Il podcast dedicato alle nuove frontiere della leadership nelle organizzazioni. Storie, ricerche, dialoghi e letture per trasformare il lavoro in un incubatore del potenziale umano.
I LeadEretici e le LeadEretiche sono persone un po' “strane”, ormai l'avete capito. Altrimenti dove sarebbe l'eresia se dicessero e facessero cose che fanno tutti?E il protagonista di questa puntata una cosa dal sapore eretico la fa: racconta fiabe. E voi direte: “ok, chi non ha mai raccontato una fiaba a un bambino?!”. Il punto è proprio questo, Claudio Tomaello le fiabe non le racconta ai bambini… ma agli adulti. E ne ha fatto un mestiere, che lo impegna moltissimo e lo porta ad attraversare l'Italia.“Le fiabe sono vere” scriveva Italo Calvino in Fiabe italiane. Offrono l'opportunità di scoprire nuove prospettive, approfondire la conoscenza di sé e lasciarsi ispirare da storie e insegnamenti che risuonano nel profondo.Grazie al potere delle parole e delle storie, strumenti millenari che parlano dell'essere umano e della sua evoluzione, Claudio – autore e narratore teatrale, che ama definirsi custode di Storie – mette la sua esperienza al servizio di chi desidera esplorare se stesso attraverso spettacoli teatrali, seminari e incontri. Ma in che senso racconta fiabe agli adulti? Perché e come lo fa? E che c'entra tutto questo con il lavoro, la leadership generativa e le organizzazioni? Lo raccontiamo in questa puntata.FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/leaderetici
A nominarmi per la prima volta l'ospite di questa puntata è stato Maurizio Zordan, in occasione della sua visita nella tana dei LeadEretici (Maurizio è il protagonista della puntata n° 20, che vi consiglio di ascoltare). Al termine dell'intervista, spenti i microfoni, mi disse: "Roberto, devi assolutamente sentire questa persona. Un imprenditore eretico. Se non lo conosci, leggiti questo libro dal titolo che dovrebbe suonarti famigliare: "L'impresa (er)etica". Poi un giorno mi sono trovato a moderare un incontro sulle BCorp e indovinate chi c'era tra gli ospiti... proprio lui! Giampietro Zonta, co-fondatore di D'Orica. La prima e unica B Corp al mondo nel settore orafo.In quell'occasione mi regalò una copia del libro, con una dedica: a Roberto, fedeli al motto gandhiano, sii il cambiamento che vuoi veder accadere nel mondo. Nel 2024 sono andato a trovarlo in azienda così ho potuto toccare con mano le cose che avevo letto nel libro. E, finalmente, eccoci qui. Abbiamo parlato della differenza tra prenditori e imprenditori, di società benefit, di B Corp e del triste primato di D'orica, di formazione dei più giovani, di persone vissute come investimento (da valorizzare) e non come un costo (da ottimizzare)... insomma, dell'essenza dell'impresa (er)etica.FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/leaderetici
C'è un settore che sta diventando sempre più rilevante per il sistema sociale italiano. Un settore fatto di un insieme di dispositivi in denaro e di servizi che le aziende mettono a disposizione dei propri collaboratori. Con l'obiettivo di accrescere il benessere lavorativo e personale dei lavoratori e dei loro famigliari. Il welfare aziendale. Sotto questo cappello si nascondono in realtà universi di pratiche e di possibilità. Si, perchè non esiste un'unica tipologia di welfare aziendale.Che cos'è allora? Quante tipologie ne esistono? Che vantaggi offre alle lavoratrici e ai lavoratori? E quali benefici può portare alle aziende? Luci e ombre. Ne ho parlato con due esperti: Mariacristina Bertolini - Vice Presidente, direttore generale e direttrice Euromed di Up Day e Paolo Gardenghi - Responsabile welfare aziendale di Up Day.FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/leadereticiwww.counselingpost.it
A dare il la all'intervista è la passione per un libro, che accomuna me e l'ospite di questa puntata. Il libro “incriminato” si intitola Community. La struttura dell'appartenenza, di Peter Block. Metto senza esitazione questo libro tra i più belli letti di recente. Anzi, lo metto tra i più potenti. Per la sua capacità di proporre un approccio tutto sommato semplice da afferrare ma non altrettanto da attuare. Un approccio capace di innescare grandi trasformazioni. Il tema è tanto affascinante quanto complesso: come creare appartenenza. Ovvero come creare (vere) comunità. Un tema che percorre tutto il nostro vivere sociale, lavoro compreso. Nelle comunità che abitiamo la domanda “come creiamo appartenenza?” è di un'attualità bruciante. Si parla molto anche di leadership, ovviamente. E Andrea, oltre ad aver letto e amato questo libro, fa una cosa più interessante: lo trasforma in azione. Facendo uno tra i lavori più belli, complessi e generativi che si possano fare: attiva e potenzia comunità. Una in particolare, a dire il vero. Dopo 20 anni nel settore industriale lavorando sui temi dell'innovazione e della ricerca e sviluppo (R&D) oggi è infatti segretario generale di FiemmePER, una fondazione con base in una delle più belle valli del Trentino dove si occupa di sviluppo di comunità. Come? Ve lo raccontiamo in questa puntata! FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/leadereticiwww.counselingpost.it
