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Jorge Fontevecchia entrevista a la jurista y constitucionalista italiana, primera mujer en ocupar el cargo de presidenta del Tribunal Constitucional de Italia
A cura di Daniele Biacchessi La riforma costituzionale del ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati di Forza Italia non piace a Gianni Letta, uno dei padri fondatori del centrodestra, storico ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio di Silvio Berlusconi. Per Letta, la riforma ridurrebbe i poteri del presidente della Repubblica. In un convegno a Firenze, Letta spiega che c'è il rischio di riduzione del ruolo del capo dello Stato. “Secondo me, la figura del presidente della Repubblica così com'è disegnata, e l'interpretazione così come è stata data dai singoli presidenti nel rispetto della Costituzione, sta bene così: non la ridisegnerei, non toglierei nessuna delle prerogative così come attualmente sono state esercitate”, sostiene Letta. Nella sostanza, la riforma del centrodestra così come presentata non va bene, sarebbe da riscrivere. Apriti cielo. Il leader di Forza Italia Antonio Tajani si affretta a correggere il tiro e assicura che Gianni Letta gli avrebbe confermato che le sue parole si riferivano solo a valutazioni teoriche, non a giudizi sulla riforma. Ma l'eventuale pensiero teorico di Letta è identico a quello ascoltato in questi giorni da alcuni importanti costituzionalisti sentiti dalla commissione Affari Costituzionali del Senato. Esperti come Marta Cartabia e Gaetano Silvestri, secondo cui il ruolo del presidente della Repubblica viene trasformato, introducendo degli elementi di rigidità che delimitano il perimetro di azione del Capo dello Stato. Nonostante quello che vorrebbe la maggioranza, rimane in forte salita la discussione sul contenuto di una riforma costituzionale che resta al momento sproporzionata nel delicato rapporto tra i nuovi poteri del presidente del Consiglio e quelli del presidente della Repubblica, delineati nella Costituzione. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
A cura di Daniele Biacchessi La riforma costituzionale del ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati di Forza Italia non piace a Gianni Letta, uno dei padri fondatori del centrodestra, storico ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio di Silvio Berlusconi. Per Letta, la riforma ridurrebbe i poteri del presidente della Repubblica. In un convegno a Firenze, Letta spiega che c'è il rischio di riduzione del ruolo del capo dello Stato. “Secondo me, la figura del presidente della Repubblica così com'è disegnata, e l'interpretazione così come è stata data dai singoli presidenti nel rispetto della Costituzione, sta bene così: non la ridisegnerei, non toglierei nessuna delle prerogative così come attualmente sono state esercitate”, sostiene Letta. Nella sostanza, la riforma del centrodestra così come presentata non va bene, sarebbe da riscrivere. Apriti cielo. Il leader di Forza Italia Antonio Tajani si affretta a correggere il tiro e assicura che Gianni Letta gli avrebbe confermato che le sue parole si riferivano solo a valutazioni teoriche, non a giudizi sulla riforma. Ma l'eventuale pensiero teorico di Letta è identico a quello ascoltato in questi giorni da alcuni importanti costituzionalisti sentiti dalla commissione Affari Costituzionali del Senato. Esperti come Marta Cartabia e Gaetano Silvestri, secondo cui il ruolo del presidente della Repubblica viene trasformato, introducendo degli elementi di rigidità che delimitano il perimetro di azione del Capo dello Stato. Nonostante quello che vorrebbe la maggioranza, rimane in forte salita la discussione sul contenuto di una riforma costituzionale che resta al momento sproporzionata nel delicato rapporto tra i nuovi poteri del presidente del Consiglio e quelli del presidente della Repubblica, delineati nella Costituzione. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Come da almeno 40 anni, una nuova maggioranza propone cambiamenti, sempre con l'ossessione di qualche elezione diretta di qualcuno per dare più forza a chi governa. Come ne avesse poca. Valerio Onida, "La Costituzione", nuova edizione a cura di Marta Cartabia, il Mulino Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Da alcuni giorni tiene banco in Parlamento e sui media il caso di Alfredo #Cospito, anarchico condannato per il reato di strage e perché ha gambizzato un dirigente di Ansaldo Nucleare. Insomma un terrorista. A Cospito viene imposto il regime del 41 bis (quando era ministro Marta Cartabia e con il consenso dell'ex Procuratore Antimafia Cafiero De Raho (oggi eletto deputato del M5S) perché durante la detenzione mandava o trovava il modo di fare arrivare messaggi agli altri anarchici in libertà per istigarli a commettere violenze. Cospito era già finito in carcere nel 1991; iniziò uno sciopero della fame e venne graziato. Nel 1991, il Ministro di Grazia e Giustizia era Claudio Martelli, mentre il Presidente della Repubblica era Francesco Cossiga. Uscito di galera ha continuato le attività illegali e ha commesso crimini gravissimi. Con buona pace del buonismo verso i terroristi. Parlamentari di opposizione sono andati a visitare il terrorista in carcere ed in Parlamento è scoppiata una bagarre innescata dal discorso del deputato di FdI #Donzelli (fedelissimo di Giorgia #Meloni) il quale ha insinuato che il #PD abbia un atteggiamento "morbido", per usare un eufemismo, verso la mafia.
L'intervento di Marta Cartabia alla 48ma edizione del Forum Ambrosetti.>> Leggi anche l'articolo: https://bit.ly/3qBFys8>> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w
Donatella Gnetti"PassePartout Festival"http://www.passepartoutfestival.it/2022/1922-2022 FRAGILE OCCIDENTE si intitola il diciannovesimo Passepartout, il festival culturale di Asti: geopolitica, storia, economia, società, ambiente, fotografia, arte, letteratura. Si svolgerà da venerdì 3 a domenica 12 giugno, organizzato dalla Biblioteca Astense Giorgio Faletti con la Città di Asti e la Regione Piemonte. Direttore scientifico Alberto Sinigaglia. “A cent'anni dalla pubblicazione del Tramonto dell'Occidente di Oswald Spengler - spiega Sinigaglia - ci proponevamo un bilancio delle sue profezie. L'invasione russa dell'Ucraina ne fa un tema di drammatica attualità, offrendo le più dure e crudeli verifiche di quanto avevamo sognato, realizzato, conquistato, come i 77 anni di pace in Europa, che credevamo sicura per sempre”. L'Occidente è in affanno e per mettere a confronto l'anno in corso con la storia, secondo la sua formula sperimentata, il Festival Passepartout ha colto il centenario di un libro famoso, "Il tramonto dell'Occidente" di Oswald Spengler. Il titolo 1922-2022 FRAGILE OCCIDENTE nasce dalle analisi, dalle profezie del filosofo e storico tedesco e dalle diffuse insoddisfazioni e inquietudini che oggi pervadono gli Stati Uniti e l'Europa.L'invasione russa dell'Ucraina dà al tema una drammatica attualità, pericolosa perché ci trova impreparati dopo 77 anni di pace che credevamo assicurata per sempre. La geopolitica occupa più del solito il programma: su quanto è accaduto e accade ragioniamo con diplomatici e giornalisti (tra loro un'inviata americana) che meglio conoscono i paesi in guerra. Un filosofo, un uomo di fede e un'esperta di opinione pubblica ci aiutano ad analizzare le complesse reazioni del nostro turbamento. Quattro giganti verranno a consolarci: Paolo Conte, il grande musicista-poeta, tra gli italiani più famosi e universalmente amati, che ci porterà nei suoi cari Anni 20 con l'esplosione delle invenzioni e delle avanguardie artistiche e musicali; Tutankhamon la cui tomba scoperta un secolo fa avviò la marcia trionfale dei faraoni d'Egitto nella nostra cultura; i due Bronzi di Riace che cinquant'anni fa riemersero dagli abissi stupefacendo il mondoIl 1922 vide anche la legge firmata Benedetto Croce