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L'appuntamento quotidiano (dal lunedì al venerdì) dedicato ai principali temi d’attualità, che vengono analizzati, approfonditi e contestualizzati principalmente attraverso l’apporto ed il confronto di ospiti in diretta.

RSI - Radiotelevisione svizzera


    • Nov 17, 2025 LATEST EPISODE
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    Obbligo di denuncia nella Legge sulla Chiesa cattolica

    Play Episode Listen Later Nov 17, 2025 30:36


    Un obbligo (per l'autorità ecclesiastica) di denuncia al Ministero pubblico dei reati commessi da membri del clero. Oggi in Ticino nella Legge sulla Chiesa cattolica questo obbligo non c'è e lo si vuole introdurre. E' una proposta di revisione della Legge – di cui si occupa lunedì il Gran Consiglio - che parte da un'iniziativa parlamentare del 2024 di Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini, deputati del Movimento per il socialismo. Proposta nata come reazione a uno dei casi più gravi di abuso emersi in questi anni in Ticino, quello che ha coinvolto l'ex docente e cappellano del collegio Papio di Ascona. Un caso che ha fatto parlare molto anche perché dal momento in cui la Curia era venuta a conoscenza dei fatti al momento della denuncia al Ministero pubblico sono passati anni. La necessità di introdurre nella Legge sulla Chiesa l'obbligo di denuncia nasce per evitare ritardi di questo tipo. Ma nel suo iter il testo dell'iniziativa è stato cambiato. Prima dal Governo e poi dalla Commissione parlamentare Costituzione e leggi. Oggi la Commissione propone al Gran Consiglio una versione che si scontra per certi aspetti – secondo la Diocesi – con il diritto canonico (che pure prevede un obbligo di denuncia) e con i diritti costituzionali fondamentali. La modifica di Legge porta quindi a riflettere sul rapporto tra il quadro normativo ecclesiastico e il diritto soprattutto penale, e più in generale sui rapporti tra Chiesa e Stato.Ne discuteremo con:·        Mons. Alain De Raemy, Amministratore apostolico della diocesi di Lugano ·        Simona Genini, granconsigliera PLR, che fa parte della Commissione Costituzione e leggi ·        Vincenzo Pacillo, professore di diritto ecclesiastico e canonico all'Università di Modena (ha insegnato anche a Lugano), autore del libro “Stato e Chiesa cattolica nella Repubblica e Cantone Ticino. Profili giuridici comparati”

    Neurodivergenze in aumento

    Play Episode Listen Later Nov 14, 2025 30:27


    Bambini e ragazzi con bisogni educativi particolari, disturbi dell'apprendimento, alta sensibilità o ancora deficit dell'attenzione. Sigle e definizioni che fino a dieci, quindici anni fa erano forse confinate in ambiti specialistici, oggi sono entrate nel linguaggio comune, nelle aule scolastiche, nelle conversazioni tra genitori. I numeri parlano chiaro: nell'ultimo decennio abbiamo assistito a un'impennata delle segnalazioni e delle diagnosi. E di fronte a questo dato, la domanda che aleggia, quasi come una provocazione, è inevitabile: “Siamo diventati tutti un po' più neurodivergenti?” Proprio ieri in Ticino si sono festeggiati i primi 50 anni della Scuola speciale cantonale. Nel 1975 si avviavano i primi passi nella direzione dell'inclusione e dell'integrazione delle diversità nella scuola; noi vogliamo concentraci sull'evoluzione della didattica inclusiva che oggi comprende anche una serie di disturbi, o forse meglio dire “neurodivergenze”, che vengono sempre più diagnosticate. E la domanda di fondo è: “siamo di fronte ad un'epidemia di disturbi del neurosviluppo, magari accentuata dallo stile di vita contemporaneo, oppure stiamo imparando a dare un nome a differenze nel funzionamento del cervello che sono in fondo sempre esistite?” Ne parliamo con tre ospiti:Mattia Mengoni, capo sezione della pedagogia speciale del Canton TicinoFabiano Frigerio, capo gruppo del sostegno pedagogico per le scuole medie, regione MendrisiottoGiuseppe Foderaro, Responsabile dell'unità operativa di neuropsicologia di Rete Operativa 

    Ricchi alla cassa per il clima

    Play Episode Listen Later Nov 13, 2025 29:15


    Il 30 novembre si vota sull' “Iniziativa per il futuro”, proposta dalla Gioventù socialista. Nel testo si chiede di finanziare la lotta al cambiamento climatico con una nuova imposta federale sulle eredità e le donazioni, applicando alla parte che supera i 50 milioni di franchi un'aliquota del 50 percento .Per i promotori, questa imposta frutterebbe 6 miliardi di franchi all'anno, vincolati a misure per ridurre le emissioni di gas serra. A essere toccati sarebbero i più ricchi, ritenuti responsabili di un impatto ambientale maggiore. Inoltre, l'imposta ridurrebbe la disuguaglianza dei patrimoni .Secondo i contrari una simile imposta porterà invece alla partenza di persone facoltose dalla Svizzera e metterà in pericolo il futuro di molte aziende familiari, tanto che le entrate fiscali diminuiranno invece di aumentare. La Svizzera sarebbe poi meno attrattiva per attirare persone e investimenti dall'estero.A Modem ne discutono:Giovanna Pedroni, presidente Giovani del Centro TicinoYannick Demaria, membro di comitato Gioventù Socialista Ticino undefined

    Gli attentati di Parigi, dieci anni dopo

    Play Episode Listen Later Nov 12, 2025 31:07


    Era il 13 novembre 2015, a Parigi, l'incubo durò 5 ore: un commando armato di terroristi colpì allo Stade de France, nei bistrot, per finire con la terribile carneficina del Bataclan, la sala dove 90 persone furono uccise mentre assistevano a un concerto rock. Dopodomani la Francia si fermerà per ricordare il peggiore attentato di matrice islamista in Francia, che costò la vita in totale a 130 persone, centinaia furono i feriti. Tra i terroristi l'unico sopravvissuto fu Salah Abdeslam, processato e condannato all'ergastolo senza possibilità di sconti di pena. Nella puntata di Modem andremo allora in Francia, per vedere come il Paese si prepara a ricordare i fatti di 10 anni fa, ma cercheremo anche di capire se e com'è cambiata la minaccia terroristica di matrice islamica in Francia, e in tutta Europa, Svizzera inclusa. Un dato fra tutti che emerge: la radicalizzazione è sempre più giovane e viaggia sempre più sui social…Ne parliamo con:ANNALISA CAPPELLINI, giornalista, collaboratrice RSI dalla FranciaLORENZO VIDINO, direttore del Programma sull'Estremismo presso la George Washington UniversityCHIARA SULMONI, analista e presidente di Start Insight di Lugano, think tank che si occupa di radicalizzazione

