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Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Mar 4] Commento: Il premio dell’abbandono.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Mar 3, 2025 2:41


Nel nostro Monastero celebriamo oggi la Festa del Santo Volto di Gesù, la messa e le letture sono proprie. Per comodità dei nostri lettori inseriamo il commento per le letture del giorno e non quelle della solennità del Santo volto. Lasciare tutto per seguire Cristo è virtù di pochi. È frutto di una iniziativa divina, di una chiamata speciale e di una grazia speciale. Gesù ripeteva ai suoi: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”. Oggi Pietro tenta di fare i conti con Cristo e gli dice: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù sa cogliere il senso recondito della espressione dell’apostolo e gli risponde a proposito: «In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto, in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi». Così viene spiegato cosa intendeva dire il Signore quando sul lago di Tiberiade chiamando a se Pietro e compagni disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ecco spiegato per sempre i motivi veri del benessere di cui godono tanti consacrati e consacrate: è il risultato di una solenne promessa mai smentita da Cristo. È l’ottimo contratto che egli, nella sua benevolenza, ha voluto stipulare con tutti coloro che hanno lasciato tutto per seguirlo. Questa promessa però non è esclusiva; Gesù la vuole estenderla a tutti coloro che affermano con la vita il primato di Dio in loro, dice infatti: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”. Egli vuole così renderci interiormente liberi e sgombri da preoccupazioni terrene: “Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?”. Quando manca la fiducia in Dio, nella sua divina provvidenza, subentrano in noi gli affanni e ci carichiamo di preoccupazioni. Costatiamo poi che non può essere l’affanno a risolvere i problemi: “E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro”. Il Signore infonda in noi questa fede! - Santo Volto Guardaci con misericordia.

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia V Domenica T. Ord. - ANNO C (Lc 5,1-11)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Feb 5, 2025 8:45


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8065OMELIA V DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 5,1-11) di Giacomo Biffi L'episodio celebre della pesca miracolosa ci rivela alcuni particolari interessanti sul modo che aveva Gesù di affrontare i piccoli problemi della sua attività missionaria e soprattutto si dimostra carico di insegnamenti preziosi circa la vita della Chiesa e la vita religiosa dell'uomo.Il fatto si colloca entro il quadro dell'attività apostolica che il Signore svolge in Galilea, nei paesi che fanno corona al grande lago di Genezaret (o mare di Tiberiade). Siamo presumibilmente a Cafarnao, il villaggio dove Pietro con suo fratello Andrea e Giacomo con suo fratello Giovanni e il padre Zebedeo avevano costituito una piccola azienda di pesca. I quattro futuri apostoli sono già stati affascinati dalla forte personalità del giovane Maestro e già gli sono assidua mente vicini come fedeli discepoli, ma ancora non hanno abbandonato l'esistenza consueta, ancora vivono in famiglia, ancora attendono al loro lavoro.È di mattina. È verosimile che Gesù a quell'ora abbia cercato sulla riva del mare un po' di quiete per la sua preghiera. Ma ecco che la folla lo raggiunge, è impaziente di nutrirsi della parola di Dio, gli fa ressa intorno, così che diventa per lui difficile sia sottrarsi sia farsi agevolmente ascoltare. Allora, dimostrando tutto il suo senso pratico, egli sale sulla barca di Simone e chiede al proprietario di scostarsi un poco da terra in modo che - difeso dai pochi metri d'acqua - egli possa comodamente rivolgersi alla gente, che di istinto si è distribuita e ordinata lungo tutta la spiaggia. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca, che così diventa come una cattedra da cui la divina verità si irradia sulla famiglia umana.A questo punto, non è difficile scorgere nella narrazione un significato simbolico e una riferibilità alla nostra problematica religiosa.Simone, come è chiamato all'inizio del racconto, diventa nel momento culminante dell'episodio Simon Pietro. D'ora in poi, il Vangelo di Luca lo chiamerà soltanto Pietro, il nome profetico che Gesù gli ha assegnato per indicare la sua preminente funzione ecclesiale.E la barca di Pietro, nella lettura concorde della tradizione, si fa la raffigurazione perspicua della Chiesa, guidata da lui e dai suoi successori nella tormentata navigazione della storia, sempre sbattuta dalle tempeste ma sempre a galla, sempre intenta a gettare le reti della salvezza.Mantenendoci alla luce di questa interpretazione, ci limiteremo a riflettere su tre frasi del dialogo che qui è intercorso tra il Redentore e il primo dei suoi apostoli, su cui, come su una roccia, è fondata la Chiesa.LA CHIESA NON FALLISCE PERCHÉ NON ASCOLTA LE VOCI DEL MONDOPrendi il largo. L'invito di Gesù giunge inaspettato e stupisce quegli abili pescatori, che già avevano lavorato inutilmente tutta la notte e non avvertivano nessuna voglia di riprendere la fatica nell'ora più sfavorevole. Ma il Signore è perentorio, soprattutto perché, più che ai pesci, pensa alla missione della sua Chiesa nel mondo.Perciò la sua voce risuona ancora viva e attuale all'orecchio del primo responsabile della barca apostolica e dei suoi compagni di lavoro: Prendi il largo.Prendi il largo: non aver paura ad avventurarti lontano dalle opinioni della folla; dalle insipienze che dominano la scena del mondo, le quali, anche se sono collettive e di attualità, non cessano per questo di essere assolute insipienze; dalle diffuse regole di comportamento, ispirate dall'egoismo, dall'individualismo e dall'assenza di ogni superiore speranza; dalla cultura del vuoto, dell'insignificanza, dell'assurdo, che, pur ammantandosi di apparenze raffinate e scintillanti, abbaglia i sensi e inaridisce i cuori.Prendi il largo, Chiesa di Dio, se vuoi che il tuo impegno abbia un esito positivo e la tua pesca di uomini riesca fruttuosa: una Chiesa assimilata e mondanizzata non converte nessuno. Non aver paura di sentirti sola, se il tuo Signore è con te. Non dare ascolto a chi ti vuole a ogni costo insabbiata, col pretesto di farti avvicinare alle realtà della terra. Se ti insabbi, diventi inutile, perché sei fatta per navigare.LA CHIESA È FORTE PERCHÉ HA TOTALE FIDUCIA IN DIO E ADERISCE FERMAMENTE ALLA SUA LEGGESulla tua parola getterò le reti. È la risposta di Pietro, che così supera di colpo tutto quanto gli sarebbe stato suggerito dalle sue cognizioni, dalle sue esperienze, dalle sue umane capacità.Non sono le nostre fatiche notturne o diurne; non è il nostro continuo discutere, il nostro progettare e il nostro affannarci a rendere davvero efficace e feconda la nostra presenza nel mondo e la nostra azione pastorale. È la forza della nostra fede: Sulla tua parola. È la convinzione che il Signore Gesù è con noi, sulla nostra stessa barca, e sa dare energia e valore alla nostra povera testimonianza, alla nostra debole e discorde operosità, alla nostra stessa esistenza di persone che vivono nel mondo senza accettarne la tirannica signorìa.Il segreto della vitalità della Chiesa non sta tanto nella sua ansia di rendersi più credibile e accettabile agli uomini, quanto nella sua umile e sincera volontà di essere più credente e più vicina a Dio e alla sua legge d'amore.L'ESPERIENZA DEL TRASCENDENTE ESALTA E ATTERRISCEAllontanati da me, che sono un peccatore. Ci appaiono le parole di un animo sconvolto, tanto più se si pensa che sono state pronunciate nello spazio ristretto di una barca, dove nessuno può discostarsi troppo dagli altri.Pietro, come Paolo sulla via di Damasco, come Isaia nella visione del tempio, è squassato da questa repentina esperienza del trascendente, che al tempo stesso lo esalta e lo atterrisce.Come si vede da tutti e tre questi casi esemplari, il contatto con Dio provoca come contraccolpo il senso della propria indegnità. Quando il Signore si fa vicino, subito ci si vede non sufficientemente immuni dalla colpa e improvvisamente ci si sente contaminati. Ogni seria vita ecclesiale comincia così: chi, almeno per un istante, ha percepito la prossimità e quasi l'imminenza del divino mistero, non sente più nessuna voglia di pensare alle colpe degli altri e di indignarsi per le ingiustizie che scorge attorno a sé.Tornerà, caso mai, a occuparsene solo per esprimere l'amore per i fratelli e la volontà di salvarli, ma senza acredine e senza zelo amaro, con il cuore penitente e desideroso di arrendersi all'iniziativa della grazia.La sua prima attenzione diventa allora quella di riuscire lui più giusto e più innocente, la sua aspirazione più intensa è di venir mondato col fuoco, come le labbra dell'antico profeta, purificate dal carbone ardente dei serafini.

Radio Romano
Isabela Tiberiade: Efter 80 år har romer fortfarande inte många minnesplatser där man kan hedra minnet av offren.

Radio Romano

Play Episode Listen Later Jan 7, 2025 26:00


Nyheter och program på romani. Lyssna på alla avsnitt i Sveriges Radio Play.