che decise la protezione del paesaggio e l'istituzione dei parchi naturali. Una ragione per analizzare insieme gli ultimi risultati del satellite che osserva la Terra, controlla l'ambiente e la sua salute. Per vedere a che punto i progressi tecnologici e la necessaria sostenibilità trasformino le città. E per riconsiderare la vasta indagine sul paesaggio operata dal fotografo Luigi Ghirri d'intesa con lo scrittore Gianni Celati. La letteratura è presente a Passepartout con due protagonisti: Beppe Fenoglio nel centenario della nascita e James Joyce nel centenario di "Ulysses", il romanzo scandaloso che lo rese celebre.I cent'anni della Marcia su Roma ci inducono a vedere che cosa sia stato il fascismo e se ve ne siano tracce nelle correnti illiberali cresciute in Europa e in America. Una ragione in più, nei cent'anni della "Rivoluzione liberale", la rivista di Piero Gobetti, per interrogarci se quell'idea abbia un futuro.Una serata è dedicata alla giustizia: dall'anniversario di Mani Pulite alla riforma di Marta Cartabia. Due serate affrontano i problemi di economia internazionale e locale aggravati dalla pandemia e ora dalla guerra. Relatori in vari incontri sul "Fragile Occidente" tra storia e attualità: il filosofo Maurizio Ferraris, gli ambasciatori Stefano Pontecorvo e Gianpaolo Scarante, padre Enzo Bianchi, il cantautore Paolo Conte con l'autrice Manuela Furnari, i giornalisti e scrittori Amy Kellogg, Paolo Garimberti, Claudio Pagliara, Domenico Quirico e Aldo Cazzullo, che si occuperà in particolare della condizione femminile, fragile, ma punteggiata di donne forti e straordinarie, alle quali è dedicata l'anteprima del 3 giugno "La forza delle italiane".Cent'anni fa la scoperta della tomba di Tutankhamon diede una scossa agli studi dell'egittologia riaccendendo il suo fascino e l'interesse per la storia dei faraoni. Ne parlerà Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, secondo al mondo per importanza, ma diventato il primo per notorietà e numero di visitatori. Cinquant'anni fa un'altra scoperta archeologica suscitò un interesse mondiale: i Bronzi di Riace, come da allora sono chiamate le due statue di bronzo, capolavori dell'arte greca, salvati intatti dal mare di Riace Marina non lontano da Reggio Calabria. Ricostruirà quella storia affascinante lo scrittore, attore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco.Compie un secolo anche "Rivoluzione liberale", la rivista fondata da Piero Gobetti. Quanto ha contato l'idea liberale nel '900? Che cosa ne è oggi? Che ne sarà? Ne parlerà il professor Fulvio Cammarano, storico dell'Italia liberale. La serata sarà dedicata alla memoria dell'ex ministro Antonio Martino, che a sua volta aveva accettato l'invito a Passepartout per testimoniare la propria esperienza.Sempre un secolo fa in Europa si affermarono le dittature: dalla Germania alla Russia, all'Italia, poi alla Francia e alla Spagna. Ne parlerà la storica Alessandra Tarquini. C'è qualcosa del fascismo che sopravvive oggi nelle potenze autoritarie o nei movimenti illiberali che in America e in Europa rinnegano i valori dell'Occidente?Risale al 1922 "L'opinione pubblica", fondamentale studio del grande giornalista Walter Lippmann. Alessandra Ghisleri, tra i più famosi e autorevoli sondaggisti italiani, spiegherà come ha visto e come vede cambiare l'opinione pubblica nell'era dei social media, della comunicazione incessante e manovrata.Un elemento fondamentale della democrazia è la giustizia. A trent'anni dalla stagione di Mani pulite e mentre si avvia una riforma della giustizia in Italia, ne parlano in un dialogo l'ex magistrato Gherardo Colombo e l'ex presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky.La fragilità dell'Occidente dipende anche dalla fragilità del pianeta, cioè dell'ambiente che dovremmo salvare. Già nel 1922 se ne occupava Benedetto Croce, firmando la prima legge sui parchi naturali, come racconterà lo storico dell'arte Salvatore Settis, spiegando lo stretto legame tra natura, bellezza e cultura.Roberto Ragazzoni, direttore dell'Osservatorio astronomico di Asiago e costruttore del telescopio del satellite "Cheops", dialogherà con Giovanni Caprara, presidente dell'UGIS - Unione Giornalisti Italiani Scientifici, su come dallo spazio sia possibile conoscere meglio la vita sulla Terra e decifrare il futuro del pianeta e il nostro.Il giornalista Michele Smargiassi, a trent'anni dalla morte di Luigi Ghirri, uno dei più influenti fotografi italiani del '900, illustrerà il vasto lavoro che svolse sul paesaggio anche d'intesa con Gianni Celati, lo scrittore scomparso in gennaio.L'ecologia si riverbera sulla vita delle città e sulle loro trasformazioni, come spiegherà l'architetto astigiano Carlo Ratti, ormai tra le archistar al lavoro nel mondo. La fragilità dell'Occidente si riverbera sull'economia internazionale, tra crisi energetica e sanzioni, e sulle difficoltà delle amministrazioni pubbliche, delle imprese, delle famiglie. Se ne parlerà in due incontri: uno con l'imprenditore e politico Guido Crosetto, l'altro con il presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia, il presidente della Fondazione CRAT Mario Sacco, l'economista Giuseppe Tardivo e il giornalista Luca Ubaldeschi, direttore del "Secolo XIX" di Genova.Il 2022 celebrerà un gran numero di centenari di scrittori e personaggi famosi per il quale l'intero Festival non basterebbe. Passepartout non poteva che scegliere Beppe Fenoglio. L'antropologo Piercarlo Grimaldi, che lo conobbe, parlerà dell'amore dello scrittore per la sua terra, le sue storie, per quel piccolo mondo dalle radici troppo profonde per non essere universali. Cent'anni fa James Joyce pubblicava "Ulysses". Masolino D'Amico, anglista e critico teatrale, affronterà quel romanzo rivoluzionario che ha condizionato la letteratura del Novecento, sebbene in molti non siano riusciti a leggerlo fino in fondo.Asti ha nel 2022 un importante anniversario cittadino perché trent'anni fa vi nacque Ethica, un'organizzazione internazionale che ha avuto tra i suoi fondatori, accanto all'ingegner Giovanni Periale, il filosofo Remo Bodei, il diplomatico e giornalista Vittorio Dan Segre, l'ambasciatore Sergio Romano, il fisico Carlo Brumat e padre Enzo Bianchi. L'incontro che lo vedrà protagonista nasce in collaborazione con Ethica ed è dedicato all'istituzione che nel suo decennale meritò la visita del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.Inoltre sabato 4 giugno alle 10 nella Sala delle Colonne della Biblioteca Astense Passepartout organizza “Passepartout: memoria e progetto”, un evento speciale aperto alla stampa e alla cittadinanza per approfondire alcuni dei temi e dei personaggi del festival, con la presenza di tre ospiti: l'Ing. Giovanni Periale parlerà dei trent'anni dell'associazione Ethica, ai quali è dedicato l'incontro di sabato 11 giugno con Enzo Bianchi; il Prof. Marco De Vecchi traccerà un ricordo dell'Ing. Giuseppe Ratti, padre dell'architetto Carlo Ratti, che sarà ospite del festival venerdì 10 giugno; infine la Dott.ssa Rita Barbieri ricorderà l'ex ministro Antonio Martino, al quale è dedicato l'incontro di sabato 11 giugno "L'eresia liberale".Sarà il modo di ripercorrere straordinarie esperienze intellettuali di personalità che hanno messo il proprio sapere tecnico e culturale al servizio della società, progettando futuro. Un ambizioso progetto per il futuro è quello di Asti, che si candida a essere la Capitale italiana della Cultura 2025.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
La Ministra della giustizia Marta Cartabia ha nominato la commissione ministeriale per portare a compimento, entro il mese di maggio, la codificazione italiana dei crimini internazionali. Perchè è un passaggio importante, sopratutto in questo momento storico?>> Leggi anche l'articolo: https://bit.ly/3NFFh1t>> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w
