Podcasts about dell'esercito

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Il Mondo
Lo scontro tra Zelesnkyj e il capo dell'esercito ucraino. Per l'Europa il sesso senza consenso non è reato.

Il Mondo

Play Episode Listen Later Feb 8, 2024 22:12


Il presidente ucraino Vlodymyr Zelesnkyj ha deciso di rimuovere dal suo incarico il generale Valerij Zaluzhny, comandante in capo delle forze armate. Il 6 febbraio il Consiglio dell'Unione europea ha approvato il testo definitivo della direttiva per contrastare la violenza di genere, ma dal testo originario è stato cancellato l'articolo 5.CONDavide Maria De Luca, giornalista a KievAlice Facchini, giornalistaUcraina:https://www.youtube.com/watch?v=JZtg-pLVToELegge sullo stupro: https://www.youtube.com/watch?v=8c9qCVKR50oUn video: Le istituzioni europee litigano sulle definizioni di stupro e consensohttps://www.internazionale.it/notizie/2023/11/08/stupro-consenso-parlamento-europeoPodcast della settimana: Sei stato felice? di Chiara LalliSe ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/podcastScrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.Direzione creativa di Jonathan Zenti.

The Essential
Nuovi fondi europei all'Ucraina (nonostante Viktor Orbán). Il generale dell'esercito ucraino sta per essere licenziato?

The Essential

Play Episode Listen Later Feb 3, 2024 7:09


Nuovi fondi europei all'Ucraina (nonostante Viktor Orbán). Il generale dell'esercito ucraino sta per essere licenziato? Sostieni il lavoro di Will  iscrivendoti alla membership. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Il calendario della discordia | 20/01/2024 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Jan 20, 2024 2:42


A cura di Ferruccio Bovio Il calendario dell'Esercito italiano per il 2024 porta un titolo – fortemente voluto dalla sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti – che sta suscitando un diffuso malumore sia a livello storico, che politico. “Per l'Italia sempre… prima e dopo l'8 settembre 1943”: sono queste, infatti, le parole che campeggiano sulla copertina del calendario che, appena pubblicato, è già divenuto un “casus” in grado di alimentare polemiche che sono tipiche di un Paese che, evidentemente, stenta a fare i conti con il proprio passato.  Con l'indirizzo dato al calendario 2024, la figlia dello storico dirigente del Msi, Pino Rauti, sembra voler superare la distinzione tra quanto avvenne, tra le nostre Forze Armate, prima e dopo la fatidica data dell'8 settembre: giorno in cui, caduto da poco tempo il fascismo, l'Italia firmò l'armistizio con gli Alleati. Il calendario – come si legge nella sua presentazione – intende rendere  omaggio ad alcuni dei militari che furono insigniti della Medaglia d'oro al Valore:uomini che parteciparono ai tragici eventi di guerra “con l'assoluta consapevolezza di servire la Patria”,  “sia prima e sia dopo l'8 settembre 1943”. E si trattò sempre – continua la prefazione - degli “stessi uomini, degli stessi Eroi”. E qui però, anche noi abbiamo qualcosa da dire, perché il sacrificio di tanti soldati che sono caduti nei primi tre anni di guerra non può essere strumentalizzato da chi cerca di dimostrare una effettiva continuità istituzionale tra il prima e il dopo. Anzi, ci pare che il sorvolare, come se nulla fosse,  sulle responsabilità di una classe di governo che incamminò, imperdonabilmente, verso la morte  migliaia e migliaia di giovani italiani, significhi equivocare un po' troppo su come andarono realmente le cose. Certo che gli alpini morti di fame e di freddo nella Ritirata di Russia sono dei martiri e degli eroi ! Certo che i fanti mandati allo sbaraglio in Africa contro un nemico molto più armato sono anch'essi dei martiri e degli eroi! Ci mancherebbe altro...Tuttavia, se vogliamo veramente onorarne la memoria, dobbiamo anche ricordare che l'8 settembre segnò una svolta drammatica per il Regio Esercito che di fatto  si trovò, da un giorno all'altro, allo sbando e fu costretto a vivere quella situazione di confusa smobilitazione così ben descritta da Luigi Comencini nel suo film “Tutti a casa” del 1960. Ma sempre lo stesso 8 settembre rappresentò pure  l'inizio di un riscatto nazionale al quale contribuirono anche tanti militari che, in quelle ore, operarono una scelta decisiva proprio “tra il prima e il dopo”: e cioè, tra la guerra combattuta a fianco di Hitler e quella per liberarci dal suo giogo criminale. "Il Corsivo" a cura di Ferruccio Bovio non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it

Start - Le notizie del Sole 24 Ore
Le pesanti perdite dell'esercito russo

Start - Le notizie del Sole 24 Ore

Play Episode Listen Later Dec 14, 2023 7:18


In questa puntata parliamo delle pesanti perdite che ha subito l'esercito russo in questi 22 mesi di guerra, della drammatica diffusione di malattie nella Striscia di Gaza e dei 22mila minori non accompagnati giunti in Italia quest'anno.

italia gaza russo striscia perdite dell'esercito
Laser
Atatürk e il centenario della Repubblica turca

Laser

Play Episode Listen Later Oct 27, 2023 27:42


Cosa resta oggi della figura di Mustafa Kemal Atatürk, a cento anni dalla nascita della Repubblica di Turchia da lui fondata? Da un secolo l'immagine del generale ottomano che fondò sulle ceneri dell'impero una Repubblica laica è ancora presente dappertutto in Turchia, nelle bandiere, negli edifici pubblici, scolpito nelle statue delle piazze e nei tatuaggi di molti turchi che amano avere sulla propria pelle la sua iconica firma. La figura di Atatürk – cognome che Mustafa Kemal decise di adottare e che letteralmente significa “il padre dei turchi” - unisce apparentemente quasi tutta la popolazione ma in realtà gruppi sociali diversi tra loro apprezzano la figura del padre della patria per motivi molto diversi tra loro, adattando i principi dell'uomo che fondò la Turchia ai loro personali valori sociali e politici. La parte più religiosa della società, per decenni marginalizzata dai militari e da politici che governavano sostenendo di essere gli eredi di Atatürk, non ha mai mostrato riverenza nei confronti della sua figura ma, anche dopo l'avvento al potere dell'islamista Recep Tayyip Erdogan, non è così semplice sentire aperte critiche nei confronti di Mustafa Kemal. Mentre la Turchia si prepara a celebrare il centenario della fondazione della Repubblica, Laser approfondisce il tema per capire quali sono stati i valori alla base della rivoluzione del padre della patria e cosa rimane oggi di tutto questo. Con i contributi dello storico Fabio Grassi, professore associato di storia delle relazioni internazionali e docente di storia dell'Europa orientale presso l'Università ‘La Sapienza' di Roma, Nagihan Haliloğlu, docente presso il dipartimento di letteratura comparata dell'Università “Ibn Haldun” di Istanbul, e Cem Gürdeniz, ammiraglio dell'Esercito turco in pensione e noto internazionalmente per essere l'autore della teoria “Mavi Vatan”, “la patria blu”. 

Modem
Avanti Marsch! Intervista con il capo dell'esercito

Modem

Play Episode Listen Later Oct 25, 2023 30:29


La guerra in Ucraina si fa sentire anche sulla politica di difesa della Confederazione. L'invasione iniziata nel febbraio dello scorso anno ha implicazioni sulla rilevanza e sulla strategia dell'esercito svizzero, tanto che il parlamento ha approvato un aumento delle spese militari che fra qualche anno passeranno dallo 0.7 all'1 percento del PIL. Un esercito che dai circa 700'000 militi del periodo della guerra fredda è sceso a 140'000. Ora, nel nuovo contesto geo-strategico, come valutare i passi intrapresi dall'esercito e l'auspicato ampliamento della cooperazione internazionale in che modo si concilia con la neutralità elvetica.Dopo un'intervista con il Capo dell'esercito svizzero, Thomas Süssli, ne discutono a Modem:Mauro Gilli, esperto di tecnologie militari e sicurezza internazionale presso il Politecnico federale di Zurigo;Orazio Martinetti, storico;Tobia Schnebli, del Gruppo per una Svizzera senza esercito.Modem, dal lunedì al venerdì, su RSI, Rete Uno e LA1 alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSI e RSIPlay. 

Closer
La macchina da guerra social dell'esercito israeliano, il leader di Hamas e gli studenti di Harvard

Closer

Play Episode Listen Later Oct 18, 2023 15:56


Storia dei Carabinieri
Episodio 73. Seconda Guerra Mondiale. Il ruolo dei Carabinieri dall'8 settembre all'inizio dell'ottobre 1943

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Oct 11, 2023 14:30


Care amiche, cari amici, benvenuti in un nuovo episodio di Storia dei carabinieri; siamo arrivati al settantatreesimo (73°) episodio della serie “normale”. Quale fu il ruolo dei Carabinieri dalla difesa di Roma all'inizio dell'ottobre 1943? E, in particolare quale fu il ruolo dell'Arma a Roma, in una delle fasi più complicate della vita della capitale del regno. Proviamo a parlarne (brevemente) in questa puntata. La ricorrenza degli 80 dai tragici fatti dell'8 settembre 1943 ha riportato alla memoria di molti cosa accadde in quei giorni. Ecco, ci sembra doveroso fare un piccolo approfondimento su quale fu il ruolo dei Carabinieri dalla difesa di Roma all'inizio dell'ottobre di quel terribile anno. Per mantenere l'episodio nei limiti di durata che questa stagione si è prefissa saremo costretti ad apparire piuttosto schematici dunque chi ci ascolta ci scusi, cercheremo di dare qualche consiglio di lettura e possibili approfondimenti più avanti anche su altre piattaforme, magari una più social del “semplice” podcast. Possiamo partire dal 9 settembre quando le unità tedesche in Italia si posizionano e cercano di conquistare i gangli vitali del nostro Paese. Dico cercano perché in effetti ci riescono nonostante in alcune parti d'Italia reparti dell'Esercito, il principale protagonista, combattano guidati dai loro ufficiali, mentre intorno tutto si liquefa come neve al sole. Nel frattempo, i Carabinieri. Lo avevamo già ricordato in una puntata precedente, i Carabinieri seguono le vicende dei reparti presso i quali prestavano servizio di polizia militare se inseriti nelle unità delle Forze Armate o sono considerati, grosso modo, forza dell'ordine e quindi inizialmente l'occhio dei tedeschi è rivolto “allo sfruttamento di questa risorsa che contano di tenere alle proprie dipendenze”. Dunque Roma. A Roma si combatte. In particolare, si combatte nella zona Sud della capitale tenuta dalla divisione Granatieri di Sardegna sotto gli ordini del generale Solinas e riesce a tenere testa ai nemici ma è quella che risponde meglio. In altre parti intorno alla capitale l'impegno dei reparti italiani e diverso con alcuni che rimangono e si battono e molti altri si danno alla fuga, sull'esempio dei propri ufficiali. Dunque questo aspetto mi pare importante. Dove gli ufficiali combattono le unità sono attive e tenaci, dove questi fuggono tutti si dileguano. Per quanto riguarda l'Arma nella capitale, dal 9 all'11 settembre abbiamo due elementi da considerare: la partecipazione di un battaglione allievi Carabinieri alla difesa della capitale alla Magliana e la lotta che i Carabinieri dell'Arma territoriale oppongono alle truppe tedesche all'interno della città. Nel frattempo, in quel periodo di circa un mese dal 9/10 settembre al 7 ottobre circa in altre parti d'Italia si combatté. Mi sembra importante citare l'episodio della Stazione Carabinieri Reali Napoli Porto. I Carabinieri di quel comando difesero, inizialmente con un'unità di fanteria, poi da soli il palazzo dei telefoni di Napoli che avrebbe garantito i collegamenti telefonici e telegrafici con il resto d'Italia. La sorpresa pensata dai tedeschi non ebbe effetto e nello scontro ebbero la peggio. Terminata la prima fase della resistenza armata a Napoli i tedeschi occupata militarmente la città catturarono i componenti della stazione che il 12 settembre fu trucidata insieme a due civili a Teverola, una località in provincia di Caserta. Questo comportamento barbaro e in disprezzo delle norme e degli usi di guerra non riuscì a creare quel clima di paura con il quale i tedeschi intendevano esercitare il controllo del territorio italiano. Infatti dal 24 al 30 settembre, tutta la città di Napoli si sollevò e trovò proprio nei Carabinieri quel reticolo necessario ad allargare rapidissimamente a tutti i quartieri l'insurrezione. Valutate il nostro podcast su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A presto! #linkinbio! --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/storiadeicarabinieri/message

Altri Orienti
Ep.42 - Guam, proprietà privata dell'esercito Usa

Altri Orienti

Play Episode Listen Later Jul 27, 2023 19:39


Guam è grande come Chicago. Un terzo del suo territorio è di proprietà dell'esercito statunitense, su 170mila abitanti, settemila sono soldati americani, e tra poco se ne aggiungeranno altri cinquemila. Guam è quello che negli Stati Uniti chiamano “uno stato americano non incorporato”: in pratica, è una colonia statunitense. I cittadini di Guam sono cittadini statunitensi. Possono arruolarsi nell'esercito americano ma non possono partecipare alle elezioni. Non possono votare niente, non hanno nemmeno un loro capo di Stato. Perché formalmente Guam non è uno Stato. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Il Mondo
Serve ancora l'esame di maturità? In Colombia la pace è più vicina.

