Podcasts about granducato

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il posto delle parole
Saverio Ansaldi "Le linee del mondo"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Feb 14, 2025 22:31


Saverio Ansaldi"Le linee del mondo"Manni Editoriwww.mannieditori.itL'Aia, aprile 1673. Mentre infuria la guerra tra Olanda e Inghilterra, Lorenzo Magalotti, diplomatico e uomo di scienza fiorentino, in missione per conto del Granducato di Toscana, incontra Baruch Spinoza.Entrambi costretti, per ragioni differenti, a lasciare l'Olanda, partono alla volta di Parigi, dove restano coinvolti in un complotto per rovesciare Luigi XIV.Fuggono a Firenze, dove Spinoza viene minacciato di denuncia al tribunale dell'Inquisizione. Il filosofo non ha altra scelta che tornare in Olanda. Magalotti rimane fedele al lascito morale del suo amico: esercitare l'uso della ragione in ogni occasione e contro ogni forma di fanatismo religioso e di ingiustizia politica.Un romanzo che attinge a una ricca documentazione storica e immerge il lettore nella storia politica e sociale dell'Europa del Seicento.Saverio AnsaldiÈ nato a Torino nel 1966, vive a Parigi. Insegna Storia della Filosofia moderna nell'Università di Reims. È autore di numerosi saggi su Giordano Bruno e Spinoza. L'ultima pubblicazione è Giordano Bruno. L'eretico impenitente e ostinato (Mondadori, 2024). Le linee del mondo è il suo primo romanzo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Generazione Mobile
Lavorare nella Consulenza Internazionale in Lussemburgo

Generazione Mobile

Play Episode Listen Later Jun 1, 2024


Trecentounesima puntata della trasmissione “Generazioni Mobili” di Radio 24, il primo “passaporto radiofonico valido per l’espatrio”.In questa puntata:- Federico Fabiani, fondatore di “Scambi Europei”, ci elenca le ultimissime e concrete opportunità di studio, stage e lavoro in Europa e nell’UE;- Vittorio Zaniboni, 53enne professionista al lavoro nella consulenza internazionale in Lussemburgo, ci spiega sia come approdare nel settore operando a livello globale, sia come cercare impiego nel Granducato, e su quali settori puntare – ospite in onda Anelise Sanchez, dell’associazione “Italy Untold”;- Eures Italia ci aggiorna sulle prossime opportunità e selezioni per lavorare in Europa;- nella rubrica “Expats Social Club” nuovo appuntamento con i consigli pratici dell’Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, con la quale andiamo ad esplorare le opportunità di fare impresa a livello globale. Oggi proseguiamo con la Repubblica Ceca, insieme a Matteo Mariani, segretario generale della Camera di Commercio e dell’Industria Italo-Ceca.CONNETTITI CON "GENERAZIONI MOBILI""Studiate/lavorate/siete imprenditori all'estero? Siete junior o senior? Avete una storia da raccontare e consigli preziosi da dare per cogliere opportunità oltreconfine, sfruttando le occasioni di mobilità internazionale? Scrivete a: generazionimobili@radio24.itOppure, avete domande da porre su come studiare/fare stage/lavorare/avviare start-up all'estero? Inviatele a: generazionimobili@radio24.itInfine, avete un sito/blog all'estero, nel quale fornite consigli pratici su come trasferirsi nel vostro attuale Paese di residenza? O avete scritto un libro su questo tema? Segnalateci tutto, sempre a: generazionimobili@radio24.it

Generazione Mobile
Lavorare nel settore Satellitare in Lussemburgo

Generazione Mobile

Play Episode Listen Later Mar 23, 2024


Duecentonovantunesima puntata della trasmissione “Generazioni Mobili” di Radio 24, il primo “passaporto radiofonico valido per l’espatrio”.In questa puntata:- Federico Fabiani, fondatore di “Scambi Europei”, ci elenca le ultimissime e concrete opportunità di studio, stage e lavoro in Europa e nell’UE;- Antonio Bove, manager 54enne al lavoro in Lussemburgo nel settore delle telecomunicazioni satellitari, ci spiega come avviare una carriera a livello internazionale - e farlo, cogliendo importanti opportunità nel Granducato - ospite in onda Simone La Torre, anche lui manager nel settore delle telecomunicazioni;- Eures Italia ci aggiorna sulle prossime opportunità e selezioni per lavorare in Europa;- nella rubrica “Expats Social Club” focus sull’Olanda come Paese di approdo per studenti, lavoratori e imprenditori (anche dopo Brexit). A spiegarci come cogliere le opportunità Elia Ferrara, già consigliere del Comites nei Paesi Bassi.CONNETTITI CON "GENERAZIONI MOBILI""Studiate/lavorate/siete imprenditori all'estero? Siete junior o senior? Avete una storia da raccontare e consigli preziosi da dare per cogliere opportunità oltreconfine, sfruttando le occasioni di mobilità internazionale? Scrivete a: generazionimobili@radio24.itOppure, avete domande da porre su come studiare/fare stage/lavorare/avviare start-up all'estero? Inviatele a: generazionimobili@radio24.itInfine, avete un sito/blog all'estero, nel quale fornite consigli pratici su come trasferirsi nel vostro attuale Paese di residenza? O avete scritto un libro su questo tema? Segnalateci tutto, sempre a: generazionimobili@radio24.it

BASTA BUGIE - Cristianesimo
La Madonna del conforto: luce in tempi di attacco alla fede