Equipaggiati
#260 - “Tu seguimi” ! - Giovanni 21:1-25

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Dec 27, 2024 9:04


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: “Tu seguimi” !Gesù appare in riva al mare di Galilea21 Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si manifestò in questa maniera.2 Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. 3 Simon Pietro disse loro: «Vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Uscirono e salirono [subito] sulla barca; e quella notte non presero nulla. 4 Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che fosse Gesù. 5 Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?» Gli risposero: «No». 6 Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci. 7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare. 8 Ma gli altri discepoli vennero con la barca, perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti, trascinando la rete con i pesci. 9 Appena scesero a terra, videro là della brace e del pesce messovi su, e del pane. 10 Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora». 11 Simon Pietro allora salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci; e, benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 13 Gesù [allora] venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce. 14 Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai [suoi] discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.Gesù e Pietro15 Quando ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». 17 Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità ti dico che quando eri più giovane ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti». 19 Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Detto questo, gli disse: «Seguimi».Il discepolo che Gesù amava20 Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul petto di Gesù e aveva detto: «Signore, chi è che ti tradisce?» 21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?» 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t'importa? Tu, seguimi». 23 Per questolascia un commentoSupport the show

Equipaggiati
#212 - Gesù cammina sull'acqua - Giovanni 6:16-29

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Oct 22, 2024 6:17


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Gesù cammina sul mare16 Quando fu sera, i suoi discepoli scesero al mare 17 e, montati in una barca, si diressero all'altra riva, verso Capernaum. Era già buio e Gesù non era ancora venuto presso di loro. 18 Il mare era agitato, perché tirava un forte vento. 19 Come ebbero remato per circa venticinque o trenta stadi, videro Gesù camminare sul mare e accostarsi alla barca; ed ebbero paura. 20 Ma egli disse loro: «Sono io, non temete». 21 Essi dunque lo vollero prendere nella barca, e subito la barca toccò terra là dove erano diretti.Gesù, il pane della vita22 Il giorno seguente, la folla che era rimasta sull'altra riva del mare si rese conto che là non c'era altro che una sola barca [, quella in cui erano saliti i discepoli,] e che Gesù non vi era salito con i suoi discepoli, ma che i discepoli erano partiti da soli. 23 Altre barche, intanto, erano giunte da Tiberiade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. 24 La folla, dunque, quando ebbe visto che Gesù non era là, e nemmeno i suoi discepoli, montò [anch'essa] in quelle barche e andò a Capernaum in cerca di Gesù. 25 Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei giunto qui?» 26 Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati. 27 Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha posto il proprio sigillo». 28 Essi dunque gli dissero: «Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» 29 Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». lascia un commentoSupport the Show.lascia un commentoSupport the show

Equipaggiati
#211 - Gesù sfama i 5.000 - Giovanni 6:1-15

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Oct 21, 2024 7:04


Moltiplicazione dei pani per cinquemila uomini6 Dopo queste cose Gesù se ne andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè il mare di Tiberiade. 2 Una gran folla lo seguiva, perché vedeva i segni che egli faceva sugli infermi. 3 Ma Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli.4 Or la Pasqua, la festa dei Giudei, era vicina.5 Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: «Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?» 6 Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare. 7 Filippo gli rispose: «Duecento denari di pani non bastano perché ciascuno [di loro] ne riceva un pezzetto». 8 Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, gli disse: 9 «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cosa sono per così tanta gente?» 10 Gesù disse: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini. 11 Gesù quindi prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì [ai discepoli, e i discepoli] alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero. 12 Quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda». 13 Essi quindi li raccolsero, e riempirono dodici ceste con i pezzi dei cinque pani d'orzo che erano avanzati a quelli che avevano mangiato.14 La gente dunque, avendo visto il segno che Gesù[a] aveva fatto, disse: «Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo». 15 Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, da solo.lascia un commentoSupport the show

Meditazioni e lezioni per giovani
Sulle rive del lago di Tiberiade 1

Meditazioni e lezioni per giovani

Play Episode Listen Later Aug 19, 2024 29:40


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Meditazioni e lezioni per giovani
Sulle rive del lago di Tiberiade 2

Meditazioni e lezioni per giovani

Play Episode Listen Later Aug 19, 2024 31:35


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Traditional Latin Mass Gospel Readings
June 2, 2024. Gospel John 6:56-59. External Solemnity of Corpus Christi

Traditional Latin Mass Gospel Readings

Play Episode Listen Later Jun 2, 2024 0:57


Douay-Rheims DR + LV Latin Vulgate Summa CatechismDouay-Rheims + Latin Vulgate < prevGospel According to St Johnnext >< prevChapter 6next >123456789101112131415161718192021 Christ feeds five thousand with five loaves. He walks upon the sea and discourses of the bread of life.  1 After these things Jesus went over the sea of Galilee, which is that of Tiberias.Post haec abiit Jesus trans mare Galilaeae, quod est Tiberiadis :  2 And a great multitude followed him, because they saw the miracles which he did on them that were diseased.et sequebatur eum multitudo magna, quia videbant signa quae faciebat super his qui infirmabantur.  3 Jesus therefore went up into a mountain, and there he sat with his disciples.Subiit ergo in montem Jesus et ibi sedebat cum discipulis suis.  4 Now the pasch, the festival day of the Jews, was near at hand.Erat autem proximum Pascha dies festus Judaeorum.  5 When Jesus therefore had lifted up his eyes, and seen that a very great multitude cometh to him, he said to Philip: Whence shall we buy bread, that these may eat?Cum sublevasset ergo oculos Jesus, et vidisset quia multitudo maxima venit ad eum, dixit ad Philippum : Unde ememus panes, ut manducent hi?  6 And this he said to try him; for he himself knew what he would do.Hoc autem dicebat tentans eum : ipse enim sciebat quid esset facturus.  7 Philip answered him: Two hundred pennyworth of bread is not sufficient for them, that every one may take a little.Respondit ei Philippus : Ducentorum denariorum panes non sufficiunt eis, ut unusquisque modicum quid accipiat.  8 One of his disciples, Andrew, the brother of Simon Peter, saith to him:Dicit ei unus ex discipulis ejus, Andreas, frater Simonis Petri :  9 There is a boy here that hath five barley loaves, and two fishes; but what are these among so many?Est puer unus hic qui habet quinque panes hordeaceos et duos pisces : sed haec quid sunt inter tantos?  10 Then Jesus said: Make the men sit down. Now there was much grass in the place. The men therefore sat down, in number about five thousand.Dixit ergo Jesus : Facite homines discumbere. Erat autem foenum multum in loco. Discumberunt ergo viri, numero quasi quinque millia.  11 And Jesus took the loaves: and when he had given thanks, he distributed to them that were set down. In like manner also of the fishes, as much as they would.Accepit ergo Jesus panes : et cum gratias egisset, distribuit discumbentibus : similiter et ex piscibus quantum volebant.  12 And when they were filled, he said to his disciples: Gather up the fragments that remain, lest they be lost.Ut autem impleti sunt, dixit discipulis suis : Colligite quae superaverunt fragmenta, ne pereant.  13 They gathered up therefore, and filled twelve baskets with the fragments of the five barley loaves, which remained over and above to them that had eaten.Collegerunt ergo, et impleverunt duodecim cophinos fragmentorum ex quinque panibus hordeaceis, quae superfuerunt his qui manducaverant.  14 Now those men, when they had seen what a miracle Jesus had done, said: This is of a truth the prophet, that is to come into the world.Illi ergo homines cum vidissent quod Jesus fecerat signum, dicebant : Quia hic est vere propheta, qui venturus est in mundum.  15 Jesus therefore, when he knew that they would come to take him by force, and make him king, fled again into the mountain himself alone.Jesus ergo cum cognovisset quia venturi essent ut raperent eum, et facerent eum regem, fugit iterum in montem ipse solus.  16 And when evening was come, his disciples went down to the sea.Ut autem sero factum est, descenderunt discipuli ejus ad mare.  17 And when they had gone up into a ship, they went over the sea to Capharnaum; and it was now dark, and Jesus was not come unto them.Et cum ascendissent navim, venerunt trans mare in Capharnaum : et tenebrae jam factae erant et non venerat ad eos Jesus.  18 And the sea arose, by reason of a great wind that blew.Mare autem, vento magno flante, exsurgebat.  19 When they had rowed therefore about five and twenty or thirty furlongs, they see Jesus walking upon the sea, and drawing nigh to the ship, and they were afraid.Cum remigassent ergo quasi stadia viginti quinque aut triginta, vident Jesum ambulantem supra mare, et proximum navi fieri, et timuerunt.  20 But he saith to them: It is I; be not afraid.Ille autem dicit eis : Ego sum, nolite timere.  21 They were willing therefore to take him into the ship; and presently the ship was at the land to which they were going.Voluerunt ergo accipere eum in navim et statim navis fuit ad terram, in quam ibant.  22 The next day, the multitude that stood on the other side of the sea, saw that there was no other ship there but one, and that Jesus had not entered into the ship with his disciples, but that his disciples were gone away alone.Altera die, turba, quae stabat trans mare, vidit quia navicula alia non erat ibi nisi una, et quia non introisset cum discipulis suis Jesus in navim, sed soli discipuli ejus abiissent :  23 But other ships came in from Tiberias; nigh unto the place where they had eaten the bread, the Lord giving thanks.aliae vero supervenerunt naves a Tiberiade juxta locum ubi manducaverunt panem, gratias agente Domino.  24 When therefore the multitude saw that Jesus was not there, nor his disciples, they took shipping, and came to Capharnaum, seeking for Jesus.Cum ergo vidisset turba quia Jesus non esset ibi, neque discipuli ejus, ascenderunt in naviculas, et venerunt Capharnaum quaerentes Jesum.  25 And when they had found him on the other side of the sea, they said to him: Rabbi, when camest thou hither?Et cum invenissent eum trans mare, dixerunt ei : Rabbi, quando huc venisti?  26 Jesus answered them, and said: Amen, amen I say to you, you seek me, not because you have seen miracles, but because you did eat of the loaves, and were filled.Respondit eis Jesus, et dixit : Amen, amen dico vobis : quaeritis me non quia vidistis signa, sed quia manducastis ex panibus et saturati estis.  27 Labour not for the meat which perisheth, but for that which endureth unto life everlasting, which the Son of man will give you. For him hath God, the Father, sealed.Operamini non cibum, qui perit, sed qui permanet in vitam aeternam, quem Filius hominis dabit vobis. Hunc enim Pater signavit Deus.  28 They said therefore unto him: What shall we do, that we may work the works of God?Dixerunt ergo ad eum : Quid faciemus ut operemur opera Dei?  29 Jesus answered, and said to them: This is the work of God, that you believe in him whom he hath sent.Respondit Jesus, et dixit eis : Hoc est opus Dei, ut credatis in eum quem misit ille.  30 They said therefore to him: What sign therefore dost thou shew, that we may see, and may believe thee? What dost thou work?Dixerunt ergo ei : Quod ergo tu facis signum ut videamus et credamus tibi? quid operaris?  31 Our fathers did eat manna in the desert, as it is written: He gave them bread from heaven to eat.Patres nostri manducaverunt manna in deserto, sicut scriptum est : Panem de caelo dedit eis manducare.  32 Then Jesus said to them: Amen, amen I say to you; Moses gave you not bread from heaven, but my Father giveth you the true bread from heaven.Dixit ergo eis Jesus : Amen, amen dico vobis : non Moyses dedit vobis panem de caelo, sed Pater meus dat vobis panem de caelo verum.  33 For the bread of God is that which cometh down from heaven, and giveth life to the world.Panis enim Dei est, qui de caelo descendit, et dat vitam mundo.  34 They said therefore unto him: Lord, give us always this bread.Dixerunt ergo ad eum : Domine, semper da nobis panem hunc.  35 And Jesus said to them: I am the bread of life: he that cometh to me shall not hunger: and he that believeth in me shall never thirst.Dixit autem eis Jesus : Ego sum panis vitae : qui venit ad me, non esuriet, et qui credit in me, non sitiet umquam.  36 But I said unto you, that you also have seen me, and you believe not.Sed dixi vobis quia et vidistis me, et non creditis.  37 All that the Father giveth to me shall come to me; and him that cometh to me, I will not cast out.Omne quod dat mihi Pater, ad me veniet : et eum qui venit ad me, non ejiciam foras :  38 Because I came down from heaven, not to do my own will, but the will of him that sent me.quia descendi de caelo, non ut faciam voluntatem meam, sed voluntatem ejus qui misit me.  39 Now this is the will of the Father who sent me: that of all that he hath given me, I should lose nothing; but should raise it up again in the last day.Haec est autem voluntas ejus qui misit me, Patris : ut omne quod dedit mihi, non perdam ex eo, sed resuscitem illud in novissimo die.  40 And this is the will of my Father that sent me: that every one who seeth the Son, and believeth in him, may have life everlasting, and I will raise him up in the last day.Haec est autem voluntas Patris mei, qui misit me : ut omnis qui videt Filium et credit in eum, habeat vitam aeternam, et ego resuscitabo eum in novissimo die.  41 The Jews therefore murmured at him, because he had said: I am the living bread which came down from heaven.Murmurabant ergo Judaei de illo, quia dixisset : Ego sum panis vivus, qui de caelo descendi,  42 And they said: Is not this Jesus, the son of Joseph, whose father and mother we know? How then saith he, I came down from heaven?et dicebant : Nonne hic est Jesus filius Joseph, cujus nos novimus patrem et matrem? quomodo ergo dicit hic : Quia de caelo descendi?  43 Jesus therefore answered, and said to them: Murmur not among yourselves.Respondit ergo Jesus, et dixit eis : Nolite murmurare in invicem :  44 No man can come to me, except the Father, who hath sent me, draw him; and I will raise