Il Mondo

Play Episode Listen Later Jun 23, 2023 25:21


Il 21 giugno sono cominciati gli esami di stato per 536mila studenti e le tracce della prova d'italiano hanno suscitato molte perplessità. Il 9 giugno il governo colombiano di Gustavo Petro e la guerriglia dell'Esercito di liberazione nazionale hanno siglato un accordo per un cessate il fuoco di sei mesi.Christian Raimo, giornalista e scrittoreSimone Bruno, giornalista che vive a BogotáVideo maturità: https://tg24.sky.it/cronaca/2023/06/21/maturita-2023-tracce-prima-prova-direttaVideo Colombia: https://www.youtube.com/watch?v=b6icAeclB0gDocumentario di Simone Bruno sui falsos positivos: https://www.aljazeera.com/program/fault-lines/2023/6/21/the-confession-a-colombian-colonel-faces-his-victimsScrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.Produzione di Claudio Balboni.Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.Direzione creativa di Jonathan Zenti.

Storia dei Carabinieri
Episodio 64. La seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri nella campagna delle Alpi

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Jun 7, 2023 12:37


Secondo i volumi ufficiali di Storia dell'Arma, si inizia con i numeri. Dunque, “L'Arma dei Carabinieri partecipò alle operazioni belliche della seconda Guerra Mondiale con 36 battaglioni, 1 battaglione paracadutisti, 1 squadrone a cavallo, 1 gruppo autonomo, 19 compagnie autonome, 1 nucleo per la base tradotte, 410 sezioni (miste, alpine, per l'aeronautica, celeri e motorizzate), nuclei per i vari uffici postali, nonché con Comando Carabinieri presso i Gruppi di Armate, Armate, Corpi d'Armata, Intendenze, basi navali ed aeree, Divisioni e Brigate. I reparti, posti tempestivamente in approntamento secondo i progetti di mobilitazione e le richieste dello S.M.E., entrarono progressivamente nella campagna, a cominciare dal 10 giugno 1940. Seguendo le varie unità dell'Esercito e delle altre Forze Armate alle quali erano addetti, svolsero la loro opera su tutti i fronti e settori ai quali si estese l'azione bellica, compiendo servizi di polizia militare sia sui campi di battaglia che nelle retrovie e nei territori occupati, servizi speciali, a seconda delle necessità contingenti, servizi ordinari di polizia giudiziaria, di ordine pubblico, di sicurezza e di assistenza alle popolazioni civili dei territori nazionali e di quelli occupati, nonché azioni tattiche vere e proprie, a fianco della altre Armi” (Carabinieri 1814-1980, p. 458). Sempre i testi ufficiali indicano che “Per quanto riguarda le operazioni belliche vere e proprie, le due Armate dislocate sul fronte occidentale sostennero, dal 21 al 24 giugno 1940, quella che fu chiamata la «battaglia delle Alpi». Spettarono alle Sezioni e ai nuclei dell'Arma i compiti specifici di polizia, specie nelle retrovie. Particolarmente efficiente fu, da parte dei Carabinieri, il servizio informativo sulle difese avversarie e quello di guida e di scorta nella zona di frontiera e nell'intero teatro delle operazioni. Nello stesso anno venne mobilitato a Torino un «Reggimento Carabinieri Mobilitato», che non prese parte però all'operazione sul fronte occidentale e venne successivamente trasferito in Albania, ove venne sciolto ed i suoi Battaglioni impiegati in modo autonomo”. Rochat e Massobrio così si pronunciano: “In realtà il problema è squisitamente politico: la preparazione militare di uno stato non può essere misurata in valori assoluti, ma soltanto in relazione agli avversari e agli obiettivi bellici, e non è responsabilità dei soli generali, ma risultato di scelte di fondo della politica nazionale”. È evidente che l'Italia fascista era in forte ritardo nella sua preparazione militare e che anche in comparazione con la sola Francia vi era una evidente inferiorità in approvvigionamenti di mezzi, armi e munizioni. Dunque se anche tale sforzo francese non impedì il collasso del suo esercito di fronte a quello tedesco meglio organizzato ed efficiente è anche vero che in termini comparati il potenziale bellico italiano in quegli anni era cresciuto in modo marginale depauperato anche dalle campagne d'Etiopia e di Spagna che avevano drenato denaro e risorse riducendo le reali capacità operative delle Forze Armate italiane. Fonti consultate: Giorgio Rochat – Giulio Massobrio, Breve storia dell'Esercito italiano dal 1861 al 1943, Torino, Einaudi 1978. Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005. Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, Direzione dei Beni Storici e Documentali.   Credits per l'immagine di base della copertina: attribuzione: Goran tek-en (CC BY-SA 4.0) --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/storiadeicarabinieri/message

il posto delle parole
Fabiano Sartirana "Il ritorno del gipeto"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Jun 5, 2023 9:57


Fabiano Sartirana"Il ritorno del gipeto"https://areeprotettealpimarittime.itIl gipeto è una specie che si è estinta sull'arco alpino a inizio ‘900 a causa di ingiustificate persecuzioni. La sua presenza stabile su buona parte dei settori alpini, seppur ancora vulnerabile, è il risultato di operazioni di reintroduzione a partire da esemplari ospiti di zoo europei. Un'operazione faunistica di notevole successo e che ha rimarginato una grave ferita inferta dall'uomo all'ecosistema alpino.Si invitano i frequentatori della montagna di inviare eventuali osservazioni di gipeto o altri avvoltoi al Parco. Le segnalazioni contribuiranno al monitoraggio delle popolazioni presenti e alla loro evoluzione.Nelle province di Cuneo e di Torino, sono 63 le persone che hanno preso parte al censimento, tra guardiaparco degli Enti di gestione, volontari, membri di Lipu e associazione Le Gru e Carabinieri forestali. Le operazioni di conteggio del gipeto si sono svolte da 43 postazioni coordinate dal Centro di referenza Avvoltoi e rapaci alpini in capo alle Aree Protette Alpi Marittime.Roman e la sua compagna dimostrano di essere dei buoni genitori e nonostante qualche difficoltà stanno allevando con successo il piccolo gipeto nato sulle montagne della Valle Maira, nel Comune di Acceglio. Un evento eccezionale, che si verifica per prima volta sulle Alpi italiane cuneesi dall'inizio del progetto di reintroduzione dell'avvoltoio, condotto dal 1993 al 2015, dai parchi Alpi Marittime e del Mercantour.La nidificazione che le aree protette e i naturalisti da tanti anni attendevano, tra le tante località possibili, è avvenuto in prossimità del poligono di tiro del Col Maurin utilizzato per l'attività addestrativa della Brigata Alpina Taurinense.Fortunatamente tra Parco ed Esercito è stata fin da subito instaurata una buona collaborazione per limitare l'impatto delle esercitazioni. La coppia è costantemente monitorata dal personale dell'Ente Aree Protette Alpi Marittime e dai suoi collaboratori che hanno rilevato che i gipeti hanno continuato a nutrire il pullo al nido anche durante la prima sessione di tiro con armi pesanti. Gli adulti hanno manifestato alterazioni del comportamento solo in occasione dei tiri a breve successione. In tali sequenze i gipeti hanno interrotto la nutrizione del piccolo e si sono rifugiati nel nido. A fronte della segnalazione da parte degli osservatori e in particolare del coordinatore e accompagnatore naturalistico Marco Chierici, i responsabili dell'Esercito hanno assicurato tiri più dilazionati per ridurre lo stress della coppia di gipeti.È la testimonianza dell'ottima intesa stabilita dal Parco con i responsabili del Primo Reggimento Artiglieria di Fossano, gestori e coordinatori del poligono. Le informazioni raccolte nei primi giorni di addestramento sono state riportate ai reparti dell'Esercito che hanno agito nelle settimane seguenti.Anche per la bonifica della zona di tiro al termine delle operazioni addestrative tra militari, Parco e gli addetti al monitoraggio è stato stabilito un dialogo per individuare un corridoio aereo per il sorvolo degli elicotteri in modo da non mettere a rischio la nidificazione.Da parte di tutti i soggetti coinvolti c'è grande attenzione affinché la riproduzione abbia successo e porti all'involo del piccolo gipeto a luglio. Questo risultato rappresenterà il coronamento del lavoro delle Marittime e del Mercantour, avviato trent'anni fa nell'ambito di un progetto europeo e sostenuto da una rete internazionale di soggetti e da decine di volontari. Soddisfazione degli operatori e dei soggetti coinvolti a parte sarà una vittoria per l'ecosistema alpino all'interno del quale il gipeto, specie necrofaga, ha un ruolo davvero fondamentale.DIECI di DIECISaperne di piùDieci di Dieci è una realizzazione "il posto delle parole"Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Non Stop News
Non Stop News: la politica, l'attualità, la culinaria, l'esercito italiano, la salute, lo sport e i libri

Non Stop News

Play Episode Listen Later Nov 19, 2022 152:26


Le prime pagine dei principali quotidiani nazionali commentate in rassegna stampa da Davide Giacalone. La legge di bilancio da 28/30 miliardi, le autonomie regionali e i migranti. Alla scoperta (culinaria) delle Langhe, con le ricette e i consigli della rivista Sale & Pepe, scoprendo anche i nuovi spunti nell'ultimo numero. Ci ha raggiunto la sua direttrice, Laura Maragliano. Abbiamo ospitato l'Esercito Italiano. In collegamento dal Qatar! Ci ha raggiunto il Maggiore Rocco Nola, addetto alla pubblica informazione dell'Esercito. Riportiamo l'attenzione sui rischi del fumo passivo nei bambini. Ci ha raggiunto Antonietta Auriemma, ex primario di neonatologia e terapia intensiva neonatale dell'Ospedale Bolognini di Seriate. Verso il gran finale delle ATP Finals di Torino! Gli ultimi aggiornamenti con Massimo Caputi. Facciamo il punto sulla situazione in Ucraina, dopo il missile che ha colpito la Polonia. Ci ha raggiunto il giornalista e inviato Fausto Biloslavo. "Il gioco" è il nuovo libro di Giovanni Floris. Insieme a lui il commento su tutti i principali fatti di attualità. All'interno di Non Stop News, con Giusi Legrenzi, Luigi Santarelli e Antonio Sica.

