Pilpul è lo spazio di approfondimento curato dalla redazione di Pagine Ebraiche e dedicato al confronto sui grandi temi dell'attualità, raccontati attraverso una prospettiva ebraica. Dal ruolo dell'ebraismo e delle minoranze in Italia alla vitalità d'Israele, dalle sfide dell'informazione alle riflessioni sui diritti, ogni puntata nuovi ospiti per parlare di storia, tradizioni, cultura, politica e molto altro.
Il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia tra le voci del mondo religioso che apriranno “Il grido della pace”, il grande incontro internazionale organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio a Roma (23-25 ottobre). Un'iniziativa che nasce, ha spiegato il suo presidente Marco Impagliazzo, per “mettere in relazione mondi diversi e aiutare i mondi religiosi ad ‘uscire' e incontrarsi con le realtà di sofferenza di questo nostro mondo”.
Standing ovation a New York per il Presidente del Consiglio uscente Mario Draghi, premiato come “Statista dell'anno” dalla Appeal of Conscience Foundation. Un riconoscimento, che annovera tra i suoi vincitori molti nomi illustri della politica internazionale, per la “lunga leadership poliedrica nella finanza e nel pubblico servizio di cui hanno beneficiato l'Italia e l'Unione europea”. A conferirglielo il rabbino Arthur Schneier fondatore e presidente della fondazione.
La fondazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il principale ente pubblico di ricerca di cui il nostro Paese dispone, “è legata in maniera indissolubile alla figura del suo primo presidente, Vito Volterra, uno dei più grandi matematici italiani e uno dei più famosi scienziati europei dell'epoca”. Ad esprimersi così, nell'ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle leggi razziste di cui fu vittima, un suo illustre collega: Giorgio Parisi. Non tutti gli enti, aggiungeva, hanno la fortuna del CNR “di avere un fondatore che si è eretto un monumento più duraturo del bronzo”. Non l'unica realtà significativa in cui Volterra, uno dei pochi intellettuali che si rifiutò di firmare il giuramento di fedeltà al regime nel 1931, ha lasciato un segno. Ad attestarlo un convegno dalla durata di tre giorni che si aprirà a Roma mercoledì prossimo, volto a celebrare i 100 anni dalla sua presidenza dell'Accademia dei Lincei.
Uno spazio e un tempo in cui poter raccontare difficoltà personali, nello studio, nel lavoro, nel quotidiano. È la forma che andrà ad assumere Exit Strategy, progetto di “ascolto, orientamento e sostegno a adolescenti, famiglie e educatori in tempo di Covid” realizzato dall'associazione fiorentina Ulisse Onlus con il contributo dei fondi Otto per Mille UCEI.
“Per affrontare le sfide future, l'agricoltura dovrà fare affidamento sull'applicazione delle conoscenze e delle tecnologie scientifiche. Dovremo riuscire a produrre di più, ma con risorse più limitate. E dobbiamo accelerare per ottenere velocemente le risposte necessarie”. Un appello, ma anche un avvertimento quello dello scienziato israeliano Assaf Distelfeld, che in queste ore ha ribadito l'importanza di investire sull'innovazione nel campo dell'agricoltura. Lo ha fatto ritirando alla Farnesina il premio Rita Levi-Montalcini per la Cooperazione Scientifica tra Italia e Israele.
Quella di Shlomo An-sky, giornalista e rivoluzionario, ebreo e comunista, è una figura leggendaria del grande universo yiddish. Molto studiata all'estero, ma poco conosciuta in genere in Italia. Almeno al giorno d'oggi. Si concentra sul suo apporto l'ultimo spettacolo della regista milanese Miriam Camerini: Storia dell'uomo che salvò un mondo, atteso dal debutto al Festivaletteratura di Mantova.
“Una lunga avventura di esplorazione in territori immensi, finora cartografati solo in parte”. Lo studio di Primo Levi raggiunge un nuovo traguardo. Merito di un ulteriore contributo di qualità: una bibliografia curata per l'editore Einaudi da Domenico Scarpa in cui ad essere censiti, oltre ai suoi libri, sono circa 470 voci relative a singoli scritti pubblicati in vita, 100 testi o frammenti apparsi postumi, oltre 300 tra conversazioni e interviste, più una serie di carteggi (molti dei quali inediti).
