POPULARITY
Nella scorsa diretta (al link https://www.youtube.com/live/iPphg7H8aR0) abbiamo parlato del denaro come simbolo. In questa continuiamo l'approfondimento sulla nostra relazione con il denaro.La nostra relazione con il denaro è complessa e rappresenta uno specchio delle nostre relazioni con noi stessi, con l'altro e con la vita.Ci sono alcuni aspetti importanti per la nostra relazione con il simbolo che il denaro rappresenta. In questa diretta approfondiamo alcuni atteggiamenti che abbiamo con il denaro: l' avidità, l'avarizia e la gratuità.Avidità vuol dire non averne mai abbastanza, essere costantemente alla ricerca dell'oltre. Noi quanto siamo in grado di stabilire per noi stessi cosa ci rende grati e soddisfatti di ciò che abbiamo? Questo atteggiamento si riflette poi anche nelle relazioni. Interrogarci sull'avidità ci da un indice dell'insoddisfazione cronica; l'avidità determinerà un deterioramento delle relazioni e isolamento sociale. Questo perché si ha una distorsione dei valori. Questo porta, inoltre, ad una compromissione della salute mentale, perché non riusciamo ad apprezzare e ad essere grati. Possiamo chiederci: qual è il mio spazio di avidità?Avarizia è l'incapacità a spendere e a donare, a sfruttare la propria energia. Spesso l'avarizia si riflette anche nelle emozioni e nelle relazioni. Cosa scatena l'avarizia? Paura costante, negazione del piacere a tutti i livelli (chi non è in grado di dare, di darsi ha un problema con il piacere). L'avarizia spesso sfocia in perdita di opportunità e nell'incapacità di lasciarsi andare e nella mancanza di fiducia. La gratuità porta le relazioni ad un livello nettamente superiore. La gratuità porta alle relazioni d'amore. Quello che manca nelle relazioni vere, sane e nutrienti è la logica contrattuale. Sono relazioni gratuite.La gratuità è l'inizio dell'amore. La gratuità presuppone trasparenza ed educazione, cioè cerco di tirare fuori il meglio dall'altro. La gratuità inoltre crea comunità e ci fa confrontare con le nostre proiezioni, crea relazioni di reciprocità. È il punto di partenza del circolo dell'amore, che genera responsabilità, reciprocità, comunità e quindi amore.La gratuità però può essere vista anche dal punto di vista egoico. Quali risposte genera in noi? Può esserci una risposta egoica da “furbetto” (è chi si dice: perché dovrei contribuire?), da vittima (non posso contribuire) o l'indignato (come ti permetti di chiedere?).Qual è la tua relazione con il denaro?
Avidité ou ambition : la frontière est entre ces deux termes est parfois fine. S'il y a une norme dans le monde de l'entrepreneuriat avec laquelle je suis en désaccord, c'est bien celle ci : il faut souffrir et faire des sacrifice pour réussir dans un domaine. Bien que l'effort et la discipline soit indispensable à tout succès, je voulais revenir sur l'importance d'avoir des principes personnels comme sortes de "limites" à ne pas dépasser. Cet épisode est à la fois décalé, déstructurée et personnel, avec une touche de motivation. - Pour me partager votre avis sur le sujet de cet épisode, écrivez-moi sur Instagram à @femmentrepreneurmag ou à l'adresse contact@femmentrepreneur.com - Pour découvrir tous nos programmes, rendez-vous sur : femmentrepreneur.com/formations - Recevez la stratégie exacte pour obtenir vos 5 prochains clients : femmentrepreneur.com/checklist Bonne écoute ! --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/femme-entrepreneur/message Support this podcast: https://podcasters.spotify.com/pod/show/femme-entrepreneur/support
Una storia - soprattutto se ha avuto risonanza mondiale - può essere raccontata in molti modi.Un documentario, un film e una serie per parlare del più grande schema Ponzi.Testo: https://bit.ly/3XRAnCv
Dans son premier projet de bande-dessinée solo, le dessinateur morgien Kevin Crelerot - alias Krel - nous plonge dans un monde où les êtres humains et les fourmis se côtoient, tout en poursuivant des buts différents. Avidité et individualité chez lʹhomme, force du collectif chez les fourmis. Lʹesthétique gris-bleutée et lʹabsence de textes permet également différentes lectures et interprétations de cette BD. Dans cette interview au micro de Sarah Clément, Krel raconte aussi la naissance dʹun projet : celui de faire une BD 100 % vaudoise. "La révolution des fourmis", en librairie dès le vendredi 9 décembre.
Avidità, spensieratezza, ebbrezza sono tutte parole che descrivono perfettamente il protagonista dell'opera di Caravaggio. E se vi dicessimo che ascoltando il 4 podcast del nostro cosmico calendario potrete provare l'ebbrezza del protagonista? Mi raccomando rimanete connessi per tutte le sorprese che vi lascerà Radio Lasagne Verdi in questi giorni di attesa! #calendariodellavento #radiolasagneverdi
Hernan Diaz presenta "Trust", con la traduttrice Ada Arduini e le domande di alcune blogger. Un romanzo senza eguali per originalità e struttura sulla ricchezza e il talento, la verità e la sua percezione. “Un'avvincente storia di classe, capitalismo e avidità.” 'Esquire'. Hernan Diaz, "Trust", Feltrinelli editore. www.feltrinellieditore.it
Aimer sans absorber, aimer sans emprisonner, aimer sans dévorer l'autre. Mais l'aimer aussi sans le nier, sans vouloir le dissoudre dans son propre soi-même. Cet article Curiosité, avidité et anthropophagie est apparu en premier sur Improvisations.
Oggi vogliamo suggerirti dei libri che puoi regalare per Natale a te stesso o qualcuno che ami. Link per dei Libri:Bibbia da StudioScelto da Dio Cinque Punti Dio, L'Avidità e il VangeloDiscepolareEssere un Membro di ChiesaIl PapatoIstituzione della teologia persuasiva. Fascicolo 1: Sulla teologia Shepherd a Child's Heart Grandi Verità per Giovani Cuori Il Giardino La Cortina e La Croce La Storia Più Grande Musica da Coram DeoLink:Verità & Vita PodcastLibretto gratis - Mi ConnettoLibretto gratis - Riforma 500Fare una Domanda - SpeakpipeCatechismo PlaylistCibo spirituale e verità Biblica per la vita quotidiana.
