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Siate sempre voi stessi, perché... perché?! Non mi ha mai convinto questa roba qui, cioè: se siete delle belle personcine: ok. Altrimenti, io proverei a essere migliore. Fanno eccezione solo i podcaster indipendenti e l'episodio di oggi è confezionato appositamente per loro, powered by podmaker!
Un ministro della Repubblica che in un'intervista delegittima in un colpo solo la stampa e la magistratura per difendere una sua collega è un capolavoro di berlusconismo nell'anno primo dopo Berlusconi. Il ministro alla Guerra Guido Crosetto lo fa evocando “dossier confezionati” da “pezzi di istituzioni” per “far male al governo”. Anzi, fa di più, avvisando quelli che lui chiama “sciacalli” (ovvero i giornalisti) del rischio di dossieraggio. Crosetto non sa che i giornalisti lavorano con le notizie e dimentica di essere nella delicata posizione di essere l'unico ad avere accesso ai “dossier”. Poche ore prima il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri se l'era presa con il giornalista Marco Damilano (parlando di “suoi spartiti da nullità”) e la giornalista Lucia Annunziata accusata di “faziosità, approssimazione e maleducazione”. Tra le altre cose Gasparri è un giornalista. Nella stessa giornata il leader di Italia Viva Matteo Renzi annuncia che presenterà un'interrogazione in commissione Vigilanza Rai per sapere dei compensi di chi - secondo lui - difenderebbe Putin in televisione. Renzi e Crosetto - vale la pena segnalarlo - hanno fatto asse per il comune odio verso Sigfrido Ranucci e la sua trasmissione Report. Renzi, giova ricordarlo, prende soldi (questo non ha bisogno di verifiche) dal regime Saudita, dove i giornalisti non se la passano benissimo. Nel frattempo il capo ufficio stampa di Giorgia Meloni lascia il suo posto e si accomoda sulla poltrona da direttore di un quotidiano, ovviamente “che piace” al governo. In questo Paese politica e informazione sono una melassa indistinguibile. Altrimenti la stampa è un pericolo da estirpare. #LaSveglia per La Notizia
Basta prenderlo in braccio, quando fa i capricci devi ignorarlo! Altrimenti lo vizi!Quante volte ti sei sentita dire questa frase, magari da parenti o amici?C'è questo falso mito che quando un bambino piange o fa i "capricci" vuol dire che vuole solo attenzione e che se gli dai attenzione lo vizi. Mentre la strada educativa corretta sarebbe ignorare i bambini. Così capiscono che non ci si comporta così!Purtroppo questa visione è totalmente scorretta, ma molto popolare. Vediamo perché e cosa si può fare, invece.---Se questi risultati sono ciò che desideri per la tua vita e per quella dei tuoi figli, contattami per richiedere una Chiamata conoscitiva gratuita di 30 minuti.Insieme capiremo se possiamo essere una buona squadra di lavoro e ti darò tutti i dettagli per decidere in autonomia se il mio Percorso è quello che ti serve in questo momento!⚠️Seguo solo 4 persone al mese, e i posti finiscono molto presto.Senti che è arrivata l'ora di passare dalle Urla agli Abbracci? Vai su https://giovanniarico.it/chiamata e compila il form!---Vuoi entrare in contatto con me e iniziare a fare i primi passi con il mio metodo?Unisciti Canale Telegram: https://t.me/crescerecontuofiglio/ Scopri come lavorare con me sul mio sito: https://giovanniarico.it ---Country Cue 1 di Audionautix è un brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Artista: http://audionautix.com/
Un appuntamento megagalattico con Altrimenti ci ARABIAmo! Che come da tradizione torna in vista dell'evento arabo della WWE ma che, stavolta si incrocia anche con un PPV AEW, Double Or Nothing. Night of Champions 2023 sarà il prossimo PLE della WWE. La World Wrestling Entertainment torna in Arabia Saudita, per la decima edizione di Night of Championship. Ad animare la card dello show, che andrà in onda dal Jeddah Superdome, stadio situato nell'omonima città, ci saranno ben sette sfide al momento annunciate. La All Elite Wrestling è pronta a mandare in scena il suo secondo PPV dell'anno. Double or Nothing ha sempre un posto speciale per i fan della compagnia. Un evento che cercherà di accontentare i fan di ogni tipo e che soprattutto si chiuderà con il definitivo passaggio di testimone, con il Fatal-4 Way tra i quattro giovani Pillars della compagnia.
La qualità va riconosciuta, incentivata e pagata: bisogna fermare l'utilizzo dell'olio come commodity e promuovere una filiera dell'extravergine che valorizzi davvero tutto il buono che l'Italia è in grado di produrre. Con questo obiettivo Monini ha dato vita allo Zefferino d'Oro, il primo riconoscimento in Italia della qualità della materia prima istituito da una grande impresa olearia.Un omaggio e un sostegno concreto ai frantoiani d'Italia che prende il nome dal fondatore dell'impresa, Zefferino Monini, ma anche un messaggio chiaro a tutta l'Italia dell'olio: bisogna investire in qualità e sostenibilità, rafforzando i rapporti tra i diversi attori della filiera e puntando sulla trasparenza e sul costante miglioramento del prodotto. Altrimenti si rischia di diventare marginali e poco competitivi nel panorama internazionale.“Di olio quest'anno ce n'è poco – ha spiegato il presidente e AD dell'impresa, Zefferino Francesco Monini, nipote del fondatore, che dal nonno ha ereditato nome e passione per il prodotto - e quel poco che c'è ha prezzi alle stelle. Il clima ha infatti tagliato i raccolti di tutta Europa, Italia e Spagna in testa, con conseguente rialzo del 65% delle quotazioni rispetto allo scorso anno. Eppure l'extravergine continua a essere uno dei prodotti più promozionati nella distribuzione, un “volantino” per attirare clienti. Una strategia miope e alla lunga insostenibile: l'Italia può vincere solo puntando sulla qualità, sul valore straordinario delle nostre produzioni e del nostro saper fare”.
A cura di Daniele Biacchessi Si apre una nuova stagione politica all'insegna delle riforme costituzionali che segna, almeno sulla carta, l'avvio di un dialogo tra Governo, maggioranza e opposizione. La premier Giorgia Meloni incontrerà i rappresentanti delle forze politiche di opposizione con l'intento di rilanciare la proposta del presidenzialismo, già promessa in campagna elettorale. Su questo punto strategico per il Governo l'opposizione è contraria: si registra solo un timido avvicinamento di Azione e Italia Viva. Al confronto odierno, il Pd propone un semipresidenzialismo alla francese, il M5s un cancellierato alla tedesca con una alta soglia di sbarramento, dove Conte potrebbe trovare una convergenza con Schlein. Le alternative non sono molte. Dal Governo fanno sapere che se ci fosse una disponibilità dell'opposizione a discutere di riforme, soprattutto di presidenzialismo, ci sarebbe la disponibilità di una aprire una nuova Commissione parlamentare Bicamerale, ma le esperienze messe in campo si sono rivelate un fallimento: da quella di Aldo Bozzi tra il 1983 e il 1985, alla Bicamerale di Ciriaco De Mita e Nilde Iotti tra il 1993 e il 1994, fino al disastro della commissione di Massimo D'Alema tra il 1997 e il 1998 con il ribaltamento delle risultanze finali da parte di Silvio che scelse il cancellierato e il proporzionale contro il semipresidenzialismo. Altrimenti il governo andrà avanti con i suoi numeri, secondo l'articolo 138 della Costituzione: il Parlamento approva le modifiche alla Costituzione con due deliberazioni a maggioranza assoluta. Difficile dire come andrà a finire. Di certo il Governo non è intenzionato a mettere in campo riforme così delicate senza neanche una pur minima apertura delle opposizioni: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarebbe contrario, così come lo sono i dettami della Costituzione. Ma forse è proprio il cambiamento della Costituzione il vero obiettivo di chi propone il presidenzialismo che senza il sistema dei pesi e dei contrappesi rischierebbe di diventare carta straccia.
Funzionano molto bene, se li sai usare. Altrimenti non tanto. Io sono Gianpiero Kesten, per gli amici Jam. Mi trovi ogni giorno in onda su Radio Popolare e in podcast su Cose Molto Umane. —
Mi piacciono le cose così brutte da sembrare belle. Altrimenti non si potrebbe mai spiegare il motivo del mio ultimo (orribile) acquisto: un bruttissimo coprilavatrice di plasticaccia con immagini di pane e spighe su un cielo azzurro più finto di una moneta da tre euro. Veramente raccapricciante. Eppure non ho saputo resistere: amo il kitsch.TRASCRIZIONE [ENG translation below]Ieri mi sono comprata un coprilavatrice di plastica. Sì avete capito bene, mi sono comprata un coprilavatrice, e già questo dovrebbe essere una cosa squalificante nei miei confronti. Se vedeste però il disegno che c'è nel tessuto, che non è tessuto, è plastica, plasticaccia, di questo, di questo aggeggio vi mettereste le mani nei capelli perché è quanto di più orribile una persona si possa immaginare.Voi vi chiederete ma scusa, perché sei così cretina? Ti compri una cosa brutta e poi lo dici pure a tutti nel tuo podcast? Il fatto è che io sono un'amante del kitsch. Cosa è il kitsch?Il kitsch è quella cosa che, quelle cose che vogliono essere artistiche e invece sono terribili, bruttissime, banali, non hanno assolutamente alcun valore. Pensate un po' gli strofinacci con sopra disegnata la Gioconda, ecco, cose di questo tipo.Allora il mio coprilavatrice di plastica, che tra l'altro ho fatto una fatica pazzesca a me a infilarlo alla mia lavatrice, è di plastica, brutta plastica di quella grossa e anche difficile da far entrare, da indossare se tu sei una lavatrice, ma la cosa più divertente, e quello anche che mi ha spinto a fare questo acquisto folle per l'incredibile somma di 4,99€, sono i disegni che ci sono in questo coprilavatrice.È diviso in tanti quadretti, tanti quadrati e in ogni quadrato c'è una fotografia molto realistica di panetti di pane, panini, spighe di grano sopra un improbabile tavolo modello tirolese e alle spalle ci sono questi cieli azzurri e questi panorami pazzeschi.Sembra una cosa uscita da un film dell'orrore e copre completamente la lavatrice bianca che abbiamo nel doppio servizio, all'interno di una specie di scaffale, quindi non è che si veda tanto.Però quando l'ho vista m'ha colpito nella sua bruttezza, perché con me il kitch funziona così, ci sono certe cose che trovo orribili, ma così orribili che cominciano a essere belle e interessanti per la loro bruttezza.E io questa cosa qua l'ho sempre avuta. Già da ragazzina mettevo orecchini strani, orpelli, faccio accostamenti strani, strisce con fiori, perché evidentemente ho questa bussola interna mia che vede le cose a modo suo e che di solito, quasi mai, combacia con quello che la gente considera bello e considera giusto da farsi.Quindi ora mi sto godendo la mia lavatrice con coprilavatrice, non l'ho ancora usato, nel senso che non non ho ancora dovuto aprire le cerniere per riempire la lavatrice. Vi racconterò se funziona.TRANSLATIONYesterday I bought myself a plastic washing machine cover. Yes, you got it right, I bought myself a washing machine cover, and that alone should be a disqualifying thing against me. If you saw, however, the pattern that is in the fabric, which is not fabric it is plastic, bad plastic, of this, of this contraption you would put your hands in your hair because it is as horrible as a person can imagine.You will ask excuse me, why are you so dumb? You buy something bad and then tell everyone in your podcast about it? The fact is that I am a lover of kitsch. What is kitsch?Kitsch is that thing, those things that want to be artistic and instead are terrible, very ugly, trivial, have absolutely no value. Think about the tea towels with the Mona Lisa on them, that's it, things like that.So my plastic washer cover, which by the way I had a hell of a time getting it on my washing machine, is plastic, ugly plastic of the thick kind and also hard to get in, to wear if you are a washing machine, but the funniest thing, and the one also that prompted me to make this crazy purchase for the incredible sum of 4.99€, is the designs that are in this washer cover.It's divided into many squares, many squares, and in each square there is a very realistic photograph of bread buns, rolls, ears of corn above an improbable Tyrolean wooden table, and behind it are these blue skies and these crazy views.It looks like something out of a horror movie, and it completely covers the white washing machine that we have in the second bathroom, inside some kind of shelf, so it's not like you can see that much.But when I saw it, though, it struck me in its ugliness, because that's how kitsch works with me, there are certain things that I find horrible, but so horrible that they begin to be beautiful and interesting because of their ugliness.And I've always had this thing here. Even as a young girl I used to put on strange earrings, tinsel, I do strange combinations, stripes with flowers, because evidently I have this internal compass of mine that sees things in its own way and that usually, almost never, matches what people consider beautiful and consider right to do.So now I'm enjoying my washing machine with washer cover, I haven't used it yet, meaning I haven't had to open the zips to fill the washer yet. I will tell you if it works.