    Inverno demografico in Svizzera 

    Play Episode Listen Later Nov 11, 2025 29:59


    Per assicurare il ricambio generazionale occorre una media di 2.1 figli per donna, livello che per la Svizzera si allontana sempre più. Secondo i dati definitivi per il 2024, diffusi ieri dall'Ufficio federale di statistica, è stato registrato un nuovo minimo storico con 1.29 figli per donna. Sempre meno figli con genitori sempre meno giovani, aumenta invece il numero di chi non desidera avere figli. Una situazione da inverno demografico che colpisce praticamente tutta l'Europa. Alla radice del fenomeno un complesso intreccio di fattori economici, sociali e culturali che rendono difficile rovesciare un'evoluzione in corso da anni. Evoluzione che a sua volta si fa sentire su economia società e cultura. Per facilitare la genitorialità esistono varie iniziative a livello pubblico e di aziende, iniziative che non sembrano finora in grado di rovesciare il calo delle nascite. Intervengono sul tema: Tiziana Marcon, pedagogista e Responsabile di “Progetto genitori” associazione attiva in Ticino a livello cantonale Giuseppe Cappellari, economista di Demografik, centro studi e consulenze sui cambiamenti demografici a Basilea Ivano Dandrea, membro di comitato di Coscienza Svizzera e CEO del Gruppo Multi 

    Clima: ultima chiamata

    Play Episode Listen Later Nov 10, 2025 31:38


    In Brasile si apre oggi la 30esima conferenza Onu sul clima. Si svolge a Belem, in Amazzonia, “polmone del mondo”; giunge a 30 anni dal Vertice della Terra di Rio che diede inizio alla lotta internazionale contro il riscaldamento climatico e a 10 anni dall'accordo di Parigi che tracciò la via per affrontare il problema. Insomma, luogo e anniversari avrebbero potuto farne un appuntamento importante; verosimilmente ancora una volta non lo sarà: la comunità internazionale resta distratta da altre priorità. Cosa aspettarsi allora da questo vertice? E che cosa dire di una transizione energetica certamente avviata e che ha raggiunto risultati importanti, ma anche confrontata con mille ostacoli e rallentata da numerosi fattori, ultimo in data il ritorno alla Casa Bianca del “negazionista climatico” Trump? Ne discutiamo con: Emiliano Guanella, giornalista in Brasile Emanuele Bompan, geografo, direttore responsabile della rivista Materia Rinnovabile Barbara Antonioli Mantegazzini, economista, professoressa USI e Supsi, vicedirettrice dell'Istituto di ricerche economiche

    Insieme negli studi, insieme in pensione

    Play Episode Listen Later Nov 7, 2025 31:03


    La vita e l'esperienza di due alti funzionari dell'amministrazione pubblica ticinese, da poco in pensione. Roland David e Giovanni Maria Zanini, per anni responsabile della sezione forestale, il primo, e farmacista cantonale, il secondo. A loro modo si sono presi cura dei cittadini del canton Ticino e del loro territorio, uno nell'ambito sanitario e l'altro in quello ambientale. Un doppio incontro per ripercorrere la loro carriera e per scoprire anche i punti in comune tra queste due professioni. Non per nulla Zanini e David si erano ritrovati alla fine degli anni 70' sugli stessi banchi, durante la loro formazione universitaria: chi studia farmacia segue gli stessi corsi – botanica e biologia esempio - di chi studia ingegneria forestale. Da entrambi gli ospiti un messaggio anche per chi sta per scegliere il proprio futuro formativo e professionale: “abbiamo svolto il lavoro più bello del mondo”. 

    Troppe vittime sulle strade svizzere

    Play Episode Listen Later Nov 6, 2025 30:37


    Una cifra che fa discutere quel 34% di morti in più sulle strade svizzere registrato negli ultimi 5 anni (250 i decessi in seguito a incidenti stradali nel 2024). L'aumento è segnalato dall'Upi, l'Ufficio per la prevenzione degli infortuni, che parla di una Svizzera in controtendenza sul piano europeo e chiede alla politica maggiore incisività.Le misure efficaci ci sono – afferma l'Upi – la volontà politica di applicarle c'è forse meno; e l'obiettivo, fissato a Berna, di ridurre a 100 entro il 2030 i morti sulle strade del Paese rischia di mai concretizzarsi. Se guardiamo ai decessi sulle strade in rapporto alla popolazione o ai chilometri percorsi, la Svizzera resta un buon allievo in Europa, ma qualcosa apparentemente ancora non va. Cosa? Quali le sfide? Dove non si agisce abbastanza? O forse tutto sommato va bene così? Ne discutiamo con: ·        Emanuele Giovannacci, consulente tecnica del traffico UPI (quicklink)·        Renato Pizolli, servizio comunicazione, media e prevenzione Polizia Cantonale (telefono)·        Bruno Storni, presidente Ata sezione Ticino, consigliere nazionale PS (quicklink?)·        Simone Gianini, presidente Acs, consigliere nazionale Plr (studio)

    La svolta di Zohran

    Play Episode Listen Later Nov 5, 2025 30:34


    Il 111esimo sindaco di New York è un uomo di 34 anni, musulmano chiita, di origine indiana, nato in Uganda e politicamente un socialista, in corsa per il partito democratico. È lui il nuovo sindaco della capitale finanziaria del mondo, Zohran Mamdani, il suo nome. Si è imposto con un programma che in gran parte mira a ridurre l'impatto del costo della vita e a migliorare i servizi pubblici. Alle urne non si è andati solo a New York. Si è votato in diverse altre città e soprattutto lo si è fatto anche in due Stati, la Virginia e il New Jersey. E anche qui si imposto il partito democratico, ad imporsi due donne, dal profilo più centrista rispetto al nuovo sindaco di New York, saranno loro le nuove governatrici di questi due stati della Costa Est del paese.  E anche questa non è una buona notizia per Donald Trump, al suo primo test elettorale, un anno dopo la sua vittoria su Kamala Harris e il suo ritorno alla Casa Bianca. Ne discuteremo con:Elisa Volpi, docente di scienze politiche alla Franklin University di Lugano Mattia Diletti, professore di sociologia all'Università della Sapienza di Roma, specialista di politica statunitense Andrew Spannaus, giornalista e analista, docente di storia economica degli Stati Uniti alla Cattolica di Milano 

    Faraoni 2.0: fra piramidi, crisi e rinascita

    Play Episode Listen Later Nov 4, 2025 29:59


    Grande festa, naturalmente faraonica, per l'inaugurazione del Grand Egyptian Museum, il nuovo museo egizio del Cairo. Un'opera attesa da decenni e chiamata a simboleggiare una nuova fase della storia egiziana. Questo, mentre l'Egitto deve fare i conti con difficoltà economiche, sociali e politiche. L'Egitto rimane la principale nazione araba con 119 milioni di abitanti, ma la sua influenza internazionale sembra essersi ridotta dopo che le proteste di piazza del 2011 avevano fatto cadere l'allora presidente Hosni Mubarak. Il potere era in seguito passato ai fratelli musulmani di Mohamed Morsi e poi, dopo un colpo di stato, all'attuale presidente Abdel Fattah Al Sisi, in carica dal 2014. Il suo governo ha garantito stabilità al paese, ma al prezzo di una repressione politica ed una stagnazione economica. A Modem ne discutiamo con:Costanza Spocci, giornalista di Radio3 Mondo e già corrispondente dal CairoGiuseppe Dentice, analista dell'Osservatorio sul Mediterraneo di Roma

