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Ballare flamenco offre tantissimi benefici, alcuni dei quali sono condivisi con tutte le altre forme di danza o di sport, ma ha anche benefici unici collegati alla sua natura profonda. In questa società, le persone hanno una vita parecchio sedentaria, e ballare in generale dà strumenti per migliorare la sedentarietà: esercizio cardiovascolare, miglioramento della postura, della respirazione, del tono muscolare, aiuta persino a bruciare calorie, dà equilibrio e coordinazione.Il flamenco agisce sull'atteggiamento che abbiamo nei confronti della vita: ci dà il coraggio di essere presenti, di essere noi stessi!L'attività fisica ci aiuta a produrre due ormoni importanti per il nostro benessere: serotonina e ossitocina. La serotonina è l'ormone del buonumore, riduce ansia ed aggressività, tant'è che i farmaci per cpmbattere ansia, depressione, persino disturbi del comportamento alimentare contengono serotonina. L'ossitocina stabilizza l'umore, aiuta a creare legami emozionali e favorisce la socializzazione. Una sua carenza può favorire l'autismo!Ci sono aspetti che sono molto specifici del flamenco: la capacità di concentrazione e memorizzazione, legate alla difficoltà stessa di stessa di questa forma di danza.Se non mi concentro tantissimo sbaglierò tutto! Concentrarsi sul bail flamenco ci auita a prendere le distanze dai problemi del quotidiano e ci aiuta contro lo stress. Devo esercitare la memoria, cosa che fa molto bene!Ci sono anche aspetti più specificamente psicologici: l'aumento della autostima, che significa sapere meglio chi siamo, e esprimerlo. E quindi la capacità di esprimere e comunicare, l'accettazione e il riconoscimento di chi siamo, esprimendo 'unicità. QUesto ci aiuta a trovare il modo di comunicare meglio con altre persone, ascoltandole meglio, accettando e adattandoci alle situazioni impreviste. Ci dona elasticità mentale, obbligandoci ad adeguarci al presente, visto che il flamenco non è già scritto e deve sempre adattarsi alla situazione presenteCi sono anche vantaggi legati alla sfera artistica: ci insegna la nostra unicità e ci dà il coraggio di esprimere il nostro modo personale di fare, di vivere. Non ci sono canoni astratti da rispettare, ma c'è il bisogno di essere ciò che siamo e di esprimerlo con forza. Essendo una danza molto tonica il flamenco obbliga le ossa a ricostruire i propri tessuti in modo più forte e sano: i muscoli tirano le ossa e le sollecitano a riprodurre la propria struttura più resistente. Sono Sabina Todaro dal 1985 mi occupo di musiche e danze del monfdo arabo e di flamenco, dal 1990 insegno baile flamenco, Lyrical Arab Dance, un lavoro sulla espressione delle emozioni attraverso la danza, Dance Workout, un lavoro sul rinforzo, sulla ricerca del centro e dell'allineamento, Anatomia in Pratica, una ricerca sulla natura del corpo.Il flamenco aiuta anche a sfogare la rabbia, emozione che spesso ci fa male e blocca il respiro, l'addome, lo stomaco. Il flamenco ci offre possibilità di stare al mondo migliori!La ritmica, che è difficilissima, nel flamenco è unno scoglio forte e ci obbliga ad ascoltare in un modo diverso, nuovo. Ci offre altre orecchie per ascoltare la parte più grave della musica, il basso, il contrabbasso, apprezzando non solo l'aspetto melodico.Dovendo produrre musica con il corpo dobbiamo essere molto più attivi nella risposta alla musica e siamo per forza più attenti!
Dovendo fare la revisione alle bombole del metano ho dovuto consumarlo tutto prima di portare la macchina dal meccanico... quindi armato di una playlist di musica da viaggio mi sono messo alla guida con l'unico scopo di fare km.... E nel frattempo ho pensato a....
Il 63,8% dei consumatori acquisterà durante i saldi invernali con un calo di 1,2 punti percentuali rispetto allo scorso anno. E' quanto emerge da un'indagine realizzata da Confcommercio-Imprese per l'Italia in collaborazione con Format Research. Per più della metà dei consumatori i saldi rappresentano un'occasione per acquistare articoli a cui pensano da tempo. I capi di abbigliamento per 95% e le calzature sono in cima alle preferenze, seguiti dagli accessori, mentre pelletteria e articoli di valigeria registreranno i maggiori incrementi rispetto allo scorso anno. Il 47% di coloro che faranno acquisti ai prossimi saldi invernali si recherà presso i negozi di fiducia. Segue il canale online con il 38% delle preferenze, gli outlet e altri negozi. Per un consumatore su due i fenomeni dovuti al cambiamento climatico stanno avendo delle conseguenze sulle proprie abitudini di acquisto. Dovendo scegliere tra qualità e prezzo, il 57% indica quale aspetto più rilevante negli acquisti a saldo la qualità dei prodotti. Continua a crescere la quota di coloro che attribuiscono maggiore importanza al prezzo. Il 76% afferma di sentirsi tutelato quando acquista a saldo.sat/mrv
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
"Bisogna considerare i misteri della vita, come misteri da vivere" E' giunto il momento per una rassegna dedicata a uno dei più grandi maestri del cinema americano degli ultimi quarant'anni. Ecco a voi la sfolgorante carriera di Robert Lee Zemeckis, artefice di un cinema fatto per i suoi principali abitanti ovvero i sognatori. Dovendo fermare per un po' la produzione di "Cast Away", Zemeckis si concede questo grazioso intervallo. Divertendosi ad omaggiare il thriller di stampo classico (Hitchcock su tutti), Zemeckis offre al pubblico "Le verità nascoste", una sorta di gioco cinematografico che non pretende di riscrivere il genere ma anzi vuole "semplicemente" intrattenere il pubblico nel miglior modo possibile. Potete trovare "Le verità nascoste" qui: https://amzn.to/3ALmexE Link per iscriversi ai servizi di Amazon: http://www.amazon.it/amazonprime?tag=pendente90-21 https://www.amazon.it/music/unlimited?tag=pendente90-21 https://www.primevideo.com/offers/ref=atv_nb_lcl_it_IT?tag=pendente90-21 https://www.amazon.it/kindle-dbs/hz/signup?tag=pendente90-21 http://www.amazon.it/joinstudent?tag=pendente90-21 https://www.primevideo.com/offers/nonprimehomepage/ref=atv_nb_lcl_it_IT?_encoding=UTF8&tag=exampleAssociateStoreID-21?tag=pendente90-21 https://www.amazon.it/tbyb/huc?pf=1&tag=AssociateTrackingID?tag=pendente90-21 --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/madmike3/message
Il nostro Claudio Chiari ha intervistato il direttore di Brescia Musei, Stefano Karadjov, in occasione della mostra Lorenzo Mattotti, storie, ritmi, movimenti. L'esposizione si terrà fino al 28 gennaio, presso il Museo di Santa Giulia. Karadjov, riguardo all'evento che chiuderà Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura ci ha raccontato che «si tratta di una mostra immersiva e riguarda un illustratore proveniente dall'underground bolognese. Protagonisti corpi fluidi, colori saturi e scene talvolta tenebrose». Di cosa tratterà nello specifico l'evento?: «Dovendo scegliere un criterio ordinatore, abbiamo scelto danza, musica e cinema, ovvero tre ambiti conosciuti e cari all'artista». Il percorso continuerà nelle prossime settimane presso il cinema Eden di Brescia.