A cinquant'anni dall'attentato alle Olimpiadi di Monaco, il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha chiesto scusa alle famiglie delle vittime per l'incapacità della Germania di proteggere nel 1972 gli atleti israeliani. Un'incapacità che aprì la strada alla violenza dei terroristi palestinesi, il cui attacco costò la vita a undici membri della delegazione olimpica. Ma Steinmeier oggi, in occasione della commemorazione ufficiale di quel tragico 5 settembre del 1972 e con al fianco il presidente d'Israele Isaac Herzog, ha chiesto scusa anche per un altro motivo.
C'è attesa per il “piccolo festival della cultura yiddish” organizzato dall'Accademia di Merano con la collaborazione, tra gli altri, della Comunità ebraica locale. Al centro, attraverso un itinerario fatto di concerti, incontri e workshop, le vibrazioni di un patrimonio inestinguibile di quel mondo: la musica klezmer.
Reclamare il sionismo e ricordare al mondo il suo vero significato, contestando quello che troppi detrattori gli attribuiscono. Dalla Svizzera, in occasione del 125esimo anniversario del Primo Congresso Sionista, il presidente d'Israele Isaac Herzog ha lanciato un messaggio a tutto il mondo ebraico. “Dobbiamo reclamare la proprietà del sionismo ogni giorno, - le sue parole - come espressione della nostra identità nazionale ebraica, delle nostre tradizioni, delle nostre speranze, del nostro orgoglio, dei nostri valori illuminati, della nostra giustizia e del nostro impegno per il Tikkun Olam”.
Mentre vengono rivelati nuovi dettagli della bozza di accordo sul nucleare iraniano, in Israele il parere condiviso è che si tratti di un'intesa peggiore rispetto a quella del 2015. Per questo le forze politiche e di intelligence del paese spingono gli Stati Uniti affinché modifichi il testo. Da settimane si parla infatti di missioni diplomatiche e colloqui tra rappresentanti israeliani e americani sul tema.
Un gruppo di ex alunni ebrei, cacciati nel '38 con l'entrata in vigore delle leggi razziste, tornerà idealmente sui banchi di scuola nel corso di un evento speciale loro dedicato. L'appuntamento è per la mattina del 5 settembre, il primo giorno del calendario scolastico per 31 studenti che hanno scelto di frequentare un periodo di studio nella Cittadella della Pace di Rondine, realtà all'avanguardia nella promozione di politiche di pace, distensione, Dialogo. La relazione come antidoto per l'odio, capace di decostruire l'idea del nemico che nasce dalla paura: questa, da sempre, la missione del centro. L'iniziativa, realizzata da Rondine Cittadella della Pace in collaborazione con l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ruoterà attorno a un concetto chiave: la centralità della scuola come luogo “dove nascono relazioni generative, dove la Memoria può diventare patrimonio condiviso per costruire un futuro di pace”.
Nelle scorse ore in Ucraina è risuonata la sirena che ha scandito l'inizio delle celebrazioni per la Festa dell'indipendenza. Un risultato ottenuto il 24 agosto 1991, quando il paese diventò una repubblica indipendente. Quest'anno l'anniversario apre nuove prospettive e riflessioni, segnato com'è da un'altra ricorrenza: i sei mesi dall'inizio dell'invasione russa.
Salvo sorprese dell'ultimo minuto, la cerimonia in ricordo della strage di Settembre Nero a Monaco di Baviera si svolgerà senza la presenza dei familiari delle vittime. Una decisione innescata dal rifiuto della compensazione offerta dal governo tedesco, ritenuta inadeguata rispetto alla gravità degli eventi e alle successive negligenze nella ricerca di verità e responsabilità. “Una presa in giro”, il messaggio inviato in risposta a Berlino. Una questione non economica ma di principio, ribadisce una delle figure simbolo di questa vicenda: Ankie Spitzer, vedova dell'allenatore di scherma Andre Spitzer.
