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Si terrà domenica 3 novembre, al Veneto Club di Bulleen (Melbourne), l'evento "La Grande Guerra".
La Prima guerra mondiale è iniziata, ma subito si rivela molto diversa dai conflitti che l'hanno preceduta: ecco perché.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/dentro-alla-storia--4778249/support.
Giovanni Sole"Storia del baccalà"Rubbettino Editorewww.store.rubbettinoeditore.itIl baccalà era considerato dai nobili adatto alla gente rozza, dagli stomaci forti e che ne apprezzava l'odore intenso, era il cibo della penitenza e si mangiava nei giorni di magro e di Quaresima dopo le grandi abbuffate di carne nel Carnevale. Molti medici lo sconsigliavano perché indigesto mentre gli economisti lo indicavano come un nemico per le casse dello stato. Nonostante le avversioni, i velieri stranieri scaricavano nei porti italiani immense quantità di merluzzo secco e salato facendolo diventare alimento fondamentale nella dieta della povera gente e degli stessi cittadini borghesi che lo gustavano cucinato in vari modi.Giovanni Sole insegna Storia delle tradizioni popolari presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università della Calabria. Da anni la sua ricerca è orientata nell'ambito dell'antropologia storica. Con Rubbettino ha pubblicato: Il tabù delle fave. Pitagora e la ricerca del limite (2004), Francesco di Paola. Il santo terribile come un leone (2007), Castrati e cicisbei. Ideologia e moda nel Settecento italiano (2008); Sibari. Storia mitica e miti storici (2010); Tirate al petto! La Calabria citeriore nel Risorgimento (2011); La foglia di alisier. Calabria e calabresi nei diari di viaggio (2012); Il barbaro buono e il falso beato. Sull'invenzione della storia e della tradizione in una città di provincia (2013); Cavalieri erranti. Fortuna e declino degli scacchi in Calabria (XVI-XVIII secolo) (2014); L'invenzione del calabrese. Intellettuali e falsa coscienza (2015), Shrapnel e schwarzlose. La Grande Guerra in una provincia calabrese (2015), Tornacontisti, cacadubbi, panciafichisti. Mito e realtà della guerra a Cosenza (1940-1945) (2017), Storia del baccalà (2022).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/show/tracce-di-il-posto-delle-parole_1/support.Questo show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Lettere, diari e foto spesso nascoste in un cassetto e finite nel dimenticatoio. E' da questi frammenti di storia che l'autrice Raffaella Calgaro ha ricostruito le vicende "collaterali" di una Grande Guerra che soprattutto nell'Altopiano dei Sette Comuni e nella Valle dell'Astico ha picchiato dura, incurante anche di quelle vite innocenti che nulla sapevano del mondo e della sua cattiveria. E proprio dalla sua ultima fatica letteraria "Tutta un'altra storia. La Grande Guerra raccontata dalle donne e dai bambini", è tratto lo spettacolo che andrà in scena domani sera dalle 20.30 al Teatro Parrocchiale di Via Don Luigi Agostini a Cogollo del Cengio.
Clara Immerwahr Haber fu la prima donna a ottenere un dottorato in Germania e fu anche la sua passione per la chimica ad avvicinarla al grande Fritz Haber, che sposò nel 1901: un matrimonio che le costò anni di studio e lavoro e, infine, la vita.“Noi, chimiche coraggiose” è presentato da “Fatti, non fake!”, il magazine di Federchimica.
La leggenda della regina. I primi insediamenti umani. Il ghiacciaio minaccia i pascoli e impedisce la prosperità. La Grande Guerra e la città di ghiaccio. La conquista di Paul Grohmann e la nascita del turismo alpinistico. Due visioni contrapposte di sviluppo turistico: quale futuro per la Marmolada?
La Grande Guerra spiegata facile in una pillola che ti fa ripercorrere dalle cause, agli scenari, fino alla sua conclusione. Non perderti questo episodio!
The Big Parade (1925) / La Grande Guerra (1959) This week we're off to the trenches as we march towards love and death with King Vidor's parade of doughboys while Mario Monicelli's comic cowards show us that war is no joke
Benvenuti nella raccolta in formato Podcast delle puntate di #CloseUp, a cura di Matteo Righi, aka Houssy. #CloseUp è la rubrica di recensioni cinematografiche in onda su Radio Italia Anni 60 Emilia-Romagna.
L'episodio è dedicato alla fine della Grande Guerra e alle conseguenze di questa sui Carabinieri. Lo scorso episodio è stato dedicato invece alla Banda dell'Arma (n. 47). La tenuta del Piave dopo le operazioni di ripiegamento in seguito alla penetrazione austro-tedesca a Caporetto, le operazioni contro le teste di ponte nemiche, le azioni degli arditi riuscirono a garantire quella solidità morale tanto necessaria in quei giorni difficili. Il ruolo dei Carabinieri continuava ad essere quello di sempre: forza dell'ordine al servizio del Paese e in mezzo ai suoi cittadini, “nella trincea e nella strada”, secondo le parole di D'Annunzio. L'armistizio, che rappresentò la resa incondizionata da parte dell'ormai antico nemico, fu firmato alle ore 15.00 del 3 novembre 1918 a Villa Giusti, alle porte di Padova. Naturalmente, la firma dell'armistizio non significò la fine delle attività dell'Arma. Nuovi compiti si sommarono a quelli preesistenti. Iniziò la smobilitazione, mentre i Carabinieri presidiarono i nuovi territori, le province di nuova annessione e le zone occupate per effetto dell'armistizio. E poi la sicurezza dei trasporti ferroviari, la vigilanza sui beni di proprietà dell'amministrazione militare e le investigazioni condotte in caso di furti o sottrazioni. Insomma gli impegni non diminuirono affatto. Inoltre, furono anni di riorganizzazioni con la creazione di un nuovo livello gerarchico, i comandi di gruppi di legioni, l'istituzione di nuove legioni e nuove divisioni Carabinieri (antesignane degli attuali comandi provinciali), nuove norme in materia di avanzamento e di miglioramenti economici. Insomma, la prima Guerra Mondiale aveva portato numerosi cambiamenti in un'Arma che seguiva da vicino le trasformazioni della società. Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “La fine della Grande Guerra e i Carabinieri” di Flavio Carbone. Il volume è consultabile on line sul sito dell'Arma dei Carabinieri e su quello del Ministero della Difesa. Vi aspettiamo per i prossimi episodi. Buon ascolto! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message
