POPULARITY
Como ya es tradición, en el programa anterior al Pregón de la Semana Santa de Jaén recibimos a su pregonero. En esta ocasión es Juan Carlos Moreno, reconocido cofrade de la ciudad de Jaén y antiguo Hermano Mayor de la Cofradía de los Estudiantes. Nos entre otras cosas cómo está transcurriendo su Cuaresma, qué es lo que le ha resultado más difícil a la hora de escribir el pregón, y las sensaciones que prevé tener el próximo Domingo cuando suba a las tablas del teatro Infanta Leonor. Además la actualidad cofrade, la agenda y la tertulia, con especial foco en los cambios de itinerario de las hermandades de Divino Maestro y Lanzada.
Ya pasado el ecuador de la Cuaresma, nos volvemos a reunir en el estudio de Radio Jaén - Cadena SER para hablar de nuestras cofradías y hermandades. Nos visita Javier Jiménez, Hermano Mayor de la Hermandad del Divino Maestro, para contarnos como preparan la primera salida procesional de María Stma. del Amor. Además, Marina Rascón nos cuenta los trabajos de restauración que se están realizando sobre el grupo escultórico de Jesús Descendido. Fran Cubero sale a la calle para palpar cómo se está viviendo el besamanos a María Stma. de los Dolores y el traslado de Jesús Divino Maestro y San Pedro a la Merced. Y como siempre, la actualidad cofrade, la agenda y la tertulia, hoy repasando un poquito el tiempo de paso de nuestras hermandades.
En esta oportunidad estaremos dialogando con María Laura Roger, Religiosa de la Congregación Compañía del Divino Maestro. Licenciada en Sociología – Bachiller en Teología. Miembro de la Red KAWSAY desde sus orígenes en el año 2010 en Argentina y representando a la Red KAWSAY Buenos Aires participa en el Equipo No a la Trata de…
En la mañana del Miércoles Santo recibimos en el estudio de Radio Jaén - Cadena SER a los hermanos mayores de Clemencia y Silencio, y al vice-hermano mayor de la cofradía del Divino Maestro. Con ellos, repasamos el triste Martes Santo en el que todos los desfiles procesionales tuvieron que ser suspendidos. Como previa de la tarde del Miércoles Santo, visitamos las parroquias de Santa Isabel y Cristo Rey, y también la Santa Iglesia Catedral, lugares desde los que deben procesionar las cofradías de Cautivo, Perdón y Buena Muerte. Además, hablamos de los inciensos y su personalización, y en el apartado institucional recibimos a José María Álvarez, concejal de deportes del Ayuntamiento de Jaén y cofrade de la Amargura. Finalizamos con la previsión meteorológica.
Recibimos en los estudios de Radio Jaén - Cadena SER a los hermanos mayores de las cofradías de Caridad y Salud y Estudiantes, además de contactar telefónicamente con la Hermana Mayor de la cofradía de la Amargura, para analizar lo sucedido en la tarde de Lunes Santo. Nos desplazamos a las parroquias de la Magdalena y Cristo Rey y al colegio Divino Maestro para palpar las sensaciones de las 3 cofradías que deben procesionar en el Martes Santo jiennense. En el apartado institucional, hablamos con María Segovia, Concejal de Asuntos Sociales Familias e Igualdad del Ayuntamiento de Jaén.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7642PUO' VENIRE QUALCOSA DI BUONO DA NAZARETH? SI, LA SANTA CASA di Roberto De MatteiLa miracolosa traslazione della Santa Casa di Maria da Nazareth a Loreto è forse il maggior onore riservato dalla Provvidenza all'Italia, dopo la scelta di Roma come sede della Cattedra di Pietro. «Può mai venire qualcosa di buono da Nazareth?» (Gv. 1, 46) dicevano con sprezzante sufficienza i giudei. Ebbene, l'umile casa di Nazareth, in cui la Madonna vide la luce fu il luogo scelto da Dio per l'ora suprema della storia. Tra le sue povere mura l'Angelo rivelò a Maria i misteri immensi della Santissima Trinità, dell'Incarnazione e della Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, chiedendole l'assenso per realizzare il grande piano divino. Maria, scrive san Tommaso d'Aquino nella Somma Teologica, rispose a nome di tutta l'umanità, pronunciando la parola attesa da tutti i secoli e da tutte le generazioni: Fiat!Questa risposta compendiò tutto in maniera eccelsa, la terra e il cielo, il passato e l'avvenire, il tempo e l'eternità. Nella Santa Casa risuonò la stessa parola detta da Dio nella creazione, ripetuta in modo talmente perfetto da una creatura, che da essa, affermano i teologi, scaturì quasi un'altra creazione. Una nuova epoca per l'umanità si apriva. L'Eterna Sapienza assumeva carne mortale, il Figlio Unigenito di Dio si faceva uomo, il seno di Maria diveniva il tabernacolo del Verbo Incarnato.La storia della Santa Casa di Nazareth rivela tutto l'amore riservato dalla Provvidenza al luogo sacro dell'Incarnazione. Per oltre mille anni in Palestina essa fu il santuario più venerato dai pellegrini dopo il Santo Sepolcro. Ma ciò che Dio permise per il Santo Sepolcro, non tollerò per la Casa di Sua Madre. Quando, nella seconda metà del secolo XIII, i musulmani invasero la Galilea e si impadronirono dei luoghi santi, gli Angeli, secondo la tradizione, trasportarono la Santa Casa sulle rive dell'Adriatico, in Dalmazia, e poi a Loreto, presso Recanati, dove essa giunse, nel 1294, sotto il pontificato di Celestino V. La notizia dello straordinario prodigio si diffuse rapidamente in tutta Europa e Loreto divenne ben presto il primo santuario dell'Occidente, presso cui nel corso dei secoli accorsero, in devoto pellegrinaggio, santi, pontefici, sovrani e gente di ogni condizione.L'AUTENTICITÀ DELLA SANTA CASAI Papi, in oltre sei secoli, hanno approvato l'autenticità della Santa Casa con documenti e atti solenni di ogni genere, arricchendo il Santuario di visite, doni, privilegi e indulgenze. In particolare, nel secolo XX, Benedetto XV ha solennemente riconfermato, nella liturgia, il solenne cerimoniale della miracolosa Traslazione (10 dicembre) e Pio XI, col Breve Apostolico del 15 giugno 1923 ha concesso a Loreto l'indulgenza plenaria «toties quoties», uguale a quella della Porziuncola di Assisi.C'è chi ha messo in discussione l'autenticità della Santa Casa. Ma le prove storiche sono innumerevoli. Ne basti una. La Santa Casa è priva di fondamenta, letteralmente «posata» sul terreno. La perfetta costruzione delle mura a strati orizzontali congiunti da malta di ottima qualità, esigerebbe una fondazione che ne assicuri il solido appoggio. Al contrario mancano non solo le fondamenta, ma anche una qualsiasi preparazione del terreno sottostante, che si presenta invece come disciolto e polveroso. Le mura posano sopra lo strato superficiale del suolo e in parte sopra un fondo stradale. In alcune parti, addirittura, la Santa Casa non tocca terra. Com'è possibile che un edificio si possa mantenere nella sua integrità per sette secoli senza fondamenta e senza sostegni? Gli architetti che hanno lavorato a Loreto affermano che, tra i tanti, questo è il miracolo più impressionante. A ciò si aggiunga che le dimensioni della Santa Casa coincidono perfettamente con quelle delle fondamenta rimaste a Nazareth e che l'analisi chimica delle pietre ha dimostrato che i muri sono formati con pietre della Palestina, cementate con un impasto di calce unita a cenere, paglia e bitume, secondo l'antichissimo uso ebraico.I Papi, i santi e i pellegrini accorsi a Loreto nel corso dei secoli, non hanno voluto venerarvi un qualsiasi santuario mariano, ma la Santa Casa di Nazareth, prodigiosamente traslata dagli angeli. È famosa la visione di san Giuseppe da Copertino il quale, il 10 luglio del 1657, mentre si trovava nel convento di Osimo, vide moltitudini di angeli andare e venire dal Cielo sulla cupola della Santa Casa: rapito in estasi, il santo volò sopra un mandorlo del giardino.UN PROFONDO SIGNIFICATOLa devozione verso la Santa Casa di Loreto assume nella nostra epoca di crisi un profondo significato. La Domus Mariae per molte ragioni è intimamente legata alla nascita della Chiesa cattolica. Infatti:1) Essa fu il tempio dell'Incarnazione. Tra queste sacre mura fu concepito e crebbe Gesù Cristo, fondatore e capo della Chiesa.2) Essa fu la Casa di Maria, cioè della creatura che, secondo i teologi, è l'esemplare che realizza in sé nel modo più perfetto la Chiesa e alla quale perciò la Chiesa stessa è configurata.3) Essa fu la culla della Chiesa nascente, perché Maria, dopo avervi custodito nel suo Seno lo stesso Verbo, e averne conservato gelosamente nel Cuore tutti i detti e i fatti, in questo luogo, dopo la Resurrezione, trasmise agli Apostoli la dottrina del Divino Maestro, sostenendo e confermando la loro fede.Tra queste mura, infine, secondo la tradizione, fu celebrato per la prima volta il Divino Sacrificio. Ancor oggi è conservato, nella Santa Casa, l'Altare degli Apostoli, miracolosamente traslato con essa; nel luogo stesso in cui la SS. Vergine aveva fatto discendere per la prima volta sulla terra Gesù Cristo, san Pietro vi pronunciò le parole della Consacrazione, che ancora oggi si ripetono in ogni Messa.La Santa Casa non ci offre solo l'immagine di un tempio prezioso, ma anche quella di una splendida reggia. Essa fu infatti la dimora, oscura ma regale, di Maria Regina del Cielo e della Terra. Le sue mura benedette riflettono lo splendore del regno di umiltà e di nascondimento della Beatissima Vergine nella sua vita terrena, ma prefigurano anche il regno splendente di Maria sulle anime e sulle nazioni da Lei stessa profetizzato a Fatima nel 1917.