Io e l'ospite di questa puntata ci siamo conosciuti su Linkedin. Il tempo di "annusarci", di capire che avevamo molte cose in comune e avevo già il suo libro in mano. La prima cosa che mi ha colpito leggendolo è stata la sua scrittura. Di fatto, è un saggio. Scritto però con parole che vibrano. E raramente accade nei saggi. Diciamo che accade nei saggi che mi piacciono di più. E molto di questo “vibrare” si deve al vocabolario, al lessico, che l'autore usa – sapientemente – per condividere quanto ha appreso lungo la sua esperienza di vita e lavoro con e nelle organizzazioni. "Le parole sono importanti!" gridava Nanni Moretti in Palombella Rossa. Le parole costruiscono mondi. E il mondo in cui l'esplorazione di Andrea Vitullo - Executive Coach di Ceo e Top Manager, Founder di Inspire, Designer e trainer di percorsi trasformativi orientati allo sviluppo di nuovi stili manageriali e autore del libro che dà il titolo alla puntata - ci accompagna è un mondo in trasformazione. Un mondo in cui l'umano precede l'economico. Cosa, per me, ovvia ma che – a giudicare dagli ultimi dati sullo stato di salute e la motivazione delle persone nei luoghi di lavoro – a quanto pare tanto ovvia non è. Un mondo dove l'essere precede il fare. E dove, con una buona dose di consapevolezza e con le giuste pratiche, è possibile seminare nelle organizzazioni che abitiamo tanti piccoli abracadabra quotidiani. Per far accadere piccole – ma in realtà grandi – magie. Come? Ve lo raccontiamo in questa puntata!FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/leadereticiwww.counselingpost.it
Vacanze.Possiamo viverle - e a volte lo facciamo - come una fuga da una vita, lavorativa ma non solo, che non ci corrisponde più.Oppure possiamo provare a trasformarle in un tempo e uno spazio che dialoga con la nostra vita quotidiana. Per aggiungere senso e (ri)trovare la centratura e la spinta di cui abbiamo bisogno per stare bene con noi e con gli altri.Ma allora che cosa può diventare la vacanza? Come possiamo passare dall'ANDARE VIA DA all'ANDARE VERSO? L'ho chiesto a tre amici di LeadEretici, due professioniste e un professionista a cui ho girato queste domande:Maria Castagna - Educatrice professionale e sociologa che lavora come consulente nell'ambito della relazione d'aiutoAlice Pieriboni - Soul coach, sociologa e formatriceEnrico Zanieri - Executive&talent coach e co-founder della società di formazione NenetUna puntata fresca e leggera, ma ricca di spunti. Per ispirare chiunque voglia (ri)scoprire e nutrire la propria scintilla.Non solo in vacanza.FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/leaderetici
I protagonisti di questa puntata sono due delle anime intorno a cui ruota un progetto molto particolare, il cui nome richiama una serie tv cult.Marta (22 anni) e Francesco (29 anni) lavorano in un ambito complesso, in cui c'è in gioco la possibilità di perdere il bene più prezioso che abbiamo: la vita. Quest'ambito è la malattia. Che è sempre una "cosa" con cui non vorremmo trovarci a dover fare i conti. Ma lo è ancor di più quando fa capolino nel tempo in cui la vita spinge più forte per esplodere con forza... l'adolescenza. E proprio qui, in questo confine dai contorni incerti, dove speranze e paure si abbracciano, nasce un progetto che ha una carica generativa pazzesca.E a imprimergli questa carica sono persone come Marta e Francesco, che esprimono una leadership che ha molto da dire anche a chi opera in contesti radicalmente diversi dalla corsia di un ospedale. Quali sono gli ingredienti di questa leadership? Come si fa a re-interpretare la malattia? Ve lo raccontiamo in questa puntata.Approfondimenti: Il progetto Stranger TeensFOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/leaderetici
Protagonista di questa puntata è un tema che per secoli è stato una sorta di sottofondo. Una cosa da fare più che un argomento di cui parlare. Da qualche tempo a questa parte, con un'accelerazione molto forte dalla pandemia in avanti, è diventato un tema oggetto di ampie e accalorate discussioni. Non passa giorno ormai senza che se ne parli. Il lavoro. Un lavoro che gradualmente – e finalmente – è diventato una componente tra le tante delle nostre vite. Da far coesistere in equilibrio. E da riempire di senso. Un fare, quindi, che ambisce a nutrire il nostro essere. Ma in che senso? Com'è cambiato il lavoro? Dove sta andando? Quale leadership sta emergendo dalle trasformazioni in atto?L'ho chiesto a Silvia Zanella. Linkedin Top Voice Lavoro, è direttrice della collana “Voci del lavoro nuovo” di FrancoAngeli. Si occupa e scrive di futuro del lavoro come manager, public speaker, autrice, giornalista professionista.FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/leadereticiwww.counselingpost.it