    Venezuela, venti di guerra

    Play Episode Listen Later Nov 3, 2025 30:45


    Navi schierate, tensione alle stelle, sanzioni, crisi umanitaria, accuse di narcotraffico, petrolio. Al centro di questa tempesta perfetta il Venezuela, paese di immense ricchezze naturali protagonista di un intenso braccio di ferro geopolitico con gli Stati Uniti di Donald Trump. Con il pretesto della lotta alla droga, gli Stati Uniti hanno condotto negli ultimi mesi una serie di attacchi letali a navi venezuelane accusate di trasportare stupefacenti e di farlo sotto il controllo del presidente venezuelano Nicolas Maduro in persona, considerato dal presidente americano un “narcoterrorista”. E la prossima settimana dovrebbe giungere nel mar dei Caraibi anche la USS Gerald Ford, la più grande portaerei della marina statunitense con annesse altre navi da guerra e armi da rivolgere contro lo stato sudamericano. Si parla del più grande dispiegamento navale nella regione dalla crisi missilistica di Cuba nel 1962. Uno schieramento ritenuto sproporzionato per la guerra al narcotraffico e ci si chiede se dietro questa retorica non ci sia piuttosto la volontà statunitense di riprendere le redini del cosiddetto “Cortile di casa”. Con quale impatto sul popolo venezuelano e sull'intero equilibrio nel Sud America?  Ne parleremo con:Emiliano Guanella, collaboratore RSI dal Sud America  Marco Mariano, professore di Storia del Nord America all'Università di Torino Vincenzo Musacchio, criminologo associato a due istituti di ricerca negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, che si occupano di criminalità organizzata e anticorruzione

    Dentro Gaza

    Play Episode Listen Later Oct 31, 2025 31:37


    Oltre cento morti, quasi la metà bambini, molte donne… Martedì sera Israele ha sferzato un violento attacco contro la striscia di Gaza. Una rappresaglia contro le azioni di Hamas, accusata da Tel Aviv di aver ucciso un soldato e di barare sulla restituzione dei cadaveri degli ostaggi. Una rappresaglia che non significa – hanno tenuto a sottolineare soprattutto gli americani, promotori della tregua in vigore da inizio ottobre - che la guerra è ricominciata. Il presidente degli Stati uniti Donald Trump ha in persona ha precisato che, dopo l'attacco, il cessate il fuoco nella regione è ora tornato in vigore. Ma Trump ha anche affermato che Israele aveva il diritto di rispondere, dopo l'uccisione di un suo soldato da parte di Hamas. Ma Hamas ha preso le distanze da quanto accaduto, sostenendo di non avere contatti né controllo delle cellule nel sud. Cioè: “Non siamo stati noi”. E se – se, precisiamo - non è stato Hamas, allora è stato qualcun altro. Ma quindi, quanto è forte la presa di Hamas sulla Striscia? Chi sono i gruppi armati antagonisti di Hamas con i quali, da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, è iniziato da parte della stessa Hamas, un regolamento di conti? Chi li sostiene, chi ha interesse che si rafforzino? Ma, anche: come si sta oggi a Gaza? Cosa significa per la popolazione un attacco così devastante come quello di alcuni giorni fa? E gli aiuti che Israele aveva promesso di far entrare, arrivano? Insomma, qual è la situazione dentro a Gaza?Ne parliamo con:Naima Chicherio – giornalista RSIGiorgio Monti - medico di Emergency, attivo a GazaFrancesca Caferri – giornalista de La Repubblica da Israele

    USA e Cina: due potenze al tavolo

    Play Episode Listen Later Oct 30, 2025 29:55


    L'ultimo loro incontro risale a sei anni fa, quando Donald Trump era al suo primo mandato alla Casa Bianca. Domani il presidente cinese Xi Jinping e l'omologo statunitense si riparleranno in Corea del Sud, a margine del vertice Apec. Un momento chiave nelle relazioni tra le due prime economie e potenze mondiali. La domanda di molti è se metterà un termine a una guerra commerciale che da mesi semina disordine a livello globale. Sia da Washington che da Pechino giungono segnali moderatamente incoraggianti. Ne parliamo con: Michelangelo Cocco, giornalista e analista, da Shangai Mario del Pero, professore di Storia internazionale e storia degli Stati Uniti a Sciences Po, ParigiRoberta Rabellotti, professoressa di economia all'università di Pavia, esperta di innovazione e sviluppo economico

    Officine FFS di Bellinzona: si riparte dall'inizio

    Play Episode Listen Later Oct 29, 2025 30:57


    È uno dei più importanti progetti per il futuro della città di Bellinzona. Importante sia per l'ampiezza e gli investimenti che si vogliono fare, sia per le sfide di pianificazione, di riqualifica e di bonifica che pone. Stiamo parlando del Nuovo Quartiere Officine. Quartiere dove da fine ‘800 sorge lo storico stabilimento industriale costruito per le riparazioni dei treni, e dove in futuro troveranno spazio attività di tutt'altro tipo: attività tecnologiche e di ricerca, scolastiche e formative, aggregative e culturali. Ma vi troveranno spazio anche nuovi alloggi e negozi. Un progetto, con tre attori coinvolti, la Città di Bellinzona, il Cantone e le FFS, progetto che ora deve fare i conti con una brusca frenata imposta dal Tribunale amministrativo cantonale. Il TRAM ha accolto parzialmente due ricorsi contro il Piano particolareggiato. Secondo il tribunale, il legislativo comunale ha dato il suo ok senza cognizione di causa, perché sono state omesse informazioni fondamentali, come il calcolo dei costi di bonifica dei terreni. Tutto è tornato così alla casella di partenza: il Municipio praticamente deve preparare un nuovo messaggio di pianificazione da proporre al Consiglio Comunale. Il sindaco di Bellinzona ha già ammesso che sarà difficile. Quali ostacoli ci sono nella realizzazione del Quartiere Officine e come superarli?Ne abbiamo discusso con:Mario Branda, sindaco di BellinzonaSara Nisi, consigliera comunale dei VerdiAndrea Cereda, consigliere comunale del PLRCon anche un'intervista registrata con l'avvocato Filippo Gianoni, tra i ricorrenti e una brevissima presa di posizione delle FFS

    Meno aiuti per gli stranieri?

    Play Episode Listen Later Oct 28, 2025 30:48


    Troppi aiuti sociali agli stranieri penalizzano i ticinesi? Non sarebbe il caso di analizzare compiutamente la situazione?  È questo il contenuto di una mozione a firma leghista depositata il 22 gennaio del 2024 e attorno alla quale si sarebbe dovuto discutere nella serata di ieri in Gran Consiglio a Bellinzona...  Ma non sempre le cose vanno come prestabilito, i dibattiti precedenti hanno preso tempo e la trattanda è quindi stata rimandata a novembre... Tant'è, il tema rimane di attualità anche guardando alle possibili voci di risparmio per far quadrare i conti dello stato, tanto più che a questa mozione se n'è di recente aggiunta un'altra a firma UDC LEGA e PLR che chiede una revisione totale della Legge cantonale sulle prestazioni sociali, la LAPS, in vigore da vent'anni.Ne parliamo a Modem con Alessandro Mazzoleni, vice coordinatore della Lega dei Ticinesi, mozionanteGiulia Petralli, deputata in Gran Consiglio per i Verdi, co-relatrice di minoranza