Tempo dello spirito
Chiese riformate ticinesi sostengono i richiedenti l'asilo

Tempo dello spirito

Play Episode Listen Later Apr 7, 2024 17:47


- «Venite a fare colazione»: l'invito di Gesù, che appare ai discepoli dopo essere risorto, sul mare di Tiberiade, ha il suono di una rinnovata speranza. La crocifissione non ha chiuso la storia, la speranza di una vita nella gioia è ancora presente. Questo è il racconto biblico su cui si sofferma nella sua meditazione il pastore riformato Daniele Campoli.- La colletta cantonale delle Chiese riformate, domenica 14 aprile, sarà dedicata all'Assistenza spirituale presso i centri federali per richiedenti l'asilo. In particolare, viene sostenuto il Progetto Lacai-Roì, uno sportello dedicato alle donne presso i centri di accoglienza. Con il presidente della Chiesa evangelica riformata nel Ticino, il pastore Stefano D'archino, raccontiamo perché e come è nato questo impegno a favore dei richiedenti l'asilo e in che modo le chiese sono impegnate a favore degli stranieri che arrivano in Svizzera.

Cinémas Les 400 coups
Bye bye Tiberiade - Rencontre - 26/02/2024

Cinémas Les 400 coups

Play Episode Listen Later Mar 28, 2024 38:15


La rencontre en présence de l'AFPS 49.

rencontre tiberiade
Pop Corn
BYE BYE TIBERIADE : Histoires de famille, famille de l'Histoire.

Pop Corn

Play Episode Listen Later Feb 20, 2024 1:56


Il y a trois ans, Lina Soualem, racontait l'impact du déracinement de ses grands-parents paternels, octogénaires qui se séparaient après soixante ans de vie commune dans Leur Algérie. Son nouveau documentaire, Bye Bye Tibériade fonctionne par effet autant inverse que miroir, en suivant le retour de sa mère, dans une Palestine natale qu'elle avait fui pour devenir actrice en France. Cette remontée des branches féminines de l'arbre généalogique est forcément une histoire de racines, celle de générations successives de femmes mais aussi celle de cette si singulière partie du monde. Le prisme de l'intime et de ses traumatismes qui émanent des archives familiales ricoche sur celui d'une Palestine aussi complexe que ce chemin vers une reconquête d'identité. Les deux s'entrelaçant au travers du récit d'une femme qui a décidé, il y a longtemps, de quitter sa terre pour échapper à un destin tracé par avance, superposé à celui d'un pays dont le sort reste plus que jamais entre les mains de ses colonisateurs. Les questionnements incessants d'une fille portant en elle un déracinement par procuration, dont elle est désireuse de s'en émanciper en visitant le passé dissimulé de sa mère, se font pour autant avec tendresse. Voire émotion quand elle se veut consolante des douleurs d'un ADN familial ou s'est implantée la géo-politique et ses tragédies. Bye bye Tibériade n'en est pas moins douloureux par les souvenirs et les regrets que ce dialogue fait remonter à la surface, mais c'est bien sa volonté d'apaiser autant que possible, des béances incurables que ce documentaire qui sait être autant journal de bord à la première personne que collectif, qui le rend particulièrement poignant. En salles le 21 février

Equipaggiati
#260 - “Tu seguimi” ! - Giovanni 21:1-25

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Dec 29, 2023 5:42


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: “Tu seguimi” !Gesù appare in riva al mare di Galilea21 Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si manifestò in questa maniera.2 Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. 3 Simon Pietro disse loro: «Vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Uscirono e salirono [subito] sulla barca; e quella notte non presero nulla. 4 Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che fosse Gesù. 5 Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?» Gli risposero: «No». 6 Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci. 7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare. 8 Ma gli altri discepoli vennero con la barca, perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti[a]), trascinando la rete con i pesci.9 Appena scesero a terra, videro là della brace e del pesce messovi su, e del pane. 10 Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora». 11 Simon Pietro allora[b] salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci; e, benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 13 Gesù [allora] venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce.14 Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai [suoi] discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.Gesù e Pietro15 Quando ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni[c], mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». 17 Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità ti dico che quando eri più giovane ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti». 19 Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Detto questo, gli disse: «Seguimi».Il discepolo che Gesù amava20 Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul petto di Gesù e aveva detto: «Signore, chi è che ti tradisce?» 21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?» 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t'importa? Tu, seguimi». 23 Per questo motivo si sparse tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto; Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morSupport the show

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#212 - Gesù cammina sull'acqua - Giovanni 6:16-29

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Play Episode Listen Later Oct 24, 2023 3:06


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Gesù cammina sul mare16 Quando fu sera, i suoi discepoli scesero al mare 17 e, montati in una barca[b], si diressero all'altra riva, verso Capernaum. Era già buio e Gesù non era ancora[c] venuto presso di loro. 18 Il mare era agitato, perché tirava un forte vento. 19 Come ebbero remato per circa venticinque o trenta stadi[d], videro Gesù camminare sul mare e accostarsi alla barca; ed ebbero paura. 20 Ma egli disse loro: «Sono io[e], non temete». 21 Essi dunque lo vollero prendere nella barca, e subito la barca toccò terra là dove erano diretti.Gesù, il pane della vita22 Il giorno seguente, la folla che era rimasta sull'altra riva del mare si rese conto che là non c'era altro che una sola barca [, quella in cui erano saliti i discepoli,] e che Gesù non vi era salito con i suoi discepoli, ma che i discepoli erano partiti da soli. 23 Altre barche, intanto, erano giunte da Tiberiade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. 24 La folla, dunque, quando ebbe visto che Gesù non era là, e nemmeno i suoi discepoli, montò [anch'essa] in quelle barche e andò a Capernaum in cerca di Gesù. 25 Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei giunto qui?» 26 Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati. 27 Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha posto il proprio sigillo». 28 Essi dunque gli dissero: «Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» 29 Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Support the show

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#211 - Gesù sfama i 5.000 - Giovanni 6:1-15

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Play Episode Listen Later Oct 23, 2023 2:42


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Gesù sfama i 5.000Moltiplicazione dei pani per cinquemila uomini6 Dopo queste cose Gesù se ne andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè il mare di Tiberiade. 2 Una gran folla lo seguiva, perché vedeva i segni che egli faceva sugli infermi. 3 Ma Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli.4 Or la Pasqua, la festa dei Giudei, era vicina.5 Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: «Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?» 6 Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare. 7 Filippo gli rispose: «Duecento denari di pani non bastano perché ciascuno [di loro] ne riceva un pezzetto». 8 Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, gli disse: 9 «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cosa sono per così tanta gente?» 10 Gesù disse: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini. 11 Gesù quindi prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì [ai discepoli, e i discepoli] alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero. 12 Quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda». 13 Essi quindi li raccolsero, e riempirono dodici ceste con i pezzi dei cinque pani d'orzo che erano avanzati a quelli che avevano mangiato.14 La gente dunque, avendo visto il segno che Gesù[a] aveva fatto, disse: «Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo». 15 Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, da solo.Support the show

PRIXM - Les Chauds de la Bible
Sur l'eau : Jésus marche et Pierre coule ?