BASTA BUGIE - Cristianesimo

Play Episode Listen Later Feb 20, 2024 5:47


VIDEO: Premio Viva Maria alla Bussola Quotidiana ➜ https://www.youtube.com/watch?v=zT2AyJ4aBnATESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7704LA MADONNA DEL CONFORTO: LUCE IN TEMPI DI ATTACCO ALLA FEDE di Stefano ChiappaloneDurante la preghiera del Rosario che unisce ogni giorno la redazione e i lettori della Bussola, viene inquadrata una particolare immagine mariana: è la Madonna del Conforto venerata nel duomo di Arezzo in seguito a un evento miracoloso accaduto il 15 febbraio 1796. Quella presente nella nostra cappella è, naturalmente, una fedele riproduzione, ricevuta dal Centro Culturale "Amici del Timone" di Staggia Senese, che nel 2014, in occasione del 6° Giorno del Timone della Toscana, volle conferire a La Nuova Bussola Quotidiana il premio "Viva Maria".Torniamo al febbraio del 1796 ad Arezzo, nella cantina annessa all'Ospizio della Grancia, dove i camaldolesi vendevano il vino e mettevano a disposizione dei più poveri un fornello per cucinare e scaldarsi, accanto al quale si trovava proprio la nostra immagine, annerita e impolverata. Questa riproduceva a sua volta la Madonna di Provenzano, venerata a Siena (originariamente una Pietà di cui però era rimasto soltanto il busto della Vergine), accompagnata dalla scritta: «Sancta Maria ora pro nobis»). Quel mese di febbraio era iniziato male e il Carnevale era stato offuscato da decine di forti scosse di terremoto, accompagnate da bagliori e altri fenomeni inquietanti, che spinsero ben presto a volgere la baldoria carnevalesca in processioni penitenziali, anticipando la Quaresima che sarebbe iniziata ufficialmente il 10.SI RINFRANCHI IL TUO CUORE: ECCO TUA MADREIl 15 febbraio nuova scossa e nuovi timori: nella notte si ritrovarono in cantina alcuni artigiani, Antonio Tanti, Giuseppe Brandini e Antonio Scarpini, confidandosi i rispettivi timori per il terremoto insieme alla cantiniera Domitilla Bianchini. Il pensiero andò ben presto ai castighi divini e alla protezione di Maria. Accesero un lume alla malconcia immagine mariana che vegliava su di loro e cominciarono a pregare, quando d'un tratto quel bassorilievo - ormai giallo e nero, che non c'era più verso di ripulire - si fece candido, emanando una luce ben diversa dagli inquietanti bagliori del terremoto, che da allora cessò. La paura del sisma lasciò spazio alla meraviglia per il prodigio in sé e anche per alcune grazie e guarigioni attribuite all'immagine mariana, che nel giro di pochi giorni fu portata in duomo, dove gli aretini realizzarono poi un'apposita cappella dedicata alla Madonna del Conforto, cui si accede attraverso una cancellata sovrastata dalla scritta: «Confortetur cor tuum: ecce Mater tua» («Si rinfranchi il tuo cuore: ecco tua Madre»).Di lì a poco la Madonna del Conforto dovette prestare conforto agli aretini e a tutte le popolazioni toscane. In quello stesso 1796 Napoleone Bonaparte dava inizio alla Campagna d'Italia, volta ad esportare forzatamente i principi rivoluzionari nella penisola, laicizzandone le istituzioni: iniziava il cosiddetto "triennio giacobino" (1796-1799). L'invasione delle truppe napoleoniche fu accompagnata da una serie di prodigi ben ricostruiti da Vittorio Messori e Rino Cammilleri nel volume Gli occhi di Maria. Roma 1796: prodigi nell'Italia invasa da Napoleone (nuova ed. aggiornata, Edizioni Ares, Milano 2023). Da Ancona, dove si verificò il primo fenomeno il 25 giugno, a Todi, a Frosinone, passando per la Città Eterna, innumerevoli immagini mossero gli occhi o cambiarono espressione, quasi a lanciare un "allarme" celeste sulla persecuzione scatenata in nome dei "Lumi". Allarme di cui il fenomeno aretino costituisce non solo un preludio.IL PREMIO VIVA MARIAIn Toscana i principi rivoluzionari erano già nell'aria sotto il granducato di Pietro Leopoldo (asceso poi al trono imperiale nel 1790) e il "conciliabolo" tenuto dal vescovo giansenista di Pistoia, Scipione de' Ricci. Inizialmente il Granducato si era salvato dai francesi, che nel 1796 avevano preso la sola Livorno. Nel resto della penisola avevano già avviato il forzato "cambio di paradigma": via la croce, su l'albero della libertà, proclamando repubbliche ispirate ai nuovi ideali, non senza scatenare l'insurrezione - o meglio, l'insorgenza - delle popolazioni legate alle tradizioni e alla fede dei padri. Come avvenne anche in Toscana, quando il 25 marzo 1799 Firenze fu occupata dai francesi, che il 6 aprile giunsero ad Arezzo. E la popolazione insorse, al grido di "Viva Maria!", liberando il Granducato dagli occcupanti con la guida del diplomatico inglese William Frederic Wyndham, dell'ufficiale dei dragoni Lorenzo Mari... e della Madonna del Conforto, effigiata sui loro stendardi.Una storia e un'immagine che, pur nelle mutate circostanze, ci riguardano ancora da vicino: «Il premio», come scriveva nel 2014 don Stefano Bimbi, «è simbolicamente rappresentato da una perfetta riproduzione della Vergine del Conforto. Il motivo per cui è stato chiamato "Viva Maria!" questo premio è evidente: come ai tempi di Napoleone, è in atto un attacco alla fede cattolica. Ora come allora c'è bisogno che ci sia un forte movimento di popolo che difenda la Chiesa da questi attacchi». Quale che sia la buona battaglia (di ieri o di oggi), la Madonna del Conforto continua ad essere una luce per attraversare tempi oscuri.

Il cacciatore di libri
"La taverna degli assassini" di Marcello Simoni e "La piccinina" di Silvia Montemurro

Il cacciatore di libri

Play Episode Listen Later Dec 2, 2023


Un giallo ambientato nel 1793 nel Granducato di Toscana firmato da uno degli autori più popolari di gialli storici, Marcello Simoni, che aveva esordito nel 2011 con "Il mercante di libri maledetti". Questo nuovo romanzo, "La Taverna degli assassini" (Newton Compton Editori), è un "giallo dalla camera chiusa": ci sono alcuni personaggi che si trovano in un luogo circoscritto, in questo caso si tratta del castello del barone Calendimarca, c'è un delitto e si deve scoprire il colpevole fra i presenti. Il primo omicidio avviene nelle campagne del castello dove viene trovato un cadavere avvolto da una vite (tutto il giallo riguarda il mondo del vino di fine '700). A indagare viene chiamato Vitale Federici, cadetto di Montefeltro, esiliato da Urbino. Nella seconda parte parliamo di "La piccinina" di Silvia Montemurro (e/o). Siamo a Milano nel 1902: in alcune vie del centro sfilano manifestanti in sciopero. La particolarità? A protestare sono bambine, al massimo adolescenti, le cosiddette "piscinine", ossia apprendiste sarte e modiste fra i 6 e 15 anni. Protestavano per le dure condizioni di lavoro e per ottenere paghe più alte. Spesso più che apprendere un mestiere, queste bambine erano costrette a girare la città per consegnare pacchi pesanti in un contenitore che veniva chiamato "telegramma". Una di loro fu raffigurata nel celebre dipinto "La piscinina" da Emilio Longoni e la sua storia viene raccontata da Silvia Montemurro in questo romanzo. Nora è prima una bambina e poi un'adolescente insicura, balbetta, non sa dare parole ai suoi pensieri. Ma durante lo sciopero avrà un ruolo decisivo.