Questo episodio è dedicato ad un argomento davvero poco conosciuto anche all'interno della stessa Arma dei Carabinieri. Si parlerà della Banda dell'Arma nel corso del primo Conflitto Mondiale, dopo che si è trattato dei Carabinieri all'estero nell'episodio 46. La musica che avete ascoltato registrata in tutti gli episodi è tratta dalla produzione e dalla esecuzione della Banda. Inizialmente si trattava della musica della legione allievi Carabinieri ma nel tempo ha cambiato nome e fisionomia. Allo scoppio della Grande Guerra si aveva a che fare con un complesso bandistico di tutto rispetto ma, vale la pena di ricordarlo, inserito all'interno di una organizzazione militare. Con la mobilitazione e la costituzione del reggimento Carabinieri mobilitato, dalla legione allievi partì anche la banda e la bandiera di guerra per raggiungere il fronte. Così i militari della banda furono presenti in prima linea e nelle immediate retrovie tanto che lo stesso maestro Luigi Cajoli rimase ferito alla gamba da una scheggia di shrapnel mentre prendeva parte alle operazioni di soccorso di alcuni Carabinieri e soldati feriti. Vista l'inutilità di mantenere i musicisti al fronte, questi professionisti della musica furono destinati a svolgere un altro ruolo: divennero gli ambasciatori musicali del nostro Paese durante il primo conflitto mondiale viaggiando in Francia e nel Regno Unito per far conoscere la ai cittadini dei due Paesi alleati il ruolo dell'Italia e diffondere la cultura musicale italiana. Le foto e le incredibili riprese video del tempo mostrano quanto il successo fu davvero incredibile e quanta partecipazione di cittadini ci fu per ammirare e soprattutto ascoltare le esibizioni musicali di quel complesso bandistico che nel 1916 avviò la prima della lunga serie di tournée in giro per il mondo. Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Musica e l'Arma”, Roma, 2017, Ministero della Difesa - Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare, si tratta del paragrafo “La banda all'estero (1916-1947) di Laura Secchi. Il volume è consultabile on line sul sito dell'Arma dei Carabinieri e su quello del Ministero della Difesa. Nel prossimo episodio parleremo del ruolo della fine della prima Guerra Mondiale e del lascito ai Carabinieri. Infine, vi invitiamo a valutare il podcast su Spotify attribuendo al podcast (non ai singoli episodi) un punteggio selezionando le stelline. Vi ringraziamo per la fiducia accordataci. A presto! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message
L'episodio è dedicato a quello che i Carabinieri fecero all'estero. In linea generale, su tutti i fronti, le sezioni e i plotoni di Carabinieri con funzioni di polizia militare seguirono i contingenti dell'Esercito sia in Europa, sia in Medio ed Estremo Oriente, raggiungendo località sconosciute ai più in quegli anni, come Vladivostok o Pechino. Per rimanere in Europa, si può considerare al ruolo dei Carabinieri in un fronte oggi poco ricordato, l'Albania, dove un corpo di spedizione italiano garantì durante l'intero arco del conflitto il possesso del porto di Valona e il controllo del Canale d'Otranto. Lì, i militari dell'Arma, oltre alle tante attribuzioni, addestrarono una gendarmeria locale riuscendo a trasformare i malandati e, in certi casi, inetti gendarmi ottomani presenti sul territorio, in una forza dell'ordine che ricalcava il modello dell'Arma. Anche in questo caso dunque i Carabinieri non furono impiegati solo in qualità di polizia militare, ma più propriamente di forza dell'ordine attraverso un'attività che si potrebbe definire di nation building condotta attraverso la ricostituzione di forze di polizia efficienti. Sicuramente, il Carabiniere più conosciuto per il ruolo svolto all'estero durante il primo Conflitto Mondiale fu il maggiore Cosma Manera. Con pochi uomini, ampia autonomia e superando difficoltà incredibili riuscì a individuare e recuperare in tutta la Russia devastata dalla rivoluzione e dalla guerra civile numerosi cittadini di quelle che poi furono riconosciute come le terre redente secondo la narrazione risorgimentale. Tali uomini in servizio nell'esercito austro-ungarico furono catturati dai russi durante i combattimenti sul fronte orientale e quindi con il collasso dell'impero zarista si adattarono anche a svolgere umilissime funzioni pur di sopravvivere. Manera e i suoi uomini individuarono molti di questi e a portarli a Vladivostock dove furono armati ed equipaggiati e, su base volontaria, addestrati per un possibile impiego bellico in Estremo Oriente. Infine, questi uomini ritornarono alle loro case al termine dell'esigenza di mobilitazione dall'altra parte del mondo Su Manera vi rimandiamo al volume scritto da Paolo Formiconi di cui abbiamo parlato nel corso dell'intervista n. 4 dedicata al volume da lui scritto intitolato per l'appunto “Gli Italiani in Siberia”. Votate il nostro podcast su Spotify! Abbiamo bisogno del vostro aiuto! Grazie! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message
L'episodio è incentrato sul ruolo dei Carabinieri nella giovanissima aviazione italiana del primo Conflitto Mondiale. Per un breve approfondimento su quest'ultima vi rimandiamo al capitoletto trattato magistralmente dal Generale Ispettore Capo Basilio Di Martino presente nel volume citato a fine episodio. I Carabinieri nelle operazioni aeree; inizialmente esclusi molto probabilmente per timore di vedere depauperati i reparti di polizia militare, perennemente carenti di personale a partire dal 1916 fu possibile ammettere ai corsi piloti nuovi volontari tra cui proprio numerosi Carabinieri che accorsero con il sogno di diventare piloti. Ciò forse anche per la rapida evoluzione del conflitto, l'esigenza di disporre di nuovi velivoli e di avere nuove professionalità che stimolò la produzione industriale e richiese il rapido reclutamento di centinaia di uomini entusiasti di vivere l'esperienza del volo. Secondo alcuni testi che stiamo approfondendo complessivamente 173 Carabinieri (tra cui 4 Carabinieri Guardie del Re) entrarono nella “cavalleria del cielo”, nuova protagonista della “guerra moderna”, mantenendo tuttavia sulla giubba da aviatori gli alamari dell'Arma. L'accesso alla nuova Arma ebbe un altro effetto: quello di offrire una rapida ascesa sociale. Per l'Arma dei Carabinieri, si possono citare i casi del tenente Ernesto Cabruna, del tenente Demetrio Artuso, del sottotenente Annibale Comazzi, del sottotenente Luigi Monnier, del maresciallo d'alloggio maggiore Giuseppe Putzu, del maresciallo d'alloggio Giuseppe Marini e di altri militari ancora. Tra tutti i piloti, il più noto fu senza dubbio il brigadiere, poi promosso tenente per merito di guerra, Ernesto Cabruna, Medaglia d'Oro al Valor Militare, che nel dopoguerra continuò la sua carriera nelle fila della neonata Regia Aeronautica. Alla sua impresa più famosa, quella del 29 marzo 1918, in cui affrontò da solo una formazione aerea nemica abbattendone il capo squadriglia e mettendone in fuga gli altri 10 componenti, fu dedicata una copertina della “Domenica del Corriere” realizzata da Achille Beltrame. In anni più recenti, un'attività di cooperazione interforze tra Aeronautica Militare e Arma dei Carabinieri ha consentito il restauro dello SPAD VII appartenuto all'asso dei Carabinieri, Ernesto Cabruna, ed attualmente esposto in un'apposita area all'interno della Scuola Ufficiali Carabinieri a Roma, a testimonianza del saldo legame tra le due Istituzioni militari a 100 anni dalla fine del conflitto. Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “I Carabinieri pionieri del volo” di Flavio Carbone. Il volume è consultabile on line sul sito dell'Arma dei Carabinieri e su quello del Ministero della Difesa. Vi aspettiamo su Instagram. Qui il link al nostro profilo! A presto! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message