VIDEO: Molokai l'isola maledetta ➜ https://www.youtube.com/watch?v=Mxd1-KjrK30&list=PLolpIV2TSebVM7CoAHtiTvbPX4t2opTUUTESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7369SAN DAMIANO DE VEUSTER NON EBBE PAURA DI PORTARE CRISTO AI LEBBROSI DI MOLOKAIFiglio di contadini fiamminghi, dopo la scuola primaria nel suo paese, Damiano fu inviato a Braine-le-Comte per imparare la lingua francese. Seguendo le orme di uno dei suoi fratelli, entrò nel noviziato della Congregazione dei Sacri Cuori a Lovanio assumendo il nome di Damiano: dopo gli studi teologici e filosofici a Parigi, emise i voti perpetui il 7 ottobre 1860: suo fratello non poté realizzare il desiderio di viaggiare attivamente come missionario all'estero e Damiano fece suo il sogno del fratello.Il 19 marzo 1864, padre Damiano sbarcò nel porto di Honolulu, dove rimase a svolgere la sua missione: fu ordinato sacerdote il 24 maggio 1864 presso la Cathedral Basilica of Our Lady of Peace (Nostra Signora della Pace, a Honolulu), una chiesa fondata dal suo ordine religioso.Prestò servizio pastorale presso diverse parrocchie sull'isola di Oahu proprio mentre il regno delle Hawaii stava affrontando un periodo particolarmente difficile dal punto di vista sanitario: i commercianti stranieri ed i marinai avevano introdotto nell'arcipelago numerose nuove malattie che la popolazione locale non era in grado di affrontare. Migliaia di persone morirono a causa di mali come l'influenza e la sifilide, ma anche a causa di una grave epidemia di lebbra. Re Kamehameha IV relegò i lebbrosi del regno in alcune colonie situate nel nord dell'isola di Molokai.Padre Damiano nel 1865 fu assegnato alla Missione cattolica del nord Kohala, ma chiese al vicario apostolico, monsignor Luigi Maigret, il permesso per andare a Molokai.MOLOKAI, COLONIA DI MORTENel 1870 padre Damiano assunse il suo ruolo di sacerdote e medico dei lebbrosi nelle colonie: il 10 maggio 1873 arrivò presso la colonia di Kalaupapa.Il primo impatto con la realtà di Molokai fu terrificante: non esisteva nessuna legge, donne e bambini erano costretti alla prostituzione, i malati venivano abbandonati senza cure in una specie di ospedale dove i medici erano lebbrosi a loro volta, i morti erano lasciati insepolti.Il vescovo Maigret presentò Damiano ai coloni come un padre, e aggiunse, che li avrebbe amati a tal punto che non avrebbe esitato a divenire uno di loro: "vivere e morire con loro". I lebbrosi che vivevano nella colonia di Kalaupapa erano oltre 600. La prima cosa che fece Damiano fu di costruire una chiesa e di stabilire la parrocchia di Santa Filomena. Passava per i villaggi battezzando e promuovendo il culto al SS.mo Sacramento, del quale diceva: "Senza la presenza costante del nostro Divino Maestro nella mia povera cappella, io non avrei mai potuto perseverare, condividendo la mia sorte con quella dei lebbrosi di Molokai".Non fu solo un sacerdote; svolse bene anche il ruolo di dottore: curò ulcere, costruì case e letti, costruì bare e scavò tombe. Quella di Kalaupapa è stata definita una "colonia di morte", dove molte persone furono costrette a lottare per sopravvivere, dimenticate dal governo: l'arrivo di Damiano fu considerato una svolta per la comunità.Sotto la sua direzione, la comunità si dotò di leggi che regolassero la vita comune, costruì capanne e case decorose anche esteticamente, eresse scuole e creò fattorie, costruì cappelle, un orfanotrofio, refettori e dormitori.CAVALIERE DELL'ORDINE DI KALĀKAUARe Kalākaua delle Hawaii insignì padre Damiano del grado di Commendatore dell'Ordine reale di Kalākaua I e, quando la principessa Lili'uokalani visitò la colonia per consegnargli le insegne dell'onorificenza, rimase profondamente turbata nel vedere lo stato in cui vivevano i lebbrosi, tanto che non riuscì a completare il discorso ufficiale.Fu proprio la principessa a far conoscere al mondo i meriti del religioso: la sua fama si diffuse in Europa e negli Stati Uniti ed anche i protestanti americani e la Chiesa d'Inghilterra elargirono grandi somme di denaro per il missionario.Nel dicembre del 1884 Damiano, mettendo a bagno i suoi piedi nell'acqua calda, non poté sentirne il calore: si accorse così di aver contratto la lebbra.Nonostante la scoperta continuò a lavorare attivamente per portare a fine i suoi progetti fino alla morte: fu raggiunto comunque da quattro collaboratori: il sacerdote Luigi Lambert Conrardy, madre Marianna Cope, superiora delle suore francescane di Syracuse, Joseph Dutton, soldato americano in congedo, ritiratosi a causa di un matrimonio fallito per alcolismo e James Sinnett, infermiera di Chicago.Padre Damiano morì di lebbra nel 1889, all'età di 49 anni: fu prima seppellito a Molokai. Fu riportato in patria soltanto nel 1936 dalla goletta Mercator e il suo corpo fu trasferito a Lovanio (Belgio) vicino al villaggio in cui nacque.Padre Damiano è stato beatificato a Bruxelles da papa Giovanni Paolo II il 3 giugno 1995 e canonizzato da papa Benedetto XVI l'11 ottobre 2009.