    Argentina, test elettorale per Milei

    Play Episode Listen Later Oct 27, 2025 31:07


    Solitamente, in Argentina, le elezioni di metà legislatura non suscitano molto interesse a livello internazionale. Quest'anno però si sono trasformate in una sorta di referendum, a favore del presidente in carica Milei, con la conquista di 64 deputati (contro i 31 dei progressisti). Un risultato che sorprende rispetto i sondaggi della vigilia, che avevano pronosticato un testa a testa tra la Libertà Avanza e la coalizione di sinistra Fuerza Patria.Economista di professione e ultra-liberista per vocazione, Milei è in carica da quasi due anni e aveva ripreso un Paese sull'orlo del tracolo, anche a causa di corruzione e clientelismo. Appena arrivato al potere il neo-presidente non ha perso tempo nell'utilizzare soprattutto l'arma dei tagli. Ha ridotto le pensioni, fermato parecchi cantieri pubblici, diminuito i fondi per scuole e ospedali. E ha spinto sul pedale delle privatizzazioni. Tutto questo sta però avendo importanti conseguenze a livello sociale, basti dire che un cittadino su tre vive al di sotto della soglia di povertà. E che i mercati non sembrano dargli molta fiducia, proprio in questi giorni ci è voluto un intervento di Donald Trump in persona, e delle finanze USA, per perlomeno rallentare la perdita di valore del peso, la moneta nazionale.Dove sta andando l'Argentina di Milei? Cosa dire dei due volti della sua politica economica e finanziaria, che riduce l'inflazione ma accresce la crisi sociale? E quale il ruolo degli Stati Uniti, e anche della Cina, in questo Paese dell'America Latina fin troppo abituato a convivere con il rischio della bancarotta?Ne discuteremo conElena Basso, collaboratrice RSI dal Sudamerica  Antonella Mori, docente di economia politica dei Paesi dell'America latina, alla Bocconi di Milano 

    Non sempre tutto quello che luccica è oro

    Play Episode Listen Later Oct 24, 2025 30:24


    In questi giorni la quotazione dell'oro ha sorpassato i 4'000 dollari l'oncia, un livello mai visto. Un'evoluzione che piace sicuramente a chi ha investito nel metallo prezioso. Certi osservatori invece, vedono in questo record un segnale di fuga verso beni rifugio e perciò di preoccupazione per quanto sta accadendo sui mercati finanziari e nell'economia reale.Da una parte investitori pessimisti preoccupati per una bolla azionaria gonfiata dalle aspettative legate all'intelligenza artificiale e per il debito pubblico di molti paesi, dall'altra gli ottimisti che vedono un'economia globale in crescita nonostante i dazi imposti dagli Stati Uniti, mentre il potenziale dell'intelligenza artificiale comincia appena a venire sfruttato. Per aiutarci a capire le scelte degli investitori e gli intrecci fra economia reale, geopolitica e finanza sono ospiti di Modem:Elena Guglielmin, analista economica di UBSEdoardo Beretta, professore di Macroeconomia internazionale all'USI di Lugano

    Giornalismo e IA, prove di convivenza

    Play Episode Listen Later Oct 23, 2025 30:41


    Gli assistenti di Intelligenza Artificiale (IA) come Copilot, Perplexity, Gemini o ChatGPT non sono ancora un modo affidabile per accedere alle notizie e informarsi sui fatti del mondo, ma un numero sempre maggiore di utenti si fida della loro accuratezza. Lo si legge in uno studio realizzato dalla BBC in collaborazione con l'Unione europea di radio-televisione (EBU) secondo il quale oltre un terzo delle risposte fornite dall'IA presenta problemi considerati “significativi”. Quali i rischi? Quali le prospettive, anche dal punto di vista occupazionale per chi lavoro in questo ambito? E quali, più in generale, le conseguenze di questo stato di cose per la tenuta della democrazia? Ne discutiamo con: Ruben Razzante, Docente di Diritto dell'informazione all'Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma Francesco Veri, politologo, ricercatore senior presso il Centro per gli studi democratici di Aarau, affiliato all'Università di Zurigo Domenico Talia, professore di informatica all'Università della Calabria, autore del libro “Giornalisti robot? L'IA generativa e il futuro dell'informazione”

    Politici sotto attacco

    Play Episode Listen Later Oct 22, 2025 30:20


    Insulti, diffamazioni, minacce anche di morte, attacchi verbali ma pure fisici, vandalismi. Manifestazioni di ostilità - se non di odio - che per quasi tutti i parlamentari attivi a livello federale e per tre quarti dei membri dei legislativi cantonali sono ormai la quotidianità. Uno studio realizzato dall'Università di Zurigo, su mandato del Dipartimento federale di giustizia e polizia, mette per la prima volta in evidenza tutta l'ampiezza del fenomeno e le conseguenze. Ad essere presi di mira in particolare sono gli esponenti dei Verdi e dell'UDC. A livello comunale invece i bersagli sono più spesso le donne, i politici di sinistra e le minoranze sociali, religiose, etniche o sessuali. Categorie, queste ultime, che tendono poi ad evitare l'esposizione mediatica, a limitare la loro visibilità e i loro interventi, con ripercussioni sulla partecipazione e la loro rappresentatività politica.E' un “rischio del mestiere” che bisogna mettere in conto? Oppure vanno messi dei limiti? E quali? Ne discuteremo conNara Valsangiacomo, granconsigliera dei Verdi Diego Baratti, vicepresidente UDC TI, vicesindaco di Ponte Capriasca Nenad Stojanovic, politologo dell'Università di Ginevra Con un'intervista registrata all'autrice dello studio Lea Stahel.

    Accordi con l'Europa, basterà la maggioranza del popolo?

    Play Episode Listen Later Oct 21, 2025 30:40


    È una lunga maratona europea quella con cui è confrontato il nostro Paese, chiamato nei prossimi due o tre anni a prendere posizione sul nuovo pacchetto di accordi tra Svizzera e Unione europea. Dall'anno prossimo toccherà al Parlamento discuterne, poi si andrà alle urne, forse nel 2027 o forse un anno più tardi, dopo le prossime elezioni federali. Un pacchetto gigantesco, da quasi 1900 pagine, che grazie ad un referendum (che sia volontario obbligatorio o sui generis) verrà sicuramente sottoposto anche al vaglio delle urne. Resta da capire il modo in cui questa votazione verrà organizzata: basterà la semplice maggioranza del popolo o ci vorrà anche quella dei cantoni. Un quesito centrale in questa vicenda e su cui il Parlamento avrà l'ultima parola. Un interrogativo che sottoporremo ai nostri ospiti, per capire e approfondire le ragioni degli uni e degli altri in questa partita dal valore epocale per il nostro Paese. A discuterne avremo con noi:Greta Gysin, consigliera nazionale del Verdi/TIAnna Giacometti, consigliera nazionale PLR/GRPiero Marchesi, consigliere nazionale UDC/TIFabio Regazzi, consigliere agli Stati Centro/TI

    Ucraina, la pace lontana

    Play Episode Listen Later Oct 20, 2025 30:07


    Venerdì scorso l'incontro fra il presidente americano Donald Trump e quello ucraino Volodymir Zelensky non ha portato praticamente a nulla. Zelensky sperava in un appoggio militare americano – leggasi la consegna di missili a lunga gittata Tomahawk – che non è arrivato. Donald Trump guarda già al possibile incontro con Vladimir Putin a Budapest: un incontro che potrebbe tenersi nelle prossime settimane e che però potrebbe rivelarsi – nuovamente, come accaduto ad Anchorage, in Alaska del 15 agosto scorso -  un semplice atto simbolico. Nel frattempo, l'Europa osserva con preoccupazione, temendo di essere marginalizzata in un gioco diplomatico dominato da Washington e Mosca. A Modem facciamo il punto della situazione sui due paesi tutt'ora in conflitto con Bettina Müller, responsabile attualità estera Radio - RSI, appena rientrata dall'UcrainaDavide Maria De Luca, collaboratore RSI da KievAlberto Zanconato, collaboratore RSI da Mosca

    Lupo, un pericolo per gli alpeggi?

