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Adorazioni eucaristiche di don Leonardo Maria Pompei
I campioni e gli eroi della fede

Adorazioni eucaristiche di don Leonardo Maria Pompei

Play Episode Listen Later Mar 13, 2025 12:31


Meditazione all'ora santa di giovedì 13 marzo 2025Dalla lettera agli Ebrei (capitolo 11,17-40) Per la fede Abramo messo alla prova offrì Isacco, l'unico suo figliuolo, egli che aveva ricevuto le promesse, e gli s'era detto che «per via di Isacco una discendenza sarebbe chiamata col suo nome», egli faceva conto che Dio può anche risuscitare da morte; ond'è che lo riebbe come in figura. Per la fede Isacco benedì Giacobbe ed Esaù, in cose avvenute. Per la fede Giacobbe morendo benedì ciascuno dei figli di Giuseppe, e «appoggiato al sommo del suo bastone s'inchinò». Per la fede Giuseppe morendo rammentò l'esodo dei figli d'Israele, e diede degli ordini relativamente alla sua salma. Per la fede Mosè appena nato rimase nascosto tre mesi per opera de' suoi genitori, perché videro che il bambino era bello e non si lasciarono spaventare dall'ordine del re. Per la fede Mosè, fatto grande, rifiutò di esser detto figlio di una figlia di Faraone, preferendo essere maltrattato insieme col popolo di Dio, che avere il godimento momentaneo della colpa, e stimando maggior ricchezza dei tesori egiziani l'obbrobrio di Cristo, poiché aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa. Per la fede lasciò l'Egitto, non temendo l'ira del re, perché come se vedesse l'invisibile, tenne duro. Per la fede celebrò la Pasqua e fece l'aspersione del sangue, perché lo sterminatore dei primogeniti non toccasse quelli di loro [gli Israeliti]. Per la fede passarono il Mar Rosso come su terra asciutta, della quale avendo fatto la prova, gli Egiziani furono ingoiati. Per la fede caddero le mura di Gerico: fattone il giro per sette giorni. Per la fede Raab la cortigiana, non perì coi ribelli, avendo accolto le spie con benevolenza. E che dirò io ancora? Mi mancherebbe il tempo a parlare di Gedeone, di Barac, di Sansone, di Jefte, di David e Samuele e dei profeti; i quali per la fede conquistarono dei regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le cose promesse, chiusero le gole dei leoni, spensero la forza del fuoco, scamparono al taglio della spada, ricevettero forza quando s'erano infiacchiti, diventarono valenti in guerra, misero in fuga eserciti stranieri. Delle donne riebbero i loro morti per risurrezione; altri furono messi alla tortura, non accettando la liberazione per ottenere una risurrezione migliore, altri ebbero a provare scherni e sferze, e anche ceppi e prigione; furon lapidati, sottoposti a dure prove, segati, morirono di spada, andarono in giro in pelli di capra, mancanti di tutto, perseguitati, maltrattati. Di essi non era degno il mondo, e andavano errando per i deserti e i monti e le caverne e spelonche e le grotte della terra. Ebbene anche costoro pur ricevendo testimonianza per la fede non conseguirono l'oggetto della promessa, avendo Dio in vista qualcosa di meglio per noi, perché non arrivassero alla perfezione senza di noi.

Celebration Italia con John Tufaro
Sei sicuro che stai andando più in alto? | Pastore John Tufaro | Celebration Italia

Celebration Italia con John Tufaro

Play Episode Listen Later Mar 10, 2025 40:57


Ti stai chiedendo se stai davvero crescendo spiritualmente, se stai seguendo la tua chiamata e il tuo scopo, oppure se sei distratto dalle tue esigenze egoistiche. Il racconto di Elia ed Eliseo ci insegna l'importanza di seguire il giusto percorso, non solo il luogo in cui ti trovi, ma anche chi ti sta guidando.Elia portò Eliseo in una serie di luoghi simbolici (Gilgal, Betel, Gerico, Giordano), ognuno dei quali rappresentava tappe fondamentali nel cammino di fede. Gilgal segna nuovi inizi e la disponibilità a crescere; Betel ci ricorda l'importanza della Casa di Dio; Gerico rappresenta la vittoria ma anche la necessità di obbedire a Dio; infine, il Giordano simboleggia il rivendicare le promesse di Dio.Durante questo viaggio, Eliseo non si accontentò mai di fermarsi in uno di questi luoghi, ma continuò a seguire Elia con impegno, chiedendo alla fine una "doppia porzione" del suo spirito, non per il doppio del ministero, ma per una maggiore unzione interiore. La vera maturità in Cristo richiede di guardare sempre più in alto e non essere soddisfatti delle promesse temporanee, ma di desiderare la pienezza dello Spirito di Dio.In conclusione, per succedere a Elia, Eliseo dovette concentrarsi sulla ricerca dello spirito che guidava il grande profeta. Come nel Salmo 61, dobbiamo cercare un rifugio in Dio, riconoscendo che Lui è la nostra torre forte, ma solo se non mettiamo noi stessi sopra di Lui.

Celebration Italia con John Tufaro
Affronta il nuovo | Pastore John Tufaro | Celebration Italia

Celebration Italia con John Tufaro

Play Episode Listen Later Jan 6, 2025 46:17


Ogni nuovo giorno, settimana o anno è un'opportunità per prepararci ad affrontare ciò che ci attende. Nel 2025 potremmo trovarci davanti a situazioni mai vissute prima, proprio come Giosuè di fronte a Gerico. Per affrontare il nuovo servono: Un nuovo piano: Definire obiettivi chiari e avere una roadmap per il cammino. Una nuova potenza: Lasciare andare vecchie mentalità e affidarsi allo Spirito Santo. Una nuova preghiera: La preghiera trasforma più di quanto cambino le circostanze. Una nuova vita privata: Camminare in santità, con coerenza tra vita pubblica e privata. Una nuova prospettiva: Non si combatte per la vittoria, ma dalla vittoria già ottenuta in Cristo. Affidiamo ogni aspetto della nostra vita a Dio e affrontiamo il 2025 con fede e determinazione!

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia XXX Domenica T.Ord. - Anno B (Mc 10,46-52)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Oct 22, 2024 6:01


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7919OMELIA XXX DOMENICA T.ORD. - ANNO B (Mc 10,46-52) di Giacomo BiffiQualche breve riflessione sulla pagina evangelica che è stata proclamata ci consentirà di esporre un poco il nostro spirito alla luce vivificante del nostro Salvatore. L'episodio della guarigione del cieco di Gerico ha particolarmente colpito l'evangelista Marco, il quale - ed è un fatto insolito - ci riferisce anche il nome del mendicante beneficato: Bartimeo. L'avvenimento si colloca verso il termine dell'ultimo viaggio compiuto da Gesù alla volta di Gerusalem me, dove avrebbe celebrato la sua Pasqua di sangue e di redenzione. Un equivoco pesava sulla comitiva dei discepoli di Gesù. Tutti ritenevano Gesù "figlio di Davide", cioè Messia; e pensavano a lui come a un liberatore politi co e sociale. Gesù invece sapeva di essere un Messia che avrebbe salvato nella sofferenza, e di avere una missione primariamente religiosa, interessata non tanto a cambiare le strutture della società di quell'e poca, quanto ad assicurare il destino ultimo e definitivo dell'uomo. È un equivoco che spesso pesa anche sopra il Cristo che vive nella Chiesa. Troppe volte noi domandiamo al Signore un aiuto, una liberazione, una salvezza che non è quella che lui è venuto a portare. Troppe volte la nostra preghiera e il nostro impegno religioso sono motivati da interessi esclusivamente terrestri. Anche per il cieco Gesù è il Messia, anche lui lo chiama ripetutamente "figlio di Davide". Ma egli sa che non è né un guerriero rivoluzionario né un capo politico. Perciò lo chiama Rabbunì, vale a dire: "Maestro": Gesù è uno che insegna, che illumina le menti. E pregando: Abbi pietà di me!, riconosce che Gesù non è uno che crede di far giustizia infliggendo violenza, ma uno che ha fatto della misericordia la caratteristi ca e lo stile della sua azione.LA NOSTRA CECITÀ SPIRITUALEQuel cieco, come ogni uomo che cerca onestamente la verità, vuole essere liberato dalle sue tenebre: Fa' che io veda. Intuendo in Gesù di Nazaret il Salvatore vero dell'uomo, quel cieco vedeva meglio e più di quelli che avevano la vista. Bartimeo ci è vicino, ciascuno di noi lo può riconoscere come fratello. Anche noi siamo ciechi, e forse più di lui perché ci illudiamo di vedere. Ci illudiamo di dare un senso plausibile alla vita umana con il moltiplicarsi dei ritrovati della nostra mirabile tecnica, con l'infittirsi degli stimoli del piacere. Ed è una strada che va diritta alla disperazione, quando, tramonta te le illusioni, ci accorgiamo di vivere senza scopo. O, se non ciechi, siamo talvolta cecuzienti; ora miopi, quando, attenti solo al nostro piccolo mondo e ai nostri personali interessi, siamo incapaci di cogliere le grandi linee del disegno di Dio e le strade sulle quali il Signore vuol condurre il suo popolo; ora presbiti perché ci lasciamo incantare dalle enunciazioni gran di e astratte, e ci sfugge la realtà che ci sta vicino, sulla quale possiamo davvero efficacemente operare. Siamo pronti a commuoverci e a indignarci per le grandi ingiustizie della società, a proposito delle quali ci è consentito di fare poco, e siamo incapaci di vedere la pena del nostro vicino di casa o addirittura di qualcuno della nostra famiglia, per la quale potremmo fare molto. Bartimeo ci è vicino perché prega disperatamente Gesù. E anche noi siamo qui in chiesa per questo: perché la nostra insufficienza e la nostra povertà siano superate dalla sua forza onnipotente e misericordiosa. Avrete notato come gli altri - la folla e perfino gli apostoli - non volevano farlo parlare, gli negavano perfino il diritto di pregare: Lo sgridavano per farlo tacere. Ma la voce della sua implorazione è più forte e riesce a vincere l'ostilità e l'incomprensione dei circo stanti. Talvolta per arrivare davvero a Gesù bisogna saper oltrepassare la tirannia della folla, del comportamento degli altri, dei luoghi comuni, delle idee imperanti. Oltre le mode e le abitudini convenzionali, dobbiamo saper presentare al Signore la verità dolorante del nostro cuore. Allora sentiremo anche noi la parola del conforto e della speranza: La tua fede ti ha salvato, e con animo veramente libero potremo, come il cieco, metterci con la nostra vita a seguire Gesù.

Attacco a Israele
Mossa falsa dell'Iran - Camillo Bosco

Attacco a Israele

Play Episode Listen Later Oct 3, 2024 3:52


La scena ripresa da una telecamera di Gerico è grottesca: un gazeo fuggito dalla guerra tra Hamas e Israele sta attraversando una strada della città cisgiordana quando il corpo centrale di un missile balistico intercettato dall'antiaerea israeliana gli si schianta addosso.

Equipaggiati
#181 - La conversione di Zaccheo - Luca 19:1-10

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Sep 8, 2024 6:10


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: La conversione di ZaccheoZaccheo19 Mentre Gesù passava per Gerico, 2 un tale di nome Zaccheo, un capo degli esattori delle tasse (naturalmente molto ricco), 3 cercava di vedere Gesù, ma non vi riusciva, perché cʼera troppa gente e lui era troppo basso di statura. 4 Allora corse avanti e salì su un albero di sicomòro lungo la strada dove Gesù doveva passare.5 Quando Gesù passò di lì, alzò gli occhi verso Zaccheo e gli disse: «Zaccheo, svelto, scendi, perché oggi mi fermerò a casa tua!»6 Zaccheo scese in fretta, e con grande gioia ed eccitazione accolse Gesù in casa sua. 7 Ma tutti ci rimasero male. «Si è fatto ospitare da un noto peccatore!» commentavano.8 Nel frattempo, Zaccheo, in piedi davanti al Signore, diceva: «Signore, la metà delle mie ricchezze la do ai poveri e, se mi accorgo di aver imbrogliato qualcuno sulle tasse, gli renderò quattro volte tanto!»9-10 Allora Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è davvero entrata in questa casa! Perché anche questʼuomo è un figlio di Abramo, ed io, il Messia, sono venuto a cercare e a salvare quelli che erano perduti come lui».lascia un commentoSupport the show

Equipaggiati
#180 - Gesu' guarisce il cieco - Luca 18:31-43

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Sep 5, 2024 6:20


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Gesu' guarisce il cieco31 Poi, dopo aver riunito i dodici intorno a sé, Gesù disse loro: «Come sapete, stiamo andando a Gerusalemme. Quando saremo là, si avvereranno le predizioni che hanno scritto gli antichi profeti sul mio conto.32 Sarò consegnato ai pagani, che mi derideranno, mʼinsulteranno e mi sputeranno addosso. 33 Poi mi frusteranno e mi uccideranno. Ma il terzo giorno risusciterò dalla morte».34 Essi però non capivano una parola di ciò che diceva. Per loro era come se parlasse per indovinelli.35 Mentre sʼavvicinavano a Gerico, videro un cieco che se ne stata seduto a lato della strada a chiedere lʼelemosina. 36 Quando sentì passare la folla, il cieco chiese che cosa stesse accadendo. 37 Gli dissero che stava passando Gesù di Nazaret. 38 Il povero uomo allora cominciò a gridare: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!»39 La folla, che precedeva Gesù, cercò di farlo tacere, ma egli gridava ancora più forte: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!»40 Quando Gesù arrivò allʼaltezza del cieco si fermò: «Portatemi quellʼuomo là in fondo!» disse. Poi gli chiese: 41 «Che cosa vuoi da me?» «Signore», implorò il cieco, «faʼ che io veda!»42 Allora Gesù disse: «Ebbene, che tu veda! La tua fede ti ha salvato». 43 Immediatamente lʼuomo riacquistò la vista e seguì Gesù, lodando Dio. E tutti quelli che avevano assistito al miracolo glorificavano il Signore.lascia un commentoSupport the show

Equipaggiati
#162 - "beati gli occhi che vedono cio' che voi vedete" - Luca 10:21-37

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Aug 12, 2024 6:48


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: "beati gli occhi che vedono cio' che voi vedete"21 In quella stessa ora, Gesù, mosso dallo Spirito Santo, esultò e disse: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli! Sì, Padre, perché così ti è piaciuto! 22 Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno sa chi è il Figlio, se non il Padre, né chi è il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo». 23 E, rivolgendosi ai discepoli, disse loro privatamente: «Beati gli occhi che vedono quello che voi vedete! 24 Perché vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere quello che voi vedete, e non l'hanno visto; e udire quello che voi udite, e non l'hanno udito».Il buon Samaritano25 Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, dicendo: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?» 26 Gesù gli disse: «Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?» 27 Egli rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». 28 Gesù gli disse: «Hai risposto esattamente; fa' questo e vivrai». 29 Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?» 30 Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e s'imbatté nei briganti, che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto. 32 Così pure un Levita, quando giunse in quel luogo e lo vide, passò oltre dal lato opposto. 33 Ma un Samaritano, che era in viaggio, giunse presso di lui e, vedendolo, ne ebbe pietà; 34 avvicinatosi, fasciò le sue piaghe versandovi sopra olio e vino, poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno dopo [, prima di partire], presi due denari, li diede all'oste e [gli] disse: “Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno”. 36 Quale [dunque] di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?» 37 Quegli [quindi] rispose: «Colui che gli usò misericordia». Gesù gli disse: «Va', e fa' anche tu la stessa cosa».Support the Show.lascia un commentoSupport the Show.

Dal Vangelo di oggi
Dal Vangelo di oggi - 30 Maggio 2024

Dal Vangelo di oggi

Play Episode Listen Later May 30, 2024 3:07


Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,46-52In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.La fama di Gesù non era più contenibile. Tanti accorrevano a Lui, soprattutto i deboli, i poveri, i lebbrosi, i malati. Tutti volevano avvicinarlo e parlargli. Anche Bartimèo che aveva perso la vista, desiderava la pace, la salute e felicità. Ma senza sperare più di tanto, mendicava alla porta di Gerico. In effetti, è quello che erano ridotti a fare tutti ciechi, oltre alla dipendenza totale dagli altri. Quel giorno però fu diverso per uno che aveva per unico compagno il buio totale. In quella oscurità della sua cecità, il figlio di Timèo, avendo saputo che era Gesù che passava, gridò a squarciagola professando la sua fede nel Figlio dell'uomo. Mentre lo faceva, pregava ed implorava la misericordia del Figlio di Davide. È l'immagine della preghiera dei piccoli, dei poveri che giorno e notte, senza sosta, perché continuo è il loro bisogno, si rivolgono al Signore perché ripongono in Lui la loro speranza. Infatti, Gesù non è sordo al grido di tutti quelli che sperano in Lui. Come Bartimeo che ha riconosciuto la luce pur senza averla vista, vogliamo accorrere da Gesù per ricuperare la fede che piano piano perdiamo. Con la vista riavuto nell'incontro con il Figlio di Davide, potremo di nuovo seguirlo da veri discepoli. Con affetto!Don Arthur.

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#105 - Il servizio, il marchio del grande - Marco 10:41-52

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Play Episode Listen Later May 23, 2024 5:57


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il servizio, il marchio del grande41 Quando gli altri discepoli vennero a sapere ciò che Giacomo e Giovanni avevano chiesto, ne furono molto indignati. 42 Allora Gesù li chiamò e disse loro: «Come sapete, i re e i grandi uomini della terra comandano col pugno di ferro.43 Ma fra di voi è diverso. Anzi, chi vuole essere grande fra di voi, deve farsi servo di tutti. 44 E chi vuole essere proprio il primo, deve essere lo schiavo di tutti. 45 Anchʼio, il Messia, non sono venuto qui per essere servito, ma per servire gli altri e per dare la mia vita in riscatto di molti!»46 Intanto erano arrivati a Gerico. Più tardi, mentre uscivano dalla città, una gran folla si mise a seguirli. Un mendicante cieco di nome Bartimeo, figlio di Timeo, stava seduto lungo la strada a chiedere lʼelemosina.47 Quando Bartimeo udì che stava passando Gesù di Nazaret, cominciò a gridare: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!» 48 Molte persone si misero a sgridarlo, perché stesse zitto. Invece il cieco si mise a gridare sempre più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!»49 Quando Gesù lʼudì, si fermò e disse: «Ditegli di venire qui!» Allora andarono a chiamare il cieco e gli dissero: «Coraggio, àlzati, ti vuol parlare!» 50 Bartimeo gettò da parte il mantello, balzò in piedi e andò incontro a Gesù.51 «Che vuoi che faccia per te?» gli domandò Gesù. «O Maestro», disse lʼuomo, «voglio vedere!»52 E Gesù gli disse: «Ebbene, è fatto. La tua fede ti ha guarito!» Subito il cieco ricuperò la vista e seguì Gesù per la via.Support the showSupport the Show.

