.Se vedi, ad esempio, un ritardo nel linguaggio, inizia a chiederti cosa è successo fin da piccolo con il linguaggio.Inoltre... Quanti anni ha nel momento in cui fa fatica? Se dopo una settimana di scuola ti allarmi non è particolarmente utile.Inizia a fare in modo di spiegargli le cose in maniera diversa per capire come aiutarlo.La fretta non è mai un'amica!
"Ma io posso passare le giornate a dirti cosa devi fare, che ci sono tanti compiti? E poi tu senza di me non fai nulla..."Mai sentita questa?Se vuoi lavorare su autonomia e responsabilità devi fare dei passi indietro (o laterali).Immagino non dobbiamo spiegarti quanto sia complesso avere un figlio con dei disturbi dell'apprendimento o delle difficoltà scolastiche. Immagino che tu sappia quello che succede in te ed in tuo figlio, ma... Allo stesso modo ci sono delle cose importanti che tu come genitore hai il dovere di sperimentare, prima di distruggere completamente il vostro rapporto.Una delle cose che capitano più facilmente è quella di dare una mano per far riuscire tuo figlio, ma devi essere coerente ed avere chiaro l'obiettivo con cui stai lavorando.L'obiettivo è l'autonomia? Allora devi correre il rischio che le cose vengano fatte in un modo meno corretto e con qualche errore in più.Ovviamente se urli e sbraiti dicendo che "questa sarà l'ultima volta in cui ti darò una mano" e dopo 5 secondi sei di fianco a tuo figlio per aiutarlo, stai creando una gigantesca confusione. Tuo figlio si accorgerà di questa cosa e ci giocherà, approfittando del tuo senso di colpa.La maggior parte delle volte che tuo figlio ti dice che non riesce, lo fa perché sa che arrivi come un tappetino.Se decidi che non lo aiuti, non lo aiuti.Ma per arrivare all'autonomia non puoi pensare che dal fargli tutto, decidendo tempi, modi per ogni attività, tuo figlio si sentirà poi libero e capace di riuscire subito da solo.E lascia da parte la rabbia, perché non funziona. MAI!Vuoi sapere perché tuo figlio non fa nulla in autonomia? Per "colpa" tua!Ovviamente il livello di autonomia dipende dal tipo di difficoltà che sta vivendo, quindi ha senso aiutarlo, ma non trattarlo da "scemo".
"tutti questi dislessici mi sembrano una moda e poi non è giusto che possano usare gli schemi, è troppo comodo così!..."Iniziano così alcune conversazioni che puoi sentire tra persone ignoranti e che vogliono in ogni caso, però, dire a tutti i costi qualcosa a costo di essere ridicoli.Come ben sai, uno dei nemici più grandi da affrontare nel mondo della dislessia è rappresentato dalla non conoscenza del tema.Ed è frustrante per un genitore doversi interfacciare giornalmente con persone che non sanno, ma parlano lo stesso.L'ignorante, ahinoi, è una persona che passa il tempo a ciarlare su temi che non conosce e magari prova sdegno perché tuo figlio usa gli schemi, ma non si lamenta affatto se suo figlio viene beccato a copiare dal cellulare...Un ragazzo con DSA non usa le mappe per copiare!Meglio ripeterlo...Un ragazzo con DSA non usa le mappe per copiare!È chiaro che anche tra i ragazzi dislessici c'è chi non ha voglia di fare e passa il tempo a scaldare il banco, ma le mappe non aiutano di sicuro chi non ha studiato.Ma a cosa servono?1. A dare tranquillità psicologica al ragazzo (a volte nemmeno le usa, ma sa di poterlo fare)2. A compensare la difficoltà nella memorizzazione, permettendo così una maggiore resa nell'esposizione."Ma perché quelli lì possono usare le mappe?"Perché c'è una legge, la legge 170, che stabilisce che un ragazzo nel mondo dei DSA possa usare gli schemi.Si parla tanto di equità, ma mi sa che spesso non si conoscono le norme ed allora la gente parla...Un ragazzo dislessico ha delle difficoltà, uno miope ne ha altre.Diamo a tutti la possibilità di riuscire!
Se hai un figlio nel mondo delle difficoltà scolastiche o se ha dei disturbi dell'apprendimento, ti sarai accorto di quanto sia impegnativo a volte dargli la sicurezza di riuscire.Magari ti sarà capitato che non si fidi delle sue capacità o che pensi proprio di non averne.Oppure non riesci a sganciarlo dal tuo aiuto quando si tratta di studiare o di fare i compiti.Le motivazioni di queste difficoltà sono molteplici, ma nel video di oggi, assieme a Valentina affronteremo un tema molto importante: i fattori di rischio ed i fattori di protezione.Tra i fattori di rischio possiamo trovare:Condizioni familiari;Difficoltà emozionali;Problemi scolastici;Contesto ecologico;Handicap costituzionali;Problemi interpersonali;Ritardi evolutivi/difficoltà nello sviluppo.Tra i fattori di protezione ci sono:le capacità individuali del soggetto (autoefficacia, resilienza, autostima);La possibilità di contare almeno su una persona di riferimento (sistema di relazioni e sostegno sociale);La possibilità di contare su una rete sociale di aiuto.Il punto fondamentale è che la vita e la crescita di un individuo sono una costante bilancia tra rischio e protezione.Puoi aiuti tuo figlio ad essere consapevole delle sue capacità e più lavorerai sui fattori di protezione, più riuscirà ad essere resiliente, sicuro e determinato nel provare a raggiungere un risultato.Più prendono il sopravvento i fattori di rischio e più la strada sarà piena di ostacoli.
Molto spesso la matematica è una materia ostica per i ragazzi.Infatti, sia che tuo figlio sia nel mondo dei DSA, sia che non lo sia, questa materia crea difficoltà spesso insuperabili.E perché? Problemi di insegnamento o problemi di apprendimento?Di sicuro possiamo dire "un po' e un po'".Troppo spesso si insegna la matematica in modo meccanico e altrettanto spesso i ragazzi fanno troppo poco esercizio.Insomma è un problema complesso, ma in questa puntata voglio aiutarti a riflettere un po'.
"Non ce la faccio" è una delle frasi più difficili da gestire. Ed allora cosa si fa?Spesso in un ragazzo dislessico (o nel mondo DSA in generale) tende a dire frasi come "non riesco", "non ce la faccio", "non sono capace".Ma perché lo fa? Perché c'è una storia di insuccessi magari alle spalle ed è più semplice mollare invece di tentare (che provoca maggiore frustrazione).E tu cosa devi fare? Devi essere un supporto, ma non metterti a fare le cose al posto di tuo figlio perché alla lunga i risultati saranno devastanti.A quel punto i ragazzi rischiano di sedersi ed imparano a mollare e ad arrendersi perché tanto sanno che qualcuno farà le cose al posto loro.Quindi, supporto ok, fare al posto loro no! Non sostituirti mai, devi avere pazienza di aspettare e lasciare a tuo figlio il tempo di riuscire.Non diventare troppo servizievole, anche se tuo figlio fa fatica.