La domanda, ovviamente, è retorica. La leadership di cui parliamo qui ha sicuramente a che fare più con l'idea di perdita che con quella di vittoria.La (vera) leadership porta sempre con sé un senso di perdita. E chi la esercita deve aiutare le comunità nelle quali e con le quali opera a "mettere le perdite sul tavolo", chiamandole con il loro nome.Come accade tutto questo? Perché? E in che senso la resistenza che avvertiamo è una preziosa cartina tornasole?Lo racconto qui.FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/leaderetici
Se guardiamo i dati sul livello di coinvolgimento delle persone nel lavoro – pensiamo ai famigerati report di Gallup! - emerge uno scenario a tratti infernale. Un inferno in cui, paradossalmente, ad essersi perso è proprio il fuoco. La spinta, il desiderio. Una sorta di inferno freddo, glaciale, in cui incrociamo persone condannate a cercare un senso del e nel proprio fare quotidiano, che però sembra non arrivare mai. Ma il paradiso esiste? Se sì, per raggiungerlo attraverso quale limbo si deve passare? È questo il tema della puntata. Per rispondere a queste domande ho voluto farmi condurre da un Virgilio speciale: Luca Nascimben, people director in Rigoni di Asiago. Nel tempo che abbiamo trascorso insieme, abbiamo cercato di delineare l'identikit di quello che potremmo definire HR trasformativo, ovvero un HR manager capace di accompagnare le persone, e quindi le organizzazioni, nell'affrontare le sfide evolutive che il tempo in cui viviamo mette loro davanti.FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/leadereticiwww.counselingpost.it
Immaginate un'intera comunità che vive sotto un ponte. Un ponte che, contrariamente a quanto siamo abituati a pensare, ha diviso più che unire.È quello che è accaduto alle persone che animano il Rione Sanità, che per lungo tempo è stato un quartiere periferico nel centro di Napoli. Una periferia in cui gli stessi napoletani non si azzardavano ad entrare. Figuriamoci i turisti. Va da sé che dove nessuno guarda le ombre proliferano. E così ha fatto la camorra.Poi un giorno è arrivato Antonio Loffredo. Un uomo. Un prete. Un vero LeadEretico. Che ha sparigliato le carte. A lui, e a persone come Enzo Porzio e Salvatore Iliano - protagonisti di questa puntata e due delle tante anime della cooperativa sociale La Paranza - si deve la più riuscita impresa sociale di Napoli. Tra le più riuscite d'Italia, forse.Una realtà che in pochi anni è riuscita a trasformare le Catacombe di San Gennaro, da sito misterioso e sconosciuto, in una delle maggiori attrazioni turistiche di Napoli. Ma soprattutto è riuscita a ri-svegliare, ri-attivare e ri-generare un'intera comunità, ri-accendendo nella sua gente il desiderio di futuro.In cosa consiste quello che ormai è noto come il "metodo Sanità"? Cosa l'ha reso - e continua a renderlo - un'efficacissima azione di leadership? Quali sono gli ingredienti di questo capitalismo dolce o, meglio ancora, (ri)generativo? Enzo e Salvatore lo raccontano in questa puntata.FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/leaderetici
Dicembre. Periodo di cene aziendali. E di discorsi di fine anno.Ho fatto un esercizio. Mi sono divertito ad abbozzare un discorso per una figura apicale di un'ipotetica azienda/organizzazione.Partendo da due domande: che cosa direbbe una leadEretica o un leadEretico? Quali parole mi piacerebbe risuonassero nelle organizzazioni che abitiamo (non solo a fine anno)? E questo è quello che è uscito...
Recentemente ho letto un libro che mi ha folgorato. Community. La struttura dell'appartenenza, di Peter Block (Ayros). ll tema è tanto affascinante quanto complesso: come creare appartenenza. Ovvero come creare vere comunità. Un tema che percorre tutto il nostro vivere sociale, lavoro compreso.E si parla molto anche di leadership. Di un tipo di leadership particolare però. Diversa dalla "visione eroica" a cui ci hanno abituato il senso comune o una certa manualistica manageriale. Una leadership che scende dal trono su cui è stata messa e diventa disponibile a tutti.Block paragona i leader a degli architetti sociali. Non si tratta però solo di muri, tavoli e sedie. É molto di più. É saper fare le domande giuste, che attivano. É favorire alcune conversazioni a scapito di altre. Conversazioni che rendono possibile immaginare nuovi mondi possibili. Chi esercita leadership è, per Block, un'esperta o un esperto dell'arte di convocare. In cosa consiste quest'arte? Come si esercita? E perchè? Lo racconto qui.