The Essential
Il ritiro dell'esercito russo da Kherson. La tensione in Kosovo resta alta

The Essential

Play Episode Listen Later Nov 12, 2022 6:47


Il ritiro dell'esercito russo da Kherson. La tensione in Kosovo resta alta  Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Storia in Podcast
Stubby. Cani nella storia

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Nov 7, 2022 8:28


Stubby (1916 – 16 marzo 1926) non è stato soltanto un cane, un Bull Terrier – incrocio tra un Boston Terrier e un Pit Bull – ma anche un sergente dell'Esercito americano e di certo il cane militare più decorato di tutti i tempi. Questo podcast è dedicato all'incredibile storia di Stubby, celebre per il suo servizio durante il primo Conflitto Mondiale e promosso al grado di sergente per aver preso parte a diciassette battaglie sul fronte occidentale.Storia in podcast di Focus celebra il più grande amico dell'uomo, il cane, in un ciclo di brevi podcast in cui racconta la vita di alcuni dei cani più famosi della Storia. La nostra convivenza con i quattro zampe si perde nella notte dei tempi, l'origine del rapporto fra le due specie si colloca fra 30.000 e 36.000 anni fa.Interpretato da Mario Cagol.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Personal Best
Sofiia Yaremchuk "voglio avvicinare il prima possibile il record italiano sulla mezza maratona, sulla maratona e sui 10 chilometri"

Personal Best

Play Episode Listen Later Nov 6, 2022


Nata a Leopoli in Ucraina e cittadina italiana da gennaio 2021, Sofiia Yaremchuk è il nome "nuovo" e promettente della maratona azzurra. Domenica scorsa, nella sua seconda uscita sui 42,195km, la ventottenne, ha bloccato il cronometro sulle 2h25'36'' alla Maratona di Francoforte. Quarto posto finale e ottavo tempo di sempre nella classifica italiana all time, con un miglioramento di 3'36'' sul suo precedente personale siglato a Venezia lo scorso anno.Campionessa italiana 2022 sulla mezza maratona (Pisa - 9 ottobre) in 1h08'56'' e Campionessa italiana 2022 sui 10 chilometri su strada (Castelfranco Veneto - Treviso - 3 settembre) in 32'08'', la portacolori dell'Esercito pensa ora al 2023 con la realistica velleità di battere tutti i record italiani su strada e il desiderio di vestire la maglia azzurra alle prossime olimpiadi, Parigi 2024. Infine con il coach Fabio Vedana rispondiamo alle domande dei nostri ascoltatori, sempre in tema di corsa, di alimentazione e di triathlon. Mail:personalbest@radio24.it Messaggi Whatsapp al numero: 375 7269212 (Numero dedicato Personal Best)

Ultim'ora
Ucraina, Mattarella "Pace e sicurezza a gravissimo rischio"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Oct 7, 2022 2:04


"E' importante la collaborazione tra mondo militare ed accademico, sempre in base ai valori della Costituzione". Lo ha detto il presidente della Repubblica, SergioMattarella, al Palazzo Arsenale di Torino per l'inaugurazione dell'anno accademico degli istituti di formazione dell'Esercito.sat/gsl (fonte video: Quirinale)

Non Stop News
Non Stop News: la proposta elettorale del PD, come affrontare il caro-vita e la Formula1

Non Stop News

Play Episode Listen Later Aug 28, 2022 62:07


In questo appuntamento con di Non Stop News troviamo: Per Missione di pace abbiamo intervistato in diretta il caporal maggiore scelto Elena Bertocchi, atleta del centro sportivo olimpico dell'Esercito e medaglia d'oro e d'argento nei tuffi ai campionati europei di nuoto di “Roma 2022”. Nel corso dell'intervista la nuotatrice parlerà dei recenti risultati conseguiti dall'esercito ai campionati di nuoto; F1. Si corre oggi pomeriggio il Gran Premio del Belgio, ne abbiamo parlato in diretta con l'inviato di Sky Sport F1, Carlo Vanzini; L'aumento dei prezzi per la spesa alimentare e non solo, insieme a quello delle bollette sta modificando il nostro modo di pianificare gli acquisti anche di beni di prima necessità? In questo clima di incertezza economico come le famiglie affrontano le spese di settembre? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Guendalina Graffigna, psicologa dei consumi alla Cattolica di Cremona; Per lo spazio politico abbiamo intervistato Deborah Serracchiani, capogruppo del Partito Democratico alla Camera. Non Stop News, condotto da Barbara Sala, Enrico Galletti e Luigi santarelli

Vanilla Magazine
Comfort Women: le Schiave del Sesso dell'Esercito Giapponese

Vanilla Magazine

Play Episode Listen Later Aug 27, 2022 9:06


Storia dei Carabinieri
Episodio 49. I Carabinieri nel cosiddetto "Biennio rosso"

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Aug 24, 2022 8:24


Nei due anni successivi alla firma dell'armistizio, l'impatto della trasformazione sociale, politica ed economica fu molto forte in tutto il Paese e ciò diede vita ad un periodo di instabilità definito dai giornalisti il “biennio rosso”. Durante tale periodo, si ebbero richieste di riconoscimenti economici fino a quel momento negati che diedero il via anche a scontri tra operai e contadini da una parte, imprenditori e proprietari terrieri dall'altra. Tali scontri sfociarono talvolta in azioni violente da ambo le parti che, però, vedevano nel mezzo della lotta i Carabinieri e le altre forze dell'ordine. Vi furono scioperi e atti di violenza anche contro le forze dell'ordine. Ciò portò a una difficile gestione dell'ordine pubblico in numerose città della Penisola, sia per le rivendicazioni economiche e sociali di cui si è detto, sia in conseguenza dell'azione dei nazionalisti e di altre frange estremiste di destra tra cui i fascisti in conseguenza della sigla del trattato di Versailles. Si pensi che, nel 1920, a Milano, nel corso di un tentato moto rivoluzionario i rivoltosi assaltarono una vettura pubblica che conduceva da Monza al capoluogo il brigadiere Giuseppe Ugolini, uccidendolo orrendamente dopo che aveva reagito al tentativo di essere disarmato. Tuttavia, i fascisti non rinunciarono ai oro piani di azione nonostante la situazione politica in Italia si fosse lentamente stabilizzata con una violenza oramai in mano proprio alle “camicie nere”. Celebrata la cosiddetta “marcia su Roma”, con il conseguente incarico governativo attribuito a Mussolini, i fascisti vollero dare subito il messaggio di prepotenza che caratterizzò questa loro fase politica, inserendo proprio le camice nere a fianco delle forze dell'ordine. In questo senso ma ne parleremo nel prossimo episodio, fu soppressa la regia guardia per la pubblica sicurezza e anche il corpo degli agenti di investigazione attribuendo molte competenze alla neonata milizia volontaria per la sicurezza nazionale e lasciando i Carabinieri, saldamente all'interno dell'Esercito, con le incombenze che i testi normativi avevano loro attribuito sin dalla fondazione. Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “La fine della Grande Guerra e i Carabinieri” di Flavio Carbone. Il volume è consultabile on line sul sito dell'Arma dei Carabinieri e su quello del Ministero della Difesa. Eccoci giunti alla fine dell'episodio numero 49 del podcast “Storia dei Carabinieri”. Vi chiediamo di premiare il podcast con le stelline su #Spotify. Basta andare sulla pagina del podcast e cliccare sulle stelline, valutando lo show. A voi costa poco, ma è tanto per noi che investiamo risorse e tempo nel progetto. Grazie mille! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message

La Miniera
ANALISI dell'ESERCITO RUSSO in UCRAINA con VLADSPARASTORIA

La Miniera

Play Episode Listen Later Jul 16, 2022 51:37


ANALISI dell'ESERCITO RUSSO in UCRAINA con VLADSPARASTORIASeguimi live tutti i giorni su Twitch alle 12.00 e alle 18.30 - https://twitch.tv/ivan_grieco---Iscriviti al canale e attiva la campanella - https://bit.ly/3nIb6ZO---Patreon (contenuti esclusivi) : https://www.patreon.com/ivan_grieco---Link per codice sconto Cuffie ASTRO 5% : http://astro.family/rampageEMEA ---Instagram ►https://instagram.com/ivangriecoTwitter ► https://twitter.com/Ivan_Grieco

Storia dei Carabinieri
Episodio 46. La Grande Guerra dei Carabinieri. I Carabinieri all'estero

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Jul 13, 2022 11:05


L'episodio è dedicato a quello che i Carabinieri fecero all'estero. In linea generale, su tutti i fronti, le sezioni e i plotoni di Carabinieri con funzioni di polizia militare seguirono i contingenti dell'Esercito sia in Europa, sia in Medio ed Estremo Oriente, raggiungendo località sconosciute ai più in quegli anni, come Vladivostok o Pechino. Per rimanere in Europa, si può considerare al ruolo dei Carabinieri in un fronte oggi poco ricordato, l'Albania, dove un corpo di spedizione italiano garantì durante l'intero arco del conflitto il possesso del porto di Valona e il controllo del Canale d'Otranto. Lì, i militari dell'Arma, oltre alle tante attribuzioni, addestrarono una gendarmeria locale riuscendo a trasformare i malandati e, in certi casi, inetti gendarmi ottomani presenti sul territorio, in una forza dell'ordine che ricalcava il modello dell'Arma. Anche in questo caso dunque i Carabinieri non furono impiegati solo in qualità di polizia militare, ma più propriamente di forza dell'ordine attraverso un'attività che si potrebbe definire di nation building condotta attraverso la ricostituzione di forze di polizia efficienti. Sicuramente, il Carabiniere più conosciuto per il ruolo svolto all'estero durante il primo Conflitto Mondiale fu il maggiore Cosma Manera. Con pochi uomini, ampia autonomia e superando difficoltà incredibili riuscì a individuare e recuperare in tutta la Russia devastata dalla rivoluzione e dalla guerra civile numerosi cittadini di quelle che poi furono riconosciute come le terre redente secondo la narrazione risorgimentale. Tali uomini in servizio nell'esercito austro-ungarico furono catturati dai russi durante i combattimenti sul fronte orientale e quindi con il collasso dell'impero zarista si adattarono anche a svolgere umilissime funzioni pur di sopravvivere. Manera e i suoi uomini individuarono molti di questi e a portarli a Vladivostock dove furono armati ed equipaggiati e, su base volontaria, addestrati per un possibile impiego bellico in Estremo Oriente. Infine, questi uomini ritornarono alle loro case al termine dell'esigenza di mobilitazione dall'altra parte del mondo Su Manera vi rimandiamo al volume scritto da Paolo Formiconi di cui abbiamo parlato nel corso dell'intervista n. 4 dedicata al volume da lui scritto intitolato per l'appunto “Gli Italiani in Siberia”. Votate il nostro podcast su Spotify! Abbiamo bisogno del vostro aiuto! Grazie! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message

Storia dei Carabinieri
Episodio 40. La Grande Guerra dei Carabinieri. L'Arma al Fronte

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Apr 20, 2022 12:46


L'episodio è dedicato al ruolo dell'Arma al Fronte. Con la mobilitazione dell'Esercito combattente, anche l'Arma dei Carabinieri avviò le proprie attività per il richiamo degli uomini, destinando così circa un terzo della propria forza organica alle operazioni belliche. Furono costituiti un Reggimento Carabinieri Mobilitato, su tre battaglioni, con una forza di oltre 2.500 uomini, e un Gruppo Squadroni di 220 Carabinieri a cavallo, posti alle dirette dipendenze del Comando Supremo di stanza a Udine, come unità di sicurezza e di manovra e con capacità di combattimento. Per quanto riguarda invece le funzioni di polizia militare, si diede vita a 65 Sezioni mobilitate, ciascuna su 50 Carabinieri a cavallo, a piedi e ciclisti. Altri nuclei di Carabinieri furono destinati ad incombenze varie: dal servizio di corriere postale tra il Comando Supremo e i comandi delle grandi unità, a speciali reparti per la difesa delle linee ferroviarie e di altri obiettivi sensibili. Nonostante tutto, si registrava una continua richiesta di Carabinieri. Così, a partire dal maggio del 1916 fu assegnato a ciascun comando di divisione un ulteriore plotone di Carabinieri a piedi (composto da circa 50 uomini), i cui militari erano poi distaccati fino al livello di reggimento e quindi ancora di più a maggiore contatto con il nemico e al fianco degli stessi soldati. A tale proposito, si devono ricordare anche le oltre 1.000 perdite individuate per difetto quale contributo di sangue versato nel corso del primo Conflitto Mondiale secondo l'analisi di un grande storico dell'Arma, Ulderico Barengo. Non si trattava “solo” di servizio in prima linea; nell'episodio si ricorda, tra gli altri, il servizio nelle retrovie per garantire un corretto svolgimento dei movimenti dei reparti da una parte all'altra del fronte, dalle retrovie alla prima linea e viceversa. Il ruolo dei Carabinieri era molto ampio e prevedeva l'esercizio delle piene funzioni di forza dell'ordine verso i cittadini e le popolazioni “di nuovo acquisto”. Molto interessante è l'esempio offerto dalla città di Gorizia e dai suoi immediati sobborghi. Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “L'Arma al fronte” di Flavio Carbone. Il volume è consultabile on line sia sul sito dell'Arma dei Carabinieri (qui il link) e sia su quello del Ministero della Difesa (qui). In conclusione, vi chiediamo di premiare il podcast con le stelline su #Spotify. In questo caso, è sufficiente andare sulla pagina del podcast e cliccare sulle stelline, valutando lo show. A voi costa poco, ma è tanto per noi che investiamo risorse e tempo nel progetto. Grazie e a presto! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message

