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L'appuntamento quotidiano (dal lunedì al venerdì) dedicato ai principali temi d’attualità, che vengono analizzati, approfonditi e contestualizzati principalmente attraverso l’apporto ed il confronto di ospiti in diretta.

RSI - Radiotelevisione svizzera


    • Oct 1, 2025 LATEST EPISODE
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    Pirati umanitari

    Play Episode Listen Later Oct 1, 2025 31:28


    Mentre c'è attesa per la risposta di Hamas al Piano di pace per Gaza proposto da Donald Trump e accettato da Benjamin Netanyahu, le prossime 24ore potrebbero essere cruciali per la Global Sumud Flotilla. La flotta di imbarcazioni civili sta infatti cercando di forzare il blocco israeliano per portare aiuti alla popolazione stremata della Striscia. L'obiettivo in termini di miglia si avvicina ma difficilmente la flottiglia riuscirà a superare il blocco israeliano e già si parla di possibile blitz dell'IDF a contrasto di questa azione pacifica. Ne parliamo a Modem cercando di stabilire un collegamento con gli attivisti ticinesi presenti sulla Flottiglia ma affronteremo anche gli aspetti legali e giuridici dell'intervento in mare qualora si dovesse effettivamente verificare. Non mancheremo poi di analizzare gli aspetti più critici dell'attività della Global Sumud Flotilla che ha contribuito a scuotere e risvegliare le coscienze della società civile ma che qualcuno ha definito inutili e irresponsabili. Ne parliamo con Fabrizio Ceppi, skipper di una delle imbarcazioni svizzere della Global Sumud Flotilla Seline Trevisanut, docente di diritto internazionale all'Università di Utrecht ed esperta di Diritto del mareFederico Zuolo, docente di Filosofia politica all'Università di Genova, autore di “Disobbedire, se, come, quando”Federica D'Alessio, giornalista, direttrice del portale online Kritica.it

    Regole più severe per UBS

    Play Episode Listen Later Sep 30, 2025 31:14


    La scorsa settimana il Consiglio Federale ha messo in consultazione la regola che più scotta tra quelle pensate per evitare un nuovo disastro come quello che fece scomparire il Credit Suisse: i requisiti in capitale proprio per le banche di rilevanza sistemica con filiali all'estero. Questa regola, di fatto, interessa solo UBS, tant'è vero che già si parla di una “Lex UBS”. E UBS si è già fatta sentire: ha detto che quella regola è troppo severa, troppo distante dagli standard internazionali e che penalizza esageratamente la sua competitività con i concorrenti all'estero.La prima banca elvetica ha però anche in qualche modo lasciato capire, pur affermando il suo attaccamento per il Paese, che nell'assenza di passi indietro di Berna potrebbe anche essere costretta a lasciare la Svizzera e trasferire la sua sede centrale altrove, forse negli Stati Uniti. Ma quanto è credibile questa possibilità? Quanto sarebbe opportuna per una banca che neanche tanti anni fa fu salvata da Berna e che ha poi ricevuto per una cifra considerata irrisoria l'ex concorrente Credit Suisse? Quali conseguenze avrebbe una simile decisione per la piazza finanziaria ed economica svizzera? E per UBS andarsene sarebbe davvero un vantaggio? Ne discutiamo con: ·      Alberto Petruzzella, Presidente dell'Associazione bancaria ticinese·      Carlo Lombardini, avvocato, professore di diritto bancario all'Università di Losanna, siede in alcuni Consigli d'amministrazione di banche·      Sergio Rossi, professore di macroeconomia e economia monetaria all'Università di Friburgo

    Casse malati: la via ticinese

    Play Episode Listen Later Sep 29, 2025 31:02


    Tanto tuonò che piovve… Il risultato delle votazioni cantonali sui premi di cassa malati è andato al di là delle aspettative. Accolta a chiara maggioranza sia l'iniziativa popolare della Lega dei Ticinesi denominata “Basta spennare il cittadino, cassa malati deducibile integralmente!”. Come pure quella lanciata dal Partito Socialista dal titolo “Esplosione dei premi di cassa malati: ora basta!” che farà sì che nessuno paghi più del 10% del reddito disponibile per il premio dell'assicurazione malattia. Ora la questione è: come andare avanti? Nella puntata l'analisi del risultato del voto per cercare di comprenderne le ragioni e gli effetti.Lo facciamo con:Daniel Ritzer, direttore laRegioneTicino Gianni Righinetti, vicedirettore Corriere del Ticino Christian Romelli, responsabile attualità regionale RSI

    Droni e caccia, attacchi ibridi sull'Europa

    Play Episode Listen Later Sep 26, 2025 31:06


    In questi giorni a farne le spese è stata soprattutto la Danimarca, con diversi aeroporti colpiti nel giro di 48 ore dalla presenza di misteriosi droni che hanno provocato la chiusura temporanea degli scali e messo in allarme le autorità del Paese scandinavo, membro dell'Alleanza atlantica. Per il ministro della difesa Troels Lund Poulsen questi attacchi possono mettere il pericolo la sicurezza e la libertà. Al momento rimane ancora da chiarire l'origine di questi droni, le autorità danesi non escludono che si possa trattare di velivoli russi. In allarme è entrata anche la Nato, già confrontata nelle scorse settimane con diverse incursioni di droni e di caccia russi nei cieli di Polonia, Norvegia, Romania e Estonia. Di cosa si tratta e quanto queste continue azioni di disturbo rappresentano davvero un pericolo per la sicurezza di tutto il fronte orientale dell'Unione europea? Cosa vuol dire tutto ciò per la Nato? E quanto queste incursioni ci dicono dell'attuale forza militare della Russia? Argomenti e interrogativi che discutiamo con:- Orietta Moscatelli, analista geo-politica e esperta di Russia- Beda Romano, corrispondente europeo del Sole 24 ore- Alessandro Colombo, professore di relazioni internazionali alla Statale di MilanoE questo in un momento in cui il presidente statunitense sembra voler sostenere apertamente l'Ucraina. Dopo un incontro con Zelensky, a margine dell'Assemblea generale dell'ONU a New York, Trump ha affermato che “l'Ucraina potrebbe riconquistare tutto il suo territorio e andare anche oltre” e questo perché la Russia è ormai soltanto “una tigre di carta”.