Siamo sicuri che fare fatica sia la strada migliore per ottenere risultati?È un concetto molto antico e allo stesso tempo profondamente sbagliato per una serie di motivazioni."Volere è potere" e "se ti impegni tantissimo allora vedrai i risultati". Sono concetti difficili da scardinare, perché sono radicati nella mentalità soprattutto degli adulti.Ma, soprattutto (anche se non solo) per chi ha disturbi di apprendimento, questo concetto non funziona, anzi genera frustrazione, rabbia e spesso desiderio di mollare.Prima cosa da capire: ognuno di noi ha tempi in cui funziona ed altri tempi in cui non funziona per nulla. Il lavoro di un genitore è quello di osservare attentamente come funziona un figlio in quel momento.Superata quella fase nasce lo stress ed è quello il momento in cui litigate.Stress tuo=stress suoQuando sei riuscito a capire, osservando con attenzione, come funzionano i tempi di tuo figlio, allora puoi iniziare a fare le cose come si deve.Può essere che tuo figlio abbia bisogno di pause, molte più pause di quelle che pensi. Il tuo compito è scoprirlo e mettere il tuo ragazzo nella condizione di riuscire.Non è fare fatica inutile e frustrante che ti permette di avere successo. Vale anche per te.Osserva e accetta anche il fatto che ci sono modi diversi dai tuoi per riuscire.Cerca la soddisfazione, crea le situazioni in cui può esserci la soddisfazione, allora possiamo parlare di risultati... forse
Molto spesso i genitori lamentano il fatto che i figli non vogliono fare attività di potenziamento.Magari hanno iniziato un percorso di Logopedia (o altro tipo), ma alla lunga non ne vogliono più sapere.Perché succede tutto questo? I motivi sono molteplici.1. La persona non è preparata;2. Non è il momento giusto per tuo figlio;3. La persona è preparata dal punto di vista tecnico, ma non dal punto di vista della relazione.Questi 3 punti sono solo alcuni dei punti da toccare in quest'ambito, ma ci focalizziamo prevalentemente sul terzo.Un bambino (o un ragazzo) che sia DSA o meno ha sempre voglia di trovare qualcuno con cui instaurare una relazione ed imparare qualcosa di nuovo.Non sono necessariamente i ragazzi a non voler fare le cose, sicuramente non le lasciano perdere perché un giorno si svegliano e decidono di fare così.La relazione è il primo passo per qualunque attività.Sentirsi accolti, capiti, compresi a livello profondo è la miccia che consente ai ragazzi di dare il meglio che possono, sempre.Due sono le dimensioni a cui devi prestare attenzione: il gioco e la relazione.Spesso vanno di pari passo. Se le attività di potenziamento sono giocose, la relazione parte in un modo migliore ed i risultati sono più veloci ad arrivare.
mio figlio non vuol saperne di lavorare sulle sue difficoltà, cosa faccio?"Costringere e apprendere non possono essere inserite nella stessa frase. Se pensi di costringere tuo figlio a fare dei percorsi per imparare, perdi già in partenza.Il rischio enorme è che tuo figlio faccia qualcosa per farti un piacere con risultati tendenti allo zero.Ci sono diversi ragazzi che hanno difficoltà, ma non significa che se stai loro addosso e li critichi per ogni errore che fanno, allora miglioreranno le loro performance.Attenzione! Spesso i ragazzi arrivano ad avere delle difficoltà tali da avere un totale rifiuto nel relazionarsi ad essere.Mai sentito parlare di ragazzi dislessici che non ne vogliono sapere di leggere e nemmeno di fare un lavoro sulla lettura?E' fondamentale creare una disponibilità all'apprendimento, magari trovando delle attività che apparentemente non c'entrano nulla con l'abilità da allenare.Ma se fossi tu costretto a fare qualcosa che non hai voglia di fare, cosa faresti? E se la persona con cui stai lavorando non ti piacesse, come andrebbero le cose?La cosa migliore per lavorare su ambiti in cui fatico è trovare qualcuno con cui tuo figlio funziona, possibilmente una persona con cui è in sintonia e che comprende che davanti ha un ragazzo in difficoltà.Per intenderci le competenze di lettura non possono arrivare se l'impatto emotivo è un disastro.
Prima che ti spaventi per le parolone, ti tranquillizzo e ti dico che è uno dei parametri che si trovano all'interno della diagnosi di DSA (disturbo specifico di apprendimento).Ma che cos'è e dove possiamo trovarlo e perché è importante per tuo figlio?È un indice molto importante e rappresenta la parte "fluida" dell'intelligenza, prendendo in esame le abilità di risolvere i problemi e non è legato all'elemento verbale.In questo tipo di indice c'è una prevalenza di azioni visive, fisiche e mentali (ovvero la rappresentazione nella testa di quello che si immagine).Quali sono i sub-test che lo valutano?1. Disegno con i cubi2. Disegni illustrati3. Ragionamento con le matrici4. Completamento di figure (test facoltativo)Questi test sono presentati dopo una ricerca molto specifica che permette di lavorare su un'area importante come quella visuo-spaziale.Molto importante se c'è un sospetto DSA. Molto spesso è un indice dove un ragazzo con DSA ha punteggi molto alti, proprio perché non legato alla lettura/scrittura.Attenzione! Spesso non significa SEMPRE.Buono studio!
Le mamme (soprattutto Italiane) sono portatrici sane di ansia.Spesso mescolano il tenerci ai figli con lo stare in apprensione e mettere in apprensione tutta la famiglia.Che ci siano mille gradi o meno mille, la sciarpina bisogna sempre metterla e non si possono mai correre dei piccoli "rischi".Ma l'ansia può distruggere tuo figlio e la sua relazione con te.Ma allora cosa puoi fare per non farti demolire da tutta questa paura?Intanto comprendere che l'ansia è una paura per qualcosa che potrebbe capitare (ma non è detto che succeda).Poi capire che non risolvi i problemi di tuo figlio tenendolo sotto una campana di vetro.Prima o poi si dovrà confrontare con il mondo "reale" ed è fondamentale che impari a farlo già da quando è più piccolo.Troppo spesso incontriamo bambini quasi terrorizzati di affrontare qualcosa di nuovo, ma secondo te da chi hanno imparato?Attenzione! Non significa far correre rischi inutili ai figli, non si devono lanciare in autostrada in contromano... Significa permettere loro di fare esperienze di successi e di insuccessi."Eh ma ci sono più pericoli rispetto ad una volta..." Certo! Ma questo non significa non fargli fare nulla...Fare significa crescere, significa imparare, significa vivere!