Retransmisión en directo del Martes Santo en Jaén en el año 2023. Hermandades del Divino Maestro, Clemencia y Humildad y Silencio.
Retransmisión en directo del Martes Santo en Jaén en el año 2023. Hermandades del Divino Maestro, Clemencia y Humildad y Silencio.
Seguimos descontando miércoles a la Cuaresma. Hoy recibimos en los estudios de Radio Jaén - Cadena SER a Javier Jiménez, Hermano Mayor de la Hermandad Misionera del Divino Maestro. Repasamos la actualidad de la hermandad y sus proyectos de futuro, entre los que destaca la realización del paso de palio para María Santísima del Amor. Francisco Cubero nos traslada en directo a la Casa de Hermandad de la Buena Muerte, donde Raquel Hernández, su Hermana Mayor, nos detalla proyectos tan importantes como la restauración del grupo escultórico de Jesús Descendido de la Cruz, o la digitalización del archivo documental de la Hermandad. Además las noticias cofrades, la agenda, y la tertulia, poniendo el foco en la previsión de hermanos de luz y en el estado de las obras en la calle Maestra.
1. Cristo es la luz de los pueblos. Por ello este sacrosanto Sínodo, reunido en el Espíritu Santo, desea ardientemente iluminar a todos los hombres, anunciando el Evangelio a toda criatura (cf. Mc 16,15) con la claridad de Cristo, que resplandece sobre la faz de la Iglesia. Y porque la Iglesia es en Cristo como un sacramento, o sea signo e instrumento de la unión íntima con Dios y de la unidad de todo el género humano, ella se propone presentar a sus fieles y a todo el mundo con mayor precisión su naturaleza y su misión universal, abundando en la doctrina de los concilios precedentes. Las condiciones de nuestra época hacen más urgente este deber de la Iglesia, a saber, el que todos los hombres, que hoy están más íntimamente unidos por múltiples vínculos sociales técnicos y culturales, consigan también la plena unidad en Cristo.
El Domingo pasado la Liturgia nos presentó a Jesus inaugurando su ministerio público en Cafarnaún, comenzando su predicación con el mensaje de la conversión "Convertíos porque está cerca el Reino de Dios." Y hoy vemos a Jesús el Divino Maestro como buen pedagogo sabe muy bien que si hay algo que deseamos tanto es la dicha, la felicidad y por eso comienza su sermón de las Bienaventuranzas con la palabra dichosos, felices sabiendo que Dios nos ha creado para el gozo pleno, la felicidad, la vida verdadera. Y las Bienaventuranzas nos trazan el camino que conduce a esta dicha sin fin. Y los candidatos a esta verdadera felicidad del Reino son primeramente los pobres y los humildes aquellos que acogen el mensaje de la Palabra y la practican y nosotros cuando sabemos hacer nuestro el mensaje de las Bienaventuranzas en nuestra vida diaria. Feliz Semana y manos a la obra. Bendiciones, Hna. Maria Ruth Radio Paulinas Boston
1. El Sacrosanto Concilio ha enseñado ya en la Constitución que comienza "Lumen gentium", que la prosecución de la caridad perfecta por la práctica de los consejos evangélicos tiene su origen en la doctrina y en los ejemplos del Divino Maestro y que ellas se presenta como preclaro signo del Reino de los cielos. Se propone ahora tratar de la disciplina de los Institutos cuyos miembros profesan castidad, pobreza y obediencia, y proveer a las necesidades de los mismos en conformidad con las exigencias de nuestro tiempo.Ya desde los orígenes de la Iglesia hubo hombres y mujeres que se esforzaron por seguir con más libertad a Cristo por la práctica de los consejos evangélicos y, cada uno según su modo peculiar, llevaron una vida dedicada a Dios, muchos de los cuales bajo la inspiración del Espíritu Santo, o vivieron en la soledad o erigieron familias religiosas a las cuales la Iglesia, con su autoridad, acogió y aprobó de buen grado. De donde, por designios divinos, floreció aquella admirable variedad de familias religiosas que en tan gran manera contribuyó a que la Iglesia no sólo estuviera equipada para toda obra buena (Cf. Tim., 3,17) y preparada para la obra del ministerio en orden a la edificación del Cuerpo de Cristo, sino también a que, hermoseada con los diversos dones de sus hijos, se presente como esposa que se engalana para su Esposo, y por ella se ponga de manifiesto la multiforme sabiduría de Dios...
1. El Sacrosanto Concilio ha enseñado ya en la Constitución que comienza "Lumen gentium", que la prosecución de la caridad perfecta por la práctica de los consejos evangélicos tiene su origen en la doctrina y en los ejemplos del Divino Maestro y que ellas se presenta como preclaro signo del Reino de los cielos. Se propone ahora tratar de la disciplina de los Institutos cuyos miembros profesan castidad, pobreza y obediencia, y proveer a las necesidades de los mismos en conformidad con las exigencias de nuestro tiempo.Ya desde los orígenes de la Iglesia hubo hombres y mujeres que se esforzaron por seguir con más libertad a Cristo por la práctica de los consejos evangélicos y, cada uno según su modo peculiar, llevaron una vida dedicada a Dios, muchos de los cuales bajo la inspiración del Espíritu Santo, o vivieron en la soledad o erigieron familias religiosas a las cuales la Iglesia, con su autoridad, acogió y aprobó de buen grado. De donde, por designios divinos, floreció aquella admirable variedad de familias religiosas que en tan gran manera contribuyó a que la Iglesia no sólo estuviera equipada para toda obra buena (Cf. Tim., 3,17) y preparada para la obra del ministerio en orden a la edificación del Cuerpo de Cristo, sino también a que, hermoseada con los diversos dones de sus hijos, se presente como esposa que se engalana para su Esposo, y por ella se ponga de manifiesto la multiforme sabiduría de Dios...
1. El Sacrosanto Concilio ha enseñado ya en la Constitución que comienza "Lumen gentium", que la prosecución de la caridad perfecta por la práctica de los consejos evangélicos tiene su origen en la doctrina y en los ejemplos del Divino Maestro y que ellas se presenta como preclaro signo del Reino de los cielos. Se propone ahora tratar de la disciplina de los Institutos cuyos miembros profesan castidad, pobreza y obediencia, y proveer a las necesidades de los mismos en conformidad con las exigencias de nuestro tiempo.Ya desde los orígenes de la Iglesia hubo hombres y mujeres que se esforzaron por seguir con más libertad a Cristo por la práctica de los consejos evangélicos y, cada uno según su modo peculiar, llevaron una vida dedicada a Dios, muchos de los cuales bajo la inspiración del Espíritu Santo, o vivieron en la soledad o erigieron familias religiosas a las cuales la Iglesia, con su autoridad, acogió y aprobó de buen grado. De donde, por designios divinos, floreció aquella admirable variedad de familias religiosas que en tan gran manera contribuyó a que la Iglesia no sólo estuviera equipada para toda obra buena (Cf. Tim., 3,17) y preparada para la obra del ministerio en orden a la edificación del Cuerpo de Cristo, sino también a que, hermoseada con los diversos dones de sus hijos, se presente como esposa que se engalana para su Esposo, y por ella se ponga de manifiesto la multiforme sabiduría de Dios...
