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La politica estera di Trump può avere implicazioni sui rapporti USA-Ucraina e sul conflitto in Medio Oriente. Ne parliamo con Alice Ciulla, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Roma Tre. Intanto, prosegue l'indagine sulla presidente del Consiglio Meloni per la liberazione del capo della polizia giudiziaria libica Elmasry, con nuovi sviluppi che coinvolgono l'avvocata Bongiorno e i ministri Nordio e Piantedosi. La Cassazione ha respinto la richiesta della ministra del turismo Santanchè di trasferire il processo per truffa ai danni dell'Inps dal tribunale di Milano a quello di Roma. Sul fronte politico, Giuseppe Conte apre all'idea di Dario Franceschini su un accordo elettorale per la quota maggioritaria del Rosatellum. Infine, Emis Killa si ritira dal Festival di Sanremo dopo essere stato indagato nell'inchiesta “Doppia curva” sul tifo organizzato a San Siro.
Today is the day. E' il giorno della resa dei conti per l'Italia al voto dopo la prima campagna elettorale estiva della storia repubblicana.
A cura di Daniele Biacchessi Con gli ultimi colpi dei leader termina la più brutta campagna elettorale della Storia italiana. Il 25 settembre si va al voto con alcune certezze: il tasso di astensione sarà altissimo, la potenziale ingovernabilità dovuta alle norme farraginose della legge elettorale "Rosatellum" potrebbe consegnare il Paese ancora una volta nelle mani del Capo dello Stato e di un Governo tecnico. Le coalizioni principali sono divise su quasi tutto. Nel centrodestra si è accelerata la competitività tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, dopo che le intenzioni della vigilia parlano di una Lega fortemente ridimensionata, i cui voti trasmigrano verso Fratelli d'Italia in varie parti del Nord. Forza italia rimane stabile. Il M5s è in forte rimonta, come Giornale Radio rileva da un mese, pesca nell'elettorato di sinistra, diventerebbe primo partito del Sud e si dovrebbe presentare come il vero Terzo Polo. Il centrosinistra non sale e non scende. E le divisioni tra il Partito Democratico e i suoi alleati di sinistra sono ormai alla luce del sole. Azione e Italia Viva restano bloccati al ruolo di Quarto Polo. I partiti minori non collegati alle coalizioni combattono per restare a galla e ottenere il fatidico 3% che gli consentirebbe di entrare in Parlamento. In questo magma politico della vigilia tutto risulta rarefatto, fortemente condizionato da promesse elettorali senza coperture finanziarie, propaganda, demagogia e scarsi, se non inesistenti contenuti. La distanza tra i cittadini elettori e il sistema dei partiti si amplia a dismisura.
A cura di Daniele Biacchessi Con gli ultimi colpi dei leader termina la più brutta campagna elettorale della Storia italiana. Il 25 settembre si va al voto con alcune certezze: il tasso di astensione sarà altissimo, la potenziale ingovernabilità dovuta alle norme farraginose della legge elettorale "Rosatellum" potrebbe consegnare il Paese ancora una volta nelle mani del Capo dello Stato e di un Governo tecnico. Le coalizioni principali sono divise su quasi tutto. Nel centrodestra si è accelerata la competitività tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, dopo che le intenzioni della vigilia parlano di una Lega fortemente ridimensionata, i cui voti trasmigrano verso Fratelli d'Italia in varie parti del Nord. Forza italia rimane stabile. Il M5s è in forte rimonta, come Giornale Radio rileva da un mese, pesca nell'elettorato di sinistra, diventerebbe primo partito del Sud e si dovrebbe presentare come il vero Terzo Polo. Il centrosinistra non sale e non scende. E le divisioni tra il Partito Democratico e i suoi alleati di sinistra sono ormai alla luce del sole. Azione e Italia Viva restano bloccati al ruolo di Quarto Polo. I partiti minori non collegati alle coalizioni combattono per restare a galla e ottenere il fatidico 3% che gli consentirebbe di entrare in Parlamento. In questo magma politico della vigilia tutto risulta rarefatto, fortemente condizionato da promesse elettorali senza coperture finanziarie, propaganda, demagogia e scarsi, se non inesistenti contenuti. La distanza tra i cittadini elettori e il sistema dei partiti si amplia a dismisura.
A cura di Daniele Biacchessi Con gli ultimi colpi dei leader termina la più brutta campagna elettorale della Storia italiana. Il 25 settembre si va al voto con alcune certezze: il tasso di astensione sarà altissimo, la potenziale ingovernabilità dovuta alle norme farraginose della legge elettorale "Rosatellum" potrebbe consegnare il Paese ancora una volta nelle mani del Capo dello Stato e di un Governo tecnico. Le coalizioni principali sono divise su quasi tutto. Nel centrodestra si è accelerata la competitività tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, dopo che le intenzioni della vigilia parlano di una Lega fortemente ridimensionata, i cui voti trasmigrano verso Fratelli d'Italia in varie parti del Nord. Forza italia rimane stabile. Il M5s è in forte rimonta, come Giornale Radio rileva da un mese, pesca nell'elettorato di sinistra, diventerebbe primo partito del Sud e si dovrebbe presentare come il vero Terzo Polo. Il centrosinistra non sale e non scende. E le divisioni tra il Partito Democratico e i suoi alleati di sinistra sono ormai alla luce del sole. Azione e Italia Viva restano bloccati al ruolo di Quarto Polo. I partiti minori non collegati alle coalizioni combattono per restare a galla e ottenere il fatidico 3% che gli consentirebbe di entrare in Parlamento. In questo magma politico della vigilia tutto risulta rarefatto, fortemente condizionato da promesse elettorali senza coperture finanziarie, propaganda, demagogia e scarsi, se non inesistenti contenuti. La distanza tra i cittadini elettori e il sistema dei partiti si amplia a dismisura.
Mancano pochi giorni alle elezioni di domenica 25 settembre. Vi abbiamo chiesto di inviarci domande, dubbi, curiosità. Rispondiamo in questa puntata. Fonti: I contributi audio di questa puntata sono tratti dai video pubblicati sul canale youtube de Il Corriere Della Sera il 17 luglio, il 29 agosto e il 3 settembre 2022, dal servizio di TV2000 del 20 luglio 2022, dal video pubblicato sul canale youtube LA7 Attualità il 9 settembre 2022, dall'intervista di Radio Radicale a Mirko Tremaglia del 13 marzo 2007, dal video pubblicato sul canale youtube di Fanpage.it il 26 agosto 2022, dal video pubblicato su adnkronos.com il 2 settembre 2022, dal video pubblicato sul canale youtube di Enrico Letta il 31 luglio 2022
Il sistema elettorale in vigore, il Rosatellum, è complesso e contiene un meccanismo infernale: l'effetto flipper, che prevede aggiustamenti tra i seggi per le liste tra livello nazionale e livello locale. Ci spiega come funziona e quali effetti imprevedibili può avere sulla composizione del Parlamento Giovanni Forti, analista di YouTrend. Fonti: I contributi audio di questa puntata sono tratti dal video pubblicato sul canale Youtube askanews il 25 ottobre 2017, dal video pubblicato sul canale Youtube Deputati PD il 13 ottobre 2017, dal video pubblicato sul canale Youtube de La Repubblica il 10 ottobre 2017, dal video pubblicato sul canale Youtube di Fratelli d'Italia il 13 ottobre 2017, dal video pubblicato sul canale Youtube di Vista Agenzia Televisiva Nazionale il 31 luglio 2014, dal video dell'intervento del Senatore Pilozzi alla Camera dell'11 marzo 2014, dal video pubblicato sul canale Youtube della Presidenza della Repubblica Italiana il 9 dicembre 2016, da Freesound.org, dal video pubblicato sul canale Youtube de Il Fatto Quotidiano il 24 ottobre 2017.