Secondo gli studi condotti da MGP alias Maria Gabriella Pasqualini, alla vigilia del primo conflitto mondiale il sistema informativo italiano era abbastanza ‘affollato', almeno per quanto riguardava l'aspetto operativo militare, con scarso collegamento fra i diversi uffici, secondo la testimonianza di alcuni protagonisti del periodo. Dall'Unità d'Italia, grazie alla vision di generali come Enrico Cosenz, Tancredi Saletta e soprattutto Alberto Pollio la filosofia della raccolta informativa e un primo coordinamento delle informazioni militari avevano fatto notevoli progressi. Si era però ancora agli albori di uno spionaggio istituzionalmente organico e di un controspionaggio molto articolato, soprattutto in periodo bellico, considerando che era diffuso un certo scetticismo tra i ranghi militari sulla affidabilità di questi uffici ‘specializzati'. I Carabinieri Reali avevano provveduto, fin dalle origini, alla raccolta informativa militare e non. L'Arma, prima arma del Regio Esercito nel quale era incardinata, si era occupata da sempre, oltre agli altri compiti d'istituto, di polizia militare, di controspionaggio, di controllo dei confini e di sorveglianza degli elementi stranieri presenti sul territorio italiano. Tra gli ufficiali dei Carabinieri attivi nel periodo nel settore del controspionaggio si possono ricordare due maggiori dei Carabinieri Reali, Giulio Blais (veterano dell'Ufficio ‘I') e Giuseppe Schiavetti, oltre a numerosi sottufficiali e Carabinieri. Ci si occupava di controspionaggio (principalmente affidato ai Carabinieri), di monitorare lo spirito delle truppe e di provvedere a una accorta propaganda interna e esterna, ivi compreso il concorso a quella che viene chiamata contro propaganda o disinformazione. I Carabinieri continuava ad avere anche il compito di sorveglianza delle frontiere (insieme alla Guardia di Finanza), e quello delicato dei rapporti con i servizi informativi degli eserciti alleati. All'Arma anche la polizia militare nell'ambito dell'Ufficio I. Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “Il servizio informativo e i Carabinieri” di Maria Gabriella Pasqualini. Il volume è consultabile on line sul sito dell'Arma dei Carabinieri e su quello del Ministero della Difesa. Entrate a far parte della community su Telegram. Link in bio. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message
L'episodio affronta il ruolo dei Carabinieri a favore della popolazione nel corso del primo Conflitto Mondiale. Oltre al servizio svolto al fronte, i Carabinieri continuarono ad assolvere quello di sicurezza e ordine pubblico, il servizio d'istituto a favore dei cittadini. Tuttavia, furono attribuiti ai militari dell'Arma nuovi compiti connessi con la situazione bellica che andarono a sommarsi con quanto già era loro assegnato, aggravando una situazione in cui il deficit di personale e il richiamo della classi più anziane per il servizio sul territorio limitava l'azione dell'Arma. D'altro canto, furono sempre i Carabinieri a svolgere numerosi servizi anche al di fuori delle normali attribuzioni come nel caso del soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto della Marsica del 1915 o nel ripristino dei servizi pubblici essenziali come durante il periodo di governo della città di Gorizia lasciata solo con lo sfondamento di Caporetto. La tutela dei cittadini, da sempre caratteristica dei compiti tradizionali dell'Arma, arrivò spesso ad atti di estremo coraggio anche al di fuori delle trincee. Emblematico il comportamento del brigadiere Martino Veduti il quale, di servizio di vigilanza a una polveriera nel comune di Lugo di Romagna, la notte del 14 agosto 1918, “accortosi che una bomba con miccia accesa era stata collocata a scopo di attentato nelle immediate vicinanze di grosso deposito di esplosivo, percepita rapidamente la gravissima situazione, senza esitare, noncurante dell'incombente sicuro pericolo per la sua esistenza, con saldo animo, nobile esempio di eccezionali virtù militari e di sublime attaccamento al dovere, afferrò l'ordigno e, non riuscendo a svellere colle mani il brevissimo tratto di miccia ancora incombusta, la strappò coi denti, sventando così la imminente esplosione” Lugo (Ravenna), 14 agosto 1918” secondo quanto attestato dalla motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare. Il legame tra l'Arma dei Carabinieri e la gente si consolidò nell'elemento simbolico della bandiera nazionale donata dai comuni alle Stazioni. Fu infatti proprio durante il primo conflitto mondiale che prese il via quest'iniziativa, destinata a divenire una tradizione perpetuata sino ai giorni nostri. Fu il sindaco di un piccolo centro ligure, Castelnuovo Magra, a far dono del tricolore alla locale Stazione dell'Arma tenuto conto che tali piccoli comandi sino a tale momento non avevano l'autorizzazione a inalberare la bandiera nazionale. Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “Carabinieri tra la gente” di Laura Secchi. Il volume è consultabile on line sul sito dell'Arma dei Carabinieri e su quello del Ministero della Difesa. Premiate il podcast con le stelline su #Spotify. Basta andare sulla pagina del podcast e cliccare sulle stelline, valutando lo show. Grazie! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message