Il decimo comandamento e i vizi ad esso connessi. Excursus conclusivo sul ciclo di catechesi "La sana dottrina cattolica". Bilancio e prospettive di ulteriori approfondimenti. Ciclo di catechesi la sana dottrina cattolica, quarantacinquesima ed ultima puntata, Lunedì 11 Ottobre 2021
Le prove della vita come palestra evolutiva: scegli la Gioia! Riflessione e trasformazione. Perché si è così? = Realizzo che nel mondo esistono sia l'abbondanza che la privazione in ogni forma e scopro che anche io posso essere privato di qualcosa, dunque corro ai ripari. “Scopro che esistono la mancanza, la privazione, l'assenza e questo mi terrorizza. In me stesso/a, nell'amore, nelle cose, nei rapporti tutto può essermi sottratto. Sono accecato/a, non so nemmeno più riconoscere ciò che sono, ciò che ho, ciò che davvero mi serve e quanto mi è utile. Per difendermi da questa terribile paura, mi allontano da essa diventando avido, insaziabile, invidioso, calcolatore, sento solo il bisogno di avere sempre di più, sono un pozzo senza fondo”. Questo grappolo di afflizioni permette la trasformazione della coscienza verso la saggezza della Misura, la giusta quantità, la giusta intensità che regola tutto ciò che esiste, me incluso. Come sempre potete lasciare le vostre domande, dubbi e suggerimenti per nuovi audio. Grazie infinite... ....Ogni Momento -------- Ci puoi trovare anche su Facebook: https://www.facebook.com/ogni.momento.9 Instagram: https://www.instagram.com/italia_ogni_momento/ ---------- Laura Greguoldo: Dott. in scienze e tecniche psicologiche, Operatrice olistica in nuove scienze energetiche-tensio-sottili, creatrice del metodo D.E.O. Universal, Pranoterapeuta, Presidente Accademia H.A.M.O.R.S. Facebook : - Laura Greguoldo https://www.facebook.com/profile.php?id=100005681538608 Instagram: @laura_greguoldo_jesolo
Episodio 4 - La storia di Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani, 1995Sul vocabolario è scritto che l'omicidio è la soppressione di una vita umana ad opera di un altro essere umano. Poche parole, che tuttavia nulla dicono del movente, del mezzo e del legame tra l'assassino e la sua vittima. Ogni storia di un crimine è unica, ma ci sono casi che più di altri hanno segnato un'epoca, quando la spinta ad uccidere ha tratto origine da dinamiche personali, più o meno comprensibili, più o meno folli. Odio e gelosia, profitto e piacere... proiettili, lame e veleni.Due secoli di passioni e delitti, di persone e personaggi pronti a recitare sulla stessa scena, la scena del crimine: predatori e prede, poliziotti e avvocati, scienziati e giudici, tutti a comporre un grande affresco giallo virato al nero. Nero come il sangue.Un viaggio di secoli nelle menti criminali, per scoprire quanto ci sia di folle e quanto di malvagio nell'oscuro bisogno di uccidere. Ad accompagnarci una coppia eccezionale: Carlo Lucarelli, giallista, sceneggiatore e conduttore televisivo, e Massimo Picozzi, psichiatra, criminologo e consulente delle forze dell'ordine.Avidità e gelosia, maghi e delinquenti, informatori e infiltrati; un delitto su commissione nel mondo dell'alta moda. Ascolta la stagione completa di "Nero come il sangue" su Audible.
00:00 Intro 02:30 La 'Stanley Johnson' clause 04:18 Avidità e capitalismo 14:21 La crackdown bill e il futuro delle manifestazioni 28:12 Priti Patel e i richiedenti asilo 35:16 Scozia: il caso Sturgeon-Salmond Post Brexit News Explosion è un podcast e canale youtube dedicato alle notizie dal Regno Unito. Per entrare in contatto con noi tramite Twitter: Angelo Boccato - @Ang_Bok Alessandro Mariscalco - @alemariscalco Post Brexit News Explosion - @postbrexitne Puoi anche trovarci su Facebook: https://www.facebook.com/postbrexitne Puoi ascoltare le nostre puntate anche in versione podcast: https://anchor.fm/postbrexitnewsexplosion
À vouloir à tout prix posséder quelque chose (ou un être), on finit par être possédé par cette chose ; à vouloir tout posséder, on n'est plus rien ; on se perd nous-même … Continue readingAliénation et avidité Cet article Aliénation et avidité est apparu en premier sur Improvisations.