A cura di Ferruccio Bovio Nel riprendere il discorso, interrotto ieri, su questi ultimi dieci giorni di campagna elettorale, non possiamo che trarre, senz'altro, delle lamentose conclusioni, pensando ai limiti di una legge che, come il tanto (e forse giustamente) bistrattato “Rosatellum”, consente ai partiti - che pure compongono una stessa coalizione - il massimo della concorrenza tra di loro, nella consapevolezza che comunque, alla fine, pur di governare, i voti ottenuti, anche su programmi molto diversi, andranno obbligatoriamente a sommarsi, senza fermarsi troppo a sottilizzare. Dopo il 25 settembre, è ovvio che un governo, in un modo o nell'altro, bisognerà pur farlo ed allora ribadiamo che, per quello che riguarda il centrodestra - come si è già detto ieri – verrà probabilmente a galla tutta una serie di contraddizioni di assoluta rilevanza sia sul piano geopolitico, che su quello economico o delle riforme istituzionali. Se andiamo, invece, a guardare a cosa bolle in pentola nel centro sinistra, destinato – stando almeno ai sondaggi – a subire una sonora sconfitta, la situazione, in una certa qual misura, appare paradossalmente già molto più chiara, anche se rassegnata. Non a caso - riferendosi proprio alla coalizione composta dal PD, da + Europa, da Sinistra e Verdi e da altre sigle minori - Enrico Letta ha dichiarato che lui a governare con la sinistra di Fratoianni e con l'ecologismo duro e puro di Bonelli non ci pensa affatto. E la cosa, vista sul piano strettamente politico, è più che comprensibile, dal momento che si sta parlando di uno schieramento elettorale che cerca di far convivere posizioni tradizionalmente conflittuali tra di loro, quali sono quelle che sono espressione di un riformismo liberale con altre che, invece, si rifanno a più lontane esperienze storiche di matrice massimalista. È però strano, che il segretario del PD un'affermazione del genere l'abbia fatta proprio mentre è ancora in pieno svolgimento la campagna elettorale...In sostanza, Enrico Letta dice, a chiare lettere, che il centro sinistra ha già rinunciato in partenza a porsi come possibile alternativa di governo, puntando al massimo a ridimensionare il quasi certo successo dello schieramento avversario ed accontentandosi semplicemente di complicare un po' di più il compito di Giorgia Meloni o di chi, comunque, cercherà di dare vita ad un esecutivo di destra…. Francamente, non ricordiamo una campagna elettorale che, dalla nascita della Seconda Repubblica in poi, si sia caratterizzata per tanto pressapochismo... È, infatti, dal 1994 che le coalizioni guidate da Berlusconi si scontrano con quelle formate dagli antiberlusconiani, prospettando soluzione di governo tutte discutibili, ma almeno ben distinte ed alternative tra di loro. Il rischio di una caotica ingovernabilità in cui non si capisce bene chi sta con chi o contro cosa, sembra, pertanto, elevatissimo, anche nel caso in cui la destra ottenga un buon risultato elettorale. Ma a complicare i giochi, al fotofinish, potrebbe concorrere anche un'ulteriore incognita che incombe su entrambi i maggiori competitors: cosa succederebbe, infatti, se il forte recupero di cui, soprattutto nel Mezzogiorno, sembrano essere protagonisti i 5 Stelle di Giuseppe Conte, impedisse persino il formarsi di una qualsiasi maggioranza numerica, sia essa di destra o di sinistra? Forse a Mario Draghi incominciano a fischiare le orecchie.
A cura di Ferruccio Bovio Nel riprendere il discorso, interrotto ieri, su questi ultimi dieci giorni di campagna elettorale, non possiamo che trarre, senz'altro, delle lamentose conclusioni, pensando ai limiti di una legge che, come il tanto (e forse giustamente) bistrattato “Rosatellum”, consente ai partiti - che pure compongono una stessa coalizione - il massimo della concorrenza tra di loro, nella consapevolezza che comunque, alla fine, pur di governare, i voti ottenuti, anche su programmi molto diversi, andranno obbligatoriamente a sommarsi, senza fermarsi troppo a sottilizzare. Dopo il 25 settembre, è ovvio che un governo, in un modo o nell'altro, bisognerà pur farlo ed allora ribadiamo che, per quello che riguarda il centrodestra - come si è già detto ieri – verrà probabilmente a galla tutta una serie di contraddizioni di assoluta rilevanza sia sul piano geopolitico, che su quello economico o delle riforme istituzionali. Se andiamo, invece, a guardare a cosa bolle in pentola nel centro sinistra, destinato – stando almeno ai sondaggi – a subire una sonora sconfitta, la situazione, in una certa qual misura, appare paradossalmente già molto più chiara, anche se rassegnata. Non a caso - riferendosi proprio alla coalizione composta dal PD, da + Europa, da Sinistra e Verdi e da altre sigle minori - Enrico Letta ha dichiarato che lui a governare con la sinistra di Fratoianni e con l'ecologismo duro e puro di Bonelli non ci pensa affatto. E la cosa, vista sul piano strettamente politico, è più che comprensibile, dal momento che si sta parlando di uno schieramento elettorale che cerca di far convivere posizioni tradizionalmente conflittuali tra di loro, quali sono quelle che sono espressione di un riformismo liberale con altre che, invece, si rifanno a più lontane esperienze storiche di matrice massimalista. È però strano, che il segretario del PD un'affermazione del genere l'abbia fatta proprio mentre è ancora in pieno svolgimento la campagna elettorale...In sostanza, Enrico Letta dice, a chiare lettere, che il centro sinistra ha già rinunciato in partenza a porsi come possibile alternativa di governo, puntando al massimo a ridimensionare il quasi certo successo dello schieramento avversario ed accontentandosi semplicemente di complicare un po' di più il compito di Giorgia Meloni o di chi, comunque, cercherà di dare vita ad un esecutivo di destra…. Francamente, non ricordiamo una campagna elettorale che, dalla nascita della Seconda Repubblica in poi, si sia caratterizzata per tanto pressapochismo... È, infatti, dal 1994 che le coalizioni guidate da Berlusconi si scontrano con quelle formate dagli antiberlusconiani, prospettando soluzione di governo tutte discutibili, ma almeno ben distinte ed alternative tra di loro. Il rischio di una caotica ingovernabilità in cui non si capisce bene chi sta con chi o contro cosa, sembra, pertanto, elevatissimo, anche nel caso in cui la destra ottenga un buon risultato elettorale. Ma a complicare i giochi, al fotofinish, potrebbe concorrere anche un'ulteriore incognita che incombe su entrambi i maggiori competitors: cosa succederebbe, infatti, se il forte recupero di cui, soprattutto nel Mezzogiorno, sembrano essere protagonisti i 5 Stelle di Giuseppe Conte, impedisse persino il formarsi di una qualsiasi maggioranza numerica, sia essa di destra o di sinistra? Forse a Mario Draghi incominciano a fischiare le orecchie.