Si è svolta l'audizione parlamentare della Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, alla Commissione infanzia, All'ordine del giorno: detenute madri e condannati minorenni. La Guardasigilli, dopo una lucida analisi dei numeri e del contesto attuale, concentra l'attenzione su due obiettivi:“mai più bambini in carcere” e “educare e rieducare continuamente”.>> Leggi anche l'articolo: https://bit.ly/3pLre05>> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w
La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, il 16 febbraio ha risposto a due interrogazioni nell'aula della Camera dei deputati.>> Leggi anche l'articolo: https://bit.ly/3MjJIys>> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w
Ridisegnare il volto della giustizia verso un sistema che riesca a domare “la rabbia della violenza e ricostruisca i legami civici tra i cittadini”: così si è espressa la Guardasigilli, Marta Cartabia, all'apertura della Conferenza dei Ministri della Giustizia del Consiglio d'Europa, tenutasi a Venezia e dedicata al ruolo della giustizia riparativa.>> Leggi anche l'articolo: https://bit.ly/3ATTLos>> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w
La ministra della giustizia Marta Cartabia ha firmato il decreto di costituzione dei Gruppi di lavoro che provvederanno a elaborare gli schemi di decreto legislativo per l'attuazione della Legge n. 206/2021.>> Leggi anche l'articolo: https://bit.ly/33KJbUS>> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w
A cura di Daniele Biacchessi È ancora presto per chiamarlo accordo pieno, ma tra centrodestra e centrosinistra si è aperto un primo dialogo su Quirinale, Governo e riforme. I più frenetici sono Matteo Salvini, Enrico Letta e Giuseppe Conte che ieri hanno nei fatti dettato l'agenda politica della prima giornata per l'elezione del nuovo Capo dello Stato. Soprattutto tra Pd e Lega si è aperto il tavolo di confronto con alcuni nomi in campo, in primis Mario Draghi, ma anche alcune alternative come Pierferdinando Casini e altri, perché come afferma Matteo Renzi, il Presidente del Consiglio non è l'unica opzione possibile al centro del tentativo di una intesa tra i due schieramenti. Comunque ad uno ad uno vengono bruciati i candidati di bandiera come Andrea Riccardi, Marta Cartabia, Carlo Nordio, Pietro Maddalena, Marco Cappato, che non hanno alcuna chance, nemmeno dalla quarta seduta di giovedì, quando la soglia si abbassa a 505 voti, ma che vengono lanciati nel tritacarne parlamentare. Ci vorranno ancora giorni prima di definire quel dialogo auspicato, la soluzione che mette il punto di equilibrio politico tra esigenze diverse. Al di là del grande darsi da fare dei vari leader non si intravede ancora chi possa essere il regista vero dell'Operazione Quirinale. Qualcosa o qualcuno che non è ancora uscito allo scoperto e alla fine sarà, come si dice in gergo, colui che distribuirà le carte della partita del Colle. Credits: Agenzia Fotogramma. _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
A cura di Daniele Biacchessi È ancora presto per chiamarlo accordo pieno, ma tra centrodestra e centrosinistra si è aperto un primo dialogo su Quirinale, Governo e riforme. I più frenetici sono Matteo Salvini, Enrico Letta e Giuseppe Conte che ieri hanno nei fatti dettato l'agenda politica della prima giornata per l'elezione del nuovo Capo dello Stato. Soprattutto tra Pd e Lega si è aperto il tavolo di confronto con alcuni nomi in campo, in primis Mario Draghi, ma anche alcune alternative come Pierferdinando Casini e altri, perché come afferma Matteo Renzi, il Presidente del Consiglio non è l'unica opzione possibile al centro del tentativo di una intesa tra i due schieramenti. Comunque ad uno ad uno vengono bruciati i candidati di bandiera come Andrea Riccardi, Marta Cartabia, Carlo Nordio, Pietro Maddalena, Marco Cappato, che non hanno alcuna chance, nemmeno dalla quarta seduta di giovedì, quando la soglia si abbassa a 505 voti, ma che vengono lanciati nel tritacarne parlamentare. Ci vorranno ancora giorni prima di definire quel dialogo auspicato, la soluzione che mette il punto di equilibrio politico tra esigenze diverse. Al di là del grande darsi da fare dei vari leader non si intravede ancora chi possa essere il regista vero dell'Operazione Quirinale. Qualcosa o qualcuno che non è ancora uscito allo scoperto e alla fine sarà, come si dice in gergo, colui che distribuirà le carte della partita del Colle. Credits: Agenzia Fotogramma. _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
A cura di Daniele Biacchessi È ancora presto per chiamarlo accordo pieno, ma tra centrodestra e centrosinistra si è aperto un primo dialogo su Quirinale, Governo e riforme. I più frenetici sono Matteo Salvini, Enrico Letta e Giuseppe Conte che ieri hanno nei fatti dettato l'agenda politica della prima giornata per l'elezione del nuovo Capo dello Stato. Soprattutto tra Pd e Lega si è aperto il tavolo di confronto con alcuni nomi in campo, in primis Mario Draghi, ma anche alcune alternative come Pierferdinando Casini e altri, perché come afferma Matteo Renzi, il Presidente del Consiglio non è l'unica opzione possibile al centro del tentativo di una intesa tra i due schieramenti. Comunque ad uno ad uno vengono bruciati i candidati di bandiera come Andrea Riccardi, Marta Cartabia, Carlo Nordio, Pietro Maddalena, Marco Cappato, che non hanno alcuna chance, nemmeno dalla quarta seduta di giovedì, quando la soglia si abbassa a 505 voti, ma che vengono lanciati nel tritacarne parlamentare. Ci vorranno ancora giorni prima di definire quel dialogo auspicato, la soluzione che mette il punto di equilibrio politico tra esigenze diverse. Al di là del grande darsi da fare dei vari leader non si intravede ancora chi possa essere il regista vero dell'Operazione Quirinale. Qualcosa o qualcuno che non è ancora uscito allo scoperto e alla fine sarà, come si dice in gergo, colui che distribuirà le carte della partita del Colle. Credits: Agenzia Fotogramma. _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
A cura di Daniele Biacchessi Il fattore B., inteso come Silvio Berlusconi, irrompe sul centrodestra e lo sconquassa. Il leader della Lega manda a dire ufficialmente che "l'alleanza è compatta e convinta nel sostegno a Berlusconi" e che non accetta veti ideologici da parte della sinistra. Si ma come è possibile riuscire a farlo eleggere se, stando ai nostri conteggi, la candidatura di Berlusconi non otterrebbe una maggioranza dei 2/3 dei parlamentari e dei senatori e spaccherebbe in due il mondo politico. Il vertice del centrodestra è convocato oggi a Villa Grande, la residenza romana di Silvio Berlusconi. Tutti d'accordo, almeno sulla carta, ma le cose non stanno proprio così. Il nome di Berlusconi risulterebbe troppo divisivo e Salvini e Meloni stanno già cercando in queste ore una via d'uscita, un piano B con un altro candidato. I nomi in campo sono Letizia Moratti, Marta Cartabia e Elisabetta Casellati. Potrebbero esserci anche altri nomi più trasversali, cioè condivisi con il centrosinistra ma al momento Silvio Berlusconi resta in campo. Credits: Agenzia Fotogramma _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
A cura di Daniele Biacchessi Il fattore B., inteso come Silvio Berlusconi, irrompe sul centrodestra e lo sconquassa. Il leader della Lega manda a dire ufficialmente che "l'alleanza è compatta e convinta nel sostegno a Berlusconi" e che non accetta veti ideologici da parte della sinistra. Si ma come è possibile riuscire a farlo eleggere se, stando ai nostri conteggi, la candidatura di Berlusconi non otterrebbe una maggioranza dei 2/3 dei parlamentari e dei senatori e spaccherebbe in due il mondo politico. Il vertice del centrodestra è convocato oggi a Villa Grande, la residenza romana di Silvio Berlusconi. Tutti d'accordo, almeno sulla carta, ma le cose non stanno proprio così. Il nome di Berlusconi risulterebbe troppo divisivo e Salvini e Meloni stanno già cercando in queste ore una via d'uscita, un piano B con un altro candidato. I nomi in campo sono Letizia Moratti, Marta Cartabia e Elisabetta Casellati. Potrebbero esserci anche altri nomi più trasversali, cioè condivisi con il centrosinistra ma al momento Silvio Berlusconi resta in campo. Credits: Agenzia Fotogramma _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