Il primo dei principi costituenti della teoria dei tremila regni è il principio dei dieci mondi, che descrive le dieci condizioni vitali che possiamo sperimentare nella nostra vita in ogni momento dato. T'ien-t'ai scrisse che la vita in ogni istante è dotata di dieci mondi, intendendo che in ogni momento di vita esiste il potenziale per dieci condizioni: Inferno, Avidità, Animalità, Collera, Umanità, Cielo, Apprendimento, Illuminazione parziale (o realizzazione), Bodhisattva e Buddità. Comprendere i dieci mondi è indispensabile per capire profondamente il principio di Ichinen Sanzen (tremila regni in un singolo istante di vita), questa lezione è pertanto di quelle da ripassare periodicamente. Buon ascolto! '24 minuti
WikiLixi Podcast - Intercettazioni su finanza e investimenti
In questo episodio, Luca e Lorenzo spiegano in termini semplici cos'è davvero la volatilità, quali siano le cause e come due emozioni fortissime come la paura e l'avidità riescano ad influenzarla davvero.Quando i mercati si fanno turbolenti, si dice ci sia "alta volatilità": ma cosa significa esattamente?Perché i prezzi oscillano con questa intensità, specialmente nel breve termine?E cosa si intende per breve termine? E per brevissimo?La realtà è che paura e avidità sono emozioni potentissime che influenzano i mercati.E noi, come esseri umani, oscilliamo continuamente tra l'una e l'altra. È per questo che economia e finanza sono così complesse: non esiste una soluzione unica ai quesiti, e la mente umana vi è fin troppo presente e influente. Il punto è che quando le cose vanno bene, sembra tutto sempliceTutti bravi.Quando i mercati vanno male o sono incerti, improvvisamente i buoni propositi di equilibrio delle emozioni vanno a farsi benedire.Ed è anche per questo motivo che è concettualmente sbagliato proporre dei "questionari per valutare la propensione al rischio" (come se esistesse una singola propensione).La realtà è che, quando le cose si complicano, rimanere fedeli alla propria strategia di investimento è molto più difficile, vedere tutti quei soldi oscillare non è semplice, e la tentazione di fare mosse azzardate diventa molto alta.La storia di Mr. Market (tramandata da Ben Graham a Warren Buffett) e la tecnica di Ariely, sono certo che ti saranno d'ispirazione e utili per non cadere in errori da principianti e diventare un investitore migliore.Nel podcast si è parlato proprio di questo. Abbiamo parlato di:- Volatilità: il nemico per gli investitori di lungo termine (Min 3.00)- L’eterna oscillazione tra paura ed avidità (min 13.00)- Il primo passo per diventare investitori migliori (min 21.50)- Qual è l’essenza del mercato finanziario? (min 30.00)- La storia di Mr.Market, da Warren Buffett e Ben Graham (min 34.00)- Come gestire la volatilità con una strategia d’investimento diversificata (min 43.00)- La tecnica infallibile di Dan Ariely (min 57.00) --Info e domande a staff@lixiinvest.comVisita https://www.lixiinvest.com e https://www.wikilixi.com
L'un des nombreux livres que j'ai récemment recommandé, est un livre intitulé «The Marvel Comics Story» de Sean Howe. Pas tellement comme un livre sur “comment faire”. Mais, plus d'un livre sur “quoi ne pas faire”. En tant que fan de Marvel – des décennies avant d’avoir leurs films, dans Continue Reading
Proverbes 23.1-8: Notre avidité peut nous rendre esclaves; les dons de Dieu, eux, sont excellents et parfaits.
Several weeks ago, we had Professor Lilliana Mason on the podcast talking about her book about the process of social sorting that has deepened divides between citizens by aligning race, religion, and region. Mason argues that social sorting acts on a psychological-level, shaping how not just how people view policy but also political opponents. This week on the podcast, Matt Blackwell and Maya Sen extend this conversation back into history. In Deep Roots: How Slavery Still Shapes Southern Politics (Princeton University Press, 2018), the authors (with Avidit Acharya) argue that views on race have deeply historical roots, passed on across generations through cultural practices and other institutional mechanisms. They call this behavioral path dependence. Using sophisticated statistical analysis, they find that the long, disturbing legacy of slavery can be observed in the variation of attitudes of those living in different southern communities. In counties where slavery thrived in the 1860s (compared to similar counties in the south where slavery was less prevalent), white citizens hold significantly more hostile views of African Americans and express less support for race-related public policies. Interestingly, when they compare residents in those same two types of southern counties, their non-race views on other conservative issues, such as abortion, are essentially the same. Thus, the legacy of slavery is not in general conservative beliefs, but in specific and negative views on race. Avidit Acharya is assistant professor of political science at Stanford University. Matthew Blackwell is assistant professor of government at Harvard University. Maya Sen is associate professor of public policy at the John F. Kennedy School of Government at Harvard University. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Several weeks ago, we had Professor Lilliana Mason on the podcast talking about her book about the process of social sorting that has deepened divides between citizens by aligning race, religion, and region. Mason argues that social sorting acts on a psychological-level, shaping how not just how people view policy but also political opponents. This week on the podcast, Matt Blackwell and Maya Sen extend this conversation back into history. In Deep Roots: How Slavery Still Shapes Southern Politics (Princeton University Press, 2018), the authors (with Avidit Acharya) argue that views on race have deeply historical roots, passed on across generations through cultural practices and other institutional mechanisms. They call this behavioral path dependence. Using sophisticated statistical analysis, they find that the long, disturbing legacy of slavery can be observed in the variation of attitudes of those living in different southern communities. In counties where slavery thrived in the 1860s (compared to similar counties in the south where slavery was less prevalent), white citizens hold significantly more hostile views of African Americans and express less support for race-related public policies. Interestingly, when they compare residents in those same two types of southern counties, their non-race views on other conservative issues, such as abortion, are essentially the same. Thus, the legacy of slavery is not in general conservative beliefs, but in specific and negative views on race. Avidit Acharya is assistant professor of political science at Stanford University. Matthew Blackwell is assistant professor of government at Harvard University. Maya Sen is associate professor of public policy at the John F. Kennedy School of Government at Harvard University. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices Support our show by becoming a premium member! https://newbooksnetwork.supportingcast.fm/african-american-studies
Several weeks ago, we had Professor Lilliana Mason on the podcast talking about her book about the process of social sorting that has deepened divides between citizens by aligning race, religion, and region. Mason argues that social sorting acts on a psychological-level, shaping how not just how people view policy...
