Rame

Follow Rame
Share on
Copy link to clipboard

Rame è la serie podcast di una community che vuole sfatare il tabù dei soldi. Nasce all'interno di una piattaforma (www.rameplatform.com) che attraverso i suoi contenuti si pone l’obiettivo di avviare una rivoluzione culturale nella società, che trasformi la finanza personale in un argomento di conversazioni audaci e liberatorie. Annalisa Monfreda, ogni settimana, dialoga con un ospite diverso seguendo il filo della sua storia economica. Parlare di soldi può essere intimo e coinvolgente, rivelatorio ed eccitante. E si finisce sempre per svelare chi siamo e ciò in cui crediamo.

Rame


    • May 13, 2025 LATEST EPISODE
    • weekly NEW EPISODES
    • 15m AVG DURATION
    • 161 EPISODES


    Search for episodes from Rame with a specific topic:

    Latest episodes from Rame

    Rituali 12. Francesca Crescentini: «I miei hanno investito tanto su di me. E volevano il successo in cambio»

    Play Episode Listen Later May 13, 2025 19:58


    Cresciuta in una casa dove il denaro era invisibile ma sempre presente, simbolo d'amore e di pressione, Francesca Crescentini – oggi nota online come Tegamini – racconta un'infanzia segnata da una dinamica affettiva precisa: «C'era una grande attitudine, soprattutto dal lato materno, ad associare molto il quanto investo in te al quanto ti voglio bene». E la pressione non mancava: «Sicuramente su di me sono stati fatti degli investimenti ingenti, ma il ritorno doveva essere molto, molto consistente».Da lì, il passo verso la sindrome da “grazie per lo stage non pagato” è stato breve: «Io sono una terrificante millennial, ora alla sua terza grande crisi economica. Abbiamo quell'idea che ti devo ringraziare moltissimo se mi dai l'opportunità di fare uno stage non pagato in un'altra città».Dall'editoria («il settore povero per antonomasia») alla comunicazione digitale, passando per traduzioni serali e letture di manoscritti a 25 euro lordi, Francesca racconta una carriera costruita a strati. Fino alla decisione, dopo la nascita del primo figlio, di mettersi in proprio:«Ho fatto due conti. Prendendo quello stipendio lì, mi sono resa conto che potevo provare a stare in piedi con le mie gambe. Quindi ho aperto la partita IVA».Oggi è freelance e ha un rapporto con il denaro decisamente più consapevole:«Ho una gestione molto oculata anche delle minuzie. Mi faccio le mie fatture, mando i miei solleciti. Ho la capacità di decifrare quello che mi succede finanziariamente».Tra piccole vendette simboliche («Adesso mi compro un LEGO caro, grosso, per me») e desideri eretici («Gli aiuti domestici. Mia madre non l'avrebbe mai approvato»), Francesca rivendica la libertà di decidere cosa vale la pena fare coi propri soldi.Anche se, ammette, «mi piacerebbe capire la mia commercialista, ma quella è un'altra disciplina».

    Episodio 103: Ogni mese verso 600 euro al mese sul conto di mio marito, che si occupa di crescere nostro figlio

    Play Episode Listen Later May 6, 2025 15:25


    Irene Vercellino ha 35 anni ed è una scienziata che vive in Germania, dove è group leader di un importante istituto di ricerca, e una Junior Professor affiliata all'Università di Dusseldorf. Nata a Biella, la sua famiglia ha sempre considerato l'istruzione come una priorità: «Il denaro per noi è sempre stato un mezzo per coprire da una parte le necessità e dall'altra per investire nell'istruzione». E infatti, sia lei che i suoi due fratelli intraprendono percorsi accademici, frequentando Università e Master. Irene, in particolare, dopo il Liceo Scientifico, si trasferisce a Torino per studiare Biologia. Dopo uno stage a Siena si trasferisce in Svizzera per un dottorato, dove passa quattro anni. E successivamente, in Austria, per un post-dottorato. A Vienna Irene ci resta per altri quattro anni e mezzo. Al termine di questo periodo le si presenta un bivio: da una parte un grant di un milione di euro che ha vinto allo Human Technopole di Milano per aprire il suo laboratorio in Italia, e dall'altra, una posizione di group leader in Germania. «E visto che la situazione dei fondi per la ricerca in Germania era migliore, ho pensato che a lungo termine sarebbe stato meglio rimanere qui. È stato in quel momento che ho preso la decisione, abbastanza definitiva, di non tornare».Intanto, durante i mesi sospesi del Covid, Irene incontra in Austria l'uomo che diventerà suo marito, che decide di seguirla in Germania, dove però, non riesce a trovare lavoro. Così, fanno un nuovo progetto di vita: avere un bambino. «Per la maggior parte della mia vita ho pensato che non avrei mai avuto figli, e solo il fatto di avere un compagno che si sarebbe occupato del bambino mi ha permesso di decidere diversamente e considerare l'opzione». E così, Irene continua a lavorare, fermandosi solo per le otto settimane di maternità obbligatorie previste dalla legge tedesca. In questa insolita dinamica di relazione, la gestione delle spese non è affidata al caso, come spesso avviene quando i ruoli sono invertiti. Irene si occupa di tutti i costi fissi, come affitto, bollette e utenze. E versa ogni mese 600 euro sul conto di suo marito. Per le spese quotidiane ma anche per i suoi bisogni. E conscia del potere economico che il suo ruolo le conferisce all'interno della coppia, Irene coinvolge attivamente il marito in ogni decisione finanziaria, condividendo ogni scelta per mantenere un equilibrio e una piena trasparenza nella gestione del denaro.

    Rituali 11. Donata Columbro: «Il mio Excel è come uno specchio: mi dice se sto vivendo la vita che desidero»

    Play Episode Listen Later Apr 15, 2025 11:47


    Giornalista specializzata nel divulgare la narrazione che ogni numero o statistica nasconde, Donata Columbro applica la sua passione per il dato anche alla gestione finanziaria della sua vita.È cresciuta a Torino, in una famiglia che le ha trasmesso sia la disciplina nella gestione delle finanze sia la libertà di poter scegliere il percorso che le assomigliasse di più. Fin da ragazza sapeva che scrivere, la sua passione, difficilmente le avrebbe garantito un reddito stabile. Così ha diversificato le sue attività.Dopo un'esperienza imprenditoriale, Donata sceglie la strada della libera professione, affiancando al giornalismo attività di insegnamento e divulgazione. «Ho una tabella Excel: “Previsioni fatturato Donata”, dove segno le entrate sicure e le proiezioni future, proprio come se fossi un'azienda». Per lei, i fogli Excel non sono solo strumenti di calcolo, ma di consapevolezza: analizzando i numeri, può verificare la sostenibilità del suo lavoro e riorientare le sue scelte in base ai desideri, come dare più spazio alla scrittura rispetto all'insegnamento. Uno sguardo razionale che però non esclude la parte emotiva: «Si può sempre lavorare di più, ma a che prezzo?».L'analisi dei dati guida anche le sue decisioni familiari: dalla scelta della casa alle vacanze, ogni spesa viene valutata in base a parametri oggettivi. «Essendo due partite Iva, io e mio marito dobbiamo sempre tenere in considerazione i numeri nella nostra gestione finanziaria. A volte sono io a dirgli: “Guarda che questa cosa ce la possiamo permettere”. Essere un'analista dei dati è un superpotere», dice. E nel gioco di equilibri tra lavoro e famiglia, emerge anche una verità che Donata racconta senza esitazioni. «Chi guadagna di più tra me e mio marito? Io». Ma aggiunge subito un'osservazione più ampia: «Anche quando le donne guadagnano di più o ricoprono ruoli manageriali, sono spesso quelle che portano il carico mentale maggiore». Le dinamiche quotidiane lo confermano. «Le insegnanti, le tate… scrivono a me, anche se sono lontana. È un fatto culturale: la coppia può anche funzionare, ma è la cultura intorno che deve cambiare per sostenerla davvero».

    Money Clinic. Mettersi in proprio: come si finanzia un'idea imprenditoriale?

    Play Episode Listen Later Apr 11, 2025 10:45


    Mollare tutto e mettersi in proprio. Alzi la mano chi negli ultimi anni non ci ha pensato almeno una volta. Unioncamere registra che nel 2024 sono nate quasi 323 mila nuove imprese, segno di un forte desiderio di autonomia professionale. Tuttavia, si tratta di una transizione che porta con sé una serie di sfide: c'è la fattibilità dell'idea da valutare, la sostenibilità economica e finanziaria da calcolare, le spese iniziali e le tasse da mettere in conto. E servono tenacia e ambizione per dare vita a un'impresa che richiede molti sforzi, senza offrire la sicurezza di un'entrata stabile.Non solo: oltre ai costi di gestione di una nuova attività, è fondamentale valutare anche ciò a cui si rinuncia lasciando il posto fisso. Ferie pagate, tredicesima, trattamento di fine rapporto (TFR) e copertura per malattia sono tutti benefici che garantiscono una certa stabilità economica e che, nel lavoro autonomo, devono essere compensati con una pianificazione attenta. Francesca, arrivata all'età di 42 anni, ha deciso di lasciar uscire il sogno dal suo cassetto. E adesso si trova davanti a una serie di domande a cui dare risposta. E ad aiutarla, in questa puntata, c'è Rosa Cataldo, consulente di Alleanza Assicurazioni.

    Money Clinic: Come si costruisce un piano di risparmio che non finiremo per odiare

    Play Episode Listen Later Apr 4, 2025 11:44


    Risparmiare sì, ma senza rinunce impossibili né sensi di colpa.Marilisa ha sempre avuto un rapporto rigido con il denaro: cresciuta con l'idea che ogni spesa dovesse essere strettamente necessaria, per anni ha vissuto con il minimo indispensabile, anche quando il suo stipendio le avrebbe permesso di concedersi qualcosa in più. Fino a quando non ha capito che quel controllo assoluto stava minando proprio l'obiettivo che si era prefissata: la serenità finanziaria.In questa puntata, vediamo come ha trasformato il suo approccio al risparmio, rendendolo più sostenibile ed equilibrato, grazie a strumenti semplici come il kakebo, file Excel condivisi col marito e un nuovo modo di vedere il budget: non come una gabbia, ma come una bussola.Con l'aiuto di Margherita Cecchi, consulente di ⁠Alleanza Assicurazioni⁠, scopriamo i passaggi fondamentali per costruire un piano di risparmio efficace e – soprattutto – vivibile, che non ci faccia sentire in punizione ogni volta che prendiamo un caffè al bar.

    Episodio 102: Così sono guarita dall'adulazione finanziaria

    Play Episode Listen Later Apr 1, 2025 12:52


    L'adulazione finanziaria è un meccanismo psicologico che porta a mettere le esigenze economiche degli altri prima delle proprie. Non si tratta semplicemente di generosità, ma di una tendenza a prendere decisioni finanziarie a favore degli altri, spesso a discapito del proprio benessere. Francesca Franceschi, 37 anni, è una giornalista di Pisa. Fin da piccola, impara che «le cose si conquistano con sacrificio e che niente è dovuto». Questa esasperazione del sacrificio scatena in lei una reazione particolare quando riceve i suoi primi soldi. «Appena mi arrivavano mance dai parenti, il mio primo pensiero era: “Poverino, se ne sta privando per darli a me, io avrei potuto farne a meno”».A scuola, Francesca sviluppa una passione per la scrittura e sogna di diventare giornalista. Dopo la laurea in Giurisprudenza e un Master in Giornalismo radio-televisivo, torna in Toscana e lavora per cinque anni come redattrice con contratto a termine per La Nazione. «Mi spostavo tra La Spezia, Massa, Lucca e Viareggio, ovunque ci fosse bisogno di una sostituzione. Quello è stato il periodo in cui ho davvero imparato il mestiere».Francesca impara, ma paga il suo sogno a un prezzo molto alto dal punto di vista personale ed economico. «Entravo alle 10 e uscivo alle 22:30, lavorando dal martedì alla domenica per uno stipendio di 1.450 euro al mese. Quando hai 27 anni, ti rendi conto che ti stai perdendo molte cose». A salvarla, paradossalmente, è il declino della carta stampata. Il giornale in cui lavora dichiara 11 esuberi. Francesca esce e apre la Partita Iva In questa nuova dimensione, fatica a darsi un giusto compenso. «Quando arriva il momento di fare il preventivo è crisi pura. Mi chiedo: "E se chiedo troppo e questa persona poi non mi chiama più? O se sembro presuntuosa e quindi sto peccando di eccessiva vanità?" Quello che è certo è che spesso metto me stessa in secondo piano per far sentire più confortevoli gli altri».Francesca individua in questo comportamento un copione che ha visto agire in famiglia. «Il modus operandi che mia mamma ha sempre seguito e che ha ereditato da mia nonna è prendersi cura degli altri». Nel suo percorso di consapevolezza, Francesca sta cercando di disinnescare questi meccanismi, imparando a valorizzare il suo lavoro, e anche ilo tempo che sceglie di non dedicare a esso. Prendendosi cura di sé senza sacrificarsi continuamente per gli altri.

