POPULARITY
Lavorano senza sosta su tre turni, ventiquattro ore al giorno. Le officine russe che sfornano e riparano carri armati non si fermano, anzi, forse non si sono mai fermate dall'inizio dell'aggressione all'Ucraina. A testimoniare quello che gli analisti e i servizi di intelligence già sapevano sulle riserve e le potenzialità della macchina bellica meccanizzata russa c'è un video diffuso dal portale russo Stella, organo delle forze armate di Mosca. Nella clip si vede una gigantesca e impressionante distesa di tank ripresa in tutta la sua estensione dell'organo di informazione del Cremlino.Iscriviti e segui "Notizie dall'Ucraina": YouTube Apple Podcasts Spotify Google Podcasts Amazon Podcast Audible adnkronos.com
L'umiliante fallimento del programma spaziale russo la cui sonda #Luna25 si è schiantata sul suolo del nostro satellite ha riportato all'attenzione dell'opinione pubblica la nuova fase della corsa allo Spazio. Se negli anni '60 le motivazioni della rivalità tra Sovietici ed Americani erano di natura prevalentemente scientifiche e di prestigio internazionale, oggi sono di natura prevalentemente economiche e militari. Gli Usa hanno acquisito un dominio in quasi tutti i settori con la Cina che cerca di recuperare un po' del gap accumulato. L'Europa come al solito è inesistente, intenta a gettare quelle poche risorse di cui dispone nel buco nero del welfare per i parassiti. Ne parliamo con Marco Bussi con cui abbiamo portato il tema all'attenzione dei nostri fan in questi anni con le puntate su #Starlink e su #SpaceX quando i giornalisti dei grandi media non sapevano nemmeno di cosa si trattasse.
Le forze russe hanno provato a far saltare in aria, da remoto, un carro armato per distruggere una postazione militare ucraina.Iscriviti e segui "Notizie dallUcraina":YouTubeApple PodcastsSpotifyGoogle PodcastsAmazon PodcastAudibleadnkronos.com
Nell'ottobre del 1962, il mondo si trovò sull'orlo di un terzo conflitto mondiale. Sorvolando Cuba, gli aerei spia americani notarono che sull'isola si stava preparando l'allestimento di missili con testata nucleare di fabbricazione sovietica. Una minaccia spaventosa per gli Stati Uniti, vicinissima alle proprie coste. Ma che cosa spinse i sovietici a una mossa tanto azzardata? E in che modo fu possibile uscire da quella che, in tutto il mondo, fu vissuta come la terrificante anticamera di un'apocalisse nucleare?Aderisci alla pagina PATREON e sostieni i miei progetti e il mio lavoro: http://patreon.com/massimopolidoroPartecipa e sostieni su TIPEEE il progetto del mio Tour 2022 in tutta Italia: https://it.tipeee.com/massimopolidoroScopri il mio Corso online di Psicologia dell'insolito:https://www.massimopolidorostudio.comRicevi l'Avviso ai Naviganti, la mia newsletter settimanale: https://mailchi.mp/massimopolidoro/avvisoainavigantie partecipa alle scelte della mia communitySeguimi:Instagram: https://www.instagram.com/massimopolidoro/Gruppo FB: https://www.facebook.com/groups/MassimoPolidoroFanClubPagina FB: https://www.facebook.com/Official.Massimo.PolidoroTwitter: https://twitter.com/massimopolidoroSito e blog: http://www.massimopolidoro.comIscriviti al mio canale youtube: https://goo.gl/Xkzh8A
A Plungé, la città natale della protagonista di questa storia - Wanda Rutkiewicz - i tedeschi spalleggiati dal lituano Jonas Noreika sterminarono più del 90% degli ebrei presenti in città. Circa 1.600 persone caddero nelle foreste accanto alle ultime case, tutti e tutte nell'arco di 48h di rastrellamenti tra il 13 e il 15 luglio 1941.Questi frammenti dello scontro tra nazisti e sovietici, accolsero Wanda Rutkiewicz in un mondo devastato dalla guerra.Meno di 7 mesi dopo dal massacro di Plungé, nell'ospedale della città nacque una tra le alpiniste capaci di scrivere la storia sulle pareti più alte del mondo.L'infanzia di Wanda non fu certo semplice e l'eco della guerra si riversò nella sua vita prepotentemente.I bambini - all'epoca - si trovavano spesso di fronte a ordigni inesplosi o a rimasugli bellici.Se poi ci mettevano le mani, il rischio di rimanere mutilati era tremendamente concreto. Ma a Wanda - e alla sua famiglia - andò ancor peggio.Una mattina come quella di tante altre, uno dei fratelli Rutkiewicz rimase vittima proprio di una deflagrazione.Non ci fu nulla da fare. L'orrore della morte sfondò le certezze fanciullesche di Wanda, catapultandola in un mondo diverso, quello dei grandi. Ma lei, nonostante la perdita, reagendo al dolore, non si fece abbattere.Contatto mail: andataeritorno.podcast@gmail.comMusic by Epidemic SoundNewsletter: https://andataeritornopodcast.substack.com/