Appunti - il mondo di Domani
17 - Il flop dell'esercito russo in Ucraina - con Matteo Pugliese

Appunti - il mondo di Domani

Play Episode Listen Later Mar 21, 2022 17:14


La guerra non sta andando come Vladimir Putin si aspettava, la resistenza ucraina ha retto l'avanzata dell'armata rossa. Ma come e perché? Quali sono le armi a disposizione di Putin? E quelle fornite dall'occidente possono fare la differenza? Dall'annessione della Crimea nel 2014, l'esercito ucraino è cambiato ed è prono a quella guerra convenzionale che la Russia invece non sa combattere, dopo anni a specializzarsi in guerre "ibride". Stefano Feltri ne discute con Matteo Pugliese, ricercatore dell'Università di Barcellona, esperto di sicurezza e difesa e firma di Domani

il posto delle parole
Francesco Anghelone "Atlante Geopolitico del Mediterraneo 2022"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Mar 16, 2022 25:13


Francesco Anghelone, Andrea Ungari"Atlante Geopolitico del Mediterraneo 2022"Prefazione di Antonio IodiceIntroduzione di Andrea Margelletticon un saggio di Riccardo Redaelliin collaborazione con: Centro Studi InternazionaliBordeaux Edizionihttps://www.bordeauxedizioni.it/Il Mediterraneo continua a essere, dal punto di vista sociale e geopolitico, una delle aree più instabili del pianeta. Il Covid-19 ha avuto un impatto notevole su tutta l'area e ha contribuito a rafforzare le tendenze autoritarie in alcuni paesi come Egitto e Turchia. Se le mancate elezioni del dicembre 2021 in Libia hanno mostrato tutta l'instabilità e le profonde divisioni del paese, la Siria continua a essere segnata da un interminabile conflitto, mentre il Libano ha dovuto fare i conti con una situazione economica sempre più grave. In un Mediterraneo altamente frammentato nel quale emergono nuovi attori regionali, continua il disimpegno diretto degli Stati Uniti, elemento che impone all'Europa una maggiore assunzione di responsabilità politiche. Quali saranno le tendenze sociali della regione? E quali saranno le risposte dei singoli paesi a fenomeni epocali come la pandemia e i flussi migratori? A queste e a molte altre domande risponde l'Atlante Geopolitico del Mediterraneo 2022, giunto alla sua ottava edizione, uno strumento ormai imprescindibile per addetti ai lavori e non solo.Francesco AnghelonePhD in Storia d'Europa presso la Sapienza Università di Roma, è coordinatore scientifico dell'Area di ricerca storico-politica dell'Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. È curatore di redazione dell'Osservatorio sul Mediterraneo, nell'ambito dell'Istituto.Curatore delle voci storiche su Grecia, Turchia e Cipro per la IX Appendice della Enciclopedia Italiana Treccani, è autore di numerose pubblicazioni relative alle dinamiche geopolitiche del Mediterraneo.Con Bordeaux ha pubblicato nel 2014 “La Troika sull'Acropoli. La Grecia ai tempi dell'Austerity”.Andrea UngariPhD, è professore associato di Storia contemporanea presso l'Università Guglielmo Marconi e docente di Teoria e Storia dei Partiti e dei Movimenti politici presso l'Università Luiss-Guido Carli. I suoi studi si sono concentrati sulla storia politica dell'Italia liberale e di quella repubblicana e sulla storia militare, con una particolare attenzione al ruolo dell'Esercito e dell'Aeronautica nella Prima guerra mondiale. Recentemente, ha collaborato con lo Stato Maggiore dell'Esercito all'elaborazione del volume Prospecta, sulle linee evolutive dell'Esercito italiano.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/

Storia dei Carabinieri
Episodio 37 bis. La neutralità (1914) e i Carabinieri

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Mar 9, 2022 10:00


L'#Arma dei #Carabinieri Reali fu impegnata nella #GrandeGuerra, che infiammava gran parte dell'Europa dall'estate del #1914, già alcuni mesi prima dell'ingresso dell'Italia nel conflitto armato. Con la dichiarazione di neutralità del regno d'Italia il 3 agosto 1914 quando le Potenze europee entrarono formalmente in conflitto, si formarono immediatamente due schieramenti: da una parte i neutralisti (composti dai cattolici, socialisti e liberali giolittiani) e dall'altra gli interventisti (nazionalisti, repubblicani, radicali, mazziniani, socialisti riformisti, sindacalisti rivoluzionari, futuristi e avanguardie culturali quali i futuristi e i decandentisti, infine i gentiliani) che per circa 10 mesi si fronteggiarono nelle piazze e nelle arene politiche del nostro Paese. La frattura tra due posizioni inconciliabili creò una lacerazione molto forte nel tessuto politico. Lo scontro si acuì tanto da dare vita ad una vera e propria lotta politica, portando gli interventisti a creare organizzazioni, associazioni, comitati pro intervento. Queste riuscirono a sostituirsi alle istituzioni tanto da annullare il ruolo del Parlamento a cui subentrarono le piazze infiammate dai discorsi interventisti. Quale forza dell'ordine, l'Arma fu aspramente impegnata nei servizi a disposizione dell'autorità governativa dopo circa un decennio di attenta politica giolittiana. La tutela dell'ordine pubblico, talvolta gravemente turbato, vide i militari dell'Arma su tutto il territorio nazionale in prima fila nella gestione dei disordini sociali e politici. Dunque un ruolo difficile per i Carabinieri schiacciati dalla necessità di garantire un ordine pubblico senza direttive chiare del governo Salandra mentre i dieci mesi di neutralità devastarono il dibattito politico e il confronto fuori il Parlamento. In parallelo, i comandi dell'Arma al confine iniziarono presto un'importante raccolta informativa sui movimenti delle forze austro-ungariche in stretta aderenza alle indicazioni che il vertice dell'Esercito aveva impartito, allo scopo di avere una chiara idea della consistenza dei reparti nemici schierati nella zona delle future operazioni. In realtà, i Carabinieri costituirono soprattutto uno dei perni di manovra su cui poggiò la grande #mobilitazione avviata dal #Generale Luigi Cadorna fin dal marzo 1915 con il richiamo delle ultime classi di leva (a partire da quella del 1894). Nel corso del conflitto, i Carabinieri dell'Arma territoriale furono impegnati nella complessa e non facile chiamata alle armi di circa 5 milioni di uomini. Si trattava di costituire un esercito di dimensioni enormi mai mobilitato prima. Anche in questa attività, l'Arma ebbe un ruolo di abnegazione silenziosa. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message

Effetto giorno le notizie in 60 minuti
Russia-Ucraina, Kiev convoca i riservisti dell'esercito

Effetto giorno le notizie in 60 minuti

Play Episode Listen Later Feb 23, 2022


La crisi ucraina, Kiev annuncia la mobilitazione dei riservisti. Putin: "Sicurezza non negoziabile, ma la Russia è pronta a soluzioni diplomatiche". Ospiti: Matteo Villa ed Aldo Ferrari(analisti dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) e Vladislav Maistrouk, corrispondente da Kiev. I familiari delle vittime del Covid19: "Mattarella ci riceva, serve una Commissione d'inchiesta". Sentiamo Consuelo Locati, avvocata, coordina il gruppo di assistenza legale dell'Associazione Familiari Vittime del Covid_19, ha perso il padre a causa della pandemia.

Storia dei Carabinieri
Extra 004. Giornata del Ricordo degli esuli giuliano - istriano - dalmati 8 febbraio 2017 presso la legione allievi Carabinieri

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Feb 8, 2022 135:34


L'episodio speciale extra 004 è stato realizzato con la registrazione dell'incontro tenutosi l'8 febbraio 2017 presso la Legione Allievi Carabinieri a Roma, all'interno della caserma "Capitano MOVM Orlando De Tommaso", in occasione della Giornata del Ricordo degli esuli giuliano - istriano - dalmati (che cade il 10 febbraio di ogni anno, in base alla legge 30 marzo 2004, n. 92). Sono intervenuti: il generale di Brigata (all'epoca), Alfonso Manzo, comandante della Legione Allievi, il dottor Marino Micich, direttore dell'Archivio del Museo Storico di Fiume, il generale dell'Esercito in congedo Michele Ianne, esule fiumano e membro della Società di Studi fiumani, il tenente colonnello Flavio Carbone (all'epoca) in servizio presso l'Ufficio Storico del Comando Generale e, infine, la professoressa Maria Grazia Tamino, nipote del tenente colonnello MOVC "alla memoria" Antonio Varisco, ucciso dalle Brigate Rosse il 13 luglio 1979, anch'egli esule dalmata. Nonostante gli interventi successivi nell'editing del file audio la registrazione può apparire talvolta imperfetta. Abbiamo fatto del nostro meglio. Il generale Manzo interviene al minuto 1 e 20", il dottor Micich al minuto 7 e 10". Dal minuto 37 e 20" è proiettato un filmato divulgativo che dura sino all'ora circa. All'ora, 4 minuti e 30 secondi prende la parola il generale Ianne a cui segue il tenente colonnello Flavio Carbone all'ora, 26 minuti e 20 secondi e quindi interviene la professoressa Tamino all'ora, 58 minuti e 20 secondi. Infine alle 2 ore e 10 minuti chiude l'incontro il generale Manzo leggendo la motivazione della medaglia d'oro al valor civile concessa "alla memoria" al tenente colonnello Antonio Varisco e quindi si procede a un indirizzo di saluto agli intervenuti. Le quattro fotografie utilizzate per realizzare la copertina di questo episodio sono state estratte dalla pagina del sito dell'Arma dei Carabinieri che ha ricordato l'evento. Si ringrazia il fotografo presente nell'occasione. Continuate a seguirci sui nostri social! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message

Millevoci
Due atleti paraolimpici, Voglia di scambi sociali? (2./3)

Millevoci

Play Episode Listen Later Nov 12, 2021 54:38


Due atleti paraolimpici sono entrati per la prima volta nella squadra dell'Esercito e in questi giorni stanno facendo la Scuola reclute; ne parliamo con il Comandante del Centro di competenza sport Col SMG Marco Mudry. A cura di Paolo Riva.Voglia di scambi sociali? Domanda sulla quale fa luce Piera Serra, psicologa e psicoterapeuta dell'Associazione Ciao Table, attiva nella ricerca scientifica e divulgazione in ambito psicologico, che per sabato 13 novembre ha organizzato il suo convegno annuale all'USI a Lugano.A cura di Isabella Visetti.

Voce delle Chiese
La spesa solidale allo Stadio Olimpico di Roma

Voce delle Chiese

Play Episode Listen Later Sep 24, 2021 5:13


Partnership tra la Lazio e Compassion Italia Onlus a favore dei bambini e delle famiglie in povertà, le cui condizioni di vita sono state ulteriormente aggravate dall'emergenza pandemica.Compassion, l'Esercito della Salvezza e la squadra biancoceleste hanno deciso di sostenere insieme le famiglie che vivono in condizione di povertà, accentuata dall'emergenza sanitaria.Domenica 26 settembre a Roma saranno predisposti quattro punti raccolta in zona stadio Olimpico (Viale Gladiatori altezza Ostello, Piazzale Lungotevere Maresciallo Diaz, Piazza Lauro De Bosis ed in Viale Stadio dei Marmi) dove i tifosi potranno lasciare derrate alimentari non deperibili, un aiuto concreto alle fasce più colpite dalla pandemia.Silvio Galvano, direttore di Compassion Italia, ricorda che “Compassion porta avanti da anni iniziativa di sostegno ai bambini. Con questa iniziativa chiediamo ai tifosi di portare all'Olimpico un pacco di cibo e di consumo non deperibile, ci saranno dei punti di raccolta all'ingresso dello stadio con i volontari dell'Esercito della Salvezza”.