PRIXM - Les Chauds de la Bible

Play Episode Listen Later Oct 13, 2023 15:34


Quelle est la symbolique du miracle de la marche sur l'eau ? N'y a-t-il pas un écho avec Moïse traversant la mer Rouge ?  Quelle est l'attitude des disciples ? Pourquoi Pierre tente sa chance et finit par couler ? Réponse avec Laurent Voulzy, Beyoncé et Basshunter

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia XIX Dom. Tempo Ord. - Anno A (Mt 14,22-33)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Aug 8, 2023 9:26


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7492OMELIA XIX DOM. TEMPO ORD. - ANNO A (MT 14, 22-33) di Giacomo BiffiLa pagina evangelica offertaci dalla Chiesa in questa domenica presenta alla nostra attenzione due quadri distinti: nel primo è raffigurata la solitaria, prolungata preghiera di Gesù sul monte; nel secondo vediamo i discepoli che in una fragile barca lottano contro il vento e la tempesta. Due scene molto diverse: una di contemplazione e di pace e una di fatica e di paura, ciascuna col suo dono e col suo insegnamento.IRRINUNCIABILE BINOMIO: PREGHIERA E IMPEGNO OPEROSOSalì sul monte, solo, a pregare. È una annotazione frequente nella narrazione evangelica, che sottolinea spesso come Gesù ricercava sempre, entro la sua giornata affaccendata, uno spazio per un po' di solitudine orante. La scorsa domenica abbiamo visto come il Signore, prima dell'episodio della moltiplicazione dei pani, si era ritirato in disparte, in un luogo deserto. Adesso, dopo che la folla si fu saziata, si allontana anche dagli apostoli per abbandonarsi da solo a una prolungata preghiera, che va dal tramonto fino verso la fine della notte. È per lui un'abitudine, una necessità si direbbe, di non lasciar passare giorno, per quanto intenso di lavoro a vantaggio degli altri, senza trovare un po' di tempo nel quale intrattenersi in modo totale col Padre. È sufficiente riflettere su questa condotta del Figlio di Dio per cogliere tutta la vuotezza e l'inconsistenza di molte opinioni correnti a proposito della preghiera; opinioni che possono sembrare a prima vista geniali e non conformiste, e sono soltanto il prodotto di spiriti che vivono in superficie e non sanno amare; opinioni dalle quali, poco o tanto, siamo influenzati tutti. Si dice qualche volta: la vera preghiera consiste nel far del bene agli altri, nel faticare con animo retto; basta fare il proprio dovere, esercitare la carità, impegnarsi per la giustizia. Ebbene, a Gesù non bastava. Tutta la sua vita era una laboriosa donazione ai fratelli; eppure egli non riteneva che fosse completa, senza questo colloquio segreto, appassionato, lungo col Padre. Certo, chi passasse tutto il tempo a pregare e poi non facesse il proprio dovere o si dimenticasse di aiutare gli altri, non sarebbe nel giusto e ci sarebbe da dubitare della autenticità della sua stessa orazione. Ma non è nel giusto neppure chi si dimentica di adorare, di ringraziare, di implorare il suo Creatore. Le due cose, come si vede, non solo non si escludono, ma si richiamano necessariamente in un retta esistenza cristiana. Si dice anche: io posso pensare sempre a Dio, anche durante le mie normali occupazioni. Tutta la mia giornata diventa così una preghiera, senza che sia indispensabile dedicare uno spazio esclusivo alle pratiche religiose. Ma l'esempio di Cristo mette in luce la vanità anche di questa seconda opinione. Siamo sinceri: le persone che ci interessano veramente, un po' di tempo per sé ce lo prendono. Se Dio non ci prende neppure dieci minuti al giorno, neppure un'ora alla settimana, vuol dire che non è tra quelli che contano per noi, vuol dire che è posto ai margini della nostra vita, vuol dire che non siamo capaci di un po' d'amore per lui.PREGHIERA INDIVIDUALE E PREGHIERA COMUNITARIAIn questi anni qualcuno ha insegnato che l'unica vera preghiera è quella comunitaria, mentre l'orazione individuale sarebbe un modo intimistico, sentimentale e dunque non autentico di pregare. Abbiamo visto che Gesù non è di questo parere. Egli prega insieme coi suoi apostoli, partecipa ai riti della sinagoga, si associa al culto ufficiale del suo popolo; ma desidera anche pregare appartato, nel silenzio della campagna deserta e delle cime dei monti, con la libertà di espressione che è propria di ogni spirito aperto, ricco, creativo. Così dobbiamo fare noi. La preghiera comunitaria è doverosa e irrinunciabile; se vogliamo che il Padre ci ascolti, dobbiamo imparare a fondere la nostra voce con quella dei nostri fratelli. Soprattutto dobbiamo imparare a partecipare tutti attivamente, consapevolmente e appassionatamente, alla preghiera liturgica, che è la voce della Chiesa (la sposa del Signore, sempre ascoltata e gradita a Dio), addirittura è la stessa voce del Cristo totale, di cui noi siamo il corpo. Ma questa non può essere la sola forma di preghiera. Anzi, essa stessa si trasformerebbe in un ritualismo senz'anima o in una manifestazione di pura fraternità umana, se ciascuno dei partecipanti non avesse anche una sua vita personale di orazione e non avesse il gusto di intrattenersi, nel segreto del suo cuore, in un rapporto suo proprio, unico,geloso, incomunicabile, con il Dio che è il centro e il senso della sua vita.QUANDO LA NOSTRA FEDE VIENE MESSA ALLA PROVAPassiamo al secondo quadro. Gli apostoli, che si erano imbarcati nel pomeriggio, a un certo momento sono sorpresi da uno di quegli improvvisi colpi di tempesta, che sono abbastanza frequenti sul mare di Tiberiade. E mentre scende la sera e la notte avanza con le sue angosce e i suoi incubi, lottano con tutte le forze contro la violenza delle onde, fino a che cominciano a disperarsi. Verso la fine della notte, Gesù venne verso di loro camminando sul mare. Non arriva subito. Nonostante l'urgenza che i suoi apostoli hanno di essere soccorsi, indugia molto a intervenire. Sono i ritardi di Cristo, gli inspiegabili ritardi di Cristo, che mettono a dura prova la nostra pazienza e la nostra fede. Capitano quei momenti, quando tutto sembra andare a rotoli, tutto sembra perduto, e noi abbiamo l'impressione di essere stati abbandonati. Le nostre invocazioni pare che trovino il cielo sordo o distratto. Il Signore non viene. La notte sembra non passare più e noi sentiamo che stanno per esaurirsi in noi tutte le scorte della speranza. Ma alla fine il Signore arriva. Verso la fine della notte, lui che ha detto: Ecco, io sono con voi ogni giorno, fino alla fine del mondo, si rende presente e ci rianima: Coraggio, sono io, non abbiate paura. C'è anche il comportamento di Pietro, che merita di essere considerato; Pietro, che ancora una volta appare generoso e spavaldo, entusiasta ed esitante, coraggioso fino alla temerarietà e pavido fino allo smarrimento. Il suo impetuoso desiderio di essere vicino a Gesù e di condividere con lui ogni esperienza, gli fa osare un'impresa superiore non solo alle sue forze native, ma anche alla esiguità della sua fede. E Gesù lo lascia fare; non pone limite alle sue aspirazioni, non lo trattiene entro i confini della prudenza. Così lo porta a convincersi della sua debolezza e lo aiuta a fondarsi più sicuramente sulla base dell'umiltà e della fiducia nel Signore. E alla fine lo salva. Ci riconosciamo un po' tutti in Pietro. La nostra vita e la nostra fede conoscono l'alternarsi della sicurezza gioiosa e della inquietudine, della esaltazione inebriante e del terrore che tutto si concluda con un naufragio senza ritorni. Ma non temiamo: la mano di Gesù c'è anche per noi. Anche a ciascuno di noi è rivolto il rimprovero pungente e dolce, che scuote e ridona fiducia: Uomo di poca fede, perché hai dubitato?

La Bibbia Oggi
La conversazione di Gesù con un discepolo fallito (Giovanni 21:1-19) - Fred Whitman

La Bibbia Oggi

Play Episode Listen Later Aug 15, 2022 41:19


Predicazione espositiva del Pastore Emerito Fred Whitman su Giovanni 21 versetti da 1 a 19. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 14 Agosto 2022.Titolo del messaggio: "La conversazione di Gesù con un discepolo fallito".GIOVANNI 21V1-191 Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si manifestò in questa maniera. 2 Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. 3 Simon Pietro disse loro: «Vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Uscirono e salirono sulla barca; e quella notte non presero nulla. 4 Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che fosse Gesù. 5 Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?» Gli risposero: «No». 6 Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci. 7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare. 8 Ma gli altri discepoli vennero con la barca, perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti), trascinando la rete con i pesci. 9 Appena scesero a terra, videro là della brace e del pesce messovi su, e del pane. 10 Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora». 11 Simon Pietro allora salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci; e, benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 13 Gesù venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce. 14 Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai suoi discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.15 Quando ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». 17 Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità ti dico che quando eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti». 19 Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Detto questo, gli disse: «Seguimi».