Nuova puntata di Linee Racconta, in cui vi narro le storie degli sportivi che hanno unito alla loro vita agonistica la lotta politica, racconti di vite di donne e di uomini che hanno fatto dello sport qualcosa di superiore, un mezzo per combattere delle battaglie, anche a costo di rinunciare alla propria carriera. In questo episodio la storia di Věra Čáslavská, ancora oggi una delle atlete più vincenti di sempre alle Olimpiadi, eppure la sua vicenda, segnata dal coraggio e da scelte politiche ben precise, non è nota come dovrebbe essere. Città del Messico, Olimpiadi 1968. Vera vince l'oro, ex aequo, con la sovietica Larissa Petrik. Sul podio, quando parte l'inno dell'Urss, lei china il capo in segno di disprezzo. Lo fa perché giusto qualche settimana prima l'Urss aveva invaso il suo paese, la Cecoslovacchia, e quell'inno era il simbolo degli oppressori. Vera pagherà caro questo affronto, venendo punita in modo crudele: non il carcere, ma la cancellazione dal mondo. Diventa irraggiungibile, i Sovietici la fanno sparire nel nulla, costringendola a una vita di sottomissione e sofferenza; nonostante questo, non ha mai rinnegato le sue scelte, difendendo sempre il suo Paese e la libertà. La storia di Věra Čáslavská è un insegnamento per coraggio e forza, tanto da mettere in gioco tutta la propria vita pur di difendere ciò in cui si crede. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Secondo un documento conservato negli archivi della CIA, alla fine degli anni 80 l'Armata Rossa avrebbe abbattuto un UFO in Siberia e, per vendetta, gli extraterrestri avrebbero pietrificato 23 soldati sovietici! Possibile? E che cosa significa la presenza di un simile documento negli archivi della CIA?Aderisci alla pagina PATREON e sostieni i miei progetti e il mio lavoro: http://patreon.com/massimopolidoroPartecipa e sostieni su TIPEEE il progetto del mio Tour 2022 in tutta Italia: https://it.tipeee.com/massimopolidoro Scopri il mio Corso online di Psicologia dell'insolito: https://www.massimopolidorostudio.comRicevi l'Avviso ai Naviganti, la mia newsletter settimanale: https://mailchi.mp/massimopolidoro/avvisoainaviganti e partecipa alle scelte della mia communitySeguimi:Instagram: https://www.instagram.com/massimopolidoro/ Gruppo FB: https://www.facebook.com/groups/MassimoPolidoroFanClub Pagina FB: https://www.facebook.com/Official.Massimo.Polidoro Twitter: https://twitter.com/massimopolidoro Sito e blog: http://www.massimopolidoro.com Iscriviti al mio canale youtube: https://goo.gl/Xkzh8A
Questa domenica si è votato per i 5 referendum sulla giustizia e per le amministrative in 971 comuni italiani, e sul referendum già sappiamo come è andata, hanno votato anche in Francia, ed è stato un sorprendente testa a testa tra il partito di Macron e quello di sinistra di Mélenchon, mentre in Russia ha riaperto il Mac e Salvini è di nuovo nella bufera. Berrettini ha vinto il torneo di Stoccarda, in Canada faranno sentire in colpa chiunque per il fumo e Google ha chiesto a un ingegnere che riteneva che una delle loro AI avesse un'anima di farsi un attimo da parte. Questo e altro nella puntata di oggi, buona giornata! --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vitamine-factanza/message
Note dell'Episodio Grazie per aver ascoltato questa puntata di DA QUI AL POLO. Qui trovate tutti i link utili del podcast, come Facebook, Instagram, Mail, Sito web: https://linktr.ee/daquialpolo Se volete contribuire al podcast: https://tips.pinecast.com/jar/da-qui-al-polo Nella puntata di oggi vediamo le esplorazioni antartiche tra il 1965 ed il 1970. Diverse esplorazioni sovietiche, 2 traversate statunitensi e gli argentini! Disclaimer: il podcast è un progetto realizzato interamente da me, tutto quello che sentite è frutto della mia passione e delle mie conoscenze che ho coltivato in questi anni, spero che mi perdonerete per eventuali errori o problemi di pronuncia di nomi particolarmente difficili. Grazie! Crediti e Fonti: https://en.wikipedia.org/wiki/South_Pole%E2%80%93Queen_Maud_Land_Traverse https://en.wikipedia.org/wiki/11th_Soviet_Antarctic_Expedition https://en.wikipedia.org/wiki/Operaci%C3%B3n_90 https://en.wikipedia.org/wiki/12th_Soviet_Antarctic_Expedition https://en.wikipedia.org/wiki/13th_Soviet_Antarctic_Expedition https://en.wikipedia.org/wiki/New_Zealand_Geological_Survey_Antarctic_Expedition https://it.wikipedia.org/wiki/Mirnyj_(Antartide) https://it.wikipedia.org/wiki/Dodicesima_spedizione_antartica_sovietica https://www.telam.com.ar/notas/202112/577526-operacion-90-hace-56-anos-una-expedicion-argentina-llegaba-por-tierra-por-primera-vez-al-polo-sur.html Crediti Musica: Dewdrop Fantasy by Kevin MacLeod Link: https://incompetech.filmmusic.io/song/3645-dewdrop-fantasy License: https://filmmusic.io/standard-license Facebook: https://www.facebook.com/daquialpolo Instagram: https://www.instagram.com/daquialpolo/ Web: https://da-qui-al-polo.pinecast.co/ Mail: daquialpolo@gmail.com Support Da Qui al Polo by contributing to their tip jar: https://tips.pinecast.com/jar/da-qui-al-polo Find out more at https://da-qui-al-polo.pinecast.co
Gemma e Nikolaij si incontrano nella primavera del 1944 e si innamorano. Lui non parla italiano, lei non parla russo. Lui è un soldato dell'Armata Rossa, lei una ragazza di Vezzano sul Crostolo. Il loro amore sarà osteggiato dai cattolici e dai comunisti, ma alla fine si sposeranno. Questa è la loro storia e quella di un amore in guerra.