A cura di Daniele Biacchessi Il fattore B., inteso come Silvio Berlusconi, irrompe sul centrodestra e lo sconquassa. Il leader della Lega manda a dire ufficialmente che "l'alleanza è compatta e convinta nel sostegno a Berlusconi" e che non accetta veti ideologici da parte della sinistra. Si ma come è possibile riuscire a farlo eleggere se, stando ai nostri conteggi, la candidatura di Berlusconi non otterrebbe una maggioranza dei 2/3 dei parlamentari e dei senatori e spaccherebbe in due il mondo politico. Il vertice del centrodestra è convocato oggi a Villa Grande, la residenza romana di Silvio Berlusconi. Tutti d'accordo, almeno sulla carta, ma le cose non stanno proprio così. Il nome di Berlusconi risulterebbe troppo divisivo e Salvini e Meloni stanno già cercando in queste ore una via d'uscita, un piano B con un altro candidato. I nomi in campo sono Letizia Moratti, Marta Cartabia e Elisabetta Casellati. Potrebbero esserci anche altri nomi più trasversali, cioè condivisi con il centrosinistra ma al momento Silvio Berlusconi resta in campo. Credits: Agenzia Fotogramma _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
A cura di Daniele Biacchessi I partiti costruiscono le loro trame in attesa del 24 gennaio, la prima seduta di Camera e Senato per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. E sui candidati, veri o presunti, inizia il conteggio delle possibili preferenze trasversali. Il totale dei voti in campo si ferma a quota 1008 grandi elettori, e non 1009 come dovrebbe essere, perché il seggio parlamentare vacante sarà riempito dall elezione suppletiva nel Collegio Roma 1. Sulla carta solo l'eventuale secondo mandato di Sergio Mattarella potrebbe raggiungere i 2/3 delle preferenze, quindi la sua certa rielezione. Sulla candidatura di Mario Draghi, pesano almeno 443 indecisi e solo 378 voti a favore e 187 contrari. Silvio Berlusconi risulterebbe troppo divisivo con 434 a favore e 494 contrari. Il parlamento risulterebbe spaccato anche con Giuliano Amato, Letizia Moratti, Marta Cartabia, Paolo Gentiloni, Dario Franceschini, Romano Prodi, Walter Veltroni, Elisabetta Casellati. Qualche margine in più potrebbe averla Pierferdinando Casini. Ma al di là dei conteggi che vengono fatti in queste ore, pesa l'incertezza dovuta al possibile fuoco incrociato dei cecchini, dei cosiddetti franchi tiratori. Ritorna in mente il tempo in cui l'elezione di Romano Prodi al Quirinale sembrava cosa fatta, ma il tiro incrociato di 101 parlamentari del centrosinistra fermò la corsa del professore. E se si dovesse tornare indietro, l'utilizzo scientifico dei franchi tiratori risulta una costante nella elezione del Capo dello Stato, oltre ai grandi nomi bruciati ancora prima della battaglia: Nenni nel 1964, Moro nel 1971, Giolitti e La Malfa nel 1978, Andreotti e Spadolini nel 1992 o D'Alema nel 2006. La prudenza regna sovrana in attesa della scoperta delle carte vere. _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
A cura di Daniele Biacchessi I partiti costruiscono le loro trame in attesa del 24 gennaio, la prima seduta di Camera e Senato per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. E sui candidati, veri o presunti, inizia il conteggio delle possibili preferenze trasversali. Il totale dei voti in campo si ferma a quota 1008 grandi elettori, e non 1009 come dovrebbe essere, perché il seggio parlamentare vacante sarà riempito dall elezione suppletiva nel Collegio Roma 1. Sulla carta solo l'eventuale secondo mandato di Sergio Mattarella potrebbe raggiungere i 2/3 delle preferenze, quindi la sua certa rielezione. Sulla candidatura di Mario Draghi, pesano almeno 443 indecisi e solo 378 voti a favore e 187 contrari. Silvio Berlusconi risulterebbe troppo divisivo con 434 a favore e 494 contrari. Il parlamento risulterebbe spaccato anche con Giuliano Amato, Letizia Moratti, Marta Cartabia, Paolo Gentiloni, Dario Franceschini, Romano Prodi, Walter Veltroni, Elisabetta Casellati. Qualche margine in più potrebbe averla Pierferdinando Casini. Ma al di là dei conteggi che vengono fatti in queste ore, pesa l'incertezza dovuta al possibile fuoco incrociato dei cecchini, dei cosiddetti franchi tiratori. Ritorna in mente il tempo in cui l'elezione di Romano Prodi al Quirinale sembrava cosa fatta, ma il tiro incrociato di 101 parlamentari del centrosinistra fermò la corsa del professore. E se si dovesse tornare indietro, l'utilizzo scientifico dei franchi tiratori risulta una costante nella elezione del Capo dello Stato, oltre ai grandi nomi bruciati ancora prima della battaglia: Nenni nel 1964, Moro nel 1971, Giolitti e La Malfa nel 1978, Andreotti e Spadolini nel 1992 o D'Alema nel 2006. La prudenza regna sovrana in attesa della scoperta delle carte vere. _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
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Rassegna stampa del 10 12 21 L'Antitrust stanga Amazon con una maxi multa da 1.128 milioni di euro, il provvedimento più alto dell'ente di controllo italiano. Il colosso dell'e-commerce non ci sta e presenterà ricorso al Tar. Nel frattempo Enrico Letta prova a coinvolgere Giorgia Meloni sulla partita del Quirinale e salgono le quotazioni di Marta Cartabia.In questo pandemico dicembre ci lascia Lina Wertmuller.
Skill on Air presenta La Repubblica delle donne – 1° EpisodioMarta Cartabia – La Lady gentile delle istituzioniA cura di Mario Nanni
Al question time della Camera la Ministra della giustizia Marta Cartabia ha fornito risposte su tematiche cruciali del settore giustizia: valutazione di professionalità dei magistrati, misure alternative al carcere, immissioni in ruolo del personale giudiziario.>> Leggi anche l'articolo: https://bit.ly/3k1tPQE>> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w
L'intervento della Ministra della Giustizia a Bari fa il focus sui valori che accompagneranno il processo di riforma del mondo giudiziario, a partire dal ruolo del nuovo ufficio del processo fino alla ricostruzione degli edifici giudiziari. “Giustizia come bene comune”, “giustizia riconciliativa”, giustizia come “ponte intergenerazionale”, giustizia con un'anima che si esprime dentro le scelte architettoniche di ricostruzione dei luoghi. Sempre conservando uno sguardo unito, rivolto ad un orizzonte più alto e più ampio, Marta Cartabia si cala nel pratico delle questioni che emergono dal dialogo con gli attori della giustizia: che fine farà l'investimento dell'ufficio del processo quando sarà finito il tempo del PNRR? I giovani neo assunti resteranno dei precari o avranno una stabilizzazione?>> Leggi anche l'articolo: https://bit.ly/3BSaNTu>> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w
Marta Cartabia e Mario Calabresi a Libri Sulla Cresta dell'Onda 2021Data: 30/08/2021Audio tratto da Facebook Libri sulla Cresta dell'OndaLibri sulla Cresta dell'Onda, la rassegna letteraria del Golfo di Gaeta, è giunta alla XXVIII edizione confermandosi una delle più longeve del nostro Paese. In questi anni scrittori provenienti da tutto il mondo ci hanno fornito imperdibili occasioni per riflettere sulla letteratura e sui grandi temi sociali. Le parole ascoltate durante gli incontri sono state in seguito discusse tra amici, nelle scuole, nelle associazioni, costruendo un patrimonio prezioso fatto di letture condivise, una di quelle rare esperienze che fanno sentire una comunità tale. I luoghi scelti per gli appuntamenti sempre diversi negli anni, siti archeologici o monumentali, luoghi di passaggio come piazze e giardini, sono proposti durante le serate in una veste assolutamente nuova, creando così un itinerario insolito. La musica, la recitazione, le arti visive e soprattutto la grande partecipazione dei lettori contribuiscono a rendere unico ogni incontro.Enza e Riccardo Campino – TUTTILIBRI – Formia