Nella mattinata di martedì 25 aprile, nel Buena Onda – in compagnia di Laura Basile è stata ospite Giorgia Cozza, mamma, giornalista e scrittrice che aiuta tante famiglie che la seguono sui social. Giorgia ci ha parlato del vizio, che nei bambini neonati non esiste: «Quando si parla di bambini siamo di fronte soltanto a bisogni e non a vizi». I genitori vengono sempre messi in guardia: «Non tenerlo tanto in braccio, non coccolarlo troppo.. Altrimenti si abitua.» In realtà il bambino ha bisogno della vicinanza e della rassicurazione di mamma e papà per sentirsi sicuro. Inoltre, di questi tempi, si da la colpa verso i genitori per gli atteggiamenti che si ha verso i bambini e Giorgia ci dice: «Non c'è mai un giudizio verso il genitore, perché lo fa per il bene del bambino».
Cordula Schnuer joins Tom this week for Delano's Top Of the Week to talk about the upcoming report on reduced working hours in Luxembourg that has been commissioned by the government. Her event pics for this week included: Wednesday, 26 April: The 1928 silent film The Passion of Joan of Arc is being shown with live music at the Philharmonie. Orlando Consort, a British group, perform 16th century vocal music with the film. That starts at 8pm and tickets are available via philharmonie.lu Saturday 29 April: The annual Duck Race returns to the Grund. Thousands of ducks will be sent on a race down the Alzette. You can buy a duck for €5 for the chance of winning a car or a bicycle. Proceeds go to different good causes and there is food, drink, children's entertainment etc. More info on duckrace.lu Saturday, 29 April: Comedy show Failing in Love at the Altrimenti cultural centre in Luxembourg City from 8pm. Information and tickets are available via Altrimenti.lu
Intervista all'avv. Rosario DolceA cura di Angelo MarzoRegia di Ornella Sala
Nel primo pomeriggio di martedì 7 marzo, con i nostri Degiornalist – Fabiana Paolini e Claudio Chiari – è stato ospite Samuele Briatore, presidente dell'Accademia Italiana Galateo, per parlare delle buone maniere quando si va al ristorante. Durante una cena in un gruppo di persone, se c'è un invito da parte di un componente, è bene che sia lui o lei a pagare. «Se invece non c'è un vero e proprio invito, si può tranquillamente pagare alla romana o ogununo il suo».CENE ROMANTICHE - Il galateo prevede che in occasioni di cene romantiche, sia chi invita a pagare anche per l'altra persona, indipendentemente dal genere. «Quando parliamo di galanterie, spesso facciamo emergere retaggi culturali, in cui paga sempre e solo l'uomo. Oggi non è più così, possimao dire che se a invitare è la donna, può pagare lei e in quel caso l'uomo non deve insistere». Inoltre, sarebbe meglio invitare in un ristorante che già si conosce per avere la possibilità di pagare il giorno dopo. Altrimenti si può precedere l'invitato, alzandosi con una scusa e pagare in cassa.
Una volpe incontrò una tigre nella foresta.La tigre tirò fuori gli artigli e scoprì le zanne e stava per divorarla ma la volpe, senza scomporsi, le disse: «Mia cara, tu pensi di essere l'unico animale spaventoso in questa foresta, ma ti sbagli: il mio coraggio non ha nulla da invidiare al tuo.»La tigre scoppiò a ridere.«Davvero?»«Certo che sì. Permettimi di dimostrartelo» continuò la volpe.«Faremo una passeggiata insieme; io camminerò davanti e tu dietro, in modo che gli altri animali vedano me per prima. Se scapperanno terrorizzati alla mia vista, avrai la conferma che anche io faccio paura, proprio come te. Altrimenti, potrai mangiarmi.»La tigre accettò la sfida e uscirono dalla foresta.Ogni volta che la volpe incontrava un altro animale quello, vedendo la tigre dietro di lei, scappava terrorizzato.«Cosa ti avevo detto? Dopo avermi visto sono fuggiti tutti a gambe levate.»Senza dire una parola la tigre corse via e non tornò mai più dalla volpe.
Chi ha paura del Lupo Cattivo? Potrebbe essere l'inizio della storia del secondo capitolo dell'evoluzione dell'intelligenza artificiale. Se da quasi 70 anni se ne studia lo sviluppo, è solo da pochi mesi che è assurta agli onori della cronaca: il regalo sotto l'albero che nasconde il lupo cattivo. Il salto qualitativo è dettato dalla capacità attuale di generare contenuti di senso e di qualità a fronte di domande specifiche. È la cosiddetta Intelligenza Artificiale Generativa, su cui già Paola Liberace era intervenuta a proposito dei trend del 2023. Abbiamo voluto approfondire questo tema per comprendere quali possano essere le potenzialità degli strumenti ad oggi disponibili sul mercato a supporto delle attività aziendali.Sicuramente l'area professionale maggiormente interessata attualmente è la comunicazione: creazione di testi, newsletter, immagini, supporto alla produzione di video e audio (ho provato un servizio)che ti permette di leggere il "gobbo" e correggere la posizione dei tuoi occhi riposizionandoli in direzione camera). Una manna dal cielo per tutte quelle piccole e medie imprese che vorrebbero creare piani editoriali per i social media ma non hanno le risorse umane per poterli comporre e pubblicare.Ma è solo l'inizio, presto vedremo nuovi servizi in grado di supportare l'amministrazione, il legale, la finanza, la ricerca e sviluppo, il commerciale... You name it! Qualsiasi cosa che richieda riscontri incrociati, come ad esempio una pubblicazione scientifica per l'R&D; o la ricerca complessa e analitica come la giurisprudenza e i risultati delle sentenze su un tema specifico. E saranno multilingue, anche se avranno bisogno di essere istruiti. Non pensate che l'AI nasca "imparata". Come Raffaele ci insegna, è importante insistere nell'iterazione, ossia nella ripetizione e raffinamento della domanda posta, escludendo, aggiungendo, precisando, correggendo. Non fermatevi mai quindi al primo risultato. Bisogna insistere.Ma se in un domani non troppo lontano i contenuti saranno prodotti dalle macchine, quante persone perderanno il posto di lavoro? Poche, se capiranno che dovranno evolvere la loro professione imparando ad utilizzare nuovi mezzi e a ridisegnare il proprio profilo professionale; molti se, abbandonandosi alla pigrizia, passeranno il tempo a lagnarsi e ad osteggiare l'evoluzione naturale della specie. E... si, la mia professione fa parte di quest'ultima categoria, in alcuni casi. Ma nutro speranze nella capacità umana di reinventarsi. Altrimenti ci lamenteremo come gli spalatori di letame a Londra, a fine '800, che perdevano il posto di lavoro perché le carrozze iniziavano ad utilizzare il motore... Buon ascolto!
Uno studio sulla 'rivoluzione dell'automotive', presentato da Federmanager e Aiee (associazione degli economisti dell'energia) oggi con un convegno, "analizza le ricadute sul sistema industriale italiano della transizione in corso nel settore auto, considerandone i quattro principali fattori: nuovi modelli di mobilità, guida autonoma, digitalizzazione ed elettrificazione" sottolineando "una visione critica". E calcola: la stima è di un "crollo degli investimenti per il passaggio all'elettrico: -25% in 10 anni", con "solo nella componentistica, 500 imprese a rischio chiusura, 60.000 posti in meno". Nei giorni scorsi Bruno Dalla Chiara, professore ordinario in Trasporti al Politecnico di Torino, ha fatto notare un'altra criticità della transizione verso l'elettrico: "Da un'analisi che abbiamo fatto di recente, su circa 40 milioni e oltre di veicoli che ci sono in circolazione in Italia, i posti auto censiti da catasto sono circa 15,7 milioni. Quindi solo una quota parte della popolazione, ammesso e non concesso che questi posti auto siano facilmente equipaggiabili e anche economicamente sostenibili con una postazione di ricarica, potrebbe effettuare le ricariche a domicilio mentre gran parte avverrebbe sul suo suolo pubblico". Ne parliamo con Mario Cardoni, direttore generale Federmanager, e con Bruno Dalla Chiara, professore ordinario in Trasporti al Politecnico di Torino. Imprese dispositivi medici, cancellare payback o è fallimento "Cancellare il payback", che impone alle aziende fornitrici di dispositivi medici di adempiere all'obbligo di ripiano del superamento del tetto di spesa, "e trovare insieme altre soluzioni per il sostegno del Servizio sanitario nazionale". Altrimenti è il rischio del fallimento non solo di tantissime imprese italiane ma anche di una mancanza di forniture negli ospedali. Questo l'appello che arriva dal convegno "Dispositivi medici. Ricerca, innovazione e governance per il futuro del SSN. Il caso del payback", organizzato da Gutenberg a Roma lo scorso 21 febbraio. Dalle protesi acustiche a quelle mammarie, sono 4.449 imprese che producono dispositivi medici in Italia, hanno un fatturato di 11,6 miliardi annui e occupano quasi 119.000 addetti. L'80% delle imprese del settore, secondo Confindustria Dispositivi Medici, rischia la chiusura con il payback, parliamo di 100 mila posti di lavoro a rischio. Oggi è stato approvato il decreto legge Milleproroghe che proroga il saldo da parte delle aziende di dispositivi medici del ripiano dello sforamento per il 2015-2018 fino al 30 aprile 2023. Una soluzione ponte che però non soddisfa Confindustria Dispositivi Medici, secondo la quale è necessario cancellare del tutto la misura, considerata del tutto iniqua. Negli ultimi mesi sono stati istituiti due tavoli tecnici, uno al Mef e uno al Ministero della salute, sul payback si è riunito solo quello a Mef che dovrebbe provare a recuperare risorse. Approfondiamo il tema con Massimiliano Boggetti, Presidente di Confindustria Dispositivi Medici. Tim. Domani il cda. Due diligence ed esclusiva i nodi con Kkr L'avvio della due diligence e delle relative negoziazioni sul prezzo di offerta, ma anche il nodo dell esclusività che con ogni probabilità non sarà concessa. Sono questi i due temi che finiranno domani sul tavolo del consiglio di amministrazione di Tim, chiamato a esprimersi sull opportunità o meno di avviare un dialogo con gli americani di Kkr sulla proposta di acquisto di Netco. L'appuntamento con il board arriva dopo che, martedì 21 febbraio, il fondo americano Kkr ha formalizzato una richiesta di proroga dell'offerta non vincolante sulla rete, la cui validità iniziale era di 4 settimane (al 28 febbraio, prorogato ora al 24 marzo). Ne parliamo con Andrea Biondi, de Il Sole 24 Ore.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7320L'INFLUENZA DEL MARKETING SULLA FESTA DI SAN VALENTINO di Giulia TanelEccola qui, puntuale, come ogni anno: la festa di San Valentino, con tanto di cioccolatini a forma di cuoricino, mazzi di fiori, peluche anche quelli con cuore annesso, menù per cene romantiche, offerte per album di foto e chi più ne ha, più ne metta. Eh sì, perché diciamoci la verità, la "festa degli innamorati" in sé è oggi ridotta a un appuntamento consumistico, che a seconda delle annate incontra più o meno successo negli acquirenti e che negli ultimi anni è inoltre diventata sempre più la celebrazione di "tutti gli amori", di tutti i colori la mente umana possa immaginare.Perché dunque soffermarsi a parlarne, non sarebbe meglio adagiarsi sull'endecasillabo di dantesca memoria «non ragionar di lor, ma guarda e passa»? Perché San Valentino in realtà riguarda tutti noi, e più da vicino di quanto crediamo.Un primo aspetto interessante da sottolineare è proprio quello già accennato: l'influenza del marketing, inteso in senso ampio, sulla nostra vita. Proviamo a riflettere: quanti, soprattutto se ancora fidanzati, si sono in qualche modo sentiti in qualche modo "costretti" a celebrare questa ricorrenza? Comprando anche solo un oggettino, o gustandosi una cena fuori, ma esattamente il 14 febbraio? Non il giorno prima (il 13? Sia mai!), non il giorno dopo (tradizionalmente considerato il giorno in cui a "festeggiare" dovrebbero essere i single). Sia chiaro: nulla di male, anzi, che una coppia decida di dedicarsi del tempo o dei pensieri, per quanto tradotti spesso in una materialità fine a se stessa, tuttavia il fatto che questo debba avvenire "sotto dettatura" è significativo.SIAMO SEMPRE DI CORSA«Eh ma nella quotidianità siamo sempre di corsa, almeno questa occasione ci impone di trovare un tempo per noi», potrebbero obiettare alcuni, magari con uno o più figli piccoli o piccolissimi. Eppure, seppure pienamente comprensibile, questo ragionamento non tiene. Pensiamo a una pianta: va innaffiata più o meno ogni giorno - ovviamente coi dovuti distinguo in base alla varietà -, non solo quando ci si ricorda perché ci si passa davanti. Altrimenti, ahimè, posso testimoniarlo molto bene, dall'alto del mio pollice non-verde, la pianta muore. La stessa cosa vale per la relazione di coppia: va curata quotidianamente, altrimenti inaridisce e non porta frutto, né per sé, né per l'altro, né per gli eventuali figli. D'altronde basta andare a ripescare la promessa matrimoniale per rendersene conto: «Prometto [...] di amarti e onorarti ogni giorno della mia vita». Lo abbiamo detto noi: «Ogni giorno». E per fare questo bastano piccole attenzioni, piccoli gesti che ogni coppia si costruisce giorno dopo giorno, che spesso peraltro la materialità la rifuggono, costruendo e affinando sempre più un linguaggio unico. E, per chi ancora sposato non è ma sta vivendo il periodo del fidanzamento il discorso di fondo è lo stesso, anche se necessariamente cambia il modo di esprimerlo, perché il tempo che precede il matrimonio altro non è che un esercizio allo stesso.PROMETTO DI ESSERTI FEDELE SEMPRELa promessa matrimoniale cita ancora: «Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia». E qui si apre il secondo punto di riflessione. La festa di San Valentino, per come è concepita ora, altro non è che uno specchio della società: non celebra l'amore, bensì l'innamoramento, il sentimento melenso le cui note hanno risuonato ridondanti sul palco dell'Ariston; non celebra l'eternità, bensì l'attimo presente, il "finché dura"; e non celebra il mettersi a servizio, il sacrificio, il volere il bene dell'altro - anche quando, come sottolinea in merito a questo passaggio lo psicologo e psicoterapeuta Roberto Marchesini, la salute e la malattia che vacillano sono le nostre e le forze vengono meno -, bensì mette al centro l'ego del singolo, per il "noi", per il "portare assieme il giogo" della vita (come vuole l'etimologia della parola "coniuge") non c'è posto.Eppure, la scienza ci insegna, l'innamoramento ha un tempo limitato. Poi la relazione deve evolvere, deve maturare... pena l'esplosione. Ma quali sono gli ingredienti affinché una relazione duri? Avere interessi comuni? Andare d'accordo? Essere sempre in salute? ... In realtà, a dispetto di quanto ci ha rimandato per anni la narrazione in salsa hollywoodiana, quel che veramente conta è fondare la relazione su una roccia solida, su una relazione che è esterna alla coppia, che la precede e la supera, ma che nel contempo la informa: su un Amore più grande, suggellato in un Sacramento che è un «mistero grande» e che rimane imprescindibile. Occorre, insomma, avere una base comune, una visione comune. Perché, innegabilmente, nel tempo le fatiche ci saranno e i difetti dell'uno e dell'altro emergeranno, a volte anche in maniera molto pungente, e sarà dunque necessario poterne fare memoria.Scrive la neuropsichiatra e psicoterapeuta Mariolina Ceriotti Migliarese, nel suo libro La coppia imperfetta: «L'innamoramento è un fuoco che brucia ogni cosa: può essere molto difficile contenerlo, e può avvampare anche contro le nostre intenzioni; ma se non c'è legna sufficiente per alimentarlo, il fuoco presto o tardi si spegnerà, talvolta dopo aver distrutto molte cose. Se invece la materia prima è buona, quando la fiamma si fa meno intensa si formano delle braci calde, vive e buone, capaci di durare molto a lungo nel tempo, se le due persone hanno cura di mantenerle sempre accese. L'amore inizia da qui». Affermazioni molto uncorrect, e per soli coraggiosi.