    Palestina sempre più riconosciuta

    Play Episode Listen Later Sep 25, 2025 30:04


    Venerdì a Palazzo di vetro si esprimerà il premier israeliano Benjamin Netanyahu, mentre il presidente USA Donald Trump mercoledì ha già bollato come una “ricompensa per Hamas” il riconoscimento formale della Palestina da parte di una decina di paesi in occasione dell'80esima Assemblea Generale dell'ONU in corso a New York. Tra questi, alcuni storicamente vicini a Israele come Francia, Regno Unito, Canada e Australia. L'iniziativa, promossa da Francia e Arabia Saudita, continua a sollevare interrogativi e dibattito. Gesto opportuno per mantenere in vita una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese, quella dei “due stati”, che sta rischiando di venire definitivamente affossata? O gesto maldestro che potrebbe addirittura indurre Israele ad annettere la Cisgiordania e che si rivelerà comunque incapace di fermare l'orrore nella Striscia di Gaza? Ne discutiamo con: ·        Gilles Kepel, politologo e arabista, professore presso l'Université de Paris Sciences et Lettres-École Normale Supérieure e l'Università della Svizzera italiana·        Triestino Mariniello, giurista, Professore Associato alla Liverpool John Moores University e membro del team di rappresentanza delle vittime di Gaza davanti alla Corte Penale Internazionale·        Francesca Caferri, inviata della Repubblica a Tel Aviv

    Il francese può attendere

    Play Episode Listen Later Sep 24, 2025 29:37


    Un folle referendum che getta la Svizzera nel panico… d'ora in avanti il nostro Paese plurilingue ne parlerà una sola: il francese!!! Erano queste le premesse del film svizzero Bonjour Ticino campione d'incassi due estati fa; e oggi il tema delle lingue torna più che mai d'attualità dopo le recenti decisioni di alcuni cantoni di accantonare lo studio precoce alle elementari proprio del francese!  Anche sotto la cupola di Palazzo federale è arrivata l'eco delle decisioni di Cantoni Zurigo e San Gallo che hanno approvato il posticipo dell'insegnamento di una seconda lingua nazionale alle scuole medie in favore dell'inglese. Decisioni che non hanno mancato di fare discutere anche nella Berna federale - nella settimana tra l'altro dedicata al plurilinguismo - tra atti parlamentari e intervento del Consiglio federale. I Cantoni manterranno anche in futuro la propria autonomia quanto all'insegnamento delle lingue nelle scuole dell'obbligo? Ne parliamo dal Centro Media di Palazzo federale con Alex Farinelli, consigliere nazionale PLR, membro dell'intergruppo parlamentare per il PlurilinguismoMonica Sanesi, deputata del gran consiglio zurighese per il partito Verde Liberalee con interviste registrate a Nina Fehr Düsel, consigliera nazionale UDC/ZHBaptiste Hurni, consigliere agli stati PS/NE  

    La barca è piena?

    Play Episode Listen Later Sep 23, 2025 30:38


    25 anni fa erano 6 milioni e mezzo… oggi sono più di 9 milioni. Parliamo degli abitanti residenti permanenti in Svizzera.Svizzera che pur essendo un Paese piccolo, ha registrato un aumento della sua popolazione del 25 per cento in 25 anni. Dieci volte la velocità di crescita della popolazione tedesca, sette quella dell'ItaliaUn aumento che non è dovuto alla crescita naturale – non si fanno, cioè, improvvisamente più figli - ma all'arrivo di persone dall'estero: dei quasi due milioni di nuovi abitanti dal 2000, nove su dieci sono infatti stranieri, soprattutto provenienti dai Paesi europeiPer l'Udc questa immigrazione è però eccessiva, e le conseguenze di questa rapida crescita della popolazione stanno ormai diventando insopportabili. Per l'ambiente, per le infrastrutture, per la qualità di vita della popolazione e per le finanze pubbliche.Ecco perché ha promosso l'Iniziativa popolare “No a una Svizzera da 10 milioni! (Iniziativa per la sostenibilità)”, sulla quale è iniziata oggi la discussione al Consiglio nazionale. L'iniziativa prevede varie misure che scatterebbero se la popolazione dovesse superare i 10 milioni prima del 2050. Secondo le proiezioni statistiche questo limite sarà superato nel 2040Ma a sostenere il testo democentrista, ci sono solo i democentristi: il rischio – per i contrari - è che l'accettazione di questa iniziativa metta in pericolo il benessere della Svizzera e gli accordi con l'Unione europea, visto che prevede la loro disdetta se non si riesce a limitare il numero di abitanti in altro modoA Modem discutiamo del “perché sì” o del “perché no” a questa iniziativa o dell'ipotesi di un'eventuale terza via… Con noi: PIERO MARCHESI, consigliere nazionale dell'UDCJON PULT, consigliere nazionale del Partito socialistaGIORGIO FONIO, consigliere nazionale del Centro

    America, come stai

    Play Episode Listen Later Sep 22, 2025 30:38


    Fra politica e religione funerali quasi di stato per Charlie Kirk, l'attivista di destra e fedelissimo di Donald Trump ucciso in un attentato lo scorso 10 settembre. Fra le reazioni alla sua morte da parte dell'attuale amministrazione repubblicana al potere a Washington, bordate contro chi simpatizzava con l'assassino, ma anche verso chi non condivide le idee di Charlie Kirk.Una deriva dovuta alla commozione per la sua morte o una vera minaccia per la libertà di espressione e l'operato dei media negli Stati Uniti? Un paese in cui la violenza politica non è nuova e che sembra avviato verso un accentuarsi della polarizzazione. A Modem ne discutono:Mario Del Pero, professore di Storia degli Stati Uniti e Storia della politica estera americana a Sciences Po, ParigiMattia Ferraresi, giornalista di “Domani”Andrea Vosti, corrispondente RSI da Washington

    A Gaza è genocidio!(?)

    Play Episode Listen Later Sep 19, 2025 30:55


    A Gaza City l'offensiva di terra avviata lunedì notte dall'esercito israeliano è accompagnata, giorno dopo giorno, da notizie di pesanti bombardamenti, di numerose vittime, di ospedali vicini al collasso, di centinaia di migliaia di persone in fuga. Secondo il ministero della sanità di Gaza, gestito da Hamas, i morti nella Striscia dopo quasi 2 anni di conflitto sono oltre 65 mila, per lo più civili, mentre si sommano le testimonianze di una popolazione in assoluta difficolta, in emergenza umanitaria, addirittura minacciata dalla carestia. In un rapporto pubblicato martedì, un team di esperti indipendenti, incaricato dal Consiglio Onu per i diritti umani, ha concluso che Israele è responsabile di atti di genocidio nella Striscia di Gaza. Tel Aviv ha reagito screditando quel rapporto e giudicandolo antisemita. Intanto l'impiego di quella parola, “genocidio”, continua a fare discutere. Quanto è corretta? Quanto opportuna? Quanto abusata o strumentalizzata? Ne discutiamo domani con: Marcello Flores, storico, studioso di genocidiGabriele Nissim, presidente di Gariwo, la foresta dei GiustiMarco Sassòli, professore onorario di diritto internazionale, Università di Ginevra

    Gli F-35 e quella fattura salata

    Play Episode Listen Later Sep 18, 2025 30:32


    L'esercito e il futuro delle sue forze aeree è al centro dei dibattiti politici da ormai un paio di mesi, da quando il Consiglio federale ha dovuto comunicare che il prezzo d'acquisto dei nuovi caccia F-35 non è un prezzo fisso ma variabile, con possibili aumenti stimati tra i 650 milioni di franchi e il miliardo e 300 milioni. A nulla sono valse le trattative che il neo-ministro della difesa Martin Schmid ha condotto durante l'estate con gli Stati Uniti, Paese di produzione di questi aerei. I primi velivoli dovrebbero essere consegnati nel 2027 ma a livello politico si è ormai aperta una stagione di polemiche e di critiche, anche per capire se questa nuova salata fattura andrà sottoposta al parere del popolo con il lancio di un referendum. Un caso che per molti versi ricorda lo scandalo dei Mirage, scoppiato negli anni '60. Se ne discute in un faccia a faccia tra:– Carlo Sommaruga, consigliere agli Stati PS/GE- Fabio Regazzi, consigliere agli Stati Centro/TI