Storia dei Carabinieri
Episodio 24. La scuola per marescialli d'alloggio aspiranti al grado di sottotenente (1883-1907)

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Aug 17, 2021 16:32


Tra il 1883 e il 1907, presso la legione allievi Carabinieri Reali fu avviato un progetto formativo particolarmente interessante dedicato alla preparazione dei marescialli d'alloggio che erano ritenuti idonei al grado superiore dai loro comandanti di legione: la scuola per marescialli d'alloggio aspiranti al grado di sottotenente. I sottufficiali frequentavano un corso di circa 4 mesi al termine del quale avrebbero dovuto sostenere un esame di idoneità che corrispondeva anche, tutto sommato, a una valutazione di avanzamento al grado superiore, alle sospirate spalline da sottotenente. In questo modo, i neopromossi ufficiali avrebbero potuto raggiungere senza troppe difficoltà il grado di capitano e ciò rappresentava una caratteristica importante che ha sempre contraddistinto i Carabinieri rispetto la restante parte dell'Esercito. L'esperienza cessò nel 1907, con l'istituzione della "Scuola Allievi Ufficiali dei Carabinieri Reali", un istituto di prim'ordine che mirava a dare una formazione a livello universitario. Per approfondire, si consiglia il volume di Flavio Carbone, Gli ufficiali dei carabinieri reali tra reclutamento e formazione (1883-1926), Soveria Mannelli, Rubbettino, 2013, reperibile sullo store della casa editrice o su Amazon. Vi aspettiamo sul nostro canale Telegram! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message

oltremodo
Let's talk about space - con Roberto Vittori astronauta e generale dell'esercito e Corrado Passera, founder & CEO di illimity

oltremodo

Play Episode Listen Later Aug 10, 2021 28:31


Da dove nasce la voglia di guardare oltre e come si alimenta? Quali competenze servono per affrontare lo spazio e il nuovo mondo del lavoro? Come gestire le relazioni in spazi molto piccoli? Roberto Vittori e Corrado Passera ci hanno portato oltre i confini per guardare il mondo da lontano e farci riflettere sul futuro. È stato davvero un viaggio spaziale.

Vanilla Magazine
La Decimatio: spietata punizione dell'Esercito Romano

Vanilla Magazine

Play Episode Listen Later Jul 16, 2021 10:48


romano punizione dell'esercito
Economy News
Il Summit dei governatori delle Banche centrali del G20 | 09/07/2021 | Economy News

Economy News

Play Episode Listen Later Jul 9, 2021 3:48


Prende il via oggi, a Venezia, la riunione dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche centrali del G20, la prima in presenza da febbraio dello scorso anno. Il summit vedrà la partecipazione dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche centrali del G20, tra cui gli italiani Daniele Franco e Vincenzo Visco, la segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen e i ministri di Germania, Francia e Russia. Interverranno, inoltre, anche importanti esponenti delle istituzioni europee e di altre organizzazioni internazionali : dal commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, alla presidente della BCE, Christine Lagarde, a Kristalina Georgieva direttrice del Fondo Monetario Internazionale, al presidente della banca Mondiale David Malpass. Il capo di Stato maggiore dell'Esercito, generale Pietro Serino e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, hanno siglato un Protocollo d'intesa, che avrà lo scopo principale di promuovere una più stretta collaborazione tra le parti. Il Protocollo nasce dalla reciproca volontà di definire un accordo negli ambiti dell'orientamento e del collocamento professionale dei militari congedati. Ambiti che spaziano dall'attività di formazione nella cyber defence, nel rischio chimico e biologico, nella ricerca scientifica e nell'innovazione e sviluppo tecnologico. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un'istruttoria riguardo ad alcune clausole dell'accordo fra Tim e Dazn per la distribuzione e il supporto tecnologico relativo ai diritti per la visione delle partite del Campionato di calcio di Serie A nel triennio 2021-2024. Ascolta “Economy News” a cura di Marco Veneziani, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app

Effetto giorno le notizie in 60 minuti
Israele pensa all'invio dell'esercito su Hamas

Effetto giorno le notizie in 60 minuti

Play Episode Listen Later May 13, 2021


Non si ferma il conflitto israelo-palestinese, da Gaza ancora centinaia di razzi e Israele pensa all'invio dell'esercito. Ne parliamo con il nostro Giampaolo Musumeci in conclusione della puntata. Prima a Caserta, con il Sindaco Carlo Marino, dove sono stati un successo gli Astra-Day. L'Emilia Romagna è la prima regione italiana ad approvare un regolamento contro l'allevamento di animali in gabbia. Ci colleghiamo con la prima firmataria dell'emendamento approvato, la Consigliera regionale Silvia Zamboni. Disastro del Moby Prince, trent'anni dopo. Ieri, si (quasi) unanime della Camera alla nuova Commissione d'inchiesta. Ripercorriamo i misteri di quella notte a Livorno con Federico Zatti, giornalista RAI, autore del libro "Una strana nebbia - le domande ancora aperte sul caso Moby Prince" (Mondadori).

Esteri
Esteri di gio 06/05/21

Esteri

Play Episode Listen Later May 6, 2021 28:47


1. Effetto Brexit: navi da guerra nel canale della Manica, non si vedeva dalla seconda guerra mondiale. Il contenzioso sulla pesca sta provocando una grave crisi tra Francia e Gran Bretagna. (Luisa Nannipieri)..2. Colombia, le proteste degli ultimi giorni e le dure repressioni sono figlie della storia recente del paese. L'Intervista di esteri. (Lucia Capuzzi)..3. Condizioni straordinarie richiedono soluzioni straordinarie. La svolta di Biden potrebbe cambiare la geopolitica del vaccino. (Roberto Festa)..4. Spagna, il giorno dopo la disfatta della sinistra a Madrid. Le ragioni delle dimissioni del leader di Podemos Pablo Iglesias. (Steven Forti)..5. Gli Zapatisti verso l'Europa. Per ricordare l'arrivo dei conquistadores in Messico di 500 anni fa, una delegazione dell'Esercito di liberazione percorre al contrario il viaggio di Cristoforo Colombo. (Andrea Cegna)..6. Diritti LGBT nel mondo. L'esempio virtuoso della Svezia che lotta contro gli stereotipi fin dall'asilo. (Marianna Mancini)..7. World Music. Dalla Repubblica Democratica del Congo il surrealismo afro-elettronico dell'Album che guardava al futuro. (Marcello Lorrai)

Esteri
Esteri di giovedì 06/05/2021

Esteri

Play Episode Listen Later May 6, 2021 28:47


1. Effetto Brexit: navi da guerra nel canale della Manica, non si vedeva dalla seconda guerra mondiale. Il contenzioso sulla pesca sta provocando una grave crisi tra Francia e Gran Bretagna. (Luisa Nannipieri)..2. Colombia, le proteste degli ultimi giorni e le dure repressioni sono figlie della storia recente del paese. L'Intervista di esteri. (Lucia Capuzzi)..3. Condizioni straordinarie richiedono soluzioni straordinarie. La svolta di Biden potrebbe cambiare la geopolitica del vaccino. (Roberto Festa)..4. Spagna, il giorno dopo la disfatta della sinistra a Madrid. Le ragioni delle dimissioni del leader di Podemos Pablo Iglesias. (Steven Forti)..5. Gli Zapatisti verso l'Europa. Per ricordare l'arrivo dei conquistadores in Messico di 500 anni fa, una delegazione dell'Esercito di liberazione percorre al contrario il viaggio di Cristoforo Colombo. (Andrea Cegna)..6. Diritti LGBT nel mondo. L'esempio virtuoso della Svezia che lotta contro gli stereotipi fin dall'asilo. (Marianna Mancini)..7. World Music. Dalla Repubblica Democratica del Congo il surrealismo afro-elettronico dell'Album che guardava al futuro. (Marcello Lorrai)

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Ecovicentino.it - AudioNotizie
Tutto ok al Bomba-day: oggi ad Alonte brillato l'ordigno. Ieri evacuati in 3 mila (FOTO)

Ecovicentino.it - AudioNotizie

Play Episode Listen Later May 3, 2021 1:54


Si è conclusa stamattina la due giorni per scongiurare il pericolo di esplosione del residuato bellico trovato nel centro di Vicenza tre mesi fa. Ieri erano 3.200 i cittadini evacuati per consentire l'intervento degli artificieri dell'Esercito, i quali hanno confermato l'effettiva pericolosità della vecchia bomba, sepolta e fatta detonare in sicurezza in una cava deserta.

Vanilla Magazine
Il Mistero della Tomba Inviolata dell'Imperatore dell'Esercito di Terracotta

Vanilla Magazine

Play Episode Listen Later Feb 26, 2021 8:34


BASTA BUGIE - Cinema
FILM GARANTITI La battaglia di Varsavia - Un fatto decisivo per l'Europa (2011) **