BASTA BUGIE - Cristianesimo
Sodoma e Gomorra vennero incenerite per davvero

BASTA BUGIE - Cristianesimo

Play Episode Listen Later Jun 28, 2022 8:50


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=68004SODOMA E GOMORRA VENNERO INCENERITE PER DAVVERO di Tommaso ScandroglioForse Sodoma e Gomorra furono distrutte da un meteorite. Se l'ipotesi fosse valida, la scienza confermerebbe i racconti biblici in cui si narra che "il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco".Il 20 settembre scorso su Nature è stato pubblicato un articolo dal titolo "Un'esplosione che ha coinvolto un'area delle dimensioni di Tunguska distrusse Tall el-Hammam, una città dell'età mediana del bronzo sita nella Valle del Giordano vicino al Mar Morto". Tunguska è una regione della Siberia dove nel 1908 si schiantò o un meteorite o una cometa. Molti studiosi identifcano Tall el-Hammam con Sodoma, altri invece no. Ma anche se fosse vera quest'ultima ipotesi l'impatto del meteorite in quella zona del Mar Morto fu così esteso che, come vedremo, interessò moltissime altre città limitrofe, tra cui è probabile Sodoma e Gomorra.Tall el-Hammam è diventato ormai da anni un sito archeologico che sorge tra il lago di Tiberiade e il Mar Morto. Questa città era la più fiorente nell'età del bronzo finchè nel 1.650 a.c. fu distrutta. Nello stesso periodo anche 15 città e 100 paesi limitrofi furono abbandonati e rimasero abbandonati per 300-600 anni. Cosa capitò a questi insediamenti?CHE FINE HANNO FATTO I MATTONI?Tall el-Hammam era una città fortificata, con case e palazzi: ogni costruzione era fatta di mattoni di fango. La cosa curiosa sta nel fatto che nel sito mancano all'appello milioni di mattoni. Che fine hanno fatto? I pochi mattoni rimasti appaiono fusi con tegole, processo che si può verificare solo con temperature superiori ai 1.400 gradi, poi gli archeologi hanno trovato grani di quarzo shockati che possono prodursi solo a pressioni elevatissime, ceramiche con vescicole interne che si possono formare solo intorno ai 1.500 gradi, materiali in carbonio anch'essi formati ad alte temperature ed ad alte pressioni e poi fuliggine, carbone e cenere, sferule ricche di ferro e silicio, alcune delle quali si formano a 1.590 gradi. Infine nelle fondamenta della città si è trovato iridio, metallo raro sul nostro pianeta, ma assai presente negli asteroidi.Archeologi, geologi, geochimici, geomorfologi, mineralogi, paleobotanici, sedimentologi hanno concluso che questi effetti possono essere spiegati non certo con incendi, eruzioni vulcaniche o terremoti, bensì con l'impatto in atmosfera di un asteroide o cometa. L'ipotesi più probabile è dunque che un piccolo asteroide o una cometa abbia impattato a 61mila chilometri all'ora con l'atmosfera, ad un'altezza di circa 4 chilometri di distanza dal suolo, provocando una esplosione che, a sua volta, ha generato una palla di fuoco che ha fuso tetti, qualsiasi struttura portante e suppellettili in ceramica. Alla palla di fuoco è seguita un'onda d'urto, iperveloce (circa 1.200 chilometri all'ora) ed ad altissima temperatura (circa 2mila gradi), che, con una pressione di 50 tonnellate al centimetro quadrato, ha polverizzato ogni cosa (le mura della città erano spesse 4 metri) e ovviamente tutta la popolazione di quei centri abitati, tra cui anche Gerico.DISTRUTTI PER SEMPRESi calcola che la popolazione dell'area passò da 40-60.000 abitanti a solo qualche centinaia dopo l'impatto. Per capire l'energia provocata da quell'impatto, i ricercatori fanno presente che questa esplosione è stata maggiore di quella avvenuta nel 1908 in Siberia che riguardava un bolide di 50 metri il quale ha generato un'energia mille volte superiore di quella di Hiroshima. La regione interessata da questo cataclisma cosmico, circa 25 chilometri di estensione, fu così sconvolta da questo evento - impossibile coltivare alcunché per centinaia di anni perché probabilmente i sali nebulizzati del vicino Mar Morto resero sterile il terreno - che fu ripopolata solo dopo 300-600 anni.La testimonianza orale di questa catastrofe naturale di eccezionali proporzioni si è sicuramente tramandata nei secoli fino a giungere all'autore o agli autori della Genesi che vissero nel VI-V sec. a.c. che così la riportarono: "Il sole spuntava sulla terra [...] quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Abramo [...] contemplò dall'alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace" (Gn 19, 23-28). Gli scettici hanno facile gioco ad obiettare che a posteriori si è qualificato un evento naturale come intervento divino e che, poi, un simile dio sarebbe il primo tra gli omofobi. I credenti invece sanno sia che la Bibbia non erra, sia che Dio può usare degli eventi naturali per punire.A leggere questa notizia si accostano mentalmente, da una parte, i vari Galantino, secondo i quali Sodoma fu risparmiata dalla bontà di Dio, quelli che non vogliono giudicare le condotte omosessuali (bene invece astenersi dal giudizio sulla responsabilità individuale), quelli che considerano giusto legittimare la unioni civili e, su altro versante, l'ira di Dio, feroce e rovente fino ai 2mila gradi, che polverizza, nel senso letterale della parola, tutto ad una velocità di 1.200 Km/h e con una pressione pari a cinque camion per centimetro quadrato, per rendere inospitale un territorio di 25 km per centinaia di anni. Incenerito in un lampo e grazie alla scienza anche il ritratto svenevole di un dio arrendevole e pacioccone che la propaganda clericale continua a propinarci da decenni.

Pregare con Sant'Egidio
Preghiera della sera. Meditazione di don Marco Gnavi sul Vangelo di Giovanni (Gv 6,22-35)

Pregare con Sant'Egidio

Play Episode Listen Later May 19, 2022 11:40


Il Vangelo di Giovanni ci narra di come Gesù avesse da poco moltiplicato i pani e i pesci e quanti erano stati saziati dalla sua misericordia lo cercavano. Gesù però non era sulla barca con i discepoli e per questo la folla da Tiberiade prese altre barche e si recò a Cafarnao alla sua ricerca. Ma anche noi cerchiamo il Signore e ci dirigiamo verso di lui. Ci orientano i segni che ci sono stati offerti: la preghiera per la pace, che abbiamo celebrato lunedì, con tutto il suo corollario di dolori di paesi di sofferenza, ci orienta il bisogno di senso in questo tempo così difficile, ci orienta verso Gesù la richiesta di dignità e di amore che sale dai più fragili. E abbiamo visto moltiplicare la compassione per le folle anche attraverso le nostre mani e i nostri cuori. Ma dov'è ora il Signore? Il Vangelo ricorda lo stupore di chi lo cercava e trovatolo al di là del mare gli dissero:”Rabbì quando sei venuto qua?”. E il Signore effettivamente li aveva preceduti, ma dovremmo dire sempre il Signore ci precede. Mentre camminiamo, lui è già qui ad attenderci, a interrogare il nostro cuore e il cuore di ogni comunità dei discepoli, la chiesa stessa. E chiede in maniera tanto chiara:”Procuratevi non il cibo che perisce ma quello che dura per la vita eterna e che il figlio dell'uomo vi darà, perché su di lui il padre Dio ha messo il suo sigillo”. Molte cose passano, ma c'è qualcosa che non passa: è la parola vivente del Signore Gesù, la sua presenza in mezzo a noi. La violenza di questo tempo mostra la vanità e la vacuità di tante cose Tutto può finire, tutto si può ridurre in nulla, ma attraverso le generazioni e in ogni condizione la parola di Dio è viva. Bisogna cercare non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna. https://www.santegidio.org/

Daf Yummy
Daf Yummy épisode 413 : Megila 6 (Alexis Rodgold & Charles Ackermann)

Daf Yummy

Play Episode Listen Later Dec 19, 2021 18:05


Podcast polyphone pour le daf 6 de Meguila. René prête sa voix à Flavius Josèphe pour nous expliquer l'origine de la ville de Tiberiade. L'étymologie suivant חז"ל et retour à "A l'heure des Nations", Daf Yomi 206 sur Yoma 10, par Charles. Et Alexis répondra à la question quand fêter Pourim quand il y a 2 mois de Adar.

Bella, prof!
La tempesta di Giona: Mc 4, 35-41

Bella, prof!

Play Episode Listen Later Jun 18, 2021 18:50


La barca affonda e Gesù dorme. I discepoli imprecano, quasi bestemmiano: "non ti importa di noi". Quando tutto sembra perduto, lui si sveglia e, come se niente fosse, ordina alla tempesta: "stai zitta!". E torna il sereno. È forse una delle più strane pagine del Vangelo di Marco, eppure una delle più dense dal punto di vista simbolico. Tutto comincia da un comando di Gesù al quale i discepoli non obiettano: "Passiamo all'altra riva!". Cioè andiamo da chi non ci vuole, da chi non ci aspetta, da chi pensa che siamo non solo inutili, ma persino dannosi. La riva opposta a Cafarnao sul lago di Tiberiade è infatti la riva dei non giudei, dei pagani, quella dove Gesù e i suoi giocano decisamente "fuori casa", con lo sfavore del pubblico. Le barche, la tempesta, il sonno, i pagani come destinazione sono un "già visto" per chi la Bibbia l'ha letta, almeno un po'. Sono gli stessi elementi di uno dei racconti più famosi e popolari di sempre: il profeta Giona, quello inghiottito e risputato da un grosso animale marino, forse, paradossalmente, l'elemento meno incredibile della storia. Giona è un profeta destinato ai pagani che, timoroso, fugge dalla sua missione impossibile di predicare a Ninive l'imminente distruzione. Sa infatti che fine fanno i profeti che annunciano sventure o, come diremmo oggi, portano sfiga. Come dimenticare il caso emblematico di Geremia, l'annunciatore della distruzione di Gerusalemme? I profeti come lui sono impopolari e destinati al fallimento, votati a una vita miserabile, emarginati e in costante pericolo. Giona si imbarca e dorme. Cade nel sonno incosciente di chi non vuole assumersi responsabilità. Poi però è costretto a confessare il suo tentativo di fuga e salva i marinai gettandosi nel mare. È l'unico modo per placare la tempesta. Inghiottito da un pesce enorme, viene portato risputato sulle rive di Ninive, la sua destinazione iniziale. Predica e, incredibilmente, la città più pagana del mondo si converte e si salva. Ma Giona non è un buon profeta, non solo perché prima ha cercato di fuggire, ma perché ora, dopo aver predicato, è arrabbiato e non capisce perché Dio non mantenga la sua parola. Vive il paradosso del profeta: salvando la città, la parola che aveva annunciato, la distruzione di Ninive, non si compie. E così viene presto dimenticato. Diventa noioso e lamentoso, al punto che persino gli alberi si stancano di dargli ombra. Si sente trattato da Dio in modo pessimo e viene da Lui giustamente rimproverato: salvare vite e ricondurre gli uomini al bene, per Dio è più importante della reputazione del suo profeta e persino della sua parola stessa. Un solo bambino di Ninive vale più della Bibbia e di tutti i suoi predicatori.Ma che centra Gesù con Giona? perché questo accostamento, decisamente voluto dall'evangelista? Perché Gesù è Giona come sarebbe dovuto essere. Il vero Giona. Giona è il segno e Gesù la realtà. Quello che offre la vita per salvare tutti, affinché la tempesta venga placata, ma non perché è costretto a farlo. Quello che va volentieri a Ninive e coinvolge i suoi nella stessa impresa. Quello che dorme, come Giona, ma consapevole come il contadino della parabola che la potenza del Regno di Dio che si sta scatenando è superiore a quella di ogni tempesta. Gesù è il Giona che prega nel profondo delle tenebre e nell'abisso della morte e risorge il Terzo Giorno per ogni uomo, vecchio, donna, bambino di Ninive e del mondo intero. Forse i "Giona" refrattari sono invece proprio i discepoli. Sono loro che devono imparare a somigliare al Maestro. Ma lo faranno con sincerità, generosità e persino eroismo solo dopo averlo bestemmiato un po' e dopo averlo temuto, anzichè amato. Così vanno le cose, strane e imprevedibili, del Regno di Dio.

