POPULARITY
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: "Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno". Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Giovanni +[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: "Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno". Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».Parola del Signore.
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: "Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno". Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8122SANTA MARIA MADDALENA DE' PAZZI: IN PARADISO NON SI VA IN CARROZZA di Don Stefano Bimbi Come mai facciamo tanta fatica ad accettare la vita cristiana per quello che è: una via crucis che ha come obiettivo la risurrezione?Santa Maria Maddalena de' Pazzi (1566-1607), al secolo Caterina, nacque a Firenze in una nobile famiglia. Fin dall'infanzia, Caterina dimostrò una profonda inclinazione spirituale e una sensibilità straordinaria verso la preghiera e la contemplazione. All'età di nove anni faceva veglie e digiuni impensabili per una bambina. Trascorreva ore in adorazione del Santissimo Sacramento ed aveva visioni celesti. Subito dopo la prima comunione fece voto di verginità.A 16 anni entrò nel monastero delle Carmelitane Scalze di Santa Maria degli Angeli a Firenze, assumendo il nome di Maria Maddalena. Qui si dedicò a un'esistenza di preghiera, penitenza e servizio. La sua vita fu caratterizzata da intensi fenomeni mistici con cui Dio la preparava a soffrire per riparare l'ingratitudine degli uomini verso Gesù.A diciannove anni, iniziò il suo Calvario. Il Signore le chiese di cibarsi di solo pane, di dormire solo cinque ore, di indossare la veste più povera possibile e fare a meno di scarpe e calze. In una apparizione Gesù le mise sulla testa una corona di spine che le provocò un continuo mal di testa che aumentava ogni venerdì, giorno in cui si ricorda la passione e morte di nostro Signore. Una volta rimase quaranta ore in estasi e sperimentò la presenza di Maria al sepolcro potendo tenere tra le braccia il corpo esanime di Gesù.L'INFERNODal 1585 visse l'esperienza dell'inferno per cinque anni: udiva risate sguaiate, grida e bestemmie. Aveva visioni di diavoli che le causavano una grande tristezza. Un demonio la picchiava per diverse notti e la faceva cadere spesso dalle scale. Cercava la protezione di Dio, ma ne era allontanata da una forza sovrumana. Anche la vita religiosa le era diventata noiosa e per questo sentiva la spinta ad uscire dal monastero. Tutto sembrava inutile ed ebbe la tentazione di uccidersi con un coltello. La salvò all'ultimo momento il pensiero della Madonna che veniva spesso a trovarla per darle il coraggio di affrontare queste tremende prove. Per questo Maria Maddalena riusciva con pazienza a sopportare tutto. Nel 1590 fu finalmente liberata dalle persecuzioni diaboliche. Come premio Dio le dette la speciale grazia di vedere sempre Gesù al suo fianco.Grazie al suo esempio di vita riuscì a convincere tutte le consorelle del monastero a riformarlo per mirare solo alla gloria di Dio e a offrirsi eroicamente a Lui e ad amarsi le une le altre accettando qualunque sofferenza e umiliazione. La vita del monastero tornò ad essere austera come aveva insegnato santa Teresa d'Avila per la riforma dell'Ordine carmelitano.Un giorno una voce le disse che le restavano pochi anni da vivere. Sapendo che in Paradiso non si soffre più, con il permesso della superiora, chiese ancora sofferenza a Gesù, come se fosse poco quello che aveva vissuto. Gesù accettò la sua richiesta. Da allora la sua anima sperimentò l'aridità e fino alla morte fu bloccata a letto provando enormi dolori fisici. Diceva spesso: "La mia anima non è capace che della sofferenza".Morì il 25 maggio 1607, a soli 41 anni, lasciando un'eredità spirituale di rara profondità. Fu canonizzata nel 1669 da Papa Clemente IX, diventando testimone della spiritualità carmelitana e della devozione mistica. Le sue lettere e scritti riflettono un'intensa intimità con Dio e un amore ardente per l'umanità. È venerata come patrona delle malattie mentali e invocata per la guarigione spirituale.IN PARADISO NON SI VA IN CARROZZALa vita di Santa Maria Maddalena de' Pazzi non può lasciarci indifferenti e suscita delle domande importanti riguardanti la nostra fede. Per noi con il telefonino in mano è difficile accettare così tanto dolore. Ci sembra una prova tanto grande e può sembrare strano che Dio la permetta in una creatura che Egli ama. Però, a pensarci bene, lei è una santa e quindi se le nostre idee sul dolore e su Dio contrastano con la sua vita, forse dobbiamo cambiare noi le nostre idee. Non si può cambiare il fatto che la sua vita è questa e che è stata proclamata santa dalla Chiesa.Con un po' di sforzo, dobbiamo abbandonare l'idea che in paradiso ci si vada in carrozza, che Dio perdoni sempre e che ci chieda soltanto di andare alla Messa, di dire qualche preghiera e di mandare i figli a catechismo. Certo sono cose buone, ma non bastano per essere cristiani. Gesù dice chiaramente nel vangelo: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9,23). Evidentemente per seguire Gesù dobbiamo rinnegare noi stessi e quindi non puntare a "realizzare noi stessi", ma abbandonare la nostra realizzazione come scopo di vita e rinunciare alle comodità, alla vita agiata, a soddisfare ogni nostro desiderio. Del resto tutti i santi ci insegnano che sono diventati tali con forti privazioni e scelte radicali.Ma anche rinunciare a noi stessi non è sufficiente. Prendere la croce ogni giorno è necessario e comporta grandi sacrifici. Del resto se vogliamo seguire Gesù non possiamo non seguirlo nella via della croce. Se poi ci chiediamo come Dio padre possa aver permesso le grandi sofferenze di Maria Maddalena de' Pazzi, beh allora dobbiamo prima chiederci come ha potuto permettere che suo figlio morisse in croce tra atroci sofferenze come sono state ben rappresentate nel film della Passione di Mel Gibson. E poi la sofferenza di Maria in vedere così straziato il figlio? Flagellato, crocifisso e morto. Beh anche la Madonna ha sofferto tantissimo.ACCETTAZIONE DELLA SOFFERENZAInsomma la vita cristiana è tutto questo. E se uno dicesse «se è così, non voglio essere cristiano perché non voglio soffrire tanto», la cosa sarebbe curiosa in quanto anche i non cristiani soffrono. La differenza è che il cristiano sa perché soffre - per avere il paradiso - ed ha accanto a sé Gesù e la Madonna che lo confortano. Invece il non cristiano soffre, ma non sa il perché e non ha a chi rivolgersi... se non allo Stato per chiedere l'eutanasia.Insomma la vita cristiana non è una roba per stomaci delicati, una minestrina riscaldata che non sa di nulla. Il cristianesimo è fatto per uomini (e donne, ovviamente) veri e forti. E la forza non ci viene dalla nostra buona volontà, ma dall'aiuto che Gesù ci da facendoci partecipare al suo sacrificio. In fondo la Santa Messa è proprio questo: partecipare al sacrificio di Cristo che viene attualizzato nella consacrazione del pane e del vino. Lo dice anche il sacerdote prima della consacrazione: «il mio e il vostro sacrificio sia gradito a Dio padre onnipotente». Non è riferito al sacrificio di andare alla Messa, ma il sacrificio della nostra vita unito al sacrificio di Cristo sulla croce.Questo è il cristianesimo di cui ci parlano i santi. Santa Maria Maddalena è un fulgido esempio di accettazione della sofferenza per amore di Cristo. Del resto l'amore può esprimersi solo con la sofferenza per l'amato. Santa Gianna Beretta Molla che ha sacrificato la sua vita per partorire la quarta figlia (rimandando le cure per non far morire la figlia nel suo grembo) diceva: «Se amare non ci costa nulla, significa che non si ama veramente». Del resto ogni mamma che partorisce il figlio soffre per il parto, ma siccome sa perché soffre, accetta la sofferenza per amore del figlio. Insomma non c'è amore se non c'è sofferenza. Santa Maria Maddalena è un fulgido esempio di accettazione della sofferenza per amore di Cristo. Se è difficile per noi accettarlo, chiediamo a Dio la forza. Il Signore vincerà la resistenza che facciamo ad accettare l'amore come legge suprema della nostra vita.
Michele Gambino"Un pezzo alla volta"Storia di un giornalista e del suo tempoManni Editoriwww.mannieditori.it"Questa non è la storia di uno che alla fine vince qualcosa. Ho visto molte cose, ho viaggiato per il mondo raccontando storie, ho combattuto alcune battaglie e le ho perse. E pur col giusto grado di amarezza che si accompagna alle sconfitte, non direi mai che battersi è stato inutile: quel che conta è aver vissuto la vita pienamente, aver acceso una scintilla ogni tanto in qualcuno dei ragazzi che mi ascoltava, poter dire a mia figlia che ho provato a consegnarle un mondo migliore, e almeno ho cercato di non essere tra quelli che lo hanno reso peggiore".Michele Gambino ha iniziato a fare il giornalista nel 1980 con Giuseppe Fava, occupandosi di mafia. Da allora ha attraversato alcuni decenni trovandosi sempre, a volte per caso, lì dove accadevano le cose.Ha riempito pagine di morti ammazzati, ha parlato con i boss di Cosa Nostra nascondendo un registratore nella giacca, ha denunciato le collusioni tra politica, imprenditoria e criminalità organizzata, si è affacciato più volte sul pozzo nero dei misteri italiani.Ha girato il mondo e ha raccontato le guerre: in Libano ha imparato a cucinare; in Iraq ha scoperto che le bombe non sono mai intelligenti; in Afghanistan ha attraversato un campo minato uscendone indenne; nella ex Jugoslavia è stato a un passo dall'uccidere un uomo; in Romania ha svelato per primo la più grande fake new della storia contemporanea; in Colombia ha fatto il giornalista e poi l'esmeraldero, tornandovi anni dopo per aprire dei ristoranti.E tuttavia, più che il racconto di una vita avventurosa, questa è la storia di un uomo che ha combattuto e perso, che ripercorre atti di coraggio, debolezze ed errori. Sapendo che quel che conta, alla fine, è aver vissuto.Michele GambinoÈ nato a Siracusa nel 1958. Ha lavorato a “I Siciliani”, al settimanale “Avvenimenti”, in altre testate e in diversi programmi della Rai.Nel 1996 ha vinto il Premio Ilaria Alpi per i reportage dall'Afghanistan occupato dai Taliban. Tra i suoi ultimi libri, Enjoy Sarajevo (Fandango, 2018); con Claudio Fava Prima che la notte (Baldini+Castoldi, 2014) e L'isola (Fandango, 2020). IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: “Tu seguimi” !Gesù appare in riva al mare di Galilea21 Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si manifestò in questa maniera.2 Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. 3 Simon Pietro disse loro: «Vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Uscirono e salirono [subito] sulla barca; e quella notte non presero nulla. 4 Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che fosse Gesù. 5 Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?» Gli risposero: «No». 6 Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci. 7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare. 8 Ma gli altri discepoli vennero con la barca, perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti, trascinando la rete con i pesci. 9 Appena scesero a terra, videro là della brace e del pesce messovi su, e del pane. 10 Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora». 11 Simon Pietro allora salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci; e, benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 13 Gesù [allora] venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce. 14 Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai [suoi] discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.Gesù e Pietro15 Quando ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». 17 Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità ti dico che quando eri più giovane ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti». 19 Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Detto questo, gli disse: «Seguimi».Il discepolo che Gesù amava20 Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul petto di Gesù e aveva detto: «Signore, chi è che ti tradisce?» 21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?» 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t'importa? Tu, seguimi». 23 Per questolascia un commentoSupport the show
Le tariffe, l'isolazionismo, l'imprevedibilità di Trump, unitamente a un'Asia che di recente sembra ribollire di novità, portano tutti i governi asiatici a ragionare su quale sia il modo migliore per gestire il nuovo inquilino della Casa Bianca. Sapendo una cosa: che Trump non va considerato come un politico normale. Meglio considerarlo una specie di giocatore d'azzardo. Le fonti di questa puntata sono tratte da: NANGANGATOG NA SI NGAGBA SA PAGKA PANALO NI TRUMP? OVP LALONG GINIPIT NG SENATE AT CONGRESS?, canale YouTube BisdakPilipinas, 6 novembre 2024; 남자 사고방식을 180도 바꿔드림, canale YouTube RedPillKorea, 9 ottobre 2022; 官方频道版权声明, canale YouTube 司马南, 18 ottobre 2023; Trump Takes Question After Question From Reporters At Mar-A-Lago Press Briefing, canale YouTube Forbes Breaking News, 16 dicembre 2024; Chinese FM Wang Yi hopes Trump administration will 'make the right choices' and work with Beijing, canale YouTube CNA, 17 dicembre 2024; South Korean President Han Duck-Soo Speech LIVE , Cnn, 14 dicembre 2024; India's PM Modi speaks to Donald Trump & more updates, canale YouTube DD India, 6 novembre 2024. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Con questa citazione di Babaman, ai tempi Mr. Baba, vi lascio un editoriale che reputo una bellissima testimonianza consapevole. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: "Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno". Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
