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In Svizzera abbiamo una ricca biodiversità, ma anche una biodiversità sempre più minacciata. Secondo le ultime stime dell'Ufficio federale dell'ambiente quasi la metà degli habitat naturali sta scomparendo e il 35% delle circa 11'000 specie di animali, piante e funghi studiate in Svizzera è a rischio di estinzione. Anche per questo motivo, ma soprattutto per mostrare le bellezze della natura, per spiegare l'importanza della biodiversità per la nostra qualità di vita, l'alimentazione e l'economia, nove anni fa fu organizzato, per la prima volta, il Festival della Natura in tutta la Svizzera. Fin dal suo esordio, questo festival ha suscitato grande interesse nella popolazione e ha contribuito ad accrescere la sensibilità e l'attenzione per l'ambiente.Quest'anno, il fil rouge dell'evento sarà “la rete”. Un concetto che si presta a molteplici interpretazioni, dalla rete ecologica che connette gli habitat naturali, alle relazioni di cooperazione tra le specie, fino alla collaborazione tra le associazioni attive nella protezione dell'ambiente. Ospiti di Alessandra Bonzi, in studio, Nara Valsangiacomo per l'Alleanza Territorio e biodiversità, e Marta Wastavino biologa per Trifolium.Ma il Festival della Natura è fatto soprattutto di scoperte e passeggiate all'aria aperta e quindi … A passeggio con Alessandra Bonzi ci saranno anche Sissi Gandolla biologa faunista e collaboratrice per il WWF Svizzera italiana, Pietro Garzoli biologo e educatore ambientale e Guido Maspoli collaboratore scientifico per l'Ufficio Natura e Paesaggio.
In Svizzera sono sempre più richieste dal mercato del lavoro. Ma quali sono?Ce le racconta Guglielmo Arrigoni, direttore di Digital Strategies Academy.
Un consigliere ha chiesto di vietare i trolley sul pavé per colpa del rumore delle rotelle! La proposta è subito finita nella lista per il “Rostiger Paragraf”, il premio alla legge più inutile dell'anno. In Svizzera, tra divieti di compost fai-da-te e leggi sui guanti da barbecue, la burocrazia a volte riesce davvero a superare sé stessa!
Il Belgio nasconde le sigarette dietro tende nei chioschi. L'UE vuole aumentare le tasse. L'Australia fallisce con il proibizionismo, mentre in Nuova Zelanda va meglio grazie alle e-cig legalizzate. In Svizzera si discute il divieto delle puff, ma intanto Philip Morris invita a non fumare… mentre continua a guadagnarci.
Migliaia di trattori a bloccare strade e autostrade. La protesta dei contadini ha coinvolto mezza Europa: partita dalla Germania a dicembre 2023 ha fatto il giro dell'Europa Francia, Italia, ma anche Paesi Bassi e Belgio, addirittura la Polonia. Una protesta contro l'UE che era arrivata anche nella Svizzera italiana. In Svizzera i cartelli sono tornati “dritti”, ma la situazione dei contadini non pare migliorata molto.Oggi, nel 2025, a che punto siamo? Ce lo dice Giampiero Antonioli, agricoltore, che ci racconta com'è cambiata la situazione, cosa resta di quella protesta, e cosa significa – oggi – essere contadino in Svizzera.
In Svizzera le persone musulmane rappresentano il 6% della popolazione residente (500'000 persone, di cui 6'800 in Ticino). Una presenza che per molti aspetti è sottorappresentata nello spazio pubblico e nel dibattito politico e mediatico, il quale invece d'altra parte dà grande visibilità ad alcuni temi sensibili (radicalizzazione, terrorismo, il dibattito intorno al velo), contribuendo a riprodurre una certa rappresentazione dell'Islam ed alimentare sentimenti o atteggiamenti negativi verso le persone musulmane, in aumento secondo gli ultimi dati statistici della Confederazione.Di Islam nel contesto svizzero, fra invisibilità e visibilità, parliamo l'imam di Giubiasco Luan Aftmataj, guida spirituale della comunità musulmana sopracenerina del Canton Ticino, e con Federico Biasca, ricercatore presso il Centro Svizzero Islam e Società dell'Università di Friburgo che ha appena pubblicato, su incarico della Confederazione, il più ampio studio mai realizzato sul Razzismo antimusulmano in Svizzera.Nell'ultima mezz'ora presentiamo il podcast Voci al femminile creato e condotto da un gruppo di donne ticinesi musulmane. Avremo ospiti Medina Hassani e Greta, due delle sue autrici.
In Svizzera mancano medici, specialisti ma anche medici di famiglia. Due granconsiglieri zurighesi hanno proposto una soluzione per porre un freno al problema: un corso di laurea specifico per chi vuole diventare medico generalista, una sorta di apprendistato con teoria e pratica fin dal primo giorno di università. Un'idea accolta favorevolmente da Università e Politecnico di Zurigo; una proposta che solleva invece perplessità nel panorama politico zurighese e che richiederebbe anche una modifica di legge a livello federale.
Buon venerdì Stupefan! Anche voi come Riki appassionati di serie sui Narcos? Le avete viste tutte? A noi mancava quella su El Chapo, che ci ha dato modo di riflettere ancora un po' sui numeri del traffico di cocaina di cui vi abbiamo parlato lo scorso episodio. Ci siamo resi conto, vedendo la rappresentazione figurata della quantità di denato che il narcotraffico muove, che forse non siamo stati molto espliciti per questo ci siamo presi ancora un momento per fare due calcoli e rispondere ad una semplice domanda: quanto vale il mercato della cocaina solo in Europa? Lo scopriremo insieme prima di fare un salto in Svizzera e capire a cosa si riferiscono le ultime notizie di una imminente legalizzazione della cannabis nel Paese, dopo l'avvio del progetto pilota due anni fa. Tutto questo e molto altro al play!Note dell'episodio:- Il mercato della cocaina in Europa (EMCDDA): https://www.euda.europa.eu/publications/european-drug-report/2024/cocaine_en- In Svizzera si legalizzerà la cannabis? https://www.aduc.it/notizia/cannabis+legalizzazione+fa+passi+avanti_140849.php- Cosa è stato votato in commissione: https://www.marijuanamoment.net/swiss-lawmakers-approve-plan-to-legalize-and-regulate-marijuana/- Come funziona il progetto pilota di distribuzione della cannabis: https://www.bag.admin.ch/bag/en/home/gesund-leben/sucht-und-gesundheit/cannabis/pilotprojekte.htmlEntra in contatto con noi usando la mail stupefatticast@gmail.com o seguendo su Instagram il @stupefatti_podcast! Puoi anche iscriverti a STUPEGRAM, il nostro canale telegram, a questo link https://t.me/stupegram!
In Svizzera sempre più allievi delle scuole primarie e secondarie possiedono uno smartwatch o vengono geolocalizzati dai genitori attraverso orologi, braccialetti, telefonini o dispositivi di tracciamento come Air-Tag. Ma dove finisce il bisogno di protezione e inizia l'ansia da controllo? A Modem affrontiamo un tema che riguarda la nostra società, sempre più iperconnessa e ipertracciata. La discussione attorno agli SmartWatch in particolare sembra ricalcare quella che alcuni anni fa veniva fatta attorno all'uso del telefonino a scuola, ma forse in questo caso più che di un elemento di distrazione o di esclusione sociale quando non lo si possiede, stiamo parlando di un'altra cosa... del bisogno di controllo e di una certa ansia genitoriale che questi dispositivi in parte leniscono o dovrebbero lenire. Ma con quali conseguenze sullo sviluppo dei nostri figli, sulla loro evoluzione in adulti responsabili e indipendenti? Un eccessivo controllo potrebbe essere dannoso per la loro autostima? ne parliamo con tre ospiti Martina Flury, pedagogista e collaboratrice dell'Associazione progetto GenitoriPierfranco Longo, presidente della Conferenza cantonale dei genitoriAnne Linda Camerini, docente e ricercatrice della facoltà di scienze biomediche all'USI, le sue ricerche si focalizzano sul benessere dei giovani in relazione ai media digitali
In Italia si legge poco. Pochissimo. Il 65 per cento della popolazione sopra i 16 anni non ha aperto un libro nell'ultimo anno, secondo i dati Eurostat analizzati da Lorenzo Ruffino. La media europea? Il 47 per cento. Significa che mentre altrove il libro rimane un'abitudine, da noi è un'eccezione. Peggio di noi, in Europa, solo Romania, Turchia, Cipro e Serbia. Leggere poco non è un peccato veniale. È una condanna. A cosa? Alla mediocrità politica, al dibattito pubblico ridotto a risse televisive in cui il tono della voce sostituisce la sostanza, alla classe dirigente che non sa articolare un pensiero complesso ma sa imitare il verso del cane davanti alle telecamere. A una parlamentare che va in televisione facendo il verso del cane. Non stupisce, allora, che il titolo di studio sia il principale discrimine: il 66 per cento delle persone laureate in Italia legge almeno un libro all'anno, contro il 40 per cento dei diplomati e il 19 per cento di chi ha solo la terza media. Numeri drammatici, se confrontati con la media europea: 77 per cento per i laureati, 50 per cento per i diplomati e 32 per cento per chi ha la licenza media. Chi legge, pensa. Chi pensa, riconosce la propaganda, smaschera le bugie, esercita il dubbio. Non è un caso che in un Paese che legge poco si tenda a credere a tutto. O a chi urla di più. In Svizzera il 19 per cento della popolazione non legge libri. In Francia il 28 per cento. In Spagna il 46 per cento. In Italia il 65 per cento. Qui non è una questione di svago o di preferenze: è un dato politico. È un problema di libertà. E la libertà ha a che fare anche con la conoscenza. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Negli Stati Uniti il duo Trump-Musk non ha dubbi: basta con il telelavoro, per l'uno a distanza si è meno produttivi, per l'altro è questione morale. Risultato: presentarsi in ufficio. Punto esclamativo.A cinque anni dal lockdown che nel mondo ha spinto milioni di persone a lavorare da casa oggi ogni paese, ma anche ogni settore, procede a modo suo, in ordine sparso. C'è chi ha istituzionalizzato e regolamentato la pratica. Chi ancora la contesta. Chi la vorrebbe ma non può.In Svizzera a che punto siamo? L'autunno scorso grandi ditte come Schindler, Swatch, Swisscom e Sulzer hanno imposto ai loro dipendenti di tornare a lavorare in presenza. Ma per una fetta di lavoratori, specie i più i giovani, ne va della conciliabilità fra vita privata e vita professionale. Alcuni sono disposti a lavorare solo per aziende che prevedono il lavoro a distanza. Modem vi propone una discussione fra bisogni, regole e restrizioni con la partecipazione di:· MARCO TADDEI, membro di direzione dell'Unione svizzera degli imprenditori· LUCA CIRIGLIANO, giurista e segretario centrale dell'Unione sindacale svizzera · ANDREA MARTONE, economista e specialista di risorse umaneModem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSI e RSIPlay.