BASTA BUGIE - Cristianesimo
L'insegnamento di Gesù dopo la Risurrezione

BASTA BUGIE - Cristianesimo

Play Episode Listen Later Apr 14, 2021 5:49


VIDEO: Tradizione e Sacra Scrittura ➜ https://www.youtube.com/watch?v=lDe8FTxF8_UTESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6542L'INSEGNAMENTO DI GESU' DOPO LA RISURREZIONE di Roberto de MatteiNella seconda settimana dopo Pasqua contempliamo Gesù che, dopo essere apparso agli Apostoli, rimane ancora visibilmente con loro, prima di ascendere al Cielo, non solo per confortarli e incoraggiarli ad affrontare le prove future, ma per spiegare loro quell'insegnamento di cui essi non avevano ancora compreso il significato profondo.Nei quaranta giorni che intercorrono tra la Risurrezione e l'Ascensione, Gesù non scrive, ma comunica a voce agli Apostoli la sua parola. Il suo è un insegnamento orale. La Rivelazione di Cristo è comunicata verbalmente e i primi a goderne come suoi testimoni furono i Dodici, che dopo la sua Morte e Risurrezione si erano ridotti ad undici.Ad essi Cristo comunicò la sua Rivelazione perché ad altri la comunicassero. E' un "altri" illimitato, come nota mons. Gherardini, che non si limita ai vicini, agli immediati interlocutori, ma si estende a tutte le genti, a tutte le generazioni, in ogni angolo della terra: "Andate e predicate il Vangelo a tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo".Gesù cioè istituisce la Tradizione come predicazione e ammaestramento per ogni popolo, in ogni dove e in ogni tempo, mediante la trasmissione orale della sua Rivelazione.GERARCHIA, DOTTRINA, SACRAMENTIGesù però non trasmette solo una dottrina. La Chiesa infatti non è una scuola di pensiero, ma è una società visibile, e il Signore dà ai suoi apostoli tutte le indicazioni per organizzare l'istituzione che avrebbe garantito, nel corso dei secoli, la trasmissione di questo insegnamento.Gesù inoltre, dopo aver spiegato agli Apostoli il significato profondo del Divin Sacrificio che essi avrebbero dovuto perpetuare, ne indica loro anche le modalità dell'esecuzione. La prima Messa, celebrata da san Pietro, seguì meticolosamente le indicazioni di Cristo.Dom Guéranger ricorda che tre cose sono necessarie alla Chiesa per l'esercizio della sua missione:1) la gerarchia, cioè una costituzione preparata dalla stessa mano del Figlio di Dio, e per mezzo della quale diventerà una società visibile e permanente;2) la dottrina, cioè il deposito lasciato nelle sue mani di tutte quelle verità che il suo celeste Sposo è venuto a rivelare o confermare quaggiù, ciò che comprende il diritto di insegnare e di farlo con infallibilità;3) finalmente, i sacramenti, mezzi efficaci per i quali i fedeli di Cristo saranno ammessi a partecipare alle grazie di salvezza e di santificazione che sono il frutto del Sacrificio offerto sulla croce.LA SUCCESSIONE APOSTOLICA E LA VALIDITÀ DEI SACRAMENTI"Gerarchia, dottrina, sacramenti: tali sono i punti essenziali e gravi, sui quali Gesù, durante quaranta giorni, dà le sue ultime e solenni istruzioni".La dottrina che Gesù Cristo insegnò ai suoi Apostoli per trasmetterla non si può separare dalla gerarchia che la trasmette. La successione apostolica è infatti la garanzia della retta trasmissione della dottrina. Ma la successione apostolica è a sua volta garantita dalla validità dei sacramenti, che sono i canali attraverso cui si trasmette la grazia santificante nella Chiesa e la Chiesa è santa per i suoi princìpi, per la sua costituzione gerarchica e per i suoi sacramenti.La fedeltà alla Chiesa, alla sua fede, alla sua gerarchia, ai suoi sacramenti. Ecco quello che il Signore chiede ancora ad ognuno di noi. Nessuno di questi elementi si può separare dall'altro. Non ci può essere la fede della Chiesa senza la sua autorità, né la sua autorità senza la sua fede. E per essere fedeli alla autorità e alla fede della Chiesa occorre l'aiuto soprannaturale che si ottiene attraverso i suoi sacramenti.Il Signore non abbandona chi si sforza di essergli integralmente fedele. Fu proprio nei giorni che intercorrono tra la Resurrezione e l'Ascensione che Gesù apparendo agli Apostoli sul lago di Tiberiade, promise di assistere i suoi discepoli ogni giorno, fino alla fine del mondo. Sono le parole con cui si conclude il Vangelo di san Matteo: "Ecco, Io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt, 28, 20).Queste parole consolanti devono risuonare ogni giorno nel nostro cuore.Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 53 minuti) dal titolo "Sacra Tradizione e Sacra Scrittura" Don Stefano Bimbi, parroco a Staggia Senese, leggendo il Catechismo della Chiesa Cattolica, spiega il rapporto che c'è tra la Parola di Dio trasmessa oralmente e la Parola di Dio scritta. Il video è tratto dal corso "Il Credo parola per parola" con decine di interessanti lezioni.https://www.youtube.com/watch?v=lDe8FTxF8_U

Loreair: Blog e tutorial Italia
AIRCAFE☕: Eagle Dynamics annuncia uscita mappa Syria

Loreair: Blog e tutorial Italia

Play Episode Listen Later Jul 10, 2020 8:03


Qui la versione video Aircafe, la pausa caffè, quasi quotidiana per parlare di aereonautica e si simulazione di volo in generale. testo Eagle dynamics qualche giorno fa ha annunciato l'uscita della prossima mappa chiamato anche terrain, la siria,( DCS SYRIA MAP ) ho pututo cercato di leggere tra le righe dove si estende questo nuovo dcs terrain, e ovviamente ne ho voluto parlare con te nei miei AIRCAFE. Posso subito dirti che non si tratta di tutta la SYRIA, ma solo di una parte, in questa mappa troviamo alcuni stati come la Giordania, Israele, lago di Tiberiade, spero anche che possa esserci la striscia di Gaza. Poi sempre dal video ho potuto vedere che si usa il mitico DCS F-16C, che sia la volta buona che vedremo i maverick su DCS? speriamo!!! Infine nel video vi parlo dei miei "non mi piace" e come combatterli per sconfiggerli definitivamente, in pratica basta mettere tanti mi piace ed iscriversi al canale. Ultima cosa che voglio dirti è che l'AIRCAFE sta per compiere un anno e mi piacerebbe festeggiarlo adeguatamente, nopn so' ancora cosa farò ma sicuramente entro il 22 luglio voglio davvero festeggiare adeguatamente questa rubrica che mi ha dato parecchie soddisfazioni. Happy landings I-LAIR --- Support this podcast: https://anchor.fm/loreair/support

Catechismo per bambini
99 - L’apparizione sul Lago di Tiberiade

Catechismo per bambini

Play Episode Listen Later Jun 21, 2020 15:27


Oggi facciamo un po’ di ricapitalizzazione e parliamo sulla apparizione di Gesù sul lago di Tiberiade. In quella occasione Gesù conferma San Pietro come capo visibile della Chiesa. Preghiamo per il Papa. Evviva il Papa.

Radio Bullets
«Voi siete il sale della Terra»

Radio Bullets

Play Episode Listen Later Sep 5, 2019 7:06


Un programma sui viaggi di Eleonora Viganò

Commento al Vangelo del giorno
Lunedì della X settimana del Tempo Ordinario

Commento al Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jun 11, 2017 13:03