Ginevra Lamberti"Il pozzo vale più del tempo"Marsilio Editoriwww.marsilioeditori.itDalia, otto anni, dopo un incidente passa molti giorni in un ospedale che non è un ospedale perché il mondo non è più il mondo; viene dimessa, torna a casa, la casa è vuota, probabilmente tutti sono morti. Dalia, nei giorni di ricovero, conosce due bambini che hanno avuto pure loro un incidente: il bambino soporoso che non può parlare e Morena, che non si muove bene, ma riesce a scrivere. Uscita dall'ospedale, di quei bambini, Dalia per molto tempo non saprà niente. Senza famiglia, senza soldi e senza casa, Dalia viene accolta dalla vecchia Fioranna, che ha fatto la maestra, sa insegnare e sa difendersi. Fioranna insegna a Dalia due cose: che il mondo così come gli esseri umani l'hanno conosciuto esiste ancora ma è nascosto sulle montagne, e come seppellire un corpo.Così Dalia, dalla valle tiranneggiata dalla famiglia Boscarato, i padroni di sempre – perché il mondo non è più lo stesso, ma chi è padrone tale rimane –, ascende alla montagna e arriva al Villaggio dei Pozzi. Sapendo come accudire e come seppellire, Dalia sa come trattare i corpi vivi e morti, anche quelli non umani. È così che diventa l'assistente del macellaio Biagio e la dama di compagnia dell'eccentrica Orsola. Se in ospedale, da bambina, i compagni di Dalia erano il bambino soporoso e la bambina con la penna, nella sua età matura sono proprio loro: Biagio, il macellaio burbero perseguitato da una gatta bianca, e Orsola, la donna delle storie, che vive da sola in un albergo dismesso dove, come ormai ovunque, si è consumato un delitto.La temperatura del mondo fluttua intorno ai cinquanta gradi, le coltivazioni stentano, il bestiame muore, in montagna c'è acqua ma non ci sono armi né medicinali, in pianura ci sono sia le armi che i medicinali, ma non ci sono né acqua né cibo. È naturale che i Boscarato, come fanno sempre i padroni, tentino di mangiarsi tutte le risorse. Ma quando la temperatura esterna è tanto alta il capitale umano è l'unica risorsa che resta, e mangiare non ha più un significato così metaforico.Se Agota Kristof, nella Trilogia della città di K., ha scritto che si è davvero capaci di uccidere quando si ammazza qualcosa che non bisogna mangiare, se Cormac McCarthy, ne La strada, ha descritto esseri umani che sono riserve alimentari di altri esseri umani, Ginevra Lamberti narra come la produzione di massa cambia il racconto dell'uomo che mangia l'uomo. In un romanzo potente, per scrittura e immaginazione, in cui la tenerezza è prima di tutto un abisso, anzi un fosso, nel quale le prostitute vendono i gesti e le parole della cura e non quelli della seduzione – ammesso che ci sia differenza –, e dove il Veneto è un Far West e Venezia ha smesso di essere un pesce perché la laguna non esiste più, Ginevra Lamberti fonda la mitologia del cambiamento climatico, del rispetto dei morti senza il culto, delle leggende che si ripetono uguali e maledicono secondo maledizioni sempre nuove perché sempre nuove sono le colpe, e dell'amore, che dopo aver fatto movere il sole e le altre stelle, per secoli, adesso le fa implodere.Ginevra Lambertiè nata nel 1985 e vive tra Roma e Vittorio Veneto. Dopo La questione più che altro, uscito nel 2015 per Nottetempo, con Marsilio ha pubblicato Perché comincio dalla fine (2019, premio Mondello 2020) e Tutti dormono nella valle (2022). I suoi romanzi sono stati tradotti in Germania, Cina, Francia, Regno Unito e Brasile. È editorialista del quotidiano Domani. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: “Tu seguimi” !Gesù appare in riva al mare di Galilea21 Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si manifestò in questa maniera.2 Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. 3 Simon Pietro disse loro: «Vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Uscirono e salirono [subito] sulla barca; e quella notte non presero nulla. 4 Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che fosse Gesù. 5 Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?» Gli risposero: «No». 6 Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci. 7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare. 8 Ma gli altri discepoli vennero con la barca, perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti[a]), trascinando la rete con i pesci.9 Appena scesero a terra, videro là della brace e del pesce messovi su, e del pane. 10 Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora». 11 Simon Pietro allora[b] salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci; e, benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 13 Gesù [allora] venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce.14 Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai [suoi] discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.Gesù e Pietro15 Quando ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni[c], mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». 17 Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità ti dico che quando eri più giovane ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti». 19 Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Detto questo, gli disse: «Seguimi».Il discepolo che Gesù amava20 Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul petto di Gesù e aveva detto: «Signore, chi è che ti tradisce?» 21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?» 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t'importa? Tu, seguimi». 23 Per questo motivo si sparse tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto; Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morSupport the show
Duro attacco del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte alla Premier Meloni, in merito alla questione del fax mostrato nei giorni scorsi in Parlamento dalla stessa Presidente del Consiglio. Ma anche gli strascichi di Atreju e la replica della segretaria del Pd Schlein. Analizziamo la giornata politica con Lina Palmerini, commentatrice politica de Il Sole 24 Ore. Censimento Istat 2022: la popolazione italiana scende sotto i 59 milioni. Ne discutiamo con la sociologa Chiara Saraceno.Inter e Napoli trovano Atletico e Barcellona. Per la Lazio c'è il Bayern. Commentiamo i sorteggi con il nostro Dario Ricci.
Perché un avvio senza accorgimenti del mercato libero dell'energia rischia di complicare la vita, già cara a causa dell'inflazione reale, a cinque milioni di italiani? Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. (Gv13)Dal Vangelo secondo Giovanni[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».Siamo chiamati anche a farci servi come Gesù.La vita senza amore è come un albero senza fiori o frutti. (Khalil Gibran)
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
IL VANGELO DEL GIORNO – giovedì 4 MAGGIOGv 13,16-20 Chi accoglie colui che manderò, accoglie me.Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».https://www.nondisolopane.it/il-vangelo-del-giorno-giovedi-4-maggio/
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Giovanni +[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: "Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno". Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».Parola del Signore.
Dal Vangelo di Giovanni 13,16-20 [Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: "Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno". Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e per questo non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedesse. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza al mondo, dicendo: - Guardatemi, ammiratemi, io sono la più bella Continue reading
Il post della consigliera comunale Monica Romano, a Milano in quota PD, ci ha fatto infervorare e gridare allo scandalo: come si può infatti anche solo pensare alla Privacy di chi borseggia a scapito dei bravi cittadini?Ci fa arrabbiare forse soprattutto perché sappiamo che, in fondo e in diritto, ha ragione lei. Non solamente perché la maturità di una Società si vede da come tratta gli ultimi, e non i ''primi'', ma anche e soprattutto in punta di diritti che per loro natura sono universali. Che significa che valgono anche quando sono scomodi e quando applicarli è difficile.Insieme a Guido Scorza, che peraltro sull'argomento dei diritti dei paria ha dedicato un intero volume dal titolo ''La Privacy degli Ultimi'', ne parliamo nella nuova puntata di #Garantismi. Sapendo già che saremo impopolari e contestati.Ma, speriamo, anche dando una occasione per riflettere sulle scelte meno popolari e forse più giuste.»»»Ti sei già iscritto alla [Membership PRO], per supportare il Canale e avere una serie di contenuti esclusivi?https://www.youtube.com/channel/UCm5H2LH2ISgpX-X5-SP4Vrg/join»»»Io sono MATTEO FLORA, sono un Imprenditore seriale nel Digitale e insegno in università #Reputazione e #Cybersecurity. Mi occupo di #Dati, #Polarizzazioni, Gestione di #Crisi e #Reputazione come Consulente Strategico di Aziende, Enti e Professionisti.Con “Ciao Internet” ti racconto come la Rete ci Cambia, come capirla e usarla al meglio per migliorare la tua vita e professione, non solo digitale.Aziende » http://matteoflora.com/#aziendeTelegram » https://mgpf.it/tgCorso Gratis » https://mgpf.it/nlPer contatti commerciali: sales@matteoflora.comQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/2130193/advertisement
Parole di Storie - Storie di Paura, dal classico alla notte di Halloween
Messa in Voce di Gaetano Marino Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e per questo non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedesse. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza al mondo, dicendo: - Guardatemi, ammiratemi, io sono la più bella
Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e per questo non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedesse. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza al mondo, dicendo: - Guardatemi, ammiratemi, io sono la più bella Continue reading
Messa in Voce di Gaetano Marino Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e per questo non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedesse. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza al mondo, dicendo: - Guardatemi, ammiratemi, io sono la più bella
C'era un tempo dove, il premio per un'affermazione fallace era una sonora pernacchia, ma siamo nell'era dei social, e ogni fesseria senza fonte certa, viene ripagata con click e interazioni, e spesso anche con applausi. Perché non provare a farlo anche noi?
1. introduzione 2. Come ha voluto impostare l'allenamento di forza per i suoi calciatori (selezione di esercizi e scelta della progressione; volume etc…) 3. Calcio e forza: perché c'è questa forte barriera all'ingresso? 4. Sapendo che si occupa di prime squadre, qual'è la sua opinione è come imposterebbe il lavoro di forza nel settore giovanile del proprio club?
“Sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vostro vano modo di vivere tramandatovi dai padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. (1°Pietro 1:18-19)Informazioni: rigatio.it
Predicazione espositiva del Pastore Emerito Fred Whitman su Giovanni 21 versetti da 1 a 19. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 14 Agosto 2022.Titolo del messaggio: "La conversazione di Gesù con un discepolo fallito".GIOVANNI 21V1-191 Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si manifestò in questa maniera. 2 Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. 3 Simon Pietro disse loro: «Vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Uscirono e salirono sulla barca; e quella notte non presero nulla. 4 Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che fosse Gesù. 5 Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?» Gli risposero: «No». 6 Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci. 7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare. 8 Ma gli altri discepoli vennero con la barca, perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti), trascinando la rete con i pesci. 9 Appena scesero a terra, videro là della brace e del pesce messovi su, e del pane. 10 Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora». 11 Simon Pietro allora salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci; e, benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 13 Gesù venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce. 14 Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai suoi discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.15 Quando ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». 17 Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità ti dico che quando eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti». 19 Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Detto questo, gli disse: «Seguimi».
Si parla molto di RISK MANAGEMENT ma sai cosa vuol dire?In questo podcast ti spiegherò e ti mostrerò i passi da fare per ADOTTARE la strategia aziendale vincente ed adeguata per essere sempre un passo avanti al rischio di fallimento.