Gli esercizi di scrittura sono davvero efficaci?La ripetizione è sul serio la madre di tutte le abilità? O ci sono delle strategie alternative?Se vuoi evitare che la scrittura diventi una tortura, scopri con noi quali errori evitare con tuo figlio.Tuo figlio non vuole saperne di scrivere o fa fatica a scrivere? In ogni caso bisogna stare molto attentiErrore numero 1: PRETENDERE CHE IMPARI TUTTO E VELOCEMENTE (corsivo, stampatello, script)Sarà un caso se fino a qualche anno fa si imparava a maneggiare la penna facendo stanghette, lineette?Errore numero 2: SBAGLIARE L'IMPUGNATURAAnche questo è un errore frutto della fretta di imparare. L'impugnatura fa la differenza perché ci permette di scrivere in maniera rilassata, cosa che che cambia tutto (anche se tuo figlio in ogni caso dovesse scrivere malino)Errore numero 3: ASSOCIARE L'ESERCIZIO DI SCRITTURA ALLE SCHEDE DEI COMPITI DA FARE.Se un bambino sta imparando a scrivere, bisogna sempre cercare di lavorare sulle abilità di scrittura su attività extra compiti (ad esempio nel gioco, lista della spesa, diario se ne ha piacere)Errore numero 4: LAVORARE SULLE ABILITÀ DI SCRITTURA E INSIEME SULLA PRODUZIONE SCRITTA.Scrivere bene potrebbe creare difficoltà nella produzione del contenuto. Ecco perché per un DSA viene privilegiato il contenuto rispetto alla forma ed ecco perché molti ragazzi sono molto sintetici: cercano di scappar fuori dal problema velocemente!Errore numero 5: INSERIRE TROPPO PRESTO IL COMPUTERSe tuo figlio è nella fase iniziale dell'apprendimento e con un DSA, non farti ingannare dalla soluzione "facile", ovvero il PC.La possibilità di scrivere a mano libera non va abbandonata e più sono piccoli e più bisogna dare molteplici opportunità. Se sostituisci il tratto grafico troppo presto, rischi di creare una difficoltà ulteriore.
Ma se un ragazzo è dislessico, cosa succederà nel mondo del lavoro?Partiamo dal presupposto che entrare nel mondo del lavoro ora è più complesso di qualche tempo fa.Nel mondo dei DSA pare che le paure aumentino e molti genitori si sentono completamente spiazzati all'idea che i loro ragazzi possano incontrare maggiori difficoltà rispetto a chi dislessico non è."Ma se fino ad ora l'ho aiutato io, come farà adesso?"Partiamo da qui: ci sono delle situazioni in cui è importante che ci si metta a nudo, quindi che si dica al futuro datore di lavoro quali possono essere le caratteristiche di ragionamento che una persona ha.Molto meglio dire prima che ci possono essere delle difficoltà nei calcoli o nella scrittura (di una mail ad esempio). Sarebbe molto peggio essere bastonati per gli errori di scrittura dopo. Molto meglio giocare a carte scoperte.Il problema diventa insormontabile se si fa finta di nulla e si nega l'evidenza.Indicazione: SIATE ONESTI! Non nascondete cose di cui non c'è nulla di cui vergognarsi, ma che sono importanti da sapere.Ricordate che l'aspetto più importante è poi focalizzarsi sul talento e non sulle difficoltà.Un DSA, proprio per le difficoltà scolastiche che hanno avuto e poi superato, sviluppano delle capacità di risolvere problemi che sono davvero ricercate nel mercato del lavoro.Se un ragazzo è uno che non molla, avrà più possibilità di riuscire.E... Lasciate che affrontino loro i colloqui e queste esperienze, NON ANDATE AI COLLOQUI CON LORO.
Cosa sono davvero il Quoziente Intellettivo e l'Intelligenza?Per misurare il "valore" dell'intelligenza si valutano i parametri del Quoziente Intellettivo (Q.I.), attraverso lo strumento clinico della WISC.I test sono fatti in base all'età, attraverso i quali vengono valutate le capacità cognitive del cervello in seguito a 15 prove (10+5).Nel calcolo del Q.I. si tiene conto di alcuni parametri chiave, uno dei quali esce quasi sempre deficitario in un dsa che è il suo rapporto con le parole, con la parte linguistica dell'intelligenza.Questo serve poi a strutturare dei percorsi di potenziamento che possano funzionare bene, ma non basta quello.Ma appunto, cosa valuta il Q.I.?Valuta solo una parte dell'intelligenza di una persona, anzi 4 macro aree (lo semplifico):- Comprensione verbale- ragionamento visuo percettivo- memoria di lavoro- velocità di elaborazione.Tutti e 4 questi indici danno la misura del Q.I. che si legge nelle diagnosi.CHE RAPPORTO C'È TRA Q.I. E INTELLIGENZA?Se hai un figlio dislessico ti avranno sicuramente detto che ha un'intelligenza superiore alla media e… in buona parte dei casi hanno ragione.Il problema però è che molti confondono l'intelligenza con il Q.I. (Quoziente Intellettivo) che invece, molto spesso, non è necessariamente alto in un ragazzo con un DSA.È anche vero che sotto una certa soglia non si parla di DSA, ma lasciamo parlare i numeri.Questi sono i diversi gradi di ritardo mentale:gravissimo (1-2%), QI inferiore 20-25grave (3-4%), QI da 20-25 a 35-40moderato (10%), QI da 35-40 a 50-55lieve (85% dei casi), QI da 50-55 a 70Sotto gli 80 non si fa diagnosi di DSA, ma si presume che le difficoltà siano dovute ad un funzionamento cognitivo limite (dai 70 agli 80 appunto). Ma non ti voglio appesantire con altri numeri.Cosa significa tutto questo? Che sotto 80 di Q.I. non si parla di DSA.
Molto spesso i genitori pensano di risolvere i problemi attraverso gli strumenti, ma non è sufficiente perché ci sono delle situazioni emotive da gestire al meglio.Abbiamo infatti casi di ansia e panico, ma andiamo a vedere di cosa parliamo realmente.È corretto parlare di attacchi di panico? In realtà no! E nemmeno di attacchi di ansia.Quello che è certo è che la caratteristica dell'attacco di panico arriva improvvisamente e non ce lo si aspetta. E... ha un picco che si risolve nel giro di alcuni minuti ed ha caratteristiche ben precise, anche fisiche.Ha una struttura molto precisa, ma il suo elemento più significativo è il tempo. È il tempo che lo distingue dall'ansia. L'ansia dura molto tempo e potrebbe essere un qualcosa che dura molto nel tempo e può avere dei momenti di picco. Panico è potente e dura poco. Ed è una condizione clinica.Ansia è sviluppata nel tempo e dura per molto tempo.L'ansia spesso arriva da momenti di frustrazione che non si è abituati a gestire.Non serve spaventarsi per l'ansia. Bisogna riconoscerla e poi avere la via d'uscita. Se scappi poi si manifesta più forte.Che fare? Imparare a far vivere ai ragazzi in modo normale i segnali che arrivano dal corpo ed alleggerire dove possibile. NON SMINUIRE! Ma alleggerire.Mamma e papà aiutate i vostri ragazzi a capire che è normale!I momenti si gestiscono vivendoli ed attraversandoli. Così si cresce!
