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Habemus podcast! CXCIV puntata di Anima Latina con il prof. Rocco Schembra, ideatore della “Notte Nazionale del Liceo Classico", che racconta con soddisfazione la vittoria del Liceo Classico Elsa Morante di Scampia (Napoli) che ha presentato il miglior progetto in occasione dell'edizione di quest'anno, e mons. Waldemar Turek, responsabile dell'Ufficio Lettere Latine vaticano, che mostra l'utilizzo da parte di Papa Leone di un'espressione tipica del suo predecessore "periferie esistenziali", in latino "suburbiorum existentiae". Ospiti: Mons. Waldemar Turek, responsabile dell'Ufficio Lettere Latine della Segreteria di Stato e docente di Lettere Cristiane e Classiche presso la Pontificia Università Salesiana Rocco Schembra, docente di Latino e Greco presso il Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale (CT), Ricercatore di Filologia classica presso l'Università di Torino, ideatore e coordinatore nazionale della “Notte Nazionale del Liceo Classico" Conducono: Fabius Colagrande & Maria Milvia Morciano Puoi ascoltare tutti i podcast di Radio Vaticana - Vatican News cliccando qui: vaticannews.va/it/podcast.html
Caterina Valriu Llinàs (Inca, 1960) va ser la primera conta-contes de les Illes. Però a més és doctora en Filologia i Antropologia, catedràtica de Filologia Catalana a la UIB i membre numerària de l'Institut d'Estudis Catalans i algú que ha fet un enorme treball d'investigació al voltant de la tradició oral i les llegendes populars. Si ens vols proposar alguna entrevista ho pots fer enviant un correu a aire@ib3radio.comSegueix-nos a: https://linktr.ee/aireib3
Saludos a todos los oyentes desde Chile, aprovechando a contar algunas noticias y anunciar las fechas de los eventos de El Libro Rojo en directo durante el mes de mayo en España: VALENCIA: 8 de mayo : 19:00 Espai Cultural de la Facultat de Filologia de la Universitat de València; con Ángel Narro. ¡¡ATENCIÓN!! Ojo porque en el audio digo varias veces "Filosofía y Letras" pero es la Facultat de Filologia. Fallo mío. MÁLAGA: 27 de mayo : 19:00 Rectorado de la Universidad de Málaga; con Gracia López-Anguita y Antonio de Diego BARCELONA: 1 de junio : 12:00 La Lleialtat Sansenca; con Silvia Tarragó, cerrando La Sibila Entrada libre y gratuita en todos hasta completar aforos.
Nicola Verderame"Il demone in noi"Sabahattin AliCarbonio Editorewww.carbonioeditore.itIstanbul, anni Trenta. Sul traghetto che attraversa il Bosforo, Ömer, giovane intellettuale, incontra Macide, studentessa di pianoforte al conservatorio, e se ne innamora all'istante. Una notte Macide decide di fuggire dalla casa dei parenti che la ospitano e Ömer la accoglie nella pensione dove vive, presentandola a tutti come sua moglie e introducendola nella sua cerchia di amici bohémien. Ma presto le ristrettezze economiche segnano il loro rapporto, mentre Ömer si convince sempre di più che il suo male di vivere sia colpa di un demone interiore…Sabahattin Ali ritrae con estrema finezza il profondo dissidio di Ömer, incapace di prendere in mano la propria vita, contrapposto alla figura di Macide, donna volitiva ed emancipata, sullo sfondo della Istanbul inquieta degli anni della Repubblica di Atatürk.Tradotto per la prima volta in italiano, un classico moderno della letteratura turca: un romanzo delicato e ammaliante che a quasi un secolo dalla sua pubblicazione si rivela ancora di sorprendente attualità.Sabahattin Ali (1907-1948) è uno degli autori turchi più letti e amati del Novecento. Arrestato più volte per propaganda comunista e vilipendio alla figura di Atatürk, a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta scrisse cinque raccolte di racconti, poesie, un dramma e tre romanzi: Yusuf di Kuyucak (1937), Il demone in noi (1940) e Madonna col cappotto di pelliccia (1943), che è un vero e proprio libro di culto in Turchia. Morì assassinato nel 1948 al confine con la Bulgaria mentre cercava di fuggire in Europa.Nicola Verderame ha insegnato Lingua turca all'università del Salento e Filologia turca presso l'università “L'Orientale” di Napoli, dove si è laureato in Studi Islamici. Ha conseguito un Research Master in Turkish Studies all'università di Leiden e il dottorato in Storia contemporanea alla Freie Universität Berlin. Nel 2018 ha vinto il Premio Nazionale di Traduzione del Ministero dei beni e delle attività culturali.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Francesco Zambon"I trovatori di Dante"Andrea Molesini Editore Veneziawww.molesinieditore.it«Poco vale ricchezzaSe la si usa a casaccioSenza legge e diritto!»Traduzione di Francesco ZambonCon un saggio di Claudia Di FonzoPer nessun “sì” darei il vostro “no”,Perciò muto sovente riso in pianto;Del mio dolore come un folle godoE della morte, se vi guardo in viso.E come il basilisco che con gioiaSi uccide contemplandosi allo specchio,Così voi siete per me specchio: quandoVi vedo e vi contemplo mi uccidete.Dante conobbe bene la poesia in lingua d'oc, una delle tre lingue – con la lingua d'oil e la lingua del sì, francese e italiano – che formano quello che egli definisce l'ydioma tripharium. Ed essi costituirono uno dei suoi modelli poetici fondamentali, dalla giovanile Vita nuova fino alla Commedia. Nel suo trattato di poetica, il De vulgari eloquentia, Dante cita a diverso titolo ben undici componimenti di sei trovatori diversi; alcuni testi sono allegati come esempi metrici o retorici, altri come espressione dei tre temi o materie da lui distinti nella poesia lirica: armi, rettitudine e amore. Nella Commedia, poi, egli mette in scena alcuni di questi poeti, ripartendoli calcolatamente nelle tre cantiche: nell'Inferno è collocato Bertran de Born, poeta delle armi, fra i seminatori di discordia; nel Purgatorio Arnaut Daniel, poeta dell'amore profano, fra i lussuriosi; nel Paradiso infine Folquet de Marselha (Folco), poeta della fede e dell'amore divino dopo aver cantato quello per le donne, fra gli spiriti amanti. E le parole che gli rivolge Arnaldo sono addirittura in lingua occitana, unico caso di discorso in lingua non italiana presente nel poema. Dante riprese inoltre in Al poco giorno e al gran cerchio d'ombra la forma metrica inventata da Arnaut Daniel, la sestina, che avrebbe avuto in seguito un immenso successo in tutte le letterature europee. Questo volume riunisce tutti i componimenti citati da Dante nel De vulgari eloquentia (oltre a una canzone di Peire d'Alvernhe e alla sestina di Arnaut, che egli imitò direttamente). Rispetto alle precedenti e analoghe sillogi di Chaytor, di Monaci e di Folena, essi sono qui per la prima volta accompagnati da una traduzione che, pur nella fedeltà al testo originale, ne rispetta rigorosamente le misure metriche.Francesco Zambon è professore emerito di Filologia romanza presso l'Università degli Studi di Trento. Studioso di fama internazionale, ha indagato su numerosi aspetti della letteratura allegorica e religiosa del medioevo latino e romanzo (bestiari, mito del Graal, trovatori, eresia catara, mistica amorosa). Ha scritto anche su alcuni poeti italiani ed europei contemporanei, fra cui Montale, Pascoli, Pasolini, Pierro, Ceronetti, Zanzotto e Pessoa. Con questa casa editrice ha pubblicato L'iride nel fango. L'anguilla di Eugenio Montale (2022), curato Messaggio di Fernando Pessoa (2022) e tradotto L'altra metà del sogno mi appartiene, vol. I, di Alicia Gallienne (2023).Claudia Di Fonzo è medievista e in particolare studiosa di Dante, cui ha dedicato numerose monografie e saggi. Da diversi anni si è specializzata, a proposito di Dante e di altri autori, sul rapporto fra diritto e letteratura, materia che insegna presso l'Università di Trento. Fra le sue pubblicazioni spiccano la prima edizione critica de L'ultima forma dell'«Ottimo commento» all'Inferno (Longo 2008) e diverse monografie su Dante e la cultura medievale (Dante e la tradizione giuridica, Carocci 2016; Scale e tribunali dell'aldilà, Longo 2022; Albedo iustitiae. Il peccato ermafrodito e altre questioni di diritto e letteratura, Ed. dell'Orso 2023).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Ella quería ser actriz pero descubrió bien pronto su pasión por el lenguaje. Tras pasar por mundos distontos como el deporte, la publicidad o el marketing, descubrió el poder de la tecnología y se centró en profundizar y combinar sus conocimientos en lingüística aplicada con el software, la IA y las técnicas de procesamiento del lenguaje natural. Cristina Aranda Gutiérrez es licenciada en Filología Hispánica y doctora en Lingüística Teórica y Aplicada por la Universidad Autónoma de Madrid. Realizó un Máster de Negocio en Internet y cofundó la consultora Big Onion, con foco en innovación en negocio digital. Cristina Cofundó también Mujeres Tech, una iniciativa que busca promover la equidad de género en el ámbito tecnológico. Con ella conversamos sobre el poder del lenguaje para el desarrollo humano, sobre crecimiento profesional, sobre brecha de género o acerca de lo que todos y todas podemos hacer para evolucionar y tener una sociedad más inclusiva y diversa. Cristina habla claro y no deja indiferente Referencias y menciones ==================== https://www.crisaranda.com/ https://bsky.app/profile/crisaranda.bsky.social https://www.linkedin.com/in/cristinaaranda/ Libro Vidas futuras (Penguin Libros): https://tinyurl.com/2ycp9tav Cosas que hacemos cuando conversamos (Estrella Montolío): https://tinyurl.com/49w7hert
Angelo Deiana"Storia della signora Cimice e del gatto Giustino"Scatole Parlantiwww.scatoleparlanti.itGiunta agli ultimi giorni della sua lunga vita, un'anziana cimice finisce in una casa dove vive una ragazza, prossima a partorire la sua prima figlia, insieme agli adorati gatti Mumma e Sebastiano. La convivenza dell'insetto con i due felini all'inizio non è affatto facile, anzi: non c'è giorno che non cerchino di ucciderla. Ma la nascita della bambina e un terribile evento occorso al signor Giustino, il re dei gatti del quartiere, cambieranno presto tutto. In un incontro continuo, divertente ed emozionante tra specie diverse, questa favola racconta alcune facce dell'amore, l'importanza dell'altro e quel vuoto che spesso attraversa i più giovani, restituendo importanti spunti di riflessione.Angelo Deiana è nato nel 1991 e vive a Viterbo. Laureato in Filologia moderna, è insegnante di ruolo in materie letterarie alle scuole superiori. È responsabile del programma e moderatore dell'Emporio Letterario di Pienza e degli eventi Caffeina. Ha frequentato la scuola di scrittura “Molly Bloom”. Nel 2020 ha pubblicato A Diosa. La leggenda di Nenè (L'Erudita).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