No. Non faro' il nome nel testo. Il chatbot di cui tutti parlano oggi e' un videogioco che non segue le regole di classificazione d'uso.Non e' nemmeno un tema nuovo: il softporn e' da sempre usato nei videogiochi, ma le classificazioni tendono a ridurlo.Nel caso di un chatbot l'interessante e' il misurazione del grado di interesse, programmato per cambiare in funzione della conversazione.Anche con qualche nota piccante di chi si sente ricattato.Dobbiamo aiutare i figli e i coetanei a difendersi. Questo e' il punto centrale. A meno che, per la sicurezza, non si torni alla censura preventiva.Sarebbe più semplice applicare le sanzioni e le responsabilità esistenti, senza invocare più sicurezza e meno libertà per tutti.Altrimenti, per evitare gli omicidi stradali, l'unica sicurezza e' vietare le auto. Difficile da accettare vero ? Ma e' principio di convivenza: la libertà non e' contraria alla responsabilità. E' contraria solamente a che altri decidano cosa posso fare io. Per la mia sicurezza ...
Nasce io Cambio, un movimento di cittadini nato per far sì che il popolo italiano venga coinvolto fin dall’inizio nei processi delle riforme costituzionali. Lo riporta un comunicato firmato dai fondatori del comitato 'IoCambio' Giovanni Guzzetta, Ludovica Chiussi Curzi, Nicola Drago, Georgia Magno, Alessandro Sterpa, Maria Alessia Biancalana, Davide Dattoli, Marco Franciosa, Rachele Vitello, Valentina Morelli. «Il 2023 è stato annunciato dal mondo politico come l’anno delle riforme. Parole già sentite nel corso degli ultimi 40 anni, ma non è mai successo nulla. Bisogna innovare, se non si vuole perdere un’altra opportunità! I partiti devono coinvolgere il popolo italiano, utilizzando gli strumenti di democrazia diretta. Altrimenti la riforma della Costituzione diventerà un tema come gli altri su cui litigare per principio e per fare campagna elettorale. Questo non è utile al Paese e non è interesse degli italiani», si legge nel comunicato. «Il Presidente del consiglio Meloni nella conferenza stampa di fine anno ha dichiarato un obiettivo, il semipresidenzialismo alla francese, e un metodo: quello della condivisione. La condivisione va bene, però non può ridursi ad una conversazione a porte chiuse tra politici, come accaduto nel passato. Una condivisione soltanto con le forze parlamentari, una condivisione di palazzo insomma, è necessaria, ma non è sufficiente. Ci vuole di più. Stiamo parlando di una riforma che cambia il sistema, le regole del gioco, gli equilibri istituzionali e perfino i poteri dei singoli cittadini. Questi ultimi non possono essere trascurati ancora una volta. Devono anzi essere i primi con cui condividere i propositi di riforma. Gli italiani devono avere il diritto di indicare da che parte andare. Lo strumento per farlo esiste: è il referendum. Come nel 1946 i nostri genitori e i nostri nonni scelsero tra la repubblica e la monarchia, oggi gli italiani devono poter esprimere la loro preferenza tra un nuovo sistema semipresidenziale e quello parlamentare attuale. La campagna referendaria sarà un’occasione di approfondimento e di informazione per tutti per capire pro e contro delle proposte. E se gli italiani decideranno di volere questa riforma, non ci saranno più alibi: dovrà essere realizzata», spiegano i soci fondatori di io Cambio. «Nelle prossime settimane, una volta completato l’iter burocratico e strutturata l’organizzazione dei volontari in tutta Italia (se vuoi darci una mano vai qui: https://iocambio.it/unisciti_a_noi/), inizieremo a raccogliere le firme per una legge di iniziativa popolare che chiede di indire il referendum e che sarà presentata in parlamento entro settembre. C’è un modo per velocizzare: il Parlamento può discutere e approvare una proposta di legge per indire il referendum nei primi mesi di quest’anno. Il nostro è un appello ai parlamentari di tutti i partiti: presentate la nostra proposta di legge e lasciate che siano gli italiani a decidere il futuro del Paese. Le riforme costituzionali non siano esclusiva di un partito o di una coalizione, necessitano della più ampia trasversalità e condivisione. È quello che chiediamo. Il referendum è la via maestra. io Cambio c’è», concludono.
Ve lo dobbiamo dire: siamo molto, ma molto, delusi. Ci aspettavamo un plebiscito di risposte alla domanda "cosa è cambiato nella sigla di OGM di questa terza versione"? Ma niente, siete scarsissimi e poco attenti. Pertanto vi diamo un'ultima possibilità per vincere la maglietta ufficiale di OGM SOCC'MEDIA EDITION. Il primo che, entro domenica 8 gennaio indovina la piccolissima variazione dalla versione precedente, vince la maglietta. Altrimenti vi mandiamo Ruigi a casa.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7247E' BELLO AVERE IL COGNOME DEL PADRE... E DEL MARITOQuest'anno la Corte Costituzionale ha abolito il cognome del padre attribuito in modo automatico, ma è un imbarbarimento... persino la moglie dovrebbe avere il cognome del marito (come Margaret Thatcher, Hilary Clinton e Ursula von der Leyen)di Pietro GuidiMercoledì 27 aprile la Corte Costituzionale ha definito illegittime le norme che attribuiscono al figlio di una coppia il cognome del padre in modo automatico. Per dare al figlio soltanto il cognome paterno d'ora in poi sarà necessario che entrambi i genitori siano d'accordo. Questa notizia non deve stupirci.Già in moltissimi paesi europei vigevano leggi simili, se non ancora più estreme. In Spagna vengono dati entrambi i cognomi. Nei Paesi Bassi si attribuisce di comune accordo uno dei due cognomi. In Germania, Svizzera, Grecia, Ungheria, Romania e Croazia viene assegnato ai figli il cognome scelto dai genitori per tutta la famiglia. In Francia e in Belgio si possono assegnare entrambi i cognomi in ordine alfabetico. Addirittura in Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia e Austria viene attribuito automaticamente il cognome della madre dall'anagrafe, a meno che si dia indicazione della propria scelta. In Lussemburgo siccome sono più indecisi fanno un sorteggio.Quindi la legge attualmente vigente in Italia non è un caso isolato, ma è parte di un processo di revisione del ruolo della donna all'interno della famiglia che ha colpito tutto l'Occidente. Si dice infatti che una volta la famiglia avesse uno stampo esclusivamente patriarcale: il padre veniva chiamato capofamiglia ed era lui che decideva tutto, mentre la donna era relegata al ruolo di serva del marito, alla cura dei figli e alle faccende domestiche. In quest'ottica il fatto di dare anche il cognome della donna non è impuntarsi per una cosa da niente, ma è un segno del nuovo ruolo assunto dalla donna all'interno della famiglia.Se una femminista mi esponesse così le motivazioni del dare anche il cognome materno al figlio gli direi che ha ragione, eccetto che nella soluzione. È verissimo che dare il cognome materno al figlio non è una quisquilia burocratica, ma rivoluziona sostanzialmente il ruolo della donna. Il problema è che il vecchio ruolo che aveva la donna nella famiglia andava benissimo e quello nuovo storpia la sua natura. Permettere alla donna di dare il cognome ai propri figli è l'ennesimo passo avanti nella decostruzione del ruolo del padre e del maschio e del conseguente crollo della famiglia. E questo va a scapito anche della donna. È insomma un ulteriore passo avanti di questa ideologia cieca nei confronti della realtà. Sì, sto parlando di realtà perché dare il cognome del padre al figlio (e anche alla moglie) non è una convenzione sociale che può essere cambiata perché risolve i problemi dati dalla realtà biologica. Infatti il cognome del padre risolve l'incertezza della paternità per i figli e, se proprio vogliamo dirla tutta, la moglie dovrebbe portare il cognome del marito a sua maggior garanzia.IL COGNOME DEL PADRE PER I FIGLINel nostro DNA ci sono scritti due bisogni fondamentali: quello di sopravvivere e quello di riprodurci. Per questo esistono l'istinto alla sopravvivenza e quello dell'accoppiamento sessuale. In questo caso ci interessa il secondo. Noi ci riproduciamo perché istintivamente desideriamo trasmettere i nostri geni alla generazione futura. Non ci basta che la specie umana si riproduca, ma ogni individuo desidera che siano i suoi geni ad essere portati avanti. Traducendo in un linguaggio contemporaneo: non ci basta sapere che qualcuno faccia sesso, ma vogliamo essere noi personalmente a farlo. E siccome la natura mette un piacere dove ci realizziamo, noi ci realizziamo trasmettendo i nostri geni alla generazione futura.Pensiamo agli animali che, pur di accaparrarsi le femmine per potersi riprodurre, sono disposti a lottare fino all'ultimo sangue. Quindi è interesse di ogni maschio, animale o umano che sia, far sì che sia solo lui a generare figli dalla sua femmina e nessun altro. Altrimenti starebbe sprecando le sue risorse e le sue energie per mantenere i figli del suo rivale: oltre al danno la beffa! I latini spiegavano questo concetto dicendo: "Mater semper certa, pater numquam". Da qui capiamo l'esigenza del padre di imporre il cognome: così facendo lo riconosce come suo e si impegna a mantenerlo e proteggerlo. Da questo discende che il bambino entra a far parte della famiglia del padre, è sottomesso alla sua potestà e per questo ottiene il diritto ad essere mantenuto dal padre, il diritto all'eredità e a tutte le cose che sono dovute ad un figlio. Diversamente no. Infatti ogni vero diritto nasce da un dovere e il diritto ad essere mantenuto dai genitori nasce dal dovere di stare sottomesso a loro.Dai ragionamenti fatti sul cognome paterno si può capire che questa non è una rivendicazione fine a sé stessa, ma deriva dal fatto che è l'uomo a esercitare il ruolo di capofamiglia con tutto il carico di responsabilità che esso comporta: se la famiglia va male o patisce la fame è colpa sua.Comprendiamo quindi come imporre il nome o il cognome è un gesto dalla portata grandissima. Dare il nome infatti è sempre stato un atto di autorità. Pensiamo nei vangeli a quando Gesù cambia il nome a Simone, che da quel giorno si chiamerà Pietro. In questo modo Gesù aveva affermato di avere il potere su di lui. Era Gesù che comandava e Pietro obbediva. La stessa cosa deve succedere in famiglia. Il padre infatti deve prendersi la responsabilità di mantenere e difendere la famiglia e per questo motivo è lui che ha il diritto, ma anche il dovere di comandare. Se per non prendersi la responsabilità scaricasse sulla moglie l'onere di decidere, verrebbe meno a un suo preciso dovere.Diversamente