Le tabelline spesso sono un "dramma", ma cosa si può fare per riuscire ad impararle senza litigi?Quello che si dà troppo spesso per scontato è che il metodo della maestra sia quello che funziona per il bambino.Ad esempio i ragazzi con DSA faticano tantissimo ad imparare le tabelline con la ripetizione.E il problema evidente è che si danno per scontati 5 passaggi fondamentali, che sono:1. Il concetto di QUANTITÀ (e astrazione numero-quantità)2. Che tuo figlio abbia acquisito il concetto di SOMMA (soprattutto se si perde nel procedimento)3. Che abbia appreso davvero le strategie (e non significa dare la propria)4. Che sia stato recepito il concetto di ordine5. Accorgerti che non è detto che sia la memoria la modalità migliore.L'aspetto più importante rimane il ricordarti che ogni persona ragiona in modo diverso, fa le cose in modo diverso e servono strategie funzionali per quella specifica persona e quella specifica difficoltà.
L'esame di stato (o come ci piace ancora chiamarlo, la "maturità") è uno spartiacque importante nella vita di ogni persona.Di lì a poco si entra nel mondo degli adulti, non si scappa!Ultimamente, però, molti ragazzi sono in difficoltà sul da farsi dopo il percorso scolastico.Le possibili scelte sono:1. Proseguire con l'università;2. Anno sabbatico (con possibili studi all'estero magari);3. Entrare nel mondo del lavoro.Tutte e 3 le possibilità possono andare bene, ovviamente, basta che sia una decisione di tuo figlio e non una fuga eventuale.Proseguire con l'università è una possibilità, che può portare risultati, soprattutto se la facoltà è scelta da tuo figlio.L'esperienza all'estero è sempre qualcosa di importante perché si migliora l'uso di una lingua straniera e si entra nel mondo del lavoro in un modo più "leggero", visto che fa da corredo al vivere in un posto diverso da casa.Entrare nel mondo del lavoro va in ogni caso bene, mica è obbligatorio continuare a studiare!Ma il punto da evitare è accettare che tuo figlio non faccia nulla perché poverino si deve rilassare. Quindi va bene qualunque decisione, basta che non sia il "cazzeggio" a tempo indeterminato.
I ragazzi, soprattutto quelli con DSA, hanno un forte senso della giustizia e, di conseguenza, hanno un rapporto molto delicato con le ingiustizie.È fondamentale quindi che insegnanti e genitori capiscano ad un livello più profondo come comportarsi per non fare danni.Ma prova a pensarci: tu come staresti se fossi messo costantemente in dubbio, se qualcuno pensasse che copi dalle mappe, se pensassi che sei un fannullone?Di sicuro non bene!"Dislessico? Eppure a vederlo non si direbbe!"Dietro quella frase ci sono moltissimi presupposti, che vanno a minare l'autostima dei ragazzi.E a quel punto diventa complicato poi recuperare la loro idea di loro stessi.Questo è un vero problema! E per questo motivo serve essere molto attenti con le parole e gli atteggiamenti.
Dopo l'interrogazione perfetta, arriva la verifica perfetta.Che succede se tuo figlio è in tensione o va in tilt prima dei compiti in classe?I compiti scritti possono essere un grande amico o un grande nemico.Ma quali sono le difficoltà principali?Prima di tutto bisogna fare delle considerazioni a parte se tuo figlio è disgrafico, disortografico o dislessico: normale che nel suo caso possa fare fatica e possa avere l'idea di non riuscire.Una tensione forte è sicuramente quella emotiva.Se l'emotività sale diventa difficile scrivere e iniziano pensieri negativi che possono portare al blocco.Un altro problema è legato al tempo che non è detto sia facilmente gestibile (soprattutto nel mondo dei DSA).Altro punto molto importante è che i ragazzi fanno sempre meno esperienza della scrittura e ogni volta è come se dovessero partire da zero.Scrivere poco non aiuta. E se scrivi poco farai sempre più fatica.Senza esperienza di lingua scritta si rischia di usare la lingua parlata per scrivere e non sta in piedi come forma.E... attenzione al tilt! Se si arriva al tilt non è quasi mai una questione di preparazione.
Come possiamo rendere un'interrogazione realmente efficace?Ecco parti dal non fare quello che fa Gioia de Mammis e già parti con il piede giusto.Ma per evitare che capitino situazioni del genere, guarda tutto il resto del video.Punto numero 1: la preparazione e lo studio sono molto importanti. Non puoi pensare di riuscire costantemente di avere fortuna e passare indenni interrogazioni ed esami senza fare.Serve il materiale, servono strategie e serve l'esposizione.Punto numero 2: la gestione dello stato d'animo.Molto spesso i ragazzi hanno ansia, tensione, preoccupazione, paura per quello che potrebbe capitare. Se gestisci bene lo stato d'animo, allora la preparazione ha senso.Punto numero 3: l'esposizione. E l'esposizione è anche la capacità di orientarsi all'interno degli argomenti, anche attraverso collegamenti tra punti diversi della singola materia o addirittura tra materie diverse.Ci sono diverse strategie, smerimentalePunto numero 4: isolarsi dal giudizio di chi ti circonda.Quanto più i ragazzi riescono ad isolarsi dal mondo che li guarda e tanto meglio possono andare le cose.Punto numero 5: l'uso degli strumenti (soprattutto se tuo figlio è nel mondo dei DSA).Tutti gli strumenti possono permettere a tuo figlio di entrare in una modalità di calma, preparazione e serenità per affrontare la difficoltà.Buon divertimento!
Ma il tutor a casa serve o no?La figura dell'aiuto compiti è uno dei temi più dibattuti nel mondo dei genitori, ma spesso si perde di vista se la soluzione è davvero quella esatta.Quando funziona? Quando serve a risolvere dei dubbi in materie specifiche, ma deve essere una persona profondamente preparata e che aiuti davvero a risolvere un problema.Ma questo non funziona se deve lavorare con un DSA e si mette a lavorare sulla materia, senza risolvere poi le problematiche tipiche di chi vive nel mondo della dislessia.Nel mondo DSA servono delle competenze e delle attitudini particolari e quasi mai si possono trovare in un ragazzino delle superiori o che ha appena iniziato l'università.Perché? Perché non si interviene mai direttamente sul problema e non si fa luce sulle caratteristiche vincenti dell'essere DSA, ma si lavora solo sui compiti con tanti saluti all'autonomia.In questo modo il tutor diventa una stampella che fa il cane da guardia ed ha come unico obiettivo quello di fare i compiti.Attenzione perché così rischia di diventare un'arma a doppio taglio, con buona pace dell'autonomia, della soddisfazione e dei risultati alla fine.Altro elemento di criticità: se il tutor viene a casa tua, sarà lui ad "invadere" gli spazi di tuo figlio e non avrà quasi mai il polso sufficiente per farsi ascoltare del tutto.Ma allora serve questo tutor? Serve se riesce anche ad avere un ruolo attivo nei rapporti con la scuola, riuscendo così ad aiutare tuo figlio nel percorso verso i risultati e l'autonomia.