La guerra tra Russia e Ucraina sta per entrare nel suo 39° giorno. Intanto, si apprende che il Pentagono ha stanziato altri 300 milioni di dollari di aiuti militari all'Ucraina, per aiutare Kiev a contrastare l'invasione russa.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6843QUANDO I COMUNISTI SOVIETICI ABOLIRONO IL NATALE di Giuliano GuzzoLa polemica di alcuni giorni fa sulle linee guida della comunicazione «inclusiva» dell'Unione europea - poi ritirate - che sconsigliavano l'uso di nomi e festività cristiane, ha portato alcuni a gridare al falso allarme. L'Europa, hanno infatti voluto precisare alcuni fact-checker, ossia i «cacciatori di bufale» sempre pronti a mettere i punti sulle i, non ha mai inteso «abolire il Natale». Ed è vero. Ciò però non toglie come quelle linee guida fossero imbarazzanti, tanto che poi sono state revocate, e non toglie neppure come l'abolizione del Natale non sia affatto uno scenario impossibile. Per un motivo semplice: nella storia, è già stata decretata.Neppure i più zelanti «cacciatori di bufale», categoria che spesso orbita nell'area politica progressista, potranno difatti negare il precedente - clamoroso eppure non molto conosciuto - dell'Unione Sovietica. In breve, accadde questo.L'ABOLIZIONE DEL NATALENell'aprile 1929, il Partito comunista - che aveva già preso a chiudere le chiese e a perseguitare i religiosi - fece un pesante passo avanti abolendo in toto il periodo delle festività natalizie e, con esso, l'albero, «usanza dei preti» accusato d'essere strumento con cui la Chiesa adescava i più piccoli, perché, si pensava allora, «la religiosità dei bambini inizia con l'albero di Natale», perciò occorreva evitare che si intossicassero col «veleno religioso».Qualche anno dopo, nel 1935, in Unione Sovietica si decise di introdurre poi una festa sostitutiva, quella del Capodanno. Sì procedette in tal senso sulla scorta di quanto apertamente suggerito sulle colonne della Pravda, l'organo ufficiale del Partito, dall'influente uomo politico Pavel Postyshev (1887-1939), il quale proponeva di restituire ai bambini sovietici «l'atmosfera di fiaba e magia» da alcuni anni rimossa. Le festività di fine dicembre furono insomma ripristinate. Ad una condizione, però: nessun riferimento, neppure remoto, alla religione.In effetti, già nel 1929 i sovietici furono a dir poco inflessibili nel loro intento di sradicare il Natale di Cristo dal loro immenso territorio. Basti qui ricordare che, nell'inverno di quell'anno, pattuglie di volontari si misero all'opera perlustrando palmo a palmo le città così come i villaggi. L'ordine era chiaro: garantire l'abolizione del Natale, osservando - con un'obbedienza al regime degna della penna di George Orwell - fin dentro le finestre delle case, al fine di assicurare compiuta esecuzione al decreto governativo. Ecco che allora il Natale si fece evento clandestino e, con esso, l'albero.VIETATO L'ALBERO DI NATALESignificativa, in proposito, la prima pagina della rivista L'ateo alla macchina da lavoro uscita nel 1931. Vi era ritratto un uomo che fissava un abete sui cui rami si trovava un cartello molto esplicito: «Divieto di tagliare l'albero di Natale». Ciò nonostante, come si diceva, l'usanza dell'albero tornò nel 1935. Ci fu però chi ritenne che la pur laicissima operazione presentasse dei rischi. Così ecco che apparvero sull'albero soldati, atleti, pionieri, esploratori e piloti. Per non lasciare nulla al caso, pure l'antica stella Cometa venne sostituita dalla stella rossa a cinque punte. La messa al bando delle festività natalizie, insomma, continuò all'insegna del massimo rigore.Ciò però, come sappiamo, non ha impedito all'Urss, dopo decenni di feroci persecuzioni anticristiane, di crollare. E di crollare, tra l'altro, in tempi e modo tutt'altro che casuali. La fine dell'impero sovietico fu infatti stabilita l'8 dicembre 1991, festa dell'Immacolata Concezione, mentre la firma delle carte e la bandiera rossa ammainata dalla piazza rossa datano il 25 dicembre 1991. Precisamente il giorno di Natale. Fu Dio stesso, insomma, a voler metter la firma sulla fine dell'ateismo di Stato e della feroce utopia irreligiosa. Pur immobile nella sua mangiatoia, Gesù Bambino ha così battuto, in un solo colpo, Marx, Lenin e Stalin. Ma di tutta questa incredibile vicenda storica, chissà come mai, ancora oggi si fatica a parlare.