"Fare la cosa giusta aiuta a scoprire mondi ai quali non avresti avuto accesso. Espande l'immaginazione e spesso apre la porta all'innovazione, che consente di dare vita a business rigenerativi".Quando ho sentito queste parole, dal palco di un evento a cui ho partecipato, mi sono detto: devo assolutamente intervistarla! A pronunciarle è stata Susanna Martucci. Imprenditrice e fondatrice di Alisea, B-Corp che trasforma gli scarti in prodotti innovativi, ispirando comportamenti positivi attraverso il design.Tra i tanti prodotti che quest'azienda ha ideato, c'è lei: Pepetua. L'unica matita prodotta interamente in Italia a partire da scarti di grafite. Un purpose brand talmente iconico da essersi meritato un posto nel design store del Moma di New York. Nel 2023 Susanna ha vinto il Prestigioso Premio Gammadonna per l'imprenditoria innovativa femminile. Abbiamo parlato di business rigenerativo, fallimento, venti favorevoli e contrari, successo, capacità di anticipare il futuro che sta emergendo, leadership... e di molte altre cose che scoprirete ascoltando.Una vera lezione di imprenditorialità. Una grande lezione di umanità.Approfondimenti:Perpetua www.perpetua.itFOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/roberto_fioretto
Un fenomeno tutto sommato ancora giovane nel nostro Paese, che sta crescendo però velocemente. E che ruota intorno a due parole per molto tempo considerate antitetiche: volontariato e impresa. Due mondi lontani solo in apparenza che oggi, sempre più, si incontrano dando vita a un contatto che genera benefici per entrambi: per il Terzo Settore così come per l'impresa. Parliamo del volontariato aziendale. O volontariato d'impresa. Perché è importante che questi due mondi si incontrino? Che benefici porta il loro contatto? E come si fa praticamente? L'ho chiesto a due autorevoli esponenti di queste dimensioni, che hanno scelto di collaborare per diffondere la pratica del volontariato d'impresa: il Direttore Generale del Centro Servizio Volontariato di Padova e Rovigo e docente dell'Università Cattolica di Milano per il master EMTeSIS - Terzo Settore e Impresa Sociale, Niccolò Gennarol'hr director e Responsabile Area Responsabilità Sociale e Sostenibilità di AIDP Veneto e Friuli-Venezia Giulia - Associazione Italiana Direzione del Personale, Paolo LombardiUna collaborazione da cui è nata la guida al volontariato d'impresa, documento prezioso per comprendere questo fenomeno generativo e, soprattutto, per praticarlo efficacemente.Approfondimenti: ricevi gratuitamente la guida sul volontariato aziendale https://sostieni.csvpadovarovigo.org/ricevi-la-guida-sul-volontariato-aziendale/FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/roberto_fioretto
Come riportare energia e motivazione nelle organizzazioni contemporanee? Il viaggio di "Eros e lavoro" parte da qui. Da una domanda. Fondamentale. Che ne apre molte altre. Non è una domanda da poco. Specie se consideriamo che la motivazione è il sacro graal di quelli che l'autore chiama, con un'espressione che mi piace molto, donne e uomini di organizzazione (consulenti, executive, HR).Da qui Alessandro Donadio intreccia fili che vanno a comporre una trama tanto intrigante quanto complessa, passeggiando con disinvoltura tra sociologia, antropologia, psicologia e, ovviamente, (molta!) filosofia.Domande generative. Come le risposte. Ho provato a distillarne qualcuna qui.Sì, “Eros e lavoro” è un libro tosto. Da vere e veri LeadEretici. Buona lettura!Approfondimenti: il libro "Eros e lavoro" https://amzn.to/47gyg18FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/roberto_fiorettowww.counselingpost.it
Il sociologo Ulrich Beck diceva che i nostri corpi sono immersi nel 21° secolo, mentre le nostre menti e le nostre istituzioni sono rimaste bloccate nel 19° secolo.Il 21° secolo – affermava – richiede la sostituzione sistematica dell'approccio o/o con l'approccio e/e. Mentre preparavo questa intervista ho capito subito che l'approccio o/o non sarebbe andato bene e che, per unire i puntini, avrei dovuto adottare un approccio e/e.Il protagonista di questa puntata è infatti tante cose diverse insieme. Contemporaneamente. È un comico E un formatore E un esperto di public speaking E un profondo conoscitore delle neuroscienze E un trainer di mindfulness.Con Diego Parassole ho parlato di:umorismo come mezzo per attivare l'ascolto attivo e comprendere più a fondo la realtàformazione e metodo maieuticoleadershipcome stanno le organizzazioni (e le persone che lavorano) oggicostruire ponti ed esplorare mondie tante altre cose che scoprirete ascoltando la nostra chiacchierata generativa. FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/roberto_fioretto