Era il 2004 quando dalle acque di Atene arrivava la notizia della prima medaglia d'oro mai conquistata da Israele alle Olimpiadi. Merito di Gal Fridman, primo nella classe mistral del windsurf in una delle edizioni più rappresentative della storia moderna dei Giochi. Un trionfo arrivato a coronamento di una carriera straordinaria che poteva già lustrarsi di un'altra medaglia, non di oro ma comunque di bronzo, conquistata otto anni prima ad Atlanta. Gal in ebraico significa onda: nel nome, quindi, un destino. L'atleta, celebrato in patria come un eroe nazionale, avrebbe poi dedicato il trionfo alla memoria delle vittime israeliane della strage di Settembre Nero. Sogna di emularne le gesta un giovane talento del windsurf, protagonista in un importante torneo internazionale in svolgimento a Silvaplana in Svizzera
Mondo dello spettacolo in lutto per la scomparsa di Olivia Newton-John, indimenticabile volto di uno dei film più amati della storia del cinema: Grease. Quattro volte vincitrice dei Grammy Award, l'attrice e cantante britannica di nascita e australiana d'adozione era nipote di uno dei più grandi “cervelli” del Novecento: il fisico ebreo tedesco Max Born (1882-1970), vincitore nel '54 del Nobel per la Fisica per le sue ricerche nel campo della meccanica quantistica. Amico di Albert Einstein e maestro tra gli altri di figure del calibro di Enrico Fermi e Julius Robert Oppenheimer, aveva lasciato la Germania con l'avvento del nazismo e da lì era riparato in Gran Bretagna, insegnando prima all'Università di Cambridge e poi a quella di Edimburgo. Ritiratosi dalla docenza, aveva scelto di tornare a vivere nel suo Paese d'origine.
È l'ora di pranzo del 9 agosto 1982 quando un gruppo di terroristi palestinesi attacca il ristorante ebraico-parigino Jo Goldenberg, tra i più frequentati del Marais. Armati di mitragliatrici e granate, in pochi minuti compiono una strage. Sei le vittime, ventuno i feriti. Uno shock profondo e incancellabile. Ma anche una vicenda dai contorni ancora poco chiari con cui il Paese tornerà a fare i conti nelle prossime ore, nel quarantesimo anniversario dall'attacco, attraverso una cerimonia organizzata dal ministero della Giustizia in collaborazione con il Consiglio rappresentativo degli ebrei francesi e altre organizzazioni.
La Giornata Europea della Cultura Ebraica del prossimo 18 settembre avrà in Ferrara la città capofila per l'Italia e nel Meis, il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, una delle realtà che più saranno protagoniste. Anche attraverso una nuova edizione, ricca di ospiti prestigiosi, della Festa del Libro Ebraico. In queste settimane il Museo è al lavoro anche su una nuova mostra di prossima inaugurazione: “Sotto lo stesso cielo”, dedicata alla ricorrenza di Sukkot. Una delle tre solennità dette “Shalosh Regalim” in cui era prescritto in antichità il pellegrinaggio a Gerusalemme. Secondo il rav Jonathan Sacks, per paradosso, quella più votata a un messaggio dalla declinazione sia particolare che universale.
A detta di vari esperti il passaggio di Paulo Dybala dalla Juventus alla Roma si candida ad essere il “colpo” di questo calciomercato. L'entusiasmo popolare suscitato dall'acquisto del campione argentino è d'altronde molto più di un indizio, con migliaia di tifosi in delirio alla presentazione show svoltasi nelle scorse ore al Colosseo. “Sono qui per continuare a vincere” la promessa del neo acquisto nella calda estate romana. In attesa del ritorno calcio che conta (la Serie A ripartirà comunque a breve, meno di tre settimane) il nuovo beniamino giallorosso si appresta a fare il suo esordio in un contesto molto particolare: la partita amichevole tra Roma e Tottenham la sera del 30 luglio, al termine dello Shabbat, nello stadio Ofer di Haifa.