Una delle bandiere più discusse al mondo non poteva che celare un'interessante storia e simbolismo dietro di essa. La bandiera della Corea del Nord differisce totalmente con quella della vicina Corea del Sud, scopriamo perchè! Buon ascolto!
Approfitta dell'offerta estiva di NordVPN qui: https://nordvpn.com/NovaGeoApplica il coupon NOVAGEO per ottenere il 73% di sconto con 4 mesi aggiuntivi gratuiti. La promozione è a tempo limitato ed è senza rischi o vincoli grazie ai 30 giorni di prova soddisfatti o rimborsati.--Monografia sulla vita di Iosif Stalin. Questo episodio è il primo di una futura serie sulle storie dei "grandi" dittatori del Novecento. Fonti: Un ringraziamento speciale all'aiuto di Paolo Arigotti, laureato in Storia Contemporanea, per l'ottimizzazione delle fonti, lo script e il fact checking. Per altre info su Paolo: Facebook.com/paoloarigottiIstagram paolo_arigotti_writerYoutube https://bit.ly/3adusljPro e contro Stalin, Dossier Mondadori, 1971T. Judt, Postar, LaterzaAA.VV., Il libro nero del comunismo, MondadoriE. Hobsbawm, Il secolo breve, Rizzolihttps://www.raiplay.it/video/2017/10/Passato-e-Presente---Stalin-leta-del-terrore-89e53891-d026-4c39-8faa-35ba928f0dd3.htmlhttps://www.raiplay.it/video/2011/08/Alla-corte-di-Stalin---La-Grande-Storia-6d7c7501-5f1f-4e8b-bfbc-5943dad06a2e.htmlhttps://www.limesonline.com/protagonisti/josif-stalinhttps://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Ucraina-scoperte-fosse-comuni-con-vittime-delle-purghe-di-Stalin-3e9214dc-37bf-4a7b-b4be-b27fd77e5ef6.htmlhttps://www.jstor.org/stable/43613000https://www.huffingtonpost.it/entry/i-gulag-le-purghe-staliniane-e-le-colpe-di-togliatti_it_5e789c68c5b62f90bc4dfce1https://www.ilsole24ore.com/art/ottanta-anni-fa-patto-innaturale-ACOAzbf-----Un grazie a Sebastiano Benatti in arte Jouzu Music, per la realizzazione della colonna sonora della sigla: Instagram: https://www.instagram.com/jouzumusic/ email: jouzumusic@gmail.comUn grazie a Luca Orlando, in arte Shudew, per la realizzazione dello speakeraggio della sigla: Spotify: bit.ly/SpotyShudewInstagram: bit.ly/InstaShudew
Puntata N.22: Ottava Puntata del 2021, abbiamo parlato dei Progetti Segreti Sovietici e del Decimo Pianeta, oltre all'intervista a Silvana
La bandiera della Bielorussia nasce nel lontano 1951 in epoca sovietica. Scopriamo però insieme anche l'altra bandiera non ufficiale, spesso sventolata nelle recenti proteste per le elezioni. Buon ascolto!
Per richiedere il dvd (sottotitolato in italiano) > http://www.filmgarantiti.it/it/contatti.php?pagina=contatti&nome=introLA BATTAGLIA DI VARSAVIA (2011) **QUANDO LA POLONIA FERMO' I COMUNISTI di Wlodzimierz RedziochLunedì 27 luglio, nella chiesa delle suore visitandine a Cracovia, è stata celebrata una Messa di ringraziamento nel centenario dell'atto di consacrazione della nazione polacca al Sacro Cuore di Gesù.Nel 1920, di fronte alla minaccia bolscevica, i vescovi polacchi si radunarono a Jasna Góra sotto la guida del primate polacco, il cardinale Edmund Dalbor, e il 27 luglio appunto consacrarono la nazione e l'intera patria al Sacro Cuore di Gesù, ribadendo l'atto di elezione della Madonna a Regina di Polonia. "Nel momento in cui nuvole scure si radunano sulla nostra patria e sulla nostra Chiesa, gridiamo come tuoi discepoli sorpresi da una tempesta in mare: Signore, salvaci, perché stiamo morendo. E come una volta, stendendo la mano destra, con una sola parola hai calmato la tempesta, ora, Signore, allontana il pericolo che ci minaccia", supplicavano i vescovi.L'episcopato si impegnò quindi a diffondere tra i fedeli (specialmente nei seminari) la devozione al Sacro Cuore di Gesù e incoraggiare le famiglie a consacrarsi a Lui.Di quali "nuvole scure" parlavano i vescovi polacchi? Nel 1918, un anno dopo la rivoluzione bolscevica, il Consiglio dei Commissari del Popolo (il governo bolscevico) prese la decisione di formare nell'ambito dell'Armata Rossa la cosiddetta Armata Occidentale per realizzare militarmente la "rivoluzione mondiale". Il 10 marzo 1920, a Smolensk, ebbe luogo una riunione dei capi dell'Armata Rossa, del "Fronte Occidentale" e dei commissari comunisti, tra cui anche Stalin, che presero delle decisioni circa l'attacco alla Polonia e all'Europa che doveva svolgersi lungo la traiettoria Varsavia-Poznan-Berlino-Parigi.Nell'estate del 1920 l'Armata Rossa avanzava minacciosamente verso il fiume Vistola fino alle porte di Varsavia. E in queste circostanze i vescovi polacchi presero la