Several weeks ago, we had Professor Lilliana Mason on the podcast talking about her book about the process of social sorting that has deepened divides between citizens by aligning race, religion, and region. Mason argues that social sorting acts on a psychological-level, shaping how not just how people view policy but also political opponents. This week on the podcast, Matt Blackwell and Maya Sen extend this conversation back into history. In Deep Roots: How Slavery Still Shapes Southern Politics (Princeton University Press, 2018), the authors (with Avidit Acharya) argue that views on race have deeply historical roots, passed on across generations through cultural practices and other institutional mechanisms. They call this behavioral path dependence. Using sophisticated statistical analysis, they find that the long, disturbing legacy of slavery can be observed in the variation of attitudes of those living in different southern communities. In counties where slavery thrived in the 1860s (compared to similar counties in the south where slavery was less prevalent), white citizens hold significantly more hostile views of African Americans and express less support for race-related public policies. Interestingly, when they compare residents in those same two types of southern counties, their non-race views on other conservative issues, such as abortion, are essentially the same. Thus, the legacy of slavery is not in general conservative beliefs, but in specific and negative views on race. Avidit Acharya is assistant professor of political science at Stanford University. Matthew Blackwell is assistant professor of government at Harvard University. Maya Sen is associate professor of public policy at the John F. Kennedy School of Government at Harvard University. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Several weeks ago, we had Professor Lilliana Mason on the podcast talking about her book about the process of social sorting that has deepened divides between citizens by aligning race, religion, and region. Mason argues that social sorting acts on a psychological-level, shaping how not just how people view policy but also political opponents. This week on the podcast, Matt Blackwell and Maya Sen extend this conversation back into history. In Deep Roots: How Slavery Still Shapes Southern Politics (Princeton University Press, 2018), the authors (with Avidit Acharya) argue that views on race have deeply historical roots, passed on across generations through cultural practices and other institutional mechanisms. They call this behavioral path dependence. Using sophisticated statistical analysis, they find that the long, disturbing legacy of slavery can be observed in the variation of attitudes of those living in different southern communities. In counties where slavery thrived in the 1860s (compared to similar counties in the south where slavery was less prevalent), white citizens hold significantly more hostile views of African Americans and express less support for race-related public policies. Interestingly, when they compare residents in those same two types of southern counties, their non-race views on other conservative issues, such as abortion, are essentially the same. Thus, the legacy of slavery is not in general conservative beliefs, but in specific and negative views on race. Avidit Acharya is assistant professor of political science at Stanford University. Matthew Blackwell is assistant professor of government at Harvard University. Maya Sen is associate professor of public policy at the John F. Kennedy School of Government at Harvard University. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Several weeks ago, we had Professor Lilliana Mason on the podcast talking about her book about the process of social sorting that has deepened divides between citizens by aligning race, religion, and region. Mason argues that social sorting acts on a psychological-level, shaping how not just how people view policy but also political opponents. This week on the podcast, Matt Blackwell and Maya Sen extend this conversation back into history. In Deep Roots: How Slavery Still Shapes Southern Politics (Princeton University Press, 2018), the authors (with Avidit Acharya) argue that views on race have deeply historical roots, passed on across generations through cultural practices and other institutional mechanisms. They call this behavioral path dependence. Using sophisticated statistical analysis, they find that the long, disturbing legacy of slavery can be observed in the variation of attitudes of those living in different southern communities. In counties where slavery thrived in the 1860s (compared to similar counties in the south where slavery was less prevalent), white citizens hold significantly more hostile views of African Americans and express less support for race-related public policies. Interestingly, when they compare residents in those same two types of southern counties, their non-race views on other conservative issues, such as abortion, are essentially the same. Thus, the legacy of slavery is not in general conservative beliefs, but in specific and negative views on race. Avidit Acharya is assistant professor of political science at Stanford University. Matthew Blackwell is assistant professor of government at Harvard University. Maya Sen is associate professor of public policy at the John F. Kennedy School of Government at Harvard University. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
K. et moi discutions hier soir, même si le mot n'a pas été prononcé, de l'avidité, thème qui lui est cher et dont elle me parle souvent, comme d'un repoussoir. L'avidité est cette attitude qui consiste à tenter de profiter au plus des choses, … Continue readingAvidité Cet article Avidité est apparu en premier sur Improvisations.
Sapete che l'avidità è qualcosa che mi sta abbastanza sulle croste. In questo caso parliamo dell'avidità che impedisce ad alcuni governi di agire contro altri che opprimono i loro popoli calpestandone i diritti umani. Nel video parliamo soprattutto del perchè l'avidità sia alla base di questo fatto e di come fare ad opporsi a questa piaga, anche da parte di noi semplici cittadini. L'articolo Stati canaglia e avidità proviene da Franz's Blog.
Sapete che l'avidità è qualcosa che mi sta abbastanza sulle croste. In questo caso parliamo dell'avidità che impedisce ad alcuni governi di agire contro altri che opprimono i loro popoli calpestandone i diritti umani. Nel video parliamo soprattutto del perchè l'avidità sia alla base di questo fatto e di come fare ad opporsi a questa piaga, anche da parte di noi semplici cittadini. L'articolo Stati canaglia e avidità proviene da Franz's Blog.
Oggi voglio parlarvi del lavoro ma anche dell'avidità. Perché, benché possano sembrare cose completamente diverse, in realtà sono molto collegati. Partiamo dal lavoro. Allora abbiamo addirittura una costituzione che dice che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Bene, fantastico, meraviglioso: ma, che senso ha? Questo articolo aveva un senso nel momento in cui l'Italia, uscita da una guerra disastrosa, che aveva distrutto completamente tutto quello che c'era, giustamente aveva bisogno di lavoratori per ricostruire. Però come al solito noi ci dimentichiamo dell'ambiente, del momento, di tutto l'ambito in cui vengono sviluppate certe cose, come per esempio l'articolo della costituzione in questione. L'Italia è una fonte Repubblica fondata sul lavoro, ma... perché? Per permettere a qualcuno che ci paga uno stipendio, il più delle volte tra l'altro estremamente limitato, di arricchirsi, e quindi di prendere un sacco di soldi, e quindi di essere una persona veramente ricca alla quale noi vendiamo non il nostro lavoro ma il nostro tempo, e non poco? L'articolo Lavoro e avidità proviene da Franz's Blog.