Negli ultimi decenni le neuroscienze hanno fatto passi da gigante e gli strumenti che utilizzano, prima confinati in ambito medico-scientifico, sono entrati e sempre più stanno entrando nella nostra quotidianità. Anche in quella lavorativa. Perché le neuroscienze dovrebbero entrare sempre più in azienda? L'ho chiesto a Serena Candeo. Trainer, coach manageriale e, ovviamente, esperta di neuroscienze. Serena cammina sul confine tra due sponde: le neuroscienze e il lavoro, in particolare nelle organizzazioni. E nel farlo le collega, le mette in relazione. Un contatto generativo, che produce riflessioni che hanno la capacità di espandere la nostra consapevolezza. Ne è nata una conversazione ricca e “croccante”, di quelle che – per restare in tema – fanno frizzare i neuroni. E le cose che abbiamo esplorato insieme sono davvero tante:learning organizationbrain based learninggli ingredienti (neuroscientifici) del buon apprendimento organizzativoalcuni esempi concreti delle più recenti applicazioni delle neuroscienze in aziendapeople managementgli interrogativi etici che l'applicazione delle neuroscienze in azienda apreleadershipe molti altri (s)punti.Abbiamo cercato di portare a galla tutto, luci e ombre.Approfondimenti: il libro "Il cervello al lavoro", che contiene un saggio di Serena: https://amzn.to/3P1JKii; lo speech di Serena al TedX di Legnano su "Come essere più produttivi distraendosi": https://www.youtube.com/watch?v=BosWi5XAeN4FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/roberto_fioretto
Più che di Grandi Dimissioni, preferisce parlare di Grande Ripensamento. E ad essere ripensato non è “soltanto” il senso del lavoro, ma il concetto stesso di carriera. Una parola che, nella sua etimologia, richiama la corsia che un tempo era dedicata al transito dei carri trainati da cavalli. Unidirezionale, unidimensionale e rigorosamente ascendente.E se oggi invece, più che a una “I”, la carriera assomigliasse a una “T”? E se quelle che fino a ieri erano considerate “deviazioni” fossero ciò che invece oggi determina il successo professionale? Che cosa ci dicono le ultime ricerche sul modo di vivere il successo professionale in paesi e culture diverse? E in Italia? Che cosa possono fare gli HR manager per cogliere le opportunità del complesso passaggio d'epoca che stiamo vivendo? Ne ho parlato con Martina Gianecchini. Professoressa ordinaria di Gestione delle Risorse Umane all'Università di Padova, Direttrice dell'Executive Master in Human Resource Management del CUOA Business School e schermitrice (sì, c'entra). Dal suo osservatorio ogni giorno indaga e racconta le trasformazioni che investono il lavoro. Anzi, che investono le persone che lavorano. La differenza può sembrare sottile, ma non lo è affatto. Abbiamo parlato di carriera, per cercare di capire che cosa sta accadendo oggi. Allungando lo sguardo verso il futuro.FOLLOW MELinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/roberto_fioretto
Adam Smith è un impostore. Non è vero, non è certo colpa sua se tutti pensano che l'economia moderna nasca con lui e con la sua famosa (o famigerata?) mano invisibile.La responsabilità - se mai - è nostra, che non abbiamo saputo raccontare la storia per come è andata davvero. La prima (vera) cattedra di economia al mondo è stata istituita nel 1753 all'Università Federico II di Napoli, che la affidò a un italiano: Antonio Genovesi. E indovinate come si chiama la sua opera fondamentale: "Lezioni di economia civile".Riallacciandosi alla tradizione dell'Umanesimo, Genovesi rovescia il paradigma hobbesiano dell'homo homini lupus (se il mio vicino è un "lupo" non posso che difendermi e diffidare) e riporta la reciprocità dentro il pensiero econonomico. Ponendo così e basi per un'economia in cui 1+1 non fa 2 ma 3.In che senso? E che cos'è esattamente l'economia civile? Lo racconto qui.
Leaders are readers. Ma sarà davvero così? La puntata inizia da qui. Spoiler: eh, tra il dire e il fare...In questo episodio racconto due libri "croccanti", da cui lasciarsi ispirare: Pensa come una pianta di Stella Saladino e The leader ship di David Marquet. Due letture da LeadEretici.Due libri molto diversi, per contenuti e stile, con una cosa – fondamentale – in comune. Parlano entrambi di leadership, in maniera molto pratica, muovendosi in equilibrio in una zona tanto scomoda quanto generativa: il confine tra etica (l'orientamento al bene comune) ed eresia (la disponibilità a infrangere regole consolidate per reggiungerlo). Con l'obiettivo di restituire potere alle persone, liberandone il potenziale.Perchè leggerli? Lo racconto qui.
All'estero sono già avanti e stanno esplorando da un po'. Ma anche in Italia, finalmente, qualcosa si sta muovendo.Aziende come Intesa Sanpaolo, Lavazza e altre hanno avviato sperimentazioni in questa direzione. E, nel frattempo, sono usciti i risultati di un grande studio che nel Regno unito ha coinvolto 61 aziende e 2900 persone.Settimana lavorativa corta: fa bene o fa male? Quattro gorni posson bastare? Dipende. Ho provato a fare il punto qui.