decisione della consacrazione della nazione polacca al Sacro Cuore di Gesù. Nello stesso tempo, per smuovere le coscienze di tutti inviarono delle lettere: alla nazione, agli episcopati del mondo intero e al Papa, chiedendo a Benedetto XV la benedizione e preghiere per la Polonia minacciata dai bolscevichi. Nella coraggiosa lettera alle Chiese nel mondo i vescovi davano un'analisi puntualissima della situazione, scrivendo: "La Polonia non aveva intenzione di combattere; vi è stata costretta. Inoltre, non combattiamo affatto contro la nazione, ma piuttosto contro coloro che hanno calpestato la Russia, che ne hanno succhiato il sangue e l'anima, aspirando a occupare nuove terre. Come uno sciame di cavallette che, dopo aver distrutto ogni segno di vita in un luogo, si sposta altrove, costretto dalla propria azione distruttrice a migrare; similmente ora il bolscevismo - 'avvelenata' e saccheggiata la Russia - si volge minaccioso verso la Polonia".Ma i vescovi prima di tutto volevano attirare l'attenzione del mondo sul fatto che i polacchi non fossero i soli ad essere minacciati: "Per il nemico che ci combatte, la Polonia non è l'ultima meta della sua marcia; è piuttosto una tappa e una piattaforma di lancio verso la conquista del mondo". L'espressione "conquista del mondo" non era per nulla troppo ardita perché "il bolscevismo ha avvolto con una rete sovversiva, come un ragno, nazioni lontanissime dalla Russia (...) E oggi tutto è pronto per questa conquista del mondo. In tutti i paesi vi sono schiere già organizzate, che aspettano soltanto il segnale di battaglia; fervono i preparativi di continui scioperi, che dovranno paralizzare la vita normale delle nazioni. La discordia fra le diverse classi sociali si sta trasformando in un odio esasperato e influenze internazionali bloccano astutamente ogni giudizio e autodifesa delle nazioni". Allora tutti dovevano essere coscienti che in questa situazione "la Polonia è l'ultima barriera posta sulla strada del bolscevismo verso la conquista del mondo: se dovesse crollare, il bolscevismo si spanderebbe nel mondo intero, con tutta la sua potenza distruttrice. E l'ondata, che oggi minaccia di invadere il mondo, è veramente terribile".I vescovi polacchi sottolineavano che rischio corresse la Chiesa con il bolscevismo: "Oltre alla dottrina e all'azione, il bolscevismo porta nel suo petto un cuore pieno di odio. E questo odio è rivolto soprattutto contro il cristianesimo, di cui è decisamente una negazione, si rivolge contro la croce di Cristo e contro la sua Chiesa. (...) Il bolscevismo è proprio l'incarnazione e la manifestazione sulla terra dell'Anticristo". Parole chiare e vere che non tutti in Occidente volevano sentire.Purtroppo, il mondo rimase sordo alle richieste di aiuto dei polacchi. Sembrava che tutti, anche le cancellerie occidentali, fossero rassegnati alla vittoria comunista. E, paralizzati, non facevano niente. Una lodevole eccezione fu l'Ungheria che fornì alla Polonia gli armamenti e le munizioni, facilitando anche il trasporto delle armi dall'Occidente.Invece nelle varie Chiese cominciarono le preghiere per la Polonia, sollecitate dallo stesso Pontefice. Il 5 agosto Benedetto XV inviò al Cardinale Vicario di Roma, Basilio Pompili, una lettera che esprimeva tutta la vicinanza del Papa al popolo polacco: "Signor Cardinale, con vivo compiacimento abbiamo appreso che Ella, seguendo il Nostro suggerimento, ha ordinato che domenica prossima nella Venerabile Chiesa del Gesù siano innalzate fervide solenni preghiere all'Altissimo per invocare le misericordie del Signore sulla sventurata Polonia. Gravissime ragioni Ci inducono a bramare che l'esempio dato da Lei, Signor Cardinale, sia seguito da tutti i Vescovi del mondo cattolico. È nota, infatti, la materna ansiosa sollecitudine con la quale la Santa Sede ha seguito sempre le fortunose vicende della Nazione Polacca. Quando tutte le Nazioni civili si inchinavano silenziose dinanzi alla prevalenza della forza sul diritto, la Santa Sede fu sola a protestare contro la iniqua spartizione della Polonia e contro la non meno iniqua oppressione del popolo polacco. Ma ora vi è molto di più; ora non solo è in pericolo l'esistenza nazionale della Polonia, ma tutta l'Europa è minacciata dagli orrori di nuove guerre. Quindi non è soltanto l'amore verso la Polonia, ma è l'amore verso tutta l'Europa che Ci muove a desiderare che i fedeli tutti si uniscano a Noi nel supplicare l'Altissimo affinché, per intercessione della