BASTA BUGIE - Cinema

Play Episode Listen Later Feb 10, 2021 11:00


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=393UN FATTO DECISIVO PER L'EUROPAIn questo film, uno dei più costosi della storia del cinema in Polonia, si ricorda che se fosse caduta Varsavia la porta dell'Europa sarebbe stata aperta per essere invasaCome scrive Armando Torno "internet può essere la Biblioteca di Alessandria o la Cloaca Massima". Tralasciando il secondo caso che ritengo facilmente comprensibile a tutti, vediamo il primo caso in cui su You Tube si possono trovare video veramente interessanti che permettono di far memoria di episodi chiave della storia ormai dimenticati.Infatti ieri mi sono imbattuto, casualmente, in uno spezzone con sottotitoli in inglese (Catholic Poland repels the communist invasion of Europe) del misconosciuto film polacco "1920 Bitwa Warszawska" (1920, La battaglia di Varsavia) che ha riportato alla memoria un importante fatto storico ormai dimenticato ma che, all'epoca, suggestionò l'opinione pubblica.Il film polacco, realizzato nel 2011, racconta, con estrema fedeltà ai fatti, la difesa di Varsavia, capitale del rinato Stato polacco assediata dall'Armata Rossa sovietica.Prendendo spunto dal film vale la pena di ricordare questo episodio che cambiò la storia europea: nel 1919 il Trattato di Versailles ricostituiva la nazione polacca fino ad allora smembrata, a partire dalla metà del XVIII secolo, tra Impero russo, Impero germanico e Impero austro-ungarico. Se i confini occidentali erano ben definiti, quelli orientali erano "fluidi". In seguito alla Rivoluzione russa del 1917 era scoppiata una guerra civile tra i comunisti e le Armate bianche antibolsceviche. La guerra si era presto estesa in tutte le regioni un tempo appartenenti alla Russia zarista compresa l'Ucraina confinante con la neonata Repubblica di Polonia. Nelle vicende belliche di questa regione si inserisce l'esercito polacco che in appoggio all'esercito anticomunista di Simon Petljura, occupa nell'aprile 1920 il territorio ucraino fin quasi a Kiev. Agli occhi del mondo il Maresciallo Jozéf Piłsudski, capo della Nazione e dell'esercito, sembra essere l'invasore ma in realtà ha con preveggenza anticipato l'offensiva bolscevica verso ovest; nei disegni dei capi del Cremlino infatti la Polonia rientrava nelle terre occidentali in cui esportare sulle baionette la rivoluzione comunista. La riorganizzazione operata da Lev Davidovič Trotskij nell'Armata Rossa ha permesso però la sconfitta delle Armate Bianche e, ormai libero da ostacoli, l'esercito bolscevico in due mesi contrattacca e dilaga in Polonia puntando sulla capitale. Due eserciti si fronteggiano: il piccolo esercito polacco appena costituito e la grande Armata Rossa composta da truppe male armate, mal vestite ma animate fanatismo rivoluzionario e soprattutto guidate da eccellenti generali come Tuchačevskij e Budyonnyj. All'interno di Varsavia le organizzazioni di operai comunisti raccolgono gli appelli di Lenin e si dedicano al boicottaggio dell'esercito polacco.Il panico investe Varsavia ma non solo: in tutte le capitali europee corre un brivido. I racconti di orrore che descrivono l'avanzata dei bolscevichi fanno comprendere che se cade Varsavia la porta dell'Europa è aperta. E non è un timore infondato. Infatti In una conversazione con i delegati francesi al II Congresso del Komintern, l'organizzazione internazionale dei partiti comunisti, nell'agosto 1920, Vladimir Il'ič Ul'janov Lenin disse che "Sì, le truppe sovietiche sono a Varsavia. Fra poco avremo anche la Germania. Riconquisteremo l'Ungheria, e i Balcani si solleveranno contro il capitalismo. L'Italia tremerà. L'Europa borghese scricchiola da tutte le parti, in mezzo a questa tempesta".Le potenze occidentali antisovietiche si limitano a inviare un'inutile missione interalleata guidata dal generale Maxime Weygand di cui fa parte un giovane ufficiale di nome Charles de Gaulle, l'Ungheria invia solo rifornimenti di armi e munizioni poiché l'appena costituita Repubblica ceca impedisce il passaggio di truppe ungheresi, dagli Stati Uniti giungono alcuni piloti volontari ma nulla altro. Nella capitale regna ormai il terrore in quanto l'Armata Rossa è a poche decine di chilometri. Ma Tuchačevskij e Lenin ignoravano la forte coesione del popolo polacco. Il Governo guidato dal Maresciallo Piłsudski riorganizza l'esercito, i rifornimenti e le comunicazioni, arma le donne, gli studenti e le associazioni di scout, accorrono migliaia di volontari a rafforzare l'esercito. La Chiesa polacca dal canto suo organizza novene di preghiera e centinaia di processioni e dai pulpiti incita ad arruolarsi e a combattere. E' la vigilia della festa dell'Assunta e circola la voce che la Madonna sia apparsa a guidare alla vittoria le truppe polacche. Si vedranno in mezzo ai soldati molti sacerdoti guidare l'assalto tenendo alto il Crocifisso.Infatti in seguito questa vittoria verrà ricordata come il "miracolo della Vistola", dal nome del fiume che attraversa Varsavia, e la Beata Vergine Assunta diverrà protettrice dell'Esercito polacco.Grazie dunque alla protezione della Beata Vergine Assunta, alla mobilitazione popolare, all'abile capacità militare di Piłsudski, all'entusiasmo e alla coesione del popolo polacco e alla decriptazione di alcuni messaggi dell'esercito rosso, quella che Lenin considerava una vittoria della rivoluzione ormai acquisita si rovescerà in una rotta disordinata dell'Armata Rossa inseguita dalle cariche dei celeberrimi lancieri polacchi.Tuchačevskij deve ritirarsi con venticinquemila caduti e decine di migliaia tra prigionieri e internati in Prussia: non ha perso solo una battaglia, ha perso un esercito. La dirigenza comunista a Mosca affronta una grave crisi e deve accettare una tregua effettiva nell'ottobre del 1920, trasformata nel marzo 1921 nella pace definitiva di Riga. Sarà solo una parentesi di pace infatti nel 1939 Iosif Vissarionovič Džugašvili Stalin avrebbe colto al volo l'occasione offerta da Adolf Hitler e avrebbe rioccupato con spirito di vendetta la Polonia orientale, e nel 1945 avrebbe ottenuto gran parte di quello che lui e Lenin volevano conquistare già nel 1920.L'assedio e la battaglia di Varsavia, all'epoca, fece molta impressione sull'opinione pubblica occidentale che rimase preda della giustificata paura del "pericolo rosso" e dell'invasione dei "cosacchi bolscevichi", favorendo l'ascesa di governi autoritari e di democrazie "forti". La presenza a Varsavia nel 1920 del Nunzio apostolico Arcivescovo Achille Ratti (1857-1939), dal 1922 Papa Pio XI, lo convinse che il comunismo sarebbe stato il nemico della Chiesa e lo confermò nella sua lotta ai totalitarismi . I comunisti capirono la lezione polacca e, ormai isolati a livello internazionale, perseguirono la rivoluzione mondiale con diversa strategia. Un avvenimento poco noto la cui portata è pari alla vittoria di un altro polacco, il Re Giovanni III Sobieski (1624-1696), a Vienna l'11 settembre 1683, che allora fermò definitivamente l'armata turca, un altro nemico mortale della Cristianità.Questo episodio non marginale della storia europea è ormai ignorato nei libri di testo scolastici e di divulgazione, per compiacere la storiografia marxista che lo include nelle vicende della guerra civile russa ma, oltre al film di cui scrivevo in apertura, il lettore italiano può documentarsi ampiamente con la lettura del saggio di Adam Zamoyski, 16 agosto 1920 la battaglia di Varsavia, Corbaccio, 2009 in cui troverà completo resoconto. Franco MaestrelliFonte: Destra, 29 Dicembre 2015

RPL - La tua radio
Piccola patria - I subalterni

RPL - La tua radio

Play Episode Listen Later Dec 4, 2020


Francesco Borgonovo si occupa dei misteri dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dei numeri del Covid-19 con l'esperto Pier Paolo Lunelli, ex generale dell'Esercito, già responsabile della Scuola interforze per la Difesa Nbc, la struttura che forma il personale militare e quello ministeriale al contrasto delle minacce di tipo biologico, chimico e radiologico e autore di diversi di protocolli pandemici per vari Stati Europei. Segue il dialogo sugli stessi temi con la psicologa Cristina Cattaneo Beretta.

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Piccola patria - I subalterni

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Play Episode Listen Later Dec 4, 2020


Francesco Borgonovo si occupa dei misteri dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dei numeri del Covid-19 con l'esperto Pier Paolo Lunelli, ex generale dell'Esercito, già responsabile della Scuola interforze per la Difesa Nbc, la struttura che forma il personale militare e quello ministeriale al contrasto delle minacce di tipo biologico, chimico e radiologico e autore di diversi di protocolli pandemici per vari Stati Europei. Segue il dialogo sugli stessi temi con la psicologa Cristina Cattaneo Beretta.

Storia dei Carabinieri
Ep. 10. Il reggimento cavalleggeri di Sardegna 1833-1853

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Sep 23, 2020 14:04


Con l'ascesa al trono di Carlo Alberto, si procedette alla riorganizzazione dell'Esercito, all'epoca chiamato Armata Sarda e alle forze dell'ordine. Nel 1832 i Carabinieri Reali che erano sull'Isola di Sardegna da un decennio furono sostituiti dal nuovo corpo denominato Reggimento Cavalleggeri di Sardegna. I Carabinieri lasciano l'Isola nell'aprile dell'anno successivo e sino al 1853 non vi fecero più ritorno. I Cavalleggeri dovettero garantire l'ordine e la sicurezza pubblica per circa un ventennio scontrandosi con la criminalità locale che si dimostrò, in più occasioni, piuttosto agguerrita. Con la concessione dello Statuto Albertino e la riorganizzazione dello Stato sardo, il Reggimento fu sciolto e molti dei suoi militari transitarono nel nuovo Corpo dei Carabinieri Reali di Sardegna che seguì quello di "Terraferma". Solamente con l'Unità d'Italia il corpo fu sciolto per costituire la 3 legione Carabinieri Reali, poi Legione di Cagliari. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message

BASTA BUGIE - Omosessualità
Il governo regala 4 milioni di euro alle associazioni Lgbt