I motivi presenti su cilindri in pietra risalenti a seimila anni fa corrispondono ad alcuni segni della scrittura proto-cuneiforme emersa nella città di Uruk, nel sud dell'attuale Iraq, attorno al 3.350-3.000 avanti Cristo. La scoperta, realizzata da un gruppo di ricerca dell'Università di Bologna, offre un punto di collegamento diretto nella transizione dalla preistoria alla storia. In questo podcast la professoressa Silvia Ferrara, coordinatrice del gruppo di ricerca, racconta l'importanza della scoperta. Lo studio – pubblicato sulla rivista Antiquity – apre nuove prospettive sulla comprensione della nascita della scrittura e potrebbe aiutare i ricercatori non solo a ottenere nuove informazioni sui significati dei motivi incisi sui sigilli cilindrici, ma anche a decifrare i tanti segni ancora sconosciuti del proto-cuneiforme. Silvia Ferrara è professoressa al Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell'Università di Bologna dove insegna Filologia e civiltà dell'Egeo e del Mediterraneo preclassico. A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina. https://storiainpodcast.focus.it - Canale Eventi e luoghi ------------ Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify https://open.spotify.com/show/293C5TZniMOgqHdBLSTaRc ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427. Siamo in tutte le edicole... ma anche qui: - Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/ - Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare) - YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo - Twitter: https://twitter.com/focusstoria - Sito: https://www.focus.it/cultura Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Paolo Riberi, Giancarlo Genta"I segreti di Alien"Gnosi, orrore cosmico, scienza e IA nella saga degli XenomorfiMimesis Edizioniwww.mimesisedizioni.itNato dalla geniale sceneggiatura di Dan O'Bannon e Ron Shusett e dagli incubi dell'artista svizzero Hans Ruedi Giger, nel 1979 Alien consacrò il talento di un giovanissimo Ridley Scott. Diversi decenni dopo, tra sequel, prequel e crossover, possiamo osservare la nascita e lo sviluppo di una saga variegata e poliedrica, nel corso della quale si sono avvicendati registi di prestigio come James Cameron, David Fincher, Jean-Pierre Jeunet e Fede Álvarez.Ripercorrendo l'intera storia del ciclo di Alien, il volume ne esplora i retroscena, scrutando a ritroso nelle influenze e nelle fonti che hanno dato vita al terrificante e affascinante universo abitato dallo Xenomorfo: dai vangeli gnostici all'orrore cosmico di H.P. Lovecraft, dal femminino sacro ai viaggi interstellari e all'intelligenza artificiale, passando per l'alchimia, le scoperte di Darwin e la terraformazione.Tra religione, storia, politica, scienza e tecnologia, una guida indispensabile per addentrarsi fin negli angoli più remoti della galassia, ma da sfogliare con cautela perché “nello spazio nessuno può sentirti urlare”.Paolo Riberi è laureato in Filologia e letterature dell'antichità e in Economia presso l'Università degli Studi di Torino. Funzionario pubblico, collaboratore giornalistico, studioso di storia antica e letteratura delle origini cristiane, è anche membro della Società Italiana di Storia delle Religioni (SISR). È autore di vari saggi dedicati al mondo dei vangeli apocrifi e alla simbologia nel cinema contemporaneo. Per Mimesis ha pubblicato: Abraxas: la magia del tamburo (con I. Caputo, 2021) e I segreti di Dune (con G. Genta, 2024).Giancarlo Genta è professore emerito di Costruzione di macchine presso il Politecnico di Torino, membro dell'Accademia delle Scienze di Torino e dell'Accademia Internazionale di Astronautica. È autore di numerosi testi di formazione, di articoli e di volumi sull'esplorazione spaziale e il programma Search for Extra-Terrestrial Intelligence (SETI). È inoltre autore di sei romanzi di fantascienza tradotti anche in inglese: Le porte dell'inferno (2018), Le rosse cupole di Acheron (2019), La frontiera (2021), Il cacciatore (2012), Oltre la frontiera (2022) e Gli alieni perduti (2022). Per Mimesis ha pubblicato I segreti di Dune (con P. Riberi, 2024).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Marco Piccat"Christine e Thomas"Un amore italiano nella Parigi del QuattrocentoEdizioni del Mulinowww.mulino.itFesta del libro antico e medievale di Saluzzo (Cuneo)Sabato 26 ottobre 2024Marco Piccat, medievista e precedente curatore, nonché ideatore e fondatore, della Festa del libro medievale e antico di Saluzzo, sarà in dialogo con la nuova curatrice Beatrice Del Bo, per presentare il suo nuovo libro Christine e Thomas. Un amore italiano nella Parigi del Quattrocento (Il Mulino).«Il Libro del Cavaliere Errante» di Tommaso di Saluzzo, testo biografico e allegorico composto nei primi anni del Quattrocento, è anche la storia dei rapporti culturali e umani tra due italiani alla corte di Parigi: lo stesso Tommaso, che si trovava in Francia per difendere la causa della sua famiglia in lotta da decenni contro i Savoia e la scrittrice Christine de Pizan, a quei tempi già dedita alla composizione di ballate d'amore e alla copia di manoscritti, ma ancora lontana dalla notorietà. In questo volume Marco Piccat, noto studioso di filologia romanza, getta per la prima volta luce su una «liaison» che cambiò la vita di Tommaso, ma che Christine, per non offuscare la propria reputazione di giovane vedova, dovette nascondere con ogni mezzo. Eppure questa avventura giovanile ci regala l'immagine inedita di una donna in carne e ossa, molto diversa dalla scrittrice celebre e celebrata, che lo stesso Tommaso finì poi per raffigurare nelle vesti di una figura ideale cui diede il nome di Conoscenza.Marco Piccat, già ordinario di Filologia romanza nella Facoltà di Lettere dell'Università di Trieste, ha pubblicato tra gli altri l'edizione de «Il Libro del Cavaliere Errante. BnF ms. fr. 12559» (Araba Fenice, 2008), «Donne piemontesi e corti d'Amore. Una raccolta di liriche dell'antica Provenza» (Centro Studi Piemontesi, 2016), «Il duca e il bastardo. L'invenzione di un'intesa e gli affreschi del castello della Manta» (Centro Studi Piemontesi, 2022).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Giuliano Boccali"Amore e Psiche in India"Festival Filosofiawww.festivalfilosofia.itFestival Filosofia, CarpiGiuliano BoccaliAmore e Psiche in IndiaLa favola del re e della ninfa celesteSabato 14 settembre 2024, ore 10:00Quali sono le analogie e le differenze concettuali tra la favola di Amore e Psiche e i suoi antecedenti indiani identificabili nel re Puruvaras e nella ninfa Urvashi? Come cambia, tra i due racconti, la concezione dell'anima e del ciclo delle esistenze? Giuliano Boccali è stato professore di Indologia e Lingua e letteratura sanscrita presso l'Università di Milano e ha insegnato anche Filologia iranica presso l'Università Ca' Foscari di Venezia. È presidente onorario dell'Associazione italiana di studi sanscriti. Si è occupato di letteratura indiana classica, in relazione ai grandi poemi epici tradizionali. I suoi studi sono rivolti all'estetica letteraria e figurativa, alla poesia indiana classica, in particolare ai temi della natura e dell'amore, e allo status delle passioni nella cultura dell'India tradizionale. Ha curato l'edizione italiana di numerosi classici della letteratura indiana (Bilhana, Kalidasa, Jayadeva, Hala). È responsabile di diverse collane e ha collaborato a lungo con il domenicale de “Il Sole 24 Ore”. Tra i suoi libri: Il silenzio in India. Un'antologia (a cura di, Milano-Udine 2017); Arte e letteratura nelle società in Asia. Aspetti tradizionali e «Renaissance orientale». Ediz. italiana, inglese e francese (a cura di, con Maria Angelillo, Roma 2017); La storia di Siva e Parvati (a cura di, Venezia 2018); Il dio dalle frecce fiorite. Miti e leggende dell'amore in India (Bologna 2022); Tutto è sacro in India (nuova ed., con Sabrina Ciolfi, fotografie di Christopher Taylor, Milano 2022); Eros, passioni, emozioni nella civiltà dell'India (a cura di, con Malgorzata Sacha e Raffaele Torella, Roma 2023).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Francesco Zambon"Zefiro zero"Guido RainerMolesini Editorewww.molesinieditore.itOgni cosa è senza scopo ma è avvincente perché la viviamo.In tutto il libro Rainer sviluppa un'osservazione minuziosa ed esatta delle cose, degli animali, degli uomini, dei fenomeni naturali: un'osservazione che tenta di coglierne i soprassalti segreti, la verità più intima, il momento epifanico se non proprio teofanico. Oggetto di questa amorosa o spietata osservazione sono soprattutto i personaggi di cui abbonda il libro e ai quali sono dedicati talvolta dei veri e propri racconti in nuce. Sono personaggi storici o letterari (come Pilato, Belisario, Didone, La moglie di Lot), ma anche uomini e donne del presente, a cominciare dai famigliari più stretti: padre, madre, nonna, zia Mebel. La realtà è infatti per Rainer un immenso libro, un immenso manoscritto: le metafore tratte dalla scrittura sono in lui frequentissime e rinviano appunto all'idea che la vera poesia, la poesia assoluta per così dire, sta nelle cose. Ecco che un venditore di sementi e pistacchi «si accovaccia in un punto di domanda», che gli uccelli che si alzano in volo sono «schiere di penne, di emme, enne». Il compito del navigatore-poeta sarà allora quello di cercare di decifrare questo linguaggio della natura, semicancellato e muto per molti, forse per i più, e di tradurlo nella nostra lingua; sarà insomma quello di «tendere l'arco dello stile al semplice / dire di ogni giorno».Dal saggio introduttivo di Francesco Zambon.Guido Rainer (Alessandria d'Egitto 1964) discende da una famiglia di marinai. Il suo bisnonno, Guglielmo Rainer, è stato un contrammiraglio della Regia Marina italiana durante la Grande Guerra. Dopo essersi diplomato al liceo francese di Alessandria d'Egitto, dove la famiglia si era trasferita vent'anni prima per ragioni di lavoro, a 19 anni è «scappato di casa» per un dissidio di cui non ama parlare e si è stabilito in un'isola della laguna di Venezia dedicandosi alla pesca. Ora vive a Cefalonia, fa lo skipper e organizza crociere nelle acque dello Ionio e dell'Egeo. Nel tempo libero, quando non legge – «la cosa che mi piace di più» – frequenta balere. «Il mare, la poesia e il ballo sono tutta la mia vita».Francesco Zambon (Venezia 1949) è professore emerito di Filologia romanza presso l'Università di Trento. Studioso di fama internazionale, ha indagato su numerosi aspetti della letteratura allegorica e religiosa del medioevo latino e romanzo (bestiari, mito del Graal, trovatori, eresia catara, mistica). Ha scritto inoltre su alcuni poeti italiani ed europei contemporanei. Con questa casa editrice ha pubblicato L'iride nel fango. L'anguilla di Eugenio Montale, tradotto Messaggio di Fernando Pessoa e L'altra metà del sogno mi appartiene di Alicia Gallienne.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Paolo Riberi è laureato in Filologia e letterature dell'antichità e in Economia e Management presso l'Università degli Studi di Torino. Funzionario pubblico, collaboratore giornalistico nonché studioso di storia antica e della letteratura delle origini cristiane, è autore di vari saggi che indagano il misticismo, le religioni e la cinematografia. In questo estratto approfondiamo il legame tra Dio, i demoni e la meditazione. Se ti interessa il tema puoi approfondire ascoltando l'episodio integrale, il 65, sempre qui su Spotify.