In Svizzera oggi non trovano spazio nel codice penale in quanto tali e in Parlamento a Berna si discute se introdurli. Da un lato lo stalking, ovvero gli atti persecutori e assillanti che oggi si verificano soprattutto online. Dall'altro il concetto di incitamento all'odio e alla violenza in base al sesso. Due fenomeni che sono sempre esistiti ma che nel nostro tempo suscitano nettamente più attenzione, dibattito e voglia di soluzioni, anche giuridiche.Vi proponiamo un faccia a faccia tra due avvocati: · SIMONE GIANINI – consigliere nazionale PLR Ticino · MAURO POGGIA – consigliere agli Stati Mouvement des citoyens, GinevraE un'intervista registrata a TAMARA FUNICIELLO – consigliera nazionale PS Berna
Oggi parliamo dei negoziati per approvare un trattato globale sull'inquinamento da plastica, che sono stati un buco nell'acqua, della delicata situazione in Siria, di quella tragica a Gaza, della grazie concessa da Joe Biden al il figlio Hunter, delle elezioni in Romania e di una legge svizzera per introdurre pannelli fotovoltaici sui tetti più grandi delle abitazioni.INDICE:00:00:00 - Sommario00:00:45 - Il flop dei negoziati per un trattato globale sulla plastica00:08:34 - La complicata situazione in Siria00:16:00 - La situazione a Gaza, la grazie per il figlio di Biden, le elezioni in Romania00:19:22 - In Svizzera una legge regionale vuole dare una svolta al fotovoltaico!Fonti e articoliIscriviti alla newsletter
Ospite della 128° puntata di Illuminismo Psichedelico è l'italo-svizzero Andrea Siclari, cui è stata diagnosticata nel 2019 una grave forma di cancro al colon, all'età di 36 anni e con 3 figli. In Svizzera è possibile fare dei percorsi di psicoterapia assistita con psichedelici nell'ambito delle cure palliative, ove dimostrata la resistenza a tre altri tipi di trattamento psicofarmacologico. Andrea Siclari ha iniziato così un percorso di sedute a base di LSD con dosaggi medio-alti (200 µg) a Soletta, presso la clinica dello psichiatra Peter Gasser, che a partire dal 2008 insieme a sua moglie Anke Röskamp, a sua volta psichiatra e psicoterapeuta, ha cominciato a offrire questo genere di trattamenti. Il rapporto con la paura della morte di Andrea Siclari è molto cambiato, vi invito ad ascoltare la sua testimonianza. Vi ricordo che in questi giorni l'Associazione Luca Coscioni ha lanciato un appello pubblico affinché l'Italia apra ad analoghe terapie psichedeliche nell'ambito delle cure palliative e compassionevoli, chi volesse sostenerlo può firmarlo in questa pagina. Per saperne di più sul contenuto di questo appello potete ascoltare la puntata 127. L'Italia apra alle terapie psichedeliche, con Marco Perduca dell'Associazione Luca Coscioni, o anche la puntata 109 con l'avvocata Claudia Moretti, autrice del documento alla base della campagna Le Terapie Psichedeliche Nel Fine Vita.
Una settimana fa l'annuncio dei premi di cassa malati per il 2025, con un aumento medio del 6% a livello nazionale e un incremento di oltre il 10% in Ticino. Un salasso che ha alzato i toni della protesta e dell'indignazione, con tanto di prima manifestazione di piazza, questo mercoledì sera, davanti a Palazzo delle Orsoline. Occasione per noi di analizzare uno dei settori principali che compongono il sistema sanitario svizzero, quello degli ospedali. In Svizzera ce ne sono circa 270, un numero considerato da più parti troppo elevato. Da qui la richiesta di una diversa pianificazione ospedaliera che possa portare a maggiori collaborazioni tra ospedali, anche su scala sovra-regionale. E questo anche per far fronte anche alle crescenti difficoltà finanziarie, con cui una buona parte degli ospedali svizzeri deve oggi fare i conti. In Svizzera ci sono troppi ospedali? Ci sarebbe bisogno di una maggiore concentrazione ospedaliera? Con quali conseguenze sulla qualità delle cure e sui costi di gestione? Il Ticino è davvero un caso a parte, vista la sua lontananza dai maggiori centri sanitari del nostro Paese oppure anche gli ospedali ticinesi sono chiamati a collaborare maggiormente con quelli che si trovano oltre San Gottardo?Domande e indirizzi pianificatori che discutiamo con:Paolo Bianchi, capo della Divisione salute pubblica in Ticino Glauco Martinetti, direttore dell'Ente ospedaliero ticinese Christian Camponovo, direttore della Clinica Luganese Moncucco Marco Romano, vice-direttore di Curafutura
In Svizzera si tengono almeno 4 referendum ogni anno e ora sembra proprio che ne sarà uno a Basilea per scegliere se destinare milioni di soldi pubblici per l'organizzazione dell'Eurovision Song Contest Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Un sistema che s'ha da cambiare, su questo sono d'accordo tutti. E lo ha detto – 40 anni fa! – anche il Tribunale federale.In Svizzera l'attuale regime fiscale federale nella maggior parte dei casi penalizza le coppie sposate, o in unione registrata, rispetto a quelle che convivono, quando entrambi i coniugi lavorano e quindi percepiscono un salario.E questo poiché i due redditi cumulati vengono tassati maggiormente rispetto a quanto succederebbe se lo fossero singolarmente. Questione – per intenderci – di aliquote, che aumentano progressivamente con l'aumentare del redditoMa se sulla necessità di un cambiamento c'è unanimità, le opinioni – e lo si è visto ieri in Parlamento a Berna – divergono.Dopo un dibattito di oltre cinque ore – ne avete sentito alcuni stralci - il Consiglio Nazionale non è nemmeno riuscito a votare sull'entrata in materia su una proposta delle Donne PLR, fatta propria – nella forma di un controprogetto all'iniziativa delle donne liberali - dal Consiglio federale: e cioè l'introduzione dell'imposizione individuale, indipendente cioè dallo stato civile.Un sistema che secondo i suoi sostenitori permetterebbe – appunto – di eliminare la cosiddetta “tassa sul matrimonio” o “penalizzazione del matrimonio”. Ma per chi combatte questa che sarebbe una rivoluzione fiscale, gli effetti collaterali sarebbero troppi e troppo pesanti.La discussione proseguirà il 25 settembre. Nostri ospiti dal Medienzentrum di Berna due deputati grigionesiAnna Giacometti, consigliera nazionale del PLR Martin Candinas, consigliere nazionale del CENTROInterviste registrate a:Brenda Tuosto, consigliera nazionale socialista VaudPaolo Pamini, consigliere nazionale Udc Ticino
Martedì 8 Maggio le nostre Donne al Volante, Katia De Rossi e Liliana Russo hanno parlato con Riccardo Quintili il direttore del mensile Il Salvagente. Quintili ha esordito così: «se per una volta qualcuno dovesse pagare per lo smog che respiriamo non sarebbe una brutta cosa». In Svizzera ad esempio un gruppo di signore sono riuscite a fare condannare le autorità per non aver preso un' iniziativa per proteggere l'aria che respiriamo.
In Svizzera e in generale nel Vecchio continente i lavoratori sarebbero meno disposti a lavorare ad alto ritmo rispetto a quelli statunitensi, definiti più produttivi e ambiziosi dal capo del fondo sovrano norvegese.
Primo maggio, festa del lavoro. In Svizzera è dal 1890 che è così, in difesa delle condizioni di lavoro e di tutto ciò che ruota attorno al contesto lavorativo. Solo in otto cantoni però, tra cui il Ticino, è stato accordato un giorno di congedo, nel resto del Paese si lavora, magari solo mezza giornata, come capita ad esempio a Friburgo o nel canton Soletta. Occasione per noi per dare uno sguardo al lavoro che cambia, visto che si parla sempre più frequentemente della settimana lavorativa di quattro giorni (con stipendi invariati) e che le giovani generazioni chiedono spesso di poter lavorare a tempo parziale. In un contesto in cui rimangono comunque alte le rivendicazioni sindacali per un aumento degli stipendi, in particolare quelli più bassi. E in cui mancano ancora i servizi necessari per facilitare la conciliabilità tra impegni lavorativi e famigliari.Salari e tempo di lavoro, dunque, al centro di questa puntata, anche per capire cosa ci possiamo immaginare per il futuro. Ne parliamo con:Chiara Landi, sindacalista Unia Giorgio Fonio, consigliere nazionale e sindacalista OCSTMarco Taddei, membro di direzione dell'Unione svizzera degli imprenditori
Il Canton Soletta vuole essere il primo a introdurre un divieto per i giardini sassosi in Svizzera. In Svizzera manca personale nei servizi di emergenza e i turni per i paramedici sono sempre più lunghi
“Quando una superficie, una tela, viene suddivisa anche da una sola linea, si creano dei rapporti conflittuali, si dà sempre adito a una interpretazione.” scrive Enrico Castellani “Ecco io volevo che ciò che facevo fosse indiscutibile, non interpretabile, qualcosa che c'è e basta.” La ricerca di questo grande artista italiano è volta principalmente alla sua idea di rappresentazione dello spazio sulla tela. Architetto di formazione e pittore per vocazione, Enrico Castellani occupa una posizione incontestabile nella storia dell'arte del Secondo Novecento. Tuttavia, a questo artista sono state dedicate pochissime mostre personali fuori dall'Italia. In Svizzera, sino ad oggi, addirittura nessuna. Questo fatto ha spinto Barbara Paltenghi Malacrida, direttrice del Museo d'Arte di Mendrisio, a presentare la prima grande retrospettiva di Castellani in territorio elvetico. La mostra inaugurata sabato 23 marzo 2024 è al centro della puntata di Voci Dipinte. Gli ospiti della puntata sono: Barbara Paltenghi Malacrida, direttrice del Museo d'Arte di Mendrisio; Federico Sardella, direttore della Fondazione Enrico Castellani e la rinomata storica dell'arte Ester Coen.L'inserto della settimana ci porta a visitare la mostra dell'artista canadese Jeff Wall, considerato uno dei fondatori della stage photography, alla Fondazione Beyeler di Basilea. L'esposizione, aperta fino al 21 aprile, presenta 55 opere provenienti da vari musei internazionali e dall'archivio privato dell'artista. Ne parla il curatore Martin Schwander.
In Svizzera i bambini passano sempre meno tempo nella natura.
Carenza di alloggi: una 75enne di Thalwil (ZH) trova una nuova casa dopo un centinaio di visite.In Svizzera, a febbraio, ci saranno diversi cambiamenti legislativi. Dopo quasi 90 anni, forse risolto un mistero legato alla scomparsa nel 1937 dell'esploratrice americana nell'oceano Pacifico.
In Svizzera le persone senza una confessione sono diventate il gruppo di maggioranza relativa secondo i dati 2022 dell'Ufficio federale di statistica pubblicati pochi giorni fa. La popolazione senza affiliazione religiosa arriva ormai al 34% ed è in crescita, a fronte di un 32% di cattolici e un 21% di evangelici riformati, con questi due gruppi in diminuzione. La quota più elevata di persone senza appartenenza religiosa si riscontra nella fascia di età dai 25 ai 34 anni (42%). Solo il 16% di quelle dai 75 anni in su dichiara di non avere alcuna confessione religiosa, mentre tale quota aumenta costantemente man mano che la fascia di età scende (ad eccezione dei giovani dai 15 ai 24 anni). Nel complesso “l'assenza di credo” è maggiormente rilevata tra gli uomini che non tra le donne (il 36% contro il 31%).Tendenze in corso da decenni, soprattutto nelle città, eppure sembra si sia arrivati ad un cambio di passo, sorgono allora vari interrogativi: da cosa aspettarci per i prossimi anni a quali saranno, per la società e per i singoli, le conseguenze di questi cambiamenti nella spiritualità. C'è anche da capire come reagiscono le istituzioni religiose. Senza dimenticare che fede e spiritualità esistono anche al di fuori delle strutture religiose organizzate. Se ne discute con:Irene Becci, sociologa e antropologa, professoressa e decana della Facoltà di Teologia e Scienze delle Religioni dell'Università di Losanna;Don Carlo Vassalli; vicario di Gordola e Lavertezzo e assistente della Pastorale giovanile in Ticino.In un'intervista registrata Giovanni Barella, presidente onorario della sezione ticinese dell'Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori. Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay.