In alcuni AUDIO passati abbiamo parlato del Quoziente Intellettivo ed in particolare dell'Indice di Comprensione Verbale.Oggi vediamo come si può potenziare questo parametro.Partiamo dall'inizio: ogni parte dell'intelligenza può essere migliorata!I modi sono tantissimi, sia quando i bambini sono piccoli, sia quando diventiamo adulti.La cosa importante è che ci sia divertimento per permettere di vivere un'esperienza gradevole.Il gioco è l'elemento che rende tutto questo lavoro il migliore possibile.Lavorare sul lessico è importante per avere qualcosa di concreto attraverso il quale poter riuscire in modo migliore sia nel mondo della scuola, che nel mondo del lavoro.Puoi lavorare per somiglianze e differenze, ad esempio con i giochi di parole (ad esempio il nostro gioco W LA DISLESSIA!).Per lavorare sulla comprensione puoi aiutare tuo figlio a verbalizzare le sue conoscenze su specifiche situazioni che capitano ogni giorno."tu cosa ne pensi? cosa provi? come ti saresti comportato?" sono ottime domande per lavorare in modo più approfondito sulla comprensione.Aggiungo che tanto più parlate ai vostri figli delle vostre conoscenze e dei vostri interessi, tanto più li potete aiutare.
Se hai fatto i test per valutare tuo figlio avrai visto che ci sono diversi parametri e tra questi c'è l'indice di velocità di elaborazione.È molto legato alla memoria di lavoro e la influenza in modo positivo se la velocità di elaborazione è alta, in modo negativo se bassa.Ma cosa ci indica?La capacità di tenere e rielaborare le informazioni nel risolvere un dato problema.E come si valuta? Seguendo 3 test: CANCELLAZIONE, CIFRARIO e RICERCA di SIMBOLI.Il fattore tempo, l'ansia e l'impulsività sono dei fattori che possono condizionare molto i test.Questo indice serve per capire già dalla scuola primaria eventuali difficoltà che possono manifestarsi nell'apprendimento, nella lettura, nella scrittura, nel calcolo e nella creazione di automatismi.
Qualche giorno fa è planata nel Web una foto sulle 5 domande da fare all'uscita di scuola dei figli.Ho deciso di approfondire un attimo la cosa.Mi raccomando, se non hai voglia di sorridere non ASCOLTARE e non proseguire nella descrizione.Prima di tutto: piantatela di fare filosofia e a trovare escamotage per farvi dire come è andata a scuola!Queste 5 domande sono quello!E non fanno altro che rendervi insopportabili mentre fate il gioco dei piccoli coach attenti ai bisogni altrui.Di tutte le domande che ci sono manca l'unica importante:COME STAI AMORE MIO?E ora vi faccio vedere cosa risponderebbe in modo sincero un ragazzo:COSA TI HA FATTO SORRIDERE OGGI?Ma non vedi che ho il muso lungo da quando mi hai visto? Precisamente cosa ci sarebbe da ridere dopo 5 ore di verifiche?CON CHI TI SEI SEDUTO A PRANZO?Non ti ricordi che dobbiamo mangiare da soli al banco?SE POTESSI CAMBIARE UNA COSA DI OGGI QUALE SAREBBE?Le tue domande del cavolo è troppo?QUAL È STATA LA REGOLE PIÙ DIFFICILE DA RISPETTARE OGGI?Oh mamma, ma sicura di non aver bevuto?DIMMI QUALCOSA CHE SAI OGGI, CHE NON SAPEVI IERIChe leggi troppi post su Facebook e non stai benissimoIndirò la giornata mondiale contro le supercazzole!Occupatevi di come stanno i ragazzi e smettetela di correre dietro alle frasi ad effetto.C'è solo una domanda che apre il dialogo: COME STAI?E funziona solo se è realmente interessata ad avere una risposta.Il resto è fuffa!E... vale anche stare in silenzio a volte.
Quante volte succedono fenomeni come "mal di pancia", "mal di testa" al solo sentire nominare la scuola?Questa ansia da prestazione condiziona i ragazzi e non li fa vivere serenamente.Capita di non riuscire! Capita a tutti, ma spesso i bambini vanno in tilt e vivono questa loro difficoltà in un modo così forte da creare uno stato di ansia e di stress tale da non riuscire.Il problema è che in questo modo la parte emotiva non riesce ad essere gestita ed iniziano frasi come "non ci riesco", "non sono capace".Queste frasi diventano un peso che i bambini faticano a superare.E pensa a leggere il testo di una verifica con quel carico emotivo...L'ansia da prestazione è questo peso che tu hai il dovere di alleggerire! Inizia a vivere sereno tu come genitore questa situazione e attenzione alle parole che usi...Non dare enfasi a questo momento, ma dai la giusta attenzione a quello che sta succedendo.Molto spesso l'idea migliore può essere fermare quel momento e riaffrontare la difficoltà dopo. A volte serve un po' di pazienza.Poi tutto va affrontato, ma solo con totale attenzione per tuo figlio.
Chi si deve occupare del PDP?In un video di Alessandro, abbiamo visto che cosa sia il PDP, oggi andiamo a vedere come gestirlo.Partiamo dall'inizio: il PDP è uno strumento che va costruito assieme alla scuola (non solo dalla scuola). Non è detto che quello che la scuola riesca a fare tutto perfetto.Ecco quindi un po' di accorgimenti da prendere:- il PDP non è sempre uguale (da un anno all'altro o da un ragazzo all'altro)- il PDP è uno strumento flessibile e si può modificare o rivedere durante l'anno (basta chiedere con modo)- è importante coinvolgere i ragazzi (o i bambini) nel PDP, anche se sono piccoli, ovviamente con modi e tempi adatti alle diverse etàIl PDP è un percorso comune, un percorso di crescita che si fa assieme.
Cosa succede se un ragazzo fatica a scrivere in corsivo?Ma è vero che poi alle medie non accettano che faccia i temi in stampatello?Se un bambino è disgrafico è normale che la scrittura sia difficilmente interpretabile, a questo punto è fondamentale che il bambino scelga il modo di scrivere che gli crea meno difficoltà.Ma... Mamme e papà vanno in crisi troppo spesso se il figlio scrive in modo diverso dagli altri.Non è quello che rende diversi i ragazzi! Ma è il non riuscire.Fregatene del tipo di scrittura, se tuo figlio riesce ad essere autonomo e ad ottenere risultati.Inoltre, tante volte un bambino che fatica a scrivere in corsivo tende a fare uno sforzo troppo elevato e perde di vista cosa sta facendo.Non è importante come scrive, è importante che scriva.