Questo episodio è dedicato al ruolo dei Corazzieri al fronte a tutela del sovrano e dei suoi accantonamenti. Nonostante tutte le previsioni e la buona volontà, al fronte i Corazzieri (o meglio i Carabinieri Guardie del Re) dovettero subire delusioni e frustrazioni. Nonostante l'uniforme grigio-verde adottata dal reparto, infatti, i corazzieri sono facilmente riconoscibili per i fregi ed i distintivi e soprattutto per la loro statura, inusuale per un corpo a cavallo. “La loro presenza frustrerebbe di per sé tutto lo studio messo per celare la residenza del Comandante Supremo”. Con queste parole è spiegata la decisione che limita il servizio a Villa Italia ad otto soli corazzieri, soltanto all'interno del perimetro e soltanto tra le 20 e le 4 della notte. Durante la guerra l'inazione e la frustrazione spinsero ben sette ufficiali a lasciare lo squadrone per rientrare in cavalleria, da cui provenivano, o nelle file dell'Arma. Un brigadiere ed un corazziere presero la via del cielo e diventano piloti. Il primo è Albino Mocellin che, dopo molte missioni su un aereo da bombardamento, cadde in combattimento in Albania nell'ottobre del 1916. Il secondo è il corazziere Italo Urbinati che prestò dapprima servizio in una squadriglia da bombardamento della Regia Marina, operando sull'Istria e sulla Dalmazia, per passare poi come istruttore di volo notturno e venire abbattuto il 2 novembre 1917, morendo il giorno successivo, mentre bombardava a bassa quota il nemico che avanza verso Motta di Livenza. Entrambi furono decorati di medaglia d'argento al valor militare. per quanto possibile, i Corazzieri chiesero ed ottennero di cambiare vita se si può dire transitando in realtà dove il confronto con il nemico era all'ordine del giorno. Altri rimasero a svolgere il ruolo che loro era assegnato in linea con la tutela del sovrano (per quanto possibile) e la sicurezza dei palazzi reali. Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “La tutela del sovrano: i Corazzieri al fronte” di Piero Crociani. Il volume è consultabile on line sul sito dell'Arma dei Carabinieri e su quello del Ministero della Difesa. In chiusura, vi chiediamo di premiare il podcast con le stelline su #Spotify. Per votare il podcast è sufficiente andare sulla pagina di Storia dei Carabbinieri e cliccare sulle stelline, valutando lo show. A presto! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message
Con questo episodio si continua a trattare il tema della prima Guerra Mondiale. Oggi ci concentriamo sui Carabinieri in zona di guerra. Vi chiediamo di premiare il podcast con le stelline su #Spotify. Basta andare sulla pagina del podcast e cliccare sulle stelline, valutando lo show. Nelle zone di operazioni, l'Arma dei Carabinieri non si occupò esclusivamente delle ordinarie attività di polizia in favore delle popolazioni locali o non si limitò a garantire il servizio di pubblica sicurezza nelle zone liberate, bensì si distinse sia come forza combattente per la difesa dei confini nazionali, al pari dei comuni soldati, sia nell'espletamento dei specifici compiti di polizia militare, quale funzione esclusiva affidatale. Nel corso di tutta la I Guerra Mondiale, i Carabinieri, impiegati al fronte spesso in qualità di reparti di combattimento, si confermarono all'altezza delle loro tradizioni consolidando il ruolo svolto durante i conflitti precedenti di arma combattente. L'Arma offrì il suo prezioso contributo nelle battaglie dell'Isonzo e del Piave, si distinse sul Sabotino e sul San Michele e, in particolare, nei combattimenti sulle pendici del Podgora di cui all'episodio 40. I militari dell'Arma assolsero numerosi e importanti compiti oltre a quanto fecero i Carabinieri che combatterono nelle posizioni di prima linea dove erano particolarmente incaricati di coadiuvare i comandanti garantendo il mantenimento della disciplina, sovente chiamati a recuperare i militari sbandati sul campo di battaglia per ricondurli sulla linea del fuoco, spesso guidandoli finanche all'assalto, sostituendosi a volte ai superiori caduti o dispersi. Essi dovevano assistere le popolazioni costrette ad evacuare vastissime aree interessate allo scontro o prossime a punti di brillamento di mine e al contempo organizzare servizi mirati a contrastare ogni fenomeno di sciacallaggio e saccheggio. Custodivano e trasferivano la documentazione militare riservata, svolgevano attività di polizia giudiziaria militare, di controspionaggio e di assunzione di notizie riservate. I Carabinieri inoltre erano chiamati al controllo di tutti i militari fuori dai reparti di appartenenza, alla vigilanza sugli operai e sugli impiegati civili impegnati in opere militari (si pensi che nel solo settore d'azione della II Armata, vi lavorarono circa trentamila civili), finanche al monitoraggio delle case di tolleranza. Nel prossimo episodio parleremo del ruolo dei Corazzieri al fronte. Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “In zona di guerra” di Raffaele Gesmundo. Il volume è consultabile on line sul sito dell'Arma dei Carabinieri e su quello del Ministero della Difesa. Grazie per l'attenzione --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message
L'episodio è dedicato al ruolo dell'Arma al Fronte. Con la mobilitazione dell'Esercito combattente, anche l'Arma dei Carabinieri avviò le proprie attività per il richiamo degli uomini, destinando così circa un terzo della propria forza organica alle operazioni belliche. Furono costituiti un Reggimento Carabinieri Mobilitato, su tre battaglioni, con una forza di oltre 2.500 uomini, e un Gruppo Squadroni di 220 Carabinieri a cavallo, posti alle dirette dipendenze del Comando Supremo di stanza a Udine, come unità di sicurezza e di manovra e con capacità di combattimento. Per quanto riguarda invece le funzioni di polizia militare, si diede vita a 65 Sezioni mobilitate, ciascuna su 50 Carabinieri a cavallo, a piedi e ciclisti. Altri nuclei di Carabinieri furono destinati ad incombenze varie: dal servizio di corriere postale tra il Comando Supremo e i comandi delle grandi unità, a speciali reparti per la difesa delle linee ferroviarie e di altri obiettivi sensibili. Nonostante tutto, si registrava una continua richiesta di Carabinieri. Così, a partire dal maggio del 1916 fu assegnato a ciascun comando di divisione un ulteriore plotone di Carabinieri a piedi (composto da circa 50 uomini), i cui militari erano poi distaccati fino al livello di reggimento e quindi ancora di più a maggiore contatto con il nemico e al fianco degli stessi soldati. A tale proposito, si devono ricordare anche le oltre 1.000 perdite individuate per difetto quale contributo di sangue versato nel corso del primo Conflitto Mondiale secondo l'analisi di un grande storico dell'Arma, Ulderico Barengo. Non si trattava “solo” di servizio in prima linea; nell'episodio si ricorda, tra gli altri, il servizio nelle retrovie per garantire un corretto svolgimento dei movimenti dei reparti da una parte all'altra del fronte, dalle retrovie alla prima linea e viceversa. Il ruolo dei Carabinieri era molto ampio e prevedeva l'esercizio delle piene funzioni di forza dell'ordine verso i cittadini e le popolazioni “di nuovo acquisto”. Molto interessante è l'esempio offerto dalla città di Gorizia e dai suoi immediati sobborghi. Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “L'Arma al fronte” di Flavio Carbone. Il volume è consultabile on line sia sul sito dell'Arma dei Carabinieri (qui il link) e sia su quello del Ministero della Difesa (qui). In conclusione, vi chiediamo di premiare il podcast con le stelline su #Spotify. In questo caso, è sufficiente andare sulla pagina del podcast e cliccare sulle stelline, valutando lo show. A voi costa poco, ma è tanto per noi che investiamo risorse e tempo nel progetto. Grazie e a presto! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message