Silvia Stucchi"Caligola"Giunti Editorewww.giunti.itAmato, odiato, tradito: la storia mai raccontata del terzo imperatoreLa vita non è stata tenera con Gaio Cesare, detto Caligola, terzo imperatore della dinastia giulio-claudia dopo Augusto e Tiberio. E non lo è stata la Storia, che ce lo ha tramandato come un mostro vizioso e sanguinario, un despota crudele, folle e spietato, incline ad assecondare ogni suo capriccio fino al punto di pensare alla nomina a senatore per il proprio cavallo Incitatus. Un ritratto talmente cupo, disumano e monocorde da risultare caricaturale. Qual è la verità? Figlio di un padre venerato mancato troppo presto, il grande Germanico, vissuto sin da piccolo in circostanze drammatiche, fra ribellioni, intrighi e cospirazioni, costretto ad assistere impotente alla rovina della madre amatissima e dei fratelli maggiori, Caligola darà prova di un indomabile istinto di sopravvivenza. Aggrappato alla vita con le unghie e coi denti, riuscirà a salire al sommo del potere. Ammirato dal popolo, odiato dal Senato, dovrà scoprire quanto sia effimero e vano il favore del primo e quanto implacabile e feroce il rancore del secondo, fino a soccombere a soli ventotto anni sotto i pugnali dell'ultima delle congiure architettate contro di lui, tradito da coloro che gli erano più vicini. Grazie all'appassionata ricerca e alla penna vivacissima di Silvia Stucchi ci addentriamo nei meandri di una vicenda a tratti fosca, a tratti commovente, ricca di colpi di scena, che ci regala un quadro inedito e avvincente dei primi decenni dell'impero e insieme un ritratto di Caligola capace di rendere giustizia alla complessità e allo spessore del personaggio: un talento incompreso, un visionario che cercò caparbiamente l'amore del suo popolo e trovò la morte per aver sognato un avvenire diverso per Roma.Silvia Stucchi, bergamasca, laureata in Lettere classiche e dottore di ricerca in Filologia e Letteratura latina, insegna Latino nei licei ed è docente di Lingua e Letteratura latina presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica di Milano per i corsi di laurea in Lettere Moderne e Scienze dei Beni Culturali, e per quello in Scienze dei Beni Culturali dell'Università degli Studi di Milano. Ha pubblicato saggi su Petronio e sulla sua fortuna e ricezione nei secoli XVII e XX, su Seneca tragico, Lucano, Ovidio, Cassio Emina e sulla tematica consolatoria nel mondo antico. Ha tradotto Apuleio (Apologia), Seneca (Epistola 70) e Plauto (Rudens). È autrice dei volumi Come il latino ci salva la vita (Edizioni Ares 2020) e A cena con Nerone. Viaggio nella cucina dell'antica Roma (Edizioni Ares 2021). Svolge attività di giornalista pubblicista su varie testate cartacee e online.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Filologia klasikoan lizentziatu ondoren, Akitaniako onomastikari buruzko tesiaz eskuratu zuen doktore titulua. Katedraz ere jabetu zen, hizkuntzalaritza indoeruparraren arloan....
Filologia klasikoan lizentziatu ondoren, Akitaniako onomastikari buruzko tesiaz eskuratu zuen doktore titulua. Katedraz ere jabetu zen hizkuntzalaritza indoeuroparraren arloan. Operazalea da eta aitaren kantaera mirestu izan du....
Habemus podcast! CLVIII puntata di Anima Latina con Stefano Grazzini, Ordinario di Filologia classica all'Università degli studi di Salerno, che spiega come la "divinatio" sia anche una pratica per ricostruire la forma originale di un testo e mons. Waldemar Turek (Ufficio Lettere Latine) che ricorda come il motto del suo ufficio sia "dies nulla sine bulla". Mons. Waldemar Turek, responsabile dell'Ufficio Lettere Latine della Segreteria di Stato e docente presso il Pontificium Institutum Altioris Latinitatis della Pontificia Università Salesiana Stefano Grazzini, Ordinario di Filologia classica all'Università degli studi di Salerno Conducono: Fabius Colagrande & Maria Milvia Morciano Puoi ascoltare tutti i podcast di Radio Vaticana - Vatican News cliccando qui: vaticannews.va/it/podcast.html
Luciano Bossina, docente di Filologia Classica presso l'Università degli Studi di Padova, ha tenuto la sua riflessione sul significato della ricerca scientifica e sul senso delle sue ricadute sociali il 20 giugno 2023 durante la cerimonia di proclamazione dei Dottori di Ricerca dell'Università di Bologna.Il video completo è disponibile sul canale YouTube di Ateneo:https://www.youtube.com/watch?v=mlKMH8Yk5EI
Habemus podcast! CLIII puntata di Anima Latina con il prof. Stefano Grazzini, filologo e già allievo del latinista Antonio La Penna, che ricorda il rigore metodologico e il buon senso del suo Maestro, e il prof. Roberto Fusco (Ufficio Lettere Latine) che riflette sulla ricchezza semantica della parolina di origine latine "eziandio". Ospiti: Roberto Fusco, scriptor dell'Ufficio Lettere Latine, Decano-Preside della Facoltà di Lettere cristiane e classiche - Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, Università Pontificia Salesiana Stefano Grazzini, Ordinario di Filologia classica all'Università di Salerno Conducono: Fabius Colagrande & Maria Milvia Morciano Puoi ascoltare tutti i podcast di Radio Vaticana - Vatican News cliccando qui: vaticannews.va/it/podcast.html
Imma Eramo"Il mondo antico in 20 stratagemmi"Editori Laterzawww.laterza.it"La storia tra le righe", LegnanoVenerdì 12 aprile 2024, ore 19:00Imma Eramo "Senno vince astuzia"La storia antica è costellata di fatti e vicende in cui la soluzione di problemi e la vittoria sui concorrenti si ottengono grazie a un guizzo di intelligenza. Imbrogli, trucchi e raggiri che ci raccontano le sorprendenti sfaccettature del carattere e del mondo dei nostri antenati.Il cavallo di Troia, le terre di Didone, il ratto delle Sabine, il tappeto di Cleopatra…La storia antica è costellata di fatti e vicende in cui la soluzione di problemi e la vittoria sui concorrenti si ottengono grazie a un guizzo di intelligenza. Imbrogli, trucchi e raggiri che ci raccontano le sorprendenti sfaccettature del carattere e del mondo dei nostri antenati.I Greci presero Troia; Ramses II sconfisse gli Ittiti; Didone fondò Cartagine; Romolo fece rapire le Sabine; Temistocle vinse a Salamina; Annibale tenne in scacco l'esercito romano. Cosa accomuna questi e altri episodi della storia antica, greca, romana e non solo? Il ricorso a imbrogli, trucchi, raggiri: in una parola, stratagemmi. Anche se lasciavano credere che fossero sempre e solo i nemici a perpetrare le astuzie più ambigue ai loro danni, in realtà i popoli antichi non si fecero mai scrupoli a utilizzare mezzi subdoli e ingannevoli. Ritenevano l'intelligenza l'arma più efficace, affidabile e pronta per superare difficoltà, vincere nemici, imporsi sulla scena politica.I protagonisti di questo libro sono personaggi noti e meno noti della storia antica. Alcuni leggendari, come Ulisse, Pericle, Alessandro Magno, Annibale, Cleopatra. Altri meno familiari, ma ugualmente significativi per l'entità delle loro gesta. Tutti emergono vincenti da contesti competitivi o escono indenni da situazioni di disagio. Tutti mostrano come l'intelligenza, nelle sue diverse declinazioni – e tra queste, soprattutto l'astuzia –, sia la chiave per imporsi, o anche solo per sopravvivere, in ogni occasione.Imma Eramo è ricercatrice di Filologia classica presso l'Università di Bari, dove insegna Esegesi delle fonti di storia greca e romana e Letteratura latina. Si occupa di storiografia e di letteratura tecnica antica e bizantina, in particolare dei manuali militari e della loro ricezione. Ha curato Discorsi di guerradi Siriano (con una nota di Luciano Canfora, Dedalo 2008) e Stratagemmi di Frontino (con una premessa di Giusto Traina, Rusconi 2022).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Per prepararci alla Giornata Mondiale dell'Acqua di questo 22 marzo, andiamo "giù per il tubo" alla scoperta dei sistemi idraulici delle nostre città.Samuele Alberton, idraulico nel Regno Unito, ci racconta le sfide che si trova ad affrontare ogni giorno nella manutenzione degli storici impianti della città di Londra. Rimaniamo a Londra e parliamo con Raffaella Villa, professoressa di Environmental Bioengineering, che ha studiato la microbiologia dei mostruosi "fatberg" che vivono nelle sue fognature.Andiamo nel continente greco e scopriamo impianti ancora più storici di quelli londinesi. Sono quelli delle civiltà Minoica e Micenea, che realizzarono opere idrauliche dalla complessità sorprendente ben quattromila anni fa. Ne parliamo con Matilde Civitillo, professoressa di Filologia e Civiltà dell'Egeo e del Mediterraneo preclassico.Anche il futuro ci riserva delle sorprese straordinarie: Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia, ci svela le potenzialità insperate delle acque reflue che diventano, già da oggi, una risorsa per l'agricoltura.