Sono nella casa nuova e colgo l'occasione per raccontarvi di come sono stato ultimamente. Dovendo fare il trasloco ero sempre in giro, dovendo incastrare impegni senza avere un momento libero. Questo però non è bastato a buttarmi giù, nonostante ci siano pure degli inconvenienti nella casa, io rimango contento. Sto cominciando ad apprezzare le piccole cose e ve lo consiglio, in questo episodio vi racconto come mi sento.
In questa Product Pills, Marco Imperato si concentra sui tre ambiti che differenziano maggiormente il Product Management e il Project Management: i compiti che caratterizzano ciascun lavoro, il mindset e l'attitude necessari per eccellere nei rispettivi ambiti e i percorsi professionali utili per essere un buon product o project manager.Se il Project Manager è chiamato a gestire un progetto o un'idea per conto di altri, il Product Manager deve unire a questo compito anche la guida dell'intero team verso il successo del progetto. C'è quindi una buona dose di rischio che caratterizza il lavoro del Product Manager che è fatta da assumption da validare sul campo. Da queste righe è quindi facile capire come i due ruoli richiedano due mindset e attitude diversi. Il Project Manager deve essere in grado di tenere conto di uno schedule e fare in modo che tutti lo rispettino, mentre il Product Manager, a questo compito, deve aggiungere una fase di scoperta e di dialogo con gli utenti per capire quale, fra le strade intraprese, sia quella giusta. I percorsi professionali dietro le due professioni sono estremamente variabili e solo di recente si stanno facendo strada dei corsi specifici per formare queste figure. Una volta intraprese, le due strade conducono a due carriere diverse. Se il Project Manager è destinato a gestire complessità sempre più ampie, il Product Manager si farà guidare dalla propria capacità di raggiungere uno o più obiettivi concreti legati ai prodotti che segue.---Product Heroes è il punto di riferimento per il Product Management in Italia.ℹ Chi siamo: https://bit.ly/3D8wSz7
#267 - gli Zii MuratoriA Febbraio, Minerva, la mia padrona di casa, mi ha annunciato che avrebbero iniziato a fare dei lavori accanto al mio appartamento per costruire un nuovo piccolo edificio. Dovendo fare frequenti consulenze online e volendo continuare a registrare questo podcast, la prospettiva di avere lavori e rumori costanti a pochi metri dalla mia finestra non si presentava come un'idea eccitante. Ma poi le cose sono andate in tutt'altra direzione. _______________Info Utili• Sostieni questo podcast.Ottieni feedback, ricevi consigli sul tuo progetto onlineEntra nella comunità di imprenditori indipendenti di Robin Goodhttps://Patreon.com/Robin_Good• Musica di questa puntata:"Sincere Love" - by Joakim Karud - disponibile su Bandcamphttps://joakimkarud.bandcamp.com/track/sincere-love• Nella foto di copertina:Il muro del nuovo edificio visto dalla finestra del mio bagno. Isola di Holbox, Messico.• Dammi feedback:Critiche, commenti, suggerimenti, idee e domande unendoti al gruppo Telegram https://t.me/@RobinGoodPodcastFeedback• Ascolta e condividi questo podcast:https://www.spreaker.com/show/dabrandafriend• Seguimi su Telegram:https://t.me/RobinGoodItalia• Newsletter:Robingood.substack.com (ENG)Robingooditalia.substack.com (ITA)• Per info e richieste:Ludovica.Scarfiotti@robingood.it
L'arma del debito è puntata contro di noi. Da molto tempo e per nostra responsabilità. Dovendo ora aumentare il debito per comprare armi – ottemperando a un obbligo di sicurezza e corresponsabilità Nato – abbiamo la possibilità di non essere il bersaglio, ma di potere prendere la mira.
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Oggi iniziamo con uno dei personaggi più controversi e divisivi del Medioevo, un personaggio che soprattutto in Italia non ha bisogno di presentazioni e che meriterebbe un'intera stagione soltanto per descrivere tutta la sua vita come regnante e come uomo: Federico II Hohenstaufen, Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Germania, Re di Sicilia e di Gerusalemme!Dovendo inserirlo nel contesto delle Crociate, di Federico racconteremo soltanto quelle parti della vita che lo hanno legato al Papato, alla Croce e alla Terrasanta, non dimenticando il suo bagaglio culturale così variegato da attirargli l'inimicizia e le invidie di tanti uomini potenti. E anche un paio di scomuniche e una crociata contro, tanto per non farsi mancare niente.Concludendo poi con l'assoluta innovazione della sua Crociata, che finirà in una vittoria che non piacerà a nessuno...Un enorme grazie va a tutti i nostri avventori appartenenti alla Giovine Italia che ci sostengono su Patreon: Simonetta Pastorino, Andrea Margini, Tommaso Ottali, Andrea D'Agostini, Michele Sessa, Marzia Rositani, Massimiliano, Angelo Peirano, Annalaura Benincasa, Cristian, Giulio Bordon, Valerio Barbaking e Riccardo Narducci e un grazie speciale al combattente delle cinque giornate Paolo Tazzioli!Direttamente dalla Legione Italiana di Patreon oggi ringraziamo Pasquale Miranda per il suo supporto!SOSTIENICI SU PATREON: https://www.patreon.com/barstoriaCANALE TELEGRAM: t.me/barstoriaPAGINA INSTAGRAM: www.instagram.com/bar_storiaCeltic Impulse - Kevin MacLeod (incompetech.com)Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0 Licensehttp://creativecommons.org/licenses/by/3.0/Midnight Tale by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/4710-midnight-taleLicense: https://filmmusic.io/standard-license
Torna uno dei nostri classici escamotage: guardare-il-calendario.Usciamo appena prima di una festività a suo modo controversa e quasi contesa: da una parte, stando alla tradizione cattolica, la festa di tutti i Santi; dall'altra, in una visione più internazionale, Halloween.Avete presente il video di Mario Giordano che prende a mazzate le zucche e invoca il pan dei morti? Eccoci!Dovendo scegliere, Halloween ci è parso più accessibile e clickbait. Anche perché Libri Per Sopravvivere A Tutti i Santi suonava tipo una collezione di bestemmie e non ci pareva carino. Enjoy!