Quali sono gli errori che un genitore deve evitare per "aiutare" un figlio che ha difficoltà nella lettura?Se tuo figlio non ama leggere o se ha delle difficoltà legate alla lettura o è dislessico ci sono 5 errori che devi evitare di fare.1. Far leggere e ripetere costantemente. "Leggi di più"Rischia di diventare un'attività lenta e noiosa e allontani tuo figlio dalla lettura. La lettura prima di un esercizio è una passione, un'attività che fa parte della nostra vita da molto presto.2. Misurare i risultati.Soprattutto quando i bambini sono piccoli si tende a valutare i progressi e si generano aspettative, spesso irrealizzabili. E, soprattutto, è una TUA idea del lettore bravo, non in termini assoluti. Ogni bambino/ragazzo è diverso.3. Pensare che leggere significhi comprendere.Leggere "GIUSTO" non necessariamente porta ad una buona comprensione. Se si lavora nel potenziamento dell'abilità di lettura (velocità e correttezza) non si può lavorare sulla comprensione del testo. Se si lavora nella comprensione del testo si fa qualcosa di diverso."Vuoi leggere ad alta voce o nella mente?" dovrebbe essere la domanda da fare.4. Associare la lettura al senso di colpa."Se non leggi non riuscirai a fare quello che fanno gli altri". "Se non leggi non andiamo in vacanza"."Ai miei tempi sì che si imparava a leggere".Il senso di colpa schiaccerà tuo figlio.5. Gettare la spugna.Se hai un figlio che fa fatica nella lettura non significa che non riuscirà MAI. Nel percorso di crescita delle persone ci sono tante strade e tanti strumenti che possono far riuscire tuo figlio.Non pensare mai che un bambino dislessico non possa diventare un lettore appassionato.
Cos'è la memoria di lavoro e come viene misurata?Andiamo a vedere cosa significano queste 3 parole: MEMORIA DI LAVORO.La memoria di lavoro è come un contenitore che ha le capacità per ragionare, pianificare e organizzare.È un magazzino attivo che ha bisogno di risposte attentive per coordinare le risorse spaziali e quelle verbali.Es. Alessandro mi ha chiesto di andare a vedere Harry Potter Martedì.Cosa fa la memoria di lavoro? Elabora le informazioni contenute nella frase, le trattiene e poi le usa fino a quando servono.Capisci che sembra una semplice frase, ma dietro nasconde un grande lavoro per il cervello?Un altro esempio è cercare l'auto nel parcheggio del supermercato. Questa volta l'esempio è visuopercettivo. Devi ricordare come è fatta la tua auto, compararla con altre auto e poi ricollocarla nello spazio.Ma cosa si fa nei test? Si valutano la capacità del soggetto di memorizzare, conservare le informazioni, mantenere l'attenzione e arrivare alla soluzione.Che test vengono fatti? Test di memorizzazione di numeri, riordinamento di lettere e numeri e ragionamento (problemi orali a cui prestare attenzione per cui trovare una soluzione).I test valutano la capacità di conservare una parte delle informazioni.La parte più piccola di ricordo si chiama SPAN. Il test viene considerato valido se vengono ricordate tra le 5 e le 9 informazioni (7 +- 2).Chiaramente la prestazione carente nella memoria di lavoro può generare difficoltà nella lettura, nel calcolo, nell'esposizione e... anche per ricordare le regole.I test hanno un "nemico": la modalità inquisitoria dei test. Se tuo figlio prova ansia durante la prestazione è normale che il test possa essere influenzato di molto.
Dove trovo i libri digitali per mio figlio dislessico?Questa è una delle domande che più spesso ci fanno i genitori.Ma che cos'è un libro digitale? Un libro in tutto e per tutto uguale al suo omologo cartaceo, ma può essere visualizzato su un computer ed essere utilizzato in modo diverso:- ci si può sottolineare direttamente- si può usare il lettore digitale- posso avere più libri dentro lo stesso tablet (meno peso)- posso avere dei link utilizzabili per video, presentazioni, ecceteraMa dove si trovano?Molte persone pensano che siano introvabili e invece...Bisogna respirare.Li trovi grazie ad AID oppure in fondo al libro in formato cartaceo trovi un link o un QR code per scaricarlo.Ma bisogna stare sereni e tranquilli.Attenzione però!Il libro digitale non è un risolvi problemi. È uno degli strumenti da usare.Non è una divinità che toglierà la dislessia a tuo figlio.Ma... UNO STRUMENTO!Se nel frattempo non continui a fare un lavoro su emotività, potenziamento, difficoltà non risolverai i problemi.Lavora sulla consapevolezza di tuo figlio di essere una persona capace e solo così ogni strumento potrà funzionare.E... Ricorda che non è scritto da nessuna parte che un dislessico si troverà bene con il libro digitale.Se tuo figlio non sta bene, non è consapevole, è in difficoltà con la scuola, ricordati che devi prenderti cura prima di come sta e poi degli strumenti!
I test sono un momento importante per la vita di un ragazzo che ha un possibile Disturbo dell'Apprendimento (DSA).Ovviamente nascono moltissime leggende, ma andiamo a fare chiarezza, partendo da qui:La scuola deve per forza fare una segnalazione? O posso muovermi da sola?In questo periodo storico i genitori sono portati a farsi delle domande molto prima rispetto a qualche tempo fa.Spesso capita che dei piccoli segnali vengano visti come campane d'allarme che suonano all'impazzata, quindi bisogna prima di tutto mantenere la calma e pesare le cose per quello che sono.Le dinamiche che più spesso si notano sono due:- Insegnanti che non notano nulla e genitori che invece vedono qualcosa che non va;- insegnanti che fanno notare e genitori che pensano che siano esagerati.Ma che dovrebbe fare un genitore che ha idea che ci siano delle difficoltà da verificare? Aspettare la scuola o muoversi?Qui non c'è una risposta univoca, ma di sicuro bisogna affidarsi a dei professionisti seri e non improvvisarsi esperti da internet e diagnosticare cose che non esistono.Di base, però, i test, se hai dei dubbi, falli, al massimo hai perso tempo, ma potresti allo stesso tempo aver trovato i motivi per cui tuo figlio fatica.Ricorda sempre che le diagnosi si fanno dalla fine della seconda elementare per qualche motivo, come visto in alcuni nostri video precedenti.Segui il tuo istinto, ma affiancati a qualcuno che ne sappia davvero.
"Ma qual è il segreto di W la dislessia?"Se chiedi a tuo figlio cosa non riesce a fare, scoprirai che è un grande esperto. Difficile invece per ogni ragazzo o bambino riconoscere quello che sa fare.Il nostro lavoro nei nostri centri è esattamente questo: far rendere conto delle capacità che ci sono e lavorare poi sul "pezzettino" che manca per arrivare al risultato.Il nostro lavoro è proprio fare in modo che la persona sia consapevole di cosa sa fare, per poi lavorare sulla difficoltà.È ovvio che ci sono dei ragazzi che fanno fatica nella lettura o nei conti, ma il punto che cambia è l'approccio alla difficoltà.Se un ragazzo crede di non essere capace, tenderà a mollare prima, tenderà ad appoggiarsi e fare leggere gli altri (o a far fare i conti). Ecco perché serve un lavoro di potenziamento delle capacità e della consapevolezza di sé.Non si può pretendere che dal niente si arrivi al tutto.I ragazzi devono essere allenati alla RESILIENZA, alla capacità di cercare le risorse per superare le difficoltà.Il lavoro ha bisogno di pazienza, costanza e tanta tranquillità. È un allenamento fatto di piccoli saltelli con cui si allena l'autonomia e per farlo c'è bisogno che tu come genitore impari a non fare al posto di tuo figlio, ma che lo accompagni.E se hai bisogno noi siamo qui.