    Money Clinic: Soldi e famiglia, la conversazione che tutti evitano

    Play Episode Listen Later Mar 28, 2025 11:48


    Soldi e famiglia: un legame potente, ma potenzialmente esplosivo senza la giusta consapevolezza. La relazione con il denaro che ciascuno di noi ha, infatti, è profondamente influenzata dall'esempio dei genitori, dei nonni. Il modo in cui hanno gestito le risorse economiche, il modo in cui ne hanno parlato e come hanno vissuto il benessere o le difficoltà lascia un'impronta duratura, modellando il nostro rapporto con il denaro. Ed è un ciclo che si ripete di generazione in generazione.Spesso tendiamo a proteggere i nostri figli, tenendoli al riparo da certi argomenti: Ma uno studio del Museo del Risparmio dimostra che i ragazzi sono molto meno ansiosi nei riguardi dei soldi, rispetto ai loro genitori. Il 53% di loro dichiara di non provare ansia quando pensa al denaro. Solo il 22,5% degli adulti può dire lo stesso.Caterina, oggi, si sente come se stesse affrontando un mare in tempesta senza una bussola, priva di quei riferimenti che le avrebbero permesso di gestire con maggiore sicurezza e serenità le sue scelte di vita. Così, abbiamo cercato di fare un passo indietro per capire quando e come affrontare questo argomento con i propri figli. A spiegarcelo, c'è Federica Ruvioli, consulente di Alleanza Assicurazioni nell'Agenzia di Trieste.«La condivisione serve a farli familiarizzare con l'argomento e a introdurre il concetto che il denaro ha uno scopo ed è importante usarlo bene. Non è necessario programmare appuntamenti fissi per “parlare di soldi” o fare educazione finanziaria. Così come accade per gli altri aspetti della vita, è il quotidiano a offrire occasioni per introdurre l'argomento».

    Rituali 10. Paola Maugeri: «Così ho imparato a sentirmi meritevole del denaro che guadagnavo»

    Play Episode Listen Later Mar 25, 2025 16:09


    «Nella mia storia non è stato tanto guadagnare il denaro, quanto gestirlo. E nessuno ci insegna a farlo». In questo episodio, Paola Maugeri si racconta senza filtri, ripercorrendo il suo rapporto con il denaro come specchio del valore personale, delle scelte quotidiane e della libertà.Nata a Catania negli anni '80, Paola cresce con l'idea che il denaro vada nascosto, per evitare di suscitare invidia. Questo la porta ad associare i soldi a un senso di timore e disagio. Così, quando inizia a guadagnare, il suo primo istinto è quello di liberarsene: «Uno dei miei primi incarichi, mentre già lavoravo in televisione, mi fruttò un assegno considerevole. Quando lo vidi, rimasi senza parole. Ricordo di aver pensato: "Ma io mi sono divertita a fare questo lavoro, e mi stanno pagando così tanto?". Presi l'assegno e lo infilai in tasca. Poco dopo, uscendo, vidi una persona che chiedeva l'elemosina. Senza pensarci troppo, tirai fuori l'assegno e glielo offrii. Se il mio agente non mi avesse fermato in tempo lo avrei lasciato andare. Credo che questo senso di non meritare il denaro sia molto femminile».Il racconto del suo celebre “anno a impatto zero” diventa il cuore pulsante di un manifesto esistenziale: vivere con intenzione. «Abbiamo vissuto un anno senza frigorifero, senza riscaldamento. Tutti dicevano: è una vita di rinunce. No, è una vita di scelte. In quell'anno ho capito quante cose accumuliamo nelle nostre case senza realmente averne bisogno e con quante riempiamo il nostro cuore senza che ci portino un autentico valore».Il trasferimento in Svezia segna per Paola l'inizio di un nuovo rapporto con il denaro, basato sulla consapevolezza e la trasparenza. «Quando mio figlio ha compiuto 18 anni, ha ricevuto un libretto che gli spiegava come affrontare la vita adulta, dalle questioni pratiche, come pagare le tasse, fino alla gestione del denaro». Ma ciò che più la colpisce è la fiducia su cui si fonda la società svedese. Il sistema fiscale, ad esempio, permette ai cittadini di depositare denaro presso l'agenzia delle entrate, ottenendo interessi vantaggiosi e rimborsi tempestivi. Un modello opposto a quello italiano, che Paola trova vessatorio, soprattutto per chi lavora come libero professionista. «In Svezia, tutto è open source, persino i redditi del re. Questo approccio mi ha aiutata a gestire meglio il mio denaro».

    Money Clinic: Quanto frutta il fondo pensione?

    Play Episode Listen Later Mar 21, 2025 10:04


    Giorgia cresce in una famiglia in cui l'indipendenza economica è un valore trasmesso fin da piccola, soprattutto grazie all'esempio della madre. A 18 anni inizia a lavorare in bar e ristoranti per non dover più chiedere soldi ai genitori, imparando presto a risparmiare parte del suo stipendio. Oggi, con 22 anni e una vita universitaria a Milano, mette da parte ogni mese una somma per la macchina nuova, le vacanze, la festa di laurea… e 50 euro finiscono in un fondo pensione aperto con l'aiuto del padre. Ma ha tanti dubbi: sarà utile davvero? Quanto potrà ricevere e quando?Risponde Silvia Bardotti, consulente di Alleanza Assicurazioni di Modena Centro: «Il fondo pensione è uno strumento accessibile a tutti e più si inizia presto, maggiori saranno i benefici, grazie all'interesse composto. Inoltre, garantisce importanti vantaggi fiscali e una gestione flessibile in caso di necessità».

    Episodio 101: Quello stigma sulle persone che si indebitano

    Play Episode Listen Later Mar 18, 2025 15:47


    Adele abita in provincia di Bologna, ha 57 anni, e si occupa di formazione e coaching per le aziende. Della sua infanzia, ricorda la ricchezza. Sua madre era casalinga mentre il padre aveva un'impresa di metalmeccanica in società con suo zio, i cui fatturati regalano ad Adele un'infanzia dorata. Quando Adele ha 9 anni, però, mentre l'azienda è all'apice del successo il padre decide di vendere le sue quote, e sprofonda in uno stato di depressione. I proventi della vendita delle quote dell'azienda, intanto, circa 100 milioni, suo padre e sua madre se li dividono a metà. La madre, decide di conservarli e di provare a farli fruttare. Il padre, invece, continua a investire denaro nelle sue idee, ma senza successo. Nessuno di questi progetti decolla, lasciando la famiglia senza reali possibilità di rilancio.Per evadere da quella situazione sempre più opprimente, al momento  dell'università Adele, pur rimanendo a studiare in città, lascia la casa in cui è cresciuta. Si mantiene da sola, facendo contemporaneamente la babysitter, la cameriera e l'insegnante di pallavolo. Impiega dieci anni a terminare l'università. Alla vigilia della laurea, diventa direttrice di un'associazione di categoria di imprenditori e fa il mutuo per una casa. Cinque anni dopo, decide di lasciare il posto fisso per mettersi in proprio. Adele apre così la partita Iva e i primi due anni raccoglie fatturati pazzeschi. Ma è proprio questo che genera le prime difficoltà. «Se, dopo il primo o il secondo anno, il tuo fatturato supera il limite di un'agevolazione prevista per l'avvio di un'attività da libero professionista, perdi quell'agevolazione. E io l'ho persa subito. Quindi, fin dall'inizio, mi sono trovata ad affrontare alcune difficoltà».Adele inizia così ad accumulare cartelle esattoriali. Complice una scarsa alfabetizzazione finanziaria e una fiducia quasi cieca nella sua commercialista, non riesce a intervenire subito per contenere il problema. Quando finalmente viene approvata la legge anti suicidi, Adele, il cui debito supera i 100mila euro, intraprende il percorso per impostare la procedura. Che si rivela particolarmente doloroso a causa dello stigma che marchia coloro che si sono indebitati. «È stata un'esperienza devastante. L'atteggiamento delle avvocate che mi hanno seguito, soprattutto di una delle due, era udel tipo "è capitato a te, a noi non poteva capitare". Mentre io avevo una visione più ampia delle concause che mi avevano portato in questa situazione difficile, per loro la causa era che io non sono stata in grado, che io non sono stata capace».Nonostante tutta questa fatica psicologica, Adele riesce ad accedere alla liquidazione controllata. E finalmente incontra qualcuno in grado di non farla sentire sbagliata. «Sono molto fortunata, ho trovato un ottimo liquidatore, una persona finalmente capace, competente, comprensiva, con la quale ho un dialogo aperto, che si pone come se potesse capitare anche a lui. E questo è davvero fondamentale».

    Money Clinic: Come investire per il futuro dei miei figli

    Play Episode Listen Later Mar 14, 2025 12:06


    Elisa cresce in una famiglia che sa gestire i soldi, e fa investimenti grazie alle scelte oculate di sua madre. Quando cresce si accorge, però, che con il suo stipendio riesce a malapena ad affrontare le spese. E anche quando si sposa, i risparmi non sono mai tanti. Eppure vorrebbe investire per i suoi figli. Come fare?Risponde Irene Florida, consulente di Alleanza Assicurazioni di Modica: «Il tempo è un ottimo alleato degli investimenti. Le somme che versiamo crescono negli anni in maniera esponenziale. Iniziare a mettere da parte per i nostri figli quando sono molto piccoli, li farà ritrovare con un gruzzoletto interessante da grandi».

    Episodio 100: Come si cambia la propria relazione con i soldi

    Play Episode Listen Later Mar 12, 2025 15:48


    Questa non è una puntata come le altre. È la nostra puntata numero 100 e abbiamo pensato che forse valeva la pena fare una pausa. E provare a raccontare cosa abbiamo scoperto in questi tre anni di conversazioni intime sui soldi. Chi ci segue lo sa. Rame non racconta storie modello né prova a lasciar trasparire una qualsivoglia morale dai suoi racconti. Però c'è un filo rosso che lega molte delle puntate del nostro podcast. E cioè la trasformazione. Quasi sempre c'è un prima e un dopo nella relazione con i soldi e quello che vogliamo provare a raccontare oggi è la leva che fa scattare il cambiamento, l'interruttore che a un certo punto accende un faro nuovo sui soldi, investendoli di un senso diverso. Questa puntata, dunque, è un puzzle di interruttori accesi, un repertorio di illuminazioni, da cui lasciarsi ispirare se si è in cerca di cambiamento. Per Valentina, quel cambiamento è arrivato naturalmente, assieme alla maternità: «La maternità è stata un detonatore per darmi spazio. Paradossalmente, quanto più diminuiva il tempo, tanto più aumentava il valore che io davo a me stessa». Per Morgana, c'è voluta la psicoterapia: «Il primo passaggio è stato ricostruire questa autostima assegnando un valore economico al mio tempo, alla mia competenza e alle mie capacità». Per Rachele, che fin da piccola sognava di fare la make up artist dei vip, la svolta arriva quando inizia a lavorare la terra: «Ho raccolto mele per quattro mesi ed è stata un'esperienza che mi ha cambiato la vita perché io adesso so di poter fare qualsiasi cosa». Per Clara, che si era sempre detta che non contava quanto la pagassero, ma solo l'impatto del suo lavoro, il cambiamento arriva quando per sette mesi non riceve lo stipendio dalla Ong per cui lavora. Per Antonello, che comprava tantissimi vestiti, la svolta nella relazione con i soldi avviene quando si innamora della sua attuale moglie, che aveva uno stile di vita minimalista. Per Michele, che con due stipendi in casa non tracciava mai le spese, tutto cambia quando perde il lavoro: «E facendolo, addirittura ci siamo permessi dei lussi che prima non credevamo di poterci permettere, ma che una volta che hai i numeri sotto mano ti rendi conto che hai la capacità per farlo». Come sempre, neanche oggi parliamo di grandi rivoluzioni o di indomiti atti di coraggio. Ma di piccoli gesti dall'immenso potere trasformativo. Da tre anni raccontiamo le vite degli altri attraverso il filtro del loro conto in banca. Perché parlare di soldi non è solo una questione personale, ma qualcosa che incide sul tessuto sociale e, in ultima analisi, sul mondo che ci circonda. Rame nasce proprio per questo: per aprire una conversazione necessaria che per troppo tempo è stata tabù.

    Money Clinic: Come gestire le finanze da freelance?

    Play Episode Listen Later Mar 7, 2025 10:59


    Al rientro dalla maternità, Sara ha chiesto all'azienda di passare al part-time. Si è ritrovata a percepire uno stipendio più basso, ma a dare molto più valore al suo tempo. Se si mettesse in proprio forse guadagnerebbe di più, ma come gestire le finanze se sceglie di fare il salto?A risponderle è Barbara Bellomo, consulente di Alleanza Assicurazioni Casale Monferrato. Che tra le altre cose, le da 3 consigli.Accantonare subito una parte dei pagamenti dei clienti Quanto? Ci aiutano i commercialisti o i software di fatturazione, ma in generale, considera il 50%Spostare fisicamente le somme su un altro conto corrente o salvadanaio virtuale.Disegnare un calendario esatto dei pagamenti. Ci aiuterà a capire se è il caso di dilazionare un pagamento, rimandare un investimento o accedere al fondo di emergenza.

    Episodio 99: Sonia Aggio, «la sicurezza economica ha acceso il motore della mia creatività di scrittrice»

    Play Episode Listen Later Mar 4, 2025 14:28


    Sonia Aggio ha 29 anni, lavora come bibliotecaria. E quel posto fisso, con uno stipendio basso ma inesorabile, è la condizione che permette alla sua creatività di librarsi. Sonia infatti è una scrittrice di romanzi storici: i due libri che ha pubblicato finora hanno collezionato segnalazioni dalle giurie di premi importanti come il Calvino e il Campiello Giovani. E questa è la storia di come ha costruito la sicurezza finanziaria dentro cui agisce la sua libertà.Nata a Frassinelle Polesine, un paese rurale di 1300 persone in provincia di Rovigo, Sonia assorbe dalla sua famiglia l'insegnamento di finanza personale che sarà destinato a guidare la sua relazione con il denaro: «Risparmiare per avere una sicurezza quando arriva l'imprevisto». Ed è quello che lei fa fin da piccola, con le mance che riceve ai compleanni e alle feste. E che conserva meticolosamente nei cassetti fino a quando non apre il suo primo conto corrente durante gli anni di Ragioneria. Erano 3.000 euro.Da adolescente, patisce la scarsa offerta di esperienze della provincia, ma grazie a Internet scopre i forum legati ai suoi libri preferiti e coltiva relazioni con persone di tutta Italia che hanno i suoi stessi interessi. Dopo il liceo, Sonia decide di iscriversi alla Facoltà di Storia, mossa dall'amore per quella materia. E dopo la Triennale, sceglie di specializzarsi in Storia Bizantina, a Venezia. Finita l'Università, decide di fare il servizio Civile, durante il quale lavora in biblioteca a Treviso. Quell'esperienza fa sì che lei venga assunta da una cooperativa di Rovigo che gestisce alcune biblioteche proprio tra i paesi in cui è nata. Ed è così che, da tre anni e mezzo, Sonia fa la bibliotecaria per 1300 euro al mese. E i suoi risparmi li investe. Ha cominciato quando erano 16mila euro, adesso sono 35mila.La sicurezza economica ha acceso il motore della sua creatività: «Proprio perché conosco me stessa, immagino che se la scrittura fosse una fonte di guadagno diretto, sarebbe un grande stress. Scriverei ogni parola con l'occhio fisso al rendiconto… anzi, probabilmente non scriverei più una parola».In questo contesto, pur restando legata al posto fisso come garanzia di sicurezza, Sonia sta pian piano decostruendo l'idea che la stabilità economica venga prima di qualsiasi aspirazione personale: «Sto cercando di entrare in una forma ibrida, tra il freelance che può lavorare dove vuole, quando vuole, e il lavoro fisso e sicuro, che comunque continua ad avere il suo fascino».