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6626PER CAPIRE LA (FALSA) DONAZIONE DI COSTANTINO VA CONOSCIUTA LA (VERA) DONAZIONE DI SUTRIPer Donazione di Sutri si intende la cessione effettuata nel 728 dal sovrano longobardo Liutprando a papa Gregorio II, di alcuni castelli del Ducato romano importanti per la difesa di Roma, il maggiore dei quali era quello di Sutri. Fu la prima delle due restituzioni per donationis titulo effettuate da Liutprando alla Chiesa di Roma. La seconda si ebbe nel 743.Dopo essere stato eletto re dei Longobardi (712), Liutprando, re di un popolo divenuto ormai cattolico, si trovò a fronteggiare una serie di problemi quali il forte potere delle principali famiglie dell'aristocrazia e la minaccia di secessione di alcuni grandi ducati; tra questi in particolare i ducati di Spoleto e di Benevento, costituenti la Langobardia Minor, di fatto autonomi dal potere centrale e separati dal resto del regno dal Corridoio bizantino, che attraversava tutta l'Italia centrale dal Tirreno (Roma) all'Adriatico (Ravenna).A tal proposito iniziò dunque una politica di rafforzamento del potere centrale. Mentre, in una prima fase, cercò l'appoggio di parte del mondo ecclesiastico e romano, in seguito, una volta scoppiata la disputa iconoclasta si volse contro l'impero bizantino, tentando la conquista di quei territori che dividevano in due tronconi il regno. Liutprando seppe cogliere il momento propizio quando nei territori italiani governati dai bizantini si diffuse lo sdegno per l'appoggio dell'imperatore Leone III Isaurico al movimento iconoclasta. La sua campagna militare iniziò appunto da quei territori che dividevano in due la Langobardia, cioè l'area del Ducato romano.Quando il papa capì le intenzioni dei Longobardi - i quali erano probabilmente decisi a conquistare la stessa Roma - si sentì direttamente in pericolo, in quanto da molti anni l'impero bizantino aveva cessato di intervenire militarmente in favore di Roma, spendendo le proprie energie per difendere la sola Ravenna, capitale dell'Esarcato. Il corso degli eventi prese una direzione diversa da quella annunciata (la possibile presa di Roma) quando, nel 728, i Longobardi conquistarono la fortezza di Narni, centro strategico lungo la via Flaminia. Persa la via Flaminia, i bizantini concentrarono tutte le loro difese sulla via Amerina, unica altra strada romana che, partendo da Roma, attraversa l'Umbria e il Piceno.A presidiare la via Amerina vi erano le fortezze di Todi, Amelia ed Orte. Più a sud, i castra di Bomarzo, Sutri e Blera erano a salvaguardia della via Cassia. Papa Gregorio II (715-731) si rivolse direttamente a re Liutprando chiedendogli di rinunciare ai territori già conquistati e di restituirli all'esarca bizantino cioè al legittimo possessore. Liutprando, che nel frattempo era riuscito ad ottenere la sottomissione dei duchi "ribelli" di Spoleto e Benevento, invece donò il castrum di Sutri al pontefice, con un gesto di grande significato simbolico.IL SIGNIFICATO POLITICO DELLA DONAZIONEA partire almeno dal VI secolo, con papa Gregorio I (romano di nascita) la Chiesa era stata costretta suo malgrado a sostituirsi all'amministrazione bizantina provvedendo al vettovagliamento della popolazione dell'Urbe e dei dintorni. La popolazione era stata colpita da carestie e pestilenze, che si succedettero ripetutamente in quel periodo. In effetti già papa Leone I nel V secolo dovette sopperire con le istituzioni caritatevoli alla sensibile diminuzione delle pubbliche elargizioni seguite alle occupazioni dei Barbari. Dovendo far fronte all'assenza dell'intervento dell'Imperatore di Costantinopoli, legittimo sovrano, e dell'Esarca di Ravenna, ai quali ripetutamente e invano aveva fatto ricorso per ottenere aiuti, il pontefice amministrò sotto la sua responsabilità l'Annona civile e militare, attingendo anche ai beni della Chiesa. Non di rado inoltre, a difesa del territorio e in nome dell'Imperatore, lo stesso papa Gregorio dovette esercitare l'imperium per mezzo del duca (il comandante della guarnigione militare) sulle truppe bizantine stanziate a Roma.Si può far risalire quindi almeno a questo periodo l'acquisizione de facto da parte del papato di un nuovo ruolo politico-istituzionale sul territorio di Roma e dei dintorni, non in virtù di una formale sovranità territoriale, ma in base al riconoscimento ottenuto dalla popolazione stessa. Inoltre, l'accresciuto peso politico-istituzionale della Chiesa, che andava oltre l'autorità religiosa, comportò una ristrutturazione della stessa struttura ecclesiastica al fine di metterla in grado di fare fronte alle accresciute, ed impreviste, funzioni cui si era vista chiamata.Le donazioni longobarde dei primi castelli nell'VIII secolo, formalmente destinate "agli apostoli Pietro e Paolo", non possono pertanto prescindere da un riconoscimento ormai consolidato di un ruolo politico della Chiesa a cui gli stessi sovrani longobardi guardavano ormai come necessario interlocutore negli equilibri politici della penisola. Una soggettività che ormai andava oltre la sua forza principale data dalla "superiorità" spirituale conferitagli dal primato di San Pietro ed in virtù della successione apostolica (preminenza ribadita più volte nei concili ecumenici dei secoli III e IV, e già testimoniata nel I secolo durante il pontificato di papa Clemente I), autorità morale che veniva ormai riconosciuta anche dai popoli germanici: i Franchi, i Visigoti di Spagna, i Burgundi, gli Anglo-sassoni d'Inghilterra e gli stessi Longobardi.D'altra parte la Santa Sede era già proprietaria di numerosi territori, i Patrimonia, storicamente documentati e mediante i quali venivano donati chiese e monasteri, e che erano pervenuti sin dalla fine del III secolo, come già testimoniato nell'Editto di Milano mediante il quale Costantino e Licinio ordinavano che alla Chiesa venissero anche restituiti i beni ad essa in precedenza confiscati, per accrescersi ulteriormente come descritto nel Liber Pontificalis. Già in anni precedenti inoltre erano avvenute altre restituzioni di patrimoni già appartenenti alla Chiesa e sottratti dai Longobardi come il patrimonio delle Alpi Coziee la città di Cuma recuperata dallo stesso Gregorio II.La Donazione di Sutri, pur non rappresentando l'atto formale della concessione di una sovranità statuale e pur ricevendola papa Gregorio II solo come rappresentante dell'Imperatore, costituisce comunque un riconoscimento formale dell'esercizio di alcuni poteri giurisdizionali in capo alla Santa Sede che questa già da tempo esercitava ormai di fatto, sostanzialmente diverso quindi dalla mera gestione amministrativa dei Patrimonia, e segno di una autorità politica che era venuta accentuandosi negli ultimi decenni.Tale riconoscimento di una autorità anche civile e giurisdizionale (che fino ad allora era stata esercitata solo di fatto ma non di diritto sui territori romani), andrà accentuandosi negli anni di poco seguenti con gli immediati