1. El Sacrosanto Concilio ha enseñado ya en la Constitución que comienza "Lumen gentium", que la prosecución de la caridad perfecta por la práctica de los consejos evangélicos tiene su origen en la doctrina y en los ejemplos del Divino Maestro y que ellas se presenta como preclaro signo del Reino de los cielos. Se propone ahora tratar de la disciplina de los Institutos cuyos miembros profesan castidad, pobreza y obediencia, y proveer a las necesidades de los mismos en conformidad con las exigencias de nuestro tiempo.Ya desde los orígenes de la Iglesia hubo hombres y mujeres que se esforzaron por seguir con más libertad a Cristo por la práctica de los consejos evangélicos y, cada uno según su modo peculiar, llevaron una vida dedicada a Dios, muchos de los cuales bajo la inspiración del Espíritu Santo, o vivieron en la soledad o erigieron familias religiosas a las cuales la Iglesia, con su autoridad, acogió y aprobó de buen grado. De donde, por designios divinos, floreció aquella admirable variedad de familias religiosas que en tan gran manera contribuyó a que la Iglesia no sólo estuviera equipada para toda obra buena (Cf. Tim., 3,17) y preparada para la obra del ministerio en orden a la edificación del Cuerpo de Cristo, sino también a que, hermoseada con los diversos dones de sus hijos, se presente como esposa que se engalana para su Esposo, y por ella se ponga de manifiesto la multiforme sabiduría de Dios...
1. El Sacrosanto Concilio ha enseñado ya en la Constitución que comienza "Lumen gentium", que la prosecución de la caridad perfecta por la práctica de los consejos evangélicos tiene su origen en la doctrina y en los ejemplos del Divino Maestro y que ellas se presenta como preclaro signo del Reino de los cielos. Se propone ahora tratar de la disciplina de los Institutos cuyos miembros profesan castidad, pobreza y obediencia, y proveer a las necesidades de los mismos en conformidad con las exigencias de nuestro tiempo.Ya desde los orígenes de la Iglesia hubo hombres y mujeres que se esforzaron por seguir con más libertad a Cristo por la práctica de los consejos evangélicos y, cada uno según su modo peculiar, llevaron una vida dedicada a Dios, muchos de los cuales bajo la inspiración del Espíritu Santo, o vivieron en la soledad o erigieron familias religiosas a las cuales la Iglesia, con su autoridad, acogió y aprobó de buen grado. De donde, por designios divinos, floreció aquella admirable variedad de familias religiosas que en tan gran manera contribuyó a que la Iglesia no sólo estuviera equipada para toda obra buena (Cf. Tim., 3,17) y preparada para la obra del ministerio en orden a la edificación del Cuerpo de Cristo, sino también a que, hermoseada con los diversos dones de sus hijos, se presente como esposa que se engalana para su Esposo, y por ella se ponga de manifiesto la multiforme sabiduría de Dios...
1. El Sacrosanto Concilio ha enseñado ya en la Constitución que comienza "Lumen gentium", que la prosecución de la caridad perfecta por la práctica de los consejos evangélicos tiene su origen en la doctrina y en los ejemplos del Divino Maestro y que ellas se presenta como preclaro signo del Reino de los cielos. Se propone ahora tratar de la disciplina de los Institutos cuyos miembros profesan castidad, pobreza y obediencia, y proveer a las necesidades de los mismos en conformidad con las exigencias de nuestro tiempo.Ya desde los orígenes de la Iglesia hubo hombres y mujeres que se esforzaron por seguir con más libertad a Cristo por la práctica de los consejos evangélicos y, cada uno según su modo peculiar, llevaron una vida dedicada a Dios, muchos de los cuales bajo la inspiración del Espíritu Santo, o vivieron en la soledad o erigieron familias religiosas a las cuales la Iglesia, con su autoridad, acogió y aprobó de buen grado. De donde, por designios divinos, floreció aquella admirable variedad de familias religiosas que en tan gran manera contribuyó a que la Iglesia no sólo estuviera equipada para toda obra buena (Cf. Tim., 3,17) y preparada para la obra del ministerio en orden a la edificación del Cuerpo de Cristo, sino también a que, hermoseada con los diversos dones de sus hijos, se presente como esposa que se engalana para su Esposo, y por ella se ponga de manifiesto la multiforme sabiduría de Dios...
Retransmisión en directo del Martes Santo en Jaén en el año 2022. Hermandades de Divino Maestro, Clemencia y Silencio. Divino Maestro y Clemencia suspenden su estación de penitencia.
www.alfayomega.pe av. jose galvez 1775 lince El autor de la Majestuosa Divina Ciencia responde al nombre terrenal de Luis Antonio Soto Romero. El hermanito Luis, como se le conocía en Lima, nació un 26 de Noviembre de 1931, en la 2da Región de Antofagasta (Chile), sus padres terrenales fueron Desiderio Soto y Celinda Romero. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/pablo-majuan/message Support this podcast: https://anchor.fm/pablo-majuan/support
Recibimos en el estudio a Eduardo de Miguel Párraga, Hermano Mayor de la Hermandad del Divino Maestro, para que nos cuente cómo han recibidos sus cofrades a la Virgen del Amor. Además, el imaginero Antonio José Martínez Rodríguez nos cuenta qué ha querido transmitir con su hechura. De la mano de nuestro compañero Fran Cubero nos trasladamos a la Santa Iglesia Catedral para visitar la exposición "Misericordia Crucifixa" justo tras su inauguración. Además el repaso a la actualidad y la tertulia.
El día 26 de noviembre próximo se cumple el cincuenta aniversario de la muerte del Beato Santiago Alberione, fundador de la Familia religiosa Paulina. La Familia Paulina celebra hoy, último domingo de octubre, la solemnidad de Jesucristo, Divino Maestro, aprobada oficialmente por la Santa Sede el 20 de enero de 1958 e incluida en las Constituciones de la Sociedad de San Pablo el 24 de septiembre del mismo año, a petición expresa del Fundador a la Santa Sede. Radio Nacional de España transmite la Misa de este domingo treinta y uno del tiempo ordinario desde la Casa Provincial de la Sociedad de San Pablo (los Religiosos Paulinos). Escuchar audio
26 DE OCTUBRE - FIESTA DE JESÚS DIVINO MAESTRO
Entrevistamos al presidente de Alfa y Omega Antonio Córdoba donde nos cuenta la vivencia que vivió con Luis Antonio soto romero un padre solar extraterrestre del macrocosmos
Conectamos con el Colegio “Divino Maestro”, de las Religiosas Misioneras del Divino Maestro, en Madrid. Hoy es el Domingo de Pentecostés. Hoy es el Día de la Acción Católica y del Apostolado Seglar. “Los sueños se construyen juntos” es el leitmotiv de la Jornada. Este lema se inspira en el Congreso de Laicos, celebrado en febrero del año 2020, y en la carta encíclica “Fratelli tutti” del Papa Francisco. “Nadie puede pelear la vida aisladamente –escribe el Papa en la encíclica- Se necesita una co munidad que nos sostenga, que nos ayude y en la que nos ayudemos unos a otros a mirar hacia delante… Solos se corre el riesgo de tener espejismos, en los que ves lo que no hay; los sueños se construyen juntos”. Escuchar audio
En el día del maestro felicitamos a todos los maestros que en estas fechas se han visto desafiados para sacar adelante a sus estudiantes. La Iglesia nos propone a Jesús como aquel Maestro perfecto que nos enseña lo esencial de la vida. Escuchemos estas reflexiones que nos dan Oscar Reyes y el P. José Antonio Martínez Ortiz.
Es difícil encontrar palabras adecuadas que logren expresar mi gratitud a la vida por el don que me reservó: La oportunidad de absorber el conocimiento espiritual del Yoga de un verdadero Divino Maestro en las alturas del Himalaya, donde pude practicar durante dieciséis años. Hoy les cuento de mi primer encuentro con el Mahavatar Babaji en su ashram en Haidakhan… son miles las historias mágicas de enseñanzas y armonía divina que viví con Él… que les contaré en varios podcasts para que ustedes también puedan encontrar inspiración a los pies de un verdadero Guru. !Acompáñanos!