    Episodio 98: A 28 anni, con 1.700 euro di stipendio, mi preparo alla libertà finanziaria

    Play Episode Listen Later Feb 25, 2025 13:44


    Francesco Scinetti vive a Milano, dove lavora come ricercatore all'Università Cattolica. Cresciuto a Dubino, un paese di 3.000 abitanti in provincia di Sondrio, a 13 anni va a studiare in una cittadina più grande, Morbegno, dove trova un unico modo per socializzare: acquistare capi e accessori di tendenza, che gli promettevano riconoscimento sociale. «Iniziai a fare pressione sui miei genitori, chiedendo una paghetta. Ogni centesimo che riuscivo a mettere da parte lo spendevo in vestiti. Era il mio unico modo di emergere».Una volta cresciuto, Francesco decide di abbandonare la Valtellina e di iscriversi alla Facoltà di Economia a Bologna, dove scopre un modo nuovo di spendere i soldi: «A Bologna, smetto completamente di comprare cose materiali, e inizio a spendere solo per fare cose e incontrare persone». Ma questa non è l'unica scoperta che fa. Nonostante avesse scelto Economia senza una visione precisa di cosa avrebbe studiato, si trova immerso in un mondo che lo entusiasma, stimolando in lui una curiosità crescente e una passione che non aveva mai immaginato. Così, finita la Triennale, decide di fare anche la Magistrale e si sposta in Bocconi, a Milano. Sono gli anni del Covid, e lui approfitta dell'isolamento per approfondire un tema che nei suoi studi universitari non viene mai trattato: la finanza personale. Inizia così a investire i suoi primi soldi guadagnati negli stage e a imparare dai suoi errori. Una volta laureato, inizia subito a lavorare come ricercatore presso l'Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani, dove guadagna 1.700 euro al mese.Con i primi risparmi che riesce a mettere da parte, decide di fare un Master sulla Finanza personale in Svizzera. «L'ho fatto perché volevo acquisire delle conoscenze per non dover dipendere da un consulente finanziario. In realtà, scopro che mi piace davvero». E infatti, tempo un mese dalla fine del Master, Francesco si iscrive all'esame per entrare all'albo dei consulenti finanziari indipendenti. E inizia a pratica l'attività come secondo lavoro. «A dicembre ho fatturato 5.300 euro, a gennaio 200. Quindi, è tutto molto variabile. Ma sto iniziando a farmi strada».Nonostante ciò, forte della sua entrata fissa, Francesco non ha dubbi: vuole diventare libero economicamente a 45 anni. E per farlo, ha già la sua strategia. «Mettendo da parte 500 euro al mese con costanza per 20 anni, si arriva a un capitale di circa 400.000 euro. E ciò, non significa semplicemente avere una somma da spendere, ma possedere un patrimonio investito in un portafoglio diversificato tra azioni e obbligazioni, che mediamente può rendere il 7% annuo. Questo si traduce in circa 28.000 euro l'anno solo di rendimenti e dividendi. Ovviamente, tra vent'anni il costo della vita sarà più alto, ma resta comunque una base solida per costruire la propria libertà finanziaria». 

    Episodio 97: Trasformare la mia passione in lavoro mi ha spinto nella trappola della precarietà

    Play Episode Listen Later Feb 18, 2025 18:12


    Carmela Massaro ha 38 anni ed è nata in un paese in provincia di Taranto. «Il tema dei soldi ha sempre fatto parte della mia vita: i miei genitori si sono trasferiti a Reggio Emilia in cerca di un lavoro stabile, per mantenersi senza dover chiedere aiuto ai loro familiari». A Reggio Emilia, Carmela vive un'infanzia di rinunce: «Quando dovevamo partecipare a una festa o a un compleanno, molte volte dovevamo rinunciare, perché non c'erano soldi né per la serata, se si teneva in un locale, né per comprare il regalo». Alle medie, gli insegnanti le consigliano di andare in un Istituto professionale, ma Carmela sceglie di iscriversi al liceo, convinta che lo studio avrebbe rappresentato il suo riscatto. Dopo la maturità si iscrive a Scienze Motorie, una facoltà che le avrebbe garantito di lavorare già durante gli studi e di coltivare la sua passione per lo sport.Ma quando entra nel mondo del lavoro, l'aspetta una doccia fredda: lavorare con lo sport è poco remunerativo. «Nonostante avessi una laurea e una specialistica con il massimo dei voti, trovare un lavoro soddisfacente e ben retribuito nel mondo dello sport è stato sempre molto complicato. In palestra ci lavorano tutti, chi per hobby e chi per professione, e questi ultimi devono accettare condizioni che non sono giuste». A peggiorare le cose, quando la figlia ha tre anni si separa dal compagno: «Mi sentivo come una pallina impazzita, dovevo trovare una nuova casa, cercare di guadagnare abbastanza per pagarmi l'affitto, e, visto che ero sola, avevo tutte le spese da gestire». Dopo un periodo di grandi incertezze e grazie all'aiuto di alcuni amici, Carmela si risolleva. Lavora in palestra e come insegnante di sostegno a scuola. Ha un'ottima gestione delle sue finanze, tiene i conti alla perfezione e non sperpera nulla. Però non è felice. È dentro un meccanismo di sopravvivenza che non è quello per cui ha studiato e fatto così tanti sacrifici. Nel frattempo, si lega a nuovo compagno. Lui è un artigiano che ha una piccola azienda che opera nel settore alberghiero. Nei buchi tra figlia, scuola e palestra, Carmela lo accompagna nei suoi giri col furgone, a riparare strumenti dei vari clienti. Scopre così un mondo del lavoro che la affascina, in cui si può guadagnare, in un giorno, ciò che lei faticosamente guadagna in un mese. Quando nell'azienda del suo compagno si apre una posizione da contabile, capisce che è arrivato il momento per lei di fare ciò che ha rimandato a lungo. Cambiare completamente ambito lavorativo.E così, Carmela, una ragazza dinamica, che vive bene all'aria aperta, scova la felicità chiusa in un ufficio. E i soldi, che sono sempre stati uno spauracchio nella sua vita, diventano il suo mestiere. «È stato il primo lavoro che mi ha dato un contratto a tempo indeterminato, quella sicurezza di non dover più correre come una pallina impazzita, riprogrammando la mia vita ogni tre mesi». Carmela si appassiona così tanto alla contabilità che intraprende un nuovo percorso di studi in economia aziendale e management. Un percorso che un giorno, forse, le permetterà di tornare a occuparsi di sport, ma traendone una soddisfazione maggiore.«In futuro, non nascondo che mi piacerebbe moltissimo poter unire queste due anime. Vorrei essere io quella manager, quella responsabile di un team all'interno di un bel movimento sportivo».

    Episodio 96: Ho ereditato i soldi, ma ho respinto l'idea che non andassero goduti

    Play Episode Listen Later Feb 11, 2025 18:04


    Elena Valzania ha 57 anni, vive a Ravenna dove è nata, ed è una naturopata. Cresce in una famiglia che non ha problemi economici, ma è poco avvezza a godere della ricchezza. «Sia io che mia sorella abbiamo beneficiato di una situazione in cui i nostri familiari conducevano vite semplici, risparmiavano e investivano. Infatti, la casa in cui abito l'ho ereditata da loro».A un certo punto, la malattia entra nella storia familiare e si intreccia alle questioni economiche. La nonna "imprenditrice" muore a 56 anni e il papà di Elena si ammala gravemente, per poi morire quando Elena ha 20 anni. «A volte si pensa che l'eredità sia solo una fortuna, ma in realtà va gestita sotto molti aspetti, anche da un punto di vista emotivo». Assieme ai soldi, infatti, Elena eredita anche il modo in cui i soldi sono considerati nella sua famiglia. «La pesantezza della gestione, l'equazione lavoro = fatica..., ma all'epoca non riuscivamo a vederlo. È stato più chiaro solo dopo».Elena fin da piccola si interroga sulle malattie che sembrano accanirsi sulla sua famiglia, sul perché colpiscono alcuni e non altri. Così da grande studia Farmacia, e una volta laureata, si appassiona al mondo dell'omeopatia. Quando inizia a lavorare, le sembra facilissimo rispetto allo studio. Ma il fatto di non provare quella fatica di cui sentiva parlare in famiglia, le fa dubitare del valore da attribuire al suo lavoro. E infatti, quando viene assunta in una cooperativa di Bologna, non negozia lo stipendio.A un certo punto, mentre è alla sua prima maternità, l'azienda viene acquisita da una più grande e si avvia il processo di fusione. Al suo rientro, Elena capisce di essere finita dentro un gioco finalizzato a spingerla alle dimissioni. Nel frattempo, scopre di essere incinta della sua seconda bambina, così decide di non avviare una battaglia legale ma di patteggiare. Chiude la sua carriera aziendale con un licenziamento e un po' di soldi da parte dell'azienda.Elena non rientrerà più nel mondo ufficiale del lavoro: «Ho continuato a fare molta formazione per me e ho trasformato in vari modi queste conoscenze». I soldi necessari ad andare avanti, però, in un modo o nell'altro, entrano. Ed Elena procede nella sua vita, con una leggerezza sconosciuta ai suoi familiari. Che le è concessa, però, anche grazie all'eredità materiale ricevuta da loro: «Io e mio marito abbiamo sempre avuto questa mentalità di investire su di noi: se avevamo mille euro in più, ci facevamo un viaggio. Diciamo che finora è andata bene, però siamo consapevoli che è importante avere un po' più di progettualità. Forse adesso diventeremo più saggi… ci stiamo dando una regola».

    Episodio 95: Ero l'avvocatessa dei farabutti. Oggi difendo le vittime di violenza. In gratuito patrocinio

    Play Episode Listen Later Feb 4, 2025 22:21


    l gratuito patrocinio è un istituto previsto dalla legge italiana che, dal 2001, consente alle persone con un reddito basso di essere assistite da un avvocato senza dover pagare le sue parcelle, poiché queste sono a carico dello Stato. Dal 2011, questa legge è stata estesa a tutte le donne vittime di violenza, senza alcuna distinzione di reddito. Dietro questa legge, però, ci sono avvocati e avvocatesse che, non solo rinunciano a stipendi stellari, ma a volte aspettano anni per essere pagati dallo stato. Alessia Sorgato è una di loro.Ha 57 anni e abita a Milano. Figlia di un notaio e di una casalinga, viene spinta verso gli studi in Legge, che odia, fino all'incontro col diritto penale. È amore a prima vista e, non appena laureata, inizia subito a lavorare in uno studio molto importante, dove fa una gavetta incredibile. Per dieci anni, si occupa di maxi processi: omicidi, Mani Pulite... A 30 anni è capo del dipartimento e ha una solida esperienza come difensora dei criminali. Quando cambia studio di avvocati, le cose non vanno come sperato. Conscia delle sue possibilità economiche e di uno stipendio fisso, aveva appena acquistato la sua prima casa, quando, dopo un anno, viene licenziata. Indebitata fino al collo e con la pressione di un mutuo da pagare, Alessia prende in affitto un soppalco sopra uno studio di architettura e inizia a esercitare la libera professione. Qui comincia il secondo tempo della sua vita. Per fare cassa inizia a scrivere per alcune riviste del Sole 24Ore: pian piano gli articoli si trasformano in libri. E un giorno, durante la presentazione di un suo libro sullo stalking, la psicologa fondatrice di “Soccorso Rosa”, un centro antiviolenza intraospedaliero di Milano, le chiede di collaborare con lei. Alessia accetta e per la prima volta, si ritrova a difendere le vittime. In dieci anni, assistono più di 400 donne. Alessia si prende l'impegno di informare le donne del loro diritto a essere difese in gratuito patrocinio. «Non tutte le mie colleghe fanno lo stesso. Recentemente, mi hanno raccontato di avvocate che difendono le vittime, ma sconsigliano loro di chiedere il gratuito patrocinio, dicendo che il giudice potrebbe vederle di cattivo occhio.». Eppure, nonostante la grande dedizione e impegno verso la causa, i tempi per ricevere il pagamento dallo Stato sono lunghissimi, con l'attesa che può protrarsi per anni prima che venga riconosciuta una retribuzione per ogni singolo processo. Ma che cosa spinge Alessia ad andare avanti nonostante tutto? «La soddisfazione più grande che ho è che molte donne le salviamo fisicamente, anche se non lo faccio da sola, perché il percorso di presa in carico di una vittima di violenza coinvolge sempre almeno tre o quattro persone: la penalista, la civilista che la fa separare, la psicologa e le volontarie. In alcuni casi, le ho letteralmente afferrate per i capelli e le abbiamo fatte uscire da situazioni pericolosissime, con uomini che le tenevano con le mani al collo. Questo tipo di risultati mi ripaga enormemente».