    Play Episode Listen Later Oct 17, 2025 31:39


    Le realtà alpestri e contadine ticinesi considerano a rischio il futuro di molti alpeggi in Ticino e delle attività economiche legate agli alpeggi (per esempio la produzione di formaggio). Domani manifestano a Bellinzona per chiedere un sostegno finanziario migliore e, soprattutto, l'abbattimento di un maggior numero di esemplari.  In Ticino ci sono sette branchi, per un totale di circa 40 esemplari, ai quali vanno aggiunti i lupi in transito sul territorio cantonale. Da inizio anno e fino al 30 settembre 184 animali sono morti a causa del lupo, un numero in aumento rispetto al 2024.Un reportage di Roberto Porta ci farà conoscere due diverse aziende agricole - una in valle Maggia, l'altra in valle di Blenio - che affrontano i rischi legati alle predazioni in modo completamente diverso. Metteremo poi a confronto mondo agricolo e Cantone con: - Omar Pedrini, allevatore e presidente dell'Unione Contadini Ticinesi - Alex Farinelli, consigliere nazionale e presidente della Società Ticinese di Economia Alpestre - Tiziano Putelli, capo Ufficio Caccia e Pesca del Canton Ticino - Stefano Rizzi, direttore Divisione Economia del Canton Ticino 

    Generazione Z in piazza

    Play Episode Listen Later Oct 16, 2025 31:19


    La protesta dei nati tra la fine degli anni Novanta e la prima decade del Duemila dilaga nei Paesi a basso reddito. A spingere i giovani sono rivendicazioni sociali e politiche. Senza leader né partiti, questi ragazzi tra i 15 e i 25 anni si muovono armati di smartphone e di una rabbia dai tratti ricorrenti, e ci spingono a chiederci se non siamo di fronte ad una mobilitazione che unisce i continenti. La generazione Z protesta contro la corruzione, le disparità e l'inettitudine delle classi politiche. Rivendicano lavoro, diritti, dignità. Non ci sono vertici: strategie e luoghi di incontro si condividono online su TikTok, Instagram, Discord, Telegram. Stessi simboli, slogan e codici circolano in Paesi distanti geograficamente fra loro, ma non a caso in latitudini dove l'età media è inferiore ai 30 anni.E in alcuni di questi Paesi la Gen Z già riuscita – con le sue proteste – a far cadere i governi, nella speranza di un cambiamento. A Modem ne parliamo con:·        Alessandra Polidori, sociologa e ricercatrice presso il Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione di Neuchâtel.·        Chiara Reid, collaboratrice RSI dall'India·        Freddie Del Curatolo, collaboratore RSI dall'Africa

    C'era una volta la Monteforno

    Play Episode Listen Later Oct 15, 2025 31:05


    L'ex acciaieria Monteforno va in scena al Teatro Sociale di Bellinzona. Il libro intitolato “Quaderno della Monteforno. Un racconto di fabbrica” di Sara Rossi Guidicelli è diventato uno spettacolo teatrale. Nella puntata di domani partiremo da qui, da quello che è stata tra il 1946 e il 1995 la Monteforno per gli operai, per la Bassa Leventina, per il Ticino. Parleremo di quello che ha portato e che ha lasciato nel mondo del lavoro, e in un settore – quello dell'acciaio- oggi in crisi. Lo faremo con Sara Rossi Guidicelli, giornalista e scrittrice, autrice di “Quaderno della Monteforno” Franco Romerio, storico ed economista, municipale di Giornico  Nicola Tettamanti, presidente di Swissmechanic e imprenditore   

    Elezioni regionali, lo specchio del Paese?

    Play Episode Listen Later Oct 14, 2025 31:16


    Tra settembre e novembre 2025 sette regioni italiane —Toscana, Campania, Puglia, Veneto, Marche, Calabria e Valle d'Aosta — sono chiamate alle urne per eleggere Presidenti e Consigli regionali, in quello che parrebbe essere un momento politico cruciale per misurare la forza dei principali schieramenti (centrodestra, centrosinistra, “campo largo”) in vista delle prossime scadenze nazionali. A metà di questa tornata elettorale (ieri era la volta della Toscana, dopo i verdetti di Valle D'Aosta, Calabria e Marche) a Modem poniamo la lente su questo appuntamento elettorale: Cosa ci dicono dunque queste elezioni regionali italiane? Che conclusioni potremo trarre a voto avvenuto e in prospettiva della scadenza del 2027 con il rinnovo dei poteri politici nazionali? E in via più generale come stanno l'Italia e il Governo Meloni? Ne parliamo a Modem con: Marco Valbruzzi, professore di Scienze Politiche all'Università Federico II di NapoliElisa Volpi, professoressa assistente di Politica comparata alla Franklin University di LuganoFrancesca Torrani, corrispondente RSI da Roma

    USA: il fronte interno 

    Play Episode Listen Later Oct 13, 2025 30:15


    Donald Trump è in viaggio verso il Vicino Oriente per raccogliere i frutti di quello che finora potrebbe diventare il suo maggior successo in politica estera, vale a dire la fine degli scontri armati a Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas. Cosa dire invece della situazione negli stessi Stati Uniti ad appena nove mesi dall'inizio del secondo mandato presidenziale di Trump. Il paese si trova infatti in uno “shutdown”, con le attività governative ferme per la mancanza di un accordo sul bilancio statale al Congresso.  L'amministrazione repubblicana si è fatta notare per il suo voler mettere in riga i vari poteri dello stato, pensiamo solo all'esercito e al Dipartimento di Giustizia. Senza poi dimenticare gli attacchi ad altre istituzioni dalla Federal Reserve alle Università fino ai media. Un approccio che solleva interrogativi: si tratta di una normale dinamica della politica americana, oppure siamo di fronte a una deriva autoritaria verso una democrazia illiberale, sul modello di Turchia o Ungheria? Mattia Ferraresi, giornalista di “Domani”  Stefano Luconi, Professore di Storia degli Stati Uniti d'America all'Università di Padova Andrea Vosti, corrispondente RSI da Washington