successori di Gregorio II (Gregorio III e Zaccaria), dovuto anche al progressivo disinteresse e allontanamento degli imperatori bizantini.La donazione di Sutri, che avveniva nel pieno della rivolta ai decreti bizantini iconoclasti, vedeva inoltre la popolazione romana al fianco del papa contro i rappresentanti degli imperatori di Costantinopoli: l'Esarca e il Duca romano, che già si erano resi protagonisti di un fallito attentato ai danni di papa Gregorio II. Ciò rese maggiormente significativo il fine politico dell'atto della donazione da parte del re longobardo, che si ritagliò un ruolo di primo piano nel ristabilimento, seppur transitorio, dell'ordine e della pace nella penisola. [...]EVENTI SUCCESSIVI ALLA DONAZIONENel 739 papa Gregorio III indirizzò una lettera a Carlo Martello, maestro di palazzo del re dei Franchi, in cui comparve per la prima volta la locuzione populus peculiaris beati Petri, riferita alle popolazioni del Ducato Romano, del Ravennate e della Pentapoli, che vivono insieme in una respublica di cui san Pietro è il protettore e l'eroe eponimo.Tra il 739 e il 741 a Sutri si aggiunsero: Gallese (per riscatto) e per donazione i castra di Ameria (Amelia), Orte, Bieda (Blera), e Polimartium (Bomarzo) e ancora nel 743 re Liutprando restituiva al Pontefice papa Zaccaria per donationis titulo quattro città da lui occupate (Vetralla, Palestrina, Ninfa e Norma) e una parte dei patrimoni della Chiesa in Sabina, ad essa sottratti oltre trent'anni prima dai duchi di Spoleto. Liutprando, dal canto suo, aveva temporaneamente sfumato le tensioni con gli altri ducati longobardi, soprattutto con i ducati periferici - e quindi più autonomi - di Spoleto e Benevento, evitando così una guerra civile.Di poco successiva è la Promissio Carisiaca, sottoscritta a Pavia dal re dei Franchi Pipino il Breve nel 754.Con i patti stretti con i sovrani franchi sin dalla seconda metà dell'VIII secolo la respublica di San Pietro non è più solo da intendere come "Patrimonio del vescovo di Roma", ma come un ente avente soggettività giurisdizionale riconosciuta ormai da più parti e a cui Pipino il Breve nel 754 garantirà protezione militare contro le aggressioni dei re longobardi. Le successive restituzioni dei re longobardi al pontefice (774) indotte dai patti con i Franchi, tra cui Ravenna e la Pentapoli, parlano espressamente di una restitutio alla Respublica Romanorum di cui il vescovo di Roma veniva riconosciuto capo.LA DONAZIONE DI COSTANTINO È LA GIUSTA RIVENDICAZIONE DEL RUOLO ACQUISITO DALLA CHIESAUno degli eventi successivi alla donazione di Sutri è anche la redazione del falso storico della Donazione di Costantino (in latino Constitutum Constantini). Secondo il documento, retrodatato al 321, l'imperatore romano Costantino I avrebbe ceduto alla Chiesa di Papa Silvestro I l
Caro Babbo Natale, quest’anno sarà sicuramente tutto più difficile anche per te. Fra distanziamenti e restrizioni alla circolazione, ci dovrai mettere più tempo del solito a fare i tuoi giri, e per questo ti scrivo con un po’ di anticipo. Dovendo rinunciare alle feste in famiglia a Natale, in tanti ci stiamo organizzando per fare dell’Avvento il periodo in cui diluire saluti, incontri e abbracci (virtuali) con parenti e amici. E saperti vicino in questi momenti può essere di conforto a tanti. Magari con l’occasione puoi lasciarci qualche dono… anche se in verità in tanti meriteremmo solo carbone. Come san Nicola sei già passato sabato notte in molte case e per fortuna, nella veste di santa Claus sei anche riuscito per poche ore a evitare di farti bloccare sulle Dolomiti dalle nevicate né impreviste, né fuori stagione. E si, perché anche là dove si pensa che l’Italia sia più efficiente, perché un po’ più “tedesca”, dimostriamo sempre il nostro vizio di farci “sorprendere” dagli eventi. Un po’ come nella mia Lombardia, dove il covid-19 ci ha imposto un prezzo altissimo, perché la “più organizzata” sanità del Paese ha avuto la sua Caporetto e non è riuscita a fare fronte alla pandemia, pagando il prezzo di tanti genitori o nonni morti in solitudine perché gli ospedali erano gestiti da politici incompetenti. Ed è proprio in memoria dei tanti nostri “vecchi” sacrificati per inefficienza che ti chiedo un primo dono, un vero miracolo: tocca il cuore e il cervello dei tanti politici che fanno a gara per mostrarsi sempre più stupidi e in competizione fra loro per contendersi l’ultimo voto. Infondi loro uno spirito di autentico servizio e di unità nazionale per affrontare più coesi questa guerra contro un nemico invisibile ma potente. So di chiederti un’impresa quasi impossibile, ma se arriveranno buoni esempi dall’alto, molti sacrifici, inevitabili, saranno più sopportabili per tutti. Dagli un aiutino… Saremo chiusi in casa per decreto. Al di là dei colori delle regioni e dei confini comunali dobbiamo fare i conti coi quasi mille morti al giorno, che poi sono i nostri amici o i vicini della porta accanto. Non ti chiedo la magia di cancellare il virus, ma solo di zittire i politici per un po’. Soprattutto evitaci di dover ascoltare l’ennesimo monologo di Conte che, invece di trattarci da popolo adulto a cui dire le cose con responsabilità, ci racconta le favolette che per loro natura sono fantasiose e lontane dalla realtà. E a proposito di un po’ di pace per le nostre orecchie, togli per qualche giorno la voce anche ai virologi, agli infettivologi e in genere agli scienziati che si accapigliano in televisione e ci raccontano storie diverse che alla fine creano solo dubbi e incertezze. Sostieni il senso civico e del dovere di un personaggio come la novantenne Regina Elisabetta che per dare fiducia ai suoi concittadini farà pubblicamente il vaccino. Al nostro premier, al ministro della Sanità o ai vari Governatori non è passato nemmeno per la testa di dare un buon esempio… E nemmeno ai vari sovranisti lamentosi su tutto. Un altro regalo te lo chiedo per il mondo dei bar, dei ristoranti e degli alberghi. Per tutte le persone che forse più di altre sono state colpite, spesso senza motivo, da questa pandemia. Mancano soldi, e hanno bisogno di aiuti seri e immediati, ma soprattutto servono fiducia e ottimismo. Rasserena se puoi gli animi e fai in modo che le chiusure che li penalizzano siano davvero un sacrificio utile a tutta la comunità. E poi dai loro una spinta perché possano riprendersi col nuovo anno garantendo a tutti occasioni di benessere e serenità. Motiva gli italiani a tornare appena possibile fuori di casa e valorizzare il vasto mondo che ruota attorno al cibo e che con innovazione e volontà può diventare anche più forte di prima. E stimola le banche a dare una mano agli esercenti evitando che cadano preda dell’usura o della criminalità. Nella stragrande maggioranza sono brave persone e se poi ci sono delle mele marce (evasori fiscali o furbetti che cercano di accaparrarsi qualche ristoro non dovuto) portagli pure del carbone. E se serve segnalali tu alle autorità.