    Rituali 09. Flavia Carlini: «Spendo 800 euro al mese per la mia endometriosi. È quasi uno stipendio»

    Play Episode Listen Later Jan 28, 2025 12:09


    Flavia Carlini è un'autrice e divulgatrice italiana, seguitissima sui social. Per anni, ha condotto l'estenuante ricerca di una diagnosi per i suoi dolori lancinanti, tra consulti medici e terapie inefficaci, arrivando a spendere decine di migliaia di euro senza avere risposte. Ma anche quando è riuscita a ottenere una diagnosi, le difficoltà non si sono affievolite. Il trattamento dell'endometriosi, infatti, rimane interamente a suo carico poiché questa malattia, che colpisce una donna su sette, non è ufficialmente riconosciuta dal sistema sanitario nazionale. «Io spendo mediamente 800 euro al mese per trattare tutte le mie malattie. È quasi uno stipendio. Io ho i miei genitori che mi aiutano a pagare tutto e questo è un privilegio gigantesco perché se loro non avessero avuto la possibilità di pagarmi le medicine o quello che il mio stipendio non mi dava, io sarei finita in mezzo a una strada e questo è un prezzo altissimo che io sto pagando in quanto donna». A questa battaglia per il diritto alla salute si intreccia un ulteriore peso: il costo economico e psicologico del dover aderire alle aspettative sociali imposte alle donne. Conformarsi agli standard di bellezza e comportamento richiesti dall'ambiente lavorativo non è mai stata per lei una scelta, ma una necessità che si traduceva in spese significative per abbigliamento, trucco e cure estetiche: «Troppo corto, troppo lungo, troppo aderente, troppo vistoso, troppo colorato, troppo scollato, troppo sottile, troppo spesso. Questo, ogni mattina. La mia premura era di vestirmi in modo tale da non essere molestata». Nonostante il successo sui social e la scelta di vivere di scrittura, Flavia ammette di non aver raggiunto l'indipendenza economica, rinunciando a collaborazioni pubblicitarie per mantenere la sua integrità. «Nella storia della letteratura, la cultura è sempre venuta dai margini. E voi direte: perché se è sempre venuta dai margini non può ancora venire dai margini? Perché oggi c'è il capitalismo, e se non produco, non mangio. E quindi la cultura rimarrà sempre un privilegio di una classe già privilegiata».

    Episodio 94: Ho riprogrammato i miei pensieri per imparare a dare importanza ai soldi

    Play Episode Listen Later Jan 21, 2025 13:49


    Clara Tourres ha 33 anni ed è nata e cresciuta in Francia, in una famiglia di origine spagnola. Da sette anni vive a Napoli, dove lavora come giurista in un'azienda. Fin da quando è adolescente, impara che i soldi si guadagnano con il sacrificio, e così, appena 16enne, inizia a lavorare e non smette più: fa la babysitter, l'hostess, la barista. Mette assieme 1000 euro al mese e nel frattempo, studia Legge. Da sacrificio, i soldi iniziano a significare possibilità, e Clara matura un'importante fiducia sulla sua possibilità di guadagnare e stare al mondo.  All'ultimo anno di università, parte per l'Erasmus a Roma. E qui ha una sorta di epifania circa il luogo in cui vivere: dopo la laurea, infatti, le piacerebbe restare in Italia. Tuttavia, le difficoltà italiane nell'inserimento lavorativo, la costringono a ritornare in Francia, a Parigi, dove  inizia a lavorare come giornalista. Un volta terminato il contratto a tempo determinato, gliene propongono uno a tempo indeterminato. Ma nel frattempo, una sua amica francese che lavora a Napoli, le offre il suo posto in un'associazione che opera nel terzo settore. Lei accetta senza pensarci troppo. Lì guadagna 715 euro al mese e pensa di non aver bisogno di molto di più: «Ero convinta che non avevo bisogno di soldi perché ero una persona che viveva di esperienze, non di cose fisiche». Tre anni dopo, però, Clara la pensa molto diversamente. Si è ormai resa conto che in quell'associazione non avrebbe avuto un aumento ed è andata a lavorare in un'altra, più piccola, dove le cose vanno ancora peggio e per sette mesi non riceve stipendio. Ad aiutarla nel navigare questi mesi difficili c'è il gruzzoletto che aveva messo da parte negli anni. Ma c'è anche un percorso di yoga e meditazione, che sarà fondamentale nella sua storia, perché la aiuterà a darsi il giusto valore.  E infatti, a gennaio 2020, con la pandemia alle porte, Clara riceve un'offerta di lavoro da un'azienda come giurista. E, complice il lavoro fatto sui suoi pensieri, fa una cosa totalmente inaspettata: affronta la sua prima richiesta di aumento salariale. Dai 1.250 euro che le offrono, Clara riesce ad arrivare a 1.600. Arrivata a questo punto del suo percorso, si rende conto di quanto il suo “disinteresse” per i soldi l'avesse portata a doversene preoccupare ancora di più. «Non è detto che, semplicemente perché stai facendo, ce la farai per forza, perché ci sono circostanze esterne che possono essere molto sfidanti e difficili».

    Episodio 93: Il mio obiettivo è diventare finanziariamente libero a 45 anni

    Play Episode Listen Later Jan 15, 2025 15:58


    Antonello Schiavo nasce a Sulmona, in Abruzzo, in una famiglia molto semplice. I soldi, per lui, sono ciò che lo separa dal suo obiettivo di breve termine: vestire alla moda, come tutti i suoi amici. «Mia madre sceglieva i vestiti al posto mio e questa esperienza ha avuto grandi ripercussioni quando ho iniziato a guadagnare, perché son finito a spendere un po' troppo in abbigliamento. Però era ciò che mi mancava». Quando Antonello inizia a fare i primi lavoretti, sperimenta il sentimento di indipendenza legato al denaro, ma non riesce ancora a sviluppare una visione a lungo termine per ciò che guadagna. Neanche gli studi di Economia aziendale lo aiutano in questo: impara a gestire il conto economico di un'azienda ma non il suo personale. Dopo un Erasmus in Polonia, decide di trasferirsi a vivere lì e trova lavoro per Google. Continua a spendere tutto il suo stipendio in viaggi e in abbigliamento. Della prima voce non si è mai pentito, ma la seconda viene profondamente messa in discussione da un incontro che fa a Danzica: quella che poi diventerà sua moglie gli fa scoprire che si può vivere bene con molte meno cose, magari di maggiore qualità. E così, Antonello inizia a disfarsi del di più, dandolo spesso in beneficienza. Un secondo cambiamento cruciale nella sua relazione con i soldi, avviene quando riceve il primo aumento: «Fino a quel momento ero abituato a risparmiare sempre per obiettivi a breve termine, ma nel momento in cui mi sono ritrovato con un surplus, mi sono chiesto: "che cosa ci faccio?"». Questa domanda apre per Antonello una sorta di vaso di Pandora. Inizia a leggere libri di crescita personale e a studiare i temi di educazione finanziaria. Scopre che il risparmio è un'azione finalizzata a obiettivi di lungo termine e non è ciò che avanza ogni mese, ma una cifra messa da parte intenzionalmente all'arrivo dello stipendio. Dopo innumerevoli riflessioni arriva a darsi l'obiettivo di diventare finanziariamente libero entro i 45-50 anni: «Per me, l'indipendenza finanziaria non significa smettere di lavorare e trascorrere la giornata in spiaggia a sorseggiare cocktail, ma piuttosto avere la libertà di scegliere come impiegare il mio tempo».

    Episodio 92: Quando il posto fisso e statale diventa una gabbia di povertà

    Play Episode Listen Later Jan 7, 2025 13:20


    Chiara Fassino abita in provincia di Cuneo ed è la direttrice degli asili nella sua città. Nella mail in cui ci contatta si descrive così: «Io sono il posto fisso statale, quello che per molti è un sogno proibito, per me è diventato una gabbia. Io sono il posto fisso perché mio padre nel '74 ha esperito il grande rifiuto di una posizione alle poste. Ho bevuto col latte le recriminazioni di mia madre e crescendo ho saputo fare una sola cosa: vincere concorsi pubblici».  Quel lavoro alle Poste, rifiutato dal padre nel 1974, influenza profondamente la visione che Chiara ha dei soldi. Per lungo tempo, crede che essi possano arrivare soltanto da un posto fisso. E mossa da questa convinzione, vince il primo concorso pubblico quando ancora sta frequentando l'università, e trova lavoro nell'amministrazione dei Comuni della sua Provincia, dove resta per dieci anni. Nel frattempo, mossa dalla sua passione per la natura, Chiara apre un'associazione e una cooperativa nel settore turistico. Senza mai trovare il coraggio di farne un lavoro vero. Nel frattempo riprende a studiare, si specializza sulla formazione all'infanzia, vince un nuovo concorso pubblico e diventa direttrice degli asili della sua città. Negli anni, però, matura dentro di lei una profonda delusione: «Per me la penna non cade quando finisce l'orario. Il problema, però, è che nel pubblico questa cosa non è valorizzata per niente, perché che io rimanga lì, che faccia progetti, che faccia arrivare centinaia di euro al mio ente, la mia situazione economica resta immutata. E questo mi ha generato molta frustrazione». Chiara infatti, nonostante la doppia laurea e l'impegno nel suo lavoro, percepisce uno stipendio di 1.600 euro al mese. Non solo non riesce a mettere nulla da parte, ma a volte deve intaccare il tesoretto che ha messo da parte e investito prima ancora di iniziare il suo lavoro nel settore pubblico. Questa frustrazione inizia a manifestarsi anche fisicamente, tanto che, a un certo punto, Chiara decide di prendersi un'aspettativa di due mesi per riflettere su quale direzione prendere. «Io rimarrei nel pubblico, perché mi appassiono e ci metto tutta me stessa, ma il prezzo che pago è troppo alto. Perciò, un'idea potrebbe essere quella di optare per un part-time, mentre tento una nuova strada da libera professionista. Fare un salto nel buio è troppo per me. Sto cercando di costruire un puzzle, sperando di comporlo il prima possibile».

    Episodio 91: E se la soluzione non fosse risparmiare, ma guadagnare di più?

    Play Episode Listen Later Dec 18, 2024 12:02


    Elisa Pistis ha 38 anni ed è un'attrice. Nasce in Sardegna da un papà ferroviere e una mamma impiegata, che si sono emancipati da contesti molto umili e che le trasmettono l'importanza del risparmio. Elisa capisce subito che ogni desiderio esaudito racchiude il costo di ciò a cui si è dovuto rinunciare per realizzarlo. «Un'educazione di questo tipo ha creato in me una costante ansia che i soldi non bastassero mai e che quindi tutte le spese “superflue” potevano o essere tagliate oppure accuratamente ponderate». A dispetto di questa relazione con il denaro, Elisa sceglie di intraprendere una carriera intrinsecamente instabile, e cioè, quella teatrale. Finita l'università in Beni Culturali, si iscrive all'Accademia d'arte drammatica a Udine e, una volta diplomata, si dedica con passione al suo sogno di diventare attrice, affrontando sacrifici e precariato. «Sono stati dieci anni complessi. Un mese avevo cinque spettacoli, ma il mese successivo non sapevo cosa aspettarmi». Quando la pandemia cancella improvvisamente la tournée in cui era impegnata, Elisa prende consapevolezza della necessità di avere un piano B, e di diversificare le sue fonti di reddito. «Vivo da sola e posso contare solo sulla mia capacità di lavorare come attrice. Se mi tolgono questa possibilità, io non ho paracadute». Così, inizia a cercare un secondo lavoro, conciliabile con i suoi impegni sul palcoscenico. Dopo un po' di ricerche, trova un impiego in un altro ambito che l'appassiona: quello del benessere, nel campo del network marketing.  Grazie al nuovo lavoro, Elisa guadagna circa 700 euro al mese. Combinando queste entrate con quelle derivanti dal teatro, riesce finalmente a concedersi a regalarsi il lusso di qualche spesa superflua. «Se voglio andare al ristorante una volta in più, ora posso farlo senza troppi pensieri. Tuttavia, trovare un equilibrio non è sempre immediato: dopo una vita passata a risparmiare, liberarsi dall'idea che ciò che è superfluo si debba necessariamente evitare non è semplice. Cambiare mentalità richiede tempo e consapevolezza». 

    Episodio 90: Ho smesso di puntare tutto sul lavoro dipendente

    Play Episode Listen Later Dec 11, 2024 12:35


    Michele Dalla Tezza ha 49 anni ed è sia imprenditore sia dipendente di una multinazionale nel settore marketing. Nato e cresciuto in provincia di Varese, uno dei quadretti familiari impressi nella sua memoria ritrae il padre artigiano e la mamma impiegata intenti a parlare di soldi. «Mia mamma teneva la contabilità della ditta di mio papà, e gli chiedeva i prezzi per poter fare le fatture ai clienti». Michele, nel suo piccolo, replica la stessa ritualità della madre, e con la paghetta mensile che riceve, compila un quaderno delle entrate e delle uscite. Abitudine che perde una volta adulto, quando si accomoda dentro il lavoro dipendente Michele approda in una grande multinazionale, dove costruisce una solida carriera e raggiunge una posizione di rilievo. Un giorno però, a causa di una ristrutturazione, gli viene chiesto o di accettare un nuovo ruolo, o di andarsene con una buona uscita. Nonostante la forte responsabilità che sente nei confronti del mantenimento della famiglia, e nonostante i calcoli economici gli suggeriscano di mantenere il posto dipendente, Michele decide di fare il salto nel vuoto, e di accettare la buonuscita: «La proposta che avevo ricevuto metteva in luce il fatto che, evidentemente, non ero più indispensabile». A quel punto, la prima domanda che si fa è: «Ma quanto posso vivere e mantenere la famiglia senza trovare un lavoro?». Questa domanda lo spinge a riprendere l'abitudine che aveva ai tempi dell'oratorio: fare un'analisi dettagliata delle sue entrate e uscite, e grazie a questo piccolo rituale riscopre il valore di avere il pieno controllo delle proprie finanze, al punto da concedersi più piaceri di prima. In quel periodo di piacevole scoperta, Michele si avventura nel mondo degli investimenti, appassionandosi ai temi delle entrate passive e del cash flow. Ed è proprio girando intorno a questi due concetti che decide di lanciarsi nelle locazioni del settore immobiliare e con un socio fonda una società immobiliare per gestirle. Nel frattempo, trova un altro lavoro in un'azienda, che però prende con tutt'altra mentalità rispetto al passato: «Devo dire che dà molta sicurezza avere il piano B, ti dà più leggerezza. Non investi tutto nel lavoro dipendente che può finire da un momento all'altro». Michele oggi ha trovato l'equilibrio tra attività imprenditoriale e attività dipendente e, anche grazie al percorso di Rame, ha dato risposta a una domanda che non si era mai posto, e cioè, quali sono i suoi obiettivi finanziari. 