da quello che in genere si crede, in famiglia non si può decidere in due. Non è possibile che siano entrambi i genitori a comandare, ma deve essercene uno che ha l'ultima parola. Ogni realtà ordinata ha una e una sola guida. Pensiamo ad una azienda, una squadra di calcio, uno stato ecc. Se ci fossero due persone a comandare nel momento in cui si trovassero in disaccordo ci si bloccherebbe. Inoltre credere che l'accordo sia sempre possibile a condizione di parlarne abbondantemente è un'illusione tutta femminile. Se in una famiglia vi dicono che comandano tutti e due in realtà ci sarà sempre uno che ha l'ultima parola. E se l'uomo ha abdicato dal suo ruolo di capofamiglia per "decidere insieme", state sicuri che, quando si troverà in disaccordo con la moglie, farà un ulteriore passo indietro e lascerà decidere a lei trasformandosi piano piano in un'ameba. E chi dei due debba comandare ce lo indica la natura: all'uomo viene donata maggior forza fisica e maggior logicità nel ragionamento proprio per adempiere a questo compito. Alla donna invece viene data una maggior sensibilità ed emotività che le permettono di svolgere meglio il suo compito di cura nei confronti del marito, dei figli e, di conseguenza, della loro casa. Una donna affezionata a suo marito farà dei gesti di amore che a lui non sarebbero mai venuti in mente.IL COGNOME DEL MARITO PER LA MOGLIEQuindi, come conseguenza di tutto quello che è stato detto facciamo un passo ulteriore: non solo i figli devono avere il cognome del padre, ma anche la moglie dovrebbe prendere il cognome del marito. Infatti il cognome indica la persona a cui sei soggetto. Finché vivi in casa con i tuoi genitori è a loro che sei soggetto e sono loro che ti proteggono e ti mantengono. Quando invece vai a vivere con il tuo marito è lui che prende su di sé il dovere di mantenerti e di proteggerti e ti accetta nella sua famiglia: per questo è giusto che la donna porti il cognome del marito. Questa cosa è magnificamente spiegata quando Gesù istituisce il sacramento del matrimonio, ribadendo l'insegnamento originario di Dio sulla sessualità. Ad un certo punto Gesù dice, citando quello che Dio aveva detto ad Adamo ed Eva: "Per questo l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne". Fate bene attenzione alle parole: l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre. Perché non dice che anche la donna li abbandonerà? Perché la donna non abbandona nessuna sicurezza. L'uomo infatti abbandonerà la sicurezza della casa paterna e diventerà responsabile della sua vita. La donna no. La donna passerà dalla protezione dei suoi genitori a quella del marito. Non sarà in nessun momento abbandonata a se stessa. E il cambio di cognome dopo il matrimonio esprime proprio questa realtà: io porto il cognome di colui che mi protegge, di chi ha la responsabilità su di me.Persino Hilary Clinton porta il cognome del marito Bill, ex presidente degli Stati Uniti, in quanto deve tutta la sua carriera politica a lui. E non si può certo dire che la Clinton sia antifemminista, anzi. Stesso discorso per Ursula von der Leyen, attuale presidente della Commissione europea. Il suo cognome è in realtà quello del marito.In conclusione dobbiamo augurarci che un giorno le donne possano tornare a capire che la loro realizzazione non passa dal competere con l'uomo su chi ha il potere, ma riconoscano il loro ruolo naturale nella cura della famiglia.
All'inizio di una nuova giornata, è normale accendere i dispositivi elettronici presenti in casa. Fra di essi probabilmente ce n'è anche uno che permette di ascoltare la musica. Quando ci si siede in macchina, è normale accendere l'autoradio. Anzi, spesso è impostato per accendersi in automatico quando si gira la chiave. E, subito dopo, parte la musica. È normale ascoltare la musica per rilassarsi. Ascoltare musica è normale. Sei d'accordo? Allora, questo episodio ti aiuterà a trarre beneficio dalla musica, a evitare le sue insidie e a scegliere saggiamente cosa ascoltare. I benefici Ascoltare musica si può paragonare al mangiare cibo. In entrambi i casi, il tipo giusto nella giusta quantità può fare bene. Per esempio: · La musica può migliorare il tuo umore. Se stai avendo una brutta giornata, puoi ascoltare la tua musica preferita e provare un sollievo quasi immediato. · La musica può portarti indietro nel tempo. Spesso, l'ascolto di determinate canzoni fa tornare alla mente qualche bel ricordo; quindi, ti rende felice. · La musica può creare un potente legame di unità. La musica ha un linguaggio universale. Anche quando stai in compagnia di qualcuno che parla una lingua diversa, la musica non cambia. Parlerà la sua stessa lingua. · La musica può aiutarti a coltivare qualità preziose. Imparare a suonare uno strumento musicale ti aiuta a sviluppare disciplina e pazienza. Non è qualcosa che puoi padroneggiare rapidamente. L'unico modo per migliorare è facendo pratica. Le insidie Alcune musiche, come il cibo contaminato, possono essere velenose. Perché? Molte canzoni contengono testi sessualmente espliciti. Sembra che tutte le canzoni più belle parlino solo di sesso. Non cercano nemmeno più di nasconderlo. Un po' di musica può immergerti nella tristezza. Alcuni brani musicali possono deprimerti e travolgerti. La musica triste può causare pensieri oscuri. Chiediti: ‘La musica che ascolto mi fa concentrare sui pensieri negativi?'. Un po' di musica può incitarti all'ira. La musica arrabbiata, disgustosa e odiosa è un sottile pericolo. Si è notato che, dopo l'ascolto di quel tipo di musica, alcuni si ritrovano con una marcata differenza d'umore. Chiediti: ‘La musica che ascolto mi rende aggressivo, forse anche insensibile ai sentimenti degli altri?'. Cos'altro dire? Sii selettivo. Non sarà sempre facile, ma ti sarà d'aiuto. Mentre ascolti la radio, passa una canzone con un ritmo coinvolgente, ma poi senti il testo e ti rendi conto che va contro i tuoi principi. Cosa potresti fare? Cambia stazione. Non sottovalutare l'effetto che la musica può avere su di te. CONCLUSIONI La musica può cambiare enormemente il nostro umore e, se non stiamo in guardia, la musica che scegliamo può avere effetti negativi di cui potremmo non accorgercene finché non siamo già agganciati. Anche una canzone che ascolti solo un paio di volte può restare nella tua testa per sempre. Quindi faresti bene rifiutare immediatamente una canzone se sembra essere cattiva. Altrimenti si imprimerà nella tua mente. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/corgiov/message
Prima che Dio doni la Divina Volontà deve passare il tempo necessario a disporsi e prepararsi a ricevere un tale dono. Altrimenti sarebbe vanificato. Considerazioni sull'importanza del tempo. L'interconnessione tra le cose create e il disastro dell'umana volontà separata da quella divina. Libro di Cielo, Volume 30, 15 Maggio 1932, Lunedì 12 Dicembre 2022
Incontro con Giovanni Matteucci e Rocco Ronchi. Modera Damiano Cantone Il dialogo affronta le grandi questioni del cambiamento, della metamorfosi e della creatività diffusa prendendo spunto dalla riflessione condotta dai filosofi del pragmatismo sui temi della sensibilità e della coscienza, una riflessione che oggi è tornata significativamente al centro del dibattito filosofico. In particolare, punti di partenza saranno i testi di William James e la ricognizione sull'estetico compiuta da John Dewey nel celebre volume Arte come esperienza. Edizione 2022 www.pordenonelegge.it
Il corpo è chiaramente molto di più di quella 'porzione di materia definita nello spazio' di cui parlano le definizioni dei vocabolari. Altrimenti non si spiegherebbe perché perfino nel Paradiso di Dante i santi sognano di riaverlo. La felice ambiguità del corpo, da Blanco a Paul Valery, dall'esistenzialismo alle bizzarrie di Renato Zero.
L'appuntamento più sregolato di un programma già tanto su di giri torna per la settima volta. La WWE parte di nuovo per l'Arabia Saudita ed il club di The Shield Of Wrestling si assetta per l'occasione. In mezzo a così tanta sregolatezza ovviamente si parlerà anche di Crown Jewel e si pronosticheranno i risultati dei vari match in card
Dal 28/10 al 01/11 sarò a Lucca per l'evento più bello del mondo! Condurrò diverse iniziative per Comics & Games Factory e Banca Intesa San Paolo con startup e ospiti d'eccezione come: Nolan Bushnell (fondatore di Atari); Ilja Rotelli (Amazon Games); POW3R; Yuriko Tiger; Cristina Scabbia (Lacuna Coil) e tantissimi altri. Se sei a Lucca scrivimi su instagram o linkedin e beviamoci un caffettino insieme! Altrimenti seguimi sui social per vedere come va :) ==== Non vuoi perderti nessuna puntata? Segui il canale: https://t.me/mariomoronicanale Vuoi collaborare con me o chiamarti per un evento: mario@mariomoroni.it Buon Caffettino! Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Nel pomeriggio di martedì 25 ottobre, la professoressa Tiziana Lanzarotto, docente dell'Università di Bologna e del policlinico Sant'Orsola è stata ospite a Degiornalist, con Fabiana e Claudio Chiari. La professoressa ha spiegato nel dettaglio cos'è la listeria e i suoi effetti. Essa è un piccolo batterio presente nell'ambiente, nel suolo e negli alimenti di origine animale. L'uomo si contamina ingerendo carni crude, insaccati, latticini, ovvero «tutti quegli elementi che abbiamo in frigorifero e che utilizziamo senza cottura».QUANDO È PERICOLOSO – Nei soggetti sani, che hanno un sistema immunitario perfettamente funzionante, se avviene, l'infezione è asintomatica. Altrimenti si hanno sintomi simil-influenzali o gastrointestinali, febbre, brividi, nausea e qualche scarica di diarrea. «Fortunatamente tutto si risolve in breve tempo». Il rischio più evidente è nei soggetti “fragili”: anziani, soggetti immunodepressi. Un'altra categoria estremamente delicata è quella delle donne in gravidanza. «Qui l'infezione può avere una sintomatologia più severa, dall'apparato gastrointestinale il batterio si può portare all'apparato nervoso centrale e al sistema cardiaco. Il consiglio è quello di cuocere gli alimenti sempre».ALIMENTI A RISCHIO – Gli alimenti elaborati nella filiera alimentare subiscono moltissimi controlli stretti e continui. «È difficile che nel frigorifero giungano prodotti infetti». Invece negli alimenti “naturali”, che non subiscono controlli delle catene alimentari, questo potenzialmente potrebbe succedere. I campanelli d'allarme sono diarrea prolungata e vomito intenso. In questo caso bisogna chiamare medico di famiglia.Per saperne di più, riascolta l'intervista!