Prima della completa mobilitazione, il 18 maggio 1915, il Reggimento Carabinieri Mobilitato, forte di 2565 militari agli ordini del colonnello Antonio Vannugli, si era formato a Treviso con effettivi inviati dalla Legione Allievi di Roma e dalle legioni territoriali di Firenze, Ancona, Napoli, Bari e Palermo. Il reparto, costituito insieme al Gruppo Squadroni per finalità belliche, era inizialmente a disposizione del Comando Supremo per passare poi alle dipendenze della II Armata e partecipare all'assolto al Monte Podgora per la conquista di quota 240, il 19 luglio 1915. L'attacco fu sferrato ma, insieme ai riconoscimenti al valore, i Carabinieri ebbero parecchie perdite che si aggiunsero a quelle dei bombardamenti austro-ungarici e ai morti per colera che imperversava nelle trincee nei primi mesi di guerra. Al termine delle operazioni belliche vere e proprie, il Reggimento fu sciolto e i battaglioni dapprima divenuti autonomi furono sciolti a loro volta dando vita a compagnie autonome e a plotoni a disposizioni delle grandi unità al fronte nel garantire un servizio di polizia militare sempre più richiesto. Si trattava di impiegare i Carabinieri in qualità di specialisti dell'ordine e della sicurezza pubblica. Per l'assalto furono concesse 9 medaglie d'argento, 33 di bronzo e 13 croci di guerra al Valor Militare. Il Podgora è rimasto nella memoria della Istituzione tanto che una caserma a Roma è stata intitolata alla battaglia e il Comando Interregionale di Roma è anch'esso intitolato al Podgora. Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “L'assalto al Podgora” di Vincenzo Pezzolet. Il volume è consultabile on line sul sito dell'Arma dei Carabinieri (qui il link) e su quello del Ministero della Difesa (qui il link). Se anche questo episodio vi è piaciuto, vi chiediamo di premiare il podcast con le stelline su #Spotify. Basta andare sulla pagina del podcast (non dell'episodio) e cliccare sulle stelline valutando lo show. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message
Roberta Angaramo, Chiara Carminati"Lemmi lento lento"Respira... sorridi e vai pianoRizzoli Editorehttps://www.rizzolilibri.it/“Perché ogni tanto è bello vivere lentamente.” Una storia tenerissima sulla ricchezza di essere unici e diversi.Una storia tenerissima sulla ricchezza di essere unici e diversi.Album illustrato, per bambini.Chiara Carminati è autrice di storie, poesie e testi teatrali per bambini e ragazzi. Conduce laboratori e incontri di promozione della lettura in biblioteche, scuole e librerie. Specializzata in didattica della poesia, tiene corsi di aggiornamento per insegnanti e bibliotecari, in Italia e all'estero. Con i musicisti della Linea Armonica ha realizzato spettacoli di poesia e narrazione che intrecciano parole, musica e immagini. Tra i suoi libri L'estate dei segreti (Einaudi Ragazzi), Rime chiaroscure (con Bruno Tognolini) e Mare (Rizzoli), Parto (Panini), L'ultima fuga di Bach (rueBallu) e i manuali Fare poesia (Mondadori) e Perlaparola. Bambini e ragazzi nelle stanze della poesia (Equilibri). Nel 2012 ha ricevuto il Premio Andersen come miglior autrice. Fuori fuoco ha vinto il Premio Orbil 2015 dell'Associazione librerie indipendenti ragazzi, il Premio Alvaro-Bigiaretti 2015, il Premio speciale della giuria del Premio Andersen per La Grande Guerra raccontata ai ragazzi e il Premio di Letteratura per Ragazzi ‘Laura Orvieto'. È in corso di traduzione in lingua francese. Il suo sito è https://www.parolematte.it/Roberta AngaramoDopo essersi diplomata al Liceo Artistico di Cuneo ha studiato illustrazione presso lo IED di Torino e pittura presso lo studio dell'artista Francesco Preverino.Nella sua carriera ha illustrato circa 50 libri per bambini con case editrici nazionali e internazionali, tra cui Rizzoli, Fabbri, Mondadori, Giunti, Editori Riuniti, Franco&Cosimo Panini, Sfera Editore, Gakken (Giappone), Grimm Press(Taiwan), Simon&Schuster (NY), Gullane (UK), Parragon(UK), Holiday House( NY), Purple Bear Books NY, Baumhaus, Coppenrath, Aracari Verlag, Franklin Watts (UK),Carus Publishing (US), Oxford University Press (UK) e Scholastic (US).I Suoi libri sono stati tradotti e pubblicati anche in Corea, Finlandia, Grecia, Spagna, Brasile e Russia.Dog in Boots, il suo secondo libro uscito in Inghilterra e pubblicato dalla Gullane Children's Books nel 2011 è stato tradotto in sette lingue e selezionato per la USBBY Outstanding International Books list e la Oprah Winfrey Best Picture Books list.Le sue opere hanno ricevuto vari premi e riconoscimenti tra i quali il Primo Premio Unicef nel 1997,il Premio Andersen nel 2005 nella sezione Migliore Collana,il People's Book Prize nel 2012 e il Pewter Plate Award della rivista americana Highlights Magazine nel 2015,. Ha esposto i suoi lavori in numerose mostre, collettive e personali come la Mostra Internazionale di Illustrazione di Sarmede e la 54. Biennale di Venezia, Padiglione Italia.Nel 2004 è stata protagonista della prima edizione del TIBE (Taipei International Book Exhibition) per il quale ha realizzato il logo e i Posters ufficiali della manifestazione.Dal 2015 è docente di illustrazione presso la Libera Accademia D'Arte Novalia di Alba.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Il Fatto di domani 18 marzo. La “grande guerra” all'italiana: armi secretate e boom delle spese militari. Europa, Nato e innesco del conflitto: intervista a Umberto Vattani. Covid, i casi risalgono ma per il governo l'emergenza è finita. E le altre notizie che troverete in edicola
La grande guerra (1916-1918) --- Send in a voice message: https://anchor.fm/stefano-dambrosio5/message
Topos in fabula La grande guerra --- Send in a voice message: https://anchor.fm/radiopirata/message