La 59.ma edizione delle Giornate cinematografiche di Soletta si è chiusa nello stesso giorno in cui sono state pubblicate le cifre degli abbonati Netflix. Nel palmarès di Soletta hanno brillato soprattutto i documentari (svizzeri). A Wall Street ha brillato il titolo Netflix, colosso che nell'ultimo trimestre del 2023 ha registrato più di 13 milioni di nuovi abbonati (anche svizzeri). Niente guerra sanguinosa in questo caso. Il cinema e i festival stanno tentando di adattarsi. In Svizzera a inizio 2024 è entrata in vigore la Lex Netflix, votata dal popolo, che impone alle piattaforme online di versare almeno il 4% del loro fatturato alla creazione svizzera. E allora come sta il cinema svizzero? E come stanno gli svizzeri che fanno cinema? Ne discutiamo con: NICCOLÒ CASTELLI – dir. artistico delle Giornate cinematografiche di Soletta ANTONIO MARIOTTI – giornalista e critico cinematografico CdT BINDU DE STOPPANI – regista svizzera basata a Londra
Libri e prodotti dei presidi di Slow Food sulle bancarelle a Lugano. In Svizzera la sicurezza è aumentata.Da un verme potrebbe arrivare una nuova forma di doping nel ciclismo.
12.50 CHF è il prezzo di un doppio espresso a Zurigo.Non per tutti i bambini è così facile imparare a “fare il fiocco.”Aitana Lopez è l'ultima invenzione dell'intelligenza artificiale.L'arte di far bene i regali.In Svizzera la sicurezza è aumentata.
In Svizzera si sta pensando di aumentare i prezzi nei ristoranti a seconda del carico di lavoro.Un progetto di coabitazione a Londra offre un'alternativa alle donne che vivono da sole.
In Svizzera e in Germania i giovani e le giovani che seguono un percorso di formazione professionalizzante dopo il diploma è rispettivamente al 45 e al 40 per cento. In Francia e Spagna sfiorano il 30 per cento. In Italia siamo fermi ad un modestissimo 1,1 per cento. Impietosi i numeri contenuti nel rapporto presentato dalla Fondazione Agnelli "ITS Academy: una scommessa vincente?", che ha comparato il nostro sistema a quello di alcuni Paesi a noi vicini. La ricerca ha anche analizzato i punti critici della riforma degli Istituti Tecnici Superiori, nati una quindicina di anni fa e che ora, in 121 istituti, hanno una platea di circa 25mila studenti. Le Fachhochschule tedesche - giusto per fare un esempio - ne hanno 800mila. Perché gli altri Paesi sono riusciti ad attrarre i giovani verso l'istruzione tecnica superiore che da noi arranca? E le riforme degli ITS, dell’istruzione tecnica nel suo complesso e l’istituzione del liceo del made in Italy ci avvicineranno agli standard degli altri Paesi? Ne parliamo con Matteo Turri, docente di economia all’università degli studi di Milano e autore della ricerca della Fondazione Agnelli, con Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, con l’economista Ocse Francesca Borgonovi e Giovanni Brugnoli, vice presidente per il Capitale Umano di Confindustria.
In Svizzera da anni salgono i costi della salute, che si riflettono poi sull'ammontare dei premi di Cassa malati. Una crescita dei premi che si fa sentire sempre più nei bilanci familiari e che per il 2024 si prospetta da capogiro. I Cantoni reagiscono poi in ordine sparso nel concedere dei sussidi, che sia a livello delle cifre in gioco che per quel che riguarda il chi ha diritto a questi aiuti. La politica discute da tempi di possibili modifiche ed interventi, ma finora si è rinunciato a proporre cambiamenti rivoluzionari. Eppure, le idee non mancano, dalla cassa malati unica – rifiutata dal popolo - alla proposta di abolire l'obbligo di assicurarsi. Non dimentichiamo poi che si discute su due iniziative e i relativi controprogetti per porre un freno ai costi, rispettivamente per limitare il peso dei premi sui bilanci familiari. Cosa fare allora nei prossimi anni, quali le possibili strategie per il sistema sanitario elvetico? In vista dell'appuntamento alle urne di ottobre ne discutiamo in un Modem elettorale con quattro candidati al Consiglio nazionale: Bruno Cereghetti, Avanti con Ticino & Lavoro Moreno Colombo, Partito liberale radicale Sabrina Gendotti, il Centro Pietro Majno, Verdi&Forum Alternativo (parte della congiunzione rosso-verde)
In Svizzera manca – e mancherà sempre di più nei prossimi anni – manodopera. Paradossalmente la popolazione sta invece aumentando. Ma non quella attiva, visto che escono dal lavoro molte più persone di quante ne entrano, un fenomeno destinato ad accentuarsi nei prossimi anni. E allora si fa ricorso alla manodopera estera, con un'immigrazione che negli ultimi decenni, tenuto conto anche della libera circolazione delle persone, è andata crescendo.E le migrazioni in Svizzera sono il principale fattore di crescita demografica. C'è quindi chi ritiene che l'immigrazione vada limitata, controllata. Perché stiamo – con quasi nove milioni – diventando troppi.Ma va anche detto che la popolazione elvetica aumenta, sì, ma al contempo invecchia, in Ticino tra l'altro più che altrove nel Paese. E senza immigrati, la fascia di popolazione che non lavora più, gli over 65, oggi conterebbe ancora di più …Come fare quindi per garantire all'economia la manodopera necessaria, e allo stesso tempo gestire la crescita demografica e l'invecchiamento della popolazione? Quanto si deve/può attingere ancora alla forza lavoro dall'estero e quanto invece si deve puntare a sfruttare meglio quella indigena, pensiamo alle donne, ai pensionati o ai disoccupati, eccetera?Ne parliamo – per questo primo Modem elettorale, in vista dell'appuntamento alle urne di ottobre – con:Zeno Casella, candidato al CN No UE - No NATORina Ceppi, candidata al CN HelvethicaAlex Farinelli, consigliere nazionale uscente Plr, candidato alla Camera del popolo e agli StatiMassimo Mobiglia, candidato CN Verdi LiberaliPaolo Pamini, candidato al CN per la lista Lega/Udc
Buon venerdì Stupefan!Siamo arrivati all'episodio 130 con una scioltezza che definiremmo quasi lisergica e una certezza incrollabile: siamo qui, più convinti di quando abbiamo iniziato, a rompere lo stigma nei confronti delle persone che usano droghe. In questa nuova puntata ci occupiamo esattamente di questo, parlando di una delle sostanze più demonizzate della storia recente! Invenzione del narcotraffico per fare fronte alla sovrapproduzione di cocaina a metà degli anni '70 e al conseguente crollo del prezzo, il crack non ha una diffusione a livello di massa finché non incontra la migliore pubblicità che un governo possa offrire ad una sostanza illegale: la campagna di demonizzazione e di terrorismo intrapresa dagli Stati Uniti in quegli anni fa esplodere il consumo in breve tempo. Senza informazione, sensibilizzazione sui rischi legati ad un consumo troppo frequente, strumenti sterili per fumarlo, il consumo di crack può essere molto difficile da gestire ed è proprio parlandone che si rompe il circolo vizioso di censura e stigma che caratterizzano questo psicoattivo. Ma cos'è il crack? Come si cucina? Che effetti ha? Ma soprattutto, chi lo consuma? Rispondendo a queste domande inizieremo a tracciarne un profilo, a smontare fake news ad esso legate e a recuperare le introvabili informazioni per la riduzione del danno per il consumo di questa sostanza. Al vostro via, cliccate play! Note dell'episodio:- Il ritorno del crack e dell'unità di strada a Palermo: https://qds.it/palermo-un-milione-di-euro-contro-le-dipendenze-patologiche/- In Svizzera il consumo raddoppia, ma niente allarmismi: https://www.tvsvizzera.it/tvs/qui-svizzera/a-ginevra-preoccupa-il-forte-aumento-di-consumatori-di-crack/48495884- La (breve) storia del crack: https://bit.ly/2IF33gc- Che differenza c'è tra crack e cocaina: https://danno.ch/news-blog/555-che-differenza-c-e-tra-cocaina-e-crack- La Riduzione del Danno nel consumo di crack: https://bit.ly/3I24thm- Il webinar di ITARDD (info generali): https://www.psypedia.it/webinar-on-demand-strumenti-per-la-comprensione-del-fenomeno-delluso-di-crack-in-ambito-urbano/- Valeria e Nicolas ci spiegano il Crack (il video del webinar): https://www.youtube.com/watch?v=NkUuwzLppDM&t=4490s- Il sito di Radio Nolo: https://radionolo.it- La playlist Spotify di Stupefatti: https://spoti.fi/3vh3D8Z Entra in contatto con noi usando la mail stupefatticast@gmail.com o seguendo su Instagram il @stupefatti_podcast!Puoi anche iscriverti a STUPEGRAM, il nostro canale telegram, a questo link https://t.me/stupegram!
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Per i mercati azionari il finale del mese di marzo si è chiuso in buon recupero, dopo che a metà mese il sentiment degli investitori era sceso sotto i tacchi con discese di oltre il 5% e forti preoccupazioni che la crisi di alcune banche regionali statunitensi si propagasse in tutto il sistema finanziario globale.Positivo invece l'andamento del mercato obbligazionario e, in particolare, del governativo (anche italiano) ad eccezione di alcuni comparti come quello legato agli emergenti e alle obbligazioni subordinate delle banche, dopo la cancellazione di questo tipo di debito (AT1) da parte delle autorità regolatorie svizzere nel salvataggio di Credit Suisse.In Svizzera, nel mese di marzo, il “contagiato” più illustre, Credit Suisse, è stato salvato (non senza polemiche) con l'intervento di UBS facilitato dalle autorità regolatorie svizzere che non hanno lesinato mezzi e garanzie e l'attacco mosso a Deutsche Bank tramite il mercato opaco (e molto manipolabile) dei credit default swap sembra al momento rientrato.
La cattura in Pakistan del papà di Saman, la ragazza uccisa per il suo rifiuto a un matrimonio combinato dalla famiglia, ha riaperto le speranze che la richiesta di estradizione avanzata dall'Italia possa avere un seguito. Parliamo di questo, della sentenza di un Tribunale di Roma che ha dato ragione a due mamme consentendo loro sul documento della figlia di poter scrivere solo genitore 1 e 2 e poi ci occupiamo di microchip sottocutanei che consentono di poter aprire porte e fare pagamenti in modalità contactless. In Svizzera si discute dell'opportunità o meno di questa tecnologia, in Italia c'è chi ce l'ha già inserito e ne fa uso.