Se tuo figlio ha da poco fatto il test del Quoziente Intellettivo, sicuramente ti sarai trovato un parametro chiamato "indice di comprensione verbale".Ma cos'è e a cosa ti serve?È un parametro importante per valutare l'intelligenza dei ragazzi definita CRISTALLIZZATA, ovvero che ha a che fare con la conoscenza e l'ambiente in cui si cresce.È un indice che può dare molte indicazioni sui futuri apprendimenti scolastici. Più è alto e più ci sono possibilità di avere poche difficoltà scolastica.Ma l'ambiente non è l'unico parametro: se ci sono disturbi dell'apprendimento o difficoltà di lettura posso avere i punteggi di questo indice bassi.Attenzione! possono essere bassi, ma non è detto.Per misurare i punteggi di questa scala di fanno 3 subtest:- SOMIGLIANZE tra oggetti che hanno elementi in comune- VOCABOLARIO che valuta le conoscenze di parole dei ragazzi (permette di capire se ci sono parole precise e lessico specifico)- COMPRENSIONE in cui emergono anche componenti legate ad ambiente e comportamenti (la cultura di appartenenza può influire molto)Poi ce ne sono di facoltaltativi: INFORMAZIONE e RAGIONAMENTO CON PAROLE.Tutto questo indice mette insieme l'elaborazione della frase, dei concetti, delle idee, ma non strettamente legato ad uno strumento specifico come quello del testo scritto.
Hai iniziato l'iter di test per verifica se tuo figlio rientra nei disturbi specifici di apprendimento.Dopo un po' di tempo, finalmente, hai in mano le carte per poter aiutare tuo figlio, ma... Manca qualcosa.A volte ci si può perdere nel mare di informazioni e sigle che ti vengono buttate letteralmente addosso.Altre volte le spiegazioni sono semplici, ma non ti viene spiegato con precisione quale sia il tuo ruolo, quali siano i diritti di tuo figlio e quali strumenti possono essere usati.Ma il punto è questo: siamo sicuri che basti parlare degli strumenti e leggere la diagnosi per far star bene un ragazzo?Non è sufficiente leggere un elenco di strumenti da utilizzare.Non è sufficiente leggere cosa si fa con la scuola.E' fondamentale iniziare velocemente a lavorare sul potenziamento delle capacità di tuo figlio (soprattutto se è ancora piccolo, seconda/terza elementare).Altra cosa importante è rendersi conto del livello di difficoltà che ha il ragazzo e comprendere le difficoltà emotive (eventuali del bambino).Ecco che se arrivi da un centro (spesso il distretto sanitario) dove si fanno diagnosi, test e certificati diventa difficile anche trovare il discorso di potenziamento perché ci sono delle resistenze importanti.A questo punto devi comprendere che non è detto che sia meglio partire dalle difficoltà (per intenderci non è detto che se tuo figlio fatica a leggere debba iniziare subito a fare letto-scrittura). Tuo figlio deve comprendere quali sono i suoi punti di forza e per farlo ha bisogno di esplorarli e trovarli.Poi, in un secondo momento puoi passare al resto.
I doposcuola per DSA servono?E cosa sono davvero i doposcuola specializzati per DSA?In questa puntata scopriremo bene cosa succede.
Cosa succede se tuo figlio ha una scarsa memoria di lavoro?In una puntata precedente abbiamo spiegato cosa sia la memoria di lavoro e come fare a potenziarla, in questo cerchiamo di capire che conseguenze ci sono.Ci sono 4 possibili conseguenze:1. Scarsa autonomia: può capitare che tuo figlio si perda il processo che deve essere messo in atto perché non è stato acquisito. E non parliamo solo di scuola, ma anche di attività giornaliere, come ad esempio "lavare i denti".2. Mettere in atto strategie: quando un bambino è in difficoltà nel comprendere o risolvere in problema o fatica nel capire dove andare in un gioco. Perché c'è questo problema? Perché mancano i collegamenti per avere interiorizzato le strategie. Se non ho mai sperimentato determinate attività, faccio fatica a proseguire. Serve capire "dove sono", "in che direzione andare" e "cosa mi serve".3. Comprendere le regole e le conseguenze: se un ragazzo ha in particolare delle difficoltà comportamentali, è facile fare patatrac. Attenzione ad usare tantissime parole per spiegare dei concetti, perché li mandate in confusione. Se tuo figlio fatica a mantenere delle informazioni anche perché ha una bassa memoria di lavoro.4. Fatica a gestire i propri impulsi: se non mi rendo conto dell'energia che si sta muovendo dentro di me, rischio di essere in preda della rabbia. Capisci perché la memoria di lavoro è così importante?Ma allora come puoi aiutare tuo figlio ad allenarla? Attraverso il gioco, ad esempio.In un gioco ci sono: regole, comprensione di dove si è e meccanismi da automatizzare.E non smettere mai di dare indicazioni pratiche SEMPLICI per dare a tuo figlio la possibilità di sperimentare.
Se tuo figlio è dislessico ti avranno dato un sacco di informazioni sugli esercizi da fare.E come genitore hai un ruolo molto importante in questo processo.Ma ecco cosa è importante fare:Non è vero che gli esercizi riguardano solo velocità e correttezza di lettura, anzi... Prima di tutto bisogna essere consapevoli che l'apprendimento funziona su due piani: tecnico ed emotivo.Senza la parte emotiva non ne salterete fuori. È fondamentale curare l'ambiente e la parte emotiva e devi avere in testa che il professionista che segue tuo figlio abbia CHIARO tutto ciò.Altra informazione: la lettura NON VA RALLENTATA. In questo caso gli inserisci l'idea che per capire bisogna rallentare, ma nessun essere umano capisce di più se va più piano.Ha senso lavorare con esercizi di attenzione e percezione, scollegati dalla lettura fine a se stessa e dal mondo della scuola.Altro aspetto importante è POTENZIARE IL LESSICO. Il lessico è la risorsa più importante per un bambino che fa fatica.La lettura deve essere, soprattutto all'inizio, SCOPERTA e GIOCO.Aiuta tuo figlio a capire qual è il canale migliore per lui per imparare.E ricorda: se tuo figlio è dislessico non serve sfiancarlo con programmi e esercizi ripetitvi.