VIDEO: Schegge di Vangelo ➜ https://www.youtube.com/watch?v=IAElkvCsan0&list=PLgMdR9w-900kJACstaBTxtpCHnHN-w3tPTESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6535LA RESURREZIONE, LA MADDALENA E SAN PIETRO di Roberto de MatteiVorrei proporre alcune riflessioni sulla Resurrezione del Signore, tratte dalle meditazioni del venerabile padre Luis de la Puente (1554-1624), conosciuto in italiano come Ludovico da Ponte. Queste riflessioni riguardano non la Resurrezione in sé stessa, ma la sua manifestazione al mondo, affinché gli uomini ne traessero il maggior frutto. Cristo, dice il padre Da Ponte, manifestò in tre modi la sua Resurrezione.Il primo modo fu per mezzo dei santi che risuscitarono con lui, i quali, come dice san Matteo, usciti dai loro sepolcri, dopo la Resurrezione del Signore, vennero alla città di Gerusalemme, e apparvero a molti (Mt 27, 53), predicando loro che quello era il vero Messia, Re di Israele e Salvatore del mondo. Ed è da credere che tra gli altri apparissero a Giuseppe di Arimatea e a Nicodemo, consolandoli e confermandoli nella fede del loro Maestro.Il secondo modo fu attraverso gli Angeli, i quali manifestarono la sua Resurrezione alle pie Donne che andavano al sepolcro, per ungere il suo Corpo, dando loro notizia dell'accaduto, e mostrando loro il Sepolcro già vuoto.Ma non contento di questi annunci, Nostro Signore volle manifestarsi da sé stesso in Persona, ai suoi amici, rimanendo nel mondo alcuni giorni, per confortarli e affinché essi stessi potessero predicare la sua Resurrezione come testimoni oculari (Atti 1, 3). Egli rimase dunque quaranta giorni sulla terra, per purificarla con la sua presenza e mostrare che non aveva dimenticato nella prosperità quelli che lo avevano accompagnato nelle avversità.LE TRE VIE DI GESÙ PER MANIFESTARE I MISTERIDa ciò deriva, come osserva il padre Da Ponte, che Gesù ha tre vie per manifestare i suoi misteri alle persone spirituali.La prima è per mezzo degli uomini santi, che conoscono per esperienza la santità e le grandezze di Dio e con santo zelo mostrano agli altri quello che sanno, affinché Dio sia conosciuto e glorificato.La seconda via è per mezzo degli Angeli, che con le loro segrete ispirazioni ci illuminano, ci insegnano, ci consolano e ci aiutano ad eliminare gli ostacoli che ci impediscono di godere di Gesù Cristo.La terza via è Gesù stesso, che ci parla al cuore e ci testimonia la sua Divina Presenza. Egli lo fa con i suoi più devoti ed amati discepoli, adempiendo con essi quello che disse nell'Ultima Cena. "Colui che mi ama sarà amato dal mio Padre, e io pure l'amerò e gli manifesterò me stesso" (Gv 14, 21).Comprendiamo così come la prima apparizione che Gesù volle fare dopo la Resurrezione fu alla creatura che più amava, la sua santissima Madre, la sola che, pur nella profonda afflizione, conservava integra la fede nella Resurrezione.È difficile immaginare gli scambi di parole e di affetti che la Madre e il Figlio ebbero in questo straordinario incontro. Gesù Le rivelò certo molte cose del futuro, ma Le chiese anche di mantenere il segreto con gli Apostoli.LA PRIMA DONNAMa prima degli Apostoli, Egli volle manifestare la sua Resurrezione alle pie Donne che fino alla sepoltura del suo corpo non lo avevano mai abbandonato. Il Vangelo racconta infatti che Maria Maddalena, Maria di Cleofa e Salomé (Mc, 16,1), si recarono al Sepolcro, dove trovarono l'Angelo, che annunciò la Resurrezione del Signore, dicendo loro di andare a comunicarlo agli Apostoli. Giunte infatti le Donne dove stavano i Discepoli, come dice san Marco, mesti e lagrimevoli (Mc 16, 10), e facendo loro l'ambasciata degli angeli, questi non credettero loro, anzi, come dice san Luca, le parole delle pie Donne parvero loro deliri e sogni (Lc 24, 11), e anche quando la Maddalena aggiunse che aveva ella stessa veduto con i propri occhi Cristo risorto, non le credettero (Mc 16, 11).Il venerabile Da Ponte osserva che da questo episodio dobbiamo imparare a trovare l'equilibrio tra due errori, perché "non è minor errore chiamare vaneggiamento della immaginazione la rivelazione di Dio, di quanto non lo sia chiamare rivelazione di Dio il vaneggiamento della immaginazione".Ma fa riflettere soprattutto il fatto che la prima creatura a cui Nostro Signore apparve, dopo la Madonna, fu una peccatrice pentita. L'amore della Maddalena per Gesù fu non solo ardente, ma perseverante. Quando le altre pie Donne si allontanarono dal Sepolcro, accontentandosi di quanto aveva detto loro l'Angelo e per quanto anche san Pietro e san Giovanni se ne tornassero a casa, bastando loro di aver visto le fasce, Lei rimase, in lacrime, perché non trovava consolazione nelle creature e il Signore le apparve. Qui, osserva il padre Da Ponte, dobbiamo considerare l'infinita carità del Redentore nell'onorare i peccatori convertiti, scegliendo come primo testimone della sua Resurrezione una donna in cui avevano abitato sette demoni (Lc 8,2), cioè i sette peccati mortali che da questi demoni derivavano e ciò perché si comprendesse che il numero e la gravità dei peccati commessi non pregiudica la salvezza, quando questi peccati vengono riparati con penitenza e fervore.IL PRIMO UOMOPietro e Paolo corsero al sepolcro, dove non trovarono il corpo di Gesù, ma le fasce che lo avevano avvolto. I due apostoli tornarono a casa, ma mentre san Pietro stava pensieroso, riflettendo su quello che aveva veduto, gli apparve Cristo. Secondo le parole di san Luca: "Surrexit Dominus vere, et apparuit Simoni": Cristo è veramente risuscitato e apparve a Simone (Lc 24, 34).Anche Giovanni era andato al sepolcro, ma Gesù apparve solo a Pietro, affinché si veda, secondo il venerabile Da Ponte, che spesso si fanno favori maggiori ai peccatori davvero pentiti, come erano Pietro e la Maddalena, piuttosto che ai Giusti che non peccarono mai: e così, non senza mistero, il primo uomo e la prima donna tra quelli a cui, secondo il Vangelo, Gesù Cristo apparve, furono peccatori, affinché "dove abbondò il delitto, ivi abbondasse molto di più la grazia", come insegna san Paolo (Rm 5, 20).Fa riflettere anche il fatto che Pietro, che lo aveva rinnegato, era proprio colui che Gesù aveva scelto come suo Vicario sulla terra. Ma, a differenza dell'altro traditore, Giuda, Pietro si pentì e sparse calde lacrime. Era giusto dunque che, malgrado i suoi precedenti peccati, essendo il capo della Chiesa, fosse il primo a godere dell'apparizione del Divino Maestro.Oggi la Chiesa vive una terribile ora di Passione e il mondo è immerso nel peccato. Il venerabile Da Ponte, con le sue meditazioni, ci invita a pregare in modo particolare la Maddalena e san Pietro affinché aiutino ognuno di noi, peccatori, ad amare intensamente la Chiesa, e aiutino chi è ai vertici della Chiesa, a guidarla seguendo con fedeltà le parole di Cristo.La Resurrezione del Signore e il Suo insegnamento rimane il fondamento della nostra fede e i santi continuano ad essere il nostro esempio.
Las hermandades del Divino Maestro, Clemencia y Silencio tienen el protagonismo en la tarde del Martes Santo jiennense.