Chi saranno coloro che verranno accolti dal Padre in Cielo? Gesù rende chiaro che il popolo che troveremo là sarà ben differente da come ce lo immaginiamo, e molti saranno quelli invitati, ma pochi coloro che accetteranno l'invito... e non saranno delle categorie che ci aspettiamo di trovare.---Predicatrice: Jean GuestCLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 12 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 38 minutiC'è una foto scattata al mio matrimonio trentadue anni fa in cui compare un ragazzo con gli occhiali, così elegante in giacca e cravatta, proprio in mezzo agli invitati e dal suo sorriso è evidente che gli è piaciuta i matrimonio. Non ho idea di chi fosse. Né mio marito ne ha idea, né le persone sedute accanto a lui, né chiunque altro fosse presente quel giorno. In trentadue anni non abbiamo mai scoperto chi fosse stato e come fosse arrivato in chiesa, perché non compare in nessuna delle foto del ricevimento dopo.Matrimoni, banchetti, feste e ospiti extra compaiono spesso nelle parabole raccontate da Gesù. Oggi ne esamineremo due, la prima in Matteo e la seconda in Luca.Diamo un contesto alla prima parabola. Matteo sta registrando la risposta di Gesù a una sfida dei capi dei sacerdoti e dei leader del popolo quando si trovava nel tempio di Gerusalemme. “Quando giunse nel tempio, i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si accostarono a lui, mentre egli insegnava, e gli dissero: «Con quale autorità fai tu queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?»” (Matteo 21:23)Egli continua rispondendo con quale autorità lo faccia attraverso il racconto di tutta una serie di parabole molto serie che terminano con la parabola degli agricoltori malvagi, permettendo loro, se lo volessero, di vedere il terribile errore che stavano per commettere. Egli sa che i lupi stanno girando intorno e che si trova negli ultimi giorni del suo ministero terreno. Continua quindi con questa parabola che esamineremo più da vicino.“Gesù ricominciò a parlare loro in parabole, dicendo: «Il regno dei cieli può essere paragonato ad un re, il quale fece le nozze di suo figlio. Mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze; ma questi non vollero venire. Mandò una seconda volta altri servi, dicendo: “Dite agli invitati: ‘Io ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono ammazzati; tutto è pronto; venite alle nozze'”. Ma quelli, non curandosene, se ne andarono, chi al suo campo, chi al suo commercio; altri poi presero i suoi servi, li maltrattarono e li uccisero. Allora il re [udito ciò] si adirò, mandò le sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare la loro città. Quindi disse ai suoi servi: “Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni. Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete”. E quei servi, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu piena di commensali. Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l'abito di nozze. E gli disse: “Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?” E costui rimase con la bocca chiusa. Allora il re disse ai servitori: “Legatelo mani e piedi [, prendetelo] e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì ci sarà pianto e stridor di denti”. Poiché molti sono chiamati, ma pochi eletti».” (Matteo 22:1-14)È una lettura difficile, alla quale dobbiamo prestare attenzione nel modo in cui la affrontiamo e la leggiamo. Come per tutte le parabole, dobbiamo chiederci: "Dov'è Dio in tutto questo"? Non è corretto pensare che sia sempre il padre, il re, il giudice, il protagonista. Se lo facciamo, possiamo ritrovarci con un'immagine di Dio che va contro tutto ciò che le Scritture dicono di lui. Quindi inviterei alla cautela nell'identificare il re qui come Dio, perché quell'uomo è un tiranno assoluto. “Allora il re [udito ciò] si adirò, mandò le sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare la loro città.” (v.7)È possibile che Matteo, nel raccontare questa parabola, stia pensando a ciò che è appena accaduto a Gerusalemme con la distruzione del tempio. Non lo sappiamo, ma quello che sappiamo è che il nostro Dio non è un tiranno, è un Dio di amore, compassione e misericordia.Il fulcro della parabola non è il re o il figlio, ma ciò che accade durante un banchetto di nozze nella Palestina del I secolo. Quindi che cosa succede? Si viene invitati al matrimonio più volte. Oggi alcuni inviano i biglietti “Segna la data” prima dell'invito vero e proprio, soprattutto se si tratta di un matrimonio di destinazione come questo invito che mi è giunto qualche anno fa: sulla cartolina si legge: “20/07/2020, segna la data - Liz & James diranno “Si, lo voglio” nella Bellissima città di Firenze, Italia”Le persone hanno bisogno di tempo per risparmiare i soldi! Ai tempi di Gesù si riceveva un equivalente del "segna la data", poi un invito, poi un promemoria e infine, quando tutto era pronto, un avviso finale del tipo: "Forza, siamo pronti".“Mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze” (v. 3)Quindi il banchetto nuziale non doveva essere una sorpresa per gli invitati: ne erano a conoscenza da molto tempo e l'invito proveniva dal loro re. Una volta sono stata invitata a incontrare la Regina Elisabetta in visita alla mia città, Nottingham, ma ho rifiutato: sono repubblicana, non voglio aver a che fare coi reali. Ma sono grata alla democrazia che mi permette di scegliere. All'epoca di questa parabola le cose erano molto diverse. Ci si aspettava che gli invitati al banchetto di nozze del figlio del re esprimessero l'onore che dovevano al re e la loro fedeltà al legittimo erede del suo trono. Rifiutare l'invito equivaleva a ribellarsi. A chi sta parlando Gesù? Ricordiamo che sta rispondendo ai farisei, ai sacerdoti e agli anziani ebrei, le persone che più di tutte dovrebbero conoscere il Messia e l'invito di Dio.Se i primi invitati non verranno, il banchetto sarà aperto a tutti.“Quindi disse ai suoi servi: “Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni. Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete”. E quei servi, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni.” (v.- :8-10a)Attenzione a ciò che è scritto: “cattivi e buoni”....Ho ripreso questo annuncio comparso qualche tempo fa nella mia Inghilterra il cui testo diceva questo:AVVERTIMENTO: fornicatori, ubriaconi, sodomiti, omosessuali, rapper gangster, donne immodeste, spettatori di film immorali, darwinisti, femministi, atei, abortisti, fumatori di marijuana socialisti, ballerini sporchi, giocatori d'azzardo, masturbatori, razzisti, Cameron, Clegg, elettori laburisti, abusatori, adulteri, evoluzionisti, epurati, terroristi, predicatori di prosperità, NON EREDITERANNO IL REGNO DI DIO L'inferno attende tutti i peccatori; pentitevi o perirete. Il giudizio sta arrivando!Questa è una piccola e affascinante lista messa insieme da alcuni frequentatori della chiesa di persone che, secondo loro, non sono invitate al banchetto. Io vi compaio almeno sei volte. Il regno di Dio vuole essere un regno inclusivo, aperto a tutti. Se la Chiesa deve essere un segno efficace della presenza di Dio, allora deve anche essere inclusiva, in modo che ogni essere umano sia accolto, indipendentemente dalla razza, dalla classe, dal colore della pelle, dalla sessualità, dal credo o dalla mancanza di credo. Questa è certamente una sfida, ma ricordate che non siamo i guardiani o i custodi, siamo i cittadini del Regno. È ridicolo che questa parabola, 2000 anni dopo essere stata raccontata per la prima volta, sia ancora scandalosa per alcuni cristiani. Ed ecco che arriva l'avvertimento. “Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l'abito di nozze. E gli disse: “Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?” E costui rimase con la bocca chiusa. Allora il re disse ai servitori: “Legatelo mani e piedi [, prendetelo] e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì ci sarà pianto e stridor di denti”. (v.11-13)Non indossa gli abiti adatti? Sembra un po' troppo severo. Il punto è che quando siete stati invitati al banchetto di nozze, i vestiti vi sono stati forniti gratuitamente. La Scrittura fa molti riferimenti al fatto che Dio ci veste con l'abito nuziale della salvezza - Isaia 61:10 è solo uno di questi. E l'Apocalisse fa riferimento al fatto che i giusti saranno rivestiti con le vesti della gloria - a proposito, la fine del mondo non avviene come un'apocalisse, ma come un banchetto di nozze. L'invitato alle nozze rifiutava non solo ciò che gli veniva offerto gratuitamente, ma anche di riconoscere la bellezza e il valore del suo invito. Dio chiama tutti al suo regno, a prescindere. Ma si aspetta anche che tutti vivano una vita degna della chiamata. Gli uomini e le donne che si presentano al banchetto con l'odio nella loro lista, gli uomini e le donne il cui amore è freddo o assente, potrebbero scoprire di essere quelli che non indossano l'abito accettabile.Come dice il teologo N.T. Wright"Non vogliamo sapere del giudizio sui malvagi e ancor meno degli esigenti standard di santità o delle conseguenze per noi. Ricordate che ciò che fate nel presente durerà nel futuro di Dio." (N.T. Wright)Sarete contenti che il nostro sguardo alla seconda parabola sarà molto più breve! Ma prima di tutto, spieghiamo perché Gesù ha raccontato questa parabola. I farisei hanno portato davanti a lui un uomo morente, i cui organi principali si stanno spegnendo, per vedere se Gesù lo guarirà - il problema è che è di sabato. Gesù guarisce l'uomo e si occupa di quella particolare sfida, poi viene invitato a cena dallo stesso gruppo di farisei. Notando che tutti fanno a gara per avere il posto migliore a tavola, ricorda loro con delicatezza che l'umiltà è un segno di santità e che la generosità verso chiunque si trovi ai margini della società sarà ricompensata da Dio."Uno degli invitati, udite queste cose, gli disse: «Beato chi mangerà pane[a] nel regno di Dio!» Gesù gli disse: «Un uomo preparò una gran cena e invitò molti; e all'ora della cena mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, perché [tutto] è già pronto”. Tutti insieme cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e ho necessità di andarlo a vedere; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho preso moglie e perciò non posso venire”. Il servo[b] tornò e riferì queste cose al suo signore. Allora il padrone di casa si adirò e disse al suo servo: “Va' presto per le piazze e per le vie della città, e conduci qua poveri, storpi, ciechi e zoppi”. Poi il servo disse: “Signore, ciò che hai comandato è stato fatto[c] e c'è ancora posto”. Il signore disse al servo: “Va' fuori per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, affinché la mia casa sia piena. Perché io vi dico che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena». “(Luca 14:15-24)Ecco quindi Gesù a cena e questa parabola è una "chiacchierata a tavola" piuttosto che una difesa formale delle sue azioni. Sapendo quello che sappiamo dei farisei e di tutti i loro schemi, siete sorpresi che Gesù accetti questo invito? Vale la pena di notare che era disposto a passare del tempo a parlare con coloro che gli erano ostili, oltre a tenere la compagnia più piacevole dei suoi discepoli e di coloro che lo accoglievano sinceramente, come i poveri e i bisognosi. In diverse altre occasioni leggiamo che fu invitato a mangiare in casa di un fariseo. Non esitò a farlo, anche se l'accoglienza fu di solito, come in questa occasione, molto dura e ostile, anche se a prima vista non sembra.