    Verso la tregua

    Play Episode Listen Later Oct 10, 2025 31:30


    «Abbiamo atteso tutti troppo a lungo questo momento. Ora dobbiamo far sì che conti davvero». Queste parole del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres riassumono quello che è il sentimento di tutti coloro che da mesi e mesi chiedevano la fine dell'azione militare israeliana a Gaza. Perché l'accordo tra Israele e Hamas, raggiunto la scorsa notte e relativo alla prima fase del processo di pace promosso dall'amministrazione statunitense, deve passare dalle parole, ai fatti. E le incognite non sono poche. Nell'attesa di capire se e come il cosiddetto “Piano Trump” – che peraltro assomiglia molto alla proposta egiziana di qualche mese fa, elaborata in collaborazione con Giordania e Qatar e approvata dalla Lega Araba – verrà attuato, a Modem vedremo di capire quali sono le dinamiche, le diverse visioni e i diversi obiettivi da parte israeliana e palestinese. Perché non c'è una sola Hamas, e non c'è solo Hamas, e perché il governo israeliano ha al suo interno figure che i palestinesi vogliono eliminarli e basta e che questo accordo non lo sosterranno, senza dimenticare che lo stesso primo ministro Benjamin Netanyahu è stato convinto “con veemenza” dall'alleato americano, che questa è l'unica via percorribile. Ne parliamo con:MICHELE GIORGIO, giornalista, collabora con la RSI da Gerusalemme (quicklink)PAOLA CARIDI, giornalista e saggista, storica di Hamas (quicklink)CLAUDIA DE MARTINO, docente di storia contemporanea Università del Lussemburgo, esperta di Israele (quicklink)

    Israele e Hamas, c'è un accordo

    Play Episode Listen Later Oct 9, 2025 31:15


    E' arrivata la notizia che tutti attendavamo. E' stato raggiunto un accordo di pace per la Striscia di Gaza: Israele e Hamas attueranno una prima fase del piano di pace in venti punti, che il presidente statunitense Donald Trump ha reso pubblico pochi giorni fa. Una prima fase che dovrebbe portare presto alla fine dei combattimenti. Una conferma è arrivata anche da Hamas, che nei prossimi giorni libererà tutti i venti ostaggi ancora in vita, in cambio dei prigionieri palestinesi. Solo allora l'esercito israeliano inizierà a ritirarsi da gran parte del territorio della Striscia. E cosa ancora più importante, per la stremata popolazione di Gaza, gli aiuti umanitari potranno entrare senza limitazioni. Alcuni dei punti più controversi, come il disarmo di Hamas, dovranno essere negoziati in seguito.Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato di un grande giorno per Israele. Ma questo primo passo quanto è significativo? E' davvero in arrivo una pace duratura e stabile?Ne discuteremo con- Rossella Tercatin, giornalista di Times of Israel a Gerusalemme-Francesca Caferri, giornalista di Repubblica, esperta di Paesi del Golfo-Emiliano Bos, giornalista inviato della RSI

    La Siria costruisce dopo Assad

    Play Episode Listen Later Oct 8, 2025 30:30


    Domenica scorsa si sono svolte in Siria le prime elezioni legislative del “dopo-Assad”: le prime dopo oltre 13 anni di guerra civile. Elezioni tutte particolari, indirette, con 1'500 candidati prescelti da una speciale commissione e un numero molto ristretto di elettori anch'essi prescelti: circa 6'000 su una popolazione di 24 milioni. Elezioni quindi molto poco democratiche, ma che per le nuove autorità di Damasco rappresentano un primo passo verso “una maggiore partecipazione politica”. Intanto, in questo paese ancora tutto da ricostruire, gli scontri avvenuti la scorsa notte ad Aleppo ci ricordano l'estrema fragilità. Come sta allora la Siria d'oggi? Quali le sue prospettive in un Medio Oriente in subbuglio? E quale il significato di queste elezioni? Ne discutiamo con: Lorenzo Trombetta, giornalista e saggista, esperto di SiriaValeria Giannotta, docente universitaria e direttrice scientifica dell'osservatorio Turchia del CESPI (Centro Studi di Politica Internazionale)Da Aleppo la testimonianza di Jean-François Thiry, supervisore dell'Ong Pro Terra Sancta

    Crisi senza precedenti in Francia

    Play Episode Listen Later Oct 7, 2025 31:11


    Ieri il Presidente francese ha chiesto al premier dimissionario Sébastien Lecornu di fare un nuovo tentativo per arrivare a formare un Governo. Ma da quel pasticciaccio brutto, iniziato dopo le elezioni parlamentari anticipate dell'estate dello scorso anno, la Francia non riesce a trovare una via d'uscita. Con un parlamento diviso in tre fronti fra sinistra, centrodestra ed estrema destra i tentativi di arrivare ad un Governo in grado di far passare almeno una legge di bilancio falliscono regolarmente.  In poco più di un anno si sono passati la carica quattro primi ministri. Ora sono in molti a chiedere, nuovamente, elezioni parlamentari. Addirittura, c'è pure chi chiede le dimissioni del Presidente Macron.Di questo momento delicato per la Francia ne discutono a Modem:Annalisa Cappellini, collaboratrice RSI da ParigiMichele Marchi, prof. Storia contemporanea Uni BolognaPaolo Modugno, docente a Sciences Po a Parigi

    Gaza, la fine della guerra?

    Play Episode Listen Later Oct 6, 2025 29:32


    Sì (condizionato) al Piano per Gaza di Donald Trump. E adesso cosa succederà? S'intravvede uno spiraglio di pace o si tratta dell'ennesima illusione visto che i bombardamenti su Gaza stanno proseguendo? Il piano per Gaza di Donald Trump è davvero realizzabile? E se sì a quale prezzo in termini politici per il premier israeliano Netanyahu, per Hamas e per i paesi in prima fila che appoggiano queste negoziazioni? Ne parliamo a Modem con: Marina Calculli, politologa, docente di relazioni internazionali all'Università di LeidenClaudia De Martino, storica, ricercatrice in storia sociale e storia del medio oriente all'Università del Lussemburgo Michele Giorgio, giornalista, collabora con la RSI da Gerusalemme  

    Tilly, l'attrice che inquieta Hollywood

    Play Episode Listen Later Oct 3, 2025 30:20


    Il suo nome è Tilly Norwood, si presenta come un'attrice esordiente che – lo dice la sua promotrice – è già super richiesta dalle case di produzione e ha un'agenzia di talenti pronta a rappresentarla.… È una novità nel panorama cinematografico mondiale, che è stata presentata al Festival del Cinema di Zurigo lo scorso finesettimana… Con le reazioni – da tutto il mondo – che non si sono fatte attendereE non sono tutte positive, anzi! Perché Tilly Norwood non esiste, è stata creata dall'intelligenza artificiale… . In realtà non è la prima attrice virtuale, ma il suo aspetto è talmente realistico, da passare per una persona vera. L'intelligenza artificiale viene già impiegata nella produzione cinematografica, ma è la prima volta che si parla – seriamente - dell'ipotesi di usare un'attrice finta per recitare i più disparati ruoli. L'occasione per noi per parlare della relazione fra intelligenza artificiale e cinema, una relazione peraltro già avviata da tempo, ma che pone tutta una serie di interrogativi…Con noi tre ospiti -       Frédéric Maire, ex direttore della Cineteca CH, fino al 30.9.2025 e del Film festival di Locarno-       Elettra Fiumi, Cineasta, produttrice, regista e montatrice, specializzata nell'utilizzo dell'Intelligenza artificiale nei film-       Alessandro Bertoglio, giornalista RSI della redazione culturale