Generazione Mobile
Lavorare nella Finanza in Lussemburgo

Generazione Mobile

Play Episode Listen Later Dec 2, 2023


Duecentosettantottesima puntata della trasmissione “Generazioni Mobili” di Radio 24, il primo “passaporto radiofonico valido per l’espatrio”.In questa puntata:- Federico Fabiani, fondatore di “Scambi Europei”, ci elenca le ultimissime e concrete opportunità di studio, stage e lavoro in Europa e nell’UE;- Angela Summonte, manager 56enne al lavoro nel mondo della finanza e del private equity in Lussemburgo, ci spiega come approdare nel Granducato per fare carriera in ambito finanziario - ospite in onda Federico Grandesso, dell’associazione “Italy Untold”;- Eures Italia ci aggiorna sulle prossime opportunità e selezioni per lavorare in Europa;- nella rubrica “Expats Social Club” nuovo appuntamento con i consigli pratici dell’Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, con la quale andiamo ad esplorare le opportunità di fare impresa a livello globale. Oggi proseguiamo con Bruxelles, insieme a Giorgio De Bin, segretario generale della Camera di Commercio Belgo-Italiana.CONNETTITI CON "GENERAZIONI MOBILI""Studiate/lavorate/siete imprenditori all'estero? Siete junior o senior? Avete una storia da raccontare e consigli preziosi da dare per cogliere opportunità oltreconfine, sfruttando le occasioni di mobilità internazionale? Scrivete a: generazionimobili@radio24.itOppure, avete domande da porre su come studiare/fare stage/lavorare/avviare start-up all'estero? Inviatele a: generazionimobili@radio24.itInfine, avete un sito/blog all'estero, nel quale fornite consigli pratici su come trasferirsi nel vostro attuale Paese di residenza? O avete scritto un libro su questo tema? Segnalateci tutto, sempre a: generazionimobili@radio24.it

Storia moderna e contemporanea
Granducato dei Lorena in Toscana

Storia moderna e contemporanea

Play Episode Listen Later Sep 22, 2023 34:00


toscana granducato
Hellwinter
HELL GAMES - Il Granducato di Karameikos

Hellwinter

Play Episode Listen Later Aug 29, 2023 7:14


Non poteva mancare nella restrospettiva delle pubblicazioni BECMI il primo degli Atlanti! Segui il mondo di Hellwinter! Iscriviti al Canale Telegram!

CiTR -- Bepi Crespan Presents
MIRON GHIU, DAN SOCIU, YANN NOVAK, STARVING WEIRDOS, v/a URLA DAL GRANDUCATO III.

CiTR -- Bepi Crespan Presents

Play Episode Listen Later Jul 22, 2023 121:55


CITR's 24 Hours of Radio Art in a snack sized format. Dark Ambient. Drone. Field Recordings. Noise. Sound Art. Or something. This evening's broadcast features MIRON GHIU, DAN SOCIU, YANN NOVAK, STARVING WEIRDOS, and AREA PIRATA (PISA, IT)'s v/a URLA DAL GRANDUCATO III.

Storia moderna e contemporanea
Granducato dei Medici in Toscana

Storia moderna e contemporanea

Play Episode Listen Later Jul 3, 2023 40:36


medici toscana granducato
Poveri ma belli
Galli di dio meticci e solidali

Poveri ma belli

Play Episode Listen Later Apr 20, 2023 61:48


quando cerchiamo di scardinare il giogo patriarcale attraverso una riscrittura della storia della panineria, affrontiamo la crescente ondata criminale lussemburghese insieme ad Antonio e a Pino, comparsa protagonista di un pao di puntate di "Capitani", la serie poliziesca più in voga nel Granducato e infine ascoltiamo un'altra puntata di Voeia de laurà in Giambellino style

pino galli granducato giambellino
Flagged
Ep. 103-Lussemburgo

Flagged

Play Episode Listen Later Jan 27, 2023 6:33


Uno degli Stati più piccoli del mondo ha un in realtà una storia interessante riguardante la sua bandiera, risalente al tempo del Sacro Romano Impero. Scopriamo insieme se davvero è una bandiera uguale a quella dei Paesi Bassi! Buon ascolto!

La Storia riletta da Mauro Lanzi
I Medici - Storia di una grande famiglia - Parte VII (Fine della Repubblica e Granducato)

La Storia riletta da Mauro Lanzi

Play Episode Listen Later Nov 5, 2022 38:20


Con la resa agli spagnoli nel 1530 ha termine per Firenze l'età della Repubblica, che viene formalmente abolita nel 1532 dal nuovo Signore della città, Alessandro il Moro.L'assassinio di Alessandro, nel 1537, ad opera del cugino Lorenzo, apre la strada ad un discendente del ramo dei Popolani, figlio di Giovanni dalle Bande Nere, Cosimo I de'Medici. Cosimo, salito al potere all'età di soli 17 anni, fu un personaggio subdolo e contraddittorio, capace di ogni crudeltà e nefandezza nel reprimere il dissenso; Cosimo si dimostrò anche un grande statista, rigenerò Firenze, portò la Toscana a livelli di prosperità e peso politico ineguagliati fino allora. Cosimo fu il primo Granduca di Toscana.