Medizinische Fakultät - Digitale Hochschulschriften der LMU - Teil 12/19
Ein Problem bei der Behandlung von Gehirntumoren sind Resttumorzellen, die am Rande des Tumors gesundes Hirngewebe infiltrieren und operativ nicht entfernt werden können. Einen viel versprechenden Ansatz für die Therapie maligner Gliome stellt die lokale Applikation radioaktiv markierter monoklonaler Antikörper bzw. Antikörper-Fragmente dar, die gegen tumorspezifische Oberflächenmoleküle gerichtet sind. Ziel war es daher, monoklonale Antikörper (mAk) und gentechnisch hergestellte Fab-Fragmente gegen die tumorassoziierte Isoform 1 des humanen Tenascin C (hTNC-1) für die Diagnostik bzw. die Radioimmuntherapie (RIT) von Gliomen zu entwickeln. Die mAk wurden durch Immunisierung von Balb/c Mäusen mit einer der alternativ gespleißten FNIII-Domänen, die für hTNC-1 spezifisch ist, generiert. Diese FNIII-Domäne wurde hierzu gentechnisch hergestellt. Die Immortalisierung und klonale Selektion der erfolgreich herangereiften murinen B-Lymphozyten wurde, angelehnt an das von Kenett und Mitarbeitern entwickelte Protokoll, durchgeführt (Kennett, et al., 1978). Der Antikörper wurde aus den konditionierten Zellkulturmedien des entsprechenden Hybridoma Zellklons mit geringem Aufwand aufgereinigt. Die cDNA-Sequenzen der CH1- und der VH1-Domäne der H- und der L-Kette des neu generierten mAk wurden hierfür in den bakteriellen Expressionvektor pASK85-D1.3 kloniert und gentechnisch hergestellt. Die Fab-Produktion in E. coli konnte so im Labormaßstab etabliert werden. Nach in vitro Evaluation wurden die mAk und Fab-Fragmente mit Indium-111-DTPA radiomarkiert und in U87MG-tragenden SCID-Mäusen getestet. Der mAk mit der höchsten Avidität (WGGD4-B4) wies eine spezifische Bindung mit hoher Affinität (KD ~ 35 nM ± 16 nM) an WHO°III und WHO°IV Gliome auf. Gesunde Hirnareale werden mit diesem mAk nicht adressiert. Die an U87-MG-Tumoren tragende SCID-Mäusen durchgeführten Untersuchungen zeigten für den mAk WGGD4-B4 einen Anstieg der Aktivität im Tumor bis zu 72 h p.i., mit mittleren Anreicherungen von 11% der ID/g Tumor. Anschließend erfolgt eine langsame Dissoziation (~9% ID/g Tumor nach 120h p.i.). Die Aktivität in den Referenzgeweben (z.B. Muskel) blieb zu jedem gemessenen Zeitpunkt niedrig (Muskel
Fakultät für Biologie - Digitale Hochschulschriften der LMU - Teil 03/06
Die adoptive T-Zelltherapie ist eine attraktive Alternative zu konventionellen Therapien zur Behandlung von malignen Erkrankungen. So konnten bereits Tumorremissionen bei Melanompatienten nach adoptivem T-Zelltransfer erreicht werden (Dudley et al, 2002b; Morgan et al, 2006). Während im autologen System jedoch oft nur unzureichende Antitumorantworten zu generieren sind, zeigt der Erfolg der allogenen Stammzelltransplantation, dass im allogenen System T-Zellen hoch effektiv Tumorzellen bekämpfen können. Die allogene Stammzelltransplantation konnte auch bei B-Zell-Non-Hodgkin-Lymphomen, wie beispielsweise der chronischen lymphatischen Leukämie (CLL), mit Hilfe eines Transplantat-gegen-Leukämie-Effektes (Graft-versus-Leukemia, GvL) lang andauerndes, krankheitsfreies Überleben bewirken. Sie birgt aber ein sehr hohes Morbiditäts- und Mortalitätsrisiko auf Grund der Transplantat-gegen-Wirts-Erkrankung (Graft-versus-Host-Disease, GvHD) in sich. Die im Transplantat enthaltenen T Zellen sind hierbei sowohl für den erwünschten GvL-Effekt verantwortlich, gleichzeitig aber auch für die unerwünschte GvHD (Horowitz et al, 1990; Kolb et al, 2004). Zur Minimierung des Risikos einer GvHD könnten T Zellen eingesetzt werden, die spezifisch und allorestringiert Peptide von tumorspezifischen Antigenen erkennen und somit bevorzugt Tumorzellen angreifen. Die Reaktivität der T Zellen kann durch einen T Zellrezeptor (TZR)-Transfer auf sekundäre Zellen übertragen werden. Diese transgenen Zellen können dann mittels adoptivem T Zelltransfer im Patienten zur selektiven Bekämpfung von Tumorzellen zum Einsatz kommen. In Vorarbeiten wurde FMNL1 (formin related protein in leukocytes 1) als hoch attraktives tumorassoziiertes Antigen identifiziert, das in der chronischen lymphatischen Leukämie (CLL) und in anderen Lymphomen, sowie in Zelllinien solider Tumoren stark überexprimiert wird, während es in gesunden Zellen fast ausschließlich in hämatopoetischen Zellen vorkommt. Ziel der vorliegenden Arbeit war es, allorestringierte FMNL1-peptidspezifische T-Zellen zu isolieren, zu charakterisieren und den T-Zellrezeptor dieser T-Zellen in sekundäre Zellen zu transduzieren. Hierzu wurden Peptide des tumorassoziierten Antigens FMNL1 mit Hilfe von Prädiktionsalgorithmen vorhergesagt und in T Zell-Stimulationsansätzen eingesetzt. Unter Einsatz von HLA-A2-positiven T2-Zellen als antigenpräsentierende Zellen, die mit dem prädizierten synthetischen Peptid FMNL1-PP2 beladen waren, ist es gelungen allorestringierte, FMNL1-PP2-spezifische T Zellen eines gesunden HLA-A2-negativen Spenders zu isolieren. Von 67 T-Zellklonen bzw. oligoklonalen T-Zellen konnte bei neun T-Zellklonen Allorestriktion und FMNL1-PP2-Peptidspezifität nachgewiesen werden. Der T-Zellklon SK22 war für diese neun T-Zellklone, die auf Sequenzebene einen identischen T-Zellrezeptor