Desde la Diócesis de Tui-Vigo, a través de la Vicaría de Pastoral y la delegación de Medios de Comunicación Social, te proponemos este itinerario de espiritualidad para rezar con el Evangelio de cada día desde la Cuaresma hasta Pentecostés. Reflexión escrita por el sacerdote diocesano Ángel Carnicero. Música © Mingos Lorenzo. _______________ La imagen de Jesús como Maestro es muy sugerente. Este tiempo de cuaresma que estamos viviendo es una gran oportunidad para volver a redescubrirnos como sus discípulos. En una época como la nuestra en la que todos, tratando de enseñar a los demás, incurrimos en no pocas ambigüedades e incoherencias, el modo de enseñar del Señor resulta especialmente luminoso. Un Maestro que enseña con su vida, una vida que pilota en torno al servicio, a la compasión, a la ofrenda cotidiana de la propia vida, donde el otro es el importante. Hoy somos invitados a dejar que el Espíritu Santo desenmascare en nosotros todas las actitudes fariseas que nos habitan, que nos impulsan al afán por trepar a las cátedras del éxito, de la apariencia y del reconocimiento. Jesús nos presenta hoy, como alternativa, su propia cátedra, tiene forma de Cruz, y en ella las lecciones que se imparten llevan el sello de la humildad y de la proexistencia. ¡Matriculémonos una vez más en la escuela del Divino Maestro! ¡Con Él aprenderemos el sentido de la Vida Verdadera!
Today we play SuperMarket Sweep and What's Trending con Moka Laguna. Padre Pio Letter: Afrontemos entonces las pruebas actuales a las que nos somete la Divina Providencia, pero no nos desanimemos ni nos desanimemos. Luchemos duro y nos llevaremos el premio que Dios ha reservado para las almas fuertes. Recuerda, hija mía, las palabras del Divino Maestro a sus apóstoles, que hoy nos dirige: “No se turbe vuestro corazón” [Juan 14: 1]. Sí, hijita, no dejes que tu corazón se turbe en la hora de la prueba, porque Jesús lo ha prometido (1918 Edad de 31) Let us then face the present trials to which Divine Providence subjects us, but let us not lose heart or be discouraged. Let us fight hard, and we will carry off the prize that God has stored up for strong souls. Remember, my daughter, the words of the Divine Master to his apostles, which he directs to us today: “Let not your hearts be troubled” [John 14:1]. Yes, little daughter, do not let your heart be in turmoil in the hour of trial, because Jesus has promised (1918 Age of 31) Please follow us on instagram as @SomosIncorrupto
Marcha a ejecutarse en el turno #19 del Cortejo de Santo entierro --- Send in a voice message: https://anchor.fm/cristo-del-amor/message
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6060INDULGENZE E CONFESSIONE DURANTE IL CORONAVIRUS di Penitenzieria Apostolica«Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12). Le parole scritte da San Paolo alla Chiesa di Roma risuonano lungo l'intera storia della Chiesa e orientano il giudizio dei fedeli di fronte ad ogni sofferenza, malattia e calamità.Il momento presente in cui versa l'intera umanità, minacciata da un morbo invisibile e insidioso, che ormai da tempo è entrato prepotentemente a far parte della vita di tutti, è scandito giorno dopo giorno da angosciose paure, nuove incertezze e soprattutto diffusa sofferenza fisica e morale.La Chiesa, sull'esempio del suo Divino Maestro, ha avuto da sempre a cuore l'assistenza agli infermi. Come indicato da San Giovanni Paolo II, il valore della sofferenza umana è duplice: «È soprannaturale, perché si radica nel mistero divino della redenzione del mondo, ed è, altresì, profondamente umano, perché in esso l'uomo ritrova se stesso, la propria umanità, la propria dignità, la propria missione» (Lett. Ap. Salvifici doloris, 31).Anche Papa Francesco, in questi ultimi giorni, ha manifestato la sua paterna vicinanza e ha rinnovato l'invito a pregare incessantemente per gli ammalati di Coronavirus.IL DONO DELLE INDULGENZEAffinché tutti coloro che soffrono a causa del Covid-19, proprio nel mistero di questo patire possano riscoprire «la stessa sofferenza redentrice di Cristo» (ibid., 30), questa Penitenzieria Apostolica, ex auctoritate Summi Pontificis, confidando nella parola di Cristo Signore e considerando con spirito di fede l'epidemia attualmente in corso, da vivere in chiave di conversione personale, concede il dono delle Indulgenze a tenore del seguente dispositivo.Si concede l'Indulgenza plenaria ai fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell'autorità sanitaria negli ospedali o nelle proprie abitazioni se, con l'animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa, alla recita del Santo Rosario, alla pia pratica della Via Crucis o ad altre forme di devozione, o se almeno reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile.Gli operatori sanitari, i familiari e quanti, sull'esempio del Buon Samaritano, esponendosi al rischio di contagio, assistono i malati di Coronavirus secondo le parole del divino Redentore: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13), otterranno il medesimo dono dell'Indulgenza plenaria alle stesse condizioni.LA PREGHIERA PER GLI AFFLITTIQuesta Penitenzieria Apostolica, inoltre, concede volentieri alle medesime condizioni l'Indulgenza plenaria in occasione dell'attuale epidemia mondiale, anche a quei fedeli che offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l'adorazione eucaristica, o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz'ora, o la recita del Santo Rosario, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell'epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha chiamato a sé.La Chiesa prega per chi si trovasse nell'impossibilità di ricevere il sacramento dell'Unzione degli infermi e del Viatico, affidando alla Misericordia divina tutti e ciascuno in forza della comunione dei santi e concede al fedele l'Indulgenza plenaria in punto di morte, purché sia debitamente disposto e abbia recitato abitualmente durante la vita qualche preghiera (in questo caso la Chiesa supplisce alle tre solite condizioni richieste). Per il conseguimento di tale indulgenza è raccomandabile l'uso del crocifisso o della croce (cf. Enchiridion indulgentiarum, n.12).La Beata sempre Vergine Maria, Madre di Dio e della Chiesa, Salute degli infermi e Aiuto dei cristiani, Avvocata nostra, voglia soccorrere l'umanità sofferente, respingendo da noi il male di questa pandemia e ottenendoci ogni bene necessario alla nostra salvezza e santificazione. [...]Dato in Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 19 marzo 2020,Solennità di San Giuseppe, Sposo della B.V. Maria, Patrono della Chiesa Universale.Nota di BastaBugie: il card. Mauro Piacenza, nella sua carica di Penitenziere Maggiore, ha firmato lo stesso giorno del decreto sopra riportato anche una nota dal titolo "Io sono con voi tutti i giorni (Mt 28,20)" riguardante il sacramento della confessione nell'attuale situazione di pandemia.Ecco il testo completo pubblicato dal Sito del Vaticano il 19 marzo 2020:La gravità delle attuali circostanze impone una riflessione sull'urgenza e la centralità del sacramento della Riconciliazione, unitamente ad alcune necessarie precisazioni, sia per i fedeli laici, sia per i ministri chiamati a celebrare il sacramento.Anche in tempo di Covid-19, il sacramento della Riconciliazione viene amministrato a norma del diritto canonico universale e secondo quanto disposto nell'Ordo Paenitentiae.La confessione individuale rappresenta il modo ordinario per la celebrazione di questo sacramento (cf. can. 960 CIC), mentre l'assoluzione collettiva, senza la previa confessione individuale, non può essere impartita se non laddove ricorra l'imminente pericolo