“Uno degli invitati, udite queste cose, gli disse: «Beato chi mangerà pane[a] nel regno di Dio!»” (v. 15)Ho sentito descrivere questa frase come un "pensiero celestiale ma anche una terribile supposizione". Ed è proprio questo il senso della parabola. Fu raccontata a un gruppo di persone che presumevano che la piena benedizione di Dio ricadesse su di loro, indipendentemente dalla loro vera motivazione o da ciò che avevano nel cuoreCome nella nostra parabola precedente, le persone furono invitate più volte a questo banchetto e l'invito stesso era un grande onore. Ma quando giunse il momento, si giustificarono.Il primo si scusò perché aveva appena comprato un campo e quindi, implicitamente, fece capire che la ricerca della sua futura ricchezza era più importante per lui che onorare l'ospite e prendere posto al banchetto. Il secondo si giustificò dicendo che aveva appena comprato cinque paia di buoi e doveva esaminarli per assicurarsi che fossero bestie sane. Ecco l'esercizio quotidiano di un'attività regolare. Per lui era molto più importante fare questo che occupare il posto d'onore al grande banchetto. Infine, il terzo aveva appena sposato una moglie e quindi, ovviamente, doveva essere scusato. La Legge di Mosè prevede che un uomo appena sposato possa essere esonerato dall'obbligo di prestare servizio militare per un anno. Tuttavia, tale disposizione potrebbe essere ragionevolmente estesa per scusare quest'uomo, all'ultimo minuto, dal breve tempo necessario per partecipare a un banchetto così importante? Era chiaramente giusto che egli onorasse la moglie e adempisse a tutta una serie di doveri domestici, ma usarli per giustificarsi dal banchetto significava mostrare disprezzo per l'organizzatore del banchetto e per il suo invito.Questi uomini sono stati onorati con un invito. A ciascuno di loro era stato ricordato. Ma, per il totale disprezzo di colui che ha dato il banchetto e il suo invito, nessuno di loro è venuto. Non c'è da stupirsi che abbiano richiamato l'ira e il giudizio del padrone del banchetto: “Perché io vi dico che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena.”E non possiamo sederci qui oggi, nel 2022, e dire semplicemente: "Ma certo che Gesù sta parlando ai farisei e non a noi". No, proprio come loro non possiamo dare per scontato che saremo accolti a prescindere. Forse non vogliamo sentirci dire che il discepolato è costoso, che la santità non viene naturale, che questa vita cristiana non è facile o chiara. Dobbiamo renderci conto gli uni degli altri attraverso la comunione e la trasformazione spirituale. L'apostolo Pietro dice: “Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a rendere sicura la vostra vocazione ed elezione, perché, così facendo, non inciamperete mai." (2 Pietro 1:10)Quante volte nelle nostre pratiche quotidiane, se non addirittura in teoria, ci scusiamo, come gli uomini della parabola, perché totalmente assorbiti dal nostro lavoro, o immersi indaffarati in questo mondo, o completamente presi dalle faccende di casa... con nostra grande perdita?Gente, il banchetto si sta preparando, l'accoglienza del cielo vi aspetta, aggrappatevi al vostro prezioso invito “con tutto il cuore, tutta l'anima, tutta la forza e tutta la mente" (Matteo 22:37) . E a proposito, se avete una lista, disfatevene: "Ama il tuo prossimo come te stesso"(Matteo 22:39)Amen.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIO---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6933L'IMITAZIONE DI CRISTO, UN BESTSELLER DEL MEDIOEVOL'autore voleva rendere la religione cristiana più comprensibile e scrisse il suo capolavoro per i monaci, ma ben presto ci si accorse che il libro andava benissimo per tuttidi Rino CammilleriLa morale, nel cattolicesimo, non viene più menzionata, perché i padroni del linguaggio sono riusciti a deformarla, nelle nostre teste, con la sua caricatura, il moralismo. Perciò, anche la Chiesa docente ormai le preferisce il termine «etica». La quale, a sua volta, è finita sinonimo di «educazione civica», in attesa di evaporare in niente del tutto. E dire che la morale sarebbe addirittura una branca della teologia (la quale a sua volta era la più importante delle discipline, visto che dobbiamo morire tutti, anche i positivisti). Ora, se questo è quel che accade attorno alla morale, figurarsi quell'altro ramo della teologia che si chiamava «ascetica». Sapendo che all'uomo odierno, intriso di edonismo, l'idea stessa di sforzo per motivi spirituali produce conati di vomito, per sicurezza l'ascetica è semplicemente sparita sotto al tappeto. Ragionavo con un prete mio amico, il quale, formatosi ai tempi del cardinale Carlo Maria Martini, sapendomi esperto di santi mi confessava di non capire come mai alcuni di loro usassero il cilicio, che senso aveva? Bella domanda. E dire che anche un papa molto caro al progressismo, Paolo VI, pare ne indossasse uno.UN COLLODI DELLO SPIRITOPersonalmente tengo molto caro, e leggo e rileggo e medito, un libretto che ha contribuito a insegnare l'ascetica ai cristiani, per la precisione alla gente semplice, nei secoli. E a spiegare che, senza, non si va da nessuna parte. «Il libro dell'Imitazione di Cristo è certo, dopo la Sacra Scrittura, il più gran libro che possiede la cristianità». Così scriveva nel 1934 il traduttore padre Vincenzo Mancardi, sacerdote paolino, nella prefazione della copia che possiedo. Tascabile e senza note: non ce n'è bisogno, perché il testo è già esplicativo di suo. Scritto verso il 1420 (dunque, ben 600 anni fa), il suo destino fu un po' come quello di Pinocchio, di autore mediocre ma geniale one-shot: Collodi scrisse molto, ma io stesso farei fatica a menzionare a memoria qualche altra sua opera. Lo stesso accadde a Tommaso da Kempis, il supposto autore dell'Imitazione (infatti, non si sa con certezza neppure se fu lui): le fonti lo danno come mistico, ma si tratta più che altro di una tradizione orale. E non è nemmeno stato beatificato. Era sacerdote e monaco, e scrisse il suo capolavoro per chi conduce vita monastica. Ma ben presto ci si accorse che, guidato da qualche angelo, aveva fatto una cosa che andava benissimo per tutti, anche per i laici. Infatti, dopa la Bibbia il suo fu il libro più stampato da quando Gutenberg inventò la stampa a caratteri mobili. Al 1650 le edizioni erano 740, ben 1.800 alle soglie dell'Illuminismo. E dire che l'autore voleva solo rendere la religione cattolica (ai suoi tempi, cristiana tout court) più comprensibile e accessibile.I FRATELLI DELLA VITA COMUNETommaso da Kempis era un tedesco nato verso il 1380 a Kempen, in quel di Colonia. Thomas Hemerken von Kempen era il suo nome esatto. Com'è che da Kempen si passa a Kempis? Misteri del tempo in cui le cose andavano scritte a mano (infatti, in certi documenti il cognome è Hamerken, in altri Hemerken). Non c'è da stupirsi: anche quando sono nato io gli impiegati dell'anagrafe scrivevano a mano, talché io sono Cammilleri, mia cugina Cammalleri e il mio prozio defunto Camilleri. Ora, Hemerken in tedesco sta per «nota», in norvegese per «osservazione», ma forse nel XV secolo significava «martelletto», tant'è che la latinizzazione del nostro divenne Tomas Malleolus (il latino era allora la lingua comune degli europei). Il Nostro, di cui non conosciamo il ceto d'origine, nel 1395 fu ammesso alla scuola che i Fratelli della Vita Comune tenevano nella non troppo lontana Deventer, nell'attuale Olanda. Questi Fratelli della Vita Comune erano stati fondati dal predicatore olandese Geert de Groote pochi decenni prima. Costui, ricco di famiglia, a un certo punto ebbe una fortissima esperienza spirituale che lo portò a vivere da eremita per sette anni; poi cominciò a predicare, e la sua passione trascinava le folle. Approvato dalla Santa Sede, riunì i suoi discepoli nella comunità in cui il Kempis andò a studiare. Attirato dalla fama di Florent Radewijns, teologo considerato un grande maestro e cofondatore della Comunità, in questa scuola scopri le sue doti di copista e anche la sua vocazione, tant'è che andò a farsi monaco agostiniano (come Lutero, per inciso) ad Agnietenberg (Monte Sant'Agnese), vicino alla cittadina olandese di Zwolle, dove c'era già suo fratello Johan che ne era il priore. Nel 1413 vi venne ordinato sacerdote. Nel 1429 fu eletto vicepriore, ma proprio in quell'anno lui e gli altri monaci dovettero sloggiare di fretta perché un tumulto di popolo aveva reso il luogo poco sicuro. Il fatto è che la zona era nella diocesi di Utrecht e il vescovo locale, Rudolf van Diephoit, era considerato un usurpatore da Roma. Ma non dai suoi partigiani. Da qui i disordini. Nel 1432 le acque si calmarono e il Kempis poté tornare alle sue incombenze, cui aggiunse la predicazione pubblica. Non si mosse più dal suo monastero, dove morì nel 1471 ultranovantenne. Fu sepolto nella chiesa, ma questa venne in seguito distrutta dai protestanti. I suoi resti, portati via in tempo, si trovano a Zwolle. Dopo l'immenso successo dell'Imitazione si provò a canonizzarlo, ma quel che pare sia successo merita di essere riportato perché mostra con quale serietà la Chiesa di quel tempo procedeva. L'iter prevedeva (e prevede) per prima cosa la riesumazione della salma. Ebbene, l'accuratezza di tale ricognizione riscontrò la presenza di schegge di legno sotto le unghie. Le aveva già quando fu sepolto? Era, la sua, una morte apparente e, rinvenuto, aveva cercato disperatamente di liberarsi? O si trattava di uno spasmo involontario? Non c'era modo di saperlo, perciò, per sicurezza, niente canonizzazione. Anche se pure un santo non è meno santo se cerca di uscire da una bara in cui è stato chiuso troppo frettolosamente.Il Kempis scrisse molte altre opere, ma qui lo ricordiamo per quella fondamentale. Imitazione di Cristo, perché Cristo stesso ha detto «prendete esempio da Me». Per andare nel regno dei Cieli, che è (o dovrebbe essere) lo scopo della vita di ognuno, non importa fare altro. Ma la domanda è: si può imitare con successo Cristo? La risposta è sì, e ne sono esempio i santi, che sono i primi della classe in questo esercizio. E, come in ogni classe, non c'è bisogno di essere per forza i primi per essere promossi. Un esempio della prosa dell' Imitazione: «Sii cauto (mi dice uno); sii cauto, tieni in segreto quanto ti dico. Eppure, mentre io taccio e credo che la cosa resti nel segreto, egli non sa osservare il silenzio che lui stesso mi raccomandò, ma tosto scopre sé e me, e mi lascia così».
Si è da poco conclusa la XXXIV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino e in questa puntata voglio condividere con voi i punti chiave del mio workshop durante la manifestazione dal titolo “Editori fantastici, ma dove trovarli? Sui social”.Il lavoro di ricerca e analisi è merito delle colleghe di https://www.contentisking.guru.Essere editore non può prescindere dalla presenza sui social, ma c'è modo e modo per essere presenti sulle diverse piattaforme.In questa puntata cercheremo di capire come esserci in modo interessante, dando sia valore al vostro pubblico sia ai vostri libri, e allo stesso tempo efficace in termini di risultati, non necessariamente vendite, per voi editori, ma discorso analogo può valere anche per le librerie e gli autori.Sui social noi dobbiamo coltivare la nostra presenza e il rapporto con il pubblico, post dopo post.Come possiamo arrivare a questo risultato? Attraverso 3 aspetti fondamentali:1. Sapendo esattamente a chi ci rivolgiamo.2. Conoscendone le esigenze e i desideri.3. Costruendo i contenuti per catturare l'attenzione e far capire chi siamo.Buon ascolto!NOTE PODCAST------------------Approfondisci gli argomenti:➥ Coltiva la coerenza https://bit.ly/38vSryl➥ Iscriviti all'evento live per festeggiare la puntata 100 https://bit.ly/3L2XdkjLeggi l'articolo sul blog➥ https://bit.ly/3aiDgJlMiei Libri da leggere:➥ Promuovere e raccontare i libri online
Con la notte, il sole si spegne e la luna ne prende il posto, accompagnandoci nel sonno e nei sogni. Quello che accade durante la notte e nei propri sogni ha sempre ispirato e affascinato gli uomini. Non sapendo di cosa sono fatti i sogni, ci si augura un buon sonno per rialzarsi riposati e pieni di energia. Le frasi dolci per la buonanotte è una raccolta di citazione per augurare sogni d'oro a una persona speciale. La notte fa nascere varie emozioni, a volte contrastanti. La notte è scura e ci rende insicuri e paurosi, ma allo stesso tempo la luna e le stelle ci affascinano e ci ispirano. Di notte si dorme e si sogna. Non tutti si ricordano i propri sogni la mattina, ma un incubo può rovinare l'intera nottata. Per questo motivo andare a letto augurando sogni d'oro a una persona speciale ci può aiutare anche a dormire meglio. Sapendo che la persona che amiamo ci sta pensando, ci aiuta ad addormentarci sereni e tranquilli. Il sonno non è importante solo per vivere una vita sana, ma è fondamentale anche per vivere sereni e tranquilli con noi stessi. Per questo dormire adeguatamente e senza disturbi è fondamentale. Quante volte, leggendo un messaggio della buonanotte, il nostro umore è migliorato? Fai provare le stesse emozioni anche alle persone per te importanti e trova l'ispirazione con le frasi dolce della buonanotte. Invia un messaggio con immagine o senza a una persona speciale per farle sapere che è nei tuoi pensieri e forse anche nei tuoi sogni.
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
Dal Vangelo secondo Giovanni[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».Commento di Don Federico (Pucci), sacerdote della Diocesi di MondovìPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Giovanni +[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:"In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: "Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno". Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato".Parola del Signore.Parola del Signore.
Dal Vangelo di Giovanni 13,16-20 [Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». --- Send in a voice message: https://anchor.fm/vangelo/message
In questo episodio parliamo di alcuni punti chiave del libro "Istruzioni per rendersi infelici" di Paul Watzlawick. Sapendo come rendere infelice la propria vita sarà forse più facile renderla felice. Download for free the full transcription here: https://italiancoach.net/rendersi-infelice Support the podcast here: https://ko-fi.com/theitaliancoach The book I am talking about: https://www.ibs.it/istruzioni-per-rendersi-infelici-libro-paul-watzlawick/e/9788807882548
Il fratello maggiore del prete del paese, il signor Norton Bohun, viene ritrovato, colpito alla testa, fuori dal negozio del fabbro di paese, proprio di fronte alla chiesa.Sapendo del suo rapporto con la moglie del lavoratore, si suppone fin da subito che il colpevole sia lui, ma presto si scoprirà che era fuori dal paese.