Il pollice verde decisamente non rientra tra i miei pregi. E forse questo ha contribuito ad accrescere la curiosità verso il metodo messo a punto da Stella Saladino.Nel suo libro "Pensa come una pianta. Modelli cognitivi del mondo vegetale per trovare soluzioni e idee innovative", Stella afferma che le piante sono delle innovation manager. Delle mentori.Anni di ricerche l'hanno convinta che il sistema vegetale offra un modello di problem solving strategico potentissimo, specie se consideriamo che è giunto sino a noi dopo 500 milioni di anni.Un modello che può aiutarci a sciogliere i nodi che incontriamo nelle organizzazioni in cui viviamo e lavoriamo. O a riflettere sulle nostre pratiche di leadership. Per promuoverne il cambiamento, quando sono disfunzionali.Che cosa significa "pensare come una pianta"? Quali vantaggi regala? Che tipo di leadership possiamo apprendere dalle piante? Stella lo racconta in questo episodio!
Recentemente sono stato ospite di Comunico GG, format assai croccante, ideato da Claudio Maffei e realizzato in collaborazione con Luca Cattoi.Due "curiosi patentati", che mi hanno letteralmente riempito di domande. Una più intrigante dell'altra. Domande che mi hanno dato il la per esplorare alcuni tra i temi che più mi accendono.Abbiamo parlato di leadership generativa, lavoro, benessere organizzativo, smart working, relazioni, tecnologia, comunicazione, fallimento, carisma, potere, libri, podcast... e di molte altre cose!
Le riunioni. Troppe. Troppo lunghe. Con ordini del giorno vaghi. Senza uno scopo. Poco efficienti. Ok, l'abbiamo capito, vanno riformate. Un'affermazione che equivale a scoprire l'acqua calda.Al di là di mettere in campo correttivi sensati - ridurre il tempo e il numero, stilare un ordine del giorno chiaro, ecc… - possiamo fare di più e di meglio? La risposta è sì. Recentemente ho incrociato una riflessione di Francesco Mondora, che mi ha acceso.Una proposta che (ri)parte dal “convivio” e dalla sua etimologia. Uno spazio, quasi sacro, che ha la forza di unire chi vi partecipa, e che ciascun membro è chiamato a servire (qui il richiamo è alla servant leadership…). Una proposta non priva di possibili criticità, che però spariglia le carte e offre un punto di vista differente. Più ricco.
Un "ragazzo" di 47 anni con la vocazione per la formazione dei giovani, che nel 2000 ha fondato per sbaglio un'impresa, con una sola persona. Oggi le persone che lavorano con lui sono 75 e producono 100mila pezzi al giorno, con un tasso di crescita del 25% l'anno.Si definisce così Marco Piccolo, CEO di Reynaldi, azienda che produce prodotti cosmetici alle porte di Torino. Un imprenditore. Con "qualcosa" in più però. Piccolo è infatti Ambasciatore Nazionale dell'Economia Civile, che però non si limita a promuovere. La fa, ogni giorno, attraverso le pratiche aziendali di Reynaldi.Distribuisce gli utili ai collaboratori, ricicla il 75% dei rifiuti, recupera le acque di produzione, produce energia con pannelli fotovoltaici, promuove il benessere delle comunità che sono parte dell'eco-sistema di Reynaldi. Non solo in Italia.Ma non è tutt'oro quel che luccica, avverte. L'economia civile non ha nulla a che fare con il buonismo. E non tutto e così "luminoso" come sembra. In che senso? Marco ce lo racconta in questa puntata.
Che cosa hanno in comune gli orsi con la danza, ed entrambi con le emozioni e la leadership?Spesso consideriamo le nostre emozioni come reazioni spontanee a fatti che ci accadono. E se non fosse così? Non del tutto, almeno.Grazie alla consapevolezza, le emozioni possono diventare un potente strumento di conoscenza per leggere - e cambiare - non tanto ciò che accade dentro quanto ciò che accade fuori di noi. Le emozioni parlano. Dicono di come interpretiamo quello che osserviamo. E delle relazioni che attiviamo. O che ci prepariamo ad attivare.Se usate come strumento di conoscenza, le emozioni possono aiutarci ad attivare ambienti (di lavoro ma non solo) capaci di generare relazioni sane e nutrienti per le persone che ne fanno parte. Ecco perché l'autoconsapevolezza emozionale è una competenza fondamentale per chi vuole esercitare una leadership generativa.Come si nutre questa consapevolezza? Ne parlo in questa puntata.[Alcuni effetti sonori sono stati scaricati dal sito zapsplat.com]
Cinzia Pilo era una donna e una manager con una vita quasi perfetta. Poi, a un certo punto, è arrivato quello che lei stessa chiama il suo "cigno nero". Un evento inaspettato, potenzialmente distruttivo, che come ogni cigno nero tra le sue piume nasconde molte minacce ma anche alcune opportunità. Per chi le sa e le vuole vedere.Cinzia è riuscita a trasformare questa esperienza negativa in una chiamata all'azione. Per lei, prima di tutto. Ma non solo. Riflettendo sul suo percorso ha distillato un metodo per dirigenti, manager e professionisti che - come lei - vogliono esercitare una leadership generativa.È nato così il libro "Personal Social Responsibiliy". Un libro "scomodo", per chi crede che lo scopo del nostro vivere sia agire per il bene comune. Per veri LeadEretici, insomma. Che cos'è la Personal Social Responsibility? Come possiamo mettere a disposizione le nostre competenze professionali per "aggiustare la vita", rendendo il mondo un posto più umano, abitabile e giusto? Cinzia ce lo racconta in questa puntata.