In italiano la preposizione semplice SU è utilizzata in parecchie espressioni verbali e in molti modi di dire utilizzati nella quotidianità dai madrelingua. In questa lezione potrai conoscerli tutti e imparare a parlare in modo più naturale e spontaneo in italiano. 10 Espressioni italiane con la preposizione SU da ricordare Ti presento ora 10 espressioni con la preposizione semplice SU, molto gettonate dai madrelingua italiani nell'uso scritto e soprattutto orale. Gli esempi riportati vi faranno scoprire quanti utilizzi diversi può avere una piccola preposizione semplice. Pronti a scoprirli? Su misura È un'espressione che può essere utilizzata in contesti differenti: -per riferirsi ad un capo di abbigliamento cucito e tagliato in base alle misure di una determinata persona, che dovrà indossarlo Non posso prestarti questo vestito perché è fatto su misura e le nostre taglie sono diverse!); -per riferirsi a qualcosa che si adatta perfettamente alle caratteristiche di qualcuno Sono sicura che non avrai problemi! Si tratta di un lavoro fatto su misura per te). Sul serio Possiamo utilizzare questa espressione al posto di “veramente/per davvero/senza scherzi” Sto pensando sul serio di comprare una villa in campagna e lasciare lo stress della città. o in domande retoriche per esprimere dubbio o meraviglia. Sul serio?! Hai organizzato tutto questo solo per lei? Spesso la troviamo accompagnata dal verbo “fare”, per dire “impegnarsi veramente/non scherzare” Smettila di mettermi dubbi, io faccio sul serio con questo nuovo lavoro! e dal verbo “prendere”, per intendere “affrontare con grande impegno e serietà qualcosa o qualcuno”. Prendevamo sul serio le nostre promesse, perciò non abbiamo mai deluso nessuno. Su due piedi Per riferirsi ad un'azione fatta o una decisione presa senza esitazione, all'improvviso, senza pensarci su. Quello che ci chiedi è complesso: non possiamo risponderti così su due piedi. Abbiamo bisogno di consultare i nostri avvocati. Su per giù (suppergiù) È un'espressione utilizzata al posto di “all'incirca/pressappoco/più o meno”. Viviamo in questa casa su per giù da 5 anni. Sul colpo Possiamo utilizzare “sul colpo” per riferirci ad un'azione che si svolge “immediatamente/subito”. Molto spesso la ritroviamo nella famosa espressione “morire sul colpo”. Sembra che la vittima sia morta sul colpo: non ha sofferto molto. Nero su bianco È un'espressione utilizzata per stabilire in modo definitivo una situazione o mettere per iscritto qualcosa. Quindi, il “nero” rappresenta l'inchiostro della penna che scrive sulla carta, che è di colore “bianco”. Spesso ritroviamo questa espressione accompagnata dal verbo “mettere”. Potremo collaborare insieme solo quando deciderai di mettere le cose nero su bianco. Altrimenti, non mi fido. Sulla ventina/trentina/quarantina… È un'espressione che possiamo usare quando facciamo una supposizione sull'età di una persona. Significa “circa vent'anni/trent'anni/quarant'anni…”. Mentre venivo qui, un uomo sulla quarantina mi ha chiesto che ora fosse. Su richiesta È un'espressione utilizzata per esprimere un'azione non obbligatoria/facoltativa. Il pullman per Milano fa 5 fermate più altre 3 solo su richiesta. Possiamo anche trovare l'espressione “su richiesta di”, che significa “in seguito alla domanda di…” Vi lascio i suoi documenti a richiesta dell'ispettore. Sulle spine È un'espressione utilizzata quando si è in uno stato di ansia, di preoccupazione. Spesso è preceduta dai verbi “stare” o “tenere”. Mi ha tenuto sulle spine per tutta la sera e poi finalmente mi ha rivelato il suo segreto. Sul filo del rasoio È un'espressione utilizzata in situazioni di pericolo o di rischio. La possiamo trovare con i verbi “stare” o “essere”. Dopo tutto quello che hai fatto, per quanto mi riguarda,
"Aleeeeee a che ora ci mettiamo a fare i compiti?"Il NOI ABBIAMO è uno degli errori più tremendi che puoi fare con tuo figlio.La tua presenza ingombrante non farà altro che distruggere il tuo rapporto con lui ed a peggiorare il suo livello di autonomia.Tuo figlio ha i compiti. Tu al massimo puoi aiutarlo a farli meglio.Non ci sono alternative.Se non ti stacchi da questo comportamento, succederà solo questo: un FALLIMENTO!Più volte dici "NOI" e più tuo figlio si toglie responsabilità.Non includerti nel problema, staccati. Altrimenti è un macello!
A cura di Daniele Biacchessi Il nuovo Governo di centrodestra prima o poi si farà, ma ad uno ad uno i grandi tecnici si sfilano dall'offerta di guidare alcuni dicasteri chiave. Non ci sta Fabio Panetta indicato all'Economia. Rimanda al mittente la richiesta Dario Scannapieco. Giorgia Meloni non sa come uscire dallo stallo. Ha promesso un governo dei migliori, rischia di smarrirsi tra i corridoi di Arcore. Si gioca molto, non può mediare. Altrimenti, ha chiarito nei colloqui riservati, "perdiamo tutti la faccia". All'assemblea degli eletti di Fratelli d'Italia, la Presidente in pectore rilancia l'idea di un governo autorevole e di altissimo livello, che parta dalle competenze. "Puntiamo a dare a questa nazione il governo più autorevole possibile. Non c'è spazio per questioni secondarie rispetto a questo obiettivo", dice Meloni. Ma in politica, specie quando si formano Governi, le scelte potrebbero accontentare alcuni e scontentare molti. Uno di questi è certamente Silvio Berlusconi. Sul nome di Lucia Ronzulli esiste un veto della Meloni e il Cavaliere non ci sta: "Non possono esistere, fra partiti alleati, veti o pregiudiziali verso qualcuno", rimarca Berlusconi. Gli stessi mugugni si sentono tra gli alleati leghisti. Meloni, allarmata, ha chiesto aiuto alla Lega: come ne usciamo? È spuntato Giancarlo Giorgetti all'Economia. Sul cui nome, però, Salvini ha preso tempo. Da Fratelli d'Italia si manda a dire che non si partirà dai veti, ma dalle competenze, ma il contrasto sui nomi, tipico nelle ore della formazione di ogni esecutivo, rischia di travolgere il centrodestra e di lasciare delusi quanti lo avevano votato per imprimere un segnale di cambiamento nel Paese. Credits: Agenzia Fotogramma
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4559LA DITTATURA IMPONE VACCINI OBBLIGATORI PER TUTTI di Paolo GulisanoNelle ultime settimane, abbiamo assistito al diffondersi di una psicosi generalizzata riguardo le Meningiti. Un caso costruito sul nulla. La NBQ ne ha già parlato [leggi nota alla fine dell'ariticolo, N.d.BB], i massimi esperti di Epidemiologia sono più volte intervenuti a rassicurare attraverso i media che non c'è alcun aumento di casi, ma non c'è niente da fare: è partito il passa parola tra la gente, specialmente tra le mamme, e non si ferma più. "Ma come? Con tutto quello che si sente? Tuo figlio non l'hai ancora vaccinato?" e la povera mamma che teme di essere degenere si affretta a intasare le linee telefoniche dei Servizi Vaccinazioni per prenotare il vaccino. "Quale?" Ma sì, mi faccia quello che "copre contro tutto". Magari.Ancora una volta, dunque, le vaccinazioni diventano uno degli argomenti di maggiore discussione in ambito sanitario - più di tanti argomenti di salute pubblica altrettanto se non molto più importanti - e si scatenano anche le faide politiche. Come la NBQ aveva già annunciato, la Regione Emilia-Romagna ha approvato prima di Natale una legge regionale che prevede l'esclusione dalle scuole dei bambini che non hanno fatto le vaccinazioni dell'obbligo. Immediatamente questo esempio è stato seguito da regioni con analoghe amministrazioni di Sinistra, a cominciare dal Lazio e dalla Toscana.Il Ministro Beatrice Lorenzin ha dato già il suo consenso a queste misure legislative, e non ha escluso che lo stesso Governo centrale possa prendere un simile provvedimento.CONTROVENTODi fronte a questa prospettiva, ha preso posizione il sindaco Cinquestelle di Livorno, Filippo Nogarin, un ingegnere, che ha dichiarato che rendere obbligatori i vaccini per i bimbi che vogliono frequentare l'asilo è una forzatura insopportabile.Il sindaco ha peraltro precisato di non essere un fanatico anti-vaccinale, di credere nella vaccinazione come mezzo per debellare le malattie più gravi, ma la scelta - ha puntualizzato - deve essere individuale. "Se si trasforma in un'imposizione, si viola la libertà del singolo individuo da un lato e si finisce per dare ossigeno a complottisti e sostenitori di teorie pseudoscientifiche pericolose. Se vogliamo raggiungere un risultato serio, dobbiamo lavorare sulla prevenzione, l'informazione e la comunicazione. Altrimenti si deresponsabilizza l'individuo e questo è molto pericoloso". Parole equilibrate e sensate. Ma contro di lui si sono scatenati i social e i paladini delle vaccinazioni ad oltranza. Il sindaco, che appena eletto aveva riscosso i consensi del mondo radicalchic e politicamente corretto per essere stato uno dei primi ad accettare la trascrizione dei "matrimoni" tra persone dello stesso sesso avvenuti in altri Paesi, si è reso conto a sue spese di cosa succede quando su altre questioni si prova ad andare controcorrente e a toccare determinati interessi. Il quotidiano l'Unità, dal suo stato preagonico, ha levato un grido trionfante: per Nogarin una Caporetto. Così scrive il giornale diretto da Staino.La cosa che più fa sorridere, in questa polemica tra "obbligazionisti" e difensori delle libertà individuali, è che in realtà in Italia l'obbligo delle vaccinazioni esiste già. Riguarda quattro vaccinazioni: Difterite, Tetano, Poliomielite ed Epatite B. Si tratta di obblighi "storici", esistenti da molti anni. L'ultima obbligatorietà riguarda l'Epatite B, introdotta nel 1991, quando i drammatici (e mai divulgati) dati epidemiologici dicevano che in Italia c'era più di un milione di sieropositivi per l'Epatite B, un virus che si diffonde coi rapporti sessuali e con il contatto con sangue infetto.SOLO ITALIA E FRANCIA HANNO L'OBBLIGO DI VACCINAZIONESarebbe stata necessaria anche una riflessione sugli stili di vita che portano alla diffusione di questo virus, ma si preferì puntare esclusivamente a tutelare le generazioni future, vaccinando tutti i nuovi nati. Dunque, l'obbligo esiste già. Un tempo ai genitori "inadempienti" questo obbligo venivano mandati a casa i Carabinieri, e i giudici dei Tribunali dei Minori potevano sospendere temporaneamente la patria potestà affinché si potesse effettuare le vaccinazioni. Misure francamente sgradevoli. In tempi più recenti, i giudici si limitano a verificare che le vaccinazioni non siano state evitate per trascuratezza dei genitori o stato di abbandono dei minori.Aggiungiamo che solo due Paesi in Europa hanno l'obbligo di vaccinazione: Italia e Francia. Due Stati, non a caso, con trascorsi giacobini. I Paesi più evoluti, dalla Scandinavia alla Gran Bretagna, alla Germania, non impongono, ma propongono. Il provvedimento legislativo adottato dall'Emilia-Romagna e che la Lorenzin vorrebbe fosse esteso a tutte le Regioni, è un grosso passo indietro, e bene ha fatto dunque il Sindaco di Livorno a prendere posizione, una facoltà che gli è concessa dalla Carta costituzionale che individua nel Sindaco il responsabile della salute pubblica nella propria comunità di competenza.Ma perché si invoca un provvedimento così draconiano come l'esclusione dei bambini non vaccinati dalle scuole? Per tutelare la salute degli altri bambini? No. Questi bambini non hanno nulla da temere - visto che sono vaccinati - dai piccoli inadempienti, che rischiano di essere tacciati di essere degli "untorelli". Semmai sono proprio loro ad essere a rischio, un rischio che evidentemente i loro genitori hanno deciso di assumersi.TERRORISMO PSICOLOGICOQuello che è in gioco, un gioco dove la tattica adottata è quella della paura, è l'introduzione di molti altri nuovi vaccini, che la Lorenzin ha annunciato trionfalmente per il 2017, insieme ai nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea). E' il Piano Nazionale Vaccini, di cui si discuteva da molto tempo, e che è stato approvato sull'onda emotiva della fantomatica e inesistente epidemia di meningite. Non a caso prevede l'introduzione di diversi tipi di vaccini anti-meningite.Il numero di vaccinazioni che un bambino dovrebbe effettuare a partire dai 3 mesi fino ai quindici anni di età viene ad essere più che raddoppiato. Inoltre, ci vorrebbe un surplus di spesa di circa 100 milioni di euro, ma questo non sembra preoccupare il Governo. Potrebbe preoccupare - e molto - i cittadini. Ma - qualcuno afferma - tutto questo serve a salvare vite umane. Sulla letalità di malattie come la Varicella (è uno dei vaccini che verrebbero introdotti) ci sarebbe molto da discutere. Per non parlare del vaccino contro l'HPV, il Papilloma Virus, nei maschi.Questa vaccinazione è stata introdotta da pochi anni, non senza polemiche, e con numerosi Paesi che non l'hanno adottata, dubitando della sua efficacia e del rapporto costi-benefici. Si tratta di un vaccino contro alcuni agenti causali di infezioni dell'apparato genitale, che possono - col passare degli anni - portare a tumori. Il vaccino infatti - a livello popolare - è stato presentato come "il vaccino contro il tumore all'utero". Ora lo si vorrebbe proporre anche ai maschi, ed è facile immaginarsi la perplessità di molti genitori.Certo, le malattie a trasmissione sessuale sono in aumento, nonostante l'ormai capillare uso del preservativo, che doveva essere la salvezza da ogni infezione di questo tipo, e che evidentemente (ma questo gli esperti intellettualmente onesti lo sapevano e lo dicevano da molto tempo) ha un notevole tasso di fallibilità.Ma questo giustifica l'introduzione di tale vaccinazione? E' un dubbio che avranno tanti genitori. E allora una soluzione inquietante a quella che potrebbe essere una scarsa risposta alle offerte di tali vaccini sta nella coercizione. L'obbligo, dalle quattro vaccinazioni sopra citate, potrebbe essere esteso a tutte le proposte del Piano Vaccini. Un obbligo garantito dalle misure sanzionatorie come la non ammissione a scuola per i bambini o la radiazione dall'Ordine dei Medici per i sanitari che non vaccinano. Alla faccia della libertà e della democrazia. L'alternativa? Fare come in tutti gli altri Paesi europei: documentare, informare, educare alla salute. Senza diktat sgradevoli.Nota di BastaBugie: Paolo Gulisano nell'articolo sottostante dal titolo "Il tribunale del popolo ha deciso: è meningitefobia" riflette sul fatto che non sia più la scienza che detta l'agenda dell'organizzazione sanitaria, ma la spinta emotiva del momento. Poco importa che l'evidenza scientifica ci dica che non c'è alcuna epidemia di meningite. Nel 2015 i casi segnalati in tutta Italia sono stati circa 120. Ma con un meccanismo strano di lettura emotiva e paranoica dei dati reali, si sta diffondendo questa paura. E improvvisamente il vaccino diventa la panacea.Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 6 gennaio 2017:Negli scorsi giorni due fenomeni - tra loro collegati - hanno caratterizzato il panorama sanitario. Da una parte un sovraffollamento spaventoso dei reparti di pronto soccorso degli ospedali, dall'altra parte un enorme richiesta rivolta ai servizi vaccinazioni delle aziende sanitarie di vaccini anti-meningite.Dicevamo che si tratta di fenomeni correlati perché una grande percentuale delle affluenze al pronto soccorso era motivata, sia per bambini che adulti, da sintomi di febbre alta. Il lettore si chiederà: che c'è di strano? Siamo in inverno, e siamo in piena stagione influenzale. Già, ma molta gente, di fronte alla presenza di febbre, va a pensare alla Meningite, che è decisamente la malattia del momento. Le notizie di casi di questa malattia verificatisi negli ultimi mesi hanno scatenato una vera fobia collettiva, e come si diceva sopra, oltre a pensare al peggio di fronte a banali influenze, si è scatenata una vera e propria caccia al vaccino, che per certi aspetti ha del paradossale.