Il battesimo è il primo sacramento che viene somministrato al cristiano per sancire la sua appartenenza alla Chiesa, ossia alla famiglia di Dio, e diventare degno di ricevere gli altri sacramenti. Le frasi sul battezzarsi augurano un buon inizio nel percorso della cristianità. Secondo il catechismo della Chiesa cattolica, è il “fondamento di tutta la vita cristiana” e indica la conversione alla buona novella (Vangelo), attraverso la purificazione dal peccato originale fatto da Adamo ed Eva, e la rigenerazione come figli di Dio. A questo proposito, è interessare evidenziare che fino al 2007, anno in cui Papa Ratzinger ha abolito il limbo, un bambino morto prima del battesimo non era liberato dal peccato. La parola battesimo proviene dal greco e significa “immersione”. Infatti il sacramento viene amministrato immergendo il battezzando nel fonte battesimale (rito ambrosiano) oppure versando l’acqua sul capo del bambino o dell’adulto attraverso la tradizionale conchiglia d’argento (rito romano). L’immersione nell’acqua era già praticata da Giovanni il Battezzatore sulle rive del Giordano e poi dai discepoli di Cristo. Molti si chiedono se ci sia un’età giusta per battezzarsi. In tal senso, è bene ricordare che all’inizio del cristianesimo si poteva ricevere il battesimo solo in età adulta in quanto doveva essere tassativamente una scelta consapevole. Al giorno d’oggi qualunque momento può essere quello giusto per celebrare il più importante dei sacramenti, malgrado sia divenuta quasi universale la consuetudine di battezzare i neonati lasciando ai genitori il compito di educare i figli alla fede. Dovendo in ogni caso esprimere una scelta di fede, se si tratta di un neonato occorre che i genitori vivano la fede alla quale educano la nuova creatura. Il battesimo è amministrato dal sacerdote o dal diacono, attraverso i quali opera lo stesso Cristo Risorto, e viene celebrato insieme ai genitori e alla comunità cristiana, che accoglie il nuovo membro. Di solito la chiesa e il fonte battesimale vengono addobbati con fiori bianchi. Il rito cattolico prevede la presenza di un padrino e di una madrina che condividono con i genitori il compito di educatori alla fede. Durante l’immersione il sacerdote pronuncia il nome del bambino o della bambina e prosegue dicendo “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Questa è l’unica formula valida secondo la Congregazione della Dottrina della Fede, che è recentemente intervenuta per dire basta a formule modificate con il plurale o espressioni creative. L’unzione con il crisma (l’olio profumato che si usa anche nella cresima e nell’ordinazione sacerdotale) indica la consacrazione della propria vita al regno di Dio, mentre la consegna della veste bianca simboleggia gli effetti spirituali del sacramento su chi è diventato una nuova creatura. La candela accesa, infine, ricorda che il cristiano è la “luce del mondo”.
Dovendo stilare un elenco di tutti i computer e console posseduti nell'arco della mia vita, ho deciso di raccontarlo anche a voi.Episodi di SH dove ho parlato dei miei computerIl mio primo computerhttps://www.spreaker.com/user/runtime/il-mio-primo-computer-live-21-00Elektor computer TV game Video (Storie Informatiche)https://www.youtube.com/watch?v=fBPxRai_PcE&t=328sElektor Computer TV game podcast (Archeologia Informatica)https://www.spreaker.com/user/runtime/ai-7x01C64https://www.spreaker.com/user/runtime/06-survival-hacking-c64-speed-controlhttps://www.spreaker.com/user/runtime/sp07-survival-hacking-quando-il-biscottohttps://www.spreaker.com/user/runtime/speciale15-survival-hacking-spese-folliAtari SThttps://www.spreaker.com/user/runtime/41-survival-hacking-41256Sharp PC1211 e PC1500https://www.spreaker.com/user/runtime/sp49-survival-hacking-calcolatriciHackingtoshhttps://www.spreaker.com/user/runtime/sp01-survival-hackingtosh-parte1https://www.spreaker.com/user/runtime/sp01-survival-hackingtosh-parte2https://www.spreaker.com/user/runtime/sp01-survival-hackingtosh-parte3https://www.spreaker.com/user/runtime/sp01-survival-hackingtosh-parte4https://www.spreaker.com/user/runtime/sp01-survival-hackingtosh-parte5https://www.spreaker.com/user/runtime/sp01-survival-hackingtosh-parte6https://www.spreaker.com/user/runtime/sp01-survival-hackingtosh-parte7https://www.spreaker.com/user/runtime/sp01-survival-hackingtosh-parte9Amigahttps://www.spreaker.com/user/runtime/sp06-survival-hacking-viva-lam-f-igaPChttps://www.spreaker.com/user/runtime/sp08-survival-hacking-8086Colecohttps://www.spreaker.com/user/runtime/sp10-survival-hacking-la-vendetta-dellelGameboyhttps://www.spreaker.com/user/runtime/31-survival-hacking-flashcartL'elenco completo di tutti i miei computer e console:1. Computer videogame Elektor (Autocostruito, con ROM programmata byte per byte a mano)2. VCS 26003. INTELLIVISION4. ZX805. ZX816. COLECOVISION7. VIC208. SHARP PC12119. SHARP PC150010. C6411. LYNX12. AMIGA13. ATARI ST 520 (HACKERATO E TRASFORMATO IN 1040)14. OLIVETTI M1015. CLONE 28616. CLONE 38617. GAMEBOY18. CLONE 486/DX2 6619. CLONE PENTIUM BACATO VOBIS20. GAMEBOY ADVANCE21. PSX22. CLONE PENTIUM 223. CLONE PENTIUM 324. PSP25. XBOX26. CLONE PENTIUM 4 DX2/6627. CLONE CORE DUE DUO28. DS29. XBOX 36030. HACKINTOSH CORE DUE DUO31. 3DS32. IMAC 20” 200633. IMAC 27” 200934. WII35. IMAC 27” 201236. WII-U37. RASPBERRY PI38. SWITCH39. PC con RYZEN 7 40. HACKINTOSH I7 8700K41. RG350 (Retro console)Le mie BGM suPond5https://www.pond5.com/artist/thoroide#1/2064 Spotifyhttps://open.spotify.com/artist/1coeUect3UnQ4HjRQQu6EO Apple Musichttps://itunes.apple.com/us/album/presentation/1461490308?app=music https://itunes.apple.com/us/album/magic-ep/1461486916?app=music https://itunes.apple.com/us/album/sound-dimension-ep/1461536417?app=music Ituneshttps://itunes.apple.com/us/album/presentation/1461490308?app=itunes https://itunes.apple.com/us/album/magic-ep/1461486916?app=itunes https://itunes.apple.com/us/album/sound-dimension-ep/1461536417?app=itunes Youtubehttps://music.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_mH3bw9JFuGk1BvhWluht0ao-LDSHuwKNw https://music.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_kU6l_g3Y4mgJP0B7PFJ4SP3mCIUiiocTQ https://music.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_l5Px6E2_RSq6V7LgjHpYrWGYOF6W7QGzs Deezerhttps://www.deezer.com/it/artist/5504122?utm_source=deezer&utm_content=album-94957612&utm_term=0_1556297485&utm_medium=web