In questa puntata del Bazar Atomico affondiamo con Paolo Riberi nelle complesse sabbie di Dune, la saga scritta da Frank Herbert e portata di recente al cinema da Denis Villeneuve. Paolo Riberi è laureato in Filologia e Letterature dell'antichità e in Economia e Management presso l'Università degli Studi di Torino. Funzionario pubblico, collaboratore giornalistico nonché studioso di storia antica e della letteratura delle origini cristiane, è membro della Società Italiana di Storia delle Religioni (SISR), ed è autore di vari saggi dedicati al mondo dei vangeli apocrifi e al pensiero degli gnostici, tra cui "L'Apocalisse di Adamo" (2013), "Maria Maddalena e le altre" (2015), "Pillola rossa o Loggia nera?" (2017), "L' Apocalisse gnostica della Luce" (2019), "Abraxas: la magia del tamburo" (2021, a quattro mani con Igor Caputo), "Il Serpente e la Croce" (2021) e "Il Risveglio di Neo" (2022). È coautore, insieme con il prof. Giancarlo Genta del Politecnico di Torino, di "Oltre l'orizzonte" (2019), uno studio sul retaggio storico-filosofico della tecnologia scientifica occidentale e de "I segreti di Dune" (2024), di cui parliamo ampiamente in questa puntata.
Gianfranco Ravasi, biblista, teologo, studioso e docente di esegesi biblica e lingua ebraica, autore di oltre mille pubblicazioni in cui vengono celebrate la concordia e la sinfonia di saperi.La Lectio Magistralis, tenuta il 16 giugno 2018 in occasione della cerimonia per il conferimento della Laurea ad honorem in "Filologia, letteratura e tradizione classica", affronta la complessità delle innovazioni tecnologiche e della lettura del mondo contemporaneo.il video completo della cerimonia è disponibile sul canale YouTube di Ateneo: https://youtu.be/3FOxNn21ItA
Francesco Zambon"L'altra metà del sogno mi appartiene"Alicia GallienneAndrea Molesini Editorewww.molesinieditore.itPrefazione e scelta di Sophie Nauleau.Nota di Guillaume Gallienne.Traduzione di Francesco Zambon«Dura e segreta è la mia anima». La morte, l'amore, la vita: avrebbe potuto essere questo il motto di una ragazza che adorava la poesia di Éluard e di Baudelaire. Tanto più che, a differenza della maggior parte dei poeti che con il pensiero della fine intrattengono solo un legame intellettuale, Alicia Gallienne ha dato del tu alla morte negli anni dell'adolescenza, fino ad affrontarla all'alba del 24 dicembre 1990, qualche mese dopo aver compiuto vent'anni. Le sue poesie sono quelle di una radiosa ragazza di diciassette, diciotto e diciannove anni, di una giovane donna appassionata, coltissima, dall'animo vigoroso, a un tempo tenero e inespugnabile, che ha vissuto intensamente il destino di una cometa. I suoi versi, precisi e incandescenti, sono carne dolorante che dice di sì alla vita, alla voglia di gioia e di pathos, sono l'eco commossa di un destino che non smette di ardere, sintesi sconcertante di tenebra e di folgore.Alicia Gallienne (Parigi 1970 – ivi 1990) muore, ventenne, per una malattia incurabile. Tra il 1986 e il 1990, gli ultimi quattro anni della sua coraggiosa, straziante e appassionata esistenza, ha scritto centinaia di poesie. Grazie soprattutto a suo cugino, l'attore Guillaume Gallienne, i suoi versi sono stati «ritrovati» nel febbraio 2020, a tre decenni dalla morte, e pubblicati da Gallimard con il titolo L'autre moitié du songe m'appartient. Il libro ha avuto uno straordinario successo di critica e di pubblico. «Non m'importa quello che lascio, mi basta che la materia si ricordi di me, basta che le parole che vivono in me siano scritte da qualche parte e mi sopravvivano».Francesco Zambon (Venezia 1949) è professore emerito di Filologia romanza presso l'Università di Trento. Studioso di fama internazionale, ha indagato su numerosi aspetti della letteratura allegorica e religiosa del medioevo latino e romanzo (bestiari, mito del Graal, trovatori, eresia catara, mistica). Ha scritto inoltre su alcuni poeti italiani ed europei contemporanei. Con questa casa editrice ha pubblicato L'iride nel fango. L'anguilla di Eugenio Montale; curato Messaggio di Fernando Pessoa e Il mio solo fratello. Ritratto di Goffredo Parise di Nico Naldini.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Laura Ramello"Le meraviglie del mondo nel viaggio ad inizio Quattrocento, di quattro cavalieri"Festa del Libro Medievale e Antico di Saluzzowww.salonelibro.itSabato 21 ottobre 2023, ore 11:00Saluzzo, Il QuartiereLaura RamelloLe meraviglie del mondo nel viaggio, ad inizio Quattrocento, di quattro cavalieriAmazzoni e mitici sovrani orientali, cinocefali e unicorni: questi sono solo alcuni degli straordinari incontri che quattro favolosi cavalieri erranti, globe trotters ante litteram, fanno nel corso di un viaggio che, a inizio Quattrocento, li conduce dapprima verso Oriente, serbatoio di tutte le meraviglie che la cultura occidentale aveva condensato lungo i secoli, e poi verso Ovest, attraverso un'Europa in cui lo stupore di fronte alle mirabilia del profondo Nord convive con i drammatici echi della fase socio-politica che il Continente sta attraversando.Il viaggio narrato è fittizio, ma così ben costruito da sembrare vero; esso si offre al lettore moderno come un manifesto dello spirito del suo tempo, impregnato di un immaginario che ancora crede che da qualche parte in Oriente viva Prete Gianni, ma che deve drammaticamente fare i conti con la realtà di un'Europa segnata dall'inesorabile declino della società cavalleresco-cortese.Laura Ramello è professoressa di Filologia e Linguistica romanza all'Università di Torino. I suoi ambiti di ricerca sono i romanzi cavallereschi, il teatro medievale, i volgarizzamenti, la letteratura didattico-scientifica, le mises en prose, le danses macabres e l'odeporica. Ha pubblicato I Ludi Sancti Nicolai in francoprovenzale (2011), i volumi Un mito alla corte di Borgogna. Ciperis de Vignevaux in prosa (2012) e Turpino e la saga carolingia. Intrecci di culture (2022) e, in collaborazione con Marco Piccat, il Livre du Chevalier Errant di Tommaso III di Saluzzo (2008) e l'Histoire di Griseldis (2011). Per le Edizioni dell'Orso ha curato Epica e cavalleria nel Medioevo. Atti del Seminario Internazionale, Torino, 18-20 novembre 2009 (2011), Il canzoniere provenzale To e altri saggi filologici di Giuliano Gasca Queirazza (2013), Memento mori. Il genere macabro in Europa dal Medioevo a oggi (2014), “Par estude ou par acoustumance”. Saggi offerti a Marco Piccat per il suo 65° compleanno (2016) e L'Historia Turpini in Europa. Ricerche e prospettive (2019).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Margherita Verlato"Perdona il mio silenzio"Ronzani Editorewww.ronzanieditore.it“Ci si abitua alle assenze? E ai silenzi?”, se lo chiede Adele, una nonna ottantacinquenne malata terminale e lo chiede di rimando anche a sua nipote Anna, mentre le racconta la storia della sua vita e i suoi segreti. Forse no, forse non ci si abitua mai. Le assenze sono come “quelle notti senza luna” e i segreti che ognuno accumula nel corso della vita sono spesso innumerevoli, e lasciano lo stesso vuoto di quelle assenze. Adele trova il coraggio di confessare alcuni segreti della sua gioventù solo quando scopre di avere davanti pochi mesi di vita ed è terrorizzata dall'idea che la verità sulla sua storia possa morire con lei, senza alcun testimone. Sceglie quindi di confessarsi con la sua nipote prediletta Anna, una giovane donna trentenne in cui Adele si rispecchia e con cui ha da sempre un legame speciale. Anna, dal canto suo, sta attraversando una fase difficile: ha chiuso una relazione con un ragazzo, Davide, che sperava potesse essere l'uomo della sua vita ed è attraversata da una profonda malinconia e da un senso di vuoto che non ha mai saputo spiegarsi fino in fondo ma che l'accompagna da molto tempo. Man mano che ascolta la storia della nonna e i suoi segreti a lungo taciuti, la nipote Anna inizia a comprendere che la sua malinconia e quel senso di mancanza mai elaborato forse hanno origini lontane, e che certi traumi e dolori possono attraversare le generazioni in forma di segreto inconfessabile, insinuandosi nelle famiglie in modi così sottili che è difficile rendersene conto pienamente. E il racconto sconvolgente della nonna apre nuovi e inaspettati scenari nel presente e nel futuro della ragazza, la quale comprende che spetta a lei rompere quella catena familiare fatta di silenzi, dolore, senso di vuoto e di mancanza che aveva inquinato più generazioni. Spetta a lei trovare una nuova interezza rispetto a se stessa e un nuovo rapporto con il padre. Spetta a lei, ora, imparare ad amarsi e ad amare in altro modo, consapevole di sé e della storia di Adele, che è anche la sua storia. Ci si abitua alle assenze? Forse no, ma si può imparare a conviverci, insieme ai silenzi di ognuno che, se condivisi, forse fanno meno paura.Margherita Verlato, docente di Lettere padovana, Margherita Verlato ha iniziato ad amare le storie fin da bambina, ascoltando soprattutto i racconti orali dei nonni, e ha sviluppato negli anni la passione di raccontarsi e raccontare gli altri attraverso la scrittura. Laureata in Filologia e Letterature Moderne all'Università degli Studi di Padova ha conseguito un primo Master in Mediazione Familiare e un secondo, della durata triennale, in Gestalt Counseling. Ha poi fondato con due colleghe l'Associazione Culturale Piccoli Passi di Counseling che si pone l'obiettivo di diffondere le buone pratiche del counseling in diversi contesti e ha svolto un ruolo operativo di Servizio Civile Nazionale per conto di un'associazione veronese che ha operato nel carcere di Montorio.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