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#42 - I figli di Zebedeo - Matteo 20:17-34

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Play Episode Listen Later Feb 27, 2024 7:15


Oggi: I I figli di Zebedeo17 Poi Gesù, mentre saliva verso Gerusalemme, prese da parte i dodici {discepoli}; e, strada facendo, disse loro[c]: 18 «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà dato nelle mani dei capi dei sacerdoti e degli scribi; essi lo condanneranno a morte 19 e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito, flagellato e crocifisso; e il terzo giorno risusciterà».20 Allora la madre dei figli di Zebedeo si avvicinò a Gesù con i suoi figli, prostrandosi per fargli una richiesta. 21 Ed egli le domandò: «Che vuoi?» Ella gli disse: «Di' che questi miei due figli siedano l'uno alla tua destra e l'altro alla tua sinistra, nel tuo regno». 22 Gesù rispose: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete voi bere il calice che io sto per bere [ed essere battezzati col battesimo con cui sono battezzato]?» Essi gli dissero: «Sì, possiamo». 23 Egli disse loro: «Voi certo berrete il mio calice [e sarete battezzati col battesimo con cui sono battezzato]; ma quanto al sedersi alla mia destra e alla [mia] sinistra, non sta a me concederlo, ma sarà dato a quelli per cui è stato preparato dal Padre mio». 24 I dieci, udito ciò, furono indignati contro i due fratelli. 25 Ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «Voi sapete che i prìncipi delle nazioni le signoreggiano e che i grandi esercitano autorità su di esse. 26 Ma non dovrà essere così tra di voi: anzi, chiunque vorrà essere grande tra di voi, sarà vostro servitore[d]; 27 e chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo[e]; 28 appunto come il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti».29 Mentre uscivano da Gerico, una gran folla lo seguì. 30 E due ciechi, seduti presso la strada, avendo udito che Gesù passava, si misero a gridare: «Abbi pietà di noi, {Signore,} Figlio di Davide!» 31 Ma la folla li sgridava, perché tacessero; essi però gridavano più forte: «Abbi pietà di noi, Signore, Figlio di Davide!» 32 Gesù, fermatosi, li chiamò e disse: «Che volete che io vi faccia?» 33 Ed essi: «Signore, che i nostri occhi si aprano». 34 Allora Gesù, commosso, toccò i loro occhi e in quell'istante [i loro occhi] recuperarono la vista e lo seguirono.Support the show

Celebration Italia con John Tufaro
Abbattuto ma non sconfitto | Pastore Marianna Tufaro | Celebration Italia

Celebration Italia con John Tufaro

Play Episode Listen Later Feb 26, 2024 30:10


Bartimeo il mendicante cieco alle porte di Gerico, come riportato nei vangeli. Bartimeo, nonostante la sua cecità, era consapevole dell'ambiente circostante e della presenza di Gesù. Invece di concentrarsi sull'ottenere denaro dalla folla, ha chiesto pietà a Gesù. Bartimeo ha dimostrato fede e persistenza nel cercare Gesù, ignorando le critiche degli altri. Quando Gesù lo ha chiamato, Bartimeo ha confessato il suo desiderio di recuperare la vista e ha ricevuto il miracolo. La sua testimonianza illustra l'importanza della fede, della persistenza e del riconoscimento di Gesù come Signore.

Celebration Italia con John Tufaro
Gerico deve cadere | Pastore John Tufaro | Celebration Italia

Celebration Italia con John Tufaro

Play Episode Listen Later Jan 15, 2024 44:56


Giosuè e il popolo d'Israele si prepararono per l'assedio contro Gerico, concentrandosi su aspetti come la perseveranza, il silenzio/attesa, la lode e l'azione. Il nemico non era solo Gerico, ma anche la mentalità da cambiare. Dobbiamo avere la necessità di vedere oltre le apparenze, di mantenere la fede e di agire in base ad essa. Dobbiamo riconoscere che il vero nemico è la mancanza di fede e a entrare nella benedizione che Dio offre.

Celebration Italia con John Tufaro
PREPARARSI PER IL NUOVO ANNO | PASTORE JOHN TUFARO | CELEBRATION ITALIA

Celebration Italia con John Tufaro

Play Episode Listen Later Jan 8, 2024 45:45


Il capitolo 5 di Giosuè sottolinea l'importanza di un lifestyle consacrato, una mentalità in crescita e un cuore arreso mentre ci prepariamo per il nuovo anno. La circoncisione simboleggia la separazione dal passato, la fine della manna richiede responsabilità e Galati 6:7-8 enfatizza seminare per lo Spirito. Giosuè incontra il capo dell'esercito dell'Eterno, evidenziando la necessità di resa totale. Affrontiamo il nuovo anno con aspettative, implementando uno stile di vita consacrato, una mentalità in crescita e un cuore arreso per vedere le mura di Gerico crollare.

A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
riflessioni sul Vangelo di Martedì 21 Novembre 2023 (Lc 19, 1-10) - Apostola Tiziana

A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore

Play Episode Listen Later Nov 20, 2023 5:45


- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse:– Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua.Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore:– Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto.Gesù gli rispose:– Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.Parola del Signore.

ARTICOLI di Rino Cammilleri
E' giusto pregare per Matteo Messina Denaro?

ARTICOLI di Rino Cammilleri

Play Episode Listen Later Oct 10, 2023 5:41


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7567E' GIUSTO PREGARE PER MATTEO MESSINA DENARO? di Rino CammilleriSanta Teresina di Lisieux, quand'era ancora ragazzina ma già aveva in animo il chiostro, chiese con insistenza a Dio una grazia speciale. Un rinomato pluriomicida, il criminale più famoso di Francia, catturato dopo anni di efferatezze stava per salire sulla ghigliottina. Teresina pregò fervidamente per diversi giorni, anche perché il condannato aveva rifiutato i conforti religiosi. La piccola futura santa domandava la salvezza di quell'anima perduta. Non aveva detto Cristo che bisognava pregare gli uni per gli altri? E chi più bisognoso di preghiere di un cattivo conclamato a rischio di dannazione eterna? Seguì dalla finestra l'ascesa del condannato al palco del patibolo. Gli tagliarono il colletto e stavano per distenderlo sull'asse sotto la lama. Come da prassi, un sacerdote lo seguiva brandendo un crocifisso. Ebbene, proprio all'ultimo istante, con un gesto che stupì tutti, il condannato si voltò e con uno scatto inatteso si chinò a baciare fugacemente il crocifisso. Poi la lama calò sul suo collo. Teresina era felice: all'ultimo momento era stata esaudita.A ben pensarci, il primo santo a essere canonizzato da Cristo in persona è il Buon Ladrone, un tagliagole da strada che, in extremis, si era raccomandato al Messia. Pregare dunque per i cattivi? E per chi se no? Sono i malati ad aver bisogno del medico, non i sani, lo dice il Vangelo. Per questo la Chiesa ha sempre accompagnato sul patibolo i condannati a morte. I «santi impiccati», come li chiamava san Giuseppe Cafasso, già precettore di don Bosco e cappellano nelle carceri savoiarde. Li scortava sulla carretta che li portava alla forca, impartiva loro gli ultimi i sacramenti e li assolveva in confessione. Con la morte fisica espiavano le loro colpe, ma col pentimento finale avevano diritto a entrare nel Regno dei Cieli, per questo don Cafasso li chiamava i suoi «santi impiccati». Come, appunto, il Buon Ladrone.Si badi, Latro-onis per i romani era il brigante assassino; il ladro semplice era fur-is. Dunque, si trattava di un pluriomicida che sgozzava la gente per derubarla sulla pericolosa strada per Gerico. Ebbene, la Chiesa del 2023 pare riempirsi la bocca di «poveri» e di «ultimi», però sta molto più attenta alla sua immagine social e politically correct, altrimenti avrebbero protestato vivamente per il divieto imposto a tre suore di pregare per l'anima di Matteo Messina Denaro. Certo, le tre possono anche pregare nel chiuso del loro convento di clausura, ma è una fatto che all'ospedale dell'Aquila non le hanno fatte entrare.Madre Donatella, suor Emanuela e suor Teresa Benedetta, sono benedettine del monastero dei santi Cosma e Damiano, i due gemelli medici «anargiri» (cioè, che curavano gratis) finiti martiri di Diocleziano. Erano lì per una visita agli occhi della superiora e avevano chiesto di poter pregare sulla salma del boss, appena morto senza sacramenti. Voi direte: ma a che sarebbe servito, visto che non si era pentito in senso cattolico dei suoi peccati? Risponderò come rispose Cristo ai sadducei: a Dio tutto è possibile.Per esempio, oggi sappiamo che, in tema di espianti, si dichiara clinicamente morto uno a cui batte ancora il cuore (se no, l'espianto non è praticabile). Dunque, non sappiamo che cosa accade nella testa di uno «morto» negli ultimi infinitesimi istanti dell'agonia, quando non dà alcun segno ma neanche i medici sanno che cosa accade nella sua testa pur se, da protocollo, cerebralmente defunta. E poi, che male fa permettere a tre suore di dire un requiem? Bah, per fortuna, come recita la Scrittura di domenica scorsa, «le mie vie non sono le vostre vie», dice il Signore. Per quanto mi riguarda, ho appena dato alle stampe la mia ultima fatica, Il manuale del diavolo (Cantagalli), in cui è descritto anche come e qualmente nell'Altro Lato avremo molte sorprese. Scopriremo che c'è un sacco di gente che non avrebbe dovuto esserci, mentre mancano molti di quelli che credevamo ci fossero.

La Voce del Pastore
“Raab, la meretrice di Gerico” • 01 Ottobre 2023

La Voce del Pastore

Play Episode Listen Later Oct 1, 2023 46:32


Il Messaggio di Oggi: "RAAB, LA MERETRICE DI GERICO" • Salmo 93: 1-5 • Matteo 1: 5 • 2 Samuele 7: 16 • Luca 1: 33-35 • Giosuè 2:8 (9-21) • Ebrei 9: 22 • 1 Giovanni 1: 7 • Ebrei 9: 14 • 1 Giovanni 1: 9 • Giosuè 2: 18 • Giosuè 2: 21 • Giosuè 2: 18 • Giovanni 3: 14-15 • Ebrei 9: 14 • Giosuè 23: 14 • Matteo 1: 5 • Ebrei 13: 8 • Esodo 12: 27-28 • Giosuè 2: 21 --Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio

Pagine Esteri
ARCHEOLOGIA E OCCUPAZIONE. Tell es-Sultan sito palestinese. Israele contro l'Unesco

Pagine Esteri

Play Episode Listen Later Sep 19, 2023 5:57


Il governo Netanyahu condanna l'Onu per aver designato le rovine dell'antica Gerico, nella Cisgiordania sotto occupazione militare, come «Sito parte del patrimonio mondiale in Palestina». Il commento della studiosa e storica dell'arte Carla Benelli che da oltre venti anni lavora nei siti cisgiordani.

Equipaggiati
#181 - La conversione di Zaccheo - Luca 19:1-10

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Sep 11, 2023 2:13


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: La conversione di ZaccheoZaccheo19 Mentre Gesù passava per Gerico, 2 un tale di nome Zaccheo, un capo degli esattori delle tasse (naturalmente molto ricco), 3 cercava di vedere Gesù, ma non vi riusciva, perché cʼera troppa gente e lui era troppo basso di statura. 4 Allora corse avanti e salì su un albero di sicomòro lungo la strada dove Gesù doveva passare.5 Quando Gesù passò di lì, alzò gli occhi verso Zaccheo e gli disse: «Zaccheo, svelto, scendi, perché oggi mi fermerò a casa tua!»6 Zaccheo scese in fretta, e con grande gioia ed eccitazione accolse Gesù in casa sua. 7 Ma tutti ci rimasero male. «Si è fatto ospitare da un noto peccatore!» commentavano.8 Nel frattempo, Zaccheo, in piedi davanti al Signore, diceva: «Signore, la metà delle mie ricchezze la do ai poveri e, se mi accorgo di aver imbrogliato qualcuno sulle tasse, gli renderò quattro volte tanto!»9-10 Allora Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è davvero entrata in questa casa! Perché anche questʼuomo è un figlio di Abramo, ed io, il Messia, sono venuto a cercare e a salvare quelli che erano perduti come lui».Support the show

Equipaggiati
#180 - Gesu' guarisce il cieco - Luca 18:31-43

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Sep 8, 2023 3:09


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Gesu' guarisce il cieco31 Poi, dopo aver riunito i dodici intorno a sé, Gesù disse loro: «Come sapete, stiamo andando a Gerusalemme. Quando saremo là, si avvereranno le predizioni che hanno scritto gli antichi profeti sul mio conto.32 Sarò consegnato ai pagani, che mi derideranno, mʼinsulteranno e mi sputeranno addosso. 33 Poi mi frusteranno e mi uccideranno. Ma il terzo giorno risusciterò dalla morte».34 Essi però non capivano una parola di ciò che diceva. Per loro era come se parlasse per indovinelli.35 Mentre sʼavvicinavano a Gerico, videro un cieco che se ne stata seduto a lato della strada a chiedere lʼelemosina. 36 Quando sentì passare la folla, il cieco chiese che cosa stesse accadendo. 37 Gli dissero che stava passando Gesù di Nazaret. 38 Il povero uomo allora cominciò a gridare: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!»39 La folla, che precedeva Gesù, cercò di farlo tacere, ma egli gridava ancora più forte: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!»40 Quando Gesù arrivò allʼaltezza del cieco si fermò: «Portatemi quellʼuomo là in fondo!» disse. Poi gli chiese: 41 «Che cosa vuoi da me?» «Signore», implorò il cieco, «faʼ che io veda!»42 Allora Gesù disse: «Ebbene, che tu veda! La tua fede ti ha salvato». 43 Immediatamente lʼuomo riacquistò la vista e seguì Gesù, lodando Dio. E tutti quelli che avevano assistito al miracolo glorificavano il Signore.Support the show

Equipaggiati
#162 - "beati gli occhi che vedono cio' che voi vedete" - Luca 10:21-37

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Aug 15, 2023 3:42


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: "beati gli occhi che vedono cio' che voi vedete"21 In quella stessa ora, Gesù, mosso dallo Spirito Santo, esultò[i] e disse: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli! Sì, Padre, perché così ti è piaciuto! 22 Ogni cosa[j] mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno sa chi è il Figlio, se non il Padre, né chi è il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo». 23 E, rivolgendosi ai discepoli, disse loro privatamente: «Beati gli occhi che vedono quello che voi vedete! 24 Perché vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere quello che voi vedete, e non l'hanno visto; e udire quello che voi udite, e non l'hanno udito».Il buon Samaritano25 Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, dicendo: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?» 26 Gesù gli disse: «Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?» 27 Egli rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua[k], e il tuo prossimo come te stesso[l]». 28 Gesù gli disse: «Hai risposto esattamente; fa' questo e vivrai». 29 Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?» 30 Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e s'imbatté nei briganti, che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto. 32 Così pure un Levita, quando giunse in quel luogo e lo vide, passò oltre dal lato opposto. 33 Ma un Samaritano, che era in viaggio, giunse presso di lui e, vedendolo, ne ebbe pietà; 34 avvicinatosi, fasciò le sue piaghe versandovi sopra olio e vino, poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno dopo [, prima di partire], presi due denari, li diede all'oste e [gli] disse: “Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno”. 36 Quale [dunque] di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?» 37 Quegli [quindi] rispose: «Colui che gli usò misericordia». Gesù gli disse: «Va', e fa' anche tu la stessa cosa».Support the show

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#105 - Il servizio, il marchio del grande - Marco 10:41-52

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Play Episode Listen Later May 26, 2023 3:01


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il servizio, il marchio del grande41 Quando gli altri discepoli vennero a sapere ciò che Giacomo e Giovanni avevano chiesto, ne furono molto indignati. 42 Allora Gesù li chiamò e disse loro: «Come sapete, i re e i grandi uomini della terra comandano col pugno di ferro.43 Ma fra di voi è diverso. Anzi, chi vuole essere grande fra di voi, deve farsi servo di tutti. 44 E chi vuole essere proprio il primo, deve essere lo schiavo di tutti. 45 Anchʼio, il Messia, non sono venuto qui per essere servito, ma per servire gli altri e per dare la mia vita in riscatto di molti!»46 Intanto erano arrivati a Gerico. Più tardi, mentre uscivano dalla città, una gran folla si mise a seguirli. Un mendicante cieco di nome Bartimeo, figlio di Timeo, stava seduto lungo la strada a chiedere lʼelemosina.47 Quando Bartimeo udì che stava passando Gesù di Nazaret, cominciò a gridare: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!» 48 Molte persone si misero a sgridarlo, perché stesse zitto. Invece il cieco si mise a gridare sempre più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!»49 Quando Gesù lʼudì, si fermò e disse: «Ditegli di venire qui!» Allora andarono a chiamare il cieco e gli dissero: «Coraggio, àlzati, ti vuol parlare!» 50 Bartimeo gettò da parte il mantello, balzò in piedi e andò incontro a Gesù.51 «Che vuoi che faccia per te?» gli domandò Gesù. «O Maestro», disse lʼuomo, «voglio vedere!»52 E Gesù gli disse: «Ebbene, è fatto. La tua fede ti ha guarito!» Subito il cieco ricuperò la vista e seguì Gesù per la via.Support the show

Il #Buongiorno di Giulio Cavalli
Il giovane editorialista Renzi

Il #Buongiorno di Giulio Cavalli

Play Episode Listen Later Apr 7, 2023 2:59


“E' un bel casino vivere la quotidianità. Un sacco di problemi, un sacco di questioni da risolvere”. Leggete bene l'apertura fulminante di questo editoriale. È di Matteo Renzi giornalista. Matteo Renzi, neo direttore de Il Riformista, oltre che leader del partito personale Italia Viva, nonché conferenziere per il poco democratico principe saudita bin Salman, nonché maratoneta. Tempo perso, nonché ex pilastro inamovibile del partito unico del cosiddetto Terzo polo che chissà mai se si farà in giovane età è stato anche “caporedattore”. Nella redazione di Camminiamo insieme, giornale degli scout Agesci, l'ex presidente del Consiglio si firmava Zac, in onore del personaggio biblico Zaccheo, capo dei pubblicani di Gerico, che salì su un sicomoro: da sopra i rami dell'albero volle vedere l'Uomo della Galilea. Già giovanissimo Renzi aveva capito che l'arrampicata (in senso stretto e in senso figurato) è la chiave per la svolta. #LaSveglia per La Notizia

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#42 - I figli di Zebedeo - Matteo 20:17-34

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Play Episode Listen Later Feb 28, 2023 3:44