"Ho iniziato ad applicare le cose che dite nei video, ora non lo aiuto più in nulla, ma non va mica tanto bene!"Per forza non va bene, perché decidi di applicare una cosa importante come l'autonomia, ma senza seguire dei passaggi importanti.C'è una sottile linea da non superare mai: prima di dire a tuo figlio di fare da solo devi assicurarti che lui abbia capito davvero quello che deve fare. Non devi diventare un cavallo che guarda solo dritto di fronte a sé (perché ha i paraocchi) e non coglie le sfumature.Serve come sempre equilibrio.Serve evitare degli errori: sostituirsi a lui, fare le cose al suo posto e riprenderlo costantemente, parlando troppo.Allenati a fare domande per verificare che abbia davvero capito quello che deve fare. Non dire, ma chiedi.Evita di fare le cose al posto suo, fai in modo di supervisionare il lavoro, senza abbandonare.Ma per fare questo devi fare una cosa difficilissima: ASCOLTARE!Se all'improvviso lo molli lì diventa un abbandono.Il tuo lavoro deve essere trovare equilibrio e dare disponibilità quando puoi.E... più hai fatto tutto tu e più questi passaggi saranno difficili.
Ci sono ragazzi intraprendenti, che prendono iniziative senza problemi ed altri che fanno un po' fatica.Un bambino inizia a creare la sua idea di sé attraverso la relazione con l'adulto.Ci sono alcuni stili di attaccamento:1. Stile di attaccamento sicuro. Il bambino non si stacca con grosse difficoltà dai genitori (e vale anche viceversa). In questo caso è possibile per il bambino sperimentare nuove esperienze senza grossi problemi.2. Stile di attaccamento insicuro/ansioso.In generale mamma e papà sono ansiosi e il bambino come risposta mette in atto un comportamento di evitamento delle situazioni. Potrebbe essere troppo forte quell'esperienza per lui (o lei) e tende ad evitarla.3. Stile di attaccamento disorientato (o disorganizzato).Trasmesso da un genitore "elicottero" che tende a controllare qualunque cosa. Il bambino spesso diventa oppositivo e non si rende conto di quali siano le sue responsabilità, oltre al fatto che è spesso arrabbiato.Ma perché è importante per te? Per imparare a conoscere tuo figlio nel modo migliore possibile e avere la capacità di cambiare schemi e comportamenti.
"Aleeeeee a che ora ci mettiamo a fare i compiti?"Il NOI ABBIAMO è uno degli errori più tremendi che puoi fare con tuo figlio.La tua presenza ingombrante non farà altro che distruggere il tuo rapporto con lui ed a peggiorare il suo livello di autonomia.Tuo figlio ha i compiti. Tu al massimo puoi aiutarlo a farli meglio.Non ci sono alternative.Se non ti stacchi da questo comportamento, succederà solo questo: un FALLIMENTO!Più volte dici "NOI" e più tuo figlio si toglie responsabilità.Non includerti nel problema, staccati. Altrimenti è un macello!
Dislessia lieve, moderata o grave?Anche nelle diagnosi ci sono diversi livelli di dislessia, ma cosa significa tutto questo?Dopo aver scoperto che tuo figlio ha un DSA, un genitore si può preoccupare quando legge una dicitura come "grave", ma dobbiamo scoprire che non c'è nulla per cui preoccuparsi.Andiamo però a comprendere assieme cosa significano quei temi.Dislessia "lieve" significa che tuo figlio andrà a compensare quasi in automatico ed in maniera autonoma. A questo grado appartengono tutti i ragazzi che prima della legge 170 avevano grandi difficoltà, ma in qualche modo riuscivano ad ottenere risultati.Ora, con la legge e un PDP funzionale, riescono con ottimi risultati nel mondo della scuola.La dislessia "moderata" è quel livello a cui appartengono la maggior parte dei ragazzi con DSA.Per loro è fondamentale che la didattica sia pensata in modo funzionale, per permettere di raggiungere buoni risultati.Sono i ragazzi a cui prestare la maggiore attenzione, magari riescono molto bene in alcune materie e meno in altre.Quindi non è completamente autonomo, ma va accompagnato, assieme agli strumenti didattici, alla piena riuscita.La dislessia "grave" porta un'autonomia estremamente limitata e potrebbe avere bisogno di qualcuno che si affianchi per portare avanti il compito (qualcuno o degli strumenti digitali a disposizione).E' chiaro che se supportati riescono a completare il compito.Ricorda che se c'è una diagnosi esclusivamente di DSA non ci può essere un ritardo, anzi spesso è valido il contrario. Ecco perché non rientra nella legge 104, ma nella legge 170 che tratta i DSA.Attenzione! Solo se si parla di esclusivi DSA. Ma cosa devi fare? Devi essere attento a capire cosa fare per aiutarlo, senza giudizio, ma con la consapevolezza che servono gli strumenti giusti.Quindi assicurati che a scuola tutto sia fatto nel modo migliore, sempre con l'idea di raggiungere una completa autonomia (a scuola e nella vita).
Molti ragazzi che fanno fatica a livello scolastico possono avere problemi a livello di memoria di lavoro.Quando si inizia l'iter diagnostico, si fanno dei test che valutano il Quoziente Intellettovo.Nel calcolo del Q.I. si tiene conto di alcuni parametri chiave, uno dei quali esce quasi sempre deficitario in un dsa che è il suo rapporto con le parole, con la parte linguistica dell'intelligenza.Questo serve poi a strutturare dei percorsi di potenziamento che possano funzionare bene, ma non basta quello.Ma appunto, cosa valuta il Q.I.?Valuta solo una parte dell'intelligenza di una persona, anzi 4 macro aree (lo semplifico):* Comprensione verbale* ragionamento visuo percettivo* memoria di lavoro* velocità di elaborazione.Questi 4 parametri sono molto importanti, oggi ci concentreremo sulla memoria di lavoro.Cosa fa la memoria di lavoro?Trattiene le informazioniRielabora le informazioniFa uscire le informazioni che servono.Ad esempio nella lettura: gli occhi prendono e trattengono le informazioni che vengono poi rielaborate (sommando anche le esperienza già fatte) e poi escono leggendo le parole vere e proprie.Capirai bene che quella che sembra solo lettura è in realtà un insieme di procedimenti complessi, che diventano molto complicati se il ragazzo ha una memoria di lavoro bassa.La stessa cosa succede per i calcoli e l'area matematica.Attenzione!Se la memoria di lavoro è bassa può diventare complicato fare anche attività come preparare la tavola, soprattutto se ci sono tante informazioni da trattenere (cosa che succede sempre con i genitori che fanno avere tante informazioni ai ragazzi).Ma come la puoi allenare? Attraverso il gioco ed attraverso attività non legate necessariamente alla scuola (dove la tensione è di sicuro maggiore).Vuoi aiutare davvero tuo figlio?Dai rinforzi positivi e non sgridarlo se si perde alcuni pezzi per strada, è normale.
Per un mondo senza etichette: inclusione e innovazione questo il tema della VII edizione della Settimana Nazionale della Dislessia. Quali sono i segnali da non sottovalutare? Ne parliamo a Obiettivo Salute risveglio con il prof. Giacomo Stella, direttore scientifico della rete nazionale SOS Dislessia ed esperto di linguaggio ed apprendimento.