In queste riflessioni commento il sutta dell'Anguttara Nikaya, i discorsi del Buddha in progressione numerica, AN 7.54, . Abyākatasutta, "I punti non dichiarati". I punti non dichiarati sono quelli relativi alle questioni metafisiche a cui il Buddha non ha mai voluto rispondere, come cosa ci succederà dopo la morte, come sia il nirvana, cosa accade ad un illuminato alla sua morte. In questo sutta il Buddha prende in esame soltanto quest'ultimo aspetto, che però vale anche per tutti gli altri. Il sutta è in realtà un insegnamento esemplare sulle opinioni e sui punti di vista, e sugli effetti che ci portano in termine di sofferenza, angoscia e nervosismo. Le riflessioni sono relative a portare questo insegnamento nella vita di tutti i giorni Si può scaricare il sutta in formato pdf o leggerlo qui di seguito. Traduzione a partire da quella dalla lingua Pāli di Bhikkhu Sujato Allora un mendicante si avvicinò al Buddha, si inchinò, si sedette da un lato e gli disse: “Signore, qual è la causa, qual è la ragione per cui un nobile discepolo istruito non ha dubbi sui punti non dichiarati?” “Mendicante, è a causa della cessazione delle opinioni che un nobile discepolo istruito non ha dubbi riguardo ai punti non dichiarati. ‘Il Realizzato esiste dopo la morte': questa è un'idea sbagliata. “Il Realizzato non esiste dopo la morte”: questa è un'idea sbagliata. ‘Un Realizzato esiste e non esiste dopo la morte': questa è un'idea sbagliata. ‘Un Realizzato non esiste né non esiste dopo la morte': questa è un'idea sbagliata. Una persona comune non istruita non comprende le opinioni, la loro origine, la loro cessazione o la pratica che porta alla loro cessazione. E così le loro opinioni crescono. Non sono liberati dalla rinascita, dalla vecchiaia e dalla morte, dal dolore, dal lamento, dalla tristezza e dall'angoscia. Io dico, non sono liberati dalla sofferenza. Un nobile discepolo istruito comprende i punti di vista, la loro origine, la loro cessazione e la pratica che conduce alla loro cessazione. E così le loro opinioni cessano. Sono liberati dalla rinascita, dalla vecchiaia e dalla morte, dal dolore, dal lamento, dalla tristezza e dall'angoscia. Io dico, sono liberati dalla sofferenza. Sapendo e vedendo questo, un nobile discepolo istruito non risponde: ‘Un Realizzato esiste dopo la morte', ‘Un Realizzato non esiste dopo la morte', ‘Un Realizzato esiste e non esiste dopo la morte', ‘ Un Realizzato non esiste né non esiste dopo la morte.' Sapendo e vedendo questo, un nobile discepolo istruito non dichiara i punti non dichiarati. Sapendo e vedendo questo, un nobile discepolo istruito non si agita, trema, si scuote o si innervosisce riguardo ai punti non dichiarati. ‘Un realizzato esiste dopo la morte': si tratta solo di brama. ... si tratta solo di percezione ... è un'identificazione ... è una proliferazione mentale ... si tratta solo di afferrare ... ‘Il Realizzato esiste dopo la morte': questo è rimpiangere. ‘Il Realizzato non esiste dopo la morte': questo è rimpiangere. ‘Un Realizzato esiste e non esiste dopo la morte': questo è rimpiangere. ‘Un Realizzato non esiste né non esiste dopo la morte': questo è rimpiangere. Una persona comune non istruita non comprende i rimpianti, la loro origine, la loro cessazione o la pratica che porta alla loro cessazione. E così i loro rimpianti crescono. Non sono liberati dalla rinascita, dalla vecchiaia e dalla morte, dal dolore, dal lamento, dalla tristezza e dall'angoscia. Io dico, non sono liberati dalla sofferenza. Un nobile discepolo istruito comprende i rimpianti, la loro origine, la loro cessazione e la pratica che conduce alla loro cessazione. E così i loro rimpianti cessano. Sono liberati dalla rinascita, dalla vecchiaia e dalla morte, dal dolore, dal lamento, dalla tristezza e dall'angoscia. Sono liberati dalla sofferenza, dico. Sapendo e vedendo questo, un nobile discepolo istruito non risponde: ‘Un Realizzato esiste dopo la morte'... ‘Un Realizzato non esiste né non esiste dopo la morte'. Sapendo e vedendo questo, un nobile discepolo istruito non dichiara i punti non dichiarati. Sapendo e vedendo questo, un nobile discepolo istruito non si agita, trema, si scuote o si innervosisce riguardo ai punti non dichiarati. Questa è la causa, questa è la ragione per cui un nobile discepolo istruito non ha dubbi sui punti non dichiarati”. Riflessioni di Dharma sulle opinioni registrate nel gruppo di meditazione di Terrapura 2 luglio 2021. Abyākatasutta, AN 7.54, traduzione di Bhikkhu Sugato in inglese con testo in Pāli disponibile su SuttaCentral. Foto di Kon Karampelas on Unsplash, Tian Tan Buddha, Ngong Ping Road, Lantau Island, Hong Kong
Miliardi di dollari sono entrati nel Reverse Repo market negli ultimi giorni, un volume enorme che sorprende considerando che disfa mesi di lavoro di QE della FED. Che succede? Oggi ne parliamo. Sapendo che la maggior parte di voi non avrà mai sentito il termine prima d'ora, cercheremo come al solito di semplificare, anche se in questo caso l'argomento non lo consente del tutto. Questa situazione è inusuale e sicuramente da tenere sotto controllo, considerando che i mercati potrebbero reagire a delle manovre drastiche o inaspettate delle autorità finanziarie. Sintonizzatevi!CONSULENZE: https://mataandassociates.com/consulenzeLISTA LIBRI: https://mataandassociates.com/lista-libriNEWSLETTER: https://mataandassociates.com/newsletterSITO: https://mataandassociates.comFACEBOOK: https://www.facebook.com/mataandassociatesCONTATTO: staff@mataandassociates.com
DREAM ON FLY
Alberto Pellai, Barbara Tamborini"Accendere il buio, dominare il vulcano"Come trasformare le emozioni negative in preziose alleateMondadori Editorehttps://www.librimondadori.it/Le emozioni ci appartengono, così come noi apparteniamo a loro. Possiamo controllarle oppure esserne controllati, possiamo trovarci in loro balia, lasciando che ci impediscano di raggiungere i nostri obiettivi, oppure cercare di possederne una piena padronanza così da permettere loro di dare intensità, ricchezza e spessore alla nostra vita.Sapendo che conquistare una maggiore consapevolezza emotiva significa addentrarsi in un territorio difficile da esplorare, Alberto Pellai e Barbara Tamborini mettono in campo le loro competenze e una lunga esperienza per aiutarci a entrare in contatto con quel mondo interiore che a volte tendiamo a trattare come un estraneo, e che invece è la parte più vera di noi. Gli autori si concentrano su quelle che impropriamente vengono chiamate «emozioni negative»: tristezza, rabbia, paura, disgusto. Da queste, infatti, cerchiamo di tenerci lontani, di difenderci, senza renderci conto che, così facendo, le trasformiamo in nemiche da temere e finiamo per gestirle in modo maldestro.Per aiutarci a comprenderle meglio, Pellai e Tamborini ci spiegano come nascono e come dovremmo affrontarle. Che fare quando la tristezza ci invade e ci troviamo imprigionati in un totale senso di impotenza, incapaci di riprendere in mano il timone della nostra vita? Oppure quando la paura, magari accompagnata dall'ansia e dal panico, ci porta a fuggire dal mondo esterno? Come controllare il vulcano che sentiamo esplodere in noi quando veniamo assaliti dalla rabbia? E come tramutare il disgusto – per una violenza subita, per i diritti negati, per ingiuste discriminazioni – in un sentimento che restituisca all'esistenza il profumo della bellezza?Passo dopo passo, raccontando esperienze di vita vissuta, ma anche facendo ricorso alla trama di film particolarmente significativi, Pellai e Tamborini ci accompagnano in un percorso difficile ma essenziale, aiutandoci a comprendere il significato di emozioni che fino a oggi abbiamo visto solo in bianco e nero. Perché saperle cogliere nelle loro mille sfumature non può che trasformare la nostra vita in una tavolozza sempre più ricca di colori, dandoci la possibilità di realizzare ogni giorno, nel rapporto con gli altri ma soprattutto con noi stessi, autentiche e inimitabili opere d'arteAlberto Pellai è medico, psicoterapeuta dell'età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università degli Studi di Milano. Nel 2004 il ministero della Salute gli ha conferito la medaglia d'argento al merito in Sanità Pubblica. Per anni ha condotto su Radio 24, con Nicoletta Carbone, il programma «Questa casa non è un albergo», dedicato alla relazione genitori e figli. È autore di molti bestseller di parenting e psicologia, tra i quali Tutto troppo presto. L'educazione sessuale dei nostri figli ai tempi di Internet, L'età dello tsunami, Il metodo famiglia felice. Da Mondadori ha pubblicato Da uomo a padre. Il percorso emotivo della paternità (2019) e, insieme a Barbara Tamborini, Zitta! Le parole per fare pace con la storia da cui veniamo (2018) e La bussola delle emozioni (2019). I suoi libri sono tradotti in più di dieci lingue e hanno vinto numerosi premi. Dal 2010 cura su «Famiglia Cristiana» la rubrica settimanale «Essere genitori». Su Facebook gestisce una pagina dedicata ai consigli sull'educazione seguita da 60.000 followers, mentre su Instagram è seguito da 10.000 persone.Barbara Tamborini è psicopedagogista e scrittrice. Tiene laboratori educativi nelle scuole di ogni ordine e grado e corsi di formazione per docenti e genitori. È autrice di libri per bambini e ragazzi e coautrice insieme ad Alberto Pellai di volumi di psicologia e parenting diventati bestseller e tradotti in diversi Paesi. Ha vinto numerosi premi letterari.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Ti sei mai trovato in difficoltà a parlare in inglese in hotel? Magari hai mandato avanti tua moglie o tuo marito o magari tuo figlio più giovane?
La maggior parte dei fondi di investimento attivi e dei consulenti finanziari non indipendenti (cioè dipendenti da istituti finanziari tra cui banche, società a gestione del risparmio, etc.), sono affetti da un alto livello di iatrogenesi.Sapendo che stiamo rubando il termine dalla medicina, dalla farmacologia e da Nassim Taleb, che ne parla nel libro "Antifragile: Prosperare nel disordine", anche se in termini totalmente diversi, oggi andiamo a studiare il motivo dell'associazione del concetto nella gestione del risparmio, con focus particolare su fondi di investimento assicurativi e consulenti finanziari non indipendenti. Sarà una discussione parzialmente filosofica, che però è utile per comprendere i danni che una cattiva allocazione delle risorse può comportare, se non si è intelligenti nella scelta. Sintonizzatevi!CONSULENZE: https://mataandassociates.com/consulenzeLISTA LIBRI: https://mataandassociates.com/lista-libriNEWSLETTER: https://mataandassociates.com/newsletterSITO: https://mataandassociates.comFACEBOOK: https://www.facebook.com/mataandassociates
[...] I morti hanno l'aria di credere che il forte sia perdere la vita e che tutto sia finito con essa. Per loro, senza dubbio. Ma non pensano all'orribile ingombro del corpo che resta lí duro sul letto uno o due giorni e ai fastidii e alle spese dei vivi che, pur piangendogli attorno, debbono liberarsene. Sapendo quanto costa questa liberazione, in un caso come il suo, cioè di morte in buona salute, i signori morti volontarii potrebbero far due passi fino al cimitero e andare a riporsi tranquillamente da sé. [...]
[...] I morti hanno l'aria di credere che il forte sia perdere la vita e che tutto sia finito con essa. Per loro, senza dubbio. Ma non pensano all'orribile ingombro del corpo che resta lí duro sul letto uno o due giorni e ai fastidii e alle spese dei vivi che, pur piangendogli attorno, debbono liberarsene. Sapendo quanto costa questa liberazione, in un caso come il suo, cioè di morte in buona salute, i signori morti volontarii potrebbero far due passi fino al cimitero e andare a riporsi tranquillamente da sé. [...]