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: I I figli di ZebedeoGesù predice la Passione per la terza volta17 Poi Gesù, mentre saliva verso Gerusalemme, prese da parte i dodici {discepoli}; e, strada facendo, disse loro[c]: 18 «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà dato nelle mani dei capi dei sacerdoti e degli scribi; essi lo condanneranno a morte 19 e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito, flagellato e crocifisso; e il terzo giorno risusciterà».Risposta di Gesù alla domanda della madre di Giacomo e di Giovanni20 Allora la madre dei figli di Zebedeo si avvicinò a Gesù con i suoi figli, prostrandosi per fargli una richiesta. 21 Ed egli le domandò: «Che vuoi?» Ella gli disse: «Di' che questi miei due figli siedano l'uno alla tua destra e l'altro alla tua sinistra, nel tuo regno». 22 Gesù rispose: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete voi bere il calice che io sto per bere [ed essere battezzati col battesimo con cui sono battezzato]?» Essi gli dissero: «Sì, possiamo». 23 Egli disse loro: «Voi certo berrete il mio calice [e sarete battezzati col battesimo con cui sono battezzato]; ma quanto al sedersi alla mia destra e alla [mia] sinistra, non sta a me concederlo, ma sarà dato a quelli per cui è stato preparato dal Padre mio». 24 I dieci, udito ciò, furono indignati contro i due fratelli. 25 Ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «Voi sapete che i prìncipi delle nazioni le signoreggiano e che i grandi esercitano autorità su di esse. 26 Ma non dovrà essere così tra di voi: anzi, chiunque vorrà essere grande tra di voi, sarà vostro servitore[d]; 27 e chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo[e]; 28 appunto come il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti».Due ciechi recuperano la vista29 Mentre uscivano da Gerico, una gran folla lo seguì. 30 E due ciechi, seduti presso la strada, avendo udito che Gesù passava, si misero a gridare: «Abbi pietà di noi, {Signore,} Figlio di Davide!» 31 Ma la folla li sgridava, perché tacessero; essi però gridavano più forte: «Abbi pietà di noi, Signore, Figlio di Davide!» 32 Gesù, fermatosi, li chiamò e disse: «Che volete che io vi faccia?» 33 Ed essi: «Signore, che i nostri occhi si aprano». 34 Allora Gesù, commosso, toccò i loro occhi e in quell'istante [i loro occhi] recuperarono la vista e lo seguirono.Support the show

PodLectio
PodLectio, meditazione del 26 febbraio, prima domenica di Quaresima

PodLectio

Play Episode Listen Later Feb 25, 2023 9:20


Fra' Mario Hadchiti, parroco della comunità cristiana nella Chiesa del Buon Pastore a Gerico, medita il Vangelo del giorno. Il passo evangelico di oggi è tratto dal Vangelo secondo Matteo 4, 1-11. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/pod-lectio-ts/message

Mangia come parli
Natale a Matera

Mangia come parli

Play Episode Listen Later Dec 24, 2022


Abbiamo deciso di trascorrere questo weekend di Natale in quello che è un vero e proprio presepe a cielo aperto. Siamo a Matera, la 3^città più antica del mondo, dopo Aleppo e Gerico, con oltre 10.000 anni di storia. Intanto, per il cenone della Vigilia, abbiamo pensato di sederci a tavola dallo chef più stellato d'Italia: Enrico Bartolini ci racconta le sue dodici Stelle Michelin. I Re Magi seguivano la stella cometa, noi seguiamo la Stella Michelin che invece, in quel presepe dei Sassi di Matera, si è posata sul ristorante di chef Vitantonio Lombardo. Natale col delivery? Un trend in crescita in città. Ce ne parla Stefano Manili, CEO & Founder di Cosaporto.it, gift-tech che ha fatto della selezione di brand e prodotti di altissima qualità, affiancati dalla comodità del delivery, la sua mission. E' festa e le scuole sono chiuse, ma la preside Carmelina Gallipoli dell'Istituto alberghiero "Turi" di Matera farà una piccola eccezione per noi, per farci conoscere una chicca natalizia di questa città, i "porcelli di Natale". Nessun piatto può essere apprezzato come merita senza il gustoso Pane di Matera Igp proposto nelle forme a cornetto o a pane alto, che rimanda alla conformazione del paesaggio della Murgia materana. Ne parliamo con Massimo Cifarelli, giovane titolare del Panificio Cifarelli, dal 1947 storici artigiani del pane da 3 generazioni.

HORECA AUDIO NEWS - Le pillole quotidiane
4507 - La Pasqualina lancia il nuovo gelato alla pasta di dattero

HORECA AUDIO NEWS - Le pillole quotidiane

Play Episode Listen Later Nov 29, 2022 3:05


Sempre più spesso gli italiani non rinunciano al gelato in inverno, e, proprio per questo periodo dell'anno, La Pasqualina, due volte Miglior Bar d'Italia del Gambero Rosso, lancia un gusto inedito: Jericho Vale, il nuovo gelato realizzato con pasta di dattero, noce e cannella. Una dedica e un ringraziamento alla delegazione di Gerico, che, in visita a Bergamo nelle scorse settimane, ha omaggiato la città con della pasta di dattero.Il Comune di Bergamo è, infatti, capofila di un importante progetto di cooperazione internazionale - il cui nome è proprio “Jericho Vale!” - dedicato alla valorizzazione della filiera del dattero, volto a sostenere l'economia palestinese.“La nostra passione per la valorizzazione di tutti i territori ci ha portato fino in Palestina. Abbiamo ricevuto in dono della pasta di dattero, frutto ancora poco utilizzato nel nostro laboratorio. Ne abbiamo scoperto il sapore dagli echi mediterranei e, abbinandolo a cannella e noce, ne abbiamo fatto un nuovo gusto di gelato. Un tuffo in terre lontane in omaggio all'unione di popoli e culture” - spiega Riccardo Schiavi, quarta generazione alla guida della pasticceria-gelateria di Bergamo.

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio
Martedì 15 novembre 2022 - Lasciati guardare!

CHEWING GUM - masticare la Parola di Dio

Play Episode Listen Later Nov 15, 2022 3:55


Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».Don Riccardo, sacerdote della diocesi di Venezia

Hopera Podcast - Roma
Qual è la tua battaglia? | René Breuel | Hopera

Hopera Podcast - Roma

Play Episode Listen Later Oct 14, 2022 26:08


Non lottare da solo. Lotta con Dio e prega per le tue sfide. Celebra la vittoria di Cristo nei pressi della Gerico che hai da conquistare.

Orecchie e Segnalibri
#210 - Gianluigi Coltri - "Una giornata a Gerico"

Orecchie e Segnalibri

Play Episode Listen Later Oct 4, 2022 14:23


Alle sorgenti della fede in Terra Santa

GericoTrascrizione (non corretta dall'autore)

La Voce del Pastore
Speciale Preghiera ospiti Roberto Albano, Davide Raier, Riccardo Alicino e Diego Mendes • 12 Luglio 2022

La Voce del Pastore

Play Episode Listen Later Jul 12, 2022 121:03


Roberto Albano“Conquista la tua Gerico!”• Giosuè 5: 7-9• 2 Corinzi 6: 14-18• Giosuè 5: 10• 1 Corinzi 5: 7• Giosuè 6: 2• 2 Pietro 1: 3-4• Romani 8: 37• Giosuè 2: 9-11• Deuteronomio 9: 1-2• Ebrei 11: 30Davide Raier“Il Matrimonio si può fare!”• Giovanni 2: 1-12• Genesi 2: 24• 1 Corinzi 6: 17• Salmo 49: 7-9• Isaia 64: 6• Ebrei 9 :22• Matteo 26: 27-28Riccardo Alicino“Costruttori di ponti”• Genesi 4: 16-17• Genesi 11: 4• Neemia 4: 18-20• Colossesi 1: 20• 2 Corinzi 5: 19• Isaia 58: 12• 1 Corinzi 9: 19-23Diego Mendes“Tempo di andare”• Marco 16: 15-20--Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio

BASTA BUGIE - Cristianesimo
Sodoma e Gomorra vennero incenerite per davvero

BASTA BUGIE - Cristianesimo

Play Episode Listen Later Jun 28, 2022 8:50


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=68004SODOMA E GOMORRA VENNERO INCENERITE PER DAVVERO di Tommaso ScandroglioForse Sodoma e Gomorra furono distrutte da un meteorite. Se l'ipotesi fosse valida, la scienza confermerebbe i racconti biblici in cui si narra che "il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco".Il 20 settembre scorso su Nature è stato pubblicato un articolo dal titolo "Un'esplosione che ha coinvolto un'area delle dimensioni di Tunguska distrusse Tall el-Hammam, una città dell'età mediana del bronzo sita nella Valle del Giordano vicino al Mar Morto". Tunguska è una regione della Siberia dove nel 1908 si schiantò o un meteorite o una cometa. Molti studiosi identifcano Tall el-Hammam con Sodoma, altri invece no. Ma anche se fosse vera quest'ultima ipotesi l'impatto del meteorite in quella zona del Mar Morto fu così esteso che, come vedremo, interessò moltissime altre città limitrofe, tra cui è probabile Sodoma e Gomorra.Tall el-Hammam è diventato ormai da anni un sito archeologico che sorge tra il lago di Tiberiade e il Mar Morto. Questa città era la più fiorente nell'età del bronzo finchè nel 1.650 a.c. fu distrutta. Nello stesso periodo anche 15 città e 100 paesi limitrofi furono abbandonati e rimasero abbandonati per 300-600 anni. Cosa capitò a questi insediamenti?CHE FINE HANNO FATTO I MATTONI?Tall el-Hammam era una città fortificata, con case e palazzi: ogni costruzione era fatta di mattoni di fango. La cosa curiosa sta nel fatto che nel sito mancano all'appello milioni di mattoni. Che fine hanno fatto? I pochi mattoni rimasti appaiono fusi con tegole, processo che si può verificare solo con temperature superiori ai 1.400 gradi, poi gli archeologi hanno trovato grani di quarzo shockati che possono prodursi solo a pressioni elevatissime, ceramiche con vescicole interne che si possono formare solo intorno ai 1.500 gradi, materiali in carbonio anch'essi formati ad alte temperature ed ad alte pressioni e poi fuliggine, carbone e cenere, sferule ricche di ferro e silicio, alcune delle quali si formano a 1.590 gradi. Infine nelle fondamenta della città si è trovato iridio, metallo raro sul nostro pianeta, ma assai presente negli asteroidi.Archeologi, geologi, geochimici, geomorfologi, mineralogi, paleobotanici, sedimentologi hanno concluso che questi effetti possono essere spiegati non certo con incendi, eruzioni vulcaniche o terremoti, bensì con l'impatto in atmosfera di un asteroide o cometa. L'ipotesi più probabile è dunque che un piccolo asteroide o una cometa abbia impattato a 61mila chilometri all'ora con l'atmosfera, ad un'altezza di circa 4 chilometri di distanza dal suolo, provocando una esplosione che, a sua volta, ha generato una palla di fuoco che ha fuso tetti, qualsiasi struttura portante e suppellettili in ceramica. Alla palla di fuoco è seguita un'onda d'urto, iperveloce (circa 1.200 chilometri all'ora) ed ad altissima temperatura (circa 2mila gradi), che, con una pressione di 50 tonnellate al centimetro quadrato, ha polverizzato ogni cosa (le mura della città erano spesse 4 metri) e ovviamente tutta la popolazione di quei centri abitati, tra cui anche Gerico.DISTRUTTI PER SEMPRESi calcola che la popolazione dell'area passò da 40-60.000 abitanti a solo qualche centinaia dopo l'impatto. Per capire l'energia provocata da quell'impatto, i ricercatori fanno presente che questa esplosione è stata maggiore di quella avvenuta nel 1908 in Siberia che riguardava un bolide di 50 metri il quale ha generato un'energia mille volte superiore di quella di Hiroshima. La regione interessata da questo cataclisma cosmico, circa 25 chilometri di estensione, fu così sconvolta da questo evento - impossibile coltivare alcunché per centinaia di anni perché probabilmente i sali nebulizzati del vicino Mar Morto resero sterile il terreno - che fu ripopolata solo dopo 300-600 anni.La testimonianza orale di questa catastrofe naturale di eccezionali proporzioni si è sicuramente tramandata nei secoli fino a giungere all'autore o agli autori della Genesi che vissero nel VI-V sec. a.c. che così la riportarono: "Il sole spuntava sulla terra [...] quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Abramo [...] contemplò dall'alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace" (Gn 19, 23-28). Gli scettici hanno facile gioco ad obiettare che a posteriori si è qualificato un evento naturale come intervento divino e che, poi, un simile dio sarebbe il primo tra gli omofobi. I credenti invece sanno sia che la Bibbia non erra, sia che Dio può usare degli eventi naturali per punire.A leggere questa notizia si accostano mentalmente, da una parte, i vari Galantino, secondo i quali Sodoma fu risparmiata dalla bontà di Dio, quelli che non vogliono giudicare le condotte omosessuali (bene invece astenersi dal giudizio sulla responsabilità individuale), quelli che considerano giusto legittimare la unioni civili e, su altro versante, l'ira di Dio, feroce e rovente fino ai 2mila gradi, che polverizza, nel senso letterale della parola, tutto ad una velocità di 1.200 Km/h e con una pressione pari a cinque camion per centimetro quadrato, per rendere inospitale un territorio di 25 km per centinaia di anni. Incenerito in un lampo e grazie alla scienza anche il ritratto svenevole di un dio arrendevole e pacioccone che la propaganda clericale continua a propinarci da decenni.

Il Nostro Pane Quotidiano
Affrontare l'impossibile - 21 Aprile 2022

Il Nostro Pane Quotidiano

Play Episode Listen Later Apr 21, 2022 3:11


E il Signore disse a Giosuè: "Vedi, io do in tua mano Gerico..."[Giosuè 6:2]

Come Boretoe Al Sole
Come Boretoe Al Sole - Come NON sc***re

Come Boretoe Al Sole

Play Episode Listen Later Mar 1, 2022 56:37


Partenza con il botto (ma non da una botta e via) per CBAS in questo nuovissimo 2022! Questa volta in compagnia di Gerico e Sandy Meelo che entrano a gamba - e non solo - tesa, discutiamo su un tema che costituisce più del 50% dei dibattiti di entrambi i sessi. Lo abbiamo affrontato però al contrario perché troppo facile (forse) andare in buca, la vera questione qui è: come NON sc***re? Scopritelo in questa nuova puntata!

Pregare con Sant'Egidio
Preghiera per i Malati. Meditazione di Andrea Riccardi sul Vangelo di Marco (Mc 8,22-26)

Pregare con Sant'Egidio

Play Episode Listen Later Feb 15, 2022 12:09


Siamo qui questa sera per pregare per i malati e la nostra preghiera questa sera si impreziosisce per la presenza del Cardinal Jean-Claude Hollerich, Arcivescovo del Lussemburgo, che saluto. Siamo a pregare per i malati, ma non può sfuggire alla nostra preghiera una situazione di grave malattia, in Europa: l'alta tensione che si sta verificando attorno all'Ucraina. Una situazione che presenta minacce di conflitto, speranze di pace, di accordo e noi sappiamo come la guerra sia la malattia più grande, anzi sia la madre di tutte le povertà e questa sera la nostra preghiera e anche preghiera per la pace in Ucraina. La preghiera per i malati fa eco a voci, lamenti, desideri, che vengono da tante situazioni di dolore. Il Signore non è mai indifferente al dolore delle donne o degli uomini, il Signore non è apatico, distante, indifferente; come dice il Salmo 121 “non dormirà e non prenderà sonno il tuo custode”. È un custode compassionevole, cioè partecipa profondamente al dolore delle persone e le guarigioni di Gesù, che troviamo nei Vangeli, non sono modelli che si ripetono, quasi uno schema di miracolo, sono in realtà tutte storie diverse, ma tutte, in modi differenti, manifestano l'attenzione del Signore alla salute e al dolore delle donne degli uomini. Dio non è indifferente, anche se in certi momenti ci sentiamo soli, dimenticati, abbandonati. A Betsaida c'è un cieco, come tanti lungo le strade di allora. Non è qui però il cieco che prende l'iniziativa di andare da Gesù, come invece avviene a Gerico con Bartimeo. A Betsaida il cieco non ha una simile iniziativa, forse non ha nemmeno speranza che possa avvenire un miracolo, in una condizione che gli pare irrimediabile, da anni tristemente irrimediabile, ma sono altri che conducono il cieco da Gesù, pregando di toccarlo. Avviene nei Vangeli che altri amici, parenti, portino il malato da Gesù; questo è in un certo senso la nostra preghiera stasera: con affetto, con fede portiamo i nomi dei malati di fronte al Signore, magari a loro insaputa, chiedendo a lui di prendersi cura di loro.