What's Up Tuscany
Il toscano che si fece imperatore - Ep. 88

What's Up Tuscany

Play Episode Listen Later Mar 4, 2022 40:08


Nell'anno che abbiamo passato a raccontarvi le storie di questa nostra regione, abbiamo spesso detto che la Toscana è più un'idea che un'entità geografica precisa. Anche chi è nato e cresciuto da queste parti non fa che discutere sui confini precisi del Granducato. Carrara è Toscana o Liguria? La Maremma è solo il Lazio del Nord? Eppure nessuno parla mai di una terra molto vicina, che nelle giornate più chiare si fa intravedere all'orizzonte, oltre il mare. La più grande delle isole che affollano il tratto del Tirreno ad ovest della costa toscana, fin dall'alba dei tempi, ha sempre fatto parte della storia della nostra terra. Se non bastasse, è pure l'unico altro posto al mondo dove si parla una versione arcaica del nostro meraviglioso vernacolo. Eppure su questa terra da sempre toscana, sventola addirittura la bandiera di un altro paese. Il passaggio della Corsica alla Francia è il risultato di una serie di macchinazioni dei transalpini, della disperazione del governo genovese di fronte al successo della rivoluzione guidata da Pasquale Paoli che finì per passare l'isola dal controllo di una potenza in declino a quello di una superpotenza continentale. Nonostante un secolo e mezzo di francesizzazione forzata, tutto in Corsica riporta ai secoli nei quali la bandiera con la croce pisana garriva orgogliosa sui forti dell'isola. Dall'architettura delle chiese ai ponti, dagli stornelli alle filastrocche e ai proverbi, tutto ricorda l'entroterra pisano. Gli stessi abitanti dell'isola non parlano di dialetto quando si riferiscono al loro vernacolo: per loro è la "lingua", in italiano, per distinguerla dalla "langue" degli stranieri invasori. Ecco perché, quando l'anno scorso si sono celebrati i 200 anni dalla morte del più famoso dei figli di Corsica, la Toscana ha partecipato ai festeggiamenti con entusiasmo. Napoleone Buonaparte, infatti, è sempre stato orgoglioso delle origini toscane della sua famiglia. Nella sua affollata casa ad Ajaccio si era sempre parlato italiano ed i suoi genitori erano stati entrambi in prima linea nella lotta per l'indipendenza dell'isola. Il piccolo toscano che si fece imperatore odiava i francesi e non perdonò mai al padre di aver voltato le spalle al sogno di una Corsica libera per garantire ai suoi figli un posto al sole sotto il nuovo regime. Il fatto che fu proprio lui a diventare il generale più famoso e celebrato della storia di quella potenza straniera è incredibile, come il ruolo fondamentale che giocarono le radici toscane nella carriera di quello che in famiglia definivano affettuosamente "piccola peste". Questa settimana vi parliamo dell'imperatore che sconvolse per vent'anni il Vecchio Continente e di come si sia sempre considerato toscano al 100%. Mi spiace, cari cugini, ma Napoleone è uno di noi. Mettetevi l'animo in pace. Fateci sapere cosa ne pensate di questa storia e del nostro podcast mandandoci un messaggio sui nostri profili social. Ogni feedback, anche il più cattivo, è sempre il benvenuto - rispondiamo a tutti!Facebook: https://www.facebook.com/larno.itTwitter: @arno_it / @WhatsupTuscanyI LINK ALLE FONTIhttp://www.giovanniarmillotta.it/pisa/pisa94_corsica.htmlhttps://www.corsicaoggi.com/sito/avivavoce/corsi-rifugiati-a-calci-e-in-toscana-dopo-la-sconfitta-contro-la-francia/https://www.corsicaoggi.com/sito/250-anni-fa-il-contestato-trattato-di-versailles-permise-ai-francesi-di-sbarcare-in-corsica/https://toscana.uno/le-origini-toscane-di-napoleone-buonaparte/https://www.stamptoscana.it/napoleone-e-la-toscana-quei-lucchesi-sciabigotti/http://www.italiadiscovery.it/storia/la-famiglia-di-napoleone-bonaparte.htmlhttps://www.piananotizie.it/quando-napoleone-giocava-alla-guerra-a-sesto/https://www.historypage.it/le-origini-della-famiglia-bonaparte/https://blog.libero.it/Buonaparte/2687969.htmlhttp://www.ildialogodimonza.it/quando-i-grandi-erano-piccoli-napoleone-bonaparte/https://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2003/06/21/LT1PO_LT102.htmlBACKGROUND MUSICTitle: Exit ExitAuthor: P C IIISource: www.pipechoir.comLicense: Creative Commons Attribution 4.0 International LicenseLinks: https://soundcloud.com/pipe-choir-2/exit-exit

Olympia
Vale Rossi e il Granducato dei motori

Olympia

Play Episode Listen Later Nov 14, 2021


E' sceso definitivamente dalla moto Valentino Rossi: l'ho aveva preannunciato qualche tempo fa, e ora l'addio del Dottore al Motomondiale è realtà, dopo 26 stagioni, 9 titoli mondiali, trionfi, sconfitte, scherzi, delusioni, rivalità, polemiche, infortuni, sorrisi. Quel che è certo è che ci sarà un mondo delle due ruote e dei motori prima e dopo Valentino Rossi. e sarà curioso ora scoprirne le capacità da pilota di auto, nel Mondiale Endurance o in altre categorie, lui che in passato aveva provato e anche accarezzato ilsogno di guidare una Ferrari in Formula Uno! Campione, straordinario, Valentino Rossi, ma che arriva da una terra di piloti e di motori. Insomma lui, Vale, è di certo il più prestigioso, ma non l'unico e di certo non ultimo centauro formatosi in quel pugno di chilometri quadrati tra Pesaro, Urbino Tavullia, Misano, Cattolica, Rimini, la Coriano del compianto Marco Simoncelli, terra di mezzo tra le Marche e la Romagna. E proprio in quelle terre andiamo oggi a Olympia, per scoprire cosa c'è stato prima di Valentino, e cosa ci sarà ora dopo di lui. Dario Ricci ne parla con Paolo Campanelli ed Eugenio Lazzarini, campioni di epoche diverse (il primo tra gli anni 50-60, il secondo a cavallo tra '70 e '80), che racconteranno il motociclismo 'eroico' che ha preceduto Valentino; e poi entreremo nel Museo Officine Benelli di Pesaro, col le testimonianze del responsabile Paolo Marchinelli, di Alberto Paccapelo (presidente dell'associazione terra di Piloti e Motori) e del presidente del Panathlon di Pesaro Angelo Spagnuolo

Tutti Convocati
Ciao Bisteccone, andiamo a vincere!