    Identità elettronica

    Play Episode Listen Later Sep 17, 2025 29:57


    Consiglio federale e parlamento sono convinti della necessità di disporre di una possibilità per identificarsi elettronicamente nel mondo virtuale. Per questo è stata sviluppata una proposta ben diversa rispetto a quella bocciata alle urne nel 2021. Ora è previsto che l'identificazione elettronica verrà fornita dalla Confederazione e non dai privati. Inoltre è stata migliorata la sicurezza dei dati, che saranno custoditi in modo decentralizzato sui telefonini degli utenti. Nonostante l'ampio consenso trovato in parlamento, contro la legge sul mezzo d'identificazione elettronica è stato lanciato con successo un referendum. Per i favorevoli, contano il fatto che il sistema è statale, perciò sottoposto a controllo democratico, e che permette in modo sicuro ed efficace di identificarsi quando si svolgono operazioni su internet. Per i contrari, la protezione dei dati rimane insufficiente e si teme un'accresciuta sorveglianza non solo da parte dei grandi gruppi tecnologici, ma anche da parte dello stato. Altro punto conteso: quanto l'identificazione elettronica è e rimarrà facoltativa. Partecipano al dibattito:Anastassiya Fellmann, vicepresidente giovani UDC TicinoSilvio Barandun, vicepresidente giovani PLR Ticino

    Iniziative, referendum e il trucco delle firme

    Play Episode Listen Later Sep 16, 2025 29:39


    Il 2024 è stato una sorta di “annus horribilis” per la democrazia diretta svizzera, e questo perché a partire dall'autunno sono emersi diversi casi di falsificazioni di firme, nella raccolta di sottoscrizioni per iniziative e referendum. Casi a quanto pare gravi, a tal punto che la Cancelleria federale ha inoltrato tre denunce penali, che sono andate ad aggiungersi ad una prima denuncia presentata nel 2022. Un sospetto di falsificazione che ruota attorno ad alcune agenzie specializzate, attive in particolare in Romandia, che hanno professionalizzato la raccolta delle firme, assumendo personale a pagamento. Tutto regolare, se non fosse che in alcuni casi sono emersi possibili sospetti e brogli, in nome di un'equazione piuttosto semplice: più firme raccolgo e meglio guadagno. Una spina nel fianco per la nostra democrazia diretta, che chiama in causa anche il Parlamento, chiamato ad affrontare una serie di proposte per far fronte a questo problema. In un contesto in cui la Cancelleria federale ha comunque già adottato una serie di misure per far fronte a possibili abusi.A Modem se ne discute con:- Greta Gysin, consigliera nazionale del Verdi- Giorgio Fonio, consigliere nazionale del Centro- Bruno Storni, consigliere nazionale del Partito socialista

    Tra fisco e sanità

    Play Episode Listen Later Sep 15, 2025 30:29


    Un argomento che scalda gli elettori, soprattutto a ridosso di una votazione, ancora di più se questa avviene in contemporanea con l'annuncio delle nuove tariffe per il 2026: come pagare i premi di cassa malati, come arrivare agevolmente a fine mese, come far fronte ai continui aumenti e continuare a disporre di sufficiente potere d'acquisto per vivere bene!?  In risposta alle preoccupazioni su come rendere più economicamente accettabile il pagamento dei premi di cassa malati, la politica ticinese ha avanzato due proposte in votazione il prossimo 28 settembre. Plafonare le spese per l'assicurazione malattia al 10% del reddito disponibile è la proposta del Partito Socialista (di cui abbiamo discusso a Modem la scorsa settimana) oppure dedurre integralmente i premi di cassa malati dalle imposte, e questa è la proposta della Lega dei Ticinesi su cui ci concentriamo questa mattina. Lo facciamo con due ospiti:Gianmaria Frapolli, vice coordinatore della Lega dei TicinesiSara Beretta Piccoli, granconsigliera Verdi liberali undefined

    Speciale Bondo, un villaggio che rinasce

    Play Episode Listen Later Sep 12, 2025 61:03


    Il 12 settembre 2025 non sarà un giorno come un altro a Bondo e in tutta la valle Bregaglia. È una data destinata a rimanere nella storia di questa località, perché segna la fine dei lavori con cui sono stati realizzate le nuove strutture di protezione. Un investimento di 52 milioni di franchi, per accrescere la sicurezza ai piedi della Val Bondasca, dopo l'immensa frana che aveva colpito la regione il 23 agosto del 2017, provocando la morte di otto escursionisti e ingenti danni materiali. Da allora sono trascorsi otto anni, la valle è pronta a ripartire anche se, dal punto di vista giudiziario, rimane ancora aperta una procedura penale a carico di cinque persone, accusate di non aver chiuso preventivamente gli accessi alla valle, poi colpita dalla frana staccatasi dal Pizzo Cengalo.Modem in trasferta per parlare di Bondo e della sua ripartenza, lo faremo con diversi ospiti:- Fernando Giovanoli, sindaco di Bregaglia- Anna Giacometti, consigliere nazionale grigionese e sindaca di Bregaglia dal 2010 al 2020- Ueli Weber, vice-sindaco di Bregaglia- Paola Rossotti, assistente di direzione presso l'Ufficio turistico di Bregaglia- Bruno Clalüna, titolare di una falegnameria a Bondo- Maurizio Michael, Granconsigliere grigionese - Luca della Bitta, sindaco di Chiavenna- Marcello Negrini, guida alpina

    Modem

    Play Episode Listen Later Sep 12, 2025 30:01


    Modem Fri, 12 Sep 2025 06:30:00 GMT RSI - Radiotelevisione svizzera false

    modem gmt rsi radiotelevisione
    Quel 39% che pesa sulla Svizzera

    Play Episode Listen Later Sep 11, 2025 30:45


    Da inizio agosto il tema svizzero che tiene banco è quello dei dazi imposti da Washington. Dazi che per il nostro paese sono fra i più alti fra quelli annunciati dal presidente Donald Trump. Anche se le conseguenze dei dazi non dovrebbero far deragliare l'economia elvetica, per alcuni settori e regioni sarà un duro colpo. Dopo la visita della scorsa settimana a Washington del consigliere federale Guy Parmelin, titolare del dipartimento dell'economia, resta la speranza di riuscire a limitare i danni entro ottobre con nuove concessioni, ma resta anche l'incertezza.Se da sinistra si chiede un avvicinamento all'Europa, a destra si dà la priorità ai negoziati del Consiglio federale per arrivare ad un accordo con Washington. A modem ne discutono:·        Paolo Pamini, consigliere nazionale UDC·        Fabio Regazzi, consigliere agli stati del Centro·        Intervista registrata con Cédric Wermuth, copresidente del PS svizzero