Vergine Santissima, protettrice della Polonia, voglia risparmiare al popolo polacco questa suprema sciagura, e nello stesso tempo voglia allontanare questo nuovo flagello dalla dissanguata Europa".La massiccia campagna di preghiere della Chiesa intera veniva derisa dagli ambienti socialisti e comunisti in Occidente. Il giornale socialista Avanti! così derideva l'iniziativa del Pontefice: "Il Papa fa assegnamento sull'intercessione della Madonna. (...) Sta fresco il Romano Pontefice se crede nell'efficacia della Vergine! Tre milioni di soldati indossano la divisa russa. (...) Questi soldati e i loro cannoni varranno assai più che non tutti i Rosari del mondo. Fra giorni ne avremo la prova". Ma la realtà doveva smentire le sprezzanti parole dei rivoluzionari italiani.Allo scontro finale tra l'esercito polacco guidato dal maresciallo Piłsudski e l'Armata Rossa si arrivò nei giorni dell'Assunta del 1920. La battaglia di Varsavia venne combattuta per più di 10 giorni: dal 13 al 25 agosto. Malgrado la superiorità numerica dei soldati bolscevichi, l'esercito polacco sconfisse i comunisti. Quest'anno si celebra il centesimo anniversario di questa epica battaglia che è passata alla storia come "il Miracolo sulla Vistola". Ma nasce una domanda: chi vorrà ricordare la vittoria dei polacchi che cento anni fa salvarono l'Europa dal comunismo?ULTERIORI INFORMAZIONI > http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=94
In questa puntata parliamo della tormentata nazione della Armenia, paese che ha cambiato molte bandiere a causa dei vari popoli, in particolare fra tutti i sovietici, che hanno governato questo antico territorio. Buon ascolto!
In questo primo episodio (di due) si parlerà di come la Germania moderna ha fondato le sue basi sull'assorbimento della Repubblica Democratica Tedesca. Quali furono le conseguenze dell'annessione improvvisa di Berlino Est alla parte ovest? E quali furono gli effetti dell'unificazione monetaria del marco sui tedeschi (e poi dell'Europa intera)? Come vedremo, le vicende di Berlino Est e della sua storia ricorderanno molto quelle dell'Anschluss: un evento repentino e programmato. Le motivazioni furono varie e in questo episodio ne toccheremo alcune. I protagonisti furono tanti, uno fra tutti il cancelliere Helmut Kohl e (questo nel prossimo episodio) la Trauhand. Per comprendere la geopolitica moderna della Germania è necessario guardare con attenzione cosa successe all'inizio degli anni Novanta.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=52IL CRIMINE MAI RACCONTATO DELLA RUSSIA DI STALIN Lo sterminio (censurato) di 22.000 ufficiali polacchi da parte dei sovietici: ''venne così annientata la futura classe dirigente della Polonia'' Giampaolo Pansa«Perdonateci, se potete»: fu con queste parole che nel 1992 il presidente russo Boris Eltsin consegnò alla Polonia i documenti che attestavano la piena responsabilità dell'Unione Sovietica nel massacro di Katyn, cioè nello sterminio di oltre 20 mila prigionieri polacchi avvenuto nel 1940. Si chiudeva così una lunghissima vicenda, intessuta di falsificazioni e opposte verità, che viene ora ricostruita da Victor Zaslavsky in un libro che presenta molti motivi di interesse. Anzitutto, se l'eccidio di Katyn non fu che uno dei tanti crimini del regime sovietico, è anche vero - come giustamente osserva Zaslavsky - che esso riflette un carattere della dittatura staliniana che è stato a lungo imbarazzante riconoscere, per i vertici dell'Urss ma anche per una parte della cultura occidentale: vale a dire certe affinità che collegavano il regime stesso all'altro grande totalitarismo dell'epoca, quello nazista. Il massacro, infatti, doveva servire ad eliminare una parte cospicua dell'élite polacca (nella vita civile quegli ufficiali erano professionisti, giornalisti, professori universitari) nel quadro di una spartizione della Polonia tra Germania e Urss già prevista dal patto Ribbentrop-Molotov dell'agosto 1939.Un patto che Stalin considerava non solo un trattato di non aggressione, ma una vera e propria alleanza: nel 1940 il dittatore sovietico giunse a chiedere a Hitler di poter aderire al Patto tripartito che legava Germania, Italia, e Giappone. È appunto una tale complicità con il nazionalsocialismo, precedente il repentino mutamento di fronte provocato dall'attacco tedesco del giugno 1941, che viene richiamata dal massacro di Katyn. Di particolare interesse è la lunga disputa sulle responsabilità della strage, iniziata fin da