aufwiesen, repräsentativ. Der T-Zellklon SK22 zeigte in Reaktion auf peptidbeladene T2-Zellen eine hohe Peptidspezifität für FMNL1-PP2 im Kontext mit dem für SK22 allogenen HLA-A2. Nach Zielzellerkennung sezernierte der T-Zellklon Zytokine wie IFNγ, TNFα, GM-CSF und teilweise IL2. Der T Zellklon zeigte eine hohe Aktivität und mittlere Avidität gegen FMNL1 PP2-beladene T2-Zellen. Des Weiteren wurde die Reaktivität gegen unbeladene native Zellen getestet. Der T-Zellklon SK22 erkannte verschiedene Zellen, wenn sie HLA-A2-positiv waren und gleichzeitig FMNL1 exprimierten. Hierzu zählten zum einen maligne Zellen, darunter verschiedene Epstein-Barr-Virus (EBV)-positive und EBV-negative Lymphomzelllinien und die Nierenzellkarzinomzelllinie RCC26, die gut erkannt wurden sowie CD40-aktivierte CLL-Zellen, die schwächer erkannt wurden. Bei der Untersuchung von gesundem Gewebe wurden FMNL1-exprimierende HLA-A2-positive periphere Blutleukozyten (PBL) schwach und B-Zellen in mittlerer Stärke erkannt. HLA-A2-positive Zellen, die FMNL1 nicht exprimieren, wie beispielsweise Lungenfibroblasten, wurden vom T-Zellklon SK22 nicht erkannt. Der T Zellklon zeigte Kreuzreaktivität gegen neun verschiedene lymphoblastoide Zelllinien (LCL), die Allelvarianten von HLA-A2 exprimierten. Zusätzlich wurden 4 von 18 HLA-A2-negativen LCL-Zelllinien erkannt. Jeweils zwei dieser vom T Zellklon SK22 erkannten HLA-A2-negativen LCL-Zelllinien trugen ein gemeinsames MHC-Klasse-I-Molekül. Eines davon war HLA-A*3303, welches durch die Erkennung der HLA-A*3303-positiven Transfektante der C1R-Zelllinie bestätigt werden konnte. Das andere war HLA-A*6802, welches zur HLA-A2-Superfamilie gehört. Der T-Zellrezeptor des T-Zellklons SK22 wurde identifiziert, sequenziert und kloniert, sowie mit Hilfe von Retroviren in sekundäre Zellen eingebracht. Durch den Transfer des T Zellrezeptors von SK22 in sekundäre Zellen konnte nachgewiesen werden, dass dieser T Zellrezeptor für die spezifische Reaktivität des T-Zellklons SK22 verantwortlich war. Dies zeigte sich in der T-Zellrezeptor-Oberflächenexpression nach Transduktion in Jurkat76-CD8α-Zellen und in der Übertragung der Funktionalität des T-Zellklons in PBL. Der T Zellrezeptor von SK22 ist ein „schwacher“ Rezeptor, da er in der Konkurrenzsituation mit einem weiteren Rezeptor nur in geringem Grade an der Zelloberfläche von PBL exprimiert wurde. Durch einen Austausch der jeweiligen konstanten Regionen der T-Zellrezeptor-SK22-Sequenzen durch die konstanten Bereiche eines murinen T-Zellrezeptors konnten in der Summe verbesserte Expressionswerte in Jurkat76-Zellen und eine verbesserte Funktionalität in PBL erreicht werden. Der T-Zellklon SK22 zeigte Allorestriktion, FMNL1-PP2-Peptidspezifität und Zytotoxizität gegen FMNL1-exprimierende Zellen, insbesondere gegen Tumorzellen. Die beobachtete Kreuzreaktivität ist Fokus weiterführender Untersuchungen. Im Fall des T-Zellrezeptors von SK22 bedeutet es, dass Spender und Patienten sorgfältig nach Analyse des gesamten MHC-Klasse-I-Expressionsmuster ausgewählt werden müssen. Im Rahmen einer haploidentischen Stammzelltransplantation ist jedoch der klinische Einsatz dieses spezifischen T-Zellrezeptors zur Behandlung von B-Zell-Non-Hodgkin-Lymphomen und anderen FMNL1-überexprimierenden Tumorerkrankungen vielversprechend.
Medizinische Fakultät - Digitale Hochschulschriften der LMU - Teil 02/19
Die Immunantwort auf ein Verbrennungstrauma beginnt im Moment der Verletzung und resultiert in einer Monozytenaktivierung, die mit einer vermehrten Synthese und Ausschüttung von inflammatorischen Mediatoren einhergeht. Unter physiologischen Bedingungen dient ein ausgewogenes Zusammenspiel von pro- und antiinflammatorischen Zytokinen der Homöostase, wohingegen das Immunsystem nach massivem Trauma mit einer oft exzessiven Freisetzung proinflammatorischer Mediatoren reagiert. Patienten mit schwerer Verbrennungsverletzung sind daher hochgradig gefährdet ein ausgedehntes „systemic inflammatory response syndrome, (SIRS)“, d. h. eine maligne Ganzkörperinflammation, eine Sepsis oder eine Multiorgandysfunktion, assoziiert mit einer hohen Letalität, zu entwickeln. Eine überwiegend antiinflammatorische Immunantwort dagegen manifestiert sich als systemische Immundefizienz und Anergie mit einer signifikant erhöhten Infektionsanfälligkeit. Es besteht eine eindeutige Ursache-Effekt-Beziehung zwischen Trauma und Zytokinsystem. Mechanischer Stress führt zu schweren Störungen der Interaktion von Monozyten und T-Zellen mit der Folge einer schwerwiegenden Immundysfunktion, wobei PGE2 als einer der Hauptmediatoren der traumainduzierten Immundepression angesehen wird. Erhöhte PGE2-Spiegel sind mit einer reduzierten T-Zellmitogenese, IL-2-Produktion und IL-2-Rezeptorexpression korreliert und für eine Verschiebung der T-Helfer-Aktivität in Richtung eines dominierenden TH2 Phänotyps mit erhöhter Synthese der immunsuppressiven Zytokine IL-4 und IL-10 verantwortlich. Zytokine sind für die Kommunikation im Immunsystem, vor allem bei der Koordination einer Immunantwort durch T-Lymphozyten, von entscheidender Bedeutung. Als sezernierte Proteine waren sie bis vor kurzem der durchflusszytometrischen Analyse nur begrenzt zugänglich. Wir konnten sie