    Episodio 89: Il giorno in cui mi arrivarono 29mila euro di tasse da pagare

    Play Episode Listen Later Dec 4, 2024 13:55


    Nastasia Felici è una libera professionista che si occupa di comunicazione digitale per artisti e influencer. Nasce a Bergamo in una famiglia in cui, padre insegnante e madre contabile, di soldi si parla solo tra adulti. Cresce dunque senza una chiara percezione della situazione economica familiare. Così, quando inizia a guadagnare, adotta un approccio spensierato: «Tutto quello che ottenevo spendevo. Mia madre si lamentava molto, ma a me il risparmio non interessava». Quando arriva il momento di scegliere l'università, i genitori accettano di investire in una privata, chiedendole però di laurearsi in tre anni. «Il costo era veramente proibitivo. Per i miei, all'epoca, fu una seconda rata del mutuo da pagare». A 21 anni, appena discussa la laurea, Nastasia ottiene un contratto di apprendistato in un'agenzia di comunicazione a Milano. E lì scopre per la prima volta il potere del risparmio: con un gruzzoletto che la madre aveva messo da parte per lei sin da quando era piccola, riesce a comprare un monolocale a Milano. «Spendevo 600 euro di mutuo a fronte di 900 euro di stipendio. Sono stati anni davvero difficili». Dopo cinque anni, frustrata dalla mancanza di opportunità di crescita riservate spesso ai colleghi uomini, cambia lavoro, ma anche nel nuovo impiego resta insoddisfatta. Decide quindi di mettersi in proprio, aprendo una partita IVA. Con il tempo il suo nome si afferma, i guadagni crescono, ma la sua gestione delle finanze non cambia. Continua a spendere tutto quello che guadagna. Nel frattempo, sceglie di vendere il suo monolocale in favore di un bilocale nuovo. La scelta si rivela salvifica perché la nuova casa le permette notevoli risparmi energetici. Oltre a un benefit ancora più importante in termini fiscali: «Non pagavo praticamente tasse perché ero sempre a credito con lo Stato. Anche se mi entrava il lordo di 4.000 euro io ne spendevo 4.500: la questione tasse non mi allarmava minimamente». Proprio mentre è incinta, però, questa visione spensierata del denaro le presenta il conto: «A un certo punto arrivarono 29.000 euro di tasse da pagare, e ricordo che in quel momento io e mio marito avevamo sul nostro conto 15.000 euro, pensando che fossero risparmi. Da lì, sono partite mail e telefonate alla mia commercialista piangendo, e io ho avuto un attacco di panico tale per cui sono finita in pronto soccorso». Questo evento le fa rivalutare l'importanza del risparmio, che per un periodo considera solo uno strumento per far fronte alle tasse. Sarà la nascita della figlia a trasformare ulteriormente la sua visione, aprendola a una gestione più consapevole e strategica delle sue risorse economiche.

    Percorsi 12: La pubblicità come leva di cambiamento culturale e sociale

    Play Episode Listen Later Nov 28, 2024 19:35


    La pubblicità, specchio e motore della società, si evolve per riflettere i cambiamenti culturali, sociali e tecnologici. Dalle affissioni pubblicitarie del primo Novecento ai post sponsorizzati sui social media, il settore ha dimostrato un'enorme capacità di adattamento. In questa puntata di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj esplorano l'evoluzione della pubblicità, mettendo in luce opportunità e sfide, sia sul fronte etico che su quello economico. In particolare, si discute dell'impatto della digitalizzazione, che oggi rappresenta il 60% del mercato pubblicitario globale, e dell'importanza per le aziende di affrontare temi come la sostenibilità e la responsabilità sociale. Un caso esemplare è quello dell'agenzia pubblicitaria Armando Testa, pioniere della creatività in Italia. Fondata nel 1946, è nota per icone storiche come Caballero e Carmencita e per una visione che ha saputo unire arte e marketing. Negli anni, Armando Testa ha continuato a innovare, adattandosi all'era digitale con strategie multicanale e una forte identità visiva. Tra le sue campagne recenti, il Calendario Lavazza e l'iniziativa #PomellatoForWomen sono esempi di come un brand possa promuovere valori etici attraverso la comunicazione. Ospite dell'episodio è Domingo Iudice, co-fondatore di Pescaria e proprietario dell'agenzia Brainpull. Iudice racconta come il successo del fast fish food nato a Polignano sia stato costruito grazie al digital marketing. Dai social media come Facebook e Instagram al passaparola, Pescaria ha combinato una strategia di comunicazione vincente con un prodotto di qualità, diventando un esempio di come la pubblicità digitale possa valorizzare il territorio e creare occupazione. L'episodio invita a riflettere su come il marketing possa essere una leva per il cambiamento culturale e sociale, promuovendo modelli di business etici e sostenibili. Un messaggio chiaro per piccole e medie imprese: innovazione, creatività e attenzione ai valori sono i veri motori del successo.

    Rituali 08. Irma Testa: «Per anni ho combattuto solo per soldi».

    Play Episode Listen Later Nov 26, 2024 13:31


    Irma Testa, classe 1997, è la pugile che ha scritto la storia del pugilato femminile italiano, diventando la prima donna a conquistare una medaglia olimpica. Cresciuta in un quartiere difficile di Torre Annunziata, in Campania, vede la madre lavorare da mattina a sera per mantener lei e i suoi tre fratelli, e respira il senso di comunità del vicinato, che li porta ad aiutarsi a vicenda: «Nel momento in cui non avevamo da mangiare, abbiamo sempre ricevuto aiuto da persone esterne, e allo stesso modo faceva mia madre con gli altri». A 12 anni inizia a frequentare la palestra di pugilato del quartiere, e dopo 2 anni le chiedono di trasferirsi ad Assisi, dove si trova il ritiro della Nazionale. «In una situazione diversa forse mia madre ci avrebbe pensato un pochino. Ma per come stavamo noi, ha colto subito l'opportunità, e mi ha detto di scappare via, di salvarmi, almeno io». A supportarla in quegli anni è la sorella maggiore, che a soli 16 anni inizia a lavorare per permettere ad Irma di inseguire il suo sogno: «Ho vissuto tantissimi anni con il pensiero di voler ripagare in qualche modo mia sorella per l'enorme sacrificio che stava facendo». E ci riesce, perché con i primi successi iniziano ad arrivare anche i primi guadagni. «Erano dei bei soldi per una persona che viene dal nulla, nonostante sia uno degli sport meno pagati al mondo. A noi arrivano le briciole, ma quelle briciole per me erano tantissimo». Inizialmente Irma non ha una vera e propria gestione delle sue spese: compra una casa più grande per la sua famiglia e restituisce il debito simbolico alla sorella per i sacrifici fatti, ma si toglie anche ogni tipologia di sfizio. Tuttavia, con il tempo, si rende conto di come il denaro stia influenzando la sua carriera, portandola a gareggiare solo con l'obiettivo di guadagnare. «Per anni ho combattuto soltanto per soldi. Ed è una cosa bruttissima, perché stai trasformando la tua passione in un'ossessione per il danaro». Oggi, Irma ha trasformato quell'ambizione in un sogno più grande, trovando un nuovo equilibrio. Pianifica il futuro con la sua compagna, risparmiando per il figlio che desiderano avere, e si impegna per la parità salariale nella Federazione pugilistica italiana, sostenendo una giusta retribuzione per uomini e donne.

    La nuova veste 03: Investire eticamente, da ossimoro a possibilità

    Play Episode Listen Later Nov 25, 2024 12:16


    Se andiamo nella "preistoria degli investimenti", scopriamo che il famoso tesoro del tempio di cui parlano le tavolette di argilla dei sumeri può essere considerato una sorta di investimento etico, con un valore comunitario, in quanto "scorta" per le carestie. Puntare il faro sul mondo pre-monetario, e sulla sua maniera comunitaria di gestire il risparmio, ci apre lo sguardo a una possibilità che poi, con l'avvento dell'economia di mercato, sparisce dai nostri radar. Nel senso che oggi, «se guardiamo le motivazioni dell'investitore contemporaneo, ne scoviamo fondamentale una sola: fare profitto» spiega Edoardo Lozza, professore ordinario di psicologia economica all'università Cattolica di Milano e ospite di questa terza puntata de La nuova veste. Investire eticamente, secondo il prototipo di homo oeconomicus che troviamo in tutti i libri di economia, è una sorta di ossimoro. Ma le cose iniziano a cambiare. «Negli ultimi 15 anni, la crisi economica e finanziaria che si è avviata nel 2008, insieme alla crisi ambientale, che è una conseguenza anche di un modello di sviluppo volto alla crescita costante, non sostenibile in un pianeta finito, hanno innescato una nuova sensibilità per il consumo sostenibile, che indubbiamente apre delle opportunità anche nel mondo degli investimenti», continua Lozza. A complicare le cose, quando si parla di investire in modo etico, c'è anche la scarsa conoscenza in materia. «Perché quando chiedi che cos'è un fondo Esg, non dico che ci sia il vuoto però le persone ne sanno pochissimo», conclude Lozza. E allora se uno degli elementi che può fare la differenza è la conoscenza, in questa puntata abbiamo provato a spiegare con chiarezza cosa sono questi investimenti etici assieme a Francesca Colombo, responsabile Area Analisi e Ricerca di Etica Sgr.  Questo podcast è realizzato in collaborazione con Etica Sgr, società di gestione del Gruppo Banca Etica, specializzata in investimenti etici e responsabili.

    Percorsi 11: La didattica digitale, tra sfide e nuovi orizzonti

    Play Episode Listen Later Nov 21, 2024 19:59


    Dalla pandemia in poi, l'EdTech ha conosciuto una crescita esponenziale, trasformando il modo di fare istruzione. Secondo l'UNESCO, però, la digitalizzazione ha aumentato le disuguaglianze, lasciando indietro chi non ha accesso alle tecnologie. Tuttavia, il settore è in espansione: il mercato globale valeva 254 miliardi di dollari nel 2022, con stime che lo portano a oltre 600 miliardi entro il 2027. Cina e India guidano questa rivoluzione, ma anche Europa e Italia stanno crescendo rapidamente. In questa undicesima puntata di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj esplorano il mondo dell'EdTech, evidenziando il suo potenziale per personalizzare l'apprendimento, grazie anche all'intelligenza artificiale e a strumenti come la Realtà Virtuale e Aumentata, capaci di rendere l'istruzione più immersiva e accessibile. Un esempio emblematico è quello di Apple Education, pioniera nel settore fin dagli anni '80, che continua a innovare con dispositivi e piattaforme per studenti e docenti, rendendo la tecnologia un alleato fondamentale per stimolare creatività e apprendimento inclusivo. Ospite dell'episodio è Aleksandra Maravic, cofondatrice di Beyond the Box, startup italiana che promuove la formazione continua nelle PMI con un approccio innovativo basato su intelligenza artificiale e modelli in abbonamento. Maravic sottolinea l'importanza di ascoltare i bisogni specifici di dipendenti e team, adattando le soluzioni formative a sfide quotidiane e a competenze sempre più trasversali, come le soft skills. L'episodio invita a riflettere sulle opportunità dell'EdTech per colmare il divario educativo, supportare la riqualificazione della forza lavoro e costruire un'istruzione più accessibile, pur considerando i rischi economici e di disuguaglianza digitale. Un futuro in cui innovazione e sostenibilità dovranno camminare di pari passo.

    Episodio 88: Bombardata d'amore, ho lasciato andare la mia autonomia

    Play Episode Listen Later Nov 20, 2024 17:07


    Giovanna ha 40 anni ed è una psicoterapeuta. Proviene da un piccolo paese nelle Basse Madonie, in Sicilia, dove vive una infanzia da favola, ma che inizia a starle stretto dopo il liceo. Si trasferisce così a Palermo, per studiare Psicologia. Dopo la laurea, inizia a lavorare per pagarsi la specializzazione. «Ho fatto di tutto: dalla babysitter, alle lezioni private, alla cameriera. Diventare psicoterapeuta è stata un'impresa veramente dura». Che però viene coronata quando Save the children l'assume come psychosocial officer a Lampedusa, con uno stipendio di 2200 euro al mese. «E io ricordo la mia grande felicità. Nell'arco di due giorni ho smontato la casa, ho fatto le valigie e sono partita. Da lì ho intrapreso quello che era il mio grande sogno». In quel momento, però, qualcosa cambia, senza che faccia in tempo a rendersene conto. Un musicista che lei ammirava, e che aveva conosciuto anni prima, va a trovarla a Lampedusa e si piazza stabilmente nella sua vita. Nasce così una storia d'amore e di manipolazione, che la porta a compiere scelte apparentemente incomprensibili. «Io ho mollato il lavoro della mia vita per seguirlo a Lecce. Quando l'ho fatto, per un mese non ho dormito la notte. Avevo gli incubi perché sognavo il dissenso di mio padre». Una volta a Lecce, lui le chiede di contribuire economicamente al bilancio familiare, tornando a fare la cameriera. «Ma come? Io avevo fatto la cameriera per arrivare dove ero arrivata, e ora dovevo ricominciare?». Inizia così per Giovanna un percorso segnato da violenza economica e manipolazione emotiva, che la porta al totale annullamento della propria indipendenza professionale, personale ed economica, prima di consentirle una rinascita.