A inclusão de pessoas com deficiência (PCD) na educação enfrenta diversos desafios. A falta de estrutura física e recursos adequados nas escolas dificulta o acesso e a participação plena desses alunos. Além disso, a formação de professores para lidar com necessidades especiais é insuficiente.Diante de tantos desafios, será que estamos de fato comprometidos com a inclusão na educação ou apenas arranhamos a superfície dos desafios?Na mesa, recebemos Caroline Prado, professora de Cultura Brasileira e Português para Estrangeiros, internacionalista, estudante de Filologia e Línguas Latinas, embaixadora do Projeto Libertas Brasil na Costa Rica.______Cast: Pablo Magalhães, Cleber Roberto, Felipe Bonsanto e Caroline Prado.Edição: Reverbere EstúdioCapa: Imagem de Freepik______Leia o artigo de Carol Prado no Portal Águia, nosso parceiro de conteúdo!______Use o cupom de desconto Historiante20 no site da Editora Contexto e aproveite!______OUÇA O HISTORIANTE NA ORELO! A cada play nós somos remunerados, e você não paga nada por isso! https://orelo.cc/ohistoriante______APOIE O HISTORIANTE! No apoia.se/historiante ou no app da Orelo, contribua com R$4 mensais. Além de nos ajudar, você tem acesso ao nosso grupo de recompensas! Você também pode colaborar com qualquer valor em nosso PIX ohistoriante@gmail.com______OUÇA NOSSA PLAYLIST______PARTICIPE DA NOSSA PESQUISA DE OPINIÃO!______- OBRIGADO APOIADORES! Alex Andrade; Aldemir Anderson; Andreia Araujo de Sousa; Aciomara Coutinho; Adma Karycelle Rocha; Arley Barros; Carolina Yeh; Charles Guilherme Rodrigues; Eduardo dos Santos Silva; Eliezer Gomes Fernandes; Frederico Jannuzzi; Flavya Almeida; Flávio José dos Santos; Helena de Freitas Rocha e Silva; Hélio de Oliveira Santos Junior; Jarvis Clay; João Victor Dias; João Vitor Milward; Jorge Caldas Filho; Juliana Duarte; Juliana Fick; Marcelo Raulino Silva; Marco Paulo Figueiredo Tamm; Maria Mylena Farias Martins; Márcia Aparecida Masciano Matos; Núbia Cristina dos Santos; Poliana Siqueira; Raquel; Ronie Von Barros Da Cunha Junior; Sae Dutra; Sibeli de Oliveira Schneider.
Marianna Crasto"Il senso della fine"Inesorabile storia d'amoreeffequ edizionihttps://effequ.it“Un'apocalisse a bassa intensità, narrata per scene cariche di poesia”(Dal Giudizio del Premio Calvino 2022)*Può la fine del mondo, una fine del mondo not with a bang but with a whimper – non con uno schianto ma con un lamento, come per il T.S. Eliot di The Hollow Men – renderci, finalmente, capaci di amare?(Dalle parole di presentazione al Premio Strega di Laura Pugno)Non appena ebbi cinque minuti per pensare alla fine del mondo, schiacciai mute sul telecomando e mi stesi sul pavimento. Quello che vidi: polvere a perdita d'occhio in morbide pianure di velluto e batuffoli grigi negli angoli. Mi ero appena innamorata e pensai moriremo quindi, una constatazione che non mi turbò in sé, a eccezione della nostalgia per il nuovissimo amato che avrei perso presto. Pensai anche che pavimento sporco. Sentivo trambusto al piano di sopra e voci per le scale trattenute sul pianerottolo dal tufo freddo e spesso dell'edificio. Ebbi paura di uscire e non uscii. Poi scoprii invece che erano usciti quasi tutti, nelle ore successive vennero fuori dai salotti, giù per le scale e negli ascensori, oltre i portoni, si incontravano agli angoli delle strade tra sconosciuti ma come a un appuntamento.È il 29 febbraio, e un'edizione straordinaria del TG annuncia l'imminente fine del mondo.Iniziano preparativi, avvengono reazioni scomposte, isterie di massa, fenomeni non troppo naturali si abbattono su tutta la terra: ma noi seguiamo X, cassiera di un supermercato all'interno del centro commerciale Magna Grecia, nell'hinterland napoletano, e Y, commesso di un negozio di casalinghi nel medesimo centro commerciale. Si sono conosciuti, e tra loro stava nascendo qualcosa, ma la crisi mondiale ribalta anche il loro piccolissimo universo. Lei, fredda e distante e lui, socievole e gentile, non riescono più a prendersi le misure, né a prenderle rispetto al proprio passato, al comportamento da tenere davanti alla fine, alla follia consumistica, alle segrete ossessioni di ciascuno. In una lenta danza di avvicinamento e allontanamento, punteggiata da momenti altamente drammatici nella loro assurdità, si svolge, si avviluppa e si sviluppa questa piccola, inesorabile, storia d'amore.Marianna Crasto (Napoli, 1984) è laureata in Filologia moderna, scrive racconti da molti anni, pubblicati su «inutile», rivista di cui è redattrice (tra gli altri, Guida alla morte per ragazze perbene), «minima&moralia» (Un milione di cfu) e «inchiostro» (Paolina).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Gianluca Montaldidirettore editoriale EDB Marietti1280"Aggeo"Il coraggio della rinascitadi Vincenzo MoroEDB Dehonianehttps://dehoniane.itIn un tempo segnato da profonda desolazione, la figura di Aggeo, profeta di rinascita, proclama una parola di speranza e di ricostruzione dopo la distruzione dell'esilio. Con l'umanità che lo contraddistingue, con il suo stile e il suo sofferto entusiasmo si incarica di destare la fiducia di una nazione e renderla salda nell'attesa di un futuro migliore.Vincenzo Moro, dopo alcuni anni di permanenza in Israele ha completato la formazione in Filologia biblica all'Università di Firenze. Svolge il ministero pastorale nella diocesi di Pistoia.Da una recensione apparsa su settimananews.itIl profeta Aggeo (“il festoso”) fu attivo a Gerusalemme nel periodo postesilico (post 538 a.C.) che segnò il ritorno di gran parte dei giudei deportati in esilio a Babilonia, ma anche lo scontro fra coloro che si ritenevano il vero “resto di Israele” perché rimasti in patria, mentre gli altri erano stati puniti per le loro infedeltà e la posizione opposta di coloro che si ritenevano “resto” genuino perché il Signore YHWH era rimasto con loro, anche per mezzo della presenza dei profeti (cf. Ezechiele, Geremia).Lo studioso ricorda come il ritorno non vede una Giudea totalmente vuota, ma abitata da gente semplice e contadina che aveva anche occupato le abitazioni degli esuli. La situazione economica era al limite della sussistenza, quella politica era segnata dalla sottomissione al potere persiano che aveva inglobato la Giudea all'interno della satrapia dell'Oltrefiume.Il permesso dato da Ciro II al rientro era collegato anche alla possibilità di ricostruzione del tempio.La politica persiana era rispettosa degli usi e costumi delle popolazioni sottomesse e con Sesbassar si inaugurò un altare su cui offrire i sacrifici.Il profeta Aggeo però si propone, a nome di YHWH, di incoraggiare il popolo e i suoi due capi principali, alla vera e propria ricostruzione del tempio. Il comandante politico era Zorobabele, mentre il sommo sacerdote era Giosuè.Aggeo invita il popolo a intraprendere con ardore la ricostruzione del tempio, segno della presenza e della protezione di YHWH, e incoraggia i due capi responsabili in modo particolare.Il profeta denuncia l'ignavia e la trascuratezza del popolo rispetto alla costruzione della casa di Dio, rifugiandosi ciascuno nei propri affari e nella ricostruzione delle loro case private e nella cura dei propri interessi. Aggeo fa però notare come i frutti attesi dalle coltivazioni siano scarsi, e i risultati dei guadagni ottenuti siano volatili e inferiori dalle attese coltivate.Occorre convertirsi a YHWH, ricostruire il tempio e solo allora il popolo troverà unità, prosperità e, in prospettiva, anche un ribaltamento escatologico e messianico che avrebbe visto il rovesciamento dell'intero universo sotto l'onnipotente mano di Dio che “scuote” cielo e terra, con il confluire a Gerusalemme delle ricchezze di tutte le nazioni.http://www.settimananews.it/bibbia/aggeo-il-festoso/IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Giovanni MolfettaG. K. Chesterton"Giovani idee. La felicità di pensare"Edizioni Areshttps://edizioniares.itGiovani idee è un'appassionante miscellanea di saggi di G.K. Chesterton: gli articoli vennero pubblicati su The Illustrated London News tra il 1922 e il 1928. Ogni scritto coglie aspetti originali del pensiero che interroga l'uomo di ogni epoca. «In questi articoli troverete tutto e insieme la gioia della scoperta di questo “tutto”, la “felicità di pensare” – come recita l'indovinato sottotitolo – e di pensare insieme», scrive Andrea Monda nel suo Invito alla lettura.G.K. Chesterton (1874-1936) è considerato il più brillante giornalista dell'Inghilterra del XX secolo. Scrittore poliedrico, seppe spaziare dai gialli ai saggi storici, dalla politica alla filosofia, con l'uso magistrale del paradosso. Lucido e profetico interprete della modernità, autore di saggi letterari (come quelli su Dickens, Wilde, Shaw) e polemici (tra tutti Ortodossia, 1908), la sua fama è legata ai romanzi polizieschi. Tra i più noti, L'uomo che fu Giovedì (1908) e la fortunata serie di avventure di padre Brown.Giovanni Maria Molfetta, laureato in Filologia moderna all'Università Cattolica di Milano, è dottorando di ricerca all'Università del Molise. È stato Visiting Scholar presso la Columbia University di New York; ha insegnato italiano e latino nei licei e collabora a progetti teatrali.