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Il cuore di Gesù | 23 Gennaio 2022 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Jan 25, 2022


Un cuore aperto emana grazia, è ospitale con le gioie e i dolori degli altri, si rallegra con chi si rallegra e piange con chi piange. Un cuore aperto si siede assieme all'altro e non controlla l'orologio. Con quale cuore vivi la tua vita di credente? Con un cuore chiuso, o con un cuore aperto? Gesù ti chiede di avere un cuore come il suo. --- Predicatrice: Jean Guest CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 9 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 30 minuti Il nostro cuore è un organo straordinario. È grande quanto il mio pugno, eppure pompa oltre 9000 litri di sangue nel nostro corpo ogni giorno; batte una volta al secondo... Ecco due fatti singolari: la maggior parte degli attacchi di cuore avviene di lunedì, e il giorno più comune dell'anno per un attacco di cuore è... il giorno di Natale.  I poeti hanno scritto milioni di parole sul cuore, le pop star ne hanno fatto canzoni, Shakespeare ha scritto versi imitando il suo ritmo e Plinio il Vecchio ha coniato la più famosa citazione sul cuore - “La casa è dove si trova il cuore”. Dov'è il tuo cuore oggi? Dov'è il mio? Preghiamo con le parole di questa antica preghiera: “Signore del mio cuore, dammi una visione che mi ispiri. Signore del mio cuore, dammi luce per guidarmi. Signore del mio cuore, dammi la saggezza per dirigermi. Signore del mio cuore, dammi coraggio per rafforzarmi. Signore del mio cuore, dammi fiducia per consolarmi. Abbiamo imparato cosa vediamo quando guardiamo il volto e la postura di Gesù. Oggi guarderemo il suo cuore e scopriremo cosa ci insegna su Dio e come dovremmo rispondere a ciò che scopriamo. Forse inizierò con qualcosa che che non vi aspettate. Voglio parlare del cuore spezzato di Dio. Noi cantiamo spesso “spezza il mio cuore per ciò che si spezza il tuo”, ma cosa spezza il cuore di Dio? Questo è il momento in cui accade per la prima volta... “Poi udirono la voce di Dio il Signore, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il Signore fra gli alberi del giardino. Dio il Signore chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?» Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto». Dio disse: «Chi ti ha mostrato che eri nudo? Hai forse mangiato del frutto dell'albero che ti avevo comandato di non mangiare?»L'uomo rispose: «La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato». Dio il Signore disse alla donna: «Perché hai fatto questo?»”(Genesi 3:8-13 a) “Perché hai fatto questo?” Una volta camminavamo con Dio e vivevamo alla sua presenza, ma come esseri umani abbiamo scelto invece l'allettante astuzia che tutto consuma del peccato e come razza continuiamo a farlo; non possiamo incolpare nessun altro.  Giovanni dice: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.”  (1 Giovanni 1:8 ) E Paolo aggiunge: “Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e la cupidigia che è idolatria.”(Colossesi 3:5) Gesù disse che il problema del peccato è quello che viene da dentro il nostro cuore. “Diceva inoltre: «È quello che esce dall'uomo che contamina l'uomo; 21perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza.” (Marco 7:20-22) Nessuno di noi ha motivazioni pure e quel "Perché hai fatto questo?" riecheggia attraverso le generazioni. Ma se è il nostro peccato che spezza il cuore di Dio, è il suo amore che trova il modo di guarire. Lo vediamo con più forza quando leggiamo di Gesù nel giardino del Getsemani la notte in cui fu tradito. “Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». E, andato un po' più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi». Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti. Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina, e il Figlio dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino».” (Matteo 26:36-46) Questo è ciò che N.T. Wright dice di questa scena:  "Il Getsemani è assolutamente centrale per ogni corretta comprensione di chi fosse realmente Gesù. Ma certamente Matteo è chiaro che, in questo momento cruciale, Gesù aveva affari urgenti e spiacevoli  da compiere con suo padre. Era arrivato fin là; aveva detto loro più e più volte che sarebbe stato arrestato, torturato e crocifisso; ma ora, all'ultimo minuto, questa conoscenza doveva farsi strada dalla sua mente, intrisa di scritture, fino a un cuore obbediente che prega. Ed è meravigliosamente confortante (come sottolinea lo scrittore agli Ebrei) che egli dovette fare questo straziante viaggio di fede, proprio come noi dobbiamo farlo.” ‘Se è possibile, passi oltre da me questo calice!'  Gesù era fermamente determinato a comprendere questo momento fatidico, alla luce della lunga narrazione delle scritture che vedeva ora giungere al suo culmine nella sua morte.  Ma, proprio per questo, si rese conto in modo nuovo e devastante di essere chiamato a scendere nell'oscurità, più in profondità di chiunque altro prima, l'oscurità di colui che, pur essendo il figlio stesso di Dio, avrebbe bevuto il calice che simboleggiava l'ira di Dio contro tutto ciò che è male, tutto ciò che distrugge e deturpa il meraviglioso mondo di Dio e le sue creature portatrici della sua immagine. Possiamo vedere questo stesso processo mentre la storia si snoda. Tutti gli elementi del male nel mondo sembrano precipitarsi su di lui: la politica dell'élite locale alla ricerca del potere, la brutalità casuale della Roma imperiale, la slealtà di Giuda,  il fallimento di Pietro.  I grandi sistemi che schiacciano chi si trova sulla loro strada, e i tradimenti intimi, fortemente personali, e tutto ciò che sta in mezzo, il disprezzo, l'incomprensione, la violenza. La storia è raccontata in modo tale che noi vediamo e sentiamo, piuttosto che solo immaginare, le diverse manifestazioni del male nel mondo. Matteo ci invita a vederle tutte convergere su Gesù. Questo è il senso di questa storia". C'è del vero quando cantiamo: "Non saprò  mai che prezzo ha quello che Tu hai pagato già".  Il peccato spezza il cuore di Dio e dovrebbe spezzare anche il nostro; non solo ciò che riguarda  il nostro personale fallimento, ma anche  la miriade di modi in cui il peccato guasta questo mondo e la vita delle persone. Ho detto nel mio ultimo  messaggio che il nostro vangelo è un vangelo di amore e di giustizia insieme; non possiamo predicare l'uno senza l'altro, né possiamo praticare l'uno senza dichiarare il suo amore.  Dobbiamo effettivamente mettere in parole il grido degli oppressi; la nostra attenzione deve essere rivolta ai poveri, ai perduti, ai soli, agli emarginati, agli esclusi. Forse conoscete la storia di San Lorenzo: quando i soldati romani vennero ad arrestarlo durante la persecuzione di Diocleziano nel 304 D.C. e pretesero di vedere le ricchezze della Chiesa, Lorenzo li portò in strada e mostrò loro i poveri, gli storpi e gli zoppi. 'Ecco il nostro oro' disse loro. È una bella risposta, ma il risultato è che lo fecero “cuocere” sulla piastra! All'inizio di quest'anno mi hanno mandato questo messaggio; mi ha fatto ridere, ma è un vero promemoria per non essere a proprio agio di fronte all'ingiustizia. E' questo che dovrebbe spezzarmi il cuore. QUEST'ANNO VOGLIO ESSERE PIU' SIMILE A GESU': uscire con i peccatorifar arrabbiare le persone religioseraccontare storie che fanno rifletterescegliere amici impopolariessere gentile, amorevole e misericordiosofare pennichelle sulle barche Un modo in cui possiamo essere più simili a Gesù è di avere il cuore aperto. Il suo sguardo era sempre d'amore, la sua postura era sempre di benvenuto, il suo cuore era sempre pronto a dare una possibilità alle persone.  “Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora, per vederlo, corse avanti e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua».  Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio di Abraamo...” (Luca 19:1-9) Zaccheo era un esattore delle tasse peccaminoso e disprezzato dalla folla. Ma era la persona che Gesù vide e chiese di rimanere nella sua casa. Noi siamo Zaccheo e tuttavia siamo anche la folla. Ci sono momenti nella nostra vita in cui possiamo tendere alla critica, giudicando le persone in modo stereotipato in base a criteri mondani. Ci sono anche momenti nella nostra vita in cui sappiamo di aver sbagliato, e abbiamo bisogno di pentirci - Gesù deve venire a casa nostra. Lui è l'unica persona che vede noi e la nostra vera natura e può trasformarla.  Zaccheo divenne l'opposto di quello che era stato per tutta la sua vita: aveva aperto suo cuore. Ma a volte, invece di avere il cuore aperto, abbiamo il cuore duro, sia per la nostra paura e insicurezza, sia per il dolore, la rabbia, la delusione causata da altre persone, o semplicemente perché non abbiamo tempo per le persone che non ci piacciono. A volte dimentichiamo che la nostra salvezza non è solo per noi. Siamo destinati ad avere il cuore aperto per uno scopo. “Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra (=un cuore duro) e vi darò un cuore di carne. ( =un cuore tenero e aperto)” (Ezechiele 36:26) Un cuore aperto non sente l'obbligo di autoproteggersi o di darsi delle arie. Un cuore aperto non vede alcun vantaggio nell'indossare una maschera o nel costruire un muro. Un cuore aperto sa di essere nascosto con Cristo in Dio, quindi non c'è più nulla da nascondere. Un cuore aperto emana grazia. Un cuore aperto è generoso con i suoi affetti. Un cuore aperto segue le sue passioni a pro del Vangelo. Un cuore aperto è ospitale con le gioie e i dolori degli altri. Si rallegra con chi si rallegra e piange con chi piange. Un cuore aperto si siede assieme all'altro e non controlla l'orologio. Ammorbidisci i nostri cuori, Signore, così che possiamo amarti con tutto il nostro cuore, la nostra mente, la nostra forza e la nostra anima e il nostro prossimo con tutto ciò che abbiamo. Amen.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM--- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Pregare con Sant'Egidio
Preghiera della sera. Meditazione di Marco Impagliazzo sul Vangelo di Marco (Mc 1,14-15)

Pregare con Sant'Egidio

Play Episode Listen Later Dec 15, 2021 7:00


L' evangelista Marco ci presenta, fin dai primi versetti del suo Vangelo, la figura del predicatore, quel Giovanni Battista, che prepara la strada al Signore che viene. C'è un predicatore all'inizio del Vangelo, c'è un annunziatore della parola di Dio e ci sono uomini e donne, che lo ascoltano. All'inizio del rapporto tra Dio e l'uomo c'è la parola. In principio era il verbo, la parola, il verbo era presso Dio e il verbo era Dio, ci dice il prologo di Giovanni; così il Signore si è manifestato e si manifesta agli uomini e alle donne: attraverso una parola. Per questo siamo qui, come ogni sera, per ascoltare, perché attraverso la parola di Dio lo incontriamo. E' il primo segno di amore del Signore verso gli uomini e nella parola che ci comunica questo annuncio non si impone, ma libera il cuore dell'uomo e della donna, prigionieri di tanti pensieri, agitazioni, rumori. Il Signore parla, possiamo ascoltarlo o non ascoltarlo, possiamo incontrarlo o non incontrarlo, ma il Signore parla ed è un'esperienza vera, che si ritrova tante volte nel Vangelo; penso al cieco di Gerico che al passaggio di Gesù comincia a piangere e a gridare “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me peccatore”, una preghiera semplice, un'invocazione di aiuto. il Signore passava e lui volle avvicinarsi per incontrarlo. Come Bartimeo abbiamo un'occasione unica: ascoltare, ascoltare la sua parola. Avviciniamoci per ascoltare, cioè distacchiamoci da noi stessi, dalle nostre abitudini, dal movimento abituale verso noi stessi.

il Vangelino
Lc 18,35-43 [Il cieco di Gerico] - don Giacomo

il Vangelino

Play Episode Listen Later Sep 28, 2021 3:43


38-09-2021 Lc 18,35-43 [Il cieco di Gerico] - don Giacomo

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Sperimentare Dio nel quotidiano: l'Ospitalità | 12 Settembre 2021 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Sep 14, 2021


Cosa significa essere ospitale" per un credente? Significa solo offrire del cibo ed un posto dove consumarlo? Gesù ci chiede di fare della nostra ospitalità un ponte che raggiunga le persone per farle sentire accolte, accettate, desiderate... e per dargli una vera casa a cui appartenere. --- Predicatrice: Jean Guest CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 11 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 42 minuti Un pastore, molto tempo fa, agli inizi del 2000, scrisse queste parole: "Sono stato benedetto da una moglie con un vero dono per l'ospitalità. Questo è un settore in cui le mogli cristiane possono essere meravigliosamente utilizzate per la gloria di Dio e l'avanzamento del suo regno". Continua dicendo: “Le donne cristiane eccellono nei doni per l'ospitalità e sono responsabili di impegnarsi fedelmente nell'ospitalità”. Sono sicura che, ad un certo punto siamo tutti finiti a pensare che l'ospitalità riguardi il fatto di fornire cibo, magari con l' aggiunta di un ambiente gradevole per accompagnarlo.  Ma lui, e noi, sbagliamo se ci fermiamo là. Se la nostra comprensione dell'ospitalità è semplicemente l'offerta di uno spazio accogliente e del cibo (per quanto importanti essi possano essere) allora non stiamo pensando in modo particolarmente biblico, perché questa definizione in primo luogo, non è unicamente cristiana:  le comunità (indiane) Sihk sono rinomate per la loro ospitalità, sono generosissimi nel modo in cui offrono un pasto a chiunque venga al gurdwara (il loro tempio); in secondo luogo, implica una relazione temporanea tra chi ospita e chi viene ospitato, dove si sta assieme solo mentre stiamo mangiando; e in terzo luogo, nega l'appello a tutti di essere ospitali , non solo le donne. L'apostolo Pietro scrive: “Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare.” (1 Pietro 4:9) Tornerò più tardi sul "senza mormorare". Sin dal principio, quando Abramo andò ben oltre per ospitare tre forestieri, per poi passare ai comandamenti di  Levitico circa l'accoglienza, e ad Isaia che rimprovera il popolo per aver dimenticato com'è la vera ospitalità, per finire nel Nuovo Testamento dove vediamo l'esempio di Gesù e troviamo degli insegnamenti sull'argomento, la Bibbia è molto chiara: l'ospitalità è importante. Quindi qual'è la definizione biblica di ospitalità? La parola della Bibbia "φιλοξενία philoxenia significa letteralmente “amore per gli estranei” L'ospitalità biblica deriva da un profondo rispetto per gli altri; è radicata nell'amore e si manifesta attraverso l'invito. Essa ha tre caratteristiche distinte: accoglienza, accettazione e appartenenza. 1. Benvenuto Diamo un'occhiata alla prima caratteristica dell'accoglienza. Questa bella icona dipinta nel XV secolo da Andrej Rubelev è una  deliziosa finestra  sul carattere di Dio e sull'accoglienza che estende a tutti noi. Il personaggio a sinistra in oro è il Padre - l'oro che simboleggia la perfezione. Al centro c'è il Figlio. Notate che ha due dita allungate che simboleggiano lo spirito e il fisico uniti e i colori blu e rosso rappresentano l'incarnazione e il sacrificio. Poi a destra c'è lo Spirito e questa figura ha la mano tesa in segno di benvenuto.  Tra di loro sul tavolo c'è una ciotola comune (per la condivisione). Appena sotto si può vedere un rettangolo e gli storici dell'arte hanno scoperto che questa forma era appiccicosa ,il  che li ha portati a supporre che in origine lì c'era uno specchio, in modo che quando si guardava l'icona si completava il cerchio d è come se ci si fosse seduti nel posto vuoto. Il nostro Dio è un dio dell'invito. Ricordate qualche settimana fa quando parlavamo della creazione? Abbiamo visto che Dio ci ha creati perché vuole stare con noi, con tutti noi. Pensate a tutti i modi in cui la Bibbia parla di come lui ci invita - vieni se sei stanco, vieni se hai sete, vieni se hai fame, vieni per il perdono, vieni se vuoi essere risanato, vieni se stai cercando, vieni a casa se ti sei perso. Dio ci invita sempre, sempre a stare con lui; non c'è nessuna condizione, vieni e basta. E quando lo facciamo si fa una festa in cielo (vedi la parabola del Figliuol Prodigo) e non solo, Dio poi ci riempie di ogni bene. L'invito di Dio è aperto, costante e generoso. La versione inglese della Bibbia “The Message” mette 2 Pietro 1:10 così: “Quindi, amici, confermate l'invito che  Dio vi fa, l'avervi scelto. Non rimandate, fatelo ora. Fatelo, e avrete la vostra vita su una solida base, le strade spianate e la via spalancata per il regno eterno.”  (2 Pietro 1:10 MSG) Se siamo persone che hanno "confermato" quell'invito, allora il nostro scopo è estendere quell'invito agli altri.  Recentemente mi sono imbattuta nel concetto che l'ospitalità biblica è una questione di giustizia: l'ospitalità riguarda la parità di accesso al Regno di Dio. Non ci avevo mai pensato in questo modo e sono stata sfidata e sgridata allo stesso tempo. Ma ha un senso; se l'invito di Dio è per tutti, allora dovrebbe esserlo anche quello della chiesa. Sono un grande fan delle liste (sono una che elabora visivamente, quindi mi aiuta vedere le cose scritte) vado sempre a fare la spesa con una lista, faccio la valigia con una lista, prendo decisioni che cambiano la vita con una lista. Prima di trasferirmi in Italia ho passato del tempo a pensare e pregare su quelle che sentivo essere le aspettative di Dio nei miei confronti, e le mie nei suoi;  era una lunga lista. Ma in cima alla mia lista per l'Italia c'era la richiesta di una bella casa dove le persone potessero sperimentare qualcosa di Dio e dove si sentissero benvenuti. Ecco qualcosa che ho trovato e messo nel mio diario in quel periodo. “E se invece aprissi le porte, creassi spazio, vivessi ogni giorno con uno spirito di benvenuto? Come sarebbe se ogni persona che incontro sapesse di avere un posto per loro intorno al tavolo della mia vita, per pochi momenti o per tutto il tempo in cui hanno bisogno di stare lì?” Se sono onesta, non sono sempre stata all'altezza di questo, ma continua ad essere qualcosa per cui prego, e ho visto Dio onorare questo desiderio. Quindi la nostra ospitalità nasce da un cuore grato e risponde all'amore e all'accoglienza di Dio per noi, rispecchiando il suo invito aperto, costante e generoso. La nostra accoglienza deve essere: aperta, costante e generosa La seconda caratteristica dell'ospitalità è quella dell'accettazione. 2. Accettazione Mi chiedo, chi troviamo difficile da accettare a causa di chi o di cosa sono? Chi disapproviamo? Tutti noi abbiamo i nostri pregiudizi; il punto è che, come cristiani, non dovremmo essere a nostro agio con ciò, né dovremmo non sforzarci di liberarcene. “Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.” (Matteo 5:46-48) Non ci sono messaggi contrastanti da parte di Gesù;  l'invito al Regno è per tutti e non solo per quelli che pensiamo ne siano degni. Diamo uno sguardo al suo incontro con la donna in Samaria. “Ora doveva passare per la Samaria. Giunse dunque a una città della Samaria, chiamata Sicar, vicina al podere che Giacobbe aveva dato a suo figlio Giuseppe; e là c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del cammino, stava così a sedere presso il pozzo. Era circa l'ora sesta. Una Samaritana venne ad attingere l'acqua. Gesù le disse: «Dammi da bere». (Infatti i suoi discepoli erano andati in città a comprare da mangiare.)  La Samaritana allora gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Infatti i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani... La donna gli disse: «Signore, dammi di quest'acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere». Egli le disse: «Va' a chiamare tuo marito e vieni qua». La donna gli rispose: «Non ho marito». E Gesù: «Hai detto bene: “Non ho marito”, perché hai avuto cinque mariti, e quello che hai ora non è tuo marito; ciò che hai detto è vero».” (Giovanni 4:4-9. 15-18) Nessuno avrebbe dovuto essere in giro a quell'ora del giorno, è per questo che lei è lì, per evitare le critiche e la disapprovazione della sua comunità.  Vedete, è una donna con un passato e un presente non molto rispettabile. E quest'uomo, chiaramente ebreo, le chiede da bere;  non sa che ebrei e samaritani non condividono bevande o cibo perché questo li renderebbe entrambi impuri? Inoltre, uomini e donne non sono autorizzati a parlare l'un l'altro in pubblico, figuriamoci condividere da bere.  Sta infrangendo tutte le regole! Si può quasi sentire la sua frustrazione per la sua situazione. Ma l'invito all' accoglienza è aperto, costante e generoso. C'è qualcosa nel suo invito a trovare l'acqua che non si prosciughi mai che lei non può ignorare; lei lo prega di condividerla con lei. Ed è allora che lui la vuole mettere in difficoltà: "Vai e porta tuo marito".  Accidenti, si scopre che l'acqua viva è solo per chi è moralmente onesto. Non sappiamo perché lei confessi la verità, o con quale tono lo faccia,  ma è ricompensata con la lode piuttosto che con la condanna, l'accettazione piuttosto che il rifiuto. La conseguenza di questa accettazione è che si sente abbastanza sicura da tornare alla sua comunità e condividere la notizia che potrebbe aver appena trovato il Messia. Quindi,  lo chiedo di nuovo:  chi troviamo difficile da accettare a causa di chi o di cosa sono?  Chi è che disapproviamo? Non sono diventata credente perché pensavo di essere una peccatrice, sono diventata credente perché ho risposto a un Dio che mi ama incondizionatamente.  Ci sono voluti probabilmente altri due anni prima che afferrassi il significato di essere salvata dai miei peccati. Alcuni di noi rimarranno che non è nostro compito condannare le persone per i  loro peccati; quello è compito dello Spirito Santo. Noi discepoliamo le persone in amore perché  siamo stati amati per primi. 2 Pietro 1:11 dice:  “In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.” (2 Pietro 1:11) Facciamo di non essere noi a chiudere quell'ingresso con la nostra disapprovazione. L'ospitalità è: Accoglienza - aperta, costante e generosaAccettazione - amiamo perché Lui per primo ci ha amati. Infine, l'ospitalità è caratterizzata dall'appartenenza 3. Appartenere Prima di tutto, torniamo indietro e diamo un'altra occhiata al versetto di 1 Pietro 4. “Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare.” (1Pietro 4:9) Qui Pietro sta parlando alla chiesa di coloro che già appartengono alla chiesa. Sta scrivendo in un periodo di persecuzione, quando molti cristiani erano rifugiati con pochi beni o risorse, costantemente in movimento e in viaggio da una città all'altra; persone senza casa, ma a cui era garantito, attraverso l'ospitalità, un posto a cui appartenere.  Per coloro che offrivano ospitalità poteva essere rischioso e  a quei tempi ospitare poteva essere davvero un un  onere molto reale per coloro che la offrivano alle loro sorelle e ai loro fratelli nel bisogno. Non si trattava di organizzare una cena o di invitare un po' di gente, si trattava di mettere in gioco la propria vita per soddisfare i bisogni dei fratelli e delle sorelle in Cristo.  Quindi la potenziale tentazione di lamentarsi era ovviamente grande. Forse adesso non viviamo in quei tempi, ma mettiamo a rischio la nostra privacy, la nostra reputazione, il nostro denaro in base a chi invitiamo? Come dovrebbe essere dunque la nostra ospitalità per aiutare le persone ad appartenere? "Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura.  Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via.  Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua».  Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!»  Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo».  Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d'Abraamo;  perché il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto»." (Luca 19:1-10) Amo Zaccheo; è una storia così bella e ci insegna come chiesa che  non solo dobbiamo offrire ospitalità, ma dovremmo diventare il luogo a cui le persone possono veramente appartenere.  Gesù stava passando per Gerico e vide un uomo piccolo e basso su un sicomoro. Questo piccolo uomo era un esattore delle tasse e, come la maggior parte degli esattori delle tasse a quel tempo, si approfittava della sua posizione aggiungendo cifre oltre la tassa da riscuotere che poi intascava. Dire che era impopolare sarebbe un eufemismo. Guardate cosa dicono le folle quando vedono Gesù entrare nella casa di Zaccheo: tutti brontolavano: "È entrato ad alloggiare in case di un peccatore!". Secondo loro, non era per nulla simpatico, o amabile;  era un emarginato, che poteva avere una bella costruzione, ma non aveva nessun luogo da poter chiamare “casa”. Mentre scorriamo il racconto possiamo vedere come Gesù gli da  un invito di accoglienza; chiama Zaccheo per nome. C'è una connessione personale che guida il resto della storia. Gesù chiude la distanza tra lui e Zaccheo quando dice: "Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua". Pensa a tutti gli inviti e le feste che Zaccheo deve essersi perso a causa di chi era.  Infine, Gesù vuole entrare nella sua vita quotidiana. C'è qualcosa di molto personale nell'invitare qualcuno in casa tua. Tutto è in mostra ed è dove siamo veramente noi stessi ed è lì che Gesù vuole essere. Nella vita di Zaccheo o nelle nostre vite, Gesù conosce il nostro nome. Gesù vuole colmare la distanza tra noi e lui, e vuole accedere ai nostri spazi più intimi. E la bellezza di questa storia è che Zaccheo fu cambiato per sempre.  Quando sei accolto e accettato, scopri di appartenere e di avere un posto da chiamare casa. La nostra preghiera dovrebbe essere che le persone possano venire e chiamare questo posto "casa". L'ospitalità è: Accoglienza - aperta, costante e generosaAccettazione - amiamo perché Lui ci ha amati per primoAppartenenza - un posto da chiamare casa Un ultimo pensiero. Non possiamo pensare all'ospitalità senza guardare Ebrei 13:2. “Non dimenticate l'ospitalità; perché alcuni praticandola, senza saperlo, hanno ospitato angeli.” (Ebrei 13:2) Ve lo siete mai chiesto?GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Pregare con Sant'Egidio
Preghiera della sera. Meditazione sul Vangelo di Luca (Lc 18, 35-43)