Superati i limiti della Terra I sistemi terrestri che sostengono la vita vengono spinti oltre le “soglie” oltre le quali ci saranno cambiamenti e danni permanenti, avverte il Worldwatch Institute. “Gli sforzi per migliorare gli standard di vita stanno iniziando a minacciare la salute dell'economia globale”. I risultati della contaminazione, dell'estinzione di specie vegetali e animali e del declino della produzione di cibo e carburante “stanno rendendo la terra meno abitabile per le generazioni future”, afferma il rapporto, che aggiunge: “Nessuna generazione ha mai affrontato una serie così complessa di problemi che richiedono un'attenzione immediata. Le generazioni precedenti hanno sempre espresso preoccupazioni per il futuro, ma siamo i primi a trovarsi di fronte a decisioni che determineranno se la terra ereditata dai nostri figli sarà abitabile”. Il pesante costo dell'inquinamento L'International Herald Tribune riferisce: “In Svizzera, dove metà della superficie è costituita da foreste o montagne, il bilancio medio delle piogge acide è del 50 per cento”, mentre “in alcune aree … il tasso di alberi morti o morenti ha raggiunto il 65%”. Queste statistiche sono allarmanti per gli ecologisti che vedono nelle piogge acide un problema serio che colpisce gran parte dell'Europa settentrionale. Nella Repubblica federale di Germania, ad esempio, oltre il 50 per cento degli alberi è morto o morente; dicasi lo stesso per la regione dei Vosgi, in Francia. In Polonia il bilancio delle piogge acide potrebbe arrivare fino al 40 per cento. Secondo un documento dell'Accademia polacca delle scienze sociali, citato dal settimanale francese L'Express, l'inquinamento dell'aria e dell'acqua si sta diffondendo in modo disastroso anche in Polonia. Nonostante il grave problema dell'inquinamento in Europa, il dottor Claude Martin, uno specialista di piogge acide, ha confessato: “C'è una certa riluttanza ad agire […] e ad agire con abbastanza forza”. “Uno sforzo concertato” Nessuno conosce il numero preciso di specie di piante e animali esistenti. Le stime vanno da 5 a 30 milioni, mentre finora ne sono state identificate solo una “manciata” (forse 2 milioni). Sono relativamente poche quelle finora studiate dalla scienza per scoprirne l'utilità, non solo dal punto di vista della scienza ma anche di quello dell'economia. Pertanto, il New York Times spiega che i biologi stanno “chiedendo una nuova era di esplorazione naturale, uno sforzo concertato per trovare e studiare milioni di specie prima che vengano spazzate via”. La maggior parte di queste specie vive in foreste pluviali tropicali, che vengono distrutte da operazioni di disboscamento o convertite in fattorie e ranch. Sebbene le piccole creature e le piante non generino simpatie pubbliche come fanno le balene o i panda, “sono il fondamento di intricate reti che alla fine supportano tutta la vita, compresi gli [esseri] umani”, riferisce il Times. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/corgiov/message
Flavia ha lasciato l'Italia quando ha capito che se voleva avere una famiglia, dei figli e sentirsi tutelata doveva andare all'estero. In Svizzera ha sposato la sua compagna, ha fatto un mutuo e un piano pensionistico. Ma per realizzare il desiderio di diventare madre ha iniziato un'odissea tra la Danimarca e la Spagna, che ancora non si è conclusa. Dal primo luglio, però, una nuova legge le permetterà di fare inseminazioni nel Paese dove ha scelto di vivere, la Svizzera. E questo cambierà tutto. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Nella selezione settimanale di notizie:- Il film tratto dal romanzo "Le otto montagne" di Paolo Cognetti è stato premiato a Cannes con il premio della giuria.- Prima edizione di Bivouac for Nature in Marmolada: per ricercare un rapporto meno aggressivo con la natura- Sul lago di como interessi contrastanti fra pesca all'agone e kite surf- In Svizzera si studia la possibilità di introdurre nelle foreste delle Alpi specie esotiche resistenti ad un clima caldo e secco.Su fattidimontagna.it testi, link e video per approfondire
Negli ultimi quindici anni la Grecia è stata travolta da una crisi economica molto grave, ma qual è la situazione oggi? A sorpresa il paese europeo più indebitato sta per saldare con anticipo il suo debito. In Svizzera un referendum mette fine alla possibilità delle aziende che producono tabacco di fare pubblicità nel paese. Ascolta il nuovo episodio di "Grano", il podcast di Will: https://shor.by/Grano Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Come va… con l'artrosi? In Svizzera circa la metà delle persone sopra i sessant'anni soffre di artrosi dell'anca o del ginocchio. Le malattie del cosiddetto apparato locomotore sono tra le patologie più frequenti. L'artrosi non è una forma di reumatismo infiammatoria, bensì è degenerativa, può causare dolori articolari e limitare fortemente mobilità. Ad essere colpite principalmente sono le articolazioni delle ginocchia, dell'anca e delle dita. Risponde alle vostre domande il dr. Numa Masina, reumatologo e presidente della Lega ticinese contro il reumatismo.Si è molto sentito parlare ultimamente di Metaverso, il progetto di Mark Zuckerberg che vorrebbe trasformare il mondo di Facebook in un universo virtuale all'interno del quale gli utenti potranno muoversi liberamente, rappresentati da un proprio avatar. Second Life non è un metaverso, ma è un'esperienza che può fornire alcune preziose indicazioni su come questo mondo virtuale potrebbe essere. E soprattutto, per i più curiosi, è accessibile già oggi.
- Francia e Grecia introducono l'obbligo di vaccinazione per il personale sanitario. In Svizzera tema tabù, o quasi. Ne parliamo con il vicepresidente dell'Ordine dei medici cantonale- Vento e tamporali la fanno ancora da padrone in Ticino. Raffiche fino a 92 km/h all'aeroporto di Locarno causano diversi danni. E nelle prossime ore sono attese nuove abbondanti precipitazioni.- Occhialini, crema solare e boccalino. In Ticino tornano le Cantine aperte, in versione estiva. Evento amato da turisti e residenti
Joe Biden e i governi occidentali dicono che è un grande risultato, ma al contrario si tratta di una misura di basso impatto, che per stessa ammissione dell'Ocse recupererà meno della metà delle tasse eluse dalle grandi multinazionaliIeri è stato chiuso un mezzo accordo per l'aliquota minima globale: 130 paesi su 139 nell'Ocse hanno firmato un accordo basato sulla proposta avanzata dagli Stati Uniti al G7 dei ministri dell'Economia. Biden ne ha parlato come un grande passo avanti, ma si tratta di una soluzione con numerosi compromessi: in primis perché la City di Londra resta esclusa dalla norma — ma in realtà la stessa partecipazione dei paesi europei è ancora tutta da dibattere, perché Irlanda, Estonia e Ungheria non hanno firmato l'accordo, e potrebbero bloccare la misura a livello comunitario.La proposta statunitense arriva, in primis, per evitare l'elusione fiscale dal nordamerica, e recuperare risorse per finanziare l'ambizioso piano d'infrastrutture post–pandemia. Con l'Europa, il nodo più complesso da sciogliere era quello delle digital tax, presenti in alcuni paesi come misura alternativa per tassare le grandi aziende informatiche — e che nei prossimi anni dovranno essere superate. Il nuovo accordo prevede una tassazione minima sugli utili del 15% e una tassa del 20% sui profitti per le multinazionali i cui margini siano superiori al 10%, che va pagata nello stato dove vengono realizzati quei profitti. Va sottolineato che, al netto dei paradisi fiscali diciamo più famigerati, come le Bermuda, in realtà l'aliquota minima globale sia solo marginalmente più alta di quanto le multinazionali siano già abituate a pagare: la tassazione sulle aziende in Irlanda, ad esempio, e a parte eccezioni come l'accordo stretto con Apple, non è molto distante — è al 12,5%. In Svizzera le aliquote sono tra l'11,9 e il 21,6%; a Singapore invece le imposte sulle aziende sono già più alte del limite deciso dal G7, e sono fissate al 17%.Show notes Global tax reform: 130 countries commit to minimum corporate rate | Global economy | The Guardian Global tax overhaul backed by 130 countries - BBC News Big Tech Says Global Tax Deal Is a Win - WSJ Ireland Among Europe's Awkward Squad Casting Shadow on Global Tax Deal - Bloomberg Global tax deal backers battle to win over holdout countries | Financial Times G7: Rich nations back deal to tax multinationals - BBC News City of London set for carve-out from new global tax rules Yellen Won a Global Tax Deal. Now She Must Sell It to Congress. - The New York Times Charts show highest and lowest corporate tax rates around the world G20 could improve on ‘one-sided' global tax reform | Financial Times Decoding the global tax deal - POLITICOSostieni l'informazione indipendente di the Submarine: abbonati a Hello, World! La prima settimana è gratis
Sul cosiddetto passaporto vaccinale non sono pochi a riporre molte speranze: in vista di vacanze all'estero, all'idea di tornare a vivere un concerto con migliaia di persone e altro ancora, che il Covid ha soffocato in questi mesi.In Svizzera si precisano i contorni dell'operazione: venerdì scorso l'UFSP ha individuato in quella dell'Ufficio federale dell'informatica la soluzione per la realizzazione del documento ufficiale. Passi in avanti che si fanno un po' ovunque, anche se gli interrogativi si moltiplicano.Eccessiva frammentazione di certificazioni fra paese e paese? Rischi di discriminazioni fra chi è vaccinato e chi non lo è? Fra paesi che ancora hanno potuto fruire di pochi vaccini e i paesi occidentali? Pericoli tecnologici legati ai dati e alla loro protezione? Ne parliamo con:Evelyne Battaglia-Richi, pres ACSI;Manuele Bertoli, pres CdS;Andreas Glaser, prof diritto UNI ZH e direttore ZDAcon un contributo di Alessandro Trivilini, responsabile del servizio informatica forense della SUPSIe in intervista registrata di Marta Fadda, docente di Etica Biomedica al Master di Medicina dell'USI. Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
Federica Sampaolo nella nuova puntata di Di tutto un pop 2.0 ci parlerà di: - In Svizzera si sotterrano le mutande per la scienza - Google avviserà se camminiamo guardando il cellulare - Gerry Scotti e Michelle Hunziker accusati di razzismo dai social - Origine della festa della mamma In diretta il venerdì e in replica il lunedì alle 17.00 solo su www.radioswingset.com