    Un Cantone con le finanze in affanno

    Play Episode Listen Later Oct 2, 2025 30:46


    Le finanze cantonali del Ticino rappresentano da decenni un punto critico. Gli sforzi per contenere il disavanzo sono stati vanificati da una serie di decisioni popolari: dalla nota riforma del finanziamento del sistema sanitario (EFAS), alle ultime votazioni cantonali su sgravi fiscali e sussidi legati alla cassa malati, fino alla decisione federale sull'abolizione del valore locativo. A complicare ulteriormente il quadro si aggiungono i programmi di risparmio della Confederazione, che avranno ripercussioni anche sui bilanci cantonali. Se il preventivo 2026 prevede un disavanzo di 97 milioni di franchi – in linea con gli anni precedenti, le proiezioni per gli esercizi seguenti sono allarmanti: il deficit annuo potrebbe superare i 700 milioni. Una situazione che spinge il Consiglio di Stato a valutare sia tagli alla spesa, sia misure per aumentare le entrate. Ora tocca al Gran Consiglio e ai partiti affrontare questa emergenza. Saranno loro a dover trovare i necessari compromessi, nonostante le attuali posizioni divergenti e i veti incrociati. A Modem, ne discuteranno i rappresentanti dei partiti di governo: Laura Riget, copresidente PSMaurizio Agustoni, capogruppo del Centro in Gran ConsiglioDaniele Piccaluga, coordinatore Lega dei Ticinesi Alessandro Speziali, presidente PLR

    Pirati umanitari

    Play Episode Listen Later Oct 1, 2025 31:28


    Mentre c'è attesa per la risposta di Hamas al Piano di pace per Gaza proposto da Donald Trump e accettato da Benjamin Netanyahu, le prossime 24ore potrebbero essere cruciali per la Global Sumud Flotilla. La flotta di imbarcazioni civili sta infatti cercando di forzare il blocco israeliano per portare aiuti alla popolazione stremata della Striscia. L'obiettivo in termini di miglia si avvicina ma difficilmente la flottiglia riuscirà a superare il blocco israeliano e già si parla di possibile blitz dell'IDF a contrasto di questa azione pacifica. Ne parliamo a Modem cercando di stabilire un collegamento con gli attivisti ticinesi presenti sulla Flottiglia ma affronteremo anche gli aspetti legali e giuridici dell'intervento in mare qualora si dovesse effettivamente verificare. Non mancheremo poi di analizzare gli aspetti più critici dell'attività della Global Sumud Flotilla che ha contribuito a scuotere e risvegliare le coscienze della società civile ma che qualcuno ha definito inutili e irresponsabili. Ne parliamo con Fabrizio Ceppi, skipper di una delle imbarcazioni svizzere della Global Sumud Flotilla Seline Trevisanut, docente di diritto internazionale all'Università di Utrecht ed esperta di Diritto del mareFederico Zuolo, docente di Filosofia politica all'Università di Genova, autore di “Disobbedire, se, come, quando”Federica D'Alessio, giornalista, direttrice del portale online Kritica.it

    Regole più severe per UBS

    Play Episode Listen Later Sep 30, 2025 31:14


    La scorsa settimana il Consiglio Federale ha messo in consultazione la regola che più scotta tra quelle pensate per evitare un nuovo disastro come quello che fece scomparire il Credit Suisse: i requisiti in capitale proprio per le banche di rilevanza sistemica con filiali all'estero. Questa regola, di fatto, interessa solo UBS, tant'è vero che già si parla di una “Lex UBS”. E UBS si è già fatta sentire: ha detto che quella regola è troppo severa, troppo distante dagli standard internazionali e che penalizza esageratamente la sua competitività con i concorrenti all'estero.La prima banca elvetica ha però anche in qualche modo lasciato capire, pur affermando il suo attaccamento per il Paese, che nell'assenza di passi indietro di Berna potrebbe anche essere costretta a lasciare la Svizzera e trasferire la sua sede centrale altrove, forse negli Stati Uniti. Ma quanto è credibile questa possibilità? Quanto sarebbe opportuna per una banca che neanche tanti anni fa fu salvata da Berna e che ha poi ricevuto per una cifra considerata irrisoria l'ex concorrente Credit Suisse? Quali conseguenze avrebbe una simile decisione per la piazza finanziaria ed economica svizzera? E per UBS andarsene sarebbe davvero un vantaggio? Ne discutiamo con: ·      Alberto Petruzzella, Presidente dell'Associazione bancaria ticinese·      Carlo Lombardini, avvocato, professore di diritto bancario all'Università di Losanna, siede in alcuni Consigli d'amministrazione di banche·      Sergio Rossi, professore di macroeconomia e economia monetaria all'Università di Friburgo

    Casse malati: la via ticinese

    Play Episode Listen Later Sep 29, 2025 31:02


    Tanto tuonò che piovve… Il risultato delle votazioni cantonali sui premi di cassa malati è andato al di là delle aspettative. Accolta a chiara maggioranza sia l'iniziativa popolare della Lega dei Ticinesi denominata “Basta spennare il cittadino, cassa malati deducibile integralmente!”. Come pure quella lanciata dal Partito Socialista dal titolo “Esplosione dei premi di cassa malati: ora basta!” che farà sì che nessuno paghi più del 10% del reddito disponibile per il premio dell'assicurazione malattia. Ora la questione è: come andare avanti? Nella puntata l'analisi del risultato del voto per cercare di comprenderne le ragioni e gli effetti.Lo facciamo con:Daniel Ritzer, direttore laRegioneTicino Gianni Righinetti, vicedirettore Corriere del Ticino Christian Romelli, responsabile attualità regionale RSI

    Droni e caccia, attacchi ibridi sull'Europa

    Play Episode Listen Later Sep 26, 2025 31:06


    In questi giorni a farne le spese è stata soprattutto la Danimarca, con diversi aeroporti colpiti nel giro di 48 ore dalla presenza di misteriosi droni che hanno provocato la chiusura temporanea degli scali e messo in allarme le autorità del Paese scandinavo, membro dell'Alleanza atlantica. Per il ministro della difesa Troels Lund Poulsen questi attacchi possono mettere il pericolo la sicurezza e la libertà. Al momento rimane ancora da chiarire l'origine di questi droni, le autorità danesi non escludono che si possa trattare di velivoli russi. In allarme è entrata anche la Nato, già confrontata nelle scorse settimane con diverse incursioni di droni e di caccia russi nei cieli di Polonia, Norvegia, Romania e Estonia. Di cosa si tratta e quanto queste continue azioni di disturbo rappresentano davvero un pericolo per la sicurezza di tutto il fronte orientale dell'Unione europea? Cosa vuol dire tutto ciò per la Nato? E quanto queste incursioni ci dicono dell'attuale forza militare della Russia? Argomenti e interrogativi che discutiamo con:- Orietta Moscatelli, analista geo-politica e esperta di Russia- Beda Romano, corrispondente europeo del Sole 24 ore- Alessandro Colombo, professore di relazioni internazionali alla Statale di MilanoE questo in un momento in cui il presidente statunitense sembra voler sostenere apertamente l'Ucraina. Dopo un incontro con Zelensky, a margine dell'Assemblea generale dell'ONU a New York, Trump ha affermato che “l'Ucraina potrebbe riconquistare tutto il suo territorio e andare anche oltre” e questo perché la Russia è ormai soltanto “una tigre di carta”.