Studenti, giornalisti, attivisti: categorie tra le più a rischio nell'Afghanistan talebano. Ma anche un gruppo di cicliste, doppiamente perseguitate perché donne e perché sportive. Poco meno di un anno fa un'operazione di salvataggio promossa dall'Unione Ciclistica Internazionale con la regia di Sylvan Adams – il filantropo a capo della Israel Premier Tech, la prima squadra professionistica israeliana recente protagonista al Tour de France – aveva permesso il salvataggio di alcune centinaia di cittadini afghani in pericolo di vita. Non tutti però hanno potuto raggiungere l'Europa nei tempi previsti, restando bloccati ad Islamabad per un totale di nove mesi. Un blocco “burocratico” finalmente superato. Dopo una lunga attesa una settantina di profughi (tra loro molte donne) sono sbarcati quest'oggi all'aeroporto romano di Fiumicino, da dove hanno poi preso la strada dell'Abruzzo che li accoglierà in alcune strutture. Ad abbracciarli c'era tra gli altri lo stesso Adams: “Sono ebreo, ma sono guidato dall'antico imperativo culturale del ‘Tikkun Olam': il concetto ebraico di riparazione del mondo. Un concetto che ci ha guidati in Rwanda, dove abbiamo ‘adottato' un team femminile e dove abbiamo in programma di costruire un centro dedicato alla bicicletta. La speranza è che anche gli atleti afghani possano avere una possibilità di emergere”. L'iniziativa ha potuto svolgersi nell'ambito dei “corridoi umanitari” attivati da Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Tavola Valdese, Arci, Caritas italiana, Iom, Inmp e Unhcr.
In parte in esilio, in parte a casa. La nuova vita a Gerusalemme per l'ex rabbino capo di Mosca rav Pinchas Goldschmidt è carica di contraddizioni. Aver lasciato quella che per oltre trent'anni è stata casa sua, dove ha contribuito a ricostruire un tessuto ebraico, è stata una scelta difficile. Ma, come ha raccontato alla tedesca Süddeutsche Zeitung nella sua prima intervista dopo la fuga dalla Russia, la pressione da parte delle autorità perché assecondasse pubblicamente l'invasione dell'Ucraina era diventata insostenibile.
Domenica 18 settembre avrà luogo la ventitreesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, la manifestazione che apre alla cittadinanza le porte di sinagoghe, musei e altri siti ebraici, con centinaia di appuntamenti, quest'anno in centodue località distribuite in sedici regioni, da nord a sud alle isole. L'iniziativa, coordinata e promossa nel nostro Paese dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e alla quale aderiscono ventisei Paesi europei, ha quale tema portante di questa edizione il “Rinnovamento”. Un invito a pensare nuovi modelli di convivenza e di sviluppo di fronte alle sfide del nostro tempo. Città capofila sarà quest'anno Ferrara, sede di un'antica e importante comunità ebraica e casa anche del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah.
Dal primo gennaio del 2019 dirige il Museo d'Arte di Tel Aviv, realtà che festeggia in questi mesi i 90 anni dalla sua fondazione e una storia di successi. Alle spalle prestigiosi incarichi presso il Museo d'Israele oltre a quello di curatrice del padiglione dello Stato ebraico alla Biennale architettura di Venezia 2018. Nata a Roma, formatasi in archeologia e storia dell'arte presso l'Università ebraica di Gerusalemme, Tania Coen-Uzzielli è una delle figure trainanti del sistema culturale israeliano. Un impegno declinato nel segno di un'attenzione speciale verso il suo Paese d'origine: ad attestarlo in tempi recenti anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella attraverso il conferimento del titolo di Cavaliere dell'Ordine della “Stella d'Italia”. Arriva ora, per lei, un nuovo riconoscimento. Nella graduatoria delle 50 donne che più hanno lasciato il segno nel 2022 secondo l'edizione israeliana della rivista Forbes, tra le più note e influenti al mondo, c'è infatti anche il suo nome.