A cura di Daniele Biacchessi Il nuovo Governo di centrodestra prima o poi si farà, ma ad uno ad uno i grandi tecnici si sfilano dall'offerta di guidare alcuni dicasteri chiave. Non ci sta Fabio Panetta indicato all'Economia. Rimanda al mittente la richiesta Dario Scannapieco. Giorgia Meloni non sa come uscire dallo stallo. Ha promesso un governo dei migliori, rischia di smarrirsi tra i corridoi di Arcore. Si gioca molto, non può mediare. Altrimenti, ha chiarito nei colloqui riservati, "perdiamo tutti la faccia". All'assemblea degli eletti di Fratelli d'Italia, la Presidente in pectore rilancia l'idea di un governo autorevole e di altissimo livello, che parta dalle competenze. "Puntiamo a dare a questa nazione il governo più autorevole possibile. Non c'è spazio per questioni secondarie rispetto a questo obiettivo", dice Meloni. Ma in politica, specie quando si formano Governi, le scelte potrebbero accontentare alcuni e scontentare molti. Uno di questi è certamente Silvio Berlusconi. Sul nome di Lucia Ronzulli esiste un veto della Meloni e il Cavaliere non ci sta: "Non possono esistere, fra partiti alleati, veti o pregiudiziali verso qualcuno", rimarca Berlusconi. Gli stessi mugugni si sentono tra gli alleati leghisti. Meloni, allarmata, ha chiesto aiuto alla Lega: come ne usciamo? È spuntato Giancarlo Giorgetti all'Economia. Sul cui nome, però, Salvini ha preso tempo. Da Fratelli d'Italia si manda a dire che non si partirà dai veti, ma dalle competenze, ma il contrasto sui nomi, tipico nelle ore della formazione di ogni esecutivo, rischia di travolgere il centrodestra e di lasciare delusi quanti lo avevano votato per imprimere un segnale di cambiamento nel Paese. Credits: Agenzia Fotogramma
https://clubmagic.gumroad.com/l/wxtua"...Potete sentirvi arrabbiati, feriti o indignati quanto volete. Vostra moglie non è una proprietà. Non vi deve la sua anima, dovete guadagnarvela giorno dopo giorno. E la conquistate soprattutto con la vostra presenza. Lei ha bisogno di sentirla,vuole parlarvi di ciò che conta per lei e sentire che la state ascoltando davvero, che non vi limitate ad annuire educatamente. Non dovete solo rassicurarla e, nella maniera più assoluta, non dovete interpretare il ruolo dell'avvocato del diavolo.Vuole che la "sentiate". Non desidera una palpatina distratta, non vuole del sesso superficiale. Vuole avvertire la vostra passione. Voi riuscite a sentirla? Sapete dimostrargliela? Non parlo solo della vostra passione per lei o per il sesso, ma per il solo fatto di essere vivi! Ce l'avete? È la cosa più attraente che possedete. Se l'avete persa chiedetevi perché. Dov'è finita? Scopritelo. Ritrovatela. Altrimenti è come essere già morti." Dal punto di vista di uno psicologo: Fonte web huffingtonpost.it
Ecco perché ci sentiamo così spesso in ritardo nella vita. Solo perché ci compariamo a qualcun altro. Altrimenti come faremmo a sentirci "in ritardo"? La comparazione tossica ci porta spesso ad estrapolare un ambito della vita di una persona (carriera, relazioni, amore,...) dal suo intero contesto e.. Ci fa credere di essere sbagliati, in ritardo o non all'altezza rispetto a lei. Ti racconto tutto nella nuova puntata di podcast... forse una delle più belle che io abbia mai creato. Come smettere davvero di compararsi, rivoluzionando per sempre il tuo modo di osservare gli altri. Se vuoi iniziare i tuo cammino trasformativo, qui trovi tutte le mie guide gratuite, su YouTube puoi ascoltare i miei video per rivoluzionare la tua vita, su Instagram ti aspetto insieme a +70 mila anime brillanti e sensibili per donarti ogni giorno pillole di motivazione, ispirazione, espansione profonda. Love, Isea
A cura di Ferruccio Bovio È ben modesto – come del resto era previsto – il contenuto dell'accordo raggiunto dai ministri europei dell'Energia sulle misure da adottare per mitigare gli alti prezzi dell'elettricità. In sostanza, l'intesa si limita a soluzioni - che erano già date per scontate in partenza - come il taglio dei consumi, il tetto agli extra-ricavi per i produttori di energia elettrica ed il contributo di solidarietà dei produttori di combustibili fossili. Per il taglio ai consumi, è previsto nella misura del 10% della domanda di elettricità, con una quota del 5% nelle ore di punta, tra dicembre 2022 e marzo 2023. Sugli extra-ricavi viene fissato un tetto di 180 euro a megawatt per le grandi compagnie energetiche che producono elettricità da fonti a basso costo come rinnovabili, nucleare e carbone. Inoltre, le compagnie dell'oil&gas dovrebbero poi versare una tassa sulla base dei profitti straordinari realizzati nel 2022. Resta però irrisolta la questione veramente importante (e divisiva): e vale a dire quella relativa alla determinazione di un tetto al prezzo del gas, su cui verterà ancora il dibattito in seno all'Unione Europea. Per il momento, infatti, la Commissione propone di fissare un prezzo massimo solamente al gas che proviene dalla Russia, mentre 15 Paesi membri - tra cui Italia - chiedono un tetto generalizzato a tutte le importazioni. Intanto, a suo modo, la Germania decide di intervenire, sul problema del caro energia, in piena autonomia – e cioè senza aver prima consultato né Bruxelles e né gli altri Paesi comunitari - annunciando un piano da 200 miliardi per difendere le aziende e le famiglie tedesche dagli aumenti del gas e per spingerne il costo verso il basso. Cosa che, in effetti, è avvenuta pochi minuti dopo la notizia data dal governo tedesco, quando cioè il prezzo è sceso a quota 186 euro con un calo del 10 %, sebbene fosse evidente, fin da subito, che la scelta operata da Berlino costituisse un intervento “tampone” (per quanto di dimensioni colossali), ma non certo strutturale. E il cancelliere tedesco Olaf Scholz, a questo proposito, parlando con la stampa, è stato molto chiaro sulla manovra decisa dal suo esecutivo, dichiarando che, con la distruzione dei gasdotti nel Mar Baltico, presto sarebbe finito del tutto l'approvvigionamento di gas russo alla Germania e, pertanto, il suo governo si è trovato praticamente obbligato a varare questo piano da 200 miliardi che – tanto per darne un'idea – da solo rappresenta un importo superiore a tutto il denaro che il Recovery Fund ha destinato all'Italia. Il meccanismo su cui scommette Berlino prevede di continuare ad acquistare il gas sul mercato utilizzando i miliardi messi ora a disposizione, cercando così di limitare i costi a carico dei cittadini tedeschi. Come si è detto prima, si tratta di un provvedimento gigantesco, ma di carattere occasionale, che ha lasciato non poco irritato il nostro premier, Mario Draghi il quale, anche su questi temi, ha sempre remato verso l'adozione di politiche comuni. Altrimenti, in Europa si alimenteranno differenze sempre più marcate tra Stati che – come la Germania – possono permettersi ampi scostamenti di bilancio ed altri che, come l'Italia, essendo già notevolmente indebitati, saranno destinati a rimanere con il classico cerino in mano. La lentezza dell'Europa sul tetto del gas assomiglia, dunque, molto ad un arresto deludente ed imprevisto del processo di integrazione comunitaria. Credits: Agenzia Fotogramma
A cura di Ferruccio Bovio È ben modesto – come del resto era previsto – il contenuto dell'accordo raggiunto dai ministri europei dell'Energia sulle misure da adottare per mitigare gli alti prezzi dell'elettricità. In sostanza, l'intesa si limita a soluzioni - che erano già date per scontate in partenza - come il taglio dei consumi, il tetto agli extra-ricavi per i produttori di energia elettrica ed il contributo di solidarietà dei produttori di combustibili fossili. Per il taglio ai consumi, è previsto nella misura del 10% della domanda di elettricità, con una quota del 5% nelle ore di punta, tra dicembre 2022 e marzo 2023. Sugli extra-ricavi viene fissato un tetto di 180 euro a megawatt per le grandi compagnie energetiche che producono elettricità da fonti a basso costo come rinnovabili, nucleare e carbone. Inoltre, le compagnie dell'oil&gas dovrebbero poi versare una tassa sulla base dei profitti straordinari realizzati nel 2022. Resta però irrisolta la questione veramente importante (e divisiva): e vale a dire quella relativa alla determinazione di un tetto al prezzo del gas, su cui verterà ancora il dibattito in seno all'Unione Europea. Per il momento, infatti, la Commissione propone di fissare un prezzo massimo solamente al gas che proviene dalla Russia, mentre 15 Paesi membri - tra cui Italia - chiedono un tetto generalizzato a tutte le importazioni. Intanto, a suo modo, la Germania decide di intervenire, sul problema del caro energia, in piena autonomia – e cioè senza aver prima consultato né Bruxelles e né gli altri Paesi comunitari - annunciando un piano da 200 miliardi per difendere le aziende e le famiglie tedesche dagli aumenti del gas e per spingerne il costo verso il basso. Cosa che, in effetti, è avvenuta pochi minuti dopo la notizia data dal governo tedesco, quando cioè il prezzo è sceso a quota 186 euro con un calo del 10 %, sebbene fosse evidente, fin da subito, che la scelta operata da Berlino costituisse un intervento “tampone” (per quanto di dimensioni colossali), ma non certo strutturale. E il cancelliere tedesco Olaf Scholz, a questo proposito, parlando con la stampa, è stato molto chiaro sulla manovra decisa dal suo esecutivo, dichiarando che, con la distruzione dei gasdotti nel Mar Baltico, presto sarebbe finito del tutto l'approvvigionamento di gas russo alla Germania e, pertanto, il suo governo si è trovato praticamente obbligato a varare questo piano da 200 miliardi che – tanto per darne un'idea – da solo rappresenta un importo superiore a tutto il denaro che il Recovery Fund ha destinato all'Italia. Il meccanismo su cui scommette Berlino prevede di continuare ad acquistare il gas sul mercato utilizzando i miliardi messi ora a disposizione, cercando così di limitare i costi a carico dei cittadini tedeschi. Come si è detto prima, si tratta di un provvedimento gigantesco, ma di carattere occasionale, che ha lasciato non poco irritato il nostro premier, Mario Draghi il quale, anche su questi temi, ha sempre remato verso l'adozione di politiche comuni. Altrimenti, in Europa si alimenteranno differenze sempre più marcate tra Stati che – come la Germania – possono permettersi ampi scostamenti di bilancio ed altri che, come l'Italia, essendo già notevolmente indebitati, saranno destinati a rimanere con il classico cerino in mano. La lentezza dell'Europa sul tetto del gas assomiglia, dunque, molto ad un arresto deludente ed imprevisto del processo di integrazione comunitaria. Credits: Agenzia Fotogramma