wie in vorliegender Arbeit beschrieben in fixierten Zellen intrazellulär nachweisen, d. h. vor der Sekretion. Dieses Verfahren erlaubte es uns, die Expression der Zytokingene quantitativ, kinetisch, korreliert mit Oberflächenproteinen und auf die Einzelzelle bezogen analytisch zu erfassen, zumindest bis zur posttranslationalen Ebene. In peripheren mononukleären Blutzellen (PBMC) von 10 Patienten mit schwerer Verbrennungsverletzung (KOF >30%) und 15 gesunden Kontrollpersonen wurde die Zytokinsynthese mit Ionomycin und PMA polyklonal induziert und die Zellen anschließend mit fluorochromkonjugierten monoklonalen Antikörpern gegen IL-2, IL 4 und IFN-g, sowie gegen CD4-, CD8-, CD45RA- und CD45RO-Zelloberflächenantigene in unterschiedlichen Kombinationen gefärbt. Massives Verbrennungstrauma führte nach polyklonaler Stimulation der T Lymphozyten zu teils signifikanten systemischen Veränderungen der Zytokinexpression in den Kulturüberständen. Verglichen mit einer exzessiven IL-4 Freisetzung und stark erhöhter IL-10 Sekretion zeigten die IFN-g- und die IL-2 Synthese eine nur mäßige Steigerung gegenüber den gesunden Kontrollen. Wir sahen somit eine traumatisch induzierte Veränderung des Zytokinprofils in Richtung eines überwiegend TH2-artigen, immunsuppressiven Phänotyps. Diese Verschiebung von einer eher zytotoxischen (TH1) zu einer weitgehend humoralen und daher abgeschwächten Immunantwort ist mit einer erhöhten Infektionsanfälligkeit verbunden. Mit der durchflusszytometrischen Einzelzellanalyse gelang uns dann erstmalig die Identifikation der CD8+ Zelle, die ursächlich für die gesteigerten Syntheseantworten im posttraumatischen Verlauf verantwortlich ist. Die Synthesekapazität der CD4+ T-Helferzellen blieb nahezu unverändert. Eine Ausnahme bildete die prozentuale Abnahme IFN-g positiver Gedächtniszellen (CD45RO+) zugunsten einer zunehmenden Zahl IFN-g produzierender naiver T Helferzellen (CD45RA+). In der CD8+ Subpopulation kam es in der ersten Woche nach Verbrennungsverletzung zu einer signifikanten Steigerung der IL-2, IL-4 und IFN-g de novo Synthese, die interessanterweise bei weiterer, differenzierter Analyse eine positive Korrelation mit dem klinischen Verlauf ergab. Patienten, die verstarben, zeigten im Vergleich zu den Überlebenden signifikant erhöhte IL-4 und IL-2 Syntheseraten der CD8+ Zellen. Betrachtet man die IL-2 Synthese dieser CD8+ Zellen genauer, nahm nur die Zahl IL-2-produzierender CD8+CD45RA+ Zellen signifikant zu, verglichen mit dem Kontrollkollektiv, wobei beide Patientenkollektive an dieser Entwicklung partizipierten. Auch die IFN-g Synthese der CD8+CD45RA+ Subpopulation zeigte an allen Tagen post Trauma eine signifikante Zunahme gegenüber den Kontrollen ohne aber mit der Überlebensrate zu korrelieren. Dagegen war der prozentuale Anteil IFN-g produzierender CD8+ CD45RO+ Zellen von Verstorbenen signifikant gegenüber den Überlebenden reduziert und blieb auch an allen Untersuchungstagen deutlich hinter dem Kontrollniveau zurück, das von den überlebenden Patienten z. T. signifikant übertroffen wurde. Neben der funktionellen Charakterisierung über die Zytokinexpression (intrazellulär) kann der Aktivierungsstatus des Immunsystems durchflusszytometrisch auch über eine Oberflächenphänotypisierung ermittelt werden, ohne aber damit funktionell unterschiedliche Subpopulationen von T Zellen definieren zu können. Einen ersten Hinweis auf die Aktivierung des Immunsystems von Verbrennungspatienten erhielten wir über die signifikante Zunahme von IL-2Ra (CD25) tragenden T-Zellen in der ersten Woche nach Trauma. Aktivierte T-Zellen exprimieren darüberhinaus MHC-Klasse II-Moleküle und verschiedene Adhäsionsmoleküle, denen bei der Wechselwirkung der Zellen entscheidende Bedeutung zukommt. Akzessorische Moleküle erhöhen beispielsweise die Avidität der T-Zell-APC Interaktion und wirken kostimulatorisch. Wir konnten nach schwerer Verbrennungsverletzung eine verstärkte Expression des vorherrschenden T-Zellrezeptors (TCR) a/b und der akzessorischen T Zellmoleküle CD2, CD7, CD28, CD29 und CD80 nachweisen. Die Zunahme von CD28-Molekülen auf der Oberfläche von CD4+ und CD8+ T-Zellen ist besonders bemerkenswert, da mit zunehmender Signalstärke des über CD28 vermittelten Signals die Differenzierung einer T-Zelle auf die TH2-Entwicklung ausgerichtet wird. Die Aktivierung von T-Lymphozyten ist außerdem mit markanten Veränderungen im Expressionsmuster einzelner CD45 Isoformen verknüpft. Die Induktion der CD45RO Isoform und der Verlust von CD45RA waren beim Schwerstverbrannten besonders auffällig. Die durchflusszytometrische Bestimmung des Aktivierungsstatus des Immunsystems hat unseres Erachtens das Potenzial einer Standardmethode zur Ermittlung von Hochrisikopatienten mit deren Hilfe immunsupprimierte Patienten und solche mit SIRS und Sepsis unterschieden werden können. Die zentrale Vorbedingung für eine effektivere Sepsistherapie stellt eine verbesserte Diagnostik im Sinne kontinuierlicher zellbiologischer Informationen („Online-Monitoring“) am Krankenbett dar, um die meist sehr schnell wechselnden immuninflammatorischen Zustandsbilder direkt zu erkennen und einer zeitgerechten, individuell adaptierten Behandlungsintervention zuzuführen.