A cura di Ferruccio Bovio Nel riprendere il discorso, interrotto ieri, su questi ultimi dieci giorni di campagna elettorale, non possiamo che trarre, senz'altro, delle lamentose conclusioni, pensando ai limiti di una legge che, come il tanto (e forse giustamente) bistrattato “Rosatellum”, consente ai partiti - che pure compongono una stessa coalizione - il massimo della concorrenza tra di loro, nella consapevolezza che comunque, alla fine, pur di governare, i voti ottenuti, anche su programmi molto diversi, andranno obbligatoriamente a sommarsi, senza fermarsi troppo a sottilizzare. Dopo il 25 settembre, è ovvio che un governo, in un modo o nell'altro, bisognerà pur farlo ed allora ribadiamo che, per quello che riguarda il centrodestra - come si è già detto ieri – verrà probabilmente a galla tutta una serie di contraddizioni di assoluta rilevanza sia sul piano geopolitico, che su quello economico o delle riforme istituzionali. Se andiamo, invece, a guardare a cosa bolle in pentola nel centro sinistra, destinato – stando almeno ai sondaggi – a subire una sonora sconfitta, la situazione, in una certa qual misura, appare paradossalmente già molto più chiara, anche se rassegnata. Non a caso - riferendosi proprio alla coalizione composta dal PD, da + Europa, da Sinistra e Verdi e da altre sigle minori - Enrico Letta ha dichiarato che lui a governare con la sinistra di Fratoianni e con l'ecologismo duro e puro di Bonelli non ci pensa affatto. E la cosa, vista sul piano strettamente politico, è più che comprensibile, dal momento che si sta parlando di uno schieramento elettorale che cerca di far convivere posizioni tradizionalmente conflittuali tra di loro, quali sono quelle che sono espressione di un riformismo liberale con altre che, invece, si rifanno a più lontane esperienze storiche di matrice massimalista. È però strano, che il segretario del PD un'affermazione del genere l'abbia fatta proprio mentre è ancora in pieno svolgimento la campagna elettorale...In sostanza, Enrico Letta dice, a chiare lettere, che il centro sinistra ha già rinunciato in partenza a porsi come possibile alternativa di governo, puntando al massimo a ridimensionare il quasi certo successo dello schieramento avversario ed accontentandosi semplicemente di complicare un po' di più il compito di Giorgia Meloni o di chi, comunque, cercherà di dare vita ad un esecutivo di destra…. Francamente, non ricordiamo una campagna elettorale che, dalla nascita della Seconda Repubblica in poi, si sia caratterizzata per tanto pressapochismo... È, infatti, dal 1994 che le coalizioni guidate da Berlusconi si scontrano con quelle formate dagli antiberlusconiani, prospettando soluzione di governo tutte discutibili, ma almeno ben distinte ed alternative tra di loro. Il rischio di una caotica ingovernabilità in cui non si capisce bene chi sta con chi o contro cosa, sembra, pertanto, elevatissimo, anche nel caso in cui la destra ottenga un buon risultato elettorale. Ma a complicare i giochi, al fotofinish, potrebbe concorrere anche un'ulteriore incognita che incombe su entrambi i maggiori competitors: cosa succederebbe, infatti, se il forte recupero di cui, soprattutto nel Mezzogiorno, sembrano essere protagonisti i 5 Stelle di Giuseppe Conte, impedisse persino il formarsi di una qualsiasi maggioranza numerica, sia essa di destra o di sinistra? Forse a Mario Draghi incominciano a fischiare le orecchie.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7137LA MOSSA DI LETTA PER RIPORTARE IL PD AL GOVERNO di Rino CammilleriIl Vernacoliere è un giornale che si stampa a Livorno ed è noto per la sboccataggine del suo linguaggio, che è appunto vernacolo toscano coniugato in livornese stretto. Non ha alcun rispetto per nessuno, nemmeno per la sua area politica di riferimento, quella comunista. Proprio a Livorno, infatti, nacque il Pci per scissione. E fino a qualche tempo fa la tifoseria calcistica era self-nomata «Brigate Stalin». Una sola cosa superava ogni altra: la rivalità campanilistica con la vicina Pisa. Le battute che vertevano sul tema «i pisani sono tutti brutti, sporchi & cattivi» e le innumerevoli varianti il cui limite era solo la fantasia, su quel foglio hanno infallibilmente trovato spazio e risalto.Ho diramato richiesta circolare ad amici locali per sapere come la redazione ha preso l'avvento proprio di un pisano alla direzione del Pd, ma non ho ancora avuto risposta. Ho avuto, tanti anni fa, la ventura di partecipare a un dibattito al quale era invitato anche Enrico Letta, prima che questi intraprendesse la carriera politica. Ne ricavai un'impressione neutra, né buona né cattiva. Niente, insomma. Il passare del tempo mi ha confermato. Come diceva Oscar Wilde, solo i superficiali non giudicano dalle apparenze. Ebbene, oggi, al cospetto di una tornata elettorale che si preannuncia epocale, l'uomo, diventato capo della sinistra, presenta un programma apparentemente suicida, data la situazione disperata, economicamente ed energeticamente parlando, del Paese: Ius scholae, matrimonio same-sex, legge Zan, legge sul fine-vita. Vuol perderle, queste elezioni? Sembrerebbe di sì, dato il non-programma.In realtà nel Pd le teste pensanti sono altre. Sanno che perderanno, ma mirano a ben altro. Cioè, a lanciare un segnale di fedeltà alla sinistra americana, in base al principio: perdiamo oggi, ma vinciamo domani, così come abbiamo fatto a suo tempo a Roma lasciando la patata bollente alla Raggi. Poi, guerra spietata, anche nelle piazze, per far sì che il prossimo Presidente della Repubblica sia ancora una volta nostro. E continueremo a comandare noi anche senza voti. La sinistra americana, se ci fate caso, sta assumendo sempre più un volto "italiano", Mani Pulite docet. Il mitico Fbi, infatti, sta facendo di tutto per togliere di mezzo la concorrenza di destra ai dem per via giudiziaria, amministrativa e poliziesca.Il mitico Fbi dei telefilm e dei film, infatti, non si è nemmeno accorto che in sala a sentire Salman Rushdie c'era un estremista islamico. Eggià: il deep state è troppo concentrato su Trump, perché sa che il popolo è con lui. Così da noi. Ed ecco la strategia: è ineluttabile che vinca la destra; lasciamola fare, anzi, agevoliamola. Gli anni che ci aspettano sono una patata ben più bollente che la Roma della monnezza, dei cinghiali e degli autobus autocomburenti. Quasi sicuramente la destra al governo fallirà creando scontenti pari alle aspettative. Così, l'Italia tornerà in bocca al Pd o quel che sarà allora (magari avrà assunto come simbolo l'asinello americano, tanto per essere chiari ed espliciti), il quale nel frattempo avrà lavorato dietro le quinte per blindare il deep state anche in Italia. Questa si chiama lungimiranza politica. Farina del sacco di Letta? Seeeeh...Nota di BastaBugie: Ruben Razzante nell'articolo seguente dal titolo "La disperazione della sinistra orfana di Draghi" racconta come Enrico Letta in un mese sia passato dal campo largo al campo vago, nel quale non si sa bene chi ci sia e con quale seguito elettorale.