a cura di Massimiliano SamsaJohann Sebastian Bach (1685 - 1750) - Weihnachtsoratorium, BWV 248Oratorio in sei parti, libretto di Christian Friedrich Henrici (Picander)Solisti:Dorothea Röschmann, SopranoAndreas Scholl, AltoWerner Güra, TenorKlaus Häger, BassRIAS KammerchorAkademie für Alte Musik BerlinRené Jacobs, DirectionLa Cantata della Pars IV è quella che più si distacca dalle altre: per le dimensioni ridotte, per la tonalità d'impianto (fa maggiore), per una particolare ricerca timbrica nella scelta dell'organico orchestrale. Dovendo celebrare la festa della circoncisione di Gesù, la Cantata è ovviamente incentrata sul tema del «nome di Gesù»: dopo il consueto e imponente Coro d'apertura, seguito dal racconto dell'Evangelista, è il basso che per primo invoca più volte il nome di Gesù con un Recitativo all'interno del quale Bach ha inserito una strofa di Corale affidata al soprano. La Cantata termina con due numeri che non si occupano più specificamente del tema: un'ardente Aria in re minore in stile fugato per tenore e due violini solisti e il luminoso Corale finale, caratterizzato dal timbro festoso dei due corni da caccia.Nella Cantata della Pars V Bach si è discostato dal testo evangelico previsto dalla liturgia per la domenica dopo Capodanno, narrante l'episodio della fuga in Egitto, per concentrarsi invece sull'imminente festività dell'Epifania offrendo così alla meditazione il tema di Cristo-Luce (simboleggiato dalla stella apparsa ai Magi) e della profezia della sua venuta. Il carattere della Cantata ripresenta i tratti più intimi e raccolti che avevano già contraddistinto la Pars II, anche e soprattutto per creare un necessario stacco prima della trionfale conclusione dell'Oratorio.Testo tratto da: https://www.flaminioonline.it/Guide/Bach/Bach-Weihnachts248.htmlUn buon ascolto e una buona notte da Massimiliano Samsa. Parte quarta:Fallt mit Danken, fallt mit LobenCantata in fa maggiore per soli coro e orchestraOccasione: festa della Circoncisione (Capodanno)36.Fallt mit Danken, fallt mit LobenCoro in fa maggiore per coro, 2 corni, 2 oboi, 2 violini, viola e organoUtilizza il Coro n. 1 della Cantata BWV 213.37.Und da acht Tage um warenRecitativo in do maggiore per tenore e organo38.Immanuel, o süsses Wort!Recitativo e arioso in re minore/fa maggiore per soprano, basso, 2 violini, viola e organo39.Flösst, mein Heiland, flösst dein NameAria in do maggiore per soprano, oboe e organoUtilizza l'Aria n. 5 della Cantata BWV 213.40.Wohlan! dein Name soll allein in meinem Herzen sein / Jesu, meine FreudeRecitativo e Arioso in re minore per soprano, basso, 2 violini, viola e organo41.Ich will nur dir zu Ehren lebenAria in re minore per tenore, 2 violini e organoUtilizza l'Aria n. 7 della Cantata BWV 213.42.Jesus richte mein BeginnenCorale in fa maggiore per coro, 2 corni, 2 oboi, 2 violini, viola e organoPrima esecuzione: Lipsia, Thomaskirche, 1 gennaio 1735Parte quinta:Ehre sei dir, Gott! gesiugenCantata in la maggiore per soli e ortchestraOccasione: 1a domenica dopo Capodanno43.Ehre sei dir, Gott! gesiugenCoro in la maggiore per coro, 2 oboi d'amore, 2 violini, viola e organo44.Da Jesus geboren war zu BethlehemRecitativo in fa diesis minore per tenore e organo45.Wo ist der neugeborne König der Jüden?Coro e recitativo in si minore per contralto, coro, 2 oboi d'amore, 2 violini, viola e organoUtilizza il Coro n. 114 della perduta Markuspassion BWV 24746.Dein Glanz all' Finsternis verzehrtCorale in la maggiore per coro, 2 oboi d'amore, 2 violini, viola e organo47.Erleucht' auch meine finstre SinnenAria in fa diesis minore per basso, oboe d'amore e organoUtilizza l'Aria n. 3 della Cantata BWV 215.48.Da das der König Herodes hörteRecitativo in la maggiore per tenore e organo49.Warum wollt ihr erschrecken?Recitativo in do diesis minore per contralto, 2 violini, viola e organo50.Und liess versammeln alle HohenpriesterRecitativo in la maggiore per tenore e organo51.Ach! wann wird die Zeit erscheinen?Trio in si minore per soprano, contralto, tenore, violino e organo52.Mein Liebster herrschet schonRecitativo in fa diesis minore per contralto, 2 oboi d'amore e organo53.Zwar ist solche HerzensstubeCorale in la maggiore per coro, 2 oboi d'amore, 2 violini, viola e organoPrima esecuzione: Lipsia, Thomaskirche, 2 gennaio 1735Parte sesta:Herr, wenn die stolzen Feinde schnaubenCantata in re maggiore per soli, coro e orchestraOccasione: festa dell'Epifania54.Herr, wenn die stolzen Feinde schnaubenCoro in re maggiore per coro, 2 oboi, 3 trombe, timpani, 2 violini, viola e organoUtilizza il Coro n. 1 della Cantata perduta Anh 1055.Da berief Herodes die Weisen heimlichRecitativo in la maggiore per tenore, basso e organo56.Du Falscher, suche nur den Herrn zu fällenRecitativo in si minore per soprano, 2 violini, viola e organo57.Nur ein Wink von seinen HändenAria in la maggiore per soprano, oboe d'amore, 2 violini, viola e organo58.Als sie nun den Konig gehöret hattenRecitativo in fa diesis minore per tenore e organo59.Ich steh' an diener Krippen hierCorale in sol maggiore per coro, 2 oboi d'amore, 2 violini, viola e organo60.Und Gott befahl ihnen im TraumRecitativo in fa diesis minore per tenore e organo61.So geht! genug, mein Schatz geht nicht von hierRecitativo in fa diesis minore per tenore, 2 oboi d'amore e organo62.Nun mögt ihr stolzen Feinde schreckenAria in si minore per tenore, 2 oboi d'amore e organo63.Was will der Holle Schrecken nun / Was will uns Welt und Sünde tunRecitativo in si minore per coro e organo64.Nun seid ihr wohl gerochenCorale in re maggiore per coro, 2 oboi d'amore, 3 trombe, timpani, 2 violini, viola e organoPrima esecuzione: Lipsia, Thomaskirche, 3 dicembre 1724
Questo 2020 non ha avuto pietà nemmeno per Natale. Dovendo passare questo periodo a casa, noi Grazielle abbiamo deciso di darvi dei consigli per sopravvivere al Natale in quarantena... Tutto a modo nostro.
L'ottava puntata è dedicata a Pocahontas, protagonista dell'omonimo cartone animato che, quando uscì nel 1995, ci dimostrò che i finali da favola non sono una prerogativa di tutte le principesse Disney. Dovendo ancora scendere a patti col finale dolce amaro del film, Bene e Fede cercano di scovare la migliore strategia per far funzionare le coppie interculturali e per far sì che al mondo vi siano meno finali tragici alla Pocahontas e John Smith e più lieti fini (per ora) alla Meghan e Harry! Musiche: Higher Up by Shane Ivers BEES! by Shane Ivers https://www.silvermansound.com
All' Agile Venture Firenze abbiamo fatto 2 chiacchiere anche con il nostro amico Ferdinando Santacroce. Dovendo fare le interviste non abbiamo potuto seguire il suo workshop "Testare l'intestabile", ma per fortuna ci ha raccontato i punti salienti in questa breve intervista. Vi è mai capitato di dover lavorare con una codebase con un pò di anni sulle spalle? E magari di voler iniziare a scrivere dei test, ma questo è risultato pressoché impossibile a causa del codice stesso?Ferdinando ci spiega come si fa.. Codice Legacy, non ti temo.