    Israele: attacco su Doha

    Play Episode Listen Later Sep 10, 2025 31:03


    Un attacco aereo israeliano contro un gruppo di alti dirigenti di Hamas, avvenuto in un Paese del Golfo, il Qatar. Israele si muove dunque lontano dai suoi confini nazionali, a 1800 chilometri di distanza, lo fa con i suoi caccia da combattimento, per colpire e indebolire i vertici di Hamas, l'organizzazione responsabile degli attacchi del 7 ottobre e contro cui l'esercito israeliano combatte a Gaza. Uno scenario di guerra mai visto prima, che coinvolge la piccola monarchia del Golfo, un Paese che in questi anni si è ritagliato il ruolo di mediatore, pur ospitando da tempo la dirigenza politica di Hamas.  Israele colpisce dunque dentro i confini nazionali di uno Stato arabo che dal 7 ottobre in poi si è impegnato per creare le condizioni di un cessate-il fuoco a Gaza.  Un emirato che ha anche strette relazioni con gli Stati Uniti, Stati Uniti che a loro volta sono i principali alleati di Israele. L'attacco di ieri è stato condannato da più parti, a cominciare dalle Nazioni Unite, che denunciano la grave violazione del diritto internazionale da parte di Israele. Cosa vuol dire tutto questo per il conflitto israelo-palestinese e più in generale per tutto il Medioriente? Si apre ora una nuova dimensione, un nuovo scenario, per Israele e per l'intera regione? Ne parliamo con tre ospitiNaima Chicherio, giornalista RSI, più volte inviata in MediorienteFrancesca Caferri, giornalista de La Repubblica, esperta di Paesi del GolfoDaniel Bettini, capo redattore esteri del quotidiano israeliano Yediot Aharonot

    Governo renversé

    Play Episode Listen Later Sep 9, 2025 30:26


    Aveva chiesto la fiducia sulla sua politica generale, convocando una seduta straordinaria del parlamento, in vista di una legge di bilancio “lacrime e sangue”, così è stata definita, da 44 miliardi di euro tra tagli alla spesa pubblica e aumento delle tasse.Lo ha fatto sapendo che avrebbe rischiato grosso – lo ha detto anche lui – per salvare e ricostruire la FranciaMa al primo ministro francese François Bayrou l'azzardo, così come d'altronde previsto già nei giorni precedenti, non è riuscito. Anzi, ieri si è assistito ad una vera e propria sfiducia da parte del parlamento, che lo ha duramente criticato (avete sentito alcune voci nella copertina)In meno di due anni questo è il quarto Governo in Francia che cadeIl contesto: un debito pubblico fuori controllo e una crisi politica senza sbocco, e quindi impossibilitata a trovare soluzioni.Cosa succede ora? C'è chi come la leader del Rassemblement national, Marine Le Pen, chiede elezioni anticipate, chi come la sinistra radicale diFrance Insoumise, vuole anche la testa del presidente Emmanuel Macron, chi come i socialisti, vuole guidare il nuovo Governo…In attesa di capire le mosse proprio del capo dell'Eliseo, che ha annunciato l'intenzione di nominare a breve un nuovo primo ministro, discutiamo di quanto accaduto a Parigi con due ospitiYVES MENY politologo e autore, tra gli altri, di due volumi: « Le vie della democrazia » e «Sulla legittimità »ANNALISA CAPPELLINI, giornalista, nostra collaboratrice da Parigi

    Casse malati: un problema, diverse proposte

    Play Episode Listen Later Sep 8, 2025 31:03


    Un problema, tante possibili soluzioni. La cassa malati, o meglio come pagare i premi della cassa malati, rappresenta secondo diverse inchieste la prima preoccupazione per le famiglie ticinesi. Premi che ogni settembre aumentano, sono raddoppiati negli ultimi vent'anni, con una vera esplosione nell'ultimo triennio. E con ogni probabilità lo faranno anche quest'anno. La politica quindi si interroga e prova ad arginare questi aumenti. Ora, nello specifico, ci sono due proposte concrete sul tavolo e su cui il popolo dovrà esprimersi il prossimo 28 settembre. Oggi discutiamo di una delle due, quella targata Partito Socialista e che chiede che il premio della cassa malati non superi il 10% del reddito disponibile di un'economia domestica.   Ospiti in studio Danilo Forini, granconsigliere PS, favorevole Alessandra Gianella, granconsigliera PLR, contrariaundefined

    Terremoto in Afghanistan

    Play Episode Listen Later Sep 5, 2025 30:03


    Continua a salire il bilancio delle vittime del devastante terremoto che ha colpito domenica sera l'est dell'Afghanistan. Secondo l'ultimo aggiornamento diffuso giovedì dal governo talebano, sono almeno 2'205 i morti accertati e 3'640 i feriti. Ma il numero delle vittime potrebbe essere ben più alto, considerato che non sono ancora state raggiunte tutte le zone colpite e tenuto conto delle difficoltà nel raccogliere dati precisi in un territorio segnato da instabilità politica e infrastrutture fragili. Partiamo da qui, dal terremoto di qualche giorno fa, per tornare a parlare di Afghanistan, Paese che sparisce regolarmente dai radar dell'attenzione mediatica e che tra qualche giorno sarà di nuovo “dimenticato”. Sono quattro anni che Kabul è tornata in mano ai Talebani e la situazione della popolazione – il 70 per cento vive al di sotto della soglia di povertà – non fa che peggiorare. Vedremo allora cos'è cambiato in questi 4 anni e cosa ci si può aspettare per il futuro. Lo facciamo con:Claudio Miglietta - Capomissione MSF AfghanistanRiccardo Redaelli - professore ordinario di ‘Storia e istituzioni dell'Asia' all'Università Cattolica del S. Cuore di Milano, e docente di ‘Geopolitica' e di ‘Post Confict e gestione delle emergenze'.Giuliano Battiston - giornalista e ricercatore che da anni si occupa di Afghanistan

    Nuovo ordine mondiale

    Play Episode Listen Later Sep 4, 2025 31:24


    In questi giorni la Cina ha accolto decine di capi di stato e di governo, prima per il vertice dell'Organizzazione di cooperazione di Shanghai (SCO) poi per la grande parata militare in occasione dell'ottantesimo anniversario della vittoria cinese sul Giappone e la fine della Seconda guerra mondiale in Asia. Eventi che hanno permesso a Pechino di mettersi al centro della politica globale riunendo vari paesi in conflitto con quelli Occidentali. Fra loro autocrazie, come la Russia, interessate a cambiare gli equilibri globali attraverso nuove organizzazioni internazionali o la riforma di quelle esistenti. Una tendenza che si è rafforzata dopo l'invasione russa dell'Ucraina e con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Trump che con le sue politiche commerciali ha scontentato alleati e antagonisti spingendo paesi come l'India a riavvicinarsi alla Cina. Raffaella Baritono, Professoressa ordinaria di Storia e politica degli Stati Uniti all'Università di Bologna  Lorenzo Lamperti, collaboratore RSI dall'Asia Orientale Ulrich Schmid, Professore di studi Sull'Europa Orientale all'Università di San Gallo

    Valore locativo, sì o no?