BASTA BUGIE - Omosessualità

Play Episode Listen Later Jul 24, 2020 14:24


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6216IL GOVERNO REGALA 4 MILIONI DI EURO ALLE ASSOCIAZIONI LGBT di Giuliano Guzzo4 milioni di euro. A tanto, in tempi di piena crisi economica conseguente a quella sanitaria, ammonta il «regalo» che la maggioranza di governo, Pd-5S, ha pensato di bene di fare all'associazionismo Lgbt, anticipando anche la discussione del ddl Zan contro l'omotransfobia e la misoginia, in programma in aula per il prossimo 27 luglio. Da dove questo «regalo»? Semplice: da un emendamento al decreto Rilancio approvato alcuni giorni fa presso la commissione Bilancio alla Camera dove, su proposta di Gilda Sportiello, giovane deputata del M5s, esso è stato messo ai voti.Per la precisione, si tratta di 4 milioni che andranno all'istituzione di case rifugio e sportelli di ascolto per le vittime di atti omotransfobici. A dare, giubilante, la notizia dell'approvazione di questo emendamento è stata la senatrice Alessandra Maiorino, vicepresidente vicaria del gruppo M5s a palazzo Madama, la quale, in una nota, non ha mancato di rivendicare con orgoglio la paternità di tale iniziativa, realizzata in collaborazione con la citata Sportiello. «Abbiamo messo in sicurezza la legge di tutela della comunità Lgbt contro le discriminazioni», ha annunciato la Maiorino, che è passata subito ad illustrare com'è riuscita nell'impresa: «In commissione Bilancio alla Camera è stato approvato un emendamento sul quale ho lavorato insieme alla deputata Sportiello, con cui garantiamo i fondi per l'istituzione di case rifugio e sportelli di ascolto per le vittime di atti omotransfobici».«Dimostriamo con fatti concreti», ha inoltre aggiunto la Maiorino, «l'impegno del Movimento cinque stelle verso una comunità, quella Lgbt, che a partire già da quest'anno potrà usufruire di servizi e assistenza su misura, offerti da operatori professionisti, rendendo così l'Italia un Paese più inclusivo e giusto verso tutte e tutti i suoi e le sue cittadine». A seguire, la senatrice del M5s, entusiasta per il «grande lavoro di squadra con tutta la maggioranza», ha rivolto un pensiero alla deputata Sportiello, «che ringrazio infinitamente».In effetti, visti come già si ricordava i tempi di profnda crisi economica, 4 milioni di euro sono una gran somma. Che servirà - ha spiegato l'onorevole Sportiello - ad «un programma volto a garantire assistenza legale, psicologica, sanitaria, sociale alle vittime di discriminazione fondata sull'orientamento sessuale e l'identità di genere, nonché ai soggetti che si trovino, a causa di questo, in situazioni di vulnerabilità». A chi si chiedesse cosa c'entrino gli aiuti alle vittime di violenza con il dl Rilancio, la Sportiello fa presente che «l'emergenza Covid ha acuito questi drammi».Sfortunatamente, la deputata pentastellata proponente dell'emendamento non pare però abbia portato alcun dato di fatto a suffragio della tesi secondo cui «l'emergenza Covid ha acuito i drammi» legati ad omofobia e transfobia. Motivo per cui, fino a prova contraria, gli ultimi dati disponibili non sono quelli che descrivono un'Italia nella morsa dell'intolleranza. Anzi, i dati più recenti attestano l'esatto contrario, confutando lo stereotipo dell'Italia come Paese intollerante. Secondo l'Oscad, l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori attivo presso il Viminale, le aggressioni contro le persone omosessuali sono in infatti calo: nel 2018 furono 43, e l'anno scorso son scese a 29.Quelle contro i disabili, per capirci, sono risultate assai più numerose, come aggressioni (69). Ma niente 4 milioni in più, ahinoi, per il mondo della disabilità: solo per quello delle minoranze Lgbt. Eppure, se solo si fa presente che quella arcobaleno è una lobby, si passa per complottisti o appunto intolleranti. E pensare che i dati di fatto bastano ed avanzano per descrivere una realtà che, a ben vedere, non ha neppure bisogno di commenti, tanto è lampante.Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).SOSPESO IL PRETE CHE HA CELEBRATO LE "NOZZE" GAYMentre i giornali di mezz'Italia stanno parlando di lui come del prete sposa lesbiche, lui è già in un luogo segreto a meditare su quella che il suo vescovo ha definito senza mezzi termini «una fesseria che ha fatto». A Sant'Oreste, provincia di Viterbo e diocesi di Civita Castellana è successo davvero tutto in un lampo. L'11 luglio scorso don Emanuele Moscatelli ha chiesto ed ottenuto dal sindaco Valentina Pini di unire civilmente due donne lesbiche del Paese. Domenica sera il vescovo Romano Rossi - come annunciato da lui stesso alla Nuova BQ - era già nella parrocchia di San Lorenzo Martire per spiegare ai fedeli la decisione di sospenderlo dalla guida della comunità il sacerdote.L'episodio è sintomatico di un attacco al sacerdozio che con l'approvazione della legge sull'omofobia sarà destinato a ripetersi. Chiederanno ai preti di celebrare le unioni civili nel nome della nuova religione omosessualista? E chi si rifiuterà verrà accusato di omofobia? Di sicuro il corto circuito Chiesa-Stato & diritti Lgbt è molto sospetto e rimanda a quanto accaduto in Diocesi di Gorizia, dove il cappellano degli scout partecipò convintamente al "matrimonio" dell'educatore Agesci e a rimetterci fu il parroco che si oppose a quella cerimonia: venne trasferito dal vescovo, che invece tiene ancora oggi al suo posto tanto il prete quanto "l'educatore". Non conosciamo il livello di confidenza che don Moscatelli aveva con le due donne (al telefono con la Bussola ha più volte riattaccato), ma il sospetto che il movimento Lgbt si voglia servire di preti già fragili di loro e indurli a compiere spinte in avanti come quella di Sant'Oreste, è molto forte. Ed è un sospetto che ha avuto anche il vescovo di Civita Castellana che, raggiunto dalla Bussola, ha detto: «Temevo una messinscena del mondo gay, poi mi sono informato per capire come stavano le cose».Ma alla fine a Civita il vescovo ha fatto il suo dovere, paterno, ma fermo. «Don Emanuele si è dimesso da parroco e prenderà un periodo di riflessione e di verifica personale, ieri sera l'ho accompagnato a salutare la parrocchia e mi ha ringraziato per avergli aperto gli occhi. Domenica prossima si insedierà il nuovo parroco».Modi spicci e per nulla intimorito, i dettagli maggiori di questa storia arrivano proprio dal pastore della Diocesi come è giusto che sia dato che il sacerdote non ha risposto alle domande dei giornalisti che ieri l'hanno cercato. «Gli ho fatto capire la fesseria che ha fatto, posso capire che in certi momenti di fragilità entrino in gioco l'amicizia o lo spirito del tempo, ma celebrare un'unione civile è troppo. Da domani farà un periodo di riflessione fuori dalla diocesi, si tratta di un luogo, diciamo, "collaudato", ma ora ho il compito di aiutare questo mio prete a vedere chiaro dentro di sé. E rilanciare su nuove basi la sua vita sacerdotale, credo ci sia spazio di recupero dopo l'errore fatto. Comunque, diamoci tempo un annetto e vediamo».Monsignor Rossi, che ha celebrato Messa con don Emanuele, ha detto anche di essere pronto ad eventuali "ritorsioni" degli attivisti Lgbt: «Per la verità me le aspettavo - confida - invece per il momento non si è fatto vivo nessuno». Forse, gli facciamo notare, è perché la notizia delle dimissioni del prete è ancora fresca e non è ancora arrivata a certe orecchie. «Bè, comunque se arriveranno attacchi, li affronterò, non ho mica paura sa?».L'atteggiamento di questo vescovo appare in contraddizione con le seduzioni del mondo e con il comune sentire odierno, anche ecclesiastico, dove spesso per comodità o per paura, si tende, a fare finta di nulla. Ma, affrontando la cosa di petto e denunciando l'errore chiamandolo col suo nome, questo vescovo ha dimostrato di essere il solo ad aver avuto a cuore il sacerdote, strumentalizzato da tutti, sindaco compreso, ma in realtà la prima vittima di questa storia destinata a ripetersi altrove e che apre una nuova breccia: con la legge sull'omofobia anche i preti dovranno stare ben attenti a dove schierarsi.(Andrea Zambrano, La Nuova Bussola Quotidiana, 21 luglio 2020)CONTESTATORI LGBT AGGREDISCONO UN GAY IN NOME DELLA LIBERTÀLo slogan lo conosciamo bene: è quello del "love is love". Ma... quale "Love"? Forse quello dei contromanifestanti che con insulti, minacce, spintoni e pugni chiusi hanno interrotto la manifestazione 'Restiamoliberi', organizzata dal movimento Pro vita & famiglia di Fano lo scorso sabato sera?Ci è voluto, infatti, l'intervento delle forze dell'ordine per fermare i contestatori provenienti dal centro sociale Grizzly, che avevano preso di mira i promotori, che pacificamente si limitavano a tenere in mano dei cartelli su cui era riportata, tramite slogan, la motivazione della loro protesta.Eppure, nonostante la considerevole presenza di carabinieri, polizia e militari dell'Esercito, i contestatori hanno continuato imperterriti ad urlare insulti, forse anche per rompere il silenzio che faceva parte della modalità di protesta, ma soprattutto, per cercare di interrompere, più volte, gli interventi dei partecipanti. Alla fine, le forze dell'ordine sono state costrette a creare un cordone di uomini, per assicurare lo svolgimento della manifestazione.Ma la cosa che ha più dell'incredibile è che i contromanifestanti che si dicevano contrari al ddl Zan (che teoricamente avrebbe il fine di combattere le discriminazioni contro gli omosessuali) non si sono fatti scrupolo di aggredire anche Marco Guidi, 41 anni, gay dichiarato, a cui è stato impedito di parlare: "Mi hanno insultato nei modi peggiori - ha raccontato sbalordito - ma purtroppo è il loro stile comunicativo. Sono contrario a questa legge, che produce il contrario di ciò che proclama, perché di fatto discrimina noi gay, relegandoci in una sorta di categoria protetta".

Storia dei Carabinieri
Ep.5 i moti del 1821 e le conseguenze per i Carabinieri

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Jul 15, 2020 15:43


I moti in Piemonte ebbero origine dalle insurrezioni di Cadice, di Palermo e Napoli. Tuttavia gli esiti non furono felici per nessuno dei diversi tentativi di ottenere una costituzione. In Piemonte i Carabinieri vissero momenti di grande tensione cercando di garantire la sicurezza pubblica in una situazione politica molto complessa. Alcuni militari aderirono al moto ma la maggior parte rimase fedele a casa Savoia tanto che il corpo dei Carabinieri Reali non subì gli stravolgimenti che i reparti dell'Esercito subirono con scioglimenti e nuove denominazioni. Al contrario, oltre alla costituzione dell'Ispezione Generale, si decise di estendere il servizio all'Isola di Sardegna che sino a quel momento era stata esclusa dall'azione dell'Arma --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message

Info Esercito svizzero
L'istruzione dei quadri dell'esercito #teamarmee

Info Esercito svizzero

Play Episode Listen Later Feb 10, 2020 3:23


BASTA BUGIE - Comunismo
Il regime cinese festeggia i successi del comunismo... ma dimentica i 40 milioni di morti

BASTA BUGIE - Comunismo

Play Episode Listen Later Oct 23, 2019 6:06


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5854IL REGIME CINESE FESTEGGIA I SUCCESSI DEL COMUNISMO... MA DIMENTICA I 40 MILIONI DI MORTI di Leone Grotti«Il popolo cinese si è alzato in piedi!». Con queste parole passate alla storia settant'anni fa, l'1 ottobre 1949, Mao Zedong annunciava a Pechino in Piazza Tienanmen la nascita della Repubblica popolare cinese. Per commemorare l'avvento al potere del regime comunista, questa mattina un'enorme parata militare con 15 mila soldati, carri armati e missili balistici sfilerà per viale Chang'an sotto gli occhi di un pubblico scelto dal regime, dell'apparato gerarchico comunista al gran completo e ovviamente del segretario generale del partito comunista, nonché presidente a vita della Cina, Xi Jinping.IL SOGNO CINESEDa settimane Xi è impegnato nelle celebrazioni e gira tutto il paese per magnificare i successi del regime, il "sogno cinese", che rimane il suo slogan preferito, e il socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era, programma lanciato nel 2012. Ieri, in Piazza Tienanmen, Xi si è inchinato tre volte davanti al mausoleo dove si trova la salma di Mao, mentre pochi giorni fa il presidente si è recato a Xinyang (Henan), prefettura della Cina centrale, per tributare i dovuti onori al mausoleo che ricorda i nomi dei 130 mila combattenti dell'Esercito popolare di liberazione morti durante la guerra civile.Qui Xi ha esaltato le decine di migliaia di «martiri» rivoluzionari che hanno «conquistato questa terra rossa riscattandola con il proprio sangue». Dobbiamo sempre «ricordarci da dove proviene il potere rosso e commemorare la memoria dei nostri martiri», ha aggiunto. Xi ha poi lodato il fulgido passato della Cina, che prelude a un futuro ancora più prospero, e ricordato i meriti delle riforme del partito comunista nel portare «felicità e successo» alle masse.Ciò che Xi si è dimenticato di ricordare è che proprio a Xinyang una delle mirabolanti riforme del regime comunista ha causato la morte di un milione di persone. Era l'epoca del Grande balzo in avanti, la folle campagna di modernizzazione comunista dell'economia della Cina imposta da Mao. Dal 1958 al 1962 morirono di fame, o uccisi dai soldati, tra i 30 e i 40 milioni di persone.Nella regione di Xinyang, un milione di residenti su otto milioni morirono di fame e di abusi. Nel villaggio di Gaodadian, come riporta il New York Times, sono state erette due stele per ricordare i 72 abitanti (su un totale di 120) periti di stenti. I più anziani, sopravvissuti alla strage, ancora ricordano come la gente era ridotta a mangiare l'erba e a sventrare i cuscini per prendere e bollire le bucce di frumento. I più disperati sono arrivati addirittura a mangiare i cadaveri.IL MEMORIALE DIMENTICATOIl memoriale, ricoperto di sterpaglie, è stato eretto da Wu Yongkuan, oggi 75enne. Il padre, Wu Dejin, morì nella carestia dopo essere stato denunciato dai funzionari comunisti per aver osato chiedere del cibo per l'intero villaggio. Dopo aver creato il disastro, infatti, il regime accusò i contadini di nascondere il grano. Ancora oggi, gli abitanti del villaggio non accusano Mao per l'immensa strage: «Non è stata colpa sua, i leader non sapevano che la gente moriva di fame». Mao invece sapeva tutto ed è famoso un suo discorso del 25 marzo 1959, nel quale disse: «Quando non c'è abbastanza da mangiare, la gente muore di fame. È meglio lasciare che metà della popolazione muoia, così che l'altra metà possa mangiare a sazietà».Xi ovviamente non ha visitato il memoriale eretto da Wu Yongkuan. Da anni il presidente cinese mette in guardia i più alti quadri del regime, spiegando che l'Unione Sovietica è crollata quando le autorità hanno permesso alla gente di criticare gli errori del partito comunista. Ecco perché Xi mette a tacere i critici e si guarda bene dal citare l'interminabile lista di errori compiuti dal partito nel governo dalla Cina, come la Rivoluzione culturale (tre milioni di morti) o il massacro di Piazza Tienanmen (10 mila morti) o le alluvioni che hanno colpito l'Henan nel 1975 per il cedimento delle dighe costruite male (26 mila morti).Xi oggi magnifica i risultati ottenuti dal regime comunista in Cina, omettendo che la crescita economica e l'alleviamento della povertà sono costati decine di milioni di morti. Wu Ye, 51 anni, che ha aiutato il padre a erigere il memoriale per il nonno e gli altri cinesi morti di fame nel villaggio di Gaodadian, ha scoperto quale fosse la reale entità della catastrofe del Grande balzo in avanti solo quando si è trasferito negli Stati Uniti. «Su internet tanti cinesi continuano a dire che è impossibile che siano morte così tante persone. Vorrei potergli dimostrare la verità».Nella prefettura di Xinyang in pochi hanno fatto caso alla visita di Xi Jinping. La memoria della carestia è ancora troppo forte. «Oggi c'è abbastanza da mangiare», ricorda scoppiando a piangere Chen Xueying, 71 anni. «Ma allora passavano giorni e notti intere senza che si trovasse nulla. Abbiamo sofferto tanto. Sono morti tutti».