Un'altra giornata di gloria al Tour de France per la Israel Premier Tech, vincitrice sul traguardo della sedicesima tappa della “Grand Boucle” con il canadese Hugo Houle. Trentuno anni, una carriera da gregario senza guizzi particolari fino ad oggi, ha centrato l'impresa della vita nella prima frazione dell'ultima settimana di corsa. Houle, braccia al cielo, ha dedicato la vittoria al fratello Pierrick rimasto ucciso dieci anni fa in un incidente stradale. Insieme si erano avvicinati al ciclismo e insieme avevano sognato, un giorno, di essere protagonisti al Tour: nel ricordarlo a fine gara l'atleta, originario del Quebec, è scoppiato a piangere.
Le massime istituzioni del Paese accanto agli ebrei francesi nell'occasione degli 80 anni dal rastrellamento del Velodrome d'Hiver. Acclarate e incontestabili, è stato evidenziato in più di una iniziativa, le responsabilità da parte delle forze di polizia locali che si prestarono a quel compito. Responsabilità evidenti ma negate per decenni.
“Sono a casa”. Sono le parole pronunciate dal Presidente Usa Joe Biden al suo arrivo in Israele per una visita di tre giorni. Un'occasione per ribadire l'alleanza tra Washington e Gerusalemme. “Il legame tra il popolo israeliano e il popolo americano è profondo. E generazione dopo generazione questo legame cresce quando investiamo l'uno nell'altro e sogniamo insieme”, le parole di Biden. Che poi ha aggiunto: “Ripeto, non è necessario essere ebrei per essere sionisti”.
Due ospiti d'eccezione per le Maccabiadi in programma a partire dal 12 luglio in Israele. In questa edizione speciale all'insegna della nuova “normalità” post restrizioni pandemiche l'onore di accendere la torcia è andato infatti a una coppia di atleti che ha fatto emozionare il Paese la scorsa estate: Artem Dolgopyat e Linoy Ashram, entrambi vincitori di una medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo. Che sono state magiche per i colori azzurri, ma anche per una delegazione israeliana che mai come in Giappone si è distinta per risultati e soddisfazioni nel medagliere.
Ancora una volta milioni di italiani si trovano davanti a una scelta che può essere determinante per la crescita culturale e valoriale di una intera collettività. “Otto per Mille, scegliere il futuro” si evidenzia sul numero di luglio di Pagine Ebraiche in distribuzione, a ribadire l'importanza di un sostegno rivolto all'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Non siamo un'azienda che produce un prodotto, non siamo una fabbrica di bottoni. Non vendiamo nulla. I servizi che offriamo, i progetti che portiamo avanti, si sostengono grazie al reperimento delle risorse”, sottolinea l'assessore UCEI al Bilancio Davide Romanin Jacur. Risorse che creano valore, con un riverbero in tutta la società italiana.
È scomparsa all'età di 98 anni Lisetta Carmi, tra le più importanti fotografe italiane. Fu Leo Levi, il grande musicologo, ad instradarla verso quest'arte durante un viaggio in Puglia il cui obiettivo era quello di registrare melodie e canti della tradizione ebraica. Con l'occasione Carmi acquistò la sua prima macchina fotografica ed ebbe un doppio innamoramento: verso quell'oggetto e le sue infinite potenzialità. Ma anche verso la Puglia, dove viveva da molti anni.
L'Italia ebraica piange la scomparsa di Donato Di Veroli, nato nel 1924, 98 anni compiuti in aprile. Era uno degli ultimi Testimoni della Shoah ancora in vita, l'ultimo originario di Roma.