    Play Episode Listen Later Sep 3, 2025 30:56


    Servirà la doppia maggioranza di Popolo e Cantoni per decidere se mantenere o meno questo reddito (fittizio) che fa aumentare l'imposizione fiscale dei proprietari di case. Per i favorevoli alla sua abolizione si tratta di una misura fiscale ingiusta, vecchia di quasi 100 anni, che penalizza chi, con i propri risparmi, è riuscito a comprarsi una casa. Chi si oppone, difende il sistema come lo conosciamo oggi, costruito per garantire una parità di trattamento tra inquilini (che non possono dedurre il loro affitto dalle imposte) e proprietari che sì, pagano il valore locativo, ma possono, ad esempio, dedurre gli interessi ipotecari e le spese per i lavori di ristrutturazioneSullo sfondo, le incognite sul peso che questa riforma potrebbe avere sulle casse della confederazione. Per evitare perdite fiscali troppo importanti (la stima è di quasi 2 miliardi), il parlamento ha deciso di dare la possibilità ai Cantoni d'introdurre un'imposta sulle residenze secondarie. Per i favorevoli, un buon compromesso, per i contrari, un paracadute bucato, difficile da introdurre e che in ogni caso non compenserà le perdite per la collettività Ne dibattono Per il Sì, Paolo Pamini, Consigliere nazionale UDCPer il NO, Greta Gysin, Consigliera nazionale dei Verdiundefined

    Il futuro dei treni merci

    Play Episode Listen Later Sep 2, 2025 31:00


    Discuteremo della decisione di FFS Cargo di ripensare il trasporto delle merci su rotaia in Svizzera, FFS Cargo che abbandonerà diversi terminal del traffico combinato (due in Ticino) e sopprimerà entro fine anno 65 posti di lavoro (40 in Ticino). L'annuncio, della scorsa primavera, aveva provocato l'indignazione di sindacati e di Pro Alps (l'ex Iniziativa delle Alpi) che si sono fatti nuovamente sentire lo scorso venerdì con una manifestazione di protesta indetta a Mendrisio. Nel frattempo, FFS Cargo ha precisato le sue intenzioni: ha garantito che i 40 posti soppressi in Ticino non si tradurranno in licenziamenti e che almeno uno dei due terminal che si intendeva abbandonare (quello di Cadenazzo) resterà in funzione, ma sarà gestito dalla Posta. Resta però una perdita annuale di 80 milioni di franchi che FFS Cargo deve in qualche modo affrontare e resta la domanda: quale futuro immaginare per un trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia che la popolazione elvetica continua a chiedere, che FFS Cargo giudica in seria difficoltà (almeno per quanto concerne il traffico interno nazionale) e di cui Pro Alps e sindacati ci dicono che lo si sta in qualche modo smantellando? Ne discutiamo con: Roberta Cattaneo, direttrice regionale FFS Regione SudThomas Giedemann, segretario sindacale SEVNara Valsangiacomo, presidente Pro Alps e gran consigliera in Ticino per i VerdiBruno Storni, consigliere nazionale PS, membro della commissione dei trasporti del Consiglio nazionale

    Non chiamatela “bigiata”

    Play Episode Listen Later Sep 1, 2025 30:20


    Dopo diversi altri cantoni svizzeri, anche il Ticino riapre le sue scuole. Un ritorno tra i banchi su cui pesa un fenomeno che sta sempre più prendendo piede, quello dell'assenteismo scolastico. Allieve e allievi che per vari motivi non riescono più a recarsi a scuola per un periodo prolungato. Un tema che ha spinto “Lehrer Schweiz”, l‘associazione mantello degli insegnanti della Svizzera tedesca, a lanciare un allarme, all'inizio del mese di agosto: occorrono misure coordinate per aiutare questi ragazzi a tornare a scuola. In Ticino il Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport ha condotto un monitoraggio su oltre 80mila allievi, ed è giunto alla conclusione che negli anni successivi alla pandemia c'è stato un incremento di queste assenze, nel corso del 2024 è stata raggiunta e superata la soglia del 5%. Un dato che preoccupa i responsabili della scuola ticinese e di cui discuteremo con:·        Tiziana Zaninelli, responsabile dell'insegnamento nelle scuole medie in Ticino·        Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute nella Svizzera italiana·        Ilan Gheiler, responsabile terapeutico presso la Comunità Arco di Riva San Vitale

    Non chiamatela “bigiata”

    Play Episode Listen Later Sep 1, 2025 30:20


    Dopo diversi altri cantoni svizzeri, anche il Ticino riapre le sue scuole. Un ritorno tra i banchi su cui pesa un fenomeno che sta sempre più prendendo piede, quello dell'assenteismo scolastico. Allieve e allievi che per vari motivi non riescono più a recarsi a scuola per un periodo prolungato. Un tema che ha spinto “Lehrer Schweiz”, l‘associazione mantello degli insegnanti della Svizzera tedesca, a lanciare un allarme, all'inizio del mese di agosto: occorrono misure coordinate per aiutare questi ragazzi a tornare a scuola. In Ticino il Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport ha condotto un monitoraggio su oltre 80mila allievi, ed è giunto alla conclusione che negli anni successivi alla pandemia c'è stato un incremento di queste assenze, nel corso del 2024 è stata raggiunta e superata la soglia del 5%. Un dato che preoccupa i responsabili della scuola ticinese e di cui discuteremo con:·        Tiziana Zaninelli, responsabile dell'insegnamento nelle scuole medie in Ticino·        Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute nella Svizzera italiana·        Ilan Gheiler, responsabile terapeutico presso la Comunità Arco di Riva San Vitale

    Arrocchino, scontro in aula

    Play Episode Listen Later Aug 26, 2025 50:13


    Il dibattito in Gran Consiglio, in trasferta al Palacongressi di Lugano, sulla questione del cosiddetto “arrocco” all'interno del Consiglio di Stato si è trasformato in un duro faccia a faccia tra Parlamento e Governo. Una discussione voluta per capire le ragioni di questo cambio di marcia, che riguarda i due “ministri” leghisti, Norman Gobbi e Claudio Zali, (quest'ultimo ha disertato la riunione), e tre ambiti dell'amministrazione cantonale: Giustizia, Polizia e Divisione delle costruzioni. Un confronto che è sembrato un dialogo tra sordi: per il governo l'arrocco nella sua versione light ha un senso, in particolare per quanto riguarda le riforme di cui da troppo tempo necessita la magistratura ticinese e affidate ora a Zali. Per il Parlamento, Lega esclusa, si tratta invece di una mossa mal comunicata e inefficace per l'azione dello Stato, una scelta legata solo a motivi partitici della stessa Lega, alla ricerca di nuovi slanci in vista della prossima sfida elettorale dell'aprile 2027.Una crisi istituzionale di cui discuteremo con:- Alessandro Speziali, presidente del PLR- Maurizio Agustoni, capo-gruppo del Centro- Ivo Durisch, capo-gruppo del PS- Alessandro Mazzoleni, deputato della Lega dei Ticinesi- Matteo Pronzini, deputato dell'MpS- Tuto Rossi, deputato UDC

    Usa, Iran, Israele e il “martello di mezzanotte”