Tutti Convocati

Play Episode Listen Later Nov 12, 2021


Apriamo questa puntata con il saluto al grande Giampiero Galeazzi, scomparso questa mattina dopo una lunga malattia: ci lascia il suo ricordo il collega Carlo Paris, una vita insieme a lavoro per Rai Sport. E' arrivato il giorno. Questa sera c'è Italia-Svizzera, missione evitare come la morte i playoff. Ne parliamo con Nanu Galderisi e con Monica Vanali, inviata Sport Mediaset al seguito della Nazionale. Le Next Gen sono in corso, mentre Torino si prepara alle ATP Finals, con i gruppi definiti e il nostro Berrettini che affronterà Medvedev, Zverev e Hurkacz. Ne parliamo con Elena Pero, voce delle telecronache di Sky Sport. Per chiudere, il nostro Dario Ricci ci porta con un suo reportage, sulle vie di Valentino Rossi nel Granducato dei motori, tra ricordi e adorazione per il mito che questo weekend darà l'addio alle moto.

Vanessa On Air
Micronazioni nel mondo: il Granducato di Flandrensis.

Vanessa On Air

Play Episode Listen Later Nov 3, 2021 2:50


Per questo terzo episodio voliamo nell'Antartico ed esploriamo gli intenti ambientalisti del Granducato di Flandrensis.

mondo granducato
Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
ANALISI dell'Inno Nazionale Italiano: L'INNO DI MAMELI (i versi che nessuno conosce!)

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!

Play Episode Listen Later Sep 17, 2021 16:24


Dopo la pubblicazione del video dedicato alla storia e all'analisi dei primi versi dell'Inno di Mameli, l'inno nazionale italiano, in tanti ci avete chiesto di pubblicare una seconda parte in cui spiegavamo il significato dei restanti versi. Pertanto, in questo articolo parleremo proprio di quei versi dell'inno nazionale italiano che nessuno conosce! Il Canto degli Italiani Cosa significa l'Inno di Mameli? Nello scorso video abbiamo analizzato le prime tre strofe dell'inno nazionale, ovvero le strofe che vengono cantate sempre in tutte le competizioni sportive e negli eventi ufficiali. Oggi, invece, ci concentreremo sulle strofe un po' meno... conosciute! Andiamo ad analizzarle: Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l'ora suonò. [Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.] In questa strofa, Mameli sottolinea la necessità di formare un'Italia unica ed unita. Nel momento in cui l'inno viene scritto, l'Italia è divisa in sette stati: Regno delle due Sicilie (comprendeva l'odierno Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia per intero, Campania tranne Benevento, il Lazio orientale, il Lazio meridionale e l'arcipelago di Pelagosa), Stato Pontificio (l'odierno Lazio, Benevento, Umbria, le province di Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna), Regno di Sardegna, Granducato di Toscana, Regno Lombardo-Veneto (Lombardia, Veneto e Friuli), Ducato di Parma, Ducato di Modena. Mameli fa notare come da secoli gli italiani siano schiacciati dal nemico (calpestati) e siano derisi, presi in giro proprio per via del fatto che ancora, nell'800, non sono un popolo unito. In questa strofa Mameli parla della speranza (“speme”) di vedere l'Italia unita sotto un'unica bandiera (“raccogliaci un'unica bandiera”), quindi non solamente una “fusione” a livello geografico-politico ma anche culturale, sotto gli stessi ideali. È ormai anche ora ("già l'ora suonò"), ci ricorda Mameli. Uniamoci, amiamoci, l'Unione, e l'amore Rivelano ai Popoli Le vie del Signore; Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può? [Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.] In questa strofa Mameli richiama le idee di Giuseppe Mazzini: il politico italiano, infatti, era convinto che un'Italia non unita era un'Italia debole. Per questo il suo progetto della “Giovine Italia”, presentato nei giornali omonimi, includeva la fondazione di una repubblica democratica unitaria sul territorio italiano. La Giovine Italia era un'organizzazione politica insurrezionale che aveva l'obiettivo della Repubblica fondata sui principi di unità, indipendenza e libertà. Mameli richiama quindi la politica mazziniana, affermando che un'Italia unita è impossibile da sconfiggere (“chi vincer ci può?”). Inoltre, ci ricorda che un popolo invincibile non è soltanto unito, ma è anche legato da un sentimento d'amore, perché solo questo può condurci a Dio. Incita quindi gli italiani a liberare la propria terra “per Dio”: in questo caso non è un'imprecazione, ma significa “attraverso Dio”, con la forza che solo lui può donarci, in quanto sostenitore dei popoli oppressi. Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn'uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla, Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. [Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.] Successivamente incontriamo quattro riferimenti storici a grandi rivolte della storia italiana: Legnano, Ferruccio, Balilla e Vespri. Il primo (Legnano) si riferisce alla battaglia di Legnano del 1176 in cui i Lombardi, guidati da Alberto da Giussano, sconfissero Federico Barbarossa. L'imperatore sconfitto dovette rinunciare alla propria autorità, concedendola alle province lombarde nel 1183. Il secondo,

Sentiti Libera
I tentacoli della ‘ndrangheta in Lussemburgo

Sentiti Libera

Play Episode Listen Later May 29, 2021 22:01


I tentacoli della 'ndrangheta sono arrivati da tempo in Lussemburgo, tra le attività nel Granducato con una posizione strategica nel cuore dell'Europa continentale, il riciclaggio e sistemi di occultamento dei capitali. Il podcast di Sentiti Libera, a cura di Lorenzo Pirozzi, con l'intervista a Luca Rinaldi, direttore di IrpiMedia. La testata di giornalismo indipendente ha lavorato, insieme ad altre testate europee, a OpenLux, un'inchiesta collaborativa che parte da un database sulle 124 mila società che popolano il registro delle imprese lussemburghese: https://irpimedia.irpi.eu/openlux/