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 10 settembre 2022:Alla vigilia del black-out di 15 giorni nella diffusione di sondaggi e intenzioni di voto, il centrodestra conserva e, secondo alcuni analisti, incrementa il suo vantaggio sugli avversari. La forbice tra le due principali coalizioni rimane superiore ai 20 punti percentuali, anche perché i voti a sinistra si disperdono tra Pd, cespugli post-comunisti, Terzo Polo (Calenda-Renzi) e Movimento Cinque Stelle.Ma va detto che, al di là dei sondaggi, la sinistra ci sta mettendo molto del suo per rendere la sua probabile sconfitta ancora più cocente. Enrico Letta in un mese è passato dal campo largo al campo vago, nel quale non si sa bene chi ci sia e con quale seguito elettorale. Le contraddizioni nei proclami della sinistra continuano ad essere stridenti e l'elettorato è sempre più confuso.Anzitutto sulla famosa Agenda Draghi si sta consumando una delle peggiori ipocrisie di questo periodo. L'Agenda Draghi non è più difesa neppure dallo stesso Draghi e dal suo attuale esecutivo, visto che lo scioglimento delle Camere ha rivoluzionato il calendario delle scadenze e dei progetti, come si è visto anche due giorni fa nelle votazioni sul nuovo decreto aiuti, che è stato boicottato per ragioni elettorali da alcune forze che formalmente fanno ancora parte del Governo, come il Movimento Cinque Stelle. Inoltre il premier se ne guarda bene dal parteggiare per una forza politica e ha deciso di mantenere un basso profilo proprio perché, con ogni probabilità, non ha piacere che Letta, Calenda e altri candidati rivendichino il copyright dell'agenda Draghi e usino il suo nome per finalità propagandistiche.E poi, sempre secondo le ultime rilevazioni degli istituti di sondaggi, tutti i partiti anti-Draghi stanno un po' crescendo. Basti pensare a Fratelli d'Italia, ormai saldamente primo partito nel Paese, ma anche al Movimento Cinque Stelle, che un mese fa sembrava avviato al declino irreversibile e ora appare ringalluzzito e addirittura in sorpasso sulla Lega. Questo significa che il draghismo si è dissolto e ormai le forze politiche giocano tutte in proprio la loro battaglia per la sopravvivenza elettorale. Ma, come detto, le contraddizioni all'interno della coalizione guidata dal Pd sono davvero stridenti e riguardano una serie di temi cruciali per la campagna elettorale.Anzitutto la questione del presidenzialismo. Enrico Letta continua a sbraitare sostenendo che il centro-destra vorrebbe disarcionare Sergio Mattarella subito dopo il voto per eleggere un nuovo Presidente della Repubblica. In realtà ci sono settori del centro-sinistra e ambienti filo-americani che premono affinché al Quirinale salga Mario Draghi come ideale "tutore" di Giorgia Meloni, sempre più proiettata verso Palazzo Chigi. L'attuale premier, salendo al Colle, potrebbe vigilare sulla dialettica politica e impedire la temuta deriva sovranista che allontanerebbe l'Italia dall'influenza atlantica e della Nato e raffredderebbe, sempre secondo i detrattori del centro-destra, lo spirito europeista del nostro Paese. Seconda contraddizione riguarda la legge elettorale.Letta definisce anti-democratico il Rosatellum e accusa Renzi di averlo fatto approvare, ma omette un particolare: Renzi all'epoca era il segretario del Pd, il suo stesso partito. E poi è troppo comodo criticare il sistema di voto solo ora che Letta è sicuro di perdere, non essendo riuscito a creare quel fatidico "Fronte di liberazione nazionale contro l'avanzata delle destre". Il sistema elettorale delle elezioni amministrative invece gli va benissimo, perché al secondo turno la sinistra riesce sempre a prevalere, nonostante l'astensione sia elevatissima. Il valore di quelle elezioni è scarso, a causa della ridotta rappresentatività, ma alla sinistra interessa sempre e solo l'occupazione del potere, come conferma il fatto che da dieci anni a questa parte, pur non avendo mai vinto le elezioni politiche, riesce sempre ad andare al Governo. Singolare e surreale anche l'ultima l'uscita di Luigi Di Maio, il cui nuovo partito Impegno civico non si schioda da un risicato 1%, che non gli consentirà di prendere alcun parlamentare.L'attuale Ministro degli Esteri spera di essere eletto deputato nel collegio uninominale di Napoli Pomigliano, sua terra d'origine, grazie ai voti degli elettori del Pd che lui detestava e che l'hanno sempre odiato. Dopo aver promosso la scissione all'interno del Movimento 5 stelle, portandosi dietro oltre 60 parlamentari, Giggino sperava di raccogliere i frutti nelle urne ma la verità è che chi lo ha seguito si prepara a non rientrare in Parlamento, mentre il Movimento 5 stelle, da quando lui è uscito, ha guadagnato consensi. Il Ministro degli Esteri, sprezzante del ridicolo, ha sostenuto che soltanto il fronte progressista, al quale lui ha aderito frettolosamente, goffamente e per disperazione, "difende gli interessi dell'Italia, mentre il centro-destra pensa solo a litigare".Probabilmente ha sbagliato discorso, perché avrebbe dovuto dire l'esatto contrario e cioè che nella sinistra si litiga furiosamente, tanto che le divisioni sono sfociate nella nascita del Terzo Polo e nel muro contro muro tra Letta, Calenda e Conte, mentre il centro-destra, sia pure con diverse sfumature su temi importanti, rimane unito e nei collegi uninominali farà votare compattamente i suoi candidati, che dunque hanno concrete possibilità di prevalere un po' ovunque. Dopo il 25 settembre a sinistra, invece, i nodi verranno al pettine e ci sarà una vera e propria resa dei conti. L'appello al "voto utile" si sta rivelando un boomerang per Letta, che nell'ultima settimana ha perso quasi 2 punti nei sondaggi. Segno che nessuno a sinistra crede più nella rimonta e che si sta già pensando al dopo-Letta.
Domenica 25 settembre si vota per eleggere il nuovo parlamento. ma come e cosa si vota? Come funzioneranno le nuove aule a numero ridotto? E il funzionamento della legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum ve lo ricordate? Cosa dicono i sondaggi? E ancora, come mai gli italiani all'estero non possono votare alcuni partiti? Ne parliamo fra poco. Tutte le notizie qui: https://www.italiachecambia.org/rassegna-stampa/come-funziona-il-nuovo-sistema-elettorale_______________Abbonati: https://www.italiachecambia.org/abbonati/Decennale: https://www.italiachecambia.org/decennale/Seguici su:Telegram - https://t.me/itachecambiaInstagram (Italia che Cambia) - italiachecambiaInstagram (Andrea Degl'Innocenti) - deglinnocentiandreaFacebook - /itachecambia
25 septembre 2002 : les élections politiques en Italie marqueront-elles l'aube d'une nouvelle ère droitière ? Ce jour là, 400 députés et 200 sénateurs seront élus au cours d'un scrutin populaire à un tour. Le mode de scrutin combine de manière complexe élection majoritaire et proportionnelle, partis et coalitions : c'est le Rosatellum.Les sondages font augurer une nette victoire de la coalition dite de centre droit, entraînée par la très droitière leader de Fratelli d'Italia.L'ascension comme présidente du conseil de Giorgia Meloni, avec une carrière enracinée dans les milieux du post-fascisme, pourrait ouvrir des profondes fractures tant en Italie que dans l'Union Européenne. Est-ce la fin de notre lune de miel avec l'Italie et Venise ?Pour soutenir le podcast 100% indépendant et bénévole vous pouvez nous offrir un/des cafés.
A cura di Daniele Biacchessi Il sistema elettorale cosiddetto "Rosatellum" entra a gamba tesa nel già complicato dibattito politico della campagna elettirale. È accaduto che il segretario del PD Enrico Letta alla fine ha dovuto ammettere l'assoluta inefficacia della legge che non offre governabilità e allontana sempre più la politica dal Paese reale, dall'elettorato. Anzi fa di più. Da ragione a Giorgia Meloni di Fdl che nel 2017 si oppose al Rosatellum non votandolo. Tutta colpa di Matteo Renzi, secondo Letta, perché fu lui a volere fortemente la legge, tanto da chiamarla con il cognome del suo relatore, Rosato. Tutto ciò diviene paradossale, perché nel 2017 Renzi e Rosato erano del PD, quel partito che oggi, in calo di preferenze degli italiani, e con ogni probabilità destinato alla guida dell'opposizione, ha cambiato idea. Dur domande sorgono spontanea. Non ci si poteva accorgere già nel 2017 della assoluta inutilità del Rosatellum? In cinque anni perché non si è trovato l'accordo su un testo migliore da offrire agli italiani?
A cura di Daniele Biacchessi Il sistema elettorale cosiddetto "Rosatellum" entra a gamba tesa nel già complicato dibattito politico della campagna elettirale. È accaduto che il segretario del PD Enrico Letta alla fine ha dovuto ammettere l'assoluta inefficacia della legge che non offre governabilità e allontana sempre più la politica dal Paese reale, dall'elettorato. Anzi fa di più. Da ragione a Giorgia Meloni di Fdl che nel 2017 si oppose al Rosatellum non votandolo. Tutta colpa di Matteo Renzi, secondo Letta, perché fu lui a volere fortemente la legge, tanto da chiamarla con il cognome del suo relatore, Rosato. Tutto ciò diviene paradossale, perché nel 2017 Renzi e Rosato erano del PD, quel partito che oggi, in calo di preferenze degli italiani, e con ogni probabilità destinato alla guida dell'opposizione, ha cambiato idea. Dur domande sorgono spontanea. Non ci si poteva accorgere già nel 2017 della assoluta inutilità del Rosatellum? In cinque anni perché non si è trovato l'accordo su un testo migliore da offrire agli italiani?