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Dovendo scegliere un 70-200mm come obiettivo, conviene spendere il minimo possibile, quindi scegliendo un f/4 oppure conviene fare l’investimento grosso - visto che tanto l’obiettivo ti rimane per sempre - su quello versione f/2.8.Anche se la risposta può sembrare scontata, in realtà non è così semplice… Ci sono tanti fattori da tenere in considerazione, primo fra tutti il fatto le dimensioni e pesi!Ne parlo in questa puntata!Vai alla puntata: https://rebrand.ly/episodio233Speaker: Alessio Diventa un produttore del PodCast: https://www.patreon.com/TecnicaFotograficaScopri tutte le puntate: https://tecnicafotografica.netLa newsletter: http://tecnicafotografica.net/newsletterI miei manuali e corsi: https://tecnicafotografica.comFammi una domanda: https://t.me/alessiofurlanIl mio canale Instagram: https://rebrand.ly/af-instagramIl mio canale YouTube: https://rebrand.ly/TFYouTube▬▬▬▬ COME REGISTRO I PODCAST ▬▬▬▬ Ecco la mia attrezzatura: https://amzn.to/2EcCehA
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Dovendo lanciare un nuovo marchio, conviene aprire store fisici?
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La vittoria di Macron in Francia vista dalla Grecia di Tsipras. Memos ha ospitato oggi Dimitri Deliolanes, giornalista che è stato per anni corrispondente da Roma per la radiotelevisione pubblica greca. Tra i tanti auguri e congratulazioni per la vittoria, Macron ne ha ricevuto uno particolarmente caloroso da Alexis Tsipras, il capo del governo greco. “La vittoria di Macron – ha detto Tsipras - è un'ispirazione per la Francia e per l'Europa, sono sicuro che lavoreremo insieme in maniera stretta"...Macron, il neoliberista francese, e Tsipras, il capo della sinistra al governo in Grecia. «Già dopo il primo turno, Tsipras era stato uno dei primi leader europei a schierarsi apertamente in favore di Macron», racconta a Memos il giornalista Dimitri Deliolanes. «Tsipras – prosegue Deliolanes - lo ha fatto provocando anche un po' di malumori nel suo partito e nell'opinione pubblica di sinistra greca. Il ragionamento di Tsipras è stato duplice. Primo: sicuramente il fatto che Le Pen sia schierata su posizioni xenofobe, estremiste di destra, non poteva interessare il premier greco. Secondo: Tsipras ha dimostrato di essere un europeista e Macron, pur essendo un neoliberista lontano dalla sinistra, potrebbe svolgere un ruolo positivo in Europa. Dovendo scegliere il male minore tra un'estremista di destra e un neoliberista europeista – conclude Deliolanes - Tsipras ha scelto Macron». Ma l'opzione pro-Macron di Tsipras non è l'unica, in Grecia. Un Macron neoliberista dal volto umano è quello che l'ex ministro greco Yanis Varoufakis ha appena descritto in un suo libro, uscito di recente in Inghilterra. Varoufakis parla del Macron ministro dell'economia francese, lo dipinge come una “colomba” rispetto ai “falchi” Merkel e Schäuble. Giugno 2015, sono i momenti più drammatici del negoziato tra l'Europa e il governo di Atene sul debito greco. Varoufakis è il ministro delle finanze di Tsipras e annota, durante i vertici a Bruxelles, alcuni comportamenti di Macron un po' fuori dal coro dei difensori dell'austerità. Il ministro francese si spende, senza successo, per un accordo non punitivo della Grecia. «Recentemente – racconta a Memos il giornalista greco Deliolanes – ci sono stati dei contatti tra Varoufakis e Macron. Si parla della possibilità che Varoufakis entri in qualche modo, anche informalmente nello staff dei consiglieri del nuovo presidente francese. I rapporti sono molto cordiali ed effettivamente Varoufakis ha molta stima, malgrado le divergenze politiche tra i due». Ospite della puntata di oggi di Memos anche Lorenzo Marsili, giornalista, tra i fondatori insieme a Varoufakis del “Movimento per la Democrazia in Europa 2025”. Con lui non abbiamo parlato dell'ex ministro greco, ma solo del nuovo presidente francese. «Penso – dice Marsili - che sia una cosa positiva che Macron abbia rimesso l'Europa al centro, perché senza Europa saremmo degli stati alla deriva, in balia del potente di turno (i muscoli di Putin o i tweet di Trump). Questa Europa, però, non si salva continuando le politiche fallimentari degli ultimi anni, ma la si cambia solamente con un new deal, un nuovo patto economico e sociale, e soprattutto con una profonda democratizzazione. Il rischio – prosegue Lorenzo Marsili - è che Macron rappresenti solamente l'ultimo spasmo di un sistema liberale in crisi. Il rischio è che Macron non abbia la forza, e forse nemmeno la volontà, di fare quelle riforme radicali che sarebbero necessarie. Se sarà così andremo, purtroppo, verso una sempre più probabile disintegrazione dello spazio europeo. Se, invece, Macron riuscirà a mettere in campo politiche di rottura, a coinvolgere anche un establishment tedesco sempre restio ad ipotesi di trasformazione della zona euro, allora si aprirà senz'altro un'altra fase. Frenerei, comunque, l'entusiasmo – conclude Marsili - perché non è affatto scontato che Macron ci riesca, sia per il terreno politico e culturale da cui proviene, sia per il fatto che sarà un presidente relativamente debole. Macron non ha attorno a sé un partito forte e la sua maggioranza in parlamento sarà relativa».