BASTA BUGIE - Storia
L'epidemia raccontata nei Promessi Sposi

BASTA BUGIE - Storia

Play Episode Listen Later May 25, 2021 6:18


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6582L'EPIDEMIA RACCONTATA NEI PROMESSI SPOSI di Domenico LalliNegli anni in cui furono ambientati I Promessi Sposi, il capolavoro di Alessandro Manzoni, l'Europa e l'Italia furono flagellate da un'epidemia inarrestabile, nota come peste bubbonica, un triste e tragico tributo pagato alla Guerra dei Trent'anni. Il protofisico (una sorta di ministro della Sanità) Lodovico Settala, che ne sapeva qualcosa per aver curato gli appestati nella precedente epidemia del 1576, fu il primo a dare l'allarme.Nel 1630 sembra sia stata portata a Milano da un soldato italiano al servizio della Spagna. Colpì varie zone del Settentrione, il Granducato di Toscana, la Repubblica di Lucca e la Svizzera, con oltre un milione di morti. Si propagò e flagellò la popolazione in maniera virulenta e spietata, forse anche perché vi furono inizialmente errori e negligenze, a partire dal governatore Ambrogio Spinola - che non se ne preoccupò affatto, preso in faccende di guerra -, da molti medici, così come dalle varie classi sociali quali nobili, mercanti e plebei, che, con toni beffardi, increduli e, a volta violenti, si scagliarono contro i provvedimenti presi dal tribunale della Sanità (bruciar robe, mandar famiglie al lazzeretto, ecc.), considerando i due medici, che ne facevano parte, impostori e nemici della patria.Ma quando il male cominciò a propagarsi senza pietà, mietendo migliaia di morti, non si negò più il contagio, ma lo si attribuì ad arti venefiche e ad operazioni diaboliche, come fosse opera di una congiura: «Cominciarono a farsi frequenti le malattie, le morti con accedenti strani, di spasimi, di palpitazioni, di letargo, di delirio, con quelle insegne funeste di lividi e di bubboni, morti per lo più celeri, violente, repentine, senza alcun indizio antecedente di malattia», come si legge nel cap. XXXI de I promessi sposi. Panico ed isteria, insieme a pregiudizi, cominciarono a serpeggiare sempre più diffusamente. Vennero aggrediti molti innocenti per sfogare dolore e disperazione, da menti ormai ottenebrate dall'ignoranza: «Era il povero senno umano - spiega ancora Manzoni - che cozzava co' i fantasmi creati da sé». Sfilano davanti al lettore tanti personaggi di questo piccolo mondo.Una povera infelice viene torturata e bruciata come strega, dietro un «deplorevole consulto» del protofisico Settala; un vecchio, più che ottantenne, massacrato dalla folla perché scambiato per untore; i monatti, incaricati della raccolta dei malati e dei morti, reclutati tra la peggior feccia cittadina, cinici, volgari, maledetti, che diventano arbitri di ogni cosa; brindano e ridono sguaiatamente sui carri che trasportano i cadaveri.[...]Una sequela di scene raccapriccianti di dolore, di morte: ovunque fetore di cadaveri, desolazione, case serrate e strade deserte, in un progressivo imbarbarimento delle menti e dei costumi. In un parossismo senza fine si arrivava a sospettare degli stessi familiari, tanto che Manzoni scrisse, in maniera lapidaria e con sottile ironia, una verità che vale in ogni tempo e per ogni circostanza: «Il buon senso c'è, ma se ne sta nascosto, per paura del senso comune»!La peste non fece sconti nemmeno ad un signorotto mosso da scellerata prepotenza quale don Rodrigo, immoto su un materasso, con occhi spalancati ma senza sguardo, abbandonato anche dal «fedel Griso»; forse solo negli ultimi istanti, capì ch'era un flagello permesso da Dio per richiamare gli uomini, ed anche lui, al pensiero dell'altra vita. È il prologo del dramma. Negli anni immediatamente successivi al contagio vennero costruiti diversi edifici religiosi per celebrarne la fine: cappelle votive e, fra le chiese, la più nota fu certamente la Basilica di Santa Maria della Salute a Venezia.È proprio dall'intreccio di avvenimenti realmente accaduti e di trame romanzesche, che il Manzoni riesce a rappresentare, in maniera impareggiabile, in «una forma che è poesia e ti pare storia», un affresco dell'umanità nelle sue varie sfaccettature: nell'eroismo e nella viltà, nei meschini difetti e nelle più alte virtù, nel gretto egoismo e negli slanci caritatevoli, nelle passioni feroci e nell'umiltà del dolore, nell'ignoranza e nella sapienza. E su tutto si staglia l'esempio dei religiosi, «saldi di coraggio al loro posto», e della loro missione in favore delle vittime del contagio e delle loro sofferenze, perché la pietà è infinita. Come la vita.Nota di BastaBugie: ecco altri tre interessanti articoli sui Promessi Sposi e il loro autore, Alessandro Manzoni.IL FINALE SCONOSCIUTO DEI PROMESSI SPOSIIl romanzo non finisce solo con il matrimonio tra Renzo e Lucia, ma con la loro stupenda riflessione su tutta la vicenda (il Manzoni lo chiama il ''sugo della storia'')di Giovanni Figherahttp://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5907ALESSANDRO MANZONI CONVERTITO AL CATTOLICESIMO GRAZIE A UN MATRIMONIO, IL SUOIl cammino di fede dell'autore dei Promessi Sposi è adombrato nella vicenda della conversione dell'Innominatodi Giovanni Figherahttp://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3928I PROMESSI SPOSI E LA FECONDAZIONE ARTIFICIALESulle orme di Renzo e Lucia scopriamo che il sorgere della vita non può essere separato da un atto d'amoredi Giorgio Carbonehttp://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5364

Europa Grand Tour - il Podcast
Ep89 - Il Granducato del Lussemburgo: intervista a Valentina

Europa Grand Tour - il Podcast

Play Episode Listen Later May 1, 2021 17:11


L’unico granducato al mondo, un paese visitato soprattutto per lavoro ma che ha molto da offrire: soprattutto una bella capitale e una natura bellissima! Parliamo del Lussemburgo con Valentina, che qui vive e lavora da anni.Per offrirmi un caffè virtuale e sostenere il podcast: https://ko-fi.com/europagrandtourTrovi la trascrizione della puntata e oltre alle fonti, foto e eventuali approfondimenti su: https://www.europagrandtour.comDella stessa autrice: il podcast Storia D’Europa, https://www.storiadeuropa.com

Tesori d'Italia | RRL
126 - Le gemme della Versilia

Tesori d'Italia | RRL

Play Episode Listen Later Feb 27, 2021 4:54


Data la sua collocazione sul confine nord-occidentale, la Versilia assunse una crescente importanza strategica e dopo la nascita del Granducato mediceo. Cosimo I si preoccupò immediatamente di consolidarvi la presenza fiorentina, facendo edificare una residenza fortificata, sia per ospitarlo durante i soggiorni nell’area, sia per disporre di un bastione in caso di incursioni da Massa o da Lucca. I lavori furono eseguiti tra 1560 e 1564 e il risultato fu una villa-fortezza dalla struttura solida e compatta con spigoli rinforzati e feritoie al pian terreno.