Pregare con Sant'Egidio

Play Episode Listen Later Aug 27, 2021 8:13


Sulla strada verso Gerusalemme, Gesù attraversa la città di Gerico e qui incontra un uomo cieco che chiede l'elemosina. E' un episodio molto comune, quanta gente infatti ancora oggi è ferma ai bordi delle strade e chiede qualcosa per andare avanti. E quanto difficilmente gli uomini si fermano davanti a chi chiede. La preghiera ci aiuta a volgere il nostro sguardo verso questa gente per raccogliere i loro bisogni, le loro preghiere e offrirli al Signore. I mendicanti rimangono sempre come invisibili nelle nostre città: si va di fretta, si pensa di avere sempre delle cose più importanti da fare. Ma chi, più di Gesù, che a Gerusalemme andava a compiere la volontà del Padre, avrebbe avuto motivo per non fermarsi? Ma per Gesù c'è- un'importanza e un valore dei poveri, che noi non comprendiamo mai abbastanza. Infatti il Vangelo indica, in quell'uomo cieco, il modello di ogni discepolo: tutti abbiamo bisogno che i nostri occhi vengano aperti, per vedere "di nuovo" la realtà che ci circonda.

Pregare con Sant'Egidio
Preghiera della sera. Meditazione di Marco Impagliazzo sul Vangelo di Luca (Lc 19, 1-10)

Pregare con Sant'Egidio

Play Episode Listen Later Jul 16, 2021 11:07


Zaccheo voleva vedere Gesù e ha saputo cogliere l'occasione di quel passaggio irripetibile a Gerico ed ha capito , ha intuito che quell'incontro avrebbe potuto cambiare la sua vita. Zaccheo non era abituato alla presenza di Gesù, non era uno che capiva fino in fondo chi fosse Gesù, ma aveva intuito che Gesù aveva qualcosa di grande da dargli e da dirgli. Zaccheo è, potremmo dire, sanamente curioso ed è deciso a provare almeno a vedere Gesù. Qualcosa attirava Zaccheo verso Gesù, ma allo stesso tempo qualcosa anche lo faceva sentire molto distante, per la sua vita, il suo lavoro. Si sentiva inadeguato per quell'incontro. Questo brano ha molto da dire anche a noi oggi, che spesso ci sentiamo non all'altezza delle situazioni. www.santegidio.org

Dal non senso alla vita di cielo
L'Unico che può tirarci fuori da ogni male

Dal non senso alla vita di cielo

Play Episode Listen Later Jun 4, 2021 60:01


Cinque episodi evangelici per chiederci cosa pensiamo di Gesù e, in particolare, se davvero crediamo e siamo convinti che Lui sola possa e voglia tirarci fuori da ogni male, guarirci da ogni malattia dell'anima e del corpo, sanare ogni nostra ferita, trasformare radicalmente la nostra vita. La domanda ai discepoli e a Pietro, la domanda al paralitico della piscina probatica, il cieco di Gerico, l'emorroissa, la testimonianza di Marta nell'episodio della risurrezione di Lazzaro.Ciclo di catechesi "dal non senso alla vita di cielo", ventesima puntata, Venerdì 4 Giugno 2021

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Raab: una donna di carattere | 25 Aprile 2021 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later May 17, 2021


Cosa è che definisce una persona agli occhi di Dio? La sua reputazione o il suo carattere? Raab non aveva reputazione degna di nessuna rilevanza... Ma Dio ha guardato il suo cuore ed il suo carattere. Ed è così che anche se donna in una società patriarcale, anche se pagana in mezzo a credenti, anche se prostituta, il Signore l'ha scelta per essere una progenitrice di Suo Figlio Gesù. --- Predicatrice: Jean Guest CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 11 minuti.Tempo di ascolto audio/visione video: 30 minuti “Preoccupati più del tuo carattere che della tua reputazione. Il carattere è ciò che sei veramente, la reputazione è semplicemente ciò che gli altri pensano che tu sia. "  Questa frase è stata detta da John Wooden: potresti non aver mai sentito parlare di lui, e per nessun motivo avresti dovuto. È stato uno degli allenatori di basket  di maggior successo negli Stati Uniti; la chiave del suo  successo era sì conoscere il suo sport, ma dello sport era anche un brillante psicologo. Sapeva cosa motivava le persone e sapeva come aiutarle a raggiungere il loro pieno potenziale, tanto da essere venerato anche nel mondo della politica e della leadership organizzativa; e lui ha “allenato” molti giocatori non di basket. Le sue concise citazioni sono passate alla storia. Il carattere è ciò che sei veramente, la reputazione è, semplicemente,  cosa gli altri pensano che tu sia. Questa affermazione  non può essere più vera del caso della donna straordinaria che studieremo questa mattina: Raab. Preghiamo: Padre, oggi veniamo a cercare con impazienza il tuo volto attraverso la tua parola. Aiutaci a sentire e rispondere secondo il tuo volere. Preghiamo per la tua benedizione in questo momento. Amen. Prima di leggere il racconto, lasciatemi mettere  al loro posto  un po' di informazioni nel contesto della storia ebraica. Mosè è morto e Giosuè è ora a capo degli ebrei che sono accampati nella  Valle del Giordano, di fronte alla città di Gerico. Come popolo sono in procinto di entrare nella Terra Promessa, ma ci stanno di  mezzo i Cananei  Possiamo vedere da questa ricostruzione che aspetto avesse la città che avevano di fronte. La città principale è racchiusa da  mura interne,  con i membri socialmente meno desiderabili  tra quelle e le mura  esterne. È in di questa cerchia esterna che vive Raab e la sua famiglia. Leggiamo la prima parte della sua storia. “Or Giosuè, figlio di Nun, mandò segretamente da Sittim due spie e disse loro: «Andate, esaminate il paese e Gerico».  Quelle andarono ed entrarono in casa di una prostituta di nome Raab, e vi alloggiarono. Ciò fu riferito al re di Gerico, e gli fu detto: «Ecco, alcuni uomini dei figli d’Israele sono venuti qui per esplorare il paese». Allora il re di Gerico mandò a dire a Raab: «Fa’ uscire quegli uomini che sono venuti da te e sono entrati in casa tua; perché sono venuti a esplorare tutto il paese». Ma la donna prese quei due uomini, li nascose e disse: «È vero, quegli uomini sono venuti in casa mia, ma io non sapevo di dove fossero; e quando si stava per chiudere la porta della città all’imbrunire, quegli uomini sono usciti; dove siano andati non so; rincorreteli senza perdere tempo, e li raggiungerete». Lei invece li aveva fatti salire sulla terrazza e li aveva nascosti sotto gli steli di lino che vi aveva ammucchiato. E la gente li rincorse per la via che porta ai guadi del Giordano; e, dopo che i loro inseguitori furono usciti, la porta della città fu chiusa. Prima che le spie si addormentassero, Raab salì da loro sulla terrazza, e disse a quegli uomini: «Io so che il Signore vi ha dato il paese, che il terrore del vostro nome ci ha invasi e che tutti gli abitanti del paese hanno perso coraggio davanti a voi. Poiché noi abbiamo udito come il Signore asciugò le acque del mar Rosso davanti a voi, quando usciste dall’Egitto, e quel che faceste ai due re degli Amorei, di là dal Giordano, Sicon e Og, che votaste allo sterminio. Appena lo abbiamo udito, il nostro cuore è venuto meno e non è più rimasto coraggio in alcuno per causa vostra; poiché il Signore,  il vostro Dio, è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra. Vi prego dunque, giuratemi per il Signore, poiché vi ho trattati con bontà, che anche voi tratterete con bontà la casa di mio padre; e datemi un segno sicuro che salverete la vita a mio padre, a mia madre, ai miei fratelli, alle mie sorelle e a tutto quel che appartiene a loro, e che ci preserverete dalla morte». Quegli uomini risposero: «Siamo pronti a dare la nostra vita per voi, se non divulgate questo nostro affare; e quando il Signore ci avrà dato il paese,  noi ti tratteremo con bontà e lealtà». Allora lei li calò giù dalla finestra con una fune; infatti la sua casa era addossata alle mura della città, e lei stava di casa sulle mura. E disse loro: «Andate verso il monte, affinché non v’incontrino i vostri inseguitori,  e rimanetevi nascosti per tre giorni fino al ritorno di coloro che v’inseguono; poi andrete per la vostra strada». E quegli uomini le dissero: «Noi saremo sciolti dal giuramento che ci hai fatto fare, se tu non osservi quello che stiamo per dirti: quando entreremo nel paese, attaccherai alla finestra per la quale ci fai scendere, questa cordicella di filo rosso;  radunerai presso di te, in casa, tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli e tutta la famiglia di tuo padre. Se qualcuno di questi uscirà in strada dalla porta di casa tua, il suo sangue ricadrà sul suo capo, e noi non ne avremo colpa;  ma il sangue di chiunque sarà con te in casa ricadrà sul nostro capo, se uno gli metterà le mani addosso. Se tu divulghi questo nostro affare, saremo sciolti dal giuramento che ci hai fatto fare». E lei disse: «Sia come dite!» Poi li congedò, e quelli se ne andarono. E lei attaccò la cordicella rossa alla finestra. Quelli dunque partirono e se ne andarono al monte, dove rimasero tre giorni, fino al ritorno di quelli che li rincorrevano,  i quali li cercarono per tutta la strada, ma non li trovarono. E quei due uomini ritornarono, scesero dal monte, oltrepassarono il Giordano, andarono da Giosuè, figlio di Nun, e gli raccontarono tutto quello che era loro successo.  Essi dissero a Giosuè: «Certo, il Signore ha dato in nostra mano tutto il paese; e già tutti gli abitanti del paese hanno perso coraggio davanti a noi».’ (Giosuè 2:1-24) È una sceneggiatura degna di colossal: dove potrebbero mai finire due spie inviate dal loro focoso leader in una missione pericolosa? E' ovvio,  nella casa di un prostituta. Le parole per descrivere la  casa di lei qui sono quelle di un luogo polifunzionale: è una casa, una locanda e un bordello.  E' un luogo dove passano molte persone per bere e per fare altre cose, è il posto perfetto per delle spie dove raccogliere informazioni. Tuttavia, le informazioni possono andare in entrambi i sensi e vediamo che il re di Gerico non solo viene a sapere che le spie sono nella sua città, ma esattamente dove sono, ovvero a casa di Raab. Il re manda i suoi uomini e le chiede di consegnarglieli. Ma lei non lo fa, mente agli uomini del suo re e nasconde i due israeliti.  Perché fa questo? Perché, siamo chiari, queste sono le azioni di un traditore della sua stessa gente. La storia suggerisce due ragioni:  la prima è la paura.  “Prima che le spie si addormentassero, Raab salì da loro sulla terrazza,  e disse a quegli uomini: «Io so che il Signore vi ha dato il paese, che il terrore del vostro nome ci ha invasi e che tutti gli abitanti del paese hanno perso coraggio davanti a voi.” (Giosuè 2:8-9) La Bibbia è un racconto molto onesto dell'umanità, e non  evita mai di mostrarci gli abissi in  cui le persone possono  cadere. Raab  ha una famiglia da proteggere e farà tutto il possibile per questo. La seconda è forse più rassicurante per noi in quanto è uno squarcio profetico più profondo su chi sia il popolo ebreo e il Dio che essi seguono. “…poiché il Signore, il vostro Dio, è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra.”  (Giosuè 2:11b) E' una stupenda dichiarazione di fede circa l'universalità delle leggi di Dio. Salva quindi le spie, ma prima di aiutarle a fuggire, da esperta donna di affari come è lei, tira fuori i termini dell'accordo;  non è disposta a rischiare la tortura e la morte sua e della sua famiglia qualora venisse scoperta senza una ricompensa. Quello che sta facendo ha un prezzo molto alto e lei cerca una ricompensa attraverso una promessa. “Vi prego dunque, giuratemi per il Signore, poiché vi ho trattati con bontà, che anche voi tratterete con bontà la casa di mio padre; e datemi un segno sicuro che salverete la vita a mio padre, a mia madre, ai miei fratelli, alle mie sorelle e a tutto quel che appartiene a loro, e che ci preserverete dalla morte». (Giosuè 2:12-13) Le spie le promettono che si occuperanno personalmente  di salvare lei e la sua famiglia quando la città cadrà. La promessa è suggellata con un segno fisico,  com'era consuetudine nella loro cultura: lei avrebbe dovuto esporre una fune rossa alla sua finestra, Il colore è significativo: in quella cultura il rosso era il colore associato all'attività  di Raab, quindi nessuno avrebbe pensato che fosse strano se lo avesse visto, ma ancor di più  è il colore del sangue e  visto che le spie non potevano fare un patto di sangue con lei (dopotutto era una pagana): il colore simboleggiava la solennità con cui facevano la loro promessa. Le spie fuggirono, gli israeliti iniziarono a marciare attorno alla la città...  e il resto,  come si suol dire, è storia. Ma che ne fu di Raab? Gli israeliti mantennero la loro promessa: “E Giosuè disse ai due uomini che avevano esplorato il paese: «Andate in casa di quella prostituta, fatela uscire con tutto ciò che le appartiene, come glielo avete giurato».  E quei giovani che avevano esplorato il paese entrarono nella casa, e ne fecero uscire Raab, suo padre, sua madre, i suoi fratelli e tutto quello che le apparteneva; ne fecero uscire anche tutte le famiglie dei suoi e li sistemarono fuori dell’accampamento d’Israele.” (Giosuè 6:22-23) È questa la fine della sua storia? Certamente no, lei apparirà come una di solo cinque donne menzionate nella genealogia di Gesù in Matteo 1: “Salmon generò Boaz da Raab; Boaz generò Obed da Rut; Obed generò Isai…” (Matteo 1:5) e altre due volte nel  Nuovo Testamento che vedremo tra poco.  Allora cosa dovremmo farcene di questa storia e di questa  donna? Quali lezioni possiamo imparare e  quale significato ha per noi nell'Italia del XXI secolo? Diamo uno sguardo più da vicino alla donna in se e dimentichiamoci la vicenda  d'azione intorno a lei. Innanzitutto il suo nome Raab è un soprannome, è un gioco di parole;  significa "ampia". Molti studiosi dicono che questo non denoti nulla più che insinuazioni sulla sua occupazione.  Ma c'è un'altra scuola di pensiero che dice che il nome è significativamente incluso non per "dare un po' di pepe alla storia", ma per spingerci direttamente verso il concetto di liberazione che è al centro delle scritture ebraiche.  Dio è un dio che libera ripetutamente gli afflitti portandoli in una terra più ampia e allarga anche i loro cuori attraverso la Torah, che significa “insegnamenti”. “…poiché il Signore, il vostro Dio, è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra.” (Giosuè 2:11b) Quando Raab dice questo alle spie, sta facendo eco a delle parole che i lettori ebrei avrebbero riconosciuto come quelle usate da Mosè per ricordare al popolo tutto  quello che  Dio aveva  fatto per loro.  “Sappi dunque oggi e ritieni bene nel tuo cuore che il Signore è Dio, lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e che non ve n’è alcun altro.” (Deuteronomio 4:39) Quella di Raab è una storia di liberazione. E lei appare nella genealogia di Gesù a sottolineare l''atto ultimo di liberazione e in particolare che è la  liberazione per tutte le genti. Allora che dire della sua occupazione? Perché abbiamo bisogno di sapere questo dettaglio? Per gli israeliti è tre volte emarginata: è una cananea, è  una donna ed è una prostituta.  E' una sfida alla loro sensibilità. Ricorda che il carattere è più importante della reputazione. Il suo carattere era quello di una persona che riconosceva Dio per chi fosse e su cosa stesse lavorando. Gli ebrei furono in in grado di entrare nella terra promessa grazie alla sua fede in azione. E' per questo che  deve essere onorata venendo accolta tra di loro. E lei è anche una sfida per noi. Diamo un'occhiata a dove altro è menzionata nel Nuovo Testamento: “Per fede Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, avendo accolto con benevolenza le spie.” (Ebrei 11:31) “E così Raab, la prostituta, non fu anche lei giustificata per le opere quando accolse gli inviati e li fece ripartire per un’altra strada?” (Giacomo 2:25) Uno la loda per la sua fede, l'altro per le sue azioni. Viene descritta senza giudizio:  non lo fanno con disgusto, non cercano di  appiopparle un'etichetta, ma semplicemente la lodano  per il suo carattere.  Raab ci ricorda che Dio sceglie di salvare coloro che hanno un passato, come ho già detto, ed ecco perché è lì in Matteo; perché Dio può usare chiunque abbia un passato; come madre dà forma al carattere, alla fede e ad un carattere a misura di Dio di suo figlio Boaz. Dio  ridefinisce quelli con un passato; Raab  passò dall'essere  una donna perduta ad essere una donna prescelta, da una cattiva ragazza a una sposa, da un disastro a una madre e da una prostituta a una progenitrice del Messia . Forse oggi ti identifichi con Raab, sai cosa significhi essere salvati e rinnovati e vuoi chiedere allo Spirito Santo di sviluppare il tuo carattere, per renderti più simile a Gesù.  O forse ti senti di più come le spie, in missione per salvare e portare nel nostro accampamento gli oppressi, i perduti, gli affranti, gli inquieti, gli  emarginati. Se stai, se stiamo  pensando questo,   allora dovremmo prestare attenzione a Giacomo e a Ebrei e farlo senza giudicare.  Come si suol dire “È  difficile lanciare pietre quando stai lavando piedi ”. Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOK GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
All in: punta tutto sull'amore per Dio - 5° Parte: amare il prossimo tuo come te stesso | 14 Marzo 2021 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Mar 15, 2021