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7155COSA RENDE I NOSTRI GIOVANI COSI FRAGILI? di Antonio SocciHanno fatto un deserto e lo hanno chiamato Modernità e Libertà. Ma è spesso un deserto inospitale dove soffia un vento di infelicità e di morte.Lo attestano anche le drammatiche statistiche sui suicidi dell'Osservatorio suicidi della Fondazione Brf (Istituto per la ricerca in Psichiatria e Neuroscienze).Da gennaio ad agosto di quest'anno ci sono stati 351 suicidi e 391 tentativi: un suicidio ogni 16 ore e un tentativo di suicidio ogni 14. Particolarmente grave l'aumento dei casi fra i giovani (in modo speciale nel biennio della pandemia).Queste tragedie sono la punta dell'iceberg di una condizione di disagio, di solitudine, di ansia o depressione che fra i giovani è molto ampia e sta crescendo. Naturalmente ognuno è una storia a sé, ognuno ha i suoi problemi e ognuno è un mistero unico. Ma tutti insieme delineano un dramma sociale - o spirituale - che riguarda il nostro tempo.Ciò che accomuna tutti noi è il desiderio di felicità o il voler sfuggire all'infelicità.Scriveva Pascal: "Tutti gli uomini cercano di essere felici, compresi quelli che stanno per impiccarsi".Felicità e infelicità sono sentieri che conducono in una terra misteriosa, quella della nostra anima, che non si esplora con la sociologia.Quando si parla di disagio esistenziale ogni volta si tentano spiegazioni sociologiche che però spesso si contraddicono o illuminano solo un pezzo di realtà, ma non vanno alle radici del problema.Sono spiegazioni che lasciano insoddisfatti.LE GENERAZIONI PRECEDENTIPerché le condizioni materiali di vita pesano, ma non sono l'aspetto determinante. Altrimenti non si spiegherebbe perché i nostri genitori - giovani durante la guerra e il dopoguerra - affrontarono la miseria, la fame, i bombardamenti, il durissimo lavoro della ricostruzione, con una forza morale travolgente (che fra l'altro produsse il "miracolo economico" e il "baby boom"), mentre i nostri figli - che hanno una vita enormemente facile - sono così smarriti e fragili.Cos'è andato perduto rispetto alle generazioni precedenti che - senza alcun dubbio - sopportavano condizioni di vita molto più dure? Possiamo dire che erano spiritualmente più forti anzitutto per l'atmosfera cristiana in cui erano nate e cresciute?Affrontavano le tragedie con maggior resilienza (come si dice oggi).C'è una commovente intervista alla poetessa Alda Merini, dopo il terremoto in Abruzzo del 5 aprile 2009, che la televisione trasmise il 9 aprile.La Merini, nata nel 1931, si definiva "abbastanza" credente e in quell'occasione disse: "Anch'io sono stata 'terremotata' da un manicomio all'altro.Ognuno di noi ha avuto le sue scosse, però è nel momento del dolore che bisogna stringere i denti. Noi adesso partecipiamo a questa tragedia italiana, però non fermiamoci al dolore. Stringiamo i denti e andiamo avanti. Dio guarda tutti, ci vede, guarda i terremotati, vede gli infelici e non abbandona il mondo. Io sono sicura. E uno dei mezzi perché Dio ci ascolti è proprio la poesia, la preghiera, il canto".Questo era l'animo delle generazioni che ci hanno preceduto. Le società del passato non erano migliori di oggi. Erano più ingiuste e la vita molto più dura. Ma anche questo dimostra che i nostri vecchi - pur con le loro fragilità e miserie - avevano una solidità ammirabile.CLIMA SPIRITUALE CRISTIANONon perché tutti fossero dei devoti. Ma tutti respiravano quel clima spirituale che aveva permeato i secoli in Italia e toccava anche agnostici e atei. Non a caso il padre della cultura laica italiana, Benedetto Croce, scrisse nel 1942 "Perché non possiamo non dirci "cristiani", spiegando che tale qualifica "è semplice osservanza della verità".Il laico Federico Chabod concordava e aggiungeva: "Anche i cosiddetti 'liberi pensatori', anche gli 'anticlericali' non possono sfuggire a questa sorte comune dello spirito europeo".Negli ultimi anni questo interrotto fiume spirituale si è come disseccato. Si è prodotta una rottura che non è solo culturale, ma anche esistenziale. I giovani - che nei prossimi giorni torneranno a scuola, con i loro problemi, i loro sogni e il loro disagio - sono sostanzialmente ignari del passato, soli di fronte al mistero della loro vita e al futuro.La scuola (ma dovremmo parlare anche della Chiesa e delle nostre famiglie) non sa trasmettere come un'eredità viva ciò che le generazioni precedenti hanno creato, amato, professato, sofferto e vissuto.Inostri ragazzi sembrano sospesi fra la realtà virtuale dei social e una scuola o una società ossessionate soprattutto dai comportamenti, dal politicamente corretto, dalle ideologie oggi dominanti (come l'ecologia: è l'epoca di Greta Thunberg).Si prescrive "come" comportarsi, ma nessuno comunica nulla sul "perché" vivere.Tanto meno si fa "parlare" su questo la cultura e l'arte del nostro passato.La realtà non virtuale che i ragazzi conoscono è quella dei coetanei, sono rapporti talora violenti e in genere superficiali o poveri. Ne scaturisce una fragilità emotiva spaventosa, una solitudine che raramente incontra un abbraccio di comprensione o compassione.A volte però basta un incontro vero (un maestro, un amico, un genitore) per far scoprire la bellezza del presente, la ricchezza del passato e la promessa custodita dal futuro. Ma resta l'enorme problema educativo di un Paese smarrito.
Episodio cazzone, ve lo dico subito.Ho raccolto in questo elenco alcuni degli stereotipi dei runner che si possono incontrare in gara, indistintamente su strada che su trail. Me ne sono venuti in mente ben 19.Personaggi e figure che chiunque abbia indossato almeno una volta un pettorale ha trovato sulla propria strada. Ve li racconterò con un nome ed una breve descrizione delle loro peculiarità. Dei brevi affreschi di alcune delle personalità più caratteristiche che popolano le competizioni su strada e sentiero.Ci tengo a precisare, prima che qualcuno mi insulti, che si tratta di un giochino: se vi sentite chiamati in causa o se avete la coda di paglia… Beh, ricordatevi che sto scherzando! E non voglio assolutamente parlar male di nessuno.E come avrete modo di sentire, ho volutamente esasperato alcuni aspetti… Altrimenti che stereotipi sarebbero!----------------------Supporta questo progetto tramite un contributo mensile su Patreon: https://www.patreon.com/da0a42In alternativa, puoi fare una donazione "una-tantum".PayPal: https://www.paypal.com/paypalme/lorenzomaggianiBuymeacoffee: https://www.buymeacoffee.com/da0a42Acquista il materiale ufficiale del podcast: https://da0a42.home.blog/shop/Iscriviti a "30 giorni da runner": https://da0a42.home.blog/30-giorni-da-runner/Seguimi!Canale Telegram: https://t.me/da0a42Instagram: https://www.instagram.com/da0a42/Facebook: https://www.facebook.com/da0a42/Profilo Strava: https://www.strava.com/athletes/37970087Club Strava: https://www.strava.com/clubs/da0a42Sito: https://da0a42.home.blogOppure contattami!https://da0a42.home.blog/contatti/Il mio microfono, HyperX Quadcast: https://amzn.to/3bs06wC----------------------Un grazie a tutti i miei sostenitori:Matteo Bombelli, Antonio Palma, George Caldarescu, Dorothea Cuccini, Alessandro Rizzo, Calogero Augusta, Mauro Del Quondam, Claudio Pittarello, Massimo Cabrini, Fabio Perrone, Roberto Callegari, Jim Bilotto, Cristiano Paganoni, Luca Felicetti.----------------------Music credits: Feeling of Sunlight by Danosongs - https://danosongs.com
Ammonta ad almeno 35 miliardi l'"eredità" che il nuovo Governo si troverà in dote. O meglio, l'importo di cui dovrebbe farsi carico entro la fine di quest'anno, almeno per dimezzare gli effetti della crisi energetica in corso. Altrimenti, il rischio che moltissime imprese e altrettante famiglie non siano nelle condizioni di pagare le bollette e, di conseguenza, di vedersi chiudere la fornitura, è molto elevato. Lo evidenzia la Cgia.mgg/gsl
Giovanni Tesio"Donne appassionate"Cesare PavesePoesie d'amore e morteInterlinea Edizionihttps://www.interlinea.com/"Bisogna fermare una donna e parlarle e deciderla a vivere insieme.Altrimenti, uno parla da solo"«Il tema delle donne in Pavese è più che mai vivo. La spesso convocata misoginia di Pavese non è altro che la maschera di una solitudine bisognosa di essere colmata, di una ricerca spasmodica di completezza, di una unità mancante, di una amorosa compensazione», come scrive Giovanni Tesio in questa nuova antologia dei testi più belli dedicati all'amore e anche alla morte fin dal più celebre verso: «Verrà la morte e avrà i tuoi occhi». Un'occasione per ritrovare l'energia poetica di Pavese, «la sua ricchezza: la nostra salvezza, la sua dannazione».Giovanni Tesio (1946), già ordinario di letteratura italiana presso l'Università del Piemonte Orientale A. Avogadro, ha pubblicato alcuni volumi di saggi (per Interlinea, nel 2014, La poesia ai margini e nel 2020 La luce delle parole), una biografia di Augusto Monti, una monografia su Piero Chiara, molte antologie. Ha curato per Einaudi la scelta dall'epistolario editoriale di Italo Calvino, I libri degli altri (1991); più recentemente la conversazione con Primo Levi, Io che vi parlo (2016), e più recentemente ancora, presso Interlinea, un altro volume di considerazioni su vita e opera di Levi, Primo Levi. Ancora qualcosa da dire (2018). Sempre presso Interlinea un pamphlet in difesa della lettura, della letteratura e della poesia, I più amati. Perché leggerli? Come leggerli? (2012), un “sillabario” intitolato Parole essenziali (2014), la raccolta di poesie Piture parolà (2018) e ha curato le antologie Nell'abisso del lager (2019) e Nel buco nero di Auschwitz (2021). La sua attività poetica, dopo esordi lontani, è sfociata nella pubblicazione di un canzoniere in piemontese di 369 sonetti, intitolato Vita dacant e da canté (Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino 2017), poi seguito da due titoli editi da Interlinea, Piture parolà (2018) e Nosgnor (2020). È stato per trentacinque anni collaboratore della “Stampa”, al cui inserto, “Torinosette”, collabora tuttora. Del 2018, uscito presso Lindau, il suo primo libro narrativo, Gli zoccoli nell'erba pesante. Fa parte del comitato scientifico del Centro Novarese di Studi Letterari ed è tra i fondatori e direttori della collana di poesia “Lyra”.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Se abitate in Italia da poco e non siete abituati a vivere in mezzo agli italiani, potreste aver notato che alcuni stereotipi sugli italiani non sono poi così lontani dalla realtà. Ad esempio, si dice che siamo sempre in ritardo, e forse un po' è vero. Ma come fare se dovete uscire con amici italiani e loro non ne vogliono sapere di sbrigarsi? Cosa direste per mettergli fretta? Di sicuro ci sono tantissime espressioni molto utili per esprimere questa intenzione, ma potrebbero non essere particolarmente conosciute tra chi studia l'Italiano ma non ha mai vissuto in Italia - infatti, tendono ad essere informali. Continuate a leggere se siete di curiosi cosa diciamo noi italiani per mettere fretta ai più ritardatari! ESPRESSIONI ITALIANE PER METTERE FRETTA In questo articolo vi presenterò una serie di espressioni che gli italiani usano per incitare qualcuno a fare qualcosa in fretta o più velocemente. Ne troverete sia di invariabili che di variabili; soprattutto, sappiate che tutte queste espressioni possono essere utilizzate da sole o insieme ad un'altra della lista! Bene, detto ciò, possiamo cominciare con le espressioni INVARIABILI, cioè quelle che restano sempre così e che non cambiano mai, sia se ci riferiamo a una persona sia se ci riferiamo a più persone. Dai! Probabilmente questa è l'espressione più comune per incitare ed esortare qualcuno. A volte, si può usare anche come lieve forma di rimprovero, magari con un'intonazione più forte. Ad esempio, se siete con una vostra amica e siete pronte a uscire ma lei insiste a farsi selfie dopo selfie, la vostra conversazione potrebbe andare così... + Dai! Ma ti rendi conto di che ore sono? Avevamo un appuntamento con gli altri 10 minuti fa ormai…- Ancora una e ho finito!