QdA Blog Radio Podcast
Mono 6 - Venere, l'amore e la politica

QdA Blog Radio Podcast

Play Episode Listen Later Apr 19, 2020 4:14


La politica è come l'amore e Bronzino ce lo racconta con un l'allegoria di Venere, un opera nata per suggellare l'intesa politica tra un giovane Granducato di Toscana e una più antica monarchia Francese. Tutte le immagini su https://quellodiarte.com/2020/04/19/venere,-l'amore-e-la-politica/Vuoi rimanere aggiornato su tutte le novità su Quello di Arte? Iscriviti alla mailing list di Quello di Arte cliccando su questo link https://mailchi.mp/e5da93e9fc36/mailinglistSe volete scrivere a Quello di Arte l'email è quellodiarte@gmail.comPlaylistMichelangelo Mammoliti, Mono, 2019

BISTORY - Storie dalla Storia
Bistory S02E06 Gli Ultimi Medici

BISTORY - Storie dalla Storia

Play Episode Listen Later Apr 2, 2019 25:13


Gli Ultimi Medici - La morte di Gian Gastone (1671-1737) mette fine tristemente ad un casato di signori, principi e sovrani, che dalla Toscana hanno segnato i destini dell'Europa. Tra tragicomiche soluzioni, tristi epiloghi e vite dissolute la storia incredibile del suicidio di una Dinastia indimenticabile.

QdA Blog Radio Podcast
StArt 36 - Pittori di macchia... mediterranei

QdA Blog Radio Podcast

Play Episode Listen Later Nov 19, 2018 17:27


Mentre i francesi si davano da fare col Realismo un gruppo di artisti italiani, nel Granducato di Toscana, dipingeva i paesaggi mediterranei inseguendo la luce attraverso la macchia. In questa puntata di StArt vi parlo dei Macchiaioli.Tutte le immagini su http://quellodiarte.com/2018/11/19/pittori-di-macchia-mediterranei

Sky Wave Radio Hosted By Petko Turner
Technotronica - Gucci's Youngster Academy - After Show Firenze

Sky Wave Radio Hosted By Petko Turner

Play Episode Listen Later Nov 4, 2016 55:38


Petko Turner - Technotronica Gucci's Youngster Academy '16 - After Show Firenze Technoid Bassed House Music 2 CDJ900, DJM2000, TR808 synced, iPhone Jingles, Zoom H1 Firenze anche Fiorenza nel Medioevo], Florentia in latino) è un comune italiano di 383 083 abitanti, capoluogo della Toscana e centro della propria città metropolitana con una popolazione di 1 013 820 abitanti. È l'ottavo comune italiano per popolazione e il primo della Toscana. La città di Firenze è il cuore dell'Area metropolitana Firenze - Prato - Pistoia, una conurbazione che conta oltre 1 520 000 abitanti Nel Medioevo è stata un importante centro culturale, commerciale, economico e finanziario. Nell'età moderna ha ricoperto il ruolo di capitale del Granducato di Toscana, dal 1569 al 1859, con il governo delle famiglie dei Medici e dei Lorena. Fu capitale d'Italia dal 1865 al 1871, dopo l'unificazione del Paese (1861). Importante centro universitario e patrimonio dell'umanità UNESCO, è considerata il luogo d'origine del Rinascimento ed è universalmente riconosciuta come una delle culle dell'arte e dell'architettura, nonché rinomata come una delle più belle città del mondo, grazie ai suoi numerosi monumenti e musei – tra cui il Duomo, Santa Croce, gli Uffizi, Ponte Vecchio, Piazza della Signoria e Palazzo Pitti. Download for free on The Artist Union