Gesù ti chiede di amare il tuo prossimo anche quando è difficile farlo, senza distinguere tra quelli che gradisci o meno, perché lui ti ha affidato il compito di essere colui o colei che porta l'olio della Parola che lenisce il dolore, il vino che disinfetta le ferite del mondo, le braccia che curano  e il sostegno pratico per chi soffre  assieme a te lungo la via della vita. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 12 minuti  Tempo di ascolto audio/visione video: 30 minuti Siamo all'ultimo passo della nostra partita  per dare tutto a Dio,  “all in”; abbiamo messo sul piatto  “tutto il cuore”, il ragionamento, i pensieri, la logica, tutta l'anima, il corpo, la vita,  la mente attiva e le azioni e  ci siamo ripromessi di fare tutto ciò con una maggiore intensità, un livello di qualità superiore, e un'abbondanza superiore. A molti può venire pensato: “ E beh, adesso si che sono un vero discepolo!” Ma per Gesù non basta. La scorsa settimana, parlando della forza, vi avevo detto che tutta quella potenza, la potenza che trasforma una crocifissione in una resurrezione che ha aperto la tomba e fatto risorgere Cristo, non mi occorre per la MIA resurrezione; se ho creduto in Cristo io sono già salvo e quella resurrezione mi appartiene. Ma mi serve per testimoniare di Cristo agli altri, affinché  credano e partecipino insieme a me alla stessa resurrezione di gloria. Gesù vuole che lo faccia per tramutare la teoria nella pratica, il pensiero in un gesto, l'amore in una azione. Gesù ci conosce,  e sa che abbiamo bisogno di ordini esatti,  dettagliati e precisi... e che anche in presenza di quelli, cercheremo delle “scappatoie”. Che cosa è una “scappatoia? Il vocabolario Treccani la definisce così: Scappatóia s. f. [der. di scappare]. – Espediente, sistema astuto o ingegnoso, o anche solo provvisorio, per sottrarsi a un pericolo, per uscire da una situazione difficile o per non eseguire ordini o compiti sgraditi o gravosi. Noi italiani siamo maestri nell'arte di trovare scappatoie, soprattutto quando si tratta di pagare le tasse: società con sede operativa a Lubriano ma sede legale in Lussemburgo; pagamento di consulenze fatte da un conto alle isole Kaiman verso un altro conto a San Marino; pranzi natalizi al ristorante con tutta la famiglia fatturati alla ditta come pranzo di rappresentanza... e così via. Guardate la parte della definizione evidenziata: per non eseguire ordini o compiti sgraditi o gravosi. Vi ricordate che Gesù stava rispondendo ad un dottore della legge che gli aveva chiesto quale fosse il più grande comandamento, vero? Gesù gli aveva risposto non con uno, ma con due comandamenti: “«Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua e con tutta la forza tua.  Il secondo è questo: Ama il tuo prossimo come te stesso. Non c’è nessun altro comandamento maggiore di questi»...” (Marco 12:30-31). Quali compiti  ci da Gesù? Il primo è quello di avere un rapporto verticale,  da basso verso l'alto; da creatura a creatore;  amare Dio;  e quello, per quanto possiamo  provare non prevede scappatoie possibili. Non posso  inventarmi qualcosa tipo : ”Posso sostituire Dio con la mia macchina? O col mio lavoro? O con la mia squadra di calcio?” Qualcuno ci prova, a optare per queste “fedi alternative” ma se sono credente, non c'è nulla che possa sostituire Dio. Il secondo è quello di avere un rapporto orizzontale, da uomo ad altro uomo.  Ma su questo posso trovare un bel po' di “scappatoie”: la prima che viene in mente, la più semplice quella che venne in mente anche al dottore della legge è la seguente: “OK. Ma chi è il mio prossimo lo stabilisco io! Tutti quelli simpatici, tutti quelli amabili, tutti quelli della mia chiesa, tutti quelli della mia squadra, tutti quelli che votano come me... Ecco, quelli sono il mio prossimo... Va bene Gesù?” Mi spiace per il dottore, ma la risposta, ovviamente, è NO! Vediamo perché. Anche questa volta Gesù stava citando  un passo della Torah, la Legge mosaica, e precisamente Levitico: “Non andrai qua e là facendo il diffamatore in mezzo al tuo popolo, né ti presenterai ad attestare il falso a danno della vita del tuo prossimo. Io sono il Signore. Non odierai tuo fratello nel tuo cuore; rimprovera pure il tuo prossimo, ma non ti caricare di un peccato a causa sua.  Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono il Signore.” (Levitico 19: 16-18) Qui Dio fa usare a Mosè (che ha scritto Levitico)  vari termini  per indicare le persone che ciascun ebreo doveva rispettare ed amare: popolo, fratello, figli e prossimo. La parola “prossimo” in ebraico è רֵיעַ reya‘ che deriva dal verbo רָעָה râ‘â ed era una parola a cui gli ebrei (popolo di allevatori) erano familiari  perché significa “avere cura di un gregge”. Dio stava dicendo a ciascuno nel suo popolo che avrebbero dovuto avere cura di coloro  che incontravano lungo la strada  della vita esattamente come avrebbero avuto cura di un gregge che gli era stato dato  da portare al pascolo. E, in un gregge, non puoi scegliere quale pecora proteggere, quale amare e quale prendere a bastonate: il gregge ti è stato affidato, devi proteggerle tutte. Nella mente degli ebrei quel versetto doveva suonare un po' così: “Amerai colui che ti è stato affidato in cura come un gregge come te stesso”. Questo era quello che Dio aveva detto al suo popolo nei quaranta anni passati nel deserto. Ma, dall'epoca, erano passati diversi secoli, il popolo si era stabilito nella terra di Canaan, e dopo alti e bassi, regni divisi, ed altro, gli ebrei erano da secoli un popolo  dominato da altre nazioni; prima dai Babilonesi, poi dai Persiani, poi dai Greci; all'epoca di Gesù dai Romani. Quale era la “scappatoia” studiata dagli ebrei? Decidere QUALE fosse il loro prossimo; se fossimo entrati in una sinagoga dell'epoca avremmo potuto forse ascoltare  qualche rabbino, o fariseo, o scriba dare un insegnamento tipo questo: “La Parola di Dio dice: ama il tuo prossimo. Ma chi è il tuo prossimo? Levitico 19 ci dice di non diffondere calunnie in mezzo al tuo popolo … ma  non dice niente sul diffondere calunnie dei gentili. La Torah dice di non odiare i tuoi fratelli israeliti ... ma niente sul non odiare i Romani. La Scrittura è chiara: non puoi portare rancore contro il tuo popolo ... ma puoi portare  rancore quanto vuoi contro i Samaritani. Per cui, se il tuo prossimo è il tuo popolo, e devi amare il tuo prossimo per obbedire alla Legge, allora puoi benissimo odiare (anzi DEVI) chi non è del tuo popolo. Chiunque non sia ebreo può essere considerato un nemico”.  Gesù conosceva bene questi insegnamenti, ed è per quello che aveva detto in Matteo: “Voi avete udito che fu detto: “Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano...” (Matteo 5: 43-44) Ecco trovata la scappatoia: aggiungere alla legge di Dio (ama il tuo prossimo) la legge di “io” (odia il tuo nemico)  che non era scritta nella Torah, ma era stata aggiunta dal cuore del popolo (e dai Sacerdoti). Amare si, ma chi dico io: infatti, se leggiamo l'episodio nel vangelo di Luca vediamo che il dottore della legge, per mettere in difficoltà Gesù gli fa una domanda “trabocchetto”: “Ma egli (il dottore della legge), volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?» (Luca 10: 29) Perché è un “trabocchetto”? Il dottore voleva che Gesù dicesse o che i rabbini avevano ragione e si poteva odiare il proprio nemico e così avrebbe smentito in pubblico un comandamento della Legge  (era una bestemmia, punita con la morte per lapidazione), oppure voleva che dicesse di amare i Romani  mettendosi contro tutto il popolo. Vi ricordate la definizione di “scappatoia”? “Espediente per non eseguire ordini o compiti sgraditi o gravosi”; è quello che tenta il dottore della legge. Gesù sa leggere nel cuore e nella mente, e sapeva perché il dottore faceva quella domanda; come reagisce alla  provocazione, al tentativo di “scappatoia” del dottore della legge? Avrebbe potuto dirgli: “Il tuo cuore è duro, pentiti!” “Vattene da me, tu sei qui non per capire ma per giudicare” o qualcosa del genere. E, invece, come sempre,  Gesù sceglie un'altra strada: una strada che è la meno scontata, la strade di non rispondere lui al dottore, ma di far scoprire, e far dire al dottore della legge la risposta. Vediamo come: “Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e s’imbatté nei briganti, che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, quando giunse in quel luogo e lo vide, passò oltre dal lato opposto. Ma un Samaritano, che era in viaggio, giunse presso di lui e, vedendolo, ne ebbe pietà; avvicinatosi, fasciò le sue piaghe versandovi sopra olio e vino, poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui.  Il giorno dopo, presi due denari, li diede all’oste e gli disse: “Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno”. Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s’imbatté nei ladroni?» Quegli rispose: «Colui che gli usò misericordia». Gesù gli disse: «Va’, e fa’ anche tu la stessa cosa».” (Luca 10:32-37) Avete visto cosa ha fatto Gesù? Ha “ribaltato” la situazione: abbiamo detto che per gli ebrei il “prossimo” erano quelli del proprio popolo, per cui “altri ebrei”. Gli “stranieri”, invece, erano tutti gli altri popoli, Romani, Gentili, Samaritani, e potevano essere odiati (secondo la legge di “io”). Se fossi stato io ad inventare la storia, avrei preso come protagonista buono un ebreo che aiuta un samaritano nonostante sia uno straniero, e avrei detto al dottore: “ E' così che ti devi comportare come ebreo”. E, invece, Gesù fa l'esatto contrario,  creando un esempio devastante per un ebreo, ma che spiega come sia il cuore del Padre, Inventa una storia dove c'è un “uomo”:  non dice se è ebreo, o no, è semplicemente un UOMO, un essere umano bisognoso. Dove ci sono dei cattivi, e dove c'è un eroe (con il dovuto rispetto sembra quasi un western!). L'eroe della storia non è il sacerdote, e neppure il levita; non è ebreo l'eroe,  che  invece sono i cattivi, quelli che non dimostrano di amare il prossimo secondo il comandamento della Torah. Ma l'eroe è il samaritano, lo straniero, quello che gli ebrei odiano, scacciano, discriminano; è lui che obbedisce al comandamento di Dio! Una storia dove il samaritano ha tutto da perdere, pur di aiutare il suo prossimo  che non conosce nemmeno: perde il suo pranzo:  olio e vino diventano balsamo e disinfettante; perde la sua giornata di lavoro,  rimanendo il giorno e la notte a curarlo; perde il suo danaro, pagando la stanza e gli extra al suo prossimo. Cosa sta comunicando Gesù al dottore? Gesù gli sta dicendo: “ “Esiste una umanità, fatta di uomini e donne in disperato bisogno di aiuto, non importa se del tuo popolo o meno;  tu che passi per strada  sei tenuto ad essere  “reya”, custode di un gregge non tuo, verso chi sta nel bisogno. Sarai giusto davanti al Padre mio, non se sei ebreo, ma se obbedisci al comandamento del Padre di amare il prossimo tuo come te stesso. Allora sarai il mio popolo.” Amare il prossimo, tutto il prossimo, qualsiasi prossimo,  non solo quello che mi piace, che è amabile, ma anche quello che non mi piace, che mi ha fatto male. E'un compito sgradito,  un compito gravoso. Gesù lo sa,  e ce lo dice chiaramente: “Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani?E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto?”  (Matteo 5: 46-47) Gesù ti chiede di essere  רֵיעַ reya , di essere custode di un gregge non tuo, ma che il tuo Signore ti ha affidato. Gesù ti dice che non puoi scegliere  la pecora da amare e quella da odiare, ma che le devi amare tutte, nessuna esclusa, anche quelle che ti hanno fatto male, anche quelle che non rispondono, anche quelle che fuggono  e ti fanno faticare per riprenderle, perché il gregge non è tuo, ma appartiene al Tuo Signore! Nel vangelo di Matteo è riportata una frase che Gesù ha detto nell'incontro con il dottore della legge: “Il secondo, simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso”Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti».” (Matteo 22: 39-40) Gesù dice: “Prendi qualsiasi  parte dell'Antico Testamento;  puoi appendere ogni comandamento pronunciato nella Legge su uno di questi due comandamenti. Qualsiasi cosa che riguardi il tuo carattere, la tua vita, la tua adorazione,il tuo rapporto con Dio e ul tuo rapporto con gli altri debbono ricadere sotto questi due comandamenti. Se ne pratichi uno solo: “Amo Dio”, ma non l'alto “Amo il mio prossimo come me stesso”, non stai obbedendo  né a mio Padre né a me!” Paolo lo dirà in questo modo in Romani: “Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. Infatti il «non commettere adulterio», «non uccidere», «non rubare», «non concupire» e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso»L’amore non fa nessun male al prossimo; l’amore quindi è l’adempimento della legge.” (Romani 13:8-10) Gesù ti chiede di essere רֵיעַ reya, custode del suo gregge. La Bibbia afferma che, se credi in Gesù, sei straniero alla terra; il Salmo 119 dice :”Io sono straniero sulla terra” (Salmo 119;19 a) Non appartieni a questo mondo; Paolo dice in Filippesi:  “Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli” (Filippesi 3:20 a) La tua cittadinanza è nei Cieli; e da cittadino dei cieli devi agire. Gesù ti chiede di essere lo straniero al mondo, il samaritano che tutti guardano con sospetto, che talvolta odiano, ma che porta l'olio della Parola che lenisce il dolore, il vino che disinfetta le ferite del mondo, le braccia che curano  e il sostegno pratico per chi soffre  assieme a te lungo la via della vita. «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso... fa’ questo e vivrai». (Luca 10:27-28) Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

il Vangelino
Mc 10,46b-52 [Il cieco di Gerico] - Pietro

il Vangelino

Play Episode Listen Later Feb 9, 2021 5:07


On Air Ediciones ( oAe )
La vida en Aragón con Mayte Salvador (serial) - 1 febrero 2021

On Air Ediciones ( oAe )

Play Episode Listen Later Feb 1, 2021 101:15


La vida en Aragón con Mayte Salvador La vida en Aragón - 1 FEBRERO 2021 Reproducir • 1 h 41 min - Editorial - STEPA, por contrato en la administración, Olga Pérez - Jesús Gerico, Alcalde de Sallent, situación insostenible - Ainoa Lozano, empresaria que plantea los problemas que se están generando SEGUNDA PARTE - Sergio Ortiz, Alcalde de Cariñena, un sólo caso de Covid - Jesús Martínez, redifusión de la entrevista sobre el caso de vacunaciones en el Hospital Obispo Polanco, aclaraciones - Marcela Valoroso, skinature.net, bolsas en los ojos - Lucia Ruiz, AVT Asociación Víctimas del Terrorismo, aniversario atentado San Juan de los Panetes --- Send in a voice message: https://anchor.fm/on-air-ediciones/message

On Air Ediciones ( oAe )
La vida en Aragón con Mayte Salvador (serial) - 14 diciembre 2020

On Air Ediciones ( oAe )

Play Episode Listen Later Dec 14, 2020 100:51


1:00 Editorial 8:00 Ayto. Sallent, Jesús Gerico. 22:46 Carlos Millán, Gozarte 34:37 Manos Unidas, Gonzalo González. Cómo los proyectos de Covid están llevando buen curso. 51:00 Situación de las estaciones de esquí, Carmelo Bosque nos habla de la hostelería en la provincia de Huesca 1:00:00 Luis Zueco, escritor de renombre homenajeado por el Ayto. de Monzón 1:11:26 Amelia Rius, cómo cuidarse frente al coronavirus 1:27:00 Dra Laia, médico de familia explica el cuidado en momentos familiares de la Navidad 1:32:00 Lucia Ruiz, Asociación Victimas de Terrorismo Edita y produce On Air Ediciones Emitido en esRadio Huesca --- Send in a voice message: https://anchor.fm/on-air-ediciones/message

Commento al Vangelo di don Nicola
La chiamata di Zaccheo (Lc 19,1-10) MARTEDI' 17 NOVEMBRE

Commento al Vangelo di don Nicola

Play Episode Listen Later Nov 17, 2020 4:09


Dal Vangelo secondo LucaLc 19,1-10 In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».Parola del Signore

Commento al Vangelo di don Nicola
Abbi pietà di me peccatore (Lc 18,35-43) LUNEDI' 16 NOVEMBRE

Commento al Vangelo di don Nicola

Play Episode Listen Later Nov 16, 2020 4:11


+ Dal Vangelo secondo LucaMentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

AWR Italia - Meditazioni (RVS)
Filo diretto – Riccardo Orsucci

AWR Italia - Meditazioni (RVS)

Play Episode Listen Later Sep 24, 2020


In questo numero di Filo diretto vi proponiamo la predicazione di Riccardo Orsucci, pastore della della chiesa avventista, che ha rivolto alla comunità di Firenze sabato 29 agosto 2020. Il testo biblico di riferimento è stato Luca 10:30-33: Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un Samaritano, che era in viaggio, giunse presso di lui e, vedendolo, ne ebbe pietà. L'articolo Filo diretto – Riccardo Orsucci proviene da Radio Voce della Speranza.