È notizia di queste ore che BioNTech e Pfizer intraprenderanno a breve nuovi test per arrivare a un vaccino di nuova generazione che possa ampliare la protezione rispetto al Covid e alla sue tante varianti. Una necessità urgente vista la persistenza di un virus che potrebbe accompagnarci ancora a lungo. E che senza l'arma del vaccino avrebbe potuto nuocere ancora più vittime. In questo senso un'impresa umana straordinaria. È il senso del Genesis Prize, il cosiddetto "Nobel ebraico", conferito in queste ore all'ad di Pfizer Albert Bourla nel corso di una cerimonia svoltasi a Gerusalemme alla presenza tra gli altri del Capo dello Stato Isaac Herzog. Istituito nel 2014, il riconoscimento intende premiare "individui straordinari per i loro eccezionali risultati professionali, il contributo all'umanità e l'impegno nei confronti dei valori ebraici".
Approfondire le conseguenze delle leggi razziste e delle misure discriminatorie dei regimi nazifascisti sulla professione e la vita degli architetti ebrei in Italia e in Europa centrale. È il cuore del nuovo e articolato progetto culturale promosso dalla Fondazione dell'ordine degli Architetti di Milano in collaborazione con gli ordini di Bologna, Roma e Ferrara. Al loro fianco, anche la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec), la Fondazione MAXXI di Roma e l'Università Comenius di Bratislava.
Comunità solidali “di ieri e di oggi”. È il respiro, il tema che dà il ritmo al nuovo numero della Rassegna Mensile di Israel. Curato da Liliana Picciotto e Adachiara Zevi, il volume 86 (numero due e tre) della prestigiosa pubblicazione edita dall'UCEI si incentra, in particolare, su una specifica storia: quella dei ragazzi di Villa Emma, uno dei luoghi in cui in un tempo buio e incerto si cercò di costruire fratellanza, speranza, condivisione
Negli scorsi giorni le varie delegazioni dell'International Holocaust Remembrance Alliance riunite a Stoccolma hanno ricordato quanto la distorsione della Shoah sia oggi una delle forme più diffuse e inquietanti di antisemitismo. Dalle teorie complottiste che hanno preso piede nella fase più calda della pandemia alla retorica della “denazificazione” d'Ucraina tanto cara al Cremlino, i segnali sono sempre più allarmanti. Una possibile risposta è stata individuata nel rafforzamento dell'impegno educativo a ogni livello. Ed è proprio su questo aspetto che si è concentrato un convegno internazionale organizzato da Congresso ebraico europeo e Unesco che ha visto la partecipazione di esponenti del mondo accademico e della società civile, insieme a rappresentanti istituzionali e opinion leader.
L'indagine conoscitiva sul fenomeno dei discorsi d'odio condotta dalla Commissione straordinaria “per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza” presieduta da Liliana Segre ha registrato l'apprezzamento unanime di tutti i suoi componenti. Una convergenza che per la senatrice a vita rappresenta un fatto molto significativo, da non sottovalutare. “Sono contenta del risultato finale e del fatto che si sia raggiunta quella unanimità che era assolutamente necessaria”, ha rimarcato quest'oggi durante la conferenza stampa di presentazione dei risultati a Palazzo Madama.
“Il titolo del libro La sola colpa di essere nati è lo svolgimento del mio pensiero, essendo stata vittima per la sola colpa di essere nata. Quello che non mi aspettavo è che diventasse una traccia della maturità”. Al telefono con Pagine Ebraiche, la senatrice a vita Liliana Segre esprime la sua sorpresa e l'apprezzamento per la scelta del ministero dell'Istruzione di usare la sua testimonianza sulle leggi razziste come uno dei temi proposti ai maturandi per l'esame di Stato
Da tempo l'International Holocaust Remembrance Alliance ha messo al centro della sua agenda il contrasto alla distorsione della Shoah in ogni sua forma e variante. Un tema di drammatica attualità come l'aggressione russa all'Ucraina dimostra pressoché ogni giorno attraverso la retorica indegna della “denazificazione”. Proprio in quella direzione va il lavoro dei delegati di 35 Paesi impegnati in questi giorni a Stoccolma nella prima sessione plenaria della presidenza svedese dell'Alleanza.