    Play Episode Listen Later Jun 23, 2025 52:27


    Non due settimane ma due giorni, Donald Trump ha giocato d'anticipo e ha inviato i suoi bombardieri a lanciare una pioggia di bombe “anti-bunker” su tre basi del programma nucleare iraniano. Un'operazione militare che lo stesso Trump ha definito “magnifica” e che è stata applaudita da diverse cancellerie occidentali ma soprattutto dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, che da giorni premeva per poter ottenere l'appoggio statunitense. Un attacco che cambia le carte in tavola, dal punto di vista militare ma anche da quello geo-politico, sia a livello regionale che internazionale. Di questa nuova configurazione, che chiama in causa anche Russia e Cina, gli alleati storici dell'Iran, parleremo con:·      Duccio Basosi, docente di storia delle relazioni internazionali all'università Ca' Foscari di Venezia·      Alessandro Colombo, docente di relazioni internazionale, Università statale di Milano ·      Farian Sabahi, docente di storia all'università dell'Insubria·      Rossella Tercatin, giornalista del “Times of Israel” a Gerusalemme·      Rosalba Castelletti, inviata di Repubblica a Mosca·      Guido Santevecchi, giornalista del Corriera della Sera e per anni corrispondente a Pechino

    Le nuove generazioni al lavoro

    Play Episode Listen Later Jun 20, 2025 54:28


    Lavorare e nel contempo andare a scuola. È la formula duale su cui si basa l'apprendistato in Svizzera. Un doppio impegno per i ragazzi che dalla scuola dell'obbligo a tempo pieno vengono catapultati nel mondo adulto. Ma quanto è difficile a 15 anni scegliere il mestiere per la vita? Il mercato del lavoro riesce a realizzare le aspirazioni professionali dei giovani? E scuola e datori di lavoro comunicano per venire incontro alle reciproche esigenze? Quello del lavoro è un mondo in continua evoluzione, che sperimenta anche nuovi modelli per meglio conciliare vita lavorativa e aspirazioni private, pensiamo solo alla settimana lavorativa di 4 giorni, per fare un esempio, o all'aumentata richiesta di tempi parziali, che interessa particolarmente le nuove generazioni.Proprio con alcuni esponenti di queste nuove generazioni, ovvero la 2D della scuola Professionale Artigianale Industriale SPAI di Mendrisio, discutiamo delle aspirazioni, dei dubbi, degli ostacoli cui sono confrontati i giovani che entrano nel mondo del lavoro. Insieme alla classe di apprendisti installatori elettricisti tre ospiti:Andrea Gehri - presidente della Camera di commercio del Canton Ticino (Ccia-TI) e imprenditoreSiegfried Alberton - responsabile regionale della formazione continua alla Scuola universitaria federale per la formazione Professionale SUFFPIsmael Camozzi - coordinatore del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti SISA

    Vacanze affollate

    Play Episode Listen Later Jun 19, 2025 32:27


    Domenica scorsa a Barcellona i residenti che hanno protestato con pistole ad acqua contro il sovraffollamento turistico non erano in molti: circa 600. Ma il malcontento per un turismo considerato esageratamente invadente nella capitale catalana e in altre città spagnole ed europee dura da tempo. E si riproporrà certamente in futuro. Il fenomeno ha un nome: “overtourism”, sembra essersi accentuato dopo la pandemia e pone il problema della sostenibilità di un'economia che un numero crescente di residenti percepisce oramai più come un danno che come una risorsa. Perché? Cosa non funziona nel turismo di oggi? Come migliorare la convivenza tra industria turistica e popolazione locale nelle località più gettonate?Ne discutiamo con: Mariangela Paone, giornalista, Madrid Claudio Visentin, docente di storia culturale del turismo all'Università della Svizzera italiana Angelo Trotta, direttore Ticino turismo Alessandro Rapinese, sindaco di Como

    Cantoni interi e Cantoni a metà

    Play Episode Listen Later Jun 18, 2025 29:25


    Con la Costituzione federale dal 2000 i semicantoni non esistono più: i due Appenzello, Obwaldo, Nidwaldo e i due Basilea son stati promossi al rango di Cantoni. Una promozione solo formale che non ha modificato il fatto che questi Cantoni hanno un solo rappresentante al Consiglio degli Stati e quando in votazione popolare si calcola la maggioranza dei Cantoni il loro voto vale la metà.I tentativi di cambiare le cose vengono regolarmente respinti, così come altre modifiche tese a differenziare il peso dei Cantoni, l'inclusione delle grandi città nel Consiglio degli Stati o la modifica della suddivisione fra Cantoni o ancora l'aumento del numero dei Consiglieri Federali.Tutti segnali che il federalismo elvetico non riesce a rinnovarsi, o più semplicemente queste modifiche non sono necessarie?A Modem ne discutono:·      Mauro Poggia, Consigliere agli Stati ginevrino per il MCG, parte del gruppo UDC·      Bruno Storni, Consigliere Nazionale ticinese per il PS·      Sacha Zala, storico e direttore del centro di ricerca Documenti diplomatici svizzeri·      Inoltre, un'intervista registrata con Eva Herzog, Consigliera agli Stati di Basilea Città per il PS

    Di contratti collettivi e salari minimi

    Play Episode Listen Later Jun 17, 2025 29:32


    Nel mondo del lavoro svizzero, che cosa deve contare di più: un contratto collettivo (CCL) a livello nazionale con i suoi vincoli anche salariali oppure gli stipendi minimi votati dal popolo a livello cantonale?In discussione a Berna torna la proposta del consigliere agli Stati obwaldese Erich Ettlin del Centro: secondo lui i CCL nazionali devono prevalere in ogni caso, anche quando prevedono stipendi inferiori ai salari minimi in vigore in un determinato cantone.In gioco c'è il rispetto della volontà popolare ma anche la salvaguardia del partenariato sociale, con le sue spesso dure trattative che coinvolgono padronato e rappresentanti dei lavoratori. Materia per un faccia a faccia tra i nostri due ospiti, consiglieri nazionali ticinesi:·      GRETA GYSIN – I Verdi e presidente del sindacato Transfair·      ALEX FARINELLI – PLR e vicedirettore della Società svizzera impresari costruttori, sezione Ticino

    Netanyahu l'intramontabile

    Play Episode Listen Later Jun 16, 2025 31:49


    Tra alti e bassi, tensioni interne e guerre lungo i confini del suo Paese, Benjamin Netanyahu è alla guida del governo israeliano da quasi un trentennio. Un potere sempre più ampio che sul fronte interno gli ha permesso finora anche di respingerei tentativi della giustizia di porre fine alla carriera politica. Sul fronte miliare, la guerra contro l'Iran è solo l'ultima di una serie di altre operazioni che hanno permesso ad Israele di indebolire i suoi nemici più immediati, a partire dal 7 ottobre del 2023.Prima Hamas, poi Hezbollah, poi il regime di Assad in Siria, tutti collegati e sostenuti dal regime teocratico di Teheran, hanno subito gravi perdite militari ad opera dell'esercito israeliano. Fronti aperti contro i quali il premier israeliano si muove con un potere che sembra illimitato. Nessun Paese al mondo è al momento In grado di limitare il margine d'azione di Netanyahu. Neppure gli Stati Uniti di Trump, che almeno a parole miravano a raggiungere con Teheran un accordo sul programma nucleare iraniano e che ora continuano a rifornire l'esercito di Tel Aviv. Da dove deriva questo grande potere di Netanyahu? Cosa gli permette di muoversi indisturbato, calpestando anche il diritto internazionale? E quali gli equilibri interni e regionali che il conflitto con l'Iran rischia ora di sconvolgere? Argomenti e interrogativi che affronteremo con: Francesca Caferri, analista e specialista dei Paesi del GolfoLorenzo Trombetta, giornalista e collaboratore RSI sul MediorienteNicola Pedde, direttore dell'Institute for Global Studies di Roma