BEATI NEL BEATOFratelli, è un lunedì meraviglioso; il Signore ci ama infinitamente, per questo ci dona di cominciare questa settimana con il compimento nella nostra vita del Mistero ineffabile che abbiamo celebrato ieri. Così questo lunedì diventa il prototipo di ogni lunedì, di ogni nuovo inizio della nostra vita, dopo una confessione o un'eucarestia ad esempio; oggi, infatti il Signore ci annuncia che siamo “beati”. Attenzione, siamo "beati" per ciò che viviamo nel presente al quale è già legato indissolubilmente quello che gusteremo nel futuro. "Beati", dunque, in questo momento, che abbraccia il presente qui sulla terra e il futuro nel Cielo, a cui possiamo credere proprio perché ne possiamo pregustare già qui la "beatitudine". Essere "beati" allora non è solo una promessa, ma è la nostra identità autentica, ed è anche la missione alla quale ci chiama. Sì, perché la “beatitudine” è, soprattutto, un “invio” a vivere quello che siamo, ad annunciare e a testimoniare la “beatitudine” che Cristo compie in noi nella Chiesa. “In ebraico la parola “ashrei” – felice – tradotta con "beato", non allude a sentimenti, sensazioni, stati d'animo, nemmeno a tranquillità e appagamento. Indica, invece, un “dinamismo”, tanto che la parola “beato” si potrebbe tradurre con "cammino rinnovato in ogni momento" (M. Vidal). La tradizione ebraica ha compreso le Dieci Parole ricevute sul Sinai - i "comandamenti" - come il "cammino" della vita: terminano infatti con "Fa questo", ovvero, cammina così, “e avrai la vita”. Su un’altra montagna, quella che s'innalza dolce dalle rive del lago di Tiberiade, in piena Galilea immagine della terra di missione, e sulla quale il Signore risorto ha dato appuntamento ai suoi apostoli per inviarli ad annunciare il Vangelo, Gesù ha consegnato alla Chiesa sua Sposa il famoso Discorso in cui è tracciato il cammino della Nuova Alleanza; e l'ouverture che ne sintetizza i contenuti è composta proprio con le note delle “beatitudini”. Oggi la Chiesa, nella quale il Signore "è tutti i giorni" con i discepoli, le consegna anche a noi, già compiute su un altro monte, il Golgota; sulla Croce, infatti, Gesù ha inciso con il suo sangue ogni “povertà di spirito”, “afflizione”, “fame di sete e giustizia”, “persecuzione a causa della giustizia”, “insulto” e “calunnia”, offrendo con “mitezza” ai suoi assassini la “misericordia” e la "pace” nel suo corpo; per questo ha ricevuto la “grande ricompensa” della resurrezione, la porta spalancata sull’autentica “terra” promessa, il Regno dei Cielo nel quale si è “saziato” di “consolazioni” nel “vedere” di nuovo il volto del Padre. Fratelli, Gesù è il “Figlio di Dio” che ha “ereditato” per noi il destino eterno di felicità che ci offre gratuitamente nella Chiesa attraverso la “misericordia” che ci rigenera per vivere secondo la volontà di Dio, cioè “beati”. Fratelli, Cristo è risorto, primizia dei “beati”!

Culti su Radio Beckwith
Culto Evangelico - Marcello Salvaggio - Esodo 15, V.V. 22-27, Giovanni 21 V.V. 1-14

Culti su Radio Beckwith

Play Episode Listen Later Apr 26, 2017 30:05


Esodo 15, V.V. 22-2722 Poi Mosè fece partire gli Israeliti dal mar Rosso ed essi si diressero verso il deserto di Sur; camminarono tre giorni nel deserto e non trovarono acqua. 23 Quando giunsero a Mara, non potevano bere l'acqua di Mara, perché era amara; perciò quel luogo fu chiamato Mara. 24 Allora il popolo mormorò contro Mosè, dicendo: «Che berremo?» 25 Egli gridò al SIGNORE; e il SIGNORE gli mostrò un legno. Mosè lo gettò nell'acqua, e l'acqua divenne dolce. È lì che il SIGNORE diede al popolo una legge e una prescrizione, e lo mise alla prova, dicendo: 26 «Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce».27 Poi giunsero a Elim, dov'erano dodici sorgenti d'acqua e settanta palme; e si accamparono lì presso le acque.Giovanni 21 V.V. 1-141 Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si manifestò in questa maniera.2 Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. 3 Simon Pietro disse loro: «Vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Uscirono e salirono sulla barca; e quella notte non presero nulla. 4 Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che era Gesù. 5 Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?» Gli risposero: «No». 6 Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci. 7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare. 8 Ma gli altri discepoli vennero con la barca, perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti), trascinando la rete con i pesci.9 Appena scesero a terra, videro là della brace e del pesce messovi su, e del pane. 10 Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora». 11 Simon Pietro allora salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci; e benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 13 Gesù venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce.14 Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai suoi discepoli, dopo esser risuscitato dai morti.

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Culto Evangelico - Marcello Salvaggio - Esodo 15, V.V. 22-27, Giovanni 21 V.V. 1-14

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Play Episode Listen Later Apr 26, 2017 30:05


Esodo 15, V.V. 22-2722 Poi Mosè fece partire gli Israeliti dal mar Rosso ed essi si diressero verso il deserto di Sur; camminarono tre giorni nel deserto e non trovarono acqua. 23 Quando giunsero a Mara, non potevano bere l'acqua di Mara, perché era amara; perciò quel luogo fu chiamato Mara. 24 Allora il popolo mormorò contro Mosè, dicendo: «Che berremo?» 25 Egli gridò al SIGNORE; e il SIGNORE gli mostrò un legno. Mosè lo gettò nell'acqua, e l'acqua divenne dolce. È lì che il SIGNORE diede al popolo una legge e una prescrizione, e lo mise alla prova, dicendo: 26 «Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce».27 Poi giunsero a Elim, dov'erano dodici sorgenti d'acqua e settanta palme; e si accamparono lì presso le acque.Giovanni 21 V.V. 1-141 Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si manifestò in questa maniera.2 Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. 3 Simon Pietro disse loro: «Vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Uscirono e salirono sulla barca; e quella notte non presero nulla. 4 Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che era Gesù. 5 Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?» Gli risposero: «No». 6 Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci. 7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare. 8 Ma gli altri discepoli vennero con la barca, perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti), trascinando la rete con i pesci.9 Appena scesero a terra, videro là della brace e del pesce messovi su, e del pane. 10 Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora». 11 Simon Pietro allora salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci; e benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 13 Gesù venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce.14 Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai suoi discepoli, dopo esser risuscitato dai morti.

Commento al Vangelo del giorno
IV Domenica del Tempo Ordinario. Anno A

Commento al Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jan 28, 2017 15:59


BEATI NOI PERCHE' CAMMINIAMO CON CRISTO SUL SENTIERO DELLA VITA Il Signore questa Domenica ci annuncia che siamo “beati”. Attenzione, siamo “beati” per ciò che viviamo nel presente al quale è già legato indissolubilmente quello che gusteremo nel futuro. “Beati”, dunque, in questo momento, che abbraccia il presente qui sulla terra e il futuro nel Cielo, a cui possiamo credere proprio perché ne possiamo pregustare già qui la “beatitudine”. Essere “beati” allora non è solo una promessa, ma è la nostra identità autentica, ed è anche la missione alla quale ci chiama. Sì, perché la “beatitudine” è, soprattutto, un “invio” a vivere quello che siamo, ad annunciare e a testimoniare la “beatitudine” che Cristo compie in noi nella Chiesa. “In ebraico la parola “ashrei” – felice – tradotta con “beato”, non allude a sentimenti, sensazioni, stati d’animo, nemmeno a tranquillità e appagamento. Indica, invece, un “dinamismo”, tanto che la parola “beato” si potrebbe tradurre con “cammino rinnovato in ogni momento” (M. Vidal). La tradizione ebraica ha compreso le Dieci Parole ricevute sul Sinai – i “comandamenti” – come il “cammino” della vita: terminano infatti con “Fa questo”, ovvero, cammina così, “e avrai la vita”. Su un’altra montagna, quella che s’innalza dolce dalle rive del lago di Tiberiade, in piena Galilea immagine della terra di missione, e sulla quale il Signore risorto ha dato appuntamento ai suoi apostoli per inviarli ad annunciare il Vangelo, Gesù ha consegnato alla Chiesa sua Sposa il famoso Discorso in cui è tracciato il cammino della Nuova Alleanza; e l’ouverture che ne sintetizza i contenuti è composta proprio con le note delle “beatitudini”. Oggi la Chiesa, nella quale il Signore “è tutti i giorni” con i discepoli, le consegna anche a noi, già compiute su un altro monte, il Golgota; sulla Croce, infatti, Gesù ha inciso con il suo sangue ogni “povertà di spirito”, “afflizione”, “fame di sete e giustizia”, “persecuzione a causa della giustizia”, “insulto” e “calunnia”, offrendo con “mitezza” ai suoi assassini la “misericordia” e la “pace” nel suo corpo; per questo ha ricevuto la “grande ricompensa” della resurrezione, la porta spalancata sull’autentica “terra” promessa, il Regno dei Cielo nel quale si è “saziato” di “consolazioni” nel “vedere” di nuovo il volto del Padre. Gesù è il “Figlio di Dio” che ha “ereditato” per noi il destino eterno di felicità che ci offre gratuitamente nella Chiesa attraverso la “misericordia” che ci rigenera per vivere secondo la volontà di Dio, cioè “beati”. Cristo è risorto, primizia dei “beati”! Entrando con Lui nella morte anche noi sperimenteremo la sua stessa “beatitudine”. Non ce ne sono altre, perché nessuna di quelle che offre il mondo, nessuna di quelle che oggi speriamo è incorruttibile. Che vuoi, guarire da una malattia? E chi non lo vorrebbe, e a volte Dio ce lo concede. Ma ci riammaleremo di nuovo. Se però nella malattia che ti “affligge” sperimenti già la “consolazione” di Cristo, che cioè è con-la tua solitudine e, abbracciandoti, ti fa distendere sulla Croce che “purifica” il tuo “cuore” da ogni menzogna del demonio per “vedere” il Padre tra le piaghe e i dolori, allora questa è la “beatitudine” vera, che non sfugge dalle mani, mai. Come quella di due fidanzati che possono sperimentare le primizie del “Regno dei Cieli” nel pudore, nella libertà, nella sincerità, nel rispetto e nella castità in cui imparano il dono reciproco, mentre sono “perseguitati a causa della giustizia” del mondo e della carne che li vorrebbe sottomettere alla dittatura del desiderio. Come quella di due sposi che, “operando la pace” donata loro da Cristo risorto nel perdono che prende su di sé il peccato dell’altro, fosse anche un tradimento, sperimentano la libertà senza limiti dei “figli di Dio” che non hanno nulla da difendere perché vivono già l’anticipo della vita celeste che è l’amore di Cristo che distrugge le barriere del peccato e della morte. Come quella di chi, “ammansiti”, cioè resi “miti” e senza pretese dinanzi alla storia e ai fratelli attraverso gli eventi dolorosi e difficili accettati perché illuminati nella Chiesa, “ereditano” in tutto e in tutti la “Terra” dove gustare il latte e il miele dell’amore e della misericordia di Dio. Allora coraggio fratelli, siamo “beati”, soprattutto quando “tutti” – anche chi ci è accanto ingannato dal demonio – ci ritengono dei “miserabili”, ovvero dei “pitocchi” e “rannicchiati per lo spavento” (secondo l’originale greco tradotto con “poveri”), cioè vigliacchi e inutili per aver creduto a Cristo e consegnato a Lui la vita. Per questo “insulteranno” noi e i nostri figli al lavoro e a scuola, e “ci perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di noi per causa” sua. Ma sarà proprio in quei momenti che gusteremo sino in fondo la “beatitudine” che sa di Paradiso, così soave da farci “esultare”, come i martiri durante il supplizio. Sì, perché la “fame di giustizia” che muove alla violenza il mondo dominato da satana e dalla sua ingiustizia, in noi è stata “saziata” dalla Giustizia di Cristo che ci ha amati così tanto da perdonarci e ricrearci in Lui; e ci ha fatto addirittura degni di assomigliargli nelle sofferenze, per ricevere nel Cielo – a cui crediamo e che attendiamo perché nella Chiesa ne stiamo pregustando l’amore – la sua stessa “ricompensa”, ovvero la vita eterna nell’eterna beatitudine. Per questo saremo “beati”, cioè “profeti” che, dalla Croce che tutti sfuggono, annunciano la Terra che tutti desiderano, il Regno preparato per ogni uomo le cui primizie risplendono in noi. Non dobbiamo far nulla, solo essere quello che siamo, rinnovati, sostenuti e guidati dalla Chiesa, entrando in questo lunedì così come si presenterà, accomodandoci all’ultimo posto, il più vicino al Cielo, dove c’è già Cristo, la nostra “beatitudine”.