A cura di Daniele Biacchessi Il sistema elettorale cosiddetto "Rosatellum" entra a gamba tesa nel già complicato dibattito politico della campagna elettirale. È accaduto che il segretario del PD Enrico Letta alla fine ha dovuto ammettere l'assoluta inefficacia della legge che non offre governabilità e allontana sempre più la politica dal Paese reale, dall'elettorato. Anzi fa di più. Da ragione a Giorgia Meloni di Fdl che nel 2017 si oppose al Rosatellum non votandolo. Tutta colpa di Matteo Renzi, secondo Letta, perché fu lui a volere fortemente la legge, tanto da chiamarla con il cognome del suo relatore, Rosato. Tutto ciò diviene paradossale, perché nel 2017 Renzi e Rosato erano del PD, quel partito che oggi, in calo di preferenze degli italiani, e con ogni probabilità destinato alla guida dell'opposizione, ha cambiato idea. Dur domande sorgono spontanea. Non ci si poteva accorgere già nel 2017 della assoluta inutilità del Rosatellum? In cinque anni perché non si è trovato l'accordo su un testo migliore da offrire agli italiani?
Si parla di tetto Ue al gas russo; dello scontro sul Rosatellum; del traffico tornato ai livelli pre-covid; del Forum del vino in Italia
Secondo la sesta rilevazione di Tecnè che analizza le propensioni di voto in vista della tornata elettorale del 25 settembre, nella prima settimana di questo mese è stata rilevata una leggere flessione sia per le coalizioni di destra che per quelle di sinistra.
Districarsi tra i meccanismi di una legge elettorale mista come quella attuale è un'impresa assai ardua, anche per gli addetti ai lavori. Eppure lì dentro sono scritte le regole che trasformeranno i voti reali in seggi parlamentari. Per questo è fondamentale arrivare il più preparati possibile all'appuntamento del prossimo 25 settembre.
Il sistema elettorale è il meccanismo che traduce i voti in seggi. La legge in vigore è il Rosatellum: è complesso e non piace a nessuno, eppure è così che eleggeremo il nuovo parlamento. In questa puntata Giulio Enea Vigevani, professore di diritto costituzionale, ci spiega come funziona.Fonti: I contributi audio di questo episodio sono tratti dalla puntata de "La corsa al voto", su LA7 del 29 agosto 2022, da liberoquotidiano.it del 4 maggio 2022, dalla puntata di "Otto e mezzo", su LA7, del 15 ottobre 2017, dal video pubblicato sul canale YouTube di Fratelli d'Italia il 13 ottobre 2017, dal video pubblicato sul canale YouTube di Articolo Uno del 12 ottobre 2017, dal video pubblicato sul canale YouTube de Il Sole 24 ore il 6 agosto 2022, da Ilfattoquotidiano.it del 20 aprile 2018 e del 7 febbraio 2012, dal video pubblicato sul canale YouTube Deputati PD il 13 ottobre 2017
Il Fatto di domani 24 agosto. La carica degli impresentabili verso il 25 settembre. Rosatellum, la legge dell'inciucio eredità di Renzi e Verdini. Sei mesi di guerra in Ucraina, come impatta sul conflitto l'attentato a Darya Dugina. E le altre notizie che troverete in edicola
A cura di Daniele Biacchessi Da oggi sul piano formale parte la campagna elettorale che culminerà con le votazioni del prossimo 25 settembre. Partiti e coalizioni presentano le proprie liste nelle varie Corti d'appello dislocate nei capoluoghi di Regione e province, e come in ogni elezione spuntano i nomi dei parlamentari confermati nel proprio collegio, quelli spediti altrove, gli esclusi. I trombati sono tanti a causa della riduzione dei deputati (400), e senatori (200). Con il motto "non c'è posto per tutti", i segretari dei partiti hanno dovuto compiere scelte difficili che non hanno soddisfatto tutti e che hanno causato forti malumori personali e politici. Ma i veri problemi si annidano tra le pieghe della iniqua ed inefficace legge elettorale con cui si vota il 25 settembre, il Rosatellum, e nel divieto di snellire la presentazione delle liste attraverso l'uso di tecnologie digitali come lo Spid. Il cosiddetto "Rosatellum" rappresenta nei fatti il fallimento della politica. I partiti non si sono voluti dare una legge adeguata, come dimostrato dalla recente crisi della maggioranza che ha sostenuto Mario Draghi. E in Italia l'unica legge elettorale che garantisce la stabilità politica è quella impiegata nella elezione dei sindaci: il maggioritario a doppio turno con l'indicazione del nome del Presidente per ogni lista, il ballottaggio, il premio di maggioranza. Il nuovo Parlamento che uscirà dal voto del 25 settembre sarà certamente instabile e le possibilità che possano giungere altre crisi politiche sono altissime, assolutamente prevedibili anche dagli stessi attori in campo. Riuscirà la nuova classe politica a superare la stagione del "Rosatellum" e avviare finalmente il percorso di una democrazia compiuta? Credits: Agenzia Fotogramma
Quella del 25 settembre è la prima elezione politica che si svolge in autunno dal 1919, ed è la prima in cui sarà eletto un numero di parlamentari quasi dimezzato rispetto al passato. E a decidere i nomi degli eletti sarà il Rosatellum, un sistema elettorale complesso, che mescola coalizioni e liste, proporzionale e uninominale.Ma quindi quanto conta davvero il nostro voto, con queste regole del gioco?Lo spiega, in questa puntata, il costituzionalista Alfonso Celotto.I contributi audio di questa puntata sono tratti dal film "Don Camillo", diretto da Julien Divivier, 1952, produzione Cineriz; dal Tg1 delle ore 7.30 del 22 settembre 2020; da Agenzia Vista del 10 ottobre 2017; dai canali YouTube di Deputati PD e Articolo Uno; da Terrazza PD dell'11 ottobre 2017, dal tg2 del 4 ottobre 2017 e dalle pagine Facebook di Silvio Berlusconi, Emma Bonino, Carlo Calenda, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Nicola Fratoianni, Enrico Letta, Giorgia Meloni, Matteo Renzi, Matteo Salvini, Giovanni Toti.