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Nicola Verderame"Il nostro amore è un vecchio romanzo"Ahmet ÜmitScritturapurahttps://scritturapura.itTre inchieste per il commissario Nevzat, tre casi di omicidio, tre indagini sulle stesse strade innevate di una città splendida e decadente, che si presenta senza veli al crocevia tra bellezza e dolore, oriente e occidente, oppressione e liberazione.Un uomo incontra clandestinamente Agatha Christie in una suite dello splendido Pera Palace di Istanbul. Prima perderà il senno e poi la vita. Uno scienziato russo arriva da San Pietroburgo a Istanbul. La sua sparizione è così misteriosa che i servizi segreti si mettono l'uno contro l'altro. Un amante disperato che si ritrova sull'orlo della morte mentre cerca la felicità ...Il secondo attesissimo romanzo di Ahmet Ümit, dopo Capodanno a Istanbul (Scritturapura, 2018), con la traduzione di Nicola Verderame.Ahmet Ümit è lo scrittore rivelazione della scena letteraria turca contemporanea. Nei suoi gialli ricorrono tematiche politiche e storiche, e le accuse – per quanto romanzate – ai sistemi di corruzione e agli abusi edilizi perpetrati ai danni del patrimonio storico e naturalistico turco.Nicola Verderame (Campi Salentina, 1984) storico dell'Impero Ottomano e traduttore di narrativa turca contemporanea. Ha insegnato Lingua turca all'Università del Salento e Filologia turca presso l'Università L'Orientale di Napoli, dove si è laureato in Studi islamici (2008). Ha conseguito un Research Master in Turkish Studies all'Università di Leiden (2011) e il PhD in Storia contemporanea alla Freie Universitaet Berlin (2018). Per le sue traduzioni ha ricevuto il Premio Benno Geiger 2017 e il Premio nazionale di traduzione del Ministero dei Beni e delle attività culturali nel 2018. Finalista del premio Annibal Caro 2023.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Manuela Faccon"Vicolo Sant'Andrea 9"Feltrinelli Editorehttps://feltrinellieditore.itPadova, anni cinquanta. Teresa lavora come portinaia in un palazzo del centro. Dietro un aspetto dimesso e in apparenza insignificante, nasconde un bruciante segreto.Nel dicembre del 1943, quando aveva sedici anni, di ritorno da un incontro sotto i portici di piazza delle Erbe con il garzone di cui è innamorata, assiste all'arresto della famiglia ebrea per cui lavora e da cui è stata istruita e educata alla lettura. Un attimo prima di essere portata via dai soldati, la padrona le affida il suo ultimo nato: Amos, due enormi occhi scuri e una voglia di fragola sulla nuca. Qualcuno però fa la spia, Teresa viene separata a forza dal bambino e per punizione rinchiusa in manicomio.Anni dopo, continua a pensare a quel bambino. Sarà ancora vivo? Che tipo di persona sarà diventato? E fino a che punto dovrà arrivare, lei, per tener fede alla parola data? Presta servizio in casa delle ricche signorine Pozzo, così diverse dall'amorevole signora Levi o dalla famiglia numerosa in cui è cresciuta in campagna, e intanto cerca Amos.Finché un nuovo colpo del destino le offre l'occasione tanto attesa: c'è un impegno da onorare, una verità da consegnare prima che il portoncino di vicolo Sant'Andrea 9 si spalanchi per l'ultima volta e lei sia finalmente libera di ricominciare.Prendendo spunto da vicende storiche e da ricordi d'infanzia, Manuela Faccon costruisce il ritratto di una donna unica e, al tempo stesso, come tante, fragile dentro, ma forte fuori, per gli altri. Un romanzo intimo e intenso sulla dignità al femminile, sui sacrifici che comporta la lealtà, verso il prossimo e verso se stessi. Una voce potente, nuova, ma con una musicalità antica.La portinaia di vicolo Sant'Andrea 9 nasconde un segreto. Ora, finalmente, è arrivato il momento di parlare.Manuela Faccon è nata a Padova nel 1968 e vive a Este. Laureata in Lingue e letterature straniere moderne e dottore di ricerca in Filologia e letteratura, è studiosa di codici manoscritti e appassionata di Storia. Ha pubblicato due libri e vari articoli sulle traduzioni di racconti esemplari e di testi medievali in area iberica. Insegna Lingua e cultura spagnola. Ama da sempre la danza e le piace viaggiare per l'Europa alla guida della propria auto, scoprendo strade e paesaggi sempre nuovi. Vicolo Sant'Andrea 9, ispirato a vicende familiari e frutto di un lungo lavoro di ricerca, è il suo romanzo d'esordio.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Najsłynniejszy polski filolog klasyczny, Tadeusz Zieliński, podczas wykładu wygłoszonego w Petersburgu w 1901 roku, mówił: „Zakorzeniło się społeczeństwie mniemanie, że starożytność jako pierwiastek kultury współczesnej pozbawiona jest wszelkiego znaczenia, gdyż z dawien dawna prześcignęły ją postępy myśli nowoczesnej. Znawca sprawy natomiast powie wam, że nasza kultura umysłowa i moralna nigdy tak blisko świata antycznego nie stała, nigdy go tak bardzo nie potrzebowała. A i my też nigdy tak do jego zrozumienia i przyjęcia nie byliśmy przygotowani jak właśnie w dobie obecnej. Nastręcza się atoli pytanie, w jaki sposób wykształcenie klasyczne wpływa na umysłowe i moralne udoskonalenie ludzkości”.Czy słowa te nie brzmią obecnie równie aktualnie jak 120 lat temu? Czy dziś, w 2023 roku – w świecie pandemii i kryzysów władzy, wielkich migracji i wyniszczających wojen – wartości, jakie niesie ze sobą kultura klasyczna, nie stanowią punktu orientacyjnego jeszcze pewniejszego? Czy powrotu do źródeł – do wspólnego europejskiego dziedzictwa – nie potrzebujemy bardziej niż kiedykolwiek?„Bardzo istotne jest postawienie pytania o miejsce tradycji antycznej w naszym codziennym myśleniu – mówi prof. Karolina Wigura, publicystka i uczona, historyczka idei. – Jest ono istotne, ponieważ żyjemy obecnie w epoce, która straciła pamięć. My nie pamiętamy nawet własnego kanonu lektur. Kto z nas, po zakończeniu szkoły średniej, zajmuje się jeszcze Kochanowskim albo Rejem? Kto cytuje polskich klasyków myśli albo literatury, występując w radiu albo telewizji? My, historycy idei, jesteśmy wytrenowani w tym, żeby rozmawiać ze zmarłymi. I czy ci zmarli są sprzed dwudziestu lat, czy sprzed dwóch tysięcy lat, to nie ma większego znaczenia. Z nimi się po prostu rozmawia”.Ale rozmowa ze zmarłymi to także rozmowa z przyjaciółmi. Czytając Arystotelesa, Platona, Cycerona czy św. Augustyna, pozostajemy w stałym dialogu z tradycją. Niezależnie od tego, czy rozmowę tę prowadzimy w szkole (na lekcji łaciny czy polskiego), w sali wykładowej czy w przestrzeni publicznej. Dialog ten trwa od kilku tysiącleci, przeżywa, co jasne, lepsze i gorsze momenty, a co jakiś nawet czas – i w takim momencie zdajemy się tkwić obecnie – pojawia się pytanie, czy nie pojawiło się ryzyko trwałego zerwania tego dialogu. Są to zwykle momenty głębokiego kryzysu cywilizacyjnego. W takich chwilach obecność antyku zdaje się istotniejsza niż w czasie pokoju i spokoju. To kryzys bowiem zmusza człowieka do zadawania pytań o sprawy najważniejsze. A do tych należą przecież: sens i cel życia, dziedzictwo i tradycja, istota wspólnoty.Nie chodzi tu bynajmniej o nostalgię. Nie chodzi też o bezcelowe szafowanie nazwiskami, tytułami czy cytatami z dzieł Greków i Rzymian. Tradycja ta jest nie tylko początkiem, ale i wspólną płaszczyzną, szeroką platformą, która daje możliwość porozumienia. „Ludziom, którzy się ze sobą nie zgadzają, którzy reprezentują inne poglądy, którzy mają sprzeczne analizy rzeczywistości, pozwala to znaleźć wspólny grunt” – zauważa Wigura.Idealnie byłoby – choć jest to oczywiście projekt utopijny – gdyby można było powiedzieć: niezależnie od tego, po której stronie jesteśmy i jakie mamy poglądy, wszyscy czytaliśmy Platona i Arystotelesa. Wówczas, mimo że się różnimy, w istocie jesteśmy razem, wszyscy – w Polsce i Europie, w świecie Zachodu – jesteśmy wspólnotą. Bez wspólnej bazy myślowej konstruktywny dialog okazuje się niezwykle utrudniony.Kiedy w rozmowie spotykają się osoby o bardzo różnych poglądach, pewna wspólna baza, a tę stanowi określona edukacja, okazuje się niezbędna. Wigura mówi: „W książce, która napisaliśmy wspólnie z Tomaszem Terlikowskim, Polka ateistka kontra Polak katolik, ponieważ tak bardzo się nie zgadamy, to elementy