+ … E dai!!!-*si fa una foto*+ Ciao! Ci vado senza di te! Trovati un passaggio! Su! La preposizione semplice “su” può essere utilizzata in funzione esortativa, per mettere fretta a qualcuno. Ma si può anche usare per incitare qualcuno proprio a fare, a cominciare qualcosa. Potremmo quindi trovarla in frasi come: -Puzzi di sudore! Vai a farti una doccia! Su!+Eh vado vado… Ho appena finito di allenarmi… -Su! Iscriviti a quel corso di cucina! Che aspetti? Fai qualcosa della tua vita! -*prova a fare una foto*+*si mette in posa* Su! Dai! Scatta! Mi sta venendo un crampo al braccio! Animo! È un'altra forma di esortazione, usata anche per esprimere impazienza. Tutte le espressioni che stiamo vedendo sono accompagnate da gesti con le mani o con la testa ma questa in particolare richiede una grande gestualità, perché indica che si è davvero esasperati e irritati. Esempio: Allora ragazzi? Non avete ancora finito il compito che vi ho assegnato? Animo! Non ho tutta la mattina! Devo andare in un'altra classe! Adesso vediamo invece quelle espressioni VARIABILI, che cambiano a seconda che parliamo con una o più persone. Io vi darò le versioni alla seconda persona singolare, ma sappiate che si possono coniugare per tutte le persone, con le classiche regole dei verbi. Fai presto! Questa espressione è utilizzata per riferirsi a qualcuno che deve fare in fretta o che comunque deve finire prima del previsto. Come nel caso di altri verbi al modo imperativo, la seconda persona del verbo fare - "(tu) fai" - l'ultima lettera viene omessa e quindi il verbo va scritto con un apostrofo, diventando quindi "(tu) fa' ". Questo fenomeno si chiama elisione ed è comune anche nei verbi andare, stare, e dare (va', sta', da'). Esempio: Dai, vieni! Fai / Fa' presto... Altrimenti la cena si fredda! Sbrigati! /Spicciati! /Datti una mossa! /Muoviti! Tutte queste espressioni sono l'una il sinonimo dell'altra, quindi possono essere usate in maniera intercambiabile. “Sbrigarsi” e “spicciarsi” sono versioni più colloquiali di “fare in fretta”, proprio come “darsi una mossa” e “muoversi” ... sì,
«Aumento del costo delle bollette, rincaro prezzi, benzina alle stelle, imprese in ginocchio, emergenza immigrazione clandestina e scarso controllo del territorio… ma per il PD la priorità resta sempre e solo lo Ius Soli». Lo ha scritto su Twitter la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. «Caro Enrico Letta, non è l’Italia a restare indietro, siete voi che vivete su un altro pianeta ancora non ben identificato», ha concluso Meloni. Il leader del Pd ha replicato a stretto giro: «Nel più puro benaltrismo. La verità è anche peggio. Non li volete. E non avete nemmeno il coraggio di dirlo. Altrimenti facciamo che appena calano le bollette approviamo lo Ius Culturae e la nuova legge sulla cittadinanza?» ha scritto Letta su Twitter. Meloni ha controbattuto, sempre tramite Twitter, scrivendo: «Rilancio: ne parliamo quando calano le bollette, il tasso di disoccupazione, la tassazione sulle imprese e la criminalità. Quando accade tutto questo, parliamo del perché non vi basta che l'Italia sia la seconda Nazione d'Europa per cittadinanze concesse». Scarica l’app di Ascolta la Notizia per Android: https://bit.ly/2F3ptXR o iPhone: https://apple.co/2F8zEdU Attiva la skill di Ascolta la Notizia nel tuo dispositivo Alexa: https://amzn.to/3K7RTfU
"Non c'è nessun motivo al mondo che giustifichi quello che ha deciso di fare il presidente Putin. Ho vissuto un momento simile in Iraq. Saddam Hussein aveva invaso il Kuwait. L'invio di armi all'Ucraina è legittimo. Altrimenti come fanno a difendersi?" Younis Tawfik, iracheno di nascita, torinese di adozione, tra i maggiori esperti di Medio Oriente in Italia, ha pubblicato da poco il romanzo "La sponda oltre l'Inferno"(Oligo editore).
Gli italiani parlano italiano… o inglese??? Come avete potuto notare, gli ANGLICISMI sono presenti (sempre più spesso) nella lingua italiana. Ormai sono penetrate così in profondità che persino mia nonna ne usa qualcuna! Ma gli stranieri, giustamente, sono molto arrabbiati e non vogliono usarle. “Noi scegliamo di imparare a parlare l'italiano, non l'inglese. Quindi vogliamo parlare solo italiano!”. Effettivamente è giusto… anche perché spesso esistono le versioni corrispondenti in italiano! Perciò, in questo articolo, proveremo a risolvere questo problema! Gli ANGLICISMI presenti in italiano Vi diremo le parole inglesi più usate dagli italiani ogni giorno e le corrispondenti alternative italiane, quando esistono. Noi le alternative ve le diamo, sentitevi liberi di usarle quando parlate o scrivete, ma non dimenticate che il fenomeno è molto radicato tra gli italiani! Quindi non meravigliatevi se i vostri interlocutori useranno gli anglicismi. Abbiamo suddiviso per voi le parole per argomenti con i rispettivi approfondimenti, così da rendere più chiara la lista. Informatica e comunicazione ANGLICISMIVERSIONE ITALIANASocial network- (1)AccountIl profiloPrivacyLa riservatezza (2)Log inL'accessoPasswordLa parola chiave / d'accesso / d'ordine (3)CommunityLa comunitàFeedbackIl riscontroTrendLa tendenzaNicknameIl soprannomeEmailLa posta elettronica (4)DefaultL'impostazione predefinitaSmartphoneIl cellulare UpdateL'aggiornamentoWirelessSenza fili 1) Rete sociale = un qualsiasi gruppo di individui connessi tra loro da diversi legami sociali 2) A: Riservatezza? Ma chi la usa questa parola in italiano? «Ho bisogno di tutelare la mia riservatezza»... Mai sentito! G: Eh lo so… Ma esistono per esempio gli «accordi di riservatezza», tra aziende o privati. 3) Parola chiave / d'accesso = valide alternative alla “password” digitale Parola d'ordine =parola segreta che viene chiesta alla porta d'ingresso di alcuni eventi o locali esclusivi 4) A: Dammi il tuo indirizzo di posta elettronica. Ci sentiamo per posta elettronica. Ti mando una posta elettronica? Poco pratico… G: Ma molto italiano! 5) Invece, parole più specifiche del mondo della tecnologia, in particolare, non hanno una versione italiana. Ad esempio: software, hardware. Lavoro ANGLICISMIVERSIONE ITALIANAMeetingLa riunione, l'incontroBossIl capo (6)AbstractIl riassunto, il sommarioCEOL'amministratore delegatoBodyguardLa guardia del corpoWorkshopIl laboratorioFreelancerIl libero professionistaPartnerIl socio (7)PartnershipLa collaborazione, l'alleanzaManagerIl dirigente, il direttore, l'amministratorePart-timeA tempo parzialeFull-timeA tempo pienoCopywriterIl redattore pubblicitarioStaffIl personaleBadgeIl tesserinoStressLa tensioneStartupLa nuova impresaSmartworkingIl lavoro agile / da remoto / da casa (8)PreviewL'anteprima 6) Il femminile di «capo» è «capa»; tuttavia, poiché questa forma ha spesso un uso scherzoso, molti preferiscono chiamare anche una donna «capo», al maschile. 7) «Socio» è la versione italiana per «partner» nel contesto lavorativo. Nel contesto sentimentale, si usa «partner» quando si parla in maniera impersonale e generale (Bisogna rispettare il proprio partner!). Altrimenti, per parlare di una persona in particolare, si usano le alternative italiane «marito/moglie», «fidanzato/a» o «compagno/a». 8) «Smartworking» non è un anglicismo, ma un «pseudoanglicismo», perché nel mondo anglosassone questa parola non esiste. Politica ed Economia ANGLICISMIVERSIONE ITALIANALeaderIl capo, la guida (9)NewsLe notiziePremierIl primo ministro (10)Low costA basso costoAll inclusiveTutto inclusoStoreIl negozioBrokerL'agente, l'intermediarioBudgetIl bilancio (11)BusinessIl commercio, gli affariReportIl resocontoGapLa lacunaBuyerIl compratore, l'acquirenteUpgradeLa promozione (12) 9) «Capo» o «guida», sono parole usate per indicare la persona principale di un partito politico...
Sentiamo parlare, sempre più spesso, di megatrend che condizionano e hanno condizionato le nostre vite. “Se ti alzi al mattino e pensi che il futuro sarà migliore, è un giorno luminoso. Altrimenti, non lo è.” Elon Musk Sigla di Eric Buffat Per chi vuole acquistare il libro, il cui ricavato andrà totalmente a favore dell'associazione Dravet Italia: https://www.amazon.it/finanza-amichevole-Semplificare-concetto-renderlo/dp/B08DSSZHS9/ Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Dalla notizia del museo della plastica abbiamo chiesto agli ascoltatori di raccontarci le loro storie sui musei più strani che abbiano mai visitato. Le rubriche di Enrico e Danilo. Ospite in studio, Alessandro Roja e il reboot di "Altrimenti ci arrabbiamo".
Trailerschnack, Folge 128: Wir müssen uns kurz halten, denn gleich gibt es Abendessen (Stand, Freitag, 11.03., 20:09 Uhr). Deshalb die Info welche Trailer wir besprechen: Rot, den neuen Pixar-Film, der direkt bei Disney+ an den Start geht. Jurassic World 3, der gar nicht wirklich Jurassic World III heißt, aber dennoch Dinos beinhaltet. Last Looks mit […]
La sindrome dell'impostore soffoca tutti i tuoi tentativi di creare qualcosa di valore. Ecco come la affronto ogni giorno. Qualsiasi tentativo di realizzare veramente il tuo potenziale nasconde dei rischi. Devi creare qualcosa, musica, articoli, disegni, video, un prodotto. Ti esponi, puoi fare brutta figura, può costare parecchio. La sindrome dell'impostore ti protegge da questo stress. Senti di non essere all'altezza. Non vale la pena nemmeno iniziare perché non sei abbastanza capace. Non lo sarai mai. Questo è il mio condizionamento. Ma da 10 anni mi espongo ogni giorno: scrivo articoli, mando newsletter, pubblico video, faccio consulenze, vendo prodotti. La sensazione di inadeguatezza è ancora lì. Però adesso grida al vuoto: non le do ascolto. Se vuoi diventare indipendente, devi almeno aggirare la sindrome dell'impostore (e magari un po' alla volta liberartene). Altrimenti non partirai nemmeno. In questo video ti spiego delle pratiche semplici che ti aiuteranno. Ecco i libri di Steven Pressfield che menzionavo: La guerra dell'arte https://amzn.to/3hs2Z1q Turning pro https://amzn.to/3n0Qaw8 Do the work https://amzn.to/37VWgKa Ti possono anche interessare questi video: come battere il perfezionismo https://www.youtube.com/watch?v=Dhmla-pjdnI come creare i sistemi che ti portano al progresso https://www.youtube.com/watch?v=iu83lIH5U94 Ricevi gratuitamente via email le idee più utili da libri ed articoli su crescita personale, business e produttività. Iscriviti su https://italianindie.com/ --- Send in a voice message: https://anchor.fm/italianindie/message