La Prima Guerra Mondiale fu un conflitto che coinvolse 35 Paesi tra il 28 luglio 1914 e l'11 novembre 1918. Chiamata inizialmente dai contemporanei “guerra europea”, con il coinvolgimento successivo delle colonie dell'Impero britannico e di altri paesi extraeuropei, tra cui gli Stati Uniti Seconda Guerra mondiale.Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo per mano di Gavrilo Princip. A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni del XIX secolo, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e le rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Impero tedesco, Impero austro-ungarico e Impero ottomano), dall'altra gli Alleati, rappresentati principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo, Impero giapponese e, dal 1915, Italia. In questo podcast il Professor Vetrone racconta un conflitto per cui furono mobilitati in tutto il mondo oltre 70 milioni di uomini (60 milioni solo in Europa), di cui oltre 9 milioni non tornarono più a casa. Si registrarono anche circa 7 milioni di vittime civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra, ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie.Angelo Ventrone è Professore di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali dell'Università di Macerata. E' autore di diverse opere, tra cui “Grande guerra e Novecento”. - Dalla pace apparente alla Prima Guerra Mondiale (Prima parte). - Le potenze in guerra (Seconda parte). - I soldati al fronte. La fine della guerra (Terza parte). A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia ------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
La Prima Guerra Mondiale fu un conflitto che coinvolse 35 Paesi tra il 28 luglio 1914 e l'11 novembre 1918. Chiamata inizialmente dai contemporanei “guerra europea”, con il coinvolgimento successivo delle colonie dell'Impero britannico e di altri paesi extraeuropei, tra cui gli Stati Uniti Seconda Guerra mondiale.Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo per mano di Gavrilo Princip. A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni del XIX secolo, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e le rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Impero tedesco, Impero austro-ungarico e Impero ottomano), dall'altra gli Alleati, rappresentati principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo, Impero giapponese e, dal 1915, Italia. In questo podcast il Professor Vetrone racconta un conflitto per cui furono mobilitati in tutto il mondo oltre 70 milioni di uomini (60 milioni solo in Europa), di cui oltre 9 milioni non tornarono più a casa. Si registrarono anche circa 7 milioni di vittime civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra, ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie.Angelo Ventrone è Professore di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali dell'Università di Macerata. E' autore di diverse opere, tra cui “Grande guerra e Novecento”. - Dalla pace apparente alla Prima Guerra Mondiale (Prima parte). - Le potenze in guerra (Seconda parte). - I soldati al fronte. La fine della guerra (Terza parte). A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia ------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
La Prima Guerra Mondiale fu un conflitto che coinvolse 35 Paesi tra il 28 luglio 1914 e l'11 novembre 1918. Chiamata inizialmente dai contemporanei “guerra europea”, con il coinvolgimento successivo delle colonie dell'Impero britannico e di altri paesi extraeuropei, tra cui gli Stati Uniti Seconda Guerra mondiale.Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo per mano di Gavrilo Princip. A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni del XIX secolo, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e le rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Impero tedesco, Impero austro-ungarico e Impero ottomano), dall'altra gli Alleati, rappresentati principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo, Impero giapponese e, dal 1915, Italia. In questo podcast il Professor Vetrone racconta un conflitto per cui furono mobilitati in tutto il mondo oltre 70 milioni di uomini (60 milioni solo in Europa), di cui oltre 9 milioni non tornarono più a casa. Si registrarono anche circa 7 milioni di vittime civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra, ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie.Angelo Ventrone è Professore di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali dell'Università di Macerata. E' autore di diverse opere, tra cui “Grande guerra e Novecento”. - Dalla pace apparente alla Prima Guerra Mondiale (Prima parte). - Le potenze in guerra (Seconda parte). - I soldati al fronte. La fine della guerra (Terza parte). A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia ------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
Il 22 marzo 2018, a margine della mostra "La Grande Guerra dei Carabinieri" svoltasi tra dicembre 2017 e marzo 2018, si è tenuta una tavola rotonda intitolata "Il Podgora di Antonio Vannugli e del Reggimento Carabinieri Mobilitato" a cui hanno preso parte come relatori il Gen. B (c.a.) Vincenzo Pezzolet e la Professoressa Assunta Trova dell'Università degli Studi di Sassari moderati dal Tenente Colonnello Flavio Carbone. L'evento è stato introdotto e concluso dal colonnello Alessandro Della Nebbia, all'epoca direttore in s.v. del Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri e Capo Ufficio dell'Ufficio Storico del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri. Hanno preso la parola l'Appuntato Scelto Fabrizio Di Clemente, esperto fotografo specializzato in fotografia analogica e militare in servizio al Museo e la Dottoressa Barbara Pavarotti, discendente del Colonnello Antonio Vannugli che ha portato le narrazioni e i ricordi che la famiglia ha tramandato a proposito di Vannugli. Nel corso della tavola rotonda si è parlato sia del ruolo di Vannugli e dei Carabinieri del Reggimento mobilitato il 19 luglio 1915 all'assalto di quota 240 del Monte Podgora ma anche del ruolo dell'ufficiale dopo l'esperienza in prima linea, facendo scoprire aspetti della vita militare degli ufficiali dei Carabinieri nel primo Conflitto Mondiale completamente dimenticati. Ci scusiamo per le difficoltà di ascolto (si suggerisce di ascoltare gli interventi con un paio di cuffie o auricolari possibilmente in luogo chiuso e senza rumori di fondo). Purtroppo, nonostante alcuni interventi in post-produzione per migliorare l'ascolto, la registrazione di base non è ottimale a causa della pessima acustica del salone d'onore del Museo. Alcuni passaggi della tavola rotonda hanno poi trovato spazio nel volume La Grande Guerra dei Carabinieri che sfogliabile sia sul sito dell'Arma, sia nell'area storica del sito del Ministero della Difesa. Nell'augurare buon ascolto, noi del progetto Storia dei Carabinieri rimaniamo a disposizione per collaborazioni e iniziative comuni. Vi invitiamo a seguirci sulle piattaforme social che preferite attraverso questo link. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message
Per approfondire questi fatti storici appuntamento aperto al pubblico sabato 13 novembre a Cesuna in località “Selletta Monte Lemerle”. L'inizio della cerimonia è previsto alle 10.15 con l'alzabandiera e l'inno nazionale. Seguiranno la scopertura di una scultura dedicata ai Caduti, la presentazione di un itinerario di 6 km e una performance letteraria.