BASTA BUGIE - Comunismo
La Cina rimuove Dio dai libri per bambini

BASTA BUGIE - Comunismo

Play Episode Listen Later Aug 13, 2019 10:55


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5772LA CINA RIMUOVE DIO DAI LIBRI PER BAMBINI di Leone GrottiLa paranoia del regime comunista cinese nei confronti della religione non conosce limiti. Il partito guidato da Xi Jinping vuole a tutti i costi eliminare Dio dalla società e comincia dalla scuola. Nulla sfugge alla censura e al revisionismo ateo, neanche i grandi classici della letteratura, come spiegato ieri dal quotidiano giapponese Asahi Shimbun.Il partito comunista ha ordinato che ogni riferimento a "Dio" e alla "Bibbia" deve essere cancellato. Così l'Editrice per l'educazione del popolo, che ha dato alle stampe un libro di testo per i bambini di quinta elementare, ha deciso di sostituire alcune pericolose parole dai riassunti tradotti dei grandi classici occidentali.PICCOLA FIAMMIFERAIA E ROBINSON CRUSOEA essere manipolata è ad esempio La piccola fiammiferaia, inserita nel sussidiario allo scopo di «comprendere le altre culture». Nella storia scritta da Hans Christian Andersen, alla bambina appare in una visione la nonna morta, che le dice: «Quando cade una stella, un'anima va a stare con Dio». Nella versione cinese, invece, la nonna dice: «Quando cade una stella, una persona lascia questo mondo».Nel classico La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe, Daniel Defoe fa naufragare il suo protagonista su un'isola sperduta. Da ciò che resta della sua nave, Crusoe recupera tre copie della Bibbia, ma la versione rivista dal partito comunista sostituisce il testo sacro con la dicitura «pochi libri». Come sia possibile comprendere la storia, e quindi la «cultura straniera», senza accennare al tentativo di Crusoe di convertire Venerdì alla fede cristiana, è un mistero.TERRORE DELLA RELIGIONEAlmeno una decina di modifiche sono state fatte invece a Vanka di Anton Chekhov, da dove sono stati rimossi tutti i riferimenti alla preghiera in chiesa al pari della parola "Cristo".Come riportato da AsiaNews, che ha ripreso la notizia, «queste operazioni rispondono alle direttive lanciate dal presidente Xi Jinping fin dal 2015, secondo cui le religioni, per vivere in Cina, devono "sinicizzarsi", assimilarsi alla cultura cinese e sottomettersi al Partito comunista. Secondo osservatori, la campagna contro il cristianesimo, è dovuta al timore che la Cina diventi il Paese "più cristiano al mondo" entro il 2030, come prevedono alcuni sociologi (Fenggang Yang). Allo stesso tempo, è un modo per proteggersi da idee quali democrazia, diritti umani, giustizia, stato di diritto».Nota di BastaBugie: Caterina Giojelli nell'articolo seguente dal titolo "Il regime augura gloria eterna al Macellaio di Pechino" informa che il 22 luglio è morto Li Peng l'ex primo ministro che ordinò il massacro di piazza Tienanmen. Diecimila morti nella narrazione del partito diventano misure decisive per il futuro del paese. Mah!Ecco l'articolo completo pubblicato su Tempi il 24 luglio 2019:«Li Peng, ex presidente del Comitato permanente del National People's Congress (Npc), è deceduto per malattia a Pechino all'età di 91 anni alle 23.11 di lunedì»: così l'agenzia di stampa Xinhua ha dato notizia il 23 luglio della morte del "Macellaio di Pechino", ex primo ministro in carica durante le proteste di piazza Tienanmen.Xinhua pubblica un ritratto in cui si afferma che Li, con il «compagno Deng Xiaoping», «adottò misure decisive per fermare i disordini e reprimere le rivolte contro-rivoluzionarie: ha stabilizzato la situazione interna e ha svolto un ruolo importante in questa grande lotta riguardante il futuro del partito e del Paese». In realtà tutti sanno come reagì il partito sotto la pressione di Li Peng (che 91 anni li avrebbe compiuti in ottobre) e del compagno Deng Xiaoping: tra il 3 e il 4 giugno 1989 almeno diecimila cinesi vennero massacrati dai carri armati nelle strade adiacenti a piazza Tienanmen. Quella notte il primo ministro e il leader de facto del Dragone ordinarono ai soldati di far rispettare la legge marziale e di annientare la protesta di centinaia di migliaia di studenti che si erano assiepati sotto il grande ritratto di Mao Zedong per chiedere più libertà di stampa, democrazia e meno corruzione.Ci vollero tre giorni per lavare il sangue dalle strade. Al termine dei quali il portavoce del Consiglio di Stato cinese, Yuan Mu, dichiarò a un'emittente americana: «Non è morto nessuno. Neanche uno studente è stato schiacciato dai carri armati». Un anno e mezzo fa, il governo britannico ha declassificato un documento inviato dall'allora ambasciatore inglese in Cina, Sir Alan Donald, che parla di «minimo 10.000 morti». Tempi lo ha tradotto e pubblicato qui. La fonte? Lo stesso Consiglio di Stato cinese presieduto dall'allora primo ministro Li Peng che il 20 maggio 1989 dichiarò la legge marziale.Sono passati 30 anni da quel 4 giugno 1989, dai carri armati lanciati sui civili «a 65 chilometri orari», i sopravvissuti falciati «con le mitragliatrici già appostate», i colpi dei cecchini del 27esimo («l'armata più affidabile e ubbidiente») che utilizzavano «proiettili a espansione». Da sempre i protagonisti di quegli eventi drammatici hanno atteso una pubblica ammenda, come Jiang Lin, colonnello dell'Esercito popolare di liberazione che invece di partecipare al massacro documentò l'offensiva dei cingolati e i cadaveri ammazzati nelle pozze di sangue. Jiang ha deciso di raccontare ciò che ha visto al New York Times e di rivolgere un appello pubblico al partito comunista perché ammetta le sue terribili colpe, «la brutalità di quella notte mi ha scioccata. La visione era insopportabile: come se stessero violentando mia mamma. Una follia». O come Zhou Fengsuo, leader degli studenti, dichiarato dopo il massacro nemico pubblico numero 5 dal regime. O Albert Ho Chun-yan, attivista e politico che a Hong Kong ha fondato il Museo del 4 giugno, l'unico luogo sotto il controllo della Cina dove si può conoscere la verità su Tienanmen senza essere arrestati.Perché ancora oggi il regime nega il massacro, impedisce al suo popolo di conoscere la verità, censura internet e i libri di storia, arresta gli attivisti che chiedono al governo di riconoscere le sue colpe e vieta alle famiglie di commemorare e piangere le vittime. Ancora oggi l'esecutivo guidato da Xi Jinping augura «Gloria eterna al compagno Li Peng!». Non una parola su cosa accadde la notte del 4 giugno 1989 che gli valse l'appellativo di "Macellaio di Pechino".

Storia in Podcast
Che cosa accadde a Piazza Tienanmen?

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Jun 5, 2019 7:36


Trent'anni fa le proteste di Piazza Tienanmen a Pechino videro la partecipazione di studenti, intellettuali e operai dal 15 aprile al 4 giugno 1989. Nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 si consumò la strage. I carri armati dell'Esercito di liberazione popolare cinese uccisero centinaia di persone. Il bilancio ufficiale parlò di 319 vittime, ma per la Croce Rossa furono molti di più. Focus Storia ne ha parlato con lo storico Marcello Flores.A cura di Francesco De Leo------------Sei curioso di conoscere Focus Storia? Scopri la nostra rivista con un abbonamento di 6 mesi: https://www.abbonamenti.it/vincolata/r40450Ci trovi anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/culturaPuoi ascoltare "La Voce della Storia" anche su Spotify: http://bit.ly/VoceDellaStoria

Voce delle Chiese
Giornata Mondiale di preghiera delle donne e EuARe2019 a Bologna

Voce delle Chiese

Play Episode Listen Later Mar 5, 2019 16:19


Parliamo della Giornata mondiale di preghiera, istituita tradizionalmente nella giornata del 1 marzo.Anna Maria Ratsmiba, della chiesa valdese di Luserna San Giovanni, e Jessica Welch, dell'Esercito della salvezza di Torre Pellice sono ospiti della puntata. Insieme ad altre rappresentanti del comitato femminile interconfessionale di Pinerolo e Valli, organizzano la Giornata per domenica 3 marzo, alle 15.Documenti, preghiere e spunti di riflessione sono stati preparati quest'anno dalle donne della Slovenia. "Ogni cosa è pronta" dice il comitato preparatore del piccolo Paese europeo "venite a pregare, ringraziare e annunciare l'amore di Dio".Proseguiamo parlando con Claudio Paravati, direttore della rivista Confronti, di #EuARe2019. Una settimana di approfondimenti a Bologna per il 2° convegno annuale delle religioni. Dal 3 al 7 marzo, la European Academy of Religion (EuARe) ha convocato gli “Stati generali” delle religioni. Sono previsti 1204 relatori, 342 sessioni, lectiones magistrales e molto altro.

Il cielo sopra Pechino
S01E18 - Da Piazza Tienanmen a Ulan Bator

Il cielo sopra Pechino

Play Episode Listen Later Jun 9, 2018 20:57


Nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 i carri armati dell'Esercito di Liberazione Popolare cinese intervennero in Piazza Tienanmen, mettendo fine alle proteste degli studenti.29 anni dopo, l'anniversario fa sempre meno rumore, e a parte le celebrazioni a Hong Kong e il richiamo del governo statunitense sono pochi i segni di memoria di quel momento di attivismo civile. Nel 2019, con un anniversario a cifra tonda, le cose potrebbero essere differenti.Anche la Mongolia ha avuto una sua Tienanmen, ma a differenza di quella cinese qui il risultato è stato l'inizio di una transizione politica. Ma quali sfide deve affrontare oggi un Paese enorme e praticamente disabitato? Innanzitutto la fine della civiltà nomade, che ne rappresenta l'anima, e poi le estreme disuguaglianze. Un primo sguardo alla Mongolia prima di tornarci per davvero.PLAYLIST- Hedgehog - The Band | 刺猬 - 乐队 | https://www.youtube.com/watch?v=oEIx-yfvXGg- Hanggai - The Rising Sun | 初生的太阳 汉语字幕版 – https://www.youtube.com/watch?v=KhkeqeUX4tk

Info Esercito svizzero
L'Ufficio centrale per il materiale storico dell'esercito UCMSEs

Info Esercito svizzero

Play Episode Listen Later Mar 14, 2018 6:05


Info Esercito svizzero
Fondazione materiale storico dell'Esercito svizzero

Info Esercito svizzero

Play Episode Listen Later Mar 14, 2018 10:53


Voce delle Chiese
Anna Maria Ratsimba Ficara - GMP Villar Perosa

Voce delle Chiese

Play Episode Listen Later Feb 26, 2018 11:36


l tema del Creato sarà protagonista nella Giornata Mondiale di Preghiera delle Donne, celebrato in più di 170 Paesi del mondo. Gli eventi sono organizzati dai numerosi comitati femminili interconfessionali locali, nazionali, internazionali, in rete fra di loro. Il comitato del pinerolese è coordinato da Anna Maria Ratsimba e composto da Karola Stobaus, Lidia Gardiol (Chiesa valdese); Donatella Coalova (Chiesa cattolica) ; Jessica Welch (Esercito della Salvezza).Quest'anno la liturgia è stata preparata dalle donne del Suriname, piccolo stato sulla costa nord-occidentale dell'America latina. Una riflessione sull'importanza di ridurre i rifiuti, riciclare gli articoli di consumo, lavorare insieme per la salvaguardia del creato e proteggere le popolazioni che vivono a contatto con la natura.Nel pinerolese la Giornata Mondiale di Preghiera si terrà domenica 4 marzo, alle ore 15, nella chiesa cattolica di Sant'Aniceto, a Villar Perosa. Predicherà Jessica Welch, dell'Esercito della Salvezza.Intervista con Anna Maria Ratsimba Ficara, coordinatrice del gruppo donne del pinerolese e valli.

Info Esercito svizzero
Il silenzioso impegno dell'Esercito svizzero in Bosnia

Info Esercito svizzero

Play Episode Listen Later Jan 21, 2014 2:51