Meditazioni – Radio Voce della Speranza
Filo diretto – Riccardo Orsucci

Meditazioni – Radio Voce della Speranza

Play Episode Listen Later Sep 24, 2020


In questo numero di Filo diretto vi proponiamo la predicazione di Riccardo Orsucci, pastore della della chiesa avventista, che ha rivolto alla comunità di Firenze sabato 29 agosto 2020. Il testo biblico di riferimento è stato Luca 10:30-33: Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un Samaritano, che era in viaggio, giunse presso di lui e, vedendolo, ne ebbe pietà. L'articolo Filo diretto – Riccardo Orsucci proviene da Radio Voce della Speranza.

Oggi in Cristo
Che cosa vuoi che io ti faccia?

Oggi in Cristo

Play Episode Listen Later Dec 10, 2019


Poi giunsero a Gerico. E come Gesù usciva da Gerico con i suoi discepoli e con una gran folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, cieco mendicante, sedeva presso la strada. Udito che chi passava era Gesù il Nazareno, si mise a gridare e a dire: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!» E molti lo sgridavano perché tacesse, ma quello gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!» Gesù, fermatosi, disse: «Chiamatelo!» E chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio, àlzati! Egli ti chiama». Allora il cieco, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.  E Gesù, rivolgendosi a lui, gli disse: «Che cosa vuoi che ti faccia?» Il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io ricuperi la vista». Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». In quell'istante egli ricuperò la vista e seguiva Gesù per la via. (Marco 10:46-52  - La Bibbia) Indice della serie sul vangelo di Marco Quel giorno a Gerico c'era molta confusione. Doveva esserci qualcuno di importante in città. Anche un cieco come Bartimeo se ne era accorto e si era probabilmente informato. Bartimeo era cieco e faceva il mendicante per sopravvivere. Come facevano molti mendicanti egli stendeva un mantello sulla strada e vi si sedeva sopra nella speranza che i passanti gli dessero qualcosa. Ma quel giorno a Gerico, tra i passanti, c'era una persona speciale, c'era Gesù il Nazareno.  Ma Bartimeo aveva capito che quell'uomo non era semplicemente Gesù di Nazaret, ma era il Re dei Re, il Messia promesso ad Israele. Lo comprendiamo dal fatto che egli si rivolgesse a Gesù chiamandolo figlio di Davide, un termine che si riferiva proprio al Messia! Quell'uomo non aveva la vista e aveva solo sentito parlare delle opere che Gesù aveva fatte, eppure lo aveva riconosciuto come il Messia di Israele, qualcosa che molti suoi contemporanei non erano riusciti a vedere nonostante avessero visto con i propri occhi i miracoli di Gesù! Le persone intorno a lui addirittura lo sgridavano perché tacesse. Ma Bartimeo aveva capito che quella era un'occasione unica, un'occasione da prendere al volo per dare una svolta alla sua vita. Egli sapeva dentro di sé che Gesù poteva davvero aiutarlo, in sostanza egli aveva fede in Gesù! Così gridò ancora più forte per farsi notare e Gesù non fu indifferente a quel grido. "Chiamatelo!". Gesù voleva incontrare quell'uomo la cui voce si era fatta sentire tra la folla. Chissà quante persone c'erano e quante voci si alzavano intorno a Gesù, eppure il Signore non poté fare a meno di udire quella precisa richiesta di aiuto: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Bartimeo era riuscito nell'intento di farsi notare e per la gioia balzò in piedi liberandosi del mantello che fino a quel momento aveva utilizzato per chiedere l'elemosina. Gesù non aveva ancora fatto nulla per lui, eppure qualcosa nel cuore di quell'uomo gli diceva che quel mantello non gli sarebbe servito più. Ho la sensazione che in quel momento Bartimeo sapesse già che la sua vita da mendicante stava per finire. Che grande fede aveva quell'uomo! "Che cosa vuoi che io ti faccia?" Ecco la domanda che avrebbe messo in luce la fede di Bartimeo. Altri mendicanti al suo posto avrebbero potuto accontentarsi di chiedere l'elemosina a quell'uomo che diceva di essere il Re d'Israele, poi sarebero tornati al loro mantello lungo la strada e avrebbero continuato a mendicare per tutto il resto della loro vita. Ma Bartimeo aveva le idee chiare e si rivolse a Gesù chiamandolo questa volta, Rabbunì, una parola che si potrebbe tradurre con "maestro". "Fa che io ricuperi la vista". Sì, Bartimeo stava chiedendo una cosa che normalmente nessun cieco chiederebbe. Ma Bartimeo aveva fede in Gesù e aveva capito che , se c'era qualcuno che poteva aiutarlo a ricuperare la vista, quello era proprio Gesù di Nazaret. «Va', la tua fede ti ha salvato». In un istante quell'uomo ricuperò la vista come aveva chiesto.  Gesù aveva apprezzato la fede di quell'uomo e aveva risposto positivamente alla...

Commento al Vangelo di don Nicola
Cosa davvero desideri (Lc 18,35-43)

Commento al Vangelo di don Nicola

Play Episode Listen Later Nov 18, 2019 4:04


Dal Vangelo secondo LucaMentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Commento al Vangelo di don Nicola
Gesù scommette anche su di te (Lc 19,1-10)

Commento al Vangelo di don Nicola

Play Episode Listen Later Nov 18, 2019 3:55


Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».INSTAGRAM https://www.instagram.com/nicoladon/FACEBOOK: https://www.facebook.com/nicolasalsa/YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCjFaPuCe1M_ju0hdCstulAw

Commento al Vangelo di don Nicola
Oggi Zaccheo sarò a casa tua (Lc 19,1-10)

Commento al Vangelo di don Nicola

Play Episode Listen Later Nov 2, 2019 4:18


Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».INSTAGRAM https://www.instagram.com/nicoladon/FACEBOOK: https://www.facebook.com/nicolasalsa/YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCjFaPuCe1M_ju0hdCstulAw

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia XXXI domenica tempo ordinario - Anno C (Lc 19,1-10)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Oct 31, 2019 5:00


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5849OMELIA XXXI DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C (Lc 19,1-10)Il viaggio di Gesù verso Gerusalemme, che occupa gran parte del Vangelo di san Luca, è ormai quasi al termine. Il Signore si trova a Gerico, che allora era una importante città commerciale, centro di transito per tanti mercanti dell'epoca. Qui si inserisce la vicenda di Zaccheo che era un pubblicano, ovvero un funzionario che riscuoteva le tasse per conto degli odiati dominatori stranieri, e che, in quella città di fiorente commercio, aveva molti interessi. Si sa che i pubblicani erano considerati dei grandi peccatori, sia perché erano scesi a compromesso con i dominatori, sia perché angariavano il popolo con molte ingiustizie e soprusi.Gesù era a Gerico e la folla accorreva da ogni parte per vederlo e per essere testimone o beneficiaria di qualche suo miracolo. In mezzo alla folla vi era pure Zaccheo, il quale, piccolo di statura, salì su di un sicomòro per poter vedere il Maestro che passava. Tutti si aspettavano che Gesù fulminasse quell'uomo con qualche parola di fuoco, che gli rinfacciasse davanti a tutti le sue grandi ingiustizie. Invece Gesù si rivolse a lui con parole di amicizia, dicendogli: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua» (Lc 19,5).Immaginiamoci la delusione e la rabbia di tanta gente che si aspettava delle parole di tutt'altro genere! Anche noi, molto probabilmente saremmo rimasti delusi, attendendoci una pronta e spietata giustizia. Ma non la pensava così Gesù, il quale, con la bontà e la misericordia, cerca sempre di guadagnarsi il cuore delle sue creature. A ciascun peccatore Dio rivolge questi inviti di misericordia; ma, se facciamo i sordi e abusiamo della sua Bontà, non tarda a venire il momento della giustizia.Zaccheo coglie al volo quell'invito di Gesù e si precipita ai suoi piedi. Il testo del Vangelo dice: «Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia» (Lc 19,6). Era la prima volta che Zaccheo incontrò chi lo stimasse e l'amasse al punto da voler essere suo ospite. Secondo la legge di Israele non si poteva assolutamente entrare nella casa dei pubblicani. E così Gesù andò a casa di Zaccheo e questo suscitò ancora di più la rabbia e la mormorazione di molti, anzi di tutti, come dice l'evangelista Luca. Essi dicevano: «è entrato in casa di un peccatore» (Lc 19,7). Forse i più benevoli avranno pensato che Gesù ignorava chi fosse veramente Zaccheo; al contrario, Gesù andò da Zaccheo appunto perché lo conosceva nel profondo e lo voleva redimere.Zaccheo si converte, si sente perdonato da Gesù, e sente impellente il desiderio di riparare a tutto il male compiuto, non soltanto restituendo quattro volte tanto quello che aveva rubato, ma addirittura dando ai poveri la metà di tutte le altre ricchezze da lui possedute (cf Lc 19,8). Rivolgendosi poi a Zaccheo e, tramite lui, a tutta la folla, Gesù dice: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,9-10).Dio ci ha perdonato tante e tante volte. Anche noi dobbiamo sentire nascere in cuore il desiderio di riparare il male fatto. è questa una esigenza d'amore. Soprattutto il furto esige la restituzione. E, ricordiamolo sempre, non si ruba solamente estorcendo del denaro, ma anche compiendo svogliatamente il proprio lavoro. Inoltre, si ruba la buona fama al nostro prossimo sparlando di lui. Anche questo è un peccato che dobbiamo riparare, impegnandoci d'oggi in poi a dire bene di chi abbiamo danneggiato.Anche a noi Gesù rivolge le parole: «Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Egli non viene dentro le nostre abitazioni materiali, ma viene dentro di noi nella Santa Comunione. Quando lo riceveremo, chiediamogli la grazia di una profonda conversione, di vivere sempre nella sua amicizia, la grazia di non danneggiare mai il prossimo, ma di beneficarlo sia nelle azioni come pure nelle parole.

Radio Bullets
Il relativismo del viaggiatore

Radio Bullets

Play Episode Listen Later Sep 12, 2019 9:25


Un programma sui viaggi di Eleonora Viganò

Radio Bullets
«Voi siete il sale della Terra»

Radio Bullets

Play Episode Listen Later Sep 5, 2019 7:06


Un programma sui viaggi di Eleonora Viganò

Radio Bullets
Prima dell'azzurra Zfat

Radio Bullets

Play Episode Listen Later Aug 22, 2019 7:56


Una rubrica di Eleonora Viganò

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia XV domenica tempo ordinario - Anno C (Lc 10,25-37)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Jul 10, 2019 4:48


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5702OMELIA XV DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C (LC 10,25-37)Chi da Gerusalemme scende a Gerico si accorge subito di una cosa: che vi è un grande dislivello tra le due città. Gerusalemme è in montagna, mentre Gerico è in una depressione al di sotto del livello del mare. Questo non è un particolare di poca importanza. Gerusalemme è come il simbolo del Paradiso e della felicità di lassù; Gerico è il simbolo del male, del peccato. Gesù, raccontando questa parabola, voleva far comprendere che l'uomo che scendeva da Gerusalemme verso Gerico e che incappò nei briganti che lo depredarono, è l'umanità che cadde in peccato con Adamo ed Eva e che divenne preda del diavolo. Gesù è il Buon Samaritano che venne per salvare l'uomo decaduto e per ridonargli la dignità perduta.Questo è il primo e il più importante degli insegnamenti che ricaviamo dalla lettura di questa parabola. Se non fosse stato per Gesù e per la sua immensa carità, noi tutti giaceremmo ancora nel peccato. Con il peccato originale, l'uomo ha perso tutto o quasi. Ha perso l'amicizia con Dio, la sua grazia. Anche la natura è rimasta ferita: con il peccato originale è subentrata la sofferenza e la morte. Solo Gesù, il Buon Samaritano, poteva redimerci dal peccato e ridarci la vita. Gesù ha avuto compassione di noi (cf Lc 10,37) ed è disceso fino a noi per portarci di nuovo alla Gerusalemme di lassù. Egli ha fasciato le nostre ferite e si è preso cura di noi (cf Lc 10,34).Gesù continua a prendersi cura di noi. Egli si prende cura di noi per mezzo dei suoi sacerdoti e grazie ai Sacramenti da loro amministrati. Il sacerdote quando celebra la Messa e quando ci assolve dai nostri peccati è Gesù stesso che fascia le nostre ferite e ci ridona la salute dell'anima. Da parte nostra dobbiamo accostarci con fede al Sacramento della confessione e alla Comunione Eucaristica.Anche noi, però, dobbiamo prenderci cura dei nostri fratelli ed essere per loro dei "buoni samaritani". Il brano del Vangelo di oggi ci insegna anche a praticare la virtù della carità, che è la regina delle virtù. C'è un particolare che deve farci molto riflettere. Passò un sacerdote e non si fermò; passo un levita e andò via diritto; solo un samaritano ebbe compassione del malcapitato incappato nei briganti e si prese cura di lui. I samaritani erano considerati come degli stranieri con i quali non bisognava aver a che fare. Questo ci insegna che la carità, a volte, la troveremo non tanto dai vicini, ma dai più lontani, da quelli con i quali non volevamo aver nulla da spartire. Dio permette questo per piegare il nostro orgoglio e la nostra presunzione.Facciamo dunque un esame di coscienza e vediamo se siamo stati anche noi come quel sacerdote o come quel levita e domandiamone perdono. È molto facile accorgersi di tanti altri peccati, ma dei peccati contro la carità, chissà perché, è sempre difficile rendersene conto. Tante volte "andiamo oltre" anche noi come quel sacerdote e quel levita e non ci accorgiamo di chi è nel bisogno. Si manca di carità in tanti modi: nel pensare, nel giudicare, nel parlare che tante volte è uno sparlare; si manca di carità anche senza dire parole, basta solo un atteggiamento del volto per dimostrare il nostro disprezzo per il fratello che ci è davanti; si manca di carità chiudendo il nostro cuore di fronte alle sventure del prossimo, non volendoci pensare e non volendo quindi fare ciò di cui abbiamo la possibilità. Questi ultimi sono tutti peccati di omissione. I peccati di omissione sono molti, ma la cosa più brutta è che, il più delle volte, nemmeno ce ne accorgiamo.Chiediamo alla Madonna che ci ottenga dal Signore la grazia di aprire bene i nostri occhi per renderci conto finalmente della nostra durezza di cuore. Chiediamo la grazia di diventare anche noi dei "buoni samaritani", sempre pronti a soccorrere il nostro prossimo e a prenderci cura di lui.

Catechismo per bambini
34 - La conquista di Gerico

Catechismo per bambini

Play Episode Listen Later May 29, 2019 13:22


Culti su Radio Beckwith
Culto evangelico - Giuseppe Ficara - Giosuè 3

Culti su Radio Beckwith

Play Episode Listen Later Jan 21, 2019 22:31


5 Giosuè disse al popolo: «Santificatevi, poiché domani il SIGNORE farà meraviglie in mezzo a voi». 6 Poi Giosuè disse ai sacerdoti: «Prendete in spalla l'arca del patto e passate davanti al popolo». Ed essi presero in spalla l'arca del patto e camminarono davanti al popolo.7 Il SIGNORE disse a Giosuè: «Oggi comincerò a renderti grande agli occhi di tutto Israele, affinché riconoscano che come fui con Mosè così sarò con te. 8 Tu darai ai sacerdoti, che portano l'arca del patto, quest'ordine: "Quando sarete giunti alla riva delle acque del Giordano, vi fermerete nel Giordano"».9 Giosuè disse ai figli d'Israele: «Avvicinatevi e ascoltate le parole del SIGNORE vostro Dio». 10 Poi Giosuè disse: «Da questo riconoscerete che il Dio vivente è in mezzo a voi, e che egli scaccerà certamente davanti a voi i Cananei, gli Ittiti, gli Ivvei, i Ferezei, i Ghirgasei, gli Amorei e i Gebusei: 11 ecco, l'arca del patto del Signore di tutta la terra sta per passare davanti a voi per entrare nel Giordano. 12 Prendete dunque dodici uomini fra le tribù d'Israele, uno per tribù. 13 E non appena i sacerdoti che portano l'arca di DIO, Signore di tutta la terra, avranno posato le piante dei piedi nelle acque del Giordano, le acque del Giordano, quelle che scendono dalla parte superiore, saranno tagliate e si fermeranno in un mucchio».14 Il popolo, partito dalle sue tende per oltrepassare il Giordano, aveva davanti a sé i sacerdoti che portavano l'arca del patto. 15 Appena quelli che portavano l'arca giunsero al Giordano e tuffarono i piedi nell'acqua della riva (il Giordano straripa dappertutto durante tutto il tempo della mietitura), 16 le acque che scendevano dalla parte superiore si fermarono e si elevarono in un mucchio a una grandissima distanza, fino alla città di Adam che è vicino a Sartan; e quelle che scendevano verso il mare della pianura, il mar Salato, furono interamente separate da esse; e il popolo passò di fronte a Gerico. 17 I sacerdoti che portavano l'arca del patto del SIGNORE stettero fermi sull'asciutto, in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele passava all'asciutto, finché tutta la nazione ebbe finito di oltrepassare il Giordano.