Oggi parliamo di giustizia perché è passata alla Camera la fiducia posta dal governo Draghi sulla riforma del processo penale firmata da Marta Cartabia. La riforma punta a ridurre del 25% entro i prossimi cinque anni i tempi della durata del processo penale in Italia, abbattendo soprattutto l'imbuto della fase di appello che dura mediamente 850 giorni contro uno standard europeo di 104 giorni. Ospiti Anna Rossomando, Vicepresidente del Senato e Responsabile Giustizia del Pd e Gianrico Carofiglio scrittore ed ex magistrato. Conduce Maddalena Carlino
IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – PIETRO SENALDI - 03/08/2021 Alle 15.05 con PIETRO SENALDI (condirettore di Libero), adesso è ufficiale, la balla dei 49 milioni è proprio una balla. In esclusiva da Libero la perizia (eseguita dalla Pwcl la più importante società di revisione contabile al mondo) che ricostruisce tutti i movimenti economici del partito dal 2010 al 2017 e che scagiona Salvini e la Lega; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – MARCO GREGORETTI - 03/08/2021 Alle 15.35 con MARCO GREGORETTI (giornalista investigativo), “Vuoto a perdere” – Verità nascoste sulla banda della Uno Bianca; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – ALVISE ANTENUCCI - 03/08/2021 Alle 16.05, con ALVISE ANTENUCCI (Veneto – Belluno) - Qui Referendum, chi sbaglia paga! Ci metto la firma! Referendum sulla Giustizia; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – DITE LA VOSTRA (CHE IO PENSO LA MIA), AL TELEFONO LA TUA VOCE ALLO 02.66.20.35.29 (ANCHE WHATSAPP 346.64.27.756) - 03/08/2021 Alle 16.15 –A Sant'Arsenio, in provincia di Salerno, un uomo si è messo a passeggiare per il paese travestito da medico della peste: a) L'ho riconosciuto, è Roberto “Bob Hope” Speranza; b) L'ho riconosciuto, è Roberto Burioni vestito come al solito; c) L'ho riconosciuta, è Maria Rita Gismondo senza mascherina; d) L'ho riconosciuto, è Giuseppi Conti alla ricerca del Dpcm perduto; e) L'ho riconosciuta, è Marta Cartabia colpita dalla variante Davigo; f) Mentre vi baloccate con simili inezie i poveri migrrrrrrrrrrrrrranti soffrono nelle cambuse dei natanti ong; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – GENETLIACI, RICORRENZE E COMMEMORAZIONI - 03/08/2021 Alle 16.20 - L'appuntamento quotidiano con i fatti e i personaggi da ricordare oggi; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – 03/08/2021 Alle 16.25, per la rubrica Qui Parlamento clip da Montecitorio;
IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – PIETRO SENALDI – 03/08/2021 Alle 15.05 con PIETRO SENALDI (condirettore di Libero), adesso è ufficiale, la balla dei 49 milioni è proprio una balla. In esclusiva da Libero la perizia (eseguita dalla Pwcl la più importante società di revisione contabile al mondo) che ricostruisce tutti i movimenti economici del partito dal 2010 al 2017 e che scagiona Salvini e la Lega; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – MARCO GREGORETTI – 03/08/2021 Alle 15.35 con MARCO GREGORETTI (giornalista investigativo), “Vuoto a perdere” – Verità nascoste sulla banda della Uno Bianca; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – ALVISE ANTENUCCI – 03/08/2021 Alle 16.05, con ALVISE ANTENUCCI (Veneto – Belluno) – Qui Referendum, chi sbaglia paga! Ci metto la firma! Referendum sulla Giustizia; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – DITE LA VOSTRA (CHE IO PENSO LA MIA), AL TELEFONO LA TUA VOCE ALLO 02.66.20.35.29 (ANCHE WHATSAPP 346.64.27.756) – 03/08/2021 Alle 16.15 –A Sant'Arsenio, in provincia di Salerno, un uomo si è messo a passeggiare per il paese travestito da medico della peste: a) L'ho riconosciuto, è Roberto “Bob Hope” Speranza; b) L'ho riconosciuto, è Roberto Burioni vestito come al solito; c) L'ho riconosciuta, è Maria Rita Gismondo senza mascherina; d) L'ho riconosciuto, è Giuseppi Conti alla ricerca del Dpcm perduto; e) L'ho riconosciuta, è Marta Cartabia colpita dalla variante Davigo; f) Mentre vi baloccate con simili inezie i poveri migrrrrrrrrrrrrrranti soffrono nelle cambuse dei natanti ong; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – GENETLIACI, RICORRENZE E COMMEMORAZIONI – 03/08/2021 Alle 16.20 – L'appuntamento quotidiano con i fatti e i personaggi da ricordare oggi; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – 03/08/2021 Alle 16.25, per la rubrica Qui Parlamento clip da Montecitorio;
IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – PIETRO SENALDI - 03/08/2021 Alle 15.05 con PIETRO SENALDI (condirettore di Libero), adesso è ufficiale, la balla dei 49 milioni è proprio una balla. In esclusiva da Libero la perizia (eseguita dalla Pwcl la più importante società di revisione contabile al mondo) che ricostruisce tutti i movimenti economici del partito dal 2010 al 2017 e che scagiona Salvini e la Lega; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – MARCO GREGORETTI - 03/08/2021 Alle 15.35 con MARCO GREGORETTI (giornalista investigativo), “Vuoto a perdere” – Verità nascoste sulla banda della Uno Bianca; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – ALVISE ANTENUCCI - 03/08/2021 Alle 16.05, con ALVISE ANTENUCCI (Veneto – Belluno) - Qui Referendum, chi sbaglia paga! Ci metto la firma! Referendum sulla Giustizia; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – DITE LA VOSTRA (CHE IO PENSO LA MIA), AL TELEFONO LA TUA VOCE ALLO 02.66.20.35.29 (ANCHE WHATSAPP 346.64.27.756) - 03/08/2021 Alle 16.15 –A Sant'Arsenio, in provincia di Salerno, un uomo si è messo a passeggiare per il paese travestito da medico della peste: a) L'ho riconosciuto, è Roberto “Bob Hope” Speranza; b) L'ho riconosciuto, è Roberto Burioni vestito come al solito; c) L'ho riconosciuta, è Maria Rita Gismondo senza mascherina; d) L'ho riconosciuto, è Giuseppi Conti alla ricerca del Dpcm perduto; e) L'ho riconosciuta, è Marta Cartabia colpita dalla variante Davigo; f) Mentre vi baloccate con simili inezie i poveri migrrrrrrrrrrrrrranti soffrono nelle cambuse dei natanti ong; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – GENETLIACI, RICORRENZE E COMMEMORAZIONI - 03/08/2021 Alle 16.20 - L'appuntamento quotidiano con i fatti e i personaggi da ricordare oggi; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – 03/08/2021 Alle 16.25, per la rubrica Qui Parlamento clip da Montecitorio;
Notizie, approfondimenti, contributi sull'attualità politica e non solo. Oggi parliamo della riforma della Giustizia che porta la firma della ministra Marta Cartabia, insieme al tesoriere del Pd Walter Verini, membro della commissione Giustizia alla Camera. Conduce Cristiano Bucchi
Quella avvenuta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere fu una "violenza a freddo" con "un uso insensato e smisurato della forza", non una "reazione a rivolte". Lo ha detto la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, durante l'informativa alla Camera sulle violenze subite dai detenuti dell'istituto campano a marzo 2020.
Visita ricca di significati quella che si è svolta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere del premier, Mario Draghi e della ministra della Giustizia, Marta Cartabia. Parole, quelle pronunciate dal presidente del Consiglio che non prestano il fianco ad alcuna giustificazione delle violenze contro i detenuti mostrate dalle telecamere interne del carcere: "ll Governo non ha intenzione di dimenticare. Non può esserci giustizia dove c'è abuso. E non può esserci rieducazione dove c'è sopruso".Ne parliamo con Rosario Tortorella, segretario nazionale del SiDiPe (Sindacato Direttori Penitenziari) e Silvia Giralucci, autrice del podcast originale di Radio 24, L'isola del diavolo.