La Grande Guerra è la cesura geopolitica più importante della storia contemporanea. In questo podcast analizziamo a grandi linee le diverse conseguenze geopolitiche che provocò il primo conflitto mondiale.
La vita della zarina Alsksandra dall'incontro con Rasputin allo scoppio della Prima Guerra Mondiale
La Grande guerra dal 1915 al 1918
Da Caporetto alla fine della guerra. Alcune note sulla disfatta di Caporetto.
L'intervento americano. La rivoluzione russa (febbraio e ottobre). Caporetto.
Gli anni cruciali di guerra: il 1916 e la spedizione punitiva; il 1917 con l'intervento USA e la Rivoluzione Russa.
L'Italia entrò in guerra nel maggio 1915 per iniziativa del Re e di Salandra che speravano in una rapida conclusione del conflitto grazie alla difficile situazione dell'Austria, già duramente impegnata su due fronti ed ai successi alleati sul fronte francese. Un improvviso capovolgimento delle sorti dei combattimenti ed, ancora di più, la tragica impreparazione dell'esercito italiano vanificarono queste speranze costringendo il nostro paese ad un dura, sanguinosa guerra di logoramento lungo il fronte dell'Isonzo.
La grande guerra - Gli anni 1915 e 1916 - L'Italia dal neutralismo all'intervento. Il Patto di Londra. I tentativi di pace. La spedizione punitiva.
Caporetto è l'episodio centrale, il momento decisivo di tutta la Prima Guerra Mondiale per l'Italia; a Caporetto l'Italia rischiò la più completa disfatta, un esito tragico che ci avrebbe portato indietro di secoli nella storia della nazione. Da Caporetto, dalla disperata resistenza che seguì, è nata la riscossa del nostro esercito e di tutto il Paese, si sono poste le basi per la vittoria.
La grande guerra - prima parte - 01 - Lo scoppio della guerra e la macchina delle alleanze. Le prime mosse degli eserciti. Caratteristiche della guerra. L'Italia neutrale.
Benvenuti nella raccolta in formato Podcast delle puntate di #CloseUp, a cura di Matteo Righi, aka Houssy. #CloseUp è la rubrica di recensioni cinematografiche in onda su Radio Italia Anni 60 Emilia-Romagna.
Nel maggio 1915 l'Italia vive uno dei passaggi più complessi e convulsi di tutta la sua storia recente; una nazione ancora afflitta da problemi secolari, che pochi decenni di vita unitaria non avevano potuto sanare, industrialmente arretrata, militarmente impreparata fu condotta alla guerra da una classe politica minoritaria nel Parlamento, come nel paese. Riviviamo quei momenti attraverso le figure dei protagonisti di quella stagione ed alla luce degli eventi che portarono l'Italia a quel passo fatidico.
La Grande Guerra spiegata facile in una pillola che ti fa ripercorrere dalle cause, agli scenari, fino alla sua conclusione. Non perderti questo episodio!
Ieri è stato l'anniversario dello scoppio della Grande Guerra, ma quali furono le cause che la scatenarono e le novità di questo conflitto? Ce lo spiega lo storico Luca
Am 23. Mai 1915 erklärte Italien Österreich-Ungarn den Krieg. Mehr als eine Million Soldaten starben - für einen Landgewinn von wenigen Kilometern. Von dem sinnlosen Sterben zeugen heute noch gewaltige Gedenkstätten.
Fine della Prima Guerra Mondiale. Con la fine della Prima Guerra Mondiale, l'11 novembre 1918, si chiude un'era. La Grande Guerra era iniziata il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia dopo l'omicidio dell'arciduca Francesco Ferdinando, avvenuto il 28 giugno 1914. --- Support this podcast: https://anchor.fm/claudia-diletta-milioni-guerriero8/support
Lezioni di Storia del diritto medievale e moderno (E-O) Roma Tre - a.a. 2019/2020
Trentaduesima ed ultima lezione del corso di Storia del diritto medievale e moderno (E-O) a.a. 2019/2020, del Prof. Emanuele Conte - Università degli Studi Roma Tre. Si parla della fine dell'800 e della prima metà del '900. Quarta parte: la Grande guerra, le repubbliche e lo Stato costituzionale.
Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
VERSIONE CORRETTAInauguriamo la serie BarberoTalk, non lezioni e conferenze "monografiche" ma dialoghi, interviste e dibattiti con il prof. Barbero. Questa settimana Alessandro Barbero all'Università del Dialogo SERMIG, Arsenale della Pace, si confronta con gli intervistatori sul tema della Grande Guerra. Registrazione originale: https://www.youtube.com/watch?v=lImjqBCfPOEMusic from filmmusic.io - Shades of Spring by Kevin MacLeod (incompetech.com) - License CC-BY 4.0
Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
VERSIONE CORRETTAInauguriamo la serie BarberoTalk, non lezioni e conferenze "monografiche" ma dialoghi, interviste e dibattiti con il prof. Barbero. Questa settimana Alessandro Barbero all'Università del Dialogo SERMIG, Arsenale della Pace, si confronta con gli intervistatori sul tema della Grande Guerra. Registrazione originale: https://www.youtube.com/watch?v=lImjqBCfPOEMusic from filmmusic.io - Shades of Spring by Kevin MacLeod (incompetech.com) - License CC-BY 4.0
Giovanni Busacca e Oreste Jacovacci sono diversi in tutto, a partire dalla loro nascita, il primo è milanese, il secondo romano. C'è una cosa che li unisce però ed è la paura. È una paura ancestrale, umana, legata all'istinto di sopravvivenza. Una paura che riaffiora potente quando c'è la guerra. E Giovanni Busacca e Oreste Jacovacci hanno davanti la peggiore di tutte, La Grande Guerra, quella di trincea, disumanizzante e atroce. Di fronte all'orrore quotidiano cercano di resistere a modo loro, inventandosi mille modi per evitare la prima linea, la morte. Sono dei vigliacchi, ma quando arriva il momento in cui la loro Patria viene sbeffeggiata dallo staniero, improvvisamente ritrovano la dignità. Perché il vero eroe è quello che ha paura e nonostante questo fa la scelta giusta nel momento giusto. Tratto da "La Grande Guerra". Autore: Francesca Filiasi Playlist Generale - Francesco De Gregori Fear is a man's best friend - John CaleSafe European home - ClashLa guerra di Piero - Fabrizio De AndrèLove & money - Marianne Faithfull Lettera dal fronte (ta-pum) - Enrico Ruggeri La ballata dell'ardito - IanvaLa statua senza nome - Enrico Ruggeri
Parla una donna. Diario feminile di guerra di Matilde Serao MEVE - Memoriale Veneto della Grande Guerra di Montebelluna
Il violoncello da un milione di dollari e il puntale assassino di Massimo, la grande guerra da dentro la trincea raccontata da Giorgio Papa, spritz e abbracci al Jet Cafè di Milano.
Il 4 novembre si celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate in ricordo della fine della Prima Guerra mondiale, di cui quest’anno ricorre il centesimo anniversario. Infatti nel 1918 entrò in vigore l’armistizio di Villa Giusti, con cui l’impero Austro-Ungarico si arrendeva al Regno d’Italia e alla forze alleate e che veniva annunciato nel celebre Bollettino della vittoria dal generale Diaz. La Grande Guerra, che ha provocato milioni di morti, finiva, ma con quali esiti? E nonostante siano passati 100 anni, quali sono oggi le conseguenze? Ne parliamo in questa puntata. Guarda il video sul nostro canale: https://youtu.be/4jH-jCsKlpY Rimani in contatto con noi: https://myurls.co/clipnotes
Mientras Fellini y Antonioni, entre otros, sorprendían y encantaban al mundo entero con propuestas artísticas que hoy son asociadas al "cine arte", un compatriota de su misma edad hizo explotar las taquillas con una seguidilla de películas comerciales, culminando con un noir sobre ladronzuelos aficionados, y con una desacralizadora cinta sobre la Primera Guerra Mundial. De este par de joyas surgieron muchas cosas, entre ellas la carrera de una tal Vittorio Gassman. De esto y más hablamos en el podcast.
Questa puntata vuol provare a raccontare un pezzo, piccolo, ma importante, della Grande Guerra ed in particolare della cosiddetta Guerra Bianca. Abbiamo scelto il fronte trentino non solo perché la Val di Sole è una sorta di seconda casa, ma soprattutto perché questo pezzo di mondo si trovò in una posizione assai scomoda alla fine … Continua la lettura di La Grande Guerra nell’Alta Val di Sole →
Quarant'anni per raccogliere il materiale in una mostra curata da Egidio Guidolin a Villa Rubelli di San Zenone degli Ezzeli. I 100 anni di Orson Welles con Emanuela Martini, direttore del festival di Torino.
La Grande Guerra ha provocato un disastro economico in tutta Europa. La crisi sociale ha provocato rivolte. La vecchia classe dirigente aveva paura della Rivoluzione e ha usato il fascismo. Ma è davvero andata così? Ne abbiamo parlato con Giulia Albanese, storica dell'Università di Padova e autrice del libro "La marcia su Roma", edito da Laterza.
La Grande Guerra ha provocato un disastro economico in tutta Europa. La crisi sociale ha provocato rivolte. La vecchia classe dirigente aveva paura della Rivoluzione e ha usato il fascismo. Ma è davvero andata così? Ne abbiamo parlato con Giulia Albanese, storica dell'Università di Padova e autrice del libro "La marcia su Roma", edito da Laterza.
La Grande Guerra di Mario Monicelli
Il nostro Trailer de La Grande Guerra
22/04/2015
18-04-15
Speciale dedicato alla manifestazione: "La Grande Guerra: Il coraggio e la forza delle donne"
Speciale dedicato alla manifestazione: "La Grande Guerra: Il coraggio e la forza delle donne"
Giuseppe Parlato, docente di Storia contemporanea all'Università degli Studi Internazionali di Roma; Enrico Alessandro Valsecchi, autore del libro L'affondamento del Tripoli; Claudia Cencini, autrice del libro Guerra e amore; Walter Pilo, presidente della onlus l'Uomo libero e promotore della spedizione "Ta Pum" sui sentieri de La Grande Guerra
Intervista ad Andreina De Clementi e a Leopoldo Innocenti. Per Lampedusa il sindaco Giusy Nicolini.
La Grande Guerra e la Grande Fame. Non si possono capire gli eventi che hanno segnato la Prima Guerra Mondiale se non si conosce la storia del cibo. Lo facciamo con Alessandro Marzo Magno e con Marco Cuzzi.
La Grande Guerra e la Grande Fame. Non si possono capire gli eventi che hanno segnato la Prima Guerra Mondiale se non si conosce la storia del cibo. Lo facciamo con Alessandro Marzo Magno e con Marco Cuzzi.
La grande guerra di Mario Monicelli ( 1959 ) con Vittorio Gassman e Alberto Sordi