Adi-Bollate Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale
Contempla il Figlio di Dio (Giovanni 6:22-59)- Samuele Plasmati

Adi-Bollate Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale

Play Episode Listen Later Oct 9, 2016 34:06


22 La folla che era rimasta sull’altra riva del mare aveva notato che non c’era là altro che una barca sola, e che Gesù non vi era entrato con i suoi discepoli, ma che i discepoli erano partiti da soli. 23 Altre barche erano giunte da Tiberiade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che […]

Commento al Vangelo del giorno
Lunedì della X settimana del Tempo Ordinario

Commento al Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jun 5, 2016 24:44


IL COMMENTO BREVE "POCKET GOSPEL" E' IN FONDO ALL'APPLICAZIONE----Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:“Beati i poveri in spirito,perché di essi è il regno dei cieli.Beati gli afflitti,perché saranno consolati.Beati i miti,perché erediteranno la terra.Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,perché saranno saziati.Beati i misericordiosi,perché troveranno misericordia.Beati i puri di cuore,perché vedranno Dio.Beati gli operatori di pace,perché saranno chiamati figli di Dio.Beati i perseguitati per causa della giustizia,perché di essi è il regno dei cieli.Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”.-----BEATI NEL BEATO CHE HA VINTO LA MORTE E CI ATTIRA NELLA VITA NUOVA DEL CIELO GIA' QUI SULLA TERRAFratelli, è un lunedì meraviglioso; il Signore ci ama infinitamente, per questo ci dona di cominciare questa settimana con il compimento nella nostra vita del Mistero ineffabile che abbiamo celebrato ieri. Così questo lunedì diventa il prototipo di ogni lunedì, di ogni nuovo inizio della nostra vita, dopo una confessione o un'eucarestia ad esempio; oggi, infatti il Signore ci annuncia che siamo “beati”. Attenzione, siamo "beati" per ciò che viviamo nel presente al quale è già legato indissolubilmente quello che gusteremo nel futuro. "Beati", dunque, in questo momento, che abbraccia il presente qui sulla terra e il futuro nel Cielo, a cui possiamo credere proprio perché ne possiamo pregustare già qui la "beatitudine". Essere "beati" allora non è solo una promessa, ma è la nostra identità autentica, ed è anche la missione alla quale ci chiama. Sì, perché la “beatitudine” è, soprattutto, un “invio” a vivere quello che siamo, ad annunciare e a testimoniare la “beatitudine” che Cristo compie in noi nella Chiesa. “In ebraico la parola “ashrei” – felice – tradotta con "beato", non allude a sentimenti, sensazioni, stati d'animo, nemmeno a tranquillità e appagamento. Indica, invece, un “dinamismo”, tanto che la parola “beato” si potrebbe tradurre con "cammino rinnovato in ogni momento" (M. Vidal). La tradizione ebraica ha compreso le Dieci Parole ricevute sul Sinai - i "comandamenti" - come il "cammino" della vita: terminano infatti con "Fa questo", ovvero, cammina così, “e avrai la vita”. Su un’altra montagna, quella che s'innalza dolce dalle rive del lago di Tiberiade, in piena Galilea immagine della terra di missione, e sulla quale il Signore risorto ha dato appuntamento ai suoi apostoli per inviarli ad annunciare il Vangelo, Gesù ha consegnato alla Chiesa sua Sposa il famoso Discorso in cui è tracciato il cammino della Nuova Alleanza; e l'ouverture che ne sintetizza i contenuti è composta proprio con le note delle “beatitudini”. Oggi la Chiesa, nella quale il Signore "è tutti i giorni" con i discepoli, le consegna anche a noi, già compiute su un altro monte, il Golgota; sulla Croce, infatti, Gesù ha inciso con il suo sangue ogni “povertà di spirito”, “afflizione”, “fame di sete e giustizia”, “persecuzione a causa della giustizia”, “insulto” e “calunnia”, offrendo con “mitezza” ai suoi assassini la “misericordia” e la "pace” nel suo corpo; per questo ha ricevuto la “grande ricompensa” della resurrezione, la porta spalancata sull’autentica “terra” promessa, il Regno dei Cielo nel quale si è “saziato” di “consolazioni” nel “vedere” di nuovo il volto del Padre. Fratelli, Gesù è il “Figlio di Dio” che ha “ereditato” per noi il destino eterno di felicità che ci offre gratuitamente nella Chiesa attraverso la “misericordia” che ci rigenera per vivere secondo la volontà di Dio, cioè “beati”. Fratelli, Cristo è risorto, primizia dei “beati”! Entrando con Lui nella morte anche noi sperimenteremo, oggi, la sua stessa “beatitudine”. Non ce ne sono altre, perché nessuna di quelle che offre il mondo, nessuna di quelle che oggi speriamo è incorruttibile. Che vuoi, guarire da una malattia? E chi non lo vorrebbe, e a volte Dio ce lo concede. Ma ci riammaleremo di nuovo. Se però nella malattia che ti “affligge” sperimenti già la “consolazione” di Cristo, che cioè è con-la tua solitudine e, abbracciandoti, ti fa distendere sulla Croce che “purifica” il tuo “cuore” da ogni menzogna del demonio per “vedere” il Padre tra le piaghe e i dolori, allora questa è la “beatitudine” vera, che non sfugge dalle mani, mai. Come quella di due fidanzati che possono sperimentare le primizie del “Regno dei Cieli” nel pudore, nella libertà, nella sincerità, nel rispetto e nella castità in cui imparano il dono reciproco, mentre sono “perseguitati a causa della giustizia” del mondo e della carne che li vorrebbe sottomettere alla dittatura del desiderio. Come quella di due sposi che, “operando la pace” donata loro da Cristo risorto nel perdono che prende su di sé il peccato dell’altro, fosse anche un tradimento, sperimentano la libertà senza limiti dei “figli di Dio” che non hanno nulla da difendere perché vivono già l'anticipo della vita celeste che è l'amore di Cristo che distrugge le barriere del peccato e della morte. Come quella di chi, “ammansiti", cioè resi "miti" e senza pretese dinanzi alla storia e ai fratelli attraverso gli eventi dolorosi e difficili accettati perché illuminati nella Chiesa, "ereditano" in tutto e in tutti la "Terra" dove gustare il latte e il miele dell'amore e della misericordia di Dio. Allora coraggio fratelli, siamo "beati", soprattutto quando "tutti" - anche chi ci è accanto ingannato dal demonio - ci ritengono dei “miserabili”, ovvero dei “pitocchi” e “rannicchiati per lo spavento” (secondo l’originale greco tradotto con “poveri”), cioè vigliacchi e inutili per aver creduto a Cristo e consegnato a Lui la vita. Per questo "insulteranno" noi e i nostri figli al lavoro e a scuola, e "ci perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di noi per causa” sua. Ma sarà proprio in quei momenti che gusteremo sino in fondo la “beatitudine” che sa di Paradiso, così soave da farci “esultare”, come i martiri durante il supplizio. Sì fratelli, perché la “fame di giustizia” che muove alla violenza il mondo dominato da satana e dalla sua ingiustizia, in noi è stata “saziata” dalla Giustizia di Cristo che ci ha amati così tanto da perdonarci e ricrearci in Lui; e ci ha fatto addirittura degni di assomigliargli nelle sofferenze, per ricevere nel Cielo - a cui crediamo e che attendiamo perché nella Chiesa ne stiamo pregustando l'amore - la sua stessa “ricompensa”, ovvero la vita eterna nell'eterna beatitudine. Per questo oggi saremo “beati”, cioè “profeti” che, dalla Croce che tutti sfuggono, annunciano la Terra che tutti desiderano, il Regno preparato per ogni uomo le cui primizie risplendono in noi. Non dobbiamo far nulla, solo essere quello che siamo, rinnovati, sostenuti e guidati dalla Chiesa, entrando in questo lunedì così come si presenterà, accomodandoci all'ultimo posto, il più vicino al Cielo, dove c'è già Cristo, la nostra "beatitudine".

Oggetti del 2000, Alle otto della sera
OGGETTI DEL 2000 - puntata 15

Oggetti del 2000, Alle otto della sera

Play Episode Listen Later Apr 11, 2012 19:14


Quale rete - Dalla rete della pesca sul lago Tiberiade alla rete di internet e all'alfabetizzazione informatica

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