La giustizia italiana versa in cattive acque e raggiunge in questi ultimi mesi i suoi minimi storici. C'è il problema legato ai numerosi scandali che ne hanno offuscato l'immagine istituzionale con il caso Palamara e le vicende legate all'avvocato Amara. C'è l'immagine del Csm, l'organismo di autogoverno della magistratura, in forte declino, nonostante i continui appelli del capo dello Stato Sergio Mattarella. Ci sono le risposte che si attendono dalla politica con il premier Mario Draghi, in asse con Marta Cartabia, che prova a chiudere un capitolo molto delicato per la sua maggioranza e sbloccare una partita che procede più a rilento del previsto. Poi ci sono i numeri implacabili dell'efficienza della giustizia civile. L'Italia risulta ultima in Ue per i tempi lunghissimi dell'ultimo grado di giudizio. Secondo l'ultimo rapporto della Commissione europea, in Italia per il terzo grado di giudizio in un processo civile ci vogliono in media 1302 giorni, 791 per il secondo e 531 per il primo. Per rendersi conto delle differenze, basti pensare che Malta, la seconda più lenta, ci mette 875 giorni per l'ultimo giudizio. E senza una giustizia civile efficiente l'Italia allontana i possibili investimenti internazionali e nazionali sul sistema Paese. Un fattore che potrebbe giocare un ruolo importante sulle scelte operative dell'imminente Recovery. Ascolta "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app
Via libera unanime del Consiglio dei Ministri agli emendamenti governativi al disegno di legge proposti dal Ministro della giustizia, Marta Cartabia: "delega al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d'appello". Mario Draghi ha fatto i complimenti al Ministro Cartabia e ha dichiarato "Vi chiedo di sostenere con lealtà in Parlamento questo importante provvedimento", rivolgendosi appunto ai parlamentari. Viene confermata l'attuale disciplina, che prevede lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado: sia in caso di condanna sia in caso di assoluzione. Nella puntata, tutte le principali misure introdotte e le reazioni del mondo della politica. Ascolta “Dentro la Notizia” a cura di Alessio Aymone, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app
La giustizia italiana versa in cattive acque e raggiunge in questi ultimi mesi i suoi minimi storici. C'è il problema legato ai numerosi scandali che ne hanno offuscato l'immagine istituzionale con il caso Palamara e le vicende legate all'avvocato Amara. C'è l'immagine del Csm, l'organismo di autogoverno della magistratura, in forte declino, nonostante i continui appelli del capo dello Stato Sergio Mattarella. Ci sono le risposte che si attendono dalla politica con il premier Mario Draghi, in asse con Marta Cartabia, che prova a chiudere un capitolo molto delicato per la sua maggioranza e sbloccare una partita che procede più a rilento del previsto. Poi ci sono i numeri implacabili dell'efficienza della giustizia civile. L'Italia risulta ultima in Ue per i tempi lunghissimi dell'ultimo grado di giudizio. Secondo l'ultimo rapporto della Commissione europea, in Italia per il terzo grado di giudizio in un processo civile ci vogliono in media 1302 giorni, 791 per il secondo e 531 per il primo. Per rendersi conto delle differenze, basti pensare che Malta, la seconda più lenta, ci mette 875 giorni per l'ultimo giudizio. E senza una giustizia civile efficiente l'Italia allontana i possibili investimenti internazionali e nazionali sul sistema Paese. Un fattore che potrebbe giocare un ruolo importante sulle scelte operative dell'imminente Recovery. Ascolta "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app
La giustizia italiana versa in cattive acque e raggiunge in questi ultimi mesi i suoi minimi storici. C'è il problema legato ai numerosi scandali che ne hanno offuscato l'immagine istituzionale con il caso Palamara e le vicende legate all'avvocato Amara. C'è l'immagine del Csm, l'organismo di autogoverno della magistratura, in forte declino, nonostante i continui appelli del capo dello Stato Sergio Mattarella. Ci sono le risposte che si attendono dalla politica con il premier Mario Draghi, in asse con Marta Cartabia, che prova a chiudere un capitolo molto delicato per la sua maggioranza e sbloccare una partita che procede più a rilento del previsto. Poi ci sono i numeri implacabili dell'efficienza della giustizia civile. L'Italia risulta ultima in Ue per i tempi lunghissimi dell'ultimo grado di giudizio. Secondo l'ultimo rapporto della Commissione europea, in Italia per il terzo grado di giudizio in un processo civile ci vogliono in media 1302 giorni, 791 per il secondo e 531 per il primo. Per rendersi conto delle differenze, basti pensare che Malta, la seconda più lenta, ci mette 875 giorni per l'ultimo giudizio. E senza una giustizia civile efficiente l'Italia allontana i possibili investimenti internazionali e nazionali sul sistema Paese. Un fattore che potrebbe giocare un ruolo importante sulle scelte operative dell'imminente Recovery. Ascolta "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app
“O facciamo la riforma della giustizia o perdiamo tutti i 191 miliardi del Recovery. Il governo si sta giocando tutto”. Parola della ministra della giustizia, Marta Cartabia. Gli interventi sull'ordinamento giudiziario ci saranno, sono fuori discussione. Dal processo penale a quello civile, fino al Consiglio Superiore della Magistratura, l'organo garante dell'autonomia delle toghe. Quale sarà la direzione politica che prenderanno queste riforme? E' ancora difficile dirlo. Preoccupa, però, il fatto che questa tornata riformatrice avvenga in uno dei momenti di maggiore crisi della magistratura. In questi ultimi due anni c'è stato prima il caso Palamara, con l'intreccio tra esponenti politici, membri del Csm, magistrati, per pilotare nomine e posti di potere. E poi, più recentemente, il caso dei verbali dell'avvocato Piero Amara e lo scontro tra magistrati su come gestirli. C'è poi il contenuto di quelle carte: la loggia massonica raccontata da Amara, fatta di magistrati, politici, forze dell'ordine, imprenditori, esiste davvero? Nuovamente, si intravede un intreccio tra pezzi di politica e di magistratura con l'obiettivo di condizionare scelte politiche e orientamenti giudiziari delle toghe. Preoccupa, come dicevo, il fatto che la debolezza attuale della magistratura possa rafforzare le posizioni di chi la vuole meno indipendente dagli altri poteri. Memos ha ospitato oggi la giurista Grazia Mannozzi, docente di diritto penale all'Università dell'Insubria; e Alberto Vannucci, docente di scienza politica all'Università di Pisa.
“O facciamo la riforma della giustizia o perdiamo tutti i 191 miliardi del Recovery. Il governo si sta giocando tutto”. Parola della ministra della giustizia, Marta Cartabia. Gli interventi sull’ordinamento giudiziario ci saranno, sono fuori discussione. Dal processo penale a quello civile, fino al Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo garante dell’autonomia delle toghe. Quale sarà la direzione politica che prenderanno queste riforme? E’ ancora difficile dirlo. Preoccupa, però, il fatto che questa tornata riformatrice avvenga in uno dei momenti di maggiore crisi della magistratura. In questi ultimi due anni c’è stato prima il caso Palamara, con l’intreccio tra esponenti politici, membri del Csm, magistrati, per pilotare nomine e posti di potere. E poi, più recentemente, il caso dei verbali dell’avvocato Piero Amara e lo scontro tra magistrati su come gestirli. C’è poi il contenuto di quelle carte: la loggia massonica raccontata da Amara, fatta di magistrati, politici, forze dell’ordine, imprenditori, esiste davvero? Nuovamente, si intravede un intreccio tra pezzi di politica e di magistratura con l’obiettivo di condizionare scelte politiche e orientamenti giudiziari delle toghe. Preoccupa, come dicevo, il fatto che la debolezza attuale della magistratura possa rafforzare le posizioni di chi la vuole meno indipendente dagli altri poteri. Memos ha ospitato oggi la giurista Grazia Mannozzi, docente di diritto penale all’Università dell’Insubria; e Alberto Vannucci, docente di scienza politica all’Università di Pisa.
Crolla in Francia il sistema di protezione imposto dalla cosiddetta "dottrina Mitterrand", secondo cui il paese d'oltralpe garantiva lo status di rifugiato politico a molte persone in fuga da dittature e persecuzioni e anche ad alcuni fuggiaschi condannati dai tribunali italiani per vicende legate agli anni della lotta armata. Oggi le cose sono cambiate e la polizia italiana arresta sette condannati in via definitiva per reati di terrorismo, banda armata e associazione sovversiva, alcuni anche per omicidio. Gli arrestati sono Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti delle Brigate Rosse; di Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua e di Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. I tre ancora ricercati sono Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura. Fanno impressione quei nomi, perché erano stati oggetto di un mio vecchio libro del 2004, "Vie di fuga". Nessuno li cercava, ma tutti sapevano più o meno dove fossero. I rifugiati in Francia conducevano da sempre una vita normale, erano conosciuti nell'ambiente politico e culturale dei nostri connazionali residenti all'estero. Per Alimonti e Calvitti, la pena da scontare è rispettivamente 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e 18 anni, 7 mesi e 25 giorni. Pietrostefani deve scontare una pena di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni per l'omicidio del commissario Luigi calabresi del 17 maggio 1972 a Milano. L'annosa vicenda dei trattati di estradizione tra Italia e Francia che riguardano numerosi ex militanti della lotta armata di sinistra rifugiati in Francia si è sbloccata lo scorso 8 aprile tra Marta Cartabia e il suo omologo francese Eric Dupond-Moretti, prima che per alcuni di loro scattasse la prescrizione. Ed è questo nuovo sodalizio politico e tecnico che tra Cartabia e Moretti che ha condotto gli investigatori sulle tracce di gente di cui conosceva nome, cognome, indirizzo, recapiti telefonici, perché non avevano fatto nulla per fuggire. Quelle vie di fuga le avevano già percorse quando i pentiti avevano raccontato l'intero organigramma delle organizzazioni del terrorismo degli anni Settanta. E in Francia avevano cambiato vita, messo su famiglia, trovato lavoro, voltato pagina, lasciandosi però dietro un passato che non passa.