Cosa si intende per Leadership? Quale relazione con il potere? Quale relazione con il management?“Leader è qualcuno che ha dei follower”È Leader chi ha qualcuno che lo segue.Questa è una celebre frase di Peter Drucker (https://it.wikipedia.org/wiki/Peter_Drucker), economista austriaco, che apre l’orizzonte ad una domanda fondamentale: come fare a farsi seguire da qualcuno?La relazione tra Leadership e followership è caratterizzata da fiducia, consapevolezza, competenza, autorità, autorevolezza, onestà, credibilità e unicità.La traduzione di leader che presenta il Garzanti (https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=leader) è di: Capo, Guida, Comandante, Dirigente, Capo partito, Vincitore.Invece la traduzione che offre di follower è: Servitore, Seguace, Cedente, Ammiratore, Innamorato, Tifoso.Sono evidenti le simmetrie con Capo-Servitore, Guida-Seguace, Comandante-Cedente, Dirigente-Ammiratore, Capo partito-Innamorato ed infine Vincitore-Tifoso.Ma gli aspetti fondamentali, aldilà delle simmetrie che si preferiscono, sono la direzione, la meta e l’obiettivo da raggiungere, e le persone da coinvolgere per raggiungere quella meta.Quindi in relazione a questi due aspetti possiamo espandere la definizione di Drucker definendo un leader colui che sa condurre delle persone verso una meta.Ovviamente una domanda nasce spontanea: perché qualcuno segue un leader?La risposta più diretta è: perché è dotato di un qualche tipo di potere, anche di diversa natura.Per la definizione di potere uso una celebre frase di Max Weber che recita:“Il potere è la possibilità che un individuo, agendo nell’ambito di una relazione sociale, faccia valere la propria volontà anche di fronte a un’opposizione”.Come si esercita questo potere? Obbligando, Offrendo qualcosa in cambio, Sapendo dove andare, Sapendo cosa fare, Sapendo fare ed Essendo ammirato o amato.Sempre Weber afferma il concetto di legittimità del potere, cioè quando è riconosciuto da chi ne è oggetto, e si manifesta sul ruolo formale (autorità) oppure sulle sue doti personali (autorevolezza).Esistono, quindi, due tipi di leadeship:•Leadership autoritaria, si basa sul potere attribuito e riconosciuto al leader di prendere decisioni e distribuire premi e punizioni.•Leadership autorevole, si basa sulla condivisione e comprensione di scopi, vision e mission del leader che diventano anche dei follower.Viene da sé che è leadership illegittima quella ricevuta con violenza, se non riconosciuta come autoritaria o autorevolezza, per esempio se qualcuno ci obbliga con un’arma a lasciargli il portafoglio, questa è espressione di potere, e leadership, illegittima.Quindi la leadership è tale se il potere connesso è riconosciuto come legittimamente esercitabile.Come ultima definizione possiamo affermare che:Leadeship è saper condurre le persone verso una meta esercitando un potere da loro riconosciuto come legittimo.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6157CONOSCI LA STORIA DI SANTA MARIA MADDALENA DE' PAZZI? NON LA DIMENTICHERAI MAI PIU'Molti credono che la vita cristiana sia scelta dai codardi, dai paurosi, da coloro, cioè, che hanno quasi un bisogno maniacale di "ridurre" la propria vita. Si sa che alcuni famosi filosofi hanno detto queste cose accusando il Cristianesimo. Basterebbe citare due nomi: Feuerbach e Nietzsche.E invece non è così. La vita cristiana è fatta per le anime forti; e se non si è forti, la Grazia trasforma e rende forti, cioè rende capaci di superare qualsiasi prova. Gesù ha detto: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua." (Luca 9,23). I gradi di perfezione sono molti, ma solitamente la teologia spirituale distingue tre tappe principali o vie: la via purgativa ("rinneghi se stesso"), la via illuminativa ("prenda la sua croce") e la via unitiva ("mi segua").Da qui anche il senso di alcune parole di Gesù che sembrano di difficile interpretazione: "il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono." (Matteo 11,12). Solo coloro che riusciranno ad essere tanto forti da vincere le propria inclinazione al male, potranno conquistare il Paradiso. Dunque: solo coloro che sapranno essere forti!Tutti i santi possono servire per dimostrare ciò che abbiamo appena detto. Ma ne prendiamo uno: santa Maria Maddalena de' Pazzi. La sua storia è indicativa di quanto il rendersi docili alla Grazia possa conferire una "prospettiva di potenza" dinanzi a qualsiasi prova.SANTA MARIA MADDALENA DE' PAZZISanta Maria Maddalena de' Pazzi si chiamava Caterina e nacque il 2 aprile del 1566, a Firenze, dai nobili Camillo de' Pazzi e Maria de' Buondelmonti. Già alle età di nove anni iniziò le sue pratiche penitenziali, inimmaginabili per quell'età: veglie, digiuni e rami spinosi in forma di ghirlanda sulla testa. Passava ore intere dinanzi a Gesù Sacramentato e il tempo non le pesava, anche perché ben presto fu beneficiata di visioni celesti.Ricevette la sua prima Comunione all'età di dieci anni, in un giorno privilegiato, il 25 marzo, festa dell'Annunciazione. E già il giovedì santo successivo fece voto di verginità.A sedici anni lasciò gli amati genitori ed entrò nel monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli. Alla vestizione le venne dato il nome di Maria Maddalena.La sua vita consacrata fu immediatamente contrassegnata da doni mistici incomparabili. Nei quaranta giorni successivi alla professione religiosa, Gesù, anche più volte al giorno, la rapiva in estasi. Le fece più volte ammirare la bellezza della Sua Santissima Madre, le tolse il cuore e lo nascose nel suo Cuore, le affidò come maestro lo Spirito Santo e le diede come consiglieri sant'Agostino, santa Caterina da Siena, la beata Maria Bagnesi e il suo angelo custode.Attraverso l'intercessione della beata Bagnesi, santa Maria Maddalena fece esperienza di una strepitosa guarigione da una malattia che l'aveva costretta a letto sin dalla sua entrata in monastero.Con questi meravigliosi doni, il Signore le voleva, però, far capire quella che sarebbe stata la grande (ma terribile) missione a cui la preparava: soffrire per riparare l'ingratitudine umana. Aveva appena diciannove anni e Gesù le chiese di cibarsi di solo pane, eccetto nei giorni festivi, nei quali poteva prendere solo cibi quaresimali. Il Signore le ordinò di dormire soltanto cinque ore su un saccone e (due anni dopo) di alloggiare nella cella più povera, di indossare la veste più logora e finanche di fare a meno di calze e di scarpe.Il 4 maggio del 1585 Gesù le apparve e le pose sul capo la sua corona di spine. Da allora il mal di testa fu continuo, aumentando fortemente ogni venerdì. Il 7 maggio, sempre di quell'anno, rimase 40 ore in estasi: accompagnò la Madonna al Sepolcro e tenne fra le sue braccia il Cadavere di Gesù.LA FOSSA DEI LEONIMa doveva ancora arrivare la grande prova, che ella stessa definì come la "fossa dei leoni". Iniziò la Festa della Trinità del 1585 e durò ben cinque anni. La Santa visse l'esperienza dell'inferno: sentiva grida, bestemmie, risate rumorose. Vedeva i diavoli ed era oppressa da un'indicibile tristezza. Avrebbe voluto nascondersi tra le braccia di Dio, ma una forza sembrava allontanarla. Sentiva noia per la vita religiosa, avrebbe voluto scappare dal monastero, le sembravano inutili le sue fatiche, le privazioni, i dolori. Ebbe tentazioni al suicidio; e un giorno arrivò ad afferrare un coltello per togliersi la vita … ma poi lo pose nelle mani della Madonna. Tormenti non solo interiori, ma anche fisici. Satana la batteva per nottate intere e spesso la faceva precipitare dalle scale. Malgrado ciò, conservava sempre la calma nella profondità della sua anima. Affidò tutta se stessa alla Madonna, che venne continuamente in suo soccorso, infondendole coraggio e sostegno.La mattina del 10 giugno 1590, santa Maria Maddalena fu liberata dalle persecuzioni diaboliche. La sua inaudita sofferenza fu ripagata con una grazia specialissima: la possibilità di vedere sempre Gesù al suo fianco.Fu austera riformatrice. Si può dire che ciò che il Signore aveva rivelato a santa Teresa d'Avila per l'Ordine carmelitano, lo ispirò a lei per il monastero di Santa Maria degli Angeli. Le religiose dovevano usare lenzuola e camicie di lana. Il vitto, il letto, l'abito dovevano essere poveri e semplici. Nelle elezioni delle cariche bisognava mirare solo alla gloria di Dio e tutte le suore dovevano nutrire un tale amore vicendevole da dare finanche la vita le une per le altre. Ogni religiosa doveva rendersi continuamente vittima per tutti. Questa riforma fu accettata da tutte le consorelle.Era maestra delle novizie, quando una voce segreta le disse che la morte si avvicinava. Sapendo che in Paradiso non si può più soffrire, con il permesso della superiora, chiese ancora sofferenza a Gesù. Gesù accettò. L'aridità invase nuovamente la sua anima e patì tutti i dolori del corpo. Per anni stette a letto con indicibili sofferenze fisiche e morali; e soleva dire: "La mia anima non è capace che della sofferenza". Morì il 25 maggio 1607.Altro che codarda! Filosofi come Nietzsche hanno mai conosciute queste vite?
+ Dal Vangelo secondo Giovanni[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedeva. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza agli uni e agli altri dicendo: "Guardatemi, io sono la più bella."Gli altri animali, stufi di udire le sue vanterie, la prendevano in giro, ma la giraffa vanitosa era troppo occupata a rimirarsi per dar loro retta. Un giorno la scimmia decise di darle una lezione. Si mise a blandirla con parole che accarezzavano le orecchie della giraffa: "Ma come sei bella! Ma come sei alta! La tua testa arriva dove nessuno altro animale può giungere... "E così dicendo, la condusse verso la palma della foresta.Quando furono giunti là, la scimmia chiese alla giraffa di prendere i datteri che stavano in alto e che erano i più dolci. lì suo collo era lunghissimo, ma per quanto si sforzasse di allungarlo ancor di più, non riusciva a raggiungere il frutto. Allora la scimmia, con un balzo, saltò sul dorso della giraffa, poi sul collo e finalmente si issò sulla sua testa riuscendo ad afferrare il frutto desiderato. Una volta tornata a terra, la scimmia disse alla giraffa: "Vedi, cara mia, sei la più alta, la più bella, però non puoi vivere senza gli altri, non puoi fare a meno degli altri animali."La giraffa imparò la lezione e da quel giorno cominciò a collaborare con gli altri animali e a rispettarli.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6071ANNUNCIAZIONE: DUE DONNE A CONFRONTO di don Stefano BimbiOgni 25 marzo ricorre la bella solennità dell'Annunciazione. Questa data non è convenzionale, ma al pari di quella del Natale, è una data storica. Infatti, recenti studi hanno accertato i turni al tempio di Gerusalemme da parte delle classi sacerdotali. Ebbene, la classe a cui apparteneva Zaccaria, il marito di Elisabetta, aveva il turno a fine settembre. Sapendo che, come ci narra il Vangelo, proprio in quel periodo l'angelo Gabriele annuncia a Zaccaria il concepimento di suo figlio Giovanni, risulta chiaro che il sesto mese di gravidanza per Elisabetta è fine marzo. Ecco quindi che sia la data dell'Annunciazione - e di conseguenza anche quella del Natale - risultano confermate storicamente.L'Annunciazione ricorda, appunto, l'annuncio che l'arcangelo Gabriele porta a Maria: Dio l'aveva scelta per diventare la madre del Salvatore. Il sì della Vergine cambia tutto. Non solo cambia la Storia, ma per così dire "restaura" la Storia che era stata compromessa con il peccato originale di Adamo ed Eva.IL PARALLELISMO TRA EVA E MARIAÈ interessante notare il parallelismo tra le due donne, Eva e Maria. Ad entrambe appare un angelo: Gabriele a Maria e l'angelo decaduto (il diavolo) a Eva. In entrambi i casi è la creatura angelica a prendere l'iniziativa iniziando il discorso. "È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?" chiede Lucifero sotto forma di serpente. Lo scopo è quello di confondere le idee a Eva facendo sembrare che Dio voglia privare di qualcosa l'umanità, mentre il divieto divino voleva preservare l'uomo dalla superbia. L'arcangelo Gabriele invece con dolcezza si rivolge a Maria dicendole "Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te". Il messo celeste vuole infondere pace e serenità a Colei che sarà chiamata a diventare la madre di Dio.Dimenticandosi cosa sia la prudenza, Eva ascolta la voce del seduttore e con curiosità prolunga rovinosamente la conversazione con lui. Avrebbe dovuto diffidare chi cercava di allontanarla da Dio! Maria invece, vergine prudentissima, ascolta le parole di Gabriele e si lascia interrogare dal progetto di Dio: "Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato figlio dell'Altissimo". Nonostante l'altezza delle promesse divine, Maria non si inorgoglisce, ma restando umile si chiede come possa avvenire questo nonostante il voto di verginità che insieme a Giuseppe aveva fatto. L'arcangelo la rassicura che "nulla è impossibile a Dio".Eva non mostra la stessa umiltà, ma appena l'angelo decaduto le assicura che può violare senza problemi il comandamento divino, si lascia affascinare dall'idea di diventare come Dio. L'amor proprio le fa dimenticare la riconoscenza che doveva al Creatore e con superbia afferra il frutto proibito. Al contrario di Eva, così concentrata su se stessa, Maria umilmente riconosce i diritti che Dio ha su di lei proclamandosi la serva del Signore, pronta ad eseguire la Sua Parola.La conclusione dei due racconti la sappiamo. La disobbedienza di Eva (e Adamo) porta ad una doppia morte: la "morte" dell'anima per il peccato che cancella la somiglianza con Dio e la morte del corpo che separato da Dio, principio di immortalità, ritornerà nella polvere da dove era stato tratto. Al contrario l'obbedienza di Maria manifesta la potenza di Dio che facendo partorire la Vergine darà al mondo il Suo Figlio per ristabilire l'ordine violato dal peccato originale.COSA PROVAVA MARIAA questo punto ci piacerebbe sapere cosa provava Maria quando sentiva "in diretta" le parole dell'arcangelo Gabriele. Possiamo a tal proposito ricordare cosa disse Maria stessa apparendo a Santa Veronica Giuliani: "Figlia mia, sappi che, quando venne l'angelo Gabriele a darmi questo annunzio da parte di Dio onnipotente, io stavo nella cognizione della mia bassezza e viltà; ed è questo l'esercizio che consegno a te. Sta sempre avvilita e annichilita sotto tutti, come vile fango e polvere".Quale esempio di umiltà ci dà Maria! Consigliandoci l'umiltà ci fa il più bel dono che una madre può fare ai suoi figli. Infatti, come lei stessa ricordò alla cugina Elisabetta, Dio "ha guardato all'umiltà della Sua serva, d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata". Infatti il Signore "ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili". L'umile Maria è diventata infatti, come ricordiamo nelle litanie lauretane, addirittura "Regina degli angeli". Quindi sovrana anche di quell'arcangelo Gabriele che le portò un così bel messaggio.A questo punto comprendiamo come mai l'Annunciazione sia un fatto così importante tanto che è uno dei due momenti dell'anno liturgico, in cui nella S. Messa, durante la recita del Credo, anziché chinare soltanto il capo, come accade normalmente, ci dobbiamo inginocchiare alle parole "e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo". La seconda volta che è prevista tale genuflessione è per la Messa di Natale. Entrambe queste feste ricordano infatti il Mistero dell'Incarnazione nei suoi due momenti determinanti (concepimento, nell'Annunciazione, e nascita, nel Natale).In molti luoghi, ad esempio in Toscana fino al XVIII secolo, l'anno civile iniziava proprio il 25 marzo a sottolineare l'importanza di questo evento. Solo per un'esigenza di uniformità fu poi abbandonato in favore del 1° gennaio che comunque era anch'essa una festa liturgica: la circoncisione di Gesù (ad otto giorni dalla nascita).In conclusione non possiamo non ricordare che l'evento dell'Annunciazione possiamo ricordarlo ogni giorno con l'Angelus. Recitandolo all'alba, a mezzogiorno e al tramonto, nella sua semplicità e brevità, questa preghiera ha una grande efficacia nel sintonizzare i nostri pensieri con quelli di Dio mettendoci al fianco di Maria per guardare meravigliati la grandezza del progetto del Signore che si svela ogni giorno dinnanzi ai nostri occhi.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=221PERCHE' A COLAZIONE MANGIAMO CORNETTO E CAPPUCCINO?Perché il cappuccino e il croissant si chiamano così? Risale all'11 settembre 1683, quando le truppe cristiane, 30.000 uomini, ruppero l'assedio di Vienna, da parte di 80.000 ottomani. A dare coraggio alle truppe cristiane c'era il monaco cappuccino Marco d'Aviano. Quando il 12 settembre dopo la vittoria Marco entrò in Vienna gli offrirono il caffè: avevano imparato a farlo dai turchi. Il monaco cappuccino lo trovò terribile e allora ingentilì aggiungendo latte fino a che ebbe lo stesso colore della sua tonaca. Vienna aveva rischiato di cadere pochi giorni prima di essere liberata. I turchi avevano scavato un tunnel dove mettere barili di polvere da sparo e farli esplodere, ma un fornaio lavorando di notte aveva sentito il rumore e aveva avvertito i difensori che erano arrivati in tempo. Quel fornaio, unico in tutta Vienna ebbe l'esclusiva della pasta sfoglia. I dolci di pasta sfoglia infatti in Francia sono detti viennoiseries, cose di Vienna. Quel fornaio fabbricò un dolcetto a forma di luna crescente, in francese croissant, in ricordo del simbolo della bandiera turca, che vuol dire: la tua bandiera me la mangio a colazione.Quindi: mangiamo cappuccino e croissant? Stiamo festeggiando la vittoria di Vienna.RIASSUMENDO:- il cappuccino si chiama così perché fu fatto per la prima volta dal beato Marco d'Aviano aggiungendo del latte al caffé (e visto che il frate era un cappuccino, questo fu il nome della nuova bevanda)- il croissant fatto a forma di luna crescente (simbolo dell'Islam) sconfitto viene inzuppato nel cappuccino (a ricordo del beato Marco d'Aviano che motivava le truppe cristiane) e poi mangiato (in ricordo della vittoria sull'Islam invasore)Sapendo queste cose la colazione al bar diventa più gustosa... e magari possiamo chiedere a chi ci sta accanto: "Sai cosa sto festeggiando con cornetto e cappuccino?".
Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e per questo non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedesse. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza al mondo, dicendo: - Guardatemi, ammiratemi, io sono la più bella. [...] Continue reading
Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e per questo non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedesse. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza al mondo, dicendo: - Guardatemi, ammiratemi, io sono la più bella. [...] Continue reading
www.lemiepersone.itAllenare campioni. Sapendo che andranno presto a giocare in altre squadre. Il lavoro dolce amaro dei manager. Mi è capitato più volte negli ultimi anni di gestire risorse di grande talento.GIOVANI, SOTTO I 30, QUASI SEMPRE DONNE, 10 VOLTE PIÙ VELOCI E PIÙ INTELLIGENTI DELLA MEDIA, VOGLIA DI IMPARARE E DI METTERSI IN GIOCO. FANNO LA DIFFERENZA.La parte più bella di essere manager è avere la possibilità di allenare questi campioni, insegnare loro i trucchi del mestiere, vedere come li applicano subito, assistere alla loro crescita fulminea, leggere nei loro occhi il riconoscimento per ciò che stai loro insegnando e che li accompagnerà per il resto della loro carriera. I campioni però cercano sempre sfide diverse e chi si impegna ad allenarli sa che presto andranno a giocare in un’altra squadra: un altro team nella stessa azienda o un’altra azienda.VALE LA PENA FARE TUTTA QUESTA FATICA PER ALLENARE I GIOVANI CAMPIONI? PER ME SI.Perché è un viaggio bellissimo e perché chi allena campioni ne attira sempre di nuovi. Ma soprattutto per quegli occhi, pieni di ammirazione e riconoscimento quando stanno imparando e colmi di lacrime quando lasciano la squadra in cui sono cresciuti per andare a cogliere nuove opportunità.
Busiello Building SRL discuterà di cose importanti per costruire una casa, Busiello Building SRL è una delle migliori società di costruzioni a Napoli, Italia e Gabriele Busiello è amministratore di questa società, Busiello Building fornisce i servizi di appalto generale, servizi di gestione della costruzione , architettura e design tecnico, ristrutturazioni, riqualificazione, interior design e grandi progetti. Cose importanti 1. Conosci i tuoi numeri Prima di iniziare a costruire la tua nuova casa, esegui alcuni numeri per determinare se puoi permetterti di costruire la casa che desideri. La maggior parte dei piani delle case offre un costo per costruire uno strumento (di solito a una tariffa nominale) per darti una stima accurata dei costi di costruzione in base a dove stai costruendo. I numeri includono i costi di costruzione, le agevolazioni fiscali, i fondi per l'anticipo e il conto slush e altri calcoli correlati. 2. Controlla la reputazione del tuo costruttore Molti costruttori sono là fuori, ma non tutti sono uguali. Fai una piccola ricerca per scoprire quali costruttori hanno la migliore reputazione. Se cerchi informazioni online o ricevi consigli da familiari e amici, scopri se un costruttore è rispettato per fare un lavoro di qualità oltre ad essere puntuale. 3. Costruisci pensando alla rivendita Non importa quanto ami la casa che stai costruendo, è improbabile che sarà l'ultima casa che possiederai mai. Sapendo questo, dovresti essere consapevole del suo potenziale valore di rivendita. Non aggiungere così tanti aggiornamenti da sopravvalutare la tua casa per il quartiere. E non scegliere nulla di troppo fuori dal comune. Chiediti se le funzionalità che stai considerando di installare potrebbero fare appello ad altri. 4. Pensa al verde Assicurati di fare le tue ricerche per massimizzare l'efficienza energetica nella progettazione della tua nuova casa. Il tuo architetto e costruttore può aiutarti a garantire che le tue finestre siano rivolte a sud in modo da ottenere più luce possibile riscaldando la tua casa. Ti consigliamo di assicurarti che bagni, lavanderie e garage si trovino sul lato sud della tua casa e abbiano piccole finestre per ridurre al minimo la dispersione di calore. Trascorri del tempo scegliendo i tuoi sistemi di isolamento e HVAC, nonché elettrodomestici ad alta efficienza energetica e rubinetti e servizi igienici WaterSense. 5. Non dimenticare il pugno Parte della fase finale della costruzione di una nuova casa è di andare oltre la "lista dei pugni". Un elenco di punch è un elenco creato alla fine della costruzione che mostra cosa deve ancora essere fatto o cosa deve essere riparato sulla nuova costruzione. Tu e il tuo appaltatore creerete questo elenco la settimana prima della chiusura quando passerete per l'ultimo passaggio. Dovresti prendere appunti ogni volta che visiti il tuo cantiere o fai una passeggiata.
Sorgente: https://youtu.be/7_iEG-FSQm0
“Le persone, quando sono aggressive, di solito muovono da una grande paura” Giovanna del Giudice..Prima di entrare a Psicoradio, non immaginavo che una persona che sta male corre il rischio di essere legata”..“ Anche io. Pensavo che non si facesse più, come pensavo che non ci fosse più l'elettroshock ” “A me fa molto paura pensarci” Redattori di Psicoradio.. .. Quando il 22 giugno del 2006 Giuseppe Casu muore nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Cagliari, legato braccia e gambe al letto per sette giorni di seguito, Giovanna Del Giudice aveva appena preso servizio come direttrice del Dipartimento di salute mentale di Cagliari. ..La psichiatra decise immediatamente che quella morte non andava nascosta, silenziata o giustificata. Bisognava parlarne, invece. Era la prima volta che una morte di questo tipo veniva ammessa pubblicamente, e da lì, dalla Sardegna, è partito un movimento di denuncia che oggi diventa sempre più vasto. .. “E tu slegalo subito” è il titolo del libro che Del Giudice ha scritto nel 2015, ricordando le parole del suo primo direttore, Franco Basaglia, che dirigeva l'ospedale psichiatrico di Trieste dove nel 1971 la psichiatra aveva iniziato a lavorare. Oggi “E tu slegalo subito” si chiama la Campagna nazionale per l'abolizione della contenzione promossa dal Forum Salute Mentale...“ Oggi sono circa 30 su 300 i servizi psichiatrici ospedalieri che non ricorrono alla contenzione” ci dice Del Giudice – ma se anche sono pochi, sono molto importanti: ci dicono che è possibile affrontare situazioni difficili senza legare le persone...“Non c'è mai nessuna legge che “permette” la contenzione: E' una pratica da sempre legata alle persone con disturbo merntale, e da lì si è diffuso agli anziani, ai disabili… “ . Nel 1909 però una legge aveva previsto che venisse usata solo in casi estremi , con sanzioni molto dure per chi contravveniva. “Anche la Costituzione oggi ci dice che noi non possiamo limitare la libertà dell'altro se non su indicazione del magistrato ci ricorda Del Giudice - Anche la sentenza di cassazione del caso Mastrogiovanni scrive che l'atto della contenzione meccanica è illecito, anticostituzionale, antiterapeutico.”..Ma cosa si puo fare, di fronte ad una persona molto agitata, forse potenzialmente pericolosa? “Il problema è quale competenze hanno gli operatori sanitari per sciogliere le situazioni piu difficili – risponde la psichiatra Del Giudice - Dobbiamo innanzitutto ricordare che queste persone quando sono profondamente aggressive muovono paura, hanno vissuto esperienze estremamente dolorose. Sapendo che l'altro ha bisogno di aiuto, è aggressivo perché ha paura, perché non sa dove si trova”
“Le persone, quando sono aggressive, di solito muovono da una grande paura” Giovanna del Giudice..Prima di entrare a Psicoradio, non immaginavo che una persona che sta male corre il rischio di essere legata”..“ Anche io. Pensavo che non si facesse più, come pensavo che non ci fosse più l’elettroshock ” “A me fa molto paura pensarci” Redattori di Psicoradio.. .. Quando il 22 giugno del 2006 Giuseppe Casu muore nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Cagliari, legato braccia e gambe al letto per sette giorni di seguito, Giovanna Del Giudice aveva appena preso servizio come direttrice del Dipartimento di salute mentale di Cagliari. ..La psichiatra decise immediatamente che quella morte non andava nascosta, silenziata o giustificata. Bisognava parlarne, invece. Era la prima volta che una morte di questo tipo veniva ammessa pubblicamente, e da lì, dalla Sardegna, è partito un movimento di denuncia che oggi diventa sempre più vasto. .. “E tu slegalo subito” è il titolo del libro che Del Giudice ha scritto nel 2015, ricordando le parole del suo primo direttore, Franco Basaglia, che dirigeva l’ospedale psichiatrico di Trieste dove nel 1971 la psichiatra aveva iniziato a lavorare. Oggi “E tu slegalo subito” si chiama la Campagna nazionale per l’abolizione della contenzione promossa dal Forum Salute Mentale...“ Oggi sono circa 30 su 300 i servizi psichiatrici ospedalieri che non ricorrono alla contenzione” ci dice Del Giudice – ma se anche sono pochi, sono molto importanti: ci dicono che è possibile affrontare situazioni difficili senza legare le persone...“Non c’è mai nessuna legge che “permette” la contenzione: E’ una pratica da sempre legata alle persone con disturbo merntale, e da lì si è diffuso agli anziani, ai disabili… “ . Nel 1909 però una legge aveva previsto che venisse usata solo in casi estremi , con sanzioni molto dure per chi contravveniva. “Anche la Costituzione oggi ci dice che noi non possiamo limitare la libertà dell’altro se non su indicazione del magistrato ci ricorda Del Giudice - Anche la sentenza di cassazione del caso Mastrogiovanni scrive che l’atto della contenzione meccanica è illecito, anticostituzionale, antiterapeutico.”..Ma cosa si puo fare, di fronte ad una persona molto agitata, forse potenzialmente pericolosa? “Il problema è quale competenze hanno gli operatori sanitari per sciogliere le situazioni piu difficili – risponde la psichiatra Del Giudice - Dobbiamo innanzitutto ricordare che queste persone quando sono profondamente aggressive muovono paura, hanno vissuto esperienze estremamente dolorose. Sapendo che l’altro ha bisogno di aiuto, è aggressivo perché ha paura, perché non sa dove si trova”
“Le persone, quando sono aggressive, di solito muovono da una grande paura” Giovanna del Giudice..Prima di entrare a Psicoradio, non immaginavo che una persona che sta male corre il rischio di essere legata”..“ Anche io. Pensavo che non si facesse più, come pensavo che non ci fosse più l’elettroshock ” “A me fa molto paura pensarci” Redattori di Psicoradio.. .. Quando il 22 giugno del 2006 Giuseppe Casu muore nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Cagliari, legato braccia e gambe al letto per sette giorni di seguito, Giovanna Del Giudice aveva appena preso servizio come direttrice del Dipartimento di salute mentale di Cagliari. ..La psichiatra decise immediatamente che quella morte non andava nascosta, silenziata o giustificata. Bisognava parlarne, invece. Era la prima volta che una morte di questo tipo veniva ammessa pubblicamente, e da lì, dalla Sardegna, è partito un movimento di denuncia che oggi diventa sempre più vasto. .. “E tu slegalo subito” è il titolo del libro che Del Giudice ha scritto nel 2015, ricordando le parole del suo primo direttore, Franco Basaglia, che dirigeva l’ospedale psichiatrico di Trieste dove nel 1971 la psichiatra aveva iniziato a lavorare. Oggi “E tu slegalo subito” si chiama la Campagna nazionale per l’abolizione della contenzione promossa dal Forum Salute Mentale...“ Oggi sono circa 30 su 300 i servizi psichiatrici ospedalieri che non ricorrono alla contenzione” ci dice Del Giudice – ma se anche sono pochi, sono molto importanti: ci dicono che è possibile affrontare situazioni difficili senza legare le persone...“Non c’è mai nessuna legge che “permette” la contenzione: E’ una pratica da sempre legata alle persone con disturbo merntale, e da lì si è diffuso agli anziani, ai disabili… “ . Nel 1909 però una legge aveva previsto che venisse usata solo in casi estremi , con sanzioni molto dure per chi contravveniva. “Anche la Costituzione oggi ci dice che noi non possiamo limitare la libertà dell’altro se non su indicazione del magistrato ci ricorda Del Giudice - Anche la sentenza di cassazione del caso Mastrogiovanni scrive che l’atto della contenzione meccanica è illecito, anticostituzionale, antiterapeutico.”..Ma cosa si puo fare, di fronte ad una persona molto agitata, forse potenzialmente pericolosa? “Il problema è quale competenze hanno gli operatori sanitari per sciogliere le situazioni piu difficili – risponde la psichiatra Del Giudice - Dobbiamo innanzitutto ricordare che queste persone quando sono profondamente aggressive muovono paura, hanno vissuto esperienze estremamente dolorose. Sapendo che l’altro ha bisogno di aiuto, è aggressivo perché ha paura, perché non sa dove si trova”