BASTA BUGIE - Storia
La profezia di San Giovanni Bosco ai Savoia

BASTA BUGIE - Storia

Play Episode Listen Later Apr 29, 2015 11:18


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3727LA PROFEZIA DI SAN GIOVANNI BOSCO AI SAVOIA di Alberto TorresaniI Savoia, prima come conti, poi duchi e infine come re di Sardegna, sono stati presenti in Piemonte per quasi mille anni. Reggevano uno Stato cuscinetto per tenere distanti due grandi potenze: Francia e Impero tedesco. Hanno assolto tale funzione adottando l'alleanza col maggiore offerente, acquistando un territorio sempre più esteso ed armando sempre un esercito superiore alle loro finanze, da impiegare oculatamente, per intimorire l'avversario.La storia di quella famiglia conosce alcuni casi di santità, a preferenza tra le donne, perché venivano educate con rigore morale, mentre gli uomini dovevano essere rudi soldati, coi relativi usi e costumi.La rivoluzione francese rischiò di travolgere i Savoia. Furono sconfitti da Napoleone e il re trovò rifugio in Sardegna, difeso dalla flotta di Nelson. Il Piemonte corse il rischio di esser trasformato in un dipartimento francese: solamente la vittoria dell'ultima coalizione antifrancese riportò Vittorio Emanuele I a Torino. Qui giunto, allontanò da corte coloro che si erano compromessi col governo francese, ma le terre confiscate agli enti ecclesiastici rimasero ai nuovi proprietari.Purtroppo, nessun re di casa Savoia risultò una mente superiore e così andò sprecato un tesoro immenso, la fedeltà dei loro sudditi. Fra tutte le opzioni politiche allora discusse per unificare l'Italia, il modello federativo suggerito da Antonio Rosmini, che era il migliore, fu sciupato da Carlo Alberto. Nel 1847, il papa Pio IX inviò Mons. Corboli Bussi in missione a Firenze, Modena, Parma e Torino, proponendo l'Unione Doganale tra quegli Stati, a somiglianza di quanto era avvenuto per lo Zollverein tedesco, preludio dell'unificazione politica. La missione ricevette risposta positiva ovunque, meno che a Torino. Qui ormai prevalevano venti di guerra.UN ANTICLERICALISMO MONTANTEDurante la Prima guerra del Risorgimento i liberali si scoprirono antigesuiti, anticlericali, desiderosi di uscire da ogni tutela ecclesiastica. Fu decisa la cacciata dei Gesuiti (una ventina) e la chiusura delle loro scuole, comprese quelle dei "gesuitanti" come le Dame del Sacro Cuore. A Chambery, in Savoia, esse avevano una scuola superiore femminile, frequentata anche da alunne francesi e svizzere. I deputati della Savoia che lamentavano, in caso di chiusura, l'assenza completa di istituti analoghi in grado di sostituirla, si sentirono dire dal ministro: "Meglio nessuna scuola piuttosto di una scuola di gesuitanti".Don Bosco, nel 1848, notò tra i suoi ragazzi un crescente bellicismo con fioritura di esercizi militari, marce, odio al nemico e dovette prodigarsi perché quei sentimenti non distruggessero il suo lavoro. Per poco tempo don Bosco ritenne possibile favorire un qualche partito che si ponesse a difesa dei valori cattolici, ma quando percepì la disunione esistente tra i cittadini dichiarò di aderire al "partito del Papa" nel senso di obbedire a principi religiosi non legati a partiti. Avendo bisogno di tutti non poteva schierarsi per alcuno.LA PROFEZIA DI DON BOSCOLa Prima guerra del Risorgimento terminò col disastro di Novara nel febbraio 1849, l'abdicazione di Carlo Alberto e la successione di Vittorio Emanuele Il.Ben presto si fece luce il liberalismo del Cavour, dapprima come ministro di Commercio e Agricoltura, poi dal 1852 come primo ministro. Cavour decise di appiattire la politica piemontese su quella d'Oltralpe: perciò riforme liberali, investimenti in infrastrutture come strade, porti, ferrovie, telegrafo. Nel 1855 il Cavour prese a pretesto la necessità di ridurre la voce del bilancio statale riservata al culto. Perciò, unilateralmente, decise la confisca di metà del patrimonio ecclesiastico presente nel Regno, di venderlo e col ricavato costituire un fondo dal quale attingere per le future necessità del culto. Il re Vittorio Emanuele II pensava che fosse un buon affare. Don Bosco ebbe una delle sue premonizioni e fece sapere al re di aver sognato un valletto che annunciava tristemente: «Grandi funerali a corte» e supplicò perciò il Sovrano «che pensasse a regolarsi in modo da schivare i minacciati castighi, e di impedire a qualunque costo quella legge», e gli fece sapere che chi ruba alla Chiesa non arriva alla quarta generazione. Non fu ascoltato e, durante la discussione della legge, la famiglia del re fu colpita da quattro lutti: in poco tempo morirono la moglie del re col figlio di otto giorni, la madre e l'unico fratello.LO STATO È TUTTO, LA CHIESA È NIENTELa Seconda guerra d'indipendenza fu il capolavoro del Cavour che con l'intervento francese trovò l'unico modo per sconfiggere l'Austria. Furono acquisite la Lombardia, i Ducati padani, le legazioni di Romagna e il Granducato di Toscana. Seguì la conquista del resto d'Italia con Garibaldi in Sicilia e l'esercito piemontese che lo ferma a Napoli, rimandando a più tardi la presa di Roma.Il governo italiano diceva di praticare la nota politica di Cavour «libera Chiesa in libero Stato», ma nei fatti si riteneva erede degli Stati preunitari che avevano esercitato il diritto di placet e di veto per le nomine episcopali. Molte diocesi erano senza vescovo perché o defunto o scacciato. Bastava aver detto mezza parola o scritto una riga critica nei confronti della nuova realtà politica per venire esclusi dalla nomina a vescovo.Don Bosco fu inviato da Pio IX nelle diocesi sprovviste di vescovi per cercare candidati all'episcopato. Dopo aver effettuato l'inchiesta canonica, quei nominativi venivano portati al Ministro degli interni che effettuava la propria indagine e finalmente si poteva nominare il vescovo. Insomma, la Chiesa aveva la libertà del girarrosto che può solo presentare alla fiamma la parte non ancora ben rosolata. Il De Sanctis spiegava che in quel momento il motto di Cavour andava interpretato nel senso che «lo Stato è tutto e la Chiesa niente».LA PROFEZIA SI COMPIEIl papa Leone XIII volle edificare un tempio votivo nei pressi della stazione Termini, con la stessa funzione del Sacro Cuore di Parigi. I costruttori fecero il riccio della spesa e fermarono i lavori annunciando che i denari erano finiti. Il cardinal Nina suggerì al Papa di affidare il completamento dell'edificio a don Bosco, giudicato un imprenditore che non si faceva imbrogliare. Dovette compiere due viaggi a Parigi e uno a Barcellona per trovare il denaro necessario. La chiesa fu portata a termine e don Bosco poté celebrare una Messa di ringraziamento nel corso della quale molte volte si commosse fino al pianto, rievocando le tappe del cammino che la Provvidenza gli aveva riservato.Ancora adesso i Salesiani curano l'avviamento professionale di giovani sottratti alla strada per munirli di solide competenze lavorative e di un orientamento cristiano alla vita.I Savoia, invece, fecero le guerre coloniali, poi la Prima guerra mondiale a seguito di un colpo di Stato del sovrano; poi, con un secondo colpo di Stato, scelsero Mussolini come primo ministro che procurò loro l'Impero d'Etiopia e il regno di Albania e infine lo scacciarono. Vittorio Emanuele III non imitò il trisnonno Carlo Alberto e non si dimise nel 1943. Quando lo fece, nel 1946 era troppo tardi e il 2 giugno il referendum scelse la repubblica: Umberto II, il re di maggio, andò in esilio.Era la quarta generazione dei Savoia in Italia: la profezia di don Bosco così si adempiva del tutto.