    Palestina sempre più riconosciuta

    Play Episode Listen Later Sep 25, 2025 30:04


    Venerdì a Palazzo di vetro si esprimerà il premier israeliano Benjamin Netanyahu, mentre il presidente USA Donald Trump mercoledì ha già bollato come una “ricompensa per Hamas” il riconoscimento formale della Palestina da parte di una decina di paesi in occasione dell'80esima Assemblea Generale dell'ONU in corso a New York. Tra questi, alcuni storicamente vicini a Israele come Francia, Regno Unito, Canada e Australia. L'iniziativa, promossa da Francia e Arabia Saudita, continua a sollevare interrogativi e dibattito. Gesto opportuno per mantenere in vita una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese, quella dei “due stati”, che sta rischiando di venire definitivamente affossata? O gesto maldestro che potrebbe addirittura indurre Israele ad annettere la Cisgiordania e che si rivelerà comunque incapace di fermare l'orrore nella Striscia di Gaza? Ne discutiamo con: ·        Gilles Kepel, politologo e arabista, professore presso l'Université de Paris Sciences et Lettres-École Normale Supérieure e l'Università della Svizzera italiana·        Triestino Mariniello, giurista, Professore Associato alla Liverpool John Moores University e membro del team di rappresentanza delle vittime di Gaza davanti alla Corte Penale Internazionale·        Francesca Caferri, inviata della Repubblica a Tel Aviv

    Il francese può attendere

    Play Episode Listen Later Sep 24, 2025 29:37


    Un folle referendum che getta la Svizzera nel panico… d'ora in avanti il nostro Paese plurilingue ne parlerà una sola: il francese!!! Erano queste le premesse del film svizzero Bonjour Ticino campione d'incassi due estati fa; e oggi il tema delle lingue torna più che mai d'attualità dopo le recenti decisioni di alcuni cantoni di accantonare lo studio precoce alle elementari proprio del francese!  Anche sotto la cupola di Palazzo federale è arrivata l'eco delle decisioni di Cantoni Zurigo e San Gallo che hanno approvato il posticipo dell'insegnamento di una seconda lingua nazionale alle scuole medie in favore dell'inglese. Decisioni che non hanno mancato di fare discutere anche nella Berna federale - nella settimana tra l'altro dedicata al plurilinguismo - tra atti parlamentari e intervento del Consiglio federale. I Cantoni manterranno anche in futuro la propria autonomia quanto all'insegnamento delle lingue nelle scuole dell'obbligo? Ne parliamo dal Centro Media di Palazzo federale con Alex Farinelli, consigliere nazionale PLR, membro dell'intergruppo parlamentare per il PlurilinguismoMonica Sanesi, deputata del gran consiglio zurighese per il partito Verde Liberalee con interviste registrate a Nina Fehr Düsel, consigliera nazionale UDC/ZHBaptiste Hurni, consigliere agli stati PS/NE  

    La barca è piena?

    Play Episode Listen Later Sep 23, 2025 30:38


    25 anni fa erano 6 milioni e mezzo… oggi sono più di 9 milioni. Parliamo degli abitanti residenti permanenti in Svizzera.Svizzera che pur essendo un Paese piccolo, ha registrato un aumento della sua popolazione del 25 per cento in 25 anni. Dieci volte la velocità di crescita della popolazione tedesca, sette quella dell'ItaliaUn aumento che non è dovuto alla crescita naturale – non si fanno, cioè, improvvisamente più figli - ma all'arrivo di persone dall'estero: dei quasi due milioni di nuovi abitanti dal 2000, nove su dieci sono infatti stranieri, soprattutto provenienti dai Paesi europeiPer l'Udc questa immigrazione è però eccessiva, e le conseguenze di questa rapida crescita della popolazione stanno ormai diventando insopportabili. Per l'ambiente, per le infrastrutture, per la qualità di vita della popolazione e per le finanze pubbliche.Ecco perché ha promosso l'Iniziativa popolare “No a una Svizzera da 10 milioni! (Iniziativa per la sostenibilità)”, sulla quale è iniziata oggi la discussione al Consiglio nazionale. L'iniziativa prevede varie misure che scatterebbero se la popolazione dovesse superare i 10 milioni prima del 2050. Secondo le proiezioni statistiche questo limite sarà superato nel 2040Ma a sostenere il testo democentrista, ci sono solo i democentristi: il rischio – per i contrari - è che l'accettazione di questa iniziativa metta in pericolo il benessere della Svizzera e gli accordi con l'Unione europea, visto che prevede la loro disdetta se non si riesce a limitare il numero di abitanti in altro modoA Modem discutiamo del “perché sì” o del “perché no” a questa iniziativa o dell'ipotesi di un'eventuale terza via… Con noi: PIERO MARCHESI, consigliere nazionale dell'UDCJON PULT, consigliere nazionale del Partito socialistaGIORGIO FONIO, consigliere nazionale del Centro

    America, come stai

    Play Episode Listen Later Sep 22, 2025 30:38


    Fra politica e religione funerali quasi di stato per Charlie Kirk, l'attivista di destra e fedelissimo di Donald Trump ucciso in un attentato lo scorso 10 settembre. Fra le reazioni alla sua morte da parte dell'attuale amministrazione repubblicana al potere a Washington, bordate contro chi simpatizzava con l'assassino, ma anche verso chi non condivide le idee di Charlie Kirk.Una deriva dovuta alla commozione per la sua morte o una vera minaccia per la libertà di espressione e l'operato dei media negli Stati Uniti? Un paese in cui la violenza politica non è nuova e che sembra avviato verso un accentuarsi della polarizzazione. A Modem ne discutono:Mario Del Pero, professore di Storia degli Stati Uniti e Storia della politica estera americana a Sciences Po, ParigiMattia Ferraresi, giornalista di “Domani”Andrea Vosti, corrispondente RSI da Washington

    A Gaza è genocidio!(?)

    Play Episode Listen Later Sep 19, 2025 30:55


    A Gaza City l'offensiva di terra avviata lunedì notte dall'esercito israeliano è accompagnata, giorno dopo giorno, da notizie di pesanti bombardamenti, di numerose vittime, di ospedali vicini al collasso, di centinaia di migliaia di persone in fuga. Secondo il ministero della sanità di Gaza, gestito da Hamas, i morti nella Striscia dopo quasi 2 anni di conflitto sono oltre 65 mila, per lo più civili, mentre si sommano le testimonianze di una popolazione in assoluta difficolta, in emergenza umanitaria, addirittura minacciata dalla carestia. In un rapporto pubblicato martedì, un team di esperti indipendenti, incaricato dal Consiglio Onu per i diritti umani, ha concluso che Israele è responsabile di atti di genocidio nella Striscia di Gaza. Tel Aviv ha reagito screditando quel rapporto e giudicandolo antisemita. Intanto l'impiego di quella parola, “genocidio”, continua a fare discutere. Quanto è corretta? Quanto opportuna? Quanto abusata o strumentalizzata? Ne discutiamo domani con: Marcello Flores, storico, studioso di genocidiGabriele Nissim, presidente di Gariwo, la foresta dei GiustiMarco Sassòli, professore onorario di diritto internazionale, Università di Ginevra

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