La vittoria di Macron in Francia vista dalla Grecia di Tsipras. Memos ha ospitato oggi Dimitri Deliolanes, giornalista che è stato per anni corrispondente da Roma per la radiotelevisione pubblica greca. Tra i tanti auguri e congratulazioni per la vittoria, Macron ne ha ricevuto uno particolarmente caloroso da Alexis Tsipras, il capo del governo greco. “La vittoria di Macron – ha detto Tsipras - è un’ispirazione per la Francia e per l'Europa, sono sicuro che lavoreremo insieme in maniera stretta"...Macron, il neoliberista francese, e Tsipras, il capo della sinistra al governo in Grecia. «Già dopo il primo turno, Tsipras era stato uno dei primi leader europei a schierarsi apertamente in favore di Macron», racconta a Memos il giornalista Dimitri Deliolanes. «Tsipras – prosegue Deliolanes - lo ha fatto provocando anche un po’ di malumori nel suo partito e nell’opinione pubblica di sinistra greca. Il ragionamento di Tsipras è stato duplice. Primo: sicuramente il fatto che Le Pen sia schierata su posizioni xenofobe, estremiste di destra, non poteva interessare il premier greco. Secondo: Tsipras ha dimostrato di essere un europeista e Macron, pur essendo un neoliberista lontano dalla sinistra, potrebbe svolgere un ruolo positivo in Europa. Dovendo scegliere il male minore tra un’estremista di destra e un neoliberista europeista – conclude Deliolanes - Tsipras ha scelto Macron». Ma l’opzione pro-Macron di Tsipras non è l’unica, in Grecia. Un Macron neoliberista dal volto umano è quello che l’ex ministro greco Yanis Varoufakis ha appena descritto in un suo libro, uscito di recente in Inghilterra. Varoufakis parla del Macron ministro dell’economia francese, lo dipinge come una “colomba” rispetto ai “falchi” Merkel e Schäuble. Giugno 2015, sono i momenti più drammatici del negoziato tra l’Europa e il governo di Atene sul debito greco. Varoufakis è il ministro delle finanze di Tsipras e annota, durante i vertici a Bruxelles, alcuni comportamenti di Macron un po’ fuori dal coro dei difensori dell’austerità. Il ministro francese si spende, senza successo, per un accordo non punitivo della Grecia. «Recentemente – racconta a Memos il giornalista greco Deliolanes – ci sono stati dei contatti tra Varoufakis e Macron. Si parla della possibilità che Varoufakis entri in qualche modo, anche informalmente nello staff dei consiglieri del nuovo presidente francese. I rapporti sono molto cordiali ed effettivamente Varoufakis ha molta stima, malgrado le divergenze politiche tra i due». Ospite della puntata di oggi di Memos anche Lorenzo Marsili, giornalista, tra i fondatori insieme a Varoufakis del “Movimento per la Democrazia in Europa 2025”. Con lui non abbiamo parlato dell’ex ministro greco, ma solo del nuovo presidente francese. «Penso – dice Marsili - che sia una cosa positiva che Macron abbia rimesso l’Europa al centro, perché senza Europa saremmo degli stati alla deriva, in balia del potente di turno (i muscoli di Putin o i tweet di Trump). Questa Europa, però, non si salva continuando le politiche fallimentari degli ultimi anni, ma la si cambia solamente con un new deal, un nuovo patto economico e sociale, e soprattutto con una profonda democratizzazione. Il rischio – prosegue Lorenzo Marsili - è che Macron rappresenti solamente l’ultimo spasmo di un sistema liberale in crisi. Il rischio è che Macron non abbia la forza, e forse nemmeno la volontà, di fare quelle riforme radicali che sarebbero necessarie. Se sarà così andremo, purtroppo, verso una sempre più probabile disintegrazione dello spazio europeo. Se, invece, Macron riuscirà a mettere in campo politiche di rottura, a coinvolgere anche un establishment tedesco sempre restio ad ipotesi di trasformazione della zona euro, allora si aprirà senz’altro un’altra fase. Frenerei, comunque, l’entusiasmo – conclude Marsili - perché non è affatto scontato che Macron ci riesca, sia per il terreno politico e culturale da cui proviene, sia per il fatto che sarà un presidente relativamente debole. Macron non ha attorno a sé un partito forte e la sua maggioranza in parlamento sarà relativa».
La vittoria di Macron in Francia vista dalla Grecia di Tsipras. Memos ha ospitato oggi Dimitri Deliolanes, giornalista che è stato per anni corrispondente da Roma per la radiotelevisione pubblica greca. Tra i tanti auguri e congratulazioni per la vittoria, Macron ne ha ricevuto uno particolarmente caloroso da Alexis Tsipras, il capo del governo greco. “La vittoria di Macron – ha detto Tsipras - è un’ispirazione per la Francia e per l'Europa, sono sicuro che lavoreremo insieme in maniera stretta"...Macron, il neoliberista francese, e Tsipras, il capo della sinistra al governo in Grecia. «Già dopo il primo turno, Tsipras era stato uno dei primi leader europei a schierarsi apertamente in favore di Macron», racconta a Memos il giornalista Dimitri Deliolanes. «Tsipras – prosegue Deliolanes - lo ha fatto provocando anche un po’ di malumori nel suo partito e nell’opinione pubblica di sinistra greca. Il ragionamento di Tsipras è stato duplice. Primo: sicuramente il fatto che Le Pen sia schierata su posizioni xenofobe, estremiste di destra, non poteva interessare il premier greco. Secondo: Tsipras ha dimostrato di essere un europeista e Macron, pur essendo un neoliberista lontano dalla sinistra, potrebbe svolgere un ruolo positivo in Europa. Dovendo scegliere il male minore tra un’estremista di destra e un neoliberista europeista – conclude Deliolanes - Tsipras ha scelto Macron». Ma l’opzione pro-Macron di Tsipras non è l’unica, in Grecia. Un Macron neoliberista dal volto umano è quello che l’ex ministro greco Yanis Varoufakis ha appena descritto in un suo libro, uscito di recente in Inghilterra. Varoufakis parla del Macron ministro dell’economia francese, lo dipinge come una “colomba” rispetto ai “falchi” Merkel e Schäuble. Giugno 2015, sono i momenti più drammatici del negoziato tra l’Europa e il governo di Atene sul debito greco. Varoufakis è il ministro delle finanze di Tsipras e annota, durante i vertici a Bruxelles, alcuni comportamenti di Macron un po’ fuori dal coro dei difensori dell’austerità. Il ministro francese si spende, senza successo, per un accordo non punitivo della Grecia. «Recentemente – racconta a Memos il giornalista greco Deliolanes – ci sono stati dei contatti tra Varoufakis e Macron. Si parla della possibilità che Varoufakis entri in qualche modo, anche informalmente nello staff dei consiglieri del nuovo presidente francese. I rapporti sono molto cordiali ed effettivamente Varoufakis ha molta stima, malgrado le divergenze politiche tra i due». Ospite della puntata di oggi di Memos anche Lorenzo Marsili, giornalista, tra i fondatori insieme a Varoufakis del “Movimento per la Democrazia in Europa 2025”. Con lui non abbiamo parlato dell’ex ministro greco, ma solo del nuovo presidente francese. «Penso – dice Marsili - che sia una cosa positiva che Macron abbia rimesso l’Europa al centro, perché senza Europa saremmo degli stati alla deriva, in balia del potente di turno (i muscoli di Putin o i tweet di Trump). Questa Europa, però, non si salva continuando le politiche fallimentari degli ultimi anni, ma la si cambia solamente con un new deal, un nuovo patto economico e sociale, e soprattutto con una profonda democratizzazione. Il rischio – prosegue Lorenzo Marsili - è che Macron rappresenti solamente l’ultimo spasmo di un sistema liberale in crisi. Il rischio è che Macron non abbia la forza, e forse nemmeno la volontà, di fare quelle riforme radicali che sarebbero necessarie. Se sarà così andremo, purtroppo, verso una sempre più probabile disintegrazione dello spazio europeo. Se, invece, Macron riuscirà a mettere in campo politiche di rottura, a coinvolgere anche un establishment tedesco sempre restio ad ipotesi di trasformazione della zona euro, allora si aprirà senz’altro un’altra fase. Frenerei, comunque, l’entusiasmo – conclude Marsili - perché non è affatto scontato che Macron ci riesca, sia per il terreno politico e culturale da cui proviene, sia per il fatto che sarà un presidente relativamente debole. Macron non ha attorno a sé un partito forte e la sua maggioranza in parlamento sarà relativa».
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