In Svizzera mancano donatori e le liste di attesa per un trapianto si allungano. Con 17 donatori per milione di abitanti, la Svizzera occupa uno degli ultimi posti nelle classifiche europee. Il Consiglio nazionale, riunito per questa sessione straordinaria tratterà mercoledì il tema della donazione degli organi… che per molti rimane ancora un tabù.Sul tavolo ci sono un'iniziativa e un controprogetto indiretto che vogliono cambiare il paradigma. Oggi si parte dall'idea che se ci sono dubbi sulla volontà della persona deceduta, i suoi organi non possono essere espiantati. In futuro, in caso di dubbio, l'iniziativa vuole che il consenso possa essere presunto. Il Consiglio federale invece, respinge l'iniziativa, ma ha presentato un controprogetto indiretto che parla di “consenso presunto in senso lato”; in caso di incertezze sulle volontà del defunto devono essere comunque i parenti ad avere l'ultima parola.Ad introdurre la discussione, un contributo di Renato Minoli: voci di chi ha ricevuto un organo, di chi ha dovuto decidere per un parente defunto, di chi pur essendo giovane ha già le idee in chiaro su cosa vorrà fare con i propri organi e poi ci saranno le testimonianze di due medici, con sensibilità diverse, che argomentano le loro posizioni.Modem ne discute conMarina Carobbio, deputata PS al Consiglio degli StatiPiero Marchesi, deputato UDC al Consiglio nazionaleModem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6521MANIFESTAZIONI IN TUTTA EUROPA CONTRO IL REGIME SANITARIOMigliaia di cittadini contro le restrizioni per il Covid adottate dai governi, ma i grandi media non ne parlano (intanto il Piemonte accelera sulle cure a domicilio)di Paolo GulisanoNon fanno notizia, non trovano cassa di risonanza nei TG nazionali e, quando qualche giornale si degna di parlare di queste manifestazioni, vengono sbrigativamente definite come "negazioniste", un termine usato completamente a sproposito, ma che sul lettore ha sempre il suo bell'effetto.Si tratta delle manifestazioni che un po' in tutta Europa vedono scendere in piazza migliaia di cittadini. Proteste contro le misure restrittive, disposte dai governi per contenere la pandemia di Covid-19, sono state segnalate in Austria, Finlandia, Germania, Paesi Bassi (nella foto una protesta del 20 marzo ad Amsterdam), Regno Unito, Svizzera, ecc. Prima del raduno a Helsinki circa 300 persone hanno marciato per le strade della città, arrivando fino al Parlamento, intonando slogan come "Lasciate parlare la gente!". In Austria, circa mille persone hanno partecipato a manifestazioni contro le misure restrittive vicino alla stazione ferroviaria centrale di Vienna. In Svizzera, più di 5.000 manifestanti hanno sfilato in una marcia silenziosa a Liestal, a 15 chilometri a sud-est della città di Basilea.In Italia, Milano ha visto due di queste iniziative nel giro di due settimane: la prima in Piazza del Duomo, con la partecipazione di migliaia di persone, e quindi sabato scorso all'Arco della Pace.CHI C'È DIETRO A QUESTE INIZIATIVE?Inutilmente i cronisti intervenuti a queste manifestazioni hanno cercato di trovare la nota di colore: qualche sciamano, qualche terrapiattista, magari qualche estremista di destra che fa sempre comodo. Alle iniziative milanesi non si sono visti esponenti di partiti politici, nessuno dei quali in questo momento sembra seriemente intenzionato a contestare il pensiero mainstream.Ad organizzare queste iniziative hanno pensato associazioni di cittadini, espressione del Paese reale, come si diceva un tempo. Gruppi di mamme preoccupate per il futuro dei propri figli, persone stanche delle restrizioni asfissianti imposte dal regime di salute pubblica, individui che vogliono salvaguardare i diritti garantiti dalla Costituzione. Persone che partecipano a queste manifestazioni - promosse attraverso la Rete - per far sentire la propria voce di protesta, la propria voglia di libertà, ma anche per capire, per ascoltare. Non è un caso che i protagonisti di queste manifestazioni siano dei professionisti, soprattutto medici.La gente viene a queste manifestazioni per ascoltare le testimonianze di medici che hanno affrontato il Covid con le cure, in particolare con le cure domiciliari. E il tono di chi interviene non è tribunizio, giusto per strappare l'applauso della folla, ma pacato e documentato. Non per niente l'iniziativa svoltasi all'Arco della Pace di Milano aveva come titolo "Conferenza a cielo aperto: Rinasceremo con le cure". Una conferenza, non un comizio o un sit-in, per far conoscere quella realtà di cure che per molti italiani è ancora del tutto sconosciuta. Una conferenza per dare informazioni scientifiche, ma anche per tenere viva la speranza in persone ormai allo stremo psicologico. Persone talmente manipolate nella loro capacità di ragionare che sabato, al termine della manifestazione, pur dopo aver ascoltato le varie testimonianze dei medici, c'era tra loro chi poneva questa obiezione: strano che questi medici in un anno non siano riusciti a farsi sentire dalla massa... come mai la loro scoperta non è arrivata a chi è sempre a caccia di notizie? Come dire: se non ne hanno parlato le Iene o la D'Urso, vuol dire che tutto questo non esiste.LA REALTÀ NON PUÒ ESSERE NASCOSTAIn questo buio della ragione che stiamo attraversando, ciò che conta è tenere accesa la luce della ragionevolezza. Continuare a documentare una realtà che non può essere taciuta e nascosta. Una realtà che non rappresenta il tentativo più o meno empirico di medici di fronte ad una situazione disperata, ma un modo di procedere con criteri assolutamente scientifici, che potremmo definire Real life research: uno studio sulla vita reale. Senza magari aspettare l'esito dei cosiddetti "studi random a doppio cieco". Una ricerca che ormai si avvale anche dello scambio di informazioni con medici di tutto il mondo, che condividono evidenze cliniche e strategie terapeutiche.Accanto ai medici, in queste manifestazioni compaiono poi gli avvocati, i quali hanno un compito fondamentale: difendere il diritto della persona alla cura, e difendere le libertà oggi sempre più limitate e svilite. Avvocati che possono e devono anche fare da tramite tra i cittadini che scendono coraggiosamente in piazza e le istituzioni, e che possono portare la voce sia di medici che di pazienti ai politici, sperando di trovare qualche interlocutore, qualcuno che con coraggio - come già avvenuto in Piemonte - possa sfidare il diktat governativo di "Tachipirina e vigile attesa" che tanto male ha già fatto. La voce di civile protesta di tanti cittadini ha il giusto diritto di essere ascoltata.Nota di BastaBugie: come notato in fondo al precedente articolo in Piemonte qualcosa si muove riguardo alle cure precoci al virus. Andrea Zambrano ne parla nell'articolo seguente dal titolo "Basta attesa senza cure: il Piemonte sfida le linee guida".Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 03-03-2021:Nel nuovo protocollo medico licenziato dal Cts della Regione Piemonte e che verrà presentato oggi, troviamo sancito il principio della cura immediata del paziente. Addio vigile attesa e telemedicina con la somministrazione di solo paracetamolo. La decisione dell'assessore Luigi Icardi è una dichiarazione di guerra alle linee guida ministeriali che dal 30 novembre scorso non sono state ancora aggiornate nonostante ormai anche i sassi abbiano capito che la strategia della osservazione & attesa e della Tachipirina ai primi sintomi sia non solo fallimentare, ma anche dannosa, dato che se i ricoveri aumentano, buona parte di responsabilità sono da attribuire a questa indicazione.«La vigile attesa? Assolutamente no, non la consideriamo proprio come una buona pratica», spiega Claudio Sasso, coordinatore area medicina territoriale del Dirmei, il Dipartimento interaziendale per le malattie infettive che è il braccio esecutivo dell'assessorato alla Sanita piemontese. «Il protocollo è incentrato sull'intervento immediato, tempestivo, sia diagnostico che terapeutico».Una seconda novità è che le linee guida licenziate da Torino si discostano dalla pratica abituale ormai consolidata della diagnosi telefonica del medico. Pratica, quest'ultima, che ha fatto venire meno migliaia di visite con conseguente abbandono terapeutico. Dopo l'accordo sindacale con le associazioni di categorie dei medici di medicina generale, il Piemonte ribadisce quanto già i camici bianchi di famiglia in regione stanno facendo da un anno: «Visitare e curare al più presto».Come? «Anzitutto una prima visita di persona affidata o al medico di medicina generale o alla Usca, in stretta condivisione tra di loro, poi con il monitoraggio anche a distanza del paziente, una volta decisa la terapia, che, di sicuro non avrà tra i suoi punti principali la Tachipirina, ma con antinfiammatori FANS, l'eparina, l'antibiotico, il cortisone, la vitamina D e con l'ormai negletta idrossiclorochina. «Siamo perfettamente consapevoli del dibattito che c'è nel mondo scientifico sul suo uso - prosegue Sasso alla Bussola -, ma sappiamo altresì che l'idrossiclorochina ha dimostrato di possedere un effetto antivirale in vitro e in modelli animali. Abbiamo quindi una minima speranza di successo se utilizzata nella fase precoce dell'infezione.Quindi, non sarà l'unica terapia, ma pur all'interno di un percorso off label, sarà una delle armi che il medico in scienza e coscienza avrà modo di usare. In questo - aggiunge Sasso - la Regione dimostra di recepire la sentenza del Consiglio di Stato che ne sdogana l'utilizzo sulla base di ricerche specifiche condotte su pazienti curati precocemente».La notizia dell'introduzione dell'idrossiclorochina, che già era presente nel primo protocollo licenziato a fine autunno, arriva contemporaneamente ad una nuova presa di posizione dell'Oms sull'antimalarico che non funziona se dato in fase di profilassi, un fatto scontato ormai e accettato da tutti. Anche per quanto riguarda le ricerche scientifiche sul suo uso (pubblicati a febbraio dalla rivista Cochrane) siamo ancora fermi a settembre scorso e comunque su pazienti già ospedalizzati, quando si sa che a quello stadio di malattia l'idrossiclorochina è del tutto inutile.Insomma, i pochi studi sull'uso precoce del farmaco sono quelli di cui si sono serviti i medici per vincere il ricorso in Consiglio di Stato. E a quella decisione ora il Piemonte si adegua.L'assessore Icardi è convinto che il protocollo sarà adottato anche da Abruzzo e Umbria, regioni che già avevano copiato le prime linee guida di Icardi.«Non possiamo aspettare i ritardi del ministro della Salute: quella delle cure precoci del covid è una partita delle regioni, alla prossima conferenza Stato-Regioni chiederò al ministro Gelmini (titolare degli Affari Regionali) di farsi carico di questa urgenza: la gente deve essere curata a casa il più possibile». Titolo originale: No al regime sanitario, c'è un'Europa che protestaFonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-03-2021Pubblicato su BastaBugie n. 709
In Svizzera un referendum ha approvato il divieto della copertura totale del viso in pubblico, scatenando le polemiche. Papa Francesco termina oggi la sua visita storica in Iraq: è la prima volta che un pontefice visita lo stato culla dell'Islam.Un team di avvocati sta lavorando per introdurre il reato di ecocidio fra quelli perseguibili dalla Corte penale internazionale.Tutte le notizie qui: https://www.italiachecambia.org/rassegna-stampa/ha-senso-vietare-il-burqa/
Test di massa per combattere il coronavirus. In Svizzera ci si interroga sull'efficacia della misura. La task force federale non è convinta, ma Andreas Cerny rilancia: "è la strada da percorrere".Tagli al Cinestar di Lugano. 1/3 dei dipendenti licenziati. La pandemia ha assestato il colpo decisivo ad un settore in crisi da tempo.Il PLR sceglie. Domenica la votazione per il post Bixio Caprara. Nel diario abbiamo messo a confronto i tre candidati alla successione.Dal prossimo anno sarà vietato fumare all'aperto a Milano. Una decisione che per l'Associazione svizzera dei non fumatori appare più che normale.Le ticinesidi hockey impegnate questa sera in trasferta. L'Ambrì per dimenticare il derby, il Lugano per proseguire la striscia di vittorie.