    Netanyahu l'intramontabile

    Play Episode Listen Later Jun 16, 2025 31:49


    Tra alti e bassi, tensioni interne e guerre lungo i confini del suo Paese, Benjamin Netanyahu è alla guida del governo israeliano da quasi un trentennio. Un potere sempre più ampio che sul fronte interno gli ha permesso finora anche di respingere i tentativi della giustizia di porre fine alla carriera politica. Sul fronte miliare, la guerra contro l'Iran è solo l'ultima di una serie di altre operazioni che hanno permesso ad Israele di indebolire i suoi nemici più immediati, a partire dal 7 ottobre del 2023.Prima Hamas, poi Hezbollah, poi il regime di Assad in Siria, tutti collegati e sostenuti dal regime teocratico di Teheran, hanno subito gravi perdite militari ad opera dell'esercito israeliano. Fronti aperti contro i quali il premier israeliano si muove con un potere che sembra illimitato. Nessun Paese al mondo è al momento In grado di limitare il margine d'azione di Netanyahu. Neppure gli Stati Uniti di Trump, che almeno a parole miravano a raggiungere con Teheran un accordo sul programma nucleare iraniano e che ora continuano a rifornire l'esercito di Tel Aviv. Da dove deriva questo grande potere di Netanyahu? Cosa gli permette di muoversi indisturbato, calpestando anche il diritto internazionale? E quali gli equilibri interni e regionali che il conflitto con l'Iran rischia ora di sconvolgere? Argomenti e interrogativi che affronteremo con: Francesca Caferri, analista e specialista dei Paesi del GolfoLorenzo Trombetta, giornalista e collaboratore RSI sul MediorienteNicola Pedde, direttore dell'Institute for Global Studies di Roma

    13esima AVS, c'è da far di conto

    Play Episode Listen Later Jun 13, 2025 30:25


    13esima mensilità AVS: l'ha voluta il popolo nel marzo 2024, sarà versata ogni mese di dicembre a partire dal 2026, ma come finanziarla? Ieri il Consiglio degli Stati ha deciso che gli oltre 4 miliardi di franchi necessari saranno raccolti sia aumentando l'IVA che aumentando i contributi salariali, anche se in misura minima. La soluzione si distanzia da quella suggerita dal Consiglio federale e renderebbe meno urgente la prossima grande riforma del primo pilastro, ma non piace alla destra che cercherà di ribaltarla alla Camera del popolo. Il dibattito sul finanziamento della tanto discussa 13esima AVS e, più in generale, sulle prospettive finanziarie dell'Assicurazione vecchiaia e superstiti è rilanciato. Ne discutiamo con: Anna Giacometti, consigliera nazionale PLR Giorgio Fonio, consigliere nazionale CentroInterviste registrate a: Vania Alleva, presidente sindacato UniaGian Luca Lardi, vicepresidente Unione svizzera degli imprenditori

    Cassis: chiarimenti cercansi

    Play Episode Listen Later Jun 12, 2025 33:11


    La settimana politica svizzera è iniziata con un comunicato stampa a sorpresa. Martedì il dipartimento federale degli affari esteri ha fatto sapere che il suo responsabile, Ignazio Cassis, stava per partire alla volta di Israele e dei Territori palestinesi occupati, per una visita ufficiale. Una viaggio a quanto pare previsto da tempo, ma annunciato all'ultimo momento, proprio poco prima della partenza del capo della nostra diplomazia. Nel giro di 24 ore, il viaggio si è concluso oggi nel pomeriggio, Cassis ha incontrato i ministri degli affari esteri di Israele e dell'Autorità palestinese per discutere della guerra e della crisi umanitaria a Gaza ma anche, più in generale, delle tante tensioni che attraversano l'intero Medioriente. Un viaggio che avviene in un momento in cui, sul fronte politico interno, il Consigliere federale ticinese deve far fronte a una raffica di critiche per la sua posizione sulla guerra a Gaza, considerata da più parti troppo debole nella condanna a Israele e in difesa del diritto umanitario internazionale. Per calmare queste tensioni, a poco sembrano servire le prese di posizione del governo, che, ad esempio lo scorso 28 maggio, è tornato a chiedere l'”accesso umanitario illimitato e un'immediata fine delle ostilità”. La Svizzera e la guerra a Gaza, tanti interrogativi e parecchie critiche, che ruotano anche attorno al concetto di neutralità e che affronteremo con:Simone Gianini, consigliere nazionale PLR/TICarlo Sommaruga, consigliere agli Stati PS/GE

    Blatten, quali aiuti dopo una catastrofe?

    Play Episode Listen Later Jun 11, 2025 29:37


    È lunga 2 chilometri, larga 400 metri, profonda 200: sono le dimensioni della colata di pietre, fango e ghiaccio che ha travolto lo scorso 28 maggio il comune di Blatten in Vallese. Le ha ricordate il consigliere federale Albert Rösti durante la sessione straordinaria del Consiglio degli Stati convocata martedì per esaminare la richiesta di un aiuto federale d'urgenza di 5 milioni di franchi da destinare agli abitanti della località nella Lötschental. La richiesta è stata approvata (giovedì sarà sottoposta al Consiglio nazionale), ma alcuni senatori vorrebbero ora che si facesse di più: che si creasse una base legale a livello federale con cui affrontare non solo l'evento di Blatten, ma anche le future catastrofi naturali che il cambiamento climatico sembra annunciare. Sul tavolo c'è pure la proposta Regazzi di istituire in fondo speciale per le catastrofi naturali simile ai fondi che già ci sono per finanziare la rete stradale e quella ferroviaria. Ne discuteremo da Berna con: Fabio Regazzi, consigliere agli Stati Il Centro, Ticino Bruno Storni, consigliere nazionale PS, TicinoE con un'intervista registrata a Michael Graber, consigliere nazionale Udc, Vallese

    Estate calcistica al femminile

    Play Episode Listen Later Jun 10, 2025 30:55


    Manca meno di un mese al più grande evento di sport femminile mai organizzato in Svizzera. Oltre mezzo milione di biglietti venduti, 190 paesi si sono assicurati i diritti per trasmettere le 31 partite in diretta per – si stima – mezzo miliardo di telespettatori.  Stiamo parlando di Womens Euro – gli europei femminili di calcio, evento faro dell'estate agonistica 2025. Eppure ancora oggi ci chiediamo... ma ce ne siamo davvero accorti? Quanto è grande l'entusiasmo in Svizzera per questo evento? Quanto ancora lo sport femminile deve remare per competere davvero con la passione e l'entusiasmo che circondano gli eventi maschili? Stiamo giocando ad armi pari? Ne parliamo a Modem con Serena Bergomi, giornalista sportiva RSIMarialaura Scatena, giornalista sportiva, esperta di questioni di genere nello sportTamara Crivelli, responsabile del programma Ticino Legacy, promozione del calcio femminileMaggiori informazioni sul Girls Summer Camp organizzato dalla Federazione ticinese di calcio al sito https://ftc.football.ch/federazione-ticinese-di-calcio.aspx