A cura di Daniele Biacchessi Da oggi sul piano formale parte la campagna elettorale che culminerà con le votazioni del prossimo 25 settembre. Partiti e coalizioni presentano le proprie liste nelle varie Corti d'appello dislocate nei capoluoghi di Regione e province, e come in ogni elezione spuntano i nomi dei parlamentari confermati nel proprio collegio, quelli spediti altrove, gli esclusi. I trombati sono tanti a causa della riduzione dei deputati (400), e senatori (200). Con il motto "non c'è posto per tutti", i segretari dei partiti hanno dovuto compiere scelte difficili che non hanno soddisfatto tutti e che hanno causato forti malumori personali e politici. Ma i veri problemi si annidano tra le pieghe della iniqua ed inefficace legge elettorale con cui si vota il 25 settembre, il Rosatellum, e nel divieto di snellire la presentazione delle liste attraverso l'uso di tecnologie digitali come lo Spid. Il cosiddetto "Rosatellum" rappresenta nei fatti il fallimento della politica. I partiti non si sono voluti dare una legge adeguata, come dimostrato dalla recente crisi della maggioranza che ha sostenuto Mario Draghi. E in Italia l'unica legge elettorale che garantisce la stabilità politica è quella impiegata nella elezione dei sindaci: il maggioritario a doppio turno con l'indicazione del nome del Presidente per ogni lista, il ballottaggio, il premio di maggioranza. Il nuovo Parlamento che uscirà dal voto del 25 settembre sarà certamente instabile e le possibilità che possano giungere altre crisi politiche sono altissime, assolutamente prevedibili anche dagli stessi attori in campo. Riuscirà la nuova classe politica a superare la stagione del "Rosatellum" e avviare finalmente il percorso di una democrazia compiuta? Credits: Agenzia Fotogramma
A cura di Daniele Biacchessi Da oggi sul piano formale parte la campagna elettorale che culminerà con le votazioni del prossimo 25 settembre. Partiti e coalizioni presentano le proprie liste nelle varie Corti d'appello dislocate nei capoluoghi di Regione e province, e come in ogni elezione spuntano i nomi dei parlamentari confermati nel proprio collegio, quelli spediti altrove, gli esclusi. I trombati sono tanti a causa della riduzione dei deputati (400), e senatori (200). Con il motto "non c'è posto per tutti", i segretari dei partiti hanno dovuto compiere scelte difficili che non hanno soddisfatto tutti e che hanno causato forti malumori personali e politici. Ma i veri problemi si annidano tra le pieghe della iniqua ed inefficace legge elettorale con cui si vota il 25 settembre, il Rosatellum, e nel divieto di snellire la presentazione delle liste attraverso l'uso di tecnologie digitali come lo Spid. Il cosiddetto "Rosatellum" rappresenta nei fatti il fallimento della politica. I partiti non si sono voluti dare una legge adeguata, come dimostrato dalla recente crisi della maggioranza che ha sostenuto Mario Draghi. E in Italia l'unica legge elettorale che garantisce la stabilità politica è quella impiegata nella elezione dei sindaci: il maggioritario a doppio turno con l'indicazione del nome del Presidente per ogni lista, il ballottaggio, il premio di maggioranza. Il nuovo Parlamento che uscirà dal voto del 25 settembre sarà certamente instabile e le possibilità che possano giungere altre crisi politiche sono altissime, assolutamente prevedibili anche dagli stessi attori in campo. Riuscirà la nuova classe politica a superare la stagione del "Rosatellum" e avviare finalmente il percorso di una democrazia compiuta? Credits: Agenzia Fotogramma
La legge elettorale italiana è un obbrobrio delirante. Su questo punto sono in pochi a dissentire. Domanda: chi l'ha concepita? E con quali intenti? Qui troverete una risposta a beneficio degli smemorati.Ma dal momento che andiamo a votare con queste regole, viene da chiedersi quali siano le implicazioni. In questo breve video, originariamente trasmesso in live (ma con pessima connessione e pertanto registrato di nuovo) vengono sottolineati alcuni semplici fatti.Le implicazioni sono piuttosto chiare: con il Rosatellum chi non si coalizza perde le elezioni in partenza. Per questo motivo si sono formate due coalizioni maggiori entrambe con elementi vistosi di disomogeneità. E' inutile fare le verginelle dai candidi manti. È la realtà. Ma se qualcuno preferisce ignorare la realtà e ridurre la politica a testimonianza sterile, si accomodi pure. Però onestà imporrebbe che dichiari esplicitamente quali sono le conseguenze (la vittoria schiacciante degli avversari) e che è pronto a subirle in nome della purezza politica.
Insieme a Lorenzo Pregliasco, Riccardo e Alessandro raccontano il funzionamento del nostro sistema elettorale e quello che dobbiamo aspettarci dalle prossime settimane di campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre.Ascolta "Italic", il nuovo podcast di Will: https://shor.by/F2KG
Lo speciale di 24 Mattino dedicato al particolare momento politico e all'inizio della corsa verso le elezioni del 25 settembre ha come ospite, oggi, il leader di Italia Viva Matteo Renzi. A seguire un'analisi su che tipo di alleanze e coalizioni siano piu' o meno convenienti in base al cosiddetto Rosatellum e la facciamo con il prof. Roberto D'Alimonte e infine una pagina dedicata alla politica estera in questa situazione delicata in attesa delle urne.
Oggi l'annuncio ufficiale: nessuna deroga al limite dei due mandati. Sul giornale di domani parla il leader del Movimento, allineato sulle posizioni del garante Grillo. Rosatellum: gli effetti delle scelte elettorali sui partiti
Uno speciale della radio dell'Avvocatura dedicato tutto alla legge elettorale... con l'On. Ettore Rosato come ospite d'eccezione!Con la conduzione di Milena Miranda e Marco Miccichè
Rosato Il rosato è un tipo di vino che incorpora parte del colore delle bucce, ma non abbastanza per qualificarlo come vino rosso...insomma…un po bianco e poco rosso…ma Rosato non è solo un vino, c'è la variante umana, tal Ettore, anche lui un po bianco, nasce infatti nella Democrazia Cristiana e vi rimane fino al 1994, poi approda nel Partito Pololare fino al 2002, poi in Democrazia e libertà fino al 2007, dal 2007 al 2019 milita nel Partito Democratico…e questa è la variante più rosé di Ettore, infine passa a Italia Viva…si vede che il PD per lui si avvicinava troppo al rosso e quel colore non è che gli piaccia poi molto, meglio il bianco…lo metti su tutto e lo abbini con tutto…ti permette di spaziare con la fantasia…sta benissimo anche con il verde lega o con l'azzurro Forza Italia…e addirittura col nero di Fratelli d'Italia… Ma perché parliamo di Ettore? Perché l'altro giorno Ettore Rosé, ha detto: "Conte ha sciupato la fiducia della maggioranza. Dica cosa vuole fare o il governo è finito", che se lo avesse detto Zingaretti, mi sarei anche preoccupato un po, ma lo ha detto uno di un partito I cui membri sono gli unici in Italia a poter festeggiare il natale tutti nello stesso appartamento…ma Vabbe siamo in democrazia e ognuno dice quello che vuole…comunque non vi parlo di lui solo per la frase pronunciata, ma anche per un altro motivo…vi dice niente la parola Rosatellum? Vi ricorda niente? A me si…il Rosatellum è quella "bellissimissima" legge elettorale fatta ad hoc nel 2017, per non far vincere alle elezioni il Movimento 5 Stelle…capito il caro Ettore Rosé, chi è? E lo sapete quella legge da chi è stata votata? Da tutti, tranne dal movimento 5 stelle...capito? Capito chi è Ettore Rosé?... Uno che se si andasse a votare domani mattina prenderebbe si e no I voti dei suoi familiari...e vabbe…forse era meglio parlare del vino…ma oggi è andata così.