In Svizzera annunciano un'amichevole tra Lugano ed Inter per la prossima settimana. I dettagli
In Svizzera, 800'000 persone, circa il 10% della popolazione, ha difficoltà a produrre o comprendere un testo semplice, come il menù del ristorante o l’orario dei treni. In Ticino si stima che questa percentuale sia superiore, mentre i dati ci dicono che un quarto della popolazione fatica nelle competenze di base, nella lettura, nella scrittura e nella matematica, quella meno complessa. Per questo la CFC, la Conferenza della Svizzera italiana per la formazione continua degli adulti, ha varato il progetto Ambasciatori, ovvero persone che hanno superato questi problemi e che ora si adoperano affinché altri come loro possano recuperare questo sapere, che qualcuno darà per scontato ma che scontato non è. Anzi: è alquanto prezioso. Ne discutiamo con la responsabile del progetto.
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- Dati stabili in Ticino: 3 nuovi casi tra ieri e oggi. Nessun decesso mentre un paziente è stato dimesso dall'ospedale- La Confederazione si assicura il possibile futuro vaccino. Siglato con Moderna l'accordo per 4,5 milioni di dosi. Ignota la somma che Berna dovrà sborsare- "In Svizzera finora 400mila casi di coronavirus". Lo sostiene la Task force della Confederazione, secondo cui fino al 90% delle persone infettate non sarebbe stato rilevato- È di nuovo allerta canicola sul Ticino centro-meridionale. Da domani e fino a mercoledì, temperature massime fin verso i 33 gradi
Se vuoi sapere cosa fà effettivamente un trader professionista e capire se è cosi facile come dicono nelle pubblicità, allora devi ascoltare questo episodio.Ciao e benvenuto al podcast “finanza semplice” di Alfonso Selva, il podcast dove si parla solo di finanza in modo semplice. PUNTATA N°46A.S.: Buongiorno e benvenuto alla nuova puntata del podcast “finanza semplice” di Alfonso Selva. Oggi ho un ospite particolare, perché dico particolare? Perché il lavoro che fa a volte lo scambiano per il lavoro che faccio io, invece facciamo due lavori completamente diversi, complementari, utili l'uno con l'altro, a volte lavoriamo e quant'altro però ognuno ha il suo lavoro e quindi mi ha fatto molto piacere che abbia accettato, una persona di grande esperienza, di partecipare al mio podcast. Adesso ve lo presenta un attimo, il dottor Maurizio Monti è un trader. Fa il trader di borsa, quello che nell'immaginario ha sei schermi davanti, qualcuno invece lo presenta come quello che sta sulla spiaggia che si diverte con il computer, insomma poi ci sono tutte le varie iconografie strane che abbiamo nella mente. Lui è editore di due riviste “Traders' Magazine Italia” e “Investors' Magazine Italia”, ha due portali siti web che sono “l'Istituto Svizzero della Borsa” e “l'Istituto Spagnolo della Borsa”, questo lo porta avanti da quasi otto anni, però ha un grosso curriculum precedente che vi dirà lui. Ciao Maurizio e benvenuto! Grazie ad aver accettato l'invito.M.M.: Ciao Alfonso! Grazie dell'invito, grazie a tutti coloro che ascoltano.A.S.: Certo, sei il benvenuto. Oggi mi darai una grossa mano a spiegare il fraintendimento fra il tuo lavoro e il mio lavoro. Tu sei un trader ed io faccio il consulente finanziario, sono due cose differenti.M.M.: Assolutamente sì.A.S.: Senti, vuoi raccontare un po' il tuo background, il tuo curriculum vitae abbastanza ricco? Questo è meglio che lo dici tu.M.M.: Sì, cerco di sintetizzarlo. Io faccio trading da 38 anni. Ho cominciato nel 1982, a quel tempo i computer occupavano una stanza intera, quindi i computer li usavamo per tutt'altro che per fare trading. Io però già li usavo per fare le prime statistiche, anche perché avevo 16 anni ero studente di liceo e mi dilettavo di computer, era la cosa che mi appassiona di più nella vita. La prima cosa che ho fatto è stata applicare i computer alla finanza, da quel momento non ho più smesso. Nell'82 ho cominciato a fare trading operativo, non c'era il trading online, a quel tempo si operava con il telefono e per lunghi anni ho cercato di amministrare il mio patrimonio con il trading. Nel ‘92 ho deciso di trasferirmi in Svizzera perché era il luogo dove potevo mettere a disposizione di altri la cultura che aveva accumulato, avevo già fatto dieci anni di esperienza in una materia in cui all'epoca erano solo gli agenti di borsa che diventavano esperti di questa materia. Io come privato ero un po' una mosca bianca, in Italia non avevo molte prospettive e mi sono trasferito in Svizzera. In Svizzera, viceversa, le prospettive sono state numerose. Ho operato per altri dieci anni nel trading operativo, sempre specializzando le mie modalità tecniche e le strategie di marketing e sono approdato al trading algoritmico, sono stato uno dei primi in Europa a fare trading in versione algoritmica.A.S.: Dopo magari ci spieghi cos'è il trading algoritmico…M.M.: Il trading algoritmico è un trading basato tutto sul calcolo matematico. Invece che mettermi a video e decidere che cosa fare, decide il computer al posto mio cosa fare. Se andare Long, se comprare o se vendere, e il momento in cui comprare e il momento in cui vendere. Ovviamente c'è un computer che va addestrato, per così dire, in modo adeguato. In quel momento ho capito che quella era una risorsa che io potevo mettere a disposizione e che non sarebbero stati in tanti capaci di farlo perché bisognava essere esperti sia di finanza che di computer.A.S.: Praticamente tu hai creato degli algoritmi per fare questa cosa?M.M.: Ho creato degli algoritmi. Oggi io sono qui con te, Alfonso, perché mentre parlo ci sono una trentina di sistemi di trading che operano sui miei server, completamente in automatico e fanno operazioni di trading mandandoli al mercato in modo assolutamente autonomo rispetto a me. Io divento solo il loro controllore.A.S.: Ci vuole qualcuno che li guidi, perché il computer è stupido. Se tu non gli metti dentro quello che deve fare…M.M.: È di una stupidità assoluta il computer, quindi assolutamente va controllato e verificato. Questo permette di avere una esplosione di tempo libero. Quello che a me è successo circa 12 anni fa, cioè dopo aver inserito negli algoritmi quindi nel trading automatico la mia operatività per ben otto anni - ci ho messo otto anni a renderla completamente automatica - e dodici anni fa ho cominciato a fare attività editoriale. Il mio obiettivo era quello di allargare quello che era la mia cerchia di clienti che mi ero fatto in Svizzera come consulente di trading, perché poi alla fine si cerca di trasferire agli altri la conoscenza che si è applicata, è anche una ragione di soddisfazione al di là degli aspetti economici. È un momento molto edificante sapere che gli altri operano perché gli hai insegnato qualcosa. Dodici anni fa mi son messo in testa che potevo, tutto sommato, approcciare un pubblico ancora più vasto. Ho cominciato a fare attività editoriale prima per terzi, per editori, poi nel 2013 ho portato in Italia a gennaio la rivista “Traders' Magazine” che è un must europeo del trading, è nata in Germania nel 2003 ed in Germania è molto diffusa. Conoscevo già l'editore, è stata un'esperienza fantastica quella di portare la rivista in Italia e quella di creare poi portali finanziari e comunque piattaforme di conoscenza e di cultura del trading e dell'investment, ovviamente. Perché poi lo diremo, con il trading a secondo di come lo si para si può fare trading, speculazione oppure gestire patrimoni in termini di investimento, quindi in termini di visioni più long-term delle gestioni patrimoniali. Nel trading nasce una cultura, nasce un qualche cosa che permette di gestire denaro. L'obiettivo è quello di cercare di fare denaro dal denaro, cercare di fare soldi dai soldi e ovviamente è un qualcosa che richiede le conoscenze specifiche.A.S.: Poi ho notato che, a parte questi due siti web che ho detto, tu sei molto attivo su Facebook, hai un grandissimo seguito e fai anche molti webinar informativi a cui partecipano molte persone, poi lo diremo dove trovarti e come cercarti.M.M.: Con le riviste e con i portali organizziamo da 4 a 6 webinar ogni settimana in italiano e da 1 a 3 webinar ogni settimana in spagnolo. Nella primavera del 2021 lanceremo il portale in lingua inglese, che è uno dei miei obiettivi di vita che mi son fatto da quando ho cominciato l'attività editoriale.A.S.: Senti, bene. Questo è un po' tutto quello che hai fatto e che farai, perché i progetti ci devono essere sempre. Adesso ti faccio la domanda che sembra quella più stupida però è importantissima: il trading – che in inglese vuol dire commercio – è, come hai detto tu, acquistare e vendere qualsiasi cosa, però noi lo applichiamo solo alla Borsa, però se tu spieghi bene con parole semplici cos'è un trader. Cosa fa esattamente?M.M.: Il trader è una persona che analizza i mercati, quindi analizza degli strumenti finanziari, analizza dei grafici di strumenti finanziari per l'esattezza e analizza dei dati fondamentali di strumenti finanziari. Facciamo un esempio concreto, sappiamo tutti che ci sono le Borse Valori, c'è la Borsa di Milano, alla quale è quotata la società FCA, la vecchia Fiat per intenderci, che tutti quanti la conosciamo, piuttosto che la Campari è un'altra azienda che conosciamo tutti molto bene perché è un orgoglio dell'Italia nel mondo. Sono marchi che hanno portato l'economia del nostro Paese e il brand del nostro Paese, a un livello veramente molto elevato. Bene, se io voglio diventare socio di FCA non devo far altro che poter comprare delle azioni di FCA, e le azioni sono liberamente negoziate in Borsa, quindi questo significa che mi basta una piattaforma di trading - oggi la piattaforma è completamente elettronica ed è banale - devo aprire un conto di trading con un broker autorizzato, quindi un broker che viene regolarmente autorizzato dalle autorità in Italia e dalla Consob e che ha una licenza per potermi permettere la negoziazione sugli strumenti finanziari. Quindi io vado sulla piattaforma, analizzo il grafico di FCA, ritengo e FCA abbia per esempio una possibilità di poter crescere di qui a una settimana, di qui a un mese, di qui ad un anno, a tre anni, al tempo che io voglio mettere nel mio orizzonte di trading o di investimento. A quel punto io compro il piccolo FCA e me lo mettono il mio portafoglio elettronico. Poi, posso fare la stessa cosa quando ovviamente ci sarà il momento in cui il titolo magari ha acquistato valore e voglio andarlo a vendere. Prenderò, sempre nella mia piattaforma, quel titolo che ho in portafoglio e dirò “lo voglio vedere”. Questa è la semplificazione del lavoro del trader. Il trader non fa altro che prendere gli strumenti finanziari e dire “li acquisto” piuttosto che “li vendo”.A.S.: Adesso che abbiamo detto cosa fa un trader, dammi una mano – è che io lo faccio spesso ma magari tu riesci a farlo meglio di me – la differenza tra il mio lavoro di consulente finanziario, un lavoro del gestore dei fondi e quello che fai tu. Vediamo se riesci a farlo semplicemente, la differenza fra queste tre figure che sono quelle che si interfacciano con i risparmiatori per i suoi investimenti.Se vuoi leggere tutto la trascrizione vai al link qui sotto.https://www.alfonsoselva.it/maurizio-monti-trader-di-borsa-intervistato-al-podcast-finanza-semplice-ep-46/podcast/