di morte, non bastando il tempo per ascoltare le confessioni dei singoli penitenti (cf. can. 961, § 1 CIC), oppure una grave necessità (cf. can. 961, § 1, 2° CIC), la cui considerazione spetta al Vescovo diocesano, tenuto conto dei criteri concordati con gli altri membri della Conferenza Episcopale (cf. can. 455, § 2 CIC) e ferma restando la necessità, per la valida assoluzione, del votum sacramenti da parte del singolo penitente, vale a dire il proposito di confessare a tempo debito i singoli peccati gravi, che al momento non era possibile confessare (cf. can. 962, § 1 CIC).Questa Penitenzieria Apostolica ritiene che, soprattutto nei luoghi maggiormente interessati dal contagio pandemico e fino a quando il fenomeno non rientrerà, ricorrano i casi di grave necessità, di cui al summenzionato can. 961, § 2 CIC.Ogni ulteriore specificazione è demandata dal diritto ai Vescovi diocesani, tenuto sempre conto del supremo bene della salvezza delle anime (cf. can. 1752 CIC).Qualora si presentasse la necessità improvvisa di impartire l'assoluzione sacramentale a più fedeli insieme, il sacerdote è tenuto a preavvertire, entro i limiti del possibile, il Vescovo diocesano o, se non potesse, ad informarlo quanto prima (cf. Ordo Paenitentiae, n. 32).Nella presente emergenza pandemica, spetta pertanto al Vescovo diocesano indicare a sacerdoti e penitenti le prudenti attenzioni da adottare nella celebrazione individuale della riconciliazione sacramentale, quali la celebrazione in luogo areato esterno al confessionale, l'adozione di una distanza conveniente, il ricorso a mascherine protettive, ferma restando l'assoluta attenzione alla salvaguardia del sigillo sacramentale ed alla necessaria discrezione.Inoltre, spetta sempre al Vescovo diocesano determinare, nel territorio della propria circoscrizione ecclesiastica e relativamente al livello di contagio pandemico, i casi di grave necessità nei quali sia lecito impartire l'assoluzione collettiva: ad esempio all'ingresso dei reparti ospedalieri, ove si trovino ricoverati i fedeli contagiati in pericolo di morte, adoperando nei limiti del possibile e con le opportune precauzioni i mezzi di amplificazione della voce, perché l'assoluzione sia udita.Si valuti la necessità e l'opportunità di costituire, laddove necessario, in accordo con le autorità sanitarie, gruppi di "cappellani ospedalieri straordinari", anche su base volontaria e nel rispetto delle norme di tutela dal contagio, per garantire la necessaria assistenza spirituale ai malati e ai morenti.Laddove i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l'assoluzione sacramentale, si ricorda che la contrizione perfetta, proveniente dall'amore di Dio amato sopra ogni cosa, espressa da una sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) e accompagnata dal votum confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali (cf. CCC, n. 1452).Mai come in questo tempo la Chiesa sperimenta la forza della comunione dei santi, innalza al suo Signore Crocifisso e Risorto voti e preghiere, in particolare il Sacrificio della Santa Messa, quotidianamente celebrato, anche senza popolo, dai sacerdoti.Come buona madre, la Chiesa implora il Signore perché l'umanità sia liberata da un tale flagello, invocando l'intercessione della Beata Vergine Maria, Madre di Misericordia e Salute degli infermi, e del suo Sposo San Giuseppe, sotto il cui patrocinio la Chiesa da sempre cammina nel mondo.Ci ottengano Maria Santissima e San Giuseppe abbondanti grazie di riconciliazione e di salvezza, in attento ascolto della Parola del Signore, che ripete oggi all'umanità: «Fermatevi e sappiate che io sono Dio» (Sal 46,11), «Io sono con voi tutti i giorni» (Mt 28,20).
En el segundo programa de esta Cuaresma hablamos con dos jóvenes cofradías para analizar el impulso y revulsivo que ha supuesto la llegada de nuevas corporaciones a la Semana Santa. Tras repasar la actualidad cofrades, hablamos con Eduardo de Miguel Párraga, hermano mayor del Divino Maestro, con quien charlamos del estreno de los apóstoles Santiago y San Juan, el itinerario del Martes Santo de 2019, el crecimiento de las filas de nazarenos y del proyecto de María Santísima del Amor. Después de las secciones Sonidos de Pasión y provincia cofrade, con Gabriel Escabias y Juanjo Armijo, respectivamente, recibimos en el Hotel Xauen a Alberto Amate, hermano mayor del Gran Poder, para que nos explique el cambio radical de itinerario y horarios para la próxima Madrugada del Viernes Santo, y el crecimiento de la hermandad de Peñamefécit un año después de su primera salida procesional. Por último, en el tiempo de tertulia debatimos si hay o no crisis de nazarenos en nuestra Semana Santa tomando como referencia el artículo publicado en la nueva revista de Pasión en Jaén.
El último programa de radio de la Cuaresma 2017 viene cargado de contenido, y es que a nuestro guión programado se le ha unido la actualidad. Así, recibimos a la Hermandad Misionera de Jesús Divino Maestro a menos de una semana de su primera salida procesional. Están representados por José Ramón Díaz, prioste de la Hermandad, y nuestro compañero Juanjo Armijo, en calidad de miembro de la Junta de Gobierno. También hablamos de gastronomía y cocina con una amiga, Carmina de Carmina en la cocina, quién fue nominada junto a nosotros a los premios Jaén en Positivo. Hablamos de la polémica de la Carrera Oficial, con las declaraciones del Presidente de la Agrupación a fecha de hoy miércoles 5 de abril por la noche. A todo ello le acompañan las secciones habituales.
San Andrés (cuyo nombre significa "varonil") nació en Betsaida, población de Galilea, situada a orillas del lago Genesaret. Era hijo del pescador Jonás y hermano de Simón Pedro. La familia tenía una casa en Cafarnaum, y en ella se hospedaba Jesús cuando predicaba en esta ciudad. Andrés tiene el honor de haber sido el primer discípulo que tuvo Jesús, junto con San Juan el evangelista. Los dos eran discípulos de Juan Bautista, y este al ver pasar a Jesús (cuando volvía el desierto después de su ayuno y sus tentaciones) exclamó: "He ahí el cordero de Dios". Andrés se emocionó al oír semejante elogio y se fue detrás de Jesús (junto con Juan Evangelista), Jesús se volvió y les dijo: "¿Qué buscan?". Ellos le dijeron: "Señor: ¿dónde vives?". Jesús les respondió: "Venga y verán". Y se fueron y pasaron con Él aquella tarde. Nuca jamás podría olvidar después Andrés el momento y la hora y el sitio donde estaban cuando Jesús les dijo: "Vengan y verán". Esa llamada cambió su vida para siempre. Andrés se fue luego donde su hermano Simón y le dijo: "Hemos encontrado al Salvador del mundo" y lo llevó a donde Jesús. Así le consiguió a Cristo un formidable amigo, el gran San Pedro. Al principio Andrés y Simón no iban con Jesús continuamente sino que acudían a escucharle siempre que podían, y luego regresaban a sus labores de pesca. Pero cuando el Salvador volvió a Galilea, encontró a Andrés y a Simón remendando sus redes y les dijo: "Vengan y me siguen", y ellos dejando a sus familias y a sus negocios y a sus redes, se fueron definitivamente con Jesús. Después de la pesca milagrosa, Cristo les dijo: "De ahora en adelante serán pescadores de almas". San AndrésEl día del milagro de la multiplicación de los panes, fue Andrés el que llevó a Jesús el muchacho que tenía los cinco panes. Andrés presenció la mayoría de los milagros que hizo Jesús y escuchó, uno por uno, sus maravillosos sermones. Vivió junto a Él por tres años. En el día de Pentecostés, Andrés recibió junto con la Virgen María y los demás Apóstoles, al Espíritu Santo en forma de lenguas de fuego, y en adelante se dedicó a predicar el evangelio con gran valentía y obrando milagros y prodigios. Un escrito que data del siglo III, el "Fragmento de Muratori" dice: "Al apóstol San Juan le aconsejaban que escribiera el Cuarto Evangelio. Él dudaba, pero le consultó al apóstol San Andrés, el cual le dijo: ‘Debe escribirlo. Y que los hermanos revisen lo que escriba'". Una tradición muy antigua cuenta que el apóstol Andrés fue crucificado en Patrás, capital de la provincia de Acaya, en Grecia. Que lo amarraron a una cruz en forma de X y que allí estuvo padeciendo durante tres días, los cuales aprovechó para predicar e instruir en la religión a todos los que se le acercaban. Dicen que cuando vio que le llevaban la cruz para martirizarlo, exclamó: "Yo te venero oh cruz santa que me recuerdas la cruz donde murió mi Divino Maestro. Mucho había deseado imitarlo a Él en este martirio. Dichosa hora en que tú al recibirme en tus brazos, me llevarán junto a mi Maestro en el cielo". La tradición coloca su martirio en el 30 de noviembre del año 63, bajo el imperio cruel de Nerón. Los videos se encuentran en www.magnificat.tv (fuente EWTN)