Fakultät für Chemie und Pharmazie - Digitale Hochschulschriften der LMU - Teil 01/06
Das Leukocyten-spezifische Integrin LFA-1 spielt eine wichtige Rolle bei der Immunantwort, durch die Vermittlung dynamischer Zell-Zell- bzw. Zell-Matrix-Interaktionen. Die kontrollierte Adhäsion bzw. Deadhäsion von Leukocyten bedarf einer spezifischen Regulation des LFA-1-Integrins und die Aufklärung der molekularen Grundlagen dieser Vorgänge ist von großem Interesse. Cytohesin-1 war unmittelbar vor Beginn dieser Arbeit als cytoplasmatischer Regulationsfaktor der durch LFA-1 vermittelten Zelladhäsion identifiziert worden und seine spezifische Interaktion mit der cytoplasmatischen Domäne von CD18 konnte in vitro dokumentiert werden. Im Rahmen dieser Arbeit gelang es zunächst, die Assoziation von Cytohesin-1 und LFA-1 auch endogen, im intakten Zellverband, mittels Kolokalisationsstudien in der lymphoblastoiden B-Zellinie LCL-721, zu demonstrieren. Ferner konnte mit Hilfe von Mutationsanalysen die, für die Interaktion kritische Region in der cytoplasmatischen Domäne von CD18 lokalisiert werden. Sie befindet sich im aminoterminalen Bereich und umfaßt die Aminosäuren WKA(723 - 725). Die Mutation dieser Aminosäurereste nach TRG resultierte in einem vollständigen Interaktionsverlust mit Cytohesin-1. Die Inhibition der Cytohesin-1/CD18-Bindung konnte dabei sowohl durch Protein-Protein-Interaktionsanalysen in Hefe als auch durch biochemische Bindungsstudien in vitro dokumentiert werden, wobei jeweils Fusionsproteine der cytoplasmatischen Domäne von CD18 charakterisiert wurden. Funktionale Analysen der WKA(723-725)-Region von CD18 ergaben, daß die Mutation von WKA(723-725) nach TRG im intakten LFA-1-Molekül eine signifikante Reduktion der Integrin- Aktivität zur Folge hatte. Sowohl T-Zellklone als auch nicht hämatopoetische Zellen, wie HeLa, wiesen nach Expression von LFA-1(TRG), mit Hilfe rekombinanter Vaccinia- Viren, eine stark reduzierte Adhäsionsfähigkeit an immobilisiertes ICAM-1 auf. Ferner ergaben funktionale Studien mit HeLa-Zellen, die LFA-1 stabil exprimierten, daß Cytohesin-1 nur dann eine gesteigerte Adhäsion dieser Zellen an ICAM-1 induzierte, wenn sie Wildtyp-LFA-1 exprimierten. HeLa-Zellen, die LFA-1(TRG) exprimierten, ließen sich durch Cytohesin-1 zu keiner verstärkten Adhäsion aktivieren. Diese Ergebnisse demonstrierten die Bedeutsamkeit der Cytohesin-1/CD18-Interaktion für eine effiziente, durch LFA-1 vermittelte Zelladhäsion. Unklar war jedoch der Mechanismus, durch den Cytohesin-1 die Integrin/Liganden-Bindung regulierte. Studien mit dem Reporterantikörper 24 ließen darauf schließen, daß Cytohesin-1 durch die Bindung an CD18 eine Konformationsänderung in der extrazellulären Domäne des LFA-1-Integrins induzieren konnte, die möglicherweise die Affinität des Rezeptors modulierte. Diese Modulation der LFA-1-Konformation schien jedoch nicht hinreichend für eine stabile Bindung an ICAM-1 zu sein, wie eingehendere Analysen von Dr. W. Kolanus zeigten. Vielmehr erforderte eine effiziente Zelladhäsion zusätzlich die Guaninnukleotid-Austauschfunktion (GEF-Funktion) von Cytohesin-1, da die GEF-defekte Punktmutante, Cytohesin-1(E157K), nicht mehr in der Lage war, die Adhäsion von Jurkat E6-Zellen an ICAM-1 stabil zu induzieren. Biochemische Interaktionsstudien konnten dabei zeigen, daß die Mutante weiterhin fähig war, die cytoplasmatische Domäne von CD18 zu binden. Diese und weitere Ergebnisse von Dr. W. Nagel, die einen Zusammenhang zwischen der GEF-Funktion von Cytohesin-1 und dem „Spreading“ von adhärenten Jurkat E6-Zellen aufzeigten, legen die Vermutung nahe, daß Cytohesin-1 durch einen dualen Mechanismus in die LFA-1-Regulation involviert ist. Sowohl die direkte Interaktion von Cytohesin-1 und dem Integrin als auch seine GEF-Funktion stellen essentielle Faktoren für eine stabile Zelladhäsion, die durch LFA-1 vermittelt wird, dar. Welche funktionalen Mechanismen dabei durch den Guaninnukleotid-Austausch und der damit verbundenen Aktivierung einer GTPase induziert werden, ist noch unklar. Primär wäre eine Modulation des Aktin-Cytoskelettes und eine damit verbundene erhöhte laterale Mobilität der Integrine denkbar, die eine verstärkte Rezeptormultimerisierung und dadurch eine Aviditätsänderung des Integrins ermöglicht. Weitere Studien dieser Arbeit analysierten die Regulation von Cytohesin-1 selbst. Es konnte gezeigt werden, daß PI3-Kinase in die Kontrolle der Cytohesin-1-Funktion involviert war. Die Überexpression einer konstitutiv aktiven Form dieser Kinase (P110*) führte zu einer gesteigerten Adhäsion von Jurkat E6-Zellen an ICAM-1. Eine Inkubation dieser Zellen mit dem PI3-Kinase-spezifischen Inhibitor Wortmannin resultierte dagegen in einer signifikanten Reduktion der Zelladhäsion. Weitere funktionale Analysen, die die Zelladhäsion von Jurkat E6-Zellen nach Koexpression von P110* und der PH-Domäne von Cytohesin-1 untersuchten, sowie eingehendere Studien von Dr. W. Nagel, ermöglichten die Entwicklung eines Modells zur Regulation von Cytohesin- 1. Demzufolge führt die Aktivierung der PI3-Kinase zu einer verstärkten Rekrutierung von Cytohesin-1 an die Plasmamembran. Als Rekrutierungsmodul fungiert dabei die PHDomäne, die durch Bindung von PtdIns(3,4,5)P3, einem Produkt der PI3-Kinase, die Assoziation mit der Membran gewährleistet. Die Rekrutierung von Cytohesin-1 an die Plasmamembran führt zur Aktivierung von LFA-1 und der damit verbundenen stabilen Zelladhäsion an ICAM-1.