La situazione d’emergenza dovuta al coronavirus ha forti ripercussioni anche sulla formazione professionale. In Svizzera quest’estate circa 75'000 giovani termineranno un apprendistato (in Ticino 3'300), e se potranno dimostrare le competenze richieste otterranno un diploma riconosciuto dal mercato del lavoro (AFC o CFP). Il Consiglio federale ha deciso che gli esami scolastici saranno sostituiti dalla nota, mentre per quelli pratici restano ancora da precisare le modalità. A seconda della professione e della situazione sanitaria nella regione, le aziende di tirocinio faranno svolgere un esame pratico o effettueranno una valutazione delle prestazioni pratiche. Cosa devono aspettarsi dunque gli apprendisti diplomandi? Quali sono le loro preoccupazioni per la ricerca di un posto di lavoro vista la crisi economica attuale? E ancora: ci saranno aziende disposte a garantire anche dopo l’estate nuovi posti d’apprendistato? Con quali garanzie? Tutte domande alle quali cerchiamo di rispondere in una puntata speciale di Baobab in diretta con vari ospiti al telefono, a cura di Andrea Rigazzi e Alessandro Bertellotti. Ospiti attesi (al telefono): Paolo Colombo, direttore della Divisione Formazione Professionale del DECS; Giacomo Viviani, presidente della Commissione cantonale TI per la formazione professionale; Francesca Tanzariello, apprendista in comunicazione alberghiera; Stefano Gazzaniga, direttore Viscom Ticino.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6121CORONAVIRUS E I PIENI POTERI DEL COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO di Aldo Maria ValliSe solo qualche mese fa un analista politico o un comune osservatore ci avessero detto che un giorno un Paese intero, il nostro Paese, sarebbe stato completamente bloccato, con la popolazione costretta a restare chiusa in casa, in base ai provvedimenti presi da un governo di non eletti il quale si muove a sua volta seguendo le indicazioni di un comitato tecnico-scientifico, sicuramente avremmo dato del pazzo a quell'analista o a quel comune osservatore. Invece, eccoci qui.Al di là delle aberrazioni della nostra politica, il segreto sta tutto in quel doppio aggettivo: tecnico-scientifico. Se una decisione è presa da un comitato tecnico-scientifico, occorre credergli. Se una dichiarazione arriva da un comitato tecnico-scientifico, quella dichiarazione va ritenuta vera. Il comitato tecnico-scientifico è un'entità rispetto alla quale è obbligatorio un atto di fede e le sue formulazioni hanno valore di dogma.Se ci pensiamo, è davvero singolare che tutto ciò avvenga in un Paese segnato, come tutto l'Occidente, da un processo di secolarizzazione che ha preteso di mettere sempre più ai margini ogni religione fondata su una fede trascendente. E ancor più singolare è che ai dogmi del comitato tecnico-scientifico debba piegarsi anche la Chiesa, la quale da tempo, nel tentativo di rendersi, si dice, più umana e simpatica, ha intrapreso un cammino per apparire meno dogmatica.Non è vero che oggi i dogmi non ci sono più. Oggi i dogmi ci sono e sono quelli tecnico-scientifici. [...] Siamo appesi alle decisioni di un comitato tecnico-scientifico al quale, di fatto, è stato riconosciuto il valore di fonte dogmatica, altrimenti non ci piegheremmo a tutte le sue decisioni.UN VERO E PROPRIO ORACOLOIl comitato tecnico-scientifico è talmente dogmatico da aver assunto ormai l'aspetto di un vero e proprio oracolo. Dinnanzi a ogni comportamento o possibilità, la prima domanda, ormai, è una sola: ma che cosa ha detto il comitato tecnico-scientifico? I nostri antenati probabilmente nei confronti dei responsi delle sibille erano più liberi di quanto lo siamo noi adesso nei confronti del comitato tecnico-scientifico.Pensiamoci. Di questo comitato tecnico-scientifico noi non conosciamo neppure la composizione. Sì, i nomi sono stati resi noti e pubblicati, ma alzi la mano chi li conosce tutti quanti. Alzi la mano chi può dire di sapere chi siano effettivamente coloro che ne fanno parte e perché, precisamente, sono stati nominati nel comitato. Quasi nessuno sa chi siano, e non lo sappiamo perché non è necessario. Trattandosi, appunto, di un'entità dogmatica, non è importante entrare nel perché e per come. Di fronte a un'entità dogmatica è richiesta soltanto una cosa: un atto di fede. E un atto di fede è appunto quello che noi tutti stiamo mettendo in pratica.Ma in virtù di che cosa noi diamo ogni giorno sostanza a tale atto di fede, dal momento che i nomi dei membri del comitato addirittura ci sfuggono? In virtù, lo ripeto, di quel doppio aggettivo: tecnico-scientifico. Ecco il sigillo di garanzia, se così possiamo dire. Ecco il contrassegno della verità. Basta dire "tecnico-scientifico" e il gioco è fatto: l'entità che si fregia di tale titolo diventa ipso facto entità dogmatica e le sue formulazioni diventano verità indiscutibili.IN TUTTA QUESTA SITUAZIONE C'È UN ALTRO ASPETTO CURIOSOÈ dato dal fatto che i veri scienziati, non i millantatori, sanno una cosa sola: sanno di non sapere. Certo, uno scienziato sa molte cose che riguardano il suo settore di studio, ma, in fondo, ciò che ne fa veramente uno scienziato è la consapevolezza di non sapere. Perché la scienza funziona così: più acquisisce conoscenze, più scopre nuovi orizzonti da esplorare; più ottiene risposte, più si pone nuove domande. La scienza, in effetti, ha risposte sempre e soltanto relative, tutt'altro che immutabili, definitive e dogmatiche. La scienza, poi, per dare le sue risposte relative ha bisogno di tempo e di confronto tra le informazioni. Eppure, noi l'abbiamo eletta a sacerdotessa di Apollo, a tal punto che un comitato tecnico-scientifico, per il solo fatto di fregiarsi di questo aggettivo, è diventato un oracolo, e noi ci avviciniamo ai suoi responsi come se entrassimo nell'antro della sibilla, in atteggiamento di umile ascolto e disposti ad accogliere tutto come oro colato.Insomma, ciò che stiamo vivendo merita qualche riflessione perché è tutto davvero paradossale. Secondo il noto aforisma di Chesterton, "chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente, perché incomincia a credere a tutto". [...]Nota di BastaBugie: Paolo Gulisano nell'articolo seguente dal titolo "Seconda ondata, propaganda di Stato per limitarci la libertà" spiega che il termine 'seconda ondata' non è preso dal linguaggio dell'epidemiologia, bensì da quello della propaganda politica, come del Pci degli anni '50. E il Governo fa di tutto per tenere sulla popolazione una pressione psicologica altissima, per indurre anche in tempi di allentamento del Lockdown ad una "spontanea" rinuncia alle proprie libertà.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 3 maggio 2020:Nel Dizionario delle Neolingua (ricordate Orwell?) inventata per la Pandemia, negli ultimi giorni uno dei termini più in voga è "Seconda ondata". Di cosa si tratta? Della possibilità di un nuovo aumento dei numeri dei contagiati, dei ricoverati, dei morti. Si tratta di un termine che non è preso dal linguaggio dell'epidemiologia, ma da quello della propaganda politica. Era un termine usato nel Dopoguerra e fino agli anni '50 dal Partito Comunista Italiano. La prima ondata era stata la Resistenza, che aveva spazzato via il Fascismo; la seconda - attesissima - era quella che avrebbe dovuto fare il resto, e trasformare l'Italia in una Repubblica Sovietica. Per chi conosce racconti del grande scrittore Giovannino Guareschi, l'espressione è familiare: era lo spauracchio costantemente sventolato da Peppone davanti agli occhi di don Camillo.Oggi di seconda ondata parlano le istituzioni e la grande stampa. E' bastato che una esponente dell'ufficio regionale europeo dell'OMS esprimesse la propria preoccupazione per la possibilità di nuove infezioni nei vari Paesi che l'affermazione è stata tradotta in Italia in questo sintetico concetto: arriverà una seconda ondata. Ovvero: il nemico è sempre qui. Poco importa che la curva epidemica sia in discesa, poco importa che siano ormai a disposizione importanti ed efficaci strumenti di cura: il terrore per il Covid deve continuare."Non saremo mai a contagio zero" ha dichiarato l'assessore lombardo al welfare, evidentemente in possesso di certezze epidemiologiche non meglio identificate. E ha aggiunto che "dobbiamo convivere con questo virus, davanti al quale siamo indifesi". Evidentemente l'assessore non è informato che proprio nella sua Regione esistono ospedali - come la NBQ ha documentato - dove si cura e si guarisce.Ma il maggior utilizzo propagandistico del concetto di Seconda ondata viene dal Governo centrale. Conte lo ripete a ogni piè sospinto. L'allentamento del lockdown può avvenire, ma solo sotto strettissimo controllo, perché l'epidemia può riesplodere, parola del famigerato Comitato tecnico scientifico che nei giorni scorsi ha comunicato che nel mese di giugno potremmo avere oltre 150.000 persone ricoverate in terapia intensiva. Sì, proprio così. Uno scenario apocalittico, specie se si pensa che quando è stato raggiunto il picco ai primi di aprile i ricoverati in tutta Italia in terapia intensiva erano poco più di 4.000. Secondo i consulenti di Conte insomma ci attende qualcosa di paragonabile ad un disastro nucleare, naturalmente se si allentassero le misure restrittive. Questa previsione - non suffragata da alcuna documentazione epidemiologica - è stata peraltro categoricamente smentita da una autorevole società di analisi, Carisma, che ha definito come totalmente sbagliato il Calcolo del Comitato. Un errore addirittura aritmetico, perché avrebbe preso in considerazione una popolazione di 260 milioni di abitanti, anziché 60 milioni come quella italiana.Il problema del documento, dice Carisma, è di tipo statistico-matematico, con errori anche nel calcolo del tasso di letalità dei contagi. Insomma: il cenacolo di tecnici e scienziati al servizio di Conte ha preso un abbaglio madornale. Oppure è stata confezionata una bella bufala per una opinione pubblica ormai sommersa da dati contradditori e soprattutto da messaggi terroristici.La "fase due", per utilizzare un altro termine della neolingua, dovrà essere caratterizzata da nuove paure. Si deve seminare il panico rispetto, ad esempio, a quella fascia di persone che non è stata toccata dall'epidemia, i bambini. Così assistiamo ad un montare di sospetti nei confronti della possibilità di ammalarsi da parte dei bambini che è assolutamente in contraddizione con le evidenze scientifiche rilevate. In Svizzera, dove ad esempio il Governo ha cominciato ad allentare le misure di lockdown,è stato liberalizzato il contatto tra bambini e tra questi e i nonni. Il responsabile Dipartimento malattie infettive del Ministero della Sanità, Daniel Koch, ha detto che "gli scienziati sono arrivati alla conclusione che i bambini non trasmettono il virus. Sarebbe sbagliato proibire ai nonni, che stanno già soffrendo per questa situazione, di essere abbracciati dai loro nipoti quando si sa che essi non sono contagiosi."