La politica italiana Livello B2 C1 C2Achtung: ab Episode 30 sind die vollständigen Show-Notes nur noch für Premium Hörer verfügbar. Mehr Information unter https://www.il-tedesco.it/premium In questo podcast vi parlo della politica italiana. Come si vota in Italia, quali sono i partiti politici, chi è al governo in questo momento, quali sono le idee e i programmi dei partiti più importanti, com'é la situazione politica in Italia oggi.Buongiorno cari amici e amanti dell‘italiano dalla vostra insegnante Luisa.Visto che fra pochi giorni gli italiani dovranno andare a votare, oggi voglio parlarvi della politica italiana.Il 20 e 21 settembre in Italia ci sarà un referendum. E cosa significa referendum, mi chiederete voi!La parola referendum deriva dal latino „ad referendum“ cioè convocazione per riferire. I cittadini sono chiamati ad esprimere la loro opinione su una proposta e di solito il cittadino che vota per un referendum vota con un sì o con un no. Un esempio molto conosciuto è stato il referendum in Gran Bretagna con il quale gli inglesi dovevano decidere se stare o uscire dall‘Unione Europea: Brexit.Con il referendum italiano di quest‘anno i cittadini italiani devono decidere se vogliono approvare una legge che prevede la riduzione del numero dei parlamentari oppure respingere questa legge e tenere il numero dei parlamentari come è adesso.Per ridurre il numero dei politici al governo, e quindi di parlamentari e senatori, bisogna votare l'approvazione di una legge che permette di cambiare tre articoli della costituzione italiana. Questi articoli, scritti negli anni sessanta, prevedono un numero di 630 parlamentari alla camera e 315 senatori. Con questa legge si ridurrebbero i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 diventerebbero solo più 200.Ma vediamo um po' com'è la politica italiana.L'Italia è una repubblica democratica dal 2 giugno del 1946 quando gli italiani, con un referendum, hanno deciso di passare dalla monarchia alla repubblica e il 1 gennaio del 1948 è stata promulgata la Costituzione. Il presidente della Repubblica è la massima carica dello stato e rappresenta la sua unità. L'attuale presidente della repubblica è Sergio Mattarella, prima avvocato, giurista e poi politico è diventato presidente nel 2015. Il fratello Piersanti Mattarella è stato ucciso dalla Mafia nel 1980. Abita al Quirinale ed è eletto per sette anni.Il Parlamento ha il potere legislativo cioè quello di fare le leggi ed è costituito da due camere: la camera dei deputati, che ha sede a Palazzo Montecitorio, e il senato con i senatori con sede a Palazzo Madama. Il presidente del senato può essere chiamato ad eseguire il ruolo di presidente supplente, nel caso in cui il presidente sia malato, abbia dato le dimissioni o sia morto. Per questo motivo, anche se camera e senato hanno gli stessi poteri, il senato è detta camera alta mentre la camera è detta camera bassa.Il potere esecutivo invece, cioè chi applica le leggi, spetta al governo formato dal presidente del consiglio dei ministri e dai ministri. Il governo italiano è a Palazzo Chigi. Il presidente del consiglio dei ministri di adesso è Giuseppe Conte, ex avvocato, giurista e docente. È presidente del consiglio dal primo giugno 2018 prima con una coalizione dei partiti Movimento 5 Stelle e Lega, detto governo Conte I, e dopo una crisi, le dimissioni e la formazione di un nuovo governo, dal 5 settembre 2019 a capo del governo Conte II con una nuova coalizione dei partiti Movimento 5 Stelle, PD, Italia Viva, Liberi e Uguali. I giornalisti chiamano anche il governo con i colori adottati tradizionalmente dai partiti: il governo precedente era detto governo giallo-verde perché il simbolo del Movimento 5 stelle è giallo mentre quello della Lega è verde. L'attuale governo è detto giallo-rosso giallo del Movimento 5 stelle e rosso del PD Partito Democratico.Un altro dei poteri è la magistratura, organo indipendente dall'esecutivo e dal legislativo e si occupa di fare rispettare le leggi.Quali sono i partiti più importanti in Italia?Cominciamo allora da quelli che sono attualmente al governo:il Movimento 5 stelle, che i giornalisti all'estero descrivono come un partito di sinistra. Ecco questo non è vero. È un partito trasversale, cosa significa trasversale? Che non ha un'orientamento di destra, di sinistra o di centro, ma le idee politiche di questo partito uniscono aspetti della politica di sinistra di centro e di destra. Il partito democratico detto anche PD è un partito di centro-sinistra, intende consolidare una politica di riforme progressiste ed è per un'Europa unita. È nato dall'unione di diversi partiti per formare un unico partito di centro sinistra.La Lega invece è un partito di destra. Il nome vero all'inizio era Lega Nord perché il programma del partito era quello di separare il nord dal sud Italia e di chiamare il Nord Padania. Dal 1997 diventa Lega Nord ed è un partito nazionalista, federalista, cura soprattutto gli interessi del nord del paese.Forza Italia è il partito di un signore che si è fatto purtroppo conoscere in tutto il mondo e non per meriti ma più che altro per gaffe internazionali. Avete capito di chi parlo: Silvio Berlusconi e il suo partito è Forza Italia che è stato sciolto nel 2007 per fare un partito insieme ad altri partiti di destra, detto il Popolo della Libertà. Nel 2013 però il partito si scioglie, viene rifondata Forza Italia e una piccola parte di esponenti del vecchio partito fondano il Nuovo Centrodestra.Ma il partito più a destra nel panorama politico italiano è Fratelli d'Italia guidato da Giorgia Meloni. Nel suo simbolo c'è la fiamma tricolore storicamente utilizzato dal Movimento Sociale Italiano vecchio partito di ispirazione neofascista. Conservatore, tradizionale e sovranista, cioè nazionalista e contro le organizzazioni internazionali. Si dichiarano a favore della famiglia tradizionale e contro ogni forma di unione civile e studio di genere.Ci sono poi una miriade di piccoli partiti regionali.Interessante invece il Movimento delle Sardine, sono dei giovani che nel 2019 si riuniscono nelle piazze per protestare contro il sovranismo e il populismo dei partiti di destra in quel periodo al governo. La sardina è il simbolo del movimento e fa riferimento al modo di dire “stretti come le sardine” come per richiamare il desiderio di riempire le piazze, ma anche alla caratteristica di questi pesci: piccoli, indifesi, ma si muovono in gruppo e con forza.In Italia ci sono vari tipi di elezioni:elezioni politiche per eleggere i membri della Camera e del Senatoelezioni europee per eleggere i 76 membri del Parlamento Europeo che spettano all'Italia elezioni regionali per eleggere il presidente della Giunta regionale e del consiglio regionaleelezioni amministrative per eleggere il sindaco e il consiglio comunaleNormalmente si vota per ognuna di queste elezioni ogni cinque anni. Possono votare tutti i cittadini italiani che hanno raggiunto il diciottesimo anno di età per la Camera dei deputati e per il Senato possono votare tutti quelli che hanno raggiunto l'età di 25 anni.Il sistema elettorale è un po' complicato. Al momento attuale c'è un sistema elettorale misto chiamato Rosatellum bis, dal nome del suo relatore Ettore Rosato. È un sistema per un quarto proporzionale: con il quale il 64% dei seggi vengono eletti in collegi plurinominali proporzionali e gli elettori non esprimono preferenze. C'è una soglia di sbarramento, cioè è previsto un numero minimo di voti per poter partecipare alla ripartizione dei seggi, fissato al 3%. Un quarto invece ha un sistema maggioritario, cioè il restante 36% dei rappresentanti popolari viene eletto in collegi maggioritari uninominali dove si presentano più concorrenti ma solo uno vince. Dodici deputati e sei senatori sono poi scelti dagli italiani residenti all'estero.L'attuale legge elettorale è oggetto di critiche e si pensa di fare una riforma. Ma, mentre la Lega vorrebbe un sistema maggioritario, il Pd e il Movimento 5 Stelle rimangono per il sistema proporzionale. Salvini propone un sistema con il 75% maggioritario e il 25% proporzionale. Fratelli d'Italia, cioè la destra, propone un 64% maggioritario e un 34% proporzionale. Partito Democratico e Cinque Stelle propongono una legge chiamata Germanicum perché si ispira al modello tedesco. Questo sistema prevede l'abolizione dei collegi uninominali, l'innalzamento della soglia di sbarramento al 5%, cioè minimo un 5% di voti per partecipare alla distribuzione dei seggi e l'introduzione del diritto di tribuna per non lasciare fuori i partiti più piccoli che, pur non avendo raggiunto il 5% dei voti a livello nazionale, ma hanno successo a livello regionale possono entrare in parlamento.E dopo tutta questa spiegazione difficile, difficile, e magari anche un po' noiosa, vi insegno alcuni modi di dire con la politica:fare la politica dello struzzo: non voler vedere la realtà, ignorare la realtà per non prendere decisioni, esattamente come fa lo struzzo che mette la testa nella sabbia quando si avvicina un pericolo.La politica del carciofo: modo di agire che arriva al risultato desiderato per gradi, con fasi successive, a piccoli passi. L'origine è di una frase detta dal re di Sardegna, Carlo Emanuele III, che alla fine del 1700, disse che l'Italia era come un carciofo e, come tale, andava mangiata una foglia per volta. La politica della lesina: é una politica del risparmio come quella adottata subito dopo l'unità d'Italia per risanare il bilancio dello stato.La politica delle mani nette: é la politica di rinuncia. Il primo ministro Cairoli nel 1878 al congresso di Berlino indetto da Bismark per rivedere la politica dei Balcani, usò questa espressione per dire che il governo italiano si asteneva, non voleva decidere in questioni internazionali.