En el cuarto programa de la presente temporada de Radio Pasión en Jaén nos visitó Manuel Rico, recientemente elegido como nuevo Hermano Mayor de la Cofradía de la Buena Muerte. Con él hablamos sobre sus proyectos e ideas de futuro, incidiendo en temas de interés general como la presencia un año más de la Legión tras el Cristo de la Buena Muerte, o el posible cambio de horario e itinerario de la procesión en el Miércoles Santo. De una cofradía señera de nuestra Semana Santa pasamos a una emergente, y es que nos visitó por primera vez el Grupo Parroquial de la Sentencia, representado por su coordinador, Rafael López, y secretario, Luis Miguel Anguita. ¿Qué ha supuesto la llegada de la imagen de María Santísima de la Encarnación? ¿Cuál es el futuro de este grupo? Nos lo cuentan en la entrevista. En este programa estrenamos una nueva sección de vocabulario cofrade, que queremos sirva como pequeño homenaje a la memoria del ya desaparecido D. Luis Escalona. Serán los niños de primaria los que cada semana nos ofrezcan su definición de distintos términos cofrades. En esta primera entrega, les consultamos sobre «Gobernardor» y «Fabricano». Además contamos con las secciones habituales. Gabriel Escabias nos repasará la actualidad de la música cofrade, aprovechamos la visita de la Buena Muerte para recordar la leyenda de los angelitos de las Angustias en la sección «El Cajón de la Memoria», repasamos la actualidad y agenda cofrade, y reservamos el final del programa para nuestro tiempo de tertulia, hoy centrándonos en la ya confirmada salida de la Hermandad del Divino Maestro el Martes Santo de 2017 y en el I Encuentro de costaleras de Jaén. Minuto a minuto: - 00m00s Bienvenida y entrevista a Manuel Rico, nuevo Hermano Mayor de la Cofradía de la Buena Muerte. - 28m52s Actualidad de las formaciones musicales, con Gabriel Escabias. - 33m10s Nueva sección: Vocabulario cofrade desde la visión de los niños. - 37m45s Entrevista a Rafael López (coordinador) y Luis Miguel Anguita
El Colegio Divino Maestro abrió sus puertas a Radio Pasión en Jaén para dedicar un programa especial a la Hermandad del Lavatorio. La reciente bendición de Jesús Divino Maestro y San Pedro Apóstol bien merecían que el equipo de nuestra radio se desplazara hasta este centro educativo para examinarse con los profesores, padres y alumnos que conforman esta nueva cofradía de Pasión en la ciudad de Jaén. Hablamos con su Hermano Mayor y vice Hermano Mayor de los 8 años caminando hasta ser erigidos como Hermandad Diocesana, así como de los proyectos futuros de una cofradía que a poco, solo parece haber superado la Primaria. Con María Soledad Iglesias, Hermana Superiora de la Congregación de Religiosas del Divino Maestro en Jaén, pudimos conocer la vinculación de la Hermandad del Lavatorio con la Congregación y el colegio, y nos definió qué es el carisma misionero. Después, la sección Sonidos de Pasión se dedicó a la Banda de Música Blanco Nájera, formación nacida en el seno de este colegio del Divino Maestro y que junto a la Cofradía termina por cerrar un triángulo educativo que también enseña en valores. Francis Quesada tiró de memoria para reparsar los comienzos de esta hermandad y José Enrique Solas puso el epílogo lanzando el lema que ha tomado el Lavatorio del Divino Maestro: Discite a Me (Aprended de Mí).
San Andrés (cuyo nombre significa "varonil") nació en Betsaida, población de Galilea, situada a orillas del lago Genesaret. Era hijo del pescador Jonás y hermano de Simón Pedro. La familia tenía una casa en Cafarnaum, y en ella se hospedaba Jesús cuando predicaba en esta ciudad. Andrés tiene el honor de haber sido el primer discípulo que tuvo Jesús, junto con San Juan el evangelista. Los dos eran discípulos de Juan Bautista, y este al ver pasar a Jesús (cuando volvía el desierto después de su ayuno y sus tentaciones) exclamó: "He ahí el cordero de Dios". Andrés se emocionó al oír semejante elogio y se fue detrás de Jesús (junto con Juan Evangelista), Jesús se volvió y les dijo: "¿Qué buscan?". Ellos le dijeron: "Señor: ¿dónde vives?". Jesús les respondió: "Venga y verán". Y se fueron y pasaron con Él aquella tarde. Nuca jamás podría olvidar después Andrés el momento y la hora y el sitio donde estaban cuando Jesús les dijo: "Vengan y verán". Esa llamada cambió su vida para siempre. Andrés se fue luego donde su hermano Simón y le dijo: "Hemos encontrado al Salvador del mundo" y lo llevó a donde Jesús. Así le consiguió a Cristo un formidable amigo, el gran San Pedro. Al principio Andrés y Simón no iban con Jesús continuamente sino que acudían a escucharle siempre que podían, y luego regresaban a sus labores de pesca. Pero cuando el Salvador volvió a Galilea, encontró a Andrés y a Simón remendando sus redes y les dijo: "Vengan y me siguen", y ellos dejando a sus familias y a sus negocios y a sus redes, se fueron definitivamente con Jesús. Después de la pesca milagrosa, Cristo les dijo: "De ahora en adelante serán pescadores de almas". San AndrésEl día del milagro de la multiplicación de los panes, fue Andrés el que llevó a Jesús el muchacho que tenía los cinco panes. Andrés presenció la mayoría de los milagros que hizo Jesús y escuchó, uno por uno, sus maravillosos sermones. Vivió junto a Él por tres años. En el día de Pentecostés, Andrés recibió junto con la Virgen María y los demás Apóstoles, al Espíritu Santo en forma de lenguas de fuego, y en adelante se dedicó a predicar el evangelio con gran valentía y obrando milagros y prodigios. Un escrito que data del siglo III, el "Fragmento de Muratori" dice: "Al apóstol San Juan le aconsejaban que escribiera el Cuarto Evangelio. Él dudaba, pero le consultó al apóstol San Andrés, el cual le dijo: ‘Debe escribirlo. Y que los hermanos revisen lo que escriba'". Una tradición muy antigua cuenta que el apóstol Andrés fue crucificado en Patrás, capital de la provincia de Acaya, en Grecia. Que lo amarraron a una cruz en forma de X y que allí estuvo padeciendo durante tres días, los cuales aprovechó para predicar e instruir en la religión a todos los que se le acercaban. Dicen que cuando vio que le llevaban la cruz para martirizarlo, exclamó: "Yo te venero oh cruz santa que me recuerdas la cruz donde murió mi Divino Maestro. Mucho había deseado imitarlo a Él en este martirio. Dichosa hora en que tú al recibirme en tus brazos, me llevarán junto a mi Maestro en el cielo". La tradición coloca su martirio en el 30 de noviembre del año 63, bajo el imperio cruel de Nerón. Vidas de Santos y Beatos. Los videos se encuentran en www.magnificat.tv (fuente EWTN)