Siamo figlie e figli della modernità liquida. Viviamo in un'epoca in cui stare fermi è il peggiore dei peccati. La velocità con cui facciamo qualsiasi cosa aumenta in continuazione e investe ogni ambito della nostra vita.Nella cultura dell'accelerazione chi si ferma è fuori luogo. La mobilità vince sulla stabilità. L'invito è alla sperimentazione continua, nel lavoro così come nella vita privata. Volere è potere, dicono. E se non fosse del tutto così? In un mondo così concentrato sul breve periodo, poi, è ancora possibile fare progetti a lungo termine? Svend Brinkmann, autore di "Contro il self help. Come resistere alla smania di migliorarsi", è convinto di sì. E io con lui. E per riuscirci distilla un antidoto al mantra dell'autoiuto, invitando i lettori a trovare un punto fermo e resistere alla smania di superare continuamente nuovi ostacoli. Lo fa attingendo a piene mani alla filosofia degli stoici, in cui cerca (e trova) risposte alternative alle sfide della vita moderna. Quali? Lo racconto in questa puntata.
10. Come le interviste fatte nel primo anno di vita di LeadEretici.10. Come il voto che meritano queste visioni della leadership.Per festeggiare il primo compleanno di LeadEretici, abbiamo preparato una puntata speciale. Come i professionisti che, idealmente, abbiamo invitato a prendere posto intorno allo stesso tavolo per spegnere la prima candelina.Ascolterete la giornalista e fondatrice del Cantiere delle Donne Micaela Faggiani, l'imprenditore Michele Polico, il fondatore dell'Olivetti Leadership Institute Stefano Zordan, l'esperto di relazioni pubbliche e docente di comunicazione Giampietro Vecchiato, la docente di comunicazione di impresa, imprenditrice e consigliere della Fondazione Adriano Olivetti Annalisa Galardi, l'esperto di HR Alessandro Donadio, l'amministratore delegato di Aboca Massimo Mercati, l'amministratore delegato della B-Corp Zordan Maurizio Zordan, il co-funder della B-Corp Nativa Eric Ezechieli e il consulente ed esperto di leadership Leonardo Dri. A ciascuno abbiamo fatto la stessa domanda: chi è per te il LeadEretico o la LeadEretica? Insieme, queste voci tracciano un primo ritratto. Da ascoltare e riascoltare. Buon compleanno LeadEretici!
Diretto, tagliente, ma anche scanzonato e irriverente.Lo contraddistingue uno stile che chi lo segue ritroverà anche nel suo libro fresco di stampa: “Chi comanda qui? La scienza della leadership per guidare il team e l'organizzazione al risultato”, edito da Flacowski.Parlo di Leonardo Dri. Dopo esserci inseguiti per qualche settimana, ce l'abbiamo fatta. Non so esattamente chi abbia preso qui, ma di certo ne è nata una chiacchierata assai generativa.Ci siamo domandati se leader si nasce o si diventa. Abbiamo parlato poi di relazioni disfunzionali e di come “curarle” con la comunicazione. Della cassetta per gli attrezzi del leader. Di capi inutili (spoiler: è il più bel complimento che possano farvi!), di ipertrofia dell'ego (se l'ego è quello degli altri può essere un vantaggio). E ci abbiamo messo dentro anche un pizzico di filosofia… sì, c'entra con la leadership.Un mix decisamente "croccante"!
Non ho mai amato particolarmente i manuali di self-help.Non metto in dubbio che possano avere un loro utilità. Solo, molte volte, li trovo un po' semplicistici. Eccessivamente appiattiti su un ottimismo a tutti i costi, ostentato e spesso sganciato da un'analisi approfondita della realtà che vogliono influenzare.Questo libro è differente. Il primo aspetto che lo rende interessante è lo stile: ricalca il dialogo socratico, tra un giovane insoddisfatto e un saggio filosofo. Il secondo elemento d'interesse è il contenuto. Pagina dopo pagina, i lettori vengono accompagnati alla scoperta della psicologia di Alfred Adler, che propone una visione alternativa a (e molto lontana da) quella freudiana. Spiazzante, per molti versi. Generativa, una volta compresa.Un libro che consiglio a chi cerca – più che risposte – qualche buona domanda per nutrire il potenziale. Il nostro e quello dei contesti che attraversiamo.
Il suo motto è "embrace radicality".L'organizzazione per cui lavoro, o l'azienda di cui acquisto i prodotti, migliora o peggiora il pezzo di mondo in cui opera? Se lo peggiora, è estrattiva. Se lo migliora, e ri-generativa.Parola di Eric Ezechieli, leadEretico, co-founder - insieme a Paolo di Cesare - di Nativa, prima società benefit in Europa e prima B Corp in Italia. Co-autore di "Un'impresa possibile", libro (tanto stimolante quanto godibile) fresco di stampa, che ha prestato il titolo a questa puntata.Pagine cariche di speranza, domande e ispirazioni, che hanno dato il la a un dialogo generativo.Che cosa differenzia le imprese estrattive da quelle ri-generative? Che cos'è esattamente una B Corp? E una Società Benefit? Perché sono preziose per noi e per il pianeta? Che leadership serve in un'economia rigenerativa? Che futuro ci attende?Trovate qui le risposte di un pioniere che ha abbracciato i modelli di business ri-generativi B Corp e Società Benefit prima ancora che la legge italiana li riconoscesse, contribuendo a diffonderli in Italia e nel mondo.