    La nuova veste 02: Breve viaggio nel cervello di chi investe

    Play Episode Listen Later Nov 18, 2024 16:38


    In questo secondo episodio, Annalisa Monfreda esplora il concetto di bias cognitivi, ovvero i pregiudizi impliciti radicati nei nostri processi mentali, che influenzano scelte finanziarie cruciali. Affiancata da Massimo Bustreo, esperto di psicologia dei consumi, e Davide Mascheroni, responsabile area partner commerciali di Etica Sgr, il podcast affronta il legame tra le distorsioni cognitive e la gestione del denaro, cercando di capire come compiere decisioni più consapevoli. Uno dei bias principali è la difficoltà di proiettarsi nel futuro, spesso visto come oscuro e minaccioso, che ostacola una pianificazione efficace. Un altro celebre bias è la “fallacia della mano calda,” che porta a generalizzazioni fuorvianti basate su esperienze passate. C'è poi l'hyperbolic discounting, il bias che ci spinge a preferire gratificazioni immediate rispetto a benefici futuri. Massimo Bustreo sottolinea l'importanza del debiasing: sviluppare consapevolezza delle distorsioni e imparare a gestirle per migliorare la qualità delle decisioni finanziarie. La conversazione esplora anche come riconoscere i veri valori e bisogni personali, spesso offuscati da una “dismorfia del valore” che altera le priorità e le strategie di consumo. Davide Mascheroni offre spunti pratici su come superare la paura di investire, evidenziando l'efficacia di strumenti come i piani di accumulo e l'approccio diversificato a lungo termine. L'episodio invita gli ascoltatori a vedere l'investimento non solo come un mezzo per generare guadagno, ma come un'opportunità per influenzare positivamente l'economia reale, conciliando scelte finanziarie etiche e consapevolezza personale. La nuova veste continua così il suo viaggio tra neuroscienze e cultura, aprendo nuove prospettive sulla gestione del denaro. Questo podcast è realizzato in collaborazione con Etica Sgr, società di gestione del Gruppo Banca Etica, specializzata in investimenti etici e responsabili.

    Percorsi 10: Come il digitale sta rivoluzionando il mondo della consulenza

    Play Episode Listen Later Nov 14, 2024 19:27


    Negli ultimi decenni, il digitale ha rivoluzionato molti settori, ma cosa significa per il mondo della consulenza? In questo episodio di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj analizzano la transizione della consulenza da approcci analogici a digitali e come ciò abbia trasformato non solo i metodi di lavoro, ma anche i modelli di business. Con il contributo dell'esperienza di Anisa presso PwC, esploriamo il caso esemplare di una delle Big Four, che ha saputo trasformarsi con innovazioni radicali come la piattaforma digitale PwC's Digital Lab e collaborazioni con colossi tech come Microsoft e Google. Oggi i consulenti sono chiamati a padroneggiare nuovi strumenti digitali, inclusa l'intelligenza artificiale e il cloud computing, per mantenere alta la qualità del servizio e rispondere alla crescente richiesta di competenze tecnologiche. Tra le tendenze emergenti si evidenziano la sostenibilità e l'adozione di modelli di lavoro ibridi, che alternano consulenza in presenza e da remoto, garantendo una maggiore flessibilità. La sfida però non è solo tecnica: la cultura aziendale deve evolvere insieme alla tecnologia, e le piccole e medie imprese italiane, spesso radicate in metodi tradizionali, affrontano resistenze che possono rallentare il cambiamento. Ospite dell'episodio è Gianluca Diegoli, esperto di marketing digitale, che condivide le sue osservazioni sull'evoluzione della consulenza digitale e sull'importanza per le aziende di acquisire competenze interne che permettano loro di sfruttare al meglio i servizi esterni. Secondo Diegoli, l'approccio ai dati è cruciale per una strategia efficace, soprattutto per le piccole realtà che vogliono competere con le grandi piattaforme. L'episodio si conclude con uno sguardo al futuro della consulenza, dove il valore risiede nella capacità di fondere il digitale con il contatto umano e la personalizzazione. L'esempio di PwC ci insegna che, se ben gestita, la trasformazione digitale non significa perdere le radici tradizionali, ma creare un ponte verso un futuro in continua evoluzione.

    Nudismo Finanziario 10: Espérance Hakuzwimana, «Il prezzo dell'amore adottivo»

    Play Episode Listen Later Nov 13, 2024 16:33


    Espérance Hakuzwimana è nata nel 1991 ed è una scrittrice di successo, che oggi pubblica con Einaudi. Nata in Ruanda durante il genocidio, perde i genitori molto presto e finisce in orfanotrofio. All'età di tre anni viene adottata da una famiglia bresciana e inizia la sua vita in Italia. Crescendo, Espérance inizia a percepire che esiste una relazione tra l'enorme costo sostenuto per un'adozione internazionale e le aspettative verso i figli salvati da situazioni difficili. «È stato complesso desiderare di fare la scrittrice quando i miei genitori adottivi mi chiedevano di fare lavori molto più lineari. Io fino a un certo punto ci ho anche provato», racconta. Il denaro non contamina solo la relazione con i genitori adottivi, ma anche quella con le persone afrodiscendenti conosciute in Italia: «Tu vivi con questa discrepanza molto forte, perché tutte le persone che ti assomigliano fisicamente vivono in una condizione economica molto diversa dalla tua. Laddove ero riuscita finalmente a trovare un punto in comune, venivo esclusa perché ero ricca secondo loro». Espérance, fin da ragazzina, prova senso di colpa per il privilegio di cui gode e con la maturità arriva a rifiutarlo, cercando di seguire la sua strada in totale autonomia. Per frequentare la scuola Holden, chiede un prestito che impiegherà più di otto anni a ripagare. Quando finalmente realizza il sogno della sua vita, diventare scrittrice, si accorge che è difficile vivere di questo lavoro, «infatti la maggior parte degli scrittori sono già ricchi». Tanto che arriva a interrompere il tour di presentazioni di un suo libro, attività svolta dagli scrittori in totale gratuità, perché ha bisogno di lavorare. «Parlare di soldi, all'interno di questo mondo, sembra quasi screditare la cultura. Però io ho bisogno di soldi per vivere, per avere il tempo per pensare, per creare, per immaginare. Se ho l'ansia perché non so come pagherò il mio affitto, di sicuro non ho tempo per la creatività». Oggi Espérance ha trovato un equilibrio, affiancando, alla scrittura, un'attività di consulenza con le aziende. I soldi le danno la libertà di curarsi, di comprarsi un computer per lavorare meglio, ma anche di fare esperienze che l'arricchiscono emotivamente, come tornare in Ruanda 30 anni dopo averlo lasciato. «Io ho fatto questo viaggio, ho speso molti soldi, ma sono tornata a casa essendo una persona diversa».

    La nuova veste 01: Storia epica dell'investimento

    Play Episode Listen Later Nov 11, 2024 23:01


    Investire è una parola latina che significa "coprire con una veste". Quando investiamo, infatti, diamo ai nostri risparmi una nuova veste. Ma quale? In questa prima puntata de La nuova veste, inizieremo a orientarci nella molteplicità di forme che può assumere il nostro denaro. E lo faremo attraverso la lente della storia. «L'investimento nella storia umana è sempre esistito», dice l'economista Emanuele Felice, «perché è fondamentale per svolgere attività economiche a lungo termine». In origine era un accordo diretto tra investitore e mercante, finalizzato a progetti di lungo termine e ad alto rischio, come le spedizioni commerciali. Con il tempo, però, anche grazie al calvinismo, che riconosce e incoraggia l'arricchimento individuale, diventa sempre più anonimo e speculativo. Ma cosa possiamo fare noi piccoli investitori per contribuire a invertire la rotta? Quale veste possiamo dare ai nostri soldi perché vadano a far crescere l'economia produttiva? Roberto Grossi, vicedirettore di Etica Sgr, società di gestione del gruppo Banca Etica, spiega che oggi gli investimenti etici tentano di contrastare gli eccessi della speculazione, orientando il capitale verso l'economia reale. Tuttavia, è molto forte il rischio del greenwashing da parte di istituzioni finanziarie che creano ottimi prodotti etici, ma con l'altra mano finanziano attività poco etiche. È fondamentale, dunque, che vengano stabilite regole e incentivi per orientare il settore verso una sostenibilità autentica e sociale. Questo podcast è realizzato in collaborazione con Etica Sgr, società di gestione del Gruppo Banca Etica, specializzata in investimenti etici e responsabili.

    Percorsi 09: Il sogno di Patagonia e la realtà della moda circolare

    Play Episode Listen Later Nov 6, 2024 21:51


    A partire dagli Anni Duemila, ci è parso normale comprare in media 26 chili di prodotti tessili ogni anno, il 40% in più rispetto agli Anni 90. E questo perché il fast fashion ha normalizzato la sovrapproduzione di abiti: abbiamo a disposizione sempre nuovi stili, a prezzi bassi e questo aumenta la quantità di indumenti prodotti, utilizzati e poi scartati. Ma quali conseguenze ha questo nostro modo di consumare abiti per il Pianeta? Un dato per tutti: stiamo sfruttando la natura 1,7 volte più velocemente di quanto gli ecosistemi impiegano a rigenerarsi, fino a esaurire il capitale naturale. In questa nona puntata di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj affrontano il tema della moda circolare, sottolineando la necessità di ripensare il ciclo di vita dei capi d'abbigliamento per ridurre l'impatto ambientale. Una data fondamentale in questo senso è il primo gennaio 2025 quando per i Paesi UE scatterà l'obbligo di attuare la raccolta differenziata dei rifiuti tessili. Una storia esemplare, da questo punto di vista, è Patagonia, azienda pioniera della sostenibilità nel fashion, che nel 2011 ha lanciato la campagna “Don't Buy This Jacket!” per ridurre il consumismo. Nel tempo, Patagonia ha adottato iniziative innovative, incluso il trasferimento delle proprie azioni a una no-profit per finanziare cause ambientali. Ospite dell'episodio è Gaia Segattini, fondatrice di Gaia Segattini Knotwear, un'azienda che crea capi esclusivamente da materiali rigenerati, limitando gli sprechi e promuovendo il valore della filiera corta, che produce cioè su piccola scala e garantisce la trasparenza nella catena di approvvigionamento. L'episodio offre lezioni su come la moda circolare possa contribuire alla sostenibilità e come un cambiamento nelle abitudini di consumo sia essenziale per supportare un'industria più etica e consapevole.

    Percorsi 08: La crisi del food delivery, da Glovo ai nuovi modelli, locali e sostenibili

    Play Episode Listen Later Oct 31, 2024 19:58


    Nell'ottava puntata di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj esplorano l'evoluzione e le sfide del settore del food delivery, che negli ultimi anni ha permesso la nascita di colossi come Deliveroo, Just Eat, Uber Eats e, soprattutto, Glovo, ma che per la prima volta sta affrontando una crisi pesante. Dopo il boom dovuto alla pandemia, dalle Borse arrivano segnali negativi: le quattro aziende più grandi quotate in Europa e negli Stati Uniti, tra cui Deliveroo e Just Eat Takeaway, in 7 anni hanno accumulato perdite per oltre 20 miliardi di dollari. Ferrari e Harizaj raccontano in particolare la parabola di Glovo, azienda fondata a Barcellona nel 2014. Quest'ultima si distingue per la sua crescita rapida grazie a un'espansione capillare nei mercati globali e locali, divenendo un “unicorno” del settore. Ferrari e Harizaj riflettono sul futuro di queste imprese, caratterizzate da una forte pressione per ridurre i costi operativi, affrontare la concorrenza e migliorare le condizioni di lavoro dei rider. L'ospite dell'episodio, Lucia Borso, cofondatrice di So.De (Social Delivery), presenta un modello alternativo di delivery locale e sostenibile, attivo a Milano, che impiega mezzi non inquinanti e offre contratti regolari ai lavoratori. Borso spiega come questo approccio favorisca l'economia locale, con vantaggi immediati come la rapidità di consegna e una maggiore freschezza dei prodotti. Il modello di So.De mostra come l'impresa possa integrare valori etici e sostenibilità senza sacrificare efficienza e impatto economico.

    Nudismo finanziario 09: Augusto Coppola: «Credevo di essere diventato ricco»

    Play Episode Listen Later Oct 29, 2024 21:04


    Augusto Coppola è stato uno dei primi startupper di successo italiani, poi divenuto venture capitalist e oggi consulente sui temi dell'innovazione. Nato in una famiglia monoreddito di 5 persone, l'unica educazione finanziaria ricevuta è che i soldi si fanno lavorando. E così, per gran parte della sua giovinezza, punta ad aumentare la sua occupabilità, ovvero il valore che le sue competenze hanno sul mercato del lavoro. Dopo un'esperienza all'estero in cui riesce a mettere da parte un bel po' di risparmi, si lancia in una startup che si rivela presto un successo. Ma la sua diseducazione finanziaria gli fa fare una serie di errori finalizzati a monetizzare subito, che gli impediscono di diventare ricco come avrebbe potuto da quell'esperienza. Dopo la prima startup, «il successo rende arroganti», e ne fa subito un'altra, che non va bene come la prima, solo che ci mette molti anni a capirlo. E nel frattempo brucia le risorse che aveva messo da parte. «Quello è stato l'abisso perché mi sono trovato improvvisamente disoccupato senza degli skill riconosciuti dal mercato, con una famiglia che era cresciuta e che comunque si era abituata al tenore di vita di uno che pensava di essere diventato ricco, quindi ho passato due o tre anni complicati». Ad aiutarlo a risollevarsi contribuisce la sua relazione con il denaro, profondamente strumentale: «Stasera mangiamo? Stiamo bene? Siamo felici? E allora chi se ne frega dei soldi. I soldi arrivano se lavoro e io un lavoro trovo sempre. Quindi non sono mai angosciato».