1920. Per il mondo, un anno di passaggio fra il passato e il futuro. E' l'anno in cui in America entra in vigore il proibizionismo che rende illegale la vendita di alcol, ma anche quello in cui il XIX emendamento della Costituzione americana concede il diritto di voto alle donne di colore e viene inaugurata la prima stazione radio. In Svizzera, viene bocciata con un referendum l'estensione del diritto di voto alle donne e in India, il 1º marzo Gandhi dà inizio alla resistenza passiva e non violenta per l'indipendenza dalla Gran Bretagna. L'Europa cerca di guardare avanti, ma non si è ancora lasciata davvero alle spalle la sanguinosa Guerra Mondiale col suo carico di 17 milioni di morti. Intanto in Italia, qualche mese prima, l'8 settembre 1919, erano nati i Fasci italiani di combattimento su iniziativa di Benito Mussolini, lento avvicinamento alla dittatura del Ventennio.Durante la Prima Guerra Mondiale furono usati, per la prima volta, aerei da combattimento e grande eco ebbero le incursioni del poeta Gabriele D'Annunzio, soprattutto con l'incredibile volo su Vienna. E fu proprio D'Annunzio a lanciare l'idea di un raid aereo da Roma fino a Tokyo.
"La cannabis non è una droga". Questo, per i reazionari politici italiani, è il "messaggio devastante" che ci onoriamo di diffondere tutte le settimane dal 2015. Raccontiamo le polemiche sul 420 Hemp Fest dandovi appuntamento all'11 maggio a Torino per la Fuma Parei in occasione della Global Marijuana March. In Svizzera arriva la raccomandazione su depenalizzazione e legalizzazione mentre in Oregon si blocca la produzione per eccesso di offerta. La polizia canadese dichiara che non vi è un aumento di casi di guida sotto l'effetto di cannabis da quando questa è legalizzata.
"La cannabis non è una droga". Questo, per i reazionari politici italiani, è il "messaggio devastante" che ci onoriamo di diffondere tutte le settimane dal 2015. Raccontiamo le polemiche sul 420 Hemp Fest dandovi appuntamento all'11 maggio a Torino per la Fuma Parei in occasione della Global Marijuana March. In Svizzera arriva la raccomandazione su depenalizzazione e legalizzazione mentre in Oregon si blocca la produzione per eccesso di offerta. La polizia canadese dichiara che non vi è un aumento di casi di guida sotto l'effetto di cannabis da quando questa è legalizzata.
Tutti ormai abbiamo sentito parlare di Bitcoin e della Blockchain, ma forse non tutti conoscono il mondo, più ampio, delle applicazioni decentralizzate (DAPP) che sono nate negli ultimi anni e delle ICO (Initial Coin Offering). Questo mare novità portate dalla recente invenzione della blockchain hanno trova terreno fertile per crescere e prosperare fra i cantoni della Confederazione Elvetica. La Svizzera infatti si candida di buon diritto ad essere una delle primissime, se non la prima Crypto Nation.Infatti la Svizzere da sempre è conosciuta come uno dei più importanti centri mondiali per le banche e la finanza, ma non tutti sanno che è diventata anche una delle nazioni più aperte verso il mondo della blockchain e delle startup che operano nel mondo della cryptoeconomy. In Svizzera, in particolare nel Canton Zugo e nel vicino Canton Ticino, si è creato un ecosistema, simile a quello di Silicon Valley, ma per il settore della crypto economy, dove gli imprenditori possono trovare tutte le risorse necessarie per lanciare con successo i loro progetti crypto e finanziarli con meccanismi innovativi come le ICO. Per saperne di più abbiamo invitato Richard Zoni, Partner di ICO Legal Advisor, una realtà che sta supportando numerosi imprenditori nelle fasi di creazione della Initial Coin Offer.Per Saperne di più non vi resta che ascoltare la puntata.Continua su:https://www.MERITA.BIZ/163### FACEBOOK ###Abbiamo cose interessanti da raccontartianche durante tutta la settimana.https://www.merita.biz/facebook### PODCAST ###https://www.MERITA.BIZ/PODCAST Sottoscrivi il podcast su: iTunes: http://j.mp/MERITA-ITUNES Stitcher:http://j.mp/MERITA-STITCHER Spreaker:http://j.mp/MERITA-SPREAKERSpotifyhttps://spoti.fi/2qIXimFTELEGRAMhttps://telegram.me/meritabiz Sostieni Merita Business podcast.Fai una donazione in criptovalute.Qui le istruzioni: https://www.merita.biz/crypto-donazioniBitcoin (BTC)3K2VFhnChh5yTUbp6YiwkrUC2xKUzQdnYSEthereum (ETH)0x4c43488DFbAd12c1c0f1c16Dca84239FAF920F69 Litecoin (LTC)MD5BuTNAYPKkyazEb5WEnXFk7CW3S4LE9Y
Con il direttore Di Bella i prossimi passi di formazione del governo. La transumanza candidata a patromonio dell'Unesco. In Svizzera proposto il "salario giovanile": voi quanto date o ricevete di paghetta? Nella Giornata manodiale del Teatro, che ruolo avete interpretato?
..1-”"Saremo i giovani di cui leggerete nei libri di testo”: dopo la strage nella scuola di Parkland, in Florida, cresce la mobilitazione degli studenti americani contro la lobby delle armi. ( Roberto Festa) ..2-Siria: l'onu chiede una tregua immediata a Ghouta orientale, in mano ai ribelli e obiettivo negli ultimi 4 giorni di intensi bombardamenti delle forze governative. ..( Lorenzo Cremonesi Corriere della Sera) ..3-Il Pakistan e il terrorismo: la comunità internazionale dà tre mesi al governo di islamabad per dimostrare di non essere legato ai gruppi jihadisti. ..( Emanuele Valenti) ..4-Venezuela: la grave crisi finanziaria costringe il governo Maduro a lanciare il Petro, la prima moneta virtuale emessa da uno stato sovrano. ( Alfredo Somoza) ..5-Bahrein: condannato a 5 anni di carcere Nabil Jaber attivista per i diritti umani. In uno tweet aveva denunciato la tortura che subiscono i detenuti politici. ..( Riccardo Noury ) ..6-Progetti sostenibili: In Svizzera gli agricoltori equiparati agli arredatori d'esterni. ( Fabio Fimiani) ..7-Romanzo a fumetti: LOKI Journey Into Mystery la Graphic Novel di Kieron Gillen. ( Maurizio Principato)
..1-”"Saremo i giovani di cui leggerete nei libri di testo”: dopo la strage nella scuola di Parkland, in Florida, cresce la mobilitazione degli studenti americani contro la lobby delle armi. ( Roberto Festa) ..2-Siria: l’onu chiede una tregua immediata a Ghouta orientale, in mano ai ribelli e obiettivo negli ultimi 4 giorni di intensi bombardamenti delle forze governative. ..( Lorenzo Cremonesi Corriere della Sera) ..3-Il Pakistan e il terrorismo: la comunità internazionale dà tre mesi al governo di islamabad per dimostrare di non essere legato ai gruppi jihadisti. ..( Emanuele Valenti) ..4-Venezuela: la grave crisi finanziaria costringe il governo Maduro a lanciare il Petro, la prima moneta virtuale emessa da uno stato sovrano. ( Alfredo Somoza) ..5-Bahrein: condannato a 5 anni di carcere Nabil Jaber attivista per i diritti umani. In uno tweet aveva denunciato la tortura che subiscono i detenuti politici. ..( Riccardo Noury ) ..6-Progetti sostenibili: In Svizzera gli agricoltori equiparati agli arredatori d’esterni. ( Fabio Fimiani) ..7-Romanzo a fumetti: LOKI Journey Into Mystery la Graphic Novel di Kieron Gillen. ( Maurizio Principato)
..1-”"Saremo i giovani di cui leggerete nei libri di testo”: dopo la strage nella scuola di Parkland, in Florida, cresce la mobilitazione degli studenti americani contro la lobby delle armi. ( Roberto Festa) ..2-Siria: l’onu chiede una tregua immediata a Ghouta orientale, in mano ai ribelli e obiettivo negli ultimi 4 giorni di intensi bombardamenti delle forze governative. ..( Lorenzo Cremonesi Corriere della Sera) ..3-Il Pakistan e il terrorismo: la comunità internazionale dà tre mesi al governo di islamabad per dimostrare di non essere legato ai gruppi jihadisti. ..( Emanuele Valenti) ..4-Venezuela: la grave crisi finanziaria costringe il governo Maduro a lanciare il Petro, la prima moneta virtuale emessa da uno stato sovrano. ( Alfredo Somoza) ..5-Bahrein: condannato a 5 anni di carcere Nabil Jaber attivista per i diritti umani. In uno tweet aveva denunciato la tortura che subiscono i detenuti politici. ..( Riccardo Noury ) ..6-Progetti sostenibili: In Svizzera gli agricoltori equiparati agli arredatori d’esterni. ( Fabio Fimiani) ..7-Romanzo a fumetti: LOKI Journey Into Mystery la Graphic Novel di Kieron Gillen. ( Maurizio Principato)
Borse Di Studio per ricercatori italiani In Svizzera. Scadenza 16 febbraio by Lavoradio
Povertà. In Svizzera. In Ticino. A Lugano. Povertà. Come nasce la povertà in un paese dei più ricchi del mondo? Esiste un mondo parallelo in Ticino, una società invisibile, uno strato di poveri? Ci sono persone che fanno la fame? Cosa sono le ragioni per la povertà, e quali possono essere i rimedi? http://radiopetruska.com/discography/microscopio-sulla-poverta-in-ticino-markus-zohner-incontra-fra-martino-dotta-frate-cappuccino/?v=796834e7a283 Tavolino apparecchiati! E d’incanto la tavola si imbandì di ogni prelibatezza. Ai tempi dei fratelli Grimm si faceva così, oggi ci pensa un frate cappuccino a sfamare i poveri del Ticino con il suo Tavolino Magico. Fra Martino Dotta ha creato un mondo alimentare e di solidarietà che si è diramato in tutto il Cantone. Markus Zohner incontra un uomo di fede e di terrena autenticità. RADIO PETRUSKA: la rivoluzione è iniziata. Può esistere la povertà in uno dei paesi più ricchi del mondo? In Svizzera la povertà è volutamente nascosta? È possibile possedere solo l’essenziale per vivere? Il nostro non sapersi accontentare è un forma di insicurezza? Che cosa ci spinge a desiderare il materiale più di ogni altra cosa? Fra Martino lo mette subito in chiaro: „Parlare di povertà in Svizzera è quasi irrispettoso… Meglio usare parole come precarietà o fragilità sociale“. Sì, perchè la povertà in Svizzera non può essere certamente paragonata alla povertà in Africa. Fra Martino, però, ci spiega come in un paese super benestante la povertà assuma altre forme introducendo concetti quali: „lavoratori poveri“, „ereditarietà di situazioni difficili“, senso di vergogna, „una vita sul filo“ e una realtà volutamane nascosta. In Svizzera chi guadagna 2.240 CHF al mese è da considerarsi appena al limite della soglia della povertà… Follia? No, e Fra Martino ci spiega come sempre più persone (circa 50.000) in Svizzera si trovino ad affrontare questo problema, ricorrendo ad aiuti sociali, cantonali e contributi. Fra Martino ci introduce poi al fulcro del suo agire, il fatidico Tavolino Magico: un aiuto alimentare a persone in difficoltà basato su accordi con la grande distribuzione (eccessi di produzione o date di scadenza prossime). Un confronto aperto ma semplice, che mette in chiaro in maniera limpida quali sono i problemi economici in Svizzera e nel canton Ticino, evidenziando come il possesso, il patrimonio, i beni materiali altro non siano che un miraggio per il raggiungimento della felicità.