filozoficzne są w którymś momencie ostatnią deską ratunku: «Zupełnie nie rozumiem, jak ty myślisz o świecie, nie przyjmuję tego sposobu myślenia, ale przynajmniej możemy porozmawiać o tekście, który oboje czytaliśmy i on do nas mówi»”.To, kim jesteśmy i jak myślimy o świecie, stanowi wypadkową wielu czynników. Na naszą samoświadomość składają się długie wieki nawarstwiających się na siebie poglądów, wątków, dzieł. Edukacja klasyczna nie może i nie powinna mieć jednak charakteru ekskluzywnego. Im powszechniejsza jest bowiem znajomość łaciny (jak w ogóle: wiedza), tym cała społeczność silniej stoi na nogach. Wykształcenie klasyczne przekłada się w sposób bezpośredni na inne, bardzo różne obszary życia.Krzysztof Bielawski, hellenista i współprowadzący rozmowę, przypomina: „Był taki eksperyment paręnaście lat temu w edukacji niemieckiej, że zlikwidowano łacinę w szkołach, co oczywiście odbiło się automatycznie spadkiem liczby miejsc na filologii klasycznej, dlatego że nie było potrzeby produkowania tych nauczycieli na potrzeby szkół, ale po pięciu latach, gdy zrobiono badania, okazało się, że ogólne wyniki dotyczące możliwości, umiejętności, abstrakcyjnego myślenia u młodzieży spadły tak gwałtownie, że w ciągu roku przywrócono system nauczania łaciny”.Podobnie było we Włoszech, gdzie badania wykazały, że uczniowie uczący się łaciny znacznie lepiej radzą sobie z matematyką. Nie zmienia to jednak faktu, że edukacja klasyczna jest – w skali europejskiej – w kryzysie. W jednych krajach bardziej, w innych mniej poważnym. Ale kryzys trwa, widzimy go.Dlaczego straciliśmy pamięć? Gdzie jest początek tego procesu? Czy można temu zaradzić, tę pamięć przywrócić?Wigura wskazuje na dwa czynniki: „Jako społeczeństwa ponowoczesne żyjemy w nieustannym «teraz». To się wiąże z technologiami komunikacji, których używamy do tego, żeby ze sobą rozmawiać. W mediach społecznościowych ważne jest już tylko to, co teraz. Zamknięci w tej teraźniejszości zapominamy nie tylko o tekstach klasycznych, ale też o tym, co było rok temu”.Jako drugi czynnik Wigura wskazuje brak dostępu do przekładów tekstów klasycznych. Dzieła Greków i Rzymian przestały stanowić część naszego kanonu lektur. Nowe tłumaczenia powstają rzadko, stare popadają w zapomnienie bądź się dezaktualizują. Podczas gdy w księgarniach w Wielkiej Brytanii, w Niemczech czy we Włoszech Homer, Owidiusz i Cyceron zajmują całe regały, w Polsce są niszą. Odcina to osoby, które nie czytają w językach obcych, od wspólnego dziedzictwa. Cierpią na tym nie tylko miłośnicy antyku, ale też uczeni – literaturoznawcy, historycy, filozofowie, religioznawcy – oraz odbiorcy ich dzieł, odbywa się to więc z ogólną szkodą dla humanistyki. A kondycja, w jakiej znajduje się humanistyka, jest papierkiem lakmusowym stanu danego społeczeństwa. Nie ma silnego państwa bez silnej kultury.„Nie ma dobrych tłumaczeń, bo nie ma filologów klasycznych, a nie ma filologów klasycznych, bo nikt nie chce finansować instytutów filologii klasycznej, dlatego że filolodzy nie produkują tego, co jest postrzegane jako użyteczne dla całej społeczności, co dałoby się przełożyć na punkty, na podstawie których finansowana jest nauka. To jest zaklęte koło i nie wiemy, jak to przerwać” – mówi Bielawski.Z czego wynika kryzys humanistyki? Skąd się bierze przekonanie, że ciekawe i ważne jest tylko to, co nowe? Jak ożywić zainteresowanie antykiem i w jakim celu?
Francesco Zambon"Messaggio" PessoaMolesini Editore Veneziahttps://molesinieditore.itUn impero dei poeti?La misteriosa profezia testamentaria di PessoaIntroduzione, traduzione e commento di Francesco ZambonUscito nel 1934, un anno prima della morte, Messaggio è il solo libro poetico in portoghese pubblicato da Fernando Pessoa.Le liriche che lo compongono si inscrivono in una vera e propria, rigorosissima, struttura poematica, che ha evidenti implicazioni simboliche ed esoteriche. Al centro campeggia il mito del re Don Sebastiano, il sovrano scomparso e probabilmente ucciso nel corso della battaglia di Alcácer-Quibir in Marocco (4 agosto 1578): secondo la leggenda egli dovrà ritornare in patria per restaurare l'impero portoghese, il Quinto Impero nella storia universale. Nell'interpretazione visionaria di Pessoa, sarà una sorta di impero virtuale dei poeti, destinato a sussumere tutti i precedenti imperi materiali su un piano metastorico e spirituale.Il volume contiene la traduzione poetica integrale di Messaggio con il testo critico a fronte, controllato sull'edizione originale dell'opera; lo corredano una introduzione e un puntuale commento del curatore.Fernando Pessoa (Lisbona 1888 – ivi 1935) è uno dei più grandi poeti europei del Novecento.Lasciò in gran parte inedita la sua vastissima opera in versi e in prosa, sepolta in un mitico baule, il cui contenuto incominciò a essere noto solo dopo la sua morte.Costruì una intera letteratura attribuendo molti dei suoi scritti a degli eteronimi, scrittori immaginari dotati ciascuno di un proprio stile e di una propria personalità.Fu profondamente interessato, specie nei suoi ultimi anni, alle tradizioni esoteriche (gnosi, rosacroce, massoneria, teosofismo) di cui molte sue opere, fra cui Messaggio, recano tracce evidenti.Francesco Zambon (Venezia 1949) è professore emerito di Filologia romanza presso l'Università di Trento.Studioso di fama internazionale, ha indagato su numerosi aspetti della letteratura allegorica e religiosa del medioevo latino e romanzo (bestiari, mito del Graal, trovatori, eresia catara, mistica).Ha scritto inoltre su alcuni poeti italiani ed europei contemporanei.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Fulvio Ferrari"Breve è la vita di tutto quel che arde"Stig DagermanIperborea https://iperborea.comPer la prima volta tradotta in italiano, un'antologia che dà conto di circa dieci anni di attività poetica di Stig Dagerman. «Un giorno all'anno si dovrebbe immaginare / la morte chiusa in una scatoletta bianca. / A nessuna illusione si dovrebbe rinunciare, / nessuno morrebbe per quattro dollari in banca. // (…) Nessuno vien bruciato all'improvviso / e nessuno per strada ha da crepare. / Certo, è menzogna, son del vostro avviso. / Dico soltanto: Possiamo immaginare.» Stig Dagerman espresse anche in versi la vicinanza agli ultimi e l'umanesimo dolente che in una continua tensione tra speranza e disincanto attraversano la sua multiforme opera in prosa. Negli anni 1944-47 e 1950-54, fino al giorno prima di morire, scrisse per il giornale anarchico Arbetaren oltre 1300 dagsedlar, poesie satiriche a commento della cronaca politica e sociale che con il loro tono diretto contribuirono a fare di Dagerman un riferimento identitario per i giovani libertari della sua generazione. Il metro è per lo più tradizionale, quasi da filastrocca, ma la giocosità della rima e del ritmo potenzia per contrasto la durezza dei contenuti: gli accordi della «democratica» Svezia con la Spagna di Franco, i senzatetto di Stoccolma lasciati al freddo, i bambini armati per combattere le guerre dei grandi. Ai brevi componimenti di denuncia, questo volume affianca una scelta di versi in cui la forma irregolare insieme alla riflessione sulla condizione umana, pur sempre intrecciata all'impegno politico, avvicina l'autore alle avanguardie internazionali e ben accoglie simboli e metafore della sua narrativa. Una lettura toccante che aggiunge un tassello significativo al ritratto di uno sperimentatore instancabile al quale ancora oggi s'ispirano scrittori, giornalisti e musicisti di tutta Europa.Fulvio Ferrari (Milano, 1955), professore ordinario di Filologia germanica all'Università di Trento, è traduttore dal tedesco, dalle lingue scandinave (svedese, norvegese, danese e islandese) e dal nederlandese dagli anni Ottanta. Laureato in Lettere moderne presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Torino, ha frequentato corsi di Lingua nederlandese e Lingue e Letterature scandinave all'Università degli Studi di Milano. Collabora con diverse case editrici, per le quali ha tradotto classici e premi Nobel, come pure voci di punta della narrativa contemporanea, tra cui – oltre a Stig Dagerman – Pär Lagerkvist, Cees Nooteboom, Knut Hamsun, Hans Christian Branner, Torgny Lindgren, Göran Tunström, Fredrik Sjöberg, Gerard Reve e le antiche saghe islandesi. Nel giugno 2016 gli è stato assegnato il Premio Gregor von Rezzori per la migliore opera di traduzione italiana.Stig DagermanAnarchico lucido e appassionato incapace di accontentarsi di verità ricevute, militante sempre in difesa degli umiliati, degli offesi e dell'inviolabilità dell'individuo, Dagerman appartiene alla famiglia dei Kafka e dei Camus e resta nella letteratura svedese una figura culto che non si smette mai di rileggere e riscoprire. Segnato da una drammatica infanzia, intraprende molto giovane una folgorante carriera letteraria bruscamente interrotta dalla tragica morte, lasciando quattro romanzi, quattro drammi, poesie, racconti e articoli che continuano a essere tradotti e ristampati. Iperborea ha pubblicato Il nostro bisogno di consolazione, Il viaggiatore, Bambino bruciato, I giochi della notte, Perché i bambini devono ubbidire?, La politica dell'impossibile, Autunno tedesco e Il serpente.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it