quando le truppe germaniche, nell'aprile 1943, informarono il mondo del ritrovamento nella zona di Katyn dei corpi di migliaia di ufficiali polacchi che risultavano fucilati tre anni prima, ciò che incolpava necessariamente i sovietici. Da allora l'Urss si impegnò per accreditare a costo di qualunque manipolazione la versione opposta. Rioccupata che ebbero la zona, i sovietici costituirono una commissione compiacente che spostò in avanti la data di morte delle migliaia di cadaveri, così da collocarla nel periodo dell'occupazione tedesca. Terminata la guerra, l'Urss cercò, anche se senza successo, di far accreditare la strage come nazista dal tribunale di Norimberga, non arrestandosi di fronte a nulla, neppure all'assassinio di uno dei giudici russi, che appariva restio ad avallare la falsificazione. Tentò anche di intimidire i medici che avevano fatto parte della commissione internazionale costituita nel 1943 dalla Germania e avevano accertato la responsabilità dell'Urss. In Italia, nel 1948, fu il Pci che organizzò su incarico dei sovietici una pesante contestazione di un membro di quella commissione, il professor Vincenzo Palmieri, che venne accusato d'essere stato un «servo dei nazisti».Tutt'altro che irrilevante fu la disponibilità di Stati Uniti e Gran Bretagna ad accettare la versione sovietica. Finché il conflitto era in corso, appariva inevitabile che gli angloamericani accantonassero la questione di Katyn, «di nessuna importanza pratica» come con cinico realismo dichiarò Winston Churchill. Ciò che appare sorprendente, semmai, è che gli inglesi abbiano continuato a fingere di non conoscere la verità addirittura fino al 1989. Gli Stati Uniti invece, terminata la guerra, accolsero le conclusioni di una commissione del Congresso di Washington che aveva verificato l'esistenza di prove «definitive e inequivocabili» della responsabilità sovietica nel massacro di Katyn. Gran parte dell'opinione pubblica europea seguì per decenni più la posizione ufficiale inglese che quella americana, sostenendo dunque che la questione della responsabilità rimaneva controversa.Proprio la disponibilità dell'opinione pubblica occidentale ad accogliere una versione palesemente infondata, scrive Zaslavsky, è stata una delle cause della pervicace ostinazione con cui l'Urss ha continuato anno dopo anno a sostenere il falso. Fino, ed è la parte più incredibile di tutta la vicenda, all'inventore stesso della glasnost (che in russo vuol dire «trasparenza»), Mikhail Gorbaciov. Se non ci trovassimo di fronte all'occultamento di un crimine, verrebbe da dire che in epoca gorbacioviana la lunga storia delle omissioni e falsificazioni attorno a Katyn assunse perfino aspetti farseschi.Nel 1987 Gorbaciov accettò la costituzione di una commissione storica polacco-sovietica, continuando però a dichiarare che i documenti originali riguardanti Katyn non si riusciva a trovarli. A quell'epoca il leader sovietico era invece una delle tre persone che ne conoscevano l'esistenza. Nell'ottobre 1990 porse le scuse ufficiali del suo Paese ai polacchi, continuando però a sostenere che i documenti cruciali - il testo del patto tra Stalin e Hitler e l'ordine del marzo 1940 con il quale il Politburo ordinava che si fucilassero 25 mila polacchi senza neppure avanzare contro di loro un capo di imputazione - non si sapeva dove fossero.Conclusasi ai tempi di Eltsin, la vicenda sembra aver avuto di recente un'appendice che getta una luce non proprio rassicurante sul modo in cui la Russia di oggi guarda al passato, ma dunque anche al proprio ruolo presente e futuro. Apprendiamo infatti dal libro di Zaslavsky che nel 2004 la procura militare della Federazione russa ha deliberato di porre il segreto di Stato su una cospicua parte dei documenti che aveva raccolto sul massacro di Katyn. Una decisione evidentemente surreale, poiché lo Stato che un tale «segreto» dovrebbe proteggere, l'Urss, da tempo non esiste più. Ma anche una decisione che conferma la tendenza dell'attuale presidente della Russia, Vladimir Putin, a collocare il suo Paese lungo una linea di ideale continuità - in chiave di esaltazione della potenza russa - con tutta la storia precedente, dall'impero zarista all'espansionismo staliniano.
Tre film molto interessanti questa settimana: "Hammamet" di Gianni Amelio, "Sulle ali dell'avventura" per volare in alto e "Piccole Donne" con un cast eccezionale. E poi... se i Sovietici fossero arrivati per primi sulla Luna?!? Tutto questo è Grande Schermo!