Una storia documentata della presenza ebraica a Venezia e nella Serenissima prima dell'istituzione del Ghetto mancava ancora. Almeno fin quando all'inizio di quest'anno è uscito “Preludio al Ghetto di Venezia. Gli ebrei sotto i dogi (1250-1516)”, poderoso testo che è il frutto di molti anni di lavoro e ricerca negli archivi svolti da parte di Renata Segre. Pubblicata dalle Edizioni Ca' Foscari, l'opera traccia l'intero arco che va dalle prime presenze attestate di ebrei al loro definitivo insediamento (e isolamento) nell'area urbana denominata Ghetto.
Grande interesse e un flusso continuo di pubblico per vedere i nuovi spazi del Memoriale della Shoah di Milano. E per ascoltare dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec), trasferitasi all'interno della struttura del Memoriale, la storia e la ricchezza del suo archivio e della sua biblioteca
L'affrancamento dalla dipendenza dal gas russo è uno dei grandi obiettivi della diplomazia europea, al lavoro da settimane per tessere una rete alternativa. Un tema al centro anche dei recenti colloqui israeliani del premier italiano Draghi e della numero uno della Commissione europea Ursula von der Leyen. Proprio von der Leyen ha oggi partecipato a un evento che si annuncia storico e i cui effetti potrebbero andare molto oltre l'esclusiva sfera economica: la firma di un memorandum d'intesa tra Israele ed Egitto che prevede l'impegno a condividere il loro gas naturale con l'Europa.
Un polo di storia e documentazione per favorire una conoscenza ancora più solida del passato, ma anche un laboratorio sempre acceso sulle sollecitazioni del presente. Un traguardo raggiunto, ma anche un nuovo inizio. Forte emozione, in tutti i protagonisti, per l'inaugurazione dei nuovi spazi del Memoriale della Shoah di Milano allestiti in sinergia con la Fondazione CDEC. E in particolare per l'apertura della biblioteca fornita di oltre 30mila volumi che a partire da domani sarà al servizio di tutta la cittadinanza, con un occhio di riguardo verso le nuove generazioni. “Un luogo di storia e memoria, ma anche di studio e riflessione: un luogo che dà la possibilità di ritrovare sia il passato che il futuro, ricco di conoscenza, sapere, curiosità e risposte. Questa è la speranza di noi, i pochi rimasti che quel luogo l'abbiamo vissuto e intensamente voluto” l'auspicio della senatrice a vita Liliana Segre, visibilmente commossa nel portare oggi il suo saluto.
"In momenti di crisi, di incertezza, di guerra – come quello che stiamo vivendo – è ancora più importante opporsi con fermezza all'uso politico dell'odio. Dobbiamo promuovere la tolleranza, il rispetto reciproco, l'amore per il prossimo – questi sono i veri ingredienti di una pace duratura. La storia della vostra comunità è un esempio a cui guardare con orgoglio". Così il Presidente del Consiglio Mario Draghi incontrando al Tempio italiano di Gerusalemme la comunità degli Italkim (italiani d'Israele). Un momento di incontro voluto dal capo del governo italiano in questa sua due giorni israeliana fitta di appuntamenti.
“Nell'opera di Primo Levi la parola ‘questo' è la parola della concretezza, della precisione e della fermezza. Fra i luoghi dove compare, due soprattutto sono memorabili: il titolo del suo libro di esordio Se questo è un uomo e il finale del racconto «Carbonio», che conclude la sua autobiografia chimica Il sistema periodico imprimendo sulla carta proprio quella parola, seguita da un punto fermo”. Da qui l'idea di avviare una nuova collana di studi e ricerche sull'opera di Primo Levi intitolata proprio “Questo”. A pubblicarla, in collaborazione con il Centro Primo Levi di Torino, l'editore Zamorani.
Venezia, rav Sermoneta il nuovo rabbino capo
Pagine Ebraiche, qualche anticipazione dal nuovo numero
Tra i leader internazionali che hanno inviato al Quirinale un messaggio per il 2 Giugno c'è anche il Presidente israeliano Isaac Herzog. “Lo Stato d'Israele – vi si legge – apprezza profondamente le sue eccellenti e floride relazioni con la Repubblica italiana, in un'ampia varietà di campi che abbracciano gli ambiti politico, economico, commerciale, culturale, scientifico e tecnologico”.