    Percorsi 07: Ferrero e la sfida del passaggio generazionale

    Play Episode Listen Later Oct 24, 2024 19:08


    In questa puntata di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj affrontano una delle sfide più complesse e cruciali per le imprese familiari: il passaggio generazionale. Il ricambio ai vertici di un'azienda, soprattutto quando si tratta di imprese di famiglia, non è solo un trasferimento di quote o ruoli, ma un vero e proprio passaggio di valori, visione e know-how aziendale. Pianificare questo processo è fondamentale per garantire la continuità e il successo dell'azienda, soprattutto in un Paese come l'Italia, dove l'85% delle imprese è a conduzione familiare. La puntata esplora le principali sfide del passaggio generazionale, come la formazione dei successori, la trasmissione delle competenze chiave e la pianificazione patrimoniale. Le conduttrici presentano la storia della Ferrero, un caso emblematico di successo generazionale. Da Pietro Ferrero, che ha fondato l'azienda nel 1946, a suo figlio Michele, il creatore della Nutella, fino a Giovanni Ferrero, che oggi guida una delle multinazionali più conosciute al mondo. La capacità di bilanciare tradizione e innovazione è stata la chiave per affrontare il ricambio senza compromettere la crescita e la competitività dell'azienda. Ospite della puntata è Renato Cifarelli, amministratore delegato di Cifarelli SpA, azienda familiare specializzata nella produzione di macchine agricole e per il giardinaggio. Renato condivide la sua esperienza personale nel prendere le redini dell'azienda fondata da suo padre e riflette sull'equilibrio necessario tra legami familiari e gestione imprenditoriale. Un episodio che offre spunti pratici per chi si trova ad affrontare il delicato passaggio generazionale, con consigli su come garantire continuità e stabilità senza rinunciare all'innovazione.

    Episodio 87: Il prezzo che pago per aver scelto di lavorare nella cultura

    Play Episode Listen Later Oct 22, 2024 13:30


    Michela Cesaretti ha 57 anni e vive a Roma. È cresciuta in una famiglia che aveva pochi soldi, ma in un contesto in cui i soldi erano poco importanti. Perché non ce li aveva nessuno e non si aveva mai la percezione di una carenza. I suoi genitori erano entrambi insegnanti ed erano cresciuti in un mondo in cui i figli facevano il lavoro dei padri. Con Michela, questo meccanismo si interrompe. Le dicono che deve scegliere il lavoro che l'appassiona e lei si laurea in Lettere, con indirizzo Discipline dello Spettacolo. Michela, sia prima sia dopo la laurea, sperimenta diversi lavori nel mondo culturale, senza mai avere entrate davvero regolari. E benché non avesse una particolare vocazione alla libera professione, capisce che l'unico modo per lavorare con la cultura e con lo spettacolo è aprire la partita Iva. In questa dimensione professionale, dentro la quale mette tutta la sua passione, Michela però si sente scomoda dal punto di vista finanziario, perché i compensi non sono commisurati alla mole di lavoro. E le tasse «sembravano sempre una cosa fuori misura rispetto a quello che guadagnavo in un anno», racconta. «Quando bisognava fare la dichiarazione dei redditi provavo sempre uno stupore incredulo. Pensavo di essere incapace». Durante la pandemia, momento drammatico per tutti gli artisti, Michela attiva un servizio di teatro delivery, in cui va a raccontare storie a domicilio. Più che mai si rende conto del potere delle storie e del valore che ha il suo lavoro. Eppure, proprio quando percepisce l'importanza di ciò che fa, Michela prende atto che i beneficiari del suo lavoro faticano ad attribuire a esso un valore economico: «Vi ho scritto che avrei voluto fare questa intervista dopo aver detto sì a una persona che mi ha chiesto di andare a raccontare gratuitamente, in una situazione socialmente complessa. Tendenzialmente mi sono imposta di non accettare, ma ogni tanto cedo perché riconosco la potenza del racconto». In questo contesto difficile, Michela oggi desidera soltanto una cosa: essere chiamata per fare ciò che ama e percepire un giusto compenso per vivere una vita dignitosa. 

    Percorsi 06: Da Blockbuster a Netflix, come cambiano domanda e offerta

    Play Episode Listen Later Oct 17, 2024 23:20


    In questa puntata di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj esplorano la relazione tra domanda e offerta, due concetti fondamentali in macroeconomia che hanno subito profonde trasformazioni negli ultimi decenni, grazie all'impatto di fattori economici, tecnologici e sociali. Attraverso esempi pratici e una spiegazione chiara, le conduttrici analizzano come fenomeni globali quali la tecnologia, la globalizzazione e i cambiamenti demografici abbiano influenzato le dinamiche tra consumatori e produttori. La case history dell'episodio è dedicata a Blockbuster e Netflix, due storie aziendali che incarnano il passaggio dall'era del noleggio fisico di videocassette alla rivoluzione dello streaming digitale. Blockbuster, un colosso del videonoleggio con punti vendita in tutto il mondo, non è riuscito ad adattarsi ai nuovi comportamenti dei consumatori e all'avvento di tecnologie come lo streaming, firmando così il proprio declino. Al contrario, Netflix ha saputo cogliere l'opportunità e innovare, trasformandosi da servizio di noleggio di DVD a gigante globale dello streaming, rivoluzionando il modo in cui guardiamo film e serie TV. L'ospite della puntata è Europress Vinyl, uno dei produttori superstiti di dischi in vinile in Italia. Con un approccio manageriale e imprenditoriale, Europress Vinyl rappresenta un esempio di come un settore considerato di nicchia possa trovare nuove opportunità nell'equilibrio tra domanda e offerta, rispondendo ai cambiamenti del mercato. Un episodio che offre una lezione preziosa per chi fa impresa: comprendere e anticipare le dinamiche tra domanda e offerta è la chiave per rimanere competitivi e affrontare le sfide del futuro.

    Episodio 86: Il giorno in cui mi sono ritrovata con 600mila euro di debiti

    Play Episode Listen Later Oct 15, 2024 14:42


    Antonia Moroni ha 58 anni, vive a Milano ed è responsabile amministrativa di un'azienda commerciale. È figlia di due genitori sordi, e quindi fin da bambina è il loro ponte uditivo col mondo, trovandosi coinvolta in questioni più grandi di lei. A mandare avanti la casa è sua mamma, con il lavoro di sarta, mentre il padre è un artigiano che per lungo tempo non porta uno stipendio a casa. «Almeno fino a quando mio zio,  che per me è stato come un secondo padre, ha messo le mani nei conti della sua attività e l'ha rivoluzionata», racconta Antonia. Nel 1990, però, una grande tragedia si abbatte sulla famiglia di Antonia: l'adorato zio viene ucciso a Marrakech. Ciascun membro della famiglia si ritrova con un'eredità di 250 milioni di lire. Antonia, ad oggi, non ricorda precisamente cosa ha fatto con quei soldi. Suo fratello, assieme al padre e al fidanzato di Antonia, aprono una Srl, dove presto anche Antonia va a lavorare. Ma le cose non vanno come si aspettavano: dopo un anno, infatti, chiudono. Decidono di non dichiarare fallimento e di coprire i debiti con i soldi dell'eredità dello zio. Le strade di Antonia e di suo fratello a quel punto si dividono. Antonia costruisce la sua professionalità nella comunicazione prima, nell'amministrazione poi. Il fratello, invece, riattiva la Moroni Incisioni SNC, la società a nome collettivo del padre, di cui Antonia non è più socia, ma di cui si ritrova ad ereditare le quote alla morte del padre. Il fratello si specializza sulle grandi insegne. Antonia non ha alcuna relazione con lui, ma le cose sembrano andargli a gonfie vele: «Il suo stile di vita era molto agiato: belle macchine, bei vestiti, belle case… Io sapevo quello che mi raccontava mia mamma, però vedevo che si poteva permettere una bella vita». Se non che ogni tanto, il fratello chiede ad Antonia e a sua madre di andare a in banca a firmare delle fideiussioni o dei prestiti. Ma sembrava tutto nella regola. Alcuni anni dopo, un dipendente di suo fratello denuncia di non percepire lo stipendio da anni. È l'inizio di un incubo. Antonia e sua madre ricevono innumerevoli decreti ingiuntivi, subiscono il pignoramento delle case, fino a ritrovarsi con un debito di 600.000 euro. Sarà un'avvocata specializzata nella legge anti-suicidi ad aiutare Antonia a venirne fuori.

    Percorsi 05: Donne e finanza, la lezione di Muriel Siebert

    Play Episode Listen Later Oct 10, 2024 22:43


    In questa puntata di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj affrontano un tema cruciale e attuale: il rapporto tra donne e finanza. Partendo da una constatazione preoccupante – l'Italia è al 104esimo posto nel mondo per partecipazione femminile alla vita economica – le due conduttrici discutono delle sfide che le imprenditrici affrontano per farsi strada in un settore ancora dominato dagli uomini. Sottorappresentazione, difficoltà di accesso ai finanziamenti e stereotipi di genere sono solo alcune delle barriere che limitano il loro successo. La puntata esplora la storia di Muriel Siebert, la prima donna ad avere un seggio alla Borsa di New York e fondatrice della Siebert Financial Corporation. La sua storia di coraggio e determinazione è un esempio emblematico di come, nonostante le difficoltà, le donne possano eccellere e lasciare un segno in settori storicamente riservati agli uomini. Muriel non si è fermata solo alla propria carriera, ma ha anche sostenuto altre donne e minoranze attraverso programmi di finanziamento. Ospite della puntata è Barbara Alemanni, professoressa di Finanza e consulente di numerose istituzioni finanziarie, che condivide la sua esperienza e riflette sulle sfide e le opportunità che le donne affrontano nel mondo della finanza. Con la sua esperienza accademica e pratica, Barbara offre preziosi spunti su come superare le barriere culturali e strutturali, puntando sull'educazione finanziaria e sull'importanza di creare reti di supporto.

    Episodio 85: Per 22 anni mi sono preparata (finanziariamente) a lasciare il mio lavoro in banca

    Play Episode Listen Later Oct 8, 2024 13:23


    Una mattina di marzo 2015 Anna si sveglia, si guarda allo specchio, e si rende conto che è arrivato il momento di fare ciò che aveva già messo in conto 22 anni prima: lasciare il suo lavoro da dipendente in banca. Così prende la metro, e invece di andare in filiale, va alla sede centrale a consegnare le dimissioni. Oggi è una libera professionista che fa la Language virtual trainer, e questa è la storia di come per 22 anni si è preparata a compiere un passo che avrebbe potuto renderla più povera, ma non se fatto con la dovuta preparazione finanziaria.  Anna vive ad Ostia e proviene da una famiglia che ha sempre visto il posto fisso come garanzia di emancipazione sociale. Questo mito familiare condiziona le scelte che fa riguardo i suoi studi: le piacerebbe frequentare il Classico, ma alla fine sceglie l'istituto Tecnico, sicura di trovar lavoro una volta diplomata. E così accade: a 19 anni ha già un posto in banca e guadagna 1600 euro, più di suo padre e suo fratello.  Fin dal primo giorno Anna ha ben chiaro che quello non sarà il lavoro che farà per tutta la vita, e che i soldi che guadagna, altro non sono che il volano per raggiungere la vera libertà. Così approfitta per comprare casa, iscriversi all'Università e laurearsi in Lingue, sposarsi e poi divorziare. Intanto gestisce i suoi soldi come se fossero il portafoglio di un cliente, trasformando i suoi obiettivi di vita in obiettivi finanziari ed investendo in funzione di quelli: «C'era l'obiettivo di lungo termine che era andarsene, l'obiettivo di medio termine che era continuare a studiare, e poi quello di breve termine che era viaggiare». Sette mesi dopo aver finito di pagare il mutuo, arriva per Anna il momento che ha rimandato a lungo. Le competenze maturate nel settore finanziario la aiutano a gestire le spese nel momento in cui diventa libera professionista: «Io ho sempre fatto piani d'accumulo perché la mia idea è che non esista un momento migliore per entrare in un investimento. Si può entrare in qualsiasi momento con una piccola cifra. Quindi essere oculata nelle spese è stata la cosa che mi ha dato la possibilità di andare avanti e di dire: “voglio imparare ancora e voglio poter cambiare ancora”». Oggi Anna guadagna 22mila euro lordi, che è pochissimo rispetto alla cifra di un tempo. Ma dentro questa vita si sente finalmente a casa: «Io qualche volta il lunedì mattina mi svegliavo e piangevo. Ad oggi posso fare molte meno cose perché non ho lo stipendio e le sicurezze che avevo prima, ma se non altro, adesso il lunedì mi sveglio contenta. E quello paga, molto».

    Percorsi 04: Dalla stalla 4.0 al vertical farm, le nuove frontiere dell'agricoltura

    Play Episode Listen Later Oct 3, 2024 20:58


    Chi di noi non ha pensato, almeno una volta nella vita, di lasciare tutto per andare a vivere in campagna e dedicarsi all'agricoltura? Nel quarto episodio di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj esplorano il tema della rivoluzione agricola contemporanea, ovvero le profonde trasformazioni del settore agricolo negli ultimi dieci anni, caratterizzate dall'introduzione di tecnologie avanzate come droni, sensori e robot. Mentre Harizaj spiega le sfide che il settore affronta, tra cui il cambiamento climatico, l'erosione del suolo e la gestione delle risorse idriche, sottolineando la necessità di innovazione per garantire la sostenibilità e la sicurezza alimentare, Ferrari introduce un caso di scuola: l'agricoltura di precisione e verticale, rappresentata da realtà innovative come Planet Farms, che combinano tecnologie all'avanguardia con l'ottimizzazione dello spazio e delle risorse naturali. Ospite della puntata è Enzo Antonacci, che a Turi, in provincia di Bari, insieme alla moglie Marianna Netti, una ex modellista e stilista di abiti per bambini, porta avanti la fattoria “La Lunghiera”, che da diversi anni produce alcuni dei migliori formaggi da latte di bovini di razza Bruna in Europa. Le 3 domande della puntata sono per lui e suo figlio Francesco, che lo affianca nel lavoro quotidiano mentre continua a studiare per laurearsi in Agraria all'Università di Bari.