Ci siamo, quindi: dopo una lunga ed estenuante campagna elettorale, domenica 4 marzo andremo a votare per le elezioni politiche con un nuovo sistema elettorale e prospettive molto incerte per la composizione del futuro governo del Paese. In questa terza puntata parliamo innanzitutto di come si vota e del funzionamento del “Rosatellum”, cioè del nuovo sistema con cui i nostri voti saranno convertiti in seggi parlamentari; e poi parliamo di quello che succederà dal 5 marzo in poi, e quindi dei possibili scenari futuri per la composizione del governo. Compreso lo scenario in cui, beh, torniamo subito a votare. Non parleremo solo di politica, però, perché la notte tra il 4 e il 5 marzo le elezioni non saranno l'unica storia da seguire: a Los Angeles saranno assegnati gli Oscar, i premi più famosi e importanti del cinema mondiale, durante una serata che in passato ha fornito moltissimi momenti da ricordare. E parliamo di come ha fatto la Norvegia – un Paese di appena cinque milioni di abitanti – a vincere le Olimpiadi invernali di Pyeongchang stracciando nazioni ben più attrezzate e popolose.Questa puntata è stata realizzata con il contributo di SecondChef. Vai su http://www.secondchef.it e utilizza il promocode "POSTCAST" fino al 21/3/2018.
Alessandro Chiaramonte, ordinario di sistema politico italiano, elezioni e sistemi elettorali all'Università di Firenze ; Ugo Magri, editorialista de La Stampa.
Città da conquistare, truppe schierate nei territori, sfide da vincere. Metaforicamente, la campagna elettorale può essere paragonata a una battaglia. In questo episodio capiamo cosa succede nel "Game of Votes": chi vince forma il governo, chi perde è fuori, costretto a stare all'opposizione. Come dice Cersei Lannister, «Non c'è via di mezzo». O forse sì?
Città da conquistare, truppe schierate nei territori, sfide da vincere. Metaforicamente, la campagna elettorale può essere paragonata a una battaglia. In questo episodio capiamo cosa succede nel "Game of Votes": chi vince forma il governo, chi perde è fuori, costretto a stare all'opposizione. Come dice Cersei Lannister, «Non c'è via di mezzo». O forse sì?
Andrea Marcucci, senatore PD ; Lorenzo Pregliasco, co-fondatore e direttore You Trend ; Alessandro Campi, dirige l'Istituto di Politica.
Nuova puntata di Tralerighe, condotta come sempre da Sergio Pasetto.
Parte 1 - Piero Fassino da' 7 al 'Rosatellum' e dice che Renzi pensò anche a lui per il Quirinale e Dario Ginefra, ieri in volo con Lotito, ci racconta della telefonata incriminata riguardo la sua presenza alla Sinagoga.....
Parte 2 - Piero Fassino da' 7 al 'Rosatellum' e dice che Renzi pensò anche a lui per il Quirinale e Dario Ginefra, ieri in volo con Lotito, ci racconta della telefonata incriminata riguardo la sua presenza alla Sinagoga.....
Parte 3 - Piero Fassino da' 7 al 'Rosatellum' e dice che Renzi pensò anche a lui per il Quirinale e Dario Ginefra, ieri in volo con Lotito, ci racconta della telefonata incriminata riguardo la sua presenza alla Sinagoga.....
la piazza della città di radio3 con 'baaria' di giuseppe tornatore, con pietro del soldà, florinda fiamma e gli ascoltatori gianni, annamaria e raffaele.
le opinioni di sabino cassese, giudice emerito della corte costituzionale.
l'intervento di laura bazzicalupo, che insegna filosofia politica all'università di salerno.
le tesi di paolo pombeni, professore emerito di storia contemporanea a bologna.
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Il meglio della settimana 9-15 ottobre. Le future larghe intese figlie del Rosatellum bis. La lettera d'addio di Loris Bertocco, fondatore dei Verdi, disabile, morto in Svizzera con suicidio assistito. Cinquant'anni dalla morte di Che Guevara. La corruzione nella vita quotidiana.
Il meglio della settimana 9-15 ottobre. Le future larghe intese figlie del Rosatellum bis. La lettera d'addio di Loris Bertocco, fondatore dei Verdi, disabile, morto in Svizzera con suicidio assistito. Cinquant'anni dalla morte di Che Guevara. La corruzione nella vita quotidiana.
Sabino Cassese Giudice Emerito della Corte Costituzionale .
La rinascita di Milano. Banche dietro le quinte. Rosatellum, manuale d'uso. Il caso Weinstein a Hollywood. Il partito di Sgarbi
Parte 1 - Alessia Morani dice che il Rosatellum passerà al 100, Emanuele Fiano pure ne è convinto, il Generale Pappalardo dice che Di Battista, in piazza, è stato applaudito, Mogol dice che come giudice di "X Factor" stonerebbe e Ignazio La Russa voterebbe 'si' al referendum in Lombardia.....
Parliamo con Roberto Bolelli Presidente di Trieste Sommersa Diving del Parco Navale di Trieste. In studio Marco Vitrotti e Paolo Agostinelli.In onda ogni giorno dal Lunedì al Venerdì dalle 16:30!
Parte 2 - Alessia Morani dice che il Rosatellum passerà al 100, Emanuele Fiano pure ne è convinto, il Generale Pappalardo dice che Di Battista, in piazza, è stato applaudito, Mogol dice che come giudice di "X Factor" stonerebbe e Ignazio La Russa voterebbe 'si' al referendum in Lombardia.....
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Parte 3 - Antonio Padellaro dice che Pisapia, sulle alleanze, cambia idea dalla mattina alla sera, Danilo Toninelli dice che "....Renzi, Berlusconi, Alfano e Salvini sono quattro zozzoni!", Pippo Civatidice che a Renzi non piace il Rosatellum 2.0 e Maurizio Gasparri ne ha per tutti compreso Roberto Saviano.....
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Parte 3 - Davide Zoggia dice che Matteo Renzi ha distrutto il PD, Maurizio Costanzo dice che gli piacerebbe vedere D'Alema premier, il parroco di Matteo Renzi gli suggerisce di pregare per i suoi 'nemici', dunque pure per D'Alema e l'avvocato Besostri dice che il 'Rosatellum 2.0', al momento, è incostituzionale.......
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Las Vegas, è stato terrorismo? Il punto sulle indagini. Legge elettorale, cosa prevede il ‘Rosatellum’. Verso il Referendum per l’autonomia in Veneto e Lombardia. Il Cdm approva il decreto per promuovere il cinema italiano in tv....
Parte 1 - Ettore Rosato dice che il "Rosatellum 2.0" passerà al 99 per cento, Gianluigi Paragone probabilmente non farà un programma su La7, Federico Pizzarotti dice che Di Maio candidato premier era una scelta già fatta da anni e il maestro Raoul Casadei ci racconta di quando ha cantato con Renzi......
Parte 2 - Ettore Rosato dice che il "Rosatellum 2.0" passerà al 99 per cento, Gianluigi Paragone probabilmente non farà un programma su La7, Federico Pizzarotti dice che Di Maio candidato premier era una scelta già fatta da anni e il maestro Raoul Casadei ci racconta di quando ha cantato con Renzi...... -
Parte 3 - Ettore Rosato dice che il "Rosatellum 2.0" passerà al 99 per cento, Gianluigi Paragone probabilmente non farà un programma su La7, Federico Pizzarotti dice che Di Maio candidato premier era una scelta già fatta da anni e il maestro Raoul Casadei ci racconta di quando ha cantato con Renzi......
Emanuela Orlandi, il giallo e il nuovo dossier. Violenza sulle donne, dati e strumenti per contrastarla. Legge elettorale, si riparte con il Rosatellum bis. Referendum Catalogna, il punto. In chiusura, il Trevignano FilmFestival.