Il 30 maggio del 1924 Giacomo Matteotti pronunciò uno storico discorso, denunciando le violenze in camicia nera, i brogli e gli inganni delle elezioni d'aprile. Neanche due settimane dopo fu sequestrato e assassinato da una squadraccia fascista. Ai compagni di partito, consapevole del prezzo imposto da quella prova di coraggio, aveva detto: “Io il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”. Nell'anniversario di quel suo ultimo intervento la Camera dei deputati ha dedicato a Matteotti la sala conferenze di Palazzo Theodoli, nel corso di una cerimonia che ha visto partecipazione tra gli altri del presidente Roberto Fico. Ad essere accolta una istanza promossa da Valdo Spini, presidente dell'Associazione delle Istituzioni Culturali Italiane e firmata da più di cinquanta tra fondazioni e istituti.
Il mondo dei social media è spesso fonte di frustrazione per chi ha a cuore la Memoria e una trasmissione consapevole del ricordo alle nuove generazioni. Ma, al contrario, può anche rappresentare un'occasione per intervenire, disseminare interesse, stimoli, curiosità. Obiettivo non semplice da perseguire, ma forse ineludibile nella nuova era digitale che si sta aprendo. A questo guarda il progetto “Countering Holocaust distortion on social media. Promoting a positive use of Internet social technologies for teaching and learning about the Holocaust”, risultato vincitore nell'ambito di un bando promosso dall'IHRA e presentato quest'oggi nella sede della Fondazione Museo della Shoah di Roma.
Un nuovo tassello va ad aggiungersi al mosaico che sta prendendo forma su impulso del protocollo d'intesa per la traduzione del Talmud firmato a Roma nel 2011, sotto gli auspici del rav Adin Steinsaltz, tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane / Collegio Rabbinico Italiano. Dopo Rosh haShanà, il primo trattato di cui è stata completata la traduzione, e la restituzione a un pubblico anche italiano di Berakhòt, Ta'Anìt, Qiddushìn, Chaghigà e Betzà, è ora la volta di Meghillà (Rotolo di Ester). Il settimo trattato a vedere la stampa, con la curatela del rav Michael Ascoli.
Paladina di molte battaglie per la giustizia sociale, quella dell'attivista cattolica Dorothy Day (1897-1980) è una figura chiave del Novecento americano. Un vero e proprio monumento di umanità accostato a personaggi come Martin Luther King e Abraham Lincoln. Una vita al fianco degli “ultimi” e che contempla, tra le tante declinazioni della sua poliedrica figura, anche l'impegno come giornalista. Penna e passione civile al servizio di ideali vissuti senza mai risparmiarsi e con piena consapevolezza. Tra gli altri un fermo rifiuto di quell'antisemitismo purtroppo diffuso a molti livelli della società statunitense. Una donna “di grande gioia e passione, di umorismo, curiosità e amore per la bellezza”; ma che, in determinate circostanze, poteva rivelarsi anche piuttosto “impaziente, imprevedibile, tagliente”. Sfumature di carattere distinte ma che spesso sono andate ad intrecciarsi e amalgamarsi come ben racconta la giornalista Giulia Galeotti, responsabile della redazione culturale dell'Osservatore Romano, nella sua biografia di recente pubblicazione “Siamo una rivoluzione. Vita di Dorothy Day”.
“Sono trascorsi trent'anni da quel terribile 23 maggio quando la vita della nostra Repubblica sembrò fermarsi come annientata dal dolore, dalla paura. Il silenzio assordante dopo l'inaudito boato rappresenta in maniera efficace il disorientamento che provò il Paese”. Così il Presidente Mattarella nel 30esimo anniversario della strage di Capaci ricordata ieri in molte iniziative. E in particolare nella solenne cerimonia tenutasi a Palermo di cui il Capo dello Stato è stato l'ospite d'onore. Una giornata ricca di impegni che ha visto anche il contributo di un giovane ma già affermato direttore d'orchestra israeliano.