Culti su Radio Beckwith
Culto evangelico - Giuseppe Ficara - Giosuè 3

Culti su Radio Beckwith

Play Episode Listen Later Jan 21, 2019 22:31


5 Giosuè disse al popolo: «Santificatevi, poiché domani il SIGNORE farà meraviglie in mezzo a voi». 6 Poi Giosuè disse ai sacerdoti: «Prendete in spalla l'arca del patto e passate davanti al popolo». Ed essi presero in spalla l'arca del patto e camminarono davanti al popolo.7 Il SIGNORE disse a Giosuè: «Oggi comincerò a renderti grande agli occhi di tutto Israele, affinché riconoscano che come fui con Mosè così sarò con te. 8 Tu darai ai sacerdoti, che portano l'arca del patto, quest'ordine: "Quando sarete giunti alla riva delle acque del Giordano, vi fermerete nel Giordano"».9 Giosuè disse ai figli d'Israele: «Avvicinatevi e ascoltate le parole del SIGNORE vostro Dio». 10 Poi Giosuè disse: «Da questo riconoscerete che il Dio vivente è in mezzo a voi, e che egli scaccerà certamente davanti a voi i Cananei, gli Ittiti, gli Ivvei, i Ferezei, i Ghirgasei, gli Amorei e i Gebusei: 11 ecco, l'arca del patto del Signore di tutta la terra sta per passare davanti a voi per entrare nel Giordano. 12 Prendete dunque dodici uomini fra le tribù d'Israele, uno per tribù. 13 E non appena i sacerdoti che portano l'arca di DIO, Signore di tutta la terra, avranno posato le piante dei piedi nelle acque del Giordano, le acque del Giordano, quelle che scendono dalla parte superiore, saranno tagliate e si fermeranno in un mucchio».14 Il popolo, partito dalle sue tende per oltrepassare il Giordano, aveva davanti a sé i sacerdoti che portavano l'arca del patto. 15 Appena quelli che portavano l'arca giunsero al Giordano e tuffarono i piedi nell'acqua della riva (il Giordano straripa dappertutto durante tutto il tempo della mietitura), 16 le acque che scendevano dalla parte superiore si fermarono e si elevarono in un mucchio a una grandissima distanza, fino alla città di Adam che è vicino a Sartan; e quelle che scendevano verso il mare della pianura, il mar Salato, furono interamente separate da esse; e il popolo passò di fronte a Gerico. 17 I sacerdoti che portavano l'arca del patto del SIGNORE stettero fermi sull'asciutto, in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele passava all'asciutto, finché tutta la nazione ebbe finito di oltrepassare il Giordano.

Commento al Vangelo del giorno
XXXI Domenica del Tempo Ordinario. Anno C

Commento al Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Oct 30, 2016 26:10


PER RIDARCI LA DIGNITA' GESU' RICONOSCE E RISUSCITA IL FIGLIO DI DIO CHE È NASCOSTO IN NOI INGANNATO E SCHIAVO DEL PECCATOPer Zaccheo l’”Arci-pubblicano”, arci-peccatore, “ricco” e “perduto”, quello fu un giorno speciale. Aveva sentito il suono dello Shofar, la tromba del gran Giorno del Giudizio che inaugurava i dieci giorni del pentimento, nei quali ogni ebreo era chiamato ad andare a casa di chi aveva offeso per riconciliarsi con lui, preparandosi così a Yom Kippur, il Giorno dell’espiazione. Ed era inquieto, come sempre in quei giorni; aveva “frodato e rubato” tanto a molti suoi fratelli tradendoli con gli invasori romani; lo disprezzavano e sfuggivano, ma proprio non riusciva a liberarsi da quella vita.Quel giorno però, Gerico gli appariva strana, piena di euforia e gioia, nonostante ancora non fossero spuntate le prime stelle che chiudevano il Giorno dell’Espiazione. Non riusciva a collegare la guarigione del cieco sulla porta della sua città, e quel frastuono con quei giorni che avrebbero dovuto essere austeri di lacrime e pentimento; non poteva riconoscere in Gesù il nuovo Giosuè che, proprio al suono dello Shofar, era entrato in Gerico abbattendo le mura dell’egoismo e dell’orgoglio che impedivano anche a lui d’essere felice, votando allo sterminio tutti i peccati.E così Zaccheo si era messo a “correre avanti” per “vedere quale fosse” quel Rabbì così speciale, mosso dalla curiosità e da una segreta e ancora acerba speranza, perché sentiva che “doveva passare di là”, nella sua vita. Lo aveva visto “attraversare” la città, ma non poteva sospettare che, così, Gesù compiva quanto prescritto dalla Torah, e che stava cercando proprio lui, per riconciliarlo con Dio e con i suoi fratelli. Non era Zaccheo che avrebbe dovuto chiedere perdono? E invece era il Figlio di Dio che si stava facendo peccato per renderlo “puro”, come il suo nome significava.Allo stesso modo oggi Gesù cerca ciascuno di noi, schiavi dei nostri peccati, incapaci di perdonare e di chiedere perdono, ma con un desiderio insopprimibile di “vederlo”, chissà che non succeda anche a noi come a quel fratello che si è appena riconciliato con sua moglie.Ma, come Zaccheo, cerchiamo Gesù ancora con occhi troppo umani; lo crediamo simile a noi, e pensiamo che per incontrarlo dovremmo fare come siamo abituati con gli altri: “salire” sul “sicomoro” per essere diversi dalla “folla”, cambiare in qualche modo la nostra realtà, che ci sembra inadeguata e di inciampo. Ma Gesù ci stupisce con il suo amore che fa proprio del sicomoro così meschino e ridicolo sul quale ci issiamo, il “katalyma”, come la grotta di Betlemme e il Calvario, – nei cui brani è usato lo stesso termine – il “seno” benedetto dove si rinasce a vita nuova.Gesù, che conosce il nostro nome come quello di Zaccheo, ci guarda e ci dice: “Puro, scendi subito, che devo fermarmi a casa tua”. Non importa se puri non siamo, i suoi occhi intrisi di misericordia ci vedono già così, “anche noi figli di Abramo”, nonostante tutto; per questo “deve” venire, e “fermarsi” a casa nostra per “purificarci” riconciliandoci con Dio e con i fratelli.E non c’è tempo di mettere ordine, di spazzare, di prepararci all’incontro, perché Lui ci anticipa sempre. Solo la sua Parola può compiere il Giorno del Perdono: “scendi”, convertiti, torna in te, scendi i gradini del cammino che ti conduce al battesimo; “non temere, io ti amo così come sei”. Gesù anche oggi è in ginocchio davanti a ciascuno di noi per lavarci ogni peccato; ci guarda dal basso, “alza lo sguardo” e, se ci chiama a “scendere”, è perché Lui è già lì, dove abbiamo “derubato e frodato”. E’ già accanto a nostro marito che abbiamo giudicato, possiamo chiedergli perdono. E’ già dove si trova nostro cugino che ci ha calunniato, possiamo perdonarlo.Per amarci il Signore non pone condizioni: la conversione è il frutto del suo amore, perché “l’agire segue sempre l’essere”, e l’essere deve essere prima rinnovato. “E il Signore vide proprio Zaccheo. Fu visto e vide; ma se non fosse stato veduto, non avrebbe visto… Siamo stati veduti perché potessimo vedere; siamo stati amati affinché potessimo amare” (S. Agostino, Discorso 174).Zaccheo, nevrotico e sempre in lotta con se stesso e con i suoi complessi, si è specchiato in Cristo e ha trovato in Lui la pace, la statura ideale per la sua vita: è tornato ad essere il “figlio di Abramo” che s’era “perduto” a causa del peccato. Zaccheo, “cercato” e “salvato” senza condizioni, vede il suo cuore ormai trasformato gratuitamente in una sorgente d’amore, nonostante le “mormorazioni” e lo “scandalo” che sempre provoca una conversione impensata. Liberato da se stesso si dona senza misura ai fratelli, “poveri” come lui.Accogliendo “oggi” Cristo che si auto-invita nella nostra casa attraverso la Chiesa che ci ammaestra con la Parola e i sacramenti, possiamo vivere in pienezza ogni giorno come Yom Kippur. Era “necessario e conveniente”, come recita il greco originale, che Cristo si “fermasse” nella casa di Zaccheo, come “oggi” nella nostra vita; era “conveniente” per chi ci è accanto, ai quali poter finalmente restituire “quattro volte tanto” quanto abbiamo sottratto ingiustamente; era “conveniente” per il mondo al quale ogni Zaccheo risuscitato può annunciare l’amore di cui aveva diritto, moltiplicato dalla misericordia di Dio.

Adi-Bollate Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale
L’importanza della fede (Ebrei 11:30-40) – Samuele Plasmati

Adi-Bollate Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale

Play Episode Listen Later Oct 9, 2016 36:04


30 Per fede caddero le mura di Gerico dopo che gli Israeliti vi ebbero girato attorno per sette giorni. 31 Per fede Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, avendo accolto con benevolenza le spie. 32 Che dirò di più? Poiché il tempo mi mancherebbe per raccontare di Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide, Samuele e dei profeti, […]

Commento al Vangelo del giorno
Giovedì della VIII settimana del Tempo Ordinario

Commento al Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later May 25, 2016 28:25


Dal Vangelo secondo Marco 10,46-52.E giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». E Gesù gli disse: «Và, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada. --------NELLA CHIESA IMPARIAMO A DESIDERARE LA VISTA DELLA FEDEBuongiorno "Bartimeo"... E questo il tuo nome oggi, no? Forse non ti sei neanche accorto che è da una vita che la tua relazione matrimoniale è un grigio e infruttuoso “mendicare” come lui uno spicciolo di stima e considerazione. Prova a scrutare il rapporto con il tuo fidanzato, e comincia a contare le volte che ti avvicini a lui allungando le mani per mendicare il suo affetto con le parole, gli sguardi, i compromessi, il detto e non detto, gli ammiccamenti, perfino con i regali e l'aiuto che gli offri, e il tuo corpo che per paura di perderlo non induci a far rispettare. Guarda al rapporto che hai con gli amici e i colleghi di lavoro, alle foto che posti su Facebook e Instagram, istantanee della tua vita messe in vetrina per mendicare un “mi piace” e un commento che inietti una goccia di vita nel tuo cuore assetato d’affetto. Guardiamo anche al nostro modo d'essere preti, ai salti mortali di splendida carità, alle omelie e alle catechesi, e scopriremo quanto siamo abili ad elemosinare il prestigio e il successo pastorale che diano senso al nostro ministero. Sì fratelli, facciamo di tutto per ripararci dalla solitudine che, nel Vangelo, appare oggi sotto forma di "cecità". Un cieco, infatti, è isolato dagli altri perché non li vede ed è obbligato ad entrare in relazione con loro solo attraverso un triste mendicare. Come "Bartimeo", divenuto cieco come Sansone. Nato da una donna sterile era un "nazireo", ovvero un consacrato a Dio. Ma, irretito dal demonio, aveva peccato con i suoi occhi lasciandosi sedurre da Dalila, una donna pagana, immagine del mondo ostile a Dio e della vita secondo la carne. Per i rabbini Dalila è, secondo il significato del nome, colei che “indebolisce”, perché gli aveva fatto perdere le tre facoltà fondamentali di un uomo: il corpo, lo spirito e la volontà. Troppo sicuro di sé Sansone non resiste alla concupiscenza, che lo conduce a svelare il segreto della sua forza e “consegnare le perle ai porci”, la primogenitura che lo rendeva illuminato e forte come un "piccolo sole" (è il significato del nome Sansone). Per questo, dopo avergli tagliato i capelli, i pagani lo “accecano”; dicevano i Padri della Chiesa, che il demonio lo aveva accecato sull'amore di Dio e su quello dei fratelli gettandolo nella solitudine. Se il demonio riesce a offuscare l'evidenza del suo amore inducendoci a dubitare, ci ritroveremo ogni giorno più ciechi, come, secondo i rabbini erano tanti “ebrei ai tempi dell’esilio”, quando, volendosi costruire un futuro a Babilonia increduli alle parole dei profeti, “la malta cadde nei loro occhi e furono accecati” (Bamidbar Raba 7,1). Ormai esiliati e lontani da Gerusalemme, cioè dalla volontà di Dio, ci illudiamo di costruire la nostra storia senza accorgerci che quella che stiamo guardando non è più la vita reale pensata da Dio, perché gli eventi e le persone saranno avvolti nella menzogna: la moglie sarà solo un'isterica, il marito un egoista inguaribile, i genitori dei fossili lontani anni luce dai problemi dei figli, i figli dei capricciosi imbelli, gli amici approfittatori, i colleghi subdoli nemici, e tutto sembrerà coalizzarsi contro di noi. Questo modo di vedere la storia è proprio la cecità! Come Sansone, ci ritroviamo in mezzo ai pagani, costretti a far girare una macina, obbligati cioè a mendicare un frammento di affetto girando intorno a noi stessi e ai nostri desideri, per cercare di non morire. E' così vero? Non riesci a liberarti da quella relazione morbosa perché non vedi l'amore di Dio nella tua vita e ti accontenti di un suo rancido surrogato. Sì fratelli, come Sansone abbiamo perduto la forza per vivere liberi e non soccombere dinanzi al mondo e alle sue lusinghe perché abbiamo perduto la nostra unica ricchezza, Cristo, dimenticandolo senza accorgercene. Ma coraggio, Gesù sta "passando" oggi "insieme ai discepoli" proprio accanto a te. Non ti giudicare, ascolta! Spera la salvezza, anche se come Bartimeo te ne stai prostrato nell'accidia della routine senza sperare nulla. Non devi fare chissà che cosa, come Bartimeo che si trovava in quel momento in quel posto che era la sua realtà di indigenza. E’ Gesù che fa tutto, che “passa” oggi proprio dove tu sei schiacciato su te stesso. E’ Gesù che attraverso la predicazione della Chiesa che cammina con Lui ti illumina sulla tua realtà bisognosa di “pietà”, ti fa “sentire” che è accanto a te per salvarti, e depone in te quell’embrione di fede nel quale puoi “gridare” a Lui. La fede, infatti, viene dalla predicazione, e per questo nel "grido" di Bartimeo appare già "la fede che lo salva". In quel momento ha riaperto gli occhi del cuore perché al passaggio di Gesù, la stessa storia sulla quale si erano chiusi ridiviene luminosa di speranza. Proprio come recita il salmo 64: “Pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i nostri peccati. Beato chi hai scelto e chiamato vicino, abiterà nei tuoi atrii. Così prepari la terra: ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. Coroni l'anno con i tuoi benefici, al tuo passaggio stilla l'abbondanza”. E proprio attraverso la storia Dio aveva “preparato” la “terra” di Bartimeo umiliandolo perché sapesse accogliere la “visita” di Gesù. Capisci? Questo “anno”, ovvero la nostra vita sino ad oggi, è stato “coronato dai benefici” del Signore! Tutti gli avvenimenti che ci sono accaduti erano “benefici” di Dio che hanno “preparato” misteriosamente il miracolo della vista. Ciò significa che anche il tempo che ci sembra scorrere inutile e grigio, senza “vedere” nulla è il seno fecondo che prepara l'incontro con il Signore. Cristo, infatti, al suo “passaggio” fa “stillare l’abbondanza” che tutti desideriamo e mendichiamo dalla carne, perché ci convertiamo. E convertirsi significa smettere di rivolgerci agli uomini e volgerci a Lui per “mendicare” la sua “pietà”. Lasciamoci trafiggere il cuore e gridiamo “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me”. Proprio questo grido che nasce da un cuore contrito e umiliato è la voce della fede accolta nella predicazione capace di “fermare” il Signore perché ci “chiami” a “passare” con Lui nel Mistero Pasquale. Per giungere all’incontro decisivo con il Signore dobbiamo imparare da Sansone che non disperò di riacquistare la sua forza, e “gridare” più forte di quanti vorrebbero far tacere l’embrione della fede. Che hai da fare di più importante? “Grida”, lo puoi fare, perché Gesù ti attira a sé “chiamandoti” attraverso gli Apostoli. Se lo ascolti potrai “alzarti” in virtù del potere della sua Parola, ovvero “risuscitarti” per giungere dinanzi a Lui e consegnargli la tua cecità. Coraggio allora, “balza in piedi” come chi ha saputo di aver vinto alla lotteria, “getta via il mantello” della superbia e corri da Lui che ti sta aspettando per farti la domanda che ogni uomo spera di sentirsi rivolgere: “Che vuoi che io ti faccia?”. E certo, saprai come rispondere, perché “la tua fede” accolta nella predicazione, ti avrà già “salvato” dalla menzogna del demonio: avrai compreso che il problema non era fuori di te, perché la tua sofferenza non dipendeva dal fatto che gli altri non ti amavano e consideravano, che tua moglie o tuo fratello non ti “vedevano”. Eri tu che non “vedevi” più chi ti era accanto perché, ingannato dal demonio, avevi smesso di “vedere” Cristo e il suo amore. Per questo potrai rispondere al Maestro che vuoi “riavere” la possibilità di “vedere” Lui e il suo amore per te, che vuoi sperimentare il suo perdono e ricevere il dono della vita nuova. Allora “riacquisterai la vista” della fede sui fratelli e potrai "vedere" le sue orme nella storia e, con la forza dello Spirito Santo che Dio diede nuovamente a Sansone, “seguirlo” nel suo cammino verso Gerusalemme, dove compiere sulla Croce con Lui la tua consacrazione, per far giustizia dei Filistei, immagine dei demoni nemici di ogni uomo che ci è accanto.

Culti su Radio Beckwith
Culto Evangelico - Luca e Mirella Zarotti - Luca 19

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Play Episode Listen Later Mar 30, 2016 13:24


Luca 19 V.V. 1-101 Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. 2 Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via.5 Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». 6 Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. 7 Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» 8 Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». 9 Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d'Abraamo; 10 perché il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto».

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Culto Evangelico - Luca e Mirella Zarotti - Luca 19

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Play Episode Listen Later Mar 30, 2016 13:24


Luca 19 V.V. 1-101 Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. 2 Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via.5 Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». 6 Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. 7 Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» 8 Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». 9 Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d'Abraamo; 10 perché il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto».

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Per fede Raab non perisce con gli increduli

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Play Episode Listen Later Mar 16, 2015 45:00


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Per fede Raab non perisce con gli increduli

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Play Episode Listen Later Mar 16, 2015 45:00


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Per fede caddero le mura di Gerico

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Play Episode Listen Later Mar 8, 2015 849465:50


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Per fede caddero le mura di Gerico

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Play Episode Listen Later Mar 8, 2015 849465:50


Festival della Mente
Luca Scarlini - Il suono di una vita: musica che salva, musica che condanna - Festival Della Mente 2009

Festival della Mente

Play Episode Listen Later Feb 21, 2009 92:31


Nella storia dell'umanità, in alcuni momenti di particolare complessità, in tempi drammatici, la musica ha deciso per il meglio o per il peggio il destino degli uomini. Il suono, apparentemente legato a una dimensione dell'intrattenimento o del piacere, spesso è divenuto la concretizzazione di un sentire comune, secondo la folgorante intuizione di Marcel Proust, per cui una canzonetta può narrare un'epoca meglio di centinaia di pagine di saggi. Scarlini rivisita episodi noti e ignoti della storia d'Occidente, partendo dal mito delle mura di Gerico demolite da squilli di tromba, visitando luoghi oscuri e luminosi del passato, dalla Firenze di Savonarola ad Auschwitz, in un incontro fatto di parole e musica.