Massimo Blasi"Se vuoi essere fico usa il latino"Newton Compton Editorihttps://www.newtoncompton.com/Parole, espressioni e modi di dire: in latino è meglio!Oggi è comune pensare che il latino rientri nel novero delle cosiddette lingue morte, ovvero gli idiomi che non sono più parlati da nessuna popolazione al mondo. Ma siamo proprio sicuri che sia così? Forse, per il latino, più che di lingua morta bisognerebbe parlare di lingua uccisa, perché in realtà sì, viene ancora usata… ma molto male! Questo libro si propone come la guida essenziale all'uso corretto della grande lingua di Roma antica. In maniera semplice ma accurata, Massimo Blasi spiega il significato di decine di espressioni latine ancora vive nel parlato odierno, dal celeberrimo carpe diem alla locuzione o tempora, o mores. Oltre a una serie di esercizi di conversazione per imparare a usare il latino in modo spigliato, il libro contiene giochi e quiz che lo rendono non solo un utile strumento per chi vuole ampliare il proprio lessico, ma anche un divertente passatempo per tenere allenata la mente!Altro che lingua morta: il latino è più vivo che mai, bisogna solo saperlo usare!Metti il latino nel curriculum e sarai un manager miglioreUsare frasi ed espressioni latine ad hoc è considerato un segno distintivoNegli Stati Uniti è ormai esplosa la latinomaniaCarpe diemCogli l'attimoOrazioHomo homini lupusUn uomo è un lupo per un altro uomoPlautoIn vino veritasNel vino sta la veritàPlinio il vecchioParce sepultoRisparmia un mortoVirgilioVeni vidi viciVenni, vidi, vinsiSvetonioMassimo BlasiDottore di ricerca in Filologia e storia del mondo antico, è autore di numerosi articoli scientifici pubblicati su riviste italiane e straniere, di una monografia insignita nel 2012 del Premio “Sapienza Università Editrice” (Strategie funerarie. Onori funebri pubblici e loro uso politico nella Roma medio e tardorepubblicana, 230-27 a.C.) e, con Laura Zadra, di una serie di gialli ambientati nella Roma del I secolo a.C. (Quel che è di Cesare e I morti non fanno festa; il terzo episodio è di prossima pubblicazione). Dopo un periodo all'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, collabora con l'Università di Roma La Sapienza e insegna materie umanistiche in un liceo romano. Con la Newton Compton ha pubblicato L'incredibile storia degli imperatori romani, I dieci incredibili avvenimenti che hanno cambiato la storia dell'antica Roma, Il grande romanzo di Roma antica e Se vuoi essere fico usa il latino.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Si può tradurre una lingua antica senza una "stele di rosetta"? Finora nessuno ci è mai riuscito, ma recentemente un gruppo di ricerca dell'Università di Bologna ha applicato per la prima volta con successo il deep learning allo studio dello sconosciuto cipro-minoico, un sistema di scrittura dell'isola di Cipro risalente a circa 3.500 anni fa, aprendo la strada alla sua traduzione. Ospite Silvia Ferrara, Professoressa presso il Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell'Università di Bologna
Clase para todos: FILOLOGIA
El temps. Congrés dels batlles de Catalunya Nord a Sallagosa. Èxit total de La colla castellera de Cerdanya a la Tor de Querol. Col·loqui IEC secció Filologia a la Cerdanya.
Silvia Stucchi"Nerone"Verità e vita dell'Imperatore più calunniato della storiaGiunti Editorehttps://www.giunti.it/Gravi e molteplici le accuse da sempre rivolte a Nerone, che nell'immaginario è assurto a tiranno per eccellenza: incontrollabile, sanguinario, corrotto. Qui si decostruisce il suo mito e, dall'infanzia alla morte, avvenuta a trentun anni, si fa la conoscenza dell'uomo così come non è mai stato raccontato, con tutte le sue sfumature e complessità, in una storia senza eguali. Si susseguono curiosità e aneddoti, ma anche abili ricostruzioni di dialoghi e verosimili rappresentazioni di scene di vita dell'epoca, in una corte imperiale in cui la sete di potere e l'ambizione avvelenavano ogni tipo di rapporto, soprattutto familiare. Grazie a un agile uso delle fonti storiche, integrando le ultime acquisizioni della ricerca accademica, Silvia Stucchi ci regala una narrazione originale e sorprendente, che ha il pregio di presentare l'ultimo esponente della dinastia Giulio-Claudia nel suo tempo, da cui è emerso con forza, non senza patirne le inevitabili conseguenze. Si colgono gli elementi più rivoluzionari del suo operato: la ricerca del favore delle masse, l'anticonformismo nei confronti della plurisecolare tradizione moralistica romana, l'idea che la politica sia una questione di immagine e di spettacolo, l'amore per il bello e per l'arte. Una prosa avvincente che coniuga l'appassionata ricerca storica a un ritmo densissimo e ricco di colpi di scena.Silvia Stucchi, bergamasca, laureata in Lettere classiche e dottore di ricerca in Filologia e Letteratura latina, insegna Latino nei licei ed è docente di Lingua e Letteratura latina presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica di Milano per i corsi di laurea in Lettere Moderne e Scienze dei Beni Culturali, e per quello in Scienze dei Beni Culturali dell'Università degli Studi di Milano. Ha pubblicato saggi su Petronio e sulla sua fortuna e ricezione nei secoli XVII e XX, su Seneca tragico, Lucano, Ovidio, Cassio Emina e sulla tematica consolatoria nel mondo antico. Ha tradotto Apuleio (Apologia), Seneca (Epistola 70) e Plauto (Rudens). È autrice dei volumi Come il latino ci salva la vita (Edizioni Ares 2020) e A cena con Nerone. Viaggio nella cucina dell'antica Roma (Edizioni Ares 2021). Svolge attività di giornalista pubblicista su varie testate cartacee e online.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Carla Quattrini"Ovunque tu sia"Ianieri Edizionihttps://www.ianieriedizioni.com/La storia di Emma inizia a Osimo, sul parallelo 43. Qui conosce Sandro: lei deve frequentare la prima elementare, lui la seconda, e continuano a camminare fianco a fianco fino a pochi mesi prima del loro matrimonio. Ma un mattino di novembre Sandro se ne va lasciando nel cassetto due biglietti per la Lapponia, silenti testimoni di un'antica promessa. In attesa di un segno di riconciliazione che non arriva, Emma parte da sola per Rovaniemi, sul parallelo 66, dove quarant'anni prima era stato anche suo padre alla ricerca dell'aurora boreale. Un viaggio all'estremo limite Nord della Terra, dove il buio costante le offre l'opportunità di vedere la luce che ha dentro, riaccende in lei l'entusiasmo per le piccole cose e l'aiuta a fare chiarezza e a dare un senso all'insieme disordinato di eventi che l'ha travolta. Nelle pagine di Ovunque tu sia si susseguono, come scatti di una reflex, le tappe del viaggio di Emma attraverso luoghi incontaminati che rompono i suoi silenzi e la fanno sentire di nuovo a casa, finalmente in grado di scegliere quale direzione dare alla sua vita. «So come è nata» aggiunse Sandro. «Una volpe uscì dalla tana in una fredda notte d'inverno. Era una volpe magica. “Quando sfiorò con la coda il terreno ghiacciato, la neve salì al cielo creando piccole scintille”» recitò a memoria. «Ecco perché i finlandesi chiamano l'aurora boreale “i fuochi della volpe”».Carla Quattrini vive a Osimo, in provincia di Ancona. È laureata in Filologia e Letteratura e si occupa di progettazione e coordinamento editoriale di testi per la scuola secondaria di secondo grado. Nell'ambito della narrativa si dedica a presentazioni di romanzi, libri per ragazzi e incontri con gli autori per gruppi di lettura e librerie. È appassionata di viaggi e terre artiche sin da adolescente e l'amore per il Nord Europa ha ispirato la stesura del suo primo romanzo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
A VOZ DO TRADUTOR - ano V - nº192 - Edição de 23 de abril de 2022 *Começa a XV Semana de Filologia na USP *Associação Brasileira de Pesquisadores em Tradução convida para o curso “Introdução à interpretação comunitária” *Goethe Institut convida para o I Telas literárias de 2022 *Vamos conferir a agenda da Escola de Tradutores *Dica de leitura da semana com a Tacet Books: 7 mejores cuentos de Horacio Quiroga *Danilo Nogueira reforça: para ser tradutor, o português precisa estar tinindo *A nossa Pausa para o Café é com a médica e tradutora Carla Vorsatz, autora da série #SOStraduçãomédica e do blog “Ambulatório das Palavras” Nesta entrevista, a Carla divide com a gente o que é o projeto Cosnautas e conta em detalhes como recebeu o convite do Dr. Fernando Navarro para trabalhar na versão brasileira do Dicionário online de dúvidas e dificuldades da tradução do inglês médico para o português e conta como você pode participar do lançamento e acompanhar as novidades deste projeto incrível. Além disso, tem presente para você ouvinte!