Crolla in Francia il sistema di protezione imposto dalla cosiddetta "dottrina Mitterrand", secondo cui il paese d'oltralpe garantiva lo status di rifugiato politico a molte persone in fuga da dittature e persecuzioni e anche ad alcuni fuggiaschi condannati dai tribunali italiani per vicende legate agli anni della lotta armata. Oggi le cose sono cambiate e la polizia italiana arresta sette condannati in via definitiva per reati di terrorismo, banda armata e associazione sovversiva, alcuni anche per omicidio. Gli arrestati sono Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti delle Brigate Rosse; di Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua e di Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. I tre ancora ricercati sono Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura. Fanno impressione quei nomi, perché erano stati oggetto di un mio vecchio libro del 2004, "Vie di fuga". Nessuno li cercava, ma tutti sapevano più o meno dove fossero. I rifugiati in Francia conducevano da sempre una vita normale, erano conosciuti nell'ambiente politico e culturale dei nostri connazionali residenti all'estero. Per Alimonti e Calvitti, la pena da scontare è rispettivamente 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e 18 anni, 7 mesi e 25 giorni. Pietrostefani deve scontare una pena di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni per l'omicidio del commissario Luigi calabresi del 17 maggio 1972 a Milano. L'annosa vicenda dei trattati di estradizione tra Italia e Francia che riguardano numerosi ex militanti della lotta armata di sinistra rifugiati in Francia si è sbloccata lo scorso 8 aprile tra Marta Cartabia e il suo omologo francese Eric Dupond-Moretti, prima che per alcuni di loro scattasse la prescrizione. Ed è questo nuovo sodalizio politico e tecnico che tra Cartabia e Moretti che ha condotto gli investigatori sulle tracce di gente di cui conosceva nome, cognome, indirizzo, recapiti telefonici, perché non avevano fatto nulla per fuggire. Quelle vie di fuga le avevano già percorse quando i pentiti avevano raccontato l'intero organigramma delle organizzazioni del terrorismo degli anni Settanta. E in Francia avevano cambiato vita, messo su famiglia, trovato lavoro, voltato pagina, lasciandosi però dietro un passato che non passa.
Crolla in Francia il sistema di protezione imposto dalla cosiddetta "dottrina Mitterrand", secondo cui il paese d'oltralpe garantiva lo status di rifugiato politico a molte persone in fuga da dittature e persecuzioni e anche ad alcuni fuggiaschi condannati dai tribunali italiani per vicende legate agli anni della lotta armata. Oggi le cose sono cambiate e la polizia italiana arresta sette condannati in via definitiva per reati di terrorismo, banda armata e associazione sovversiva, alcuni anche per omicidio. Gli arrestati sono Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti delle Brigate Rosse; di Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua e di Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. I tre ancora ricercati sono Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura. Fanno impressione quei nomi, perché erano stati oggetto di un mio vecchio libro del 2004, "Vie di fuga". Nessuno li cercava, ma tutti sapevano più o meno dove fossero. I rifugiati in Francia conducevano da sempre una vita normale, erano conosciuti nell'ambiente politico e culturale dei nostri connazionali residenti all'estero. Per Alimonti e Calvitti, la pena da scontare è rispettivamente 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e 18 anni, 7 mesi e 25 giorni. Pietrostefani deve scontare una pena di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni per l'omicidio del commissario Luigi calabresi del 17 maggio 1972 a Milano. L'annosa vicenda dei trattati di estradizione tra Italia e Francia che riguardano numerosi ex militanti della lotta armata di sinistra rifugiati in Francia si è sbloccata lo scorso 8 aprile tra Marta Cartabia e il suo omologo francese Eric Dupond-Moretti, prima che per alcuni di loro scattasse la prescrizione. Ed è questo nuovo sodalizio politico e tecnico che tra Cartabia e Moretti che ha condotto gli investigatori sulle tracce di gente di cui conosceva nome, cognome, indirizzo, recapiti telefonici, perché non avevano fatto nulla per fuggire. Quelle vie di fuga le avevano già percorse quando i pentiti avevano raccontato l'intero organigramma delle organizzazioni del terrorismo degli anni Settanta. E in Francia avevano cambiato vita, messo su famiglia, trovato lavoro, voltato pagina, lasciandosi però dietro un passato che non passa.
Crolla in Francia il sistema di protezione imposto dalla cosiddetta "dottrina Mitterand", secondo cui il paese d'oltralpe garantiva lo status di rifugiato politico a molte persone in fuga da dittature e persecuzioni e anche ad alcuni fuggiaschi condannati dai tribunali italiani per vicende legate agli anni della lotta armata. Oggi le cose sono cambiate e la polizia italiana arresta sette condannati in via definitiva per reati di terrorismo, banda armata e associazione sovversiva, alcuni anche per omicidio.Gli arrestati sono Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti delle Brigate Rosse; di Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua e di Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. I tre ancora ricercati sono Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura. Fanno impressione quei nomi,perché erano stati oggetto di un mio vecchio libro del 2004, "Vie di fuga". Nessuno li cercava, ma tutti sapevano più o meno dove fossero. I rifugiati in Franciaconducevano da sempre una vita normale, erano conosciuti nell'ambiente politico e culturale dei nostri connazionali residenti all'estero.Per Alimonti e Calvitti, la pena da scontare è rispettivamente 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e 18 anni, 7 mesi e 25 giorni. Pietrostefani deve scontare una pena di 14 anni, 2 mesi e 11giorni per l'omicidio del commissario Luigi calabresi del 17 maggio 1972 a Milano.L'annosa vicenda dei trattati di estradizione tra Italia e Francia che riguardano numerosi ex militanti della lotta armata di sinistra rifugiati in Francia si è sbloccata lo scorso 8 aprile tra Marta Cartabia e il suo omologo francese Eric Dupond-Moretti, prima che per alcuni di loro scattasse la prescrizione. Ed è questo nuovo sodaliziopolitico e tecnico che tra Cartabia e Moretti che ha condotto gli investigatori sulle tracce di gente di cui conosceva nome, cognome, indirizzo, recapiti telefonici, perchénon avevano fatto nulla per fuggire. Quelle vie di fuga le avevano già percorse quando i pentiti avevano raccontato l'intero organigramma delle organizzazioni del terrorismo degli anni Settanta. E in Francia avevano cambiato vita, messo su famiglia, trovato lavoro, voltato pagina, lasciandosi però dietro un passato che non passa.