    Trump contro Harvard

    Play Episode Listen Later Jun 6, 2025 32:21


    Continuano le pressioni del Presidente Donald Trump sull'Università di Harvard. Pressioni in corso da mesi e che fanno sorgere interrogativi sulle motivazioni della Casa Bianca nel prendere di mira un ateneo fra i migliori a livello mondiale. I rimproveri vanno dall'aver tollerato espressioni antisemite sul campus, mettendo così a rischio studenti di religione ebraica, al discriminare bianchi, asiatici e maschi nel quadro delle sue politiche di assunzione e ammissione. Critiche rivolte ad Harvard accompagnate dalla richiesta di riformare i suoi programmi su diversità equità e inclusione, oltre al concedere al governo nuovi estesi poteri su questioni operative e educative. Iniziative a cui finora Harvard ha deciso di opporsi ricorrendo ai tribunali. A modem ne discutiamo con:Francesco Erspamer, professore direttore del programma italiano nel dipartimento di Filologia romanza a HarvardMario Del Pero, professore di Storia degli Stati Uniti e Storia della politica estera americana a Sciences Po, ParigiLuciana Vaccaro, rettrice SUP Svizzera occidentale (HES-SO) e presidente di SwissuniversitiesAndrea Vosti, corrispondente RSI da Washington

    Un arrocco e tante critiche

    Play Episode Listen Later Jun 5, 2025 55:54


    Non accenna a placarsi il polverone di polemiche e discussioni attorno al tentativo dei consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali di scambiarsi a vicenda il proprio dipartimento, nel tentativo, come affermato dagli stessi interessati, di ridare slancio alla loro operatività governativa.C'è chi parla di istituzioni calpestate, per aver scavalcato nella comunicazione ogni decisione governativa in merito. Chi, invece, di un disperato tentativo dei ministri leghisti per rilanciare la loro immagine, in vista delle prossime elezioni cantonali, nella primavera del 2027. Con gli alleati dell'UDC che non hanno esitato a parlare di “modalità fantozziane” e di “proposta inopportuna”, toni forti che sembrano scrivere i titoli di coda al già fragile patto elettoralistico tra Lega e UDC.Quale il bilancio di questa operazione agli occhi del movimento di Via Monte Boglia? Quali le riflessioni degli altri partiti su un arrocco dipartimentale, sui cui il governo è ora chiamato a prendere una decisione? E quali le possibili conseguenze sulla politica ticinese, ormai giunta a metà legislatura e alle prese con parecchi nodi da sciogliere, primo fra tutti quello delle finanze pubbliche.Temi in discussione con:- Daniele Piccaluga, coordinatore della Lega dei Ticinesi- Laura Riget, co-presidente del Partito socialista TI- Fiorenzo Dadò, presidente del Centro TI- Fabio Käppeli, vice presidente del PLRT- Pino Sergi, granconsigliere del Movimento per il socialismo

    Sigarette Puff, presto un divieto?

    Play Episode Listen Later Jun 4, 2025 29:41


    Profumate, colorate, accattivanti! Stiamo parlando delle “Puff bar” , ovvero sigarette elettroniche usa e getta che hanno guadagnato un'incredibile popolarità tra i giovani. La loro facilità d'uso e il costo contenuto hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla salute pubblica e all'ambiente. Nel 2024, il Consiglio nazionale ha approvato una mozione per vietare la vendita di queste sigarette elettroniche monouso, citando rischi per la salute, impatto ambientale e l'attrattiva per i minori. Mozione che sarà discussa nella seduta di mercoledì anche al Consiglio degli Stati. Ma davvero un divieto è la soluzione migliore per proteggere i giovani dai rischi legati all'uso di queste e-cigarettes, o si rischia di far esplodere parallelamente il mercato nero e le vendite online incontrollate? Ne parliamo domani a modem con Flavia Wasserfallen, consigliera agli Stati PS/BEPaolo Pamini, consigliere nazionale UDC/TIIntervista registrata a Gregor Rutz, consigliere nazionale UDC/ZH e presidente di Swiss Tobacco

    Iniziativa 200 franchi bastano: inizia il dibattito

    Play Episode Listen Later Jun 3, 2025 30:32


    Fa il suo ingresso in Parlamento l'iniziativa popolare “200 franchi bastano!”. Il dibattito ha preso il via al Consiglio nazionale ma siamo solo agli inizi. Il testo chiede di ridurre il canone radiotelevisivo, oggi di 335 franchi all'anno, a 200 e di abolire la quota a carico delle imprese. E sembra essere per il momento sostenuto in maniera compatta solo dall'UDC e dalla Lega dei Ticinesi, promotrice insieme all'USAM e ai Giovani PLR dell'iniziativa.Il resto dei partiti è contrario, anche se alcuni liberal-radicali la appoggiano. Il partito chiede comunque che vengano almeno esentate dal canone le imprese.Una discussione, quella iniziata al Nazionale, che ha già mostrato sin dalle primissime battute come il tema sia estremamente divisivo, e che – alla fine – la vera questione è soprattutto cosa debba essere e cosa debba fare oggi la SSR.Ne parliamo con:LORENZO QUADRI, della Lega dei Ticinesi, è membro del comitato promotore dell'iniziativa popolare “200 franchi bastano”MARTIN CANDINAS, del Centro, correlatore commissionale sull'iniziativa, contrario JON PULT, socialista, contrariotutti e tre membri della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del NazionaleALEX FARINELLI, del PLR, copresidente dell'Alleanza per la Diversità mediatica, contrario all'iniziativa ma favorevole a una riduzione o eliminazione progressiva del canone per le imprese

    La Lega propone un arrocco

    Play Episode Listen Later Jun 2, 2025 30:20


    Un possibile scambio di dipartimenti fra i due Consiglieri di stato della Lega dei ticinesi. Questa la notizia lanciata dal Mattino della domenica. Una mossa inedita, che ha sorpreso più di uno, ma che dovrà prima concretizzarsi nel rispetto delle competenze e dei regolamenti a cui deve rifarsi il Consiglio di stato. Le intenzioni della Lega sembrano comunque dare alcuni importanti segnali sulle sfide che si porranno alle prossime elezioni cantonali. Sfide che riguardano certo la Lega, ma che non lasciano indifferenti gli altri partiti, a cominciare dall'UDC che nelle ultime elezioni per il governo aveva presentato una lista congiunta con la stessa Lega.Ospiti del Modem di oggi tre giornalisti e commentatori: Gianni Righinetti, vicedirettore Corriere del TicinoDaniel Ritzer, direttore La Regione Andrea Leoni, giornalista, conduttore ed opinionista Libera TV e TeleTicino

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