Come sopravvivere alle feste?Il Natale si sa è la festa per antonomasia da dedicare alla famiglia, da trascorrere nel caldo tepore della casa, in compagnia delle persone care, shopping, caminetto acceso e presepe, albero con luci, chiacchierando e giocando e …. mangiando! Le feste natalizie sono soprattutto il miglior modo per aumentare notevolmente la propria massa corporea.Così succede che al termine delle feste invece di sentirci riposati e rilassati per iniziare con vitalità il nuovo anno spesso ci sentiamo ancor più affaticati e appesantiti. Perché chi più chi meno in questi giorni di festa si mangia di più! e poi ci ritroviamo a pagarne le conseguenze.Quindi oggi voglio darvi dei consigli su come: sopravvivere alle feste!!!Primo consiglio: “giochiamo d’anticipo”!Sapendo che ci si siede a mangiare il 24 e ci si alza il 6 gennaio (a Napoli è così) già dai primi di dicembre aumentiamo la percentuale delle verdure crude nella nostra giornata, impariamo a bere l’erba di grano e estratti di frutta e verdura, alcalinizziamoci.Secondo consiglio: Raddoppiamo il nostro abbonamento in palestra! Al contrario dei luoghi comuni per cui tutti il mese di dicembregennaio evitano di entrare in palestra perché presi dai preparativi in vista del Natale, noi ci dobbiamo imporre di andare, anzi andiamoci di più! Terzo consiglio: Proposte “operative”Proponiamo un Natale austero in linea con la politica italiana!Proponiamo di sostituire i dolci con una marea di frutta fresca! O se proprio non riusciamo a farci appoggiare, compriamo pochi dolci, ma di qualità e possibilmente senza zucchero! Ricordiamo a tutte le persone con le quali trascorreremo il Natale che le feste di Natale e fine anno non significano “abbuffatevi e date sfogo, mangiando di tutto”. Ovvio che questo non significa neanche “pranzare con pane e acqua”, ma preparare un menù con largo anticipo scrivendo tutto con carta e penna, in linea con le feste ma cercando di restare il più possibili soft! Può essere un buon escamotage per non esagerare.Rinuncia agli intingoli e ai cibi troppo conditi, dove poi ci andiamo a tuffare pure una bella fetta di pane!Prendiamo le distanze dagli avanzi, che sono una categoria subdola, che minaccia la nostra linea. Se si invita per il cenone o si viene invitati, il consiglio è di regalare agli invitati quello che avanza, o se invece siete invitati, evitate di prendere qualsiasi cosa, almeno non prolungherete la tentazione!Quarto consiglio: mai saltare i pasti!Nei giorni caldi delle feste, la cosa più sbagliata è di saltare i pasti.Sapendo cosa ci aspetta a tavola, non andiamo tipo al cenone del 24 avendo saltato il pranzo. Poi ci verrà automatico mangiare di più a cena. Invece se mangiamo il nostro pranzo sano e leggero, facciamo merenda con frutta e prima di presentarci a cena ci mangiamo un bel pinzimonio di verdure crude di sicuro eviteremo spiacevoli eccessi. Quinto consiglio: iniziare il pasto con verdure crude!Questo è un consiglio che vale per tutto l’anno ma in questo periodo deve essere un comandamento forse anche imperativo: iniziate ogni pasto con una buona dose di verdure crude!Fare il pieno di una ricca ciotola d’insalata verde prima del pasto vi aiuterà a sentirvi subito sazi e a contenere le porzioni del resto della cena.E per finire...Litighiamo con gli amici, che ogni anno ci regalano piatti tipici natalizi da ogni parte d’Italia e non solo, solo perché non sapevano cos’altro regalare, poi ci rifacciamo pace il 7 gennaio. Oppure gli diciamo cosa potrebbe servirci! Stessa cosa anche con la Mamma, zia e nonna che perennemente ci vedono sciupati...un’idea potrebbe essere fingere di aver cambiato religione, motivo per cui non puoi partecipare al pranzo di Natale. Scherzi a parte, cerca di non abbandonare le buone abitudini conquistate faticosamente sino ad ora.
Sapendo che solo il 60% dei clienti compra entro 100 giorni e che solo l'80% dei clienti acquista una seconda volta... come fare per fare un salto nelle vendite? Dai un motivo ai clienti per tornare, perché superato lo scoglio del secondo acquisto è tutta discesa:
Sapendo che solo il 60% dei clienti compra entro 100 giorni e che solo l'80% dei clienti acquista una seconda volta... come fare per fare un salto nelle vendite? Dai un motivo ai clienti per tornare, perché superato lo scoglio del secondo acquisto è tutta discesa:
Il 16 novembre 1961 un uomo entra nel manicomio di Gorizia. Ci sono muri e padiglioni, reparti chiusi e persone chiuse. Si chiama Franco Basaglia, viene dalla Clinica delle Malattie Nervose e Mentali dell'Università di Padova ed è finito a Gorizia perché ha letto troppi libri di filosofia, per fare lo psichiatra all'università. È una storia che quest'anno festeggia 40 anni - quelli della Legge 180 - ma che non riguarda solo "i matti". Ha a che fare con il cambiamento, degli apparati che sembravano immutabili: il manicomio, del modo con cui ci guardiamo tra persone: i forti e i fragili, gli abilissimi e quelli meno. Sapendo che diventeremo tutti, a un certo punto, un po' più fragili. Ma resteremo portatori di diritti, cittadini. Creativi e originali, tutti diversamente creativi, magari solo sopravvivendo con dignità. Inventeremo meccanismi, protesi fisiche e sociali, piccoli apparati di movimento per la felicità. Tocca a tutti fare un po' i filosofi.
Esodo 15, V.V. 22-2722 Poi Mosè fece partire gli Israeliti dal mar Rosso ed essi si diressero verso il deserto di Sur; camminarono tre giorni nel deserto e non trovarono acqua. 23 Quando giunsero a Mara, non potevano bere l'acqua di Mara, perché era amara; perciò quel luogo fu chiamato Mara. 24 Allora il popolo mormorò contro Mosè, dicendo: «Che berremo?» 25 Egli gridò al SIGNORE; e il SIGNORE gli mostrò un legno. Mosè lo gettò nell'acqua, e l'acqua divenne dolce. È lì che il SIGNORE diede al popolo una legge e una prescrizione, e lo mise alla prova, dicendo: 26 «Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce».27 Poi giunsero a Elim, dov'erano dodici sorgenti d'acqua e settanta palme; e si accamparono lì presso le acque.Giovanni 21 V.V. 1-141 Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si manifestò in questa maniera.2 Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. 3 Simon Pietro disse loro: «Vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Uscirono e salirono sulla barca; e quella notte non presero nulla. 4 Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che era Gesù. 5 Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?» Gli risposero: «No». 6 Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci. 7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare. 8 Ma gli altri discepoli vennero con la barca, perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti), trascinando la rete con i pesci.9 Appena scesero a terra, videro là della brace e del pesce messovi su, e del pane. 10 Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora». 11 Simon Pietro allora salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci; e benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 13 Gesù venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce.14 Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai suoi discepoli, dopo esser risuscitato dai morti.
Esodo 15, V.V. 22-2722 Poi Mosè fece partire gli Israeliti dal mar Rosso ed essi si diressero verso il deserto di Sur; camminarono tre giorni nel deserto e non trovarono acqua. 23 Quando giunsero a Mara, non potevano bere l'acqua di Mara, perché era amara; perciò quel luogo fu chiamato Mara. 24 Allora il popolo mormorò contro Mosè, dicendo: «Che berremo?» 25 Egli gridò al SIGNORE; e il SIGNORE gli mostrò un legno. Mosè lo gettò nell'acqua, e l'acqua divenne dolce. È lì che il SIGNORE diede al popolo una legge e una prescrizione, e lo mise alla prova, dicendo: 26 «Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce».27 Poi giunsero a Elim, dov'erano dodici sorgenti d'acqua e settanta palme; e si accamparono lì presso le acque.Giovanni 21 V.V. 1-141 Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si manifestò in questa maniera.2 Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. 3 Simon Pietro disse loro: «Vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Uscirono e salirono sulla barca; e quella notte non presero nulla. 4 Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che era Gesù. 5 Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?» Gli risposero: «No». 6 Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci. 7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare. 8 Ma gli altri discepoli vennero con la barca, perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti), trascinando la rete con i pesci.9 Appena scesero a terra, videro là della brace e del pesce messovi su, e del pane. 10 Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora». 11 Simon Pietro allora salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci; e benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 13 Gesù venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce.14 Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai suoi discepoli, dopo esser risuscitato dai morti.
Elena Paganelli ci introduce nel mondo dell'ascolto della rete, per estrarre dal vorticoso fiume dei dati, delle conversazioni, delle lamentele, dei consigli, ciò che ci riguarda: o perché si parla di noi o perché si parla di ciò che ci interessa. Elena sarà con noi a Borgo Castellania il 22 e 23 novembre per rispondere personalmente alle domande dei presenti, dedicando loro 45 minuti per risolvere i problemi e dare suggerimenti. Per informazioni info@associazionelemagnolie.it oppure paolo.pugni@adwice.it
Elena Paganelli ci introduce nel mondo dell'ascolto della rete, per estrarre dal vorticoso fiume dei dati, delle conversazioni, delle lamentele, dei consigli, ciò che ci riguarda: o perché si parla di noi o perché si parla di ciò che ci interessa. Elena sarà con noi a Borgo Castellania il 22 e 23 novembre per rispondere personalmente alle domande dei presenti, dedicando loro 45 minuti per risolvere i problemi e dare suggerimenti. Per informazioni info@associazionelemagnolie.it oppure paolo.pugni@adwice.it
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
Insieme al Pontormo, il Rosso Fiorentino, soprannome di Giovanni Battista di Jacopo, è la figura-chiave del Manierismo fiorentino: i due pittori, all'incirca coetanei, ebbero la stessa formazione (furono entrambi allievi di Andrea del Sarto) e proposero una pittura nettamente nuova, al di fuori degli schemi. La realtà del Rosso Fiorentino è una "non-realtà" inquietante: le sue opere sono popolate di figure grottesche, stranianti, bizzarre, spesso contraddistinte da sguardi smarriti o preoccupati, e dalla totale rottura dell'equilibrio e dell'armonia che furono una delle principali conquiste del Rinascimento. In un mondo sconvolto e pieno di inquietudini come era quello del primo Cinquecento, la pittura del Rosso Fiorentino riflette tutte le preoccupazioni dell'uomo del tempo. Sapendo però a volte anche essere elegante e raffinata. Ilaria e Federico ci faranno entrare, con la prima puntata del 2013, nell'incredibile mondo del Rosso Fiorentino.
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
Insieme al Pontormo, il Rosso Fiorentino, soprannome di Giovanni Battista di Jacopo, è la figura-chiave del Manierismo fiorentino: i due pittori, all'incirca coetanei, ebbero la stessa formazione (furono entrambi allievi di Andrea del Sarto) e proposero una pittura nettamente nuova, al di fuori degli schemi. La realtà del Rosso Fiorentino è una "non-realtà" inquietante: le sue opere sono popolate di figure grottesche, stranianti, bizzarre, spesso contraddistinte da sguardi smarriti o preoccupati, e dalla totale rottura dell'equilibrio e dell'armonia che furono una delle principali conquiste del Rinascimento. In un mondo sconvolto e pieno di inquietudini come era quello del primo Cinquecento, la pittura del Rosso Fiorentino riflette tutte le preoccupazioni dell'uomo del tempo. Sapendo però a volte anche essere elegante e raffinata. Ilaria e Federico ci faranno entrare, con la prima puntata del 2013, nell'incredibile mondo del Rosso Fiorentino.