La Procura generale presso la Corte di Cassazione ha smontato la teoria, in voga nei Tribunali italiani, dell'alienazione parentale, la scure che consente una serie di azioni manu militari sui minori che nel nostro Paese sfidano e contravvengono a tutte le carte internazionali sui diritti dei fanciulli: dal prelievo coatto, alla custodia nelle case famiglia, a percorsi psico-psichiatrici di reset, all'affido con il genitore, quasi sempre il padre, che magari ha pendenti procedimenti giudiziari per maltrattamenti. Protagonista di questa operazione di ‘svelamento' la procuratrice generale Francesca Ceroni, già giudice del Tribunale dei minori di Firenze e ora in servizio al Palazzaccio di Roma, sul caso di un bambino che aveva denunciato la violenza del padre ed era stato collocato in casa famiglia dopo le denunce di violenza presentate dalla madre. Il vocabolario delle perizie, regine delle aule giudiziarie, è sempre lo stesso: si parla di mamme simbiotiche, adesive, di conflitto di lealtà, a volte di mamme Pollyanniche. Fanno eco le relazioni dei servizi sociali. La Cassazione smonta quello che continua a dettare legge nelle aule giudiziarie. I giudici lo sanno? Anzi che faranno? E gli psicologi cosa scriveranno nelle loro ‘sentenze cliniche'? Perchè sono loro a suggerire alla Corte queste pratiche, consegnando i bambini al genitore del quale hanno paura, allontanandoli con forza dalle madri procurando traumi, paure, spiegazioni non funzionali di quell'assenza, di quell'asportazione che ora ha anche un nome: la parentectomia. ‘Ricche' perizie in cui viene scomodata la gloriosa bibliografia dell'alienazione parentale, smentita da tutte le autorità sanitarie e ora anche dalla giustizia.La Garante dell'Infanzia nazionale, Carla Garlatti, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, hanno un elemento in più, l'ennesimo se servisse, per lanciare un piano straordinario ispettivo nei nostri Tribunali. I detenuti, cara ministra, i loro diritti, la pena rieducativa, e tutto quel corollario legittimo di diritti umani vengono dopo. Prima occupiamoci degli innocenti, quelli che in ‘carcere' ci finiscono bambini, in tenera età con infanzie saccheggiate e torturate, per colpa degli adulti, dei genitori indegni e delle mani ‘armate' di questo scempio.Il punto di Silvia Mari
L'emergenza pandemica ha dimostrato che gli italiani sono pronti a cambiare modo di vivere, di studiare, di apprendere. A differenza della precedente rivoluzione, quella industriale, la rivoluzione digitale attualmente in atto riguarda ognuno di noi - spiega Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb, parlando del suo libro "Get in the game. La sfida della crescita" (Mondadori, 160 p., € 11,00). Ci vuole uno spirito ribelle per abbandonare le comode consuetudini di ogni giorno. L'importante è non essere mai soddisfatti della situazioni in cui ci si trova da un punto di vista tecnologico, ma cercare sempre nuove sfide - conclude Calcagno. RECENSIONI "È il momento di osare" di Nino Lo Bianco (Rizzoli, 304 p., € 18,00) "Un'altra storia inizia qui" di Marta Cartabia e Adolfo Ceretti (Bompiani, 128 p., € 10,00) "Giustizia e mito" di Marta Cartabia e Luciano Violante (Il Mulino, 176 p., € 13.00) "Nello specchio della scuola" di Patrizio Bianchi (Il Mulino, 184 p., € 13,00) "Italia nel cuore" di Enrico Giovannini e Luca e Pepi Merisio (Ecra, 240 p., € 43,00) "Quel mondo diverso" di Enrico Giovannini e Fabrizio Barca (Laterza, 136 p., € 15,00) "Prevenire. Manifesto per una tecnopolitica" di Roberto Cingolani, Paolo Vineis e Luca Carra (Einaudi, 136 p., € 15,00) "Barbablù. Gilles De Rais e il tramonto del Medioevo" di Ernesto Ferrero (Einaudi, 276 p., € 12,00) IL CONFETTINO "Le più belle fiabe" di Charles Perrault(Mondadori, 154 p., € 9,50)
Sulla soluzione della crisi politica finita in queste ore al Quirinale pesa il dilemma dei numeri. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella vuole una maggioranza solida, coesa, con un programma politico chiaro. Poi alla fine delle consultazioni deciderà se offrire una terza possibilità a Conte oppure consegnare il Paese nelle mani di un nuovo Presidente del Consiglio di profilo istituzionale: si parla di David Sassoli, Paolo Gentiloni, Carlo Cottarelli, Marta Cartabia. La nascita del gruppo di Palazzo Madama "Europeisti- Maie- Centro Democratico" fornisce al momento dieci senatori alla maggioranza Pd, M5s e Leu. Ci sono ex M5s come De Falco, ex Forza Italia come Mariarosaria Rossi e Andrea Causin, ed altri provenienti dal Maie e dal Gruppo Misto. Non bastano ancora per sostituire i sedici di Italia Viva che si erano astenuti e che potrebbero nel futuro votare una "sfiducia costruttiva", per poi appoggiare il Governo sui singoli provvedimenti. Con l'annuncio del nuovo gruppo di senatori da parte della Presidente Elisabetta Casellati esiste anche la loro formalizzazione sul piano giuridico, tanto che la nuova sigla è autorizzata a conferire con Sergio Mattarella. Ma la presenza degli europeisti non modifica in modo sostanziale gli equilibri tra maggioranza e opposizione, perché i dieci membri che attualmente lo compongono hanno già votato la fiducia al governo in occasione dell'ultimo passaggio parlamentare. Dunque al Conte ter in Senato andrebbero ancora 156 voti, una maggioranza deficitaria per garantire la stabilità chiesta dal Quirinale e dal Paese.
IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – MAURIZIO TORTORELLA - 15/01/2021 Alle 15.10 con MAURIZIO TORTORELLA (la Verità), Conte ri-bis, Conte ter, governo del Presidente (della Repubblica), governo delle riserve della Repubblica (Mauro Cottarelli o Marta Cartabia), governo costituzionale, governo dentro-tutti, elezioni sì, elezioni no, elezioni nì. È inevitabilmente il momento dei punti interrogativi, ma intanto la crisi innescata da Matteo Renzi ha messo in evidenza che quello tra Pd e 5 Stelle è un matrimonio contronatura.
IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – MAURIZIO TORTORELLA - 15/01/2021 Alle 15.10 con MAURIZIO TORTORELLA (la Verità), Conte ri-bis, Conte ter, governo del Presidente (della Repubblica), governo delle riserve della Repubblica (Mauro Cottarelli o Marta Cartabia), governo costituzionale, governo dentro-tutti, elezioni sì, elezioni no, elezioni nì. È inevitabilmente il momento dei punti interrogativi, ma intanto la crisi innescata da Matteo Renzi ha messo in evidenza che quello tra Pd e 5 Stelle è un matrimonio contronatura.
In quest'ultima puntata del ciclo sull'educazione costituzionale, ripercorriamo l'intero viaggio di queste settimane, attraverso la libreria dei podcast della Corte Costituzionale. Una sintesi delle questioni toccate - dalle donne al carcere, dagli stranieri alle compatibilità economiche; dal lavoro, alla nascita della stessa Corte, dalla sua storia alla sua composizione; fino al percorso di una sentenza dei giudici della Consulta o al referendum - con l'aggiunta di due nuovi contributi: il rapporto tra la Corte e il legislatore, di Giuliano Amato, e quello col mondo del terzo settore, di Luca Antonini. In questo momento di grandi incertezze, abbiamo voluto ricominciare dalla Costituzione, "bussola anche nella tempesta", come ebbe già a dire l'allora presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia. Di puntata in puntata, che potete riascoltare dal nostro archivio - e con tutti i podcast dei 15 giudici, che ritrovate sul sito della Corte Costituzionale - abbiamo provato a diventare tutti un po' più consapevoli della carta dei valori, su cui poggia la nostra Repubblica. E a capire perché la nostra continui ad essere considerata la Costituzione più bella al mondo.L'indice dei podcast
EU Law Live's Podcast Series, edited by the EU Law Live team
La presentazione della Libreria dei Podcast della Corte costituzionale, dal 2 giugno sul sito e sui canali social della Corte. Con le voci della presidente Marta Cartabia e dei giudici costituzionali Mario Morelli, Giancarlo Coraggio, Luca Antonini. Musiche: Iva Zanicchi, La riva bianca la riva nera (Peermusic, Sugarmusic); Antonín Dvorák, Symphony No. 9 in E Minor, Op. 95, B. 178 "From the New World", Filarmonica di Vienna & Herbert von Karajan (Universal); Riccardo Cimino, First Appearance, Viaggio in Italia. La Corte costituzionale nelle carceri (Original Soundtrack); Luis Bacalov, Il Postino - Titoli (Creazioni Artistiche Musicali, Sugarmusic).
La Presidente legge la sintesi della relazione annuale.Musica: F. Schubert, Sonata for Arpeggione and Piano in A Minor. Mstislav Rostropovich e Benjamin Britten.