    Episodio 84: Ho cercato di educare i miei figli anche tramite i soldi

    Play Episode Listen Later Oct 1, 2024 18:28


    Luca Foresti, classe 1973, è un imprenditore. Magari non lo è sempre, tecnicamente, ma la sua bussola interiore è lì che punta. Fin da ragazzo, capisce c'è una ricchezza finanziaria, legata a ciò di cui puoi disporre in quel momento, e c'è una ricchezza economica, legata alle possibilità che hai di produrre reddito in una vita intera, e quindi alle capacità, alle passioni, alla relazioni. Cresciuto in una famiglia umile, Luca affianca il lavoro allo studio fin da ragazzino: prima in fabbrica, poi a raccogliere le patate, infine a insegnare a corsi di lettura e memoria rapida. Fino a che conosce un professore che lo fa appassionare ad una disciplina che guiderà le sue scelte negli anni successivi: la fisica. Luca entra alla Normale di Pisa e per lui, in quel momento, si apre un mondo di possibilità: in Università riceve un piccolo stipendio mensile ma soprattutto ha accesso a libri, film, dischi. In quegli anni si rende conto che la vera scarsità è il tempo, «perché erano molte più le cose belle che potevo fare che il tempo a disposizione per farle». Dopo la laurea, Luca fa un dottorato in Matematica Finanziaria e subito dopo, inizia lavorare. Ogni sua scelta, in quegli anni, è dettata dalla possibilità di apprendimento che un certo lavoro gli da e non dallo stipendio. Verso i 30 anni capisce che vuole fare un passo in più verso la complessità: diventare imprenditore. E così fonda una start-up assieme a sua moglie. Ma le cose non vanno come si aspettavano e nel giro di pochi anni si ritrovano a fronteggiare molti debiti. Ma anche in questo momento difficile, Luca mantiene un profilo di rischio molto elevato, che nasce dalla consapevolezza mai sopita di possedere ricchezza economica. Per fare cassa e ripagare i debiti, accetta alcune consulenze e poi diventa amministratore delegato del Sant'Agostino di Milano. «Una sconfitta morale inizialmente. Poi, però, per un mix di fortuna e bravura, il Sant'Agostino è diventato di fatto una start-up». Luca ne diviene socio e dopo averne guidato la exit, torna a fare l'imprenditore. In questi anni di montagne russe e di continui cambiamenti, le conversazioni finanziarie non avvengono mai in stanze chiuse ai loro tre figli: la famiglia di Luca diventa una sorta di laboratorio di educazione finanziaria che codifica un vero e proprio metodo che ci ha generosamente raccontato.

    Percorsi 03: Kodak e la rivoluzione ineluttabile, quella digitale

    Play Episode Listen Later Sep 26, 2024 20:39


    Nel terzo episodio di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj affrontano il tema della rivoluzione digitale e del suo impatto sull'economia e sulla vita quotidiana. La digital economy si basa su tecnologie informatiche, Internet e telecomunicazioni per la produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi. Ecco perché i ritardi dell'Italia rispetto ad altri Paesi europei in termini di diffusione della banda larga e del 5G sono piuttosto importnati, ma per fortuna gli investimenti del PNRR stiano colmando il divario. La conversazione si concentra poi sull'importanza dell'e-commerce, che nel 2023 ha raggiunto un valore di 45 miliardi di euro solo in Italia. La pandemia ha accelerato questa tendenza, e le imprese, soprattutto le piccole e medie, si stanno digitalizzando per rimanere competitive. Il discorso si sposta poi sul confronto con i colossi globali della digital economy, come le Big Tech americane, e sul loro impatto economico. L'episodio include un'analisi del fallimento di Kodak, un tempo leader del mercato fotografico, che non seppe adattarsi all'avvento del digitale. A seguire, l'intervista a Roberta Bonzano, CEO di Oryza, che racconta una storia di successo: come un'azienda agricola del Vercellese ha abbracciato la digitalizzazione per espandersi a livello internazionale. L'episodio si chiude con una riflessione sull'importanza di accogliere il cambiamento e innovare continuamente per mantenere competitività e rilevanza nel mondo moderno.

    Rituali 07. Daniela Collu: «Quella volta che la psicanalista mi fece stampare gli estratti conto»

    Play Episode Listen Later Sep 24, 2024 18:51


    Daniela Collu è autrice, podcaster, influencer. Nata in una famiglia in cui non c'erano soldi, ha iniziato a lavorare quando aveva 15 anni e ha capito fin da subito che “il salario” era la sua libertà. Nonostante ciò, ha faticato come tutti a darsi un valore. Trovato un posto fisso ai Musei del Comune di Roma, se l'è tenuto stretto finché l'attività di autrice è diventata così intensa da poter osare le dimissioni. Per spingerla al grande passo c'è voluta una psicanalista che le ha detto: «Stampa i tuoi estratti conto e renditi conto che quei soldi li hai guadagnati tu». E per imparare a farsi pagare il giusto, c'è voluta un'agente che sapeva dare un valore alle sue competenze. «Questo valore io l'ho capito nel tempo anche vedendo quanto venivano pagati quelli che erano peggio di me. E non ho usato il maschile a caso».  Oggi che è seguita da centinaia di migliaia di follower, Daniela Collu si è resa conto di essere finita al centro di una curiosità morbosa sulla sua ricchezza. Le domande su quanto guadagna o sulla casa in cui vive trasudano invidia sociale, invece che sana curiosità verso un certo mercato del lavoro o immobiliare, perciò ha deciso di proteggere la sua privacy. A proposito di case, cresciuta in una famiglia che aveva come motto “E se poi ti penti?” oggi Daniela ha un gruzzoletto fermo in banca e non riesce a decidersi a comprarne una. Dovesse mai pentirsene...

    Percorsi 02: Sfide e nuove frontiere della gig economy

    Play Episode Listen Later Sep 19, 2024 25:12


    Nel secondo episodio di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj affrontano il tema della gig economy, un modello economico basato su lavori temporanei e freelance. L'episodio si apre con un'introduzione sulla crescita delle piattaforme digitali che collegano aziende e professionisti per progetti a breve termine, citando casi di successo come Fiverr e UpWork. Viene spiegato come il termine "gig", nato negli anni '20 nel mondo del jazz, sia oggi sinonimo di "lavoretto" nell'economia on demand. Anisa racconta la sua esperienza con Fiverr, descrivendo come questa piattaforma offra servizi accessibili per imprenditori in cerca di competenze specifiche. Viene anche analizzata la rapida espansione della gig economy, che oggi coinvolge circa 200 milioni di persone nel mondo e genera miliardi di dollari. Domitilla e Anisa discutono i vantaggi e le sfide di questo modello, come l'accessibilità e la flessibilità, ma anche le problematiche legate alla precarietà e alla qualità del lavoro offerto. L'ospite della puntata è Simone Tornabene, co-founder di Cosmico, una piattaforma italiana che collega professionisti con aziende. Tornabene offre una visione innovativa di come domanda e offerta si incontrino nel mercato del lavoro freelance e parla dell'importanza di coltivare soft skills oltre alle competenze tecniche. L'episodio si chiude con una riflessione sull'evoluzione del lavoro nel contesto della gig economy e le sue implicazioni per il futuro.

    Episodio 83: Quel passaggio generazionale gestito senza mai parlare di soldi

    Play Episode Listen Later Sep 17, 2024 13:01


    Camilla Negri ha 34 anni ed è originaria di Fontana Fredda di Cadeo, un paese in provincia di Piacenza, dove il padre negli anni '80 avvia un'azienda che vende attrezzature per la ristorazione. Fin da quando è ragazzina, Camilla nutre una forte repulsione per quell'attività di famiglia, in perenne lotta con i competitor, le banche, i pagamenti. In più, l'azienda fagocita tutte le energie dei suoi genitori, a discapito di altri aspetti della vita. «Da parte loro mi è mancato proprio quel tipo di rapporto per il quale si fanno cose insieme». Da ragazza Camilla ha tutt'altri sogni per il suo futuro, ma dopo la laurea si scontra con un mondo del lavoro predatorio: «I miei colloqui si svolgevano più o meno così: ti prendiamo sei mesi, non ti diamo neanche un rimborso spese e non pensiamo neanche di assumerti dopo». Capisce che non può permettersi di sbattere la porta in faccia alla fortuna che ha: entra così a lavorare nell'azienda di famiglia che un giorno erediterà. Impara molto e lavora sodo, consapevole che un giorno saranno lei e i suoi fratelli a mandare avanti l'azienda. Eppure il passaggio di conoscenze e competenze da parte dei suoi genitori è come inceppato. E in questo, ancora una volta, c'entra il tabù dei soldi. «Si parla di problemi, mai di soldi. Magari i fatturati sono in decrescita, ma non ci viene data un'idea chiara di quali sono le entrate, quali i costi, i finanziamenti in essere. Oggi i miei genitori non pensano che io e mio fratello siamo in grado di gestire l'azienda, e probabilmente hanno ragione. Ma se portassero il tema soldi nella conversazione, forse nel giro di poco tempo ne saremmo capaci». Intanto, con l'arrivo di una seconda figlia, Camilla ha un nuovo obiettivo su cui focalizzarsi: liberarsi dalla trappola casa-lavoro-famiglia e imparare a godersi la vita.

    Percorsi 01: Da Napster a Airbnb, l'economia peer-to-peer

    Play Episode Listen Later Sep 12, 2024 25:25


    Nel primo episodio di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj esplorano il tema dell'economia peer-to-peer (P2P), un modello in cui beni e servizi vengono scambiati direttamente tra persone, senza intermediari, tramite piattaforme digitali. Si parte dal caso di Napster, la piattaforma che ha rivoluzionato la condivisione di musica negli anni '90, diventando un simbolo dell'economia P2P ma anche del dibattito sui diritti d'autore. La conversazione si sposta su come Airbnb e Uber abbiano trasformato il mercato immobiliare e quello dei trasporti, abbattendo i costi e velocizzando le transazioni. Harizaj spiega le differenze tra la sharing economy (che punta sulla condivisione delle risorse) e l'economia P2P (basata sulla decentralizzazione delle transazioni), evidenziando i vantaggi di entrambi i modelli per le piccole e medie imprese. L'ospite della puntata è Marta Mainieri, fondatrice di collaboriamo.org, che offre spunti su come costruire una piattaforma di condivisione e generare valore dalle relazioni all'interno di una community. L'episodio si conclude con una riflessione sulle sfide regolatorie e sociali legate a questi nuovi modelli di business, che possono sia generare innovazione che creare nuove disuguaglianze.

    Episodio 82: In sede di divorzio, ho presentato il conto del mio lavoro di cura

    Play Episode Listen Later Sep 10, 2024 13:49


    Liana Doro è un'avvocata esperta di diritto di famiglia. Oggi sa che forse non avrebbe preso quella specializzazione se non fosse nata in una famiglia patriarcale. Nella sua giovinezza, tutte le risorse economiche e "di libertà" sono destinate al fratello maggiore. A lei non è consentito uscire, comprare cose che non siano indispensabili e nemmeno frequentare un'attività sportiva. Persino la scuola viene scelta dal padre: l'istituto magistrale. Ma è proprio quella formazione, così lontana da lei, a permetterle una prima forma di autonomia. Liana inizia subito a insegnare. E con i primi soldi guadagnati decide di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza. In quegli anni, Liana conosce uno studente che sposa giovanissima e di cui, poco dopo, resta incinta. Mentre frequenta i corsi, Liana fa 3 figli, e nonostante si ritrovi da sola a gestirli, mai per un attimo pensa di abbandonare gli studi. A 29 anni, quando riesce a laurearsi, inizia per lei il secondo tempo della vita: quello in cui può fare il lavoro che sogna. Ma non è facile come dirlo. Le porte non sono aperte per un'avvocata che è anche madre. Nonostante i tanti ostacoli superati, Liana ha un momento di crollo. «Non mi sentivo né una brava madre, né una brava moglie, né una brava lavoratrice. Ma è proprio quando ti senti un fallimento in ogni attività che stai svolgendo, che bisogna tenere duro, perché altrimenti, la prima cosa che molli è il lavoro». Liana lo vede succedere tra le sue prime clienti e così, quasi per caso, si ritrova a occuparsi di diritto di famiglia, accanto a donne che cercano di dare una svolta alla loro vita. A un certo punto toccherà a lei stessa attraversare l'esperienza vissuta tante volte attraverso le storie delle sue clienti: dopo 25 anni di matrimonio Liana e suo marito decidono di divorziare. E lei si pone l'obiettivo di ottenere il riconoscimento economico del lavoro di cura svolto durante gli anni precedenti: «Ho scritto un ricorso esemplare, in cui ho raccontato tutta la mia storia e in maniera provocatoria ho fatto una richiesta economicamente assurda». Quello che ottiene Liana, oltre a 3mila euro al mese, è l'affermazione di un principio. E cioè che non basta che la donna lavori perché i conti siano pari al momento della separazione.

    Claim Rame

    In order to claim this podcast we'll send an email to with a verification link. Simply click the link and you will be able to edit tags, request a refresh, and other features to take control of your podcast page!

    Claim Cancel