“L'ossessione di ogni amministratore delegato o direttore generale dovrebbe essere la motivazione delle persone. E far sì che le persone che lavorano possano esprimere tutto il loro potenziale. La competizione tra aziende si gioca qui. La squadra più motivata è quella che vincerà sul mercato”.La pensa così Maurizio Zordan, amministratore delegato della B Corp Zordan, azienda veneta che produce progetti di interior di alta gamma. Anzi, non si limita a pensarla così. È infatti uno dei pochi (per ora) coraggiosi pionieri italiani a praticare la forma organizzativa forse più radicale nel restituire autonomia alle persone che lavorano: il cosiddetto approccio Teal.Zordan partiva dal classico organigramma a piramide. A dare il la alla trasformazione è stato un problema. E la lettura del libro “Reinventare le organizzazioni” di Frederic Laloux. Oggi la piramide, per certi versi c'è ancora. Ma è totalmente rovesciata. E i risultati non si sono fatti attendere.Quali sono? Com'è stato il percorso? Qual è l'essenza del paradigma organizzativo Teal? Quali le luci? E quali le ombre? Troverete qui le risposte a queste e tante altre domande di chi l'approccio Teal “l'ha fatto” davvero. Con successo.
Ho letto "Tecnologie dell'intuizione. Liberare il potenziale creativo delle organizzazioni" di Enrico Giraudi. La prossima rivoluzione nel management avrà sempre più a che fare con questo: innescare processi generativi. E la dimensione dell'intuizione giocherà un ruolo fondamentale nella formazione e nella quotidianità di chi nelle organizzazioni vive e lavora. A tutti i livelli.Il modello delle tecnologie dell'intuizione non offre ricette, ma spunti per allenarsi a creare le condizioni perché le persone possano esprimere il loro maggior potenziale. Con vantaggi per tutto l'ecosistema di cui fanno parte.Attivare e rafforzare la nostra capacità intuitiva è possibile. Come? Ne parlo in questa puntata.SEGUIMI SULinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/roberto_fiorettowww.counselingpost.it
“Sono un imprenditore che ha trovato nell'impresa una possibilità per dare concretezza alle idee, portando avanti un percorso di ricerca di senso e significato”. Si apre così questa intervista a Massimo Mercati, amministratore delegato di Aboca. Una vera e propria immersione nella visione dell'impresa come sistema vivente. Una visione che rovescia la prospettiva a cui siamo abituati: è il valore che crea il profitto, non il contrario.Abbiamo esplorato a partire da cinque parole chiave. Cinque chiavi d'accesso per cogliere l'essenza dell'impresa generativa: Rete, Senso, Scoperta, Leadership e Valore.SEGUIMI SULinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/roberto_fiorettowww.counselingpost.it
È difficile trovare qualcuno che sia disposto a difenderla. Eppure è una delle strutture sociali più diffuse del pianeta. La burocrazia. Nata nel secolo scorso, in e per un mondo che non esiste più, gli è sopravvissuta. E si fa sentire, purtroppo.Come se ne esce? Una possibilità è adottare quella che Gary Hamel e Michele Zanini, nel libro omonimo, chiamano Humanocracy. Le aziende "umanocratiche" esistono e sono già tra noi. Ne parlo in questa puntata.SEGUIMI SULinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/roberto_fiorettowww.counselingpost.it
Lavorare stanca, certo. Ma esistono due tipi di stanchezza. Una vuota, che prosciuga. L'altra piena, che (ri)genera. La differenza? Lo racconto in questa puntata... (Spoiler: c'entrano la leaderhip e il purpose)SEGUIMI SULinkedIn: www.linkedin.com/in/robertofiorettoIG: www.instagram.com/roberto_fiorettoFB: www.facebook.com/CounselingPostwww.counselingpost.it
Alessandro Donadio non ha bisogno di presentazioni. I suoi libri sono un must per chi si occupa di people management, di leadership e di sviluppo del potenziale umano nelle organizzazioni. Da un po' avevo il desiderio di confrontarmi con lui dal vivo, senza la mediazione di una pagina stampata o di un social network. L'ho realizzato.E abbiamo parlato di tantissime cose: organizzazioni che apprendono, smart leadership, purpose, filosofia, antifragilità, come liberare la learning organization e il potenziale delle persone che la abitano.
⚠️ Oggi più che mai abbiamo bisogno del coraggio di prendere decisioni sagge.
⚠️ Le aziende, le organizzazioni, non esistono. Anzi, non è vero. Esistono solo nella mente delle persone e nelle carte dei notai.