La serie TV su Chernobyl è davvero bellissima e ci ricorda che il problema di quel disastro non fu l'energia nucleare ma la burocrazia e la politica. Una serie da vedere assolutamente! FILOSOFARSOGOOD sulla burocrazia 1) https://www.spreaker.com/user/rickdufer/libertaburocrazia1 2) https://www.spreaker.com/user/rickdufer/libertaburocrazia2 Tutti i miei prossimi eventi: https://riccardodalferro.com/eventi/ Il seminario con Wesa: http://bit.ly/giovanidoggi Sostienimi con Patreon: https://www.patreon.com/rickdufer Il mio libro "Elogio dell'idiozia": https://amzn.to/2J9WwKZ (versione ebook: https://amzn.to/2xSsoOD) Il mio canale Youtube: http://bit.ly/rickdufer Il mio profilo Instagram: https://www.instagram.com/rickdufer/ La mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/rickdalferro/ Daily Cogito: dal lunedì al venerdì alle 7 del mattino!Svegliarsi per pensare oppure pensare per svegliarsi? Filosofarsogood, ogni domenica alle 12: più cose scopriamo e più domande ci facciamo!Daily Cogito è ascoltabile e scaricabile dalle seguenti fonti:Canale Youtube: https://www.youtube.com/c/dailycogitoSpotify: http://bit.ly/DailySpoty iTunes: http://bit.ly/dailytunes
Nella venticinquesima puntata di Kiosk ci muoviamo nello spazio post-sovietico parlando di conflitti. Lo facciamo su diversi livelli: quello delle relazioni internazionali e della grande politica, quello delle vite quotidiane delle popolazioni che vi sono coinvolte, e quello più ideologico, legato a questioni come quelle della memoria e della storia.Iniziamo con la testimonianza di Dmitrij Strocev, poeta e critico letterario bielorusso, che ci racconta cosa sta succedendo in questi giorni a Kuropaty, una località boschiva nei pressi di Minsk: si tratta di uno dei più importanti “luoghi della memoria” delle repressioni staliniane nel Paese. Una memoria controversa che si trova oggi minacciata dalle autorità bielorusse: per ordine dello stesso presidente Lukašenko, queste hanno dato inizio alla demolizione delle croci erette a Kuropaty. Qual è il significato di questo luogo per i bielorussi, e come sta reagendo la popolazione a questa demolizione apparentemente insensata?Ci spostiamo poi in un territorio di cui si parla molto poco non solo in Italia, ma anche a livello internazionale, e la cui indipendenza non è riconosciuta da nessuno Stato al mondo: il Nagorno-Karabakh, una piccola regione che da oltre 25 anni è al centro di un conflitto che vede coinvolti l'Armenia e l'Azerbaigian. Un conflitto erroneamente definito “congelato”, poiché la situazione sul fronte è tutt'altro che stabile: proprio tre anni fa, nell'aprile 2016, si era consumata la più grande escalation di violenza dalla firma del cessate il fuoco nel 1994. L'avvento di Nikol Pashinyan al potere in Armenia lo scorso maggio è stato descritto da alcuni analisti come un segnale potenzialmente positivo per la risoluzione del conflitto nel Karabagh: fino a che punto queste aspettative sono realistiche? L'abbiamo chiesto ad Aldo Ferrari, docente all'Università Ca' Foscari di Venezia e direttore del programma di ricerca su Russia, Caucaso e Asia Centrale presso ISPI.Continuiamo a parlare di Nagorno Karabakh da una prospettiva diversa, spostando l'attenzione su una conseguenza meno visibile, ma più radicata e pericolosa, della conflitto: la presenza di mine antipersona e altri ordigni inesplosi, che da oltre 25 anni contribuiscono al mantenimento di una situazione di insicurezza e generano continuamente nuove vittime e nuova povertà. Paradossalmente, il problema delle mine antipersona è anche in grado di generare nuove sfide per l'uguaglianza di genere e l'emancipazione economica delle donne, che stanno sempre più spesso abbracciando la professione di sminatrici, nonostante i rischi per la propria vita e lo stigma sociale che questo comporta.Concludiamo la puntata spostandoci in Russia, dove da tempo è in corso una guerra legislativa e tecnologica per il controllo di Internet: lo scorso 7 marzo la Duma di Stato russa ha approvato due proposte di legge “contro le fake news” e “sugli insulti online”, che segnano un ulteriore giro di vite governativo sul Runet – il web russo. Nel frattempo, da alcune settimane si discute anche della possibilità di isolare la rete russa sul modello del Grande firewall cinese: le proteste contro questi progetti hanno infiammato Mosca. Abbiamo fatto il punto della situazione insieme a Martina Napolitano, redattrice di EJ.PLAYLIST• Chito Grito - Semgera | https://www.youtube.com/watch?v=_5fns2_wa3o• Noize MC – Moskva ne rezinovaja | https://itunes.apple.com/us/album/%D0%BC%D0%BE%D1%81%D0%BA%D0%B2%D0%B0-%D0%BD%D0%B5-%D1%80%D0%B5%D0%B7%D0%B8%D0%BD%D0%BE%D0%B2%D0%B0%D1%8F/1361623048?i=1361625239• Boye - Dosta! Dosta! Dosta! | https://itunes.apple.com/mt/album/dosta-dosta-dosta/992190468?i=992190471• Hańba! – Budżet | https://itunes.apple.com/us/album/bud%C5%BCet/1151959519?i=1151959716 • Mustelide – Opushka | https://itunes.apple.com/us/album/%D0%BE%D0%BF%D1%83%D1%88%D0%BA%D0%B0/1102408481?i=1102408519
È Kaunas, nel cui territorio sorge il monastero camaldolese di Pažaislis. Primo centro industriale della Lituania, è seconda per abitanti rispetto a Vilnius. Nell’Arcidiocesi sorge la celebre Collina delle Croci, antico luogo di pellegrinaggio divenuto sotto i sovietici il simbolo dell’identità nazionale lituana e che i comunisti cercarono inutilmente di distruggere: basti pensare che agli inizi del XX secolo c’era poco più di un centinaio di croci, mentre adesso se ne contano oltre 50.000.
funghi, Gastronomie Interessanti, Cubani, Sovietici e insalate. Expo
funghi, Gastronomie Interessanti, Cubani, Sovietici e insalate. Expo